Numero 192 GENNAIO 2008 www.quartacampana.it e-mail: [email protected]

“Il paradosso del cristiano nel mondo”. di don Paolo

In un giorno imprecisato del 1436, un anonimo ricercatore di antichi scritti, come ce n’erano in giro molti a quel tempo, capitò in una pescheria di Costantinopoli, ancora per poco capitale dell’impero bizantino. Il suo occhio vigile e attento si posò su un mucchio di pergamene di cui si stava servendo un pescivendolo per incartare tre grossi cefali appena pescati nel Bosforo. L’anonimo ricercatore fermò immediatamente la mano del garzone, ed estratte dalla sua borsa alcune monete, acquistò, con grande sorpresa del pescivendolo, quelle pergamene che stavano per avvolgere quei grossi pesci. Tornato a casa, il ricercatore si accorse di avere acquistato un manoscritto del XIII secolo contenente opere apologetiche cristiane contro i pagani, i giudei, gli eretici e i musulmani. La maggior parte di queste opere erano già conosciute dagli studiosi, ma una di queste non era mai stata letta da nessuno e nemmeno citata dagli autori antichi. Si trattava della “Lettera a Diogneto”, uno scritto anonimo che oggi gli studiosi, fanno risalire alla fine del II secolo d.C. Una delle pagine straordinarie di questo scritto antico è il capitolo quinto. Esso è di una attualità estrema perché sostanzialmente prova il diritto ad esistere dei cristiani in un mondo che li vuole cancellare e mettere a tacere. E’ interessante che la scoperta di questo testo venisse fatta pochi anni prima che il mondo cristiano bizantino crollasse sotto la spinta furiosa del mondo musulmano, abbandonato al suo destino dalla stessa cristianità occidentale, troppo impegnata a difendere i suoi “affaracci” economico-politici europei. Con la caduta di Costantinopoli nel 1453 si frantumò infatti non solo il cristianesimo orientale, che trovò la sua valvola di sfogo nell’ortodossia di Mosca, ma anche quello occidentale che si chiuse nei suoi giochi di potere. E’ in questa data infatti che bisognerebbe far terminare quello che gli storici hanno sempre chiamato impropriamente il medio evo, un nome che non vuol dire niente, e che andrebbe sostituito con evo cristiano. Nel 1453 infatti il mondo cristiano occidentale e orientale crollarono definitivamente. Il mondo e la società girarono pagina ancor prima che un genovese sbarcasse in un’ isola sconosciuta dell’arcipelago caraibico scambiata per le Indie. Ma ecco la straordinaria pagina del nostro scritto anonimo in quella parte in cui rispondeva alla domanda dell’illustre Diogneto che voleva sapere come vivono i cristiani: “I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per lingua, né per il modo di vestire. Non abitano mai città loro proprie, non si servono di un gergo particolare, né conducono uno speciale genere di vita. (…) Sono sparpagliati nelle città greche e barbare, secondo che a ciascuno è toccato in sorte. Si conformano alle usanze locali nel vestire, nel cibo, nel modo di comportarsi; e tuttavia, nella loro maniera di vivere, manifestano il meraviglioso paradosso, riconosciuto da tutti, della loro società spirituale. (…) Ogni terra straniera per loro è patria, ma ogni patria è terra straniera. Si sposano e hanno figli come tutti, ma non abbandonano i neonati. Mettono vicendevolmente a disposizione la mensa, ma non le donne. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma col loro modo di vivere vanno ben al di là delle leggi. Amano tutti e tutti li perseguitano. Non sono conosciuti eppure sono condannati”. Parole sante, parole vere, che ribadiscono la naturalezza con cui i cristiani vivono nel mondo, anche oggi. Lungi dal pensare solo a se stesso, al suo piccolo mondo, alle sue cose, al suo orticello, il cristiano vive la sua fede ordinariamente nella società civile, nel mondo, egli è cittadino della “polis” e come tale si sente ed è attore politico. Nella “polis”, cioè nella comunità in cui vive, egli non si distingue in nulla dagli altri cittadini ed ha, per questo, libertà piena di azione nel rispetto delle leggi e delle costituzioni. Io direi anzi che il cristiano, almeno nella società italiana, ha un ruolo importantissimo, non migliore degli altri, ma senz’altro di grande qualità. Vorrei essere ancora vivo per vedere, a questo proposito, in quale baratro andranno a finire le istituzioni quando, secondo un piano già in atto anche nella società italiana, avremo definitivamente cancellato ogni presenza cattolica dalla società, in virtù del principio della laicità assoluta. Già il mondo comunista e quello liberista ci hanno fatto vedere, e ancora oggi ce lo fanno vedere, che quando si cancella la fede, i poteri e i potenti di turno diventano divinità e impongono la loro assurda moralità laica. Il cristiano non ha la pretesa di dominare il mondo o la “polis”, ma vuole semplicemente testimoniare che è possibile vivere in questo mondo rimanendo fedeli al cielo, a Dio. La sua testimonianza di vita produce tanto bene sociale e non soltanto che, senza di essa, sicuramente verrebbe a diminuire la qualità della vita umana. Il mondo è libero di vivere senza Dio, ma non può imporre a nessuno di non crederci. Da parte nostra, noi cristiani, siamo abituati ad essere perseguitati a causa della fede. La storia ci ha insegnato e ci insegna che è vero il detto evangelico secondo cui bisogna che il seme caduto in terra muoia perché produca molto frutto. 2 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 La pretesa e il paradosso cristiano consistono nel voler vivere spiritualmente in un mondo che confonde la spiritualità con la ricerca del benessere personale e sociale. La spiritualità non è la ricerca della pace interiore, spesso propagandata e venduta dagli spot pubblicitari, ma piuttosto la capacità di riconoscere che abbiamo un’anima e che questa è fatta per Dio, nostra vera pace. I cristiani dimostrano di avere un anima quando pregano, quando celebrano l’eucaristia alla domenica, quando danno vita alle associazioni di volontariato, quando si impegnano a favore degli stranieri, degli immigrati, dei senza tetto, di quelli che non arrivano alla fine del mese, quando insegnano religione nelle scuole, quando difendono il valore della vita, quando denunciano i soprusi, le ingiustizie, quando fanno l’oratorio, educano la gioventù, quando vanno a visitare i malati, quando condividono la sofferenza, quando in un confessionale di una chiesa assolvono dai peccati in nome di Dio, anche da quelli da cui si pensa non si possa essere assolti, … Insomma, i cristiani vivono come se Dio ci fosse e tenendone conto, anche in una società che lo vuole cancellare.

Vita in parrocchia

Parroco di Colturano: don Paolo Tavazzi Vicolo Mons. D. Rossi Tel. 02 98 23 75 73 Parroco di Balbiano: don Paolo Tavazzi Via Roma, 13 Tel. 02 98 18 625 N.B. Il parroco è presente a Colturano in casa parrocchiale: Martedì: dalle 17.00 alle 18.30 (salvo impegni scolastici) Mercoledì: dalle 16.30 alle 18.30

SS. CONFESSIONI COLTURANO : ogni sabato dalle ore 18,00 alle 19,00 BALBIANO: ogni sabato dalle ore 15,00 alle 16,00

S. MESSA COLTURANO BALBIANO Domenica Domenica 11.15 09.45 Martedì Lunedì e Venerdì 20.30 17.00 Mercoledì Giovedì 17.00 20.30

Sabato Sabato

19.00 20.30

3 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 Natale del Signore. Abbiamo celebrato con fede la solennità del Natale del Signore. Voglio rinnovare l’augurio a tutti perché il Signore, venuto in mezzo a noi, porti gioia e serenità alla nostra vita, alle nostre famiglie, alle nostre comunità parrocchiali. A conclusione di un anno e all’inizio di uno nuovo voglio anche esprimere il mio sentito ringraziamento per tutte le persone che, in vario modo, offrono il loro contributo e il loro servizio generoso alle nostre due comunità parrocchiali. Il Signore benedica e ricompensi il vostro servizio operoso. Per tutto il periodo di Avvento e in questo tempo di Natale ci siamo impegnati soprattutto a pregare il Signore perché conceda la pace alla Terra Santa. Siamo certi che il Signore ascolterà la nostra piccola preghiera. Anche l’iniziativa di carità a favore del piccolo villaggio cristiano di Taybeh, nei pressi di Gerusalemme, per l’acquisto della “colomba della pace” è stata accolta con tanto entusiasmo e impegno da parte di tutti. Sono novanta le colombe della pace che abbiamo fatto arrivare dalla Terra Santa e che abbiamo acceso nelle nostre case il giorno santo di Natale. Infine anche il nostro impegno per la raccolta di generi alimentari da destinare, in parte al centro vicariale della Caritas e ad altre associazioni di carità della nostra diocesi e in parte da tenere presso le nostre parrocchie, per aiutare le tante persone bisognose della nostra attenzione, ha avuto una generosissima risposta da parte di tutti e soprattutto da parte dei ragazzi della catechesi e dalle loro famiglie. Sul prossimo numero il resoconto dettagliato di tutta la nostra raccolta caritativa di Avvento e Natale.

Oratorio. Orari di apertura e chiusura dei nostri due Oratori:

BALBIANO COLTURANO LUNEDI CHIUSO CHIUSO MARTEDI CHIUSO 17.00-19.00 MERCOLEDI CHIUSO 17.30-19.00 GIOVEDI 16.00-18.00 CHIUSO VENERDI 16.00-18.00 CHIUSO

SABATO 15.00-18.00 15.00-18.45 DOMENICA 15.00-18.30 15.00-19.00

L’Oratorio è un prezioso servizio offerto dalla Parrocchia ai suoi parrocchiani, in modo particolare ai ragazzi, e si inserisce tra le proposte formative parrocchiali. Ecco perché quando c’è una proposta parrocchiale (ad esempio la messa, un incontro di preghiera, un incontro di catechesi), l’Oratorio rimane chiuso. Ecco perché, quando si propone un momento di festa per entrambe le nostre parrocchie, in un Oratorio, l’altro evidentemente rimane chiuso.

