Il Palio più antico del mondo Angelo Giubelli

Se ci si rendesse conto che gli ma con un percorso di vita superamento dei fatti. Tale uomini e gli eventi valgono per stentato e accidentato? atteggiamento costò fatica e il loro presente e non per quello Dopo i fasti estensi, parallela- ostile diffidenza in chi, negli che è stato il loro passato, mente ad eventi storici, politici anni sessanta, propose di rida- peraltro lontano, il Palio che si ed economici il Palio cadde re vita a quella manifestazione. disputa annualmente a Ferrara nell’oblio. Un lodevole tentati- Ad ogni richiesta di collabora- acquisirebbe, finalmente, quel- vo di ridar vita al Palio negli zione, la risposta che veniva la dignità che gli compete. anni ‘30, fatto dal concittadino dal Palazzo, era sempre la stes- Il Palio della città di Ferrara Italo Balbo, fallì con l’incalza- sa, breve, secca e inequivoca- venne istituito e codificato nel re degli eventi nazionali e bile: no! 1279. Su questo non vi è alcun internazionali che sfociarono La sensibilità maggiore si con- dubbio e su questo punto la nella II Guerra mondiale. cretizzò in taluni ambiti del documentazione esiste e non è Per molto tempo a quella mani- clero ferrarese che, forse, confutabile. festazione rimase l’etichetta di prima di tutto, con lo spirito di La manifestazione, purtroppo ‘Palio fascista’: una vera iattu- raccogliere intorno a sé i giova- mancò di continuità e su que- ra per il Palio di Ferrara. ni, in un clima quasi catacom- sto punto diventano goffi, mal- Perché? La spiegazione è sem- bale, aprì le porte delle canoni- destri, addirittura patetici, i plice e ancora crea una sorta di che a contrade e borghi. tentativi di confrontare la ma- imbarazzo per quanti, ottusa- Sarebbe onesto e rasserenante nifestazione ferrarese, ed è lì mente, nel periodo post-fasci- datare la nascita del Palio a che spesso si tende a parare, sta, alla ricerca di una impro- partire da questo momento e con quella analoga di Siena. A babile catarsi, puntarono sul- rivedere l’iter di una manifesta- cosa serve, così come nella vita l’iconoclastia contro il Palio, zione che, pur rifacendosi alla di ciascuno, essere nati prima, piuttosto che su un ragionevole tradizione estense, si propone ora con grande dignità collo- candosi, finalmente, tra le manifestazioni nazionali di maggiore spicco e fedeltà stori- ca. Il Palio, con qualche ingenuità e pressappochismo si presentò ai ferraresi nel 1969 e da allo- ra è stato un continuo crescen- do, per risultati organizzativi e di partecipazione. L’ultima edizione ha avuto un epilogo tragico proprio nella fase conclusiva dei festeggia- menti, quella della gara dei cavalli nell’anello di piazza Ariostea: qualche fantino con- tuso e due cavalli abbattuti. Vainer Merighi, nuovo presi-

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dente dell’Ente Palio, non ha incertezze sui correttivi da apportare: “Dopo gli avveni- menti dell’anno scorso, l’obiet- tivo primario è stato quest’an- no la riorganizzazione della manifestazione di piazza Ariostea rendendola più sicura. Abbiamo già concluso un lungo e appassionato lavoro che ci porta, ora, ad avere regole più severe e tecnicamente più con- grue alla necessità di garantire l’incolumità delle persone e degli animali: regole nuove sulle caratteristiche dei cavalli (mezzosangue anziché puro- sangue), sulla tutela della salu- te degli animali che evitino il ricorso al doping; nuove norme organizzative e nuove forme progettuali per l’allestimento di piazza Ariostea; nuove norme e provvedimenti severi nei confronti di chiunque si comporti in modo scorretto o disdicevole nel corso delle manifestazioni”. A cosa si deve se il Palio di Ferrara è indiscutibilmente cresciuto e si trova, ora, in buona salute? “Non è necessario – spiega il Presidente – spendere molte parole per evidenziare quanto il Palio di Ferrara sia cresciuto e sia diventato uno dei maggiori “avvenimenti” della città. Esso, infatti, con le manifesta- zioni proprie del ‘Maggio del tinaia di giovani, volontari in tuzioni locali, quali Comune, Palio’, gli ‘omaggi al Duca’, la senso stretto, che cosa ha favo- Provincia, Regione, Camera di presenza in alcuni altri mo- rito l’attuale buon assetto delle Commercio, Fondazione Cassa menti culturali delle singole manifestazioni? di Risparmio di Ferrara che, contrade, produce un insieme Il presidente Merighi risponde complessivamente, hanno con- di iniziative che sempre più si senza indugi: “ La grande quali- sentito la disponibilità di mag- pongono all’attenzione dei fer- tà delle proposte culturali offer- giori risorse finanziarie, di sedi raresi, ma anche dei turisti”. te complessivamente dalla orga- più adeguate e l’uso di una Oltre agli inevitabili ostacoli e nizzazione del Palio e, ancora, comunicazione più integrata” ad ai pure inevitabili incidenti lo sviluppo crescente della col- Il mandato del Presidente dura di percorso e all’operato di cen- laborazione tra il Palio e le isti- tre anni. Quali obiettivi si è

52 Le “eccellenze” ferraresi posto per poter associare il suo nome al triennio? “Nel corso del mandato – espo- ne Merighi – dovrà cominciare ad esplicarsi un programma che io ho definito ‘Progetto di qualificazione del Palio’. Il primo obiettivo di questo pro- getto è quello di favorire un processo di maggiore identifi- cazione dei ferraresi con il loro Palio e le loro contrade di appartenenza. Il secondo obiettivo è quello di rendere tutte le manifestazioni del Palio e delle contrade, soprat- tutto nei tempi di svolgimento, più moderne e dinamiche, senza nulla togliere al loro valore culturale ed ai riferimen- di più e meglio le manifestazio- culturali che consentano, se pos- ti storici. ni, recuperandone il loro valore sibile, la riproposizione filologica Fino ad ora non si è fatto riferi- culturale, storico, artistico e delle manifestazioni. Contestual- mento al riflesso sul turismo della tradizione; dobbiamo dif- mente agiremo attraverso una che dovrebbe trarre indubbio ferenziarle maggiormente nelle maggiore capacità di programma- beneficio da tanta profusione discipline quali: giochi, sport, zione, raggiungendo gli operatori d’impegno umano e risorse recitazione, musica, balletto, economici che possono essere finanziarie. Non è forse un ele- vita quotidiana, cucina ed altro interessati a vedere nel Palio uno mento da far rientrare negli ancora; vorremmo portare le strumento insostituibile di pro- obiettivi primari? iniziative in tutte quelle realtà mozione economica della città e “Come Ente Palio non abbiamo che si richiamano agli Estensi del territorio”. deleghe per la promozione e in quei luoghi che già rappre- Già l’ammissione di autorefe- turistica – prosegue così il sentano un patrimonio insosti- renzialità da parte di un pub- Presidente – ma a quel settore, tuibile della città e della pro- blico amministratore storico, che riteniamo fondamentale vincia; mi riferisco a quelle qual è stato ed è tuttora, Vainer per l’economia della nostra realtà che sono già, dal punto Merighi, che personalmente di provincia stiamo offrendo uno di vista culturale e ambientale ciò non può essere comunque strumento non certo di scarsa ,meta di appuntamenti impor- accusato, è una notizia. importanza. Occorrerà, secon- tanti: Castello, Cattedrale, Cosa conforta il Presidente in do noi, che il Palio e tutte le Palazzi estensi, le Delizie, i un disegno tanto vasto e ambi- sue manifestazioni, comprese chiostri, la cinta muraria, i zioso? quelle delle contrade, divenga- giardini e i parchi. “Ho la fiducia di poter riuscire – no sempre più ‘strumenti’ di L’obiettivo della qualificazione conclude il Presidente – perchè diffusione della cultura, della del Palio è quello di far sì che lo al mio fianco ho un ‘patrimonio’ storia, della tradizione ferrare- stesso divenga sempre più rico- di competenze, di capacità, di se, anche nell’ottica di una nosciuto dai cittadini. Ciò lo si disinteressata disponibilità di propria capacità di promozione otterrà se sapremo, anche, supe- centinaia e centinaia di ragazze economica e, appunto, del rare quella sorta di autoreferen- e ragazzi, di genitori e di opera- turismo della città e della pro- zialità culturali che troppo spesso tori diversamente impegnati che vincia. Per fare questo, abbia- ostentiamo e sviluppando invece amano il Palio e Ferrara”. mo bisogno di studiare ancora gli approfondimenti, i contesti

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cultura

Promozione ancora una volta rinviata, ma la passione cova sempre sotto la cenere 100 anni di Spal: quel rapporto così speciale tra Ferrara e la sua squadra Mauro Malaguti

Domenica 17 dicembre 2006, a Rovigo, per una partita di co di Natale, a ben pensarci. inverno pieno, giorno di piog- calcio di quarta serie. C’è la Che i ferraresi siano legati alla gia a due passi dal Natale. Spal che gioca, non contro il Spal da un amore viscerale, e Negozi aperti, regali e compere Milan, non con la Juve: col che siano capaci di schiumare alla portata. Eppure le Rovigo. In uno stadio che è rabbia quando le cose non cronache non registrano assalti stato ampliato per l’occasione, vanno come dovrebbero, e cioè alle boutique e alle botteghe di perchè di solito ci stanno quasi sempre nel recente pas- via Garibaldi o via Mazzini. poche centinaia di persone. Ed sato, è d’altronde cosa nota. A Parlano piuttosto di un esodo è un incontro di quarta serie. Ferrara il calcio è qualcosa di insolito, di questi tempi in cui Ma quando la Spal riesce a più di una passione sportiva, è a viaggiare dovrebbero essere riaccendere la passione della un fenomeno culturale. Il pastori e re magi. Ci sono più sua gente, sopita dalle delu- primo sostenitore della tesi è di duemila ferraresi (ma per sioni in serie ma sempre pronta l’ex centrocampista biancaz- davvero, documentati) che in a scattare al primo richiamo zurro Gigi Del Neri, oggi allena- treno, via statale o in autostra- del campo, succede anche tore del Chievo, che per un da scavalcano il Po e si recano questo. Un miracolino calcisti- domani più o meno lontano si è

La prima formazione ufficiale della Spal 1919

56 Le “eccellenze” ferraresi già prenotato per la panchina Massei e Capello: il maestro e l’allievo del Grande Ritorno. Tutto ciò si deve, è chiaro, alla storia della società Ars et Labor, che il mai abbastanza rimpianto presi- dente Paolo Mazza condusse fino a farla diventare un fenomeno nazionale, un Chievo o un’Atalanta di quegli anni di ricostruzione post-bellica. Per capire meglio, si deve tornare con la mente a quel che era la città allora, per non dire della provincia: e a cos’era in fondo l’Italia tutta. Un paese voglioso di cancellare memorie funeste e tornare a vivere, laddove Ferrara rappresentava un paesone di provincia di solide radici agricole. Non offriva che avrebbe col tempo sempre fenomeno culturale e identita- molto, quanto ad arti e a più isolato il territorio dagli rio per davvero, che attende circenses, la città in quel altri capoluoghi di regione. solo giorni migliori per esplo- dopoguerra. Cultura, moda, Nell’ultimo quarto di secolo la dere di nuovo. Sotto sotto il sport, cinema e musica con le Spal si è penosamente dibattu- ferrarese sente che prima o poi iniziali maiuscole non vivevano ta tra C2 e C1, ha vissuto come tornerà protagonista in questo qui, anche se avevano e avreb- unico e fugace momento di campo. Nell’attesa, sopporta bero esportato talenti rari, da gloria un solo anno di serie B, con pazienza pari solo al tor- Bassani ad Antonioni a Milva. e nel 2005 ha trovato anche la mento cui viene sottoposto. La principale attrazione in loco maniera di venire esclusa dai L’ultimo episodio, il balletto era la Spal in serie A, portata campionati della Figc, subito del marchio che rischia di pri- sui grandi palcoscenici proprio sostituita dall’attuale società vare la Spal anche dell’uso del dal fiuto e dall’ambizione di presieduta da Gianfranco nome, è solo l’ennesima sta- Mazza. Andare alla Spal, come Tomasi. Che la passione popo- zione di questa lunga via cru- si diceva già allora e si conti- lare sia rimasta viva e siano cis. Ma nemmeno questa nua orgogliosamente a dire anzi nati e cresciuti nuovi pro- ammazzerà gli spallini. Sanno oggi, significava andare a seliti, a fronte di insuccessi che anche a questo l’Idea vedere Nordahl e Nyers, Sivori tanto cocenti e di un’offerta sopravviverà. L’Idra partorirà e Charles, Angelillo e Altafini. alternativa sportivamente e sempre nuove teste. Soltanto, Era spettacolo, quella pas- culturalmente crescente, è nessuno sa se vivrà abbastanza serella di grandi campioni: e la fenomeno da lasciare al socio- per vedere quei giorni di futura folla sugli spalti era spettacolo logo. Però le cose stanno così. gloria... nello spettacolo, favorito anche La mobilitazione per il cente- La Spal ha una sua mitologia dall’assenza di valide proposte nario che ricorre quest’anno è interna, nota giusto agli accoli- alternative. O un pomeriggio al forte, e vive del desiderio della ti della congrega, tanto che un cinema, o alla Spal, unico vei- città e della gente comune di forestiero che piombasse lì nel colo per sentirsi parte con celebrare quel patrimonio. Non bel mezzo di una discussione fierezza del contesto nazionale v’è persona che non lo consi- feroce o di un semplice filotto di prima serie. La Spal fu la deri tale. La Spal non è un di ricordi dei bei tempi andati, risposta ferrarese alla fatidica ammasso di palloni e tabellini, stenterebbe a capire di che si emarginazione dalla via Emilia, di aneddoti e leggenda: è un parla. Il mito ha alcuni perni

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da cui mai si può prescindere, Una formazione della Spal ‘60 nei paragoni come nell’icono- grafia. Paolo Mazza fu il presi- dentissimo, il rabdomante capace di scorgere un calciato- re di talento sotto i brufoli di un bimbo di 12 anni, il drago, l’astuto Bertoldo, il mago di campagna, il mercante che faceva soldi vendendo i suoi virgulti ai ricchi capitalisti del tempio calcistico italiano. Oscar Massei era il più grande, la mente e la classe al servizio di un carattere da vero capita- no. Giulio Boldrini rappresenta temperamento agonistico. Per Siena è un arco di trionfo, il cuore, lo stoicismo, la forza non parlare delle frasi celebri, Verona fu due volte fatale dopo agonistica. Franco Pezzato il dei proclami che produssero un primo approccio felice. bomber, il cannoniere per anto- l’effetto opposto a quello ricer- Pescara è sinonimo di forche nomasia. Nando Donati l’aletta cato, delle fughe in avanti caudine, San Benedetto del che fa ammattire tutti, come smentite dalla cruda realtà dei Tronto di campo di battaglia, Carlo Novelli e Dell’Omodarme fatti: ci si potrebbe scolpire una Como e Tivoli, sempre coniuga- prima di lui. Mario Caciagli l’al- montagna. E’ preferibile ricor- te in coppia, di ingiustizia. lenatore gentiluomo tutto di un dare quelli che alla Spal hanno Cento in quella speciale pezzo, il solo a “cacciare” dato molto, quasi tutti riceven- mappa dell’immaginario non Mazza dallo spogliatoio e a done altrettanto se non di più. Il esiste più: è stata rasa al comandarlo in prima persona. Il turco Bulent, il danese suolo. I paesi stranieri trovano mito si è arricchito nelle ultime Bennike, quelli che poi andaro- poco spazio. Paolo Mazza deci- decadi di un gran numero di no all’Inter - il grande Picchi, se che la Spal doveva essere cognomi che per carità di patria Bernardin, Zaglio, Morin, Broc- italiana: ufficialmente per le non citeremo ora, ciascuno dei cini... - e quelli che la Juventus difficoltà di ambientamento quali è lì a simboleggiare una - Gori, Dell’Omodarme, Pasetti, dei calciatori di altre nazioni, incapacità, di parare o di fare Bozzao -, quelli che la maglia sotto sotto perchè se il presi- gol, di crossare o di sfoderare azzurra e la nazionale - Bugatti, dentissimo aveva un punto Fontanesi, e giù giù fino ad debole, era la conoscenza del Albiero - e quelli che il destino calcio internazionale, in tempi ha strappato alla vita o alla car- in cui i media non arrivavano riera, da Campione a Bruschini. lontano. Però Danimarca, Non bastassero cent’anni di Argentina, Turchia, Brasile, storia, la Spal ha anche una Germania, Svezia e pochi altri geografia tutta sua. C’è un esistono. Qualche anno fa, gra- atlante pieno di luoghi che zie a un tal Kemp, vi entrò stanno a raccontare storie da anche l’Australia. Per Mazza i tramandare di padre in figlio. calciatori non dovevano arriva- E’ un atlante singolare, dove re da lontano ma nemmeno da spesso le località hanno un vicino. I ferraresi non avevano nome che ne significa un altro. la voglia di soffrire, questa la Caporetto vi figura come diagnosi del Drago: solo qual- Mestre, dopo lo 0-4 firmato da che “bassaiolo”, al massimo. quattro gol del carneade Tappi. Le terre sulle quali il sole di

58 Le “eccellenze” ferraresi Mazza non tramontava mai l’estate del 2005 per inadem- nale la Spal al momento non sta erano il Triveneto, Friuli in pienze amministrative dovute a soffrendo mancanze di alcun testa, e le Marche e la una serie di vicissitudini amare tipo. I pagamenti corrono, non Toscana. Così nell’atlante da ricordare: prima fra tutte, il ci sono debiti, insomma dopo Pieris e Cormons, patria di blocco del patrimonio del anni di sofferenze si è tornati Fabio Capello e Gigi Del Neri, patron Pagliuso per tre anni, verso la normalità. Poco ci ha scintillano più delle mille luci giusto il tempo di accertare in riservato il secondo centenario. di New York. giudizio che le accuse di mafio- Il popolo del “Mazza” sognava Nell’anno del centenario biso- sità erano campate in aria, e di di fare 100 con una promozio- gna anche parlare della Spal far saltare in aria appunto la ne, invece va ancora a letto con 2007, quella impegnata nel Spal. Il lodo Petrucci ha con- l’incertezza sul fatto che la Spal campionato di serie C2 con la sentito la creazione di una possa continuare a chiamarsi speranza - purtroppo ancora nuova società, la 1907, costret- Spal. Ci sono azioni legali in una volta disattesa, nonostante ta a ripartire (e per ora a resta- corso tra vecchia e nuova pro- la partecipazione ai play-off - di re) dal piano di sotto, quindi prietà per lo sfruttamento del cominciare a risalire la corrente dalla C2. La famiglia Tomasi si marchio. Anche la festa è stata e guadagnare almeno la terza è gettata nell’avventura, ha vis- incerta e sofferta, insomma. serie. Questa è comunque la suto le sofferenze del primo, Non fosse così, non sarebbe una Spal sorta sulle ceneri di quella improvvisato campionato e ora vera festa spallina: o no? cancellata dai campionati nel- sta ritentando. Sul piano gestio-

Altri tempi...

