Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano. Inventario dell'archivio storico (1494 - 1957)

a cura di Novella Forner

Provincia autonoma di . Servizio Beni librari e archivistici 2002

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura di Novella Forner; il lavoro è stato ultimato nel 2002. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Roberto Marini nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

2

Albero delle strutture

Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano, 1494 - 2009 Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano, 1494 - 1950 Pergamene, 1494 - 1680 Anagrafe, 1626 - 2009 Registro dei nati, matrimoni, morti, 1626 - 1696 Registri dei nati e battezzati, 1696 - 1974 Indice dei nati e battezzati, 1626 - 1965 Registri dei matrimoni, 1696 - 2009 Indice dei matrimoni, 1653 - 1965 Registri dei morti, 1697 - 2009 Indice dei morti, 1664 - 1965 Registri dei cresimati, 1884 - 2009 Stati delle anime, 1851 - 1985 Indice dello stato delle anime, 1893 - 1985 Registri degli sponsali, 1883 - 1970 Atti matrimoniali, 1801 - 1950 Carteggio ed atti relativi all'anagrafe, 1869 - 1952 Chiesa parrocchiale, 1627 - 1970 Urbari e inventari, 1627 - 1821 Quinternetti, 1853 - 1920 Atti amministrativi, 1693 - 1966 Registri di cassa, 1640 - 1970 Resoconti e documenti di corredo, 1821 - 1964 Benefici e legati, 1655 - 1986 Registri dei legati, 1752 - 1986 Registri degli affitti, 1919 - 1963 Atti amministrativi, 1655 - 1970 Pastorale parrocchiale, 1813 - 1959 Protocollo degli esibiti, 1878 - 1925 Atti protocollati, 1882 - 1925 Circolari ecclesiastiche e civili, 1813 - 1959 Visite pastorali, 1923 - 1953 Atti visitali, 1923 - 1953 Culto e funzioni religiose, 1749 - 1953 Registri delle funzioni, 1788 - 1894 Diari personali delle messe, 1877 - 1889 Carteggio ed atti, 1749 - 1953

3

Archivio della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Pellizzano, 1666 - 1957 Registri degli iscritti, 1674 - 1955 Atti amministrativi, 1832 - 1913 Registri di cassa, 1666 - 1957 Archivio della confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Pellizzano, 1678 - 1804 Registri dei conti, 1678 - 1804 Documentazione dell'ex di Castello di Pellizzano, 1805 - 1940 Registri delle steore e dei verbali, 1805 - 1847 Atti amministrativi, 1826 - 1940 Archivio della Congregazione di Carità di Castello di Pellizzano, 1846 - 1892 Registri di cassa, 1846 - 1892

4

Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Donato, Castello (Pellizzano), 1537 giugno 23 - 1919 marzo 30 Successori: Parrocchia di San Donato, Castello (Pellizzano), 1919 marzo 31 -

Parrocchia di San Donato, Castello (Pellizzano), 1919 marzo 31 - Predecessori: Curazia di San Donato, Castello (Pellizzano), 1537 giugno 23 - 1919 marzo 30 E' organo/ufficio di : Decanato di , Ossana, 1912 dicembre 8 -

Beneficio Bortolameolli, Castello (Pellizzano), 1894 - 1987 gennaio 24

Legato Marini, Castello (Pellizzano), 1930 maggio 8 - ante 1986

Legato Molignoni, Castello (Pellizzano), 1907 marzo 6 - ante 1986

Confraternita del Santissimo Sacramento, Castello (Pellizzano), 1598 - 2004 maggio 27

Confraternita del Santissimo Rosario, Castello (Pellizzano), sec. XVII - sec. XIX

Comune di Castello, Castello (Pellizzano), 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Successori: Comune di Castello, Castello (Pellizzano), 1923 gennaio 13 - 1928 luglio 27

Comune di Castello, Castello (Pellizzano), 1923 gennaio 13 - 1928 luglio 27 Predecessori: Comune di Castello, Castello (Pellizzano), 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

Congregazione di Carità, Castello (Pellizzano), 1843 dicembre 29 - 1923

5 superfondo Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano, 1494 - 2009

Storia archivistica Costituito dalla documentazione prodotta nell'esercizio delle sue funzioni, l'archivio della parrocchia di Castello di Pellizzano è oggi un comprendente una modesta quantità di materiale documentario. Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli archivi parrocchiali del Trentino, operata nel 1988 dal Servizio Beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con l'Archivio Diocesano Tridentino, l'archivio parrocchiale di Castello di Pellizzano era conservato nella canonica: una parte si trovava al primo piano in un armadio di legno, mentre altro materiale era nel garage della medesima canonica. La temperatura rilevata era di circa 10 gradi mentre l'umidità relativa pari al 90 - 95% circa. Nel 2001, al momento del prelevamento dell'archivio al fine di operare il riordino e l'inventariazione dello stesso, il materiale rilegato e parte del carteggio era conservato presso la canonica di Pellizzano probabilmente per esigenze di servizio e di maggior disponibilità del materiale, in quanto don Luigi Mezzi è parroco di Pellizzano, ma anche di Castello e di Ortisé - Menas. La restante parte di carteggio, conservato sciolto, si trovava nella canonica di Castello di Pellizzano. Sembra di poter constatare che l'archivio della parrocchia di Castello di Pellizzano abbia conosciuto nel tempo vari spostamenti che hanno inevitabilmente compromesso la fisionomia originaria dello stesso. Si consideri che fino al 1724 dipendeva dalla curazia di Castello di Pellizzano la chiesa di Ortisé e perciò fino a quel momento tutta la documentazione era prodotta e conservata presso la curazia di Castello di Pellizzano. Dopo la separazione, il materiale riguardante Ortisé fu presumibilmente svincolato da quello pertinente Castello e trasferito presso la sede della neo eretta curazia. Ciò non esclude, come infatti si è verificato, che documentazione relativa a Ortisé sia ancora frammista al materiale d'archivio di Castello di Pellizzano. Occorre ricordare inoltre che una certa commistione nella documentazione delle due curazie, oggi parrocchie, poteva facilmente verificarsi, poiché spesso il curato di Castello era nominato anche vicario curaziale di Ortisé. A partire dal 24 aprile 1965, la situazione istituzionale cambia nuovamente: infatti, come da D.P.R. n. 610 (1), Castello e Ortisé vennero nuovamente uniti in un'unica parrocchia; da quella data perciò unico è stato, ed è, il parroco nominato a reggere e amministrare entrambe le parrocchie. Nonostante parte della documentazione dell'archivio di Castello di Pellizzano sia stata rinvenuta sciolta, tuttavia sembra rintracciabile un tentativo di riordino dato al materiale e attuato probabilmente da don Angelo Decaminada, curato di Castello di Pellizzano dal 1890 al 1892. Quest'ultimo utilizzò nove contenitori, buste dal dorso di color blu, per ruinire, distinguendolo per tipologie (atti matrimoniali, inventari documenti di prestito e atti d'affittanza, circolari, carteggio relativo ai legati), il materiale venuto sedimentandosi nel corso degli anni. Le carte erano state collocate all'interno di queste buste tutte piegate in senso longitudinale, forse ad intendere un'originario ordinamento in mazzi, o forse più semplicemente per adattare il materiale alla dimensione delle buste, i cui piatti, non sufficientemente larghi, non sarebbero riusciti a contenere l'intero foglio. I parroci successivi provvidero a inserire la documentazione prodotta posteriormente a tale riordino nelle predette buste incrementandole con nuovo materiale, che spesso aveva poco o nulla a che fare con il restante contenuto originariamente collocato. Contemporaneamente, essi andavano a segnalare l'avvenuto inserimento del materiale sull'etichetta applicata sul dorso, specificandone la natura. In fase di riordino si è ritenuto opportuno dare conto dell'ordinamento originario, estraendo perciò dalle buste la documentazione che era stata aggiunta in momenti successivi; essa è andata quindi a costituire fascicoli a sé stanti.

6

La documentazione custodita nell'archivio parrocchiale di Castello di Pellizzano è pervenuta nel complesso in un discreto stato di conservazione. Ovviamente la documentazione più antica, ha risentito dei danni dovuti al tempo, all'usura, all'umidità, a microrganismi. La documentazione conservata presso quest'archivio è quella che caratterizza ogni singolo archivio parrocchiale ed è perciò costituita da registri anagrafici e da tutti gli atti relativi all'anagrafe, da urbari e registri di cassa, resoconti e documenti di corredo, carteggio ed atti vari. Presso l'archivio parrocchiale si conserva inoltre materiale documentario, consistente sia in registri che in carteggio, prodotto da confraternite e da altri enti, che per varie ragioni ed in diversi momenti, illustrati nei rispettivi profili istituzionali, è pervenuto all'archivio parrocchiale di cui ora fa parte. Tale documentazione è stata considerata e organizzata nel presente inventario come fondi autonomi rispetto al fondo della parrocchia; individuati i vari archivi e i loro soggetti produttori si è proceduto ad ordinarli ed inventariarli separatamente, cercando per ognuno di loro di fornire un breve inquadramento storico - istituzionale. La maggior parte della documentazione conservata nell'archivio della parrocchia di Ortisé - Menas è redatta in lingua italiana; sono presenti anche numerosi documenti redatti in lingua latina (pergamene e documentazione cartacea), occasionalmente anche in tedesco e francese (certificazione anagrafica proveniente dall'estero).

Modalità di acquisizione e versamento L'art. 27 della L.P. 14 febbraio 1992 n. 11 concernente "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio provinciale" prevede che, fino a quando non saranno raggiunte le intese di cui all'art. 12, comma 1 della legge 25 marzo 1985, n. 12, concernente la ratifica e l'esecuzione delle modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, vengano stipulate intese fra la Giunta provinciale di Trento e i competenti organi ecclesiastici circa l'applicazione delle disposizioni della legge agli archivi di enti ecclesiastici. Le intese furono raggiunte il 10 settembre 1993. La valutazione dell'esistenza dell'interesse storico degli archivi degli enti ecclesiastici, in base al comma 1 del medesimo articolo della legge provinciale, spetta alla Commissione beni culturali; tale valutazione dovrà essere effettuata secondo i criteri stabiliti d'intesa fra la Giunta provinciale e i competenti organi ecclesiastici. L'Ordinariato ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio Diocesano, attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana La Commissione beni culturali nela seduta del 2 maggio 1994 ha riconosciuto l'interesse storico dell'archivio della parrocchia di Pellizzano, relativamente alla documentazione anteriore agli ultimi cinquant'anni.

Lingua Italiano; latino; tedesco; francese

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" al punto 3, comma 1 e 2. In riferimento al comma 1 si sono pertanto seguite le "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione dd. 29 marzo 1993, n. 3692, relativamente alla parte prima, punto 3, riprese dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione degli Archivi di Stato,

7

"Norme per la pubblicazione degli inventari" (2). In riferimento al comma 2 relativo all'intesa fra il Servizio provinciale competente e l'archivio diocesano in ordine alle metodologie, ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale di Pellizzano. In fase di ordinamento, la documentazione sciolta o estratta dalle buste in quanto estranea ai contenuti originari, è andata ad incrementare, ove possibile, le unità preesistenti, altrimenti sono state create nuove unità (fascicoli) nel rispetto della struttura dell'archivio. Per la fase finale relativa all'inventariazione ci si è avvalsi del supporto informatico ed in particolare è stato utilizzato il programma History-Sesamo. Si ritiene utile informare che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma stesso. Si vedano anche le "Avvertenze per la consultazione". Il presente inventario percorre un arco temporale che si estende dalla più antica documentazione conservata presso la parrocchia fino al 1950, comprendendo così quella parte di archivio dichiarata di interesse storico in base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", L.P. 14 febbraio 1992, n. 1, art. 27, punto 2, comma 1: "Negli archivi ecclesiastici riconosciuti di notevole interesse storico, la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entra a far parte dell'archivio storico e ricade sotto le disposizioni ad esso relative". Si segnala che in alcuni casi gli estremi cronologici di alcune unità archivistiche possono superare il limite del 1950.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione relativa all'anagrafe, ma anche di quella economico- amministrativa, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", punto 3, comma 3, l'obbligo, di cui all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. 14 febbraio 1992 circa la consultazione dei documenti, riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di notevole interesse storico. I documenti di carattere riservato relativi a situazioni puramente private e personali sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre in base all'art. 3, comma 4 delle "Intese fra la Giunta provinciale e l'Ordinariato diocesano" la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione In base all'art. 3, comma 5 delle "Intese fra la Giunta e l'Ordinariato diocesano" la riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura...) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte dell'archivio diocesano.

8

In base allo stesso articolo di legge l'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituirne copie di sicurezza da conservarsi presso l'Archivio Provinciale. Presso l'archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Note (1) Archivio della parrocchia di Castello di Pellizzano, 3.3.10, c. 2 (2) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 - 239. Alla circolare citata fanno riferimento anche le disposizioni del capitolo 3, parte prima della Deliberazione della Giunta provinciale di Trento, n. 3692 del 29 marzo 1993, "Criteri generali di ordinamento e di inventariazione degli archivi degli enti pubblici locali", e del punto 4, parte seconda della stessa, relativa agli archivi di privati di notevole interesse storico locale.

9

Ente Curazia di San Donato 1537 giugno 13 - 1919 marzo 30

Luoghi Castello, Pellizzano, Termenago, Ossana, Ortisé

Archivi prodotti Fondo Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano, 01/01/1494 - 31/12/1950

Storia Situato su uno sperone roccioso emergente dal fianco orografico sinistro della valle del rio Corda, Castello è un tipico villaggio alpestre della Val di Sole e punto panoramico notevole, a cui si giunge attraverso una strada ripida e sinuosa, che tocca i masi di Claiano e il paese di Termenago e che lo collega al fondovalle, in particolare al paese di Pellizzano. Castello, insieme a Pellizzano e Termenago, costituisce dal 1954 un unico comune con capoluogo e denominazione Pellizzano. Dal punto di vista ecclesiastico invece, Castello dipendeva dalla pieve di Ossana (1). Dapprima semplice cappella, la chiesa fu consacrata nel 1503 da Francesco Dalla Chiesa, suffraganeo del vescovo di Trento. Il 23 giugno 1537, essa fu eretta a curazia soggetta alla pieve di Ossana; le venne concesso di tenere il fonte battesimale e il tabernacolo per conservarvi l'eucarestia, e di avere un cappellano "idoneum et sufficientem", "pro salutem animarum omnium trium villarum". Infatti alla curazia di Castello furono aggregate anche le chiese di Termenago e Ortisé, con l'obbligo di contribuire al mantenimento del curato. Esse, che dapprima si servivano della chiesa di Mezzana, ottennero nel 1537 di tenere il battistero a Castello con un proprio curato; restavano comunque oneri e servitù verso la pieve di Ossana (2). Solo in seguito, rispettivamente nel 1606 e nel 1724, Termenago e Ortisé vennero separate dalla curazia di Castello ed erette, esse stesse, a curazia, sempre dipendenti dalla pieve di Ossana.

Note (1) A. CASETTI, Guida storico - archivistica del Trentino, Trento 1961, p. 525; A. GORFER, Le Valli del Trentino, vol. I, Trentino occidentale, Calliano 1975, p. 835 (2) Archivio Diocesano Tridentino, Investiture 3, cc. 156v - 157; G. CRISTOFORETTI, La visita pastorale del cardinale Bernardo Clesio alla diocesi di Trento. 1537 - 1538, Bologna 1989, p. 250, nota 11

10

Ente Parrocchia di San Donato 1919 marzo 31 -

Luoghi Castello di Pellizzano

Archivi prodotti Fondo Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano, 01/01/1494 - 31/12/1950

Storia Dopo quasi quattro secoli, la chiesa di Castello cambiò il suo status e da curazia fu eretta a parrocchia, precisamente il 31 marzo 1919 (1). Soggetta al decanato di Malé fino al 1911, la parrocchia di Castello è ancora oggi alle dipendenze del decanato di Ossana. Il 24 aprile 1965, con D.P.R. n. 610, venne riconosciuto, agli effetti civili, il decreto dell'Ordinariato diocesano di Trento in data 30 ottobre 1964, relativo all'unione temporanea nella forma "aeque principaliter" della parrocchia di San Cristoforo in frazione Ortisé del comune di Mezzana con la parrocchia di San Donato in località Castello del comune di Pellizzano (2).

Condizione giuridica Con Decreto ministeriale del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987, la parrocchia di Castello è stata dichiarata Persona Giuridica Privata.

Note (1) A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento 1986 (2) Archivio della parrocchia di Castello, 3.3.10., c. 2

11 fondo Parrocchia di San Donato in Castello di Pellizzano, 1494 - 1950

Soggetti produttori Parrocchia di San Donato, 1919 marzo 31 - Curazia di San Donato, 1537 giugno 13 - 1919 marzo 30

12 subfondo 1 Pergamene, 1494 - 1680

Contenuto Il sottofondo si compone di 16 pergamene rinvenute in fase di riordino separate dal resto della documentazione, e contenute tra due piatti di cartone sui quali compare il timbro della parrocchia di Castello e la firma di Ciccolini, lo studioso che agli inizi degli anni Trenta redasse una sorta di inventario del materiale documentario presente nell'archivio parrocchiale di Castello, accompagnata dal regesto delle pergamene e delle carte più antiche (1). Sul verso di ciascuna delle pergamene compare infatti la firma di Ciccolini e la data cronica cui pertiene la pergamena stessa. Le pergamene sono pervenute alcune spiegate, altre, quelle di dimensioni maggiori, ripiegate. Le pergamene presentano danni subiti nel corso del tempo dovuti principalmente a fenomeni storici e ambientali, quali macchie, rosicature, sbiaditura dell'inchiostro. Nel presente inventario le pergamene sono state inserite e regestate in ordine cronologico. Per la descrizione delle pergamene ci si è attenuti a quanto impartito dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" (2) integrate dalle "Direttive circa i requisiti nei locali, i criteri di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi", approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3, parte prima. Per quanto riguarda i criteri di inventariazione e di regestazione si è fatto riferimento in particolare alla "Premessa metodologica ai regesti delle pergamene dell'Archivio di Castel Thun" di Margherita Faes. Le pergamene, elencate in ordine cronologico, presentano una numerazione progressiva in cifre arabe, a cui fanno seguito l'intitolazione, che esprime la natura giuridica del documento, la datazione cronica e topica, quindi il regesto. Quest'ultimo contiene gli elementi di individuazione delle parti contraenti, la natura dell'atto, il suo oggetto e le clausole ritenute necessarie o significative. Qualora si siano trovati uno o più documenti vergati sulla stessa pergamena, si è adottata una numerazione del tipo 1.a, 1.b, 1.c..., laddove il primo elemento, la cifra, corrisponde al numero d'ordine della pergamena, mentre il secondo, la lettera, alla posizione del relativo documento sulla stessa; in questo caso va da sé che, a due o più regesti, corrisponde un'unica schedatura sulla pergamena. Nel caso di denominazione e definizione di appezzamenti, edifici, monti, ponti, ecc..., si è riferita la loro collocazione con toponimo e microtoponimo. I microtoponimi, spesso non più individuabili, sono stati riportati testualmente fra virgolette, mentre per i cognomi si è attuata un'operazione di omologazione, fornendo, quando possibile, la forma stabilizzata, sulla base dei "Criteri di omologazione dei cognomi dei documenti membranacei dell'archivio di Castel Thun", a cura di M. Faes, e degli esiti più comuni e radicati nella tradizione onomastica locale. In presenza di documenti riguardanti locazioni, essendo pressoché costante il termine di pagamento del censo annuo, fissato alla festa di San Michele o alla sua ottava, si è trascurato di segnalarlo, dando invece specifica menzione nei casi eccettuanti la regola. Non si è ritenuto necessario nemmeno specificare di volta in volta la misura locale di detti censi, dal momento che generalmente per i documenti anteriori al Quattrocento, essa corrisponde al luogo di stesura dell'atto. Per ciò che concerne i pagamenti in denaro si sono sempre riportati tutti i dati del testo e, in particolare le equivalenze. Dal punto di vista formale, nel caso in cui ci si è imbattuti in termini di difficile lettura o in dubbi scioglimenti delle abbreviazioni, le integrazioni al testo sono state incluse fra parentesi quadre, come pure nei casi di ricostruzione extratestuale. Qualsiasi trascrizione di termini tratti dal testo, sia in latino che in volgare, è stata riportata tra virgolette, compresi i cognomi attualmente o apparentemente privi di riscontro e i nomi comuni non traducibili in italiano, come pure i termini e le espressioni dialettali. 13

In merito agli appellativi, si precisa che si è assunta la forma "da" per indicare la provenienza, mentre la preposizione "di" nell'introduzione di predicati nobiliari o per indicare la residenza. Dopo l'indicazione del notaio rogatario, individuato da nome, cognome, patronimico e luogo di provenienza (3), si è riportata tra parentesi quadre la tradizione, segnalando se trattasi di documento originale (eventualmente, se tratto da protocollo, se ne è riportato l'autore), copia (semplice o autentica), facendo seguire la definzione della relativa lettera alfabetica tra parentesi quadre ([A], [B], ...). Verificandosi con progressiva frequenza nel corso dei secc. XVI - XVII l'eventualità che il documento non sia stato esteso ma solo sottoscritto dal notaio rogatario, che fa in genere trascrivere l'atto "per unum fidelem scriptorem", raramente identificato, si è segnalata questa prassi mediante la locuzione "sottoscrive ma non estende l'atto" entro parentesi tonde. Nel caso di copie autentiche tratte da documenti originali si è annotato il nome del notaio, autore dell'originale mediante la locuzione "Copia autentica [B] dall'originale del notaio...", mentre il nome del notaio autore della copia figura nella precedente area "Notaio". In questi casi, e laddove specificato, si è riportata anche l'autorità che ha concesso la facoltà di rogare in pubblica forma. Riguardo alle dimensioni della pergamena, si sono date le misure in millimetri, prima l'altezza, poi la base; per le forme irregolari si è segnalata la misura maggiore, e tra parentesi tonde, quella minore. Si è inoltre precisata la presenza di note tergali, specificado se trattasi di note di contenuto, quando indicano data cronica, topica, oggetto e protagonisti dell'atto, o di note archivistiche, se registrano numeri e dati ad uso amministrativo. Si è segnalato anche l'eventuale presenza del sigillo, lo stato di conservazione della pergamena, cercando di individuarne, se in cattivo stato, la causa del danno. Infine si è segnalata in nota la struttura fisica del pezzo, qualora di un certo interesse, come nel caso di più pergamene cucite assieme. Nella descrizione delle pergamene si sono adottate le seguenti abbreviazioni: mm. millimetri ST Signum tabellionis In fase di condizionamento, ciascuna pergamena è stata individuata mediante la segnatura corrispondente apposta a tergo in matita in alto a destra.

