<<

Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 (PZ) Ordine dei geologi di n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

COMUNE DI PROVINCIA DI POTENZA

RELAZIONE GEOLOGICA

VALUTAZIONE IDROGEOLOGICA ED IDROLOGICA

Oggetto: Autorizzazione per l'ampliamento di un impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti da realizzarsi in Località San Luca di Muro Lucano

Committente: ECOLOGICAL SYSTEM Srl Sede operativa: via San Sebastiano, 22 – 84036 Sala Consilina (SA) Sede amministrativa: c/da San Luca - 85054 Muro Lucano (PZ) CF: 00971860762 P.IVA: 00971860762 Tel: 0976.71508 fax: 0976.723042 e.mail: [email protected]

POTENZA, lì marzo 2018 IL TECNICO Dott. Geol. Antonio ROSELLI

1 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

2 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Indice pag. 3

SEZIONE I ASSETTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO 1.1 PREMESSA pag. 4 1.2 DESCRIZIONE GEOGRAFICA ED AMMINISTRATIVA DEL DI MURO LUCANO pag. 5 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE DELL'APPENNINO MERIDIONALE pag. 7 2.1 GEOLOGIA DELL'AREA pag. 10 3.1 GEOMORFOLOGIA ED IDROGEOLOGIA pag. 12

SEZIONE II IDROLOGIA 4. VALUTAZIONE DELLE PORTATE DI PROGETTO pag. 15 4.1 INTRODUZIONE pag. 15 4.2 COEFFICIENTE DI DEFLUSSO pag. 16 4.3 STIMA DEL TEMPO DI CORRIVAZIONE pag. 17 4.4 VALUTAZIONE DELLA PIOGGIA DI PROGETTO pag. 19 4.5 STIMA DELLA PORTATA DI PROGETTO Qp pag. 22

2 4.5.1 Portata di progetto all'area sottesa alla griglia1 (A1 = 1.468 m ) pag. 22 4.5.2 Portata di progetto all'area sottesa alla griglia2 (A2 = 2.808 m2) pag. 22 4.5.3 Portata di progetto all'area totale per l'ampliamento dell'impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti pag. 23 5. DISCUSSIONE FINALE pag. 25

SEZIONE IV ALLEGATI

- Stralcio tratto da Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000

3 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

SEZIONE I

ASSETTO GEOLOGICO - GEOMORFOLOGICO

1.1 PREMESSA

Lo scrivente dott. Geologo Antonio Roselli, nato ad (PZ) il 30.01.196, residente a

Potenza ed iscritto all'Ordine dei Geologi di Basilicata al n. 313, è stato incaricato dalla

Società ECOLOGICAL SYSTEMS srl, c/da San Luca di Muro Lucano (PZ), a redigere relazione geologica/idrogeologica ed idrologica per ampliamento di impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti.

Nella “Relazione geologica/idrogeologica” deve essere chiaramente indicato e dimostrato che le portate scaricate siano compatibili con la dimensione della rete fognaria senza indurre stati di pericolosità idraulica anche valutando il caso di eventi meteorici intensi: lo studio idrologico non può prescindere dalla caratterizzazione pluviometrica tramite lo studio degli annali idrologici della “Protezione Civile Regione - Centro funzionale per la Previsione e Prevenzione e Monitoraggio Rischi e l'allertamento ai fini di protezione civile” per definire statisticamente, in tempo di ritorno Tr di 200 anni, la massima precipitazione oraria da utilizzare per le verifiche di smaltimento delle acque di precipitazione.

La proposta progettuale insistente sull'area è formulata con la realizzazione di una pavimentazione industriale e del totale collettamento in fogna pubblica delle acque di precipitazione pluviometriche; questo permette la messa in sicurezza dell'area rispetto ad infiltrazioni e ruscellamenti limitando il contatto esterno con i drenaggi superficiali presenti, i corsi d’acqua, i fabbricati vicini, nonché le zone vulnerabili o aree sensibili.

La relazione è sviluppata dapprima in maniera “estesa”, con un inquadramento geologico generale, e successivamente si entrerà nel dettaglio areale sino a considerare, nei limiti del fine ultimo di tale studio, la situazione idrogeologica specifica presente in loco, offrendo un quadro generale del sito.

4 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

1.2 DESCRIZIONE GEOGRAFICA ED AMMINISTRATIVA DEL COMUNE

DI MURO LUCANO

I dati di seguito riportati sono riferiti al comune di Muro Lucano e sono rilevati dalla raccolta ISTAT derivante dal censimento del settembre 2015.

