Quaderni Coldragonesi 4
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Quaderni Coldragonesi 4 a cura di Angelo Nicosia In ricordo di ERNESTO GUIDA Regista cinematografico Colfelicese di adozione INDICE Presentazione pag. 7 Prefazione pag. 9 ANGELO NICOSIA, Arule fittili con scena mitologica da Aquino e da Fabrateria Nova (FR) pag. 11 ALESSANDRA TANZILLI, Materiali funerari editi e inediti a Sora, Vicalvi e Casalattico (FR) pag. 17 MARCO SBARDELLA, De vita et miraculis Sancti Benedicti. Il poema religioso del Pellissieri pag. 27 CARLO MOLLE, Graffiti di epoca rinascimentale dalla chiesa di S. Antonio Abate a Castelnuovo Parano pag. 53 FERDINANDO CORRADINI, Viabilità in agro di Castrocielo, Roccasecca, Colfelice, Arce e Fontana Liri pag. 59 COSTANTINO JADECOLA, Una ferrovia lunga 150 anni pag. 69 MARCELLO OTTAVIANI, Il molino Zippo a Fontana Liri pag. 97 SILVANA CASMIRRI, Amministrazione e società nel circondario di Sora in una relazione del sottoprefetto Domenico Tinto (20 giugno 1901) pag. 103 BERNARDO DONFRANCESCO, L’emigrazione da Colfelice: vicende umane e sociali pag. 111 LIANA CORINA TUCU, La latinità nei rapporti italo-romeni: in margine ad un convegno tenutosi a Fondi (LT) pag. 119 VANDA FIORELLI URSINO, I miei ricordi di Colfelice pag. 129 5 UNA FERROVIA LUNGA 150 ANNI Costantino Jadecola Lunedì 25 febbraio 2013 c’era in agenda il era l’estrema periferia. Si trovava, cioè, non certo 150.mo anniversario dell’entrata in funzione della nelle migliori condizioni, non potendo beneficiare ferrovia Roma-Napoli, via Cassino. Ma la ricor- nemmeno di quelle attenzioni, in realtà non molte, renza è stata del tutto trascurata anche perché quel sulle quali potevano più facilmente contare i ter- giorno non si poteva ignorare la conta dei voti ritori più prossimi alle rispettive capitali: Roma e delle elezioni politiche e regionali. Napoli. Eppure, quello del 25 febbraio 1863, anche se Nello specifico del settore ferroviario, ci si tro- di esso non è che se ne sappia più di tanto, costituì vava poi a far parte da un lato di uno stato, il probabilmente un evento per la gente dei territori Regno delle Due Sicilie, che aveva avuto l’intui- toccati dall’innovativo sistema di collegamento zione di realizzare la prima ferrovia della penisola che veniva ad infrangere, nel campo delle comu- italiana; dall’altro di uno, quello Pontificio, dove nicazioni, secolari e standardizzati costumi e ad le cose andavano, invece, in maniera diametral- aprire decisamente al nuovo. mente opposta. Infatti, l’importanza riconosciuta Una innovazione che, peraltro, altrove già da al nuovo mezzo di locomozione da Ferdinando II qualche tempo era tale. Infatti, se nel 1848 gli di Borbone tardava a trovar credito sul fronte op- Stati Uniti vantavano già ben 4.530 km di strade posto, nello Stato della Chiesa, dove, scrive Be- ferrate, l’Inghilterra 2.390, la Germania 540 e la nedetto Croce, Francia 410, l’Italia era ancora agli albori di quella ai moti del ’31 era succeduto un lurido governo di civiltà dell’era industriale che si riteneva sarebbe cardinali legati che adoperavano assoldate bande di malfattori, tutto stava immobile (…); e, quanto a arrivata anche grazie al non indifferente ausilio progressi economici, famoso è rimasto il detto del del treno. Solo il 3 ottobre 1839, infatti, era stata Papa, Gregorio XVI, che le ferrovie e la trazione a inaugurata la prima ferrovia della penisola, la Na- vapore fossero opera di Satana. Che era, del resto, poli-Granatello di Portici; poi, l’anno seguente, la un detto non privo, a suo modo, di acume e di logica Milano-Monza, e via via, ma molto a rilento ri- coerenza1. spetto agli altri Stati europei ed extra-europei, Inevitabilmente, dopo la morte di questo pon- tutte le altre linee. Seppur in ritardo, quindi, anche tefice, il primo giugno 1846, la sua memoria be- in Italia la ferrovia la si cominciava a concepire neficiò dell’attenzione di Pasquino, la celebre sta- come sinonimo di progresso economico e sociale. tua “parlante” di Roma, secondo il quale il de- A quel tempo, la regione meridionale dell’at- funto papa, una volta messosi in viaggio per l’al- tuale Lazio era divisa fra due dei più potenti ed tro mondo, incontrato San Pietro gli avrebbe chie- antichi Stati di quelli che si spartivano la penisola: sto quant’altro cammino ancora avesse da fare per lo Stato Pontificio fino al Liri, dal Liri in giù il giungere in Paradiso: - Molto, rispose San Pietro. Regno delle Due Sicilie. - Ma io sono stanco, replicò il Pontefice. E San Di uno come dell’altro stato questo territorio Pietro a sua volta: - Ben ti sta! Potevi fare le 1 CROCE 1984, pp. 108-109. 