4 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 L’Oratorio vuole essere, come sempre, una offerta formativa per i nostri ragazzi e per i giovani che si contraddistingue per l’accoglienza nei confronti di tutti, anche di quelli che non condividono la fede cristiana o che sono lontani dalla realtà parrocchiale. Le proposte di Gennaio: Domenica 6 gennaio 2008, lo spettacolo natalizio preparato dai nostri ragazzi e la premiazione dei partecipanti al “Concorso presepi”. Domenica 27, giorno della Santa Famiglia, alle 15.30, a Colturano, Festa delle famiglie di entrambe le nostre parrocchie. Le proposte di Febbraio: Sabato 09, alle 15.30 a Balbiano e alle 21.15 a Colturano, Festa di Carnevale.

Festa della santa Famiglia e delle nostre famiglie. La liturgia ci invita a celebrare, nella quarta domenica di Gennaio, la festa della santa famiglia di Nazareth. Sarà questa l’occasione per pregare per tutte le nostre famiglie e per avere un ricordo particolare per le famiglie in difficoltà. Durante le messe di Domenica 27 gennaio (9.45 a Balbiano e 11.15 a Colturano), ricorderemo particolarmente tutte le coppie che celebrano quest’anno il 10°, 25°, 50° anniversario di Matrimonio. Le coppie che celebrano questi anniversari e vogliono festeggiare con la comunità la loro ricorrenza, sono pregate di farlo presente al parroco. Quest’anno vogliamo inoltre invitare alla messa della santa famiglia anche tutti quei genitori che hanno celebrato il battesimo di un loro bambino durante il 2007, ovviamente insieme al loro bimbo. Sarà una bella occasione per rivederci, per ringraziare il Signore e per fare festa. Nel pomeriggio della stessa domenica siamo poi tutti invitati a partecipare alla “festa della famiglia” in Oratorio a Colturano, a cominciare dalle 15.30.

Intenzioni delle SS. Messe. E’ ancora possibile prenotare le intenzioni per le sante messe per il prossimo anno 2008, presso don Paolo. Ricordo che le sante messe si possono far celebrare non solo in memoria dei defunti, ma anche per ringraziare il Signore o per chiedere una particolare grazia. L’offerta per la santa messa è sempre di euro 12,50, delle quali 10,00 euro vanno al sacerdote celebrante e 2,50 euro rimangono alla Parrocchia.

Cammini di catechesi. L’incontro di catechesi per i ragazzi della iniziazione cristiana è alla domenica mattina. A Balbiano, dopo la messa delle 9.45, fino alle 11.45. A Colturano, prima della messa delle 11.15, con inizio alle 10.00.

5 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 Per i ragazzi del “dopo cresima” (2-3 media) l’incontro è al sabato alle ore 11.00, in Oratorio a Balbiano. La catechesi degli adolescenti (superiori) è al lunedì alle ore 18.00, in Oratorio a Colturano. La catechesi biblica del gruppo giovani/famiglie è ogni lunedì, alle ore 21.00, in Oratorio a Balbiano. La catechesi degli adulti riprenderà in tempo di Quaresima, a Balbiano durante la messa delle 17 del lunedì; a Colturano durante la messa delle 20.30 del martedì.

Catechesi dell’iniziazione cristiana. Colgo l’occasione anzitutto per ricordare ai genitori dei ragazzi iscritti al cammino di catechesi per la celebrazione dei sacramenti della Confessione, Comunione e Cresima, di continuare nel loro impegno di seguire i propri ragazzi sia nella partecipazione alla messa domenicale sia agli incontri di catechesi. Ricordo ancora le date della celebrazione dei sacramenti e degli incontri con i genitori, già per altro comunicate a tutti all’inizio del cammino catechistico ad ottobre, aggiungendo anche quelle riguardanti la Cresima che erano invece ancora da definire:

Celebrazione dei sacramenti: Prima confessione: Domenica 04 maggio, ore 15.00, a Colturano, per i ragazzi di entrambe le nostre parrocchie. Prima comunione: Domenica 11 maggio, ore 09.45, a Balbiano e Domenica 25 maggio, ore 11.15, a Colturano. Cresima: Domenica 08 giugno, ore 18.00, a Balbiano, per i ragazzi di entrambe le nostre parrocchie, celebrata dal vescovo.

Incontri per i genitori: Prima confessione: Domenica 30 marzo, ore 16.00, a Balbiano; Domenica 20 aprile, ore 16.00, a Colturano. Prima Comunione: Domenica 09 marzo, ore 16.00, a Colturano; Domenica 27 aprile, ore 16.00, a Balbiano. Cresima: Domenica 06 aprile, ore 16.00, a Colturano; Domenica 18 maggio, ore 16.00, a Balbiano. N.B. Si intende che gli incontri sono sempre per tutti i genitori di tutte e due le parrocchie.

Benedizione delle famiglie. Anche quest’anno è stata cordiale e sincera l’accoglienza riservata al parroco durante la visita alle famiglie in occasione dell’Avvento e del Natale. Abbiamo pregato insieme invocando la benedizione del Signore su tutti e su ciascuno. Dalle pagine del nostro giornalino rinnovo ancora il mio augurio per un felice anno nuovo. A Colturano ho incontrato 358 famiglie e a Balbiano ne ho incontrate 382. Un ringraziamento particolare per la vostra solita generosità dimostrata a favore delle vostre parrocchie: a Balbiano sono stati offerti 2.505 euro, a Colturano 2.420 euro.

6 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 V Rassegna teatrale.

E’ questo il quinto anno consecutivo che la nostra parrocchia di Balbiano offre a tutti la possibilità di partecipare ad una rassegna teatrale di qualità. Quando abbiamo iniziato, cinque anni fa, abbiamo puntato sul fatto che la gente di Balbiano e di Colturano è sensibile alle rappresentazioni teatrali e infatti vi è stata sempre una buona partecipazione, anche da fuori del nostro paese. Ci sembrava poi interessante poter offrire al nostro paese la possibilità di avere quattro serate di inverno da passare in allegria davanti ad un sipario, in un ambiente confortevole. Ed è anche per questo motivo che tutta la nostra parrocchia tre anni fa si è mobilitata per rinnovare il salone del teatro sostenendo un forte impegno economico saldato in pochissimo tempo. L’impegno di chi, ogni anno, contatta le compagnie teatrali e si fa in quattro per seguire tutto l’apparato burocratico per l’allestimento di una tale iniziativa, è veramente notevole e fatto con passione. Anche quest’anno ci aspettiamo che la partecipazione da parte di tutti voi sia forte e vi invitiamo a fare “passaparola” perché la nostra rassegna sia conosciuta anche fuori dal nostro paese. Le compagnie di quest’anno sono di ottima qualità e meritano una notevole e appassionata frequenza di pubblico. Siete voi appassionati di teatro l’unico nostro sostegno, anche economico, per poter mettere insieme queste quattro serate. Non mancate, intervenite numerosi e invitate qualche vostro amico.

Solennità di san Bassiano.

San Bassiano, vescovo di Lodi dal 373 al 409, è il patrono principale della nostra diocesi di Lodi. La sua festa si celebra il 19 di gennaio che quest’anno cade in un sabato e non potremo quindi celebrare in modo particolare. Tuttavia del nostro santo patrono faremo un ricordo durante la messa prefestiva di sabato 19 gennaio, seconda domenica del tempo ordinario. La nostra devozione verso san Bassiano deve essere animata anche dalla particolare amicizia che lo legava a san Ambrogio, patrono della nostra chiesa ambrosiana. I due santi vissero insieme in un periodo difficile della nostra storia affrontando con fede e retta coscienza ogni contrarietà. A san Bassiano e a san Ambrogio ci affidiamo perché venga sostenuta ed alimentata anche la nostra fede. La solennità di san Bassiano è anche occasione per pregare il Signore per il nostro vescovo Giuseppe, successore di san Bassiano sulla cattedra episcopale di Lodi. Il prossimo 19 gennaio 2008, inoltre, il nostro vescovo aprirà solennemente le celebrazioni per il XVI centenario della morte di san Bassiano. Un importante appuntamento sarà la “peregrinatio” dell’urna di san Bassiano. Il corpo del nostro santo verrà portato nei vicariati della nostra diocesi e quindi anche in alcune parrocchie.

