iÊ museiÊ delleÊ MARCHE GUIDAÊ ALLAÊ SCOPERTA

marche musei

I Musei delle Marche. Guida alla scoperta è un’iniziativa promossa da Regione Marche, Servizio Attività produttive, Lavoro, Turismo, Cultura, Internazionalizzazzione, PF Cultura

Dirigente: Raimondo Orsetti

Coordinamento: Marta Paraventi

Redazione: Sistemi Museali delle Province di Ancona e Macerata Bianca Giombetti e Marina Massa

Il file in pdf è scaricabile da: www.turismo.marche.it www.musei.marche.it

Immagini tratte dall’Archivio fotografico della Regione Marche Stampa: Arti Grafiche Stibu, Urbania COME ARRIVARE

MAROTTA MONDOLFO AUTOSTRADA A 14 Bologna-Taranto www.autostrade.it STRADE SS 3 Flaminia - Roma-Fano (PU) URBANIA SS 4 Salaria - Roma-Porto d’Ascoli (AP) SS 16 Adriatica - Padova-Otranto (LE) SS 73 bis di Bocca Trabaria - San Giustino (AR)-Fano (PU) SS 76 Val d’Esino - Fossato di Vico (PG)-Falconara Alta (AN) SS 77 Val di Chienti - Foligno (PG)-Civitanova Marche (MC) ex SS 361 Septempedana - Ancona-Nocera Umbra (PG) ex SS 360 Arceviese - Senigallia (AN)-Scheggia-Pascelupo (PG) TRENO Linea Milano-Lecce: Milano, Bologna, Ancona, Lecce Linea Roma-Ancona: Roma, Falconara M., Ancona www.trenitalia.com - www.italotreno.it AUTOBUS Il sistema extraurbano di trasporto collega le Marche a 12 regioni italiane www.turismo.marche.it AEROPORTO Aereoporto delle Marche “Raffaello Sanzio” Ancona/Falconara M. Collegamenti nazionali ed internazionali www.marcheairport.com PORTO DI ANCONA Collegamenti con: Albania, Croazia, Grecia, Turchia, Montenegro www.doricaportservices.it PORTI TURISTICI Gabicce Mare, Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona, Numana, Civitanova Marche, Porto S. Giorgio, VISITA LE MARCHE S. Benedetto del Tronto www.turismo.marche.it www.turismo.marche.it versioni in italiano e inglese

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marche musei Urbino, veduta del Palazzo ducale

2 Un sole ancora da vendemmia

Nella Vita e fatti di Federigo di Montefeltro to o ombra che significassero irrequietez- Bernardino Baldi ci racconta del torneo za e mutazione”. cavalleresco in cui il Duca perse l’occhio Che cosa sia questo sole da vendemmia, destro. Il destino agisce per mano di un è inutile cercare di dirlo con parole che non gentiluomo eccellente nelle giostre, det- siano quelle di Paolo Volponi. Fortunato chi to Guidagnolo. Il gentiluomo è appena per viaggio, per scelta di vita, può lasciarsi arrivato a Urbino dopo aver riportato un portare dai paesi e dalle città delle Marche importante trofeo a Firenze, e Federico, a incontrarlo dentro se stesso. E fortunati festeggiandolo, lo prega di giostrare con anche quei marchigiani che possono per- lui. Guidagnolo cerca di sottrarsi, ma poi il mettersi di andare e di tornare e che, dopo galateo e il fato fanno sì che ceda alle in- saliscendi fra treni, corriere e vuoi il pas- sistenze del Duca. Giostrano, e uno stec- saggio in macchina di un amico, se ne tor- co d’asta provoca l’incidente. La scena nano a casa, accolti dal suono di una cam- che segue è una delle tante prove della pana dimenticata, dall’odore di un forno, e grandezza di Federico: è lui a consolare dal pensiero che, per quanto Guidagnolo, la persona che lo ha ferito, a dissimulare forse sei ancora un essere umano. ogni possibile risentimento, a prendere la colpa su di sé, quasi a voler negare la Alessio Torino portata dell’accaduto, quasi il male stes- so. Ma a nulla vale tanta umanità: l’altro sceglie la fuga dalla città e l’esilio volonta- rio – nessuno vedrà mai più Guidagnolo. Per quanto si tratti soltanto di suggestione ‘sonora’, Guidagnolo mi ha sempre fatto pensare a Guido, il Guido Corsalini della Strada per Roma di Paolo Volponi, per- sonaggio che incarna più di ogni altro le polarità di attaccamento e di repulsione verso la città-mondo di Urbino. La men- te di Guido è capace di vedere annidarsi la peste fra due palazzi, ma poi di colpo: “tutt’intorno alle mura della città si accam- pava una nebbia bianca. Sui vertici arriva- va un sole ancora da vendemmia, denso, che si depositava là dove voleva, il muro Lorenzo e Jacopo Salimbeni, Storie di San di un orto o un tetto, senza nessuno scar- Giovanni Battista, Urbino, Oratorio di S. Giovanni

3 La Biblioteca di Casa Leopardi, Recanati

4 marcHe Una regione di cultura nel cuore dell’italia

Al centro d’Italia, affacciate sul Mare beni monumentali religiosi: abbazie, mo- Adriatico, le Marche uniscono il “saper nasteri, chiese sono distribuite in tutto fare” e lo spirito imprenditoriale al genio il territorio e accolgono l’uomo del terzo dell’arte. Le Marche, unica regione in Italia millennio per soggiorni di meditazione con un nome al plurale, rivelano un’anima come l’Eremo di Fonte Avellana, citato da multiforme e al contempo unica. Cinque Dante nella Divina Commedia e l’Abbazia province (Ancona, Pesaro-Urbino, Mace- cistercense di S. Maria di Chiaravalle di rata, Ascoli Piceno, Fermo) e 239 comuni Fiastra, al centro di una splendida e rara a dimensione d’uomo svelano una re- Riserva naturale. Dall’edilizia religiosa a gione che si contraddistingue per la rara quella civile: le Marche infatti sono ricche bellezza che l’ha resa terra di poeti, artisti di castelli, centri murati, fortezze come e musicisti, ispirando Giacomo Leopardi, quelle di Francesco di Giorgio Martini pro- Raffaello da Urbino, Bramante, Gentile da gettate per Federico da Montefeltro, che Fabriano, Federico Barocci, Gioachino raccontano un passato glorioso, vivace, i Rossini, Giovan Battista Pergolesi, Ga- cui tratti salienti si sono mantenuti intatti spare Spontini, Padre Matteo Ricci, che in tutti i comuni. qui sono nati. Urbino, una delle capitali del Rinascimen- Le Marche sono un museo diffuso, una rete to dove il duca Federico volle realizzare di città d’arte e borghi storici incastonati in il Palazzo ducale, dimora principesca tra un mare di colline coltivate, che si affaccia- le più belle d’Europa e sede della presti- no su vallate che vanno dal mare all’Ap- giosa Galleria Nazionale delle Marche, pennino fino ai magici Monti Sibillini, oggi è città Unesco. Loreto è sede di uno dei Parco Nazionale, dove sono conservati santuari mariani più celebri d’Europa capolavori di Raffaello, Piero della Fran- e nel contempo è ricca di opere d’arte. cesca e Lorenzo Lotto, Carlo Crivelli, P.P. Ascoli Piceno è una città medievale tra le Rubens e Tiziano, del visionario Osvaldo più belle d’Italia, con le sue torri e i palazzi Licini, teatri storici del XVIII secolo, strade in travertino. e anfiteatri romani, librerie storiche, botte- Fabriano, città creativa Unesco, è la città ghe di ceramica. Una regione che offre un dell’ingegno e dell’arte, nota per la fabbri- cartellone culturale ricco di manifestazioni cazione della carta, per i natali che diede a internazionali come il Rossini Opera Festi- Gentile da Fabriano, protagonista del Go- val a Pesaro, lo Sferisterio Opera Festival tico Internazionale, ricca di testimonianze a Macerata e il Festival Pergolesi Spontini del periodo medievale, città d’arte tra le più a Jesi e nella Vallesina. belle del Centro Italia. Accanto a musei, biblioteche, archivi e I musei delle Marche raccontano la storia teatri, il patrimonio culturale è ricco di della cultura delle Marche. Buon viaggio!

5 conoscere le marcHe attraverso i suoi musei e i portali web

Circa quattrocento sono le strutture – tra mu- sviluppare nuove esperienze di visita. sei e raccolte – che, pur nella diversa tipolo- Il caravaggismo, l’iconografia di Santa Lu- gia e natura giuridica, raccontano la storia, la cia, gli artisti stranieri attivi tra Quattrocento cultura, l’arte, l’archeologia, le tradizioni delle e Seicento, i musei della maiolica, il tema Marche: ogni comune custodisce gelosa- del costume e della moda, i sipari storici, il mente opere, manufatti, oggetti che dialoga- Liberty, la natura morta, la pittura del mito no con il contesto territoriale che li circonda. sono solo alcune delle decine di chiavi di Museo diffuso: questo il termine coniato anni ricerca proposte dal portale per esplorare or sono per favorire la comprensione del rap- l’anima dei tanti musei della regione. porto indissolubile che regna, millenario, tra il Chiavi di ricerca tematiche che si alterna- museo e il paesaggio, tra museo e chiesa o no ad approfondimenti dedicati alla nascita abbazia, tra museo e ville circostanti. della storiografia artistica nelle Marche, ai Per valorizzare e favorire la conoscenza grandi pionieri Morelli e Cavalcaselle, agli di questa immensa realtà, è nato il portale storici dell’arte, da Pasquale Rotondi a Pie- www.musei.marche.it, una grande banca tro Zampetti, che hanno contribuito in modo dati testuale e fotografica in continua im- sostanziale a delineare nel secolo scorso i plementazione, una Wikipedia dei musei, capitoli fondamentali dell’arte regionale. che racconta l’immenso patrimonio re- Il portale, accanto ai documenti testuali, of- gionale, con un’ottica divulgativa ma nel fre una ricca serie di immagini a colori cor- contempo attenta ai vari livelli di fruizio- redate da didascalie e approfondimenti che ne e alle esigenze anche di un pubblico fanno parte della banca dati catalografica esperto, colto, appassionato, in grado di regionale (www.beniculturali.marche.it).

