Passeggiando a Roccaromana
Storia Natura Arte e Tradizioni
tesori nascosti dei territori montani dell’Alto Casertano
Strolling around the Cultural Treasures Nature and Heritage in Roccaromana
La vita può essere capita solo tornando indietro ma deve essere vissuta andando avanti.
S. Kierkegaard
“Passeggiando a Roccaromana”
Dedicato ai cittadini del passato, al loro coraggio, ai loro valori e alla loro dignità e donato nelle mani delle generazioni future affinché comprendano il valore e l’essenza della vita presente.
Ringraziamenti:
Questa produzione è stata possibile grazie alla collaborazione gratuita di:
Gli Amministratori
Argenziano Vincenzo Attanasio Pietro
• Dott.ssa Giovanna Perrotta sviluppatore della ri-
cerca storica e traduzione
Di Matteo Angelantonio Mazzacane Concettina Nocera Angelo Pelosi Nicola Tommasone Domenico
• Dott. Angelantonio Marcello sviluppatore della ri-
cerca storica
• Sig. Gaetano Melillo collaboratore ufficio Sociale
che ha curato la parte di monumenti storici e la stesura delle informazioni artistico - paesaggistico
• Le Associazioni * Torre Normanna * Giovanni
Paolo II * Pro Loco di Roccaromana
• In particolar modo si ringrazia l’impresa Cogeme
S.r.l. di Giuseppe Zoccolillo di Piedimonte Matese,
esecutrice dei lavori di restauro e per la disponibilità di stampa.
• I tecnici del progetto Ing. Olindo del Monaco,
Geom. Antimo D’Agostino, Arch. Umberto Fusco.
Foto di Copertina:
Studio Angelo Perrotta fotografo
• I R.U.P. del Comune di Roccaromana: Geom. Anto-
nio E. Fortini e Geom. Russo Iolando con l’ass. tecn. Geom. Attanasio Antonio.
Stampa: Tipografica del Matese Srl S. P . 3 39 - Piedimonte Matese (Ce)
T e l. 0823 911642
La Torre Normanna e la Chiesa della Madonna di Castello sono, oggi, orgoglio di un intero territorio e meta di molti visitatori che restano incantati dalla maestosità del luogo e dal fascino della circostante natura incontaminata. Nell’opuscolo vengono presentati sinteticamente altri luoghi storici e naturalistici di Roccaromana che con la Torre Normanna e la Chiesa compongono lo scrigno magico di questo paese. Il nostro governo del territorio ha avuto come obiettivo la rinascita del luogo attraverso la rivalutazione e promozione della cultura locale e delle sue testimonianze storiche e paesaggistiche. Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti e delle opportunità importanti che abbiamo offerto alle generazioni future, grazie all’impegno costante e continuo degli amministratori e alla collaborazione delle associazioni locali.
PREMESSA
“Passeggiando a Roccaromana” offre una breve im-
magine di Roccaromana e delle sue due frazioni, Statigliano e Santa Croce. Nei quindici anni della nostra Amministrazione abbiamo mirato a rivalutare il paesaggio naturalistico, ciò che poteva raccontare delle sue radici e ciò che di bello ed importante si poteva preservare e trasmettere. Attraverso l’impegno morale ed istituzionale, con pazienza, passione, amore e disponibilità, abbiamo lavorato provando a dare significato, consistenza e valore a quegli elementi naturali e storici che erano stati e rimanevano dei “tesori” accantonati su cui investire in senso materiale e conoscitivo. L’idea è nata dalla realizzazione di un’opera che affonda le sue radici nella nascita del nostro territorio, la ristrutturazione del castello di Roccaromana di cui, oggi, rimangono la Torre e la Chiesa adiacente. Questi due monumenti storici che risalgono agli inizi del XI e XII secolo sono stati lasciati abbandonati da secoli alle barbarie delle guerre e del tempo. La Torre non aveva avuto più interventi di ristrutturazione fin dalla costruzione del maniero medioevale (risalente al 1100 ca.); la Chiesa, dopo la II Guerra mondiale, è stata ricostruita grazie agli abitanti del luogo e del duca Paternò - Caracciolo nel 1945 ma, poi, finora abbandonata.
Buona Passeggiata …..
Il Sindaco
Anna Filomena De Simone
Nel 2005 abbiamo espropriato gli immobili ai privati e nel 2006 abbiamo ottenuto il primo contributo europeo che non è stato concretizzato per procedure del governo regionale. Finché, nel 2009, con un nuovo finanziamento, e con immensa soddisfazione, iniziano le procedure e i lavori, terminati con l’inaugurazione del 20 maggio 2016.