7 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 PROFUGHI SPECIALI Paolo Butta

Ho letto di recente la testimonianza di un cristiano iracheno che si fa chiamare Jalal. Egli fu costretto a fuggire dal suo paese dopo aver subito minacce dirette da qualche fanatico di altra religione. «Devi lasciare la tua casa e il negozio entro 24 ore altrimenti porteremo a compimento la legge», così racconta nell’intervista. Una legge di morte, ovviamente. Per Jalal, che ama profondamente la sua terra, è un duro colpo, ma doveva pensare ai suoi cari. “Amo come un pazzo la mia terra, mi sento iracheno, lo sono come tutta la mia famiglia”. "Per questo spero che l'Italia possa diventare per me una seconda patria, lo chiedo all'Italia e da cristiano mi appello anche alla Chiesa: aiutatemi a costruire un futuro per i miei quattro figli". L’intervista, comparsa su un quotidiano nel novembre dell’anno scorso, terminava con questo appello. Chissà come stanno adesso Jalal e famiglia. Piace pensare che abbiano sperimentato la carità concreta dei nostri fratelli. Certi argomenti, all’indomani della celebrazione delle feste natalizie, sembrano quasi una stecca nella sinfonia dei buoni sentimenti dolciastri (e un po’ ipocriti) che anche la grancassa commerciale di questi tempi c’ha quasi costretto ad ingoiare. Nulla a che vedere con altri sentimenti fatti di semplicità e desiderio di stare a casa con le persone che veramente contano e con cui ci si sente uniti. Un desiderio che si spera tutti abbiano provato adesso nonostante le difficoltà, a volte insopportabili, prodotte da cose e persone. Il dono della vera pace portata dal Bambino si coniuga anche in serenità familiare e riconciliazione. La storia di Jalal sembra proprio lontana anni luce. Che cosa c’entra il mio piccolo mondo con la sua vicenda, con la mia gente, la mia famiglia, la mia parrocchia, il mio paese? Tanto non lo incontrerò mai! Sì, è vero. Chi s’incontra veramente è la persona accanto a volte pesante e fastidiosa, oppure quella che implora un po’ d’attenzione, un po’ di sorriso, visto che fino adesso gli è negato. Dunque la risposta non può che consistere, come metodo di ragionamento logico, in quello che accomuna quel profugo a me, a te, a ciascuno. Ora, dire semplicemente che ci lega un sentimento umanitario dato dall’appartenenza alla specie homo sapiens non è affatto convincente. Altrimenti Jalal e famiglia non si sarebbero trovati in stato d’abbandono: l’umanitarismo della specie lo avrebbe fatto evitare. Inoltre c’è un forte sospetto, quando, a livello di dibattito pubblico, si sentono alcuni che propugnano “le porte aperte del Paese senza se e senza ma” a chicchessia, in nome di “gesti d’umanità degno di un paese civile”, di “un atto di bontà”, quando poi molti di quegli immigrati si trovano peggio, sono sfruttati o vengono per delinquere. “Chissà, dicono fra loro, forse quegli immigrati potranno ripagarci in futuro questo grande regalo”. Guarda caso questa è una mentalità che rende ciechi e sordi davanti al grido vero e implorante del povero che sta vicinissimo, a prescindere anche dalla sua nazionalità, e sempre (che coincidenza!) con l’utilizzo disinvolto di quel orribile meccanismo di delega

8 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 automatica del tanto qualcuno ci penserà, un qualcosa che ha il sapore disgustoso dell’ipocrisia e dell’egoismo. Per un cristiano le motivazioni che portano ad amare il fratello vicino, lontano, profugo o straniero non sta nell’appartenenza alla stessa specie biologica ma, ad un più vero e profondo livello, che consiste nello scoprire una dignità, un’impronta indelebile non proveniente da me stesso, da te, da noi tutti, ma, per logica, è donata. Una dignità che consiste nell’accorgersi di essere tutti figli dello stesso Padre che si rivela, nel suo Figlio prediletto,essere Amore costitutivo, sostanziale, personale, infinito e allo stesso tempo premuroso e accorato verso ciascuno degli stessi figli, le sue creature. “Dio è amore. Chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (I Giovanni 4,7). L’aver perduto, più o meno volontariamente con la pratica dell’odio, l’egoismo, il materialismo, l’idolo del successo e del guadagno a tutti i costi, l’oppressione, lo sfruttamento, l’indulgenza verso l’istinto di possesso per propria soddisfazione della carne, tutto questo non può ingenerare la solidarietà libera, gratuita e veramente umana verso chi è povero. “Se uno dicesse: ’Io amo Dio’, e odiasse il suo fratello, è un bugiardo. Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede…chi ama Dio ami anche il suo fratello” (I Giovanni 4, 19). Ecco cosa ci lega alla famiglia di Jalal come alla persona che ci sta accanto, i miei figli, i miei compaesani, i miei parrocchiani, i colleghi di lavoro, gli avversari, i persecutori, i piccoli. Tutto il contrario di quanto, più o meno subdolamente, va ad affermare la mentalità triste e spietata di questo mondo volto sola a proclamare, bestemmiando, l’assoluto pessimismo e sfiducia nell’uomo, del “tanto non cambieranno mai”. E’ triste quando questo modo di pensare prova ad insinuarsi anche nella comunità cristiana, le conseguenze sarebbero desolanti. Su tutto questa parola: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio” (I Giovanni 5,1). Per rendersi credibile è venuto e “ha piantato la sua tenda in mezzo alle nostre”. Ha scelto di presentarsi nell’aspetto più vero e comprensibile anche dai più piccoli. S’è fatto conoscere vivendo l’esperienza di una famiglia di profughi, qual fu quella sua con andata e ritorno dall’Egitto fino all’approdo ad una città, Nazareth, che studi storici e archeologici recenti hanno dimostrato essere, al suo tempo, una città di “serie B”, abitata da persone poco raccomandabili, non certo di Gerusalemme. Del resto, una famiglia di poveri profughi, cosa può aver trovato di meglio? Sembrerebbe che il Signore ci dica un possibile stato attraverso il quale si fa riconoscere. Che forse siamo un po’ profughi anche noi? C’è un forte desiderio di casa. Una casa che è già prefigurata da quella di una famiglia in cui le persone, genitori e figli, si vogliono sempre e comunque bene nonostante tutto e che mettono al centro l’Autore e la Presenza di questo amore, il Figlio che ha vissuto come ciascuno di noi l’intensa esperienza familiare e che l’ha estesa a tutti nella Chiesa e nella costante pratica della carità concreta e gratuita. Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Marco 3,33). La volontà di Dio, il seguire suo Figlio, ascoltare e vivere la sua Parola ogni giorno, amare i propri fratelli e sorelle perché Dio è papà e amore. Ritrovarsi con la famiglia della Chiesa a Messa di domenica per nutrirsi di Lui e avere continuamente allenato il suo sguardo e il suo cuore sulle cose d’ogni giorno. Sì, come i familiari di Gesù e Gesù stesso, siamo dei profughi speciali nel desiderio di arrivare al calore di casa.

9 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 UNA FINESTRA SUL MONDO

Apriamo il primo appuntamento con la Finestra sul Mondo con due notizie che vedono protagonista le donne, anzi delle bambine “mai nate” e delle “spose bambine”. In questi giorni di luci, colori e regali, qualcuno vuole fermarsi e dedicare un pensiero ai diritti negati a milioni di esseri umani? Una Finestra sul mondo è una piccola rubrica (che nelle intenzioni dovrebbe essere mensile) e che vogliamo proporre per aprire il nostro pensiero alla mondialità. La nostra informazione massificata e uniformata e i nostri modelli di vita spesso ci allontanano dalla realtà della nostra vita. Proponiamo quindi storie di gente e popoli oltre confine. Storie che abbiano la capacità di farci riflettere e meditare sulle nostre grandi e piccole angosce (che forse poi non sono sempre tanto grandi). La speranza è che tale contributo possa aiutarci a rivedere le nostre scelte di vita e ristabilire il corretto ordine degli elementi sulla scala delle nostre priorità.

INDIA -New Delhi propone maggiori sanzioni contro i feticidi femminili (di Nirmala Carvalho - Fonte AsiaNews) Per combattere i diffusi feticidi femminili, il governo il 12 dicembre ha proposto di inasprire le sanzioni previste dal Prenatal Diagnostic Techiniques Act per chi determina il sesso del feto. Per il cardinal Gracias è un’iniziativa benvenuta, ma occorre combattere la mentalità che approva l'uccisione delle bambine. Ci saranno multe fino a 5mila rupie (con un aumento di 10 volte) e carcere fino a 7 anni, e premi per chi segnali questi fatti. Previsto anche un maggior controllo sugli ospedali che praticano aborti. Secondo le Nazioni Unite, in India sono abortiti ogni giorno quasi 7mila feti femminili. Di recente la popolazione maschile ha superato quella femminile, con una proporzione di 1.000 a 927. Il giornale medico britannico Lancet stima che negli ultimi 20 anni ci siano stati oltre 10 milioni di aborti di bambine. Il dottor Pascoal Carvalho, membro del Comitato diocesano per la vita umana, spiega ad AsiaNews che l’aborto selettivo del sesso “è più comune tra i ceti più abbienti e con miglior cultura”. Dito puntato anche contro quei donatori esteri che “domandano le statistiche sul controllo delle nascite e insistono per l’adozione di un criterio di pianificazione familiare, e solo dopo concedono fondi al Paese”. Il cardinale Oswald Gracias spiega ad AsiaNews che “è urgente affrontare il feticidio femminile, che è una violenza contro la donna”. “E’ ironico che questo vero crimine contro l’umanità sia reso possibile dal miglioramento della medicina e delle tecniche per determinare il sesso del feto. E’ pure triste che feticidi e aborti siano praticati da bravi medici. La Chiesa indiana combatte l’aborto e ogni forma di discriminazione sessuale e vede con favore questa iniziativa del governo.” Ma per combattere il fenomeno occorre intervenire sulla diffusa convinzione sociale che i genitori possano abortire una figlia femmina perché volevano il maschio. “Nei nostri centri medici – prosegue il cardinale - che arrivano anche nelle zone più remote dell’India rurale, promuoviamo il rispetto della persona umana ad ogni stadio della vita. Nelle nostre scuole per medici insegniamo il diritto inalienabile alla vita, anche di chi non è ancora nato. La Chiesa ha oltre 5mila dispensari, in gran parte per assistere la

10 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 maternità, che provvedono cure mediche ai più poveri tra i poveri. Abbiamo orfanotrofi e centri giornalieri per la cura dei neonati.”