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Controcorrente / I ferraresi come Tafazzi La città del però Andrea Poli

Nemo propheta in patria, è un contadino. “Ah, la mucca indigeni siamo pronti ad scritto nei vangeli; per signifi- bianca fa ottanta litri di latte aggiungere alle tante defini- care praticamente la stessa al giorno, sa?”, si entusiasma zioni che in epoche successive cosa, ma meglio, i latini dice- l’allevatore. “E quella nera?”. hanno connotato Ferrara - la vano invece: suis domestica “Anche, però… E poi la mucca città degli estensi, la città plerumque sordent, a casa bianca fa un vitello tutti gli della metafisica, la città della propria il più delle volte si anni, sa?”. “E quella nera?”. Spal, la città della frutta - un viene considerati di scarso “Anche, però… E poi la mucca nuovo esaltante tassello, suis valore. Definizione che calza a bianca è mia, sa?”. “E quella domestica plerumque sordent: pennello alla valutazione che i nera?”, insiste petulante la città del Però. Nel senso del ferraresi fanno della loro città l’ospite. “Anche, però…”. bicchiere non solo mezzo e di tutto quello che le si Ecco, per quasi tutti noi, che vuoto ma pure scheggiato, muove attorno: sì, Ferrara è pure siamo cresciuti succhian- tanto per non farci mancare anche bella, per l’amordiddio, do il suo humus inimitabile, niente; tipico atteggiamento ma vuoi mettere con Ferrara è così: bella, bellissi- alla Tafazzi, l’omino del trio Numana? L’urbe e il suo terri- ma, ma sempre con un però di Aldo, Giovanni e Giacomo che torio sono zuppi di storia, di troppo. Bello il centro storico si dava delle randellate sugli straordinari capolavori dell’ar- che le ha guadagnato il titolo zebedei così, solo per il gusto te e dell’architettura e di bel- di prima città moderna di darsi delle randellate sugli lezze ambientali che la metà d’Europa, però è troppo deso- zebedei. Volete la riprova? basterebbero, sempre più lato. Bello il Buskers Festival Prendete l’agricoltura che, gente viene da fuori per prova- che anima di centinaia di essendo l’attività economica re l’indefinibile, magnetica migliaia di persone quel centro più caratteristica della provin- suggestione di aggirarsi tra i storico desolato, però richiama cia, ha finito proprio per que- vicoli e gli improvvisi slarghi troppi straccioni. Bello il Palio sto per assumere agli occhi dei della Città Patrimonio coi suoi costumi fastosi cuciti ferraresi una valenza negativa: dell’Umanità, e i ferraresi? pezzo su pezzo a partire da si fa agricoltura perché i ferra- Storcono il naso: sì, però… modelli dell’epoca, però sa resi non son buoni di fare le Facendo eccezione per Rovigo troppo di finto. Bella la marea fabbriche come nelle altre pro- - che soltanto per un depreca- di bici che sciamano sull’ac- vince. Ignorando che la colti- bile residuo di razzismo antro- ciottolato, rendendo il traffico vazione della terra, in un terri- pologico non fa parte della meno congestionato, però le torio che è per oltre la metà sterminata pletora di centri parcheggiano dappertutto. sotto il livello del mare, non è abitati migliori del nostro, pra- Bello il paesaggio del Delta, una pratica normale ma una ticamente tutti gli altri presen- però ci sono troppe zanzare. E faticosa conquista iniziata sei- ti sulla faccia della terra - per mentre le frotte di turisti, feli- cento anni fa, ai tempi del ogni cittadino estense che si cemente disinteressate alle Nicolò Terzo che tutti ancora rispetti Ferrara è la mucca nostre paturnie, scendono ricordano soltanto per la truci- nera della vecchia storiella, sempre più numerose ed entu- da storia di Ugo e Parisina. E sapete no? “Belle le sue due siaste a godersi la città e il che non si tratta più dell’atti- mucche”, si complimenta il Buskers, il Palio, le bici, il vità bucolica celebrata dal gitante in visita alla stalla di Delta e pure le zanzare, noi poeta: “Al campo, dove roggio

60 Le “eccellenze” ferraresi nel filare / qualche pampano gioca un ruolo preponderante di rubinetto. Ma sono gli brilla, e dalle fratte / sembra la nell’evoluzione delle tecniche inconvenienti di chi sta nebbia mattinal fumare, / colturali; in questo l’agricoltu- costantemente all’avanguardia arano: a lente grida, uno le ra dell’Emilia-Romagna, lo perché sa che per fare reddito lente / vacche spinge; altri dico senza tema di smentite, devi sempre essere un passo semina; un ribatte / le porche mangia il riso in testa a tutto il avanti gli altri, non c’è pezza. con la sua marra paziente”. mondo, compresi i tanto - e E poi a uno stretto rapporto fra Potete scordarvelo: l’agricoltu- giustamente - celebrati Stati gli enti locali e l’università e a ra moderna è un’industria Uniti. Grazie all’intraprenden- una rete di tecnici di campa- gestita da macchine gigante- za degli agricoltori, innanzitut- gna, universalmente definiti sche, magari teleguidate da un to, prontissimi ad assimilare le ‘battiguazza’ a cagione dell’in- satellite, in grado di riconosce- innovazioni provenienti dai veterata abitudine di girare per re le zone di terreno che pro- quattro angoli del mondo; a le campagne già dal mattino ducono di meno e di prospet- volte anche troppo pronti, presto, quando la rugiada non tare all’agricoltore la migliore come dimostrano le infauste è ancora stata asciugata dal soluzione al problema facen- esperienze, fra le altre, del sole, che a Ferrara vanta deci- dola apparire sul display del babaco e del pero giapponese ne di esponenti ampiamente sofisticato computer di bordo: nashii, due frutti accomunati forniti di conoscenze teoriche “Vendere il terreno al vicino”. da una peculiare caratteristi- e di attributi (non so se ci E dove l’intelligenza dell’uomo ca: lo squisito sapore di acqua siamo capiti), che proprio

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nella nostra provincia hanno avviato negli ultimi venticin- que anni la sperimentazione di tecniche avveniristiche nel- l’aumento delle produzioni, sotto l’attenta regia di un amico, Fausto Grimaldi. Che quando parla ha la non comu- ne capacità di ingarbugliare anche le vostre idee, oltre che le sue, ma è di una lucidità estrema quando si tratta di capire dove deve andare a parare il settore agricolo. Così oggi gli agricoltori ferraresi sono in grado di seguire passo passo i cicli di sviluppo dei principali parassiti delle loro piante, insetti o funghi che siano, in funzione dell’umidità e della temperatura, sapendo sempre esattamente in quale momento intervenire per far premi televisivi tanto strom- impregiudicata una dirompen- più male ai loro avversari e bazzati sulle maggiori emitten- te questione: in quali uffici riducendo al minimo indispen- ti nazionali; con una giuria della Provincia si annideranno sabile l’uso di antiparassitari. composta da docenti universi- mai i gruppi di bricconi che Per merito anche, va detto, tari ed esperti di tecniche riservano invece soddisfazioni delle informazioni loro inviate della comunicazione e premia- negative? - agli agricoltori, non ai paras- zioni effettuate dal ministro E che volete farci, gente, è la siti - settimana dopo settima- della funzione pubblica, Luigi cultura del Però. Consentite na da una trasmissione televi- Nicolais in persona, a sottoli- allora a me di rendere l’onore siva che si chiama Agreste, neare l’importanza e la serietà che meritano agli artefici edita dalla Provincia, che da dell’evento. Da altre parti i di questo successo grande tre lustri veicola notizie di ragazzini terribili di Agreste e (finora) misconosciuto: prima mano e consigli sulle sarebbero stati accolti al loro Riccardo Loberti, che fin dal tecniche di coltivazione ad uso ritorno da amministratori in secolo scorso (correva l’anno e consumo degli addetti al set- delirio, celebrazioni, discorsi, millenovecentonovantatrè) con tore, perlappunto. La quale pubblici ringraziamenti per aver mano ferma e bonomìa manda Agreste nell’anno di grazia dato smalto e prestigio all’isti- avanti la baracca, Tania 2006 ha vinto il primo premio tuzione che rappresentavano, Droghetti e Stefania Andreotti. - oh dico: il primo premio - a baci, abbracci, pasticcini e Adesso che, ben gli sta, ho final- un prestigioso concorso fra banda, zumpapà. Invece, suis mente consegnato all’imperitura tutte le trasmissioni di servizio domestica plerumque sordent, riconoscenza dei Posteri i loro edite da amministrazioni pub- si son dovuti accontentare di nomi, permettetemi di associar- bliche, sbaragliando program- una spumeggiante e-mail di mi per un attimo agli esponenti mi dotati di ben altre risorse congratulazioni, in cui caloro- della cultura del Però: però, finanziarie. Un concorso serio, samente ci si compiace, cito ragazzi, quando esce questa eh, mica un pappa e ciccia da testualmente, “con un gruppo saponata me lo pagate un caffè. manuale Cancelli, un tanto a che continua a riservarci sod- Corretto latte freddo, grazie. me, un tanto a te, come i disfazioni positive”. Lasciando

62 Le “eccellenze” ferraresi La Camera di Commercio e l’istruzione professionale Giorgio Mantovani e Leopoldo Santini

Come risulta da una che l’istruzione elementare 1901, che precisava che il Monografia Statistica della divisa in due rami, inferiore e 48,5 % della popolazione era Camera di Commercio ed Arti superiore, di due anni ciascu- analfabeta. di Ferrara nei primi anni del no, e fosse obbligatoria e gra- Maggiore disponibilità lo Stato ‘900 l’istruzione primaria si tuita per il ramo inferiore. Ogni aveva dimostrato per l’insegna- caratterizzava per l’elevato Comune o frazione con almeno mento superiore, anche se i numero di frequentanti e di cinquanta bambini avviava e trentatre ministri della pubbli- scuole dislocate in ogni località gestiva a proprie spese una ca istruzione avvicendatesi dal della provincia. Indice elo- scuola nella quale stipendiava i 1860 si erano preoccupati quente erano le cifre dell’alfa- maestri che dovevano presenta- soprattutto di modificare gli betizzazione: nel 1872 su re una patente di idoneità e un interventi dei predecessori. Le 10.000 abitanti dai sei anni in certificato di moralità. Per scuole secondarie si basavano avanti solo 2079 sapevano leg- quelle disposizioni la maggior su due sistemi, classico e gere e scrivere, nel 1901 erano parte degli amministratori moderno: il primo, fondato 4752. comunali aveva odiato e avver- sulla cultura letteraria e filoso- La scuola italiana, nata nel sato quell’istruzione, compor- fica, comprendeva cinque anni 1859 con D.L. del conte lom- tamento ben evidenziato dal di ginnasio e tre di liceo; il bardo Gabrio Casati, prevedeva censimento nazionale del secondo era rappresentato

Immagini della sede di Via Roversella della Scuola Ercole I d’Este negli anni 1920/1930

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dalle scuole tecniche di durata triennale alle quali si accedeva dopo le elementari e gli istituti tecnici quadriennali. Secondo tale orientamento a Ferrara c’erano le Scuole Tecniche Teodoro Bonati con oltre 500 iscritti; l’Istituto Tecnico V. Monti con 150 allievi ; il R. Liceo Ariosto; in provincia secondo i dati della Camera di Commercio c’era una Scuola Tecnica e un Ginnasio semi-pri- vato a Cento, mentre era assen- te l’istruzione professionale.

Scuola serale Pratica di Commercio “C. Pirani” Secondo la legge la Camera di Commercio poteva erogare fondi per la pubblica istruzione per l’istituzione di scuole com- merciali, industriali, d’arte applicata all’industria; l’asse- nonostante la carenza dei aveva frequentato la terza clas- gnazione di borse di studio a mezzi finanziari la ritenne vali- se del Ginnasio. chi si trasferiva in altre città o da e propose l’esperimento di Quelle norme furono ritenute all’estero per apprendere un’ar- un anno chiedendo che il troppo selettive per Ferrara, te o frequentare indirizzi pro- Comune garantisse i locali e il perciò si optò per requisiti fessionali non esistenti a riscaldamento. minimi: aver superato il 14° Ferrara. Così la Camera di Commercio il anno; sottoporsi a un esame In una riunione del Consiglio 20 dicembre 1905 istituì una scritto e orale di italiano e Camerale il presidente Cesare Scuola Serale Pratica di matematica; versare la tassa Pirani presentò una relazione Commercio, per assicurare annuale di lire cinque. Le lezio- redatta dal prof. Tognini diret- l’istruzione tecnica a chi inten- ni iniziarono il 12 febbraio tore del Collegio Manzoni e pro- deva avviarsi al commercio o 1906 in un’aula della scuola pose una scuola di commercio dedicarsi all’esercizio delle elementare Umberto I conces- a Ferrara. Le opinioni furono funzioni professionali rivolte al sa dal Municipio e le materie diverse: il conte Avogli conside- settore. scelte furono: italiano, france- rò utile e lodevole l’iniziativa; il Probabilmente l’idea era nata se, istituzioni di commercio, cav. Zamorani richiese una perché a Roma si era costituita geografia commerciale, compu- commissione per approfondire una Regia Scuola Media di tisteria, calligrafia. l’argomento; il consigliere studi applicati che in quattro Sempre nel 1906 la Camera Magrini, convinto che la pratica anni avviava i giovani all’eserci- istituì un corso gratuito di lin- del commercio derivasse solo zio del commercio e alle pro- gua tedesca; assegnò due borse dal rapporto diretto con i com- fessioni attinenti. A quell’isti- di studio per frequentare la mercianti e non dalla scuola, tuto si era ammessi senza Scuola Aldini Valeriani di precisò che per i mezzi limitati esami se in possesso della Bologna a Andrea Giorgi di della Camera stessa quell’indi- licenza di Scuola tecnica o del Argenta e Eugenio Antolini di rizzo non avrebbe avuto alcun Ginnasio (V classe) o con un Vigarano; conferì lire 400 a significato; il prof. Bottoni esame complementare per chi Petrucci Athos per l’iscrizione

