piano paesaggistico scheda d’ambito logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito

ambito 01 lunigiana Comuni di: (MS), (MS), (MS), (MS), Comano (MS), (MS), (MS), (MS), (MS), (MS), (MS), (MS), (MS), (MS)

profilo dell’ambito 1. descrizione interpretativa 2.

invarianti strutturali 3. interpretazione di sintesi 4. disciplina d’uso 5. informazioni relative al piano piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana Pontremoli

Monte Orsaro

Bagnone

Licciana Nardi

Villafranca in Lunigiana Fivizzano

Aulla Profilo dell’ambito

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p. 3 lunigiana Profilo dell’ambito

p. 4 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana

L’ambito della LUNIGIANA si identifica con la valle del fiume Magra, tipico contesto della montagna appenninica, strutturato su un’economia di tipo integrato agro-silvo-pa- storale. Si tratta di una valle di confine racchiusa fra l’Emilia-Romagna e la Liguria, con caratteri morfologici diversi. A nord-est, una serrata di rilievi incisi e acclivi che si staccano dalla dorsale appenninica definiscono il confine con l’Emilia Romagna con vette anche elevate (M. La Nuda 1894 m., M. Alto 1904 m., M. Orsaro 1830 m.), e si articolano nelle importanti valli dell’Aulella e del Taverone, tributari del Magra a monte e a valle di Aulla. Il versante ligure presenta un’elevazione più contenuta e una morfologia meno aspra, scan- dita da una serie di rilievi collinari attraversati da valli fluviali poco profonde. La parte meridionale assume caratteri alpini, aprendosi verso le spettacolari vette delle Apuane col monte Sagro (1749 metri). Il fondovalle ospita gli insediamenti maggiori: Aulla, Villafranca, Pontremoli, perno della testata di valle. Ulteriore centro storico di rilievo è Fi- vizzano, posto sulla strada statale 63 del Valico del Cerreto. L’essere storicamente terra di confine fra più stati, situata su un’importante infrastruttura come la via Francigena, ha visto questo territorio popolarsi di molti castelli e insediamenti fortificati che costellano ancora oggi la valle lungo la Francigena e nei punti strategici a controllo dei valichi. Una copertura continua di boschi in cui si aprono radure coltivate coincidenti con mosaici agricoli complessi di tipo tradizionale, costellati da piccoli nuclei rurali, è la cifra identitaria dell’ambito, presente nella fascia collinare e di media montagna. I centri rurali sono generalmente posti nelle vicinanze dei boschi di castagno, spesso in abbandono, un tempo necessario completamento dell’alimentazione e dell’economia rurale nei contesti montani. Praterie e pascoli montani con alpeggi e insediamenti temporanei, ancora presenti nei crinali montani, testimoniano l’integrazione con l’economia agricola e pastorale, oggi fragile e marginale. Le maggiori criticità dell’ambito sono individuabili in una situazione di fragilità sistemica data dalle dinamiche idrogeomorfologiche interagenti con le aree urbanizzate e il sistema agro-silvo-pastorale. Esse sono da collegarsi ai processi strutturali di abbandono dell’alta collina e della montagna e all’urbanizzazione disordinata dei fondovalle del fiume Magra e dei suoi affluenti, in cui si sono concentrate negli ultimi anni attività produttive e aree residenziali in zone ad alto rischio di esondazione. Profilo dell’ambito

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p. 5 lunigiana piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 01 livello d’ambito lunigiana

