MEMORIE di

di ADRIANA G. HOLLETT

Bagnone e i suoi Signori Fotografie di A. G. Hollett©

2 a mio marito Reginald che condivide l’amore per la mia terra.

3 4 Cenni sulla storia della Lunigiana

Per riassumere brevemente la storia delle origini della Lunigiana sara’ necessario, a causa della carente documentazione, ricorrere all’opera di Eugenio Branchi “ Storia della Lunigiana feudale”, unica fonte autorevole assieme a quella di Gioachino Volpe; ebbe a osservare quest’ultimo che, “ per la storia della Lunigiana, avanti il XII secolo, e’ poco meno che tenebre e tenuissima luce di alba lontana.” Concordando con loro, possiamo partire da Oberto, conte di Luni, di probabile origine longobarda e unico superstite della famiglia dei Marchesi di Toscana. Luni divenne colonia romana nel 177 a.C., prospero’ col nome di Provincia Maritima Italorum, subi’ dapprima l’invasione longobarda e in seguito, unita a tutta la Lunigiana venne aggregata al ducato longobardo di Lucca. Con i Franchi entro’ nella marca carolingia, Oberto ne fu il primo conte e, in seguito, quando i Vescovi contrastarono il dominio obertengo ottenendo da Federico I di veder sanciti i loro diritti su tutto il territorio, divenne sede vescovile. Il Volpe, concordemente ad altri storici e genealogisti, individua in Oberto (945), di origine longobarda, il primo ad essere nominato conte di Luni. L’essere conte di Luni aveva una certa rilevanza poiche’il paese, collocato tra Liguria e Toscana, testimoniava attraverso i resti dell’anfiteatro romano e quelli di antichi insediamenti paleolitici il suo notevole passato. Costui dopo pochi anni (951), oltre alla Lunigiana, entro’ in possesso della marca della Liguria orientale, dei centri di Tortona e Genova e alla sua morte tutti i suoi possedimenti vennero da lui lasciati ai due figli: Adalberto I e Oberto II. Dal primo figlio, per successive diramazioni, ebbero origine i casati dei marchesi di , Corsica e Sardegna, quella dei Pelavicino e dei Cavalcabo’ di Cremona. Dal secondo figlio Oberto I, quello che maggiormente interessa la nostra storia, nacquero Alberto Azzo I e Oberto Obizzo I. Il primo dette origine alla casa d’Este ed il secondo a quella dei Malaspina.

5 Oberto Obizzo I si stabili’ sui gioghi dell’Appennino Ligure-Tortonese-Piacentino, nelle alte valli della Trebbia e dello Staffora e in quest’ultima valle, centro del suo dominio, pose la propria residenza nella rocca di Oramala, unico castello fortificato della valle e quella venne poi da sempre considerata la culla dei Malaspina. Successivamente Oberto Obizzo I fece costruire una serie di castelli che sarebbero divenuti formidabili punti di difesa e principalmente di controllo per il traffico delle merci che costituiva con i pedaggi una grossa fonte di ricchezza. I Malaspina facevano pagare molto cari questi pedaggi e talvolta arrivavano ad assaltare essi stessi le carovane comportandosi come briganti da strada. Il loro castello di Villafranca fu chiamato Malvido e poi Malnido (nel diploma conferito dall’imperatore Federico a Opizone nel 1164) per i pedaggi da rapina e per le ruberie poste direttamente in atto da loro a spese delle carovane che transitavano dal passo della Cisa. Poco si sa di suo figlio Alberto I e del nipote Obizzo II, ma sicuramente il figlio di quest’ultimo Alberto II divenne noto col nome di Malaspina. Cio’ appare nell’atto di pace di Luni stipulato nel 1124 tra il vescovo Andrea da una parte e il marchese Alberto II detto il Malaspina dall’altra. Nella divisione tra Corrado e Opizzino nel 1221, a Corrado l’ Antico (1253) vennero assegnati i possedimenti alla destra della , mentre Obizino (1301) cambiando nell’arme lo “spino secco” in “spino fiorito” ebbe parte dei territori alla sinistra del fiume. La divisione poi non fu solo dei beni ma araldica, in quanto venne modificato lo stemma di famiglia. Quello dello spino secco portava uno spino con sei rami, uno verticale e cinque orizzontali, tre dei quali voltati a sinistra e due a destra, tutti con aculei.Quello dello spino fiorito portava uno spino verde con sei rami, uno verticale e cinque orizzontali tre dei quali a destra e due a sinistra, terminanti con tre piccoli globetti bianchi in croce alle estremita’ in modo da formare un piccolo fiore. Lo stemma originario aveva uno spino secco nero in campo d’oro con il motto “ad medelam” (mi offre rimedio). I membri del casato si moltiplicarono e cosi’ lo stemma venne spesso modificato; il piu’ conosciuto e’ pero’ quello che mostra un leone rampante coronato affiancato dai rami alternativamente, dello spino secco o fiorito o emtrambi. E’ da ricordare che il leone rampante bianco venne assegnato a Corrado detto l’Antico ( 1253) da Luigi IX re di Francia per l’aiuto ricevuto dal Malaspina nella crociata d’Egitto del 1248. Opizzino o Opizzone (1301), secondogenito di Federico (1264) “fu lo stipite dei Marchesi e Signori di Villafranca”. La sua vedova marchesana Tobia Spinola, tutrice dei figli ancora in minor eta’, merita di esser ricordata come colei che “compose, ordino’ e stabili’” gli STATUTI per e altre sue terre. (Gli Statuti di Aulla del 1303 sono conservati dal Dott. Francesco Raffaelli e dal Dott. Lorenzo Ferri di Bagnone).

6 Importante precisare che fin da prima della divisione dei Malaspina del 1221esistevano nei loro feudi i MUNICIPI che erano composti da un Consolo, quattro o sei Consiglieri e un Massaro. La MAGISTRATURA era costituita da un Giudice d’Appello che era il Marchese, di un Podesta’ eletto dal marchese, un Vicario del Podesta’, un Notaro, un Corriere e un Custode delle carceri. Ogni terra aveva il proprio Municipio e tutti assieme quelli del feudo formavano il General Consiglio. Nel secondo Libro sono annotate norme e regole di diritto civile ma si deve ritenere che dovea esistere precedentemente regole e norme da disposizioni scritte o da consuetudini inveterate. Alcune di queste norme erano: la donna se dotata non poteva succedere ai genitori, il marito non poteva donare o lasciare per testamento alla moglie cosa veruna; nella vendita dei fondi dovevano esser preferiti nella vendita i condomini, i parenti fino al quarto grado, i confinanti; la prescrizione degli immobili incorrevasi col lasso di venti anni ecc.. Nel terzo Libro si determinavano le trasgressioni e i delitti punibili con pene corporali o pecuniarie o afflittive: la fustigazione per tutta la terra, il bando perpetuo, il taglio della testa, la forca e la morte per mezzo del fuoco, la confisca dei beni. Si puniva l’omicidio col taglio della testa, l’adulterio con lire venticinque per l’uomo e la donna, lo stupro con la pena capitale, il furto, l’abigeato, il taglio degli alberi e la rimozione dei termini con pene pecuniarie. Per la falsificazione delle monete si era arsi vivi, la falsa testimonianza o lo spergiuro con la galera, e nelle scritture con la forca. Il delitto di lesa maesta’ portava al taglio della testa. Questi quattro Libri o Statuti furono adottati da tutti i discendenti di Federico per tutte le Terre e le Castella da tutti gli Uomini, Universita’ e Comunita’ che a loro furono soggetti.

7 An outline of the history of the Lunigiana Region

In order to summarize briefly the history of the origins of the Lunigiana Region, it is necessary, due to scarce documentation, to resort to the work of Eugenio Branchi “Storia della Lunigiana feudale” (“History of the Lunigiana Region in feudal times”), the only authoritative source together with the work of Gioachino Volpe; in this regard, it was Volpe who observed, “the history of the Lunigiana Region, before the twelfth century, is little more than shadows and tenuous light of a distant dawn”. In accordance with these authors, we begin with Oberto, count of Luni, probably of Lombardic descent and the only surviving member of the family of the marquis of . Luni became a Roman colony in 177 B.C., prospered with the name of Provincia Maritima Italorum (Italian Maritime Province), at first, subjected to Lombardic invasion, then, with all of the Lunigiana Region, was aggregated to the Lombardic dukedom of Lucca. With the Franks, Luni entered into the Carolingian march (borderland), Oberto was its first count and, later, when the Bishops opposed the dominion of the Obertenghi family, obtaining from Federico I, sanction of their rights on all of the territory, it became a bishop’s see. Volpe, in agreement with other historians and genealogists, singles out in Oberto (945), the first historical figure to be nominated count of Luni. To be count of Luni had a certain importance, as the town, located between Liguria and Tuscany, bore witness through the remains of its Roman amphitheatre and ancient Palaeolithic settlements, to its remarkable past. Oberto, a few years later (951), as well as the Lunigiana Region, entered into possession of the march of eastern Liguria, of the centres of Tortona and Genoa and, upon his death, all of his possessions were passed by him to his two sons: Adalberto I and Oberto II. The first son, by successive ramifications, gave rise to the lineages of the marquis of Massa, Corsica and Sardinia, of the Pelavicino and of the Cavalcabo` of Cremona. The second son Oberto I, the one of greater interest to Lunigiana’s