 Provincia: di Potenza

 Codice ISTAT: 076053

 Superficie comunale: 126,18 Km2

 Abitanti n° 5.484 (cinquemilaquattrocentottantaquattro);

 Coordinate metriche WGS84 del sito: E (m) 561 198; N (m) 4 503 050

 Quota media del sito: 391 m s.l.m.

 Generalità: Il territorio comunale è limitato amministrativamente a Nord con il

comune di Castelgrande (PZ) e (PZ), ad Est con quello di Bella (PZ) e a

Sud con quello di (PZ) e (SA) e San Gregorio Magno (SA) e ad

Ovest con quelli di (SA) e Laviano (SA).

Fig. 1 - Posizionamento amministrativo del Comune di Muro Lucano

5 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Sito oggetto di analisi

Fig. 2 - Stralcio corografico dell'area in studio (I.G.M.I. in scala 1:50.000)

Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Il territorio comunale di Muro Lucano è in massima parte costituito da un territorio montuoso con un’escursione altimetrica di 1 125 m compresa tra i 320 m s.l.m. della piana valliva della Fiumara di Muro presso località “Staz.e di Bella Muro", alla confluenza con il

Torrente Platano, e la cima di “Monte Paratiello” di 1 445 m s.l.m. posto nel massiccio montuoso che tende verso il confine campano.

Il luogo oggetto di studio è ubicato nella svasata valle posta a Sud e alle propaggini del versante del colle ove è posizionato l’abitato della città di Muro Lucano, nella frazione di

San Luca, e tale valle è il luogo di confluenza di Fosso Pascone, che drena gli alti versanti posti nei quadranti settentrionali e il Torrente Malta che invece drena il territorio dei quadranti occidentali.

Tale valle è anche sede della viabilità principale dell'area con la Strada Statale n. 7 che collega Castelgrande, e i comuni dell'avellinese.

2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE DELL'APPENNINO

MERIDIONALE

L'Appennino Meridionale è una catena formata da coltri di ricoprimento che si sono affastellate durante la fase tettogenetica del Miocene e che perdura a tutt'oggi così come evidenziato dalla elevata sismicità.

Il modello strutturale di riferimento proposto (fig. 2) è stato indicato da Mostardini e

Merlini nel 1986:

Fig. 3 -Modello strutturale (Mostardini & Merlini; 1.986)

7 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

I terreni affioranti in tutto l'Appennino assumono un significato tettonico ben preciso, ossia, la parte carbonatica del Gargano e delle Murge rappresenta l'avanpaese, cioè quella parte della catena verso cui convergono le falde di ricoprimento e non ancora deformata; la fascia che va dal Tavoliere delle Puglie sino al mar Ionio rappresenta il bacino di avanfossa, cioè la depressione che raccoglie i sedimenti che provengono dalle falde della catena; le rimanenti fasce sono la catena Appenninica che è, come già detto, una catena a falde di ricoprimento; al disopra di quest'ultima affiorano terreni di sedimentazione profondi che rappresentano i vari bacini di avanfossa Neogenici, che si sono impostati durante il movimento della catena verso Est e di cui quello Irpino sembra essere il più profondo e grande.

Fig. 4 - Schema semplificato

dell’odierno modello tettonico

La storia della catena Appenninica si può suddividere in due periodi: uno che va dal

Triass al Miocene inf. (Aquitaniano), in cui si ha la formazione dei diversi ambienti paleogeografici che subiscono poche modificazioni per lo più a carattere distensivo; un secondo periodo che va dal Miocene (Burdigaliano) fino al Pliocene, in cui si hanno deformazioni compressive di maggiore entità; tali deformazioni sono definite tettogenetiche e se ne distinguono cinque:

- Una fase Burdigaliana-Langhiana in cui la parte interna delia piattaforma Campano-

Lucana e parte del bacino Lagonegrese si deformano; la deformazione della

8 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

piattaforma Campano-Lucana determina lo scivolamento delle falde nel bacino

Lagonegrese e l'inizio di un nuovo bacino (quello Irpino).

- Una fase Tortoniana in cui la deformazione inizia ad interessare la parte esterna del

bacino di e la piattaforma Abruzzese-Campana; inizia a deformarsi anche il

bacino Irpino e il bacino Tirrenico.

- Una fase Messiniana in cui si formano sulla pila della catena più bacini che sono

trasportati verso Est, si deforma il bacino Molisano e si accentua il fenomeno

deformativo-distensivo del bacino Tirrenico.

- Una fase Pliocene Medio in cui la catena, già formata, viene traslata sui domini

pugliesi con la formazione della fossa Bradanica; in questo periodo si hanno anche

fenomeni di retroscorrimento.

