Istituto Per La Ricostruzione Industriale (I. R. I.)
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TABELLA N. 18 Stato di previsione della spesa del Ministero delle partecipazioni statali per l'anno finanziario 1973 ANNESSO N. 5 CONTO CONSUNTIVO ISTITUTO PER LA RICOSTRUZIONE INDUSTRIALE (I. R. I.) ESERCIZIO FINANZIARIO 1971 Relazione del Consiglio di amministrazione sul bilancio per Pesercizio 1971 Nel rispetto delle norme statutarie, il Consiglio di amministrazione dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale ha provveduto alla formazione del bilancio del• l'Ente per l'esercizio 1971 e, in esecuzione del dettato dell'art. 16 del decreto legi• slativo 12 febbraio 1948, n. 51, modificato con l'art. 5 della legge 21 luglio 1959, n. 556, e del primo capoverso dell'articolo 2 della legge 22 dicembre 1956, n. 1589, istitutiva del Ministero delle partecipazioni statali, lo presenta all'on. Ministro per le partecipazioni statali. * Nel Consiglio di amministrazione dell'Istituto sono stati sostituiti, con provvedi• mento dell'8 novembre 1971, il gen. Giovanni Delfino al ten. gen. Mario Mata- cotta, in rappresentanza del Ministero della difesa e, con provvedimento del 6 marzo 1972, il dott. Paolo Salvatore al prof. Luciano Cafagna, in rappresentanza del Mini• stero del bilancio e della programmazione. Il Consiglio tiene a rinnovare al ten. gen. Matacotta e al prof. Cafagna il più vivo grazie per la collaborazione sempre prestata, cordiale ed efficiente, ai propri lavori. Con decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 1972 è stato confermato nella carica di vice presidente il prof. avv. Bruno Visentini e con decreto 15 marzo 1972 dell'On.le Ministro per le partecipazioni statali sono stati confermati compo• nenti del Consiglio di amministrazione per il triennio 1972-74 in qualità di esperti in materia finanziaria ed industriale l'ing. Giuseppe Asquini, l'ing. Gian Guido Borghese e l'avv. Vincenzo Storoni. Per decreto, infine, dell'On.le Ministro per le partecipazioni statali di data 22 marzo 1972 il collegio sindacale dell'Istituto è così composto: presidente, prof. Carlo Merlani; sindaci effettivi, dott. Saturnino Colitto, dott. Cesare Frassineti, dott. Vincenzo Milazzo, avv. Michele Savarese; sindaci supplenti, dott. Attilio Leo- 3 nardi e dott. Vittorio Zanola. Agli uscenti sindaci effettivi, avv. Francesco Agro e dott. Gennaro Cassella e sindaco supplente, dott. Luigi Acrosso, il Consiglio torna ad esprimere sentiti ringraziamenti per l'attività da loro spiegata nell'inte• resse dell'Istituto con capacità e solerzia esemplari. * * * Nel 1971, per il secondo anno consecutivo, l'espansione delle economie occidentali è stata, nell'insieme, piuttosto debole; anche il Giappone ha visto limitato il suo saggio di crescita al 6%, poco più della metà di quello del 1970. Per i dodici paesi industrialmente più avanzati dell'Europa occidentale, l'incremento medio del pro• dotto nazionale lordo è stato del 3 %, all'incirca pari a quello degli Stati Uniti, in lenta ripresa dopo la stasi dell'anno precedente; il saggio di sviluppo dei suddetti paesi europei era stato nel 1970 del 5,2% e nella media dell'ultimo ventennio intorno al 4,5%. Il rallentamento è stato generale, anche se ha colpito in minor misura l'Austria, la Francia e la Norvegia (che hanno continuato a svilupparsi intorno al 5%) e, per contro, in misura accentuata l'Italia, la Gran Bretagna, la Svezia e la Finlandia, che hanno denunciato saggi di espansione intorno all'I %. La situazione di aperta crisi monetaria — conseguente all'inarrestabile aggra• vamento della bilancia americana dei pagamenti e sfociata in dicembre nel più importante riallineamento monetario del dopoguerra, che ha comportato, tra l'al• tro, una svalutazione del dollaro — ha caratterizzato l'intero anno e indubbia• mente contribuito all'indebolimento della congiuntura. Fattore decisivo è stato, in ogni caso, il generale affievolirsi degli investimenti, fìssi e in scorte, dopo la note• vole espansione del 1969, in parte proseguita anche nel 1970. Al tempo stesso, lo sviluppo del commercio mondiale, in volume, si stima sia stato dell'ordine del 5 %, a fronte di un saggio del 7,8 % mediamente registrato nel corso degli anni sessanta. Tale decelerazione si è accompagnata ad un aumento dei prezzi dei prodotti scam• biati che, seppure inferiore a quello del 1970, ha superato, per i paesi europei surricordati, quello dei prezzi industriali interni: a fronte di un 3,3% per questi ultimi, l'incremento dei valori medi unitari all'importazione è stato del 4,8% e all'esportazione del 4,4%. In particolare per l'Italia, il 1971 ha segnato una caduta del saggio di espansione del reddito nazionale lordo al livello dell'1,4%, di oltre due terzi al di sotto delle previsioni iniziali (4,5%) e di gran lunga il più basso dell'ultimo ventennio (il pre• cedente minimo, registrato nel 1964, fu del 3%); questo modesto aumento, per di più, è stato ottenuto essenzialmente per l'apporto del settore terziario (nettamente inferiore, comunque, a quello degli ultimi anni) e della pubblica amministrazione (il cui maggior reddito è da attribuire principalmente agli effetti del « riassetto » delle carriere del personale). Limitato, come di consueto, è stato il contributo allo aumento del reddito nazionale fornito dall'agricoltura ed addirittura in diminuzione per la prima volta negli ultimi venticinque anni, il reddito prodotto dall'industria. 