Note (1) Ciò è confluito nella pubblicazione G. CICCOLINI (a cura di), Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, vol I, Trento 1936, pp. 255 - 273 (2) Pubblicata anche in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1983, pp. 231 - 239 (3) Per l'indicazione precisa e corretta delle generalità dei vari notai si è ricorsi a R. , Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, ricavati soprattutto dal Notariale tridentinum del P. Giangrisostomo Tovazzi ms. 48 della Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento, Trento 2000

1 b. 1 Nomina di arbitri - Sentenza 1494 giugno 13 , Pellizzano 1.a. Nomina di arbitri

1494 giugno 13, Pellizzano

14

Comparsi alla presenza del nobile Riccardo, notaio di Tavon, assessore del nobile Pangrazio di Castel Belasi, capitano e vicario generale del principe vescovo Udalrico di Lichtenstein, Odorico del fu Giovanni da Ortisé, a nome anche di Marco del fu Filippo da Ortisé, suo cugino, da una parte, e Lorenzo del fu Giampietro Marini da Castello, agente a nome della comunità di Castello, dall'altra, eleggono Giovanni Berardi del fu Bartolo da "Angolo" in Valcamonica, abitante a Fucine, a difesa di Odorico e del cugino, e Cristoforo, oste, del fu Giovannino "Cerdonis" da Pellizzano, a difesa della comunità di Castello, quali loro arbitri nella lite sorta tra le due parti

Notaio: Michele del fu Viviano del fu Giovannino Buzzoni da Ossana (ST)

1. b. Sentenza

1494 giugno 13, Pellizzano

Giovanni Berardi del fu Bartolo da "Angolo" in Valcamonica e Cristoforo del fu Giovannino "Cerdonis" da Pellizzano, quali arbitri, emettono la loro sentenza condannando Odorico e Marco al pagamento di tutte le spese giudiziali e di metà delle spese "cibi et potus" per gli arbitri e per il notaio; inoltre condannano Lorenzo a versare a Odorico e al cugino Marco 56 lire di denaro di buona moneta meranese, da contribuirsi in biada, bestiame e denaro entro la festa di Pasqua dell'anno prossimo

Notaio: Michele del fu Viviano del fu Giovannino Buzzoni da Ossana (ST) (1) Originale [A] (2), atto notarile pergamena, mm. 756 x 340 (330), a tergo note archivistiche e di contenuto. Note (1) Nella sottoscrizione viene specificato che la sentenza venne pubblicata dal notaio Michele, su incarico dei suddetti arbitri, nel 1495 gennaio 21, indizione XIII, a Pellizzano (2) La pergamena, costituita da due pergamene cucite insieme, si presenta mancante della parte finale.

2 b. 1 Locazione perpetua 1523 gennaio 23 , Pellizzano Cristoforo Busetti da Rallo, notaio, agendo a nome dei signori Thun, dà in locazione perpetua rinnovabile ogni 19 anni, dietro versamento di una libbra di pepe, alla comunità di Castello rappresentata dai suoi regolani nelle persone di Antonio Bresadola da Ortisé, Paolo Alberti e Cristoforo fu Antonio Lana da Castello, un appezzamento di terra prativo e arativo al censo annuo di 13 staia di frumento da condurre al castello della Rocca di Samoclevo. Notaio: Guariento del fu Antonio Guarienti da Rallo (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Copia autentica [B] tratta dal notaio Cristoforo Busetti da Rallo., atto notarile pergamena, mm. 392 (385) x 184 (77), a tergo note archivistiche e di contenuto. Alcune cuciture.

3 b. 1 Compromesso e nomina di arbitri 1572 maggio 14 , Ortisé Data la controversia nata tra le comunità di Castello e Ortisé da una parte, e i nobili Giovanni Domenico e il fratello Tomeo del fu Antonio Bresadola, Ognibene del fu Bartolomeo Turra, Tura del fu Domenico Turra, Giacomo del fu Giovanni Paolo, agenti a nome proprio e degli altri nobili di Castello e Ortisé, dall'altra, in merito al pagamento delle collette e dei gravami imposti dalla regola delle predette comunità sui beni allodiali, ipotecari e comunque condotti, collette che i suddetti nobili si rifiutavano di contribuire in forza 15 delle immunità e dei privilegi concessi ai nobili rurali dai principi vescovi trentini, si giunge ad un compromesso tra Alberto Dallavalle, Donato Marini, Bartolomeo Bortolameolli, Silvestro del fu Giovanni "Vezia", Antonio "de Rabia", Antonio del fu Giovanni Tomasi, Giovanni del fu Antonio Zambelli, Antonio del fu Pietro "Tassi", Antonio del fu Salvatore Zambelli e Matteo del fu Comino Ambrosi, quali vicini di Castello, e ancora Antonio del fu Matteo Filippi, Giovanni del fu Matteo Fattori, Giacomo del fu Giovanni Pietro Parolari, Giovanni Parolari, Cristoforo del fu Matteo Fattori, Antonio del fu Giovanni Filippi, Cristoforo del fu Giovanni Pietro Parolari e Giorgio del fu Cristoforo Fattori, quali vicini di Ortisé, e i suddetti nobili, secondo il quale ambe le parti accettano la nomina di Fabiano Redolfi, Antonio Dallavalle, Donato Turra, Bartolomeo "de Plaza", Biagio Bortolameolli, Matteo del fu Antonio Tomasi, tutti da Castello, e Antonio del fu Matteoto da Ortisé, Giovanni del fu Giovanni Donato Armani e Giacomo del fu Giovanni Pietro "de Fegio", entrambi da Termenago, quali arbitri della lite. Notaio: Giovanni Andrea di Giacomo Foppulo, abitante a Cusiano (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 525 (440) x 205 (147), a tergo note archivistiche e di contenuto.

4 b. 1 Inventario dei beni 1579 ottobre 17 , Castello In seguito alle deliberazioni dei vicari e dei visitatori "in spiritualibus" di Trento, Zeno del fu Giovanni "Tas", Paolo del fu Alberto Dallavalle, entrambi di Castello, Giovanni Domenico del fu Antonio Bresadola, notaio di Ortisé, avente "foco et loco" nella comunità di Castello, quali sindaci della chiesa dei SS. Donato, Zenone e Rocco di Castello, compilano l'inventario dei beni stabili posseduti dalla detta chiesa e dei beni ad essa pervenuti tramite i legati (1). Notaio: Giovanni Domenico del fu Antonio Bresadola (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 976 x 220 (175), a tergo note archivistiche e di contenuto. Note (1) La pergamena, costituita da due pergamene cucite insieme, manca della parte finale. L'elenco infatti dei beni della chiesa acquisiti tramite i legati si interrompe; esso probabilmente trovava seguito in una terza pergamena originariamente cucita assieme alla precedente, come si può evincere dai piccoli fori presenti alla base della pergamena stessa.

5 b. 1 Dazione in pagamento (1) 1600 (2) Un tale Ognibene consegna a donna Domenica, a titolo di pagamento di un debito, un campo della misura di 4 staia, sito nelle pertinenze di Castello, in località "in Rotiz". Notaio: Giovanni Odorico Rodolfi da Castello (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, frammento, mm. 298 (175) x 190 (128), a tergo note archivistiche e di contenuto. Note (1) Ciccolini, nel suo "Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole", Trento 1936, p. 262, annota trattasi di un frammento di un atto di cessione. (2) Ancora in "Inventari e regesti...", cit., p. 262, Ciccolini segnala per questa pergamena pervenutaci mancante della parte iniziale, l'anno 1600 circa, data dedotta probabilmente dal periodo di attività del notaio rogante Giovanni Odorico Rodolfi.

6 b. 1 Compravendita

16

1600 ottobre 9 , Castello Stefano del fu Fabiano Bortolameolli, agendo a nome suo e del fratello Zeno, vende ad Antonio Tomasi, quale regolano della comunità di Castello, un campo sito nelle pertinenze di Castello in località "sotto Zan al Roncol", al prezzo di ragnesi 17 di denari meranesi. Notaio: Giovanni del fu Giovanni Domenico Bresadola (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 135 (120) x 214, a tergo note archivistiche e di contenuto.

7 b. 1 Procura 1604 aprile 1 , Castello Antonio Silvestri, il nobile Antonio "Pizino", Marino Marini, quali regolani e consoli della comunità, Stefano Bortolameolli e Gasparino "Vidalibus", in qualità di giurati, Giovanni Detassis, Donato Redolfi, Marino Rudolfi, Giovanni Tomasi, Giovanni Bortolameolli, Silvestro "Tessa", Romedio Turra, Donato della Morata, Giacomo Bortolameolli, Antonio del fu Giovanni Zambelli, Antonio del fu Giacomo Zambelli, Matteo Tomasi, Fabiano e Antonio Turri e Antonio Bresadola, tutti vicini della comunità di Castello, convocati in pubblica regola, eleggono il dottor Bonaventura Alberti, cittadino di Trento e Giovanni Odorico Rodolfi, notaio di Castello, Tomaso Tomasi da Castello e Bartolomeo Fuiten da Pellizzano a loro procuratori e sindaci affinché li rappresentino nella causa in corso con Odorico barone Firmian. Essi nominano anche il dottor Filippo Scheyblen loro avvocato presso la Camera imperiale di Spira. Notaio: Ferdinando del fu Giovanni Guareschetti da Pellizzano (ST) (1) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 561 (531) x 254 (142), a tergo note archivistiche e di contenuto. Note (1) La procura fu letta alla presenza del vicario delle Valli di Non e Sole, Alessandro Foppolo, il giorno 8 luglio 1604. Notaio rogante è Cristoforo Gallo da

8 b. 1 Dazione in pagamento 1614 settembre 30 , Castello Pietro Armani da Termenago, a nome della comunità di Termenago, volendosi liberare da un debito costituito da un censo ammontante a 175 ragnesi di denari meranesi con gli uomini delle comunità di Castello e Ortisé dà in pagamento a Giovanni Tomasi e Giacomo Turra, quali regolani di Castello, e a Domenico Parolari, quale regolano della comunità di Ortisé: un censo, con tutti i diritti annessi, di ragnesi 100 fondato presso gli eredi di Giacomo "Blasiet" Bortolameolli da Castello; un altro censo di ragnesi 50 presso Marino Marini da Castello; un terzo censo di ragnesi 35 presso Donato Redolfi da Castello. Tomaso Tomasi, Fabiano Turra, Melchiore Turra, Donato Rudolfi, Donato della Morata, Giovanni e Pietro "Tassis", Giovanni Donato Bresadola, Gasparino "Vitalibus", Fabiano e Zeno Bortolameolli, i fratelli Ottavio e Ognibene Turri, vicini delle comunità di Castello e Ortisé, liberano il suddetto Pietro dal suo debito. Notaio: Giovanni del fu Giovanni Domenico Bresadola da Ortisé (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 342 (317) x 230 (182), a tergo note archivistiche e di contenuto.

9 b. 1 Costituzione di censo 1614 ottobre 2 , Castello

17

Domenico Parolari da Ortisé, quale regolano della comunità di Ortisé alla presenza e con il consenso di Fabiano Turra e di Giovanni "Tass", quali vicini di detta comunità, avendo bisogno di denaro, costituisce a favore di Antonio Benvenuti da , curato di Ortisé e Castello, a nome del beneficio e della curazia di Ortisé e Castello, un censo perpetuo del valore di 10 staia di frumento, assicurato sopra un monte detto "il Marezo" nelle pertinenze di Ortisé, al prezzo di 50 ragnesi di denari meranesi. Notaio: Giovanni Bresadola da Ortisé (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 372 (362) x 139 (124), a tergo note archivistiche e di contenuto.

10 b. 1 Compravendita 1616 gennaio 21 , Castello Giovanni del fu Cristoforo Tomasi da Castello a nome suo e dei suoi eredi vende a Antonio Zambelli da Castello e a Fabiano del fu Ognibene Turra da Ortisé, quali regolani della comunità di Castello, un prato sito sul monte di Castello, in località "a Zan", della misura di sette tavole, al prezzo di 11 ragnesi di denari meranesi. Notaio: Giovanni Odorico Rodolfi da Castello (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 331 (296) x 150 (125), a tergo note archivistiche e di contenuto.

11 b. 1 Transazione 1619 agosto 4 , Mezzana In seguito ad una controversia sorta tra il nobile Pangrazio Campi e la comunità di Castello, rappresentata dal regolano Antonio Tomasi e dai vicini Giacomo del Pol e Giovanni "Tass", in merito all'acquisto fatto da Pangrazio di un appezzamento venduto da Fabiano Bortolameolli, sul quale gravava un censo annuo di lire 30 di pane di frumento a favore della comunità di Castello, si giunge ad una transazione secondo la quale Pangrazio diventa il proprietario del campo ma è tenuto a versare al regolano e ai vicini di Castello il pane del suddetto legato per la durata di due anni oppure corrispondere la stessa quantità di frumento sempre per due anni. Lo stesso Pangrazio deve inoltre pagare a quelli di Castello le spese per la raccolta e la conduzione del frumento al fienile. Dall'altra parte i regolani e vicini della comunità di Castello dovranno versare al suddetto Campi 22 lire di denari meranesi per spese varie (in iure pro dicta causa, ... pro cibariis factis in domo ipsius Campi). Notaio: Giovanni Bresadola da Ortisé (sottoscrive ma non estende l'atto) (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 285 (260) x 128 (90), a tergo note archivistiche e di contenuto.

12 b. 1 Sentenza 1622 luglio 5 , canonica di Ossana Poiché il decreto visitale seguente alla visita pastorale del vescovo suffraganeo Pietro Belli dava disposizione affinché venisse restaurata la canonica di Castello, Menas e Ortisé, con una spesa da sostenersi da tutte e tre le comunità, come stabilito nell'instrumento notarile di Giovanni Domenico Bresadola del 1538, e poiché era nata una controversia tra la comunità di Castello da una parte, e quella di Ortisé e Menas dall'altra, circa il pagamento di tali spese, viene nominato quale arbitro della causa il reverendo don Paolo Levri. Il quale condanna gli uomini di Ortisé e Menas a versare 14 ragnesi al regolano di Castello per il restauro della canonica; i vicini di Castello non dovranno però pretendere da quelli di Ortisé e Menas altre contribuzioni in denaro per futuri restauri alla stessa se prima non si sarà verificato il bisogno di ulterori riparazioni. Notaio: Giacomo Guarienti di Ossana (ST) (sottoscrive ma non estende l'atto)

18

Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 306 (284) x 170 (158), a tergo note archivistiche e di contenuto.

13 b. 1 Costituzione di censo 1626 novembre 4 , Castello Antonio del fu Giacomino Zambelli da Castello costituisce a favore del reverendo Carlo del fu Giovanni Odorico Redolfi, di suo fratello, il reverendo Rodolfo, pievano di Salorno, e del fratello Fabiano, un censo perpetuo e affrancabile del valore di 10 staia di frumento, assicurato sopra alcuni beni siti nelle pertinenze di Castello, e in particolare: su di un prato della misura di 1 brozzo e 1/2 sito in località "in Pallivozza", e su di un campo sito in località "in Pesbastel", beni stimati da Florino della Morata e da Antonio Padelai come segue: il prato in ragione di 35 ragnesi il brozzo, il campo in ragione di 5 ragnesi la quarta; e questo al prezzo di 50 ragnesi di denari meranesi. Notaio: Giovanni Domenico di Giovanni Bresadola da Ortisé (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 280 (265) x 147 (142), a tergo note archivistiche e di contenuto.

14 b. 1 Compravendita 1640 settembre 18 , Pellizzano Cristoforo Ruffini da Pellizzano vende a Giacomo del fu Antonio Tamagnoni da Castello alcuni beni siti sul monte di Castello, e in particolare: un prato sito in località sopra "il mas di Tamagnoni"; un secondo prato sito nella medesima località; un altro prato sito in località "alle [...]" (1); un altro prato "al Ri da Bandi", al prezzo di 22 ragnesi di denari meranesi. Notaio: Sebastiano Ceresetti da Celledizzo (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 240 x 132 (112), a tergo note di contenuto. Note (1) Impossibile leggere il nome della località perchè la lettura è compromessa da sbiaditura dell'inchiostro e da rasura

15 b. 1 Dazione in pagamento [16]48 novembre 18 , Castello Antonio Padelai da Castello dà in pagamento a Giovanni Tamagnoni, quale sindaco della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello, un orto sito in località "alle Cort" della misura di due tavole, stimato da Donato Marini e da Antonio Tamagnoni, quali giurati della comunità, 15 ragnesi di denari meranesi per ogni quarta. Notaio: Giovanni Domenico Bresadola da Ortisé (ST) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 137 (127) x 137 (128),, a tergo note archivistiche e di contenuto.

16 b. 1 Locazione perpetua 1680 novembre 12 , Pellizzano Giulio Bonaventura Sardagna, capitano dei castelli di Pergine e , massaro delle valli, commissario nominato dal principe vescovo Francesco degli Alberti, investe la comunità di Castello rappresentata dai suoi regolani nelle persone di Giacomo Molignoni e Antonio Tallo, e da Tommaso del fu Andrea Tomasi, quale colono, a titolo di locazione perpetua, rinnovabile ogni 19 anni, di 19 alcuni beni siti nelle pertinenze di Termenago, e in particolare: di un campo stimato per la semina di 4 quarte di semente, sito in località "a Rodelle o alla Val del Ri" di Ortisé; di un campo stimato per la semina di 2 quarte di semente, sito in località "alla Predazza"; di un campo della misura di 12 quarte sito in località "al Tolp"; di un campo della misura di 2 quarte sito "a Tassignana" o "Baggioi"; di un campo stimato per la semina di 4 quarte di semente, sito in località "a Fedaiola" ora "Grezio"; di un casale sito "al Novel"; di un prato della misura di 3 brozzi di fieno sito in località "alle Fontanazze" o "Colvestre sopra il monte"; di un prato della misura di 1 brozzo di fieno sito in località "a Pradaz sotto monte"; di un prato della misura di 1/2 brozzo di fieno sito in località "sotto monte"; beni fino a questo momento posseduti dal sopraddetto affittuario Tomasi. La comunità di Castello è tenuta a versare al massaro una libbra di pepe ad ogni rinnovo di investitura e un censo gafforiale annuo (1) di 14 quarte di frumento. Notaio: Francesco Bonaventura Sardagna (ST) (sottoscrive ma non estende l'atto) Originale [A], atto notarile pergamena, mm. 330 (309) x 250 (225), a tergo note archivistiche e di contenuto. Note (1) Il censo gafforiale consisteva in un affitto dovuto alla mensa vescovile per terreni o beni da essa posseduti

20 subfondo 2 Anagrafe, 1626 - 2009

Contenuto Risale all'epoca del Concilio di Trento la decisione da parte della Chiesa cattolica dell'adozione sistematica dei cosiddetti "libri canonici", ossia il registro dei battezzati, dei cresimati, dei matrimoni, dei morti, e dello stato delle anime. Nello specifico, fu con l'emanazione del "Decretum de Reformatione Matrimonii" approvato l'11 novembre 1563 nella sessione XXIV del Concilio, che al curatore d'anime s'impose la tenuta dei registri dei battezzati e dei matrimoni. Più tardi, nel 1614, Paolo V prevedeva, nel suo "Rituale Romano", l'introduzione dei registri dei morti, dei cresimati e il "Liber animarum", prescrivendo ai capitoli 91 - 97, le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli registri. La diocesi di Trento recepì con solerte scrupolosità tali normative, almeno per quanto riguarda i registri dei battezzati, matrimoni, morti; i registri dei cresimati e il "Liber animarum" invece, seppur raccomandati dal Rituale Romano, conobbero una più larga diffusione solo a partire dal XIX secolo. In quasi tutte le parrocchie della diocesi si osservarono le disposizioni circa la corretta compilazione e conservazione dei libri canonici, come testimoniano anche gli atti visitali, stilati in occasione delle visite pastorali dei vescovi alle varie chiese. Con lettera circolare del 1 maggio 1781 anche l'autorità politica austriaca manifestò grande interesse verso i libri canonici riconoscendoli documenti pubblici a tutti gli effetti. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse modelli e lingua uniformi da usarsi nella loro compilazione. Il parroco veniva così investito della carica di ufficiale di stato civile. Agli inizi dell'Ottocento, nel periodo di dominazione bavarese e napoleonica, le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni, benché la regolare tenuta dei registri anagrafici fosse ancora assolta dai parroci; in seguito all'emanazione della legge imperiale del 20 aprile 1815 e del decreto dell'i.r. Commissione Aulica Centrale d'Organizzazione del 21 agosto 1815, il clero rientrò in possesso delle prerogative in merito alla tenuta delle matricole. Altre disposizioni relativamente alla tenuta delle registrazioni si susseguirono nel corso degli anni, spesso su sollecitazione delle stesse autorità governative. Con l'annessione all'Italia e l'impianto della stato civile presso tutti i comuni italiani, il 1 gennaio 1924 i parroci vennero privati della funzione di ufficiali di stato civile loro attribuita dal governo austriaco.

