R storia

il divino cinquale Dalle suggestive solitudini a località turistica di gran moda

Costantino Paolicchi hi oggi visita il Cinquale sco- Versilia, che Cosimo I dei Medici fece la torre di guardia del Cinquale, che pre un luogo ameno, turistico, deviare intorno alla metà del Cinque- Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, Ccon alberghi e pensioni, uno cento in direzione del lago, per inizia- Granduca di Toscana, trasformò dopo Sporting Club nautico con piccola re la bonifica delle aree paludose del il 1770 in un forte simile a quello che darsena riservata proprio alla foce piano di , dove imperver- fece costruire al “Magazzino” (que- del fiume. La foce stessa un poco più sava la malaria. E la malaria continuò sto era il vecchio nome del Forte dei a monte è stata ampliata e attrezza- a infierire sulla cittadina e su tutta la Marmi, dal magazzino del ferro edi- ta per l’ormeggio di imbarcazioni da fascia costiera fino a Ottocento inol- ficato nel 1623) che darà poi il nome diporto. L’aeroporto, per piccoli aerei trato, fino a quando cioè furono co- al paese che si sviluppò tutto intorno. da turismo, dista poche centinaia di struite – alla foce del Motrone, del Il Cinquale e Motrone delimitavano i metri. Il Cinquale è diviso a metà tra il fosso Fiumetto e del Cinquale – le confini costieri della Versilia. Il forte Comune di e quello cataratte a bilico che impedivano il di Motrone lo fecero saltare in aria gli di Montignoso: verso Viareggio è ter- riflusso delle acque salse durante le inglesi nel 1813, quello del Cinquale ritorio fortemarmino e verso mareggiate, causa dei ristagni dove fu raso al suolo dai tedeschi nel 1944. è montignosino. In effetti fin dall’an- la zanzara anofele proliferava. L’unico che si è salvato è quello di tichità la foce del Cinquale segnava La lunga spiaggia di rena fine, che il Forte dei Marmi. il confine tra l’enclave lucchese di vento accumulava a formare una fa- Dalla foce del Cinquale si poteva ri- Montignoso, già feudo della potente scia di dune oltre la quale si esten- salire l’emissario con piccole barche famiglia longobarda degli Aghinolfi, deva una fitta boscaglia di lecci e fino a raggiungere il lago di Perotto che edificarono l’omonimo castello, querce, fino ai primi decenni dell’Ot- e la località conosciuta come “Por- e l’enclave fiorentina di Pietrasanta, tocento era pressoché deserta, se si ta Beltrame”, dove a ridosso delle sede di Capitanato. Un tempo il Cin- esclude il castello di Motrone a guar- rupi calcaree in una sorta di strettoia quale era l’emissario del lago di Pe- dia del piccolo ma importante porto naturale, passava la via Francigena Cinquale, anni Venti rotto, o di Porta Beltrame, di cui re- alla foce del fiume, che allora si get- romea. Era confine doganale, che i Forte dei Marmi, il forte sta soltanto un’area umida protetta. tava in mare nell’altro lembo estremo Medici munirono con una solida torre di Pietro Leopoldo, inizi 900 Oggi raccoglie le acque del torrente di Versilia, a confine con Camaiore; e di mattoni, armata e fornita di guar- nigione: ancora oggi si erge pur con tutti i danni inferti dalle cannonate durante la seconda guerra mondiale. Questo posto, dove sorgeva anche una piccola chiesa nota come Santa Maria di Porta, era conosciuto popo- larmente come il “Salto della Cervia”. Il Cinquale era un luogo suggesti- vo, con il fiume che scorreva fra due sponde verdi e sfociava in un punto davvero magnifico della sterminata spiaggia che ai primi del Novecen- to incantò D’Annunzio. Un’intricata macchia mediterranea si estendeva di qua e di là dal fiume. Oltre la mac- chia e i pochi campi strappati agli acquitrini con le opere di bonifica, c’erano il lago e sullo sfondo le colli- ne punteggiate di case, il castello di Aghinolfo al sommo di uno sperone