5
V e duta panoramica dalla T o rre Normanna
(secondo livello)
In primo piano la Madonna di Castello e in secondo piano uno dei dipinti del ‘500 nell’abside della Chiesa
la scoperta delle proprie radici, possa acquisire identità e radicarsi maggiormente sul territorio. Numerose civiltà hanno attraversato il suolo di Roccaromana (sannitica, romana, longobarda, normanna, sveva, angioina, francese e così via).
PRESENTAZIONE
DI PIETRO BOCCIA
Il volumetto “Passeggiando a Roccaromana” è un bozzetto di immagini, che, attraverso il recupero delle origini storiche del territorio di Roccaromana e l’immersione non solo nella natura dei luoghi incontaminati e suggestivi ma anche nella buona amministrazione della cosa pubblica e nella “fatica” della vita quotidiana dei cittadini, fa esaltare il lettore e il turista. È stato una “fatica” corale soprattutto dell’amministrazione comunale, sicché, come scrive nella Premessa il Sindaco, prof.ssa Anna De Simone, con “l’impegno morale ed istituzionale, con pazienza, passione, amore e disponibilità, abbiamo lavorato provando a dare significato, consistenza e valore a quegli elementi naturali e storici che erano stati e rimanevano dei ‘tesori’accantonati su cui investire in senso materiale e conoscitivo”. Le bellezze naturali e l’eredità storica (Chiese e monumenti) sono opportunamente trattate nel volumetto. Tralascio, perciò, di approfondire gli elementi storico-artistici e il paesaggio naturalistico del territorio di Roccaromana, suggerendo, tuttavia, al turista di scrutarli dall’alto della Torre Normanna, per rimanere incantato all’apparire del pa-
Con uno sguardo antropologico e sociologico non posso, comunque, abbracciare l’ipotesi di alcuni storici, che ritengono plausibile la pacifica nascita di Roccaromana, per il fatto che l’unico “superstite della rovina della città sannitica, nascosto a mezzo dai monti, restava, come sostiene Raffaele Alfonso Ricciardi in Roccaromana – Monografia storica, 1887, British Library-, sempre il Vicus Statilianus, misera frazione, e col succedersi degli anni la popolazione accrescendosi, non potendo più rimanersene quasi racchiusa nello stretto campo, cui i colli facevan corona, parte dei suoi abitanti, sempre lavoratori di terra, discesero nella vicina pianura e cominciarono ad abitarla. Però le prime case apparvero sparse, disgiunte, senza un nome speciale, ma a poco a poco la famiglia cresciuta, stretti parentadi con i paesi circonvicini, non volendo distaccarsi dalla casa-madre, dettero origine ai casali, che riuniti sotto il nome unico di Roccaromana, andarono soggetti ai Duchi di Benevento, ai Principi di Capua”. Non è, per me, attendibile che chi si allontani liberamente dal proprio gonfalone non desideri mantenerlo sul territorio di destinazione, allo scopo di non disperdere l’identità originaria. Verosimilmente, è per volontà di Roma, che, dopo la terza guerra sannitica (298-290 a.C.) volle contrapporre al “Vicus Statilianus”, strenuo baluardo dei Sanniti, l’edificazione di Roccaromana.
- norama sottostante fino
- a
- travalicare la
verdeggiante vista di Monte Maggiore per intravedere, all’orizzonte, il mare. È un imponente spettacolo di arte e di paesaggio che solo una maestosa e incontaminata natura può offrire all’occhio umano. Tenterò, invece, d’indagare sulle origini storiche di Roccaromana, convinto che l’uomo, solo attraverso
7
7
Il Sannio, alla caduta dell’impero romano, divenne un territorio conteso tra i Goti e i Bizantini, ma, nel 570 d.C., fu invaso e conquistato dai Longobardi. Di conseguenza, anche sul territorio di Roccaromana si fece sentire l’indiretta dominazione longobarda, cui, nell’anno 1138, subentrò quella normanna.
Sull’attraversamento di tanta e significativa storia (sanniti, romani, longobardi, normanni, svevi, angioini, francesi fino al passaggio dell’esercito garibaldino contro il dominio del regno borbonico) il monumento che ancora oggi contraddistingue il territorio è certamente la maestosa Torre normanna, che diventato, dopo il restauro, un sito storico, irradia, dominando il panorama sottostante di Roccaromana e di Santa Croce, il monte Castello di Statigliano.