8 history, fathered Alberto Azzo I and Oberto Obizzo I. The first of these two gave rise to the house of Este and the second to that of the Malaspina. Oberto Obizzo I established himself on the passes of the Liguria-Tortona-Piacenza Apennines, in the high valleys of the Trebbia and Staffora, and in this last valley, the centre of his dominion, he founded his residence in the rock of Oramala, the only fortified castle in the valley, later considered the cradle of the . Subsequently, Oberto Obizzo I had a series of castles built that were to become formidable points of defence and particularly of control of trade routes that constituted, in terms of tolls, a large source of riches. The Malaspina made these tolls very expensive and at times went as far as to besiege, by themselves, the passing caravans, behaving like highway brigands. Their castle at Villafranca became known as Malvido and later Malnido (in the diploma conferred by the emperor Federico to Opizone in 1164), due to plunderous tolls and thefts perpetrated by them at the expense of the caravans that passed by in the Cisa pass. Little is known of Oberto Obizzo’s son Alberto I and of his grandson Obizzo II; what is known is that the son of Obizzo II, Alberto II became known by the name of Malaspina. This appears in the peace treaty of Luni stipulated in 1124 between the bishop Andrea, on the one hand, and the marquis Alberto II known as Malaspina, on the other hand. In the division between Corrado and Opizzino in 1221, to Corrado l’Antico (1253), were assigned the possessions to the right of the river Magra, while Obizino (1301), who changed the coat of arms from the “spino secco” (“bare thorn bush”), to the “spino fiorito” (“blossomed thorn bush”), had the part of the territories to the left of the river. The division, therefore, was not only in terms of possessions, it was also heraldic in that the family blazon was modified. That of the “spino secco” presented a bush with six branches, one vertical and five horizontal, three of which set to the left and two to the right, all with prickles. That of the “spino fiorito” presented a green bush with six branches, one vertical and five horizontal, two to the left and three to the right, terminated with three tiny white globes in a cross at the extremities so as to form little flowers. The original blazon had a black thorn bush on a gold background with the motto “ad medelam” (“to me, it offers a remedy”). The members of the family multiplied and, as a consequence, the blazon was often modified; the best known, however, is that which depicts a rampant crowned lion, side by side with branches, alternatively of bare or blossomed thorns or both. It is noted that the rampant lion was assigned to Corrado detto l’Antico (1253), by Luigi IX, king of France, for the help received from Malaspina in the crusade in Egypt in 1248.

9 Opizzino or Opizzone (1301), the second son of Federico (1264), “was the ancestor of the Marquis and Masters of Villafranca”. His widow, Tobia Spinola, guardian of his infant offspring, is worthy of mention as she who “composed, ordered and established” the STATUES for Aulla and other territories of hers. (The Statutes of Aulla of 1303 are preserved by Dott. Francesco Raffaelli and by Dott. Lorenzo Ferri of Bagnone (1)). It is important to note that even before the division of the Malaspina territories of 1221, there were already in existence in their territories, the MUNICIPALITIES that were composed of a Consul, four or six Counsellors and a Massaro (farm overseer). The MAGISTRACY was made up of an Appeal Court Judge who was the Marquis, of a Podesta (high official), elected by the marquis, a Podesta’s Assistant, a Public Notary, a Courier and a Prison Custodian. Each territory had its own Town Hall and all those of the territory formed the General Council. In the second Statue or Book, were annotated rules and regulations of civil rights; however, it is believed that there had to exist rules and regulations prior to these, available in written form or in inveterate use. Some of these regulations were: a woman in possession of a dowry was not allowed to inherit from her parents; a husband was not allowed to donate or leave anything at all in his will to his wife; in the sale of real estate, joint owners, distant relatives, neighbours were to have precedence; the loss of unexercised rights to real estate after twenty years, etc.. In the third Book, were defined the transgressions and crimes punishable by corporal punishment or fines: flogging throughout the territory, banishment for life, decapitation, hanging and burning at the stake, the confiscation of possessions. Murder was punished by decapitation, adultery by a fine of twenty five liras for both men and women, rape by capital punishment, theft, rustling, felling of trees and removal of boundary stones by fines. Counterfeiting was punishable by being burnt alive, perjury by imprisonment and forgery by hanging. The crime of treason led to decapitation. These Books (four in all), were adopted by all the descendents of Federico Malaspina throughout all of their Territories and Castles by all of the Men, Universities and Communities under their rule.

10 Bagnone e i suoi Signori

L’antico territorio di Bagnone fu abitato sin dall’eta’ della pietra e una statua stele rinvenuta a Treschietto ne documenta la presenza umana gia’ nell’eta’ del bronzo. La prima menzione di Bagnone risale al 963 quando venne rinnovata la protezione di Ottone I ai Vescovi Conti di Luni che enumerava le corti, le pievi e i castelli che ne beneficiavano. La prima notizia del castello sovrastante l’antico borgo di Gutula e’ contenuto in una bolla papale del 1148. Dal marchesato di si stacco’ come feudo indipendente nel 1351 e sotto i marchesi Malaspina rimase sino quasi alla meta’ del secolo XV; in seguito fece parte della repubblica Fiorentina e dall’ottocento passo’ al Granducato di Toscana. Il territorio di Bagnone confinava a est con quello di Varano, ad ovest Villafranca, Treschietto a nord e Castiglione a sud. Costituito dalle valli formate dai torrenti Bagnone e Mangiola era capoluogo di ville e borghi: Gutula, Pastina Collesino, Mocchignano Soprano e Sottano, Nezzana, Sargoma, Pagazana e Compione; oltre altri luoghi, piccoli si’, ma notevoli per castelli e palazzi, vedi Jera, Corlaga ecc.. Ebbe nome di Bagnone in principio il castello che fu la residenza dei suoi marchesi, posto intorno le rupi di un alto colle sulla confluenza del torrente dello stesso nome e del fosso Pondeggia, sul cucuzzolo del quale resta ancora in piedi la rocca dimora attuale della famiglia Noceti. Venne poi costruito un borgo sulle sponde del Bagnone, da cui prese il nome, a seguito della predizione di una miracolosa immagine di Nostra Donna che si venerava in Gutula, un antichissimo casale del luogo ( nominato negli Statuti dati al Terziero dal Marchese Niccolo’ II nell’ anno 1401), e pei quali stabilivasi che appunto in Guttula dovesse un carcere fabbricarsi, ed in un istrumento piu’ antico del 1300 in cui si legge ”datum in Burgo Gotulae Bagnoni” Quando nel 1275 Alberto, figliolo di Opizone si divise con i nipoti Gabriele e Azzolino D’Isnardo e Francesco di Bernabo’, Bagnone e le terre, chiamate allora degli Adalberti, che si trovavano nella valle del Bagnone, ovvero un terzo del

11 patrimonio, queste gli toccarono in sorte. Unito a Castiglione si chiamarono anche pars terziaria. Alla morte di Niccolo’ detto anche Marchesotto i suoi figli si divisero il marchesato e Bagnone nel 1351 venne assegnato ad Antonio. Va ricordato che il Marchese Alberto, loro avo, legandolo al primogenito e agli altri condividendi, aveva escluso loro il supremo diritto di modificare o variare la legislazione fondamentale del Terziero. Nel 1340 Antonio fu Marchese di Bagnone a sedici anni e pare morisse attorno al 1369. Elesse dimora in Bagnone che divenne capofeudo e nel 1355 ottenne dall’imperatore Carlo IV l’investitura. Da lui nacquero Giovanna, Riccardino, Aragone e Bartolomeo ma con la sua prematura morte lascio’ i figli minori sotto la reggenza della loro madre. Altro non si conosce. Sdegnando di obbedire a degli adolescenti, i sudditi, rappresentati dai loro sindaci e procuratori, riunitisi presso la porta del castello di Bagnone detta la loggia, deliberarono di volersi sottoporre al dominio della Repubblica Fiorentina e nella persona del sindaco Antonio di Jacopo nel 1385 offersero alla Signoria di Firenze la sottomissione del feudo che, accettata, porto’alla concessione di leggi e capitoli che gia’ furono dei Bagnonesi. L’alto protettorato del feudo venne esercitato dai Ministri della Repubblica con sede nel castello di Castiglione. I tre fratelli, sempre in comune per la reggenza del feudo, per sopravvivere, ricorsero spesso alla protezione dell’imperatore e per dovere di cronaca si puo’ dire che il loro comportamento non fosse corretto con i vicini fiorentini ne’ tantomeno col Vescovo di Luni che scomunico’ Riccardino. Con la morte di Aragone, Bartolommeo e Riccardino si divisero il feudo e a quest’ultimo tocco’ Bagnone e le sue ville, al fratello i beni lombardi. Nel 1415, i signori di Bagnone fecero alleanza con altri Marchesi Malaspina dello Spino Fiorito, loro consorti, perche’ non si rinnovassero le discordie che avevano turbato la pace della Lunigiana per gravi inimicizie, tra Bartolommeo della Verrucola e Leonardo di Castel dell’Aquila, responsabili di molte uccisioni. Riccardino, il primogenito ebbe tre figlioli: Bernabo’, Giorgio e Spinetta. Di loro poco si seppe; ressero il feudo in comune lasciando la responsabilita’ al maggiore. Spinetta scelse la carriera religiosa. Del secondogenito Giorgio si ricorda che fece costruire i mulini sul Bagnone, si marito’ a Violantina che gli diede: Cristiano, Adonardo, Perino, Carlo e Giorgio che nacque sei giorni dopo la morte del padre. Di questi fatti narra G.Antonio Faje, speziale di Bagnone che li detto’ dall’anno 1408 al 1470, anno in cui mori’. Scrisse questi suoi ricordi in forma di diario usando una lingua poco italiana piena di voci dialettali della sua terra. L’originale del suo “Croniche e Storie di Lunigiana” ando’ smarrito e solo nel