Descrizione interpretativa 2 lunigiana to segni particolarmente evidenti nella morfologia, creando influenzato anche il modellamento dei fondovalle regolan- Numerose sorgenti costellano il territorio, legate alle coltri 2.1 Strutturazione geologica e gradini, linee di cresta e tipiche faccette triangolari che in- do l’avvicendarsi di periodi di erosione e di sedimentazione. detritiche, ai maggiori corpi di frana e alle fratture e faglie geomorfologica terrompono il regolare andamento dei versanti. All’interno Durante il periodo glaciale era favorita l’azione erosiva dei nelle rocce arenacee. Nella zona delle Alpi Apuane sono pre- della depressione tettonica si formarono due distinti bacini corsi d’acqua che ha determinato in alcuni casi la formazio- senti, inoltre, manifestazioni idrotermali localizzate lungo gli fluvio – lacustri (bacino di Pontremoli e bacino di Aulla – Oli- ne di scarpate erosive e di tratti a meandri incassati come allineamenti di faglia e i sovrascorrimenti che tagliano que- vola), separati dalla soglia in Macigno della S.S. Annunziata, nel caso degli Stretti di Giaredo. sta terminazione del nucleo metamorfico apuano. Già cono- in cui si deposero, a partire dal Pliocene medio fino al Plei- Anche l’azione del carsismo ha interessato i rilievi costituiti sciute ai tempi dei romani erano le sorgenti termominerali stocene inferiore (Villafranchiano – Rusciniano), sedimenti da rocce carbonatiche: generalmente in Lunigiana le forme di Equi Terme, dove scaturiscono anche due delle maggiori di diversa natura, dalle argille ai conglomerati. Lungo alcuni carsiche sono poco diffuse (Sassalbo, Alpi di Mommio), ad risorgenze carsiche delle Alpi Apuane, la Buca di Equi e la tagli di cava, tra cui la Cava di Casa Corvi, è possibile osser- eccezione del settore delle Alpi Apuane che si trova lungo sorgente Barrila. vare la sequenza dei depositi di riempimento di questi baci- il confine sud-orientale dell’ambito, dove sono presenti nu- ni. Al termine della fase distensiva assistiamo alla ripresa di merose testimonianze di carsismo ipogeo e in minor misura criteri metodologici (LINK) un sollevamento che ha coinvolto alcuni settori del bacino epigeo. L’origine del carsismo ipogeo sulle Apuane si fa risa- e ha determinato un approfondimento del reticolo idrogra- lire al Pliocene, in una fase precedente al sollevamento della L’evoluzione della struttura geologica e geomorfologica del- fico, legato profondamente all’assetto strutturale dell’area, catena montuosa. La maggior parte delle cavità carsiche si la Lunigiana segue le vicende che hanno portato alla forma- e un forte incremento dell’energia del rilievo. Le dislocazio- sviluppa all’interno dei termini carbonatici della successione zione del settore di Appennino settentrionale a cui l’ambito ni tettoniche, tuttavia, continuano ad agire tutt’ora come mesozoico - terziaria dell’Autoctono Apuano: gli ingressi di appartiene. testimoniano i numerosi terremoti avvertiti anche in tempi tali cavità sono concentrati soprattutto in zone coperte da L’ossatura dei rilievi della Lunigiana fa parte della complessa recentissimi. Durante le fasi iniziali della tettonica distensiva ghiacciai durante l’ultima glaciazione. Alcune di queste ca- struttura appenninica a falde e thrust costituitasi in più fasi il reticolo idrografico seguì la direzione degli assi delle sincli- vità mostrano tracce di frequentazione preistorica da parte tettoniche a partire dal Cretaceo inferiore, quando ha inizio nali e il Fiume Magra condivideva il proprio bacino con il F. dell’uomo, come la Tecchia d’Equi. la fase compressiva che ha determinato la messa in posto Serchio. Successivamente, il sollevamento delle Alpi Apua- delle Unità Liguri su quelle Toscane. Grazie ad alcune fine- ne e l’approfondimento della depressione tettonica lungo stre tettoniche (Finestra di Mommio e della Val Gordana) è la costa determinarono la deviazione del corso del paleo possibile osservare la sovrapposizione dei due domini, men- – Magra, che venne influenzato anche dalla messa in posto tre l’erosione selettiva ha riesumato in alcune aree (Bibola, dei sistemi di faglie vicarianti che generarono le depressioni conca di Zeri) lembi di masse ofiolitiche, testimonianza del fluvio lacustri di Pontremoli e Olivola. La ripresa del solle- fondo dell’Oceano Ligure Piemontese che fu l’ambiente di vamento e dell’attività delle faglie normali in tempi recenti deposizione delle Unità Liguri. è testimoniata dalla presenza di più ordini di terrazzi fluviali Le principali dorsali montuose e collinari corrispondono, ge- e da depositi di conglomerati sospesi rispetto all’alveo dei neralmente, alle culminazioni di strutture tettoniche positi- fiumi nelle zone interne della catena (conglomerato di Iera). ve, alternate a depressioni vallive coincidenti con strutture Nell’andamento attuale del reticolo si riscontra il control- sinformi, originatesi durante la fase compressiva e succes- lo strutturale dei piani di faglia, soprattutto dove le linee sivamente riprese durante la seguente fase distensiva, ini- di frattura intersecano gli alvei di alcuni corsi d’acqua pro- ziata nel Tortoniano superiore e legata all’apertura del Mar vocando sensibili variazioni di pendenza ed, in alcuni casi, Tirreno. Durante questa seconda fase la litosfera continen- originando salti d’acqua di una certa altezza (Cascate della tale si assottigliò progressivamente (rifting) e si iniziarono Nerla e di Pracchiola). a formare una serie di fosse di origine tettonica e di dorsali Nel tempo i rilievi sono stati modellati da diversi fattori parallele alla catena appenninica. Le unità precedentemente (glacialismo, erosione fluviale, degradazione dei versanti, Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione impilatesi si smembrarono a causa della formazione di una sedimentazione fluviale, ecc.) determinati dalle oscillazioni serie di faglie normali disposte, in questo settore, lungo set- climatiche (periodi glaciali e interglaciali) che si sono susse- te diversi allineamenti, che generarono un esteso sistema guite nel Quaternario. In particolare, l’azione dei ghiacciai di faglie vicarianti, che si sviluppano per lunghezze di oltre interessò la zona a partire da 1,8 milioni di anni fa, con 10 km in direzione appenninica, con rigetti che superarono una massima estensione durante l’ultimo periodo glaciale i 1500 metri. L’insieme di queste faglie ha dato vita ad una (Würm, tra 15.000 e 75.000 anni fa). Tracce di erosione fossa tettonica (graben del Magra), separata da alti struttu- glaciale (circhi glaciali e depositi morenici) si ritrovano nella rali (horst) dove affiora il substrato corrugato, che presenta zona di Vinca, Pizzo d’Uccello, Equi Terme (Solco d’Equi), e versanti marcatamente asimmetrici ed che è caratterizzata lungo il crinale appenninico sul M. Orsaro, M. Marmagna, da faglie ad alto angolo immergenti a sud ovest e da fa- M. La Nuda, M. Sillara, M. Casarola, tra i monti Braiola e glie meno inclinate immergenti a nord est, le principali delle Tavola e tra il Monte Matto e il Monte Nagutto (circo glacia- quali appartengono al sistema di Groppodalosio, ad est, e di le “poltrona del vescovo”). L’avvicendarsi di periodi caldi e Mulazzo, a ovest. La presenza delle faglie spesso ha lascia- freddi e le conseguenti variazioni del livello del mare, hanno Schema strutturale d’ambito p. 8 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana loro tipologia più antica, risalgono proprio a questo perio- Periodo medioevale Nel 636 il re longobardo Rotari conquista la Lunigiana dalle 2.2 Processi storici di do e che proseguiranno fino alla colonizzazione romana del Con lo sfaldamento dell’Impero Romano d’Occidente, an- mani dei bizantini. L’annessione al regno longobardo de- territorializzazione II secolo a.C.. Tali sepolture confermano un popolamento che la Lunigiana è interessata dalle incursioni germaniche termina, tra le altre cose, un cambio di influenza culturale definitivamente stanziale che continua a fondarsi sull’agri- fino alla guerra greco-gotica (535-553), quando l’esercito e amministrativa, con un nuovo riferimento costituito dalla coltura e sulla pastorizia, oltre che sugli scambi sempre più bizantino ristabilisce il controllo e l’amministrazione impe- città di Lucca, capitale della Marca di Tuscia a scapito di frequenti con le popolazioni della costa attraverso il var- riale d’oriente consolida gli assetti della regione costituendo Luni, che perde importanza come centro politico-ammini- co naturale costituito dalla Val di Magra. La conformazione la Provicia Maritima Italiorum che fa riferimento alla Diocesi strativo. Il territorio si ripopola (con forme di insediamento chiusa e angusta del comprensorio lunigiano non ha tutta- di Luni. Nello specifico, decisero anche di creare uno sbar- accentrato più precoci nell’area settentrionale e più tardive via favorito la formazione di grandi insediamenti ma piutto- ramento che aveva il suo nodo strategico nelle fortificazioni verso il territorio garfagnense) perchè oggetto d’interesse sto, a partire dalla media e tarda età del bronzo, la nascita di Filattiera (in località Pieve di Sorano e, più in quota, Mon- degli esponenti dell’aristocrazia longobarda che si conten- di una rete di insediamenti minori distribuiti sul territorio (in te Castello) ma che comprendeva anche quelle di Bibola e dono queste valli, ormai strategiche per la loro funzione di particolare sul versante appenninico orientale) e fondati su Gretta di Patigno oltre, forse, a Castelvecchio di Terrarossa raccordo tra la parte settentrionale e centrale del regno. criteri metodologici (LINK) un’economia dedita allo sfruttamento agricolo e pastorale (se identificabile con “Rubra” dell’Anonimo Ravennate), Aul- Dalle ricerche archeologiche non sembra finora che i Longo- delle falde montane. Oltre a questi piccoli villaggi si formano la, Comano e Filetto (siti per i quali mancano però evidenze bardi abbiano lasciato grossi ed evidenti segni materiali in Periodo preistorico-protostorico anche, lungo i versanti appenninici, nuclei fortificati d’altu- materiali che ne attestino una cronologia così precoce). Lunigiana, ma la loro presenza è ampiamente testimoniata I più antichi insediamenti in Lunigiana sono attestati arche- ra, noti come castellari, creati per scopi difensivi a fronte di ologicamente dal tardo periodo musteriano, con l’insedia- possibili invasioni (ne sono esempi Gretta di Patigno nella mento di Tecchia di Equi e la frequentazione di Luscignano parte settentrionale dell’ambito e il sito di Monte Sagro in lungo le pendici montane orientali dell’ambito (nella fascia quella meridionale). Lo sfruttamento sempre più intensivo compresa fra i 350-400 metri slm nei comuni di Fivizzano dei varchi naturali nelle catene montuose ha reso in questa e Casola in Lunigiana). Il territorio era in questo periodo fase possibili gli scambi commerciali e culturali con altre cul- popolato di specie animali tipiche dei climi freddi (numerosi ture, come gli Etruschi a sud e le popolazioni padane a nord. resti di orso ritrovati), che erano preda di popolazioni dedite Proprio in funzione di tali scambi, che progressivamente an- principalmente alla caccia e che sfruttavano le risorse di dranno intensificandosi, possiamo fare risalire a questa fase un paesaggio che non viene sostanzialmente segnato dalla la nascita delle prime vere direttrici di traffico transappenni- presenza umana. Lo stile di vita di queste popolazioni è di nico che vanno ad aggiungersi a quelle già precedentemen- tipo seminomade: gli insediamenti si sviluppano all’interno te formatesi lungo il fiume Magra per i collegamenti con la di grotte che fungono da riparo e base di partenza per le costa tirrenica. uscite di caccia nei comprensori circostanti. Nel periodo successivo (a partire dal Paleolitico Superiore) Periodo romano tali popolazioni sembrano abbandonare i rilievi preferendo In questo comprensorio non si registrano presenze etrusche insediarsi nelle zone costiere, caratterizzate da un miglior (nonostante non manchino i contatti con esse) e il processo clima: la stessa Tecchia di Equi viene abbandonata e l’ambi- di romanizzazione avviene con un certo ritardo a causa della to conosce una probabile fase di contrazione insediativa. Il forte resistenza che seppero opporre le popolazioni liguri, le popolamento riprende a partire dal Mesolitico, quando si ri- quali tuttavia dovettero lentamente (e forzatamente) assog- distribuisce sulle montagne sfruttando le abbondanti risorse gettarsi a Roma. faunistiche e vegetazionali dei versanti lunigianesi. Nel 177 a.C. viene fondata, su decisione del Senato, la colo- Nel Neolitico si assiste a grossi cambiamenti nello stile di nia romana di Luni, cui fa riferimento un vasto territorio che vita degli abitanti di questa regione: l’arrivo di popolazioni prende il nome di ager lunensis e che si svilupperà mag- dall’area padana (Liguri Apuani) introduce le pratiche dell’a- giormente lungo le aree di costa (con forti interventi infra- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione gricoltura e dell’allevamento e conduce quindi ad un inse- strutturali legati al porto e alla viabilità) piuttosto che nella diamento di tipo stanziale. Continuano ad essere occupate parte più interna della regione. Il comprensorio lunigianese, le grotte (nuove attestazioni a Equi) e ad essere praticata nella sua parte toscana, conosce infatti in questo periodo un la caccia, sebbene non rappresenti più la principale forma processo di rarefazione insediativa con scarse attestazioni e di sostentamento. Questo genere di economia presuppone un crescente carattere di “regione di passaggio” tra l’area 2.2 una probabile occupazione diffusa del territorio per sfruttar- alpino-padana e il centro Italia, nonché fra l’area tirrenica e ne le differenti risorse, ossia le aree pianeggianti e fluviali i territori interni. per l’agricoltura e quelle d’altura (come Tecchia della Ga- L’ambito assolve quindi una funzione di nodo strategico per bellaccia) per l’allevamento e la caccia degli animali selvati- garantire lo smistamento degli intensi scambi commerciali, ci. Nell’Eneolitico l’insediamento si distribuisce su un’ampia nonché il traffico di mezzi e persone, lungo la dorsale ap- parte del territorio, come testimoniato dal ritrovamento in penninica verso le aree interne dell’Emilia e della Toscana settentrionale. Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di varie località, delle caratteristiche statue stele che, nella transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 250.000. p. 9 lunigiana dai toponimi. E’ in questo periodo che, parallelamente alle iniziative della fortificati, promossi e gestiti dal potere ecclesiastico in aper- ovviamente quando la stagione lo permette. Ostacolo natu- La dominazione franca, poco più di un secolo dopo, non corte ducale di Lucca, inizia il processo di costruzione del ta competizione con le famiglie nobili, arroccate nei castelli rale, quello del Magra, che segnerà il confine anche tra i due porta grandi cambiamenti negli assetti politico-amministra- potere temporale dei vescovi della diocesi lunense, i quali a guardia delle vie di comunicazione (emblematici i casi dei rami della dinastia Malatestiana che durante il XIII secolo tivi ma determina una riorganizzazione della rete insediativa promuovono l’incastellamento nelle zone più esposte agli castellari del Monte Dragnone, nel limitrofo territorio ligure, si era divisa in Spino Secco (insediata nei territori a destra per volontà del marchese-conte di Lucca che, nel tentativo attacchi di normanni e saraceni. e Monte Castello, posti in zone disabitate ma in posizione di della Magra, con “capoluogo” Mulazzo) e Spino Fiorito (con di riorganizzare la difesa costiera, pianifica una rete di for- In epoca ottoniana l’intero bacino del Magra è ormai disse- controllo rispetto alla viabilità). “capoluogo” in Filattiera e territori sulla sponda sinistra della tificazioni d’altura a difesa delle strade, in particolare della minato di insediamenti fortificati, posti su passaggi obbligati È quindi nel pieno medioevo che, per iniziativa delle varie Magra). I castelli malaspiniani di Mulazzo e di San Giorgio direttrice del Monte Bardone, diretta al Passo della Cisa, che o a guardia dei rari ponti e dai quali si controllava il territorio elites lunigianesi si sviluppa una rete capillare di strade, vie di Filattiera costituirono una nuova “chiusa” sul Magra, di cresce ulteriormente di importanza come passaggio della circostante. di comunicazione e infrastrutture che facilitano lo sposta- fianco a quella bizantina: essi furono quindi costruiti prin- via che collega Roma alle terre dei Franchi e che prenderà Quando le zone marittime della Lunigiana, esposte alle in- mento di uomini e beni attraverso e all’interno del compren- cipalmente con funzione di controllo economico e solo in successivamente il nome di Via Francigena. Risale proprio cursioni, vengono abbandonate condannando Luni all’oblio, sorio. Rimane tuttavia difficilmente sormontabile il confine secondo luogo come presidi militari. al IX secolo la costruzione, per volontà del marchese Adal- la diocesi rimane comunque un riferimento saldo per la po- naturale costituito dalla Magra. Il corso irregolare del fiume, All’inizio del XIV secolo, la Lunigiana è ormai ufficialmente berto (caso emblematico di una precoce iniziativa a titolo polazione in balia della moltitudine dei poteri presenti in infatti, non permette, con le tecnologie del tempo, di es- in mano ai Malatesta che sono subentrati anche nei posse- privato di un funzionario del regno) del castello di Aulla, Lunigiana. Sotto l’egida dei vescovi, il popolo si raccoglie e sere scavalcato agevolmente da comodi ponti, rimanendo dimenti dei vescovi. Ma già pochi decenni dopo si registrano centro fortificato lungo la Via Francigena. si riorganizza nelle valli chiudendosi in terre murate o borghi superabile solo a guado e attraverso l’utilizzo di traghetti, i primi scontri, non solo legali, con i vari comuni, orgogliosi Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e p. 10 nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 250.000. comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 250.000. piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana delle loro autonomie, i quali preferiscono concedersi ad al- incertezza dei confini e per gli innumerevoli passaggi di ter- zana con la Val di Magra nel 1572 passò stabilmente alla no le evidenze architettoniche del centro abitato. tre entità quali le fiorenti repubbliche e comuni di Firenze, ritori da uno Stato all’altro. Buona parte della val di Magra Repubblica di Genova. L’espansione urbanistica e le nuove architetture sei-sette- Genova, Lucca e Milano. e i territori di e furono il dominio di tante Già all’inizio del XV secolo era cominciata la penetrazione centesche di Pontremoli e degli altri centri di strada (Aulla, Già nel secolo successivo la Lunigiana risulta divisa in diffe- signorie feudali di matrice imperiale, oltre che della potente di Firenze nella valle, con l’acquisto di Bagnone, Filattie- Villafranca, Filattiera) – ove si localizzarono botteghe com- renti aree di competenza: la parte settentrionale appartiene consorteria dei Malaspina. Il tradizionale particolarismo po- ra, Stadano e Caprigliola (1404), Castiglione del Terziere merciali e laboratori artigianali e piccolo-industriali (seta, agli Sforza di Milano; i fiorentini possiedono invece la parte litico-territoriale fu parzialmente ricomposto con il governo (1410), Fivizzano, Fosdinovo, Castel dell’Aquila e Malgrate tabacco e polvere pirica) – fanno comprendere l’importanza meridionale e i territori orientali, mentre la riva destra del ducale di Alberico I (1442), e quasi un secolo dopo (1521) (1418), Lusuolo, Riccò e Giovagallo (1424), Casola (1429) commerciale della valle in funzione del movimento del porto Magra rimane ancora di competenza dei Malaspina. con il passaggio per matrimonio ai Cybo: ebbe allora inizio il e Verrucola (1478). In quello stesso secolo il Comune fio- franco di Livorno. principato Cybo Malaspina anche nei domini lunensi. rentino organizzò i domini che erano sopravvissuti a guerre Viceversa, i castelli d’altura, specialmente quelli più lonta- Periodo moderno Non tutta la valle della Magra appartenne però ai Malaspi- e invasioni, prima nel capitanato di Castiglione del Terziere ni dalla direttrice stradale principale, rimasti in dominio dei La vicenda politica di lungo periodo della Lunigiana costitu- na, che controllarono Fosdinovo, Treschietto, Mulazzo e altri e poi in quello di Fivizzano. Successivamente, i Medici am- Malaspina e di signorotti feudali, entrarono in crisi irrever- isce un autentico rompicapo di ordine storico-geografico, in piccoli territori; Pontremoli fu nei secoli XIV-XVI possesso pliarono i possedimenti toscani con l’acquisto di Filattiera e sibile e persero il loro carattere paesano e comunitario per quanto del tutto diversa da quella del resto della Toscana: dei Visconti e degli Sforza di Milano, dei Fieschi, della Fran- Rocca Sigillina (1544 e 1546), Mulazzo (1560), Villafranca e trasformarsi in residenza privata nobiliare; contemporane- ciò per la rilevante frammentazione territoriale che carat- cia e della Spagna, fu infine acquistato dai Medici nel 1647 Podenzana (1570 e 1574). Nel 1633 i due capitanati gran- amente, vennero costruiti nuovi palazzi e residenze signo- terizzò l’area fino alla metà del XIX secolo, per la grande e appartenne per due secoli al Granducato di Toscana; Sar- ducali furono accorpati a Fivizzano; nel 1647 anche il nuovo rili (Terrarossa, Ponte Bosio, Gavedo, Groppoli, Pallerone, acquisto di Pontremoli costituì un capitanato granducale. Caniparola). Riguardo alle trasformazioni urbanistiche, dopo eventi bellici Con l’estinzione dei Cybo (1732) il principato di Massa e Car- che anche nella seconda metà del XV secolo ebbero per tea- rara divenne una provincia del Ducato di Modena, ma ampia tro la Lunigiana, venne costruita dai Malaspina, tra Quattro autonomia fu conservata sotto il governo di Maria Beatrice e Cinquecento, la moderna fortezza della Brunella, e anche d’Este e fino al 1829 allorché subentrarono gli Asburgo Este alcuni insediamenti fortificati medievali furono riadattati. che governarono fino al 1859 e all’annessione al Regno di Nonostante la presenza della medievale strada Francigena, Sardegna e poi a quello d’Italia. importante direttrice viaria che dal passo della Cisa solcava Nella Lunigiana granducale, sezione economicamente più in senso longitudinale tutta la valle, raccordando la Padania sviluppata della valle, nel 1772, sotto il governo di Pietro Le- alla Toscana e all’Italia centrale, insieme ad altre mulattie- opoldo di Lorena, l’unico governatorato toscano creato nel re transappenniniche presenti nei versanti settentrionale e 1750 venne soppresso e ciascuno dei principali centri abitati orientale (per i valichi di Brattello, Cirone, Lagastrello, Cer- acquisì l’autonomia amministrativa, grazie all’istituzione dei reto e Foce Carpinelli), la nostra regione espresse sempre vicariati di Pontremoli (nel 1778 elevata al rango di città e un’economia agro-silvo-pastorale, salvo la sezione orientale nel 1787 di diocesi), di Bagnone e di Fivizzano. e apuana della valle del Lucido, dove nel XIX secolo si svi- luppò l’industria marmifera. Nei secoli del basso medioevo Periodo contemporaneo e della prima età moderna le sezioni alto-collinari e basso- Nel 1797, con l’occupazione francese del Ducato di Massa e montane furono improntate dalla coltivazione del castagno Carrara, i feudi imperiali della Lunigiana vennero soppressi e le selve di castagni da frutto – sui versanti spesso accu- e il territorio lunense – con eccezione dei vicariati grandu- ratamente sistemati a terrazzi e ciglioni – divennero il fon- cali – fu unificato nel dipartimento delle Alpi Apuane avente damento dell’alimentazione dei piccoli proprietari coltivatori capoluogo Massa. Nel 1811 tutta la Lunigiana con La Spezia dei tanti castelli e villaggi d’altura, convivendo con vasti prati fece parte del Dipartimento degli Appennini (prefetture di pascoli e boschi di alto fusto di querce e faggi che consenti- Pontremoli, e La Spezia); nel 1814 venne restau- vano l’allevamento del bestiame. Nel XVI secolo, nei territori rato l’assetto pre-napoleonico, con i tre vicariati granduca- vallivi-collinari dipendenti da Firenze, accanto alla piccola li (ampliati con Calice, Filattiera, Groppoli e Tresana) e il Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione proprietà coltivatrice, con la espansione della proprietà bor- dominio degli Este che si estese agli altri soppressi feudi ghese locale, si diffuse anche l’appoderamento mezzadrile imperiali (Aulla, Fosdinovo, Tresana, Villafranca, Mulazzo, con i seminativi arborati di viti, olivi e gelsi; anche i dintorni Licciana, Olivola e Podenzana). di castelli, villaggi e nuclei rurali erano ormai capillarmente Nel 1847 scomparve l’antica Lunigiana fiorentina, con l’an- improntati dal bel paesaggio dell’alberata. nessione di Fivizzano al Ducato d’Este e degli altri territori 2.2 Alla fine del XVI secolo l’asse stradale Parma-Pisa-Lucca che toscani di Pontremoli e di Bagnone al Ducato di Parma, con entrava nella valle al passo della Cisa e la seguiva fino a altri scambi di territori fra Parma e Modena (Terrarossa, Al- Sarzana riacquistò notevole importanza a fini commerciali, biano, Riccò e Calice passarono a Parma, Treschietto, Villa- con l’incremento prodotto dalla fondazione e dallo sviluppo franca, Castevoli e Mulazzo passarono a Modena). del porto di Livorno: di tale funzione economica risentirono Solo temporaneamente, nella primavera 1848, le sollevazio- positivamente i centri di fondovalle (in primo luogo Pontre- ni popolari produssero l’annessione al Granducato di questi il territorio della Lunigiana nella carta di Ferdinando Morozzi (1760-70) moli), ma anche la terra murata di Fivizzano come dimostra- territori ma, appena un anno dopo, gli austriaci occuparono p. 11 lunigiana l’area e attribuirono nuovamente a Parma e Modena l’asset- anche l’alta Garfagnana con Castelnuovo, ancora privo di si crearono movimenti di opinione per chiedere l’annessione decine di ettari, appena sufficienti ad organizzare un piccolo to territoriale che era stato concordato nel 1847. collegamenti stradali rotabili con Massa (si provvide con la della Lunigiana a La Spezia ma quando nel 1923 venne cre- numero di aziende a base familiare. Non a caso, poche e di Nel 1859 avvenne l’annessione dei ducati di Parma e Mode- costruzione della via Fivizzano-Piazza al Serchio nei primi ata quella provincia solo i comuni lunensi Calice e Rocchetta costruzione piuttosto recente sono le ville signorili presenti na (con la Lunigiana e Massa) al Regno di Sardegna. anni unitari). ne fecero parte. nella valle: le più antiche (Dosi-Delfini a Pontremoli e Pavesi Tra le variazioni amministrative a base comunale ricordiamo Da questi provvedimenti politico-amministrativi, basati L’attività economica fondamentale in età francese era anco- a Teglia) risalgono ai secoli XVII-XVIII. la soppressione di Terrarossa (accorpato a Licciana Nardi sull’assemblaggio di vecchie suddivisioni territoriali prive di ra l’agricoltura; con poche zone pianeggianti, la Lunigiana Nelle zone di collina e montagna il poco terreno adatto alla nel 1869, con eccezione della frazione di Riccò che passò a complementarietà economica e distanti per carenza di co- era terra di piccoli e piccolissimi proprietari e non era in gra- coltura era densamente terrazzato e utilizzato per un’agri- Tresana) e di Albiano Magra (suddiviso fra Aulla e Poden- municazioni, scaturì una provincia fortemente squilibrata. do di produrre cereali (con il mais da poco affermato nella coltura povera ove prevalevano la castanicoltura e l’alle- zana nel 1870, con la frazione di Albiano che da Podenzana L’anomalia della Lunigiana dipendente da Massa Carrara pianura irrigua della Magra) sufficienti al proprio consumo; vamento. Qui dominava la piccola e piccolissima proprietà fu trasferita ad Aulla nel 1881); il passaggio a Filattiera nel ma proiettata soprattutto verso La Spezia fu resa evidente si sopperiva con le castagne e con l’emigrazione stagionale diretto-coltivatrice che si appoggiava per l’allevamento su 1865 delle frazioni di Roccasigillina, Cavallaria, Fusigliano e proprio dallo sviluppo economico-urbanistico della città por- in Maremma, Corsica e Valpadana. Nonostante la crescita estesi beni comuni; soltanto negli ex territori granducali i Gigliano già dipendenti da Bagnone; il passaggio della fra- tuaria ligure che – grazie ai cantieri navali e alla costruzione demografica (secondo Emanuele Repetti, nel 1833 la popo- demani collettivi erano stati in larga parte eliminati dal go- zione di Orturano da Villafranca a Bagnone nel 1894. della linea ferroviaria La Spezia-Parma (tra l’inizio degli anni lazione superava le 62.500 unità), le produzioni di vino ed verno liberista di Pietro Leopoldo (1765-90), con redistri- Nel 1860, alla provincia di Massa Carrara – compresa fino ‘80 e il 1894) – divenne sempre più il punto di riferimento olio erano – con le castagne – degne di apprezzamento, ed buzione di pascoli e boschi alle famiglie residenti. I residui al 1871 nel compartimento emiliano – venne accorpata economico e culturale della Lunigiana. Fra Otto e Novecento il vino addirittura era esportato nell’area padana. beni comuni, tra 1860 e 1870, furono quasi tutti venduti La realtà produttiva non conobbe innovazioni tecniche e for- ad agricoltori abbienti dai governi unitari con conseguente se neppure grandi sviluppi fino almeno alla metà del secolo, peggioramento delle condizioni di vita dei contadini più po- quando gli Este costruirono il canale irriguo nel piano di veri. Pallerone (completato nei primi anni unitari), proprio per Sempre nella seconda metà del XIX secolo, le poche attività allargare i prodotti di mercato. industriali erano localizzate soprattutto a Fivizzano (due fer- La stagnazione economica dipendeva anche dall’emargina- riere, alcuni setifici, pastifici e fabbriche di cappelli) e a Pon- zione della valle che si aggravò con la costruzione – a par- tremoli (fornaci, cementifici e una cartiera), ovvero i centri tire dalla metà del XVIII secolo – di nuove strade rotabili abitati meglio dotati di servizi commerciali e culturali e di transappenniniche, specialmente sulle direttrici Modena-Pi- professioni liberali. Ad Aulla esisteva soltanto una fornace. stoia (Ximeniana) e Bologna-Firenze (Bolognese della Futa) Tale quadro produttivo rimase sostanzialmente statico fino mentre ancora fino agli anni ‘20 del XIX secolo, la Lunigiana al nuovo secolo XX, anche se tra Otto e Novecento si ag- era percorsa da semplici mulattiere, con la strada costiera giunse la crescita dell’industria marmifera nella valle del Lu- per Pisa e Livorno e per La Spezia che diventava rotabile cido (con le cave e la segheria di Monzone), che prima della solo a Sarzana. Grande Guerra dava lavoro a 500-600 operai. Il XIX secolo apportò comunque nuove strade e infrastrut- ture moderne, volute almeno all’inizio da accordi interna- Nel 1919 venne creato il comune di Comano per distacco zionali: la via del Cerreto da Caniparola a Reggio Emilia da Fivizzano, e nello stesso anno fu accorpata a Fivizzano la (per Fosdinovo e Fivizzano), costruita negli anni ‘20-’30; la frazione di Viano staccata da Fosdinovo. Sarzana-Parma per la Cisa avviata (tra Sarzana e Aulla e tra Nel 1881 la Lunigiana contava 80.029 abitanti. Nel 1901 Pontremoli e il valico) dai francesi all’inizio del secolo ma erano accresciuti a 85.000 (con 1407 attivi nell’industria) ripresa e ultimata da Leopoldo II negli anni ‘30-’50; infine la mentre nel 1911 salirono a 87.700 (con 1859 attivi nell’in- Aulla-Santo Stefano Magra, realizzata dagli Este negli anni dustria), nonostante le perdite dovute all’emigrazione per- ‘40-’50. Pochi decenni dopo si aggiunsero le ferrovie: la tir- manente che stava impoverendo la valle. renica settentrionale Pisa-Viareggio-Sarzana-Spezia (1861- La relativa stasi produttiva dei tempi unitari spiega l’avvio, Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione 1863/64), con arrivo a Genova nel 1874, con a seguire la dagli anni ‘80 del XIX secolo, dell’emigrazione definitiva – Pontremolese Spezia-Parma (1870-’90). diretta soprattutto Oltreoceano – dai paesi montani, che pri- L’altra ferrovia Aulla-Lucca che univa la Pontremolese alla ma dell’Unità erano soliti alimentare invece quella tempora- Garfagnana richiese invece tempi assai lunghi: nel 1912 da nea e stagionale di pastori, lavoratori forestali e operai. Tale Aulla raggiungeva Monzone, nel 1930 Equi, nel 1939 Pieve oscillazione stagionale rimase comunque forte, ma assunse San Lorenzo e solo nel 1958-59 il tronco garfagnino con anche caratteri differenti come dimostra l’alto numero di Lucca. ambulanti che svilupparono professioni specifiche: commer- Nonostante la crescita dell’industria marmifera, anche nei cianti di pietre da affilare, lunari, calendari, libri, stoffe, ecc., tempi unitari l’agricoltura rimase la base dell’economia. La originari soprattutto di Mulazzo, Pontremoli e Bagnone. mezzadria era diffusa nelle fasce più basse della valle ma Anche negli anni giolittiani l’apparato economico lunense i poderi non furono mai organizzati nel sistema di fattoria rimase praticamente immobile. Allo scoppio della Grande come in gran parte della Toscana, in quanto la borghesia lo- Guerra poche erano le fabbriche (polverificio di Pallerone, Il territorio della Lunigiana nella carta dell’Inghirami (1830). Scala 1:500.000 cale (di Fivizzano e Pontremoli) possedeva terreni di poche Jutificio e ceramiche Roncallo di Aulla, Falk di Pontremo- p. 12 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana li, dinamitificio di Boceda, fabbrica Concianti e Coloranti di loro impianti urbanistici e sviluppare i loro apparati produt- Villafranca, segheria di marmo di Monzone) e l’economia tivi basati su attività terziarie e piccolo-industriali. Anche da continuava a poggiare quasi interamente su un’agricoltura questi centri, tuttavia, intensi sono i movimenti pendolari poco produttiva per la povertà dei capitali disponibili e per la per ragioni di lavoro verso il polo Sarzana-La Spezia e verso crescente frammentazione fondiaria, con le terre che erano Parma. in mano ad un numero rilevante di proprietari. Tale situazio- Tra l’altro, negli ultimi decenni, l’ampia apertura economica, ne si aggravò ulteriormente nel primo dopoguerra, periodo culturale e sociale alla scala intra-regionale che impronta la funestato nel 1920 dal terremoto che distrusse il centro di Lunigiana – grazie ai buoni collegamenti stradali e ferrovia- Fivizzano e dalla crisi dell’industria estrattiva che, negli anni ri, soprattutto con Aulla e la bassa valle e grazie agli stret- ‘20-’30, nella valle del Lucido e nell’intera area apuana por- ti contatti con la Liguria (polo Sarzana-La Spezia), mentre tò ad un drastico ridimensionamento degli addetti e della invece Pontremoli gravita sul Parmense – ha contribuito a produzione. rilanciare il dibattito sull’opportunità di una riforma dell’at- La ripresa industriale della seconda metà degli anni ‘30, do- tuale maglia amministrativa. vuta alla politica autarchica, fu di breve durata: nell’ultimo dopoguerra la crisi doveva riproporsi con effetti assai più gravi, anche per la disgregazione che colpì la tradizionale società agro-silvo-pastorale della montagna, che in pochi anni venne quasi completamente destrutturata con l’abban- dono diffuso di insediamenti, coltivi, castagneti, pascoli e boschi, e con l’emigrazione definitiva verso il fondovalle o l’area spezzina. I processi di abbandono agrario e di emigrazione verificatisi negli ultimi sessanta anni sono chiaramente dimostrati dai censimenti generali della popolazione. Gli 85.558 abitanti del 1951 si ridussero a 74.233 nel 1961 e a 62.670 nel 1971. Da allora, lo spopolamento ha assunto ritmi più len- ti (60.403 nel 1981, 57.220 nel 1991 e 55.826 nel 2001), mentre gli ultimi anni sembrano rivelare la stasi demogra- fica e addirittura una lieve inversione di tendenza, essendo nel 2010 computati 56.806 abitanti. La crisi demografica ed economica ha colpito profondamen- te la Lunigiana montana ed agricola, tanto che il confronto fra le destinazioni di uso del suolo fra il 1960 e il 2010 vede la grande espansione del bosco ai danni del prato-pascolo, del castagneto e delle colture permanenti e la riconversione produttiva che ha privilegiato le colture specializzate (semi- nativi a cereali e foraggi con la zootecnia e piantagioni spe- cialmente viticole). Molte abitazioni rurali sparse o ubicate nei villaggi e casali alto-collinari e montane (in pietra con i caratteristici archivolti usati per ricovero degli attrezzi agri- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione coli, con gli annessi per l’essiccazione delle castagne detti casoni e con le sedi estive per l’alpeggio dette cascine: a Baselica, Formentara, Capanne di Vogi, Cartiglio, Guinadi, Iera, Compione, Giovo ecc.) sono in condizioni di abbando- no o rovina o sono state trasformate in seconde case. 2.2 La crisi è stata limitata comunque dalla crescita della sezio- ne di fondovalle e basso-collinare punteggiata dalle cittadi- ne e dai centri abitati più importanti (Aulla, Villafranca, Pon- tremoli, Fosdinovo e Fivizzano) che – specialmente dopo la costruzione dell’autostrada La Spezia-Parma inaugurata nel 1975 – hanno esercitato un ruolo attrattivo per le correnti migratorie dalle aree più emarginate, tanto da accrescere i p. 13 lunigiana

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

approfondimento: livello regionale

p. 14 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana legenda Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

2.3

criteri metodologici (LINK)

p. 15 lunigiana Quello che è oggi il Parco delle Alpi Apuane comprende non 2.4 Iconografia del paesaggio solo il versante marino di queste cime amatissime, ma an- che le conche interne, in diverso modo selvagge rispetto alla costa, o almeno a come la costa era rimasta e percepita fino all’inizio del secolo scorso. La ‘gotica’ Garfagnana, che segue il bacino del Lima e del Serchio, vive con le Apuane in strettissima simbiosi, mentre la Lunigiana, l’estrema lingua settentrionale della regione che segue il bacino della Magra, guarda anche oltre, da una parte all’Appennino tosco-emi- liano, dall’altra allo sbocco sul mare. È un vero paesaggio di frontiera, e non solo una conca chiusa tra le creste aspre delle Apuane e le dolci cime appenniniche, questo dell’anti- criteri metodologici (LINK) ca Luni, in continuo e reciproco sguardo tra Toscana, Liguria Pontremoli, Panorama, cartolina viaggiata nel 1915 (Roma, ICCD) ed Emilia. Oggi i resti della mitica colonia romana dei marmi sono in territorio ligure, così come lo sbocco della Magra che Memo Vagaggini fissò in una quiete tutta maremmana. La Lunigiana trova la sua forma nella colossale via Francige- na, che i longobardi s’inventarono per raggiungere da Pavia i domini meridionali evitando i bizantini: una gola tra i monti guardata a vista da infiniti castelli, preziosa come un lascia- passare in tempo di guerra, un passaggio obbligato non solo per i pellegrini che da Canterbury aspiravano a Roma ma anche per le merci e le diplomazie. Nel 1247 Federico II avrebbe chiamato efficacemente Pontremoli “unica chiave e porta” dal Nord al Sud della penisola. Più di cento castelli Massa (Dintorni pittoreschi). Altagnana, Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro ville e dei possedimen- Memo Vagaggini, Marina a Bocca di Magra (collezione privata) marcano il paesaggio, e le terre murate i crinali, mentre cartolina viaggiata nel 1933 (Roma, ICCD) ti dei principi Cybo: Colonnata, inizio sec. XVII (Massa, Archivio di Stato) i passi della Cisa, di Lagastrello e del Cerreto costituisco- no ancora oggi le sole varianti al passaggio di fondovalle. delle bianche Apuane. Di Altagnana resta una cartolina con I castelli sono le presenze fisse delle cartoline storiche: il il ravaneto in vista, ma è più diffusa la forma rasserenante castello della Brunella ad Aulla, piuttosto che quello della della radura appenninica, come ad esempio nella veduta Verrucola a Fivizzano (detta per la sua eleganza la ‘Firenze di Pontremoli viaggiata nel 1915. E anche quando entrano di Lunigiana’) o quello illustre dei Malaspina a Fosdinovo, nel campo figurato, le Apuane non s’impongono immedia- sigillato dalla citazione dantesca. Di Pontremoli, ad esem- tamente come parete aspra e impervia di roccia tagliente pio, non ci si esime dal cogliere la torre di Castruccio sullo e preziosa, piuttosto come contrazione simbolica del luogo sfondo dei monti, unendo in una sola immagine le due for- geografico di estrazione. Nella scarsa produzione iconogra- me caratterizzanti del paesaggio: il castello e l’Appennino. fica dedicata alla Lunigiana, riducibile essenzialmente alle (cartoline) Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro Non è invece così onnipresente - come risulta per la Gar- ville e dei possedimenti dei principi Cybo, la città del marmo e i dintorni sono riproposti senza notevoli varianti Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro ville e dei possedimen- Fivizzano, Castello di Verrucola, cartolina viaggiata nel 1905 (Roma, ICCD) fagnana, la Versilia e Boccadarno - il profilo inconfondibile ti dei principi Cybo: Gragnana, inizio sec. XVII (Massa, Archivio di Stato) Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

Fosdinovo, Castello Malaspina, Pontremoli, Veduta Torre Castruccio Castracani Aulla. Castello della Brunella, Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro ville e dei possedimen- p. 16 cartolina viaggiata nel 1928 (Roma, ICCD) cartolina viaggiata nel 1937 (Roma, ICCD) cartolina viaggiata nel 1933 (Roma, ICCD) ti dei principi Cybo: Moneta, inizio sec. XVII (Massa, Archivio di Stato) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana in costante e ineliminabile sistema con i monti, il porto e le cave: i borghi di Colonnata e di Gragnana e di Moneta, in particolare, non esibiscono alcuna cima puntuta vicina né strapiombi di sorta. Il monte è una linea all’orizzonte. In compenso, però, si legge bene la struttura urbana della ter- ra murata, con la porta d’entrata e d’uscita, e l’imponenza del castello nel paesaggio. Nell’album fotografico Alpi Apuane Versilia e Lunigiana di Ranieri Agostini esploratore fiorentino, le immagini conden- sano il ricco sguardo dell’autore: la memoria dei luoghi di Ariosto e Michelangelo, la forma dei dipinti macchiaioli o romantici e quella della fotografia ufficiale, la competen- Ranieri Agostini, , da “Alpi Apuane Versilia e Lunigiana”, za alpinistica, l’attenzione moderna alle nuove vie aperte dopo il 1880 (Museo della Montagna, Torino) dall’industria marmifera. Alla Lunigiana, cui giunge da Mi- nucciano, che sigilla boscosa in una veduta da lontano, per- tengono le fotografie che l’esploratore-fotografo dedica alle grotte di Equi (ovvero alla Buca, nota fin dal Settecento) e al cosiddetto ‘solco’, il canyon stretto e profondo che permette ancora oggi di osservare i fenomeni geologici della valle gla- ciale del Pizzo d’Uccello. L’immaginario della Lunigiana, con le sue statue-stele e incisioni rupestri, è dunque affidato maggiormente alla perlustrazione fisica dei luoghi che alla rielaborazione figurata di questi in forma di paesaggi dipinti.

