A R C H I V I O D I S T a T O D I M a S S a C a R R A
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A R C H I V I O D I S T A T O D I M A S S A C A R R A R A UFFICIO DI LEVA DI MASSA CARRARA Classi di nascita 1840 - 1923 Inventario sommario a cura di Claudio Lamioni 2010 II Per le richieste di consultazione indicare: Ufficio di leva ed il N° d’ordine (nell’Inventario è il primo a sinistra in neretto) III I N D I C E Abbreviazioni e convenzioni IV Introduzione V Inventario 1 Circondario di Pontremoli, classi 1840-1891 (nn. 1-429) 3 Circondario di Massa, classi 1840-1891 (nn. 430-1089) 17 Provincia di Massa Carrara, classi 1892-1923 (nn. 1090-1457) 39 Appendice 49 Indice delle Liste di leva 53 IV ABBREVIAZIONI E CONVENZIONI ACS Archivio centrale dello Stato ASFi Archivio di Stato di Firenze ASLu Archivio di Stato di Lucca ASMs Archivio di Stato di Massa circ. Circolare d. lten. Decreto luogotenenziale d. p. r. Decreto del Presidente della Repubblica l. Legge r. d. Regio decreto T. U. Testo unico Min. Ministero/ministeriale mod. modello art., artt. articolo, articoli prot. protocollo tit. titolo n., nn. numero, numeri s.n., s.nn. senza numero, senza numeri p., pp. pagina, pagine r. recto v. verso b., bb. busta, buste fasc. fascicolo s.fasc. sotto fascicolo vol., voll. volume, volumi § paragrafo > vedi, vai, confluito in, inserito in, incluso in < proviene da, include anche ÷ da…a…(valori saltuari compresi tra gli estremi indicati) - presenza di un’unità archivistica non numerata ↓ da qui in poi ↓ fin qui MANCA l’unità è mancante (non versata, smarrita, collocata altrove, etc.) Repertorio un elenco per ordine numerico Rubrica un elenco per ordine alfabetico V INTRODUZIONE Le istituzioni e il territorio La Provincia di Massa, dopo l’unità d’Italia, in vista anche di riportare a unità componenti territoriali di diversa provenienza e di tormentate vicende storiche, era divisa nei tre circondari di Massa, di Pontremoli e di Castelnuovo di Garfagnana; le tre circoscrizioni ricalcavano le suddivisioni statuali dell’ultimo assetto preunitario (si vedano le apposite tabelle al termine di queste note).1 Le diverse ascendenze storiche del territorio spiegano la presenza, all’Archivio di Massa, di vari nuclei di documentazione relativi alla disciplina del reclutamento vigente negli ordinamenti preunitari.2 1 Per la lunga e intricata vicenda dei territori di Massa, della Lunigiana e della Garfagnana nella fase immediatamente preunitaria e fino all’unità, si vedano: A. MORI, La Toscana e le sue suddivisioni amministrative. Ricerche storiche, estratto da «Rivista geografica italiana», XXXII (1925), pp. 27-35; G. PAPPAIANNI, Massa ed il suo Archivio di Stato. Notizie stoiche, ordinamento delle carte, in «Atti della Società ligure di storia patria», LX (1934), 2, pp. 40-41 e più in generale pp. 2-46; G. BERTUZZI, La struttura amministrativa del Ducato austro-estense. Lineamenti, Modena, Aedes muratoriana, 1977, pp. 11, 68-78. Sulle frastagliate vicende del triennio 1859-1861: Gli archivi dei governi provvisori e straordinari, 1859-1861, I: Lombardia, Provincie parmensi, Provincie modenesi. Inventario, Roma, Ministero dell’interno, 1961 (Pubblicazioni degli archivi di Stato, XLV) Sempre utile: La Toscana dal Granducato alla Regione. Atlante delle variazioni amministrative territoriali dal 1790 al 1990, Firenze, Giunta regionale Toscana-Marsilio, 1992, specialmente le pp. 68-77 e le carte storiche nn. 3, 4 e 6. Conviene qui ricordare che in base al trattato di Firenze del 28 novembre 1844 tra il Granducato di Toscana, e i Ducati di Modena, Lucca e Parma, reso esecutivo nel gennaio 1848, Pontremoli e l’alta Lunigiana (Bagnone, Groppoli e Lusuolo dal Granducato, Villafranca, Treschietto, Mulazzo, Castevoli da Modena) passavano al Ducato di Parma; l’alta Garfagnana, Massa, Fivizzano, Terrarossa, Albiano e Calice al Ducato di Modena; il resto dell’ex Ducato di Lucca al Granducato di Toscana che raggiungeva la continuità territoriale con i territori di Barga e di Pietrasanta che da sempre gli erano appartenuti e che venivano mantenuti. Questo assetto territoriale, si sarebbe conservato fino ai rivolgimenti unitari del 1859. 2 È quindi d’obbligo almeno un accenno sull’argomento in riferimento all’ultimo decennio precedente l’Unità d’Italia. Il Ducato estense di Modena fissò la disciplina del reclutamento obbligatorio col Decreto 5 aprile 1849, n. 10 (Collezione generale delle leggi, costituzioni, editti ecc. per gli Stati estensi, XXVIII-XXIX, Modena, Eredi Soliani, 1849-1850, passim), un testo breve (34 articoli), ma non privo di oscurità e farragini; esso ebbe il Regolamento d’esecuzione 19 giugno 1849, n. 17 che subì qualche rettifica con gli interventi del 31 maggio 1850 e dell’11 settembre 1854. Il contingente che ogni anno doveva alimentare i ruoli dell’esercito era suddiviso proporzionalmente tra i comuni; l’arruolamento, in via di principio, era volontario, ma non raggiungendosi il numero del contingente, «vi supplisce la coscrizione» obbligatoria. L’età passiva era tra i 20 ed i 26 anni e la ferma in servizio era di 6 anni. La Commissione comunale (Sindaco, due amministratori, il Segretario) compilava