T a li crudelitate audita, Praesentianum castellum et Roccaromana ad Regis voluntatem convertitur et alia castella circumquaque contigua.
Questo fa suppore che, in tale periodo, Roccaromana fosse tenuta in forte considerazione e temuta. Perciò, ebbe l’occasione di veder costruita sul suo territorio una maestosa e imponente Torre. Alla dominazione normanna, dopo la parentesi papale (1229) di Gregorio IX, che reclamava il fatto che le Due Sicilie dovessero appartenere al dominio della Chiesa per diritto divino e a causa della scomunica di Federico II, il territorio di Roccaromana passò, quando gli Svevi decisero di reagire alle velleità del pontefice, sotto la dominazione dell’imperatore. Dopo alcuni anni, nel 1269, per volontà del re, Carlo I, i dominatori angioini, subentrando alla dominazione della Svevia, ottennero il potere, che ressero per molto tempo sulla baronia di Roccaromana. Viro nobili Andreas de Roccaromana donatur Baronia Roccae Romanae, Petrae Millariae, S. Felicis et Petra de Justitiaratu Terrae Laboris.
8
vento, fu sottoposta a tale regime. Vestigia del dominio longobardo sono la torre cilindrica che dal Monte Castello domina il paese e la grotta di Melanico. Quest’ultima dedicata all’Arcangelo S. Michele, protettore degli eserciti longobardi scesi in Italia nella seconda metà del 500 d. C., riuscirono a riunificare buona parte del Mezzogiorno nella cosiddetta Longobardia Minor. All’epoca la città più importante a noi vicina era Capua, che dipendeva direttamente dalla capitale Benevento. Probabilmente quando questo popolo giunse nelle nostre terre, esisteva ancora quel Vicus Statilianus, forse residuo dell’antica Saticula, che accrescendosi numericamente aveva cominciato a trasferirsi nella pianura sottostante, l’attuale borgo di Roccaromana. Dovevano essere case sparse, non sottoposte a nessun signore diretto, ma dipendenti dal gastaldato di Teano, che a sua volta dipendeva dal principato di Capua, il cui più eminente signore fu Pandolfo. Con il pericolo delle incursioni esterne, soprattutto saracene, nell’ 800 i vari siti dell’entroterra campano cominciarono a dotarsi di mura e fortificazioni, entro le quali proteggersi in caso di attacchi esterni, e la popolazione locale cominciò a porsi sotto la protezione dei signori che le avevano fatte costruire. È proprio in questa fase che potrebbe inquadrarsi la costruzione di un originario impianto di difesa di Roccaromana. I longobardi abitarono questa zona almeno fino al 1100, quando si presentarono sulla scena i Normanni.
Cenni di storia
1. «Una città fortissima, grandiosa, fortunata oppugnatrice della romana potenza, sorgeva, sono oltre 2000 anni nel Sannio, in un sito ove ora non è che sassi, boschi, torrenti e vallate… SATICULA » Si ritiene da molti storici che dopo la distruzione di Saticula, situata fra i monti, durante le guerre sannitiche, punica e sociale, parte degli abitanti sia scesa in zona più comoda ed abbia dato origine all’abitato di Roccaromana e, successivamente, a quello di S. Croce. Incerta è anche l’ubicazione di Saticula, citata spesso da Tito Livio; Trutta (1776) la colloca in una valle sotto M. Raito sulla strada Statigliano-Saragallo Maiorano; il canonico Fusco (1953) la identifica con Statigliano, che deriverebbe da Proedium Saticulanum. Ad oggi non risulta ancora facile fornire una collocazione esatta del toponimo Saticula, infimam vallem citata da Livio nella sua Storia di Roma, Ab Urbe Condita e ricordata da Virgilio nell’Eneide (« Saticulus »). Per alcuni sarebbe da collocarsi « verso il lato orientale di Monte Maggiore, ove la catena si unisce col Trebolano, a Sud Est di Roccaromana e Statigliano », mentre per altri parrebbe coincidere con l’attuale Sant’Agata dei Goti (Bn). Le origini del feudo risalgono alla venuta dei Longobardi, il primo popolo che diede un ordinamento politico territoriale più organizzato. Furono i Longobardi che introdussero il sistema feudale, mostro uscito dalle foreste dei barbari, come fu definito da Winspeare (1811) ed anche Roccaromana, che faceva parte del potente ducato longobardo di Bene-
Il toponimo di Roccaromana, invece, viene menzionato per la prima volta nel 1101 quando Adamo de Roccaromana fa la sua comparsa tra gli uomini
9