Fivizzano. Panorama, cartolina viaggiata nel 1933 (Roma, ICCD) Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

2.4

Ranieri Agostini, Solco d’Equi, da “Alpi Apuane Versilia e Lunigiana”, Ranieri Agostini, Ingresso della Grotta d’Equi, da Alpi Apuane Versilia e dopo il 1880 (Museo della Montagna, Torino) Lunigiana, dopo il 1880 (Museo della Montagna, Torino) p. 17 lunigiana

p. 18 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 01 livello d’ambito lunigiana

Invarianti strutturali 3 lunigiana Descrizione strutturale vi della Dorsale silicoclastica. La fascia rialzata, montana, 3.1 I caratteri L’ambito della Lunigiana si struttura su una depressione sulle Unità Liguri è invece più estesa. Vi si ritrovano, anche idro-geo-morfologici tettonica maggiore (Graben) ad andamento appenninico, a quote elevate, ripiani sommitali con depositi alluvionali delimitata da due sistemi di faglie normali con rigetti molto antichi, a testimoniare gli intensi sollevamenti recenti asso- dei bacini idrografici e dei elevati. Questa depressione struttura il bacino idrografico ciati all’attività delle faglie normali. Quest’attività è anche sistemi morfogenetici del Fiume Magra; i limiti sud-occidentali dell’ambito, e an- evidente nel gradino molto marcato che segna il passaggio che della Regione, corrispondono al punto in cui il fiume si alla fascia collinare. Questo gradino è costituito da superfici è aperto la strada attraverso la catena costiera, per essere di faglia, spesso appena intaccate dall’erosione a costituire catturato dall’adiacente e parallelo bacino del Vara. In que- maestose facce triangolari, come quella che fronteggia Aul- sto modo, l’originario bacino unico si è suddiviso nei bacini la attraverso il Magra o quella al cui diedro settentrionale del Magra e del Serchio. Questo evento è stato causato da sorge Mulazzo. La fascia collinare è compressa tra queste forti sollevamenti relativi nella zona che oggi corrisponde strutture e il fondovalle ed offre spazi limitati, per cui gli criteri metodologici (LINK) alla testata della valle del Serchio; lo sbocco al Vara ha se- insediamenti minori del versante sud – occidentale si sono Alpi Apuane viste dalla Lunigiana (foto C. A. Garzonio) guito una fase di drenaggio difficile, con formazione di un prevalentemente strutturati sui ripiani sommitali della fascia ampio lago nella zona di Aulla. In seguito, nel Pleistocene montana. delle frequenza di formazioni poco permeabili, e molto ge- Inferiore-Medio, il Magra si è sovrimposto su un blocco ri- La testata della valle è costituita da un’ampia e profonda rarchizzato, sia per i caratteri litologici sia per la frequenza bassato di Unità Liguri, scavandovi la gola tra Villafranca ed fascia di Montagna silicoclastica, sovente coperta dalla Mon- di strutture parallele al fondovalle. La presenza di importanti Aulla. tagna su Unità da argillitiche a calcareo-marnose; le forme valli laterali ha permesso l’esistenza di vie di comunicazione, I grandi lineamenti strutturali suddividono il territorio in relativamente dolci hanno da sempre offerto ampie oppor- con relativi sistemi insediativi. Il reticolo del versante destro una serie di blocchi dislocati, per cui i versanti principali tunità di insediamento e apertura di vie di comunicazione. è meno sviluppato; forti dislivelli su percorsi brevi deter- appaiono come gradinate. Le forme divengono più ripide Sul versante meridionale, apuano, il territorio assume con- minano regimi torrentizi. Su entrambi i lati della valle, la muovendosi dal fondovalle agli spartiacque; per effetto del notati “alpini”; alle spalle dell’abitato di Vinca si stagliano le frequente presenza di terrazzi erosivi e alluvionali molto alti, recente sollevamento differenziale, il rilievo è intensamente vette della Dorsale carbonatica apuana. non tutti rappresentati nella carta per le loro piccole dimen- aggredito da processi fluviali, glaciali e gravitativi, determi- Lungo il fondovalle principale, grandi conoidi e terrazzi al- sioni, ha offerto numerose opportunità di insediamento. nando maggiore erosione e affioramento di formazioni più luvionali caratterizzano lo sbocco in pianura degli affluenti Appennino Tosco-emiliano (foto C.A. Garzonio) resistenti mano a mano che si risale la gradinata. principali del Magra. In base all’età relativa ed ai rapporti Dinamiche di trasformazione Anche la marcata asimmetria tra i due versanti della valle con il reticolo idrografico, queste superfici si suddividono L’analisi dell’evoluzione del paesaggio della Lunigiana mette risulta dall’influenza strutturale. Il crinale appenninico, im- tra i sistemi morfogenetici dell’Alta pianura e del Margine. in evidenza come il territorio dell’ambito sia geologicamente postato su strati a reggipoggio di flysch arenacei, è molto Gli insediamenti storici si localizzano prevalentemente su giovane ed in continua evoluzione. La zona è anche carat- ripido. Con caratteri di Dorsale silicoclastica, domina rilievi terrazzi di Margine, pienamente dissecati ed inattivi, non terizzata da un’elevata sismicità, legata alla presenza dei modellati su formazioni meno resistenti e permeabili, come sempre tracciabili alla scala 1:50.000; quelli recenti si con- sistemi di faglie che delimitano la fossa tettonica. I versanti le Unità Liguri, della Montagna su Unità da argillitiche a centrano sulle conoidi strutturalmente attive dell’Alta Pianu- sono strutturalmente marcati dalla franosità diffusa, soprat- calcareo-marnose. La presenza di faglie antiappenniniche ra. Il Fondovalle si distingue per la natura molto grossolana tutto a causa della presenza di formazioni dalle scarse qua- rende irregolare il limite tra montagna e collina, con la pri- delle alluvioni; si tratta, in effetti, di un alveo fluviale a ca- lità litotecniche, che favoriscono il dissesto idrogeologico, e ma che in certi tratti della valle si affaccia direttamente sul nali anastomizzati, a forte dinamica naturale, costretto in dalla presenza di grandi deformazioni gravitative profonde fondovalle. Sui gradini ribassati, l’orizzonte collinare si orga- forma monocursale dagli arginamenti. Il Fondovalle è privo di versante (DGPV) che creano paesaggi ben visibili per la nizza soprattutto nella Collina a versanti dolci sulle Unità Li- di insediamenti storici. tipica morfologia ondulata e gibbosa (Frane di Camporaghe- guri, mentre i depositi neo-quaternari dell’antico bacino la- Il reticolo idrografico è altrettanto asimmetrico dei versanti; na e di Patigno). Pontremoli e il versante occidentale del Graben della Lunigiana Il fondovalle è interessato da un’intensa dinamica strut- (foto C.A. Garzonio) custre formano sistemi di Collina sui depositi neo-quaternari sul lato sinistro, appenninico, si presenta denso, a causa Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri con livelli resistenti o di Collina dei bacini neo-quaternari a litologie alternate. L’intero spazio tra dorsale e fondovalle è influenzato da un’estesa franosità, presente e passata. Sui gradini strutturali che separano montagna e collina e sui rilievi modellati nei terreni neo — quaternari si concentrano numerosi insediamenti minori, che in alcuni casi formano di- stinte “collane” su specifici livelli del versante appenninico. Il versante occidentale è più corto; il crinale è impostato su strati a franapoggio ed è quindi più dolce, con caratteri di Montagna silicoclastica; fa eccezione la corona della conca intermontana di Zeri, una valle glaciale scavata nella Mon- tagna su Unità da argillitiche a calcareo-marnose e coperta in gran parte da grandi sistemi di frana, circondata da rilie- p. 20 Conca di Zeri (foto C.A. Garzonio) Collina ofiolitica a Bibola (foto B.C. Tørrissen, licenza CC BY-SA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana (SIR-SIC), M. Sillara, M. Casarola e M. La Nuda (SIR-SIC). Sono presenti anche diversi laghi e aree umide di alta quota tra cui il Lago Verde di Passo del Brattello (SIR). Gli affioramenti di rocce calcaree, dolomitiche ed evapo- ritiche presso Sassalbo (prati di Camporaghena), lungo la piccola finestra tettonica di Mommio, in val Gordana e sui rilievi calcarei apuani (Equi, Rocca di Tenerano) presentano forme carsiche epigee ed ipogee, come doline, marmitte dei giganti e grotte, frequentate anche in tempi preistorici. Da segnalare sicuramente l’affioramento dei gessi triassici lungo il T. Rosaro, di notevole interesse paesaggistico e ge- ologico. In Val Gordana (SIR-SIC), le acque del torrente omonimo hanno scavato una profonda forra denominata “Stretti di Giaredo”, già segnalata da Targioni Tozzetti nel suo viag- gio in Lunigiana: l’erosione ha esumato il nucleo di un’anti- clinale costituita da rocce calcaree mesozoiche della Falda Toscana. Piccole cascate (Piscio di Pracchiola, Cascata di Farfarà, Cascata della Colombara) di notevole bellezza si presentano lungo i corsi d’acqua minori come il T. Verde e il F. Colombara. Localmente, laddove affiorano rocce vulcaniche o ofioliti si rinvengono forme di paesaggio particolari (rilievi scuri, spesso privi di vegetazione) su cui in passato sono stati edificati borghi o castelli. In località Olivola, in passato, sono

Forme di origine glaciale nei pressi di Vinca (foto B. Baldi) stati rinvenuti importanti resti fossili (mammiferi). Buca d’Equi (foto B. Baldi) La parte più meridionale dell’ambito condivide i valori de- turale, intrinseca alla natura dei corsi d’acqua, accentuata (Dighe della Rocchetta, di Teglia, invaso di Paduli o lago gli ambiti adiacenti, legati all’unicità delle Alpi Apuane e al cità; la mancata manutenzione delle sorgenti alimentate da dall’intervento antropico che ha visto insediamenti in aree del Lagastrello). La presenza di importanti coltri detritiche, ruolo della Dorsale carbonatica e della Montagna calcarea corpi di frana, in seguito all’abbandono degli insediamenti, esposte, confinamento dei corsi d’acqua a fini agricoli e -in corpi di frana e sistemi di fratture nelle rocce arenacee per- nell’equilibrio di grandi acquiferi strategici, valori richiamati rappresenta un ulteriore fattore di rischio. tense estrazioni di inerti in alveo. mette l’alimentzione di una grande quantità di sorgenti. Già anche nella legenda regionale. I fondovalle delle valli tributarie maggiori, e le conoidi, sono A partire dalla metà del secolo scorso si registra una mag- conosciute dai romani erano le sorgenti termominerali di l’ultima barriera idrologica prima del Magra, e alimentano la giore incisione del fondo del F. Magra e un concomitante Equi Terme, dove scaturiscono anche due delle maggiori Criticità falda principale di fondovalle. Queste funzioni sono minac- restringimento dell’alveo. Questa dinamica ha comportato risorgenze carsiche delle Alpi Apuane, la Buca di Equi e la La criticità primaria dell’ambito, dal punto di vista idrogeo- ciate dal consumo di suolo e conseguente impermeabilizza- anche un abbassamento del livello della falda freatica ed sorgente Barrila. logico, è rappresentata dalle intense dinamiche idrauliche, zione. Il fondovalle principale dovrebbe essere considerato una diminuzione delle risorse idriche disponibili. In alcune Sui crinali orientali, in gran parte compresi nel parco na- che interagiscono con l’evoluzione dei sistemi insediativi e interamente esondabile. L’espansione dell’insediamento in aree, come la piana di Filattiera, nell’ultimo decennio ha zionale dell’Appennino Tosco-emiliano, si rileva la presenza agricoli nel creare una situazione instabile e ricca di rischi. quest’area genera gravi rischi idraulici, mentre la passata iniziato a prevalere la sedimentazione in alveo di quantità di forme glaciali (circhi e depositi morenici), in particolare Le aree di dorsale e montane sulle Unità Toscane, perme- attività estrattiva ha esposto la falda acquifera a rischi di notevoli di sedimenti provenienti dai versanti in erosione. nelle zone di M. Orsaro (SIR-SIC), M. Marmagna, M. Matto abili e coperte da coltri detritiche e suoli profondi, ricevono inquinamento. La dinamica di abbandono dei sistemi insediativi e rurali col- molta pioggia, ma trattengono acqua che viene utilizzata Lungo il versante apuano si registra la presenza di numerosi Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri linari e montani è intensa, e le modifiche portate sull’equi- dai boschi, alimenta le sorgenti o raggiunge le falde acquife- siti di estrazione del marmo, molti dei quali inattivi, e di due librio idrogeologico sono complesse e meritevoli di ulteriori re. L’abbandono dei pascoli e dei boschi può compromettere siti minerari abbandonati, al contatto tra marmi dolomitici analisi. questo equilibrio, aumentando sia il deflusso che il rischio di apuani e rocce scistose del basamento, utilizzati secoli fa frana delle coltri su forti pendenze. Le aree collinari e mon- per l’estrazione del manganese e del rame. Valori tane sulle Unità Liguri sono le principali aree di produzione La parte più meridionale dell’ambito condivide le criticità Il territorio della Lunigiana presenta elementi di elevata ge- di deflusso, mitigata dalle capacità idrauliche dei corpi di degli ambiti adiacenti, legati alla pressione, attuale e po- odiversità da preservare e tutelare che contrastano con le tenziale, dell’attività estrattiva e ai rischi per la stabilità dei frana, dai boschi e dalle aree agricole sistemate, dove sono .1 criticità e le dinamiche di trasformazione che verranno ana- stati creati volumi di suolo permeabile. L’abbandono rischia grandi acquiferi. 3 lizzate nel paragrafo successivo. di incrementare il deflusso e la dinamica delle frane, mentre La Lunigiana è una terra ricca di acque, da sempre utilizzate le aree sistemate, prive di manutenzione, divengono suscet- nell’industria e per la produzione idroelettrica. Sono pre- tibili al dissesto. L’associazione spaziale tra insediamenti mi- senti alcuni bacini idroelettrici lungo i corsi d’acqua minori nori semiabbandonati e corpi di frana accentua questa criti- Affioramento dei Gessi di Sassalbo (foto B. Baldi) p. 21 lunigiana

PIANURE e MARGINE Sistemi morfogenetici FONDOVALLE

Fondovalle (FON) Margine Inferiore (MARi)

Forme: Piane di fondovalle Forme: Conoidi e terrazzi flu- Litologia: Depositi alluvionali viali intermedi, dune antiche vari Litologia: Depositi tardo- Suoli: Suoli poco evoluti, ge- pleistocenici terrazzati neralmente calcarei, profondi, Suoli: Suoli evoluti, tessiture spesso con limitato drenaggio varie

Alta pianura (ALP) Margine (MAR) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Conoidi attive, terrazzi Forme: Conoidi attive, terrazzi fluviali bassi fluviali bassi Litologia: Alluvioni recenti; Litologia: Alluvioni recenti; travertini olocenici travertini olocenici Suoli: Suoli a tessiture Suoli: Suoli a tessiture sabbiose, o ricchi di scheletro, sabbiose, o ricchi di scheletro, calcarei calcarei

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 22 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana

COLLINA DEI BACINI Montagna ringiovanita NEO-QUATERNARI Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci su terreni silicei del sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd) Montagna calcarea (MOC) basamento (MRSb) Dorsale carbonatica (DOC)

Collina dei bacini neo- quaternari, litologie alternate (CBAt)

Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti ripidi; forme Forme: Forme da Forme: Versanti rettilinei, intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente carsiche, anche ipogee sollevamento recente; versanti ripidi, e falesie; forme glaciali; residuali, versanti ripidi con antropizzati Litologia: Calcari metamorfici ripidi, valli incise; occasionali forme carsiche, anche ipogee movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda del basamento paleozoico; ripiani sommitali Litologia: Calcari calanchi) Toscana, miste o a dominante calcari e calcareniti delle Unità Litologia: Basamento metamorfosati del basamento Forme: Modellamento erosivo Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica Toscane; calcari delle Unità metamorfico toscano paleozoico; secondariamente, intenso, rari ripiani sommitali siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a Liguri, quando dominanti Suoli: Regolite profondo, suoli calcari delle Unità Toscane residuali, versanti ripidi con Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, Suoli: Copertura pedologica sottili, acidi, ricchi di scheletro; Suoli: Sistemi carsici, roccia movimenti di massa (balze e bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a discontinua, in genere sottile suoli acidi e spesso ricchi di affiorante calanchi) tessiture sabbioso-fini scheletro sui ripiani Litologia: Alternanze di depo- siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli dei sistemi a sab- bie e argille dominanti

COLLINA MONTAGNA Montagna su Unità da DORSALE Collina a versanti ripidi argillitiche a calcareo- sulle Unità Liguri (CLVr) marnose (MOL)

Collina sui depositi neo- quaternari con livelli resistenti (CBLr) Montagna silicoclastica (MOS) Dorsale silicoclastica (DOS) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Modellamento erosivo Forme: Versanti complessi a intenso, rari ripiani sommitali media pendenza, con frequenti residuali, versanti ripidi con movimenti di massa movimenti di massa (balze e Litologia: Unità Sub-Liguri e Forme: Ripiani sommitali, calanchi) Liguri, miste o a dominanza di versanti con tratti ripidi Litologia: Alternanze di depo- Forme: Versanti rettilinei, rocce silicee; unità argillitiche e Forme: Versanti rettilinei, e andamenti complessi siti neo-quaternari diversi ripidi, aggradati; aree in DGPV calcareo-marnose Toscane ripidi, aggradati; forme glaciali controllati dalla litologia Suoli: Suoli dei sistemi a sab- con versanti meno ripidi, Suoli: Suoli da sottili a e crionivali Litologia: Depositi neo- bie e argille dominanti complessi mediamente profondi, spesso Litologia: Flysch arenacei quaternari con presenza di Litologia: Flysch arenacei ricchi di scheletro e/o calcarei delle Unità Toscane e, litologie resistenti (calcareniti, delle Unità Toscane e, subordinatamente, delle Unità 3.1 conglomerati, calcari subordinatamente, delle Unità Liguri; Pseudomacigno del continentali, piroclastiti) Liguri; Pseudo-macigno del basamento paleozoico Suoli: Suoli profondi, ben Affioramenti basamento paleozoico Suoli: Suoli sabbiosi, acidi, drenati, con tessiture e di rocce Suoli: Presenza di regolite talvolta profondi; roccia composizione controllati dalla Ofiolitiche profondo e grossolano, affiorante litologia, spesso molto evoluti anche su versanti ripidi; suoli link: abaco regionale dei sistemi morfogenetici sui ripiani sommitali profondi, sabbiosi, acidi p. 23 lunigiana Carta di sintesi dei valori idro-geo-morfologici Carta di sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri Supporto di ecosistemi e paesaggi di grande valore; Supporto di paesaggi naturali di valore e Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti ricarica di acquiferi critici assorbimento di deflussi superficiali esondazione