Il portale dei musei della Regione Marche, www.musei.marche.it

6 Da dove cominciare? Imperdibili i due Musei nazionali ad Ancona e Urbino

Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona, nello storico Palazzo Ferretti, nel centro storico, vicino la Catte- drale di San Ciriaco, è il punto di riferimen- to per conoscere l’archeologia e la storia antica dell’intera regione, ricco di testimo- nianze preistoriche (la Venere di Frasassi), picene (Testa del Guerriero di Numana), galliche (la corona d’oro da Montefortino di Arcevia), romane ed ellenistiche. È invece nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, nel Palazzo ducale, che si snoda il grande racconto della storia dell’arte delle Marche: il Maestro di Cam- podonico, Allegretto Nuzi, Olivuccio di Ceccarello, Giovanni Boccati, Giovan- ni Santi, Federico Barocci, Tiziano e le opere simbolo della Galleria, nate per Ur- bino grazie al colto mecenatismo del duca Federico: la Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, il Mi- racolo dell’Ostia profanata di Paolo Uccel- lo, la Città ideale di incerta attribuzione, il superbo Studiolo intarsiato. Opere senza tempo emblema della cultura umanistica e artistica del XV secolo, culla del genio di Bramante e Raffaello, dei quali conserva due opere, la Muta e la piccola Santa Ca- terina d’Alessandria.

Marta Paraventi

Raffaello Sanzio, Santa Caterina d’Alessandria, inizio sec. XVI, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche

7 Particolare di mosaico pavimentale raffigurante Tritone con Nereide, III sec. d.C., Castelleone di Suasa, Parco archeologico della città romana di Suasa

8 le aree arcHeologicHe ed il paesaggio moderno

È ancora percorrendo le strade moder- no Marche, Matelica, Tolentino ed Ascoli ne che dalla montagna conducono alla Piceno espongono i prestigiosi prodotti costa, attraverso le valli a pettine, o, co- provenienti dal vicino Oriente, realizzati in steggiando il litorale e l’Appennino, vanno materiali preziosi, come avorio e uova di da Nord a Sud, collegando attraverso il struzzo, segno di una notevole capacità paesaggio collinare marchigiano le aree economica, o le ceramiche di importa- tirreniche al nord Italia, all’Adriatico ed zione attica ed i prodotti in bronzo greci, all’Europa, che si può ancora immaginare etruschi e di fabbricazione locale, utili per il lavoro che il tempo ha svolto sul terri- il banchetto. Accanto a questi le armi ed torio di età antica. Nulla ha infatti deter- il carro, segni più evidenti del rango e del minato l’organizzazione e l’immagine del ruolo del defunto, sia in tipologie alloge- paesaggio moderno più delle scelte fatte ne, sia locali, tipicamente Picene, note dai Romani al loro arrivo, nel III sec. a.C., anche nell’Est dell’Adriatico. nel territorio che prima era abitato da po- Si trattava di guerrieri compagni di donne polazioni Picene, a Sud, Umbre, a Ovest, il cui ruolo era quello di gestire la casa, e Celtiche, a Nord. come i loro corredi ricchi di materiali legati alle attività domestiche lasciano intuire, Un territorio, quello delle attuali Marche, al ma il cui ruolo nella società era certamen- plurale già quindi nell’età del ferro, quan- te significativo, visto che anche esse sono do la pastorizia e forse il mercenariato af- sepolte altrettanto riccamente, spesso in- fiancarono il commercio tra le principali e sieme ai mariti o in tombe altrettanto mo- redditizie attività economiche contribuen- numentali, anche con carri da parata. do a formare una ricca aristocrazia che, proprio grazie ai contatti con l’Europa e L’arrivo di Roma, se da un lato, soprat- la Grecia, importò beni, costumi e modelli tutto nelle fasi iniziali, tende a rispettare di vita che si erano diffusi nelle aree più il modello precedente, successivamente, sviluppate dell’Oriente mediterraneo. anche cooptando le élites locali, nel breve Ecco dunque che, nel rispetto di modelli arco di due secoli trasforma intensamen- ampiamente diffusi, le tombe a tumulo, te il territorio, avviando quel processo che come quelle dell’Area archeologica di Nu- spesso, ed in tante altre parti del mondo, mana-Sirolo, appaiono ricche di corredi ha contrapposto un’economia pastorale, che rimandano al mondo della guerra ma basata su proprietà pubbliche ed aperte soprattutto del banchetto, pratica che già ed insediamenti stagionali, all’agricoltura, da secoli contribuiva a cementare allean- che ha bisogno invece della proprietà pri- ze ed identità tra le classi dirigenti. vata e di centri di servizio come le città. I musei di Ancona, Numana, San Severi- I santuari, a partire da quelli di Civitalba

9 (Ancona) e di Monte Rinaldo (Ascoli Piceno) le cui decorazio- ni in terracotta sono conservate al Museo Nazionale di Anco- na, sono punti nevralgici dei processi di acculturazione, per i quali il porto dell’antica colonia siracusana di Ancona ha svolto quel ruolo di ponte verso l’Orien- te che ancora oggi si candida a rivestire. I campi divisi ed allineati discon- tinuativamente alla morfologia del territorio ancora oggi sono leggibili nelle medie e basse valli, così come gli insediamenti rurali, ville e villaggi che l’occhio del vi- sitatore vede ancora costellare le campagne. Le strade sono ben organizzate e gestite, a partire dalle consolari Flaminia e Sala- ria, e le città, centri economici, sociali e politici del nuovo model- lo culturale, disegnano, da ora indelebilmente, il territorio come magistralmente in un disegno di Tullio Pericoli: Suasa (Castelle- one di Suasa), Forum Semproni (Fossombrone), Septempeda (San Severino Marche), Ascoli, l’antica capitale dei Piceni Ascu- lum, si strutturano secondo mo- delli urbanistici ed architettonici, facilmente leggibili anche per noi moderni, che documentano l’ac- quisito passaggio ad una civiltà urbana. Si tratta di un modello perfettamente esemplificato ad Testa di Venere, Ripatransone, Museo civico archeologico Urbisaglia (Urbs Salvia) che con- “Cesare Cellini” serva ancora, facilmente leggibi-

10 li, le sue mura, il teatro, il tempio principale stato di conservazione e qualità, non ha luogo di culto urbano, le piazze con gli edi- confronti nel mondo romano. fici al servizio della collettività e, all’ester- Una aristocrazia dalle notevoli possibilità no come un moderno stadio, l’anfiteatro, economiche che per sé era in grado di tipologie architettoniche come potremmo costruire abitazioni di lusso che ci hanno trovare in una qualunque città medievale lasciato mosaici di gusto e qualità raffina- e moderna. ti, come ad esempio quello conservato ad Sono trentotto le città in età romana nelle Ascoli con emblema a doppio volto, ed Marche, con una concentrazione che non arricchite da oggetti preziosi e ricercati ha confronti in tutto il mondo romano, ed i come l’orologio solare da Matelica. numerosi Musei archeologici, vanto delle attuali municipalità ad esempio di Pesaro Roberto Perna (di grande importanza il Museo Oliveria- no), Fano, Treia e Fermo, sono l’esito di tale ricchezza. Essi documentano l’interesse delle nuove classi dirigenti, di origine romana e locale, a farsi rappresentare secondo modelli me- diati direttamente dall’Urbe, come testimo- Corona aurea di Montefortino di Arcevia, Ancona niato ad esempio da un ritratto di anziano Museo Archeologico Nazionale delle Marche conservato al Museo di Osimo, l’antica Au- ximum, a esercitare la propria devozione ad un Pantheon cosmopolita, tra tutti i casi si segnalano quello delle sculture che pro- vengono da una villa conservate ora a Pol- lenza, e quello delle divinità egizie dal san- tuario di Treia, ad utilizzare le medesime tipologie ed iconografie funerarie, come nel tondo con Ulisse e le Sirene da Urbi- no, fino a quelle cristiane, esemplificate in maniera mirabile dal Sarcofago di Catervo a Tolentino. Notevole era la ricchezza dei monumenti pubblici, grazie alla quale le élites locali esprimevano il loro consenso alla politica imperiale, come testimoniato dai gruppi scultorei che decoravano il teatro ancora di Urbs Salvia, o la basilica di Aesis (Jesi) e soprattutto dal complesso di bronzo dorato di Cartoceto, a Pergola, che, per