MILIONI DI SPOSE BAMBINE (Fonte: www.corriere.it) Intimorita e diffidente volge lo sguardo verso di lui; imperturbabile è invece l’occhiata dell’uomo verso la fotocamera: la foto 2007 dell’Unicef mostra un fidanzamento in Afghanistan. Lo sposo ha 40 anni, la moglie appena 11. Il concorso fotografico internazionale porta l’attenzione sui problemi comuni in questa parte del mondo - e vuole scioccare. Quella della bambina afgana Ghulam che posa accanto al marito Faiz Mohammed col turbante e la barba folta è l’immagine premiata dall’Unicef come la foto dell’anno 2007. Il premio va alla fotografa americana Stephanie Sinclair. «Milioni di ragazzine vengono date in spose quando sono ancora bambine, a loro viene negata per sempre la possibilità di una vita autonoma», ha detto la madrina dell’organizzazione Onu per l’infanzia, Eva Luise Koehler, durante la cerimonia di assegnazione del premio oggi a Berlino (17 dicembre 2007 ndr). Questo triste momento di vita dell’infelice coppia afgana fa parte di una serie di foto di matrimoni con i bambini scattate nel corso degli ultimi due anni in Afghanistan, Nepal e in Etiopia. Durante la sua permanenza in Afghanistan la 34enne fotografa freelance si è accorta che un gran numero di bambine si erano unite in matrimonio con uomini notevolmente più anziani. «Cosa provi quest’oggi?» ha chiesto Stephanie Sinclair alla bambina Ghulam il giorno delle nozze. «Nulla -, ha detto l’undicenne un po’ disorientata. «Non conosco quest’uomo - cosa dovrei provare?». «Abbiamo bisogno dei soldi» sostenevano i genitori della piccola. «La farò studiare a scuola» affermava invece il marito Mohammed, alla sua decima moglie, nella cittadina Damarda nella provincia Ghor. Secondo i dati di Unicef più di 60 milioni di giovani donne hanno dovuto sposarsi quand’erano ancora minorenni - più della metà vive nell’Asia meridionale.

Lo sposo ha 40 anni, la moglie appena 11. Sono i protagonisti della foto che ha vinto il concorso Unicef 2007. L'ha scattata Stephanie Sinclair, freelance americana di 34 anni.

11 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 QUELLI PRIMA DI ME don Paolo Puntate precedenti sui numeri 187, 188, 189 e 190

L’esercito di Radetzky, in ritirata, ripiegando verso Lodi e Crema, prese la strada per le fortezze austriache dell’Adige, e passò quindi per le nostre terre. Uscito di porta romana Radetzky percorse la via Emilia e giunse a , dove tre uomini della staffetta austriaca vennero imprigionati dai patrioti melegnanesi. Ne nacque un sanguinoso saccheggio della città con morti e feriti. Il nostro parroco dovette così annotare, nel registro dei defunti, al giorno 23 marzo 1848, la morte di Bernardo Pandini, marito di Rachele Cavagnera, di anni 28, nato e domiciliato a Balbiano, “ucciso sulla strada presso la cascina Capuccina, nella parrocchia di Melegnano, con colpo di fucile da uno dei soldati austriaci”. Non sappiamo se egli avesse partecipato alla rivolta contro gli austriaci o se si fosse semplicemente trovato nel mezzo della lotta. Chi fosse questo Pandini ci è dato di saperlo solo dal registro dei battesimi della nostra parrocchia dove, al 29 maggio 1820, si annota la sua nascita, alle ore diciannove, e il suo immediato battesimo “per essere in pericolo di morte”, da Orsola Rosa e Luigi Pandini, sposati il 4 novembre 1817 nella parrocchia di san Gualtero a Lodi e di condizione fittabili. Egli si era da poco unito in matrimonio con Rachele Cavagnera, domiciliata a Merlino, nel 1845. Nei giorni che seguirono all’insurrezione milanese giunsero in parrocchia diverse circolari dell’arcivescovo che invitavano i parroci a sostenere il governo provvisorio instaurato in Milano dopo la ritirata austriaca. Del 6 aprile 1848 è la lettera con cui l’arcivescovo invitava i reverendi parroci a rivolgersi a quei soldati che erano ritornati alle loro case per “presentarsi o al ministero della guerra in Milano, o ai comitati di guerra delle rispettive provincie, per formar parte dell’esercito difensore della patria”. L’8 aprile arriva una nuova lettera dell’arcivescovo: “Le notizie, che ci vengono dal campo della battaglia, sono di giorno in giorno sempre più consolanti. I nostri prodi, e i tanti non men valorosi accorsi da ogni parte dell’Italia alla difesa della patria comune incalzano sempre più davvicino il nemico e, cacciandolo in fuga lo costringono a cercar scampo e riposo dentro le fortezze. (…) Anche noi trionferemo, se nel tempo che i nostri guerrieri moveranno impavidi all’assalto, noi ci stringeremo intorno ai sacri altari”. E, per questo motivo, l’arcivescovo invitava i parroci a dare inizio ad un triduo solenne di preghiera per la vittoria della patria. Il 21 aprile seguente, l’arcivescovo Romilli, si rivolge ancora a tutti i parroci della sua diocesi e anche a Balbiano viene recapitata la lettera in cui si chiede di spiegare con chiarezza al popolo la necessità di formare un esercito lombardo, come vuole una legge promulgata dal governo provvisorio, dato che “il nemico tiene ancora campo non molto lontano da noi, ancor si dibatte, minaccia ancora. Finché non sia cacciato dall’Italia, la nostra patria non è libera, l’indipendenza non è sicura. Per ottener pieno il trionfo è necessario che tutti accorrano, che raccolgano insieme le forze, che combattano insieme, che vincano”. Il 1 luglio 1848 l’arcivescovo, con una nuova lettera, invitava tutti i parroci della sua diocesi a raccogliere l’argento da offrire al governo provvisorio per sostenere le necessità della guerra. I sogni di libertà e di patria svanirono però il seguente 6 agosto 1848 quando il maresciallo Radetzky rientrò in Milano a capo delle sue truppe. L’arcivescovo si trovò in una situazione estremamente difficile. Il 7 agosto indirizzò in fretta 12 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 una nuova circolare a tutti i parroci e, anche a Balbiano, arrivarono le sue parole: “Quanto sono distanti le vie degli uomini da quelle di Dio. (…) Voi siete stati profondamente scossi dagli avvenimenti; e Noi lo siamo stati al pari di voi. (…) Quantunque sia tra le nostre mura l’esercito vittorioso, pure Noi possiamo assicurarvi in nome di Chi lo ha guidato, che nulla voi avete a temere; poiché egli vuole mostrare il più bel vanto della vittoria, l’usarne benignamente. (…) Prestate con animo cristiano fedeltà e obbedienza al vostro legittimo sovrano: ciò vi è garante di sicurezza. (…) Diciamo ancora una volta: obbedite e schiverete disgrazie. (…) E voi, o parrochi venerandi, usate di tutta la vostra influenza sul popolo perché conservi tutta la tranquillità, e col suo sostegno risponda alle gravi circostanze dei tempi presenti e alla nostra confidente aspettazione, né si lasci da qualche sgraziata illusione trascinare al precipizio. (…) E voi, ve ne preghiamo di tutto cuore, non dimenticate il vostro pastore e padre, che v’imparte la sua benedizione”. Una lettera di fine diplomazia che non nasconde tuttavia la paura dell’arcivescovo di fare una brutta fine nelle mani degli austriaci che aveva avversato apertamente sostenendo il governo provvisorio dei lombardi. In due circolari del 28 ottobre e del 30 novembre 1848 l’arcivescovo si rivolge ancora ai suoi preti invitandoli a parlare docilmente al popolo perché osservino le leggi del governo austriaco e soprattutto perché essi stessi siano docili ai comandi di sua eccellenza il feld maresciallo Radetzky. Una nuova lettera dell’arcivescovo Romilli, del 12 dicembre 1849, attesta la presenza del “Cholera morbus” nella diocesi milanese ed è proprio di questi tempi la morte, per febbre perniciosa sospetta di colera, attestata dal nostro registro dei defunti di Giuseppe Boroni, di anni 45, nato a Rho, ma domiciliato a Balbiano, celibe, morto in casa di Marcello Delù il giorno 29 ottobre 1849. Calmatesi le arie dopo il ’48, il nostro parroco pensò di dover intervenire in qualche faccenda di restauro della propria chiesa parrocchiale e nella primavera del 1850 scrisse una lettera al subeconomo sulla necessità di intervento per sistemare il castello delle campane e l’archivio parrocchiale. La risposta arrivò il 22 aprile 1850:”Alla fabbriceria della chiesa parrocchiale di Balbiano. In merito alla prodotta domanda per riparazioni al castello delle campane riconosciuto inservibile e pericoloso, non che alle campane stesse, l’una da due anni inservibile e le altre due con pericolo a suonarsi, e da ultimo per gli occorrenti ripari all’archivio parrocchiale, sentita la deputazione comunale, ha la stessa dichiarato di non rifiutarsi al concorso della relativa spesa, quando sia concludentemente giustificata l’assoluta insufficienza per parte della fabbriceria mediante la produzione dei conti consuntivi 1847-1848 e 1849 ed esperita la pratica di tentare la generosa pietà dei comunisti (nel senso di abitanti nel comune) facoltosi onde in via di colletta indurli a sostenerne essi medesimi in tutto od in parte il carico, come è prescritto dalla circolare delegatizia 26 agosto 1841. Ciò posto nel mentre si osserva a codesta fabbriceria che il concorso delle spese di culto per parte del comune è per massima ritenuto che in via semplicemente sussidiaria trovasi d’aggiungere che anzi reclamare il concorso si dovrà riferire se codesto beneficio parrocchiale abbia un patrono cui compete l’obbligo di sostenere l’impegno di tutto od in parte delle su accennate spese di riparazione e nell’affermativa di unirvi la fondiaria. Esaurito tutto quanto sopra l’ufficio si presterà all’adempimento delle ulteriori pratiche di suo istituto”. I fabbriceri della chiesa parrocchiale di Balbiano di quell’anno, a cui era indirizzata la detta lettera erano: Camillo Pandini, Felice Rovida e Giulio Delù che aveva appena sostituito 13 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 il rinunciante Giovanni Pizzamiglio. I conti consuntivi presentati dalla fabbriceria parrocchiale di Balbiano per il 1848 registrano entrate pari a lire 252,42 e uscite pari a lire 244,03. Le voci delle spese riguardano: onorari all’organista (lire 35), al levamantici (lire 4), al sagrestano (lire 18), al parroco per le sacre funzioni (lire 80) e per l’acquisto di cera, olio e incenso (lire 70), e per arredi sacri (lire 10). Il 1850 è anche l’anno di grande esultanza per tutta la chiesa. Il 12 aprile Pio IX rientra finalmente nella città di Roma dopo l’esilio a Gaeta durato quasi quattro anni. A Balbiano viene recapitata la lettera dell’arcivescovo, scritta il 20 aprile, in cui si invita a gioire per il ritorno del pontefice nella sua Roma, ordinando ai parroci “di leggere o far leggere in chiesa la presente pastorale per intero, in tempo di maggiore adunanza”. Il 25 maggio viene scritta anche la lettera con cui l’arcivescovo annuncia l’inizio della visita pastorale alle parrocchie della diocesi. Infine, con lettera del 13 novembre, l’arcivescovo rende noto ai parroci della sua diocesi che, il santo Padre ha dato facoltà di indire un giubileo in ogni diocesi per ringraziare il Signore della libertà concessagli. L’arcivescovo ordina che ogni parroco celebri questo giubileo, nella sua parrocchia, dal 5 al 20 dicembre 1850. Di tutte queste iniziative però, tra le carte del nostro archivio parrocchiale, non rimane traccia, se non le lettere arcivescovili puntualmente arrivate in casa parrocchiale. L’ultima firma del nostro parroco de Martini sul registro dei defunti è del 4 febbraio 1852 quando celebra le esequie di Giovanni Domenico Pisati, di anni 72, morto per “febbre cattarale”. L’annotazione successiva è siglata invece dal parroco di Bustighera, don Carlo Cavallotti, e registra la morte di don Benedetto de Martini, di anni 73, parroco di Balbiano, avvenuta il 16 febbraio per “febbre cattarale”. Le esequie vennero celebrate il seguente 17 febbraio. Come si ricava da una dichiarazione del 5 marzo 1852 data nella regia pretura di Melegnano, il nostro parroco si era messo a letto qualche giorno prima e il 12 febbraio aveva ricevuto la visita di tre suoi confratelli. Poco dopo l’ora di pranzo, il primo ad arrivare, fu il parroco di Bustighera, don Carlo Cavallotti. Dopo di lui arrivò il parroco di Triginto, don Ignazio Cantoni e infine, verso le quattro pomeridiane, il proposto parroco di san Giuliano e vicario foraneo don Giuseppe Brigola. Arrivato quest’ultimo, i tre sacerdoti, ascesero nella stanza superiore dove giaceva “per grave malattia” il nostro parroco: “… e fattoci tutti e tre presso il letto dell’ammalato, nel confortarlo venne da noi richiesto se aveva nulla da disporre, ed egli ci affermava la volontà sua decisa di disporre verbalmente di sue sostanze”. Il De Martini fece testamento verbalmente davanti ai suoi tre confratelli e dichiarò di lasciare usufruttuario di metà delle sue sostanze suo fratello Luigi, con obbligo per celebrazioni di messe nella chiesa di Balbiano, e degli altri due quarti due sue nipoti, entrambe di nome Carolina. Egli non si dimenticò anche di una sua sorella abitante a Milano alla quale destinò ottanta lire austriache e della sua “servente”, Rossi Marianna alla quale destinò lire austriache 30,10 e una camicia nuova. Infine dispose che i suoi funerali venissero celebrati da nove sacerdoti seguendo gli ordini del reverendo arciprete di don Pietro Cattaneo.

