Giovan Antonio Bazzi (Il Sodoma) Pittore Vercellese Del Secolo
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Proprietà Letteraria VERCELLI PREMIATA TIPO-LITOGRAFIA GALLARLI E UGO 1902 THE J. PAUL GETTY fwUSEUM LIBRARY ALLA CITTÀ IX CUI XAC(^UE QUESTO STUDIO IL QUALE ATTESTA E DIMOSrRA COME NOX IXOXOKATO SUOXASSE NEL SECOLO PIU LU.AIIXOSO DELL’ ARTE ITALIAXA IL XOME DI VERCELLI E ]>ER MERITO DELLA SCUOLA DI PITTURA AI.LORA IX ESSA FIORl-;XTE E PER l’cJPERA ILLUS'PRE DEL ORAXDISSLAIO ARTEFICE XATO E CRESCIUTO ALL’oMPRA DELLE SUE TORRI l’ autore COX AFFETTO DI FIGLIUOLO AMOROSISSIMO D. C. Questo libro ha aznifo origini pih che modeste. Quando nel i8gg un mio egregio e benemerito concittadino, l' Avvocato Antonio Borgogna — dopo aver, nella dispersione della Galleria Scarpa in Motta del Friuli, acquistata e fatta ricca la szia importante collezione di opere dell'arte di una delle ultime tavole rivendicate al Sodoma dalla critica moderna — a resuscitare in Vercelli il nome e la memoria del grande pittore paesano, do- nava alla citta la protome che egli stesso aveva fatta idtrarre dallo scalpello del Cav. Francesco Porzio, dalla azLtoeffgie del pittore dipinta in zino dei suoi grandi freschi dell'Archicenobio di Monte Olivete di Cliùisziri in qtiel di Siena, a me parve prezzo dell'opera riasszimere in ‘ìino dei giornali locali quanto era noto intorno alla vita ed alle opere dell'artista Vercellese, afinché tìitti indistintamente i cittadini potessero misturare, e la gentilezza del pensiero, e rimportanza del dono, che il iminifico donatore aveva fatto ai Vercellesi, e arricchendo la città di -una delle opere del loro illustre concittadino, ed eternandone nel marmo le sembianze giovanili. Quei cenni sommari affrettatamente vergati videro la hice nelle colonne del giornale La Sesia, e incontrarono nel pubblicofavore- vole accoglimento, tanto, che non tardarono le sollecitazioni perché volessi dar forma concreta in un volume alle notissie in essi raccolti. Quelle sollecitazioni, che mi venivano da cospicui personaggi e da carissimi amici, fra i primi dei quali ricordo con compia- cenza lo stesso Avvocato Antonio Borgogna, il Cav. Federigo dei Conti Arborio Molla, allora Segretario Accademico, ora Direttore del patrio Istituto di Belle Arti, fra i secondi quel- rinfaticato, amorosissimo ricercatore d'ogni maniera cimelii delle antiche glorie vercellesi, che è il mio carissimo Cavalier Camillo Leone, vinsero ogni altra considerazione e mi posi animoso all'opera, il cui compimento fu soltanto indugiato fino ad ora in causa di una grave infermità, che mi rese per pili anni impos- sibile qualsivoglia lavoro. Però, se modeste furono le origini, anche più modeste sono le pretese di qziesto studio. In esso il lettore non troverà nesstiìia notizia, che non sia stata già da altri, se non accertata, certamente inhiita ; ìion giudizio, che non sia coifortato da autorevoli pareri, o da do- c^imenti incontrovertibili e precisi. Del Sodoma, di C7ti il Vasari cercò in modo evidente di me- nomare la fama, e come artista e come uomo, più o meno aper- tamente, assunsero le difese quanti scrissero di lui, dal Bendro al Brnizza, dall'Amnenini al Milanesi, per non parlare che dei più noti; ma una difesa aperta che cercasse lavarlo inte- ramente, e con fondati argomenti, dalle accuse del Vasari, se era stata fatta, per quanto è dell'artista, dal Senatore Mo- relli, e anche più compiuta ed intera da quel valente, che è il Professor Gustavo Frizzoni: per quanto tocca alla natura del- l'uomo ed ai S210Ì costumi non era stata tentata, se non parzial- mente, dal Dellavalle prima, dal Bmizza poi, in iscritti per la natura loro non grandemeìite difftisi. Ordinare pertanto, per qiianto è possibile cronologicamente, le scarse notizie della sita vita, parallelamente a q;iaiito è cono- sciuto intorìio allopera sua, raccogliendo i doc2imenti, che riman- gono ad attestare e delle 2tne e dell altra, vagliando, al lume di quei documenti, e al giudizio a^itorevole di critici di indi- scussa competenza , le affermazioni del Vasai!, non era cosa fatta ancora : e questa 'e l'opera modesta, che io ho tentata. Vi sono riuscito f Ne giudichi il lettore intelligente e spas- sionato al quale domando venia, se talvolta, tirato dall'evidente malvolere del Vasari, la mia^ povera prosa ha potuto assumere più qtia e più