Le ''Cœur, Le Talent Et La Doctrine'' De Pietro Giordani Dans La Formation De Giacomo Leopardi
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Le ”cœur, le talent et la doctrine” de Pietro Giordani dans la formation de Giacomo Leopardi Mario Fernando Franco To cite this version: Mario Fernando Franco. Le ”cœur, le talent et la doctrine” de Pietro Giordani dans la formation de Giacomo Leopardi. Littératures. Université Paul Valéry - Montpellier III; Université de la Manouba (Tunisie), 2014. Français. NNT : 2014MON30076. tel-01241290 HAL Id: tel-01241290 https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-01241290 Submitted on 17 Dec 2015 HAL is a multi-disciplinary open access L’archive ouverte pluridisciplinaire HAL, est archive for the deposit and dissemination of sci- destinée au dépôt et à la diffusion de documents entific research documents, whether they are pub- scientifiques de niveau recherche, publiés ou non, lished or not. The documents may come from émanant des établissements d’enseignement et de teaching and research institutions in France or recherche français ou étrangers, des laboratoires abroad, or from public or private research centers. publics ou privés. ! Délivré par UNIVERSITÉ PAUL-VALÉRY MONTPELLIER 3 Préparée au sein de l’école doctorale ED 58 (Langues, Littératures, Cultures, Civilisations) Et de l’unité de recherche LLACS (Langues, Littératures, Arts et Cultures des Suds) Spécialité : DOCTORAT ÉTUDES ROMANES, Spécialité Études italiennes Présentée par Mario Fernando FRANCO TITRE DE LA THESE Le «cœur, le talent et la doctrine» de Giacomo Leopardi dans la formation de Pietro Giordani Soutenue le Mardi 9 décembre 2014 devant le jury composé de : Mme Myriam CARMINATI, Professeur, Université Paul-Valéry Montpellier 3, Co-directrice Mme Rawdha RAZGALLAH, Professeur, Université de Carthage, Tunis, Logo !établissement ! Co-directrice M. Ahmed SOMAI, Professeur, Université La Manouba, Tunis, Président Mme Silvia FINZI, Professeur, Université La Manouba, Tunis, Rapporteur M. Antonello PERLI, Professeur, Université de Nice Sophia Antipolis, Rapporteur M. Alfredo LUZI, Professeur, Université de Macerata, Membre M. Bernard URBANI, Maître de Conférences Habilité, Université d’Avignon, Membre RINGRAZIAMENTI La mia gratitudine è rivolta innanzitutto alle mie relatrici la Professoressa Rawdha Razgallah dell’Università di Cartagine e la Professoressa Myriam Carminati dell’Università Paul Valery di Montpellier 3 che con competenza e grande disponibilità mi hanno sostenuto in tutto il percorso. Ringrazio i colleghi, gli amici e le persone care che, nei tre anni necessari alla redazione di questa trattazione, mi hanno incoraggiato o che hanno speso parte del proprio tempo a leggere le bozze del lavoro. Un ringraziamento particolare va a Elide, la mia amica di una vita, che con pazienza e accuratezza mi ha aiutato a rivedere l’impianto grafico della tesi. Vorrei dedicare il mio lavoro di dottorato ai miei studenti universitari tunisini di lingua e cultura italiana che, come tanti giovani in ogni parte del mondo, non sono rimasti immuni dal fascino leopardiano e dall’attualità delle sue riflessioni sulla fragilità dell’essere umano. L’interesse di giovani studenti di un’altra cultura per la sensibilità insofferente di Leopardi, devo confessare, mi ha emozionato e si è rivelato come un continuo motore di energia, l’incitamento che cercavo per andare avanti nella mia ricerca e nei miei studi. A loro va il mio pensiero perché sono stati, inconsapevolmente, il sostegno e il nutrimento necessario per raggiungere questo importante traguardo in Tunisia, un paese che da subito mi ha accolto con amore e che oggi non sento più straniero. 1 INDICE INTRODUZIONE p. 4 PRIMA PARTE GLI ATTORI 1. LEOPARDI EPISTOLOGRAFO p. 9 1.1 L’epistolario come fonte di conoscenza p. 9 1.2 L’epistolario leopardiano: questioni e problemi p. 19 2. PROFILO DI PIETRO GIORDANI p. 30 2.1 La personalità di Giordani p. 30 2.2 Giordani e il suo tempo p. 49 2.3 Le idee “audaci” di Giordani p. 59 SECONDA PARTE TRA ISTANZE DOTTRINALI ED ESIGENZE DEL CUORE 3. «DI RECANATI NON MI PARLI». p. 70 3.1 L’odiata Recanati p. 70 3.2 L’ambiente culturale circostante p. 77 3.3 Dagli anni della giovinezza al 1817: il Giovane Leopardi, dall’erudizione all’apertura al mondo p. 88 3.4 Lo scambio epistolare: alla ricerca di un amico p. 95 3.5 Urgenze intellettuali e urgenza umana di una relazione p. 104 4. «VOGLIO UN MONDO CHE M’ALLETTI E MI SORRIDA». p. 114 4.1 Questioni di metodo p. 114 4.2 Tra affetti e idee nelle prime lettere di Giordani p. 117 4.3 Le due malinconie p. 129 TERZA PARTE DALL ’INGEGNO E DOTTRINA AL PRIMATO DEGLI AFFETTI 5. «DALL’ANIMO MIO E DALLE LETTERE VOSTRE» p. 148 5.1 Una corrispondenza di dolorosi sensi p. 148 5.2 Il «perfetto scrittore italiano» p. 166 5.3 Il procedere sul sentiero della poesia p. 181 6. «UN VERO AMICO A QUESTO MONDO» p. 188 6.1 La lingua del cuore p. 188 6.2. L’incontro p. 203 2 QUARTA PARTE I CUORI SI ALLONTANANO 7. «LA SOLA FINESTRA CHE MI POTEA DARE ALQUANTO D'ARIA E DI LUCE» p. 212 