V a N D E R C a M & D O T R E M O
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V A N œuvres partagées D E BOUES R C A M & D O T Vandercam & Dotremont R E M O N T Via Manzoni, 46 - 20121 Milano Tel. +39.02.794218 Fax +39.02.783578 e-mail: [email protected] www.sancarlogallery.com Si ringrazia per la gentile collaborazione il Sig. Guy Dotremont Progetto grafico: Gian Carlo de Magistris La Fotolito Poviglio (RE) Foto di copertina: Le centre de la terre crie crache, 1958 - 1994 bronzo - 28x25x16,5 Tutti i diritti sulle fotografie sono riservati Tutte le fotografie delle opere riprodotte sono dello studio Michele Dell’Utri - Milano Coordinatore Generale: Gian Carlo de Magistris Finito di Stampare: nel mese di Marzo 2010 da Arti Grafiche De Pietri Castelnovo di Sotto (RE) Serge Vandercam e Christian Dotremont BOUES ŒUVRES PARTAGEES Catalogo a cura di Denis Laoureux e con un elogio a Serge Vandercam di Jean Pierre Point Con il patrocinio Consolato Generale del Belgio a Milano Maggio 2004 - Talia, Joel e Serge Vandercam a Bierges 5 Christian Dotremont e Serge Vandercam La presenza di Un immaginario delle profondità della terra Jorn a Bruxelles nel 1956 sembra Denis Laoureux aver confermato Dotremont nella Cobra dopo Cobra sua volontà di ri- Nel 1953, Asjer Jorn soggiorna in Liguria, ad Albisola, lanciare le attività dove si stabilisce l’anno seguente. Enrico Baj gli aveva di Cobra. Poco parlato delle manifatture di ceramica presenti in quel dopo, sempre in borgo situato lungo la costa. La qualità dei laboratori e seno a Taptoe, la maestria degli artigiani consentono ai pittori di esplo- Dotremont orga- rare un medium allora ristretto quasi esclusivamente nizza un’esposi- 1959 - Vernissage mostra Boues di Serge Van- dercam e Christian Dotremont - presso la So- alle arti decorative. Sulla scia del suo trasferimento ad zione collettiva ciété Royale des Beaux-Arts di Verviers - seduti Albisola, Jorn organizza, nel 1954, un «Incontro inter- esplicitamente da sinistra a destra Dotremont e Mortier - dietro Constant e Schellekens nazione di Ceramica sperimentale». L’evento riunisce posta sotto l’in- soprattutto Corneille e Karel Appel. Contribuisce ad im- segna del gruppo del quale era stato il fondatore e il porre Albisola e la ceramica nella vita di Copra dopo principale animatore. L’anno seguente, e precisamente Cobra, cioè dopo la dissoluzione nel 1951 del gruppo nel febbraio 1957, Jorn ritorna a Bruxelles dopo aver fondato nel 1948. fondato il «Movimento internazione per una Bauhaus Poco dopo, nel dicembre 1955, un nuovo spazio immaginista» al quale aderisce il pittore belga Maurice espositivo vede la luce a Bruxelles, diretto da Claire e Wyckaert. Espone allora delle ceramiche sperimentali Gentil Haesaert. Il luogo, intitolato Taptoe, è attivo fino uscite dalle fornaci di Albisola. al febbraio 1957. Jorn vi espone a più riprese. Nella Allo stato attuale delle conoscenze, si sa poco dell’im- primavera del 1956, egli mette in mostra delle tele di- patto di questa mostra sulle pratiche artistiche belghe. pinte dopo la realizzazione delle sue prime ceramiche Senza con questo voler stabilire un rapporto di causa e effetto, è degno di interesse che, poco dopo l’esposi- nelle manifatture di Albisola. Per Jorn, il lavoro manua- zione brussellese delle ceramiche di Jorn nel febbraio le della terra rappresenta una scoperta che prolunga il 1957, Dotremont si sia dedicato a sviluppare, assieme senso della sperimentazione valorizzata da Cobra. È nel a Vandercam, un immaginario poetico della materia at- 1951 che l’artista si cimenta con la ceramica, in occa- traverso una serie di opere in argilla: Les Boues. sione di un soggiorno a Silkeborg. L’impasto dell’argilla Vandercam è un sodale imprescindibile per Dotre- ha chiaramente incoraggiato l’artista a indirizzare la sua mont. Il suo nome è strettamente collegato a Cobra pittura verso un orientamento nuovo per lui. L’orienta- al quale ha contribuito come fotografo sin dal 19491. mento verso una pasta pittorica ormai esaltata per la Ma è soprattutto come pittore che collaborerà a stretto sua densità, la sua consistenza, e per la virulenza dei contatto con Dotremont. Vandercam comincia a dipin- suoi tormenti. Il magma dei materiali trasforma la tela gere nel 1953. Due anni più tardi, rincontra Dotremont in una membrana dotata di vita propria in cui le masse nella pratica della pittura comune, di cui è testimonian- si compenetrano, rimbalzano le une sulle altre, fino a za un’opera come Qui se décagent à pas de souffle, costituire un continuum vitale. seguita poi da molte altre esperienze dello stesso gene- Una tale trasformazione nella pittura di Jorn non re. Una mostra come Paroles visibles, organizzata a Pa- sfuggì all’occhio di Christian Dotremont. Nel testo che rigi nel 1955, rende conto dell’importanza della pittura quest’ultimo redige per accompagnare la mostra del comune negli anni Cinquanta. D’altronde Dotremont, 1956, individua ciò che la pratica della ceramica rap- Corneille, Jorn, Alechinsky e Vandercam hanno parteci- presenta per Jorn: «Aveva bisogno di andare in Italia e pato a questa manifestazione. In particolare quest’ulti- organizzare intorno a lui la scuola di ceramica di Albisola mo ha esposto delle pitture-parole concepite assieme (...)». Dotremont prosegue sottolineando il legame che a Jean-Clarence Lambert, prima di ottenere, nel 1956, si instaura tra la materia della ceramica e l’amalgama il Premio della giovane pittura belga. Un anno dopo, tra della pittura: «Jorn è un contadino terribilmente attac- cato alla terra, alla materia (e per esempio all’impasto 1 Michel Draguet, Serge Vandercam. L’invitation au voyage, Bruxelles, ULB-GRAM, del colore con il quale anche è fatto il quadro)». 