- Una fase Pleistocenica ed Oligocenica in cui si hanno movimenti soprattutto verticali

che portano alla surrezione della attuale catena.

L'Appennino Meridionale è attualmente divisibile in fasce, cioè terreni, che nel corso dell'orogenesi si sono accavallati gli uni sugli altri spostandosi da Ovest verso Est e a cui è possibile attribuire un ruolo nel quadro tettonico generale.

Le unità stratigrafico-strutturali dell’Appennino Meridionale, a Nord della linea di

Sangineto, possono essere suddivise in:

Le unità stratigrafico-strutturali dell’Appennino Meridionale, a Nord della linea di

Sangineto, possono essere suddivise in:

- Unità dell’ avanpaese e dell’ avanfossa: poste nelle aree esterne (verso Est)

sono terreni appartenenti alla piattaforma Apula e a sedimenti terrigeni di

riempimento della depressione posta sul fronte di avanzamento delle coltri

Appenniniche.

- Unità della catena: sono tutti quei terreni coinvolti nella surrezione della catena e

geneticamente legati a vari domini bacinali, di piattaforme carbonatiche e di

transizione.

9 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

2.1 GEOLOGIA DELL'AREA

L'area in studio è posta in una valle posta tra alture costituite dai terreni mesozoici ad andamento NordNordOvest-SudSudEst (direzione appenninica).

Gli affioramenti degli aspri quadranti settentrionali ed occidentali sono costituiti dai terreni carbonatici della piattaforma appenninica mentre quelli orientali sono formati dai terreni del Flysh Galestrino appartenenti alla serie delle Unità Lagonegresi.

Le unità litologiche che mantellano i terreni mesozoici di substrato della valle della Forra di Muro presso località San Luca sono quelli clastici dei cicli Pliocenici. Quelli affioranti immediatamente a monte dell'area oggetto di analisi, (nello stralcio geologico indicati con la didascalia Ps), sono costituiti prevalentemente da sabbie giallastre, in genere stratificate, e in maniera episodica con livelli di materiali argillo-marnosi, argillo-sabbiose e ciottolo- conglomeratici (età riferibile al Pliocene Medio-Inferiore).

Verso il basso stratigrafico e in affioramento nell'opposto versante in studio sono presenti i conglomerati poligenici poco coerenti, anche a cemento molassico, di chiusura della serie trasgressiva dei terreni sabbiosi presenti nell'area in studio (età riferibile al

Pliocene Medio-Inferiore).

I terreni in affioramento nel sito di indagine di località San Luca sono costituiti da ciottoli e sabbie, a costituire un recente deposito alluvionale terrazzato (Olocenici).

A più altezze nella direzione del basso corso della Forra di Muro si presentano lembi di alluvioni antiche terrazzate.

In figura è presente uno stralcio cartografico tratto dalla Carta Geologica d'Italia N° 187

"" in scala 1:100.000:

10 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Posizione sito oggetto di analisi e linea si sezione geologica

Fig. 5 - Stralcio tratto da Carta Geologica d’Italia N° 187 “Melfi” in scala 1:100.000

Fig. 6 - Sezione geologica schematica (direzione OvestSudOvest-EstNordEst)

11 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

3. GEOMORFOLOGIA ED IDROGEOLOGIA

Il settore strettamente di indagine geologica-idrogeologico, situato sulla sinistra idraulica della Fiumara di Muro, è caratterizzato dai tipici sedimenti di piana alluvionale rappresentate da depositi costituiti principalmente da materiali clastici grossolani, sabbie e ciottoli, con un contenuto variabile e subordinato di frazioni più sottili.

L’area valliva è incastonata all’uscita di una profonda incisione, che drena i massicci settentrionali, a lambire il Nord dell’altura dell’abitato di Muro Lucano passando per il

Vallone della Ripa.

A mesoscala, i salti di pendenza tra le cime e i fondovalle incastonati tra alte ripe sono tipici di una morfologia impostatasi in rocce carbonatiche in cui vi è un deciso controllo strutturale.

La morfologia carsica è indicata dalle doline dei piani carsici presenti sulle alture del

Monte Paratiello (1445 m s.l.m.), in Costa la Magnone (987 m s.l.m.), in Costa Grande

(1063 m s.l.m.), in quelle di Bosco di Capo di Muro (909 m s.l.m.) o quelle comprese tra piano del Castello (1269 m s.l.m.), Costa del Gaudo (1288 m s.l.m.), il Monticello (1214 m s.l.m.) e il Toppo San Pietro Aquilone (1064 m s.l.m.).