12 1800 i Signori Luigi e cav. Antonio Bicchierai di Bagnone lo rinvennero tra le carte della famiglia Noceti. Tornando alla famiglia Malaspina e alla sua discendenza, ci ricollegheremo al Marchese Giorgio che, morto nell’anno 1450, aveva lasciato tutti i figli in eta’ minore. Venne nominato loro tutore Antonio di Bartolomeo suo cugino che usurpo’ loro il marchesato. Cacciato l’usurpatore venne rinnovata l’accomandigia con Firenze e i fratelli crescendo non divisero mai fra loro l’avito retaggio. Fra loro si ammoglio’ uno solo, Carlo, che fu marito di una Malaspina del Marchese Azone di , ma non avendo avuto prole, con quest’ultimo ebbe termine la linea dei Marchesi di Bagnone che discendevano da Antonio l’Antico.

13 Bagnone and its Lords

The ancient territory of Bagnone was populated as long ago as the stone age and a statue menhir, unearthed at Treschietto documents the presence of human settlements already from the bronze age. The first mention of Bagnone goes back to 963 when Ottone I renewed his pledge of protection to the Bishop-counts of Luni in which were listed the courts, the pievi ( rural churches) and castles which benefited. The first mention of the castle above the ancient borough ( borgo )of Gutula is contained in the papal bull of 1148. Bagnone became a fiefdom independent of the Marquisate of Filattiera in 1351 and remained under the rule of the marquis Malaspina to almost half way through the fifteenth century; after it became part of the Florentine Republic and from the seventeenth century passed to the Grand Duchy of Tuscany. The Bagnone territory bordered to the east with that of Varano, to the west with Villafranca, with Treschietto to the north and Castiglione to sud. The territory consisted of valleys formed by the torrents Bagnone and Mangiola, and was the chief district of villages and boroughs: Gutla, Pastina, Collesino, Mocchignano Soprano and Sottano, Nezzana, Sargoma, Pagazana and Compione; as well as others, which although small, were notable for their castles and palaces, for example Jera, Corlaga. The name of Bagnone was first given to the castle, the residence of Bagnone’s marquis, built on the cliffs of a high mount at the confluence of the torrent of the same name and the Pondeggia ditch, and remains of its fortress are today the residence of the Noceti family. Later, a borough was established on the banks of the Bagnone river, which carried its name, the fact said to be miraculously predicted by an image of Our Lady, worshipped in Gutula, an ancient hamlet in the area (cited in the Statuti (statues), consigned to the “Terziero” by the marquis Niccolo’ II in the year 1401 and in which it was established that in Gutula a prison was to be built and, further, in a document prior to 1300 one reads “datum in Burgo Gotulae Bagnoni”).

14 In the year 1275, when Alberto, son of Opizone, divided up the territories with his grandsons Gabriele and Azzolino D’Isnardo and Francesco di Bernabo’, the lands, known at the time as “Degli Adalberti” (“of the Adalberi”), located in the valley of the Bagnone river, equivalent to a third of the entire estate, went by lot to Alberto. United to Castiglione, the lands were also called pars terziaria. Upon the death of Niccolo’, also known as Marchesotto (little Marquis), his sons divided up the marquisate and Bagnone, in 1351, was assigned to Antonio. It is noted that the Marquis Alberto, their forefather, in the rights of succession given to the first born son and other beneficiaries, had barred them from the supreme right of modifying or varying the Terziero’s basic legislation. Antonio became Marquis of Bagnone in 1340, at the age of sixteen and it seems died around 1369. He had his residence in Bagnone which became the chief town and in 1355 obtained an investiture from the emperor Carlo IV. Antonio fathered Giovanna, Riccardino, Aragone and Bartolomeo, however, with his premature death, he left his young children under the regency of their mother. Nothing else is known. Their subjects disdained to obey adolescents and, represented by their mayors and proctors, gathered together by the gate of Bagnone’s castle called la loggia (the lodge), declared their desire to accept the dominion of the Florentine Republic and, in the person of the mayor Antonio di Jacopo in 1385, offered the submission of the fiefdom to Florentine Domination, which upon acceptance, led to the concession of laws an articles consistent with local custom. The high protector-ship of the fiefdom was guaranteed by the Ministers of the Republic with seat in the castle of Castiglione. The three brothers, Riccardino, Aragone and Bartolomeo, with common interest in the regency of the fiefdom, in order to survive, often sought the protection of the emperor, and to keep the records straight, it is noted that their behaviour was not correct towards their Florentine neighbours and even less so towards the Bishop of Luni who excommunicated Riccardino. With the death of Aragone, the surviving brothers Riccardino and Bartolomeo divided up the fiefdom, with Bagnone and its hamlets to the former and the Lombardic possessions to the latter. In 1415, the masters of Bagnone entered into alliance with other Marquis Malaspina “dello Spino Fiorito” (“of the flowered thorn-bush blazon”), their consorts, in order to prevent further proliferation of the disagreements that had disturbed the peace in the Lunigiana Region as a result hostilities between Bartolomeo della Verrucola and Leonardo di Castel dell’Aquila, responsible for many killings. Riccardino, the first born son, had three children, Bernabo’, Giorgio and Spinetta. Little is known of them; they united the fiefdom, leaving the responsibility to the eldest. Spinetta chose a religious career. The second born, Giorgio, is remembered for the construction of the water mills on the Bagnone

15 river; he married Violantina who gave him five sons, Cristiano, Adonardo, Perino, Carlo and Giorgio, the latter, born six days after the death of his father. These facts were narrated by G. Antonio Faje, apothecary in Bagnone, who recounted them in the years from 1408 up to 1470, the year of his death. He wrote his memoirs in the form of a diary, using a language with little resemblance to Italian, full of dialectical terms. The original diary entitled “Croniche e Storie di Lunigiana” (“Chronicles and Stories of the Lunigiana Region”), was lost for a long time and only in the seventeenth century, Luigi and Antonio Bicchierai of Bagnone found it amongst the documents of the Noceti family. To return to the Malaspina family and its descendants, the marquis Giorgio, deceased in the year 1450, had left all his sons at a young age. His cousin Antonio di Bartolomeo, nominated their guardian, was unable to resist the temptation to usurp the marquisate. After removal of the usurper, the protection of was renewed and the brothers, although growing to maturity, never divided up their ancestral inheritance. Only one of the brothers married, namely Carlo, whose wife was from the Malaspina family of the Marquis Azone di Mulazzo, however, without offspring, and so, terminated the hereditary line of the Marquis of Bagnone, descendants of Antonio l’Antico.

16 Mappa planimetrica della Lunigiana ricordata da Almagia’: ”Monumenta Italiae Cartographica”, pag. 60 Acquerello su carta - Piante antiche dei confini del 1643 - rappresentante i vari feudi lunigianesi.

17 Bagnone - Panorama

18 Bagnone - Via della Stazione

19 Bagnone - Villa Francesco Venuti

20 FRANCESCO VENUTI 1878-1947

Fu il primo industriala di Bagnone. Sua e' stata la realizzazione di una centrale idroelettrica, progettata dall'ing. Paolo Raffaelli di Bagnone, nei primi anni del '900, che consenti' una distribuzione di elettrificazione per tutto il comune e per altri del circondario.

21 Bagnone - Chiesa di San Rocco

22 La chiesa di San Rocco ha origini molto antiche; appartenne in origine all'Ordine degli Agostiniani, successivamente venne ceduta alla parrocchia. Fin dal 4 novembre 1593 veniva celebrata una messa quotidiana nella detta chiesa a causa del disagio degli abitanti del Borgo di Bagnone che dovevano sentire la messa presso la chiesa parrocchiale che a quel tempo era situata in alto a Gutula. La chiesa di San Rocco venne ristrutturata nel secolo scorso.