21 serie 2.1 Registro dei nati, matrimoni, morti, 1626 - 1696

Contenuto La serie consta di un solo libro nel quale vengono riportate le registrazioni più antiche relative ai nati e battezzati, matrimoni e morti di Castello, Ortisé e Menas; esse si riferiscono al periodo che va dal 1626 al 1696, quando dalla curazia di Castello dipendevano le cappelle di Ortisé e Menas. Il registro è suddiviso in tre parti: le registrazioni dei nati, quelle dei matrimoni, per finire con quelle dei morti. Esse sono espresse in forma discorsiva, anche se formulare, ossia non in finche prestampate. In epoca successiva è stata incollata al piatto anteriore della coperta un'etichetta sagomata riportante il titolo con gli estremi cronologici delle registrazioni contenute.

1 "Libro I dei nati morti matrimoni dall'anno 1626 - 1696" (1) 1626 dicembre 6 - 1696 giugno 13 Registro dei nati, matrimoni e morti della curazia di Castello, Ortisé e Menas - pp. 1 - 227: "Liber baptizatorum et baptizandorum sub cura Castelli, Hortisetti et Menasii", 1626 dicembre 6 - 1695 dicembre 27 a p. 116: "Sequentes baptizatos invenies a me Fabiano Mapheo nunc hic curato inscriptos in hunc librum incipiendo ab anno 1665", 1665 - pp. 1 - 33: "Matrimoniorum inscriptio in cura Castelli", 1653 aprile 26 - 1696 giugno 13 (2) a p. 8: "Sequentia matrimonia a me Fabiano Mapheo nunc hic Castelli curato in hunc librum inscripta sunt incipiendo ab anno 1665", 1665 - pp. 1 - 42: registro dei morti di Castello e Ortisé - Menas, 1664 agosto 29 - 1696 maggio 22 a p. 2: "Sequentes defuncti sunt in hunc librum inscripti a me Fabiano Mapheo nunc hic curato incipiendo ab anno reparati orbis 1665 in villa Castelli", 1665 Latino Registro, legatura in pergamena con lacci, pp. 1 - 227, 1- 33, 1- 42 Note (1) In epoca recente è stato aggiunto a matita: "Castello e Ortisé - Menas" (2) A queste registrazioni seguono in pagine non numerate alcune annotazioni genealogiche sulla famiglia Molignoni di Castello

22 serie 2.2 Registri dei nati e battezzati, 1696 - 1974

Contenuto La serie si compone di tre registri dei nati e battezzati. Le più antiche registrazioni inerenti i battezzati di Castello (ma anche di Ortisé e Menas), dal 1626 - 1696, si trovano annotate non nel primo libro di questa serie, ma in quello della precedente serie mista 2.1. "Registro dei nati matrimoni morti". Nella presente serie invece, si trovano le registrazioni a partire dal 1696, e fino al 1724 esse riguardano anche Ortisé e Menas; il secondo e il terzo registro invece contengono registrazioni relative solamente a Castello. I registri presentano incollate sul piatto anteriore della coperta, etichette sagomate, riportanti il titolo e gli estremi cronologici di riferimento. Il secondo e il terzo registro riportano incollato sul dorso un'ulteriore etichetta, di epoca molto recente, che esprime anch'essa la tipologia del registro e gli estremi cronologici.

1 "Libro II dei nati battezzati dal 1696 - 1773" (1) 1696 aprile 7 - 1773 marzo 11 (con annotazioni posteriori fino al 1819) Registro dei nati e battezzati di Castello, Ortisé e Menas all'inizio: "Renatorum series villarum Castelli, Ortisetti et Menasii" a p. 40: "Sequentem renatorum seriem inscriptam invenies per me presbyterum Nicolaum Bevilaquam tanquam curatum nunc existentem videlicet anno Domini 1707", 1707 a p. 63: "Incipit series inscribendorum per me presbyterum Defensum Bezzi artes liberalium et philosophiae doctorem nec non curatum a die 5 novembris 1712", 1712 novembre 5 a p. 151: "Incipit series baptizandorum per me P. Ioannem Morati curatum a die 11 septembris 1751 sed antea curatum Peii", 1751 settembre 11 Latino Registro, legatura in pergamena, pp. 214 Note (1) In epoca recente è stato aggiunto a matita: "Castello e Ortisé - Menas"

2 "Libro III dei nati e battezzati dal 1773 - 1826" (1) 1773 marzo 8 - 1826 luglio 16 (con annotazione precedente del 28 maggio 1748) Registro dei nati e battezzati della curazia di Castello Latino Registro, legatura in mezza pelle con laccio, pp. 137 Note (1) In epoca recente è stato aggiunto a matita "Castello"

3 "Libro IV dei nati e battezzati dal 1823 - 1974" (1) 1822 novembre 16 - 1974 dicembre 22 (con annotazioni posteriori fino al 14 ottobre 2000) Registro dei nati e battezzati a Castello 23

Sul v. del piatto anteriore della coperta: "I certificati dell'anno 1924 spettano al Comune", 1924 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 177 con indice alfabetico per cognomi all'inizio n.n. (2) Note (1) "1974" è aggiunta di altra mano. In epoca recente sull'etichetta è stato anche aggiunto "Castello" (2) L'indice alfabetico si presenta come fascicolo a sé, svincolato dal registro stesso

24 serie 2.3 Indice dei nati e battezzati, 1626 - 1965

Contenuto La serie si compone di un unico indice che si riferisce a tutti e quattro i libri dei nati e battezzati della curazia - parrocchia di Castello. Va da sé che fino al 1724, cioè prima della separazione dalle due curazie, le registrazioni riguardano anche Ortisé - Menas. Il registro si presenta in forma di rubrica e fa riferimento ai nati e battezzati a partire dal 1626. L'inizio della compilazione però si deve collocare alla fine dell'Ottocento per opera di don Decaminada. L'indice è strutturato in modo particolare: all'interno di ogni lettera vengono costituiti dei sottogruppi a seconda del numero di volume dei nati, e di conseguenza di arco cronologico, cui si fa riferimento. A fianco di ogni nato, oltre all'indicazione del volume e del numero di pagina, c'è anche quella dell'anno di nascita.

1 "Indice dei nati battezzati dal 1626 - " 1626 dicembre 6 - 1965 ottobre 3 (con visto del 7 ottobre 1965) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 158 (bianche pp. 75)

25 serie 2.4 Registri dei matrimoni, 1696 -

Contenuto Mentre durante il periodo della dominazione austriaca, il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile, in seguito all'annessione al Regno d'Italia il matrimonio religioso prese ad essere celebrato distintamente dal rito civile. Solo con il Concordato Lateranense del 1929 e la legge n. 847 del 27 maggio 1929, lo Stato italiano riconobbe validità civile al matrimonio celebrato in chiesa secondo il diritto canonico; al parroco spetta il compito della notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione al fine della trascrizione nei registri anagrafici.

La serie si compone di tre libri, le cui registrazioni danno testimonianza dei matrimoni avvenuti a Castello a partire dal 1696. In realtà la compilazione dei registri di matrimoni presso la curazia di Castello cominciò quasi quarant'anni prima nel 1653, ma tali registrazioni si trovano annotate nel registro della serie mista "Registro dei nati, matrimoni, morti" (2.1). Per quanto riguarda la presente serie, il primo libro che vi compare, concerne in parte anche Ortisé - Menas. Infatti solo a partire dal 1724 Ortisé - Menas andrà a costituire una curazia separata da quella di Castello. Mentre questo primo libro si trova compilato in forma discorsiva, anche se formulare, con la data del matrimonio, il nome degli sposi, quello del ministro celebrante e dei testimoni (spesso si fa anche riferimento alle avvenute pubblicazioni e alla mancanza di impedimenti civili e ecclesiastici), i successivi due registri si presentano invece a finche prestampate, entro le quali vengono inserite in maniera separata ma articolata le stesse notizie presenti nella forma di registro adottata precedentemente. I registri, come quelli dei nati e battezzati, presentano incollata sul piatto anteriore della coperta un'etichetta sagomata, apposta in epoca successiva alla loro compilazione, che riporta titolo ed estremi cronologici di riferimento. In particolare il secondo di essi presenta un'ulteriore etichetta sul dorso, di epoca recente, riportante anch'essa la tipologia del registro e l'arco cronologico compreso dalle registrazioni contenute. Il terzo registro della serie è ancora in uso. Eventuale documentazione inserita in allegato è stata estratta e collocata nelle rispettive pratiche costituenti la serie degli atti matrimoniali (2.12), oppure nel carteggio ed atti relativi all'anagrafe (2.13).

1 "Libro II dei matrimoni dal 1696 - 1825" (1) 1696 agosto 12 - 1826 aprile 12 Registro dei matrimoni relativo a Castello, Ortisé, Menas All'inizio: "Liber matrimoniorum de mense augusti 1696 de cura Castelli, Ortisetti et Menasii" sulla stessa c.: annotazione relativa all'avvenuta morte del curato Giovanni Moratti, 1796 agosto 31 sul v. della stessa c.: "Liber diligenter custodiendus ab omnibus curam animarum gerentibus, iuxta sacrosanti Concilii Tridentini praeceptum aliorumque conciliorum, in que coniugi et tertium nomina diem et locum conctracti matrimonii describuntur" a p. 11: "Sequens matrimoniorum memoria inscripta fuit a me presbytero Nicolao Bevilaqua ...", curato di Castello, Ortisé e Menas, 1707 a p. 20: "Sequitur series matrimoniorum inscribendorum tempore quo Deo optimo placuerit a me P. Defendo Bezzi de villa Cusiani artium liberalium nec non philosophiae doctore", 1713

26 a p. 106: "Impedimenta mere civilia quae obstant matrimonio contrahendo, inducta et nova gubernatione austriaca, cum patente imperiali sub die vigesima prima mensisi aprilis anni millesimi octocentesimi decimi quinti": elenco degli impedimenti civili per la celebrazione del matrimonio sotto il governo austriaco, 1815 aprile 21 Latino Registro, legatura in pergamena, pp. 114 Note (1) In epoca recente è stato aggiunto a matita: "Castello e Ortisé - Menas"

2 "Libro III dei matrimoni dal 1823 - 1925" (1) 1823 aprile 21 - 1925 febbraio 19 Registro dei matrimoni di Castello Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 77 con indice alfabetico per cognomi all'inizio n.n. (2) Note (1) "1925" è aggiunta di mano posteriore (2) L'indice alfabetico si trova svincolato dal registro in un fascicolo a parte collocato all'inizio del registro stesso

3 "Matrimoni 1926 - . IV" (1) 1926 aprile 15 - Registro dei matrimoni di Castello (2) All'inizio: "I matrimoni celebrati dal 1926 - '28, sottofirmati dai testi, si trovano in fascicolo a parte, in prima pagina dell'anagrafe dove figurano, trascritti, anche quelli dal 1931 - 35" Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 80 con indice alfabetico alla fine n.n. e non compilato Note (1) In epoca recente è stato aggiunto con pennarello blu: "Castello" (2) Le prime registrazioni sono tutte accompagnate dall'"Atto di matrimonio", incollato a fianco

27 serie 2.5 Indice dei matrimoni, 1653 - 1965

Contenuto La serie si compone di un unico indice che si riferisce a tutti e quattro i libri dei matrimoni della curazia - parrocchia di Castello. Va da sé che fino al 1724, cioè prima della separazione dalle due curazie, le registrazioni riguardano anche Ortisé - Menas. Il registro si presenta in forma di rubrica e fa riferimento ai matrimoni celebrati a partire dal 1653. L'inizio della sua compilazione però si deve ascrivere agli ultimi anni dell'Ottocento per opera di don Angelo Decaminada. L'indice è strutturato in modo particolare: all'interno di ogni lettera dell'alfabeto vi è un'ulteriore suddivisione a seconda del numero del registro di riferimento, il I, II, III o IV. A fianco di ogni matrimonio vi è l'indicazione del volume e del numero di pagina corrispondente.

1 "Indice dei matrimoni dal 1653 - " 1653 aprile 26 - 1965 febbraio 27 (con visto del 7 ottobre 1965) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 72 (bianche pp. 48)

28 serie 2.6 Registri dei morti, 1697 -

Contenuto La serie è costituita da tre libri dei morti, le cui registrazioni iniziano a partire dal 1697. In realtà la compilazione dei registri dei morti presso la curazia di Castello cominciò più di trent'anni prima nel 1664, ma tali registrazioni si trovano annotate nel registro della serie mista "Registro dei nati, matrimoni, morti" (2.1). Quanto alla presente serie, il primo libro riguarda in parte anche Ortisé - Menas. Infatti solo a partire dal 1724 Ortisé - Menas andrà a costituire una curazia separata da quella di Castello. Il primo e il secondo libro si trovano compilati in forma discorsiva, anche se formulare; il curato vi attesta di aver celebrato le esequie del defunto di cui riporta il nome, l'età, la data della morte, il luogo della sepoltura; nei registri meno antichi viene riportata anche la causa della morte. Il terzo libro invece si presenta a finche prestampate ed è l'unico ad essere fornito di indice. Esso è ancora in uso. Il secondo registro della serie presenta, sul piatto anteriore della coperta, la medesima etichetta degli altri registri dei nati e matrimoni, con l'indicazione del titolo e degli estremi cronologici di riferimento. Questo, insieme al terzo, presenta sul dorso un'ulteriore etichetta, di epoca recente, recante le medesime informazioni di cui sopra.

1 "Mortuorum. Curaziale registro de' morti che principia l'anno 1697/1779 vol. II" (1) 1697 gennaio 18 - 1779 dicembre 19 Registro dei morti di Castello, Ortisé, Menas All'inizio, dopo alcune formule introduttive: "Sequens mortuorum memoria inscrita fuit die 23 ianuarii 1752 a me P. Ioanne Morati curato Castelli postquam uffitium curati in villa Peii per spatium decem annorum" sempre all'inizio: annotazione relativa alla morte del curato Giovanni Morati avvenuta il 31 agosto 1796 a c. 10v: "Sequens defunctorum series per me P. Nicolaum Bevilaquam ...", 1706 Latino Registro, legatura cartacea con tassello di rinforzo a piede e traccia di laccio, cc. 55 Note (1) "1779 vol. II" è stato aggiunto posteriormente

2 "Libro III dei morti dal 1780 - 1826" (1) 1780 gennaio 28 - 1826 dicembre 25 Registro dei morti della curazia di Castello All'inizio, dopo alcune formule introduttive: "Sequens defunctorum series per me P. Ioannem Morati curatum inscripta est..." sempre all'inizio: annotazione relativa alla morte del curato Giovanni Morati avvenuta il 31 agosto 1796 sempre all'inizio: annotazione relativa al diritto del curato di Castello di seppellire i defunti "senza dipendere dalla parrocchiale", 1780 gennaio Latino Registro, legatura in mezza pelle con laccio, cc. 38 (numerazione originale varia) Note (1) In epoca recente è stato aggiunto a matita "Castello", mentre "N.B. Il libro II dei morti manca" è stato depennato

29

3 "Libro IV dei morti dal 1823" (1) 1823 gennaio 15 - Registro dei morti di Castello Italiano Registro, legatura in pelle , pp. 177 con indice alfabetico per cognomi all'inizio n.n. (2) Note (1) In epoca recente è stato aggiunto a matita "Castello" (2) L'indice alfabetico si presenta a parte, sfascicolato dal registro

30 serie 2.7 Indice dei morti, 1664 - 1965

Contenuto La serie si compone di un unico indice che si riferisce a tutti e quattro i libri dei morti della curazia - parrocchia di Castello. Va da sé che fino al 1724, cioè prima della separazione dalle due curazie, le registrazioni riguardano anche Ortisé - Menas. Il registro si presenta in forma di rubrica e fa riferimento ai morti di Castello a partire dal 1664. L'inizio della sua compilazione però si deve ascrivere all'ultimo decennio dell'Ottocento per opera di don Angelo Decaminada. L'indice è strutturato in modo particolare: all'interno di ogni lettera dell'alfabeto vi è un'ulteriore suddivisione a seconda del numero del registro di riferimento, il I, II, III o IV. A fianco del nome della persona defunta vi è l'indicazione del volume e del numero di pagina corrispondente.

1 "Indice dei morti dal 1664 - " 1664 agosto 29 - 1965 settembre 23 (con visto del 7 ottobre 1965) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 71 (bianche pp. 41)

31 serie 2.8 Registri dei cresimati, 1884 -

Contenuto La serie è costituita da un solo registro dei cresimati, compilato a partire dal 1884, in cui compare il nome del cresimato, la sua età, il nome dei suoi genitori, la data del conferimento del sacramento, il nome del ministro officiante, il nome e la condizione dei padrini. Il registro è ancora in uso.

1 "Vol. I. Cresimati Castello" 1884 settembre 10 - Registro dei cresimati di Castello Sul r. della c. di guardia anteriore: "Cresima: facoltà delegata ai parroci dalla Santa Sede...", [1948] a c. sd 5: annotazione relativa all'arrivo a Castello del vescovo Giovanni Giacomo Dalla Bona e all'accoglienza a lui riservata, 1884 settembre 10 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 19 (bianche cc. 2)

32 serie 2.9 Stati delle anime, 1851 - 1985

Contenuto Con il termine "stato delle anime" si vuole significare il libro nel quale venivano registrati tutti gli abitanti residenti entro il territorio della curazia. Era compito del curato infatti riportare in apposito registro i dati relativi allo stato della popolazione e aggiornare periodicamente tali registrazioni che indicavano la composizione dei vari nuclei familiari, elencati in ordine alfabetico in base al nome del capofamiglia, a cui faceva seguito l'elenco dei membri della famiglia in base all'età. Talvolta nella registrazione il curato seguiva l'ordine progressivo del numero civico di abitazione. Nel nostro caso, dei due registri di cui si compone la serie, il primo non presenta nessun tipo di ordine nella compilazione, né per ordine alfabetico del capofamiglia, né per ordine progressivo del numero d'abitazione; il secondo invece, sebbene non sempre con perfetto rigore, segue nella compilazione il criterio dell'ordine alfabetico. Si segnala inoltre che il secondo registro contiene un fascicolo a parte collocato all'inizio, con le registrazioni dei matrimoni celebrati a Castello dal 1926 al 1935, registrazioni che poi furono riportate anche nel libro dei matrimoni di cui al 2.4.3.

1 "Anagrafe della curazia di Castello" (1) sec. XIX ex. All'esterno del piatto anteriore della coperta: annotazione relativa a dati anagrafici del curato Pietro Valenti Italiano Registro, legatura cartacea, pp. 44

2 "Anagrafe di Castello. 1893" 1893 - 1985 All'inizio: "Vedi indice a parte" a p. 93: "Nuova anagrafe famiglie attive. 1965", 1965 contiene anche, come fascicolo a parte, collocato all'inizio del registro: "Libro IV dei matrimoni nella parochia di Castello dal 1926 - 1935": registrazioni dei matrimoni celebrati a Castello, 1926 aprile 12 - 1935 giugno 6 (1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 140 (bianche pp. 17) Note (1) Le stesse registrazioni sono riportate anche nel registro 2.4.3 "Matrimoni 1926 - "

33 serie 2.10 Indice dello stato delle anime, 1893 - 1985

Contenuto La serie è costituita da un unico registro compilato alla fine dell'Ottocento da don Decaminada e proseguito dai suoi successori fino alla metà degli anni '80 del Novecento. Il registro si presenta in forma di rubrica e fa riferimento alle famiglie residenti nel territorio della curazia - parrocchia di Castello. Il numero presente sul lato destro in corrispondenza di ogni nome si riferisce al numero di pagina del corrispondente registro dell'anagrafe di cui al 2.9.2.

1 "Indice della anagrafe Castello" [1893] - 1985 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 10 n.n. Note (1) "Castello" è stato aggiunto posteriormente con penna ad inchiostro rosso.