d’arme del I Principe di Capua. Appena undici anni dopo, un documento dell’Abbazia di Montecassino testimonia il giuramento del conte di Teano che prevede la difesa in armi contro qualunque nemico dell’abbazia eccezion fatta per Guaimondo de Rocca Romana. Nel 1117, il castello di Roccaromana sarà incluso nei possedimenti che Gerardo abate di Montecassino conferisce al Convento di S. Giovanni Battista in Capua. Il «castello di Roccaromana», quindi, andrebbe datato in un periodo storico compreso tra XI e XII secolo, ovvero negli anni centrali del Medioevo. Secondo Ricciardi (1887), che lo rileva da Dissertazioni sopra le Antiche Antichità Italiane di Muratori (1766), il primo feudatario, del quale si hanno notizie sicure, è Adamo de Roccaromana, che ottenne il feudo con diploma del 1101 di Riccardo II, Principe di Capua. Tale famiglia, che assunse il cognome dal nome del suo feudo, dominò Roccaromana, comprendente anche le terre di Pietramelara, Pietravairano e S. Felice, fino al 1326 (Ricciardi 1893). Con l’entrata in vigore delle leggi eversive della feudalità, emanate da Giuseppe Bonaparte in data 2.8.1806, scompare l’ultimo feudatario nella persona del generale Luca Caracciolo, Duca di Roccaromana. alla guarnigione per la sorveglianza del territorio e un altro nucleo nettamente più in basso. Questo nucleo inferiore era provvisto di un cinta muraria fortificata con torri che cingeva il borgo antico, dove c’erano le abitazioni, le scuderie e il palazzo baronale, residenza del signore. A detta del Ricciardi l’ingresso principale era situato in località Caiazzi, mentre uno dei confini della fortificazione coincideva con delle mura poste nei pressi dell’attuale chiesa di San Cataldo, che partendo da una torre si snodavano in linea retta verso il monte Castello, in prossimità della cosiddetta rava. D’altronde è con l’arrivo dei Normanni che si assiste ad una vera diffusione dei siti fortificati d’altura che, posti spesso in diretta connessione con alcune direttrici viarie di età romana, nella Media Valle del Volturno, così come in tutta l’Italia Meridionale, creano una fitta rete di insediamenti che imbrigliano letteralmente il territorio. Il castello di Roccaromana si inquadra bene in un tale sistema insediativo ed i frequenti rapporti che l’omonima famiglia intesse con il monastero di S. Giovanni di Capua, ne confermerebbero il ruolo centrale nella politica di controllo e di organizzazione economica del territorio circostante. Sebbene le indagini archeologiche abbiano portato alla luce soltanto i contesti di frequentazione più tarda del sito, l’ipotesi di una torre quadrangolare precedente quella attualmente visibile, come vero e proprio nucleo fortificato con duplice funzione militare e residenziale, induce ad alcune considerazioni preliminari. L’originario impianto, seppur non ricostruibile nel dettaglio, poiché inglobato nella torre circolare,
2. Il castello tuttavia non comprendeva solo la torre principale. Era composto di fatto da due nuclei, collegati tra loro probabilmente da un viottolo fortificato: un nucleo sommitale, con al centro la torre normanna, l’annessa cappella della Madonna del Castello e il circuito delle mura difensive, destinato
10
permette di ipotizzare che il periodo di realizzazione del mastio sia da collocare quanto meno nell’ambito dei secoli centrali del Medioevo, ossia tra la fine dell’XI e il XII secolo, quando tra l’altro compaiono le prime attestazioni del sito nelle fonti scritte documentarie. Con i Normanni, Roccaromana diventa di fatto una baronia autonoma sottoposta alla giurisdizione del suo signore, vero e proprio arbitro e giudice della giustizia e di ogni aspetto della vita pubblica
1. The origins of Roccaromana are traced back to the Samnite dominion in the IVth or Vth century B.C. in the place called Saticula further upstream of Roccaromana (now Statigliano) as mentioned by the latin authors Livy and Virgil. It is still not easy to provide an exact location, for some historians it would be placed «towards the eastern side of Monte Maggiore to the south east of Roccaromana and Statigliano», while for others it would coin- cide with the present Sant'Agata of the Goths in Be- nevento. After the defeat of Samnite people by Romans, people from Saticula descended towards the valley, the current Roccaromana and S. Croce. When the Longobards descended in Italy in the se- cond half of 500 A.D. introduced the feudal system. V e stiges of this domain are the cylindrical tower that dominates the village from Mount Castello and the cave of Melanico, dedicated to the Archangel St. Michael, protector of the Longobards armies. They remained up to the year 1100 when the Nor- mans arrived in Italy. The name Roccaromana, in- stead, is first mentioned in 1101 with Adam de Roccaromana among the men-at-arms of the Nor- man Prince of Capua Richard II. This family took the surname from its feud and dominated Rocca- romana, including the lands of Pietramelara, Pie- travairano and S. Felice, till 1326 (Ricciardi 1893). With the entry into force of the subversive Laws of Feudality in 1806, the last feudatory disappeared in the person of General Luca Caracciolo, Duke of Roccaromana.