64 Le “eccellenze” ferraresi ra, per realizzare la quale si aprì una sottoscrizione e la Camera contribuì. L’anno suc- cessivo, abbandonate le aule antigieniche dell’Umberto I° le lezioni continuarono in via Borgoleoni nel R. Liceo-Gin- nasio. Il Consiglio dell’Economia subentrato nel 1928 alla vec- chia Camera di Commercio cercò di valorizzare sempre più quella istituzione divenuta un punto di riferimento anche per altre città e per l’ordinamento degli studi: tre corsi annuali con cinque materie obbligato- rie (italiano, francese, aritmeti- ca e computisteria, geografia e istituzioni commerciali ) e tre facoltative e complementari (stenografia, dattilografia, tedesco). Dopo due anni di all’Università Commerciale ripristinò il componimento di interruzione nel secondo con- Bocconi di Milano. italiano e l’anno successivo la flitto mondiale le lezioni ripre- Dopo un decennio, nonostante prova di matematica per il cal- sero nel 1945- 46 ma con pro- i dubbi espressi dai consiglieri, colo. blemi di non facile soluzione: i risultati della scuola serale Nel 1923 decedeva a Bologna la Camera si addossò l’intera erano superiori alle aspettative: il comm. Cesare Pirani che per gestione per il ridotto contribu- l’avevano frequentata 1075 venti anni consecutivi era stato to degli altri Enti e conservò allievi provenienti da tutte le presidente della Camera di minima la tassa di iscrizione classi sociali e tra gli studenti Commercio: varie le sue inizia- per la quasi gratuità dell’inse- erano numerosi gli operai e tive, la costruzione ed esercizio gnamento. Si trovò anche a impiegati che dopo una giorna- del tronco ferroviario darsena – competere con altre scuole ta di lavoro giungevano a stazione; il collegamento ferro- d’analogo indirizzo gestite da Ferrara percorrendo distanze viario Ferrara – Modena; l’im- privati o organizzazioni varie, non trascurabili. Molti avevano pianto della rete telefonica pro- ma fortunatamente queste continuato la professione o vinciale; l’istituzione della dopo breve tempo cessarono mestiere che già esercitavano Scuola serale di Commercio; la l’attività. La sede che fino a prima dell’iscrizione, altri fondazione della R. Scuola quel tempo la Provincia aveva erano stati assunti nelle azien- industriale; l’impianto a concesso presso il Liceo de mercantili, bancarie, indu- Ferrara di alcune succursali Ginnasio fu tolta, ma la Camera striali di Ferrara che si erano della posta. Dal 1919 si era rintracciò altri locali al secondo rivolte alla direzione della trasferito a Bologna continuan- piano dell’Istituto Tecnico V. scuola. do a collaborare nel Consiglio Monti in via Borgoleoni. Dal L’attività scolastica proseguì della R. Scuola Industriale. 1951-52 iniziò una tradizione durante la prima guerra mon- Nell’anno scolastico 1923-24 già presente nelle scuole pub- diale con l’interruzione dal ‘17 insegnanti e studenti della bliche, l’inaugurazione dell’an- al ’19, poi nel ’22 per accerta- Cesare Pirani espressero il no scolastico. Nello stesso re la maturità dei richiedenti si desiderio di avere una bandie- periodo, soppresso l’insegna-

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mento della dattilografia, si L’Istituto professionale per il posta relativa all’Istituzione di ritornò a studiare il francese, Commercio di Ferrara con una Scuola Industriale di 2° merceologia, geografia econo- distaccamenti a Bondeno, grado in Ferrara... La Camera mica per favorire gli studenti Comacchio, Portomaggiore per medesima mentre si compiace che intendevano conseguire il segretari e contabili d’azienda dell’esito favorevole della pro- titolo di computista o di ragio- (una quarta scuola di tipo pria iniziativa, fa voti affinché niere. Negli anni ’60 la Giunta alberghiero era in funzione al tutta la Cittadinanza accolga Camerale predispose un pro- Lido degli Scacchi) aveva 407 benevolmente questa nuova gramma di studi organizzato alunni. Un altro istituto alber- scuola che darà un più moder- sulla base dei programmi ghiero era in progetto per no impulso alle industrie locali predisposti dall’Istituto Profes- Ferrara l’anno successivo. e contribuirà non poco all’in- sionale di Stato per il La sezione coordinata di tensificarsi delle ricchezze Commercio di Ferrara che ospi- Portogaribaldi dell’Istituto della Provincia”. tava la Pirani e affidò al Professionale di Stato “Giorgio La scuola istituita con D. L. 24 Consorzio lo svolgimento del Cini” di Venezia con specializ- febbraio 1918 in base al rego- corso triennale di addetto alla zazioni per meccanici navali, lamento sull’istruzione profes- contabilità e del corso prepara- elettricisti di bordo e padroni sionale redatto nel 1913 preve- torio accelerato della durata di marittimi aveva 158 allievi. deva diversi corsi: serali, per un anno per il conseguimento 330 erano gli iscritti all’Istituto artieri (fabbri, muratori, fale- della licenza di scuola media Professionale per l’agricoltura gnami, decoratori ecc); festivi, inferiore e interruppe per man- “F.lli Navarra” di Malborghetto per conduttori di caldaie a canza di iscritti quello di addet- di Boara, con una scuola coor- vapore; fabbri di campagna per ti alla segreteria d’azienda. dinata funzionante a Pomposa la riparazione di macchine; Nel 1968 nel salone della e corsi complementari a ambulanti, per coloni per utiliz- Camera di Commercio si celebrò Bondeno, Copparo, Coronella, zare le macchine agricole. la 2ª Giornata dell’istruzione Massafiscaglia, Quartesana, S. L’organizzazione di una scuola professionale presieduta dal Giorgio per esperti coltivatori, professionale presentò notevoli Provveditore Mandragora, pre- meccanici agrari, specializza- difficoltà aggravate dalle condi- senti il Presidente Camerale e zioni per frutticoltori. zioni economiche della guerra. Presidente per l’istruzione tecni- Con i nuovi orientamenti scola- Infatti il primo concorso aperto ca Romeo Sgarbanti, Messina stici la Pirani, che negli anni dal Ministero per la nomina del per la Prefettura, presidi e alun- ‘20 “doveva abituare innanzi direttore non si svolse per man- ni. Mandragora precisò che a un tutto all’iniziativa, cioè alla canza di concorrenti, perché i anno di distanza dalla celebra- pronta visione di ciò che si giovani con competenza e atti- zione della prima giornata il poteva fare di socialmente utile tudini erano contesi dall’indu- numero di iscrizioni agli istituti con vantaggio proprio, allo stu- stria privata che offriva elevati professionali era aumentato del dio razionale delle difficoltà da stipendi e buone carriere. 24% perché quell’ istruzione superare, alla tecnica dell’ese- Inutile anche la proposta di un offriva immediate possibilità di cuzione adatta “concluse il suo primo aumento di stipendio con- occupazione senza pregiudizio ciclo e la sua funzione. cordato tra il Comune, Provincia, per l’accesso ai più alti gradi di Camera di Commercio, solo dopo studio. Nei due Istituti profes- Istituto Professionale di Stato lunghe ricerche si nominò diret- sionali per l’Industria e l’Ar- “Ercole I° d’Este”. tore il Livio Bedosti di Terni. Il tigianato con sezioni di conge- Il Bollettino della Camera di secondo problema fu quello gnatori, riparatori, elettricisti, Commercio e Industria di relativo ai locali e al materiale, meccanici, frigoristi ecc, gli Ferrara nel dicembre 1917 pre- un impegno che per il vertigi- iscritti erano 652 divisi fra i cisava “La Camera di Commer- noso aumento dei prezzi dovuti 526 di Ferrara con le sezioni cio è lieta di comunicare, che alla guerra andava ben oltre le coordinate di Argenta e ... il Consiglio d’Insegnamento finanze comunali. Si rinunziò al Portomaggiore e 126 di Cento. Industriale ha approvato la pro- bellissimo progetto dell’Ing.

66 Le “eccellenze” ferraresi Selvelli capo dell’Ufficio Tecnico affrontare lunghi e costosi Un altro intervento riguardò la Comunale e per non ritardare interventi di restauro, ma l’am- demolizione di una parte della l’apertura, che avvenne il 13 pliamento e il miglioramento casa De Carli, un fabbricato di dicembre 1920, si accettò l’uso della sede per la vita stessa mq. 108 con fronte in piazzetta di una piccola parte del fabbrica- della scuola non ammetteva Roversella. Per ottenerlo il to detto delle “Martiri”. Nel ritardi. Il primo agosto 1923 Comune cedette mq. 100 di primo anno per mancanza di iniziarono i lavori con la demo- orto in continuazione del terre- locali si rinunciò al lavoro manua- lizione del fabbricato rustico no De Carli e versò lire 28.000, le che costituiva l’aspetto princi- dell’ex proprietà Badia (l’orto, metà al preliminare e l’altra pale dell’istruzione professionale. casa da ortolano, un fabbricato metà alla stipulazione. Al primo piano dell’ala centrale annesso con camera d’abitazio- Il 15 ottobre 1923 la scuola del fabbricato c’erano quattro ne, vasto magazzino e granaio aveva a disposizione due am- spaziose soffitte di 400 mq uti- in Piazzetta Roversella per enfi- bienti di 11 x 11 per il labora- lizzate parzialmente come ripo- teusi) nel 1868 era stato conces- torio di elettrotecnica e gabi- stiglio per i rifiuti del magazzi- so da Alessandro Campana a netto di fisica; due aule per la no comunale dell’Annona che Isacco Pisa e Angelo Bassani che quarta classe; un ga-binetto di presentavano pessime condi- nel 1872 l’avevano venduto a chimica; una galleria di disim- zioni di staticità e manutenzio- Luigi Casotti il quale l’aveva divi- pegno per le aule. L’officina di ne ed erano completamente so tra le sorelle e una di queste ebanisteria oltre il restauro rea- buie. Ricavare delle aule da ai primi del ‘900 aveva ceduto la lizzò anche gli arredamenti quegli ambienti significava sua parte al Dr. Lucio Badia). scolastici: armadi per i gabinet-

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ti di elettronica, fisica e chimi- strazione; il mobilio con deco- tiva e retribuita l’opera degli ca; venti sedie e altrettanti razioni in intaglio fu disegnato alunni appena licenziati dalla banchi di faggio per le aule; dal prof. Teobaldo Magoni inse- scuola”. Dopo quattro anni di modificò dieci banconi d’aggiu- gnante della scuola, è sua vita diciotto allievi licenziati staggio; l’albo della scuola in anche la progettazione del lam- dalle sezioni di elettronica, noce intagliata; i cavalletti per padario artistico in ferro battu- aggiustaggio, torneria, per inte- le esercitazioni di bobinaggio. to ornato di rose e di farfalle ressamento della direzione sco- Le esercitazioni di fucinazione realizzato dall’officina di fuci- lastica furono assunti dalla erano iniziate nel 1921 in un nazione. Il contributo del per- Fiat di Torino e Bianchi di semplice locale con materiale sonale scolastico continuò Milano, dalla Società Romeo di in gran parte proveniente dalla anche dopo il secondo conflitto Saronno e nelle industrie locali: zona di guerra, ma poiché il mondiale quando furono ese- la Società Elettrica Padana, locale era piccolo e male illu- guiti tutti i lavori in legno, Molini Alta Italia, Setificio minato si decise di restaurarlo sostituiti i vetri forniti dal Nazionale, officine F.lli Santini. e ampliarlo abbattendo un Genio Civile e, con materiale Nel 1924-25 iniziò la trasfor- muro principale di divisione. acquistato dalla stessa scuola, mazione graduale della R. Sostenendo la costruzione ricostruiti gli impianti di illumi- Scuola Industriale in scuola di sovrastante con una solida nazione e si collocarono le tirocinio per l’esercizio di pro- armatura d’acciaio si aggiunse stufe. fessioni qualificate e per l’am- alla vecchia officina un magaz- Il programma scolastico fin missione si richiese la licenza zino in modo che la superficie dagli inizi si basava sul concet- della scuola di avviamento pro- complessiva risultò di mq. to “che una modesta cultura fessionale o la licenza delle 160. La scelta delle fucine, del generale servisse di base a una complementari. Non esistendo maglio e di tutte le attrezzature preparazione professionale ge- scuole professionali (solo nel fu oggetto di uno studio accu- nerica e che questa costituisse 1926 il Comune di Ferrara, rato da parte della direzione. il fondamento di una prepara- uno tra i primi in Italia, sostituì Nell’anno scolastico 1924-25 zione specializzata. Dunque ai vecchi corsi popolari una fu ultimato l’addobbo per la avviamento al lavoro che ren- scuola post elementare per la sala del consiglio d’ammini- desse immediatamente produt- preparazione tecnica e pratica al lavoro, e non potendo fare affidamento su quelli licenziati Cesare Pirani in un ritratto di A. Longanesi - 1919 - Collezione Camera di dalla complementare perché Commercio di Ferrara poco numerosi e più orientati verso altri tipi di scuole, si decise di istituire un corso pre- paratorio di un anno al quale si poteva accedere con la promo- zione dalla sesta alla settima elementare). Con la riforma scolastica gli avviamenti pro- fessionali vennero incorporati nelle scuole esistenti: Teodoro Bonati, Regia Scuola Indu- striale, Pirani, Taddia di Cento attivo dal 1925. Poiché la R. Scuola Industriale di Ferrara era stata aperta in un centro eminentemente agricolo per facilitare l’industria agraria locale, dal 1921 organizzò

68 Le “eccellenze” ferraresi annualmente dei corsi teorici pratici per conduttori di loco- mobili e trattori agricoli. Nell’anno scolastico 1922-23 istituì un corso di meccanica agraria per esperti conduttori di trattori utilizzati anche per l’aratura, e solo dopo lunghe trattative con il Ministero dell’Economia alla scuola ven- nero concesse quaranta mac- chine agricole degli aboliti depositi governativi, attrezzatu- ra messa in efficienza nelle officine scolastiche nel periodo per conseguire il titolo di perito orientandoli soprattutto verso estivo. L’incremento delle mac- industriale. Il problema si pote- l’aspetto teorico e annullando chine richiese la costruzione di va risolvere utilizzando aule e quasi completamente la parte un padiglione che non poteva officine della Scuola industria- pratica. Così è avvenuto per il sorgere nell’ex orto Badia già le favorevole ad accogliere il Centro di Addestramento predisposto per le esercitazioni nuovo indirizzo, ma non si volle Professionale della Città del di meccanica agraria. Il nuovo trovare una soluzione. Nel dopo- Ragazzo, per il Centro Profes- edificio ultimato il 30 gennaio guerra iniziarono le opere di rico- sionale della Cesta e anche per 1925 lungo quaranta metri, struzione e ampliamento del fab- l’ I.P.S.I.A, con la nuova sede largo otto e alto cinque, era tra bricato di via Roversella, nel di via Canapa che offre nuovi l’ex orto Badia e l’orto del 1951-52 all’Istituto Professionale indirizzi e che ha incorporato Palazzo dei Diamanti. gli alunni iscritti furono 1401 così l’Istituto Professionale F.lli Negli anni ‘30, con la creazio- suddivisi: Istituto Professionale Navarra trasformato in Istituto ne della zona industriale, ai (diurno 153), (serali 66); Scuola Tecnico Agrario. La speranza è normali corsi di specializzazio- Tecnica (II classe residua 56); che non si verifichi quanto ne si aggiunsero quelli serali Avviamento 32 classi e 961 allie- riportato dal Corriere della Sera per operai edili, cementisti, vi; Corso per conducenti meccani- il 19 gennaio 2007: “in Ohio aggiustatori calibristi e sagomi- ci di macchine agricole organizza- chi segue un corso per saldato- sti, allievi tornitori, specializza- to dalla Scuola Meccanica agraria ri riceve varie offerte di lavoro zione pre-aeronautica per di Roma 60; Corsi serali e dome- prima ancora di conseguire il motoristi e marconisti, e un nicali gestiti dal Consorzio diploma ed è corteggiato come corso diurno femminile per Provinciale per l’istruzione tecni- un laureato che esce da radiotelegrafia e telefonia. ca. Venti anni dopo gli studi Harvard...Paradossalmente Nel secondo conflitto mondiale comprendevano il settore elet- una delle cause di scarsità di 24 bombe distrussero tre quar- trico ed elettronico, meccanico operai è che l’industria ha un ti degli edifici, ma nonostante e riparatori, gli studenti poteva- futuro incerto. Ma le fabbriche questo oltre cinquecento allievi no diventare operai specializza- sono ancora lì e rimarranno a nell’ottobre 1945 si presenta- ti dopo il terzo anno o conti- lungo perché non tutte posso- rono per riprendere gli studi; nuare gli studi per la maturità. no essere automatizzate. Con solo cento furono accolti in Con l’istituzione della scuola le nostre analisi economiche – piazzetta Roversella e altri 200 media unica sono prima scom- ha ammesso un tecnologo in via Borgoleoni nel Liceo parsi gli avviamenti professio- della Bowling Green State classico statale. In agosto la nali, in seguito con le nuove University – abbiamo finito per stampa locale evidenziò le dif- disposizioni ministeriali anche provocare un corto circuito ficoltà che molti giovani aveva- gli istituti professionali hanno culturale”. no a trasferirsi in altre province modificato i piani di studio,

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Leonida Felletti, un predestinato Da Longastrino all’O.N.U. Dante Leoni