In tali piani sono presenti, a contrastare l’asprezza morfologica, pianori dalle forme mammellonari e dolci in cui la parte superficiale è caratterizzata dai terreni residuali accumulatisi nel processo di dissoluzione carsica.

La porzione di versante immediatamente a monte di San Luca si mostra con pianori poco acclivi, impostati su terreni clastici grossonali pliocenici, ed idraulicamente è ben regolarizzato dalla Valle del Salice e dal Fosso Vallicelle che si immettono nella Fiumara di

Muro, come tributari di sinistra, il primo ad una distanza di circa 1000 me il secondo a meno di 100 m entrambi a valle del sito oggetto d’analisi.

La deposizione del materiale detritico grossolano portato in carico da Fosso Pascone e dal Torrente Malta, che confluiscono nella Fiumara di Muro, hanno formato l’area alluvionale in cui è presente la località di San Luca oggetto di studio.

12 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

L’area è fortemente antropizzata e le fabbriche umane hanno fortemente obliterato le forme che i processi geomorfologici hanno impresso ma si nota, al limite dell’area in studio e del piede del versante una rottura di pendenza che è senz’altro un relitto della vecchia valle sospesa della Fiumara di Muro prima che incidesse l’attuale alveo.

Tale piana inizia da San Luca, ad una quota di 392 m s.l.m.,per progradare verso l’alveo e verso il fluire della corrente in direzione NordOvest-SudEst per interdigitarsi con i materiali deposti dalle acque della Fiumara di Bella, presso Ponte Giacoio a circa 2,5 Km di distanza e a quota 355 m s.l.m., per poi proseguire nei quadranti meridionali per circa 3,7 Km ed anastomizzarsi con la piana del Torrente Platano nei pressi della Stazione di Bella-Muro ad una quota di circa 324 m s.l.m..

Idraulicamente le pendenze medie sono, in rapporto alle portate solide e alla morfologia valliva, per il tratto compreso tra località San Luca e la confluenza della Fiumara di Bella dell’1.6% per poi proseguire con una netta diminuzione della pendenza, dello 0,8%, a raggiungere il Torrente Platano.

Tali depositi hanno uno spessore che da pochi metri, nelle aree più esterne, possono raggiungere la potenza di decine di metri nelle aree più interne, con la frazione grossolana tendente ad essere classata, nelle frazioni più grossolane, da monte a valle e dai fianchi al centro e la sedimentazione è frutto dell’energia e dell’evoluzione del divagare del fiume che produce lenti di materiali caolescenti allungati nel senso della corrente; quindi, lungo una verticale si ritrovano sovrapposte limi, sabbie e ghiaie a più livelli e senza un ordine razionale.

Questo tipo di sedimentazione produce una circolazione delle acque sotterranee che è tipicamente a multifalda, interconnesse e sovrapposte per la diversa suscettività alla circolazione del mezzo fluido per effetto della porosità primaria dei mezzi.

La permeabilità dell’acquifero sedimentario risulta essere mediamente elevata nei livelli in cui si ritrovano accumuli sedimentari più grossolani per essere modesta nei livelli più francamente pelitici.

13 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Più in generale, nel complesso idrogeologico formato dai sedimenti delle successioni ciottolose e sabbiose, che formano la piana sedimentaria di località San Luca, la permeabilità risulta essere mediamente alta con la piezometrica poco profonda, si attesta sulle successioni mesozoiche per limite di permeabilità, e si raccorda con la vicina Fiumara di Muro.

Invece la permeabilità è di norma molto elevata in tutto il settore costituito da rocce carbonatiche per porosità dovuta a fatturazione e carsismo con la circolazione idrica condizionata da discontinuità e la falda si presenta in genere poco pendente (falda di base).

La rete idrografica gerarchicamente di ordine basso hanno, il più delle volte, possiede un carattere intermittente e legato alle precipitazioni meteoriche.

Area in studio

Fig. 7 – Reticolo idrografico (elenco acque pubbliche Prov. PZ)

14 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Fig. 8 - Aereofoto tratta da Google Earth inc. (l'area in studio è cerchiata)

In Allegato si riportano gli stralci della cartografia dell’Autorità di Bacino Regionale

Campania Sud ed Interregionale per il Bacino Idrografico del Sele (revisione: giugno

2012).

SEZIONE II

IDROLOGIA

4 VALUTAZIONE DELLE PORTATE DI PROGETTO

4.1 Introduzione

Si vuole determinare la “portata di progetto” o massimo di portata al colmo Q, con assegnato periodo di ritorno, in una sezione S della rete di drenaggio che sottende l’area A idraulicamente delimitata, e completamente pavimentata, della superficie sulla quale si intenda operare la messa in riserva e recupero di rifiuti per quella pioggia che viene definita critica (statisticamente calcolata).