34 serie 2.11 Registri degli sponsali, 1883 - 1970

Contenuto La serie è costituita da due registri attestanti le reciproche promesse di matrimonio espresse dai due futuri sposi, e da essi sottoscritte, davanti al parroco e alla presenza dei testimoni. La registrazione avveniva solamente dopo il superamento da parte dei fidanzati di un examen e dopo la verifica compiuta dal parroco dell'inesistenza di impedimenti ecclesiastici e/o civili. Per i minorenni e gli incapaci era indispensabile il consenso del padre, del tutore o del giudice ("Codice civile austriaco", cap. 49). Da notare che l'uso di registrare le promesse di matrimonio presso la parrocchia di Castello perdurò fino al 1970, molto oltre la normale consuetudine.

1 "Matrimoni" 1883 marzo 17 - 1890 aprile 13 Registrazione delle promesse di futuro matrimonio tra i due contraenti, 1883 marzo 17 - 1890 aprile 13 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 10 n.n.

2 "Registro degli sponsali dall'aprile 1908 - . Castello" 1908 aprile 25 - 1970 aprile 9 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 44 n.n.

35 serie 2.12 Atti matrimoniali, 1801 - 1950

Contenuto Il capitolo 80 del Codice civile austriaco prescriveva ai parroci e ai curatori d'anime attenzione particolare da prestare alla formazione degli atti relativi alla celebrazione del matrimonio e alla registrazione dello stesso. La serie degli atti matrimoniali è costituita dall'insieme della documentazione prodotta dalle autorità civili ed ecclesiastiche competenti ai fini della celebrazione del matrimonio. Benché tale documentazione possa diversificarsi a seconda dei tempi e dei governi, in sostanza però essa comprende fedi di battesimo e di cresima, certificati di istruzione religiosa, richieste di pubblicazioni e attestati di eseguite pubblicazioni, attestati di povertà, permessi politici e civili, consensi paterni per i minorenni, dispense da impedimenti ecclesiastici, certificati di stato libero...

La serie comprende tre buste e un fascicolo di atti matrimoniali che vanno dal 1801 al 1950. Tutta la documentazione fino al 1892 era avvolta in fascette decennali riportanti il titolo "Matrimoni" e gli estremi cronologici di riferimento. Questo tipo di organizzazione fu probabilmente opera di don Decaminada. Dopo la sua partenza infatti, dal 1893 in poi, gli atti matrimoniali sono stati riuniti in due diversi fascicoli: nel primo confluiscono gli atti dal 1893 al 1929, nel secondo quelli dal 1931 al 1950. Da osservare inoltre che per quanto riguarda gli anni dal 1880 al 1929, corrispondenti all'interno della presente serie alle unità 2.12.2. e 2.12.3., sono conservati insieme agli atti matrimoniali anche gli atti relativi all'anagrafe, quali estratti degli atti di nascita e di morte, fedi... Le singole pratiche matrimoniali sono state riordinate in base alle registrazioni riportate nei corrispondenti registri dei matrimoni. A partire dal 1938, in seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, oltre alla consueta documentazione prodotta ai fini della celebrazione del matrimonio, è presente "L'esame dei contraenti", un modulo prestampato nel quale sono indagate le generalità dello sposo e della sposa, la loro istruzione religiosa, il loro proponimento - consenso al matrimonio. Eventuali atti non aventi riscontro con le registrazioni nei libri matrimoniali sono stati collocati in fondo agli atti dell'anno corrispondente.

b. 1 "I. Atti di matrimonio dal 1807 - 1879" 1801 - 1879 Atti matrimoniali relativi alla curazia di Castello, 1801 - 1879 (1) Mancano gli atti matrimoniali relativi agli anni 1839, 1841, 1846 - 1847, 1851, 1855 Italiano, latino Busta, cc. 210 Note (1) Dal 1801 al 1829 si conservano oggi solamente 11 pratiche matrimoniali b. 2 "Atti relativi ai matrimoni dal 1880 al 189_ . Atti di nascita dal 1879 - 189_. Atti di morte dal 1882 - 189_" 1880 - 1892

36

- Atti matrimoniali della curazia di Castello, 1880 - 1892 - "Atti di nascita dal 1879 - 1892": estratti degli atti di nascita, 1879 - 1892 - "Atti di morte dal 1882 - 1890": estratti dagli atti di morte, 1880 - 1886 Busta, cc. 133 b. 3 "Atti di nascita. Atti di morte. Atti matrimoniali" 1893 - 1929 - "Attestati di nascita": estratti degli atti di nascita, 1893 - 1903; 1929 - "Attestati di morte": estratti dagli atti di morte, fedi di morte, 1894 - 1925 - Atti matrimoniali, 1893 - 1926 (1) Busta, cc. 186 Note (1) Mancano gli atti matrimoniali relativi agli anni 1900 - 1901, 1920 b. 4 "Atti matrimoniali Castello 1931 - 1950" 1931 - 1950 Atti matrimoniali della parrocchia di Castello, 1931 - 1950 Italiano Fascicolo, cc. 173

37 serie 2.13 Carteggio ed atti relativi all'anagrafe, 1869 - 1952

Contenuto La serie si compone della documentazione prodotta o ricevuta dal curato in merito a ciò che concerne l'anagrafe. Entrambi i fascicoli di cui è costituita la serie sono di nuova costituzione in quanto il materiale, in alcuni casi, si trovava inserito in allegato nei registri anagrafici dai quali è stata estratto, in altri casi, frammisto ad altra documentazione. Dei due fascicoli, uno contiene carteggio attinente all'anagrafe, l'altro i certificati di ispezione cadaverica. Da ricordare che parte degli atti relativi all'anagrafe, cioè a dire fedi di nascita e morte, estratti dagli atti di nascita e morte, sono conservati insieme agli atti matrimoniali nella serie 2.12., a cui si rimanda.

1 b. 1 Carteggio relativo all'anagrafe 1869 - 1952 Fascicolo, cc. 36

2 b. 1 Certificati di ispezione cadaverica 1890 - 1923 Mancano i certificati relativi agli anni 1891 - 1894, 1896 - 1897, 1899 - 1900, 1909, 1917 - 1918 Fascicolo, cc. 59

38 subfondo 3 Chiesa parrocchiale, 1627 - 1970

Contenuto La chiesa di Castello sorge ai margini dell'abitato; è dedicata a San Donato vescovo, ma per molto tempo, come si può riscontrare nei documenti, essa fu intitolata all'Immacolata Concezione. Durante la visita pastorale del 1579 fu raccomandato di fornire la chiesa di Castello di un tabernacolo da porsi sull'altare maggiore, dedicato a San Zenone, e di un nuovo battistero (1). Negli atti del 1672 si ricava che la chiesa era dedicata alla Vergine Immacolata; venivano date inoltre alcune disposizioni: il tabernacolo doveva essere rivestito con tela di seta e fatta indorare la chiave; il curato doveva impegnarsi a mantenere la chiave del tabernacolo e del battistero in luogo decente; si doveva provvedere l'altare del Santo Rosario di una pietra portatile; occorreva far riparare i messali e provvedere un lavamano e degli asciugamani; infine venne raccomandato alla comunità di ingrandire la canonica di una stanza per l'abitazione del curato e della servitù. La chiesa possedeva tre altari, dedicati, uno all'Immacolata Concezione, il secondo a Sant'Antonio Abate, il terzo alla Beata Vergine del Rosario (2). Nel 1683 la chiesa fu danneggiata da un incendio, ma subito restaurata e fornita del necessario (3). Nel 1695 la chiesa, nuovamente intitolata a San Donato, come risulta dai documenti, possedeva tre altari. Si raccomandava questa volta la tenuta dei libri canonici (4). Negli atti visitali del 1742, conservati nel presente archivio parrocchiale, alla chiesa curata di Castello detta "dell'Imaculata Concezione" si raccomanda si far avanzare la pietra portatile dell'altare del Rosario verso l'antipendio, di coprire il tabernacolo e la portina di quello con un drappo di seta, di provvedere un campanello, di rifare il tetto con "materiali preparati", di far elevare il muro del cimitero per impedire l'ingresso delle capre. Si obbliga inoltre che "in tempo di divini offici e della dottrina cristiana si tengano chiuse le osterie e bettole sotto pena di un ragnese per ciascuna volta da pagarsi da ognu'uno che in detti tempi sarà trovato nelle osterie e bettole di tutta questa pieve, ... e quelli i quali in tempo di dei divini offici e della dottrina cristiana si fermerano oziosamente su le piazze o su le strade, trascurando di andar alla chiesa per provvedere alla salute delle anime loro..." (5). Negli atti relativi alla visita del 1751 viene ancora ricordato che la chiesa era dotata di tre altari, intitolati a San Donato, a Sant'Antonio Abate e al Santissimo Rosario; si fa menzione dell'esistenza di due confraternite, del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario (6). In seguito alla visita pastorale del 1884 si raccomanda al curato di di far indorare internamente i vasetti degli oli santi e due patene. La chiesa viene trovata non sufficientemente dotata di paramenti; la gioventù viene riconosciuta scarsamente istruita nel catechismo e poco assidua alle funzioni. Relativamente all'archivio, si raccomanda il curato di "far legare e conservare gelosamente i registri antichi, paginarli e porvi l'indice" (7).

Edificata nel XIV secolo, in stile lombardo, la chiesa di Castello presenta sulla facciata una finestra rotonda e due pilastri agli angoli. Il portale è lavorato in pietra locale, con stipiti curvantisi a mensola e reggenti l'architrave e piedritti ornati da rosette. L'architrave reca nel mezzo una mano benedicente; il portale è sovrastato da una lunetta affrescata rappresentante una Pietà del secolo XV. Sul lato sinistro si erge il campanile, con cima merlata e imponenti monofore in pietra in corrispondenza della cella campanaria. Il campanile possedeva nel 1853 tre campane della fonderia Pruner in Valtellina; durante la guerra ne vennero requisite due, poi refuse nel 1922 a spese dello stato.

39

L'interno della chiesa è ad una sola navata, divisa in quattro campate con archi a tutto centro ed elegante volta costolonata e illuminata da una monofora lobata, posta sul fianco destro e da un'altra apertura, situata nella parete absidale. L'abside poligonale è preceduta da due cappelle laterali a tasca. La chiesa possiede tre altari: quello centrale, dedicato a San Donato, in legno intagliato e dipinto, con pala raffigurante il martirio di San Donato, del XIX secolo. Presso quest'altare vi erano anticamente delle pitture, che nel 1649 i visitatori ordinarono di coprire. L'altare laterale sinistro, detto del Rosario, in quanto della omonima confraternita eretta presso la chiesa, era dotato un tempo di una pala, raffigurante probabilmente la Madonna del Rosario, oggi sostituita con una statua dell'Addolorata di recente produzione. L'altare laterale destro, dedicato ab origine a Sant'Antonio Abate, ora manca della pala di cui era fornito, sostituita, anche in questo caso, con una statua del Sacro Cuore di recente manifattura. L'altare è in legno dipinto e fu intagliato nel 1731 da Domenico Bezzi da Cusiano, mentre la pala, sempre secondo Weber, sarebbe stata dipinta nel 1783 per mano di don Carlo Della Torre da Mezzana. Nel 1683 la chiesa subì gravi danni a causa di un incendio, in seguito al quale fu restaurata e rinnovata. Successivi lavori di ampliamento conobbe nel corso del XIX secolo. Fu restaurata nel 1972 e adeguata alle norme liturgiche del Concilio Vaticano II (8).

Note (1) Archivio Diocesano Tridentino, Atti visitali 3, cc. 133 - 134 (2) Archivio Diocesano Tridentino, Atti visitali 16, cc. 206, 273v - 274 (3) D. PRIMERANO, Arte e devozione nelle chiese della Val di Sole, Trento 1983, p. 220 (4) Archivio Diocesano Tridentino, Atti visitali 22, cc. 31 - 32 (5) Archivio della parrocchia di Castello, 4.3.1., cc. 223 - 230 (6) Archivio Diocesano Tridentino, Atti visitali 62, cc. 226v, 234 (7) Archivio della parrocchia di Castello, 4.3.1., c. 233 (8) S. WEBER, Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte, vol. I, Trento 1936, rist. anast. Mori 1992, pp. 71 - 75; A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento 1986, pp. 618 - 619; D. PRIMERANO, Arte e devozione nelle chiese della Val di Sole, Trento 1983, p. 220

40 serie 3.1 Urbari e inventari, 1627 - 1821

Contenuto Già all'epoca delle visite pastorali di Bernardo Clesio (1537 - 1538) e di Ludovico Madruzzo (1579 - 1581) era stata avvertita la necessità di verificare l'entità del patrimonio economico delle chiese e dei benefici. Benché fosse richiesta ai singoli parroci la compilazione dei registri di amministrazione dei beni della chiesa, in realtà questa pratica rimase del tutto disattesa. I due principi vescovi Clesio e Madruzzo nutrirono perciò l'esigenza di emanare nuove disposizioni che rinnovassero l'obbligo da parte del clero alla redazione e conservazione di inventari, sia dei beni stabili che mobili, nonché della corretta tenuta dei libri dei conti (si vedano al riguardo i capp. XXIII - XXIV delle "Costitutiones Bernardi" riprese e aggiornate dalle Costituzioni sinodali emanate da Ludovico Madruzzo ai capp. XLVI - XLVII). In adempimento alle direttive vescovili per l'amministrazione dei beni si impose via via la tenuta di differenti registri, tra cui l'urbario o registro degli stabili e dei capitali: vi si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, e ancora i censi versati allo stesso. Compaiono inoltre dati relativi all'estensione dei beni, alla rendite annuali da essi ricavate, al nome dei locatari, alle scadenze dei pagamenti degli interessi, alla durata delle locazioni, alle ipoteche, alle garanzie, agli aggiornamenti relativi ai mutamenti nel godimento del bene (1).

La serie si compone di tre registri: due urbari e un inventario. Molto simili nell'impostazione, nella struttura e nell'organizzazione, i due urbari, chiamati l'uno "Urbario Martini" (1627), l'altro "Urbario Benvenuti" (1724), dal nome dei due notai che li redassero, riportano, con aggiornamenti e annotazioni posteriori, i beni mobili e immobili della chiesa, i censi perpetui e quelli affrancabili, i legati e gli obblighi missari a carico della chiesa. In essi vi sono contenute anche registrazioni relative alle confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario, con l'elenco dei beni stabili, dei censi ad esse spettanti, delle messe legatarie su di esse gravanti. L'inventario invece presenta non solo l'elenco e la descrizione dei beni mobili e stabili della chiesa, delle confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario, nonché dei beni della chiesa concessi in locazione, ma anche l'elenco dei documenti e delle carte conservate relative al patrimonio della chiesa e delle due confraternite suddette. L'inventario è del 1813.

Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio del clero curato, Trento - Venezia 1905, pp. 698 - 707

1 "Urbario Martini dell'1627" 1627 ottobre 5 - 1752 All'inizio: "Repertorium capitum" (1) - cc. 5 - 6: elenco dei beni mobili spettanti alla chiesa di Castello, 1627 ottobre 7 - cc. 7 - 8: elenco dei beni mobili della chiesa di Castello, 1653 dicembre 9 - cc. 9 - 10: elenco dei beni mobili spettanti alla chiesa di Castello, 1672 settembre 28 - cc. 15 - 20: elenco dei beni stabili spettanti alla chiesa di Castello, 1627 ottobre 7 (2)

41

- cc. 24 - 25: elenco dei legati e dei censi perpetui in olio d'oliva da corrispondere annualmente alla chiesa di Castello, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 9 dicembre 1653) - cc. 33 - 35: elenco dei legati o censi perpetui in denaro da versare annualmente alla chiesa, 1627 ottobre 7 - cc. 40 - 42: elenco dei legati o censi perpetui in frumento da corrispondere annualmente alla chiesa, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 9 dicembre 1653) - cc. 49 - 57: elenco degli affitti affrancabili da corrispondere annualmente alla chiesa di Castello, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 9 dicembre 1653 e fino al 16 ottobre 1717) - c. 62: elenco dei beni spettanti alla confraternita del Santissimo Sacramento, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 9 dicembre 1653) - c. 63: censi perpetui spettanti alla confraternita, 1627 ottobre 7 - cc. 65 - 67: affitti affrancabili da corrispondere alla suddetta confraternita, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 9 dicembre 1653) - cc. 77 - 85: elenco delle messe perpetue gravanti ogni anno sulla chiesa di Castello, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 28 settembre 1675) - cc. 93 - 100: elenco dei legati e delle elemosine 'pro die defunctorum' che ogni anno e in perpetuo devono essere distribuite alla comunità di Castello, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 28 settembre 1675) - cc. 111 - 117: elenco dei legati e delle elemosine 'pro rogationibus' che ogni anno e in perpetuo si versano alla comunità di Castello, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti fino al 15 maggio 1702) - c. 121: "Legatum agni paschalis additum in revisione die 9 decembris 1653 ", 1653 dicembre 9 - cc. 124 - 125: "Cautio legati panni horrei seu montis pietatis et capitalis summae puellarum facta per homines communitatis Castelli ...", 1653 dicembre 9 - c. 133: "Confessio ad favorem reverendi curati", 1627 ottobre 7 - cc. 135 - 137: "Conclusio et subscriptio inventarii", 1627 ottobre 7 - cc. 138 - 141: elenco dei beni spettanti alla confraternita del Santissimo Rosario, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti fino al 19 agosto 1724) - cc. 142v: stabili spettanti alla confraternita del Santissimo Rosario, 1653 dicembre 9 - cc. 146 - 147: "Conclusio revisionis" e sottoscrizione, 1653 dicembre 9 - cc. 148 - 149: conclusione della revisione e degli aggiornamenti e sottoscrizione, 1675 settembre 28 cc. 150v -152: deliberazione da parte dei rappresentanti della comunità di Castello circa l'illuminazione de "l'altare della Grande Madre di Dio e tutellare del nostro Santissimo Rosario tute le feste di precetto che corrono in tuto lano" e circa la fondazione di dodici messe legatarie "cioè una al mese di detti sabbati", 1715 dicembre [5, 12, 19, 26] - c. 156v: "Legati che paga Hortisetto", s.d. - c. 156v: "Nota del pane grosso dalle rogazioni dell'anno 1731", 1731 - c. 158: "Nota deli morti de pan dalli morti lano 1734", 1734 - cc. 158v - 159: nota dei legati del pane grosso per le rogazioni, 1735 - 1738 - c. 160v: "Nota deli legati dalli morti lano 1734", 1734 - cc. 161 - 164: legati per le rogazioni, 1741 - 1751 - c. 165: "Elemosine dalli morti per l'anno 1752", 1752 - c. 168v: atto tra un privato e i sindaci della chiesa di Castello relativamente a un prato sito nelle pertinenze di Castello in località "al Bevoradoi", 1676 luglio 26 Latino Registro, legatura in pelle con corregge, cc. 168 (bianche cc. 49) Note (1) La prima c. risulta per tre quarti strappata (2) L'elenco degli stabili spettanti alla chiesa aumenta col tempo come si rileva dalle aggiunte e dagli aggiornamenti del 9 dicembre 1653 e del 28 settembre 1675

42

2 "Urbario Benvenuti dell 1724" 1724 settembre 27 - 1812 All'inizio: "Inventarium urbarium et registrum omnium et singulorum bonorum mobilium et stabilium ac reddituum ecclesiae Sancti Donati de Castello, Scole Sanctissimi Sacramenti, Scole Sanctissimi Rosarii in eadem erectarum et missarum legatariarum ac eleemosynarum omni anno et in perpetuum exequendarum ac solvendarum in predicta villa Castelli, legati agni Paschalis, cautionis legatorum panni, panis, horrei seu granarii et summe puellarum ac confessionis ad favorem reverendi curati dicti loci respectu pecuniam receptam a communitate Termenaghi, cum eorum omnium assicurationibus in plura capita seu partes ut in per ordinem divisum et distinctum curam presentiam et authoritate Illustrissimi et reverendissimi domini archipresbyteri Trentini, anno 1724 secutum" alla c. seguente: "Repertorium capitum" - cc. 4v - 7: elenco dei beni mobili spettanti alla chiesa di Castello, 1724 settembre 27; 1751 - 1764 - c. 6v: "promemoria" relativo ai dipinti della cappella del Rosario e dell'altare di Sant'Antonio, 1751 - c. 12v: "Memoria della revisione fatta li 16 agosto 1760 sopra le croci che dividono il Dos della venerabile chiesa di Castello e le montagne della Valanara della predetta comunità di Castello", 1760 agosto 16 - cc.13 - 18: elenco dei beni stabili spettanti alla chiesa di Castello, 1724 settembre 27 (con aggiornamenti fino al 1775) - cc. 23 - 24: elenco dei legati e dei censi perpetui in olio d'oliva da corrispondere annualmente alla chiesa di Castello, 1724 settembre 27 (con annotazioni del 1734) - cc. 32 - 33: elenco dei legati o censi perpetui in denaro da versare annualmente alla chiesa, 1724 settembre 27 (con annotazione del 1737) - cc. 39 - 42: elenco dei legati o censi perpetui in frumento da corrispondere annualmente alla chiesa, 1724 settembre 27 (con annotazioni fino al 1782) - cc. 47 - 57: elenco degli affitti affrancabili da corrispondere annualmente alla chiesa di Castello, 1724 settembre 27 (con aggiornamenti e annotazioni fino al 1784) - cc. 58 - 59: elenco dei beni spettanti alla confraternita del Santissimo Sacramento, 1724 settembre 27 (con aggiornamenti del 1744) - cc. 61 - 65: affitti spettanti alla chiesa, 1773 ottobre 6 - 1881 ottobre 8 - c. 66: elenco dei censi perpetui spettanti alla confraternita del Santissimo Sacramento, 1724 settembre 27 (con annotazione del 1730) - cc. 68 - 76: affitti affrancabili da corrispondere alla suddetta confraternita, 1724 settembre 27 (con aggiornamenti fino al 1780) - cc. 77 - 80: elenco dei beni spettanti alla confraternita del Santissimo Rosario, 1724 settembre 27 (con aggiornamenti fino al 1775) - cc. 82 - 91: elenco degli affitti affrancabili da corrispondere alla confraternita del Santissimo Rosario, 1724 settembre 27 (con aggiornamenti fino al 1788) - c. 92r: "Inluminatio altaris B.V.M. Sanctissimi Rosarii", 1724 settembre 27 (con annotazione del 1766) - cc. 92v - 93: elenco delle messe a carico della confraternita del Santissimo Rosario, s.d. - cc. 94 - 105: elenco delle messe perpetue gravanti ogni anno sulla chiesa di Castello, 1724 settembre 24 (con aggiornamenti fino al 1779) - cc. 93 - 100: elenco dei legati e delle elemosine 'pro die defunctorum' che ogni anno e in perpetuo devono essere distribuite alla comunità di Castello, 1627 ottobre 7 (con aggiornamenti del 28 settembre 1675) - cc. 113 - 120: elenco dei legati o elemosine che ogni anno e in perpetuo si versano alla comunità di Castello, 1724 settembre 27 - c. 121: "Affitti del Rosario", 1781 settembre 30 - cc. 131 - 141: legati o elemosine che ogni anno e in perpetuo si versano alla comunità di Castello in "die martis rogationum", 1724 settembre 27 (con aggiornamenti e annotazioni fino al 1782) - c. 149: "Legatum agni Paschalis", 1724 settembre 27 - c. 150: "Sequuntur bona stabilia spectantia ad venerabilem Montem Pietatis varys debitoribus successive extracta et ad instantiam regulanorum..."