Forse era un predestinato L’alveo del Po di Primaro, oggi Questa è la terra dove nacque Leonida Felletti: nel centenario occupato dalle acque limaccio- un secolo fa Leonida Felletti, della nascita, Ferrara, la sua se del Reno bolognese, altro personaggio straordinario, di città, gli ha dedicato una nuova non era che una delle innume- superiore rilevanza culturale e strada. Era nato a Longastrino revoli evoluzioni che il corso professionale, che, sebbene di Argenta il 28 dicembre del meridionale del Po, il cosiddet- svantaggiato dalle modeste con- 1906 e dall’ultimo paese to Po di Spina, aveva a partire dizioni economiche familiari della provincia, i longastrinesi dall’età del bronzo. Lungo le che non gli consentirono di fare sostengono dal primo, la fami- sottili strisce di terra emerse studi regolari, raggiunse l’ambi- glia di disagiate condizioni eco- costituite dagli spalti naturali tissimo traguardo di rappresen- nomiche – muratore il padre, del fiume, antichi o recenti, e tante dell’Italia alle Nazioni casalinga la madre – emigrò a sulle conoidi create dal fiume Unite per i problemi del lavoro e Ferrara nel 1909 quando il pic- con repentini mutamenti del dell’emigrazione. Si potrebbe colo Leonardo aveva poco più di corso, gli uomini avevano creato intitolare “da Longastrino al- due anni e il fratello Amerigo campi da arare e da seminare, l’ONU”. alcuni anni in più. pascolare per gli animali, rico- Il giovane Felletti iniziò la sua Longastrino è un curioso paese veri di canne e paviera e focola- attività lavorativa esercitando i di frontiera. Come la maggior re per ripararsi. Da questi mestieri più modesti; la fami- parte dei villaggi del vasto delta capanni sarebbero via via sorte glia conduceva un’esistenza del Po si snoda lungo le rive di “murate et cupate”, il villaggio grama, come in generale era uno dei numerosi rami, vivi o vero e proprio. È storia comune quella di chi iniziava una nuova abbandonati, del grande fiume. a tanti villaggi sorti in epoca vita in un contesto e comunità medioevale nella terra del Basso diversi da quelli di origine, spe- Leonida Felletti negli anni ‘20 Po. A volerla cercare, risiede cialmente a quei tempi; ma sti- proprio qui, sull’una e sull’altra molato dall’innato desiderio di sponda di un fiume abbandona- conoscere e apprendere, dotato to, non la Patria della retorica, o di intelligenza acuta e tenace quella racchiusa tra confini sta- volontà, studiava e contempora- biliti dagli uomini, ma la neamente lavorava. Il 26 Heimat, la terra natìa, che sa novembre 1926, appena ven- parlarci di lontano con i suoi tenne, come correttore di bozze, segni, con i suoi suoni, sopran- entrò al Corriere Padano diretto nomi e cognomi, con la sua par- da Nello Quilici, che perirà il 29 lata, con il suo santo patrono, maggio 1940 nell’incidente con il suono delle sue campane, aereo nel cielo di Tobruk, assie- ben diverso da quello di mille me a Italio Balbo di cui ancora altri campanili. (Franco Cazzola, oggi, di tanto in tanto, si favo- premesse a la “Storia di leggia. Il giornale, è risaputo, Longastrino in età medievale e godeva fama di “fare la fronda”, moderna” di Dante Leoni e e Mussolini, oltrechè alla presi- Giovanni Montanari – ed. Il Pon- denza del Consiglio dei Ministri, te Vecchio – Cesena, 2002). se lo faceva, inviare, in busta

70 Le “eccellenze” ferraresi chiusa personale, a Villa Leonida Felletti e Bianca Maria Maj nella loro casa di Ferrara Torlonia. Il “foglio” ferrarese negli anni 1938-1939 diretto da Quilici, pur essendo di tradizioni non comparabili ai grandi quotidiani nazionali – Corriere della Sera, la Stampa, il Messaggero, il Giornale d’Italia ecc. - si distingue per il livello culturale elevato e per il prestigio di molti suoi collabora- tori. Ben presto L. Felletti, emerso per la spiccata profes- sionalità culturale, venne pro- mosso con il prestigioso affida- mento della “terza pagina”, come veniva chiamata allora la pagina della cultura, della quale diverrà un curatore. Fu un periodo di intense attività – con- ferenze, collaborazione giornali- stica, recensioni, elaborazioni – tendente alla promozione e sol- lecitazione di nuovi fermenti non condizionati da ineluttabile venne mobilitato come corri- a piedi, ed hanno soggiaciuto provincialismo. spondente di guerra e inviato agli spasmi della sete, ai morsi Il grande balzo avverrà all’inizio sul fronte francese prima e sul della fame, ai deliqui dell’im- del 1940 quando sarà chiamato fronte libico-egiziano poi; sarà mane fatica”. a Roma all’Agenzia giornalistica testimone – sarà anche uno dei Finita la guerra Felletti ritornò a “Stefani”, organo ufficiale dello tanti mutilati di guerre – della Roma dove si era trasferito defi- Stato Italiano; si trattava di un drammatica epopea dei nostri nitivamente con la famiglia nel traguardo di eccezionale impor- soldati a El Alamein, la 1941. L’Italia era drammatica- tanza, forse il massimo per un Caporetto africana. Il suo libro mente sprofondata nel marasma giornalista. L’Agenzia, che fu Soldati senz’armi, scritto nel economico, politico, istituziona- promossa nel 1853 dall’allora 1944 concluse le operazioni in le per colpa degli eventi bellici. Primo Ministro Camillo Benso Africa settentrionale, è “un atto Fra il dicembre 1944 e il gen- di Cavour, prende nome dal d’amore e di rispetto per chi ha naio 1945 incontrò Alcide De giornalista patriota veneziano dato la vita, congelato nella Gasperi, ministro degli esteri di Guglielmo Stefani rifugiatosi a neve o riarso sulle dune assola- uno dei primi governi formati Torino nel 1848 perché perse- te – un tremendo atto d’accusa con l’avvento democratico, al guitato dalla polizia austriaca. nei confronti del regime e degli quale pose specifiche iniziative, La “Stefani”, nelle intenzioni di alti comandi” e dedicato ai tanti sui problemi dell’emigrazione e Cavour, aveva il compito di caduti in cielo, in terra e negli del lavoro verso i nostri conna- distribuire ai giornali notizie abissi del mare. “Molti di loro zionali emigrati; ideatore e fon- generali e soprattutto i comuni- sono abbarbicati al loro angolo datore, fu il direttore dal primo cati governativi; il regime fasci- di deserto, ai sassi dei loro numero del 10 maggio 1945 sta la trasformò in uno strumen- caposaldi, ai fianchi degli fino al XXVIII numero del 25 to per il controllo dell’informa- “uidian” e là sono morti; molti maggio 1972, data in cui lasciò zione. All’apertura del conflitto altri hanno intrapreso marce la direzione per raggiunti limiti armato da parte dell’Italia il 10 disperate lungo le piane senza di età. Lo scopo di Italiani nel giugno 1940, Leonida Felletti confini, impossibili a superarsi Mondo era implicito nell’edito-

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riale del primo numero: “L’Italia Leonida Felletti e Guglielmo Marconi in occasione del risorgerà”: “Lasciare una parola centenario Ariostesco, Ferrara 1933 di speranza agli italiani sparsi nel mondo, che languono nei campi di prigionia e a quei con- nazionali che sono stati rinchiu- si nei campi di concentramento. Una parola di speranza e di fede nel domani”. La rivista si dedi- cò subito ai problemi dell’emi- grazione italiana verso l’estero, era ovvio che tale questione sarebbe diventata ben presto di scottante attualità; seguì i nostri lavoratori fin dai primi espatri: Belgio, Svizzera, Francia, Ame-rica Latina, Germania, Canada, Australia ecc. La presenza del periodico italia- no, rispetto ai grandi temi del lavoro e dell’emigrazione, trava- licava i confini nazionali per assumere un ruolo di sollecita- 1963. Giova ricordare che tale che l’Italia fosse ammessa zione e di indirizzo negli organi- riconoscimento viene conferito all’ONU. smi più qualificati e autorevoli per meriti eccezionali e che fra Nel febbraio 1937 Leonida istituzionalmente, e Felletti fu coloro che sono stati insigniti Felletti aveva sposato l’archeo- chiamato a fare parte del BIT – figurano, fra gli altri, la signora loga forlivese Bianca Maria Maj Bureau Intenational du Travail E. Franklin Roosevelt, la regina che nel 1935, col professore (Ufficio Internazionale del Giuliana d’Olanda, la Lega delle Salvatore Aurigemma, partecipò Lavoro) Ginevra. Nel 1945 creò Società della Croce Rossa, il re all’ordinazione del Museo Greco l’Agenzia A.I.M. per la stampa e Olav V° di Norvegia, Sir Tasman – Etrusco di Spina di Ferrara nel la radio di lingua italiana Heyes ex Segretario del Diparti- palazzo di Ludovico il Moro e all’estero; nel 1953 venne elet- mento Australiano del Common- del quale assunse successiva- to membro del Consiglio wealth per l’emigrazione. (La mente la direzione prima del Conference of Non Governmen- segnalazione è stata fornita, in professore Alfieri. Negli anni tal Organizations Migration – versione italiana dall’Ufficio di 1940-1941, trasferitasi a Roma ONG, e nel 1955 fu Capo della Roma dell’Alto Commissariato con il marito fu chiamata ad Delegazione italiana all’ONU dell’ONU per i rifugiati). assumere alte responsabilità per i suaccennati problemi; nel Durante la sua lunga attività ha sempre in campo archeologico: 1956 venne nominato Esperto ricevuto altri importanti attesta- Terme di Diocleziano, ispettrice del Consiglio Economico Socia- ti nazionali e internazionali. presso la Soprintendenza di le ONU; nel 1957 eletto mem- Questa breve sintesi evidenzia il Ostia Antica; fu, inoltre, la fon- bro dell’Esecutivo dell’ONU; livello culturale, professionale e datrice e direttrice del Museo nella Conferenza di New York sociale dell’impegno profuso dell’Alto Medio Evo di Roma; confermato per il biennio 1959- dal concittadino Felletti chia- autrice di autorevoli pubblica- 1961. La Nansen Medal, mas- mato a rappresentare la nazione zioni conosciute. Divulgate e simo riconoscimento delle in un momento estremamente studiate nelle università stra- Nazioni Unite per l’attività svol- critico sul piano politico, diplo- niere più prestigiose: Oxford, ta, gli venne conferita nel matico ecc., cioè prima ancora Ottawa, Pontificia Accademia

72 Le “eccellenze” ferraresi Leonida Felletti nell’oasi di Siwa con la sua “casa ambulante”, Felletti facendola pubblicare bottino di guerra 1942 sul quotidiano romano. Non diversamente si comportò l’au- torevole Osservatore Romano che in un corsivo criticò lo scrittore “russo” Leonida Leonidoff per la novella “Folata di vita”, ritenuta “troppo spin- ta”. (dai ricordi di L.F.). Questo è stato Leonida Felletti, ferrarese, nato a Longastrino un secolo fa, cresciuto nella nostra città, morto a Roma nel 1973. I centri di Documentazione Storica del Comune di Ferrara, di Longastrino Ferrara e Ravenna, gli hanno dedicato una mostra documentaria e fotografica e ripubblicato, in coppia anastatica, il libro Soldati senz’armi; il Comune di Ferrara gli ha intitolato una nuova strada della nostra città. (lettera prot. 9860 del 1° febbraio 2007 e relativa auto- rizzazione della Prefettura di Romana, Atene ecc. presentando come una sua tra- Ferrara con nota n°12031/06 Da questo excursus, inevitabil- duzione dal russo la novella “La dell’11 gennaio 2007). mente sintetico, emerge la isba di Lienka” del ferrarese poliedrica personalità del nostro illustre concittadino che negli anni ‘30 si cimentò pure Leonida Felletti in viaggio verso l’ONU nell’attività di novelliere con lo pseudonimo russo di Leonida Leonidoff. Le novelle, una pro- duzione inusuale per un giorna- lista di quotidiano, furono pub- blicate con successo su impor- tanti giornali italiani come il Popolo di Roma. il Giornale d’Oriente, il Corriere Padano e su riviste straniere: la “Neue Freie Presse” di Vienna e il “Pester Lloyd” di Budapest. Dopo il contratto di collabora- zione con il Popolo di Roma ne concluse un altro importante con la Casa editrice Rizzoli. Persino Mario Missiroli, il noto giornalista, cadde nell’equivoco

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Giovanni Boldini, maestro anche nella grafica Lucio Scardino

Il pittore ferrarese Giovanni nozze (e il trasferimento in 1872 (3). E già l’Ovidi, nel Boldini è universalmente noto città) parrebbero fissate al 1902, lo definiva erroneamen- come uno dei geni vissuti nella 1798 nel recente “catalogo” te nativo di Pesaro… (4). Belle époque, quello che dei Dini, i quali collocano quin- Nel medesimo fondo archivi- meglio è riuscito a rendere il di la nascita del loro nipote stico comunale l’unica notizia clima sofisticato del mondo Antonio (padre di Giovanni, e a sui Caparossa riguarda un descritto nei capolavori lette- sua volta pittore) curiosamente “Domenico Caparossa, figlio rari di D’Annunzio e Proust: nello stesso anno e nel paese di del fu Francesco, possidente, non a caso sulla copertina di Alfonsine, in diocesi di Imola, abitante a Ferrara, nella par- una recente edizione della senza indicar peraltro la fonte di rocchia di S. Benedetto”, il Recherche compare il suo tale asserzione (1). quale nel 1820 richiese un dipinto La passeggiata al Bois Pur prescindendo dalla circo- certificato di moralità per otte- (1909), conservato nel Museo stanza che Alfonsine si trova nere la licenza di caccia: e il “Boldini” di Ferrara, e non una nella diocesi di Faenza, un parroco certificò la sua “savia delle opere dei suoi pur volen- inedito necrologio di Elisa- e cristiana condotta” (5). terosi epigoni, quali Blanche, betta, conservato presso la Al di là di queste precisazioni Helleu, Zorn o il franco-veneto Biblioteca “Trisi” di Lugo, sui parenti di Giovanni Boldini Mario Cavaglieri. informa che la donna morì il 7 (comunque tutt’altro che ozio- Consacrato come sommo pitto- dicembre 1817, a 68 anni se), è da rilevare l’importanza re dalla critica odierna - supe- d’età: e quindi vent’anni prima dell’ambiente familiare per la rando i pregiudizi, soprattutto era tutt’altro che giovane e il formazione artistica del futuro di tipo ideologico – di circa suo matrimonio è da anteporre grande pittore: oltre al padre, mezzo secolo fa e ricercatissi- di parecchio, forse al 1768, ottimo disegnatore (fu allievo mo sul mercato internazionale, quando la donna contava 19 di Tommaso Minardi), discreto Boldini è fonte di continue anni. pittore e valente restauratore sorprese, che gli approfondi- L’autore del necrologio era il nonchè “falsario” (6), anche menti di studio tentano di famoso storico argentano tre fratelli che seguirono l’atti- restituire, non sempre riuscen- Francesco Leopoldo Bertoldi, vità pittorica e i prodotti della dovi. al quale nel 1818 Antonio “bottega”, sono facilmente E’ il caso delle sue origini Boldini eseguirà un delizioso confondibili fra loro. familiari, radicate nel clima ritrattino grafico (2). E’ questo il caso della tizianesca della provincia ferrarese, a Circa la nascita di quest’ulti- Assunta nella chiesa di Guarda ridosso della Romagna: i mo ad Alfonsine di Ravenna, la Ferrarese, già ascritta ad Antonio Boldini risultano difatti stan- notizia contraddice quanto (7), ma in realtà documentata ziati a Portomaggiore sin dal riportato in uno stato di fami- nell’Archivio Parrocchiale come XVII secolo. glia del 1874, conservato opera del figlio Giuseppe, che fu Si sarebbero trasferiti a Ferrara presso l’Archivio Storico maggiore di tre anni al Nostro. grazie soprattutto al matrimonio Comunale di Ferrara, dove si Per la formazione di Giovanni fra Venanzio Boldini, bisnonno registra che Antonio Boldini importante fu inoltre la figura di Giovanni e la giovane ferrare- era nato in Umbria, a Spoleto, della nonna paterna, Beatrice se Elisabetta Caparossa: le nel 1799 e morto a Ferrara nel Mandolini, discendente da una