44 45 roccioso e infine le cime tormentate la prima volta, dallo scultore Arturo La guerra mondiale, la seconda, ha Note e azzurre delle Apuane. Le foto dei Dazzi che era nato a e cono- imperversato anche al Cinquale: 1 G. D’Annunzio, Solus primi del Novecento mostrano an- sceva bene il luogo. Restò soggiogato non ha spazzato via soltanto il forte ad Solam, Firenze 1939, cora l’indicibile bellezza della marina dal Cinquale al punto da volerlo tra- di Pietro Leopoldo e il curioso pon- p. 307. 2 R. Bacchelli, Il fiore deserta, per il tratto che dal Forte va sformare in un fiume «celebre in tut- te sorretto da due archi di cemento della Mirabilis, Milano «…verso Massa, di là da quel divino to il mondo». Anche Dazzi, che aveva armato, costruito sul Versilia dal re- 1942. Cinquale dove nelle notti di luna van- vissuto lungamente a Roma, nel 1926 gime, e il cantiere navale alla foce 3 C. Carrà, La mia vita, no a dissetarsi le sirene». Così scrive- aveva deciso di stabilirsi a Forte dei e i capannelli sulla spiaggia. Negli Roma 1943, pp. 361-363. va l’Immaginifico.1 Marmi «… in questa limpida e dolce anni del dopoguerra Enrico Pea os- 4 G. Matthiae, Dazzi, Roma 1979. Era parte integrante, il Cinquale, di Versilia che mi fece diventare pittore», servava, in una notte di tempesta, 5 E. Pea, Fragole e quella Versilia-Eden che in molti ave- dove «… ogni scultore dovrebbe di- che «… a tratti, quelle che furono fulmini, in Corriere vano scoperto nel loro vagare alla ri- pingere e ogni pittore scolpire». Fu un le ricche ville del Cinquale, le colo- d’Informazione, 23 cerca di un luogo ancora innocente ritorno alle origini, felice, fortunato: nie marine confortevoli, apparivano agosto 1952. dove lenire il “male di vivere”: D’An- «Questa terra chiara, serena, il mare, edifici scoperchiati, ruderi sventrati nunzio, che affermava di essere rinato le mie Apuane, mi rinnovarono spiri- da bagliori spettrali. (…) E in qua e in Versilia «…a vita vigorosa e pura»; tualmente»4. E anche per lui il Cinqua- in là, invece, a nutrire la speranza, Eleonora Duncan che vi cercò confor- le fu fonte di ispirazione e di riflessio- ricostruite villette moderne, davano to e pace dopo un grande dolore; il ne per una ricerca pittorica orientata sotto il glaciale bagliore dei fulmi- protagonista del romanzo di Riccar- verso una espressione libera da ogni ni, spicco di forme nuove, di colori do Bacchelli, il giovane e disperato schema intellettuale. Nel 1932 Dazzi bellissimi»5. Il fiume pigro era ancora Ruben Brederus, che era riuscito a si presentava come pittore alla Bien- ricco di pesce e grandi reti a bilancia, placare per poco i suoi tormenti sul- nale di Venezia, esponendo 22 opere sollevate da lunghi pali infissi specu- la spiaggia di un paese appena nato, che avevano per soggetto i paesaggi larmente sulle due sponde, caratte- Forte dei Marmi. «Era uno di quei luo- della Versilia, il fiume Cinquale, e poi rizzavano l’ultimo tratto verso la foce. ghi – ha scritto Bacchelli – dove la na- pesci, animali, fiori, figure femminili. Oggi sono scomparse anche quelle, tura sembra intesa a creare in esplicita Si ricordano in particolare Mezzogior- insieme ai grandi silenzi e alle vaste e formale fantasia di bellezza…»2. no, Cinquale, Barca al Cinquale e Sul solitudini amate da Carrà. Ma qual- Al Forte, ormai cittadina balneare ri- fiume Versilia, dove il fiume la spiag- cosa sopravvive dell’antica bellezza: nomata, con il Grand Hotel, le ville gia e la natura avevano sollecitato in lo scoprirete passeggiando lungo e i ritrovi alla moda, giunse nel 1926 lui nuove libertà espressive, ribadite gli argini del fiume, risalendolo fino Carlo Carrà. Da allora in poi il Forte nella presentazione della sua mostra all’area dell’ex Lago di Porta in Co- divenne la sua dimora estiva abituale. personale alla Quadriennale romana mune di Montignoso e al campo da Era attratto dalla natura dei luoghi: del 1935. golf in Comune di Forte dei Marmi. le pinete, la spiaggia con i capanni di falasco, le montagne, un paesag- gio nuovo che lo ispira e con il quale si confronta nelle sue tele: «Anche il Cinquale mi occupò a lungo e riuscii alfine a realizzare i primi esempi sug- geritimi da questo fiume (…). Ma seb- bene la realizzazione mi riuscisse fati- cosa, fui (…) persuaso di aver trovato gli incanti e le magie di un paesaggio che si confaceva con il mio intimo sen- timento»3. Quel mondo gli divenne ben presto familiare e insostituibile e da quell’intenso rapporto scaturì il Cinquale 1915 celebre dipinto Il Cinquale della Col- lezione della Lanterna, il quadro dei La torre del Cinquale, il lago di Porta Beltrame, “Cavalli” che si trova ora nella Galleria o di Perotto, in una carta d’Arte Moderna di Roma, e altri anco- del secolo XVII (Archivio ra degli anni tra le due guerre. Storico Pietrasanta) Carlo Carrà vi era stato condotto, per Cinquale, le cateratte 1917

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