69 JADECOLA strade ferrate e a quest’ora saresti già arrivato! Lazio che, se per secoli riuscì a soddisfare le esi- Il successore di Gregorio XVI, il conte Gio- genze di spostamento dei nostri antenati, favorì vanni Maria Mastai Ferretti, assurto al trono di anche la penetrazione di eserciti, soprattutto stra- Pietro col nome di Pio IX, fortunatamente era di nieri e, grazie a Dio, anche quella di uomini dab- tutt’altro avviso tanto che in breve tempo seppe bene, qualcuno destinato addirittura ad essere glo- conquistarsi l’ammirazione dei più e l’appellativo rificato dalla Chiesa. di “Papa liberale”. Anche se oggi il ruolo ed il ricordo di questa Con Pio IX, insomma, il “progresso” trovò cre- strada è stato soppiantato da altre del tutto estra- dito anche negli ambienti vaticani e le ferrovie e nee alla nostra tradizione ed assolutamente virtuali la trazione a vapore cominciarono ad essere con- ma buone solo per lucrare soldi pubblici al fine di siderate non più come “opere di Satana” ma, più assai improbabili ritorni turistici, proprio sulla fal- realisticamente, nel loro effettivo valore. Infatti, sariga di quello della via Latina vennero impostati nonostante le altre questioni che a quel tempo tor- i tracciati di tutte le altre strade costruite nelle epo- mentavano un po’ tutti, ma specialmente lo Stato che successive, ma specialmente nei secoli a noi Pontificio, viene comunque deciso che era ormai più prossimi: dalla Casilina alla ferrovia di cui si tempo di realizzare le strade ferrate. Tra le altre, parla, da quella che un tempo veniva chiamata Au- “quella che da Roma per la Valle del Sacco mette tostrada del Sole prima che fosse identificata da al Confine Napolitano presso Ceprano” come, tra una scarna sigla, fino all’altra ferrovia, quella per l’altro, si legge nella “notificazione” del 7 novem- i treni ad alta velocità, la cui costruzione, solo per bre 1846 sottoscritta dal cardinale segretario di una sobria nota polemica, ha dato il colpo di gra- stato Tommaso Pasquale Gizzi (Ceccano, 22 set- zia al territorio soprattutto per i violenti sconvol- tembre 1787-Lenola, 3 giugno 1849) con la quale gimenti cui l’ha sottoposto e senza che, questa viene ufficializzata la decisione dello Stato Pon- l’amara contropartita, di essa mai il territorio avrà tificio di realizzare le strade ferrate nei territori di occasione di servirsi, checché ne dicano, di tanto propria pertinenza. in tanto, “politici” dalla fantasia piuttosto fervida Che la valle del Sacco e quella del Liri in tema di amenità. dovessero avere un loro specifico ruolo nella nascente stagione ferroviaria era nella logica delle Il treno arriva a Roma. cose perché da sempre entrambe costituivano un passaggio obbligato tra il nord ed il sud della Vicende di varia natura e non di poco conto, penisola. come la breve esperienza repubblicana consuma- Si dice, infatti, che gli stessi Etruschi le prati- tasi nello Stato Pontificio tra il 1848 ed il 1850 - cassero per i loro spostamenti verso il meridione, la notte del 24 novembre 1848 Pio IX si trasferi- Così come i Romani, del resto, che, peraltro, pen- sce nella fortezza di Gaeta per ritornare a Roma sarono bene di trasformare quel tratturo che ave- solo il 12 aprile 1850 accompagnato dalle truppe vano trovato in una vera e propria strada realizzata francesi - ostacoleranno una sollecita attuazione con i criteri e le tecniche allora conosciute, che del progetto ferroviario, tant’è che passeranno al- poi tanto male non dovevano essere se consistenti cuni anni prima che si possa infine approdare ad tratti di essa, specialmente laddove l’uomo non ha una sua parziale attuazione. avuto il cattivo gusto di andare a “rompere”, sono È, infatti, il 7 luglio 1856 quando viene inau- giunte addirittura ai nostri giorni in perfetto stato gurata la prima ferrovia in assoluto dello Stato di conservazione. Pontificio: la Roma-Frascati. Di circa 19 chilome- Parliamo della via Latina che fu, appunto, la tri di lunghezza, a Roma si “attestava” in un prima strada degna di questo nome ad attraversare grande capannone fuori Porta Maggiore, nei pressi la parte interna della regione meridionale del delle mura, ed era collegata al centro, ovvero a 70 Una ferrovia lunga 150 anni piazza Montecitorio, con un servizio di omnibus a cavalli e a Frascati a circa 3 chilometri dal centro cittadino, la qualcosa fece dire al solito Pasquino che la ferrovia non partiva da Roma e non arri- vava a Frascati. La festa inaugurale si svolse nella città eterna con grande solennità, secondo un costume abba- stanza diffuso: banchetti, orchestre, e persino una marcia strumentale, composta per l’importante circostanza, che imitava nell’insieme il “rumoreg- giare del velocifero”, altro termine con il quale il Fig. 1. Roma, Porta Maggiore. La stazione di testa della ferrovia treno veniva allora chiamato. per Frascati e Ceprano I viaggi regolari cominciano il 14 luglio con lo Stato pontificio e l’ing. Giuseppe Ducros, rap- cinque corse giornaliere utilizzando una locomo- presentante della società, firmano il capitolato tiva inglese Sharp Stewart a cilindri orizzontali d’appalto per la costruzione di una ferrovia che, che traina un convoglio composto di sei vagoni: diramandosi “nel punto denominato Ciampino al il tempo di percorrenza si aggira sui quaranta mi- duodecimo Kilometro di distanza da Roma” della nuti e il costo del biglietto è di 0,44 scudi per la linea per Frascati, raggiunga il confine con il na- prima classe, di 0,28 per la seconda e di 0,20 per poletano, non lontano da Ceprano.