74 Le “eccellenze” ferraresi Le contessine Prosperi (1858 ca.)

famiglia di incisori, e moglie, gneranno per tutta la sua re volti di ragazze in diverso in seconde nozze, di Luigi lunga vita. atteggiamento (di prospetto, Federzoni. Costui è stato con- Degli anni ferraresi è un bel reclinato, di tre quarti), la notato via via dagli storici disegno (svincolato ormai dagli futura attrazione per l’universo “boldiniani” quale falegname, esempi del padre), raffigurante muliebre, ovvero per l’”eterno ingegnere, architetto, proprie- le tre figlie del conte Gherardo femminino”. tario di una fabbrica di mobili: Prosperi: vi si evidenzia, nel Questo disegno, conservato in realtà fu un raffinato ebani- non-finito della parte inferiore, ancora a Ferrara, presso gli sta, autore, fra le altre cose, di un’inclinazione quasi metoni- eredi Prosperi-Zanardi, sarà un bellissimo tavolino da lavo- mica, il desiderio di sintetizza- uno fra i primi analizzati da ro impiallacciato in mogano, re alcuni particolari rispetto ad Bianca Doria nel Catalogo donato a Cornelie Millinger dal altri ritenuti più importanti (in generale dei disegni dagli cardinal Odescalchi (8). questo caso, il cestino al cen- Archivi Boldini (circa 3000), Fu proprio Luigi Federzoni ad tro), che diverrà poi sua pecu- al quale sta lavorando da vari acquistare nel 1832 la casa liare sigla espressiva. anni, e che presto vedrà la dell’odierna via Savonarola Il disegno ha nel contempo luce. dove nascerà Giovanni: e nel sapore illustrativo, quasi da Vedova di Vito Doria, direttore “salotto” in cui i nonni riceve- novella anglosassone, alla dal 1975 del “Centro Studi vano aristocratici, borghesi ed Dickens, e un intimismo collo- Boldiniani” annesso al Museo artisti il giovanissimo pittore quiale, sapidamente “provin- Boldini di Ferrara, la studiosa noterà le prime tracce di quel- ciale”, rivelando nell’adole- ha già pubblicato, per i tipi l’eleganza che lo contrasse- scente Giovanni, teso a coglie- della Rizzoli, nel 1998 Boldini

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amico mio, evocativo quanto Ritratto di Rita Lydig (1904). singolare “album” fotografico, nel 2000 il Catalogo Generale dei dipinti di Giovanni Boldini, e nel 1997 ha curato nella sua Romagna (è nata a Faenza) la mostra Boldini, divine armonie (Ravenna, Palazzo Rasponi Murat). La grafica boldiniana mancava infatti, sin ad oggi, di un cata- logo sistematico, benchè in passato siano apparse interes- santi antologie di disegni: ricordiamo perlomeno Boldini: i cavalli, curata da Franco Farina nel 1981, il catalogo della mostra Dessins parisiens de Giovanni Boldini (Parigi, Musée Carnevalet, 1982), e la rassegna dei disegni conserva- ti nel museo ferrarese, in con- comitanza con l’uscita del Catalogo ragionato della qua- dreria, a cura di Andrea Buzzoni e Marcello Toffanello. Spesso schizzi veloci, nervosi quanto icastici, talvolta morbi- damente tesi a delineare ana- tomie e paesaggi, volti e archi- tetture, i disegni sempre sug- geriscono l’idea del movimen- to, d’una gestualità partecipe e quasi ansiogena: non a caso alcuni storici dell’arte hanno parlato per lui di una sorta di proto-futurismo. Pittore della “modernità” Boldini lo è sempre stato: persino quan- York), si è lasciato tentare dal- 1898, che pare uno sketch o do, nella Ferrara papalina nei l’idea di catturarne soprattutto una prima idea per illustrare suoi anni estremi, si esercitava, il dinamismo, il senso della quegli ineffabili romanzi di pur sotto l’egida del padre vita caotica, l’affastellarsi dei Edith Wharton ambientati nel- Antonio, a reinventare la rinasci- gesti, in rapporto dialettico l’alta società americana e, nel mentale Officina Ferrarese, con con gli Impressionisti. contempo, uno studio di linee un senso di citazionismo quasi Basti pensare ad uno di quei concentriche e centrifughe, le spregiudicato. disegni che sta schedando grandi ruote e il mantice E quando ha scelto di abitare Bianca Doria: un’immagine di alzato, un insieme di masse nella Ville Lumière o di sog- carrozze e cavalli in corsa, frastagliate e scomposte che giornare nelle metropoli di lin- ripresa durante il suo soggior- voglion celebrare il mito della gua inglese (Londra o New no new-yorchese del 1897- Velocità.

76 Le “eccellenze” ferraresi Certo, non è la città che sale Carrozze e cavalli in corsa a New York (1897 ca.). di Boccioni, e neppure uno dei suoi stati d’animo, ma il movi- mentismo che anima il segno del ferrarese è di grande rilie- vo espressivo, di riuscitissima resa segnica ed atmosferica. La fama di Boldini resta soprattutto legata a quella di ritrattista, soprattutto di bel- lezze femminili: personaggi della high society, ma anche modelle per composizioni mitologico-simboliste (Leda con il cigno, in varie versioni, una perduta Salomè, della quale il pittore parla in una lettera alla marchesa Casati nel maggio 1922, alcune immagini di ninfe), che forse non avrebbero sfigurato alla recentissima mostra sul Simbolismo allestita al Palazzo dei Diamanti. Fra le tante immagini muliebri registrate dalla Doria nel suo utilissimo repertorio grafico segnaliamo quella di Rita Già riconosciuto eccellente pit- co Francesco Leopoldo Bertoldi Lydig del 1904, già pubblicata tore ad olio, in questa nuova argentano, a cura di V. Geminiani nel catalogo della mostra impresa tassonomica Boldini si e R. Moretti, Ferrara, 2007. ravennate di dieci anni orsono. rivelerà, una volta per tutte, (3) Ferrara, Archivio Storico Nata De Alba De Acosta, la altresì grandissimo disegnatore, Comunale, sec. XIX, Popolazione, busta 28. ricca effigiata compare anche confermando ciò che aveva evi- (4) E. Ovidi, Tommaso Minardi e la nella suaccennata, “proustia- denziato il suo corpus incisorio, sua scuola, Roma, 1902, p. 146. na” Passeggiata al Bois, punta esposto nel 1981 in un’indi- (5) Ferrara, Archivio Storico di diamante della quadreria menticabile mostra nel Palazzo Comunale, sec. XIX, Popolazione, ferrarese: ma il disegno si rife- Bevilacqua-Massari a Ferrara busta 46. risce ad un ritratto di cinque (9). (6) L. Scardino, Bottega Boldini: anni prima. ossia alcune note su Antonio e i Il profilo è costruito sapiente- suoi figli, in “Boldini”, 1989. mente con un insieme di linee BIBLIOGRAFIA (7) A. P. Torresi, Biografie di pit- tratteggiate e poi sovrapposte, tori-restauratori ferraresi dell’Ot- (1) P. Dini - F. Dini, Boldini tocento, in “Neo-estense. Pittura con impeccabili sfumature o 1842-1931. Catalogo ragionato, e Restauro a Ferrara nel XIX seco- accentuazione di segno: seg- vol. I, Torino, 2002, p. 129. lo”, Ferrara, 1995, p. 71. menti che poi diventano curvi- (2) Il disegno di Antonio Boldini, (8) G. Manni, Mobili in Emilia, linee nell’acconciatura e nei poi ripreso in litografia da Modena, 1986, p. 371. tratti “plastici” dei lineamen- Giovanni Zannoli, è stato recente- (9) Giovanni Boldini: opera inci- ti, a suggerire l’idea di uno mente riprodotto sulla copertina soria, con testi di Franco Farina, sguardo sorpreso in una sottile di G. Boschini, Memorie storiche Dino Prandi, Ettore Camesasca, reverie. per la vita e gli scritti del canoni- Lucio Scardino, Ferrara, 1981.

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Ricordando il grande pittore Gaetano Previati Antonio P. Torresi

Una delle “eccellenze” ferrare- Cenacolo Baccariniano, allesti- di grande sensibilità hanno si nel mondo dell’arte è sicura- ta presso il Museo Internazio- infatti scritto di lui e delle sue mente il pittore Gaetano nale delle Ceramiche), sono opere, commentandone le idee Previati, principale teorico del esposti Le fumatrici di haschis- in fatto di Divisionismo, di otti- Divisionismo a cavallo tra Otto ch e Cleopatra, quest’ultimo ca e di scomposizione dei colo- e Novecento. conservato presso il Museo ri, ma anche nell’ambito squisi- L’artista sta godendo, in questo Civico di Ferrara. tamente “letterario” e figurati- 2007, di un rilancio anche in Procedendo a ritroso nel tempo vo, con temi e tempi originali campo internazionale: tre suoi ricordiamo un capolavoro pre- ed avanguardistici, che suscita- dipinti sono esposti in una col- viatesco presentato nella picco- vano nel pubblico dell’epoca lettiva presso i Musei di Berlino la ma preziosa mostra della commenti non sempre positivi, (La danza delle Ore, Il Sogno, Il Unicredit Private Banking di ed incomprensioni che il tempo Giorno che sveglia la Notte), Lucca (Pittura sacra. Un per- ha poi sconfessato. altre al Lincoln Theatre di New corso tra ‘800 e ‘900), del Tra le testimonianze inedite ho York, nell’ambito dell’esposizio- 2006, la bella rassegna di rintracciato di recente una ne della collezione del maestro Lavagna dal titolo Gaetano bella biografia del Nostro arti- Arturo Toscanini, mentre il Previati. Vent’anni in Liguria sta di Leonello Brina (avvocato dipinto Paolo e Francesca fa (1901-1920), del 2005, con- e pittore per diletto), stesa in parte della mostra sul “Sim- temporanea a Sogni. Visioni tra occasione della rassegna pre- bolismo”, tenutasi presso il Simbolismo e Liberty di viatesca del Palazzo dei Palazzo dei Diamanti (seppure Alessandria, un’altra a Roma Diamanti di Ferrara nel 1969, in un allestimento che lo morti- (D’Annunzio, l’uomo, l’eroe, il che vale la pena di trascrivere fica alquanto) e un altro, La poeta, del 2001), la cataloga- integralmente per i nostri letto- presentazione del neonato, è zione della collezione d’arte del ri: “In Ferrara, nel prestigioso nella rassegna milanese dedi- Museo della Scienza e della Palazzo dei Diamanti, è tuttora cata alla ticinese collezione Tecnica “Leonardo da Vinci” di in corso una grande rassegna Balzan. Infine, nella mostra Milano (2000), per giungere artistica antologica. sull’Art Nouveau a Faenza (Il alla grande esposizione mono- In quel Palazzo, perla del grafica milanese del Palazzo Rinascimento, posto in una Reale (Previati. Un protagoni- delle prime fastose strade Stupendo orologio in legno, realizza- sta del Simbolismo europeo) dell’Europa quattrocentesca, to dal padre Flaminio del 1999, alla Collezione sono raccolti oltre 60 quadri Rizzarda di Feltre (1996) ed al (62) e 218 disegni del grande repertorio Venezia e la Pittore divisionista Gaetano Biennale. I percorsi del gusto, Previati. del 1995. Insieme al Boldini ed al “Una vita non basta” potrebbe Mentessi, egli fa parte di quel- essere lo slogan poetico per ini- la triade di artisti ferraresi che ziare un discorso su questo arti- lasciarono orme indelebili nel sta, al quale si sono interessati, campo internazionale. Se sin dai suoi esordi, critici dovessimo esprimere un giudi- eccellenti. Uomini di cultura e zio sintetico, dovremmo dire

78 Le “eccellenze” ferraresi che è stupefacente l’anelito del Previati nella ricerca di Un’opera giovanile di Gaetano Previati, conservata ancora presso quella luce nelle sue opere i suoi eredi che traduceva la luce stessa del Suo eletto spirito. Ammirare le opere di questo grande artista, idealista e romantico, ma potente nella espressività, è sollevare lo spi- rito da un greve materialismo che dilaga. Nato a Ferrara il 31 agosto 1852 da Flaminio, orologiaio e da Riccarda Benvenuti che proveniva da illustre ed antica famiglia dell’aristocrazia ferra- rese, rimase orfano all’età di un anno, quando, cioè, la madre spirò nel dare alla luce il sesto figlio. Flaminio, padre di tanta prole, passò a nuove nozze con Cornelia Facchini, donna di elevate virtù ed animo profondamente religioso che, per Gaetano, fu educatri- ce ed ispiratrice, e che per la tenera nidiata dei suoi fratelli fu non matrigna ma seconda madre. Dopo aver frequentato la Scuola Ferrarese di Belle Arti ed aver seguito gli insegna- menti di Girolamo Domenichi- ni e Giovanni Pagliarini, valen- ti pittori, con il generoso aiuto della Provincia e del fratello Giuseppe, ingegnere, si trasfe- rì a Firenze sotto la guida di Amos Cassioli ed a Milano alla Accademia di Brera col le, sebbene timidamente bale- che stupì i visitatori per la Bertini. Rapidissimi furono i nasse già il lampo di un genio morbida opulenza, la pastosità progressi. artistico nuovo, e la nota squil- dei toni, il grande realismo L’allievo eccezionale nel 1878 lante di una schietta persona- delle immagini e l’ammirevole si aggiudicò un importante lità. inquadratura scenica. Dipinto premio ed un anno dopo con Un vero e proprio successo in breve tempo, senza cartone, Gli ostaggi di Crema vinse strepitoso conseguì, giovanis- su una tela di quattro metri il concorso bandito dalla simo, il Previati, con il quadro per sei, suscitò tale impressio- “Fondazione Canonica”. Il Valentino a Capua, dipinto a ne che il Maestro fu chiamato Previati era allora sulla scia Ferrara ed esposto a Torino ad “Il pittore del Valentino”. Ne della grande pittura tradiziona- una mostra nazionale, opera fu entusiasta lo stesso

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Giuseppe Verdi, come dimo- Previati usa i colori simili alle luci fondamentali dello spettro solare stra una lettera che egli indi- rizzò a Domenico Morelli. Il musicista già da allora aveva intuito la lirica e musicale armonia che vibra nelle opere del Previati. Il conte Sauli Visconti, che acquistò il quadro per il Castello di Bertinoro, per un lievissimo danno patito duran- te il trasporto dell’opera otten- ne dalla Società delle Ferrovie un indennizzo ingente. Gaetano Previati avrebbe potu- to in breve arricchire, ma non era tempra da rinunciare ai propri più elevati ideali: egli era desideroso di esprimere dei “Promessi Sposi”. Le effu- ca delle tinte, come in una veramente, sinceramente, sioni liriche dell’Artista aveva- televisione a colori, affinchè tutto se stesso, pur preveden- no trovato estrinsecazione ne risulti all’occhio, opportu- do quali lotte avrebbe dovuto nelle opere Il bacio, Il Re Sole, namente distanziato, un colore affrontare. Voleva affrancare la Il viaggio nell’azzurro, le composto più luminoso, vi- propria forma espressiva dagli Visioni del Carroccio, La berli- brante, etereo. Tale tecnica fu accademismi del passato, na d’oro. di sommo aiuto al Previati per voleva tradurre nei propri qua- L’incitamento di Grubicy, pit- esprimersi, e restò famosa la dri alti concetti e spirituali tore e mecenate, e l’esempio sua prima opera divisionista tensioni. Trovò nel Divisio- del grande Segantini, consi- rappresentante una mamma nismo la tecnica che gli avreb- gliarono il Previati ad espri- con due bambini su un prati- be dischiuso un mondo nuovo mersi attraverso la nuova tec- cello smaltato di verde. e che gli avrebbe permesso di nica del Divisionismo, tecnica La concitata trascendenza reli- portare, con luminosità mai che ebbe radici negli studi del giosa raggiunse vette elevate prima raggiunte, alle più alte fisico Rood ed è basata sulle nella Maternità e nella vette il suo messaggio d’Arte. leggi tecniche del contrasto Madonna dei gigli, opere uni- Si immerse in studi profondi dei colori complementari, e la versalmente conosciute ed scrivendo testi fondamentali composizione delle tinte ammirate. Con Il Calvario, La sulla “Tecnica della Pittura” e mediante il miscuglio retinico. Crocefissione, Le Marie ai su “I principi scientifici del Il pittore usa nella tavolozza i piedi della Vergine, e la Via Divisionismo”. Egli dice di colori il più possibile schietti e Crucis, il Pittore esprime una voler dipingere “l’azzurro pre- simili alle luci fondamentali anima candida e mistica, ponderante del cielo e l’illumi- dello spettro solare e, come come Giotto. nazione universale dell’aria: materie sussidiarie, il bianco Il ritiro a Lavagna segna una luce, azzurro, universo”, ecco ed il nero; non unisce con fase crepuscolare dell’artista il sogno del pittore. miscuglio molecolare i colori ormai bruciato dalla sua lunga La realizzazione del Divisio- semplici per ottenere quelli faticosa lotta e affranto da nismo era stata preceduta da composti, ma applica sulla gravi sventure familiari culmi- un periodo artistico in cui era tela dei brevi tratti ravvicinati nate con la contemporanea prevalsa la fantasia: sono di dei due o più colori semplici e scomparsa della adorata con- tale epoca le illustrazioni dei complementari. Utilizza il sorte Ilda e di un figlio. racconti di Edgard Allan Poe e fenomeno della fusione retini- L’uomo che tanto aveva cerca-

