SCHEDA GEOSITO

ID Geosito Denominazione Provincia A6 L’abisso Pozzo della Neve

Inquadramento cartografico (stralcio tavoletta IGM) Foto

L’ingresso “alto” dell’abisso Pozzo della Neve

Scala Numero Denominazione Longitudine Latitudine Est Nord Coordinate Coordinate 1:5000 405142 Monte Porco 2°02'43" E 41°25’21’’ N 2477966 4585686 geografiche Gauss-Boaga Quota topografica 1:25000 162 III NO Boiano 840 media (m s.l.m.) Settore d’interesse primario Settore d’interesse secondario Interesse contestuale primario Carsismo ipogeo Geomorfologia ed idrogeologia Escursionistico e botanico

Litologia Età delle formazioni rocciose Età del processo genetico Calcari micritici, calcareniti e calciruditi con livelli Turoniano- Cenomaniano superiore ricchi di rudiste. (Cretacico superiore).

Descrizione L’abisso Pozzo della Neve si apre nella faggeta di Costa del Carpine, in località Tornieri, all’interno dell’Oasi WWF di Guardiaregia - Campochiaro. Esso ricade in un settore del Matese nord-orientale, compreso tra Costa S. Angelo, Piscina Cul di Bove, Costa del Carpine e le Tre Torrette, caratterizzato da numerose manifestazioni carsiche, sia ipogee sia epigee che, situate a poca distanza le une dalle altre, suggeriscono l’esistenza nell’area di un enorme complesso carsico sotterraneo. L’abisso rappresenta uno dei fenomeni carsici ipogei più vistosi dell’Appennino meridionale e rappresenta, sia per il suo sviluppo planimetrico sia per la sua profondità, la maggiore forma carsica ipogea del Matese. Esso ha, infatti, una profondità di 1048 m ed un’estensione lineare che supera gli 8000 m. L’abisso ha 2 ingressi, posti a poca distanza e raggiungibili percorrendo la strada che da Guardiaregia conduce a Serra del Perrone e poi, da lì, imboccando il sentiero N 5 “Valle Uma” che si svolge all’interno dell’Oasi. L’ingresso classico (ingresso “basso”) è situato alla quota di circa 1330 m s.l.m. ed è un ingresso naturale, costituito da una ripidissima dolina, che si collega ad un profondo pozzo che interseca poi i rami alti dell’abisso, i quali si congiungono con l’ingresso secondario (ingresso “alto”). Quest’ultimo è posto ad una quota di 1368 m s.l.m. ed è stato aperto artificialmente nel 1984. Da esso si accede ai rami alti, che costituiscono l’inizio del complesso sistema carsico dell’abisso. Si tratta di un tratto a morfologia meandriforme ed andamento sub-orizzontale, orientato in direzione E-W ed avente una lunghezza di circa 1,4 km. I rami alti sono scavati in calcari a rudiste di colore bianco e sono tra gli ambienti più belli e ricchi di fascino della grotta. Nel primo tratto questi rami sono fossili, poi diventano attivi, a circa 1 km dall’ingresso ed ad una profondità di circa 100 m; l’acqua che percorre il meandro si approfondisce lungo un ramo che poco dopo sifona. Il tratto di meandro fossile si congiunge, invece, con la sommità di un pozzo, che costituisce il secondo pozzo della grotta entrando dall’ingresso principale. Alla base di questo pozzo, alla profondità di 110 m dall’ingresso basso è presente un sifone pensile che allaga l’ambiente per gran parte dell’anno e consente l’accesso alla grotta solo nei periodi di magra. Da qui la grotta prosegue ancora con andamento sub-orizzontale, dapprima con il caratteristico meandro bianco di Pozzo della Neve, attivo nella prima parte; poi l’orientazione del ramo principale, alla quota di circa 1100 m s.l.m. cambia rapidamente, seguendo una direzione N-S. Si tratta di un’ampia, alta e dritta galleria che termina su un enorme pozzo. Da questo punto l’abisso cambia completamente morfologia, assumendo un andamento prevalentemente verticale. Il fondo dell’abisso, costituito da un sifone, è posto a 320 m s.l.m., ovvero ad una profondità di 1048 m dall’ingresso alto. Il sistema carsico è costituito, oltre che dal sopra descritto ramo principale, anche da rami laterali (quali, ad esempio, il Ramo Addio all’Impero ed il Ramo delle Foglie), affluenze, settori attivi e fossili e gallerie perennemente allagate e, dunque, non percorribili. I livelli orizzontali di carsificazione presenti nella grotta, sollevati e sospesi rispetto al livello di base attuale, testimoniano un antico livello di base freatico quando la sommità del massiccio carbonatico era ancora poco sollevato rispetto alle aree circostanti.; essi si sono formati precedentemente all’intensa tettonica che ha prodotto il sollevamento del Matese nel corso del Pleistocene. Interesse del geosito Stato di conservazione Vincoli Modalità di accesso Paesaggistico, Paesistico- ambientale (L.R. n°24 del 1/12/89), Nazionale Ottimo Area naturale protetta (Oasi WWF Con attrezzatura speleologica Guardiaregia-Campochiaro, Sic e Zps) Possibilità di degrado Opportunità di tutela Accessibilità Inesistente Consigliata Per esperti