15 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Il metodo che si utilizza è quello dell’utilizzo della Formula Razionale in cui la portata per una data sezione è pari a:

Qp = C * A * hc / tc

Il metodo razionale non è in grado di descrivere l’idrogramma di piena, che attraversa la sezione in studio S dovuto ai deflussi in uscita dall’area di messa in riserva e recupero di rifiuti (da ora definita come area di progetto) in seguito ad evento pluviometrico, si propone di individuare la portata massima al colmo e/o portata di progetto per effetto di un evento pluviometrico statisticamente atteso in un periodo di ritorno Tr.

Si tratta di considerare stocasticamente quel volume idrico che uguaglierà o supererà quello atteso per l’effetto di un evento pluviometrico critico in un periodo Tr.

Nella valutazione di tale portata, che definiamo d’ora in poi di progetto e la indicheremo con il simbolo Qp, bisogna valutare tutti i termini della “Formula razionale”:

- C è il coefficiente di deflusso;

- h è l’altezza di pioggia (mm);

- t è il tempo;

- A è l’area di progetto sotteso alla sezione di valutazione.

4.2 COEFFICIENTE DI DEFLUSSO

Il coefficiente di deflusso C è dato dal rapporto tra il volume defluito dal "bacino" in un dato intervallo di tempo (coincide con la pioggia efficace Pe) ed il relativo afflusso costituito dalla precipitazione totale. Dunque:

C = Pe / P Pe = C * P

La valutazione del coefficiente di deflusso Ca è, stimato con il metodo Paoletti, assume il valore per l'intera area di progetto:

- 0.8 per pavimentazioni, …

- 0.3 per aree verdi

16 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Area sottesa alla griglia 1 Area sottesa alla griglia 2 di raccolta e deflusso di raccolta e deflusso Area pavimentata con 1.353 m2 2.603 m2 calcestruzzo industriale

Area verde 115 m2 205 m2

Area TOTALE 1.468 m2 2.808 m2

Tab. 1 - Aree per l'ampliamento di un impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti

Mediando tramite una media ponderata, il valore del coefficiente di deflusso Ca, è pari a circa 0,76.

Quindi, con buona approssimazione, il valore del coefficiente di deflusso Ca, sull'area di progetto, è pari al 76% della precipitazione della pioggia efficace Pe che defluisce nella rispettiva sezione idraulica di uscita/chiusura.

4.3 STIMA DEL TEMPO DI CORRIVAZIONE

Concettualmente, la corrivazione è il tempo che occorre alla generica goccia di pioggia caduta nel punto idraulicamente più lontano a raggiungere la sezione di chiusura del bacino, ovvero, l’applicazione del tempo di corrivazione consente di stimare il “ritardo di concentrazione” a scala di bacino attraverso alcune formule empiriche.

Il tempo di corrivazione è quel tempo per il quale si stimerà, per il massimo evento pluviometrico statisticamente atteso in un dato tempo di ritorno Tc, il massimo deflusso di acque nella sezione di recapito/chiusura.

La stima del tempo di corrivazione Tc-a è effettuata su due aree discrete che posseggono due distinte chiusure idrauliche (griglie) tramite la formulazione empirica

Paoletti che si raccorda con la caratteristica peculiare dell'area idrologica studiata: un piazzale con pavimentazione in calcestruzzo industriale con porzioni a "verde".

17 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Il metodo Paoletti è formulato in ambito urbano, per estensioni inferiori a 10 Ha

(estensione superficiale totale pari a 4.276,83 m2), il cui deflusso superficiale è in realtà un deflusso di una sottile rete di canalizzazioni incognite:

3600(n-1)/4 * 0.5 l 4/(n+3) Tc-a = 0.375 0.25 [ s * (a * C a * A a ) ]

con:

- l (m) = è la distanza idraulica massima del deflusso all’interno dell’area 1 -2;

- s (m/m) = è la pendenza media (1%);

- Aa (Ha) = è la rispettiva area di chiusura sottesa alle griglie 1 e 2 (in ettari);

- Ca è il coefficiente di deflusso dell’area che assume il valore;

- a ed n sono i parametri estratti dalla curva di possibilità climatica.

Fig. 9 - Planimetria dell'area in studio con thalweg e sezioni di chiusura (griglie)

18 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

4.4 VALUTAZIONE DELLA PIOGGIA DI PROGETTO

La valutazione della pioggia di progetto è calcolata statisticamente sui dati di 14 anni della stazione pluviometrica di Muro Lucano dei “Massimi annuali di precipitazione di durata 1, 3, 6, 12 e 24 ore” nell’arco temporale, non continuo, che va dal 2003 al 2016.