43

- c. 151v: copia del testamento Redolfi del 10 febbraio 1628, [1812] - cc. 152 - 153: "Cautio legati panni, horrei seu montis pietatis et capitalis summe puellarum facta per homines communitatis Castelli ...", 1724 settembre 27 - cc. 153v - 154: annotazione relativa al testamento di Redolfo Redolfi e al legato da lui fondato, 1811 maggio 16 - cc. 155 - 159: elenco degli affitti affrancabili da pagare alla confraternita del Santissimo Rosario, 1772 ottobre 9 - 1781 ottobre 8 - c. 165: dichiarazione di Antonio Rossi, arciprete di Ossana, di aver atteso alla "revisione d'inventarii delle chiese e legati di messe perpetue et elemosine conforme alli ordini nella precedente prossima passata visita datti..." - cc. 176 -178: conclusione e sottoscrizione del notaio Giovanni Battista Benvenuti, 1724 settembre 27 - cc. 179v - 180: copia di un decreto relativo alla comunità di Castello, 1769 settembre 13 (copia) - c. 181: copia di un decreto emanato a favore della confraternita del Santissimo Sacramento e contro la comunità di Termenago, 1771 maggio 14 (copia) - cc. 183 - 186: registrazioni di pubblico incanto, 1744 agosto 10 (1) - c. 187v: "Capitula et pacta inita inter communitates Termenagi, Castelli et Ortiseti in prima fundatione huius curatrice Castelli..." Latino Registro, legatura in pelle, cc. 187 Note (1) Tutte le registrazioni sono depennate

3 "1813. Inventario delle carte, scritture, documenti, libri ed utensili e mobili della chiesa curata e cura e casa curaziale di Castello, e ragioni dei signori curati pro tempore esistenti 1817" (1) 1813 marzo 20 - 1821 settembre 3 (con antecedenti al 1810 ottobre 4 ) A c. 1r: circolare del Dipartimento dell'Alto Adige concernente le indicazione da fornire ai fabbricieri sulle modalità di compilazione degli urbari e degli inventari delle chiese, 1813 dicembre 21 - cc. 1v - 2: "...privilegia, documenta, et scripturae huius curae et ecclesiae curatae S. Donati Castelli": elenco dei vari documenti relativi alla curazia di Castello e da essa posseduti, 1813 marzo 20 - 1817 luglio 16 - c. 3: "Inventario de' libri della cura di Castello che qui si descrivono", 1813 marzo 20 - cc. 4 - 5r: "Siegue l'inventario osia descrizione e denominazione di tutte le carte e scritture e decretti apartenenti alla chiesa ed alla cura di Castello", 1813 marzo 20 - 1818 - c. 5v: "Nota delle suppliche umiliate alla Superiorità per locare in perpetuo alcuni terreni della chiesa e Santissimo", 1813 marzo 20 - cc. 6 - 8: "Siegue l'inventario osia descrizione e denominazione di tutti e di cadauno dei beni stabili della chiesa curata di San Donato di Castello, cioè campi e prati...", 1813 marzo 20 - c. 9r: "Inventario osia descrizione dei beni stabili e denominazione di quelli apartenenti alla confraternita del Santissimo Sacramento eretta in questa chiesa curata locati in perpetuo come siegue per maggior coltivazione e meglioramento", 1813 marzo 20 - c. 9v: "Descrizione e denominazione dei fondi apartenenti all'altar della Beata Vergine Maria del Rosario locati in perpetuo come siegue", 1813 marzo 20 - cc. 10 - 12: "Si descrivon e si denominano li documenti dei capitali attivi che si pagano alla chiesa dai diversi membri, come siegue", 1813 marzo 20 - cc. 13 - 15r: "Inventario di tutti li mobili della chiesa curata di San Donato di Castello che qui si descrivono e si denominano ed ogni anno da riscontrarsi e da sottoscriversi sempre dal sagristano che gli ha in consegna", 1813 marzo 24 - 1815 - c. 15v: "Pro memoria", 1821 settembre 3 - cc. 17 - 20: trascrizione del carteggio tra curato di Castello e Imperial Regia Prefettura delle Valli di Non e Sole concernente la documentazione del comune di Castello, 1810 ottobre 4 - 1818 - c. 21r: "Pro memoria", 1817 ottobre 21 - c. 21v: "Copia tertii decretti", 1818 marzo 30

44

- c. 22: elenco degli stabili dati in locazione e posseduti dalla chiesa di Castello registrati nel "libro pubblico steorale" del comune di Castello, [1818] Italiano, latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 22 (bianche c. 1) Note (1) "e ragioni dei signori curati pro tempore esistenti 1817": è aggiunta di mano posteriore

45 serie 3.2 Quinternetti, 1853 - 1920

Contenuto Il quinternetto, o scodirolo, è un registro nel quale vengono annotate le partite di credito da riscuotersi entro l'anno amministrativo. In esso compaiono i debitori, l'interesse da contribuirsi alla chiesa, il saldo effettuato in corrispondenza di ogni anno. La serie si compone di un fascicolo e di tre registri. Sia i quinternetti contenuti all'interno del fascicolo, chiamati anche polizze, una sorta di quaderni dalla legatura cartacea, o privi di essa, rinvenuti legati insieme con uno spago, che i tre registri riportano le annotazioni relative alla riscossione degli affitti, ossia degli interessi sui capitali, e il saldo versato da ognuno dei debitori della chiesa alla scadenza fissata (di solito era alla festa di San Michele, il 29 settembre).

1 "Quinternetti della venerabile chiesa dal 1861 - 1890" 1853 - 1891 Quinternetti, o polizze, relative alla riscossione degli affitti a favore della chiesa di Castello, 1853 - 1891 (1) Fascicolo, cc. 185 Note (1) Mancano i quinternetti relativi agli anni 1855 - 1860, 1863 - 1872

2 "Quinternetto della venerabile chiesa di Castello" 1892 - 1899 Registro degli affitti da versare alla chiesa di Castello Sul r. della c. di guardia anteriore: "Quinternetto per la rascossione degli interessi ed affitti della venerabile chiesa che scade ogni anno a S. Michele 29 settembre" Sulla c. di guardia posteriore: indice alfabetico dei debitori della chiesa Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 27 (numerazione originale varia)

3 "Quinternetto della venerabile chiesa curaziale" (tit. int.) 1898 - 1916 (con antecedenti al 1895) Registro degli affitti con annotazioni di pagamenti, di acconti, di saldi effettuati da privati a favore della chiesa di Castello e di Ortisé (1) all'ultima c. (2): registrazione di messe da soddisfare, 1913 - 1916 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 45 n.n. Note (1) Alcune registrazioni sono state effettuate a registro capovolto. Tra di esse compaiono i pagamenti degli affitti di terreni spettanti alla chiesa di Ortisé (2) Queste registrazioni si presentano effettuate a registro capovolto, quindi in realtà sono non all'ultima carta ma alla prima 46

4 "Quinternetto della venerabile chiesa di Castello dal settembre 1912 - " 1912 - 1920 All'inizio: "La croce messa fra la data e l'importo indica che fu pagato", [1912] a p. 86: Indice dei capitali, [1912] Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 86 (bianche pp. 28)

47 serie 3.3 Atti amministrativi, 1693 - 1966

Contenuto La serie comprende tra buste e fascicoli, 10 unità archivistiche, alcune originarie, altre di nuova formazione. In particolare, nelle buste originarie che presentano sul dorso di colore blu un'etichetta con l'elenco sommario della tipologia di documentazione contenuta, è stato ordinato e mantenuto il materiale che originariamente e ad un primo intervento di riordino, attribuibile a don Decaminada, vi era stato collocato. Il materiale invece aggiunto successivamente, quasi casualmente e dunque spesso non pertinente con la restante documentazione contenuta nelle singole buste, organizzato in altri fascicoli o sottofascicoli, è stato estratto per andare a costituire fascicoli considerati come unità a sé stanti. Per quanto riguarda il contenuto della documentazione conservata in questa serie, si tratta di carteggio ed atti concernenti soprattutto la gestione amministrativa del patrimonio della chiesa. Si fa notare inoltre la presenza di documentazione relativa alla separazione della curazia di Ortisé da quella di Castello, avvenuta nel 1724, e al riconoscimento della nuova unione della parrocchia di Castello con quella di Ortisé, sancito dal D.P.R. del 24 aprile 1965, n. 610 (1).

Note (1) Archivio della parrocchia di Castello, 3.3.10., c. 2

1 b. 1 "VII ... Documenti antichi. Questioni nell'amministrazione. Affittanza stabili" 1693 - 1949 - Documentazione relativa a debiti ipotecari contratti da privati verso la chiesa di Castello, il Monte di Pietà, la confraternita del Santissimo Sacramento e quella del Santissimo Rosario: contratti di locazione, dazioni in pagamento, petizioni, insinuazioni per rinnovo d'ipoteca, transazione, convenzione, nota dei capitali di ragione della chiesa di Castello, carteggio relativo, 1693 - 1861 - "Questioni di amministrazione": carteggio relativo alla resa dei conti e in generale all'amministrazione del patrimonio della chiesa, 1809; 1869 - 1881 - Atti d'affittanza, protocolli d'asta, elenco dei fondi della chiesa levati all'asta, contratti di locazione, 1893 - 1949 Busta, cc. 219

2 b. 1 Documentazione relativa alla separazione della curazia di Ortisé da quella di Castello 1724; 1817 - 1830 Copia degli atti relativi alla separazione della curazia di Ortisé da quella di Castello, copia dei capitoli della curazia di Castello, pro memoria circa la separazione della cura di Termenago, Ortisè e Menas da quella di Castello, carteggio relativo all'approvazione dei capitoli, 1724; 1817 - 1830 Fascicolo, cc. 40

3 b. 1 Obblighi del curato 48 sec. XVIII ex. Capitoli ed obblighi del nuovo curato, sec. XVIII ex. (1) Fascicolo, cc. 2 Note (1) I capitoli del nuovo curato iniziano dal n. 9, dunque probabilmente manca al bifoglio che oggi si conserva, una o più carte.

4 b. 1 Prospetto delle uscite, resi ed aggravi della comunità di Castello presso la chiesa di Castello, tabella relativa ai capitali della chiesa 1808 - 1811 Fascicolo, cc. 4

5 b. 2 "I. Inventari. Atti di consegna. Documenti di prestiti. Fogli di possesso. Atti d'affittanza. Polizza d'assicurazione" 1822 - 1966 - Inventari del patrimonio della chiesa di Castello, 1822 - 1903 (1) - "Atti di consegna del beneficio": atti di consegna del patrimonio della chiesa e del beneficio curaziale, 1869 - 1936 - "Documenti di credito estinti": documentazione relativa a debiti ipotecari contratti da privati verso la chiesa di Castello, insinuazioni per rinnovo d'ipoteca, nozioni, petizioni, convenzione, condizioni d'affittanza, condizioni d'asta, editto d'incanto, conchiusi, istanze, concessione d'esecuzione, quietanze, 1824 - 1922 - Polizze d'assicurazione della chiesa di Castello e relative quietanze di pagamento, 1912 - 1966 Busta, cc. 303 Note (1) Gli inventari presenti si riferiscono agli anni 1822, 1866, 1877, 1894, 1903. Quelli del 1866 e del 1903 sono in duplice copia.

6 b. 2 "Contratto dei candellieri di ottone" 1854 - 1862 Carteggio con la ditta Bernardi di Brescia per la fornitura di nuovi candelieri, 1854 - 1862 Fascicolo, cc. 10

7 b. 2 "Cimitero" 1866 - 1892 Fascicolo, cc. 8

8 b. 2 "IV. Capitali. Fassione. Foglio di possesso della chiesa... " (1) 1880 - 1965 Diffide di pagamento, avvertimenti, fassione della chiesa, estratti del foglio di possesso, estratti tavolari, editti di incanto, conchiusi, 1880 - 1965 Busta, cc. 53 Note

49

(1) "Fassione del curato. Affittanze" risulta depennato

9 b. 3 "Campane... Fassione" 1885 - 1948 - Carteggio relativo alle campane della chiesa di Castello e di Ortisé: carteggio relativo alla fusione delle campane, alla costituzione di un comitato pro campane a Castello, elenco degli offerenti pro campane, quietanze di pagamento, carteggio con la fonderia Angelo Bianchi di Varese per la fornitura di nuove campane, censimento delle campane, memoria relativa alla benedizione delle nuove campane, 1916 - 1948 - Fassioni, carteggio relativo alla congrua, prospetti di rettificazione concernenti il curato di Castello, 1885 - 1923 Busta, cc. 141

10 b. 3 Carteggio relativo al riconoscimento dell'unione della parrocchia di Ortisé con la parrocchia di Castello 1964 - 1965 Fascicolo, cc. 10

50 serie 3.4 Registri di cassa, 1640 - 1970

Contenuto La serie comprende sei registri che propriamente si possono distinguere in registri delle rese di conto, i più antichi, e registri di cassa, quelli più recenti. I registri delle rese di conto venivano compilati dai massari o sindaci della chiesa, ossia i funzionari che in realtà detenevano l'incarico dell'amministrazione del patrimonio della chiesa. Le Constitutiones Bernardi e i successivi sinodi, per garantire la continuità e la regolarità dell'amministrazione, avevano previsto che sindaci e massari rendessero conto ogni anno della loro amministrazione in presenza del pievano o del parroco "senza il parere del quale non si faccia in detta chiesa cosa alcuna d'importanza". Spettava al parroco infatti la nomina di due o più sindaci ed era suo dovere presenziare al rendiconto annuale dell'amministrazione pena la nullità dell'elezione e l'invalidazione del rendiconto stesso. Il parroco doveva inoltre conservare copia dei registri dei conti e verificare l'esistenza o meno di abusi e irregolarità nella riscossione delle entrate e nel loro utilizzo. Il capitolo "De syndicis et iuratis ecclesiarum" (n. 50) delle Costituzioni sinodali di Ludovico Madruzzo organizzò in maniera sistematica e definitiva norme e regolamenti emanati in materia: il rettore della chiesa doveva annualmente nominare due laici come sindaci della fabbriceria, che dopo il giuramento prestato nelle mani del parroco, avrebbero dovuto amministrare il patrimonio ed occuparsi della manutenzione dell'edificio sacro. Entro due mesi dalla fine del loro mandato, i sindaci erano obbligati a consegnare ai successori tutti i documenti relativi alla fabbrica, fornire il rendiconto dell'attività, come pure la documentazione riguardante i crediti non ancora riscossi. Il denaro, insieme a tutti i documenti, andava collocato in luogo protetto chiuso con una chiave, di cui un esemplare era in possesso del parroco, uno del sindaco, un terzo di un rappresentante del potere secolare (1).

Mentre due sono i registri delle rese di conto presenti nella serie, tre sono invece quelli di cassa, registri in cui venivano annotate quotidianamente le entrate e le uscite: il primo di essi, in ordine temporale, fu compilato da don Arvedi dal 1869 al 1877, il secondo va dal 1896 al 1912, il terzo dal 1921 al 1970. La serie accoglie anche un altro registro, quello riguardante il Pane di Sant'Antonio, fondo amministrato dal parroco, alimentato da offerte spontanee in denaro, da cui venivano attinte le elemosine destinate a opere di beneficienza e carità. Lo stesso registro, dopo le prime annotazioni riservate al Pane di Sant'Antonio, venne utilizzato come strazzetto per le registrazioni in forma di minuta relative al movimento cassa delle chiese di Castello e di Ortisé.

Note (1) C. NUBOLA, Conoscere per governare. La diocesi di Trento nella visita pastorale di Ludovico Madruzzo (1579 - 1581), Bologna 1993, pp. 149 - 155

1 Registro delle rese di conto della chiesa curaziale di Castello 1640 - 1749 settembre 30 Registro dei conti delle entrate e uscite e saldo finale relativo all'amministrazione della chiesa di Castello, 1640 - 1749 settembre 30 verso la fine: 51

- annotazione relativa a saldi avvenuti, 1716 ottobre - 1723 novembre 3 - elenco dei beni locati a privati e spettanti alla chiesa di Castello, 1731 agosto 16 - 1744 agosto 10 - registrazioni dei conti relativi all'amministrazione del Monte di Pietà ("granaro") eretto nella comunità di Castello, 1643 ottobre - 1664 ottobre 9 Italiano Registro, legatura in pelle con laccio, cc. 229 (numerazione originale parziale)

2 "Libro nuovo della venerabile chiesa curata di Castello sotto il titolo dell'Immacolata Concetta e protetrice Maria, in cui fedelmente doveransi inscrivere tanto le rendite appartenenti alla medema, quanto li esposti per essa" (tit. int.) 1749 - 1843 Registro delle rese di conto, delle entrate e delle uscite della chiesa curaziale di Castello, 1749 - 1843 verso la fine: elenco dei livelli da pagarsi alla chiesa sempre verso la fine: elenco dei capitali della chiesa sul r. dell'ultima c.: "Pro memoria" relativo ai pagamenti da farsi nel giorno dell'anniversario, s.d. sul v. dell'ultima c.: "Memoria" relativa ad un campo sito in località "à Porta" concesso in locazione a privati, 1751 dicembre 11; "Memoria" relativa alla resa di conto del 1753, 1753 Italiano, latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 232 n.n.

3 "Pro memoria degli incassi e delle spese fatti dal reverendo signor don Arvedi dal giorno del suo possesso nella cura di Castello 19 aprile 1869 fino a quello della sua partenza 10 aprile 1877 a favore della venerabile chiesa di San Donato" 1869 giugno 6 - 1877 aprile 9 Registro delle entrate e delle uscite, 1869 giugno 6 - 1877 aprile 9 Registro, senza coperta, cc. 16 n.n.

4 "Chiesa entrata - uscita Castello 1896" 1896 - 1903; 1908 - 1912 - Registro delle entrate della chiesa di Castello, 1896 - 1903 - registro delle uscite della chiesa di Castello, 1896 - 1903; 1908 - 1912 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n.

5 "Giornale entrata ed uscita della venerabile chiesa di Castello. 1921 - 1970" (1) 1921 gennaio 31 - 1936; 1940 febbraio 5 - 1970 dicembre 31 Registro di cassa delle entrate e delle uscite della chiesa di Castello Italiano Registro, legatura in tela, cc. 63 n.n. Note (1) "1921 - 1970" è aggiunta di mano diversa

52

6 "Pane di S. Antonio" 1923 gennaio 1 - 1965 - Registrazioni delle entrate e delle uscite del Pane di Sant'Antonio, 1923 gennaio 1 - 1926 ottobre 20 - appunti in forma di minuta delle registrazioni delle entrate e delle uscite della chiesa di Castello, 1953 - 1965 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 50 n.n.