ABBONAMENTO A “ LA QUARTA CAMPANA” Il giornalino viene distribuito a tutte le famiglie e l’abbonamento è un semplice modo per dimostrare il concreto interesse per la propria parrocchia. L’abbonamento per il prossimo anno 2008 è di Euro 6,00 e può essere versato direttamente al Parroco 14 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 ORARI DEI MEDICI DI FAMIGLIA DI BALBIANO E COLTURANO

Aggiornamento al gennaio 2008:

DOTTORESSA Loredana MADDINELLI Ambulatorio di Colturano, via Municipio, 1- Tel: 360 322852 LUNEDI MERCOLEDI VENERDI Dalle 17 alle 19 Dalle 17 alle 19 Dalle 10 alle 13 Il Martedì e il Giovedì è possibile accedere all’ambulatorio di Mombretto (di fianco alla chiesa)

DOTTOR Giuseppe FIORENTINI – Via delle Margherite, 2 Dresano Su appuntamento: Tel: 02 9818800 - Cell: 338 8174482

DOTTOR Umberto GROPPELLI- Ambulatorio di Dresano e Triginto Cell: 368 3379058

DOTTORESSA Maria Letizia BIANCO – Ambulatorio Madonnina Dresano - Tel: 02 98270341 dalle 8 alle 10 del mattino per consigli telefonici e, in caso di necessità, per visite domiciliari. Dalle ore 13,30 alle 14,30 per prenotare gli appuntamenti in ambulatorio (risponde la signora Bruno) Modalità LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI 8,30 -10 15 - 19 8,30 - 10 15 - 19 8,30 -10 APPUNTAMENTO ACCESSO 10 - 12 10 - 12 10 -12 LIBERO

DOTTORESSA Daniela CORBELLA – pediatra ambulatorio di Colturano via Municipio 1 - tel. 02 98274240 LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI

10,30-13,30 14,00-17,00 14,30-18,00 10,30-13,00 10,30-13,30

Sabato chiuso. Gli orari dello studio possono essere prolungati, se necessario.

NUMERO DI PRONTO INTERVENTO PER URGENZA ED EMERGENZA: 118

CENTRALE DI COORDINAMENTO SERVIZIO DI CONTINUITA' ASSISTENZIALE: (ex Guardia medica) 848.800.804 Dalle 20 alle 8 di tutti i giorni della settimana Dalle 8 alle 20 del sabato e dei prefestivi. Dalle 8 alle 20 di tutti i giorni festivi

C.U.P. - CENTRO UNICO PRENOTAZIONE ESAMI : 800.27.80.60 da cellulare : 02 90449002

15 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 ASSOCIAZIONE AUSER DRESANO-COLTURANO Emilio Grioni

L’associazione di volontariato AUSER- DRESANO-COLTURANO opera ormai da cinque anni nel nostro Comune svolgendo, in collaborazione con i Servizi Sociali, il trasporto alle strutture ospedaliere per i nostri cittadini anziani bisognosi, i disabili, i minori che non sono in grado di accedervi personalmente per mancanza di mezzi propri o per carenza di mezzi di trasporto pubblici. L’AUSER inoltre effettua la consegna dei pasti caldi a domicilio per le persone sole che accolgono i volontari con un sorriso e sono felici di ascoltare qualche parola di conforto che allevia la loro solitudine. Un altro importante sostegno viene dato a chi necessita di aiuto per la cura e l’igiene personale e nel disbrigo delle pratiche per appuntamenti di esami e visite specialistiche. L’AUSER gestisce il Centro Sociale Anziani, luogo di ritrovo che svolge attività di svago, propone feste di divertimento e organizza gite. Questo luogo di ritrovo dovrebbe essere di stimolo alle persone anziane per vincere la pigrizia ed uscire di casa, per ritrovarsi fra la gente, poter discutere dei propri problemi, raccontare la propria vita vissuta e le proprie esperienze. Il Centro Sociale Anziani si trova a Colturano in Via Vittorio Emanuele, 3 – ed è aperto il Martedì e il Venerdi dalle 14,00 alle 17,00 . Colgo l’occasione per un ringraziamento sincero ai volontari attivi per la loro disponibilità ad operare gratuitamente impegnando il loro tempo libero per questa nobile attività. Per prenotare presso l’AUSER le richieste di accompagnamento telefonare al N° 0298170118-5 Uff. Servizi Sociali almeno tre giorni lavorativi prima della data richiesta. Se si vuole sostenere l’associazione ci si può iscrivere come Socio Sostenitore. Se invece si vuole mettere a disposizione qualche ora del proprio tempo libero ci si può iscrivere come Socio Attivo. Per contattarci telefonare al N° 3391918212

16 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 L’EVOLUZIONE DELL’AGRICOLTURA Edoardo Guzzeloni

Come tutti noi sappiamo, una volta non c’erano i trattori come adesso, tutte le macchine agricole infatti erano trainate dai buoi quando serviva molta forza e dai cavalli quando oltre la forza, serviva anche la velocità. Tutte le macchine agricole erano infatti in legno e solo poche parti in ferro. Una volta gli aratri avevano un solo vomere mentre oggi sono fatti da molti vomeri per lavorare meglio, più velocemente. Gli erpici potevano lavorare solo se trainati velocemente dai cavalli, mentre oggi possono lavorare la terra anche grazie alla forza dei trattori . I contadini per seminare usavano delle sacche con dentro la semente e camminando avanti e indietro per la campagna la spargevano , così facendo non era mai possibile seminare in modo preciso e costante . Oggi ormai si usano delle seminatrici pneumatiche o meccaniche che permettono di spargere il seme in modo costante e uniforme sulla fila, se si vuole si semina a pieno campo (per esempio, il frumento). Oggi per togliere gli infestanti si usano delle macchine diserbatrici che distribuiscono i prodotti chimici per fare morire gli infestanti. Mentre una volta per toglierli si usavano le zappe a mano, o delle zappatrici trainane da cavalli, questi sistemi però non riuscivano a togliere del tutto le male erbe e per questo motivo le campagne erano sempre infestate. Per tagliare gli agricoltori utilizzavano delle falci che con una zanna affilata tagliavano la pianta poi le legavano insieme e formavano dei fascioni che venivano portati in cascina e sgranate con dei macchinari appositi. Oggi invece vengono usate macchine chiamate mieti-trebbia che in una sola volta fanno tutte queste operazioni da sole.