Supporto di paesaggi naturali di valore; Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Produzione di deflussi e instabilità dei versanti, Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di assorbimento dei deflussi superficiali assorbimento di deflussi superficiali aggravate dagli abbandoni dei sistemi rurali esondazione da eventi rari

Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del Rischio di impoverimento e contaminazione di Supporto di paesaggi naturali di valore Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore suolo e presenza di calanchi obliterati acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Supporto di paesaggi naturali di valore; Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Elevato consumo di suolo Versanti instabili ricarica di acquiferi critici ricarica di acquiferi critici

Supporto di paesaggi naturali, agrari e insediativi di valore p. 24 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana Indirizzi per le politiche più importanti e il consumo di suolo complessivo. Gli indirizzi sono organizzati intorno alla necessità prioritaria In questo sistema morfogenetico e in questo ambito, ogni di migliorare la sicurezza idrogeologica. ulteriore insediamento non può che rappresentare un ulte- Per migliorare la qualità dei versanti, è necessario incorag- riore aggravio al rischio idraulico ed all’onere rappresentato giare la manutenzione dei pascoli residui e la gestione attiva dalle opere di difesa, entrambi già molto elevati. È inoltre dei boschi, la cui potenzialità permette senz’altro un equili- urgente il ripristino delle cave di fondovalle, così come dei brio sostenibile tra produzione, protezione e valori ecologici. siti estrattivi abbandonati. Le aree agricole in via di abbandono debbono essere gestite, Ai sistemi di Dorsale carbonatica e di Montagna calcarea attraverso azioni che stimolino il recupero e la manutenzio- presenti nell’ambito, in particolare nella parte meridionale, ne o, in alternativa, la rinaturalizzazione controllata, in ogni si applicano con alta priorità gli indirizzi generali dei due caso con l’obiettivo di stabilizzare i versanti e contenere i sistemi. deflussi. Queste azioni hanno priorità nelle aree in passato Effetti dell’alluvione dell’Ottobre 2011: smottamenti lungo la strada provinciale (fonte Regione Toscana) oggetto di sistemazioni idraulico-agrarie, nel sistema del- la Montagna su unità da argillitiche a calcareo-marnose e nei sistemi di Collina sulle Unità Liguri, basati su formazioni poco permeabili e soggette a fenomeni franosi. In sinergia col precedente indirizzo, è importante la manu- tenzione e sorveglianza degli insediamenti abbandonati e semiabbandonati e delle sorgenti maggiori, in particolare quando queste strutture siano associate a corpi di frana, come avviene frequentemente nei sistemi collinari. Le funzioni idrologiche dei fondovalle tributari e delle conoi- di attive di Alta Pianura, di riduzione dei deflussi e di alimen- tazione delle falde, debbono essere tutelate. Le politiche in- sediative debbono essere basate su attenta progettazione, Effetti dell’alluvione dell’Ottobre 2011: ponte distrutto dalla piena sulla SP 32 (fonte Regione Toscana) allo scopo di minimizzare l’impermeabilizzazione delle aree Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

3.1

Attività estrattiva sul versante apuano (foto B. Baldi) p. 25 lunigiana Descrizione strutturale 3.2 I caratteri ecosistemici Il territorio della Lunigiana si sviluppa su tre elementi del paesaggio paesaggistici fortemente caratterizzanti, quali la pianura alluvionale del Fiume Magra e del Torrente Taverone, i versanti collinari e submontani a matrice agricolo-forestale e il sistema dei versanti e crinali montani e alpini su substrati silicei (Appennino) e carbonatici (Alpi Apuane). La pianura è dominata dai corsi dei Fiumi Magra e Torrente Taverone, con larghi terrazzi alluvionali e con formazioni ve- getali ripariali e specie vegetali ed animali di medio e basso corso. Questo sistema di pianura, pur interessato da intensi Crinale appenninico tra il M.te Tondo e il M.te La Nuda, area di elevato Versanti montani del Groppo del Vescovo, tra il Passo della Cisa e del processi di artificializzazione, presenta ancora buoni livelli di valore naturalistico, con praterie primarie e secondarie di crinale Cirone, con mosaici di praterie, boschi di faggio, di conifere, ed ambienti criteri metodologici (LINK) (nodo degli ecosistemi agropastorali), in mosaico con ambienti rupestri e rupestri, a costituire un insieme di elevato valore naturalistico naturalità nelle aree di pertinenza fluviale, e un paesaggio brughiere (foto L. Lombardi, archivio NEMO) (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) agricolo con relittuali elementi ad agricoltura tradizionale alternate ad aree fortemente urbanizzate. zione arbustiva e arborea. In entrambi i versanti del bacino del Magra, la fascia medio Alcuni interventi realizzati nell’ambito di Progetti comunitari montana ospita un caratteristico mosaico di aree agricole, (LIFE Natura) o nel contesto delle attività delle Aree Pro- boschi e piccoli borghi, con una forte prevalenza della ma- tette (Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano e Parco trice forestale con castagneti cedui e da frutto, querceti e Regionale delle Alpi Apuane) e degli Enti locali (ad esempio robinieti negli impluvi. In tale sistema ambientale, i diversi ai Prati di Logarghena o nel crinale del M.te Tondo), hanno usi del suolo evidenziano lo stretto e secolare rapporto tra cercato di ostacolare tali negativi processi mediante inter- le comunità dei borghi montani, le aree agricole circostanti venti di decespugliamento, di recupero delle attività agropa- (spesso terrazzate), i boschi per la legna o per le castagne, storali e di riqualificazione dei castagneti da frutto. per giungere, attraverso una rete di mulattiere, ai pascoli Ai fenomeni di abbandono in ambito montano si associa Praterie montane di Logarghena, ai piedi del M.te Orsaro, con prati pa- Dominante matrice forestale di latifoglie (faggete, castagneti, cerro- di crinale. Questo paesaggio presenta elementi di interesse un complementare aumento dei livelli di urbanizzazione scolati e prati regolarmente sfalciati; nodo degli ecosistemi agropastorali ostrieti) e conifere, con residuali aree agricole montane,nell’alta Valle di (espansioni residenziali, artigianali e industriali, assi stra- ed area interna al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano Zeri (foto L. Lombardi, archivio NEMO) naturalistico nella sua natura di mosaico ambientale e per (foto L. Lombardi, archivio NEMO) la presenza di aree agricole classificabili come “di elevato dali) e artificializzazione della pianura alluvionale e dei bas- valore naturalistico” (High Nature Value Farmland HNVF). si versanti (recente edilizia residenziale diffusa nel settore La continuità della matrice forestale costituisce un altro ele- orientale), con consumo di suolo agricolo (ad esempio sul mento di pregio naturalistico, grazie anche alla diffusione conoide tra Villafranca e Bagnone) e l’alterazione delle aree dei castagneti da frutto, di elevato valore faunistico per la di pertinenza fluviale. presenza di specie legate ai boschi maturi. Intense dinamiche interessano anche i corsi d’acqua con Il paesaggio alto appenninico e delle Alpi Apuane si carat- l’artificializzazione delle sponde del Fiume Magra e dei prin- terizza per la presenza continua di boschi mesofili (fagge- cipali affluenti, la realizzazione di sbarramenti a fini idroe- te), ma soprattutto per le praterie secondarie e primarie di lettrici e di periodici interventi di controllo ed eliminazione crinale in mosaico con brughiere e piccole torbiere. I rilievi della vegetazione ripariale. Relativamente alle aree fluviali montani rocciosi risultano particolarmente “emergenti” dal si evidenza comunque l’istituzione, negli ultimi anni, di aree Dense faggete di versante e mosaici di faggete, praterie e ambienti rupe- paesaggio forestale (ad esempio M.te La Nuda, M.te Orsa- protette fluviali (ANPIL sul Fiume Magra) finalizzate alla stri, nel versante meridionale del M.te Bocco conservazione e valorizzazione degli ecosistemi naturali e di (foto L. Lombardi, archivio NEMO) ro, Pizzo d’Uccello), con habitat a forte determinismo edafi- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri co (rocce silicee nei versanti lunigianesi e calcaree in quelli quelli agricoli adiacenti. apuani), pareti rocciose, cenge, aree detritiche e, nel setto- Nel settore apuano significative risultano le trasformazioni re apuano, importanti complessi carsici epigei ed ipogei. degli ambienti alto montani ad opera delle attività estrattive marmifere, con particolare riferimento al bacino del Monte Dinamiche di trasformazione Sagro e alla Valle di Equi, con la presenza di cave di marmo, Le dinamiche più significative dell’ambito sono relative ai discariche di cava (ravaneti) e strade di arroccamento, e rapidi processi di abbandono degli ambienti agro-pastorali, con l’alterazione di aree di elevato interesse conservazioni- con la perdita di habitat agricoli, prativi e pascolivi e con ne- stico nell’ambito del Parco Regionale delle Alpi Apuane. gative alterazioni delle comunità animali e vegetali ad essi Oltre all’aumento della superficie forestale, come conse- legate. Tali fenomeni risultano particolarmente intensi e dif- guenza dell’abbandono degli ambienti agropastorali mon- fusi nel settore montano settentrionale e occidentale della tani, la riduzione delle utilizzazioni forestali ha comportato Lunigiana, interessato da ex praterie e pascoli di crinale o di un generale aumento dei livelli di maturità e di valore eco- Praterie montane di Formentara, presso il Passo dei Due Santi in alta Faggeta al Passo di Lagastrello, con esemplare monumentale di faggio versanti con processi di abbandono e di rapida ricolonizza- logico, con particolare riferimento alle faggete montane e p. 26 Valle di Zeri (foto L. Lombardi, archivio NEMO) (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana alle cerrete. La riduzione della frequenza delle utilizzazioni Faggete, castagneti, cerrete, abetine e boschi misti di coni- li e torrentizi, di alto, medio e basso corso e dei Boschi selvicolturali e delle attività di gestione del bosco ha avuto fere e latifoglie costituiscono la componente principale dei planiziali e palustri delle pianure alluvionali. Nella pianura anche conseguenze negative, con particolare riferimento nodi, spesso con buoni livelli di maturità e di caratterizzazio- alluvionale del Fiume Magra le due tipologie si trovano in alla perdita dei castagneti da frutto, aggravata dalla diffu- ne ecologica. I nodi primari risultano particolarmente estesi diretto contatto tra loro, con formazioni arboree e arbustive sione di fitopatologie (in particolare il cinipide del castagno). e continui nei versanti montani, con particolare riferimento ripariali (saliceti, pioppete, ontanete) e boschi planiziali di In ambito forestale altre dinamiche sono legate alla pro- a quelli in destra idrografica del Fiume Magra (Monti di Cor- elevato interesse conservazionistico, soprattutto nel tratto gressiva e intensa diffusione dei robinieti nei bassi versanti noviglio, Picchiara e Volacra), nel suo alto bacino (tra il M.te di pianura alluvionale tra Aulla e Pontremoli, ove si loca- montani e negli impluvi, e all’alterazione del sottobosco per Gottero ad ovest e il Passo della Cisa ad est) e nei versanti lizzano anche aree protette di tipo fluviale (ANPIL Fiume l’elevato carico di ungulati. montani degradanti dal crinale M.te Orsaro – M.Sillara – Magra e Fiume Magra in Lunigiana). Di particolare interesse In ambito alto montano, ai fenomeni di abbandono si sono M.te Malpasso. Un vasto e continuo nodo chiude a sud-est naturalistico sono anche gli ecosistemi ripariali dei torrenti associate anche le dinamiche di aumento dei livelli di arti- la Lunigiana con le aree forestali dei versanti lunigianesi Aulella, Rosaro e Taverone. ficializzazione, anche in aree di elevato interesse naturali- delle Alpi Apuane, in continuazione con la zona del Monte Nell’ambito degli ecosistemi forestali della Lunigiana si loca- stico, con lo sviluppo di aree turistiche attrezzate (Villaggio Tondo. Nell’ambito dei nodi primari i principali valori fun- lizzano due fitocenosi forestali del Repertorio naturalistico degli Aracci e impianti sciistici di Zum Zeri, villaggio al Passo zionali e naturalistici sono rappresentati dai boschi di mag- toscano: il Bosco di Taxus baccata del Solco d’Equi (Alpi del Rastello), la realizzazione o previsione di impianti eolici giore maturità, prevalentemente rappresentati dalle faggete Apuane), relittuale testimonianza dei boschi misti di faggio su crinale (ad es. ai Prati di Formentara nell’alta Valle di Zeri montane, dalle cerrete e dai castagneti da frutto, riferibili al e tasso, e la Faggeta del Catino (Alpi Apuane). o lungo il crinale tra il Passo della Cisa e il Passo del Cirone) target regionale delle Foreste di latifoglie mesofile. La ma- L’ambito presenta inoltre importanti direttrici di continuità o di impianti fotovoltaici in aree aperte o forestate (ad es. in trice forestale risulta caratterizzare i bassi versanti montani forestale extraregionale, con particolare riferimento alle loc. Scoglio e in loc. Casola in Lunigiana). e le valli dei torrenti Aulella, Rosaro, ove i boschi risultano di zone del M.te Cornoviglio, del Passo dei Due Santi e del minore maturità e con elevata diffusione dei robinieti di so- Monte Cucco, a ovest, e alle zone del Passo della Cisa, M.te Valori stituzione. Nell’ambito della matrice le aree forestali a mag- Borgognone e Passo del Lagastrello a nord e a ovest. Ecosistemi forestali giore maturità ed idoneità, ma con ridotto sviluppo areale, Gli ecosistemi forestali costituiscono l’elemento dominan- costituiscono importanti nodi forestali secondari. Ecosistemi agropastorali te del paesaggio vegetale della Lunigiana, caratterizzando Corridoi ripariali e boschi planiziari, costituiscono elemen- Nell’ambito della rete ecologica i nodi degli ecosistemi agro- fortemente i versanti montani, con prevalenza di boschi di ti importanti della rete ecologica nella pianura alluvionale, pastorali interessano prevalentemente i crinali montani prin- Praterie secondarie di Camporaghena, in mosaico con faggete di versan- te, ai piedi dei versanti rupestri dei Groppi di Camporaghena, latifoglie. quali componenti dei target regionali degli Ambienti fluvia- cipali e i versanti alto montani ove si localizzano importanti Lunigiana orientale (foto: A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) ecosistemi prativi secondari pascolati, o in parte abbando- nati, a costituire elementi di elevato valore naturalistico e ne), con caratteristiche brughiere a calluna e le fitocenosi paesaggistico. Si tratta di praterie secondarie pascolate, igrofile dei prati di Logarghena (Lunigiana), con prati umidi spesso mosaicate con le praterie montane ed alpine, le re- e prati permanenti mosaicati con piccole torbiere montane. littuali torbiere montane e le brughiere a costituire un si- Dei nodi degli agroecosistemi fanno parte anche le aree stema ambientale caratterizzato dalla elevata presenza di agricole montane, spesso terrazzate e situate presso i bor- habitat e specie vegetali e animali di interesse comunitario/ ghi montani, e parte di quelle di fondovalle. Un vasto nodo regionale, rare e/o endemiche. Le praterie sommitali tra il degli agroecosistemi si localizza nella pianura alluvionale tra Passo della Cisa e del Cirone, i prati di Logarghena, il crina- Villafranca in Lunigiana e Filattiera, con caratteristici agro- le M.te Orsaro –M.te Malpasso, i prati di Camporaghena e ecosistemi tradizionali, seminativi e prati permanenti con Comano e l’area del circo glaciale del M.te La Nuda – M.te elevata densità degli elementi vegetali lineari (siepi, filari Tondo, rappresentano le zone di maggiore interesse per il alberati, alberi camporili). target in ambito montano. Fanno seguito le vaste aree agri- Gli agroecosistemi montani terrazzati dal punto di vista fun- cole e pascolive dell’alta Valle del Torrente Gordana (Valle zionale sono perlopiù attribuibili agli agroecosistemi fram- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri di Zeri, Prati di Formentara), i prati del M.te Molinatico e le mentati attivi. Si tratta di elementi di ridotte dimensioni, praterie secondarie delle Alpi Apuane (Valle di Vinca, M.te spesso mosaicati nella matrice forestale, a caratterizzare Borla-M.te Sagro) caratterizzate dalla elevata presenza di fortemente il territorio montano e di fondovalle della Lu- specie vegetali e animali endemiche. Tali mosaici sono in nigiana (ad es. agroecosistemi tradizionali del conoide tra gran parte attribuibili all’importante target regionale degli Villafranca in Lunigiana e Bagnone). I nodi degli ecosistemi Ambienti aperti montani, con praterie primarie e seconda- agropastorali e gli elementi frammentati, complessivamen- te costituiscono gran parte del target regionale delle Aree rie, in mosaico con brughiere e torbiere, quale una delle .2 principali emergenze naturalistiche della Lunigiana, spesso agricole di alto valore naturale (High Nature Value Farmland 3 in alternanza con le formazioni rupestri o delle aree detriti- HNVF). che montane. In ambito montano tali aree HNVF risultano spesso mosai- Nell’area il target presenta due Fitocenosi del Repertorio cate con gli agroecosistemi frammentati in abbandono con Caratteristico paesaggio montano della Lunigiana, con borghi medievali (abitato di Varano), aree agricole terrazzate in prossimità dei borghi, naturalistico toscano: i Calluneti di Campocecina (Alpi Apua- ricolonizzazione arborea/arbustiva, a testimonianza dei rapi- boschi di castagno, faggete e praterie sommitali per il pascolo estivo (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) p. 27 lunigiana Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Versanti occidentali del M.te Pizzo d’Uccello (Alpi Apuane; alta Valle di Vinca), con caratteristici ambienti rupestri calcarei, praterie secondarie, brughiere e boschi di faggio. Area interna al Parco Regionale delle Alpi Apuane, con elevata presenza di habitat e specie vegetali ed animali di interesse conservazionistico (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO)