ANNO 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore 2003 31.4 44.6 57.0 57.0 65.8 2004 18.6 25.0 32.2 34.0 50.6 2005 34.6 34.8 34.8 34.8 40.6 2006 19.2 24.4 28.4 33.2 37.8 2007 26.4 30.2 30.2 31.2 31.4 2008 46.4 65.6 68.0 68.2 68.2 2009 13.4 16.8 29.6 40.4 49.8 2010 30.4 45.0 67.4 71.8 76.6 2011 40.8 80.6 95.2 95.2 95.2 2012 25.0 28.6 30.4 30.4 43.6 2013 19.4 29.0 32.8 33.2 40.6 2014 26.2 28.6 35.8 37.0 41.2 2015 17.0 24.8 29.2 42.8 47.2 2016 28.2 28.2 31.8 52.4 61.4

Nella serie di dati, delle altezze di pioggia orarie in un prefissato tempo (mmi / ΔTi), i massimi valori registrati sono:

hmm-max 46.4 80.6 95.2 95.2 95.2 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore

L’analisi è statisticamente condotta nella costruzione di una legge che valuti la possibilità stocastica che accada un evento pluviometrico, in un dato periodo di tempo Tr, la cui altezza di pioggia eguagli o superi l’altezza di pioggia massima attesa.

L’altezza di pioggia attesa, in un dato periodo di ritorno Tr, viene statisticamente calcolata con la formulazione di Gumbel (hG):

hG (mm) = μ – 0,4499 * σ – 0,779 * σ * ln ( ln ( Tr /(Tr -1 ))) dove si indica con:

19 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

- media dei valori μ = Σ xi / n;

2 1/2 - deviazione standard σ = (Σ ( xi – xm ) /(n – 1)) ;

- tempo di ritorno Tr = 10 anni ; 30 anni ; 50 anni …

1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore N° dati 14 14 14 14 14 Media μ 26.9 36.2 43.1 47.3 53.6 dev.standard σ 9.3 17.6 20.6 19.4 17.7

L’altezza di pioggia attesa di Gumbel (hG), in un dato periodo di ritorno Tr, è pari a:

Tr DURATA (ore) (anni) 1 3 6 12 24 Altezza di pioggia in Tr=10 anni 10 39.1 59.1 69.9 72.6 76.7 (Gumbel) Altezza di pioggia in Tr=50 anni 50 51.1 81.7 96.4 97.5 99.5 (Gumbel) Altezza di pioggia in Tr=200 anni 200 61.3 100.8 118.7 118.6 118.7 (Gumbel)

Si costruisce il grafico che relaziona le durate T con le altezze di pioggia hG stimate in un grafico a dispersione:

Fig. 10 - Curva di possibilità climatica: durate (ore) – altezze di pioggia (mm) con Tr (10 anni)

20 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Fig. 11 - Curva di possibilità climatica: durate (ore) – altezze di pioggia (mm) con Tr (50 anni)

Fig. 12 - Curva di possibilità climatica: durate (ore) – altezze di pioggia (mm) con Tr (200 anni)

La relazione che lega l’altezza di pioggia critica e/o di progetto nel tempo, in un periodo di ritorno Tr di 10, 30, 50 e 200 anni, è la seguente (nella formulazione si inserisce il tempo critico o di corrivazione):

- 0,208 hc (Tr =10 anni) = 43,266 Tc

- 0,2047 hc (Tr =50 anni) = 58,384 Tc

- 0,203 hc (Tr =200 anni) = 71,124 Tc

21 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

4.5 VALUTAZIONE DELLA PORTATA DI PROGETTO

Per la valutazione del Tempo di corrivazione si estraggono i parametri a ed n dalla curva di possibilità climatica:

- a (Tr= 10 anni) = 43,266 n (Tr= 10 anni) = 0,208

- a (Tr= 50 anni) = 58,384 n (Tr= 50 anni) = 0,2047

- a (Tr= 200 anni) = 71,124 n (Tr= 200 anni) = 0,203

Il tempo di corrivazione verrà valutato sulle due aree discrete sottese alle griglie di uscita/deflusso.