17 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 LA SERA IN CUI I NUMERI CONTANO Dario Fabbiani

7 dicembre, Sant'Ambrogio patrono di Milano. Giorno di festa nell'area della provincia e, per noi dell'oratorio, anche giorno di "fibrillazione" nell'ulti- mare i preparativi dell'appuntamento con la tombolata serale. Alle 20,30 prendono posto le prime persone, poi altre ed altre ancora. Si può cominciare. Ai presenti viene reso noto il regolamento ed illustrato l'articolarsi del programma che, in questa edizione, prevede tre tombolate e l'integrazione, nel finale, di una sottoscrizione a premi. Proseguiamo scoprendo la tanto reclamizzata grande novità del 2007, un nostro (consentiteci) micro vanto: il cartellone luminoso con tanto di consolle di comando. Non avremo certamente stupito con effetti speciali, ma nel nostro piccolo e con modeste finanze siamo riusciti a realizzare una simpatica innovazione per l'oratorio. Annunciamo il via alle estrazioni e subito il vociare nella sala si commuta in brusio. Numero dopo numero ecco la chiamata della prima cinquina a cui se ne aggiungeranno altre in un susseguirsi cadenzato, sino al momento della tanto sospirata tombola. Terminate le giocate vengono assegnati i premi della sottoscrizione alle dieci persone sorteggiate che, per dovere di suspance, devono prima pescare un numero al quale è abbinata una busta contenente la descrizione di quanto vinto. La serata si conclude e mestamente passa negli archivi della memoria. Tanti giorni (non solo) d'impegno e dedizione trascorsi ad organizzare questa (come tante altre) manifestazione li vedi svanire per il volgere di qualche ora e quando le persone se ne vanno creano in noi un sottile velo malinconico. Allo stesso tempo ci si sente moralmente appagati nell'aver contribuito all'incontro tra la gente ed essere stati gli artefici di qualche attimo di serenità e quiete per tutti senza aver fatto nulla d'eclatante. Questa è la vera emozione che si prova quando ci si mette in gioco per la collettività. Vivamente ci auguriamo che ci

18 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 siano altre persone che vogliano condividere con noi questa emozione. Le aspettiamo. Scusate il divagare e torniamo alla serata dicendo che, tra cesti alimentari, autoradio, macchine fotografiche, buoni pasto, buste della fortuna, friggitrici, ecc...ecc.. sono stati distribuiti 61 premi . Per questi ringraziamo gli sponsor : SPAZIO VERDE, ALIMENTARI RHO , SOCIETA' PESCA SPORTIVA LAGO MONTRFIORE , OTTICA ZAMPILLO , ELETTRAUTO DOZIO & ROZZA, e tutti quei parrocchiani che hanno offerto il loro generoso contributo. Grazie a tutte le persone che abbiamo coinvolto nella gestione della serata in modo particolare un grazie ai bambini e ai ragazzi. Grazie a Don Paolo per averci agevolato e sostenuto. Grazie di cuore a tutte le persone che sono intervenute giocando con noi e per noi visto che il ricavato della tombolata, come ogni anno, servirà per le piccole necessità dell'oratorio. Arrivederci al prossimo anno magari con qualche nuova variante. Un saluto a tutti.

19 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 QUELLE SIMPATICHE PERPETUE Franca Penati

Ho abitato per oltre venti anni di fronte alla casa parrocchiale e ho avuto modo di conoscere da vicino parecchie perpetue, alcune delle quali hanno suscitato la curiosità, lo stupore, la simpatia di me, prima bambina e poi signorina. Proprio di queste voglio parlare, delle quali conservo nella mia memoria dei flash legati a episodi o a comportamenti consueti, che ne hanno fatto dei personaggi speciali. La prima, sicuramente, è la Luisina (una volta a Balbiano si era tutti contadini e si parlava tutti il dialetto); è stata per un certo periodo la domestica di padre Milani e ricordo che un inverno, dopo una nevicata, padre Milani cadde dalla bicicletta e si fece male ad un ginocchio. Nonostante le cure del dottor Fraschini il ginocchio non si sgonfiava e impediva a padre Milani di raggiungere in bicicletta le parrocchie dei dintorni, dove si recava per predicare. La Luisina allora propose il suo rimedio: massaggi con una sottilissima fetta di lardo. Sta di fatto che dopo alcuni giorni di questa terapia padre Milani, che sebbene riluttante alla fine si era arreso alle insistenze della sua domestica, riprese ad andare in bicicletta e la gente del paese coniò lo slogan “La man de la Luisina la val pusè de vuna medesima”. Poi venne la Bigina, che allineava le scarpe sul davanzale della finestra e le puliva umettando la spazzola con la saliva (il lucido era un lusso a quei tempi). Padre Milani ebbe al suo servizio anche la signora Eleonora, persona dal portamento signorile, alta, snella, parlava in italiano e voleva essere chiamata governante, non perpetua. La signora Eleonora teneva sempre sulla piastra della stufa a legna (all’epoca questo tipo di stufa serviva per cucinare e riscaldare) una caffettiera di caffè e quando arrivava qualcuno, lo faceva sedere al tavolo della cucina, intingeva l’indice nella bevanda scura e diceva: “Prenda un caffè, è ancora caldo” e glielo versava nella tazzina che teneva pronta per l’uso sul ripiano del buffet. Questo era il rituale della signora Eleonora e l’ospite…sbigottito…sorseggiava e ringraziava. Quando arrivò don Carlo Strada si portò insieme tre sorelle: Virginia, Teresa e Fiorina; me le ricordo molto basse di statura, parlavano con una spiccata cadenza brianzola e rammento che erano cagionevoli di salute, ma avevano manine di fata, almeno Teresa e Fiorina, lavoravano ai ferri e all’uncinetto e creavano capolavori. Infine la signora Adele, che venne a Balbiano con don Luigi; aveva già la sua bella età e spesso, quando usciva a fare la spesa, dimenticava le chiavi di casa e puntualmente restava chiusa fuori. A questo punto, mentre lei si disperava, entrava in azione Angelo, un ragazzo che lavorava alle dipendenze di mio padre, appoggiava la scala al muro della sagrestia e con l’abilità dell’uomo ragno saliva sulla terrazza, con una spallata forzava la porticina di legno che immetteva nei locali parrocchiali e quindi scendeva ad aprire il portoncino d’ingresso. La signora Adele allora si rianimava, lo abbracciava e gli diceva: “Te se propi un angel”. Dopo alcuni episodi del genere don Luigi affidò le chiavi di riserva a mia madre e da allora questa dimenticanza ebbe sfumature meno tragicomiche. Concludo qui la mia testimonianza e spero che fra coloro che leggeranno queste righe ci sia qualcuno che abbia conosciuto queste persone e che ricordandole, rievochi quei tempi e gli altri protagonisti con le stesse mie emozioni e gli stessi miei sentimenti.

20 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 COLTURANO IN PILLOLE Daniela

Da “Il Cittadino” del 12 dicembre 2007 Un quarto di paese in più. Si può sintetizzare così la prospettiva aperta dagli interventi urbanistici presentati lunedì sera a Colturano con un’assemblea alla quale, ovviamente, non è mancata la partecipazione. La dismissione definitiva di due aziende agricole, più la lottizzazione del comparto denominato “T1” nel Piano regolatore, aprono un balzo in avanti di 5/600 persone: dalle duemila di oggi alle duemilacinquecento del futuro. Lo scenario tende a dare assetto definitivo alla larga fetta di paese che si stende da via Vittorio Emanuele (l’asse centrale dell’abitato), sino alla provinciale Sordio-Bettola che segna a nord tutto il confine verso . In questo cuneo la lottizzazione T1 e i piani integrati di recupero su due cascine, una della fondazione milanese Pio Albergo Trivulzio e l’altra della famiglia Guzzeloni, compongono un quadro che equivale in sostanza a un nuovo quartiere. E sta prendendo forma anche un’appendice a sud: un’altra azienda agricola demolita, la eredi Rossi, cederà il passo ad una piazza contornata da villette e palazzine. Ma lo spettro della cementificazione scriteriata è stato scacciato a più voci:«Parliamo di un insieme di interventi dove ben il 67 per cento delle aree sarà destinato a verde e standard pubblico». Il nuovo assetto di Colturano, per chi vedrà il paese da nord, sarà il seguente. Attorno alla Sordio-Bettola, una fascia di rispetto piantumata per cinquanta metri. Poi, cinque palazzine disposte ”a pettine”, su tre piani, comporranno il comparto T1. Più a sud i fabbricati agricoli della Fondazione Pio Albergo Trivulzio diventeranno una grande “corte” rettangolare ma diventata condominio: quattro i piani previsti, con il mantenimento di parte delle strutture originali. Ancora più a sud il recupero del complesso Guzzeloni e infine, oltre via Vittorio Emanuele, il piano ex cascina Rossi. Una simile lottizzazione implicherà servizi: «Sono già previsti una superficie commerciale da 1600 metri quadri, una nuova viabilità interna, parcheggi per le unità abitative, fasce di rispetto verdi e una rete di percorsi ciclabili», hanno precisato sindaco e correlatori. Data la diversa origine degli interventi, diverse saranno le procedure di approvazione: in alcuni casi basterà il voto di giunta e consiglio comunale (T1), in altri (cascina Trivulzio e Rossi), è necessaria l’istruttoria provinciale. Naturalmente le domande sono fioccate. Una delle più ricorrenti, se i servizi di Colturano - scuole, trasporti - ce la faranno a tener dietro alle case. Ma anche una polemica più accesa. Secondo Luciano Passoni, ex consigliere dell’attuale minoranza “Amministrare Insieme”, il progetto di recupero ex cascina Rossi «insiste palesemente su aree del Parco Sud, o meglio sul “Varco 7” della rete ecologica del Parco». Replica Giovanni Cariello sfoderando le mappe della provincia: «Non esiste alcun varco ecologico stabilito dalla provincia a sud di Colturano». A Palazzo Isimbardi l’ultima parola. Emanuele Dolcini