11 Lorenzo Lotto, Storie di Santa Lucia, 1532, Jesi, Pinacoteca civica

12 il viaggio dell’arte prosegUe nel territorio

La provincia di Ancona purtroppo tra Berlino, Brera e il Getty Mu- seum le sue opere), la Pinacoteca comu- Il territorio della Provincia di Ancona vanta nale intitolata al grande storico dell’arte alcuni musei di importanza capitale per la Bruno Molajoli vanta una delle raccolte cultura marchigiana. Dalla testimonianza di dipinti su tavola del XIV e XV secolo paleontologica dell’ittiosauro di Genga più importanti dell’Italia centrale (tavole ai musei archeologici di Numana (qui la di Allegretto Nuzi, Puccio di Simone, celebre Tomba della Regina picena da Francescuccio di Cecco Ghissi, Anto- Sirolo) e Arcevia; dal museo inglobato nio da Fabriano), sculture medievali di nella suggestiva area archeologica sotter- capitale importanza e rara suggestione, ranea La Fenice di Senigallia a quello di grandiosi affreschi di epoca romanica. A Castelleone di Suasa e del suo Parco ar- Jesi le stanze che si affacciano sulla Gal- cheologico dove spicca la Domus roma- leria degli Stucchi in stile Rococò di Pa- na; dai resti di Sentinum a Sassoferrato, lazzo Pianetti, accolgono capolavori di il cui nome evoca ancora oggi la celebre Lorenzo Lotto (imperdibili la Deposizio- battaglia del 295 a.C. che consentì ai Ro- ne e la Pala di Santa Lucia), così come mani di penetrare nelle Marche, al nuovo la Pinacoteca della Santa Casa di Lo- museo cittadino. reto, dove l’artista veneto visse gli ultimi Altrettanto fondamentale la conoscenza anni della sua lunga vita e dove scelse dei musei artistici per la comprensione di morire tra il 1556 e il 1557, lasciando dei più importanti capitoli della pittura e diverse tele oggi qui conservate. I musei della scultura marchigiana e italiana: la diocesani di Ancona, Osimo, Senigallia Pinacoteca civica di Ancona (ma è visi- e Jesi narrano la storia delle comunità tabile anche un Museo della città), inti- pastorali ma ospitano anche capolavori tolata al pittore del XIX secolo Francesco assoluti come la Madonna del Rosario Podesti, ospita dipinti di straordinario di Federico Barocci a Senigallia o gli valore per la conoscenza della pittura Arazzi rubensiani ad Ancona. italiana dal XIV al XIX secolo con opere I musei artistici non finiscono qui: piccole di Olivuccio di Ceccarello, la Madonna realtà ma ricche di cultura e di capolavo- con il Bambino di Carlo Crivelli, la Pala ri ospitano i preziosi dipinti su tavola di Gozzi di Tiziano, la Pala dell’Alabarda di Antonio da Fabriano (Genga), il monu- Lorenzo Lotto, Il Ritratto di Francesco mentale Polittico dell’Incoronazione della Arsilli di Sebastiano del Piombo, opere Vergine e santi di Bartolomeo Vivarini di Andrea Lilli, Guercino, Orazio Gen- (Osimo), le collezioni dell’umanista Nic- tileschi, Carlo Maratta. A Fabriano, la colò Perotti a Sassoferrato o le tele del città natale del grande Gentile (disperse veronese Claudio Ridolfi (Corinaldo).

13 In una terra costellata da decine di ab- bazie, castelli, rocche e teatri storici re- staurati e funzionali, particolarmente si- gnificativi sono i musei dedicati ad illustri personaggi legati a quei luoghi: a Maiolati Spontini la casa museo del maestro Ga- spare, noto compositore alla corte di Na- poleone e di Federico di Prussia, che dia- loga con il grande parco pubblico intitolato alla moglie Celeste Erard, un unicum nel- la regione nel suo genere; a Jesi le Sale pergolesiane, all’interno del teatro storico, rendono omaggio al prodigioso autore del- lo Stabat mater, Giovan Battista Pergolesi, e a breve un museo multimediale raccon- terà la vita dell’imperatore svevo Federico II, che nacque a Jesi nel 1194. Imperdibili il Museo Storico del Piano- forte e del Suono di Fabriano, con stru- menti originali, a Jesi il Museo delle arti della stampa; a Senigallia la Casa na- Federico Barocci, Madonna del Rosario, tale di Giovanni Maria Mastai Ferretti, particolare, Senigallia, Pinacoteca Diocesana papa Pio IX. Tra le tante eccellenze museali spicca il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, noto a livello internazionale per le attivi- tà a favore dell’accessibilità all’arte degli ipovedenti. Ancona, una sala del Museo Omero

14 La provincia di Ascoli Piceno

La scoperta dei musei della provincia di Ascoli Piceno può iniziare con una figura carismatica, il marchese Gugliemo Allevi, che nel XIX secolo esplorava il territorio alla ricerca di testimonianze del periodo preistorico, dando origine a quella raccol- ta che, insieme ad altri reperti di epoche successive, è visibile nel museo archeolo- gico a lui intitolato a Offida, nel rinnovato polo di Palazzo Castellotti. Un museo che, come gli altri diffusi nel territorio, da quello di Ascoli Piceno a quello di Cupra Marittima, da quello di Ripatransone a quello sperimentale di Monsampolo del Tronto, racconta la storia archeologica dall’età picena a quella romana, testimo- niata dai numerosi monumenti ancora visibili dislocati nel capoluogo, Ascoli Pi- ceno e lungo la via Salaria. Un territorio, questo, contrassegnato più di altri dalla presenza dei Longobardi: gli scavi sistematici che portarono alla sco- perta di centinaia di sepolture, tra cui la celebre necropoli di Castel Trosino, hanno Tiziano, San Francesco riceve le stimmate, documentato l’evoluzione di questa civiltà sec. XVI, Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica artistica, i cui preziosi oggetti sono con- servati nel Museo dell’Alto Medio Evo e Montefiore dell’Aso, Ripatransone) e in quello Archeologico di Ascoli Piceno. affreschi. Il XVI secolo sarà invece il pe- Il periodo medievale è ben documentato riodo di massima diffusione della pittura dai diffusi monumenti romanici, dalle ab- di Vincenzo Pagani, nativo di Monterub- bazie e pievi, dalle chiese e palazzi nel biano e di Nicola Filotesio detto Cola centro storico di Ascoli Piceno, mentre, dell’Amatrice, che lavora soprattutto ad nel XV secolo, sarà l’opera del pittore Ascoli Piceno anche come architetto (suo veneto Carlo Crivelli e dei suoi seguaci a il disegno della facciata del Duomo). caratterizzare la civiltà artistica di questo Dopo pochi anni anche un’opera di Tizia- territorio con opere su tavola (Pinacote- no giunge ad arricchire le collezioni artisti- ca e Museo diocesano di Ascoli Pice- che di Ascoli Piceno: è il San Francesco no, Polo museale di San Francesco di che riceve le stimmate, oggi in Pinacote-

15 ca. Il periodo della Controriforma è segna- to dalla grande personalità di papa Sisto V, nativo di Grottammare; a lui è intitolata la rete ecclesiastica dei musei sistini (con poli anche a Force e Montemonaco) che da Montalto delle Marche, dove è con- servato il celebre Reliquiario tardogotico capolavoro dell’oreficeria francese, tocca la stessa Grottammare, Monteprandone, dove nacque San Giacomo della Marca, Comunanza, S. Benedetto del Tronto, Ri- patransone, Castignano, Rotella. Nel XVII secolo visse la pittrice Giovanna Garzoni, nativa di Ascoli Piceno, famosa per le sue nature morte e nello stesso secolo giungono in città capolavori come l’Annunciazione di Guido Reni del 1628, la Santa Francesca Romana di Carlo Maratta (oggi nella Pinacoteca ascolana) e la Morte di San Francesco Saverio di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccia (oggi nel Museo diocesano di Ascoli Pi- ceno). Anche il Settecento è contrassegnato da eminenti personalità come i Ghezzi nativi di Comunanza, protagonisti della pittura del secolo: sono Sebastiano, il figlio Giu- seppe, attivo soprattutto a Roma, e il fi- glio di questi Pier Leone, noto per le sue caricature del mondo romano del tempo, alcune delle quali si trovano nella Pinaco- teca di Ascoli Piceno.

Reliquiario di Sisto V, Montalto delle Marche, Museo vescovile sistino

16 La provincia di Fermo Corrado, infatti, nacque nel 1894 Osval- do Licini, pittore tra i più noti del XX se- In Provincia di Fermo sono presenti musei colo; a lui il paese natale ha intitolato una che hanno nelle ricche e storiche istituzio- Casa museo e Centro studi che ospita ni del capoluogo il punto di riferimento na- anche una piccola raccolta di opere del turale. La romana Firmum infatti vanta un maestro. polo museale comunale tra i più importan- ti della regione: ricco di reperti archeologi- ci di epoca picena e romana, comprende un itinerario di visita alle vicine e suggesti- ve cisterne romane. Scrigno di capolavori del XIV e XV secolo, con le Storie di Santa Lucia di Iacobello del Fiore e la pittura ba- rocca italiana con l’Adorazione dei pastori di Rubens e la Pentecoste di Lanfranco. Fermo è anche nota per la straordinaria collezione di manoscritti, libri, disegni e stampe della biblioteca Spezioli, la più ric- ca delle Marche, e tra le dieci biblioteche più importanti d’Italia: da non perdere la Sala del Mappamondo. A poca distanza, nell’altro luogo simbolo della città, il Girfalco, nel complesso ec- clesiastico che sorge intorno al duomo millenario, è visitabile il museo diocesano. Nel territorio spiccano il Parco archeolo- gico di Falerone, la romana Faleria; sul fronte storico artistico a S. Elpidio a Mare la Pinacoteca è intitolata a Vittore Crivel- li perchè vi sono conservati due suoi stra- ordinari polittici della seconda metà del XV secolo. A Montefortino la Pinacoteca è nata nel segno di Fortunato Duranti, raf- finato collezionista che donò al comune la sua ricca raccolta di dipinti dal XV al XIX secolo; a Massa Fermana si conserva la prima opera marchigiana di Carlo Crivelli (1468) e si visita la Pinacoteca. E anche nel Fermano un colto riferimen- Pietro Paolo Rubens, Adorazione dei pastori, to al contemporaneo: qui, a Monte Vidon 1608, Fermo, Polo museale di Palazzo dei Priori