2 4.5.1 Portata di progetto all'area sottesa alla griglia1 (A1 = 1.468 m )

- Tc-a 1 (Tr= 10 anni) =19,8 s = 0.0055 ore

- Tc-a 1 (Tr= 50 anni) =17,9 s = 0.0050 ore

- Tc-a 1 (Tr= 200 anni) =16,7 s = 0.0047 ore

Dalla relazione estrapolata dalla “Curva di possibilità climatica” calcoliamo l’altezza di pioggia massima hc-a attesa, con Tr di 10, 50 e 200 anni per l'area sottesa alla griglia1 di uscita/deflusso:

0,208 - hc-a 1 (Tr= 10 anni) = 43,266 * 0,0055 = 14,7 mm

0,2047 - hc-a 1 (Tr= 50 anni) = 58,384 * 0,005 = 19,7 mm

0,203 - hc-a 1 (Tr= 200 anni) = 71,124 * 0,0047 = 23,9 mm

Da cui, statisticamente, le portate massime Qp-a, in un Tr di 10, 50 e 200 anni, da far defluire nella griglia1 di raccolta e successivo deflusso è pari a:

3 - Qp-a 1 (Tr= 10 anni) = Ca * A1 * hc-a 1 / tc-a 1 = 0,78 m /s

3 - Qp-a 1 (Tr= 50 anni) = Ca * A1 * hc-a / tc-a 1= 1,16 m /s

3 - Qp-a 1 (Tr= 200 anni) = Ca * A1 * hc-a / tc-a 1= 1,51 m /s

2 4.5.2 Portata di progetto all'area sottesa alla griglia2 (A2 = 2.808 m )

- Tc-a 2 (Tr= 10 anni) =19,7 s = 0.0055 ore

- Tc-a 2 (Tr= 50 anni) =17,9 s = 0.005 ore

- Tc-a 2 (Tr= 200 anni) =16,73 s = 0.0046 ore

22 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Dalla relazione estrapolata dalla “Curva di possibilità climatica” calcoliamo l’altezza di pioggia massima hc-a attesa, con Tr di 10, 50 e 200 anni per l'area sottesa alla griglia2 di uscita/deflusso:

0,208 - hc-a 2 (Tr= 10 anni) = 43,266 * 0,0055 = 14,6 mm

0,2047 - hc-a 2 (Tr= 50 anni) = 58,384 * 0,005 = 19,7 mm

0,203 - hc-a 2 (Tr= 200 anni) = 71,124 * 0,0046 = 23,9 mm

Da cui, statisticamente, le portate massime Qp-a i-esime, in un Tr di 10, 50 e 200 anni, da far defluire nella griglia2 di raccolta e successivo deflusso in fogna è pari a:

3 - Qp-a 2 (Tr= 10 anni) = Ca * A2 * hc-a 2 / tc-a 2 = 1,50 m /s

3 - Qp-a 2 (Tr= 50 anni) = Ca * A2 * hc-a 1 / tc-a 2 = 2,23 m /s

3 - Qp-a 2 (Tr= 200 anni) = Ca * A2 * hc-a 1 / tc-a 2 = 2,89 m /s

4.5.3 Portata di progetto all'area totale per l'ampliamento dell'impianto

per la messa in riserva e recupero di rifiuti

La valutazione della portata di progetto totale dell'intera area da destinarsi ad ampliare un'esistente impianto adiacente, per la messa in riserva e recupero di rifiuti, comporta il sovrapporsi delle portate di progetto valutate come deflusso nelle singole griglie di scolo.

Il collettamento, proveniente dalle griglie, viene diretto in una vasca per la separazione dell'acqua di prima pioggia, per poi essere destinata nella fognatura a servizio dell'area artigianale.

Complessivamente i volumi da far defluire, statisticamente valutati come probabilità di superamento in Tr di 10, 50 e 200 anni, sono:

3 - Qp-a (Tr=10 anni) = Qp-a 1 (Tr=10 anni) + Qp-a 2 (Tr=10 anni) = 2,28 m /s;

3 - Qp-a (Tr=50 anni) = Qp-a 1 (Tr=50 anni) + Qp-a 2 (Tr=50 anni) = 3,39 m /s;

3 - Qp-a (Tr=200 anni) = Qp-a 1 (Tr=200 anni) + Qp-a 2 (Tr=200 anni) = 4,40 m /s.

23 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Fig. 13 -Planimetria di impianto con area di ampliamento con schema di collettamento fognario

24 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

5. DISCUSSIONE FINALE

I settori di versanti indagati regimano le acque di precipitazione in una serie di valloni e/o torrenti che posseggono tipicamente un regime idraulico a carattere intermittente e con magre che possono portare a delle vere e proprie stasi in periodi di esaurimento e attivi nella sola stagione piovosa a rappresentare lineazioni per il mero deflusso delle acque meteoriche di ruscellamento superficiale come diretti tributari della Fiumara di Muro che si apre, poco più a monte dell'area oggetto di studio, in una vallecola che si svasa in direzione

SudEst verso il Torrente Platano.