23 Bagnone - La Chiesa di San Rocco e il Covento degli Agostiniani negli anni '920

24 Bagnone - Il convento degli Agostiniani

Bagnone - La Chiesa di San Rocco prima del terremoto del 1920

25 Bagnone - Piazza Roma anni '920

Bagnone - Via V. Veneto anni '920

26 Bagnone - Piazza Roma e via V.Veneto oggi

27 Bagnone - Panorama dal fiume ieri e oggi

28 Bagnone - Panorama

29 Bagnone - veduta della Pialastra

30 Bagnone - La Pialastra

31 Bagnone - Ponte sul Budrigon

32 Bagnone - Passaggio sul Budrigon

33 Veduta del Bagnone

34 Passeggiata per la Pialastra

35 Passeggiata alla Pialastra...

36 37 Bagnone - La Pialastra

38 FAMIGLIA QUERNI Discendenti di una potente famiglia con grandi possedimenti in Lunigiana, ricordiamo tra gli altri, Mario Querni, medico bagnonese del 1500, il quale consegui' buona fama di medico e uomo virtuoso. Lo ricorda Emanuele Gerini in Memorie Storiche Dopo Mario troviamo Camillo Querni l'arcipoeta, Francesco Maria Querni Vicario Generale di tutto l'Ordine Agostiniano, Pietro Maria Querni, Michelangelo Querni, Niccolo' Querni, Pietro Querni grande amico e traduttore di Alessandro Manzoni (1800).

39 Bagnone - Le stalle della tenuta.

40 La testa del delfino qui a lato doveva essere un simbolo di una certa importanza per la famiglia poiche' e' stato inserito anche nella facciata di un altro loro palazzo in Piazza Roma.

La famiglia Querni di Bagnone e' ormai estinta. Ogni proprieta' e' stata alienata dagli ultimi proprietari che a detta del popolo pare abbiano sperperato al gioco il patrimonio familiare. Si dice inoltre che, misteriosamente, gli arredi della casa siano stati traslocati nella notte e consegnati agli antiquari.

41 Bagnone - Via Vittorio Veneto

42 Bagnone - Piazza Roma

43 Bagnone - Casa Bertozzi

44 Via V.Veneto primi '900 - Casa Bertozzi

FAMIGLIA BERTOZZI

D.Giovanbattista Bertozzi (1502), grande uomo dell'una e dell'altra legge, Protonotaro Apostolico e Pievano di San Pancrazio in Val d'Arno. Casa Bertozzi in origine era in Castiglione del Terziere; la famiglia dovette trasferirsi successivamente in Bagnone per poter piu' agevolmente " tener ragione nel civile e che si servino di questo luogo per intimare allora, ed in ogni altro giorno tutti i Bandi, i Precetti e Proclami che li occorre, non essendo Castiglione luogo di concorso come Bagnone per render pubblico alcuno avviso..." da D. Cattaneo:" Istorica descrizione dell'insigne terra di Bagnone".

45 Bagnone - Palazzo Querni in Piazza Roma.

46 Bagnone - Particolare di palazzo Querni in Piazza Roma

Bagnone - Singolare e' la piccola scultura raffigurante una testa di delfino che sporge dalla facciata dei palazzi Querni. A sin. quella in Piazza Roma e a dex quella della Pialastra.

47 Lo stemma di Bagnone e' d'argento con tre torri d'oro; e' diviso da una fascia rossa orizzontale. Nel cantone sinistro del capo una mano di carnagione tenente un crescente di rosso e nel cantone destro da un montante con tre stelle d'oro.. Gli altri simboli che contornano le torri ricordano l'influenza esercitata dall'antica citta' di Luni sui territori della Val di Magra. I tre castelli racchiusi in forma di piramide nello scudo dello stemma ricordano le tre comunita' che formarono il vicariato di Bagnone: Bagnone,Castiglione del Terziere e Codiponte. ( da Wikipedia)

48 Il Comune di Bagnone Prima di essere sede del Comune, l'edificio, donato dalla famiglia Quartieri di Bagnone alla cittadinanza, era un asilo infantile, intitolato a Lorenzo, gestito dalle suore di Santa Maria Cabrini.

Sul portale dell'edificio lo stemma della famiglia Quartieri.

49 Bagnone - Palazzo della Biblioteca " Giovanni Cartegni"

50 FAMIGLIA CARTEGNI

Il palazzo della famiglia Cartegni era situato sulle pendici del castello di Gutula. Rimangono ancora pochi ruderi coperti ormai dalla folta vegetazione. La prima notizia di questa famiglia risale a Giovanni Cartegni, teste di un atto scritto in Brugnato nel secolo XIII. Bartolomeo di Paolo Cartegni di Bagnone, notaro imperiale nel 1355 autentico' in Pisa il Diploma dell'Imperatore Carlo IV concesso ai feudatari Malaspina che ereditarono le Signorie di Spinetta il Grande. Il documento si puo' consultare nell'archivio di Caniparola.( da Memorie Storiche del Gerini ). Filippo Cartegni di Bagnone nel 1488 fu Vicario in per il Marchese Gabriello Malaspina. Scrive il Da Faje nel 1451: ... Polo di Cartegno e Mate' suo fradelo, insieme richi, sono anticamente di questa terra... Giovan Battista Cartegni nasce nel 1559, medico, fisico e filosofo. Di grandissima fama venne scelto da Cosimo dei Medici per la Cattedra di Medicina presso l'Universita' di Pisa dove rimase 36 anni. Nel 1632 divise il suo patrimonio in due lasciti; uno per mantenere in Pisa un giovane bagnonese che si fosse laureato in lettere o in medicina e l'altra meta' per provvedere nella sua terra a mantenere un maestro che insegnasse grammatica e lettere. Nel 1634 alla sua morte venne sepolto in Sant'Agostino di Bagnone. La sua abitazione preferita era fuori Porta Fiorentina in zona Pialastra, al Postiz, e in due stanzette sopra Piazza Roma. Volle essere sepolto in San Rocco.

51 NEL CINQUANTENARIO DEL SUO RISORGIMENTO L'ITALIA FORTE E CONCORDE CON LA CONQUISTA DELLA LIBIA MAGISTRALMENTE COMPIUTA DIMOSTRO' DI NON ESSERE SOLO LA TERRA DEI FIORI E DEI CANTI MA ANCHE LA MADRE DI INTREPIDI SOLDATI......

52 ....IL SENATORE ING. QUARTIERI...( lapide ormai illeggibile)

53 A PERPETUA RICORDANZA DI ENRICO RICCI DI ORTURANO DEL II° REGGIMENTO BERSAGLIERI CHE IL 23 OTTOBRE 1911CADDE DA PRODE AD HENNY IN TRIPOLITANIA OVE L'ITALIA RISORTA VITTORIOSAMENTE RIAFFERMAVA LA CIVILTA' DI ROMA SULLA BARBARIE MUSULMANA. I CONTERRANEI QUI NE INCISERO IL NOME GLORIOSO.

54 Casa Di Negro in Bagnone

55 Bagnone -Via Antonio Noceti

56 Bagnone - Via del Crocicchio.

57 Bagnone - Via Antonio da Faje ( gia' via del Crocicchio e osteria Mori)

58 Bagnone - Via del Crocicchio

59 Bagnone - Il Vaticano

60 Bagnone - La casa della Santina ( primi '900)

61 Bagnone - Il Vaticano

62 Bagnone - Il Crocicchio e il Vaticano

63 Bagnone - Portale del Crocicchio

64 Bagnone - Via S. Maria

65 Bagnone - Via del Vecchio Tribunale

66 Bagnone - Vòlto che dal Crocicchio immette nel Borgo.

67 dal Crocicchio al Borgo

68 69 Bagnone - Il Borgo

70 Bagnone - Palazzo Querni. Questo storico palazzo era sorto laddove il borgo era chiuso da una porta. Quando si decise di aprire una via d'accesso al costruendo ponte sul fiume Bagnone, la famiglia Querni demoli' la facciata e indietreggiando la ricostrui' in modo da consentire un'ampia strada di transito.

71 Bagnone - Casa e stemma Cortesini

72 Bagnone - Casa detta" la Lina". Antica casa dei Cortesini

FAMIGLIA CORTESINI Nulla si conosce dei tempi passati di questa famiglia residente nel borgo in un antico palazzo medioevale attraverso il quale da Porta S. Caterina si raggiunge, per il Ponte Vecchio, la via che porta a Gutula. Agiati proprietari di rilevanti proprieta' agricole a meta' dell'ottocento Lorenzo Cortesini apri' una farmacia, dopo di lui abbiamo il dott.Giuseppe Cortesini che ebbe il dott.Camillo e il dott.Giovanni. Quest'ultimo continuera' l'attivita' paterna assieme alla figlia dott.ssa Caterina.