7.1 Dopo la partenza di Giordani p. 212 7.2 Giordani promotore di Leopardi p. 225 7.3 Gli echi giordaniani nei temi civili e patriottici p. 231 7.4 La tentata fuga p. 235 8. «ADDIO, ADDIO, SENZA FINE…» p. 248 8.1 L’inizio della fine p. 248 8.2 Motivi e ipotesi sul distacco leopardiano p. 267 8.3 Epilogo: Giordani ripensa Leopardi p. 272 CONCLUSIONI p. 279 1. Un’amicizia d’importanza capitale p. 279 2. Simmetrie del cuore p. 282 3. Limiti e prospettive p. 290 4. Un’ultima riflessione p. 292 BIBLIOGRAFIA p. 294 INDICE DEI NOMI p. 302 ANNEXE - Abstract de la thèse p. 306 3 Da cotesta solitudine che vi ha formato sì grande uscirete e col nome e colla persona grande e maestoso, come un Sole. Pietro Giordani a Giacomo Leopardi, Piacenza, 5 febbraio 1819 INTRODUZIONE Negli scritti di Giacomo Leopardi anche il lettore più distratto può intravedere l’attualità di alcune geniali e commoventi riflessioni sull’ estraneazione dell’essere umano e sulla sua eterna ricerca del senso della vita e della felicità. A questo straordinario personaggio, grande poeta, scrittore, filosofo e filologo ottocentesco è dedicata una sconfinata bibliografia che continua ad arricchirsi e a cui oggi, sull’onda di un rinnovato interesse mondiale nei confronti dell’autore recanatese, si aggiunge il recente film di Mario Martone Il giovane favoloso, presentato all’ultimo festival di Venezia. Il film è destinato a sorprendere chi ancora conserva nella memoria l’idea scolastica del povero ragazzo ingobbito dallo studio «matto e disperatissimo » e dal destino segnato da un’inesorabile “infelicità genetica”. Infatti, il regista raffigura Leopardi con valenze letterarie e tratti di personalità che cercano di abbattere ogni stereotipo, stimolando nello spettatore l’immagine di un pensatore moderno, ribelle, anticonvenzionale nei rapporti sociali e con l’ambiente culturale del suo tempo. Il pensiero del giovane Leopardi pur nella sua marcata originalità si affina e prende forma però con il supporto di interlocutori maturi e collaudati come Pietro Giordani, un affermato classicista che Leopardi conosce in modo fortuito prima solo per lettera poi di persona. Le confidenze tra i due autori presenti nel loro fitto scambio epistolare hanno un grande significato pedagogico e ci mostrano le notevoli suggestioni che Giordani esercitò sull’acerbo Leopardi. Giordani rimase affascinato dallo stile delle lettere di Leopardi piene di slancio e furore che lasciavano presagire nel giovane una nobiltà d’animo e una passione spiccata nei confronti della letteratura anche se, a quel tempo, Leopardi non aveva ancora scritto una prosa o una poesia degne di nota. Fu il suo colpo di genio, l’unico forse della sua carriera, poiché sentiva di aver scoperto il più grande scrittore del secolo. 4 Alla base dell’interesse da me maturato nei confronti del rapporto tra Giacomo Leopardi e Pietro Giordani vi è stato, fin dall’inizio, il desiderio di conoscere quanto la densità di tale rapporto avesse potuto incidere sulla formazione del poeta recanatese nell’età della giovinezza. Il presupposto di partenza del presente lavoro di ricerca è stato dunque quello di esaminare con attenzione come l’articolarsi di questa relazione determinò nel sommo poeta ottocentesco una crescita culturale, letteraria ed umana. Si voleva verificare se grazie anche all’influsso giordaniano, Leopardi si sia trasformato da enfant prodige della filologia e dell’erudizione in un intellettuale capace di vivere nella realtà del suo tempo, interpretandola criticamente e dando voce anch’egli a quegli ideali e aneliti di libertà che si stavano affermando in quel tempo. La loro relazione, come è noto, è legata in grandissima parte al fittissimo scambio epistolare che procede dal 1817 e, seppure con modifiche sostanziali nell’intensità e nella frequenza, arriva sino alla morte di Leopardi, nel 1837. Le lettere divengono quasi l’esclusivo e privilegiato terreno di incontro tra i due letterati; non solo terreno di confronto sui temi letterari e civili, ma anche luogo delle consonanze più intime, specie per il giovane Giacomo che, nell’amicizia con Giordani, poté cogliere l’occasione tanto attesa di varcare, almeno col pensiero e col cuore, i confini ristretti di Recanati. Prendendo spunto da un passo di una delle prime lettere di Leopardi a Giordani ( O quante volte, carissimo e desideratissimo Sig. r Giordani mio, ho supplicato il cielo che mi facesse trovare un uomo di cuore d’ingegno e di dottrina straordinario )1 ho ipotizzato che si potesse analizzare la relazione tra i due letterati, non solo sul piano fino ad oggi prediletto dalla critica, ossia quello letterario e civile, ma anche su quello del “cuore” ossia sugli aspetti affettivi, intimi ed esistenziali di questa relazione. Proprio i concetti di « cuore, ingegno e dottrina » mi hanno fornito l’ispirazione per il titolo del progetto di dottorato e mi hanno indicato il territorio su cui procedere per mettere in evidenza che questo sodalizio non fu solo letterario ma si trasformò nel tempo in un profondo e duraturo rapporto di amicizia.