53 serie 3.5 Resoconti e documenti di corredo, 1821 - 1964

Contenuto La corretta gestione del patrimonio economico di una chiesa rientrava come compito fondamentale del curato. A lui spettava, secondo il diritto ecclesiastico, la principale direzione dell'amministrazione dei beni, alla quale si aggiungeva una sorta di superiore ispezione esercitata dall'Ordinariato. In base all'art. 30 del Concordato del 1855 stipulato tra Impero e Santa Sede, la sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici passava dagli organi locali di governo all'autorità ecclesiastica. A tal fine nel 1865 fu istituito nella diocesi di Trento l'Ufficio Amministrativo Diocesano. Seguì nel gennaio 1866 l'emanazione sul Bollettino delle leggi dell'Impero di alcune "Norme", miranti a regolamentare la materia e ad imporre la compilazione dei resoconti. Secondo tali norme, infatti, la fabbriceria doveva presentare alla fine di ogni anno amministrativo (che coincideva con l'anno solare, ossia al 31 dicembre) una puntuale resa di conto in merito alla gestione del patrimonio. Il conto doveva essere presentato in duplice copia in base alle voci di entrata e uscita riportate sul giornale di cassa; esso doveva inoltre essere corredato dai rispettivi allegati, ossia dalle pezze d'appoggio attestanti le entrate, e le quietanze relative alle uscite, ordinati secondo la successione delle voci di entrata e uscita del resoconto. Prima di passare le consegne ai nuovi eletti, i fabbricieri dovevano rendere conto al parroco del loro operato: soprattutto andava verificato se l'integrità del patrimonio della chiesa era stato fatto salvo; in caso contrario i fabbricieri erano tenuti a risarcire i danni subiti dall'entità del patrimonio. Il conto in duplice copia e gli allegati dovevano essere spediti, per la revisione, alla Computisteria diocesana entro la prima metà del mese di marzo. Una volta approvati, una copia veniva inoltrata all'autorità politica provinciale, mentre l'altra, vistata, veniva restituita alla parrocchia (1). Ogni dieci anni, insieme al resoconto dell'anno in corso doveva essere presentato all'Ordinariato anche l'inventario del patrimonio mobile e immobile della chiesa, il quale doveva essere compilato in tre esemplari adottando un formulario a stampa valido sia per le chiese che per i benefici.

La serie si compone di cinque buste e un fascicolo. La documentazione pervenutaci è pressoché completa e comprende un arco cronologico abbastanza ampio che va dal 1820 al 1964. Rinvenuti in mazzi, compiegati lungo il lato orizzontale, ognuno dei resoconti era contenuto e avvolto da una fascetta recante, scritto a matita, l'anno di riferimento. In particolare i resoconti dal 1821 al 1839 erano inoltre conservati in una busta, a differenza di tutti gli altri rinvenuti in mazzi, avvolti da uno spago o talvolta in ordine sparso. Questo tipo di organizzazione del materiale venne mantenuto fino al 1890 e si deve ascrivere probabilmente a don Decaminada. I resoconti infatti posteriori a tale anno sono stati rinvenuti spianati, a volte frammisti ad altro materiale documentario. In fase di riordino i resoconti sono stati sistemati rispettando un ordine cronologico. Essi sono accompagnati dai documenti di corredo, i quali, una volta riordinati in base al numero progressivo loro attribuito, sono stati inseriti in fondo al resoconto corrispondente, se aventi riscontro con le registrazioni del resoconto; in caso contrario, laddove le quietanze non abbiano trovato tale riscontro, sono state collocate a parte, in fondo alla busta.

Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento - Venezia 1905, pp. 354 - 403

54

1 b. 1 "Conti della venerabile chiesa di Castello. 1820 - 1839" 1821 - 1839 Resoconti e documenti di corredo della curazia di Castello, 1821 - 1839 (1) Busta, nn. 12, cc. 272 Note (1) In realtà i resoconti partono dall'anno 1823, ma all'interno del conto di tale anno si sono rinvenute alcune quietanze datate 1821. Per l'anno 1827 non esiste il conto ma solo i documenti di corredo

2 b. 2 "Conti chiesa. 1840 - 1850" 1840 - 1850 (con annotazioni posteriori del 1853) Rese di conto e documenti di corredo della curazia di Castello, 1840 - 1850 (1) contiene anche, rilegato al conto degli anni 1845 - 1847: "Inventario del patrimonio della chiesa curato di Castello nel Giudizio Distrettuale di Malé assunto alla fine dell'anno ecclesiastico 1846", 1846; "promemoria" relativo alla fusione delle nuove campane e alla loro benedizione, 1853 giugno 16 - 1853 luglio 21 Busta, nn. 7, cc. 368 Note (1) Per gli anni 1841, 1844 non esiste il conto ma solo le quietanze

3 b. 3 "Conti chiesa. 1850 - 1868" 1850 - 1868 Rese di conto e documenti di corredo della curazia di Castello, 1850 - 1868 (1) Busta, nn. 9, cc. 319 Note (1) Mancano i conti per gli anni 1856 - 1858, 1864- 1868, mentre sono presenti i documenti di corredo

4 b. 4 "Conti chiesa. 1869 - 1890" 1869 - 1890 Resoconti e documenti di corredo della curazia di Castello, 1869 - 1890 (1) Busta, nn. 19, cc. 250 Note (1) Mancano i resoconti per gli anni 1872 - 1874. Si trovano in duplice copia i resoconti degli anni 1869, 1871. Mancano i documenti di corredo per i resoconti relativi agli anni 1869 - 1870, 1882 - 1883, 1885 - 1886

5 b. 5 "Conti chiesa. 1891 - 1935" 1891 - 1935 Resoconti e documenti di corredo della chiesa di Castello, 1891 - 1935 (1) Busta, nn. 22, cc. 397 Note 55

(1) Mancano tutti i documenti di corredo dei resoconti relativi agli anni 1891 - 1901, 1903 - 1905, 1911 - 1921, 1923 - 1928

6 b. 5 Conti chiesa. 1936 - 1964 1936 - 1964 Resoconti della chiesa di Castello, 1936 - 1964 (1) Fascicolo, nn. 7, cc. 99 Note (1) I documenti di corredo sono presenti solo per gli anni 1940 - 1942

56

Ente Beneficio Bortolameolli 1894 - 1987 gennaio 24

Luoghi Castello di Pellizzano

Archivi prodotti Subfondo Benefici e legati, 01/01/1655 - 31/12/1986

Storia Pietro Bortolo Bortolameolli, con testamento del 1894, stabilisce che nel giorno del suo funerale siano distribuiti agli abitanti di Castello due pacchi di sale. Lascia inoltre un capitale con il cui usufrutto il curato celebri alcune messe perpetue.

Funzioni, occupazioni e attività Il beneficio ecclesiastico si definisce in quanto tale per la presenza di un ufficio e di una rendita ad esso connessa. Per legato, invece, si intende una disposizione testamentaria di carattere patrimoniale con la quale il testatore attribuisce a carico dell'erede e a vantaggio del legatario i beni dell'asse ereditario. Esso frequentemente prevedeva la cessione di un bene all'erede, il quale aveva l'obbligo di far celebrare, con le rendite ricavate, un numero di messe in memoria del defunto o di provvedere con quel denaro, ad altre volontà del testatore (beneficienza, manutenzione degli altari, acquisto degli arredi, ecc...). Il legato assume il nome di fondazione pia, quando la destinazione dei beni è disposta a favore di una persona giuridica ecclesiastica, con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo (secondo i cann. 1303 - 1310 del Codice di diritto canonico), di utilizzare gli utili per la celebrazione di funzioni sacre e per l'attuazione di opere di carità e di apostolato. Durante la dominazione austriaca, alcune disposizioni attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto. Il diritto italiano precedente al Concordato soppresse, quali enti morali, le fondazioni aventi oggetto di culto con esplicazioni rituali e liturgiche. Con il Concordato del 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, le fondazioni pie vennero nuovamente riconosciute, purché fossero rispondenti alle esigenze spirituali dei fedeli e purché non ne derivasse alcun onere finanziario per lo Stato. Nel 1965, su disposizione del Concilio Vaticano II, il sistema beneficiale venne invalidato e il patrimonio derivante venne concesso ai singoli vescovi allo scopo di sostenere i bisogni del clero o per altre necessità pastorali della diocesi.

57

Ente Legato Marini 1930 maggio 8 - ante 1986

Luoghi Ossana, Castello

Archivi prodotti Subfondo Benefici e legati, 01/01/1655 - 31/12/1986

Storia Don Giacomo Marini, arciprete di Ossana, con memoriale dell'8 maggio 1930 fonda un legato a favore della chiesa di Castello. La rendita annua del capitale dovrà servire per la celebrazione di sei messe annue perpetue, con notturno ed esequie. Il parroco inoltre dovrà fornire alla popolazione di Castello un corso di esercizi spirituali per otto o dieci giorni ogni cinque o sei anni. Il rimanente della rendita annua sarà consegnato alla chiesa parrocchiale per olio, cera, sacri arredi e per le spese di amministrazione del capitale.

Funzioni, occupazioni e attività Il beneficio ecclesiastico si definisce in quanto tale per la presenza di un ufficio e di una rendita ad esso connessa. Per legato, invece, si intende una disposizione testamentaria di carattere patrimoniale con la quale il testatore attribuisce a carico dell'erede e a vantaggio del legatario i beni dell'asse ereditario. Esso frequentemente prevedeva la cessione di un bene all'erede, il quale aveva l'obbligo di far celebrare, con le rendite ricavate, un numero di messe in memoria del defunto o di provvedere con quel denaro, ad altre volontà del testatore (beneficienza, manutenzione degli altari, acquisto degli arredi, ecc...). Il legato assume il nome di fondazione pia, quando la destinazione dei beni è disposta a favore di una persona giuridica ecclesiastica, con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo (secondo i cann. 1303 - 1310 del Codice di diritto canonico), di utilizzare gli utili per la celebrazione di funzioni sacre e per l'attuazione di opere di carità e di apostolato. Durante la dominazione austriaca, alcune disposizioni attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto. Il diritto italiano precedente al Concordato soppresse, quali enti morali, le fondazioni aventi oggetto di culto con esplicazioni rituali e liturgiche. Con il Concordato del 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, le fondazioni pie vennero nuovamente riconosciute, purché fossero rispondenti alle esigenze spirituali dei fedeli e purché non ne derivasse alcun onere finanziario per lo Stato. Nel 1965, su disposizione del Concilio Vaticano II, il sistema beneficiale venne invalidato e il patrimonio derivante venne concesso ai singoli vescovi allo scopo di sostenere i bisogni del clero o per altre necessità pastorali della diocesi.

58

Ente Legato Molignoni 1907 marzo 6 - ante 1986

Luoghi Castello

Archivi prodotti Subfondo Benefici e legati, 01/01/1655 - 31/12/1986

Storia Don Ernesto Molignoni con testamento del 6 marzo 1907 lega alla chiesa di Castello 200 corone, con l'obbligo della celebrazione in perpetuo di una messa fra l'ottava di Ognissanti.

Funzioni, occupazioni e attività Il beneficio ecclesiastico si definisce in quanto tale per la presenza di un ufficio e di una rendita ad esso connessa. Per legato, invece, si intende una disposizione testamentaria di carattere patrimoniale con la quale il testatore attribuisce a carico dell'erede e a vantaggio del legatario i beni dell'asse ereditario. Esso frequentemente prevedeva la cessione di un bene all'erede, il quale aveva l'obbligo di far celebrare, con le rendite ricavate, un numero di messe in memoria del defunto o di provvedere con quel denaro, ad altre volontà del testatore (beneficienza, manutenzione degli altari, acquisto degli arredi, ecc...). Il legato assume il nome di fondazione pia, quando la destinazione dei beni è disposta a favore di una persona giuridica ecclesiastica, con l'onere perpetuo, o per un tempo notevolmente lungo (secondo i cann. 1303 - 1310 del Codice di diritto canonico), di utilizzare gli utili per la celebrazione di funzioni sacre e per l'attuazione di opere di carità e di apostolato. Durante la dominazione austriaca, alcune disposizioni attribuirono al curatore d'anime il compito di verificare l'esistenza di un regolare documento di fondazione e di controllare che il patrimonio fosse mantenuto intatto. Il diritto italiano precedente al Concordato soppresse, quali enti morali, le fondazioni aventi oggetto di culto con esplicazioni rituali e liturgiche. Con il Concordato del 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, le fondazioni pie vennero nuovamente riconosciute, purché fossero rispondenti alle esigenze spirituali dei fedeli e purché non ne derivasse alcun onere finanziario per lo Stato. Nel 1965, su disposizione del Concilio Vaticano II, il sistema beneficiale venne invalidato e il patrimonio derivante venne concesso ai singoli vescovi allo scopo di sostenere i bisogni del clero o per altre necessità pastorali della diocesi.

59 subfondo 4 Benefici e legati, 1655 - 1986

Soggetti produttori Beneficio Bortolameolli, 1894 - 1987 gennaio 24 Legato Molignoni, 1907 marzo 6 - ante 1986 Legato Marini, 1930 maggio 8 - ante 1986

Contenuto Vedasi benefici e legati nei relativi soggetti produttori. Inoltre, il Comune di Castello in dipendenza di vecchi lasciti, ammontanti ad un capitale di fiorini 78, ha l'obbligo di far celebrare in perpetuo 13 messe basse annue nella chiesa di Castello con l'elemosina di soldi sessanta l'una.

60 serie 4.1 Registri dei legati, 1752 - 1986

Contenuto La serie consta di tre registri. Il primo di essi riporta tutti i legati e le pie disposizioni testamentarie fondati presso la chiesa di Castello; il secondo, molto più recente, registra il legato, il numero delle corrispondenti messe fondate, il capitale della fondazione, l'adempimento dell'onere missario. Dopo la sanatoria per gli anni 1943 - 1951, nel 1970 l'Ordinariato concede un'ulteriore riduzione degli oneri missari, le cui elemosine dovevano essere versate alla Curia Arcivescovile. Il terzo registro della serie presenta unicamente due carte scritte, riguardanti il legato per le sante missioni fondato da don Marini.

1 "Libro de' legati e pie disposizioni registrate" 1752 maggio 28 - 1857 agosto 8 Elenco dei legati fondati presso la chiesa di Castello e delle disposizioni testamentarie lasciate da privati, 1752 maggio 28 - 1857 agosto 8 (1) all'inizio: "Liber in quo scripta sunt legata omnia iuxta dispositiones relicta ne in fraudem animarum heredes ea negligant adimplere", 1752 alla c. seguente: "Decretum sacrosanti Concilii Tridentini factum die quarta decembris anno 1563", 1752 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 94 n.n. Note (1) Accanto ad ogni legato e disposizione soddisfatti il curato annota un "adimpletum"

2 "Castello. Cassa. Registro legati missari" 1929 - 1986 dicembre 29 Registro delle messe legatarie spettanti alla chiesa di Castello con annotazioni relative ad adempimenti, riduzioni e affrancazioni di oneri missari, 1929 - 1986 dicembre 29 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 11

3 "Venerabile chiesa parochiale di Castello. Legato missario perpetuo pro missioni - cera, olio, ecc. dal 1930 in poi" 1930 maggio 10; 1945 marzo 14 Alla prima c.: annotazione relativa alla fondazione di un legato per le sante missioni da parte di don Marini, 1930 maggio 10 alla seconda c.: annotazione delle spese per la celebrazione del funerale di don Marini, 1945 marzo 14 Italiano Registro, legatura in mezza tela con lacci e ribaltina, cc. 2 n.n.

61 serie 4.2 Registri degli affitti, 1919 - 1963

Contenuto La serie consta di un unico registro che documenta la riscossione degli interessi sui capitali di pertinenza del beneficio Bortolameolli. Le registrazioni partono dal 1919 e coprono un'arco temporale di poco più di quarant'anni.

1 "Affittanze beneficio P. Bortolameolli 'Mariani'" 1919 - 1963 Registro degli affitti del beneficio Bortolameolli, con annotazioni di pagamenti e saldi effettuati dai diversi locatari, 1919 - 1963 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 42 n.n.

62 serie 4.3 Atti amministrativi, 1655 - 1970

Contenuto La serie si compone di una busta e due fascicoli. Di essi solo l'ultimo fascicolo presente nella serie, relativo al legato Marini, è di nuova costituzione. Nella busta è riunito il materiale relativo ai vari legati fondati presso la curazia di Castello. Nella medesima busta è stata fatta confluire, probabilmente per opera di don Decaminada, che in questo modo pensò di organizzarla, la documentazione riguardante la congregazione di carità, la confraternita del Santissimo Rosario, i capitoli del sacrestano e gli atti relativi alla visita pastorale del 1742 e del 1884. Si tratta di una busta dunque affatto omogenea per tipologia di documentazione; occorre aggiungere anzi che nel corso del tempo la busta fu destinata ad accogliere ulteriore materiale sempre poco attinente a quello già precedentemente conservato. In fase di riordino si è pensato di mantenere invariato l'ordine precostituito secondo il primo intervento di organizzazione attribuibile a don Decaminada, mentre si è pensato di estrarre il materiale aggiunto e incorporato successivamente, frutto di interventi posteriori. L'unità, di cui al 4.3.2., conserva invece un'esigua quantità di carteggio relativo al beneficio fondato da Pietro Bortolameolli.

1 b. 1 "III. Messe legatarie. Legati pii. Congregazione di carità. Confraternite. Capitoli del sacristano. Osservazioni fatte nelle visite pastorali..." 1655 - 1970 - "Legati testamentari. Legati pii. Testamenti", 1655; 1766 - 1914 - "Messe legatarie e decreto per l'elemosina delle sante messe manuali": nota delle messe celebrate, carteggio relativo alla celebrazione delle messe legatarie, prospetto d'evidenza delle messe da celebrare, carteggio relativo alla riduzione o affrancazione degli oneri missari, 1819 - 1970 contiene anche: "Quitanze di sante messe spedite all'Ordinariato e altre cause pie": quietanze, 1895 - 1910 - "Congregazione di Carità": carteggio, resa di conto, 1843 - 1853 contiene anche: carteggio relativo al Monte di Pietà, 1806 - 1814 - "Confraternite": diploma di erezione della confraternita del Santissimo Rosario nella chiesa di Castello, tavola delle indulgenze, statuto della confraternita; elenco degli iscritti alla Sacra Famiglia, 1890 - 1893 - "Capitoli del sacristano": capitoli del sacristano, copia della nomina del nuovo sacristano, "regolamento" del sacrestano, 1822 - 1892 contiene tra l'altro: richiesta di autorizzare il nuovo sacrestano a toccare i vasi sacri, 1940 - "Osservazioni fatte nella visita vescovile ...": atti relativi alla visita pastorale del 1742 e del 1884, 1742 - 1884 Busta, cc. 234

2 b. 1 "Affari 'beneficio Pietro Bortolameolli' " 1899 - 1947 Carteggio relativo all'eredità lasciata da Pietro Bortolameolli, atto di compromesso, estratto tavolare, specifica, carteggio relativo al legato missario, 1899 - 1947

63

Fascicolo, cc. 23

3 b. 1 Legato Marini 1930 - 1948 Memoriale relativo al legato disposto da don Marini, arciprete di Ossana, carteggio ed atti relativi alla fondazione missaria, quietanze, 1930 - 1948 Fascicolo, cc. 14

64 subfondo 5 Pastorale parrocchiale, 1813 - 1959

Contenuto Nel presente sottofondo è confluita la documentazione, in forma rilegata e non, prodotta e acquisita dal parroco, attestante la sua funzione e la sua attività nella veste sia di pastore spirituale che di ufficiale civile.

65 serie 5.1 Protocollo degli esibiti, 1878 - 1925

Contenuto La legge provinciale del 19 dicembre 1816, n. 26555 - 3744 e il successivo decreto vescovile del 9 marzo 1887 prescrivevano ad ogni ufficio parrocchiale la regolare tenuta del registro detto 'protocollo degli esibiti'; in esso dovevano essere registrati, con numero d'ordine progressivo, con descrizione sommaria del contenuto e la rispettiva data, sia gli atti in arrivo che quelli in partenza. Nel caso in cui fossero uniti alla corrispondenza denaro oppure oggetti di valore, si dovevano indicare nel protocollo l'importo o l'oggetto. Si consigliava al curatore di evadere la corrispondenza "nel modo più breve ed insieme più esatto che sia possibile, evitando scritturazioni, abbreviazioni non intelleggibili e scegliendo la forma più semplice (1). Veniva altresì consigliato al parroco di conservare le minute a memoria della corrispondenza evasa.

L'impianto delle serie e dunque l'inizio della tenuta del protocollo presso la curazia di Castello si deve ascrivere a don Valenti e risale al 1878. La serie, costituita da tre registri, si presenta pressoché completa, con un'interruzione temporale nelle registrazioni, tra l'aprile 1902 e il giugno 1909. Esse si concludono nel 1925.

Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento - Venezia 1905, pp. 120 - 121

1 "Protocollo della curazia di Castello dal 1 gennaio 1878 al " 1878 gennaio 9 - 1892 gennaio 15 Protocollo degli esibiti e degli evasi della curazia di Castello Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 40

2 "Protocollo degli esibiti della curazia di Castello dall'anno 1892" 1891 dicembre 30 - 1902 aprile 21; 1909 luglio 3 - 1917 ottobre 8 (1) Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 48 n.n. Note (1) Le prime tre registrazioni sono presenti anche nel registro precedente

3 "Protocollo esibiti ufficio parochiale di Castello" 1918 gennaio 9 - 1925 febbraio 14 Protocollo degli esibiti della parrocchia di Castello Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 42 n.n. 66

67 serie 5.2 Atti protocollati, 1882 - 1925

Contenuto La serie si compone di tre fascicoli, di cui uno originario, mentre due sono di nuova formazione. Non sembra sia stata viva e costante la preoccupazione di avviare, nè di mantenere l'impianto di questa serie, che non si presenta né articolata, né organizzata. Non si cominciò perciò a riunire la corrispondenza protocollata con l'introduzione del registro di protocollo; solo don Cornelio Molignoni, curato di Castello dal 1894 al 1901, organizzò tale documentazione attribuendo il titolo al fascicolo del materiale che si era venuto sedimentandosi in quell'arco temporale: "1894 - 1900. Atti curaziali". Sulla base di quanto operato dal Molignoni, si è creduto di organizzare la restante documentazione rinvenuta, spesso frammista ad altra, in due fascicoli, di cui uno contiene gli atti anteriori al 1894, il secondo gli atti posteriori al 1900. Ai due fascicoli costituiti si è attribuito il titolo di 'Atti curaziali'.