73 Bagnone - Il Borgo

74 75 Bagnone - Palazzo Bicchierai 76 FAMIGLIA BICCHIERAI L'origine della famiglia Bicchierai in Lunigiana risale al secolo XIII. Provenienti da Firenze, ricchi presuli fiorentini, trovarono rifugio a Pastina in una localita' chiamata poi " bicchieraia", dove vissero in incognito per un centinaio d'anni. In seguito si trasferirono a Bagnone in un loro palazzo tra quelli dei signori del Borgo e parteciparono attivamente alla vita sociale e politica del paese. Nel 1700 parte della famiglia si trasferi' a Montepulciano. Dalla famiglia nasce Antonio (1807) da Nicolo' e Elisabetta Ferri, che divenne Regio Procuratore Generale alla corte di Firenze, Consultore del Ducato di Lucca, Deputato al Parlamento di Toscana e Cavaliere di Santo Stefano. Realizzo' assieme a Gerolamo Cargiolli di il " Calendario Lunense" Della famiglia Bicchierai ricordiamo inoltre il dott. Luigi (1834) notaio e possidente.

77 Bagnone - Il palazzo Bicchierai e' ora proprieta' della famiglia Cagnacci

78 Bagnone - Il Borgo

79 80 Bagnone - Palazzo Focacci

FAMIGLIA FOCACCI Nessuno e' rimasto di questa antica famiglia che risiedette in Bagnone nei secoli passati. Anticamente si dice che possedessero una farmacia proprio sotto i portici del loro palazzo.L'ultima dei Focacci morta tragicamente negli anni settanta si chiamava Marida ed era un'insegnante di musica.

81 Bagnone - Palazzo Raffaelli Bellegotti

82 FAMIGLIA RAFFAELLI BELLEGOTTI

La famiglia Raffaelli Bellegotti visse in Bagnone fin dal secolo XV. Il cognome deriva da un certo Raffaello figlio del gia' ricordato Antonio da Faje, speziale ed autore delle "Croniche lunigianesi". Attraverso i secoli arriviamo ad epoca ottocentesca dove troviamo l'avvocato Francesco Raffaelli figlio di Giovanni e della Marchesa Anna Taccoli. Molto stimato professionista partecipo' alla vita politica italiana. I suoi fratelli si distinsero: Paolo (1873-1943) ingegnere, Filippo professore e cultore di lingue orientali, Giovanni docente di Clinica Pediatrica e ultimo Carlo Maria che divenne Padre Barnabita. Fu la figlia Pia che uni' il suo nome a quello della famiglia Bellegotti. Di Paolo Raffaelli ricordiamo il suo progetto per la costruzione della prima centrale idroelettrica che consenti' l'illuminazione dei piccoli centri del circondario e, seconda cosa, non meno pregevole, creo' una una importante collezione di 318 dagherrotipi rappresentanti le valli e i castelli lunigianesi. Lanfranco Bellegotti (1856-1945) laureato in legge a Pisa, animato da grande passione per lo studio del Diritto Internazionale scrisse numerosi testi sull'origine e il Progresso del Diritto Internazionale nonche' l'Esposizione del Diritto Penale. Chiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione per Commissioni Esaminatrici per la Libera Docenza in Diritto Internazionale, fu membro dell'Universita' Internazionale fondata a Bruxelles nel 1920 in qualita' di professore. Dedico' gli ultimi suoi anni allo studio di Dante e alla storia dei Malaspina della Lunigiana feudale.

83 Interno del Palazzo Raffaelli Bellegotti nel Borgo

foto da Casa.it 84 Marchesa Anna Taccoli 1835-1901 Pietro Bellegotti -anno 1901

Antonietta Giorgieri -anno 1901 Padre Carlo Maria Raffaelli -1901

Pia Giorgeri - anno1900 Natale Giorgeri - anno 1900

85 Luisina Bellegotti - 1900 Paolo Raffaelli - 1912

Luisina, Lina e Anna Bellegotti, Carola e Francesco Raffaelli - 1912

Anna e Lina Bellegotti Anna Bellegotti - anno 1913

86 Signori Giorgeri a casa Bellegotti 1901 Gruppo di famiglia a casa Bellegotti

Autoritratto dell'ingegnere Paolo Raffaelli.

Casa degli orti alla Nezzana anno 1912

87 Bagnone - Casa Moreni

88 Bagnone - Palazzo Ruggeri

89 Bagnone - Palazzo Valenti

90 Palazzo Valenti

91 Bagnone - Palazzo Francia

92 Bagnone - I Casamenti

93 Bagnone - Loggiato del Monumento ai Caduti

94 Il loggiato venne realizzato a cura e spese del sen. Ferdinando Quartieri

95 Il Monumento ai Caduti. Sotto : le maestranze che lo edificarono.

al centro : il Sen. Ferdinando Quartieri e il cav. Francesco Pretari - 1925-29

96 Bagnone - piazza Roma e il vecchio Municipio

97 Bagnone - L'ingresso al Borgo.

98 Il Senatore Ferdinando Quartieri (opera dello scultore Del Fiandra di ) inaugurato nel 1941.

99 FAMIGLIA QUARTIERI

Per le origini della famiglia possiamo iniziare da Lorenzo Quartieri (1753-1835) precettore di S.M. Leopoldo II di Toscana e titolare di Diritto Civile presso l'Universita' di Pisa. Nicolo' Quartieri (1837-1904), deputato al Parlamento dal 1872 al 1875 e segretario dell'Ufficio di Presidenza della Camera. Presidente della Provincia di Massa dal 1901 al 1904, Senatore del Regno. Lascia : Ferdinando, Elisabetta e Virginia. Ferdinando (1819-1859) primogenito, sposa Maria Noceti. Dal 1925 al 1928 Presidente della Provincia di Massa, dal 1921 al 1926 Senatore del Regno. Da lui tre figli:Lorenzo, Giovanni e Teresa. Ferdinado negli anni '30 inizia la riorganizzazione urbanistica di Bagnone: restaura la Cappella di Santa Maria (1928), apre un asilo infantile, oggi sede del municipio di Bagnone dedicato a Lorenzo, il figlio caduto in guerra, modifica l'ingresso al Borgo, fa erigere un Monumento ai Caduti in Piazza Roma ( dedicato anche al figlio Lorenzo). A Forte dei Marmi dona un palazzo al comune e una biblioteca intitolata al figlio Lorenzo. Costruisce la piazza del mercato oggi Piazza Roma. Crea il Dopolavoro e la Scuola di Avviamento Professionale. Lorenzo Quartieri 1890-1918 Caduto sull'Isonzo: medaglia d'argento al valore. Giovanni Quartieri 1892-1980: lascia Maria Luisa e Maria Teresa La famiglia Quartieri prosegue l'opera di valorizzazione di Bagnone cedendo terreni per la costruzione dell'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato promuovendo e sostenendo ogni associazione e l'Opera Parrocchiale.

100 Bagnone - Portale d'ingresso alla villa Quartieri

101 anno 1903. La famiglia Quartieri. Al centro il Senatore Nicolo' Quartieri. Primo a sinistra seduto il nipote Giovanni, seduto a destra il nipote Lorenzo ( morto sull'Isonzo a vent'anni), appena dietro Lorenzo vi e' il padreil Senatore Ferdinando Quartieri. Seduti attorno alcuni membri della famiglia. foto da: famiglie illustri bagnonesi del dott. Carlo Bruno Brunelli

102 ing. Giovanni Quartieri 1892-1980 Tenente Lorenzo Quartieri, medaglia d'argento nella guerra 1915-18

prof. Lorenzo Quartieri 1765-1834

il Senatore ing. Ferdinando Quartieri assieme a Umberto di Savoia, Principe di Piemonte.

103 Bagnone - Via Quartieri e Palazzo Quartieri

104 105 La chiesa di Santa Maria sorse a Gutula dove venne rinvenuta una miracolosa immagine della Madonna detta poi " del Pianto", trovata in un muro durante una demolizione. Il piccolo nucleo ando' man mano ingrandendosi fino ad acquistare nel 1300 il nome di Burgo Gutulae Bagnoni. Secondo lo scrittore Antonio da Faje si comincio' la costruzione della chiesa nel 1392 a la si termino' nel 1451. Venne cosi' inaugarata la chiesa di Santa Maria del Pianto ed anche istituita la confraternita intitolata alla chiesa. Nel 1785 il Granduca Pietro Leopoldo ordino' la soppressione delle compagnie e la chiusura delle loro chiese per cui la figura della Madonna venne trasportata nella chiesa Prepositurale. La chiesa di Santa Maria in Bagnone agli inzi del '900 venne rifatta integralmente a spese della famiglia Quartieri. Dopo la distruzione del terremoto dei 1920 il Senatore Ferdinando Quartieri la restauro' dandole un'impronta francescana. L'opera e' in pietra tutta scalpellinata a mano faccia a vista. L'altare, la balaustra, il fonte battesimale sono in pietra arenaria lavorata a mano. All'interno sull'altare laterale possiamo ammirare una grande tela raffigurante San Francesco, donata dal conte Properzy e sull'altare si conserva dal 1929 una reliquia nella quale e' racchiusa una crocetta di ferro che, si dice, appartesse a San Francesco.