Contesto paesaggistico-territoriale Il geosito si colloca all’interno dell’area Matese-Conca di Boiano- e ricade nell’area protetta SIC-ZPS più grande della regione , denominata “La Gallinola-M. Miletto- M.ti del Matese”. L’area di pertinenza del geosito è di notevole interesse paesistico e naturalistico ed è conosciuta e frequentata soprattutto per la presenza dell’Oasi WWF di Guardiaregia- Campochiaro, istituita nel 1997. L’abisso, infatti, ricade proprio all’interno dell’Oasi, in un contesto paesaggistico di elevato valore ambientale, noto per cascate, torrenti, forre, canyon e montagne dalle ripidi pareti. E’ proprio qui che il carsismo e le grotte raggiungono il loro più ampio sviluppo. Infatti, l’abisso Pozzo della Neve, con i suoi 1050 m di profondità, si colloca al 6° posto fra le grotte più profonde d’Italia e al 51° posto nella classifica mondiale. Inoltre, l’area è nota per la presenza di numerosi sentieri, caratterizzati da differenti livelli di difficoltà, e delle sue aree attrezzate. Il sentiero che conduce all’abisso è il 124 -SG- (Campochiaro-Fonte Francone-Valle Uma-Sfonnatora-Sella del Perrone) denominato ” Sentiero delle grotte”. Tale sentiero è segnalato nella “Carta Escursionistica dei Sentieri - Matese - Versante Settentrionale - Settore Orientale” edita dal CAI Molise. Nelle vicinanze del geosito è possibile visitare un altro geosito di interesse speleologico denominato “L’abisso Cul di Bove”, situato in località la Sfonnatora. Il geosito dista ca. 32 km da Campobasso, 50 km da Isernia e 100 km da ed è raggiungibile, venendo da Campobasso, percorrendo la SS 87 e poi la SS 17 in direzione Guardiaregia o, venendo da Isernia, seguendo direttamente la SS 17 in direzione Guardiaregia e poi la SP 164 fino al limite del confine con la Regione Campania.

Bibliografia essenziale Bernabei T. & Giulivo I., 2001 - Pozzo della Neve, nero su bianco. Speleologia, 45, 36-41. Giulivo I., 1992 - Carsismo ed idrogeologia del Matese orientale. In: Il Matese Nuove prospettive di sviluppo culturale de economico. Geografia-Paleontologia-Archeologia- Speleologia. Atti del Convegno di . 25-26 Maggio 1991. Gruppo Speleologico del Matese. Arti Grafiche Grillo, (CE), 119-137. Russo N. & Capasso S., 2006 - Il massiccio del Matese. In: “Grotte e speleologia della Campania”. Elio Sellino. FSC 2006, 251-289. Santangelo N. & Santo A., 1991 - Endokarstic evolution of carbonatic massifs in Campania (southern ): geological and geomorphological implications. Proceeding of the International Conference on Environmental Changes in Karst Areas I. G. U.- U.I.S.- Italy 15-27 sept. 1991. Quaderni del Dipartimento di Geografia, 13, Università di Padova, 83- 93.