17 La provincia di Macerata pardi, il personaggio che sovrasta tutti, nella cui casa museo di Recanati si respi- Musei e parchi archeologici di grande ra ancora la potenza del genio e la lucidità suggestione come quello di Urbisaglia; della sua visione poetica, mentre a Visso due scuole pittoriche, a S. Severino Mar- sono conservati alcuni suoi manoscritti, che e Camerino, protagoniste dell’arte tra cui il celebre Infinito. dell’Italia centrale tra XIV e XV secolo, Queste sono alcune delle cifre dell’iden- documentate attraverso dipinti, sculture tità culturale della provincia di Macerata, e manufatti presenti nei musei e nelle che vanta nelle Marche il più alto numero chiese del territorio; un museo del XX se- di musei. Quelli archeologici sono collo- colo tra i più importanti d’Italia, quello di cati nelle città con un importante passato Palazzo Ricci di Macerata; l’Ecomuseo piceno e poi romano, sorte lungo o vicino di Castelsantangelo sul Nera, nel cuore i due fiumi Potenza e Chienti: Camerino, del Parco dei Monti Sibillini; l’Accademia San Severino Marche, Matelica, Treia, Georgica, a Treia, celebre centro di stu- Tolentino, Cingoli, Urbisaglia, Por- di agrari dello Stato Pontificio; Palazzo to Recanati e Recanati. A Urbisaglia il Buonaccorsi, emblema del fiorire delle Parco archeologico della città di Urbs arti nel XVIII secolo, oggi ospita i musei Salvia, che ospita anche un anfiteatro civici di Macerata. E poi Giacomo Leo- e un criptoportico dipinto, sorge a poca distanza dall’abbazia cistercense di S. Maria di Chiaravalle di Fiastra, anch’essa sede di musei e di una raccolta di epoca romana, a sua volta vicina al Santuario di san Nicola di Tolentino, dotato di un grande museo, ricco di opere d’arte che dialogano con il Cappellone affrescato dai seguaci di Giotto. A pochi chilometri sorge S. Severino Marche, la romana Septem- peda: nel suggestivo Castello al Monte medievale si trova il Museo archeolo- gico; nel cuore del borgo sottostante la Pinacoteca civica, con opere e affreschi di Lorenzo e Jacopo Salimbeni, Lorenzo d’Alessandro e Bernardino di Mariotto. Diffusi anche in chiese cittadine e rurali, i dipinti dei fratelli Salimbeni celebrano il grande capitolo della pittura del Gotico In-

Sala dell’Eneide, Macerata, Palazzo Buonaccorsi, Musei Civici

18 Lorenzo Lotto, Annunciazione, sec. XVI, Recanati, Museo civico di Villa Colloredo Mels

19 ternazionale. Parlano invece già la lingua nuclei di collezioni sono sorte ad opera di del Quattrocento fiorentino e padovano le raffinati cultori delle arti: a Matelica il Mu- opere della scuola della vicina Camerino seo di monsignor Filippo Piersanti; nel di Arcangelo di Cola, Giovanni Boccati, Castello di Lanciano a Castelraimondo, Giovanni Angelo di Antonio (sua la ce- già dimora varanesca, sono visitabili le lebre Annunciazione), e Girolamo di Gio- stanze ricche di dipinti e arredi donate vanni: a quest’ultimo è intitolata la locale dall’ultima discendente dei Giustiniani Pinacoteca, la cui visita si integra perfet- Bandini, la marchesa Maria Sofia; a Mon- tamente con quella del museo diocesano. te San Martino la Pinacoteca è intitolata a Si lega ai musei della Provincia di Anco- mons. Armindo Ricci. A Porto Recanati na invece la visita delle opere di Loren- la Pinacoteca è frutto della donazione di zo Lotto conservate a Recanati, Cingoli, Attilio Moroni ed è allestita nel castello Mogliano, Monte S. Giusto, sede anche svevo; a Cingoli Palazzo Castiglioni fu di una importante collezione di disegni la dimora di papa Pio VIII. La Raccolta antichi raccolti dall’erudito fermano Ales- di Sant’Urbano di Apiro (in allestimento), sandro Maggiori. con le opere di V. de Boulogne e di J. De Archeologia e arte, in musei civici o eccle- Ribera, è frutto dell’oculato collezionismo siastici, ma anche in nobili dimore, dove di Giovanni Giacomo Baldini, medico dei grandi papi del XVII secolo. A Caldarola, terra natale di Simone De Magistris, pit- tore della Controriforma attivo nelle Mar- che centrali, il Castello Pallotta è una splendida residenza visitabile. A Tolentino il Castello della Rancia ospita il museo archeologico. Sul fronte musicale a Recanati un museo è intitolato al grande tenore Beniamino Gigli che qui nacque nel 1890. Sempre a Recanati da visitare il recentissimo Mu- seo dell’Emigrazione. A Bolognola una piccola raccolta ricorda l’autore del Ruy Blas (1869), il concittadino Filippo Mar- chetti.

Maestro della Madonna di Macereto, Santa Lucia, ultimo quarto del sec. XV, Camerino, Museo diocesano

20 La provincia di Pesaro e Urbino città più belle della provincia, sono visibili nei musei archeologici di Pesaro, Fano, La scoperta dei musei della provincia di Fossombrone, Cantiano, Cagli, Acqua- Pesaro Urbino può iniziare da una stra- lagna, Macerata Feltria, S. Lorenzo in da antica: la via urbana che attraversa il Campo, Sant’Angelo in Vado, Urbino. Parco archeologico di Forum Sempronii, Città dove si conservano monumenti la città romana di Fossombrone, sorta romani di eccezionale importanza, inte- lungo quella via Flaminia che percorre grati nel tessuto urbano, come nel caso l’intero territorio provinciale dal 220 a.C. dell’Arco di Augusto di Fano; incastona- Le tracce delle genti italiche, picene e gal- ti nello scenario naturale della Gola del liche e poi romane che hanno popolato le Furlo come la galleria fatta scavare nella

Michele Giambono, Polittico, Fano, Pinacoteca civica

21 Gerardo Mercatore, Globo celeste e terrestre, roccia da Vespasiano nel 76 d.C., riemer- sec. XVI, Urbania, Musei Civici si dal sottosuolo come i Bronzi dorati di Pergola, l’unico gruppo di bronzo dorato esistente al mondo giunto dall’età romana ai nostri giorni che rappresenta un proba- bile gruppo familiare, composto in origine da due coppie di figure femminili amman- tate e velate, e da due cavalieri in veste

22 militare d’alto rango, con cavalli riccamen- di Pesaro; città cui è legato il nome del te ornati. musicista Gioachino Rossini e della sua Dall’età antica a quella medievale, scan- Casa museo nel centro storico (da visita- dita dalle numerose abbazie e monaste- re anche le collezioni della Fondazione ri, nonché da committenze di crocifissi e Cassa di Risparmio nel Palazzo Montani polittici su tavola realizzati dalla scuola Antaldi). di Giotto sorta a Rimini, dove il maestro aveva lavorato, provengono le ope- Marta Paraventi re conservate nei musei e nelle chiese di Urbania, Mercatello sul Metauro e nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino (da vedere qui anche il lo- cale Museo della città, il Museo della stampa, il Museo diocesano Albani e la Casa di Raffaello). Per avere un quadro completo del ricco capitolo della pittura e scultura del territo- rio, imperdibili sono i rinnovati musei civici Giovanni Bellini, Incoronazione della Vergine, di Pesaro che conservano la monumenta- sec. XV, Pesaro, Musei Civici le Pala di Giovanni Bellini; di Fano (ricco di dipinti di Domenichino, Guido Reni, Simone Cantarini, Guercino, Guerrieri, Mattia Preti) e della roveresca Urbania, nota sia per i globi di Gerardo Mercato- re (sec. XVI) che per la ricca collezione di disegni e stampe raccolte dalla famiglia Ubaldini. Da non perdere quella di Gradara, il cui castello è una delle mete più visitate della provincia e la ricca Raccolta d’arte del- la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, punto di partenza, quest’ultima, per esplorare il grande tema seicentesco del- la Natura morta. Una civiltà, quella della provincia di Pesa- ro Urbino, a regola d’arte anche per la dif- fusione della ceramica a Casteldurante, l’odierna Urbania, con le collezioni civiche e quelle ecclesiastiche del museo dioce- sano, fino alla grande raccolta dei musei