3. Attualmente, Roccaromana si presenta come un comprensorio particolarmente interessante dal punto di vista storico-archeologico, caratterizzato dalla presenza dell’uomo dall’età sannitica a tutto il Medioevo senza soluzione di continuità. Tale interesse è dimostrato dai numerosi rinvenimenti, per lo più casuali, che restituiscono, se pur in modo ancora frammentario, l’immagine di un’area ricca di presenze antropiche soprattutto lungo la fascia pedemontana del Monte Maggiore. Aree di sepoltura, cisterne romane, muri di terrazzamento e resti di un’imponente villa repubblicana (in loc. Grotte di Roccaromana), sono solo alcune delle tante tracce lasciate dall’uomo in questo territorio. Tuttavia quanto detto, consente quantomeno di inserire il sito di Montemaggiore nell’ambito del sistema di fortificazioni della Media Valle del Volturno e nel contesto geografico più ampio della Terra di Lavoro.
11
2. The castle of Roccaromana, then, should be dated in between XI and XII century, in the middle ages. It consisted of two nuclei, probably connected by a fortified path: a summit nucleus, with the Nor- man tower at the centre, the annexed chapel of the Madonna del Castello and the defensive walls, destined for the garrison for the surveillance of the territory, and another nucleus sharply below equip- ped with a fortified walls with towers that encircled the ancient village, where there were the dwellings, the stables and the Baronial palace, residence of the Lord. According to Ricciardi the main entrance was located in Caiazzi locality, while one of the boundaries of the fortification coincided with the walls placed near the present church of San Ca- taldo running out from the two towers to Mt Cas- tle.
3. Currently, Roccaromana is particularly an inte- resting area from the historical-archaeological point of view, where people lived from the age of Samnites to the whole Middle Ages without inter- ruption. Numerous discoveries, mostly random, re- turn in a fragmentary way, the image of an area rich in anthropic presences especially along the foothills of Mt Maggiore. Burial areas, Roman cis- terns, terracing walls and remains of an imposing Republican villa (in Loc. Caves of Roccaromana), are just some of the various traces left by man in this territory.
12
filari abbastanza regolari di bozze in calcare. Le bozze appaiono abbastanza omogenee sia per taglio che dimensione, anche se si nota la presenza di pochi scapoli e scaglie inserite come inzeppature per regolarizzare la muratura stessa. Nella porzione di muratura superiore sono ancora leggibili le giornate di lavoro, evidenziate dai piani di posa della malta e dalla presenza di alcune buche di palo a sezione quadrangolare. La zona sommitale dell’altura, dove si collocano la torre e l’edificio religioso, è interessata da numerose macere e piccoli tratti di muratura che fanno intuire la presenza di altre strutture ed ipotizzare quindi un’organizzazione dello spazio piuttosto complessa ed interessante.
Chiese, Monumenti Storici e Arte
LA TORRE NORMANNA - FRAZ. STATIGLIANO
4. Testimonianza storica delle origini, il sito si sviluppa sulla sommità di Monte Castello, nella frazione Statigliano del comune di Roccaromana. Il toponimo stesso della frazione (riferibile ad una proprietà che si estendeva ad est di Monte Castello) è indice di una frequentazione antica, riconducibile ad età romana e riferibile con ogni probabilità al nome personale del proprietario Statilius. Sulla sommità del monte Castello si erge un’imponente torre a pianta circolare. La struttura si conserva ancora con un alzato di diversi metri ed è realizzata interamente con apparecchiature in opera mista a
Lo spessore delle murature raggiunge il metro.