80 Le “eccellenze” ferraresi to la luce si spegne così fra le più cupe tenebre. Con il Previati scomparve soprattutto una grande anima ed un gran- de idealista. Questa commossa testimo- nianza di Leonello Brina, ci riporta alla memoria la figura del padre di Gaetano, Fla- minio, che fu un ricercato e raffinato orologiaio di Ferrara. Un suo orologio in legno intar- siato e a carica frontale, con squisite decorazioni in bronzo dorato, è stato rinvenuto di recente presso la Casa di Riposo di via Ripagrande: è fir- mato da Flaminio Previati con inchiostro blu su smalto sul quadrante sotto il perno dove sono le lancette. L’oggetto proviene quasi sicu- ramente dall’eredità di Luigi Pareschi, morto nel 1906, che aveva lasciato molti beni alla Congregazione di Carità. Nell’archivio del “Centro Servizi alla Persona” di Ferrara risultano oltretutto conservate alcune fatture al “cav. Luigi Pareschi” da Augusto Previati, poco o nulla sappiamo. colta privata di Milano e gen- il quale continuava a gestire Per concludere questa “memo- tilmente concessomi per illu- l’orologeria paterna dopo la ria” previatesca, segnalo che strare questo articolo per “La scomparsa del padre, avvenuta la ricca collezione di quadri e Pianura”. nel 1875. Il negozio era situa- sculture messa insieme dal L’opera misura cm. 29x42, e la to sotto i portici di Piazza della succitato Alberto Grubicy sua tecnica esecutiva pare aderi- Pace, odierno corso Martiri De Dragon (Milano, 1852- re perfettamente a quel partico- della Libertà, in una bottega Torriggia, 1922), mercante larissimo acquerello “manipola- attigua alla famosa Farmacia d’arte, e dal fratello pittore to”, così ben esplicato da Jehan “Navarra”. Vittore (Milano, 1851-1920), Georges Vibert nel suo volume Degli altri fratelli di Gaetano alla loro morte venne dispersa “La Science de la Peinture” del ricordiamo poi l’ingegner in varie aste. Alcuni di questi 1891, tradotto e commentato da Giuseppe (1849-1915), co- dipinti passarono però in ere- Gaetano Previati con il titolo “La protagonista del libro “Lettere dità ad un allievo di Vittore, il Scienza della Pittura” (1893), al fratello” (Milano, 1946), livornese Benvenuto Benvenuti riedito a Ferrara nel 2005 con curato da Spartaco Asciam- (1881-1959): tra queste era introduzione dello scrivente, in prener, e consistente in una l’inedito acquerello, studio una edizione filologica che - selezione dell’intenso scambio preparatorio per il grande qua- sono sicuro - sarebbe piaciuta al epistolare tra i due germani, e dro di Previati, Il giorno sve- Nostro artista. poi Miranda e Luigi, di cui glia la notte, oggi in una rac-

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Turismo culturale ed enogastronomico: una coppia vincente Sauro Baraldi

In Italia il turismo culturale della recente mostra “il Gusto una struttura mobile con un attrae un maggior numero di di Ferrara” che ha registrato bar tenda e un gazebo utilizza- turisti, rispetto a quello bal- un grande successo si sarebbe to come saletta di riposo, neare. Questo deve farci riflet- potuto creare l’abbinamento molto frequentata. Si potreb- tere, in positivo. ll 33,8% de- gusto-cultura attraverso la be rifarla, mettendo in mostra gli italiani e oltre il 44% degli promozione, in quella sede, i nostri prodotti tipici: dal stranieri scelgono città di inte- dei nostri musei di Ferrara e pane ai salumi ai dolci, al resse storico e artistico. Dove provincia, e fare altrettanto vino, alla pasta molto apprez- il mare si prende la rivincita nelle sedi museali per la zati al “salone del gusto”. Se sulla cultura è sui giorni medi nostra enogastronomia. A pensiamo che nei week-end di presenza: 5,5 contro i 2,8 Ferrara ricordo che nella sono oltre 7000 i visitatori delle località d’arte. Dalle mostra sui “Bugatti” di tanti della mostra di Palazzo Dia- indagini emerge il forte inte- anni fa era presente nel corti- manti, è una grandissima resse (soprattutto della Ger- le interno di Palazzo Diamanti occasione da non lasciarci mania, Regno Unito, Usa e Francia) non solo per il classi- co circuito delle città d’arte, ma anche per i centri minori. Il turismo d’arte è inoltre meno soggetto alla stagiona- lizzazione dei flussi. Ma si può fare di meglio e di più, abbinando il cibo con l’arte. Giorgio Serra del Dipartimento vitivinicolo di Buonitalia ha spiegato che “l’idea è quella di legare le nostre eccellenze artistiche a quelle agroalimen- tari, e presentare in modo uni- tario il nostro patrimonio in particolare ai turisti stranieri che visitano i nostri musei, offrendo loro la possibilità di conoscere ed acquistare i nostri prodotti tipici”. I musei che si sono già attivati sono Capodimonte a Napoli, la Galleria degli Uffizi di Fi- renze, e altri ancora. Ma anche a Ferrara, in occasione

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sfuggire, e Chiara Ronchi diret- trice di “Iniziative turistiche” potrebbe sfruttare questa occa- sione. Positiva è l’intesa rag- giunta tra le associazioni Ascom e Confesercenti, nel pro- muovere la rassegna del “gusto di Ferrara”: e dal momento che Valerio Miglioli, presidente di Iniziative Turistiche, ipotizza per Ferrara una grande manife- stazione autonoma dedicata al settore enogastronomico e alla filiera agroalimentare, gli sug- gerisco una mostra permanente della nostra enogastronomia per poter offrire per tutto l’anno ai turisti i nostri prodotti, anche in occasione delle varie iniziati- ve come Buskers Festival, Balloons, Mille Miglia, Maratona, nel corso delle quali si potrebbe organizzare nel Castello un “convivio rinascimentale” con ricette dell’epoca e dare così una ulteriore, meritata, visibilità alla nostra enogastronomia.

84 Le “eccellenze” ferraresi Lo spirito cosmopolita di Franco Farina Gabriele Turola

I trent’anni di direzione del Cubismo, del Dadaismo, mento tutt’altro che snobistico in delle Gallerie Civiche di Arte dell’Astrattismo, del Surrealismo, quanto, oltre ad aver dato spazio Moderna del Palazzo dei dell’Informale, della Pop Art, ai più celebri nomi in campo Diamanti da parte di Franco dell’Arte Povera e Concettuale. internazionale, ha altresì conces- Farina mettono in luce il suo Franco Farina con coraggio di so agli artisti che si affacciavano dinamismo, il suo spirito cosmo- pioniere ha percorso nuove stra- alla ribalta, compresi quelli ferra- polita, la sua capacità di intratte- de, affiancando agli artisti più o resi, di usufruire di una vetrina nere rapporti a livello internazio- meno classici, tradizionali quelli prestigiosa. Lo stesso Farina ama nale, dimostrando che le mostre rivoluzionari e più provocatori che definirsi «un libero battitore» nel da lui organizzate, gli artisti da lui a volte hanno destato stupore e terreno dell’arte, infatti nella scelti, rispecchiavano uno stile di perfino scandalo, come nel caso scelta delle mostre tre erano le vita, una sorta di filosofia, della famosa scatoletta di Piero categorie di artisti ai quali dedi- un’apertura intellettuale che gli Manzoni, esposta nel 1971, che cava spazio: 1° quelli affermati, i permettevano di allargare Ferrara ora è entrata nei musei e raggiun- Maestri; 2° i futuribili, quelli oltre i suoi limiti provinciali, di ge quotazioni strabilianti, o come esordienti, che nel tempo avreb- portare il nome del Palazzo dei “Mostra di arte sacra” del 1974, bero conquistato la fama merita- Diamanti nel mondo, di introdur- dove alcune opere, considerate ta; 3° i giovani talenti che merita- re nella nostra città i fermenti e le blasfeme, hanno fatto arricciare il vano di venire scoperti e lanciati, innovazioni delle Avanguardie per naso ai visitatori benpensanti. in questo caso col rischio della aggiornare i ferraresi stessi e Farina ha avuto il fiuto di un pre- sperimentazione. Il grande pub- arricchire la loro cultura. cursore: infatti le opere dello blico così è stato richiamato dalle Infatti ai tempi del nostro stesso Piero Manzoni, il padre mostre importanti che rientrava- Direttore, al Palazzo dei Diamanti dell’Arte Concettuale e Povera, no nella storia dell’arte, e nello erano ospitati i più grandi e famo- sono state esposte a Roma tre stesso tempo dalle esposizioni si Maestri, a volte di persona, a anni dopo la rassegna ferrarese. ora specialistiche, ora dedicate volte presenti con le loro opere, Un’altra caratteristica del nostro ad artisti ancora sconosciuti che così abbiamo visto i protagonisti Direttore consiste in un atteggia- destavano interesse e curiosità. La disponibilità perfino nei con- fronti delle scuole inferiori ha spinto il Direttore del Palazzo dei Diamanti a collaborare col labora- torio di ceramica ed educazione visiva, diretto da Lucia Boni ed Eva Zambonati, la cui sede era presso l’Istituto Ginevra Canonici in Corso Biagio Rossetti. I docen- ti prendevano contatto con Franco Farina, organizzavano visite gui- Farina, date alle mostre per i bambini foto di Marco delle elementari e delle scuole Caselli medie. Così alcuni ceramisti rino- mati, come il grande Leoncillo, si

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recavano di persona presso il sud- mostre dedicate agli detto laboratorio e lavoravano Impressio-nisti, vero feno- insieme ai giovanissimi allievi, meno di moda. Fra l’altro intervenendo nell’attività didatti- allora non si pagava nemme- ca. Oppure si favorivano incontri no il biglietto e non occorre- con pittori celebri, come nel caso vano nemmeno prenotazioni di Luigi Veronesi, protagonista per visite guidate. Con que- dell’Astrattismo italiano. A volte i sto non vogliamo affermare lavori dei ragazzi venivano esposti che tutto quello splendore si accanto alle opere degli artisti sia affievolito, caduto nel che avevano tenuto lezioni di crepuscolo, ma semplice- ceramica. mente sottolineare lo spirito Come si può constatare questa pionieristico di quegli anni divulgazione dell’arte rispecchia irripetibili, come lo è ogni una mentalità aperta, uno spirito cosa importante al suo ini- scattante, dinamico che vuole zio. Così pure molteplici erano i ottenendo un effetto scenografico coinvolgere tutti, promuovendo filoni dell’arte visiva che trovava- suggestivo; e il nucleo permanen- un approccio al mondo artistico no accoglienza nel contenitore te dello stesso Palazzo Massari secondo un indirizzo né accade- museale: dalla pittura alla scultu- col Museo Boldini e dell’ex sede mico né elitario. ra, alle arti applicate, alla fotogra- dei Cavalieri di Malta, dove i visi- Proprio seguendo questa linea fia, alla performance, alla video tatori possono tuttora ammirare i Farina si è rivelato un innovatore arte, quest’ultima gestita brillan- Maestri dell’800 e del ‘900 ferra- nel campo delle attività espositi- temente dalla moglie di Farina, resi (Boldini, Previati, Mentessi, ve in Italia, infatti negli anni ‘60- Lola Bonora. Il punto di partenza De Pisis, Funi, Melli, Bonzagni, 70 eravamo ancora lontani dal è stato il Palazzo dei Diamanti, la ecc.). Mille sono i nomi e milioni boom culturale, da quella sede più nobile, per poi allargarsi le immagini di opere d’arte, che affluenza di massa, da quelle file a ventaglio e comprendere il ognuno può riportare alla memo- chilometriche di visitatori, che si Centro di Attività Visive (vetrina ria, tuttavia in questa ridda di verificano tuttora a Brescia nelle per i giovani talenti, ora scompar- colori, di forme, di quadri, scultu- sa), il Padiglione di Arte re, incisioni, fotografie, di tecni- Contempora-nea con la Sala che e di tendenze differenti offer- Polivalente, in quest’ultimo te alla nostra ammirazione, al abbiamo perfino assistito nostro stupore, alla nostra provo- alla proiezione di films stori- cazione scorgiamo un filo condut- ci, come Un chien andalou tore che le unisce, una coerenza del 1929 e L’âge d’or del che contraddistingue la persona- 1930 realizzati da Bunuel e lità dinamica e innovativa di Dalì, Maestri del Farina, direttore militante nel Surrealismo. Ognuno di noi vero senso del termine, cioè conserva nella sua mente i capace di combattere con corag- ricordi collegati a questi gio per la causa dell’arte. Per rea- trenta anni di attività esposi- lizzare i suoi progetti arditi il tiva, svolta con una frequen- nostro operatore artistico ha za entusiasmante e frenetica dovuto cimentarsi in problemi di di eventi. budget che non potevano manca- Naturalmente in questo per- re nella medio-piccola Ferrara, corso museale non va per non parlare dei problemi di dimenticato il parco di assicurazione per le richieste di Palazzo Massari, con le scul- prestito a Musei e collezioni pri- ture collocate fra gli alberi, vate, di attese snervanti, di lunghi

86 Le “eccellenze” ferraresi tempi di preparazione soprattutto berg, Tàpies, ecc. Il nostro Diret- incontrato Warhol nella sua famo- per mostre importanti dedicate ai tore, depositario di una memoria sa “factory”, una stazione metro- Maestri del Novecento. storica di ricchezza straordinaria, politana trasformata in studio; ha Solo Farina potrebbe narrare le da noi intervistato, ci ha confida- conosciuto Mirò in un casinò del difficoltà, le ansie, le battaglie to alcuni aneddoti che mettono in Belgio; è andato a visitare Dalì affrontate per manovrare questa luce l’aspetto cordiale, ora diver- nel suo castello di Pubal proprio grandiosa macchina. tente, ora malinconico, degli arti- nel periodo in cui il geniale Se il mondo dell’arte può essere sti da lui invitati, dei quali diveni- Maestro del Surrealismo, rattri- paragonato a un teatro con i suoi va spesso amico, pranzando con stato per la perdita della moglie retroscena, noi restiamo soddi- loro: Matta divideva solo con lui Gala, durante un incendio aveva sfatti per l’esito finale. Addirittura lo champagne rosé; Man Ray, subito gravi ustioni. Fra parentesi Janus scrive: «Quando varcai per ormai anziano, invalido, voleva va aggiunto che la mostra di Dalì la prima volta la soglia del che fossero le mani amichevoli di nel 1989 al Palazzo dei Diamanti Palazzo dei Diamanti una forte Farina a guidare la sua sedia a è stata il clou di tutte quelle orga- emozione si impadronì di me: rotelle; Rauschenberg mentre nizzate da Farina, è stata inaugu- sentivo di entrare in un luogo allestiva lui stesso la mostra nelle rata dall’allora Presidente della sacro, unico al mondo, un’emo- sale del Palazzo dei Diamanti nel Repubblica Sandro Pertini, ha zione che non ho mai provato 1976 non si separava mai dalla registrato il numero più alto di entrando per la prima volta al sua bottiglia di whisky, conserva- visitatori. Louvre o al M.O.M.A. Il Palazzo ta sotto cubetti di ghiaccio, come Infine, allorché si trovava nello dei Diamanti è molto più impor- una sorta di cow boy pop artista. studio romano di De Chirico in tante di Parigi o di Londra o di Anche gli incontri di Farina con i Piazza di Spagna, la moglie del New York: non è solo un luogo grandi artisti da lui invitati meri- “pictor optimus”, Isabella Far, affascinante dal punto di vista terebbero di venire descritti: ha conversando con Farina affermò architettonico, è sostanzialmente molto più umano. Entravo nel castello di Atlante descritto dall’Ariosto». Infatti nelle sale del Palazzo dei Diamanti, gioiello architettonico già di per sé unico al mondo creato dal geniale Biagio Rossetti, abbiamo ammi- rato le opere, a volte i capolavori dei Maestri presenti nei Musei più prestigiosi del mondo che rappresentano l’arte internaziona- le dal Novecento ad oggi. L’elenco sarebbe interminabile. Ricordiamo semplicemente in sintesi i Maestri che Farina ha fatto esporre quando erano anco- ra vivi, che ha avuto la fortuna invidiabile di conoscere di perso- na contattandoli per le mostre, e instaurando con loro un rapporto umano, amichevole: Manzù, De Chirico, Guttuso, Vedova, Schi- fano, Baj, Fontana, Burri, Picas- so, Matta, Mirò, Dalì, Leonor Fini, Man Ray, Hartung, Rauschem-