2001, pp. 18-29. 5 il 1958 e il 1959, Dotremont e Vandercam riprendono aerea, impiegata per la resa grafica della materia delle con la dinamica dell’arte a quattro mani, che era stato Fagnes risponde la pesantezza del polso che plasma uno dei pilastri fondativi di Cobra. la terra delle Boues a vantaggio di un’arte che insorge L’attuale esposizione mostra il frutto di quella colla- contro lo stile. Contro lo stile. Così è intitolato il testo borazione particolarmente feconda che unì Dotremont redatto nel 1957 da Enrico Baj e controfirmato da Van- e Vandercam nell’atelier che quest’ultimo occupò a dercam in segno di opposizione all’alienazione costitu- Bruxelles. Le opere sorte da questo lavoro comune ita, secondo questi ultimi, dall’adesione ad un insieme sono state realizzate in appena qualche sessione, tra di caratteristiche formali erette a dottrina estetica. Nel l’estate del 1958 e la primavera del 19592. Formano 1959, Vandercam soggiorna a Milano. Incontra allo- un corpus che si inscrive pienamente nella dinamica ra Sergio Dangelo e Tullio Mazzotti prima di stabilirsi sperimentale e collettiva che ha fatto di Cobra uno dei per l’estate ad Albisola, dove ritrova Jorn. I due vecchi più determinanti contributi all’arte del dopo-guerra. Si membri di Cobra frequentano assiduamente la mani- tratta più precisamente delle serie Boues e Bouolo- fattura di ceramica San Giorgio. È in tale contesto che gismes, dei dipinti collettivi, dei libri di un giorno, ma Vandercam si consacra, tra 1960 e 1962, a una serie anche della raccolta di poesie intitolata Fagnes per la emblematica dell’arte informale belga: Il Mare e le ra- quale Vandercam ha eseguito dei disegni in un inedito dici. Pittura e ceramica costituiscono ormai le due facce dialogo con i versi di Dotremont. È bene precisare che di uno stesso progetto che estende l’esperienza delle questi disegni si compongono di due gruppi distinti. Da Boues e approda alle esposizioni presentate nel 1961 una parte, la serie Fagnes mette in scena un immagi- alla Rotterdamse Kunstkring e nel 1962 al Palais des nario nato da una terra nera – la torba – costitutiva di Beaux-Arts di Bruxelles. quel particolare paesaggio, reso attraverso una retorica Pagine di fango visiva segnata dalla linea e dalla macchia. Dall’altra, la Estate 1958. Vandercam si reca nelle Fagnes, ad est serie Coupe-feu tenta non soltanto di rendere la luce del Belgio, non lontano dalla frontiera belgo-tedesca. che filtra attraverso l’apertura approntata nella foresta Il viaggio è legato ad un incarico pubblicitario. L’artista per interrompere la propagazione del fuoco, ma anche deve fotografare l’erioforo, un tipo di fiore la cui partico- di impadronirsi del disegno tormentato delle linee cre- larità consiste nel crescere su un terreno torboso, come ate dagli alberi nel paesaggio. avviene nelle Fagnes. Le Fagnes rappresentano una en- Questa collaborazione con Vandercam riconduce clave naturale particolare. Si tratta di un altipiano che Dotremont sulla strada di un processo che ha le sue ra- dispiega, a perdita d’occhio, da una parte lande fatte di dici in Cobra. Ma testimonia anche di un rinnovamento torbiere nere e dall’altra distese umide popolate d’albe- estetico. Un rinnovamento che trae la sua vitalità dalle ri secolari scossi dai venti. Con il suo aspetto di steppa forze naturali e si colloca, a differenza della componen- primordiale, questa natura ha stimolato l’immaginario te rivoluzionaria di Cobra, su un piano ormai apoliti- del pittore che, di ritorno nella capitale, non manca di co. Le Boues, i Bouologismes, le Fagnes e i libri di un parlarne a Dotremont, il quale conosce bene la regione giorno impegnano di nuovo Dotremont sulla via di un in questione poi- progetto poetico, quello di restituire alla scrittura una ché vi si è rifugiato presenza sensibile ormai imbavagliata dalla tipografia. nel 1944. Entram- Questi lavori prolungano così un cammino fecondo bi vedono nelle aperto all’epoca degli anni di Cobra, che condurrà Do- Fagnes un paesag- tremont all’invenzione nel 1962 di ciò che, a distanza, gio primitivo che si rivela essere stato un avvenimento fondamentale corrisponde alla nella storia delle connessioni tra immagine e scrittura loro sensibilità per nell’arte in Belgio: il logogramma.