le liste dei diciottenni suddividendoli in varie «note», cioè elenchi particolari in base ai titoli di diritto o sanitari per l’esclusione o, al contrario, per l’arruolamento: tra gli inclusi in queste ultime venivano poi effettuate le estrazioni al fine di determinare chi effettivamente sarebbe stato arruolato fino a coincidenza col contingente richiesto per il comune. Il Consiglio Provinciale (Delegato del Ministero dell’interno, un ufficiale superiore, un assessore della delegazione, un segretario) conosceva di ogni questiore relativa all’arruolamento ed esaminava il caso di ciascun coscritto; inviava, se necessario, un medico chirurgo presso la Commissione comunale. Questa normativa è alla base di due nuclei documentari: Archivio della Garfagnana, serie XII, (38 unità), Inventario a cura di B. Pennucci, già nn. 53-91 dell’«elenco 1943» (vedi oltre) e degli, «Atti di leva» del Principato di Massa (52 unità non inventariate), già nn. 1-52 dell’«elenco 1943». Il Ducato di Parma giunse all’Unità col regolamento sul reclutamento approvato con Decreto 17 agosto 1851, n. 285 (Raccolta generale delle leggi pei Ducati di Parma, Piacenza e Stati annessi, Parma, Tipografia reale, 1851), un testo lungo (365 articoli e 61 modelli) e molto dettagliato. Sostiuiva il precedente Regolamento del 10 gennaio 1822, n. 1. Il contingente annuale era fissato in 1100 uomini suddiviso proporzionalmente tra le provincie e, all’interno di queste, tra le preture; ma il numero dei chiamati variava secondo le necessità L’età passiva era fissata a 19 anni e la ferma era di 8 anni, dei quali 5 di effettivo servizio. I comuni predisponevano ogni anno il Giornale d’iscrizione dei coscritti, sorta di primo elenco di massima, dal quale venivano infine compilate le Liste alfabetiche che costituivano la base di ogni ulteriore procedimento. Il Consiglio di reclutamento, a livello provinciale (Magistrato provinciale, un Ufficiale superiore, un Ufficiale della gendarmeria, un medico civile e uno militare) rivedeva nel dettaglio tutte le precedenti operazioni comunali pronunciandosi definitivamente sui singoli casi di esenzione, eccezioni, riforme, etc., e procedendo per mandamenti di pretura. Effettuato l’esame fisico dei coscritti, la Lista alfabetica, arricchita di ogni altra VI Su ciascuno dei circondari nei quali era suddivisa la provincia si esercitava, dunque, la giurisdizione dei tre Uffici di leva di Massa, Pontremoli e Castelnuovo. Al di là della vicenda risorgimentale delle annessioni al Piemonte di questi territori, in parte già parmensi o modenesi (Decreto di annessione: 18 maggio 1860), praticamente contemporanea a quella dell’ex Granducato di Toscana (Decreto di annessione: 22 marzo 1860) le effettive contingenze applicative della legge piemontese sul reclutamento 1676/1854 colsero la classe di nascita 1840; da questa, infatti, prende avvio il sedimento documentario degli Uffici di leva di Massa e di Pontremoli del nuovo Regno, mentre nel resto della Toscana la classe 1842 sarebbe stata la prima chiamata con quella legge.3 Lo schema circoscrizionale si sarebbe sostanzialmente mantenuto ininterrottamente fino alle riforme degli anni Venti del Novecento. Il territorio provinciale e quelli dei tre circondari non subirono, in quell’intervallo di tempo, variazioni apprezzabili; i comuni andarono soggetti a rettifiche di denominazione e di territorio, ma non a passaggi di provincia o di circondario. Si vedano le apposite tabelle alla fine di queste note. Nel 1923 l’assetto territoriale subì pesanti trasformazioni: la provincia di Massa perse, dal proprio circondario, i comuni di Calice al Cornoviglio e Rocchetta di Vara aggregati alla provincia di La Spezia4 e poi vide il distacco dell’intera Garfagnana a vantaggio della provincia di Lucca.5 Come è noto, a seguito delle riforme portate dal r.d. 27 maggio 1923, n. 1309, di fatto concomitanti – nello specifico – con le riforme territoriali appena ricordate, scomparvero gli Uffici (circondariali) di leva di Pontremoli e Castelnuovo di Garfagnana e quello di Massa estese la propria giurisdizione sull’intera provincia, ereditando – almeno in via di principio – anche gli archivi degli Uffici soppressi. La giurisdizione sul territorio della provincia, come ridimensionata dalla riforma del novembre 1923, si mantenne fino al d.p.r. 14 febbraio 1964, n. 237, che accentrò a Pisa il Consiglio di leva per i Distretti militari di Pisa, Massa Carrara, Grosseto e Siena; infine la l. 31 gennaio 1992, n. 64, prevedendo la giurisdizione sul territorio regionale - cioè su tutte le provincie - di un unico Distretto militare e di un unico Ufficio di leva, accentrò la competenza nel solo Ufficio di leva di Firenze. La documentazione. Trasmissione e descrizione Istituito nel 1887 ed ospitato nel Palazzo ducale in ambienti lasciati liberi o non utilzzati da altri uffici, l’Archivio di Stato si trovò in consegna – pare su base meramente verbale – documentazione ivi lasciata dalla locale Prefettura; tra essa anche i materiali più antichi e meno utili relativi all’Ufficio di leva che – come è noto – all’epoca era costituito presso le prefetture.6 La famosa circolare del Ministero della guerra n.