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che secondo suo marito tre erano 1963. Va detto che Farina, laurea- i direttori di Musei più importanti to in pedagogia, che svolgeva la del mondo: quello di Berlino, di professione di maestro delle scuo- New York e di Ferrara. Farina le elementari, è stato in un primo dedicò nel 1970 al Grande momento assunto come assisten- Metafisico la mostra intitolata I te di Gualtiero Medri, Direttore De Chirico di De Chirico, espo- onorario. Subito dopo Farina ha nendo le opere in cui il Maestro vinto il concorso ed è divenuto citava se stesso inaugurando così Direttore a tutti gli effetti. una nuova metafisica dal caratte- L’ultima mostra, legata al suo re ludico, solare, ironico, snobbata nome, datata 1993, è intitolata dai critici più severi che apprezza- Giovanetti. La rivincita della pit- vano solo i capolavori degli anni tura. Ammonta a ben 982 il ‘10-20, ormai storicizzati. numero delle mostre da lui gesti- Ma col tempo anche questa sua te. Inutile dire che il nome di seconda fase è stata giustamente questo divulgatore dell’arte, pio- rivalutata, e anche sotto questo niere, vulcanico Direttore di aspetto Farina si è rivelato un musei è entrato nella storia di precursore. Fra l’altro, a lui dob- Ferrara, e non solo. biamo la presenza di quella gran- corso del tempo, dedicato ad arti- Giustamente gli è stata conferita de scultura in bronzo, collocata sti come Ligabue, Morandi, la laurea honoris causa insieme a attualmente nella rotonda in Sironi, Casorati, Carrà, Savinio, due illustri concittadini: Bassani fondo a Corso Porta Mare, donata Magritte, Delvaux, Chagall, e Antonioni, nello stesso anno. da De Chirico a Ferrara, città da Ensor, Monet, per citarne solo Andrea Buzzoni, che gli è succe- lui molto amata, dove soggiornò alcuni. duto in questo incarico, porta durante la grande guerra e dove L’editore Gabriele Corbo di avanti il discorso da lui iniziato diete vita al famoso sodalizio Ferrara ha poi pubblicato nel con lo stesso impegno, con lo metafisico con Carrà, De Pisis, 1993 il Catalogo dei cataloghi, stesso livello qualitativo. Sono Savinio. Il ricordo di tutte le intitolato Palazzo dei Diamanti. mutati i tempi, ma la fama del mostre gestite da Farina rimane 1963-1993. Artisti mostre cata- Palazzo dei Diamanti rimane indelebile nei numerosissimi loghi, a cura di Elisabetta intatta. cataloghi da lui pubblicati nel Lopresti e Lorenzo Magri, con testi di Renato Barilli e Janus. In questo volume sono documentati in modo organico, in ordine cro- nologico i trenta anni di direzione di Franco Farina, sono elencati tutti gli artisti che hanno esposto, tutte le mostre allestite e ripro- dotti i manifesti che le hanno accompagnate. La prima mostra in assoluto firmata da Franco Farina risale al 1963, dedicata a Giovanni Boldini, allestita a Casa Romei in quanto allora non era stato costituito il nucleo museale con a capo il Palazzo dei Diamanti. Questa rassegna ha registrato 50.000 visitatori, un vero record per quel lontano

88 Le “eccellenze” ferraresi

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Donna, Diva, Moglie, Madre Lyda Borelli Cini Maria Cristina Nascosi

Chi avesse voglia di avventu- fonti citano il 1887, civette- ottima attrice pirandelliana, rarsi durante una smagliante ria da diva? – a Rivarolo Li- aveva debuttato, a soli dicias- giornata di sole estiva o, in gure. Sorella dell’attrice Alda, sette anni, a teatro, con la maniera più dolcemente melanconica, in uno di quegli Le lapidi di Lyda Cini Borelli e del marito, conte Vittorio Cini splendidi pomeriggi d’autun- no ferrarese, quando il cotto rosso dei nostri mattoni s’in- fiamma tutto – specie nell’ora del tramonto – nella parte più antica della nostra monumen- tale Certosa, scoprirebbe una, tra le tante eleganti tombe di famiglia (autentici mètacapo- lavori, capolavori nel contesto del capolavoro di cui fanno parte), architettonicamente semplice, in apparenza, dalle linee sobrie e in qualche mo- do austere. Non una fotogra- fia alla memoria, semplice- mente due date essenziali, per ognuno, ed il nome: è il ricordo, per i posteri, della famiglia Cini, del conte Vittorio e dei suoi familiari, tra cui il figlio Giorgio e la moglie, l’attrice Lyda Borelli. Per lui, industriale e fine conoscitore della cultura a tutto tondo, insuperato mece- nate per essa tra Ferrara e Venezia, nel 1918, aveva abbandonato le scene, sia teatrali che, soprattutto, cine- matografiche, grazie alle quali il suo successo ormai era stato definitivamente con- sacrato, come quello di Fran- cesca Bertini o Paola Meni- chelli o Eleonora Duse. Era nata nel 1884 – ma altre

90 Le “eccellenze” ferraresi Tomba monu- mentale Famiglia Giraldi – Cini Fotografie di Franco Sandri, A.I.R.F.

compagnia di Francesco cata bellezza preraffaelita da simo’ e non ancora regista Mi- Pasta e Virginia Reiter, affer- lei perfettamente incarnata. chelangelo Antonioni, n.d.r.) – mandosi, in seguito, sotto la Ottenne successi clamorosi con le donne del tempo andavano guida di Virgilio Talli ed La presidentessa di Hennequin matte per i suoi estetici ed Emma Gramatica. e Veber e La Salomè di Oscar estatici atteggiamenti e ne Nel 1909, aveva assunto il Wilde. copiavano come meglio pote- ruolo di prim’attrice con Dal teatro passò al cinema e vano le flessuose contorsioni Ruggero Ruggeri, il padre… con esso iniziò ad essere plastiche. Si vedevano (…) artistico di Vittorio Gassman, apprezzata dal grande pubbli- innumerevoli borelline che a divenendo, in breve, una fra co: interprete di numerosi furia di digiuni smagrivano le più acclamate primedonne film, tra cui Ma l’amor mio sino a raggiungere esiguità della scena teatrale italiana. non muore del 1913, La fale- serpentine e queste poi avvol- Recitò poi con Piperno e na, Il dramma di una notte gevano, drappeggiandovisi Gandusio nella compagnia simboleggiò, per l’elaborata regalmente, in tutti i più suc- diretta da Flavio Andò e nella drammaticità della sua recita- cinti scampoli che potevano “Fert” della quale era capo- zione, il gusto un po’ esterio- scovare in fondo ai magazzini comico il mitico Ermete No- re, decadente e dannunziano, di seterie”. velli. tipico del primo Novecento. Tra i film interpretati da Lyda Una curiosità: con lei, seppur “Al teatro o al cinema – affer- Borelli merita una particolare per breve tempo, recitò persi- ma L. D’Ambra in un suo menzione Rapsodia satanica, no lo scrittore Aldo Palaz- pezzo apparso sulla rivista del 1917, pellicola diretta da zeschi. Cinema del 1937 (uno dei Nino Oxilia. Raggiunse in breve vasta migliori periodici specialistici Così la glossa criticamente lo fama grazie all’originale dell’epoca, fondato da Ulrico storico del cinema Vittorio eclettismo del suo estro inter- Hoepli, diretto da Vittorio Martinelli: “ ( … ) La Borelli pretativo, sia drammatico che Mussolini e su cui si cimentò, si serve di un gioco ellittico comico, ma anche per la deli- agli esordi anche un ‘giovanis- che coinvolge le mani, la

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Chiostro della Certosa Monu- mentale di Ferrara

capigliatura, gli sguardi ma, giunta alla morte per le vie Aristide Sartorio o Adolfo De soprattutto, il corpo, per dell’amore”. Carolis. E, naturalmente, ol- esprimere desideri coscienti e E ancora: “ (…) Borelli: il suo tre al poema di Fausto Maria aspirazioni represse. Si pensi passaggio è stato equivalente Martini che il film trascrive, a Rapsodia Satanica, libera- a quello di una meteora. tentando di rispettarne lo svi- mente ispirato al mito del Solamente cinque anni di pre- luppo narrativo e simbolico, vi Faust. Nei panni dell’anziana senza sullo schermo, una doz- sono temi comuni ad altri nobildonna che, in cambio zina di film e il tutto a deli- autori come Tito Marrone o della giovinezza perduta, neare un’intera epoca…”. Giuseppe Lipparini e lo stesso rinuncia per sempre ad In lei sembra si possa riassu- Nino Oxilia. amare, l’attrice dà vita ad un mere un piccolo compendio Rapsodia satanica si presenta personaggio torturato e dolo- dell’Art Nouveau a tutto come un vero e proprio lessi- roso; quando, non potendo tondo: per dirla con il critico co visivo e poetico, una mantenere il patto col diavo- e storico cinematografico summa della cultura Liberty e lo, cede all’amore, pur sapen- Gian Piero Brunetta: “…In l’ultimo fronte di difesa di do di scavarsi nel bacio dell’ questo film, le cui musiche questo ismo contro gli attac- amante il sepolcro, la sua sono state appositamente chi delle ormai dichiarate recitazione è tutta negli scritte da Pietro Mascagni, la avanguardie futuriste”. sguardi melanconici, nelle diva ci mostra come sia possi- Di lei ebbe a dire Antonio mani annaspanti, nell’ondeg- bile una completa metamorfo- Gramsci: “…L’arte della Bo- giare dei capelli, nei fremiti si dell’ universo tematico, relli non esiste poiché l’attrice del corpo, un gioco di sfuma- figurativo, poetico della cul- interpreta sempre ed unica- ture lievi, di sottili increspa- tura Simbolista e dell’Art mente il suo proprio …ruolo, ture del volto, un arabesco Nouveau. Vi sono immagini la sua vita. floreale che fa di lei la palli- che sembrano citazioni per- La breve carriera cinemato- da vestale della morte (…) fette da Gustav Klimt o da grafica di Lyda Borelli si ‘può’

92 Le “eccellenze” ferraresi dunque riassumere, come una delle sue migliori interpre- Lyda gli sopravvisse per dieci affermava più sopra Vittorio tazioni, l’Alba D’Oltrevita di anni, con la morte nel suo Martinelli, in dodici film, Rapsodia satanica? – Lyda cuore di madre, che la colse a oltre a due apparizioni quanto sposa il suo principe azzurro o, Roma nel 1959. mai simboliche: la prima nel per meglio dire, il suo con-te, il documentario L’altro esercito, ferrarese Vittorio Cini. Quattro del 1918, frutto di una com- figli nascono dalla loro unione: Un ringraziamento particolare mittenza del Ministero della Giorgio, nato nel 1918, Mynna, a Fondazione Cini, Isola di Guerra alla Cines, finalizzato nel 1920, le gemelle Yana e San Giorgio, Venezia ed in alla propaganda degli sforzi Ylda, nel 1924. specie al Suo Ufficio Stampa. rivolti al fronte interno di Il ruolo di diva venne comple- guerra, in cui l’attrice, nelle tamente dimenticato, con vesti di Santa Barbara, recita orgogliosa discrezione, per far un breve prologo e l’altra che posto a quello di moglie e di BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: riguarda l’anno precedente, madre a tutto tondo: ma il 31 subito dopo la disfatta di agosto 1949 un incidente - L. D’Ambra, Sette anni di cine- Caporetto, quando ella aveva d’aereo tolse la vita al primo- ma in Cinema, n. 22, anno prestato il suo bel viso, auste- genito, Giorgio, appena tren- 1937 ro e maestoso, all’Italia per tenne eppure già degno - Gian Piero Brunetta, Cantami o diva in Cent’anni di cinema ita- interpretare un consolatorio emulo del valente ed ecletti- liano, Roma-Bari, Laterza, cortometraggio intitolato Per co padre che era riuscito a 1995 la vittoria e per la pace! salvare cinque anni prima dal - Vittorio Martinelli, Nascita del Il 1918 è anche l’anno in cui, campo di concentramento divismo in Storia del cinema per amore – una ulteriore reali- nazista di Dachau dove era mondiale. L’Europa: miti, luo- stica definitiva imitazione di stato internato. ghi, divi, Torino, Einaudi, 1999

Sullo sfon- do la Chiesa di San Cristoforo alla Certosa

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Cinema: Gualtiero Tumiati e l’allievo Giorgio Strehler Mirella Golinelli

Gualtiero Tumiati, nato a Ferrara degli anni Settanta ebbe, come debuttò poco più che trentenne, l’8 maggio 1876, in primis attore, protagonista femminile, Marina come professionista, nella sem- direttore e regista era fratello Malfatti. Settant’anni durò la sua plice veste di generico. Furono le dello scrittore Corrado e del dram- maestrìa, perché il suo interesse, sue innate doti interpretative, maturgo Domenico. Laureatosi in per questo affascinante mondo, saldamente unite alla preponde- Giurisprudenza ed esercitata per non fu a scopo di lucro, bensì per rante presenza scenica, a far sì poco tempo la professione presso portare sulla scena vicende vera- che, ben presto, divenisse capo- lo studio del padre Gaetano, con mente accadute, e proporre que- comico. Nel 1908 esordì con la la creatività di cui era dotato, st’arte come educatrice per le Compagnia De Sanctis al Lirico di unita allo studio metodico, generazioni future. Milano, sotto lo pseudonimo di all’esacerbato bisogno di vivere Quell’entusiasmo, smorzato nella Ugo Maiutti Altieri (nome ottenu- verità, passioni, sofferenza… si pratica dell’avvocatura, riaffiorò to anagrammando il nome di bat- dedicò completamente alla reci- sfavillante ed imponente, quando tesimo) e dopo soli due anni inter- tazione teatrale; ubbidendo al recitò le tenere composizioni pretò Cyrano De Bergerac. Lo richiamo dell’arte fonatoria e for- dette “melologhi”, scritte dal fra- scoppio della Prima Guerra giando quei personaggi che molto tello Domenico e musicate dal Mondiale fu per molti la fine dei segnarono l’ispirazione cinemato- Maestro Vittore Veneziani (1), sogni, ma non per Tumiati, il grafica e, come si potrà notare, direttore di coro del complesso quale continuò a dedicarsi ad molti dei ruoli da lui interpretati scaligero dal 1921 al 1953 e allestimenti teatrali, in onore furono ripresi, negli anni seguen- compositore, in onore alla città di delle truppe. Dopo il 1920, ti. Ne sono un esempio La vita è Ferrara. Alla declamazione di cominciarono ad arrivare le prime bella, reso famoso oggi da Be- questi versi assistette Gabriele soddisfazioni, aveva 44 anni e, nigni, e Malombra che alla fine D’Annunzio. Fu il Cortile del fino ad allora, nulla lo aveva fatto Castello Estense ad ospitare que- desistere dal perseguire il suo sta malinconia divina, come la scopo. Se è vero che quello che Un ritratto di Gualtiero Tumiati definì lo stesso D’Annunzio; non ti uccide ti fortifica, Tumiati malinconia sorvegliata da paggi ne è l’esempio lampante. nei costumi del tempo. Fu La sua primissima grande realiz- così che, il 22 maggio 1903, zazione fu ne “La dodicesima “Parisina”, questo è il nome del notte” di Shakespeare e “Liliom” melologo recitato da Gualtiero di Molnar; concretizzazione alla Tumiati, tra l’angoscioso amore e quale arrivò unicamente dopo la tragicità di una segreta che la aver assaggiato il giudizio degli vedrà morire per decapitazione, spettatori, unici giudici supremi suggestionò il pubblico e l’animo ed inappellabili, e solo dopo que- più profondo di D’Annunzio, il ste sicure attestazioni adoperò il quale versò le straordinarie vibra- suo vero nome. Effettivamente zioni da lui stesso percepite, nella apparteneva ad una famiglia di poetica del libretto che fu poi giuristi, letterati e poeti. Il prof. musicato da Pietro Mascagni. Leopoldo Tumiati insegnò Diritto Questi gli inizi della carriera del- presso la nostra Università, l’eccellente ferrarese, il quale Domenico fu acutissimo poeta e