23 Tommaso Minardi, Lo studio romano di Fortunato Duranti, particolare, Fermo, Biblioteca comunale

24 il collezionismo storico marcHigiano

Le Marche sono un luogo dove il collezio- base di un programma pensato per esal- nismo è stato praticato diffusamente, a tare l’eroe virgiliano, volendo esprimere le partire dalle collezioni di Urbino e del suo ambizioni della famiglia e la nobiltà delle ducato dove, dalla metà del Quattrocento, proprie origini. Ne risulta un ambiente fa- prima i Montefeltro e poi i Della Rovere stoso, ispirato alle gallerie romane, che hanno commissionato i capolavori di Piero ancora oggi affascina i visitatori per la della Francesca, Raffaello, Tiziano che in maniera in cui arredi, affreschi della volta, parte sono conservati nella Galleria Na- tele alle pareti e portelloni delle finestre si zionale delle Marche o in altri musei del integrano con eleganza e spettacolarità. mondo e in parte ricordati nei documenti. Nel corso del Settecento le gallerie col- Negli anni, i signori delle Marche han- locate all’interno dei palazzi, diffuse nel no lasciato un segno destinato a durare territorio marchigiano, non sono poche, a lungo per aver raccolto e conservato sebbene siano più rari gli esempi che oggetti artistici da esporre all’interno dei hanno mantenuto l’originaria disposizione palazzi, delle ville e dei castelli nei quali dei vani, tra i quali il Castello di Lancia- abitavano, espressione, da un lato, della no (nel Comune di Castelraimondo, in propria sensibilità per l’arte e, dall’altro, provincia di Macerata). Edificato alla fine manifestazione concreta della fama e del del Trecento e pensato come rocca difen- successo raggiunti, in quanto rivelatrice siva, fu trasformato in spazio abitativo e dell’affermazione sociale conquistata. di rappresentanza dal marchese Alessan- Partendo da queste premesse, si spiegano dro Bandini. Riaperto al pubblico dopo un l’innata esigenza degli uomini all’accumulo recente intervento di restauro, il castello di oggetti artistici e curiosi e il diffondersi conserva tutt’ora struttura, arredi e colle- di un fenomeno che caratterizza anche le zioni di un tempo all’interno di un percor- Marche, avvicinando le città e i paesi della so che attraversa il singolare gabinetto ci- provincia alle capitali italiane e straniere. nese con arredi e decori originali e pieni di La regione, infatti, è ricca di episodi che, fascino nonché la maestosa galleria rea- nei secoli, ne mettono in luce il variegato lizzata dall’architetto di Camerino Giovan- profilo artistico e i suoi tanti tesori. ni Antinori. Proprio in questi ambienti si Fra questi merita la giusta considerazio- celebrano il prestigio e il gusto alla moda ne la collezione raccolta nel XVIII secolo della famiglia, in equilibrio tra raffinato all’interno del Palazzo Buonaccorsi di senso estetico e fasto. Nella galleria, in Macerata (recentemente oggetto di un particolare, dipinti con soggetti allegorici fine restauro), dove Raimondo Buonac- ed encomiastici si intervallano con busti corsi commissiona opere destinate so- e sculture realizzati per lo più a monocro- prattutto alla Galleria dell’Eneide, sulla mo, mentre specchiere grandi e piccole,

25 collocate tra colonne e lesene, amplifica- no l’ambiente e diffondono la luce. Palazzo Parisani e Palazzo Odoardi ad Ascoli Piceno, Palazzo Pianetti a Jesi, Villa Caprile a Pesaro, Palazzo Mar- colini a Fano sono soltanto alcuni degli edifici storici che, stando a quanto ancora visibile o a quanto ricordato nelle antiche guide delle città, ospitavano al loro inter- no delle gallerie pensate come luoghi ce- lebrativi dei proprietari e come spazi ideali per mettere in mostra le proprie collezio- ni e quadrerie. In questi luoghi, dunque, in modo conforme al gusto delle diverse epoche, pittura, scultura e decorazioni in stucco convivono e creano ambienti adat- ti ad accogliere e a disporre le diverse raccolte, sulla base di studiati criteri espo- sitivi e di arredo. Testimonianze eccezionali del patrimonio artistico privato conservato presso le al- tolocate famiglie marchigiane negli ultimi decenni del Settecento, in anni che quindi precedono le requisizioni napoleoniche e le profonde trasformazioni che ne conse- guono, si possono ricavare dagli appunti manoscritti lasciati dall’erudito bolognese Marcello Oretti e dal marchigiano Luigi Lanzi. Pur tenendo conto delle reciproche diversità, i due resoconti non mancano di annotare le raccolte visitate personal- mente durante i viaggi, ma anche quanto desunto dalle guide e dai testi consultati in merito alle città dello Stato Pontificio. Se ne ricava un quadro che fornisce no- tizie preziose perché mette in luce colle- zioni considerevoli, come, ad esempio, quelle dei marmi antichi di Casa Amiani Piero della Francesca, La Madonna di Senigallia, a Fano, o di Casa Olivieri a Pesaro (poi sec. XV, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche confluita nel Museo Oliveriano), o ancora

26 un ricco fondo di disegni riferiti a Raffaelo sa Vittoria Mosca lasciate, con il Palazzo nel palazzo dei marchesi Antaldi in Urbi- Mazzolari Mosca, alla città di Pesaro allo no, come ricordato da Oretti. scopo di istituire un museo delle arti indu- Altra realtà importante sono i numerosi striali, per educare al gusto le più giovani esempi di case museo che troviamo sparsi generazioni. nel territorio della regione e che rappre- È così che parte del ricco patrimonio ar- sentano ancora oggi una preziosa testimo- tistico privato marchigiano, accumulato nianza di fine Ottocento - inizio Novecento nei secoli, entra nei musei civici ed è oggi del ruolo svolto dalle famiglie marchigiane integrato a quello pubblico, dando vita a in ambito locale e documentano gusto, nuclei collezionistici eterogenei e a nuove abitudini e stile di vita della ricca borghesia strutture museali pronte ad accoglierli. e della nobiltà di provincia. Il Museo Pier- Ma anche questa stagione fu profon- santi di Matelica, la Quadreria Cesarini di damente segnata dal tradizionale radi- Fossombrone, il palazzo di Adriano Coloc- camento locale delle opere d’arte delle ci a Jesi aprono al pubblico le stanze pri- Marche. Con il decreto del 1861 del Com- vate di un tempo e mostrano, nella varietà missario Straordinario Lorenzo Valerio delle collezioni e degli arredi, sorprendenti venivano infatti confiscati i beni degli enti spaccati di vita privata, dove tutto, o quasi ecclesiastici. L’orientamento delle autori- tutto, è sistemato come un tempo. tà del neonato Regno d’Italia era quello Concludendo il viaggio affascinante alla di concentrare, “alla francese”, i grandi scoperta del collezionismo storico mar- capolavori in un unico museo regionale chigiano, ricordiamo ancora la quadreria da collocare a Urbino. Ma i municipi si op- che a metà Ottocento il pittore Fortunato posero con fermezza, sostenendo invece Duranti di Montefortino dona al suo paese l’idea di creare istituti di conservazione natale. La condizione di indigenza nella locali, che furono allestiti solo dopo una quale l’artista versa e il debito accumulato capillare indagine inventariale affidata a con il Municipio motivano il gesto munifico due dei più autorevoli storici dell’arte del che di fatto anticipa, con l’ingente dona- tempo: Giovanni Morelli e Giovanni Batti- zione, quella che dopo l’Unità diventa una sta Cavalcaselle. pratica piuttosto diffusa. Il nucleo più inte- Pur tra mille difficoltà, a fine Ottocento, ressante di questa collezione, che meri- nascevano così i musei e le pinacote- ta di essere citato, è costituito dai dipinti che delle cento città marchigiane, dando dell’artista Corrado Giaquinto e dagli studi origine a uno dei caratteri del patrimonio di grafica dello stesso Duranti. regionale per il quale si è spesso parla- Altri casi noti equiparabili a questo sono to a ragione di “museo diffuso”; molto di ad esempio le collezioni donate dalla no- più che uno slogan: vera scoperta di una bile famiglia Baviera al Comune di Seni- “diversità” culturale sempre più rara, che gallia, insieme con il ‘palazzetto’ nel quale spesso stupisce i viaggiatori di oggi. risiedeva, e quelle di grafica, tessuti, ce- ramiche, arredi, avori, vetri della marche- Cecilia Prete

27 Vincenzo Morani, Ritratto di Amico Ricci, primo storico dell’arte marchigiana, 1856, Collezione privata

28 viaggiatori, connoisseurs e dispersioni del patrimonio pittorico

Nel suo Taccuino di viaggio del 1783 at- alla matrice più colta ed intellettuale della traverso le Marche, l’abate Luigi Lanzi, classe dominante giacobina un formidabi- erudito marchigiano prestato come esper- le viatico per mettere le mani sul patrimo- to antiquario alle collezioni granducali fio- nio culturale. rentine, ‘fotografava’ la realtà artistica di La breccia aperta da Napoleone non si chiese, palazzi, conventi, oratori e case arrestava tuttavia con la sua caduta, ma private delle Marche ‘com’era e dov’era’. continuava ad incidere, come un’onda Il quadro descritto dal Lanzi rappresenta lunga, sul patrimonio rimasto in loco. La l’ultima immagine di una relativa stabili- grave recessione economica, manife- tà che di lì a poco evolverà rapidamente statasi con la Restaurazione, e il diffuso verso una progressiva mutazione del pa- dissesto finanziario, determinato in gran esaggio storico-artistico. parte dai pesanti tributi imposti dal go- A scuotere il secolare assetto, laceran- verno del Regno Italico, avevano colpito dolo inesorabilmente, interviene infatti la duramente tutte le classi sociali. A farne ventata napoleonica, che, tra il 1797 e il le spese, tra gli altri, i detentori del patri- 1811, sconvolge con sistematica e talvol- monio artistico – principalmente il clero ta violenta perseveranza il patrimonio ar- e l’aristocrazia – costretti a privarsi delle tistico delle Marche, requisendo e aspor- loro raccolte, secolare ornamento di luo- tando migliaia di opere. ghi sacri e di palazzi privati, vendute in Perpetrate in un territorio storicamente e blocco o alla spicciolata. Tra queste, un geograficamente ritenuto marginale come gran numero di polittici, spesso smembra- le Marche, queste indebite sottrazioni non ti per ricavarne il massimo profitto, furono rappresentavano un’estemporanea deci- ceduti a spregiudicati intermediari locali, sione emotiva dei Napoleonici di fronte in contatto con il collezionismo d’oltralpe. ad uno scenario culturale ricco quanto Il Polittico di Porto San Giorgio di Carlo inaspettato. In realtà i loro appetiti si era- Crivelli, diviso tra Londra, Boston, Wa- no alimentati sulla base dei resoconti di shington, Oklahoma, Detroit e Cracovia viaggio e sulle guide locali, manoscritte è un clamoroso esempio di ‘vendita fra- o a stampa, che circolavano in Francia. zionata’. Frequentatori settecenteschi del Voyage Tra le prime e le seconde dispersioni, le en Italie erano stati, tra gli altri, famo- Marche hanno dunque subìto – per dir- si e colti viaggiatori come Charles Des la in modo eufemistico – una massiccia Brosses (1739), Nicolas Cochin (1759), ‘delocalizzazione’ di capolavori rilevanti: Jerome De Lalande (1769), che nei loro opere di Gentile da Fabriano, del già ci- itinerari marchigiani avevano scrupolosa- tato Crivelli, di Raffaello, Piero della Fran- mente annotato opere e luoghi, fornendo cesca, Guercino, Guido Reni, Pietro da