di processi di abbandono delle attività agricole e pascolive. bitat e specie vegetali e animali palustri e igrofile di inte- affioramenti dei Gessi di Sassalbo o dei calcari del Groppo Gran parte delle principali aree di valore naturalistico delle resse conservazionistico. Le piccole aree umide e le torbie- del Vescovo (tra il Passo del Cirone e quello della Cisa). aree montane appenniniche della Lunigiana orientale, dal M Ecosistemi palustri e fluviali re montane, alternate alle praterie primarie e secondarie, Tra le fitocenosi del progetto RENATO sono presenti le Fito- .te Orsaro al M.te Tondo, e delle Alpi Apuane risultano inter- La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, costituiscono importanti emergenze naturalistiche descritte cenosi casmofile di Cresta Garnerone (Alpi Apuane), habitat ne a strumenti di area protetta (Parco Nazionale Appennino la vegetazione ripariale, le aree umide e gli ecosistemi pa- nell’ambito degli ambienti agropastorali e prativi montani. rupestre ricco di specie vegetali endemiche delle Alpi Apua- Tosco Emiliano e Parco Regionale delle Alpi Apuane) o sono lustri come elementi di una complessiva rete ecologica di ne, e i Popolamenti casmofili silicicoli del circo glaciale M. La interne ai Siti della Rete Natura 2000 (numerosi SIR, SIC, elevato valore naturalistico e funzionale, attribuibili a due Ecosistemi rupestri Nuda-M. Scalocchio (Appennino settentrionale). ZPS situati lungo il crinale appenninico e nelle Alpi Apuane). target della strategia regionale della biodiversità. Questo elemento della rete ecologica regionale è tipico de- Il territorio delle Alpi Apuane è inoltre entrato a far parte Gli Ambienti fluviali e torrentizi, di alto, medio e basso corso gli ambienti alto montani dell’Appennino Tosco-Emiliano, Aree di valore conservazionistico della rete di geoparchi dell’Unesco. costituiscono elementi importanti del paesaggio della Luni- ma soprattutto degli ambienti sommitali delle Alpi Apuane, Gli ecosistemi fluviali e torrentizi, gli agroecosistemi tradi- Nel fondovalle l’importanza degli ecosistemi fluviali e -tor giana. Il fondovalle si caratterizza ancora per la presenza risultando interamente associabile al target regionale degli zionali, i boschi di maggiore maturità (faggete, castagneti rentizi è confermata dalla presenza di alcune aree protette di ecosistemi fluviali di elevato interesse conservazionisti- Ambienti rocciosi montani e collinari con pareti verticali, de- da frutto), i mosaici di praterie pascolate, praterie primarie, comunali e da SIC fluviali (ANPIL del Fiume Magra e SIC del co, con vegetazione ripariale arbustiva e arborea (saliceti, triti di falda e piattaforme rocciose. brughiere e torbiere, e i vasti rilievi rocciosi montani costitu- Torrente Gordana e del Torrente Verde). Oltre a tali aree pioppete, ontanete), spesso collegate a formazioni arboree Si tratta di ambienti perlopiù montani caratterizzati dal forte iscono le principali emergenze naturalistiche dell’ambito. protette gran parte del reticolo idrografico montano è co- planiziali, ampi terrazzi alluvionali ghiaiosi e importanti po- determinismo edafico. Pareti rocciose verticali, piattaforme In particolare i rilievi delle Alpi Apuane, i crinali e alti ver- munque da considerare come una emergenza naturalistica, polamenti ittici. Nel fondovalle tali valori sono confermati rocciose e detriti di falda costituiscono ambienti selettivi, santi appenninici del Groppo del Vescovo-M.te Orsaro-M.te con particolare riferimento all’alto corso del Magra, ed ai dalla presenza di due aree protette (ANPIL) situate lungo il in cui sono presenti habitat e specie vegetali e animali di Sillara, del M.te Acuto, del M.te La Nuda-M.te Tondo e parte Torrenti Rosaro, Taverone, Caprio, Bagnone e Betigna. corso del Fiume Magra ad Aulla e tra Villafranca in Lunigiana interesse regionale e comunitario, specie endemiche e relitti del corso del Fiume Magra (zona di Filattiera, Terrarossa) e Sono da evidenziare inoltre i valori legati ai crinali prativi e e Pontemoli. glaciali. Tali ambienti rappresentano luoghi di alto valore an- di alcuni suoi affluenti (Gordana, Taverone, Aulella) rappre- arbustati della Lunigiana occidentale, probabilmente meno Gli affluenti del Magra, sia in destra che in sinistra idrogra- che per la nidificazione di importanti specie di avifauna (ad sentano le aree a più elevata concentrazione di habitat e studiati ma di elevato interesse conservazionistico anche se fica, ospitano importanti ecosistemi fluviali di medio e alto es. aquila reale, gracchio alpino e corallino). Gli ecosistemi specie vegetali e animali di interesse conservazionistico. soggetti a rapidi processi di abbandono e di chiusura. Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri corso, con numerosi habitat e specie vegetali e animali di rupestri caratterizzano fortemente i rilievi del M.te Orsaro, il Oltre all’estremo valore degli ambienti rocciosi montani, con interesse comunitario/regionale, con particolare riferimento lungo crinale e i versanti tra il M.te Orsaro e il M.te Bocco, il elevata presenza di specie e habitat endemici (soprattutto Criticità ai torrenti Aulella, Taverone, Rosaro, Verde, Teglia e Gorda- circo glaciale del M.te La Nuda e gli emergenti rilievi calcarei nelle Alpi Apuane), risultano di elevato interesse conser- Le principali criticità sono legate alle intense dinamiche na (quest’ultimo già Sito di Importanza Comunitaria). del versante lunigianese delle Alpi Apuane (in particolare la vazionistico le relittuali aree montane con praterie secon- in atto di abbandono delle attività agropastorali in ambito Il target delle aree umide e palustri è presente con picco- zona del M.te Sagro, Cresta Garnerone e Pizzo d’Uccello); darie quali, ad esempio, i Prati di Logarghena, alle falde montano e di aumento dei livelli di antropizzazione nel fon- le aree umide situate nella pianura alluvionale del Fiume questi ultimi complessi montuosi ospitano paesaggi carsici del M.te Orsaro, i sistemi prativi di crinale tra il Passo della dovalle e nelle aree di pertinenza fluviale. Magra, nell’ambito delle aree di pertinenza fluviale (spes- superficiali a cui corrispondono vasti ambienti ipogei (ad es. Cisa e del Cirone, o quelli della Valle di Zeri (in particolare I rapidi processi di abbandono degli ambienti agro-pastorali, so ex cave abbandonate), e in prossimità dei corsi d’acqua Grotta di Equi) con importante fauna troglobia. Prati di Formentara), i prati di Camporaghena o di Coma- con un aumento dei livelli di naturalità ma perdita di valore secondari (basso corso) o di specchi d’acqua montani. Tra Ecosistemi rupestri di particolare interesse conservazionisti- no, nella Lunigiana orientale, le praterie di Campocecina o naturalistico, hanno prodotto la perdita di importanti habitat questi ultimi risultano di particolare interesse naturalistico co sono legati alle numerose emergenze geomorfologiche quelle terrazzate dell’alta Valle di Vinca, nelle Alpi Apuane. agricoli, prativi e pascolivi, con una riduzione delle comu- quelli del Lago Verde (alta Valle del T. Verde), Lago Paduli della Lunigiana, quali le Gole del Torrente Gordana, presso In quest’ultima area emergono come valori assoluti la Valle nità animali ad essi legate. Tali fenomeni di abbandono e e Lago Sguincio (Passo Lagastrello), Lago Lungo e Lago Pontremoli, il Solco di Equi, presso il paese di Equi Terme, la di Vinca, il Solco d’Equi ed i vasti ambienti rocciosi calcarei di ricolonizzazione arbustiva e arborea di ex prati e pascoli p. 28 Padule (Passo del Cerreto), con importanti presenze di ha- parete nord del Pizzo d’Uccello (Alpi Apuane), i caratteristici della parete nord del Pizzo d’Uccello. sono particolarmente intensi e diffusi nel settore montano piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana settentrionale e occidentale della Lunigiana, risultando par- con il Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, la pianura ambientale e paesaggistico, in considerazione dell’elevato ticolarmente negativi quando interessano aree montane di alluvionale di Villafranca in Lunigiana e Aulla, con intensi valore e vulnerabilità naturalistica e paesaggistica dell’area. elevato valore naturalistico, quali i prati di Formentara (Valle processi di artificializzazione e consumo di suolo agricolo in Per tutto il sistema carsico apuano risulta strategico l’obiet- di Zeri), i prati di Logarghena (Filattiera), o quelli situati tra aree di pertinenza fluviale, i versanti montani tra Comano tivo di tutelare il reticolo idrografico, le risorse carsiche epi- Camporaghena e Comano. e Sassalbo e l’area dei Prati di Logarghena, di elevatissimo gee ed ipogee (con importanti sistemi di grotte, inghiottitoi, A tali fenomeni si associa un complementare aumento dei valore naturalistico ma con rapidi processi di abbandono ecc. di elevato valore naturalistico) ed in particolare le risor- livelli di urbanizzazione e artificializzazione della pianura al- di ex pascoli ed agroecosistemi tradizionali, e il crinale oc- se idriche superficiali e sotterranee. Stessi indirizzi di miglio- luvionale e dei bassi versanti, con consumo di suolo agricolo cidentale della Lunigiana, tra il M.te Cornoviglio e il Passo ramento dei livelli di coerenza con i valori naturalistici sono (ad esempio sul conoide tra Villafranca e Bagnone), altera- del Rastello, con perdita di ambienti pascolivi sommitali e associabili alle strutture turistiche e sciistiche della Valle di zione delle aree di pertinenza fluviale e artificializzazione ricolonizzazione arbustiva. Zeri e ai nuovi impianti eolici di crinale, per i quali sarebbe delle sponde del Fiume Magra e dei principali affluenti. Il anche auspicabile una valutazione degli effetti cumulativi di reticolo idrografico talora è interessato anche dalla realiz- Indirizzi per le politiche area vasta sulle emergenze naturalistiche e paesaggistiche. zazione di sbarramenti a fini idroelettrici e da una gestione Gli obiettivi a livello di ambito per l’invariante ecosistemi In ambito forestale gli indirizzi sono finalizzati al recupero della vegetazione ripariale non attenta alla conservazione sono finalizzati principalmente a mitigare e a limitare gli ef- dei castagneti da frutto, alla riduzione degli effetti negativi degli importanti ecosistemi fluviali. In tale contesto rilevan- fetti dei processi di abbandono degli ambienti agro-pastorali del governo a ceduo, con incremento delle specie accesso- Fiume Gordana (Gole delle Strette di Giaredo), con importanti ecosistemi te risulta lo stress idrico e l’impatto sugli ecosistemi fluviali che costituiscono la principale criticità rispetto ai valori pae- rie di pregio e degli alberi habitat, al controllo delle fitopa- fluviali nell’ambito del Sito di Importanza Comunitaria “Valle del Torrente del Torrente Gordana (già Sito di Importanza Comunitaria) saggistici e naturalistici non solo dell’ambito in oggetto ma tologie e della diffusione dei robinieti. Gordana” (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) per la presenza di una diga con relativa derivazione verso il dell’intero sistema appenninico toscano. Torrente Teglia. Tale indirizzo è valido per tutto il territorio montano della Lu- Nel settore apuano (target di conservazione della Strate- nigiana ma trova elementi di priorità in alcune aree di elevato gia regionale per la biodiversità) significative risultano le valore naturalistico, quali i versanti montani tra Comano e trasformazioni degli ambienti alto montani ad opera delle Sassalbo, i prati di Logarghena o lungo il confine occidentale attività estrattive marmifere, con particolare riferimento al dell’ambito. Tale obiettivo è da associare alla tutela degli ha- bacino del Monte Sagro e alla Valle di Equi, con alterazione bitat montani primari (climax), come le praterie e brughiere di aree di elevato interesse conservazionistico nell’ambito alpine, le torbiere e gli habitat rupestri, quali principali emer- del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Significativa risulta genze naturalistiche dell’ambito. Tali obiettivi trovano impor- inoltre la presenza di un vasto sito estrattivo nei versanti tanti strumenti attuativi nella presenza del Parco Nazionale del M.te Grosso nell’ambito del nodo forestale primario a Appennino Tosco Emiliano e del Parco Regionale delle Alpi sud di Aulla. Apuane. Altre criticità sono legate agli ecosistemi forestali, di elevata Per la pianura alluvionale del Magra, le conoidi ed i bassi ver- estensione ma talora di scarsa qualità ecologica, con nega- santi montani risulta strategico l’obiettivo di ridurre e mitigare tiva perdita di castagneti da frutto (per abbandono e diffu- i processi di artificializzazione e urbanizzazione, evitando la sione di fitopatologie), diffusione di cenosi forestali esotiche saldatura tra le aree urbanizzate e mantenendo i varchi di Ampio greto ghiaioso del Fiume Magra, presso Villafranca in Lunigiana, con vegetazione ripariale arbustiva ed arborea a dominanza di robinia ed elevato carico di ungulati. connettività esistenti. Ciò con particolare riferimento alle aree (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) Localmente rilevanti risultano alcune criticità legate a strut- agricole con urbanizzazione diffusa su conoidi in sinistra e ture turistiche e sciistiche esistenti (Villaggio degli Aracci e destra idrografica del Fiume Magra (tra Ponticelli e Scorcetoli, impianti sciistici di Zum Zeri, villaggio al Passo del Rastello), tra Villafranca e Bagnone ad Aulla e Arpiola), alla confluenza ad impianti fotovoltaici in aree aperte o forestate montane del Torrente Taverone nel F. Magra (periferia nord di Aulla) ed (ad es. in loc. Scoglio e in loc. Casola in Lunigiana) e, so- alle aree di pertinenza fluviale del basso corso del torrente prattutto, ai numerosi impianti eolici su crinale, progettati Aulella. Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri o in corso di realizzazione in aree di elevato valore natura- Sono inoltre da ostacolare i processi di alterazione degli listico (ad es. ai Prati di Formentara nell’alta Valle di Zeri o ecosistemi fluviali, attuando anche interventi di riqualifica- lungo il crinale tra il Passo della Cisa e il Passo del Cirone), zione e di ricostituzione del continuum fluviale (con priorità anche in adiacenza con il Parco nazionale dell’Appennino per le aree classificate come “corridoio ecologico fluviale Tosco Emiliano. da riqualificare”) e migliorando i livelli di compatibilità am- Tra le principali aree critiche per la funzionalità della rete bientale degli impianti di sfruttamento idroelettrico e delle ecologica sono stati individuati i bacini estrattivi apuani, periodiche attività di taglio della vegetazione ripariale. .2 delle valli del M.te Sagro e del Solco di Equi, l’alta valle Il miglioramento dei livelli di compatibilità ambientale costi- 3 di Zeri (zona di Formentara), caratterizzata dalle strutture tuisce un obiettivo strategico anche per le attività estrattive turistiche e sciistiche del Villaggio degli Aracci, dalla perdita delle Alpi Apuane, con particolare riferimento all’area del Crinale appenninico tra il M.te Alto e Punta Buffanaro (Groppi di di aree pascolive e dalla realizzazione di impianti eolici, il M.te Sagro ed alla Valle di Equi, quest’ultima da indirizzare Versanti occidentali del Monte Sagro (Alpi Apuane), con praterie Camporaghena), con habitat rupestri sommitali in mosaico con praterie crinale appenninico a nord del Passo del Cirone, al confine verso una riduzione delle attività ed un loro reinserimento secondarie, ambienti rupestri calcarei e vasto bacino estrattivo marmifero primarie (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 29 lunigiana legenda Rete ecologica Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 30 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

p. 31 lunigiana Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali

criteri metodologici (LINK)

Filattiera, valle del Magra (photo © Alex MacLean / Landslides Aerial Photography / www.alexmaclean.com)