106 Bagnone - Chiesa di Santa Maria

107 Bagnone - La chiesa di Santa Maria su Via Quartieri

108 Bagnone - La Santa Croce.

Altare maggiore della chiesa di Santa Maria

La Santa Croce Narra la leggenda che in una notte fredda e tempestosa un povero pellegrino busso' alla porta del castello dei Conti Noceti per chiedere asilo, cibo e un angolo per passare la notte. Venne rifocillato e ospitato e quando la mattina seguente un servo si reco' a svegliarlo trovo' che questi era sparito senza che nessuno l'avesse visto uscire. Su un tavolo aveva lasciato una piccola croce di legno. Questa Santa Reliquia, chiamata poi della Santa Croce, fu portata dalla chiesa del castello a quella Prepositurale di Bagnone nel 1700. La piccola Croce venne rilegata con una molto piu' importante in argento donato dal popolo che in occasione del colera dell'anno1854-55 nel chiedere la grazia istitui' la festa votiva di Santa Croce

In una " istorica descrizione" di Bagnone del 1276 leggesi: ... Pietro Noceti che fu segretario e famigliare del sommo pontefice Nicolo' V, "comeche' per lui abbiamo una bella croce d'argento che dentro di se' racchiude tesori di Sante Reliquie".

109 110 Bagnone - La villa Quartieri

111 Bagnone - La chiesa Prepositurale dedicata a San Nicola

112 La chiesa Prepositurale di Bagnone erge la sua facciata in Piazza del Municipio; e' costruita in muratura con una base in arenaria a vista e la parte superiore ad intonaci colorati che mettono in risalto la quattro colonne a lesena sorreggenti un timpano. Venne edificata nel 1700 ed inaugurata nel 1732. E' una grande chiesa di forma rettangolare con maestose colonne terminanti con capitelli in stile rinascimentale sui quali poggiano archi a tutto sesto. Nella volta centrale sono rappresentati i simboli dei quattro evangelisti; nelle mezzelune laterali degli archi sotto la volta, si aprono grandi finestre con vetrate colorate. La navata centrale, verso la meta', si allarga con due semiottagoni laterali. E' pavimentata in marmo; la navata e l'ampio abside, a scacchiera sempre marmorea, sul quale si erge l' maggiore. Una balaustra in marmo divide le due sezioni. Dietro l'altare il coro e' arredato su tre lati da cassapanche in legno massiccio, mentre di fronte, sopra i portoni di entrata, una balconata sostiene un organo di pregiata fattura. Nella navata ottagonale si ammirano tre altari da ogni lato dedicati a Santi diversi. Sulla facciata principale, sotto il rosone,in una nicchia e' posta la statua di San Nicola di Bari.

113 Bagnone - Chiesa Prepositurale.

114 Bagnone - la chiesa Prepositurale: l'altar maggiore

115 Chiesa Prepositurale - Un pregevole dossale marmoreo dedicato alla Santa Croce

116 Chiesa Prepositurale -Madonna con San Nicola di Bari

117 Anno 1912 - Casa del Pubblico Soccorso

118 Anno 2009 - Casa del Pubblico Soccorso in Via G. Cartegni.

119 Bagnone - primi anni del '900 - Le carceri

120 Bagnone - anno 2009 - La dismessa caserma dei carabinieri.

121 Il Cimitero di Bagnone

122 Bagnone - Sullo sfondo le cappelle dei Signori di Bagnone.

123 Casciari - Di Nolfo Cagnacci

Moreni - Pagni Turchi

Noceti Maffei - Raffaelli

124 Focacci Cortesini

Bellegotti

Biagini

Bertozzi - Finali Quartieri

125 anni fine 1900 - Il momumentino collocato ora all'esterno del cimitero era dedicato a Ugo Martinelli fondatore del Gruppo Donatori di Sangue di Bagnone.

126 Umili e Signori tutti ora sotto la protezione della grande Croce ( sul muro).

127 Il Mangiola

128 Il Bagnone

129 Strada d'accesso al torrente Mangiola. Da notare sul tetto del teatro Quartieri la grande croce rossa che avvertiva i bombardieri della presenza dell'ospedale ospitato in Bagnone( foto archivio storico di Bagnone).

130 Bagnone - Il teatro intitolato a Lidia e Giovanni Quartieri - anno 1931 ( foto archivio storico di Bagnone)

131 Bagnone - Proprieta' Bicchierai sul Mangiola.

132 Bagnone - Casa Bicchierai e una foto d'epoca dei proprietari ( da Bagnonemia).

133 Bagnone - I vecchi mulini.

134 Bagnone - Il Ponte Vecchio

135 Bagnone - Verso Porta Santa Caterina.

136 Bagnone - Il passaggio per il Vecchio Ponte

137 Bagnone - Il percorso sotto il palazzo

138 139 bagnone - L'uscita sul Ponte Vecchio.

140 Bagnone - Terrazze sul fiume

141 Bagnone - Antiche case sul greto del fiume.

142 Bagnone - Casa Bellegotti vista dal fiume in una foto dei primi '900 di Paolo Raffaelli

143 Bagnone - Palazzi...

144 ... giardini e terrazze sul Bagnone.

145 Il Ponte Vecchio

146 Bagnone - Il Ponte Vecchio nei primi anni del '900.

Durante tutto il percorso del paese, delle sue piazze, del borgo e dei suoi portici, ogni cosa appare immutata nel tempo. Antichi palazzi dai portali sbarrati e blasonati sfidano i secoli. Nelle piccole strade, sulle quali aprono decorosi portali , possiamo ancora immaginare di incontrare uomini col cappello e donne dalle lunghe gonne con fazzoletti o cappellini in testa. Anche la pulizia dei selciati e le finestre, senza bucati sciorinati, ci trasmettono un senso di decoro e d'ordine.

147 Oltre il Ponte Vecchio vicino ad una immagine di devozione popolare, sulla grande pietra a sinistra, troviamo un'incisione risalente al XVI secolo ( da un indizio della dott.ssa Elisa Negrari ).

B R A N D A C I U S - P I C–U C I U S– C - A N D - 1 5 – – –

148 149 Canale - Casa Bernabovi

Iscrizione sulla chiave di volta del portale.

150 anno 1930

Adalgisa e Emma Bernabovi

FAMIGLIA BERNABOVI

Era un'antichissima famiglia di Bagnone originaria di Canale citata anche nelle Croniche del 1400 di Antonio da Faje. La casa originaria edificata nel 1575, e' stata recentemnte ristrutturata in modo poco corretto per cui ha perduto molto del suo valore storico. E' rimasto il portale in pietra e l'incisione della chiave di volta che riporta la data de 1686.

Davide Bernabovi, liutaio, nato nel 1867 morto nel 1945. Manteneva attiva la sua bottega di liutaio al Pontevecchio sino alla seconda guerra mondiale. In seguito si trasferi' in una bottega sotto i portici del Borgo di Bagnone dove, autodidatta da sempre, intagliava violini, viole, violoncelli, contrabbassi, mandolini e chitarre in legno di acero. La sua passione di liutaio divenne la sua professione e numerosissimi sono ancora i suoi strumanti sparsi in Italia favorita anche dall'emigrazione dei barsan del dopoguerra.

151 L'antica strada per Gutula ...

152 153 Anche questa antica strada e' rimasta immutata nei secoli.

154 ...volte oscure...

155 ... con piccole finestre munite di sbarre...

156 ...d'un tratto un varco e l'occhio spazia sul lontano orizzonte...

157 ...antichi selciati in pietra e piccoli usci...

158 ...vicoli tortuosi in salita e in discesa con scale poggianti su vòlti ...

159 ...percorsi sbarrati da catene...

160 ...e infine la luce, la porta d'ingresso al borgo sotto il castello.

161 Dai vicoli stretti e bui ci appare il porticato della chiesa.

162 La chiesetta del Castello di Gutula

163 L'arioso porticato della chiesa.

164 La chiesa del Castello La chiesa del Castello di Bagnone si trova a fianco del Castello passando per la porta settemtrionale della rocca. L'edificio venne edificato attorno all'anno 1000, ha piccole dimensioni ed e' a forma rettangolare. Secondo le informazioni lasciate da Antonio da Faje, il Conte Pietro Noceti, Segretario particolare del Papa Nicolo' V, la fece ingrandire allungandola. Divenne parrocchia dedicata a San Nicola di Bari e nel 1462 venne costruita la torre campanaria. Dopo la seconda guerra mondiale la chiesa venne arricchita da un bel portico in pietra arenaria scalpellinata a mano. All'interno si conserva la tomba di Antonio da Faje ( 1470) Pregevole il pulpito ligneo e un 'acquasantiera in marmo.