1 b. 1 Atti curaziali 1882 - 1893 Atti protocollati esibiti ed evasi, 1882 - 1893 Fascicolo, cc. 44

2 b. 1 "1894 - 1900. Atti curaziali" 1894 - 1900 Atti protocollati e non, esibiti ed evasi, 1894 - 1900 Fascicolo, cc. 46

3 b. 1 Atti curaziali 1901 - 1925 Atti protocollati e non, esibiti ed evasi, 1901 - 1925 Fascicolo, cc. 52

68 serie 5.3 Circolari ecclesiastiche e civili, 1813 - 1959

Contenuto Confluiscono nella presente serie gli stampati sia di natura ecclesiastica, come lettere pastorali, encicliche, indulti, sia di contenuto politico - civile, come ordinanze governative, circolari capitanali, spediti ai curatori d'anime per conoscenza, o come supporto alla loro attività pastorale. Era buona norma che gli avvisi emessi dalle autorità governative venissero pubblicamente affissi dal curato, oppure resi noti dal pergamo durante la celebrazione delle funzioni; questo finché non fu ripristinata la disposizione, in uso sotto il governo austriaco (si veda la Circolare governativa del 14 settembre 1815, n. 1038) di pubblicare solamente quelle ordinanze prescritte dal governo, mentre le altre rimasero competenza delle autorità locali (1). Effettuata la pubblicazione, il curato era tenuto a darne nota sul verso degli avvisi stessi per propria giustificazione. Da osservare che la serie conserva anche circolari e carteggio relativo al consiglio scolastico locale di Castello. Del tutto non pertinente con la tipologia del materiale conservato in questa serie, ma rinvenuto nella busta di cui al 5.3.3. che riunisce appunto le circolari, sia ecclesiastiche sia civili, sono alcuni testamenti di privati, depositati probabilmente presso il parroco per il ruolo di fiduciario e di garante assunto dallo stesso.

Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento - Venezia 1905, p. 146

1 b. 1 "V. Scuole. Itituti. Ordini civili per le epidemie. Circolari vescovili. Circolari governative" 1813 - 1914 - "Scuole": circolari indirizzate al comune di Castello relative alla scuola, 1869 - 1870 - "Istituti": circolari relative alla richiesta di offerte per la creazione o il sostegno di istituti quali l'istituto dei sordomuti, delle partorienti, il seminario, 1868 - 1892 contiene anche: statuto dell'unione magistrale anaune - solandra, statuto dell'orfanotrofio femminile di Cles, statuto della società ceciliana trentina, 1911 - 1914 contiene anche: statuti per l'assicurazione contro gli incendi a edifici e a mobili, 1891 -"Regolamenti civili per le epidemie": circolari e ordinanze governative, 1884 - 1892 - "Circolari vescovili": lettere pastorali papali e vescovili, 1836 - 1876 - "Circolari governative", 1813 - 1869 - "Circolari capitanali": circolari provenienti dal capitanato distrettuale di Cles e di Malé, 1884 - 1912 contiene tra l'altro: ordinanza concernente la fassione della sostanza soggetta alla tassa di equivalenza, 1900 Busta, cc. 353

2 b. 2 "VI. Atti curaziali protocollati meno importanti dal 1878 al 189 ..." 1878 - 1892 "Pastorali - indulti, avvisi di morte ed elezione pontefici e vescovi", 1878 - 1892 Fascicolo, cc. 73

69

3 b. 2 "VIII. Scuole 1893 al . Testamenti di terzi depositati in archivio. Pastorali - circolari - brevi apostolici" (1) 1878 - 1959 - Documentazione relativa alle scuole: - "Inventario scolastico di Castello": inventario, in forma di registro, relativo ai beni mobili (libri, banchi, armadi, atlanti, carte geografiche, quadri) posseduti dalla scuola popolare di Castello, 1878 - 1893 -"Legge scolastica dei 30/4/1892": bollettino delle leggi e delle ordinanze relativo alla legge del 30 aprile 1892 in merito anche all'istituzione di un consiglio scolastico locale per ogni scuola, 1893 - "Consiglio scolastico locale" (2): inventario degli arredi scolastici della scuola di Castello, questionario sullo stato delle scuole popolari, circolari, 1920 - 1922 - "Atti scolastici 1893/94": carteggio relativo al consiglio scolastico locale di Castello, 1892 - 1893 - Testamenti di privati, 1929 - 1959 - Lettere pastorali, brevi pontifici, circolari vescovili, 1893 - 1921 Busta, cc. 339 Note (1) "... Testamenti di terzi depositati in archivio. Pastorali, brevi pontifici" è aggiunta di mano diversa (2) Il titolo originale è ripreso da quanto scritto sul verso di un foglio che piegato a metà lungo il lato verticale conteneva la documentazione

70 subfondo 6 Visite pastorali, 1923 - 1953

Contenuto Come prescritto dalle norme fissate dal Concilio di Trento (si veda sess. XXIV, capitolo 3), il vescovo aveva il dovere di visitare la diocesi almeno una volta ogni due anni, o personalmente o per mezzo di un suo delegato. Tale obbligo corrispondeva ad uno dei compiti principali del vescovo, ossia quello di vigilare sulla moralità e la condotta del clero curato e della popolazione della diocesi. Oggetto di particolare controllo risultavano quindi le chiese, le cappelle e qualunque altro istituto soggetto alla giurisdizione episcopale; suppellettili sacre, altari, il battistero, i confessionali... Era inoltre suo dovere informarsi sul corretto svolgimento delle prediche, dell'amministrazione dei sacramenti, della celebrazione dei divini uffici, e sulla precisa tenuta dell'amministrazione del patrimonio. In occasione della visita, al vescovo si doveva corrispondere la cosiddetta porzione canonica, ossia il vitto necessario per la durata della visita stessa (1). Sempre in concomitanza con la visita pastorale, il vescovo poteva amministrare il sacramento della confermazione. Il curatore d'anime doveva adoperarsi alla preparazione della visita del vescovo, ordinando mobilio, paramenti ed arredi sacri per chiesa e sacrestia, come pure la documentazione dell'archivio. Era inoltre necessario compilare un questionario in cui venivano fornite notizie generali sulla chiesa, il beneficio, i legati, insieme ad una descrizione dettagliata relativa alla situazione religiosa e morale della cura d'anime, all'istruzione dei fedeli, all'amministrazione dei sacramenti e alle confraternite e associazioni religiose presenti nel territorio della stessa.

Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1905, pp. 619 - 632

71 serie 6.1 Atti visitali, 1923 - 1953

Contenuto La serie è costituita da un solo fascicolo, di esigua entità, che riunisce la documentazione preparatoria alle visite pastorali avvenute nell'ultimo secolo e precisamente nel 1923, 1943, 1953. Occorre ricordare però che non tutti gli atti relativi alle visite pastorali sono confluiti in questa serie. Per quanto riguarda le visite del 1724 e del 1884 la documentazione relativa è conservata in 4.3.1. nel fascicolo "Osservazioni fatte nella visita vescovile", a cui si rimanda.

b. 1 Risposte al questionario per la visita pastorale 1923 - 1953 Risposte al questionario per la visita pastorale nella parrocchia di Castello e carteggio relativo, 1923, 1943, 1953 Fascicolo, cc. 23

72 subfondo 7 Culto e funzioni religiose, 1749 - 1953

Contenuto Il sottofondo comprende la documentazione, rilegata e non, spedita o ricevuta dal curato/parroco nell'esercizio della sua funzione di ministro del culto divino, ossia i registri e il carteggio relativo alla celebrazione delle messe legatarie e avventizie, delle commemorazioni liturgiche e in generale delle attività collegate alla funzione officiante.

73 serie 7.1 Registri delle funzioni, 1788 - 1894

Contenuto La serie si compone di due registri; il primo, piuttosto antico, riporta le registrazioni relative alla celebrazione del triduo; il secondo, invece, quelle relative alla corresponsione della tassa funeraria. L'obbligo del pagamento di tale contribuzione spettava al principale erede o ai parenti del defunto e andava a favore del parroco, della chiesa, del sacrestano e di altri intervenuti all'ufficio funebre. Era esente dal pagamento della tassa chi, secondo l'attestato rilasciato dal capocomune, apparteneva alla classe dei poveri (1).

Note G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento - Venezia, 1905, p. 616

1 "Libro che deve servire per notare il dato e ricevuto delle spese della foncion del Tridiuo fatto nella venerabile chiesa curacialle di Castello. 1788" 1788 - 1803 (con annotazione del 1846) Registro relativo alla celebrazione del triduo: elenco dei predicatori, registrazioni di entrate e spese sostenute, 1788 - 1803 Italiano Registro, senza coperta, cc. 18 n.n.

2 "Per il sindaco" 1893 - 1894 ottobre 21 Registrazione delle tasse da pagarsi e pagate al curato in occasione dei funerali, 1893 - 1894 ottobre 21 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 5 n.n.

74 serie 7.2 Diari personali delle messe, 1877 - 1889

Contenuto Come disposto dall'autorità ecclesiastica, la registrazione delle messe avveniva su tre diari diversi: il diario delle messe legatarie, quello delle messe avventizie, il diario personale delle messe. Il diario delle messe legatarie doveva riportare i dati relativi alla celebrazione delle messe beneficiali e legatarie, e quindi indicare la data e il luogo della celebrazione, l'intenzione e il numero delle messe da celebrarsi. Il diario delle messe avventizie era invece riservato alle registrazioni delle messe effettivamente celebrate, nelle quali veniva specificata la data della celebrazione, i nomi del committente e del celebrante, l'intenzione con relativa soddisfazione, le elemosine relative. Tali diari dovevano essere conservati in sacrestia, come raccomandato il 14 agosto 1804, in una comunicazione ai decani della diocesi dal vicario generale Simone Albano Zambaiti: "in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber in quo notetur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". L'obbligatorietà della tenuta dei diari delle messe avventizie fu riconfermata il 1 marzo 1825 dal vescovo Francesco Saverio Luschin, il quale dispose pure che gli stessi diari fossero necessariamente conservati in sacrestia e che in essi venissero annotati anche il nome del celebrante e l'intenzione della messa. Nel diario personale delle messe, che il parroco conservava in canonica o presso di sé, egli segnalava ogni messa da lui celebrata o da celebrarsi. Al termine di ogni anno i diari personali dovevano essere riveduti e firmati dal parroco per essere fide degni (1).

La serie si compone di un solo registro appartenente a don Cornelio Molignoni e contenente le registrazioni delle messe da lui celebrate dal 1877 al 1889, dunque nel periodo precedente al suo arrivo nella curazia di Castello (2).

Note (1) G. BAZZANELLA, Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento - Venezia 1905, pp. 455 - 459 (2) Don Cornelio Molignoni fu curato di Castello dal 1894 al 1901

1 "Diario delle messe dal 12 agosto 1877 al " 1877 agosto 12 - 1889 ottobre 31 Registro personale delle messe celebrate da don Cornelio Molignoni, 1877 agosto 12 - 1889 ottobre 31 Alla prima c.: annnotazioni di don Cornelio Molignoni relative a date e luoghi dei suoi incarichi in varie parrocchie del Trentino, 1877 - 1886 alle ultime cc.: annotazioni relative ai compensi ricevuti per le messe soddisfatte, 1878 - 1887 febbraio Italiano, latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 72 n.n.

75 serie 7.3 Carteggio ed atti, 1749 - 1953

Contenuto La serie si compone di un fascicolo costituito da alcune autentiche delle reliquie concesse alla chiesa di Castello, tra cui quelle di Sant'Egidio, Santa Lucia, San Donato. Il fascicolo conserva inoltre la concessione d'indulgenza per i visitatori della chiesa di Castello nel giorno di Pentecoste.

b. 1 "Autentiche di reliquie e concessioni d'indulgenza nei giorni di Pentecoste" 1749 - 1953 - Concessione alla chiesa di Castello delle reliquie tra cui quelle di Sant'Egidio, di Santa Lucia, di Santa Bona, di San Donato, 1749 - 1953 - Concessione d'indulgenza ai visitatori della chiesa di San Donato di Castello nel giorno di Pentecoste, 1789 - 1806 Fascicolo, cc. 10

76

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1598 - 2004 maggio 27

Luoghi Castello, Pellizzano, Termenago, Menas, Ortisé

Archivi prodotti Fondo Archivio della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Pellizzano, 01/01/1666 - 31/12/1957

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento venne eretta presso la chiesa curaziale di Castello ancora nel 1598. Presso l'archivio della parrocchia di Castello non restano però testimonianze se non a partire dalla seconda metà del '600, con i primi registri degli iscritti alla confraternita e quelli relativi all'utile e al debito, ovvero delle entrate e uscite. Della confraternita, che vanta un'erezione piuttosto antica, facevano parte non solo i fedeli della curazia di Castello, ma anche quelli appartenenti alle comunità vicine, quali Pellizzano, Termenago, Menas, Ortisé; questo finché le sopraddette non eressero presso le loro curazie delle proprie confraternite. Secondo i capitoli dello statuto della confraternita approvati nel 1893, vi si poteva iscrivere chiunque, previo pagamento di una tassa, il cui ammontare variava in base all'età. Non venivano accettati, su giudizio del presidente della confraternita, coloro i quali non avessero un'integerrima condotta morale. Dai 65 anni in poi, chi desiderava iscriversi doveva pagare l'importo complessivo per la celebrazione delle messe e inoltre la tassa annuale per i morti e per la "luminaria". I confratelli che non avevano raggiunto l'età di 20 anni non erano obbligati a vestire la cappa. Ogni confratello era tenuto a frequentare i sacramenti della penitenza e dell'eucarestia, ad intervenire alle funzioni della confraternita, cioè la terza domenica di ogni mese, il giovedì santo, e alle processioni della terza domenica del mese, della domenica fra l'ottava del Corpus Domini e Pentecoste, agli obiti dei confratelli e consorelle defunti. Tutti i confratelli erano tenuti a pagare annualmente 12 soldi per ogni confratello e consorella defunti. Per ogni confratello defunto la confraternita doveva far celebrare 11 messe. La presidenza era formata dal curato, da 4 consiglieri e da 2 sostituti. I consiglieri avevano il diritto di affidare le varie cariche, cioè nominare il crocifero, il porta - baldacchino, i lanternieri, il gonfaloniere, il cassiere e il cursore (1). Considerate le dimensioni della curazia, la confraternita del Santissimo Sacramento contava un buon numero di iscritti, sia alla fine del '600, da quanto risulta dalle più antiche attestazioni pervenuteci, sia alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, quando tali registrazioni relative agli iscritti si arrestano. Si interrompono verso la fine degli anni Cinquanta anche le registrazioni riguardanti entrate e uscite della confraternita. Soppressa per Decreto vescovile n. 219 il 27 maggio 2004.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono associazioni di fedeli erette per l'esercizio di opere di carità, di pietà e di beneficienza, dotate di una regolare organizzazione e miranti all'incremento del culto pubblico. Esse venivano erette canonicamente in una chiesa, grazie ad un decreto emanato dall'autorità ecclesiastica. Le norme generali relative all'erezione delle confraternite furono stabilite da Clemente VII con la bolla 'Quaecumque' del 7 dicembre 1604. Già però ai tempi del 77

Concilio di Trento era emersa la preoccupazione da parte della chiesa di riuscire ad esercitare su di esse un controllo, che ottenne ben presto, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendo al loro interno la presenza del clero. Di conseguenza i parroci o curatori d'anime vennero chiamati a garantire il buon funzionamento delle confraternite stesse rivestendo spesso funzioni di presidenza. Nel XVIII secolo, durante il periodo della dominazione napoleonica, le confraternite furono soppresse, sulla base delle leggi istituite da Giuseppe II in Austria, leggi che avevano imposto la loro abolizione. In seguito furono ripristinate, ma con forti limitazioni, perché considerate o come associazioni di fedeli con scopi religiosi, o come pubbliche istituzioni di beneficienza e di assistenza. In quanto tali dunque, esse erano soggette sia al diritto della Chiesa che a quello dello Stato.

Note (1) Archivio della confraternita del Santissimo Sacramento, 2.5., cc. 5 - 6

78 fondo Archivio della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Pellizzano, 1666 - 1957

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1598 - 2004 maggio 27

Contenuto Consistenza: registri 8, fascicoli 2

L'archivio aggregato della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Pellizzano è un fondo di modeste dimensioni pervenuto in discreto stato di conservazione. Il materiale che lo costituisce, dai registri, in numero di 8, al carteggio, è stato rinvenuto, in fase di riordino, frammisto alla documentazione della parrocchia, dalla quale è stato svincolato, o, per quanto riguarda il carteggio, inserito in allegato nei registri della confraternita, dai quali è stato estratto. In quest'ultimo caso si sono dunque costituite nuove unità confluite nella serie degli Atti amministrativi.

79 serie 1 Registri degli iscritti, 1674 - 1955

Contenuto La serie si compone di tre registri. Il primo di essi è piuttosto antico e riporta, a partire dal 1674, gli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento di Castello. Come si può evincere dalle varie registrazioni, nella suddetta confraternita gravitavano anche gli abitanti delle comunità vicine, come Ortisé, Menas, Pellizzano, Termenago. Questo probabilmente fino agli inizi del XIX sec. quando sia a Pellizzano (nel 1840), sia o Ortisé - Menas (nel 1825) vengono erette le singole confraternite dipendenti ognuna dalla propria curazia. Il secondo registro della serie, introdotto da don Decaminada, è più eterogeneo e contiene sia lo statuto della confraternita del 1891, sia alcuni verbali delle sedute della confraternita, come pure l'elenco degli iscritti tra il 1940 e il 1955. Da segnalare che all'interno del registro sono contenute registrazioni relative agli iscritti alla confraternita del Santissimo Rosario e alla Sacra Famiglia di Nazaret. Il terzo registro invece, compilato da don Molignoni, riguarda gli iscritti alla confraternita dal 1899 al 1911. Da notare dunque che tra il 1911, anno in cui interrompono le annotazioni in quest'ultimo registro, e il 1940, anno in cui riprendono le registrazioni compilate nel secondo registro, di cui sopra, esiste una lacuna. Per questo lasso di tempo non sono infatti pervenute annotazioni relative agli iscritti.

AA 1 b. 1 "Registro de c[on]fratelli del Santissimo Sacramento col privileggio" 1674 - 1755 (con annotazione del 1804) - elenco dei confratelli e consorelle di Castello iscritti alla confraternita, 1674 - elenco degli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento di Ortisé, 1694 (?) - "Ordine delli confratelli di Castello lano 1718"; segue l'elenco di quelli di Ortisé, Menas, Termenago, Pellizzano, 1718 - elenco degli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento di Menas, 1694 (?) - elenco dei confratelli e consorelle di Termenago, Pellizzano, Mezzana, 1684 - 1713 - "Li confratelli e consorelle del SS. Sacramento in Castello novamente descritti l'anno 1731", 1731 - "Li confratelli e consorelle del Santissimo Sacramento in Castello nuovamente descritti l'anno 1755", 1755 - elenco degli iscritti alla confraternita nel 1731 appartenenti alle vicine comunità di Termenago, Ortisé, Menas, Pellizzano, Ognano, Celentino, 1731 Italiano Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 43 n.n. (mancano alcune cc.)

AA 2 b. 1 "Registro della confraternita del Santissimo Sacramento in Castello di Ossana" 1891 - 1955 All'inizio: "I confratelli e consorelle che al tempo della compilazione del presente registro erano ormai inscritti nella rubrica "Epoca dell'inscrizione" sono segnati nel 1891, 1891 - pp. 57 - 63: "Statuti della confraternita del SS. Sacramento eretta in Castello", 1891 aprile 12 - pp. 63 - 71: verbali delle sedute del consiglio della confraternita del Santissimo Sacramento, 1893 aprile 9 - 1906 giugno 10; 1947 aprile 13

80

- pp. 72 - 77: elenco degli iscritti alla confraternita, 1940 - 1955 - a registro capovolto alle pp. 78 -81: "Elenco degli ascritti alla confraternita del SS. Rosario", 1891 - 1893 - a registro capovolto alle pp. 82 - 85: elenco degli iscritti alla Sacra Famiglia di Nazaret, 1893 febbraio 26 - 1893 marzo 12 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 85 (1) Note (1) La prima parte del registro relativa agli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento è in forma di rubrica

AA 3 b. 1 "Polizza della confraternita del Santissimo Sacramento" (tit. int.) 1899 aprile 9 - 1911 giugno 20 Registro degli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento con relativa quota annuale versata dagli stessi per l'iscrizione, 1899 - 1911 alle ultime cc.: registrazione di obiti di confratelli e consorelle, 1906 giugno 1 - 1911 giugno 20 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 43 n.n.