Geomorfologicamente le fabbriche umane, di fatto, “congelano” le naturali evoluzioni/ processi geomorfologici della piana valliva dell'area antropizzata di San Luca (Muro

Lucano).

La valutazione della “portata di progetto” (o massimo di portata al colmo Q), da destinarsi alla rete acquedottistica che asserve l'area P.I.P., valutato nell'area A in cui si intende effettuare l'ampliamento di un impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti, è stata stimata statisticamente per quella pioggia che viene definita critica e che stocasticamente si attende almeno una volta nel periodo considerato con tempo di ritorno

Tr.

La scelta di adoperare sulla serie delle medie orarie di soli 14 anni della sola stazione di

Muro Lucano per l'area studiata è scaturita dal fatto che non esistono serie storiche di dati di medie orarie monitorate da stazioni pluviografiche in un intorno rappresentativo, e troppo differente, del dominio idrologico rispetto a quello dell’areale considerato.

Trovandoci alle falde di una piccolo versante e adiacentemente la vallecola fluviale, le acque pluviometriche non hanno la possibilità di concentrarsi in un solco/fosso più o meno gerarchizzato. Questo ci porta a dire che il sito "non sottende un bacino idrografico" e le acque di precipitazione, oltre ad essere drenate dai terreni di substrato a buona permeabilità, tendono a disperdersi per giungere verso la Fiumara di Muro con un pattern di drenaggio molto basso.

25 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

La superficie interna all'area all'ampliamento del centro di raccolta è sottesa a due griglie che drenano le acque dell'evento estremo atteso in un intervallo di tempo di 200 anni. La valutazione della portata di progetto Qp, con un periodo di ritorno Tr di 10, 50 e 200 anni, nella sezione S di chiusura dell'intera area per quell’evento stocastico di pioggia la cui intensità massima è statisticamente mediata, utilizzando diverse metodologie, a circa:

3 - Q p (Tr = 10 anni) = 2,28 m /s

3 - Q p (Tr = 50 anni) = 3,39 m /s

3 - Qp (Tr = 200 anni) = 4,40 m /s.

L’intero piazzale del centro di raccolta di rifiuti differenziati è realizzato co manto di copertura in cemento industriale per una superficie di 4.276,83 m2.

Quindi, sull'area e sulla superficie del centro di raccolta di rifiuti, statisticamente con un

Tr di 10, 50 e 200 anni, possono avvenire eventi pluviometrici con una intensità di circa 14,6 mm/ora, 19,7 mm/ora e 23,9 mm/ora (eventi meteorici intensi).

Nel presente lavoro è presente una foto aerea della vallecola posta alle pendici dell'altura dell'abitato di Muro Lucano dalla cui visione si evince che l’uso del suolo è di tipo commerciale-artigianale con attività agricole di tipo intensivo e con presenza di fabbriche abitative, nell'area strettamente valliva, ed estensiva e/o silvo-pastorale sulle alture.

L’eventuale uso dell’acqua emunta dai pozzi è ad uso agricolo e l'uso idro-potabile è assicurata da una rete di distribuzione che copre capillarmente tutti i fabbricati, civili e/o attività, dell’area.

La quantità d’acqua da smaltire è processata dalla rete fognaria, dopo idoneo trattamento, nel rispetto normativo e della buona pratica.

L’acquifero alluvionale possiede buone potenzialità idriche ma necessità di un approfondimento: esso è costituito da un deposito eterogeneo geneticamente legato alla sedimentazione fluviale, rapida e discontinua, caratterizzando l'acquifero con lenti sedimentarie, a differenti permeabilità, allungate nella direzione della corrente che le ha deposte, traducendosi in una circolazione idrica multifalda riconducibile ad un’unica

26 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

circolazione idrica per le molte soluzioni di continuità tra i depositi a diversa porosità e a fenomeni di drenanza. Nell'insieme, la falda di tale corpo sedimentario può ben sopportare lo sversamento nel recettore dei modesti volumi delle acque di processo provenienti dall'ampliamento di un impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti non alterandone lo stato chimico-fisico, dopo trattamento di depurazione, valutandone positivamente la compatibilità naturale.

Potenza (PZ), lì marzo 2018

SEZIONE III ALLEGATI - Stralcio tratto da Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000

27 Dott. Geologo Antonio ROSELLI via Lombardia, 3 - 85100 Potenza (PZ) Ordine dei geologi di Basilicata n. 313 Tel. 3357890053 - e-mail: [email protected] / [email protected]

Fig. 8 - Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 (l'area in studio è cerchiata)