165 Il campanile della chiesa di Gutula venne fatto costruire da Pietro da Noceto nel 1462

166 La porta orientale era chiusa da grossi portoni. La porta verso valle era detta della Pandegia. La cappella era stata costruita verso il 1000 con l'ingresso sulla piazzetta da Faje. La rocca si trasformo' in castello attorno al 1350.

167 I CONTI NOCETI

Dei Conti Noceti ci parla Antonio da Faje nella sua Cronica di Lunigiana "Ser Zoani fiolo de ser Antonio, ser Bernardo suo avo vene stare a Bagnone... vene da una vila de Plaxentia che chiama Noxedo. E al presente sono in grande stado da sey ani in za, che li fioli son con Papa Nicola grandi, e grandi in roba e onore..." Federico, signore " de Noxedo e Diolo", nato verso la fine del 1200 ebbe due figli: Rolando e Bernardo. Rolando continuo' la linea signorile di Noceto che si estinse con un altro Rolando morto senza prole nel 1420; Bernardo verso la fine del 1300 si trasferi' in Lunigiana e dette origine ai Noceti di Bagnone, Lucca e . Da ser Bernardo venne ser Antonio (1410), da lui ser Giovanni che ebbe quattro figli: Jacopo, Taddeo, Antonio e ser Pietro. Ser Pietro e ser Antonio furono entrambi creati Conti Palatini da Fedrico III d'Austria. Il conte Pietro Noceti (1397-1467) fu l'esponente principale della famiglia. Vasti furono i possedimenti che ser Pietro lascio' ai suoi discendenti: oltre agli emiliani quelli dell'alta Lunigiana: Pastina, Bagnone, Mochignano, Paneschio, Pieve San cassiano, Castiglione e Pontremoli. Da un loro inventario del 1552 si apprende che la loro biblioteca contenesse opere di Plutarco, Tito Livio, Svetonio, Averroe', San Tommaso, Apiano, Aristotele.

168 Prospetto principale del castello.

169 Scala d'ingresso al Castello.

170 Nel 1470 la famiglia dei Conti Noceti, che risiedeva in Bagnone dal 1410 circa, acquista dal Marchese Cristiano Malaspina una casa presso il castello per 60 ducati d'oro. Nel 1471 il castello di Bagnone passa sotto il dominio della Repubblica Fiorentina che nel 1526 mette nel possesso del Conte Antonio Noceti di Bagnone la Rocca di Bagnone, cioe' il Castello. Da quella data, il Castello e' sempre rimasto di proprieta' della famiglia Noceti.

171 L'ala est e l'ala ovest del Castello

172 173 Sarcofago di Ser Petro Noceto nella cattedrale di San Martino a Lucca

174 Ser PETRO NOCETO visse e opero' in Roma e quando venne eletto Papa Nicolo' V, suo grande amico, ando' a vivere in Vaticano come suo segretario particolare. Alla morte di Papa Parentucelli ser Pietro si ritito' a Lucca. Venne inumato in duomo nel 1467.

Il sarcofago venne scolpito da Matteo Cividali, il piu' grande scultore lucchese. Il bronzo raffigurante il grande maestro e' collocato nella Loggia in San Michele in Foro di Lucca.

175 Il giardino del castello

176 L'antica torre.

177 Stemma della famiglia Chiodini scolpito nell'anta di una finestra

Pastina - Portale della famiglia Chiodini

178 Cortile della famiglia Chiodini

Sull'architrave dell'ingresso lo stemma della famiglia Chiodini

FAMIGLIA CHIODINI Tommaso Chiodini nacque a Pastina di Bagnone nel 1723 da una famiglia originaria di Pavia; scrittore e giurecosulto si trasferi' a Modena diventando consigliere e Ministro di Stato del Duca. Mori' a Modena nel 1768.

179 FAMIGLIA RUGGERI in alto : Madonna dei Serabonzi detta anche dei Parisoni era originaria di Pastina. Narra Giovanni Ruggeri (1932-2008) che tanto merito avra' per una sua poderosa ricerca sulla storia di Bagnone e dei suoi illustri concittadini, rintracciabile sul sito internet Bagnonemia, che il capostipite della famiglia, se cosi' si possa chiamare, sia stato un prete di origine modenese, che venne incaricato della parrocchia di san Tommaso in Pastina nel 1574, il quale oltre la propria famiglia portera' con se' un nobilecittadino, capitano al servizio degli Estansi ( dotato di stemma nobiliare che rimarra' alla famiglia)

180 FAMIGLIA FINALI TORRIGIANI Luigi Finali musicista e compositore nacque a Bagnone nel 1794 discendente della famiglia Finali di Treschietto o Castiglione. Venne educato da uno zio, Torrigiani Luigi, avvocato a Parma. Nel 1822 venne nominato maestro di cappella del Ducale Concerto di S.M. a Parma. Nel 1826 fu maestro di canto presso l'Ospizio delle Arti. Mori' a trentacinque anni a Parma. in alto: Luigi Finali La foto delle signore Finali e' stata gentilmente concessa da Luisella Briasco.

181 Corlaga - Il Palazzo Fortificato dei Biagini

182 sopra: il castello di Pozzo. sotto: il portale del Castellodi Pozzo FAMIGLIA BIAGINI

L'antico castello che fu ristrutturato in Palazzo Fortificato a Corlaga e' di proprieta' della famiglia Biagini, del castello di Pozzo, per atto ereditario acquisito dal beneficiario Telesforo. La famiglia vi si trasferi' verso la fine del settecento circa. Dei figli di Biagini Telesforo, che ebbe otto figli, tre maschi e cinque femmine, ricordiamo Giusppe Biagini di professione medico, Michele Biagini di professione avvocato e Francesco Biagini di professione ingegnere. Dal primogenito Giuseppe, abbiamo Giancarlo Biagini attuale proprietario del Palazzo Fortificato.

183 I CORBELLARI DI CASTIGLIONE DEL TERZIERE

Castiglione del Terziere fu feudo dei Corbellari che risiedevano nel Castello di Castiglione del Terziere poco dopo l'anno 1000; essi erano inoltre signori e proprietari del Castello di Virgoletta. Il nucleo originale, altomedievale del castello si puo' identificare nel mastio centrale circondato da una cortina muraria e affiancato da una torre di guardia eretta intorno al XII secolo. Questo sito antichissimo bizantino del VI VII secolo era sorto a difesa di Luni. Nel 1202 il castello venne ceduto dai Corbellari ai Malaspina. All'epoca dei Corbellari il Borgo era chiuso da una prima cinta muraria; con i Malaspina alla meta' del 1300 tutto il Borgo e' cinto da mura e dotato di due porte: "alla Colla" e "in cima Piagna". La via sul crinale e' impreziosita da bei palazzi rinascimentali appartenenti ai Turriani, ai Porcellotti e ancora ai Corbellari.

184 Il castello di Castiglione del Terziere- primi anni del novecento

riproduzione di dagherrotipi di Paolo Raffaelli

Il castello di Virgoletta - primi anni del novecento

185 Archivio di Stato - Firenze

FAMIGLIA SEGALARA Giovanni Francesco Segalara, di una antichissima famiglia di Castiglione del Terziere, ( dette origine al nome di una localita' detta Segalara ) visse attorno al 1500. La localita' Segalara e' a Sarzana sulla strada detta della Posta, dove sorge la Villa Gropallo a San Michele. Il Segalara venne nominato per la prima volta nel maggio 1540 in una controversia tra gli uomini di Sarzana contro gli ameliani e i carrarini. Presto' l'opera sua per diversi principi e repubbliche. Con soli 200 uomini conquisto' San Donnino in Lombardia. Passo' alla Repubblica Genovese, che dopo averlo subito come avversario, lo arruolo'come proprio Comandante col compito di soprintendere alla fortezza di Santa Maria del Golfo e il titolo di Visitatore generale delle artiglierie di Corsica. Al servizio della Repubblica Genovese recupero' il Castello di Ponzano dai Malaspina. Mori' intorno alla meta' del 1500 ed e' stato inumato nella chiesa di San Domenico a Sarzana.

186 I terreni attorno attorno alla S.S. Annunziata, prima dell'avvento dei Servi di Maria erano proprieta' dalla famiglia Segalara.

187 PALAZZO TURRIANI - Nel borgo di Castiglione del Terziere si ergono le bellissime facciate dei palazzi rinascimentali che, sfidando il tempo, ricordano alla storia la potenza e il nome delle famiglie che vi risiedettero.

188 FAMIGLIA PORCELLOTTI La famiglia Porcellotti risiedette nel corso dei secoli, sin dal 1400, a Castiglione del Terziere nel palazzo che porta ancora il suo nome. Appartennero aalla famiglia illustri giuristi, notai e religiosi. Nel 1600 circa il palazzo venne appigionato da Antonio Maria Porcellotti al Governo Fiorentino per farne la Sede del Bargello.