29 Cortona e di molti altri artisti raggiungeva- d’Italia, le parole del Carducci trasmettono no destinazioni lontane o lontanissime, a oggi un messaggio di grande attualità: se volte passando di mano in mano, da una è vero infatti che in un’epoca di globaliz- proprietà all’altra. zazione crescente non c’è nulla di più au- Nel rimpianto del tanto che si è perduto, tenticamente irriproducibile del patrimonio due considerazioni vanno fatte: la prima, di storia ed arte, di cui siamo detentori, che pur in un esodo così imponente, è questa delocalizzazione forzata dell’arte ancora moltissimo quanto è rimasto nei assume oggi una connotazione di forte contesti originari e il museo diffuso mar- valore identitario, e le nostre opere, ‘disie- chigiano ne è la testimonianza, e non solo cta membra’ di un patrimonio idealmente uno slogan turistico. unitario sparso nei musei di tutto il mondo, Scriveva nel 1853 l’architetto e collezioni- promuovono degnamente l’immagine delle sta fermano G.Battista Carducci: “I quadri Marche e la sua cultura millenaria. passati oltremonti sono maestri italiani sparsi nel mondo”. Scritte prima dell’Unità Costanza Costanzi

Marcha Anconae, olim Picenum, dal Theatrum Orbis Terrarum, Anversa, 1608, Collezione cartografica Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro

30 la tradizione scientifica marcHigiana e i sUoi mUsei

Le Marche, terra di valenti studiosi anche monio (oltre che di un’enorme risorsa per nei settori scientifici, sono costellate in la ricerca), attraverso cui anche i musei ogni loro provincia di collezioni scientifi- scientifici svolgono la funzione fondamen- co-naturalistiche prestigiose e di indubbio tale di “memoria”. Tra le collezioni stori- valore. La consapevolezza di possedere che più significative è importante ricor- queste ricchezze è giunta tardi a causa, dare la Collezione Orsini, ospitata oggi forse, di una percezione di “bene cultura- nella struttura della Cartiera Papale di le” che in Italia stenta ancora ad includere Ascoli, esempio di testimonianza del lavo- i beni ed il sapere scientifico. Nel Cultural ro di un naturalista di oltre cent’anni fa, e Heritage (letteralmente l’eredità cultura- descrizione di un patrimonio naturalistico le), come lo definiscono gli anglosassoni, del territorio che oggi è per molti aspetti sono invece sintetizzati con un unico ter- cambiato. Il Museo Paolucci, a Offagna mine non solo i “beni” appunto, gli ogget- (in provincia di Ancona) intitolato al natu- ti, ma anche il patrimonio intangibile che ralista anconetano che intrattenne una fit- viene dalla cultura, dalla storia di un po- ta corrispondenza con Charles Darwin, va polo nel suo insieme, dall’ambiente e dal ricordato per la vastità di aspetti che sono paesaggio. toccati grazie alla molteplicità dei reperti Il numero di musei e collezioni scientifico- che aprono lo sguardo su tanti ambienti naturalistiche o scientifico-tecnologiche diversi. Oggi è ricollocato e rivissuto in un censiti nelle Marche è piuttosto limitato, Museo moderno ad Offagna. Nella stessa poco più di venti secondo il censimento direzione, ma corredata di guida ai per- regionale del 2007, ma quelle realmente corsi, anche integrando le collezioni di più presenti sono qualcuna di più. musei, va la Rete dei musei scientifici Si tratta di realtà anche molto diverse tra con collezioni paleontologiche della loro: alcune sono collezioni scientifiche Provincia di Macerata, che collega sei storiche, per lo più legate al territorio di musei del territorio provinciale: Gagliole, appartenenza, altre sono collezioni di pri- Matelica, San Severino, Camerino, Serra- vati appassionati che hanno raccolto o valle di Chienti e Macerata. acquistato reperti dalle provenienze più Come esempio di risorsa è utile citare la varie e poi le hanno rese disponibili ad un Collezione ornitologica Buonaccorsi, Comune, altre sono legate alle Universi- che dal 2001 è ospitata presso il Museo tà, talvolta organizzate come veri e propri delle Scienze dell’Università di Camerino. musei universitari anche con una parte Essa testimonia la biodiversità di inizio dedicata alla ricerca, una parte espositiva secolo per quanto riguarda l’ornitofauna flessibile, ed un’ottima attività educativa della nostra regione (circa quattrocento- e divulgativa. Si tratta di un grande patri- cinquanta esemplari di tante specie diver-

31 San Benedetto del Tronto, una sala del Museo ittico se, alcune ormai completamente scom- lacologico Piceno di Cupra Marittima ed parse dalle nostre aree). il Museo Ittico di S. Benedetto del Tronto. Queste collezioni sono testimonianze utili Alcuni importanti musei scientifici di tipo per ricostruire e capire il territorio, amar- moderno si sono affermati negli ultimi lo, scoprire come si modifica, soprattutto anni. Sono quei musei che svolgono an- oggi che finalmente si sta acquistando la che un importantissimo ruolo di comuni- consapevolezza di cosa vogliano dire bio- cazione scientifica e disseminazione di diversità, sostenibilità, pianificazione terri- informazioni corrette, veri e propri luoghi toriale, monitoraggio ambientale, impatto di incontro con la Scienza con funzione ambientale e di quanto sia importante te- di social learning. In essi l’interazione e nerne conto in ogni manifestazione dell’a- l’interattività sono d’obbligo e realizzano gire umano. un efficace coinvolgimento del pubblico, Grande interesse rivestono anche il Mu- sia adulto che di ragazzi e bambini. seo Polare Zavatti di Fermo (che fa parte È il caso del Sistema Museale dell’U- del complesso museale di Villa Vitali che niversità di Camerino con i suoi Museo raccoglie anche il Museo Tommaso Sal- delle Scienze, Orto botanico “Carme- vadori, il Museo della pipa e una raccol- la Cortini” e Science room che offrono ta di apparecchi fotografici), ilMuseo Ma- una variegata esperienza al visitatore che

32 può ‘immergersi’ tra i fossili della ‘savana’ delle Marche di Ancona ha recentemen- dell’altopiano di Colfiorito di un milione di te creato un Orto Botanico nella selva di anni fa, le formazioni vegetali monumen- Gallignano, alla periferia della città, visi- tali dell’orto botanico storico incastonato tabile e attivo centro di attività didattiche sotto le mura del Palazzo ducale della cit- e divulgative (un altro Orto botanico è tà, gli exhibit ed esperimenti scientifici del- presso l’Università di Urbino, nel centro la sala ad essi dedicata. Il Museo Scien- della città). Recentemente è stato istituito ce Centre del Balì di Saltara, nei pressi di il Museo dell’Innovazione e della Tec- Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, privo nica Industriale ospitato presso l’Istituto di collezioni come ogni Science Centre, tecnico industriale ‘Montani’ di Fermo, isti- ma fornito di exhibit e di quaranta posta- tuzione nata sulla scia delle scuole per le zioni interattive grazie alle quali è possibi- arti e i mestieri francesi dalla quale sono le fare esperimenti e toccare con mano la usciti illustri inventori. scienza, riproducendo fenomeni in prima persona. Anche l’Università Politecnica Maria Chiara Invernizzi

Camerino, una sala della sezione paleontologica del Museo delle Scienze

33 Osvaldo Licini, Angelo ribelle, Ascoli Piceno, Galleria d’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini”

34 l’arte contemporanea

Il carattere storicamente composito del- che risente delle grandi tendenze dell’arte la cultura marchigiana trova nell’ambito italiana ed europea, come accade in specie dell’arte contemporanea una conferma e nella Quadreria Cesarini a Fossombrone un arricchimento. La mancanza di un uni- (Pesaro), ove, per la attività e la consulen- co centro di formazione per gli artisti (solo za, nelle acquisizioni, del già menzionato nella seconda metà del XX secolo le Ac- , prevalgono i caratteri stili- cademie di Belle Arti di Urbino e Macerata stici del (movimento cui si sono aggiunte alla prestigiosa Scuola il pittore diede nome e prove), con opere di del libro di Urbino, fondata nel 1861 come , Achille Funi, Giorgio Morandi, “Istituto di Belle Arti per le Marche” e dive- Gino Severini, Adolfo Wildt, Arturo Martini, nuta, nel 1925, “Istituto di Belle Arti per la Francesco Messina, ma anche di Marino decorazione e l’illustrazione del libro”) ha Marini, e tele e grafiche dello stesso Bucci. fatto sì che i pittori e gli scultori dell’Otto- Più articolata è la collezione di Palazzo Novecento abbiano operato prevalente- Ricci a Macerata, che annovera opere mente secondo itinerari biografici e cre- di varie generazioni di futuristi, dai pio- ativi indipendenti dal territorio regionale. nieri Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Attratti dai luoghi di maggiore elaborazio- Fortunato Depero ed Enrico Prampolini a ne e diffusione dell’arte, in Italia e all’este- ro, alcuni importanti artisti hanno tuttavia trovato il compimento della propria opera Anselmo Bucci, I pittori, 1921-24, Pesaro, Collezione in un dialogo, prima saltuario e mnemo- d’arte contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino nico, poi permanente e diretto, coi luoghi d’origine, facendo delle Marche il conte- nuto delle proprie opere e un punto di vi- sta dal quale riconsiderare i mezzi e i fini dell’arte del loro tempo. Sono stati questi i casi, pur stilisticamen- te assai differenziati, di Anselmo Bucci, Osvaldo Licini, Arnoldo Ciarrocchi, Luigi Bartolini e, infine, di Enzo Cucchi, ai quali fa riscontro un collezionismo che presen- ta caratteri altrettanto variegati, con mu- sei, gallerie e fondazioni in cui si allineano opere dai diversi orientamenti. È possibile riconoscere pertanto, in istitu- zioni sia pubbliche che private, un gusto