4 Nell'ambito di quest'ultima è da osservare che, dei quattro comparti fondamentali, solo il prodotto lordo dell'elettricità, gas ed acqua ha denunciato una variazione positiva, mentre nei tre restanti (industrie estrattive, manifatturiere e delle costru• zioni) si è registrato un regresso; per le costruzioni esso si è esteso, sia pure in di• versa misura, all'edilizia residenziale, a quella non residenziale e alle opere pub• bliche, raggiungendo in media il 5,9%, dopo il calo dell'I,3% del 1970. Le industrie manifatturiere, nel complesso, hanno segnato una flessione, in termini di prodotto lordo, dello 0,9 %, a cui hanno concorso soprattutto le produzioni di beni di investimento. L'analisi più disaggregata, che gli indici della produzione industriale permettono di fare, rivela — per quanto riguarda i settori di più diretto interesse per il gruppo — un aumento del 10% nel settore cantieristico, un ristagno nei settori siderurgico ed alimentare e flessioni più o meno marcate negli altri : così l'indice della produzione meccanica è diminuito, in media, del 7,7%, come risul• tante di alcuni aumenti — ad esempio, per i cuscinetti a rotolamento (+ 5,2 %) e per la carpenteria metallica (+ 3,7 %) — e di molto più frequenti riduzioni, come ad esempio, per i motori diesel grandi e medi (— 8,2 %), le macchine e gli apparecchi e strumenti elettrici (—6,5%), e il macchinario utensile "(—4%); in calo anche la produzione automobilistica (—2,7%), quella di cemento (—4,1%) e la cartotecnica (— 5,5 %). Peraltro, se nel corso dei primi nove mesi dell'anno l'indice della produzione industriale è stato costantemente in diminuzione, negli ultimi tre mesi si sono avuti spunti di ripresa, che hanno portato in dicembre detto indice su livelli superiori del 3,6 % alla media dell'anno. Dal lato della domanda, il 1971 è stato contrassegnato da un incremento, di circa il 5% in termini reali, della componente estera, cui si è contrapposta una stazio• narietà di quella interna (— 0,1 %), risultante, a sua volta, da un progresso del 2,8 % dei consumi e da un regresso del 10,3% degli investimenti. Da notare che la domanda per consumi privati è cresciuta, a prezzi costanti, del 2,6 %, il più modesto incremento da molti anni, nonostante la notevole espansione dei livelli salariali e dei trasferimenti correnti della pubblica amministrazione. Su tale andamento hanno indubbiamente inciso sia il rialzo dei prezzi al consumo, mediamente pari a quasi il 5 %, sia il contenuto aumento dei redditi dei lavoratori indipendenti e dei piccoli imprenditori, sia, infine, una più accentuata propensione delle famiglie al risparmio, come riflesso di una diffusa sensazione di maggiore precarietà dell'occupazione. Da rilevare a quest'ultimo proposito che, nell'anno, si è fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni dei lavoratori dell'industria — specie nei comparti tessile, meccanico ed edile — per quasi 200 milioni di ore (corrispondenti ad oltre 100 mila lavoratori occupati a pieno tempo) e che l'occu• pazione è diminuita, in dodici mesi, di 328 mila addetti, per oltre il 70 % nei settori extragricoli. La suindicata caduta degli investimenti non ha precedenti, per entità, dalla fine della guerra in poi: anche prescindendo dall'andamento delle scorte, in forte con• trazione, gli investimenti fissi (i cui prezzi hanno subito un rialzo del 7,6%) sono diminuiti in termini reali del 4,9%, riduzione che risulta come media di una cre• scita del 4,7 % degli investimenti nei trasporti e comunicazioni, di una stazionarietà 5 di quelli industriali (—0,1 %) e di un calo di quelli nei comparti dell'agricoltura (—4,2%), delle abitazioni (—11,8%), della pubblica amministrazione (—3,2%) e degli altri servizi (— 10,2%, esclusi trasporti e comunicazioni). È da aggiungere che sull'andamento degli investimenti nell'ambito dell'industria e dei trasporti e comunicazioni hanno influito in modo positivo le imprese a partecipazione sta• tale, essendo risultati in regresso quelli del complesso delle restanti imprese. Alla base della caduta degli investimenti, che rappresenta il fenomeno più grave dell'attuale quadro congiunturale, si trovano, oltre la crisi particolare dell'attività edilizia, il livello sempre più insoddisfacente di utilizzazione delle capacità produt• tive degli impianti industriali (a cagione, più che di un cedimento della domanda, delle astensioni dal lavoro e del crescente assenteismo) e la drastica compressione dei redditi aziendali; ciò, in presenza di aumenti di costi non compensati da miglio• ramenti della produttività e da congrui adeguamenti dei prezzi, sui cui livelli ha influito negativamente la quota di produzione destinata all'esportazione, a ricavi in genere più bassi. L'accennata ripresa della produzione industriale nell'ultimo trimestre del 1971 non ha acquistato slancio nei primi mesi del 1972, gli indici essendosi in pratica assestati sui valori già raggiunti, non discosti da quelli toccati anche all'inizio dello scorso anno.