Rigenerazione, Ricostruzione, Recupero, Riuso, Resilienza
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Maurizio Carta, Andrea Arcidiacono, 03.MicheleTalia, Carlo Gasparrini, Stefano Stanghellini, Carolina Giaimo, Francesco Sbetti Rigenerazione, OLTRE L'EMERGENZA. Un nuovo approccio alla ricostruzione, pianificazione dei territori recupero, riuso, a rischio. Francesco Alberti, Roberto Fiaschi, resilienza Marco Natali e Francesca Tommasoni* Introduzione Nel 2015 il forum di Parigi sui Cambiamenti Il presente contributo illustra gli esiti princi- Climatici “COP 21” e la pubblicazione dell’A- pali di una ricerca nel campo del Pre- e genda ONU recante gli Obiettivi di sviluppo Post-Disaster Recovery Planning, svilup- sostenibile per il 2030 (Sustainable Deve- pata in relazione agli assi prioritari III e IV lopment Goals - SDGs) hanno posto l’accen- della Chart of Sendai Framwork all’interno to, tra le altre cose, sulla necessità di rendere del Dipartimento di Architettura di Firen- le città e i territori più resilienti ai grandi di- ze con la collaborazione del Dipartimento sastri naturali. Sul tema, nello stesso anno si di Protezione Civile della Regione Toscana è inoltre tenuta a Sendai (Giappone) la “3rd e dell’ufficio della Protezione Civile dell’U- UN World Conference on Disaster Risk Re- nione dei Comuni della Garfagnana (1). Più duction”, che ha portato alla sottoscrizione specificamente, la ricerca ha inteso perse- da parte dei paesi membri di una carta d’in- guire tre obiettivi connessi alle diverse fasi tenti - The Chart of Sendai Framework – nel- di pianificazione/progettazione delle aree di la quale sono stati fissati gli obiettivi globali emergenza che, ai sensi della legislazione vi- di riduzione dei rischi e dei danni connessi a gente in Italia, gli enti territoriali sono tenu- eventi calamitosi in termini di popolazione ti a reperire ai fini della gestione di possibili esposta, vittime, perdite economiche, etc., da calamità. Ovvero: perseguire nell’arco di validità dell’Agenda 1) definire una metodologia operati- ONU. Gli assi prioritari d’intervento indivi- va, fondata su criteri oggettivi e verificabili e duati nella Carta per orientare le politiche adattabile ai diversi contesti territoriali, per nazionali ai fini del raggiungimento degli agevolare gli uffici tecnici locali nell’elabora- obiettivi globali sono: zione dei Piani di Protezione Civile; I. Understanding disaster risk; 2) individuare criteri e modalità per II. Strengthening disaster risk gover- il coordinamento tra i piani di emergenza e nance to manage disaster risk; gli strumenti di governo del territorio, assu- III. Investing in disaster risk reduction mendo la necessità di reperire aree idonee for resilience; alla gestione di eventuali emergenze come IV. Enhancing disaster preparedness for un’opportunità, in sede di pianificazione or- effective response and to “Build Back Better” in dinaria, per dotare il territorio di spazi multi- recovery, rehabilitation and reconstruction. funzionali a servizio della collettività; special issue - URBANISTICA INFORMAZIONI | 1 3) ricondurre l’allestimento delle aree applicabili fin da subito nella redazione dei Pia- Toscano soggetta a rischio sismico (classe 2), di emergenza nella fase post-disastro entro la ni di Protezione Civile grazie al ricorso a map- idraulico e idrogeologico, rivelando, come logica di una progettazione urbana integrata, pature dinamiche su base GIS. risultato della prima fase di indagine, che finalizzata alla realizzazione di insediamenti La procedura contempla tre fasi di indagine, soltanto lo 0,07% del territorio (pari a 343 ha per quanto possibile multifunzionali, vivibi- in ognuna delle quali il territorio interessato, su 533 kmq, distribuiti su 237 aree) è compa- li e sostenibili, ancorché temporanei. comunale o di area vasta, è sottoposto al va- tibile all’uso con finalità di protezione civile: In risposta a tali obiettivi, sono stati preposti glio di una griglia di parametri, di cui sono una percentuale molto bassa che deriva so- tre tool o toolset in forma di protocolli meto- definiti i valori soglia corrispondenti a diver- prattutto dall’elevata acclività dei suoli (7). dologici (punti 1 e 2) e di linee guida (punto si gradi di idoneità dei suoli in una scala da 0 Il confronto tra la mappa delle ASPI e il Pia- 3), sinteticamente descritti nei paragrafi che (terreno non idoneo) a 5 (condizioni ottimali no di Protezione Civile, redatto internamen- seguono. rispetto al parametro considerato). te con strumenti tradizionali dall’Unione dei I parametri-filtro individuati - 24 in tutto - Comuni della Garfagnana e recentemente Uno strumento innovativo per la piani- sono riconducibili ai seguenti 16 tematismi: entrato in vigore (2017), evidenzia una di- ficazione di emergenza - Fase I - Condizioni ambientali e screta