Evoluzione della musica italiana 2 Gli anni Sessanta o, se preferite, i "mitici" anni Sessanta come spesso molti amano definirli, hanno rappresentato certamente il decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento generazionale che il secolo scorso abbia mai visto. Gli eventi

S socio-politici e culturali di quegli anni avrebbero infatti i t u a inevitabilmente influenzato e modificato profondamente z i o n valori, aspirazioni e stile di vita delle future generazioni. Prima e

s o la beat generation e in seguito la musica pop, diventano il c i o - nuovo modo di espressione dei giovani, che si identificano p o l i sempre di più nei loro idoli musicali. Sono gli anni in cui si t i c affermano i media, la cultura pop e la minigonna, che fa a emergere una nuova figura femminile che abbandona gradualmente l'etichetta formale in favore di una maggiore espressione di libertà. Nella prima parte del decennio L'Italia risente ancora dei benefici del boom economico, che favorisce le attività economiche ed il progresso della tecnologia. Sono sempre di più gli Italiani che scendono nelle piazze per manifestare i loro ideali politici ed esprimere il proprio dissenso; proprio le piazze saranno teatro, qualche anno più tardi, verso la fine del decennio, delle grandi contestazioni giovanili che culmineranno nella grande rivoluzione culturale del '68. I primi Cantautori

La contrapposizione fra melodici e urlatori non ebbe ne vincitori ne vinti. Il vero elemento di novità, negli anni sessanta, fu costituito da un gruppo di musicisti che prendevano a modello gli chansonniers (cantautori) francesi le cui canzoni parlavano un linguaggio più aderente alla realtà e nello stesso tempo recuperavano alcuni aspetti della tradizione popolare. I cantautori italiani (così furono detti, poiché scrivevano i propri testi e le proprie canzoni, al contrario dei loro predecessori che si limitavano a interpretare canzoni scritte da altri) misero in discussione alcuni dei canoni tradizionali della musica leggera. Le loro canzoni si basavano su un accompagnamento semplice, spesso affidato solo alla chitarra; inoltre davano la massima importanza al testo, affrontavano talvolta temi sociali, ma soprattutto rinnovavano il repertorio dei temi tradizionali come l'amore e la famiglia, evitando i luoghi comuni e le banalità.

cantante o cantautore francese

chi canta canzoni da lui stesso composte I cantautori più importanti degli anni sessanta sono quelli appartenenti alla cosiddetta "scuola genovese"genovese".. Umberto Bindi , , Luigi Tenco e Fabrizio De André ; si affermano però anche i milanesi ed , l'astigiano Paolo Conte e l'istriano .

Le “scuole regionali” Il Giallo dellaLuigi morte Tenco di Luigi Tenco

Nel 1967 Tenco si presentò (qualcuno sostenne suo malgrado) al Festival di con la canzone Ciao amore ciao , cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente: lui stesso e Dalidà (sua compagna all’epoca). Il brano di Tenco non venne apprezzato dal pubblico e non fu ammesso alla serata finale del Festival classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto. Rientrato all'Hotel Savoy, venne successivamente trovato morto nella camera che occupava. I primi a rinvenire il cadavere furono, presumibilmente, il suo amico , e successivamente la stessa Dalidà con cui, soltanto qualche ora prima, aveva cantato al Salone delle feste del Casinò di Sanremo . Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa. Venne trovato un biglietto vergato a mano (che più perizie calligrafiche hanno poi consentito di attribuire allo stessoTenco) contenente il seguente testo: ««IoIo hohovoluto bene alalpubblico italiano eegligli hoho dedicato inutilmente cinque anni della mia vitavita.. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) mama come atto didi protesta contro ununpubblico chechemanda ”Io”Io tutu eelele rose” inin finale eeadad una commissione cheche seleziona ”La”La rivoluzione”rivoluzione”..SperoSpero checheserva aachiarirechiarire lele idee aaqualcunoqualcuno..CiaoCiao..LuigiLuigi..»» Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l'anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti dubbi sulle cause della sua morte: ad esempio a causa del fatto che non fu mai ritrovato il proiettile che ne causò la morte. I Complessi beat

Accanto ai cantautori, nella seconda metà degli anni sessanta si affermano anche in Italia i primi complessi, come iiGigantiGiganti , iiDikDik DikDik , l'Equipe 8484 e iiNomadiNomadi nati sull'onda del successo dei complessi beat inglesi e americani. Questi gruppi inizialmente si limitarono a reinterpretare o a imitare le canzoni dei complessi stranieri, ma ben presto svilupparono uno stile originale, legato alla tradizione melodica italiana. Canzoni allo specchio

Queste due canzoni sono state pubblicate nello stesso periodo degli anni sessanta. Una dal gruppo de “I“INomadi” e l’altra da i “The Rokes”” Rokes ,,un gruppo inglese che però cantava in italiano nel nostro paese. Notate come, alla fine, il concetto di disagio dei giovani capelloni di quel periodo, verso la società, spunti dai testi che esprimono più o meno gli stessi pensieri. Come potete giudicar La notte cade su di noi Come potete giudicar la pioggia cade su di noi come potete condannar la gente non sorride più facciam così perchè crediam vediamo un mondo vecchio che in ogni cosa che facciam ci sta crollando addosso ormai chi vi credete che noi siam Testi Ma che colpa abbiamo noi per i capelli che portiam facciam così perchè crediam Sarà una bella società in ogni cosa che facciam fondata sulla libertà e se vi fermaste un po' a guardar però spiegateci perché con noi parlar se non pensiamo come voi v'accorgereste certo che ci disprezzate, come mai non abbiamo fatto male mai Ma che colpa abbiamo noi quando per strada noi passiam voi vi voltate per guardar E se noi non siamo come voi vivete pure se vi va e se noi non siamo come voi ma non dovreste giudicar e se noi non siamo come voi ci vuole poco ad immaginar una ragione forse c'è quello che state per pensar e se non la sapete voi vivete pure se vi va oh ye ma non dovreste giudicar e se non la sapete voi e se a voi questo modo di pensar ma che colpa abbiamo noi a voi non va cercate solo di capir Oh ye che colpa abbiamo noi che non facciamo male mai Oh ye che colpa abbiamo noi