189 LUISITA MAZZINI DI NEGRO

La Madonna delle Lacrime pare sia un'incisione del 1200, in seguito piu' volte rimaneggiata. Nella prima meta' del seicento fu eseguito un dipinto a olio per contenere l'immagine sacra. Una copia dell'effigie della Madonna venne eseguita dalla pittrice Luisita per consentire di portare in processione l'immagine senza danneggiare l'originale inserita nel grande quadro sopra l'altare. Originariamente la chiesa, da una visita pastorale del 1584, pare possedesse cinque altari piuttosto mal ridotti per il lungo abbandono.

Il quadro della Madonna delle Lacrime

190 La chiesa della S.S.Annunziata di Castiglione del Terziere. La costruzione risale al secolo XVI e successivamente adattata a convento dai Padri Serviti. Dopo 150 anni il convento venne chiuso in seguito alla Bolla Papale di Innocenzo X che imponeva la chiusura dei piccoli conventi. La chiesa venne data in custodia a un sacerdote che col titolo di Priore, nell'accettare l'incarico giurava di celebrare la messa nei giorni festivi, l'otto settembre e il giorno del riconoscimento dell'immagine miracolosa. La chiesa della S.S.Annunziata e' stata curata sino al giorno della sua morte (15 sett 1992) dall'ultima dei Mazzini, Luisita " Signora di Lunigiana" che rispetto' sempre i doveri assunti verso la sua chiesa.

L'altare maggiore

191 Castiglione del Terziere - La S.S. Annunziata Nell'anno 1730 il complesso venne acquistato con rogito notarile da Antonio Maria Mazzini il quale trsformera' l'immobile in una residenza prestigiosa. Ricordiamo della famiglia Mazzini, oltre Antonio Maria, Pietro e Raffaello. A Compione Giuseppe Mazzini prprietario terriero, studioso e poeta. Da Pietro Mazzini e dalla contessa Caterina Noceti nacque Enrico Mazzini (1849) Da loro avremo Maria, Pietro ( morto infante)e Pia Caterina detta Luisita

Il porticato del convento

192 Presso questa residenza si conservava la campana dei condannati a morte dal Bargello

FAMIGLIA MAZZINI TURRIANI

Pietro Mazzini nato a Castiglione del Terziero fu uno dei piu' colti legisti del suo tempo, giudice savio e integerrimo dei tribunali di Toscana. Nel secolo XVIII supero' tutti i gradi della Magistratura salendo ai piu' alti gradi della giustizia. Le sue sentenze erano oggetto di ammirazione e molte volte erano consultate per gravi cause di giustizia. Divenne auditore del Magistrato Supremo di Firenze fino alla morte. Visse parcamente per preservare il decoro della sua famiglia, gravata per errori altrui e per lo sprecare disordinato di coloro che lasciano spesso nelle amarezze i propri figlioli.

193 Pagazzana - La chiesa e la tenuta dei Di Negro

194 Pagazzana - Stemma della famiglia Di Negro

FAMIGLIA DI NEGRO

Andrea Di Negro (1874) medico alla Spezia sposa Querni Teresa di Bagnone. il figlio Giuseppe Maria Nicola Biagio Domenico Teofilo Giulio Torello (1898) medico, sposa Pia Caterina detta Luisita. Nel 1931 nasce Giancarlo Di Negro, medico Professore all'Ospedale di Sarzana. I suoi figli: Stefano architetto, Alessandro e Francesco avvocati.

Pagazzana - La tenuta Di Negro

195 GIOVAN BATTISTA SARTI

Arciprete della Pieve di Bagnone, dottore dell'una e dell'altra Legge, Protonotaro Apostolico e cappellano d'Onore dell'Eminentissimo Cardinale Carlo Medici. ( da: Libro de' Statuti de' Signori Canonici della cattedrale di Sarzana- Costituzione di Papa Nicolo' V dell'anno 1453 sottoscritta dal Conte Pietro Noceti suo segretario.

196 FAMIGLIA CATTANEO Domenico Cattaneo (1696-1759) sacerdote, fu il primo autore della storia di Bagnone che venne stampata a Massa nel 1726 col titolo di Istorica descrizione dell'insigne terra di Bagnone. La famiglia derivava da una localita' chiamata Bosco. Pietro Cattaneo (1634-1706) denominato Magister si era trasferito a Bagnone nel 1665. Dapprima acquisto' due stanze alla Pialastra e nel 1697 uno stabile di sei stanze al Ponte Santa Caterina, un antico edificio che Domenico indica come abitato fin dal 1462. La famiglia Cattaneo si dedico' dal 1700 alla mercatura. Nel 1735 circa, la famiglia possedeva"un casa al Ponte" di sedici stanze, una casa "in Piazza" e una confinante a " Santa Maria", diverse botteghe" al" Ponte, nel borgo di Bagnone e nella Piazza di Bagnone" Agiati commercianti possedevano inoltre campi e terreni boschivi in Bagnone, Malgrate e Collesino.( Centro studi Malaspina di Mulazzo- a cura della dott.ssa Francesca Guastalli)

197 Grecciola - Villa Simonini

FAMIGLIA SIMONINI

Simonini Demetrio Antonio Ermanno Ettore figlio di Emilio e di Vinciguerra Emilia, originari di Rocchetta Vara, nacque a Grecciola di Gabbiana il 1 febbr. 1888 e mori' a Bagnone il 14 dic. 1963. Nel 1940 venne nominato Podesta' di Bagnone e rimase in carica fino all'otto settembre 1943.Di famiglia benestante, di professione avvocato si curava delle piccole cause bagnonesi. Abitualmente durante le sedute settimanali della Pretura, sezione staccata di Bagnone, veniva quasi sempre incaricato di rivestire il ruolo del P.M. e la sua arringa era sempre " mi rimetto alla volonta'del Pretore. Accanito fumatore veniva anche chiamato per questa sua cattiva abitudine "avvocato cendron". Accanito giocatore di poker si dice che sperperasse al gioco buona parte del patrimonio familiare.

198 Gabbiana - Una delicata immagine della vecchia chiesa parrocchiale ormai nascosta dal bosco.

FAMIGLIA SBARRA Emilio, Attilio e Carlo , figli di Pompeo, di Gabbiana, sono gli attuali proprietari di una bella villa con annesso oratorio dedicato alla Madonna Addolorata. Facoltosi proprietari terrieri vivono attualmente in Liguria e inToscana.

199 Bagnone - Panorama di Gutula

200 Da un elenco del 1852 riguardante lìimposta fondiaria di alcuni signori di Bagnone. ( da: Famiglie illustri bagnonesi - dott.carlo Bruno Brunelli

201 Bibliografia EugenioBranchi - Storia della Lunigiana feudale Emanuele Repetti - Dizionario storico della Toscana Emanuele Gerini - Memorie storiche di illustri scrittori e di uomni insigni dell'antica e moderna Lunigiana. Archivio storicodel Comune di Bagnone e Centro di Cultura Bagnonese Bagnonemia di Giovanni Ruggeri Foto da dagherrotipi di Paolo Raffaelli Carlo Bruno Brunelli - famiglie illustri bagnonesi

202

Note dell’autrice

La Lunigiana e i suoi borghi sono sempre stati cari all’autrice che, originaria di quella terra, ha conservato nel cuore e nella memoria i luoghi e le semplici storie delle persone che l’hanno abitata;. alcune di queste conosciute di persona ed in altri casi rivissute nei racconti della nonna o dei vecchi del paese. Le vecchie filastrocche ascoltate nell’infanzia, le antiche storie di folletti e diavoli, di cui il piu’ curioso era il Buffardel, sono rimaste in lei come immagini di un tempo ormai scomparso. Sente quindi la necessita’ di ricreare in parte quel mondo e farne rivivere il ricordo per coloro che non l’hanno conosciuto e perche’ non se ne perda la memoria. I racconti e le fotografie le hanno consentito di descrivere quel tempo e ricrearlo con le immagini dei piccoli borghi disabitati e spesso abbandonati, degli sperduti agglomerati di casolari non ancora raggiunti dal progresso. Queste migliaia di fotografie, accuratamente classificate e divise in un ordinato archivio, sono state riprese e ripulite, con tecniche moderne, per poter illustrare, divise paese per paese, tutta la Lunigiana a cominciare dalla destra della Magra. Le immagini ci mostrano una terra verde di boschi e sullo sfondo le rovine di grandi costruzioni spesso dirute da intemperie e rovi; pendii sui quali ruderi di antichi monasteri sembrano riecheggiare solitudini di silenzi e preghiera; colline e dorsi selvosi dove un rosario di solitarie pievi testimonia ancora la devozione della gente di Lunigiana; stretti borghi dai vicoli anulari, spesso bui e ventosi; piccole case costruite con pesanti pietre cementate dall’umile sudore dell’uomo. L’autrice vuol anche ricordare che le centinaia tra castelli, torri e castellari che ancora allungano la loro ombra con la fierezza della loro origine e del loro passato sono un segno tangibile di una terra povera di mezzi ma ricca di storia.

203 Stemma malaspiniano - museo lapideo di Verona

204 Prima Edizione Novembre 2009 dalla Tipografia Digitale - Carrara

205