35 Ivo Pannaggi, Gerardo Dottori e Umberto che risentono del clima della avanguardia Peschi; insieme a importanti dipinti di am- parigina e dell’astrattismo della Galleria Il biente romano, da Antonio Donghi a Sci- Milione, oltre ad opere di Lucio Fontana, pione, da Mario Mafai a Fausto Pirandello, Hans Hartung e Roberto Sebastian Matta. e di altri movimenti del XX secolo, come Licini è anche ben rappresentato nel Cen- la Metafisica, Corrente, lo Spazialismo, tro Studi omonimo a Monte Vidon Corrado fino alla Pop Art italiana. Sempre aMa- (Fermo). Nella provincia di Ascoli Piceno, cerata, presso i Musei Civici di Palazzo è visitabile, inoltre, il Museo “Adolfo De Buonaccorsi, sono visibili, oltre a opere Carolis”, allestito presso il Polo Museale otto-novecentesche di Gualtiero Baynes e di San Francesco a Montefiore dell’Aso, Giovan Battista Tassara, dipinti del locale paese natale del celebre pittore e illustra- gruppo futurista “Umberto Boccioni” e altri tore. Ad Ancona, nella Pinacoteca Civica relativi ad iniziative e mostre tenutesi nella “Francesco Podesti”, la Galleria d’Arte città durante gli anni Cinquanta, Sessanta Moderna propone una raccolta di dipinti e Settanta. di Carlo Levi, Luigi Veronesi e dei marchi- Alla Galleria civica d’Arte Moderna giani Anselmo Bucci, Corrado Cagli, Luigi “Marco Moretti” di Civitanova Marche Bartolini, Orfeo Tamburi, Valeriano Trub- (Macerata) si trovano tele di Arnoldo Ciar- biani ed Enzo Cucchi. rocchi e grafiche di Giorgio De Chirico, Per la scultura si segnalano la Collezione Leonardo Castellani, Orfeo Tamburi, Do- “Ruggeri-Mannucci” a Fabriano (Anco- menico Cantatore e Renato Guttuso; men- na), il Museo “Diego De Minicis” a Petriolo tre la Galleria d’Arte Contemporanea (Macerata) e il Museo del Torrione della “Osvaldo Licini” di Ascoli Piceno offre Battaglia a Grottammare (Ascoli), con dipinti del maestro di Monte Vidon Corrado opere di Pericle Fazzini, mentre per la pit-

36 tura è stato da poco inaugurato il MAM’S il CART, Centro Documentazione Arte (Mondo Arte Marche) di Sassoferrato. Contemporanea a Falconara Marittima La fotografia trova a Senigallia un notevo- (Ancona) con opere di Valeriano Trubbia- le punto di raccolta e documentazione nel ni; il Museo Internazionale della Cari- MUSINF, Museo Comunale d’Arte Moder- catura “Luigi Marri” a Tolentino (Mace- na dell’Informazione e della Fotografia, rata); e il MIDAC, Museo Internazionale con scatti di appartenenti all’Associazione Dinamico di Arte Contemporanea, a Fotografica Misa, fondata alla metà del No- Belforte del Chienti (Macerata). Rimar- vecento, come quelli di Giuseppe Cavalli, chevole per intensità e contatti, anche Piergiorgio Branzi, Mario Giacomelli (espo- internazionali, l’attività del Centro Arti sto anche in prestigiose fondazioni interna- Visive Pescheria di Pesaro. zionali) e Ferruccio Ferroni. Vi sono inoltre, in varie province delle Roberto Cresti, Silvia Bartolini regione, istituzioni dedite alla diffusione dell’arte in genere e dell’arte contempora- nea in particolare, come il Museo Tattile Statale Omero presso la Mole Vanvitellia- na di Ancona, ove i non vedenti possono condurre, su modelli appositamente pre- disposti, una rara esperienza sensoriale delle forme plastiche eseguite da grandi Enzo Cucchi, Trasporto di Roma, 1994, Ancona, artisti del passato, ma anche fruire di scul- Pinacoteca civica “F. Podesti” ture di Arturo Martini e Francesco Messi- Ivo Pannaggi, Treno in corsa, 1922, Macerata, na, ospitate nella collezione permanente; Museo di Palazzo Ricci

37 38 i mUsei dell’agricoltUra delle marcHe

In uno spot turistico di qualche anno fa una “città giardino” e il Ducato si coprì di l’attore statunitense Dustin Hoffman reci- ville suburbane autopresentandosi come tava l’Infinito di Giacomo Leopardi attra- una sorta di meraviglia della natura, men- versando il paesaggio delle Marche come tre l’area centrale della regione, grazie al trasportato dall’immaginazione prodotta da culto della Santa Casa di Loreto, veniva quei famosi versi. celebrata come una “nuova terra santa”, Il paesaggio è infatti veramente il carattere come un giardino sacro a Maria, che l’ave- più specifico delle Marche, regione altri- va scelta per trasportarvi la propria casa di menti piuttosto variegata e plurale. Il mo- Nazareth (che voleva dire “fiore”). tivo è che l’agricoltura è stata qui molto di Ancora negli anni moderni, lo scrittore più di un’attività economica; piuttosto una fanese Fabio Tombari sceneggiava nella sorta di etica, un vero e proprio sistema sua città la sensibilità ruralista dello “Stra- culturale. Granaio di Roma sin dall’antichi- paese” dell’Italia fascista diventando uno tà, tanto da essere chiamate Piceno anno- degli autori più seguiti nel paese, mentre nario ai tempi della Pentapoli bizantina, le nel dopoguerra l’urbinate Paolo Volponi in- Marche si sono sentite rappresentate dalla terpreta nei suoi romanzi il dramma della coltivazione agricola sia al livello popolare, scomparsa della civiltà contadina e l’arrivo attraverso i più laboriosi mezzadri del pae- di una industrializzazione senza scrupoli, se (cioè i contadini che dividevano a metà e tuttavia senza alcun rimpianto nostalgico il prodotto agricolo con i proprietari, secon- per la dura vita dei contadini. do un istituto diffusosi già nel XII secolo), L’industrializzazione, nelle Marche, arriva sia tra i nobili proprietari, che si dilettavano piuttosto tardi; a metà degli anni Settanta, a scrivere e sceneggiare a teatro drammi modificando profondamente la società e pastorali nei quali vestivano i cenci dei loro il paesaggio, trasformandole in una delle contadini. regioni più manifatturiere d’Europa. Ma Ancora nel XVII secolo, l’accademia ro- la regione riesce ancora a coniugare per mana dell’Arcadia, che codificò il modello un trentennio le nuove modalità di occu- pastorale secondo il quale i soci, gli Arca- pazione, esprimendo una originale forma di, si incontravano travestiti da pastori, era di economia diffusa che ha alla sua base composta di molti proprietari agrari marchi- un nuovo tipo di operaio, che gli econo- giani, che elessero il maceratese Giovanni misti della “scuola di Ancona” definiscono Maria Crescimbeni a loro capo, sotto la “metalmezzadro” e che continua, magari protezione di un papa urbinate, Clemente per autoconsumo e per hobby, a coltivare XI Albani. il campicello. È forse in questa sensibilità Nel XVI secolo la nuova capitale dell’an- che si annidano i geni della qualificata mo- tico Ducato di Urbino, Pesaro, divenne derna produzione alimentare ed enologica

39 collocati in edifici storici di grande fascino. Imperdibili il Museo della civiltà conta- dina di Mombaroccio (Pesaro), quello del lavoro contadino ospitato nel castello dei Conti Oliva di Piandimeleto, quello dedica- to ai vecchi mestieri di Sant’Angelo in Vado o quello del settecentesco Palazzo Battel- li di Sassocorvaro. Uno di essi, chiamato “Sulle tracce dei nostri padri” è allestito nelle cantine del monastero di Montebello, a Isola del Piano (Pesaro). A Sassoferra- to un Museo delle tradizioni popolari è ospitato nel Palazzo Montanari, già mona- Mombaroccio, Museo della civiltà contadina stero delle benedettine, su uno sperone di roccia dentro un piccolo parco urbano, e delle Marche, sempre più note e apprez- raccoglie le testimonianze della vita, del zate. Consapevoli del profondo cambia- lavoro e dei mestieri, dalla cantina alla ca- mento ormai consumato, molti proprietari mera da letto contadina. ed ex mezzadri hanno così cominciato Ma il primo a documentare con rigore spontaneamente, sin dagli anni Settanta scientifico la storia dell’agricoltura marchi- del secolo scorso, a conservare e racco- giana è stato il Museo di storia dell’agri- gliere attrezzi del lavoro contadino, mobi- coltura creato a Senigallia, nel convento di li e suppellettili della vita materiale di un S. Maria delle Grazie, dallo storico Sergio mondo che andava a scomparire. Ne sono Anselmi (1924-2003), fondatore, insieme nati numerosi musei dell’agricoltura, a vol- ad Alberto Caracciolo, di una scuola di sto- te annessi a fattorie ed agriturismi, altre ria economica all’Università di Ancona che