scala originale 1:250.000 Castello di Bagnone (foto D. Papalini - licenza CC BY-SA) Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani Descrizione strutturale La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata dal mor- (Sistema a ventaglio della testata di valle di Pontremoli). principale di impianto storico (via Francigena) e la ferrovia fotipo insedativo n. 6 “Morfotipo insediativo a spina delle Nella parte orientale i torrenti Caprio Bagnone, Taverone, (linea Pontremolese), che collega tra loro i principali centri valli appenniniche” (Articolazione territoriale 6.1). Si tratta Aulella definiscono le vallate che tagliano i contrafforti mon- del fondovalle (Aulla, Villafranca e Pontremoli). Questo at- del sistema insediativo tipico delle valli fluviali appennini- tani dell’Appennino Emiliano: i nuclei di Caprio e Ponticello, traversamento rappresenta la spina dorsale sulla quale si che, fortemente condizionato dalla conformazione a pettine i centri di Bagnone, Comano, Fivizzano e Casola costituisco- innesta la viabilità trasversale a pettine che risale i versanti del sistema idrografico e dalla morfologia ripida dei versanti no i capisaldi territoriali di tali bacini (Sistema a pettine del orientali lungo i contro-crinali appenninici o si insinua nelle appenninici. Gli affluenti laterali del Magra definiscono unità versante appenninico). valli secondarie del versante occidentale. Il sistema a coro- territoriali secondarie e corrispondenti a sistemi insediativi Nel versante occidentale ai torrenti Teglia, Mangiola, Osca na di Fosdinovo e Casola in Lunigiana, con la sequenza con- diversi: nella parte settentrionale i torrenti Gordana, Noce e Cisolagna fanno capo le vallate di Castagnetoli, Mulazzo, centrica di terrazzi collinari che discendono dalle Apuane, e Verde, nonché il primo tratto del fiume Magra, individua- Tresana e Podenzana (Sistema a pettine del versante ligu- chiude la valle a Sud. no il ventaglio idrografico dell’alto pontremolese cui fanno re). La “corona” montana che a nord definisce i confini con le Lungo il corso del fiume Magra invece si sviluppa la viabilità provincie di Parma e di Reggio Emilia è attraversata, da est p. 32 Fortezza della Brunella – Aulla (Foto di Davide Papalini - licenza CC BY-SA) capo le valli di Rossano, di Zeri, del Verde e la Valdantena piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana verso ovest dai passi del Braccetto (m 953 s.l.m.) della Cisa 6. MORFOTIPO INSEDIATIVO A SPINA DELLE VALLI APPENNINICHE (m 1055 s.l.m.) e del Cirone (m 1255 s.l.m.). Il sistema insediativo del morfo- La fascia nord - occidentale dell’Appennino, la cui cima più tipo si struttura attorno alla valle elevata è il Monte Cornoviglio (m 1162 s.l.m.) segna il con- fluviale e ai suoi affluenti. Lungo il corso del fiume si sviluppa la fine con la Valle del Vara in provincia della Spezia: in questo viabilità principale di impianto versante i passi del Rastrello (m 1020 s.l.m.), dei Casoni storico e la ferrovia, che colle- gano tra loro i principali centri (m 805 s.l.m.) e di Pietre Bianche (m 823 s.l.m.) rappre- del fondovalle. Questo attraver- sentano i valichi storici di collegamento tra la Liguria e la samento rappresenta la spina Lunigiana. dorsale sulla quale si innesta la viabilità trasversale a pettine che Il versante sud - occidentale dell’Appennino Emiliano, dal- risale i versanti lungo i crinali o la cima dell’Orsaro (m 1821 s.l.m.) al monte La Nuda (m si insinua nelle valli secondarie collegando il fondovalle ai centri 1895 s.l.m.) é attraversato dai Passi del Lagastrello (m 1200 collinari e montani. # Sistema a pettine del s.l.m.) e del Cerreto (m 1261 s.l.m.) che uniscono le valli del versante ligure Taverone e del Rosaro con la Provincia di Reggio Emilia. ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 6.1 La configurazione degli insediamenti all’interno del morfo- tipo riflette la modalità storica di organizzazione e gestione del territorio della valle basata su un’economia integrata 1830 agricolo-pastorale e sullo sdoppiamento degli abitati di mez- # Sistema a pettine del za costa verso il fondovalle, per rispondere alle esigenze di versante apuano commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali, e verso i crinali, per consentire il pascolo nei periodi estivi. Questo tipo di organizzazione del territorio si è configurata in perio- do longobardo e si è consolidata in periodo tardo medievale. Si tratta sostanzialmente di una struttura policentrica che si sviluppa su tre fasce altimetriche ed è costituita da (i) centri di fondovalle, collocati lungo la viabilità storica di fondovalle in posizione sopraelevata sui primi rilievi collinari o su co- noidi in corrispondenza della confluenza delle valli seconda- # Sistema lineare di rie, all’incrocio tra la viabilità storica principale e la viabilità fondovalle del Magra e 6.1 – Lunigiana | figure componenti dell’Aulella delle valli secondarie Aulla, Pontremoli, Fivizzano,Casola in Lunigiana, Filattiera, Podenzana, Tresana e Villafranca; (ii) nuclei rurali e borghi fortificati pedemontani, centri collinari compatti che si dispongono sui rilievi e sulle propaggini col- linari compresi in una fascia altimetrica che varia da 500 agli 1954 800 m.s.l.m. intermedia tra il fondovalle e i rilievi montuosi in corrispondenza del cambiamento colturale del suolo (Ba- gnone, Comano, Licciana Nardi, Mulazzo e Zeri; e (iii) inse- # Sistema a ventaglio della diamenti pastorali montani, posti sulle sommità dei rilievi e testata di valle di Pontremoli connessi con le pratiche della transumanza (alpeggi). La viabilità di impianto storico è costituita dalla statale 62 Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani (che percorre la valle a sinistra del Magra), e in senso tra- versale dalla statale n. 63 Aulla-Fivizzano-Passo Cerreta (m. 1281) - Reggio Emilia; e dalla ferrovia pontremolese che collega la Roma-Genova alla Bologna-Milano. Un’altra linea ferroviaria minore è quella che da Aulla, per Casola in Lu- nigiana, si congiunge a Lucca attraverso la Val di Serchio, terminata alla metà degli anni ’50 del XX secolo. Alcune pro- vinciali percorrono longitudinalmente la valle in destra del 3.3 # Sistema a pettine del versante appenninico Magra, e una serie di strade minori, perpendicolari a quelle principali, collegano il fondovalle ai vari centri e ai valichi. 2011 Evoluzione dell’edificato p. 33 lunigiana Dinamiche di trasformazione continuità con le reti di comunicazione, le espansioni urba- tato essenziale del paesaggio locale oltre che una risorsa “Il modello di sviluppo degli ultimi cinquant’anni, come ac- nistiche recenti (di bassa qualità) hanno dato luogo a feno- di particolare interesse storico-culturale e documentale” cade nella maggior parte delle aree montane, ha portato meni di dispersione insediativa. (Tra cui i principali: Castello del Piagnaro (Pontremoli), alla polarizzazione verso il fondovalle, allentando i legami Le dinamiche del sistema infrastrutturale hanno riguardato Castello della Verrucola (Fivizzano), Castello della Villa con i sistemi collinari e soprattutto montani. principalmente il raddoppio della viabilità di fondovalle con di Tresana, Castello di Aghinolfi (), Castello Ha interessato esclusivamente il fondovalle e ha prodotto l’autostrada La Spezia-Parma, che ha contribuito a polariz- di Bastia, Castello di Castiglione del Terziere (Bagnone), un’espansione urbana che ha teso ad occupare tutte le esi- zare il traffico nel fondovalle ed indebolire i collegamenti Castello di Comano, Castello di Gragnola, Castello di Mal- gue aree disponibili andando a saturare le aree agricole e trasversali. È prevista inoltre una previsione di raddoppio grate, Castello di Monti, Castello di Podenzana, Castello talvolta anche quelle fluviali, occludendo i varchi vallivi se- della linea pontremolese che potrebbe diventare una alter- di Tresana, Castello di Treschietto, Castello di Virgoletta, condari. nativa alle due principali transappenniniche esistenti (cioè la Castello Malaspina di Carrara, Castello Malaspina di Ba- Il potenziamento delle strade storiche di fondovalle e il rad- Genova-Milano e la Bologna-Firenze). stevoli, Castello Malaspina di Fosdinovo, Castello Mala- doppio del corridoio infrastrutturale con nuove arterie ha spina di Lusuolo, Castello Malaspina di Massa, Castello contribuito a questa polarizzazione, incentivando i traffici Valori Mulazzo - Porta (Foto di Salvatore Lombardi - licenza CC BY-SA) Malaspina di Terrarossa, Castello Malnido di Villafranca, longitudinali su gomma e contribuendo ad isolare e rendere • “Le reti di città storiche identificate nella carta delle Figu- Fortezza della Brunella (Aulla), ecc…); inaccessibile il fiume. re componenti i morfotipi insediativi”: • “Il sistema degli edifici religiosi come i complessi mona- Gli insediamenti produttivi sono sorti indiscriminatamente ◦◦ “Sistema a ventaglio della testata di valle di Pontre- stici , le pievi romaniche e gli edifici isolati a carattere anche in aree di pertinenza fluviale, che sono diventate di moli”; eremitico, nonché gli ospedali sorti in corrispondenza del- conseguenza a rischio idraulico” (cfr. Abaco regionale dei ◦◦ “Sistema a pettine del versante appenninico” ; la via Francigena” (Pieve di Crespiano a Comano, Pieve di Morfotipi insediativi – Morfotipo n.6 – Dinamiche di trasfor- ◦◦ “Sistema a pettine del versante ligure”; Santo Stefano di Sorano a Filattiera, Pieve di Vendaso a mazione). ◦◦ “Sistema a pettine del versante apuano”; Fivizzano, Pieve dei SS, Cornelio e Cipriano a Analizzando il caso specifico della Lungiana si rileva che ◦◦ “Sistema lineare di fondovalle del Magra e dell’Aulella”; – Casola in Lunigiana), alcuni comuni, soprattutto quelli montani e pedemontani • “i borghi rurali murati di origine medievale e i “vichi” collo- • “Le linee ferroviarie minori, sottoutilizzate o dimesse che (Bagnone, Comano, Licciana Nardi, Mulazzo e Zeri) hanno cati in posizione strategica lungo la viabilità storica princi- attraversano contesti di alto valore paesaggistico” (tratto subito forti cali nel numero degli abitanti nell’ultimo mezzo pale o in corrispondenza della viabilità trasversale di vali- della linea pontremolese in via di dismissione Santo Ste- secolo: Comano è sceso sotto i 1000 abitanti, col 45% degli co”. I borghi collinari e montani principali sono: Villafranca, fano – Aulla- Villafranca e linea Aulla-Lucca) e il connesso abitanti rilevati nel ’51; Zeri (che è in calo dal 1911), no- Filetto, Malgrate, Borgo di Bagnone, Castiglion del Terzie- sistema di stazioni e scali”; nostante il tentativo di valorizzazione turistica invernale, al re, Licciana Nardi, Monti, Pontremoli, Filattiera, ecc…; • “I ponti storici e i viadotti ferroviari ottocenteschi quale 37%; Bagnone al 32%, meno di un terzo. • “gli alpeggi e i villaggi d’alpeggio storicamente legati alle elemento di valore storico-architettonico” (Ponte della Cre- I centri con più evidenti caratteri urbani (e i più popolosi) pratiche della transumanza” (come da toponimo IGM: sa e di Stemma a Pontremoli, Ponte di Groppodalosio). sono Fivizzano (suo massimo, 1931, oltre 18.000), Aulla e Capanne Vagi, Capanne Curtiglia; Capanne di Iera e Ca- • “La rete dei percorsi e degli antichi assi viari di attraver- Pontremoli (massimo nel 1921, oltre 16.000). Quest’ultimo panne in Garbia, Capanne Tornini e Capanne di Campio- samento della catena appenninica” (Cerreto, Cisa, Brat- centro, in particolare, che ha da sempre avuto un ruolo im- ne nel comune di Comano; Capanne Guerino, Capanne tello, Due Santi, Lagastrello, ecc...); portante per la sua posizione strategica alla testata della Cocchiello, Capanne Rosino e Simone nel comune di Pon- • “Gli antichi percorsi legati alla produzione e al trasporto valle, presso il valico dell’Appennino, ha progressivamente tremoli; Capanne di Canoso e Conti e villaggio Formenta- di beni locali e quelli a carattere religioso, nonché i manu- perso importanza con la costruzione delle gallerie, prima ra nel comune di Zeri); fatti ad essi correlati” (Via dei remi, via del ferro, via del quella ferroviaria e poi autostradale. • “i castelli, le fortificazioni e i borghi fortificati”, general- sale, via delle cave, via Francigena di crinale). Aulla, Pontremoli e Fivizzano, comuni interessati da una cer- mente ubicati lungo la viabilità storica di crinale su poggi ta vivacità produttivo/residenziale, si caratterizzano per un e rilievi emergenti e particolarmente visibili – panoramici Criticità ruolo attrattore all’interno della valle che li contraddistingue rispetto alla valle circostante, che costituiscono un conno- Castello di Gragnola, Fivizzano (Foto D. Papalini - licenza CC BY-SA) • Occlusione e impermeabilizzazione dei fronti fluviali con Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani dai comuni come Casola in L., Filattiera, Podenzana, Tresa- la localizzazione di urbanizzazioni continue, infrastrutture na, Villafranca in L., dove una minore concentrazione della e aree produttive che hanno compromesso le relazioni di popolazione e la presenza quindi di centri abitati di modeste lunga durata tra l’insediamento di fondovalle e il fiume dimensioni, non inducono a spinte significative del settore (Espansione di Aulla in direzione nord); abitativo e, conseguentemente, ad un consumo della risor- • Separazione fisica, ecologica, fruitiva e paesaggistica fra sa della collina degno di nota. la valle del Magra e i sistemi vallivi secondari (Aulella, e Il sistema insediativo del fondovalle, sviluppatosi lungo le Taverone), determinata da una barriera urbanizzata se- principali vie di comunicazione a partire dai nuclei storici micontinua che si sviluppa lungo la statale 62 tra Aulla compatti (generalmente posti su terrazzi e avamposti natu- e Terrarossa e che risale anche le valli secondarie lungo rali), si è esteso per consistenza e dimensione nel territorio le provinciali 17 e 74 (Pallerone, Canale Scuro – Mon- rurale circostante fino ad impegnare aree libere di pertinen- ti). Il continuum urbano, costituito prevalentemente da za fluviale. edilizia residenziale di scarsa qualità, aree produttive e Nei tratti di valle più aperti e pianeggianti, generalmente in fasci infrastrutturali, occlude i varchi ambientali residui p. 34 Pontremoli – lungo Magra (Sailko - licenza CC BY-SA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana e compromette le relazioni ecologiche, territoriali e pa- ed edifici isolati a carattere eremitico; nonché dai tracciati esaggistiche tra la valle del Magra e i sistemi collinari e della Via Francigena. In particolare, è necessario tutelare montani circostanti. l’integrità morfologica dei centri storici collinari e di medio • Congestione del sistema infrastrutturale di fondovalle e versante, collocati in posizione dominante sulla valle, che decadimento del sistema infrastrutturale e dei trasporti rappresentano luoghi di cerniera funzionale e visuale tra la trasversali storici di collegamento con il sistema collinare montagna e il fondovalle: evitando ulteriori processi di ur- e montano, causato dal raddoppio e potenziamento della banizzazione diffusa lungo i crinali, salvaguardando le loro viabilità principale storica e della linea ferroviaria lungo relazioni con gli intorni agricoli e le visuali panoramiche da fiume (pontremolese). e verso tali insediamenti. • Forte impatto paesaggistico e territoriale dell’autostra- Nelle aree di fondovalle, l’indirizzo principale è l’arresto di da A15 che, correndo lungo la valle del Magra la taglia ulteriori processi di dispersione insediativa sui piani alluvio- con lunghi tratti rettilinei, ponti, viadotti, gallerie e gran- nali e di saldatura lineare lungo le riviere fluviali del Magra Aulla (Foto di F. Lucchesi) di opere, destrutturando e interrompendo la continuità e dei suoi affluenti, contenendo i carichi insediativi entro i delle relazioni territoriali storiche tra la valle e i sistemi confini del territorio urbanizzato e mantenendo i varchi ine- collinari e montani circostanti. dificati e gli spazi agricoli residui, con particolare attenzione • Interclusione, attraverso urbanizzazioni continue e fasci alla piana tra Ponticelli e Scorcetoli, alla piana tra Villafran- infrastrutturali, di molti sistemi di spazi aperti agricoli ca e Bagnone, tra Terrarossa e Aulla, e ai fondovalle del perifluviali (abbandono delle coltivazioni) e aree di alto Taverone e dell’Aulella. Complementarmente è necessario valore naturalistico; salvaguardare, riqualificare e valorizzare le riviere fluviali del • Presenza di aree produttive in ambiti fluviali sensibili o ad fiume Magra e dei suoi affluenti in chiave multifunzionale, alto rischio idraulico e idrogeologico e in posizione tale da dare continuità alle aree agricole e naturali perifluviali anco- occludere gli alvei degli affluenti e non garantire la con- ra presenti e ricostituire i rapporti storici tra fiume e tessuto tinuità ambientale tra la valle del Magra e la valli secon- urbano, ove compromessi; anche salvaguardando o riqua- darie (Aree industriali di Albiano Magra (Aulla), Pallerone lificando i waterfront urbani, la viabilità e gli spazi pubblici Urbanizzazione e infrastrutturazione del fondovalle del Magra: (Aulla), Rometta (Fivizzano), Novoleto (Pontremoli). rivieraschi, l’accessibilità al fiume e la sua riconoscibilità nel autostrada A15 ed espansione del centro abitato di Aulla (Foto D. Papalini - licenza CC BY-SA) contesto urbano. È necessario, altresì, riqualificare le aree Indirizzi per le politiche produttive che si attestano lungo il fiume come “aree pro- Gli indirizzi per le politiche dell’ambito sono finalizzati, da duttive ecologicamente attrezzate” e, promuovere, anche un lato, ad arginare i processi di abbandono del patrimonio attraverso sistemi perequativi, la delocalizzazione, all’ester- insediativo e delle attività agro-silvo-pastorali dei contesti no delle fasce di pertinenza fluviale, degli insediamenti pro- collinari e montani, dall’altro, ad evitare ulteriori processi di duttivi non compatibili con la tutela paesaggistica, idraulica urbanizzazione, infrastrutturazione e consumo di suolo nella ed ecosistemica dei contesti fluviali. piana alluvionale del Magra; anche sviluppando sinergie tra Per quanto riguarda l’ autostrada A15, è necessario garan- i centri di valle e quelli collinari e montani e recuperando e tire che i nuovi interventi infrastrutturali non ne accentuino valorizzando le reciproche relazioni territoriali. l’effetto barriera, sia dal punto di vista visuale che ecologico, Per contrastare i fenomeni di abbandono è necessario rivi- assicurando la permeabilità nei confronti dei contesti fluviali. talizzare e riqualificare gli insediamenti collinari e montani Obiettivo strategico per la valle è, inoltre, la riqualificazione in chiave multi-funzionale (abitativa, produttiva, di servizio del sistema infrastrutturale di fondovalle e la salvaguardia Urbanizzazione del fondovalle dell’Aulella – Pallerone e ospitalità) e ricostituire le loro funzioni storiche di salva- (Foto di Davide Papalini - licenza CC BY-SA) e valorizzazione dei collegamenti trasversali con i contesti guardia idrogeologica, di valorizzazione ecologica, produt- collinari e montani, anche promuovendo forme di mobili- Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani tiva e paesaggistica della valle. Ai fini della rivitalizzazione tà multimodali integrate e sostenibili; con particolare rife- di questi contesti è importante, tra l’altro, differenziare la rimento ai collegamenti di valore storico e/o paesaggistico ricettività turistica e recuperare e valorizzare il patrimonio (ferrovie, lungo fiume, viabilità storica). A tal fine è oppor- abitativo esistente, rispettandone i caratteri morfotipologici tuno salvaguardare e valorizzare la ferrovia pontremolese tradizionali e sviluppandone le potenziali integrazioni con e le connesse stazioni, anche integrandole con il sistema le attività agro-silvo-pastorali tradizionali (rete di ospitalità di mobilità dolce lungo fiume e con i percorsi e gli itinerari diffusa, agriturismi, ecc..). storici di fruizione e attraversamento della valle. .3 Indirizzo prioritario per l’ambito è anche la tutela e valoriz- Valorizzare, inoltre, il ruolo connettivo del Magra con forme 3 zazione del vasto patrimonio storico-testimoniale che ca- di fruizione sostenibile della via d’acqua e delle sue rivie- ratterizza la Lunigiana come “terra murata”, costituito dalle re (attraverso la realizzazione di itinerari di mobilità dolce, testimonianze del sistema difensivo del periodo medievale, punti di sosta, accessi) e con progetti di recupero di manu- Area industriale di Aulla sul Magra (Foto di Davide Papalini - licenza CC BY-SA) dagli insediamenti fortificati, dai complessi monastici, pievi fatti di valore storico-culturale legati alla risorsa idrica. p. 35 lunigiana

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 36 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana legenda estratto della carta dei Sistemi insediativi in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

link: criteri metodologici

p. 37 lunigiana Descrizione strutturale 3.4 I caratteri morfotipologici Il paesaggio rurale della Lunigiana presenta alcuni tratti ti- dei sistemi agro ambientali pici delle conche intermontane appenniniche, articolate in una parte montuosa molto estesa corrispondente alla fascia dei paesaggi rurali di crinale dell’Appennino e alle sue dorsali secondarie, in una più ridotta porzione collinare, e in una fascia di fondo- valle che percorre in direzione approssimativamente longi- tudinale la regione suddividendola in due parti. Il paesaggio montano ha un carattere più aspro e meno an- tropizzato in corrispondenza delle dorsali appenniniche, in particolare di quella tosco-emiliana, connotata nella fascia di crinale da praterie e pascoli di alta montagna (morfotipo criteri metodologici (LINK) 1) ormai quasi del tutto abbandonati, e in quella sottostan- te da praterie e pascoli di media montagna (morfotipo 2), talvolta posti a contatto con piccoli insediamenti accentrati e isolati nella copertura boschiva (come, ad esempio, Cam- poraghena e Vinca). La dorsale dell’Appennino tosco-ligure appare più antropizzata sia dal punto di vista insediativo che del paesaggio rurale, con le tante frazioni del territorio di Zeri immerse in un ambiente nel quale pascoli di media monta- gna (morfotipo 2) si alternano a campi chiusi a seminativo e a prato (morfotipo 9) e ad aree più marginali, occupate da seminativi tendenti alla rinaturalizzazione (morfotipo 3). Di grande valore paesaggistico e storico-culturale sono alcuni antichi villaggi d’alpeggio circondati da prati permanenti e Aree di crinale coperte dal manto forestale e sporadicamente interrotte da pascoli (photo © Andrea Barghi/VARDA) pascoli, come quello della Formentara. Le aree prative e pa- Paesaggio dei campi chiusi di montagna nei pressi del Passo della Cisa (foto P. Baldeschi) scolive miste a seminativi nel territorio di Zeri svolgono, ol- tre a una rilevante funzione di diversificazione paesaggistica la combinazione tra seminativi, generalmente terrazzati, e a carattere produttivo-industriale (fondovalle del Magra nei all’interno della copertura boschiva, anche un importante filari di colture legnose disposte sui bordi, o colture legnose tratti compresi tra Pontremoli e Arpiola e tra Lusuolo e Aulla, ruolo come nodo della rete degli ecosistemi agropastorali. permanenti (oliveti e piccoli vigneti). In questo tipo di pae- fondivalle del Taverone e dell’Aulella); e in un’altra parte, la Funzioni analoghe sono riferibili alla gran parte delle prate- saggio, le isole di coltivi svolgono quasi sempre importanti piana di Villafranca e Filattiera, dove prevalgono i campi rie del crinale tosco-emiliano e ad alcune isole pascolive po- funzioni ecologiche come ‘agroecosistemi frammentati at- chiusi a seminativo e a prato (morfotipo 10) con un buon ste sul versante orientale della Lunigiana (Camporaghena, tivi’ o come ‘nodi della rete ecologica’ (in particolare tra grado di articolazione e complessità morfologica ed ecologi- Groppo San Pietro, praterie a sud di Toplecca). Magliano e Antigo e tra Luscignano, Codiponte e Mezzana/ ca, dato da siepi e filari arborati disposti lungo i confini degli Scendendo dalle dorsali appenniniche, la montagna è pun- Monte dei Bianchi). appezzamenti. Le aree interessate da questo morfotipo co- teggiata da piccoli insediamenti sparsi circondati da isole di Nella fascia collinare compresa tra Bagnone, Licciana Nardi stituiscono anche un vasto “nodo degli agroecosistemi della coltivi immerse nel bosco. È il paesaggio del mosaico coltu- e Aulla - caratterizzata da morfologie addolcite intervallate rete ecologica”. rale e particellare complesso di assetto tradizionale (n. 21), dai fondivalle del Taverone, dell’Aulella e del Bardine - il pa- Mosaici agricoli di montagna di tipo tradizionale disposti attorno a piccoli nuclei storici (foto P. Baldeschi) ora in stato di semiabbandono perché simbiotico ai piccoli esaggio mostra una maggiore diversificazione, data dall’al- Dinamiche di trasformazione Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri villaggi rurali disposti sulle dorsali secondarie dell’Appenni- ternanza tra mosaici colturali di assetto tradizionale (mor- Nelle aree collinari e montane il fenomeno più evidente è no (come Groppoli, Groppodalosio, Versola, Serravalle, Gi- fotipo 21), mosaici a oliveto e vigneto prevalenti (morfotipo una diffusa tendenza all’abbandono delle colture agricole e gliana, Stazzone, Treschietto e molti altri). Caratterizzante 18), associazioni colturali come quelle tra seminativo e oli- dei pascoli, legato al massiccio spopolamento iniziato già da questo tipo di paesaggio è la stretta connessione storica tra veto (morfotipo 16) e, nelle parti più prossime alla pianura, molti decenni, alla scarsa redditività delle attività agropa- nucleo abitato (e ora spopolato) e intorno coltivato, recipro- campi chiusi a seminativo e a prato (morfotipo 10). Molto storali e zootecniche in contesti per lo più marginali e dun- camente dimensionati ed entrambi legati a un’agricoltura fitta, in generale, la trama dei coltivi costituita da appezza- que alla difficoltà di un’agricoltura imprenditoriale. I proces- povera che necessitava l’integrazione alimentare dei raccolti menti anche assai minuti, non di rado occupati da forme si di abbandono sono più intensi nelle aree poste alle quote di castagne, risorsa dei boschi circostanti nella fascia fra di coltivazioni promiscue (viti, olivi e fruttiferi associati a più elevate o caratterizzate da condizioni di accessibilità più i 600 e i 900 metri. I coltivi presentano ancora una ma- colture foraggere e ortive). difficili dove prevalgono i paesaggi dei prati permanenti e glia agraria fitta, articolata per dimensioni e forma e, sui Il paesaggio di pianura e fondovalle è articolato in una par- pascoli (cfr. morfotipi 1 e 2) che in tempi relativamente brevi versanti più scoscesi, sistemazioni idraulico-agrarie in stato te in cui prevalgono i seminativi semplificati (morfotipo 6) tendono a essere ricolonizzati dalla boscaglia (i crinali della di conservazione generalmente mediocre. Gli appezzamenti organizzati in campi di dimensione medio-ampia, talvolta a dorsale tosco-emiliana, le isole pascolive poste sotto Toplec- possono ospitare forme di coltivazione promiscua date dal- p. 38 Coltivazioni promiscue d’impronta tradizionale (foto P. Baldeschi) contatto con tessuti edilizi di recente realizzazione anche ca, a nord di Compione, a Groppo San Pietro, Camporaghe- piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana na, Sassalbo e, sul versante occidentale, nel territorio di lella, la tendenza è la semplificazione della maglia agraria, pure trasformate rispetto alla loro configurazione storica, Zeri). La tendenza verso l’abbandono interessa anche i mo- l’aumento della dimensione degli appezzamenti, l’omoge- mantengono un buon grado di complessità dato dalla pre- saici colturali di assetto tradizionale (cfr. morfotipo 21) e le neizzazione delle colture - con una prevalenza quasi assolu- senza di un’infrastruttura rurale articolata e continua. La sistemazioni idraulico-agrarie tradizionali che assicuravano ta dei seminativi semplici - l’eliminazione della vegetazione piana compresa tra Villafranca e Filattiera è tra questi e il drenaggio dei terreni, il cui degrado comporta importanti di corredo e di parti della rete scolante storica. In altre parti presenta una maglia agraria “a campi chiusi” (cfr. morfoti- rischi erosivi e di instabilità dei versanti. Talvolta i processi del territorio, come sui terrazzi alluvionali della piana com- po 10) di dimensione medio-fitta, sottolineata da elementi di abbandono colturale e la conseguente rinaturalizzazione presa tra Villafranca e Filattiera, la maglia agraria, malgrado vegetali di corredo come siepi e filari, diversificata da piccoli interessano anche contesti con buone condizioni di acces- una fisiologica semplificazione occorsa negli ultimi decenni, boschi poderali dai confini squadrati e, occasionalmente, da sibilità, resi marginali da altre dinamiche come l’espansione si presenta ancora articolata e complessa, con una fitta rete relitti di coltivazioni promiscue che si inframmettono tra i insediativa. di infrastrutturazione rurale composta da siepi e filari arbo- seminativi semplici, coltura prevalente. Al valore paesistico Un segnale positivo è un certo significativo sviluppo dell’ospi- rati che conferiscono al paesaggio l’assetto di campi chiusi a di quest’area si associa quello ambientale come “nodo della talità agrituristica e di attività di prima trasformazione di prevalenza di seminativo e prato (cfr. morfotipo 10). rete ecologica regionale degli ecosistemi agropastorali”. prodotti agricoli da parte di aziende locali (spesso svolte dallo stesso soggetto). Attività che hanno riflessi positivi Valori Criticità perché implicano che siano oggetto di coltivazione e ma- Gli aspetti di valore riferibili al territorio di alta montagna Le criticità che interessano più direttamente il territorio nutenzione le zone agricole coinvolte, per lo più poste nei risiedono soprattutto nei prati-pascolo (cfr. morfotipi 1 e 2), agricolo sono prevalentemente riconducibili ad alcune delle dintorni dei centri di produzione. A ciò si lega anche la pro- posti sia sulla fascia di crinale che sulle dorsali secondarie, dinamiche di trasformazione descritte. I paesaggi di mon- Filari di colture legnose che chiudono i campi in ambiente di pianura (foto P. Baldeschi) mozione di un’immagine sempre più diffusa della Lunigiana che interrompono la continuità del manto forestale diversi- tagna e di collina caratterizzati dalla prevalenza dei mosaici come territorio salubre e ricco di produzioni agroalimentari ficando significativamente il paesaggio. Quando sono legati colturali di assetto tradizionale (cfr. morfotipo 21) vedono di qualità (es.: agnello zerasco, mela rotella, fagiolo biglio- ad antichi alpeggi e insediamenti stagionali (come la For- come criticità maggiore l’abbandono di coltivi e sistemazioni lo, testaroli, cipolla di Treschietto), che può rappresentare mentara di Zeri) o a castelli e villaggi rurali come Campora- idraulico-agrarie, provocato dallo spopolamento e dall’invec- un’opportunità per sostenere e incentivare politiche di tute- ghena, Groppo San Pietro, Comano sul versante orientale, chiamento demografico, dalla scarsa redditività dei terreni, la e valorizzazione del paesaggio rurale. costituiscono complessi di grande valore storico-testimonia- dalla loro difficile accessibilità e dalla limitata possibilità di I territori agricoli delle aree pianeggianti, quasi sempre fon- le. In certi contesti, come a Zeri (frazioni di Patigno, Noce, meccanizzazione. Conseguenza è la rinaturalizzazione delle divalle, presentano direzioni di trasformazione differenziate. Coloretta, Castello, La Dolce), i prati-pascolo svolgono an- aree agricole abbandonate da parte del bosco con perdita In alcuni tratti dei fondivalle dei fiumi Magra, Taverone, Au- che un ruolo di “nodo della rete ecologica regionale degli di diversificazione paesaggistica ed ecologica. Il degrado o ecosistemi agropastorali”. la manutenzione insufficiente delle sistemazioni di versante In ambito montano e alto-collinare l’aspetto maggiormen- comportano, com’è noto, rischi consistenti per l’equilibrio te qualificante il territorio è l’alternanza tra isole coltivate idrogeologico dell’intero ambito, il cui territorio montano e – mosaici agrari disposti attorno a piccoli villaggi rurali e collinare è già caratterizzato da fenomeni di produzione di castelli - e copertura boschiva, che diversifica il paesaggio deflussi ed erosione del suolo. I processi di abbandono ap- sia dal punto di vista morfologico-percettivo che ecologico. paiono particolarmente marcati nei territori alto-montani e Questa particolare organizzazione è estesa sulla gran parte delle dorsali appenniniche, occupati da prati permanenti e