21 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008

COME E’ CAMBIATA LA POPOLAZIONE DI COLTURANO DAL 1999 AL 2007

(Dati forniti dall’assessore Santus durante il Consiglio Comunale del 19/12/07) I dati riguardano le fasce di età da 0 a 18 anni, da 19 a 65 anni e oltre i 65 anni. Le percentuali sono riferite ai valori sul totale della popolazione. Anni 0 /18 % 19/ 65 % > 65 % Stranieri % Anno 1999 (Totale 240 14 1178 70 267 16 23 1,5 popolazione 1685) Anno 2007 (Totale 407 21 1323 68 227 11 93 4,8 popolazione 1957)

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Giampiero Re CELL. 335.666.29.28 22 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 BIBLIOTECA COMUNALE A TEATRO INSIEME - PROSSIME USCITE

Venerdi 29 febbraio 2008 - ore 21 (Operetta) Teatro ALLE VIGNE - Lodi EVA – La bella cenerentola Musica di F. Lehár Libretto di A. M. Willner e R. Bodansky Compagnia Corrado Abbati Prenotazioni entro 19 febbraio 08 - Ingresso scontato platea Euro 20,00 Mezzi di trasporto propri

Domenica 16 marzo 2008 - ore 16 (Opera lirica) Teatro di CASALPUSTERLENGO LA CENERENTOLA di Gioachino Rossini Prenotazioni entro 16 febbraio - Platea Euro 18,00

Sabato 29 marzo 2008 (Cabaret) Teatro ALLE VIGNE – Lodi - SESSO CON LUTTAZZI Monologo di Daniele Luttazzi Prenotazioni entro 20 marzo - Ingresso scontato Euro 15,00 – Mezzi di trasporto propri

Le prenotazioni si effettuano durante g li orari di apertura della Biblioteca ( tel: 0298170118- int.9). Le stess e si intenderanno confermate all’atto dell’avvenuto pagamento da effettua rsi in Biblioteca. Info anche al 333 9576335. Il servizio pullman è garantit o con un minimo di 28 prenotazioni e il costo è di Euro 8,00 a persona. ORARI DI APERTURA DELLA BIBLIOTECA DI COLTURANO

Lunedì 10,30 - 12,30 Martedì 10 - 12 Giovedì 15 - 17 20,30 – 22,30 Sabato 10,30 - 12,30

La biblioteca ha in cantiere alcune uscite molto interessanti tra le quali anticipiamo : - visita della Reggia di Venaria (Torino) riaperta recentemente al pubblico e dichiarata dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità” - visita guidata alla Pinacoteca di Brera

23 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 “NON V’E’ LIBRO TANTO CATTIVO DA NON ESSERE IN QUALCHE PARTE UTILE” Plinio il Vecchio

Alcuni suggerimenti di lettura tratti dagli ultimi acquisti della Biblioteca Comunale.

UNDICI SOLITUDINI IL VIAGGIO DEL DESTINO LA CASTA Richard Yates Daniela Pizzagalli S.Rizzo e G.A. Stella

LEGGERE MILLE SPLENDIDI SOLI GOMORRA Corrado Augias Khaled Hosseini Roberto Saviano

“ I libri sono per loro natura strumenti democratici e critici. Sono molti, spesso si contraddicono, consentono di scegliere e di ragionare”. (Corrado Augias)

“Il verbo leggere non sopporta l'imperativo”. (G. Rodari)

24 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 “Spe salvi” don Paolo Il papa ha scritto, lo scorso 30 novembre, una lettera enciclica sulla “speranza cristiana”. La notizia è stata data velocemente in qualche telegiornale e poi più nulla. D’altra parte per salvare la laicità dello stato e dell’informazione pubblica non si può mica concedere troppo spazio a “cose religiose”, soprattutto se sono pedanti e illeggibili come le encicliche di un papa. In compenso, sono tre giorni di fila che il telegiornale ci sta ragguagliando sulla “love story” di Sarkozy e di Carla Bruni (notizia imperdibile e di cui non si può proprio fare a meno). E poi bisogna ricordarsi che un papa, quando scrive le encicliche, non le scrive mica per tutti, ma solo per i cristiani. Basta leggere le intestazioni delle encicliche per accorgerci che ciò che vi è scritto nella lettera papale non è indirizzato al mondo intero, ma solo alla chiesa. E questo vale anche quando il papa affronta tanti altri argomenti che riguardano la vita degli uomini. Quando il papa parla, parla per i cristiani, mica per tutti e allora è inutile arrabbiarsi e fare polemiche per quel che dice. Ma torniamo alla nostra enciclica. Il papa ci ricorda, in prima battuta, che “il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino”. Per questo motivo egli afferma che il cristiano è un uomo di speranza, uno che ha un futuro, uno che sa che la sua vita non finisce nel vuoto: “Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova”. Benedetto XVI sostiene infatti che la conoscenza di Dio per un cristiano non è una cosa semplicemente “informativa”, ma “performativa”. Tradotto in linguaggio più semplice, significa che credere in Dio, per un cristiano, non significa sapere qualche cosa su di lui, avere qualche nozione religiosa, ma piuttosto lasciarsi trasformare nel modo di essere e di agire. Il cristiano è “performato” dall’incontro con Cristo, raggiunge cioè la sua “performance”, il suo massimo livello, diventa, per usare il linguaggio di san Paolo, una persona nuova. “Giungere a conoscere Dio –dice ancora il Papa- questo significa ricevere speranza”. Ma aggiunge subito dopo che “per noi che viviamo da sempre il concetto cristiano di Dio e ci siamo assuefatti ad esso, il possesso della speranza, che proviene dall’incontro reale con questo Dio, quasi non è più percepibile”. E’ questa una forte accusa o l’espressione di un “mea culpa” da parte del Papa. Il cristiano si è assuefatto al concetto di Dio. E’ come dire che ci siamo addormentati, che siamo così stufi di lui che è come se non esistesse, che non ci fa né caldo né freddo. E così, torniamo a dire, che ci accontentiamo semplicemente di essere un po’ informati su di lui, ma niente di più. Invece, dice il papa, quando noi diciamo di avere fede in Dio diciamo di avere fede nella “vita eterna”, una vita cioè divina che speriamo e che già ci è donata ed è ciò che “performa” la nostra vita. Questa è la nostra grande speranza senza la quale non hanno senso le nostre altre piccole speranze e non ha senso la nostra stessa vita: “Noi abbiamo bisogno delle speranze, più piccole o più grandi, che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. (…) Il suo regno non è un al di là immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è 25 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 presente là dove egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto”.

Ci complimentiamo con Vera per la borsa di studio ricevuta dall’Amministrazione Comunale per essersi licenziata con OTTIMO dalla scuola media inferiore durante lo scorso anno scolastico. Le auguriamo di continuare con lo stesso profitto. Brava Vera (P.S.: trova sempre un ritaglio di tempo per regalarci qualche vignetta!)