81 serie 2 Atti amministrativi, 1832 - 1913

AA 4 b. 1 Quietanze delle spese, note delle entrate e delle uscite 1832; 1882 - 1912 Fascicolo, cc. 50

AA 5 b. 1 Atti amministrativi 1887 - 1913 Carteggio con i padri del convento di Malé, carteggio relativo alla questione sulla tassa di luminaria, statuto della confraternita, memoria, 1887 - 1913 Fascicolo, cc. 21

82 serie 3 Registri di cassa, 1666 - 1957

Contenuto La serie si compone di cinque registri di cassa, di cui tre riportano le registrazioni inerenti le entrate e uscite della confraternita dal 1666 al 1957. In particolare i primi due presentano anche annotazioni relative a contratti di locazioni di stabili spettanti alla confraternita o elenchi di capitali di sua pertinenza. Nel 1808 un'annotazione presente nel secondo registro della serie avverte che le registrazioni riguardanti le entrate e le uscite delle confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario di Castello furono trasportate nel libro dei conti della chiesa. Il quarto e il quinto registro della serie riguardano anch'essi una sorta di entrata della confraternita: essa era rappresentata dai pagamenti effettuati dagli stessi iscritti per una tassa detta "luminaria". Le registrazioni vanno dal 1883 al 1900.

AA 6 Registro dei conti della confraternita del Santissimo Sacramento 1666 aprile 22 - 1771 maggio 14 Registro dell'utile e del debito della confraternita del Santissimo Sacramento, 1666 aprile 22 - 1770 settembre 16 Verso la fine: - copia della composizione tra gli abitanti di Termenago e di Castello inerente la predica delle anime, 1771 maggio 14 - registrazioni relative a locazioni e incanto di beni spettanti alla confraternita del Santissimo Sacramento, 1669 agosto 10 - 1736 novembre 30 - "Nota delle armenti date a socido a diversi del Santissimo", 1667 settembre 29 - 1719 ottobre in. - nota degli affitti affrancabili spettanti alla confraternita del Santissimo Sacramento, 1668 - 1681 aprile 4 Italiano Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 162 n.n.

AA 7 "Registro delle rendite e spendite della confraternita del Santissimo Sacramento con il conteggio annuale del" 1770 settembre 16 - 1812 ottobre 7 - Registro delle entrate e uscite della confraternita del Santissimo Sacramento, 1770 settembre 16 - 1805 - registro delle entrate e uscite delle confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario, 1805 - 1810 verso la fine: "Notazione per li posteri": annotazione relativa alla trasposizione delle registrazioni riguardanti le due confraternite sul libro della chiesa, 1808 in fondo: elenco dei capitali spettanti alla confraternita del Santissimo Sacramento Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 71 n.n. (manca c. 1)

AA 8 "Confraternita del Santissimo Sacramento. Uscita ed entrate della compagnia di Castello" 1880 aprile 25 - 1913; 1922 ottobre 15 - 1924 giugno 22; 1940 - 1957 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 38 n.n. (mancano parecchie cc. iniziali) 83

AA 9 Registro cassa della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello 1883 - 1892 Registro dei pagamenti effettuati dagli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento relativamente alla tassa "luminaria", 1883 - 1892 All'inizio: "Poliza 1882 della venerabile confraternita scaduta in febbraio 1883", 1883; elenco delle tasse di entrata, 1883 All'interno del piatto anteriore della coperta: numero dei confratelli iscritti nel 1883 e ammontare della quota da riscuotere, 1883 Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 92 (bianche cc. 16, mancano cc. 6)

AA 10 "Polizza della venerabile confraternita del SS. Sacramento dal 1893 - " 1893 marzo 30 - 1900 maggio 24 Registro dei pagamenti effettuati dagli iscritti alla confraternita relativamente alla tassa "luminaria", 1893 marzo 30 - 1900 maggio 24 a p. 1: tasse di iscrizione alla confraternita, 1893 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 78

84

Ente Confraternita del Santissimo Rosario sec. XVII - sec. XIX

Luoghi Castello di Pellizzano

Archivi prodotti Fondo Archivio della confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Pellizzano, 01/01/1678 - 31/12/1804

Storia La facoltà di erezione della confraternita del Santissmo Rosario di Castello risale al 4 ottobre 1891. In tale data il padre generale dell'Ordine dei Predicatori rilascia la concessione all'erezione, su richiesta del curato di Castello, don Angelo Decaminada e dietro consenso del vescovo di Trento Eugenio Valussi. Secondo quanto si legge nello statuto, approvato il 10 novembre 1890, la confraternita celebrava la festa del Santissimo Rosario la prima domenica di ottobre e di maggio con una solenne processione, processione che veniva effettuata altresì la prima domenica di ogni mese. L'iscrizione alla confraternita era gratuita. Ogni confratello era tenuto alla recita settimanale del rosario e alla partecipazione in determinati periodi dell'anno alla recita comune della terza parte del rosario in chiesa (1). Notizie sull'esistenza della confraternita del Santissimo Rosario di Castello si hanno già a partire dal 1678 come testimoniano le prime registrazioni contenute nei due libri dei conti che si conservano in questo archivio. Il sindaco incaricato presentava la resa di conto della sua amministrazione con le entrate e le uscite dell'anno. Nel 1804 i rappresentanti della comunità, convocati in canonica stabilirono che le entrate e le uscite della confraternita fossero unite a quelle della confraternita del Santissimo Sacramento, così da riunire le due amministrazioni (2). Tali registrazioni, come pure quelle relative agli iscritti alla confraternita del Santissimo Rosario si trovano infatti annotate sui relativi registri della confraternita del Santissimo Sacramento (3).

Note (1) Archivio della parrocchia di Castello, 4.3.1., cc. 182 - 191 (2) Archivio della confraternita del Santissimo Rosario di Castello, 1.12. (3) Archivio della confraternita del Santissimo Sacramento di Castello, 1.2., pp. 78 - 81; 3.7.

85 fondo Archivio della confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Pellizzano, 1678 - 1804

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Rosario, sec. XVII - sec. XIX

Contenuto Consistenza: registri 2

L'archivio aggregato della confraternita del Santissimo Rosario è un fondo di piccole dimensioni pervenuto in cattivo stato di conservazione. Si tratta di due registri dei conti della confraternita, registri che possiamo definire piuttosto antichi, riscontrando che la data di compilazione del primo di essi risale al 1678. Le registrazioni presenti sul secondo registro si interrompono al 1804, quando per decisione dei rappresentanti della comunità di Castello di Pellizzano l'amministrazione della confraternita del Santissimo Rosario venne unita a quella del Santissimo Sacramento "per meno incomodo ... inguisa tale che uno solo sia per l'avvenire il registro ed uno solo sia il sindico ossia l'aministratore tanto delle rendite quanto delle spendite" (1). Si fa presente inoltre che in fase di riordino è stato rinvenuto un fascicolo di esigua entità, relativo alla confraternita, originariamente sistemato nella busta insieme alla documentazione riguardante i legati della chiesa. Esso ha mantenuto la propria collocazione e dunque si trova alla serie 4.3. del fondo della parrocchia di Castello di Pellizzano (2). Fra la documentazione contenuta si segnala il diploma di erezione, la tavola delle indulgenze, lo statuto della confraternita.

Note (1) Archivio della confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Pellizzano, 1.12. (2) Archivio della parrocchia di Castello di Pellizzano, 4.3.1., cc. 182 - 191

86 serie 1 Registri dei conti, 1678 - 1804

AA 11 Registro dei conti della confraternita del Santissimo Rosario 1678 - 1779 settembre 24 Registro dell'utile e del debito, con relativo saldo annuale, della confraternita del Santissimo Rosario, 1678 - 1779 settembre 24 verso la fine: registrazioni relative a locazioni e incanto di terreni spettanti alla confraternita del Santissimo Rosario, "nota dell'armente date a socido", 1668 ottobre 8 - 1738 settembre 10 Italiano Registro, cc. 133 (mancano cc. 2)

AA 12 "1780. Liber iste spectat ad confraternitatem Beatae Mariae Virginis Rosarianae ..." 1779 - 1804 settembre 9 Libro dell'utile e del debito, con relativo saldo finale reso dal sindaco, della confraternita del Santissimo Rosario, 1779 - 1803 ottobre 8 all'ultima c.: annotazione relativa alla decisione presa dalla comunità di Castello di unire le entrate e le uscite della confraternita del Santissimo Rosario a quelle della confraternita del Santissimo Sacramento, 1804 settembre 9 Italiano Registro, senza coperta, cc. 37 n.n.

87

Ente Comune di Castello 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

Luoghi Castello

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'ex comune di Castello di Pellizzano, 01/01/1805 - 31/12/1940

88

Ente Comune di Castello 1923 gennaio 13 - 1928 luglio 27

Luoghi Castello

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'ex comune di Castello di Pellizzano, 01/01/1805 - 31/12/1940

Storia Castello, in quanto comune a sé, non esiste più ormai da tempo. Con provvedimento del 26 settembre 1920, n. 1322 venne convertito in legge il regio decreto del 6 ottobre 1919, n. 1804, riguardante l'approvazione del trattato di Saint - Germain, stipulato tra Austria e Italia il 10 settembre 1919, in virtù del quale Trento e Trieste vennero annesse al Regno d'Italia e sottoposte alla relativa legislazione. Il decreto dell'11 gennaio 1923, n. 9, estese di fatto alle province di nuova acquisizione la legge e il regolamento italiano. Fra i primi risvolti determinati dal governo del regime fascista, latore del principio di accentramento, resta evidente la soppressione di tutti i comuni minori, talvolta aggregati a quelli di maggiore dimensione; basti la constatazione del passaggio da un numero di 356 comuni trentini esistenti nel 1919, ridotti a 127 nell'anno 1929. Infatti con Regio Decreto del 27 luglio 1928, n. 1929, i comuni di Castello, Ossana, Pellizzano e Termenago vennero riuniti in un unico comune con denominazione Ossana ma con capoluogo Pellizzano. Con la successiva legge regionale del 22 giugno 1954, n. 12, i tre ex comuni di Castello, Pellizzano e Termenago furono staccati definitivamente da Ossana e aggregati in un nuovo comune con capoluogo e denominazione Pellizzano (1).

Note (1) A. CASETTI, Guida storico - archivistica del Trentino, Trento 1961, pp. 169, 511

89 fondo Documentazione dell'ex comune di Castello di Pellizzano, 1805 - 1940

Soggetti produttori Comune di Castello, 1923 gennaio 13 - 1928 luglio 27 Comune di Castello, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

Contenuto Consistenza: registri 1, buste 2

Presso l'archivio della parrocchia di Castello di Pellizzano è confluita documentazione prodotta dall'ex Comune di Castello. "Atti ex comuni Castelli" è infatti quanto si legge sulle buste che contenevano il materiale pervenuto. Quanto è qui conservato non è sicuramente quanto è stato prodotto dal comune nell'esercizio delle sue funzioni. Non è dato sapere il motivo per cui tale documentazione sia qui conservata; né la ragione per cui questo, e non altro, sia il materiale, che abbozzando delle ipotesi, possa essere stato trasferito, depositato, dimenticato, prestato, non più restituito, all'ente che lo produsse. Se una motivazione si volesse però trovare, si ricorda che parte di questa documentazione potrebbe giustificare in qualche modo la sua presenza nell'archivio parrocchiale, in quanto relativa a lavori di restauro operati a chiesa, campanile, canonica, tra il 1831 e il 1884.

90 serie 1 Registri delle steore e dei verbali, 1805 - 1847

AA 13 b. 2 Registro delle steore e dei verbali 1805 maggio 8 - 1847 novembre 8 Alla prima c.: indice delle steore (nobile, glebale...) da pagarsi annualmente - all'inizio: nota delle varie steore versate, sec. XIX in. - copia delle circolari e della corrispondenza inviata dal regio bavaro giudizio distrettuale di Malé inerente il pagamento di debiti steorali e in generale la riscossione di tassazioni, 1805 - 1809 settembre 9 - verso la metà: "elenco dei poveri a cui venne dispensato il panno proveniente dalla cassa comunale", 1846 - 1847 - dopo la metà: verbali delle sedute della pubblica regola, 1805 maggio 8 - 1810 maggio 9 Italiano Registro, senza coperta, cc. 82 n.n.

91 serie 2 Atti amministrativi, 1826 - 1940

Contenuto La serie si compone di due buste originarie contenenti parte del carteggio indirizzato e pervenuto al capocomune di Castello nel periodo tra gli anni 1826 - 1918 e relativo, per quanto concerne la prima busta, ai lavori di restauro avvenuti all'interno ed esterno della chiesa, al campanile, alla fusione di nuove campane e alla costruzione del relativo castelletto, ai lavori di manutenzione e ingrandimento della canonica. Si segnala inoltre la presenza di documentazione inerente la nomina dei sindaci della chiesa, e il pagamento della congrua del curato. La seconda busta conserva atti sempre indirizzati al capocomune, alcuni dei quali relativi alla nomina del curato di Castello; ad essi si aggiungono delle fatture risalenti al 1918 riguardanti il rifornimento di generi alimentari quale approvigionamento di guerra.

AA 14 b. 2 "Atti ex Comune Castello" (1) 1826 - 1915 - Carteggio relativo alla liquidazione delle rese di conto, alla nomina dei sindaci della chiesa, richiesta di dimissioni dall'ufficio di sindaco della chiesa, 1826 - 1893 - "Lavori della chiesa. Fabbrica del campanile. Castelletto delle campane. Concerto delle campane": - "Lavori fatti in chiesa": quietanza per i lavori alla scala della chiesa, avviso d'asta per lavori alla chiesa e al campanile, approvazione della rappresentanza comunale ai lavori di ingrandimento della chiesa, contratto, elenco delle spese per la fabbrica del campanile e della chiesa, quietanze, conto delle spese, supplica, carteggio relativo, collaudo dei lavori, approvazione della rappresentanza comunale per la spesa per il restauro dei gradini dell'altare di Sant'Antonio, per la copertura della chiesa, per l'intonacatura esterna del muro della chiesa, descrizione dei lavori e preventivo per la realizzazione di un nuovo battente per la porta laterale della chiesa, approvazione dei lavori, 1831 - 1865; 1884 - carteggio relativo alla fusione di nuove campane: progetti, conchiusi, carteggio con il fonditore Giorgio Pruneri da Grosio, Valtellina, 1839 - 1853 - carteggio relativo alla costruzione del nuovo castelletto delle campane, preventivo, condizione d'asta, descrizione dei lavori, contratto, collaudo del castelletto, 1852 - 1853 contiene tra l'altro: carteggio relativo alla ricostruzione del muro di sostegno del cimitero di Castello, procura, collaudo, atto della rappresentanza comunale relativo all'approvazione alla costruzione di un nuovo cimitero, 1835 - 1847; 1868 - "Lavori nella canonica di Castello": atti indirizzati al capocomune relativi a lavori di manutenzione e di ingrandimento della canonica, quietanze di pagamento per i lavori eseguiti, capitolato d'asta, contratto, preventivo e descrizione dei lavori di ampliamento, nota delle fatture, supplica, collaudo dei lavori, 1834 - 1850 - Carteggio indirizzato al capocomune relativo alla questione su chi sia tenuto al pagamento della congrua del curato di Castello: conchiuso, copia del decreto di erezione della curazia di Castello, ricorso del comune per la decisione della Luogotenenza all'obbligo da parte del comune stesso del mantenimento del curato, carteggio con l'avvocato Weis, 1856 - 1915 Busta, cc. 327 Note (1) Sul dorso compare: "Lavori nella chiesa. Campanile. Campane"

92

AA 15 b. 2 "Approvigionamento. Atti comunali. Atti giudiziali..." 1836 - 1918; 1940 - "Approvigionamento di guerra": fatture a carico del comune di Castello per rifornimento di generi alimentari, 1918 - "Atti comunali": atti indirizzati al capocomune di Castello, o da esso spediti, 1836 - 1877 (1) Contiene anche: comunicazione proveniente dal Comune di Ossana relativamente al rilascio di certificati anagrafici da parte dei parroci del decanato, 1940 Busta, cc. 71 Note (1) In particolare si segnala una serie di atti, dal 1845 al 1856, relativi alla nomina del curato o vicario curaziale di Castello

93

Ente Congregazione di Carità 1843 dicembre 29 - 1923

Luoghi Castello

Archivi prodotti Fondo Archivio della Congregazione di Carità di Castello di Pellizzano, 01/01/1846 - 31/12/1892

Storia Della Congregazione di Carità di Castello si ha notizia a partire dal 29 dicembre 1843, quando con ordinanza dell' I.R. Giudizio distrettuale di Malé, si ordina di erigere "un'apposita congregazione di Carità in ogni comune" per amministrare "i fondi dei poveri e delle rendite e contribuzioni che vengono impiegate nel sovvenirli". In particolare vengono impartite alcune direttive secondo le quali la Congregazione di Carità doveva essere composta di quattro membri, tra cui il curato con funzioni di preside, il capocomune pro tempore e altre due persone proposte dalla rappresentanza comunale. Due volte l'anno, e cioè in maggio e ottobre, il curato, assistito dal capocomune e dai deputati, era tenuto a fare la questua casa per casa; doveva inoltre compilare dei resoconti annuali e rassegnarli al Giudizio distrettuale entro novembre di ogni anno (2).

Funzioni, occupazioni e attività Le congregazioni di carità furono istituite in Trentino con decreto vescovile del 15 febbraio 1811, n. 49. Secondo quanto all'articolo 2: "In ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza... avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di Carità". Con l'annessione del Trentino all'Austria venne di fatto confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica. In base all'articolo 119 dell'editto De Roschmann del 1 marzo 1814, veniva estesa la possibilità di istituire la Congregazione di Carità anche nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune che avessero però propri istituti di beneficenza con una rendita lorda di almeno 500 fiorini. La congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito principale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti), che da essa ricevevano sussidi consistenti in generi di prima necessità o in cure prestate in apposite istituzioni, di cui la Congregazione gestiva l'amministrazione patrimoniale. La Congregazione teneva un'amministrazione unica e generale di tutti gli enti di pubblica assistenza, benché ad ognuno di essi spettasse la redazione di registri separati e di bilanci distinti. Le entrate della Congregazione erano alimentate da lasciti, donazioni, legati pii (i cui beni dovevano essere affittati mediante asta pubblica). Membri della congregazione dovevano essere i "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, i commercianti e gli uomini più distinti". I membri, da quattro fino ad un massimo di sei, venivano nominati dal podestà o sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento, la Congregazione era presieduta dal Prefetto e come membri di diritto vi partecipavano il vescovo e il podestà, mentre nei comuni era presieduta dal podestà, e in sua assenza, dal membro più anziano; ogni Congregazione aveva un cassiere il quale teneva la contabilità, pagava le sovvenzioni ai poveri sulla base 94 dei mandati del preside, presentava a quest'ultimo le rese di conto che passavano poi alla Rappresentanza comunale e quindi all'autorità superiore per l'approvazione. La legislazione italiana emanò vari altri provvedimenti in materia di assistenza e beneficenza pubblica che però non apportarono sostanziali modifiche né alla struttura, né agli scopi dell'istituzione. Fino a giungere alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, con la quale venne soppressa la Congregazione di carità e istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe assunto tutte le competenze e le funzioni prima assegnate alla Congregazione stessa (1).

Note (1) N. FORNER, Archivio storico della parrocchia di Tenno e archivi aggregati. Inventario, Trento 2000, p. 179. Per un esaustivo quadro d'insieme sulla Congregazione di Carità e relativa bibliografia si rimanda a C. SALA (a cura di), Congregazione di Carità, in Profili storico istituzionali. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, interpretate e contestualizzate dal gruppo di lavoro degli archivisti trentini per la normalizzazione della descrizione archivistica, Trento 2000, pp. 37 - 48 (2) Archivio della parrocchia di Castello, 4.3.1., cc. 165 - 166

95 fondo Archivio della Congregazione di Carità di Castello di Pellizzano, 1846 - 1892

Soggetti produttori Congregazione di Carità, 1843 dicembre 29 - 1923

Contenuto Consistenza: registri 1

L'archivio aggregato della Congregazione di Carità di Castello di Pellizzano consta di un pezzo, un registro di cassa compilato a partire dal 1846. Si fa presente però che in fase di riordino è stato rinvenuto un fascicolo di esigua entità originariamente sistemato nella busta insieme alla documentazione relativa ai legati della chiesa. Esso ha mantenuto la propria collocazione e dunque si trova alla serie 4.3. del fondo della parrocchia di Castello (1). Fra la documentazione contenuta si segnala l'ordinanza del Giudizio Distrettuale di Malé per l'erezione della congregazione di Carità presso il comune di Castello di Pellizzano, di data 29 dicembre 1843.

Note (1) Archivio della parrocchia di Castello, 4.3.1., cc. 165 - 166

96 serie 1 Registri di cassa, 1846 - 1892

AA 16 "Libro dell'entrata ed uscita della congregazione di carità di Castello incominciando dall'anno 1840 e della distribuzione annuale del panno dei poveri proveniente dal legato Rudolfi fino da diebus illis in poi" 1846 febbraio 12 - 1892 maggio 4 Registro di cassa delle entrate e uscite della congregazione di carità di Castello, 1846 febbraio 12 - 1892 maggio 4 Italiano Registro, legatura cartacea, cc. 24 (numerazione originale parziale)

97