del territorio montano e collinare compreso nell’ambito, sia pascoli (cfr. morfotipi 1 e 2) che diradano il manto forestale. Seminativi a maglia semplificata e insediamenti di recente realizzazione sul versante orientale che occidentale, punteggiato di picco- Qui si osservano consolidate dinamiche di abbandono - do- (foto P. Baldeschi) li centri come Groppoli, Groppodalosio, Versola, Serravalle, vute alla difficile accessibilità dei terreni e alla scarsa reddi- Gigliana, Stazzone, Treschietto. Il paesaggio dei mosaici col- tività della zootecnia in contesti così marginali - con conse- turali di assetto tradizionale (cfr. morfotipo 21) esprime degli guenti fenomeni di rinaturalizzazione arbustiva e arborea. Un borgo montano con il suo intorno coltivato e terrazzato importanti valori storico-testimoniali relativi al rapporto che Per i paesaggi agrari di pianura i rischi maggiori dipendono (foto P. Baldeschi) legava tradizionalmente paesaggio agroforestale da un lato, da due fenomeni di solito compresenti, ovvero i processi Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri e nuclei insediati dall’altro, che non a caso si collocavano di urbanizzazione e la semplificazione della maglia agraria. a una quota di passaggio tra colture agricole e castagneti, Questa situazione è presente nel fondovalle del Magra - in con la finalità di ottimizzare lo sfruttamento e l’integrazione particolare in corrispondenza della periferia sud di Pontre- delle risorse. Isole coltivate e nuclei storici appaiono inoltre moli e della piana tra Terrarossa e Aulla - e nei fondivalle del legati da un rapporto di reciproca proporzione ben leggibile Taverone e dell’Aulella, dove prevalgono seminativi semplici anche sul piano morfologico-percettivo. Non di rado sono organizzati in una maglia di dimensione piuttosto ampia (cfr. equipaggiate da sistemazioni idraulico-agrarie e accolgono morfotipo 6) - esito di operazioni di riaccorpamento fondia- .4 forme tradizionali di coltivazione promiscua date dalla com- rio - che subiscono la pressione degli insediamenti adiacen- 3 binazione tra seminativi e colture permanenti, come viti e ti. Più in generale, l’erosione di suolo agricolo costituisce olivi, disposte sui bordi. un rischio per la gran parte dei territori di pianura, anche In pianura i principali valori del paesaggio della Lunigiana dove permane un’infrastruttura rurale storica (vd. piana di Oliveti tradizionali terrazzati in stato di abbandono sono riferibili a quelle porzioni di paesaggio agrario che, Villafranca e Filattiera). Seminativi di pianura a maglia media con infrastrutturazione rurale (foto P. Baldeschi) ancora presente (foto P. Baldeschi) p. 39 lunigiana

03. morfotipo dei morfotipi delle colture seminativi tendenti alla Morfotipi rurali erbacee rinaturalizzazione in contesti marginali

01. morfotipo delle praterie e dei pascoli di alta montagna e di crinale

Il morfotipo è contraddistinto dalla prevalenza di seminativi interessati da processi di rina- turalizzazione e posti in contesti marginali, per lo più montani e Il morfotipo comprende sia pra- collinari. Il paesaggio mostra i terie primarie di origine natura- segni sia dell’allargamento o le, sia praterie secondarie, che della cancellazione della maglia occupano gli spazi lasciati liberi agraria preesistente sia quel- dal taglio dei boschi. Si tratta di li di un abbandono colturale ambienti anticamente sfruttati avanzato, riconoscibile nella per il pascolo, ma oggi abban- presenza di alberi sparsi, ve- donati dall’utilizzo antropico, getazione arbustiva e boscaglia le cui tracce sono pressoché che ricolonizzano i terreni. scomparse. Spesso appaiono come estese superfici nude, quasi del tutto prive di vegeta- zione forestale. Assai rapido il processo di rinaturalizzazione cui vanno incontro.

04. morfotipo dei 02. morfotipo delle praterie seminativi semplificati in e dei pascoli di media aree a bassa pressione montagna insediativa

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Si tratta di ambienti di Il morfotipo è contraddistinto montagna coperti da praterie dalla prevalenza di seminativi storicamente adibite al pascolo, a maglia semplificata in uso talvolta ancora oggi contesti montani e collinari praticato, e in genere posti a periferici rispetto alle grandi contatto con piccoli insediamenti trasformazioni insediative accentrati. Contribuiscono e paesaggistiche. Nella in modo determinante alla maggioranza dei casi, siamo diversificazione paesaggistica in presenza di un’agricoltura ed ecologica dell’ambiente ancora vitale tipica di certi montano costituendo superfici contesti collinari in cui la di rilevante discontinuità rispetto relativamente contenuta alla copertura boschiva. semplificazione paesaggistica non si è associata, se non occasionalmente, a ingenti fenomeni di diffusione insediativa ed erosione dello spazio rurale. approfondimento: livello regionale scala originale 1:250.000

p. 40 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana gio agrario a “campi chiusi” preservare, nelle eventuali tra- 10. morfotipo dei campi 20. morfotipo del mosaico Indirizzi per le politiche 06. morfotipo dei chiusi a seminativo e a 16. Morfotipo del colturale complesso a Gli indirizzi per le politiche di tutela e riqualificazione del sformazioni, la maglia agraria e l’alto grado della sua funzio- seminativi semplificati di prato di pianura e delle seminativo e oliveto maglia fitta di pianura e pianura o fondovalle prime pendici collinari prevalenti di collina delle prime pendici collinari paesaggio rurale della Lunigiana possono essere divisi in nalità ecologica. Di fondamentale importanza è tutelare la una parte relativa ai paesaggi montani e collinari, e in un’al- continuità della rete di infrastrutturazione rurale, attraverso tra che riguarda quelli di pianura e fondovalle. I principali la conservazione di siepi e degli altri elementi di corredo indirizzi per il paesaggio collinare e montano, fondamental- esistenti e la loro ricostituzione nei punti che presentano mente finalizzati ad arginare i processi di abbandono delle cesure. Ugualmente importante è il mantenimento delle attività agropastorali e zootecniche, consistono nell’indivi- formazioni boschive storiche che si inframmettono come duazione di politiche per favorire la riattivazione di economie macchie tra seminativi e prati e il ripristino della funzionalità agrosilvopastorali, la creazione di presidi agro-zootecnici e delle sistemazioni idraulico-agrarie di piano. la diffusione delle razze autoctone anche con azioni volte alla promozione dei prodotti derivati. Un ruolo importante per la rivitalizzazione di queste aree e per la manutenzione Il morfotipo è caratterizzato da Il morfotipo è caratterizzato da Il morfotipo è tipico delle aree Il morfotipo è caratterizzato una maglia agraria di dimensione una maglia agraria ben leggibile, collinari ed è caratterizzato dall’associazione di colture di coltivi e pascoli è inoltre la promozione dell’offerta turisti- medio-ampia o ampia esito di scandita dalla presenza di siepi dall’alternanza di oliveti e legnose ed erbacee in operazioni di ristrutturazione che si dispongono, nell’assetto seminativi. Talvolta vigneti appezzamenti di piccola ca e agrituristica legata alle produzioni enogastronomiche agricola. Rispetto alla maglia originario, lungo i confini dei di dimensione variabile si o media dimensione che di qualità, all’artigianato tipico, alla conoscenza del paesag- tradizionale, presenta caratteri campi. Questa particolare inframmettono tra le colture configurano situazioni di di semplificazione sia ecologica configurazione può essere sia prevalenti. La maglia agraria mosaico agricolo. Conservano gio e dell’ambiente collinare-montano. Forme di sostegno che paesaggistica. Il livello di espressione di una modalità è medio-fitta e articolata, con un’impronta tradizionale nella anche finanziario andrebbero individuate per incentivare la infrastrutturazione ecologica è di sfruttamento agricolo campi di dimensione contenuta densità della maglia che è fitta generalmente basso. È spesso del territorio storicamente e confini tra gli appezzamenti o medio-fitta, mentre i coltivi manutenzione delle corone o delle fasce di territorio agrico- associato a insediamenti consolidata, sia esito di piuttosto morbidi. Il bosco, storici possono essere stati lo poste attorno ai nuclei storici, sostenendo i coltivi tradi- di recente realizzazione, fenomeni di rinaturalizzazione sia in forma di macchie che di sostituiti da colture moderne localizzati in maniera incongrua derivanti dall’espansione di siepi formazioni lineari, diversifica (piccoli vigneti, frutteti, colture zionali come olivicoltura e viticoltura terrazzata. Strategico rispetto alle regole storiche del ed elementi vegetazionali su significativamente il tessuto dei orticole). I tessuti interessati da è il mantenimento della funzionalità e dell’efficienza del paesaggio. terreni in stato di abbandono. coltivi. questo morfotipo sono tra le tipologie di paesaggio agrario sistema di regimazione idraulico-agraria e di contenimen- che caratterizzano gli ambiti periurbani. to dei versanti, mediante la conservazione e manutenzione delle opere esistenti o la realizzazione di nuovi manufatti co- erenti con il contesto paesaggistico. Alle quote più elevate è opportuno favorire la conservazione dei prati permanenti 09. morfotipo dei campi 21. morfotipo del mosaico chiusi a seminativo e morfotipi specializzati 18. morfotipo del mosaico colturale e particellare e dei pascoli posti. Per quanto riguarda il paesaggio di pia- a prato di collina e di delle colture arboree collinare a oliveto e complesso di assetto nura e fondovalle - con particolare riferimento a quello del montagna vigneto prevalenti tradizionale di collina e di montagna Magra in corrispondenza della periferia sud di Pontremoli e della piana tra Terrarossa e Aulla, e ai fondovalle del Tave- 12 morfotipo rone e dell’Aulella – l’indirizzo fondamentale è l’arresto dei dell’olivicoltura processi di artificializzazione e consumo di suolo che hanno contribuito al verificarsi di eventi calamitosi ben noti. Sui terrazzi alluvionali dove prevale l’organizzazione del paesag-

Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo è presente per Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri nazione tra aree a seminativo e lo più in ambiti collinari ed è Il morfotipo è costituito da isole a prato-pascolo in cui è leggibi- caratterizzato dall’alternanza di coltivi tradizionali disposte at- le l’organizzazione della maglia tra vigneti e oliveti, variamente torno ai nuclei abitati e immerse a “campi chiusi” con filari, siepi, inframmezzati da superfici nel bosco in contesti montani o boschi poderali e alberi isolati. Il morfotipo copre generalmente boscate. Si distinguono alto-collinari. L’aspetto caratte- Può essere sia espressione di versanti e sommità delle colline infatti situazioni in cui la rizzante è la stretta connessio- una modalità di utilizzazione mentre, nei contesti montani, è maglia agraria è fitta, con ne tra nucleo storico insediato e agricola del territorio conso- presente solo sulle pendici delle appezzamenti di dimensione intorno coltivato che appaiono lidata, sia esito di fenomeni dorsali secondarie. A seconda contenuta, e situazioni in cui la reciprocamente dimensionati di rinaturalizzazione derivanti del tipo di impianto, i paesaggi maglia è media o anche ampia. e interrompono la continuità dall’espansione di siepi ed ele- dell’olivicoltura si distinguono I confini tra gli appezzamenti del manto boschivo. La ma- menti vegetazionali su terreni in olivicoltura tradizionale sono in genere articolati e glia agraria è fitta e articolata 3.4 in stato di abbandono. terrazzata, olivicoltura morbidi e seguono le sinuosità e spesso equipaggiata di siste- tradizionale non terrazzata del terreno. Possono essere mazioni idraulico-agrarie. in genere caratterizzata presenti sia appezzamenti da condizioni che rendono condotti in maniera tradizionale possibile la meccanizzazione, e che sistemi colturali moderni. olivicoltura moderna intensiva. link: abaco regionale dei morfotipi rurali Isole di coltivi tradizionali disposti attorno a piccoli nuclei storici in ambiente montano (foto P. Baldeschi) p. 41 lunigiana Variazioni dell’uso del suolo fra 1830 e 1960 Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006

uso del suolo 1960 uso del suolo 2006 Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e quelli della carta CNR/TCI

p. 42 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 01 livello d’ambito lunigiana

Interpretazione di sintesi 4 lunigiana pascolo estivo. La posizione sopraelevata e la morfologia esprimendo oltre a significativi valori storico-testimoniali pascolive poste sul versante orientale della Lunigiana (Cam- 4.1 Patrimonio territoriale compatta dei centri, che non debordava nelle aree di pia- relativi al rapporto che legava tradizionalmente paesaggio poraghena, Groppo San Pietro, praterie a sud di Toplecca). e paesaggistico nura e nelle conoidi, consentiva al fiume Magra di divagare agroforestale e nuclei insediati, anche importanti funzio- Così come gli ambienti prativi, anche quelli rocciosi costitu- nella valle, svolgendo una funzione ecologica di connessio- ni ecologiche. Le isole di coltivi svolgono quasi sempre la iscono aree di grande valore naturalistico, caratterizzandosi ne e di riequilibrio ambientale di fondamentale importanza. funzione di “agroecosistemi frammentati attivi” o, in certi per la presenza di numerosi habitat e specie di flora e fauna Nella valle urbanizzata sono ancora rintracciabili aree aperte casi, quella di “nodi della rete ecologica” (in particolare, tra di interesse regionale e comunitario. Ecosistemi rupestri di strategiche per l’importante ruolo ecologico che assolvono, Canneto, Agnino e Magliano e Antigo e tra Luscignano, Co- particolare interesse sono collegati alle frequenti emergen- nonché porzioni di paesaggio agrario contraddistinte da un diponte e Mezzana/Monte dei Bianchi), grazie alle presenza ze geomorfologiche, anche in presenza di gole ed orridi con significativo grado di complessità per la presenza di un’in- di aree agricole classificabili come “di elevato valore natura- profonde pareti verticali (ad esempio: le Gole del Torrente frastruttura rurale articolata e continua. listico” (High Nature Value Farmland HNVF). Inoltre, il man- Gordana presso Pontremoli, il Solco di Equi presso il pae- La viabilità d’impianto e il rosario dei centri storici, posizio- tenimento delle sistemazioni e dei sistemi rurali protegge il se di Equi Terme) o a particolari affioramenti geologici (ad nati giudiziosamente allo sbocco delle valli laterali, con le territorio dai deflussi e dall’instabilità dei versanti. esempio, i Gessi di Sassalbo). criteri metodologici (LINK) loro relazioni territoriali e visive costituiscono strutture di I castagneti rappresentano un elemento di indubbio valore La rilevanza nazionale dell’ambito della Lunigiana è correlata elevato valore patrimoniale. In particolare, l’area compresa ambientale: dal punto di vista geomorfologico, per la loro alla Dorsale carbonatica delle Alpi Apuane e al ruolo chiave Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme tra Villafranca e Filattiera presenta una maglia agraria “a funzione di protezione dai deflussi e dall’instabilità dei ver- che la stessa assume nell’equilibrio dei grandi acquiferi stra- delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione campi chiusi” di dimensione medio-fitta di valore paesag- santi; dal punto di vista ecologico, per il valore naturalistico tegici. Il marmo delle Apuane rappresenta fin dall’antichità fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- gistico-testimoniale, cui si associa quello ambientale come e faunistico, grazie alla presenza di specie animali legate un’attrattiva che ha visto le Alpi costellarsi di aree estrattive, ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- agroecosistema frammentato attivo. Valore ambientale che ai boschi maturi. In questo contesto, i boschi di castagno motivo attuale di una delle più elevate criticità dell’area. sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- nell’area di Filattiera assume, a sua volta, il ruolo di “nodo costituiscono anche una risorsa patrimoniale di notevole va- Da segnalare, alle spalle di Fosdinovo, un’area estrattiva di renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il della rete ecologica regionale degli ecosistemi agropastora- lore storico-testimoniale, che caratterizza l’identità culturale interesse storico. supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio li”. In questa zona si riscontra una ricca presenza di inse- del territorio. agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- diamenti fortificati (Virgoletta, Filetto, Malgrade, Castevoli, Ed infine, il sistema dei nuclei storici integrati con i mosaici Completano i valori patrimoniali dell’ambito una serie di ele- ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- eccetera) con la pieve di Filattiera. colturali di assetto tradizionale, che trovavano storicamente menti puntiformi di particolare pregio, che si inseriscono ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo un completamento economico nella cura e nella gestione all’interno delle diverse strutture territoriali delle singole in- determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- Salendo verso le pendici montane e collinari, i rilievi in destra del castagneto, rappresentano un valore centrale da salva- varianti, quali ad esempio: edifici religiosi, linee ferroviarie ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio e sinistra del fiume Magra, che si completano nella testata di guardare per la trasmissione dell’identità territoriale e cul- minori (sottoutilizzate o dimesse), ponti storici e viadotti territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli valle di Pontremoli, si caratterizzano per una conformazione turale nell’ambito. ferroviari ottocenteschi, circhi e depositi morenici, grotte e elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. diversa e piuttosto complessa: presentano infatti versanti doline, sorgenti e sorgenti termali, punti panoramici, strade montani più acclivi, in particolare quelli della dorsale ap- Per quanto riguarda i contesti montani (dorsali, crinali, al- di rilevanza paesaggistica, eccetera. L’ambito della Lunigiana, seppur soggetto a pesanti dina- penninica, e pendici collinari più morbide e distese, sede di peggi) sono da segnalarsi, in particolare lungo il versante miche di trasformazione, presenta ancora chiari i caratteri attività agricola da tempi storici. Il carattere distintivo della della Dorsale Appenninica e sul crinale tosco-ligure, le im- costitutivi e funzionali della tipica valle appenninica, basa- fascia intermedia collinare e montana sta nell’alternanza tra portanti pratiche della transumanza con un sistema storico ta su un’economia di tipo agrosilvopastorale. Tali caratteri le “isole coltivate” – mosaici agrari disposti attorno a piccoli diffuso di alpeggi e di prati-pascolo intervallati da seminativi sono riconoscibili, ancora oggi, nel paesaggio agroforestale villaggi rurali e castelli - e la copertura boschiva continua. o ambienti rocciosi, che interrompono la continuità del man- e nella struttura insediativa policentrica organizzata su tre Questa particolare organizzazione è estesa sulla gran parte to forestale, diversificando ecologicamente e percettivamen- fasce altimetriche storicamente integrate: i centri urbani di del territorio montano e collinare, sia sul versante orientale te il paesaggio. La parte montana meridionale dell’ambito fondovalle; i nuclei rurali e borghi fortificati pedemontani e che occidentale, punteggiato di piccoli centri come Grop- assume i caratteri tipici dei rilievi alpini carbonatici grazie collinari; gli insediamenti pastorali montani. poli, Groppodalosio, Versola, Serravalle, Gigliana, Stazzone, alla presenza di una porzione delle Alpi Apuane, dove alle Nella Lunigiana si possono individuare strutture patrimonia- Treschietto. spalle dell’abitato di Vinca si stagliano le alte e aguzze vette Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio li di particolare pregio situate lungo la valle fluviale e nel I principali elementi di valore dei rilievi montani e delle pen- montane. sistema delle conoidi, sui rilievi montani e sulle pendici dici collinari sono così sintetizzabili. Tra i principali elementi di grande valore storico-testimonia- collinari, su dorsali e crinali. La presenza di importanti coltri detritiche, corpi di frana e le rientra, anzitutto, il sistema diffuso degli alpeggi e degli sistemi di fratture nelle rocce arenacee, permette l’esistenza insediamenti stagionali, come la Formentara di Zeri, i ca- Storicamente il sistema di fondovalle risultava l’area più in- di una rilevante quantità di sorgenti. Il fenomeno è partico- stelli e i villaggi rurali di Camporaghena, Groppo San Pietro, sediata dell’ambito. I centri collocati in posizione sopraele- larmente ricco nel rilievo collinare del versante appenninico, Comano (sul versante orientale). vata sui primi rilievi collinari o sulle conoidi (Aulla, Pontre- dove una “balconata” morfologica ospita un rosario di inse- I prati-pascolo, collocati sulla fascia di crinale e quelli delle moli, Fivizzano, Casola in Lunigiana, Filattiera, Podenzana, diamenti disposti lungo strada, strategicamente collocati in dorsali secondarie (in qualche caso associati a seminativi) Tresana e Villafranca) si disponevano in prossimità della prossimità delle sorgenti stesse (Casola, Terenzano, Ceri- come nello Zerasco (frazioni di Patigno, Noce, Coloretta, viabilità principale della via Francigena. La struttura poli- gnano, Agnino, Magliano, eccetera). Castello, La Dolce), assolvono spesso l’importante ruolo di centrica valliva funzionava come un asse di connessione e Il paesaggio dei mosaici colturali di assetto tradizionale “nodo della rete ecologica regionale degli ecosistemi agro- di commercializzazione fra i due versanti, spingendosi verso (non di rado equipaggiate da sistemazioni idraulico-agrarie) pastorali”. Funzioni analoghe sono riferibili alla maggior par- gli insediamenti pedemontani e i crinali per consentire il che accolgono forme tradizionali di coltivazione promiscua, te delle praterie del crinale tosco-emiliano e ad alcune isole p. 44 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 45 lunigiana