là 7ina intonazione polemica, che non era nelle mie intenzioni, ma dalla gitale non ho saputo iìiteramente astenertni. Quanto alla veste in cui questo lavoro mio vede la luce, due brevi parole. L'opera d' un artista, per quanto celebrato abba- stanza controverso, male si pub apprezzare da sole parole ; però volendo, che nell' opera mia fulgessero interi i titoli del Sodoma alla stima ed all'affetto delle presenti generazioni, ho voluto, che l'opera dell'artista grajicamente riprodotta con qualche lar- ghezza, parlasse de' meriti suoi meglio e più chiaramente che la mia scrittura non potesse fare, e volli naturalmente che la veste tipografica fosse degna dell'artista celebrato e dell' opera sua. Di questo mio desiderio trovai valentissimi interpreti in quei carissimi amici miei, che sono il fotografo Pietro Masoero, il quale mi aiutò nella scelta e sovrintese alla riproduzione delle migliori opere del Pazzi, e i tipografi Ermenegildo Goliardi e Giovanni Ugo, i quali nelle opere della stampa rivaleggiano coi migliori dei giorni nostri. A tutti loro i ringraziamenti e le lodi dovute ; a me la spe- ranza, che l'opera mia incontri favorevole il giudizio dei lettori. Colonnello Cesare Faccio. Capo Primo LE ORIGINI I. EssuNO, forse, degli uomini, i quali nei quattro ultimi secoli deir Evo moderno hanno lasciata più larga orma di sè nella storia dell’ intelletto umano, ha avuta più di Giovan Antonio Pazzi avversa la fortuna. Dopo d’ aver toccate — nel secolo in cui dipingevano Raf- faello Sanzio e Leonardo da Vinci — le più alte regioni dell’ arte essere stato in vita accolto, festeggiato, ono- ; dopo rato da Principi, da Imperatori, da Papi : cadeva poco dopo la morte sotto la penna passionatamente avversa di un ce- lebrato biografo — il Vasari — il quale, non potendo far sempre tutto quello strazio, che aveva nell’ animo, dell’ opera di un artista del quale gli era giocoforza riconoscere tratto tratto r altissimo valore, cercava — e riusciva pur troppo ! — di distruggerne la fama e di oltraggiarne la memoria, così da renderlo famoso alla posterità presso che più per la del la dei meriti ignominia nomignolo, che per grandezza ; senza che — fino a pochi anni sono — non solamente fosse dai più misconosciuta l’ importanza dell’ opera sua, ma ne fossero controverse ed incerte la patria, la casata, 1’ artistica derivazione, l’ epoca della nascita, quella della morte. Veramente, per quanto è della patria, nessuna contesta- zione avrebbe dovuto nascere mai ; avvegnaché, se di molti 2 errori intorno al Bazzi è stata sorgente 1’ animavversione del biografo Aretino, di questo almeno, d’ aver voluto contestare al Piemonte ed a Vercelli la gloria d’ avergli dati i natali, non può essere chiamata in colpa perocché tanto in quella ; così poco equanime vita, che di lui scrisse, quanto in quella di Domenico Beccafumi, egli lo designasse chiaramente e ripetutamente col nome di Giovan Antonio da Verp^elH o da ì'ercelli (i), senza lasciar possibilità di piatire, come si piatì poi, se ei lo volesse dire della Vercelli Piemontese o del V er- zelle Toscano, allorquando, parlando del suo modo di dipin- gere, accenna a quella certa sua maniera di colorito acceso, che egli aveva recata di Lombardia (2): intendendo eviden- temente con questo, che in tutt’ altro luogo, non nella Toscana, si dovevano cercare le originio artistiche, e naturalmente anche quelle etniche, del giovine pittore, che al suo primo appa- rire in Siena aveva levata grande fama di sé. Nè questa del Vasari è la sola testimonianza, che intorno alle origini vercellesi del nostro ci abbiano lasciata gli scrit- tori del secolo nel quale egli visse, chè apertamente lo de- signano per Vercellese Sigismondo Tizio nelle sue : Historice Senenses (3), Paolo Giovio nell’: « Elogio di Raffaello » (4), in l’Armenini nel : « Trattato della Pittura » (5), quanti (1) In: Le vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architettori scritte da Giorgio Vasari pittore Aretino con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi (In Firenze, G. C. Sansoni, 1878-1885) — Voi. V, pag. 634 e seg.: Vita di Domenico Beccafumi, e Voi. VI. pag. 379: Vita di Giovannantonio detto il Soddoma da Verzelli; e nel voi. IV pag. 60S nella Vita di Baldassare Peruzzi, ove scrive alla moderna: di Vercelli. (2) Vasari. Ivi voi. VI. Vita del Soddoma, pag. 380.