Tradizionale biroccio marchigiano, Morro d’Alba, Museo Utensilia

40 Senigallia, una sala del Museo di Storia della Mezzadria “Sergio Anselmi”

ha dedicato molti studi a questa materia e si documenti delle attività del convento, offerto anche l’occasione per la nascita di tra le quali erano la coltivazione dell’arte altri musei del genere come quello, recen- gastronomica e di quella tessile. A Mon- temente restaurato, di Morro d’Alba, chia- tefiore dell’Aso (Ascoli), nel polo museale mato Utensilia, collocato nelle grotte del San Francesco, un Museo della civiltà camminamento delle mura che circondano contadina documenta la vita nei campi il centro storico. In questa scia si sono poi e quella domestica; all’Abbadia di Fiastra mossi altri musei come il Museo della no- (Macerata), un analogo museo creato nel stra terra di Pievetorina e quello delle Arti 1985 dalla Fondazione Giustiniani Bandi- e mestieri antichi di Montelupone. ni, che gestisce l’intero complesso, rico- Anche se dedicato soprattutto alla vita struisce gli ambienti della vita rurale, le quotidiana delle clarisse del locale con- botteghe artigiane, la casa rurale con una vento, il Museo delle arti monastiche ricca documentazione di foto d’epoca. “Le stanze del tempo sospeso” di Serra de’ Conti (Ancona), nei sotterra- Giorgio Mangani nei del palazzo comunale, offre numero-

41 Una sala del Poltrona Frau Museum, Tolentino

42 i mUsei del “made in marcHe”

Grandi lavoratori, i mezzadri più cele- te di Fratte Rosa (Pesaro). Analoga attivi- brati dalle indagini postunitarie dedicate tà legata alla trasformazione dei prodotti alle condizioni di vita della “nuova Italia”, naturali è stata quella dei cappelli di pa- metalmezzadri come furono definiti negli glia, che trova ancora due dei suoi centri anni d’oro del modello industriale che ha produttivi di riferimento a Montappone e a preso il nome della regione, i Marchigiani Massa Fermana (Fermo) che hanno dedi- hanno avuto sempre un’alta considera- cato a questa attività due musei. zione del lavoro e l’hanno conservata an- Si collocano in questo stesso filone il Mu- che quando l’industrializzazione ha sosti- seo del vino cotto di Loro Piceno, che tuito, in pochi decenni, l’attività agricola, vanta di essere il luogo di elezione di que- facendo delle Marche una delle regioni sta produzione tipicamente marchigiana. più manifatturiere d’Europa. Entrando in una dimensione un po’ più Un modo per conoscere le Marche è an- industriale, a Pievebovigliana (Macerata), che questo: visitando le collezioni che do- il Museo civico dedica spazio alla storia cumentano, qua e là, la capacità di usare, di una notissima distilleria storica locale, oltre la testa, le mani e le macchine di la Varnelli, che ha allietato generazioni di questa regione. bevitori di caffè con il loro Mistrà, liquore Si può cominciare con le ceramiche, arte nella quale Pesaro e Urbania (l’antica Ca- steldurante) hanno avuto, dal XVI secolo, grande notorietà internazionale. Importan- ti collezioni sono visitabili al Museo civico di Pesaro (e nella raccolta del Palazzo Montani Antaldi della Fondazione Cassa di Risparmio) e in quello di Urbania; ma un museo dedicato alle ceramiche è stato da qualche anno allestito anche ad Ascoli Piceno. Una notevole collezione durantina (cioè di Casteldurante) di vasi da farma- cia è conservata alla Pinacoteca civica di Jesi. Produrre terrecotte era comunque un’attività diffusa ovunque nelle Marche, per le esigenze ordinarie della vita familia- re. Una testimonianza di questa versione povera della ceramica è al Museo degli Maiolica, manifattura di Casteldurante Orci di Barchi e al Museo delle terrecot- sec. XVI

43 Pila idraulica a magli per sfilacciare gli stracci e produrre la pasta della carta, ricostruzione. Fabriano, Museo della carta e filigrana all’anice con il quale i Marchigiani lo “cor- dai pellegrini di passaggio per Loreto. A reggono”, specie dopo i pranzi della do- questo straordinario strumento, amato da menica. Cupramontana (Ancona), invece, grandi musicisti contemporanei, è dedica- patria del vino Verdicchio, altra caratteri- to il locale Museo internazionale della stica produzione enologica marchigiana, Fisarmonica. offre (nello stesso edificio che ospita l’E- La presenza di corsi d’acqua che scor- noteca civica, dove si possono gustare le revano un tempo copiosi dagli Appennini diverse varietà qui prodotte) una raccolta verso l’Adriatico ha consentito alle Mar- di oltre centomila etichette per bottiglie di che di sviluppare, già nel medioevo, atti- vino, non solo locali, conservate nel Mu- vità manifatturiere avanti lettera. La carta seo internazionale dell’etichetta. di Fabriano è tra le più famose al mondo Gli amanti del ricamo possono visitare il e il locale Museo della carta e della fi- Museo del merletto a tombolo a Offida ligrana consente di capire il processo di (Ascoli Piceno). Prova della duttilità e ca- fabbricazione della carta messo a punto pacità manuale dei Marchigiani (maschi e qui già nel XIII secolo. È tra i più visitati femmine) nel manutenere gli attrezzi del- delle Marche e vi si possono anche ac- la propria attività si scopre anche a Ca- quistare risme di carta fatta a mano, che il stelfidardo (Ancona), che nel XIX secolo visitatore viene anche guidato a produrre diventò la capitale della produzione delle da solo, sotto l’occhio attento del “mastro fisarmoniche. Qui, infatti, fu messo a pun- cartaro” (un museo analogo è a Pioraco). to lo strumento, a partire dagli organetti Il segreto della carta di Fabriano era l’im- in uso nel mondo contadino ed utilizzati piego della colla animale che la rende-

44 va consistente evitando all’inchiostro di spandersi. Questa innovazione creativa fu resa possibile anche dalla diffusa presen- za, nella regione, di numerose concerie di pelli che spiegano lo sviluppo contempo- raneo della produzione calzaturiera, spe- cie nel Fermano, ancora oggi uno dei set- tori strategici dell’industria marchigiana, rappresentata da testimonial come Diego della Valle delle Tod’s. Alla storia di questa produzione è dedica- to il Museo della calzatura di S. Elpidio a Mare, che raccoglie curiosità da tutto il mondo, e persino le scarpe di una legio- ne di personaggi famosi. È probabilmente connessa a questa competenza delle ma- Castelfidardo, una fisarmonica della collezione del estranze locali nel maneggiare il pellame Museo Internazionale della Fisarmonica la perfezione tecnica ed estetica raggiunta da un’impresa come la Frau di Tolentino (Macerata), famosa per le sue poltrone. l’acqua del mare. L’azienda fu trasferita qui dal Piemonte Ai saperi della marineria sono dedicati nel Novecento e, compiuti nel 2012 cen- alcuni musei locali. A Pesaro il Museo to anni di attività, ha allestito nel proprio della marineria, dedicato alla passione stabilimento un Poltrona Frau Museum, collezionista di Washington Patrignani, millequattrocento metri quadri di docu- racconta le tipologie delle imbarcazioni menti e prodotti che hanno fatto la storia in uso e le locali tradizioni marinare. A del mobile e del design. San Benedetto del Tronto, fra i maggiori porti pescherecci italiani, il Museo della Se la Frau è ancora oggi un fiore all’oc- chiello della manifattura italiana non è da civiltà marinara delle Marche, collocato meno quella della produzione meccanica proprio nell’area del Mercato Ittico, rac- pesarese. A Pesaro, dall’inizio del Nove- conta la tradizione locale fatta di mestieri, cordari, reti, imbarcazioni (famose le pa- cento fino al 1980, fu attiva una industria meccanica, la Morbidelli, produttrice di ranze ritratte da Adolfo De Carolis), vele moto, cui è ora dedicato un museo privato multicolori, storie, superstizioni e anche di che espone trecento modelli. incontri multietnici. Il museo è il naturale Sul litorale adriatico un mondo diverso da completamento di una vacanza nella ca- quello contadino e manifatturiero (legato pitale della “Riviera delle palme”. spesso alla disponibilità dell’acqua dei fiu- mi usati come forza motrice) ha avuto le Giorgio Mangani sue epopee su un’altra tipologia di liquido:

45 Particolare dal complesso bronzeo di Cartoceto, Pergola, Museo dei Bronzi Dorati e della città di Pergola

46 gli aUtori

Silvia Bartolini collabora con il Dipartimen- to di scienze storiche, documentarie, artisti- che e del territorio “Renzo Paci” dell’Univer- sità di Macerata. Costanza Costanzi ha lavorato al Centro beni culturali, al Servizio Cultura della Re- gione Marche ed è stata direttrice dei Musei civici di Ancona. Roberto Cresti insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università di Macerata. Maria Chiara Invernizzi è Ricercatrice in Geologia presso l’Università di Camerino. Giorgio Mangani ha insegnato Geografia nelle Università di Bergamo, Bologna e Po- litecnica delle Marche; è direttore del Siste- ma Museale della Provincia di Ancona. Marta Paraventi, laureata e specializzata in Storia dell’arte, è responsabile dell’Ufficio Musei e della Promozione Cultura e Turismo della Regione Marche. Roberto Perna insegna Archeologia all’U- niversità di Macerata ed è direttore del Si- stema Museale della Provincia di Macerata. Cecilia Prete insegna Storia dell’arte mo- derna all’Università di Urbino. Alessio Torino ha esordito nel 2010 con il romanzo Undici decimi (Pequod), premio Bagutta Opera prima e Frontino, cui sono seguiti Tetano (2011, Premio Lo Straniero) e Urbino, Nebraska (2013), entrambi editi da minimum fax.

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