94 Le “eccellenze” ferraresi D’Annunzio e, malgrado quest’ul- 11) I tre corsari – 1952 – avven- timo non avesse mai partecipato tura – regia di alle manifestazioni, concedette lo 12) Il tenente Giorgio – 1952 – stesso il suo Patronato al Teatro (Massimo Girotti) – regia di fiesolano. Per la sua opera, a Raffaello Matarazzo Gualtiero furono dedicati alcuni 13) Noi peccatori – 1953 – articoli, racchiusi in un numero di (A.Nazzari) – regia di Guido stampa, fatto per l’occasione. Dal Frignone 1936 al 1937 fu chiamato dallo 14) La nave delle donne maledet- storico Silvio D’Amico (2) a far te – 1953 – regia di R. Ma- commediografo, e Corrado, al parte del corpo insegnanti tarazzo quale verrà assegnato il Premio dell’Accademia d’Arte Dram- 15) Processo alla città – 1953 – Viareggio, era medico e scrittore. matica di Roma, e nel 1940 pre- (P.Stoppa, A.Nazzari, T.Pica) Dopo il Cyrano, Gualtiero recitò in ferì dirigere l’Accademia dei – regia di Luigi Zampa “Una tragedia fiorentina” di Filodrammatici a Milano. Tra gli 16) Rigoletto e la sua tragedia – Oscar Wilde. Sono gli anni nei allievi che frequentarono la sud- 1954 – regia di Flavio Calza- quali conosce Berjl Hicht, pittri- detta Accademia, Giorgio Srehler vara ce e scenografa, la quale infatica- e Paolo Grassi; l’anno seguente si 17) Il tesoro di Monte Cristo – bilmente gli sarà compagna sia unì Annibale Ninchi, già inse- 1954 – regia di Robert Venay nella vita che in teatro. Così tro- gnante del famoso tenore milane- 18) Ulisse – 1954 – (A.Quinn) – viamo che, nel fondo donato da se Angelo Lo Forese (3). Dal regia di Mario Comencini Lucia Catullo al Civico Museo del 1935 ha inizio la carriera cinema- 19) Guai ai vinti – 1955 – (Lea Teatro Stabile di Genova, sono tografica, al fianco dei più noti Padovani, Paolo Quattrini) – stati rinvenuti: atti amministrati- attori del tempo: regia R. Matarazzo vi, oltre 40 fotografie, svariate let- 1) Casta diva - 1935 - regia di 20) Guerra e pace - 1956 – tere e ben 60 copioni. Con il sup- Carmine Gallone (Gassman) - Regia di King Vidor porto di Berjl, Gualtiero fondò nel 2) Malombra (da Fogazzaro) - Nonostante la cecità incombesse, 1924 la “Sala Azzurra”, un vero e 1942 - regia di Mario Soldati trovò la forza per continuare proprio teatro d’avanguardia, con- 3) La vita è bella – 1943 – regia imperterrito, con l’amico che per testato dai conservatori ma che di Carlo Ludovico Bragaglia tutta la vita lo aveva accompagna- riuscì ad affermarsi per i plausi e 4) Eugenia Grandet – 1946 – to: Il palcoscenico. Aveva messo la forza innovativa che emanava. regia di Mario Soldati in repertorio l’Adelchi del Di molto interesse nella carriera 5) Daniele Cortis – 1947 – regia Manzoni, ma anche le tragedie artistica di Gualtiero furono gli di Mario Soldati greche che, lusingato, era riuscito anni dal 1918 al 1939, oltre un 6) Il sogno di Zorro – 1952 – a rappresentare, nello scenario ventennio nel quale si esibì anche (Gassman, A. Ninchi, W. Chiari) naturale dell’Arena di Siracusa. presso il Teatro Romano di Commedia – regia di Mario Gualtiero seppe accontentare il Fiesole. Gli spettacoli che si Soldati proprio uditorio e, nonostante erano tenuti fino ad allora non 7) Il mercante di Venezia – 1952 fosse privo della vista, interpretò erano di grande qualità, ma – (Massimo Serato) – regia di il ruolo del cieco Tiresia, Gualtiero riuscì a far riprodurre Pierre Binon nell’Edipo Re di Sofocle, messo L’Agamennone e La dodicesima 8) Menzogna – 1952 – (Yvonne in scena alla Scala da Giorgio de notte; qui figurò nella duplice Sanson) regia di Ubaldo Maria Lullo. Correva il 1969 e di lì a veste di attore principale e regi- del Colle poco sarebbe scomparsa l’amata sta. In seguito, con un folto pub- 9) Don Camillo – 1952 – (Fernandel, ed insostituibile Berjl. Gualtiero blico di estimatori e di illustri fio- Gino Cervi) – Commedia – regia di ebbe in Domenico (1874 – rentini, fondò una Commissione Julien Duvivier 1943), suo fratello, un prezioso per decretare la qualità degli 10) Chi è senza peccato – 1952 – sostegno. Egli produsse le spettacoli. Dal 1918 al 1922, si (A.Nazzari) – regia di R. Ma- seguenti opere per il teatro e per rappresentano Dante e tarazzo Ferrara si ricorda, la prima del

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Tessitore (dramma in 4 atti del L’avvocato Gaetano Tumiati ebbe 1922 edito da Treves a Milano) : 6 figli dalla moglie Eda Ferraresi. 1) Fumo e fiamma – 1902 – La loro abitazione situata al N° 31 Streglio Editore – Ciriè (Torino) di Via Palestro, di fronte all’im- 2) Poemi Lirici – 1902 – Za- bocco con Via San Guglielmo, nichelli Bologna reca una lapide dedicata ai quat- 3) Re Carlo Alberto – Treves - Mi- tro fratelli: Domenico, Gualtiero, lano Leopoldo, Corrado ed alla Meda- 4) Giovine Italia – 1910 – Treves glia d’oro Francesco, caduto per Milano la libertà a soli 23 anni. 5) Guerrin Meschino – 1912 – Treves – Milano 6) Alberto da Giussano – 1913 - Treves – Milano 7) Garibaldi – 1917 – Treves – Milano 8) Musiche perdute – 1923 – Zanichelli – Bologna 9) I libri della beata rima - Za- nichelli – Bologna Emigranti – 1901 - Ferrara 10) La principessa sul pisello – Parisina – 1901 - Bologna 1927 Treves – Milano La morte di Baiardo – 1902 – Roma 11) Passionario profano – Treves 2) Silvio d’Amico (1887 – 1955) fu – Milano scrittore e critico drammatico, e 12) Porporana – dramma – 1927 fondatore dell’Accademia Dram- matica a Roma. Scrisse Storia del – Treves – Milano Teatro drammatico (1940) A Livorno, nella Biblioteca 3) Angelo Lo Forese – Sulla vita del Labronica è consultabile quanto famosissimo tenore, vedi intervi- appena descritto. sta – editoriale di Mirella Golinelli Una famiglia ferrarese, quella dei su Rassegna Melodrammatica – Tumiati, che ha lasciato un solco Milano – 20 marzo 2007. indelebile nella cultura cittadina, nelle arti, nel diritto, e nell’impe- gno civile.

NOTE

1) Vittore Veneziani nacque a Ferrara il 25 maggio 1878 ed ivi morì il 14 gennaio 1958. Studiò a Bologna con Martucci e per nove anni insegnò canto Corale a Venezia, poi fu a Torino ed a Bologna. Dal 1938 al 1945 non lavorò con la compagine della Scala per via delle leggi razziali antiebraiche. Si guada- gnò la stima dei maggiori direttori d’orchestra del suo tempo, e con Domenico Tumiati compose i melolo- ghi: La badia di Pomposa – 1900 - Ferrara

96 Le “eccellenze” ferraresi

te, ma importanti anche in quanto alle radici del gusto di Leonello: tra gli altri quelli di Michele da Firenze, da ricor- dare non soltanto per la nostra cara Madonna del Duomo. La puntualità delle citazioni contrasta con l’as- A cura di Giancarlo Gentilini sordante assenza della sug- e Lucio Scardino gestiva S.Lucia del Duomo di Comacchio, scultura cardine dell’epoca, ma la didascalia alla foto di pagina 359 fa pensare che sull’argomento gli autori abbiano voluto que- sta dimenticanza. Marco

e Pizzo presenta una scheda su Niccolò Baroncelli e Alfredo r Crocevia estense Bellandi sui principi Romani Giancarlo Gentilini e della Torre di Rigobello; con- e Lucio Scardino tributi utili ad immaginare il

g Contributi per la storia della centro della nostra città nel Scultura a Ferrara nel XV ‘400. Francesca Petrucci g secolo. scrive di Rossellino e di An- Liberty House Ferrara, 2007. drea della Robbia, con e importanti puntualizzazioni l La pittura ferrarese del ‘400 sul monumento della Chiesa incomincia a dare poche sod- di S.Giorgio. Dei ritratti di disfazioni agli studiosi ed ai Ercole I parla Antonio P. a ricercatori. Pur con i tanti Torresi, puntuale e documen- interrogativi ancora aperti, tato come sempre. Enrico d più vivo appare in questa Peverada, con le lastre sepol- fase lo studio sulle altre arti a crali figurate del Quattro- cento ferrarese, dà finalmen-

i Ferrara, e probabilmente nelle interconnessioni trovia- te alle stampe l’oggetto di r mo più agevolmente alcune affollate conferenze, e ci fa risposte. immaginare con una “elabo- b Molto utile a questo scopo è razione computerizzata” i il libro di studio: “Crocevia quanto alla realtà virtuale l Estense”, che tratta della sarebbe utile far seguire i “Scultura a Ferrara” nel fatti e riunire la cornice alla ‘400, e raccoglie i brani lastra di Battista dal Le- superstiti del lavoro di una gname. masnada di maestri ed arti- Enrica Domenicali e l’unicor- giani di passaggio che hanno no di pietra compagno di prodotto qui, se non le fonda- passeggiate ferraresi. Chiude menta di una scuola, esempi Lucio Scardino con: “Filippo di un grande contesto figura- De Pisis Terre cotte, stucchi e tivo. marmi dei secoli XV e XVI in Laura Cavazzini e Aldo Galli Ferrara”, un ponte ideale fra parlano degli Scultori a due intellettuali che a quasi Ferrara al tempo di Nicolò III, cento anni di distanza conti- lavori “strettamente confinati nuano ad aprire le porte più entro i termini tradizionali segrete della città dalle cento dell’arte devota”, certamen- meraviglie. Il 24 febbraio

laPianura 99 100 Le “eccellenze” ferraresi

libri da leggere r nel mondoquandoèpeculia- cultura ferrarese, conosciuta su unabellagior di ingressoalmuseo.Unneo gante richiestadelbiglietto stata offuscatadallainele- Peccato chel’ottimaideasia opere citatenellibro. davanti aglioriginalidimolte con inumerosiintervenuti hanno potutointrattenersi un suocontributoscritto?)- Giancarlo Gentilini(aquando dopo lapresentazionedi casa Romei,dovegliautori- tato nelMuseostataledi 2007 illibroèstatopresen- inquina lasuaariatersa? E’ re adarbitrio? E’losmogche colori cheluisuolecombina- ingrigendo l’arcobaleno dei cala sullasuavallefiorita E’ lacortinadinebbiache scrittore? Che cos’èlamorteperuno 2007. Ed. Frassinelli;Febbraio Roberto Pazzi Qualcuno miinsegue quanto Crocevia. e senza esserechiusa,in Corrado Pocaterra nata perla decifrarle, alloral’ impedendo all’occhiodi quando essesiof metter virtuale leparolechestaper scrittor macchina dapresa,cosìuno scene chepor sua menteleimmaginidelle cinematografico vedenella gramma, ecomeunr sta permetter testa l’armoniadellenoteche cale odenitidanellasua Come uncompositoremusi- morto alsuorinsecchirsi? simbiosi, tantodasentirsi parassita, havissutoinsua porale dichi,comepianta parola senonlamorteincor- atti, checos’èlaperditadella del romanzopazziano.Inf- la principalechiavedilettura tolo costituisce,secondome, Questa frasedell’ultimocapi- definitivo abbraccio. annuncio, inpegnodiun nella suabrevevisitadipre- mia mortemihagiocato, stato dunqueilbeltirochela Ho persolaparola.Questoè altero, alberganelsuopetto? del passerosolitarioche, premono itasti?E’l’afasia delle noteallorchélesuedita che disarmonizzaisuoni l vicenda diunoscrittor Qualcuno miinsegue diversa. Qualeperò? meglio, forse,viver così nonfosse,sarebbestato alle cosedelmondo.Mase l’oblio cheiltempodestina già nar Vivranno, invece,lesuestorie cede alla“mor mai scritto,machetanto l’ha autobiografia cheluinon ha r ganza unpo’demodé;ovve- da unabellasignoradall’ele- del mondo”vieneavvicinato proprio nellacittà“più bella successo (Pazzistesso)che a o, dall’autricediquellasua discordanza delpianoforte e e rate, sconfiggendo legge suungobbo sulla car rà davantialla e te davivo”. sul penta e élan vital ta. Ma, una vita fuscano narra la egista e di - incuriosito vedendola esposta appeso ad un parete del suo nella vetrina di un’angusta appartamento. Perché quel libreria romana. ritratto sconfigge di nuovo Quella bella signora, al seco- Lea la morte, la quale sa di lo Lea Suman, psichiatra e essere solo un piccolo tunnel psicoanalista di fama, è in che apre a una diversa valla- realtà la sua stessa morte ta. fatta persona che, surrettizia- mente, l’ha indotto a leggere Bruna Bignozzi il compendio della sua vita; escluso l’ultimo capitolo per la cui stesura resta ancora tempo. Nondimeno egli, grazie al suo fascino discreto, fatto di cul- tura e di bei tratti somatici,

e sconfigge, possedendola, la maliarda professionista dagli r atteggiamenti da dominatri- ce. Ma Lea la morte è un’a- e mante infedele, così, dopo

g averlo messo sull’avvertimen- to di ciò che si verificherà, g pian piano si dilegua, la- Grap ad stéll / Grappoli di sciandolo in un’indefinibile stelle e attesa. Graziella Vezzelli l Ritornerà solo per l’ultimo Cartografica Editrice, abbraccio, seppur ancora Ferrara 2007 lontano. Per ora, si limita ad

a inviargli un messaggio, sim- Alle raccolte di AR.PA.DIA., bolicamente oggettivato in l’Archivio Padano dei Dialetti

d una matita rossa da corretto- curato da Maria Cristina re, per significare che gli sba- Nascosi per il Centro Etno- gli da lui commessi nell’arco grafico Ferrarese / Centro di i vitale non sono gravi. Documentazione Storica del- r Con questo conforto che l’Assessorato alle Politiche induce a ben sperare, Ro- ed Istituzioni Culturali del b berto Pazzi chiude il romanzo Comune di Ferrara, si è appe- i dimostrandosi, ancora una na aggiunta una silloge poeti-

l volta, uno scrittore di razza ca in lingua dialettale ferrare- che sa tenere il lettore sulla se con testo a fronte in tradu- corda dall’inizio alla fine. zione italiana, pubblicata nel Difatti, la vicenda narrata è mese di febbraio scorso per i ricca di colpi di scena, di tipi della Cartografica Ed.: si belle descrizioni, di sfumatu- tratta di Grap ad stéll / re sentimentali e di trasfigu- Grappoli di stelle, opera del- razioni della realtà che con- l’autrice portuense Graziella ducono a riflettere sul senso Vezzelli, undicesimo ed ulti- della vita. Il quale pare esse- mo volume, in ordine di re (anzi è) per il nostro scrit- tempo, della collana Cóm a tore assai diverso da quello dzcurévan / Come parlavamo, della notissima canzone del- emanazione a far data dal l’immarcescibile rockettaro. 1998 del sunnominato Lo testimonia l’immagine AR.PA.DIA. La traduzione e della Santa, Gemma Galgani, l’editing sono opera della

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libri da leggere T.S.Eliot - i E no, chissà. forse consciamente, delle lirichedellaVezzelli, in lineadimassima,molte matrice woolfianaper so dellacoscienzadichiara dialettale fer stilato ‘solamente’inlingua poetesse tuttenostreedè dente lelirichediundici logia apiùmani,compr fa, masitrattadiunaanto- sopra, stampatodueanni volume dellacollanadicui sua lirica-quellacheapr Liana, inAlsilénzzi,una Medici Pagnanelli:anche lettale fer della scritturainlinguadia- un’altra grandesignora te, inconscioomaggioad un delicatoe,probabilmen- silloge diGraziellaVezzelli è che chiudeidealmentela ricorda, inmerito, Tra lanòtealdì, cromosomi.... cosmica, incisoneinostri insito nellanostramemoria nostro malgrado,cheèforse sa dibenpresente,anche / e raccolta digrandeintensità territorio; sitrattadiuna negli ultimianninelnostro in linguaitaliana,usciti traduzione/interpretazione dialettale e,perdipiù,con ‘solo diDonna’,inlingua rio: nonsonomoltiitesti linguistico, oltrechélettera- suo campo,specieinsenso ra unarelativanovità,nel testo rappresentaperFerra- Curatrice dell’Archivio.Il poesia d’autrice cum d’autrice cuis’accennava - femminile, Ar dialettale ferraresetutto al volume antologicoinlingua Cos’è unclassico?,qualco- spessore, davveroun non ‘sfuggono’nemmeno Classici, perdirlacon nel suogenere.Si What’ saclassic? rar rar te epoesia ese, Liana ese. Unflus , il decimo la poesia Arte e vade, uni- en e il - - Editrice, il stessa, laCartografica reperibile pressol’Autrice fo FrancoSandri,è te alcomputerdalfotogra- Cristiano Grandi,rielabora- giovane ar acquarelli monocromidel copertina eneltestosono stelle, lecuiimmaginidi Centro Etnografico. AR.PA.DIA., presso il l’ambito dellabibliotecadi ed inconsultazionenel- carelle ededicoleferraresi, nelle migliorilibrerie,ban- Palazzo deiDiamanti, Grap adstéll lomeo, perpoiesser so alMafdiSanBar anteprima il4marzoscor- zelli èstatopr mondo. IllibrodellaVez- sensazione quasi...fuoridal te, quellaindescrivibile vere, seppurintuitivamen- poetica pellicolaadescri- sua vecchiaecomunque riuscì, moltiannifa,inuna magini esonorosilenzio, cinematografico, conim- Eric Rohmer, conilmezzo Anche unregistafrancese, sempre citramandiamo. memoria cosmicacheda forse, solotramitelanostra presente edavvertibile, sospesa, iltempodelmito infiniti istanti,unavita terra parevivereperalcuni il dìperl’appunto,incuila co passaggiotralanottee degli incantidiquelmagi- ed ascoltatricedeirumorie la videinsonnespettatrice racconta diunanotteche pr posto ufficialmenteinaltre estigiose sedi. Maria CristinaNascosi tista ferrarese bookshop / esentato in Grappoli di e pr to- di o -