corrispondenza fra le aree individuate La normativa di riferimento per il primo morfologiche: 1) Sicurezza idraulica, geo- insieme ad alcune discrepanze, dovute es- tool è il Nuovo Codice della Protezione Civi- morfologica, sismica e dal rischio di incendio senzialmente alla scelta di includere nel Pia- le (2), che rispetto ai testi precedenti impo- boschivo; 2) Clivometria; 3) Uso e copertura no aree già predisposte per l’emergenza an- ne il coordinamento tra la pianificazione di del suolo; 4) Forma e superficie. corché soggette a rischio idraulico elevato o emergenza e la pianificazione urbanistica - Fase II - Dotazione di infrastruttu- molto elevato (fattore considerato escluden- ordinaria. I Piani di Protezione Civile posso- re a rete: 5) Viabilità principale; 6) Energia te in sede di “settaggio” dei parametri-filtro). no essere regionali, provinciali e comunali/ elettrica; 7) Acqua potabile; 8) Smaltimento La validità del metodo ne risulta comunque intercomunali, a cui corrispondono criteri acque reflue; 9) Distribuzione del gas; 10) Co- confermata, facendo risaltare alcuni significati- operativi diversi. Il livello di competenza pertura telefonica e wi-fi; vi vantaggi del nuovo metodo connessi all’auto- che ha maggiori effetti sul territorio è quello - Fase III – Condizioni di accessibili- mazione della fase istruttoria del Piano: comunale/intercomunale, che attraverso il tà: 11) Vicinanza relativa delle aree ai centri - una riduzione dei tempi esecutivi Piano, oltre a definire le modalità di gestione abitati; 12) Sicurezza del percorso rispetto ai stimata nell’ordine del 40%; di un’eventuale calamità, agisce anche in via rischi ambientali; 13) Volume di traffico; 14) - la disponibilità di un range di opzio- preventiva andando a localizzare sul territo- Caratteristiche strutturali e qualitative del ni molto maggiore per numero e dimensione rio le aree di emergenza, all’occorrenza uti- percorso (larghezza, tipo di superficie, ecc.); delle aree, entro cui poter scegliere quelle lizzabili come: 15) Localizzazione baricentrica rispetto al “definitive”; - aree di attesa della popolazione sistema insediativo; 16) Collegamento alle - la possibilità assicurata dal GIS di - aree di accoglienza o di ricovero del- infrastrutture principali. associare alla mappa delle ASPI la base dati la popolazione Dalla sequenza delle tre fasi di analisi seletti- utilizzata per ogni parametro, rendendo le - aree di ammassamento soccorritori va del territorio discendono: informazioni relative ad ogni area facilmen- e risorse (3). - l’individuazione delle ASPI, previa te interrogabili e aggiornabili nel tempo. Il dimensionamento di tali aree è definito in esclusione di tutte le aree che presentano linea generale dal Dettaglio di Provvedimen- valori sottosoglia rispetto ai parametri della Governo del territorio e Pianificazione di to del Dipartimento della Protezione Civile Fase I, decisivi per stabilire la compatibilità o emergenza n.1099/2015, ma è comunque suscettibile di meno di un terreno all’utilizzo per funzioni Se il primo tool fa riferimento a un quadro adeguamento da parte delle Regioni, che a di protezione civile; normativo il cui perimetro è precisamente seguito della Legge di riforma costituzionale - la classificazione delle ASPI in ragio- definito dalla legislazione nazionale in mate- n. 3/2001 hanno anch’esse potestà legislativa ne del loro grado di idoneità rispetto ai criteri ria di Protezione Civile, il secondo toolset si in materia. di selezione delle Fasi II e III; i risultati ottenuti misura invece con un “mondo”, quello delle In allegato al Dettaglio di Provvedimento in ogni fase sommando il punteggio relativo ai norme regionali sul governo del territorio, n.1099, il Dipartimento della Protezione Civile singoli parametri consentono infatti di stilare estremamente mutevole nello spazio e nel ha inoltre predisposto una scheda di valutazio- una graduatoria fra le aree, utile ad orientare le tempo. Il Protocollo di coordinamento tra ne - “Caratterizzazione per l’idoneità del sito” - scelte del piano. In particolare, i punteggi otte- piani territoriali e d’emergenza che viene contenente un elenco di criteri in base ai quali nuti nella Fase III conducono a una graduatoria proposto si articola pertanto in dispositivi è possibile stabilire mediante un apposito siste- d’idoneità delle ASPI in relazione alle caratteri- posti a monte della pianificazione territoria- ma di calcolo il grado di idoneità delle aree inse- stiche previste dalle norme per le aree di acco- le o comunque adattabili alle diverse forme rite in un Piano di Protezione Civile (4). glienza e ammassamento (5). di piano. Il toolkit proposto fa propri i criteri di valutazio- Il metodo sopra descritto è stato sperimenta- Esso comprende due strumenti: ne ex-post individuati nella scheda, integrando- to ai fini della