26 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 CALENDARIO LITURGICO

GENNAIO Balbiano Colturano 05 Sabato 20.30 S. Messa prefestiva 19.00 S. Messa def. (ringraziamento prefestiva def. matrimonio Antonio e Leonildo, Celestina, Anna) Stefano, Vincenzo e Angela 06 Domenica – 09.45 S. Messa solenne 11.15 S. Messa solenne pro Solennità dell’Epifania pro populo populo del Signore 07 Lunedì 17.00 S. Messa def. Belli Sara 08 Martedì 20.30 S. Messa def. Rocco e Luigi 09 Mercoledì 17.00 S. Messa def. Luigi

10 Giovedì 20.30 S. Messa def. Fam. Comunione agli ammalati e Colombani e Gorri anziani 11 Venerdì Comunione agli ammalati e anziani 17.00 S. Messa def. Soresini Delfina (Legato) 12 Sabato 15-16 SS. Confessioni 18-19 SS. Confessioni 20.30 S. Messa prefestiva 19.00 S. Messa prefestiva def. Giannino def. Tina 13 Domenica – Festa 09.45 S. Messa pro populo 11.15 S. Messa pro populo del Battesimo del Signore 14 Lunedì 17.00 S. Messa def. Luigi 15 Martedì 20.30 S. Messa def. Angelo e Maria 16 Mercoledì 17.00 S. Messa (in onore di s. Antonio) 17 Giovedì – Memoria di 20.30 S. Messa def. s. Antonio, abate Erminia e Luigi 18 Venerdì – Festa della 17.00 S. Messa def. Fam. Cattedra di s. Pietro Cornelli-Mazzola 19 Sabato – Solennità di 15-16 SS. Confessioni 18-19 SS. Confessioni s. Bassiano, vescovo 20.30 S. Messa prefestiva 19.00 S. Messa prefestiva def. Giuseppe e Maria def. Bacchetta Ambrogio 20 Domenica – II del 09.45 S. Messa pro populo 11.15 S. Messa pro populo tempo ordinario 21 Lunedì – Memoria di s. 17.00 S. Messa def. Fam. Agnese, vergine e martire Pizzamiglio-Ferrari 22 Martedì 20.30 S. Messa def. Teodora 23 Mercoledì 17.00 S. Messa def. Angelo e Maria 24 Giovedì – Memoria di 20.30 S. Messa def. Anime s. Francesco di Sales, del Purgatorio vescovo 25 Venerdì – Festa della 17.00 S. Messa (secondo Conversione di s. Paolo intenzione fam. Mazzola)

27 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 26 Sabato – Memoria dei 15-16 SS. Confessioni 18-19 SS. Confessioni SS. Timoteo e Tito, 20.30 S. Messa prefestiva 19.00 S. Messa prefestiva vescovi def. Fam. Massazzi- (secondo intenzione fam. Suzzani Bruscagin) 27 Domenica – Festa 09.45 S. Messa pro populo 11.15 S. Messa pro populo della Santa Famiglia 15.00 Battesimo di Maiocchi Pietro 28 Lunedì – Memoria di s. 17.00 S. Messa def. Folli Tommaso d’Aquino, Giacomo sacerdote 29 Martedì 20.30 S. Messa def. Fam. Nalti 30 Mercoledì 17.00 S. Messa def. Fam. Talento 31 Giovedì - Memoria di 20.30 S. Messa (per la s. Giovanni Bosco, pace del cuore) sacerdote FEBBRAIO 01 Venerdì – Memoria del Comunione agli ammalati B. Andrea Carlo Ferrari, e anziani vescovo 17.00 S. Messa def. Fam. Regazzoni-Dadda 02 Sabato – Festa della 15-16 SS. Confessioni 18-19 SS. Confessioni Presentazione del Signore 20.30 S. Messa prefestiva 19.00 S. Messa prefestiva def. Giuseppe e Maria def. Leonildo, Celestina, Stefano, Vincenzo e Angela 03 Domenica – IV del 09.45 S. Messa pro populo 11.15 S. Messa pro populo tempo ordinario 04 Lunedì 17.00 S. Messa (per amici e parenti) 05 Martedì – Memoria di 15.30 Ora del s. Rosario 20.30 S. Messa def. Rocco e s. Agata, vergine e Luigi e Adorazione martire eucaristica 06 Mercoledì – Memoria 17.00 S. Messa def. dei SS. Paolo Miki e Giovanni compagni, martiri 07 Giovedì – Memoria 20.30 S. Messa def. Luigia Comunione agli ammalati e delle SS. Perpetua e e Adorazione eucaristica agli anziani Felicita, martiri 08 Venerdì – memoria di 17.00 S. Messa def. s. Girolamo Emiliani, Eusebio Carlo sacerdote 09 Sabato 15-16 SS. Confessioni 18-19 SS. Confessioni 20.30 S. Messa prefestiva 19.00 S. Messa prefestiva def. Dora def. Barbieri Luciano 10 Domenica – I di 09.45 S. Messa pro populo 11.15 S. Messa pro populo Quaresima

C.& L. s.a.s. - Di Clemente Roberto & C.

SANITARI RISCALDAMENTI CONDIZIONAMENTO

Balbiano di Colturano (Mi) Via 25 Aprile, 16 - Tel: 02 98170282 Cell. 338 9818474 28 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 Calendario pastorale

BALBIANO COLTURANO GENNAIO 06 Domenica Spettacolo di Natale e premiazione del Concorso presepi 07 Lunedì Catechesi giovani-famiglie Catechesi adolescenti 08 Martedì Redazione de “La quarta campana” 12 Sabato Catechesi dopo Cresima V Rassegna teatrale 13 Domenica Catechesi ragazzi/e Catechesi ragazzi/e 14 Lunedì Catechesi giovani-famiglie Catechesi adolescenti 19 Sabato Catechesi dopo Cresima V Rassegna teatrale 20 Domenica Catechesi ragazzi/e Catechesi ragazzi/e 21 Lunedì Catechesi giovani-famiglie Catechesi adolescenti 24 Giovedì Incontro Lettori 26 Sabato Catechesi dopo Cresima Incontro chierichetti V Rassegna teatrale 27 Domenica Catechesi ragazzi/e Catechesi ragazzi/e Festa delle Famiglie 28 Lunedì Catechesi adolescenti Incontro Catechisti FEBBRAIO 01 Venerdì V Rassegna teatrale 02 Sabato Catechesi dopo Cresima 03 Domenica Catechesi ragazzi/e Catechesi ragazzi/e 04 Lunedì Catechesi giovani-famiglie Catechesi adolescenti 09 Sabato Festa di carnevale Festa di carnevale (sera) (pomeriggio)

CELEBRAZIONE COMUNITARIA DEL BATTESIMO Il sacramento del battesimo viene celebrato comunitariamente la penultima domenica di ogni mese a Colturano e l’ultima domenica di ogni mese a Balbiano. I genitori che desiderano celebrare il battesimo dei loro figli sono pregati di contattare il parroco almeno un mese prima della celebrazione.

FEBBRAIO: a Colturano, DOMENICA 17 (ore 15.00) a Balbiano, DOMENICA 24 (ore 15.00) MARZO: a Colturano, DOMENICA 16 (ore 15.00) a Balbiano, DOMENICA 30 (ore 15.00)

Il Fornaio Piazza Puccini, 7 – (MI) Tel: 02 9838667 Produzione propria prodotti da forno e pasticceria Consegna a domicilio Servizio cerimonie

29 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 RENDICONTO ECONOMICO AL 25/12/2007 BALBIANO COLTURANO (Parrocchia S. Giacomo Maggiore) ( Pa rr o cc h ia S. Antonino Martire) REDDITO REDDITO Offerte messe feriali e Offerte messe feriali e festive 773,05 festive 326,39 Offerte varie per opere Offerte varie per opere parrocchiali 1.382,00 parrocchiali 600,00 Offerte per celebrazione Offerte per celebrazioni messe 845,00 messe Abbonamenti a “La Abbonamenti a “La Quarta campana” 146,00 Quarta campana” 32,00 Giornali e riviste (Abbonamenti 2008) 493,00 Benedizione famiglie 2.505,00 Benedizione famiglie 2.420,00 Offerte per i fiori 210,00 (gruppo s. Rosario)

TOTALE REDDITO 6.354,05 TOTALE REDDITO 3.378,39

SPESE SPESE Remunerazioni e regalie 220,00 Remunerazioni e regalie 220,00 La Quarta Campana 100,00 La Quarta Campana 100,00 Culto 40,00 Culto Utenze 967,95 Utenze 186,21 Giornali e riviste 36,12

TOTALE SPESE 1.364,07 TOTALE SPESE 506,21

REDDITO MENO REDDITO MENO SPESE 4.989,98 SPESE 2.872,18 SALDO AL 30/11/07 5.925,40 SALDO AL 30/11/07 17.972.30 SALDO CORRENTE 10.915,38 SALDO CORRENTE 20.844,48

Presso la sede dell’Associazione PROQUARTIANO , Via 4 novembre Quartiano si terranno due interessanti corsi articolati ognuno su 7 ore di insegnamento (9:30-12:30 e 14:00-18:00) - sabato 9 febbraio 08 - Corso base pittura su seta - domenica 10 febbraio 08 - Corso base tintura su seta L’insegnante sarà Agostina Zwilling -design_textile arts_felting- http:/www.agostinazwilling.it - Per informazioni : 347 712 6338

30 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008

DOMENICA 6 GENNAIO 2008 nel SALONE TEATRO DELL’ORATORIO DI BALBIANO Alle ore 15,30

Ci siamo ispirati a “ Hig School Musical” Abbiamo scritto i testi, studiato le coreografie, stiamo imparando le canzoni. Volete essere dei nostri? Noi ne saremo felici. Vi aspettiamo !

31 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008 LA PARROCCHIA DI SAN GIACOMO MAGGIORE BALBIANO ha il piacere di presentare il programma della 5a RASSEGNA TEATRALE SALONE TEATRO DELL’ORATORIO Via Roma, 13 Balbiano di Colturano Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00 – Ingresso libero

Sabato 12 GENNAIO 2008 La Cumpagnia de San Bernard – Lodi "San Martin ... a San Peder!" Commedia brillante in 3 atti di Pino Carrera

Sabato 19 GENNAIO 2008 Compagnia del Teatro Instabile – Sesto Ulteriano "La seduta è tolta ....arrangiatevi ! " Commedia tragicomica in atto unico di Stefano Chiodo

Sabato 26 GENNAIO 2008 Compagnia di san Gualtero – Lodi “La pazienza del signor Prevosto” Commedia brillante in due atti di Luigi Galli

Venerdi 1 FEBBRAIO 2008 Gruppo Teatro TEMPO - “La cena dei cretini” Due atti brillantissimi di Francis Veber

32 La Quarta Campana – n. 192 gennaio 2008