Patrimonio territoriale e paesaggistico Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB01-4I_patrim.pdf

p. 46 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana estratto della carta Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 47 lunigiana ta franosità diffusa e il dissesto idrogeologico dei versanti. tigianali, il potenziamento infrastrutturale, l’urbanizzazione con la tendenza alla semplificazione della maglia agraria, 4.2 Criticità L’abbandono di pascoli, coltivi, boschi, aumenta sia il deflus- diffusa e la realizzazione di sbarramenti a fini idroelettrici. all’allargamento della dimensione degli appezzamenti, so sia il rischio di frana delle coltri su forti pendenze. Nell’ul- Questa tendenza ha prodotto banalizzazione del paesag- all’omogeneizzazione colturale in cui si rileva la prevalen- timo decennio in alcune aree, come la piana di Filattiera, si gio ed erosione del suolo agricolo, generando gravi rischi za quasi assoluta dei seminativi semplici, all’eliminazione rileva, ad esempio, la sedimentazione in alveo di quantità idraulici, accompagnati dalla frammentazione ecologica e della vegetazione di corredo e di parti della rete scolante notevoli di sedimenti provenienti dai versanti in erosione. dalla polarizzazione del sistema territoriale sul fondovalle, storica (es. alcuni tratti dei fondivalle di Magra, Taverone, La ricolonizzazione arbustiva e arborea conseguente all’ab- col conseguente indebolimento delle relazioni con i contesti Aulella). bandono delle attività agricole e pastorali eleva i livelli di collinari e montani circostanti naturalità, ma produce un abbassamento di valore natura- Altri fenomeni concomitanti accentuano il rischio idraulico: Localmente rilevanti, infine, alcune criticità in contesti mon- listico (perdita di habitat agricoli, prativi e pascolivi e delle confinamento dei corsi d’acqua a vantaggio dello sfrutta- tani che inducono perdita di habitat prativi di interesse na- comunità animali e vegetali ad essi legate). mento agricolo, le intense estrazioni di inerti, la maggiore turalistico, notevoli impatti visivi ed ecologici. Esse sono le- incisione del fondo del Magra con il concomitante restringi- gate alle strutture turistiche e sciistiche esistenti (Villaggio criteri metodologici (LINK) Si rilevano in particolare le seguenti criticità: mento dell’alveo. Questi fenomeni, oltre all’abbassamento degli Aracci ed impianti sciistici di Zum Zeri), ad impianti • la pressione attuale e potenziale dell’attività estrattiva del livello della falda freatica già esposta ai rischi di inqui- fotovoltaici in aree aperte o forestate montane (Loc. Sco- Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che marmifera nelle Alpi Apuane, incompatibile dal punto di namento dovuti alla passata attività estrattiva, inducono glio, Loc. Casola in Lunigiana) e, soprattutto, ai numerosi alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoriale e vista paesaggistico, non solo presenta importanti alte- alla diminuzione delle risorse disponibili per l’approvvigio- impianti eolici su crinale, progettati o in corso di realizza- ne pregiudicano la riproducibilità. Le criticità di ambito sono razioni ecosistemiche in un ambiente di elevato valore namento idropotabile. zione in aree di elevato valore naturalistico (ad es. ai Prati individuate mediante l’esame dei rapporti strutturali inter- naturalistico, ma genera rischi per la stabilità dei grandi di Formentara nell’alta Valle di Zeri o lungo il crinale tra il correnti fra le quattro invarianti in linea con la definizione acquiferi, in particolare al bacino del Monte Sagro e alla Si rilevano in particolare le seguenti criticità: Passo della Cisa ed il Passo del Cirone), anche in adiacenza di patrimonio territoriale e sono formulate, generalmente, Valle di Equi; • la polarizzazione e la congestione del traffico nel fondo- al confine con il Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emi- come relazioni tra il sistema insediativo storico, il supporto • processi di abbandono diffusi nelle ex praterie e pascoli di valle, l’effetto barriera ecologica, l’impatto paesaggistico liano. idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio agrofore- crinale o di versanti montani, prati permanenti, aree agri- e l’indebolimento dei collegamenti trasversali col siste- stale. Le criticità dell’ambito completano quelle contenute cole poste alle quote più elevate, spesso caratterizzate da ma collinare e montano causati dalla costituzione di un negli abachi, validi per tutto il territorio regionale, e inte- condizioni di accessibilità difficili. Tali fenomeni risultano corridoio infrastrutturale nella valle del Magra, esito del grano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda d’ambito, relativi particolarmente intensi nel settore montano settentrio- raddoppio della viabilità di fondovalle con l’autostrada La a ciascuna invariante. nale ed occidentale (Formentara, Logarghena, Comano, Spezia-Parma, e dal potenziamento della linea ferroviaria Toplecca, a nord di Compione, Groppo San Pietro, Cam- pontremolese e della viabilità storica lungo fiume; L’ambito della Lunigiana è un contesto di limitata esten- poraghena, Sassalbo e, sul versante occidentale, nello • la polarizzazione dell’urbanizzazione, l’impermeabilizza- sione in cui si addensano fenomeni critici di varia natura, Zerasco); zione e occlusione del fondovalle provocate dalla creazio- emergenti in primo luogo nelle intense dinamiche idrauliche • processi di abbandono nei centri di alta e media collina ne di una barriera urbanizzata e semicontinua dai pesan- che interessano i sistemi insediativi e rurali e generano una contornati da mosaici colturali di assetto tradizionale, in ti impatti ecologici, paesaggistici, idrici, che si sviluppa situazione di fragilità sistemica. particolare quelli con difficoltà di accesso o resi marginali lungo la statale 62 tra Aulla e Terrarossa e risale le valli Le maggiori criticità rilevate sono causate dalla separazio- dall’espansione insediativa (alcuni esempi sono: Grop- secondarie lungo le provinciali 17 e 74 (Pallerone, Ca- ne territoriale, ecologica, fruitiva e paesaggistica fra il fon- poli, Groppodalosio, Versola, Stazzone, Treschietto sul nale Scuro – Monti). Tali interventi comportano, inoltre, dovalle del Magra e i rilievi collinari e montani definiti dai versante orientale; Lorenzana e Tresana su quello occi- l’alterazione delle aree di pertinenza fluviale e una loro sistemi vallivi secondari. Decisivi sono i processi strutturali dentale); gestione non compatibile con la tutela degli ecosistemi di abbandono dell’alta collina e della montagna e urbaniz- • l’ulteriore fattore di rischio causato dalla mancata manu- fluviali. In particolare, si segnala la presenza di aree pro- zazione disordinata dei fondovalle, in particolare del fiume tenzione delle sorgenti, alimentate da corpi di frana, in duttive in posizione tale da occludere gli alvei degli af- Magra e dei suoi affluenti in cui si sono concentrate attività correlazione dell’abbandono dei centri abitati; fluenti e interrompere la continuità ambientale tra la valle Interpretazione di sintesi Criticità produttive e aree residenziali in zone ad alto rischio di eson- • perdita dei castagneti da frutto (per abbandono e diffu- del Magra e la valli secondarie (aree industriali di Albiano dazione. Si rilevano criticità strutturali nelle diverse artico- sione di fitopatologie), accompagnati dalla scarsa qualità Magra e Pallerone (Aulla), Rometta (Fivizzano), Novoleto lazioni dell’ambito: i) nei rilievi collinari e montani; ii) nelle ecologica degli ecosistemi forestali anche a matrice con- (Pontremoli); aree di fondovalle principali e secondarie. tinua. • il rischio di saldatura fra i centri abitati e l’occlusione di varchi ambientali con l’interclusione di molti sistemi di I versanti collinari e montani erano interessati fino alla crisi Il fondovalle principale e quelli secondari sono stati stori- spazi aperti agricoli perifluviali e di aree di alto valore iniziata nel secolo scorso e acuitasi nel corso del tempo, da camente caratterizzati dalla presenza di pochi insediamenti naturalistico. Ne deriva la compromissione delle relazioni attività agrosilvopastorali che coinvolgevano i piccoli nuclei accentrati - collocati sulle pendici o sui terrazzi fluviali -, ecologiche, territoriali e paesaggistiche tra il fondovalle insediati, i mosaici colturali con le sistemazioni idraulico- di porzioni di territorio coltivato di estensione contenuta, e del Magra e i sistemi collinari e montani circostanti, in agrarie circostanti e i castagneti da frutto posti a corona soprattutto di ampie aree libere, destinate all’ esondazione particolare allo sbocco delle valli del Taverone e dell’Au- dell’insediamento e dei relativi coltivi. L’attuale abbando- dei corsi d’acqua. Dal secondo dopoguerra in poi i fondo- lella e a Villafranca; no comporta l’incuria delle sistemazioni idraulico-agrarie valle hanno visto una forte dinamica di urbanizzazione con • il consumo di suolo agricolo (significativo ad esempio di equipaggiamento, il cui degrado aggrava la già marca- l’espansione dei centri, la creazione di plessi industriali e ar- sulla caratteristica conoide tra Villafranca e Bagnone) p. 48 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana Interpretazione di sintesi Criticità

4.2

p. 49 lunigiana

Criticità Interpretazione di sintesi Criticità

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB01-4II_critic.pdf

p. 50 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana Interpretazione di sintesi Criticità

4.2

p. 51 lunigiana piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 01 livello d’ambito lunigiana

Disciplina d’uso 5 lunigiana 1.4 - evitare l’apertura di nuove cave e promuovere la valore naturalistico (HNVF), in particolare tra Canneto, Agnino, linee ferroviarie storiche, ponti storici e viadotti ferroviari, dai 5.1 Obiettivi di qualità progressiva chiusura e riqualificazione delle cave di crinale e Magliano, Antigo e tra Luscignano, Codiponte e Mezzana/ tracciati della Via Francigena, anche al fine di conservare e e direttive di alta quota, inserite in aree di alta vulnerabilità naturalistica, Monte dei Bianchi e il paesaggio agricolo sui terrazzi alluvionali valorizzare l’immagine di “terra murata” della Lunigiana; paesaggistica e idrogeologica, poste nel sistema della Dorsale tra Villafranca e Filattiera (morfotipo 10 - invariante IV) di alto carbonatica, al fine di garantire la tutela dei residuali elementi valore paesaggistico-testimoniale; 2.5 - mitigare gli impatti paesaggistici ed ecosistemici derivanti morfologici, unitamente alla conservazione del patrimonio dalla presenza di strutture turistiche e sciistiche (Villaggio degli geologico e degli ecosistemi rupestri; 2.2 - rivitalizzare e riqualificare in chiave multifunzionale Aracci e impianti sciistici di Zum Zeri, Villaggio al Passo del (abitativa, produttiva, di servizio e ospitalità), gli insediamenti Rastello), di impianti fotovoltaici in aree aperte o forestate 1.5 - promuovere la riqualificazione delle aree interessate da di mezzacosta e montani investiti da fenomeni di abbandono e montane, in particolare in località Scoglio e in località Casola attività estrattive, localizzate nelle aree contigue intercluse i paesaggi della transumanza (alpeggi): in Lunigiana e dagli impianti eolici su crinale in aree di elevato nel territorio del Parco Regionale delle Alpi Apuane, mediante • riattivando il loro ruolo storico di salvaguardia idrogeo- valore naturalistico, in particolare ai Prati di Formentara di Zeri anche la progressiva riduzione di dette attività a favore di logica, di valorizzazione ecologica e paesaggistica e svi- e nei pressi del crinale del Parco Nazionale dell’Appennino criteri metodologici (LINK) funzioni coerenti con i valori e le potenzialità del sistema luppando politiche di sostegno e recupero del patrimonio Tosco Emiliano; territoriale interessato; abitativo, anche in considerazione della presenza del Par- Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tutela e la co delle Alpi Apuane e del Parco Nazionale dell’Appennino 2.6 - tutelare l’integrità percettiva delle linee di crinale, riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. Gli obiettivi 1.6 - favorire la riqualificazione ambientale e paesaggistica Tosco-Emiliano, valorizzando i caratteri storici del sistema la qualità visiva e naturalistica delle aree alto montane, di ambito sono individuati mediante l’esame dei rapporti delle cave di fondovalle, dei siti estrattivi inattivi e dei siti insediativo di medio versante che conserva uno stretto percepibile da tutto il territorio della Lunigiana come una strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, in linea con la minerari abbandonati; rapporto con i tradizionali sistemi rurali e pastorali mon- imponente quinta paesistica che si stacca nettamente dai definizione di patrimonio territoriale: sono, perciò formulati, tani e con le aree agricole di margine, anche miglioran- contesti territoriali vallivi e collinari del bacino del Magra, generalmente, come relazioni tra il sistema insediativo storico, 1.7 - mitigare gli impatti legati allo sviluppo del settore done l’accessibilità; ponendo particolare attenzione all’impatto paesaggistico di il supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio estrattivo marmifero in aree di elevato valore naturalistico • contenendo le espansioni degli insediamenti storici colli- impianti e/o infrastrutture di grande rilievo; agroforestale; completano gli obiettivi contenuti negli abachi, e paesaggistico nell’ambito del Parco Regionale delle Alpi nari e di medio versante, tutelandone l’integrità morfolo- validi per tutto il territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ Apuane, con particolare riferimento ai bacini estrattivi del gica e le relazioni visive con i contesti paesaggistici conti- 2.7 - salvaguardare l’integrità visiva degli scenari paesaggistici contenuti nella scheda, relativi a ciascuna invariante. Monte Sagro e della Valle di Equi. gui e promuovendo il mantenimento delle corone e delle percepiti dai valichi appenninici e dai tracciati viari riconosciti fasce di territorio agricolo poste attorno ai nuclei storici; come panoramici che attraversano il territorio della Lunigiana • arginando i processi di abbandono delle attività agropa- offrendo scorci e visuali panoramiche eterogenee sui valori Obiettivo 1 Obiettivo 2 storali e zootecniche tradizionali montane, recuperando paesaggistici riconosciuti. Salvaguardare le Alpi Apuane in quanto Tutelare e salvaguardare i rilievi montani delle le aree degradate con interventi di ripristino ambientale, paesaggio assolutamente unico e non Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco-Emiliano favorendo la manutenzione dei coltivi tradizionali come riproducibile a corona del bacino idrografico del fiume l’olivicoltura e la viticoltura terrazzata, preservando i Obiettivo 3 Magra per i valori idrogeologici, naturalistici, boschi di valore patrimoniale e i castagneti da frutto e Contenere il consumo di suolo nelle pianure Direttive correlate storico-culturali e scenici che rappresentano valorizzando la gestione di beni territoriali collettivi (usi alluvionali, nelle conoidi e nei sistemi di Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della e contenere i processi di abbandono delle civici); fondivalle tributari pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani zone montane e collinari di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: 2.3 - tutelare la stabilità dei versanti e ridurre il rischio idraulico Direttive correlate Direttive correlate e geomorfologico: Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della 1.1 - non alterare ulteriormente la morfologia e il profilo delle Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della • contenendo i deflussi, in particolare nel sistema della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani vette, le linee di crinale e le visuali del paesaggio storico pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani Montagna su unità da argillitiche a calcareo-marnose e di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: apuano; di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: nei sistemi di Collina sulle Unità Liguri; disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive • pianificando una gestione multifunzionale e ambiental- 3.1 - contrastare le dinamiche di dispersione insediativa 1.2 - limitare l’attività estrattiva alla sola coltivazione di cave 2.1. - conservare e tutelare l’elevata geodiversità della mente sostenibile del patrimonio forestale; causata dalle espansioni urbanistiche recenti dei centri sui piani per l’estrazione di materiale di eccellenza tipico della zona con Lunigiana e i relativi fenomeni carsici, i valori naturalistici • assicurando la funzionalità e l’efficienza del sistema di alluvionali, ed evitare nuove espansioni e diffusioni edilizie: il conseguente riutilizzo degli scarti di estrazione, privilegiando espressi dagli habitat montani primari (climax), quali le regimazione idraulico-agraria e l’equilibrio idrogeologico • mantenendo i varchi inedificati e le direttrici di connettivi- la filiera produttiva locale e migliorandone la compatibilità torbiere, gli habitat rupestri, le praterie e le brughiere alpine, della rete scolante mediante la conservazione e la manu- tà esistenti, evitando la saldatura tra le aree urbanizzate, ambientale, idrogeologica e paesaggistica; le praterie secondarie (in particolare i prati di Formentara e tenzione delle opere esistenti o la realizzazione di nuovi contenendo l’espansione lineare lungo il fiume Magra, e di Logarghena e quelli situati tra Camporaghena, Comano manufatti coerenti con il contesto paesaggistico; promuovendo la conservazione e la vitalità degli spazi 1.3 - tutelare, anche attraverso il monitoraggio delle attività e Sassalbo); le emergenze appenniniche - circhi e laghi di • disincentivando ulteriori insediamenti in aree a rischio; agricoli residui; estrattive, il reticolo idrografico, gli acquiferi strategici e il origine glaciale - e apuane, in particolare solco, grotte e Valle • privilegiando il consolidamento, la riqualificazione e il patrimonio carsico ipogeo ed epigeo al fine di salvaguardare d’Equi; gli ecosistemi fluviali e torrentizi, le sorgenti maggiori 2.4 - tutelare e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico completamento dei tessuti insediativi esistenti; gli importanti sistemi di grotte, inghiottitoi di elevato valore nel rilievo collinare del versante appenninico alimentate da costituito dalle testimonianze del sistema difensivo del naturalistico e le risorse idriche superficiali e sotterranee; corpi di frana nei pressi di Casola, Terenzano, Cerignano, periodo medievale, dagli insediamenti fortificati, dai complessi 3.2 - riequilibrare il sistema insediativo e infrastrutturale Agnino e Magliano; le aree agricole tradizionali e di elevato monastici, pievi ed edifici isolati a carattere eremitico, dai mulini, polarizzato di fondovalle: p. 54 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana • favorendo il recupero del sistema infrastrutturale e dei di sedimenti provenienti dai versanti in erosione, in parti- trasporti trasversali storici di collegamento con il sistema colare nella piana di Filattiera; collinare e montano; • migliorando i livelli di compatibilità degli impianti di sfrut- • ricostituendo le relazioni ambientali e territoriali tra il fon- tamento idroelettrico e della gestione della vegetazione dovalle e i sistemi collinari e montani circostanti; ripariale, evitando drastici interventi di taglio non selet- • salvaguardando la rete ferroviaria pontremolese e le con- tivi; nesse stazioni, anche integrandola con i percorsi e gli itinerari storici di fruizione dei paesaggi montani e di at- 4.2 - riqualificare e valorizzare le riviere fluviali del Magra e dei traversamento della valle; suoi affluenti e ricostituire i rapporti insediamento-fiume: • garantendo che i nuovi interventi infrastrutturali non • preservando gli accessi residui al fiume e salvaguardando accentuino la separazione fisica, ecologica, fruitiva e e mantenendo le aree agricole perifluviali; paesaggistica tra la valle del Magra e i sistemi vallivi • salvaguardando i varchi esistenti lungo la cortina insedia- secondari determinata da una barriera urbanizzata semi- tiva di fondovalle e in corrispondenza dell’imbocco delle continua che si sviluppa lungo la S.S. 62 e dalla presenza valli secondarie; dell’Autostrada A15; • riqualificando, dal punto di vista urbanistico e paesaggi- • contrastando la marginalizzazione delle pratiche colturali, stico i principali affacci urbani sul fiume, in particolare nei la perdita di diversificazione ecologica e paesaggistica, principali centri di fondovalle - Aulla, Villafranca, Pontre- l’eliminazione della vegetazione di corredo e di parti del- moli - incentivando la delocalizzazione a monte degli edi- la rete scolante storica e la semplificazione della maglia fici situati in aree a Pericolosità Idraulica Elevata e valo- agraria nelle aree di fondivalle dei fiumi Magra, Taverone rizzando il ruolo connettivo del fiume Magra con forme di e Aulella; fruizione sostenibile della via d’acqua e delle sue riviere; • assicurando la riqualificazione ambientale e urbanistica 3.3 - preservare gli spazi agricoli ancora presenti all’interno come “aree produttive paesaggisticamente ed ecologica- del tessuto urbanizzato o interclusi nei fasci infrastrutturali, mente attrezzate” delle piattaforme produttive e degli im- avviando politiche di pianificazione orientate al riordino degli pianti collocati in ambiti fluviali sensibili o ad alto rischio insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità e degli idraulico e idrogeologico, in posizione tale da occludere annessi; gli alvei degli affluenti e da non garantire la continuità ambientale tra la valle del Magra e la valli secondarie, in particolare le aree di Albiano Magra e Pallerone ad Aulla, Obiettivo 4 Rometta a Fivizzano e Novoleto a Pontremoli, anche pro- Salvaguardare e riqualificare i valori muovendone la delocalizzazione; ecosistemici, idrogeomorfologici e • assicurando il mantenimento della percettività residua paesaggistici del bacino del fiume Magra e del paesaggio fluviale del fiume Magra e dei suoi affluenti della rete fluviale tributaria, anche al fine di dai principali tratti di viabilità e dai siti in posizione do- ridurre i processi di degrado in atto minante;

Direttive correlate Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive

4.1 - attuare interventi di riqualificazione e di ricostituzione del continuum fluviale, con priorità per le aree classificate come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”: • migliorando la qualità ecosistemica complessiva degli ambienti fluviali e del loro grado di continuità ecologica trasversale e longitudinale, riducendo i processi di ar- tificializzazione degli alvei, delle sponde e delle aree di pertinenza fluviale, tutelando le funzioni idrologiche dei fondovalle tributari e delle conoidi attive di Alta Pianura, 5.1 inibendo l’incisione del fondo e il restringimento dell’alveo del Fiume Magra e la sedimentazione in alveo di quantità p. 55 lunigiana disciplina d’uso con valore indicativo) (esemplificazioni norme figurate

p. 56 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito lunigiana disciplina d’uso con valore indicativo) (esemplificazioni norme figurate

5.2

p. 57 lunigiana legenda Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

approfondimento: schede di vincolo regionale

p. 58