Dottorato Di Ricerca in Storia Politica Dell‟Eta‟ Contemporanea Nei Secoli Xix E Xx “Federico Chabod”
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ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITA‟ DI BOLOGNA DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA POLITICA DELL‟ETA‟ CONTEMPORANEA NEI SECOLI XIX E XX “FEDERICO CHABOD” CICLO XXI Settore scientifico-disciplinare di afferenza: Area 11 – STO/04 Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche. TITOLO TESI Per una reinterpretazione della fuoriuscita di Dossetti dalla DC Nuove fonti archivistiche sulle due vicesegreterie nazionali del partito (1945-46 e 1950-51) Presentata da: Roberto Villa COORDINATORE DOTTORATO RELATORE Chiar. mo prof. Stefano Cavazza Chiar.mo prof. Paolo Pombeni ESAME FINALE ANNO 2010 Indice Abbreviazioni e sigle p. 1 Premessa: Il dossettismo: “Una storia ancora da scrivere” ? p. 3 I. LA PRIMA VICESEGRETERIA POLITICA (1945-46): PREAMBOLO ISTITUZIONALE PER L‟EDIFICAZIONE DI UN “ORDINE NUOVO” p. 23 a) La guerra:crogiolodel“mondonuovo”edell‟”ordinenuovo” p. 25 b) Lo scioglimento dei CLN: una questione di “democrazia reale” p. 37 c) L‟organizzazione del partito: un‟azione essenzialmente educatrice p. 53 d) Il “seme repubblicano”: un contributo decisivo p. 107 II. LA SECONDA VICESEGRETERIA POLITICA (1950-51): NUOVE FONTI ARCHIVISTICHE PER UNA REINTERPRETAZIONE DELLA FUORIUSCITA DI DOSSETTI DALLA DC p. 179 a) “La coscienza del partito” p. 191 b) La conquista della maggioranza: una possibilità per Dossetti, un rischio per il partito p. 261 c) Né una “crisi politica né un “abbandono” p. 275 III. 1952-1958: LA BATTAGLIA DI PRIMA SU “PIANI” DIVERSI E CON “STRUMENTI” DIVERSI p. 337 a) “Fare politica dichiarando di non volersene occupare” p. 339 b) Consigliere comunale a Bologna: “un uomo senza maestri e senza cultura” p. 393 c) Se il dossettismo finisce, “s‟impone l‟azione nella chiesa” p. 401 APPENDICE DI STORIA ORALE: IL DOSSETTISMO NELLA COSCIENZA DEI TESTIMONI. p. 417 Interviste a T. Anselmi, P. Barbi, C. Belci, F. Bojardi, G. Chiarante, C. Corghi, W. Dorigo, L. Gui, F. M. Pandolfi, A. Pavan, C. Vian Nota a margine per una conclusione aperta: p. 535 Vedere unito ciò che unito non era Abbreviazioni e sigle AGCRE Archivio Generale del Comune di Reggio Emilia ACSP Archivi Contemporanei di Storia Politica del Periodo Repubblicano – Fondazione CassaMarca di Treviso (Meolo) ADC/PD Archivio della DC di Padova Arch. della Sez. DC Sestiere di Castello-Venezia ADCTV Archivio della DC di Treviso Arch. della DC di V. Veneto ACSRE Archivi Storici del Comune di Reggio Emilia FCLN (Fondo C.L.N.) FES (Fondo Emilio Sereni) ACF Archivio Storico “F. L. Ferrari” di Modena SDG – “Carte Ermanno Gorrieri” 1945-1951 AIG Archivio Istituto “A. Gramsci” di Roma FES (Fondo Emilio Sereni) Arch. Parrocch. S. Maria Maggiore di Spilimbergo (PN) Arch. Famiglia L. Carraro (PD) ASILS Archivio Storico dell‟Istituto “L. Sturzo” di Roma FFB (Fondo Francesco Bartolotta) FDC, Dir. Naz. (Fondo Direzione Nazionale) Fondo DC, Segr. Pol. (Fondo Segreteria Politica) FGG (Fondo Guido Gonella) FLG (Fondo Luigi Granelli) FGGronchi (Fondo Giovanni Gronchi) FGM (Fondo Giovanni Marcora) FMR (Fondo Mario Rossi) FMS (Fondo Mario Scelba) FGS (Fondo Giovanni Spataro) FVV (Fondo Vittorino Veronese) ASSR Archivio Storico del Senato della Repubblica FF (Fondo Amintore Fanfani) I testi inediti di Dossetti sono in corsivo, anche in nota; in alcuni casi, specificamente indicati con (*), sono a lui attribuiti. Le sottolineature sono sempre nei testi. 1 2 Premessa. Il dossettismo: “una storia ancora da scrivere” ? Il presente lavoro non è tanto una “tesi” storiografica nel senso proprio del termine – anche se qualche appunto di interpretazione del fenomeno politico esaminato lo propone – quanto, in buona sostanza, la presentazione delle fonti storiografiche inedite rinvenute nel corso di un‟ampia ricerca archivistica e che si ritiene possano contribuire significativamente, assai più di ogni argomentazione dello scrivente, all‟approfondimento degli studi su Giuseppe Dossetti, figura cruciale della politica italiana del primo decennio repubblicano, e sul vasto, ramificato ed eterogeneo (egli stesso lo definì persino equivoco1 e illusorio2) “movimento d‟opinione”3 del cattolicesimo politico italiano - più ancora che “tendenza” o “corrente”4 della Democrazia Cristiana - che da lui prese il nome dalla presentazione della mozione di sfiducia alla Direzione del partito presentata in Consiglio Nazionale nel dicembre „46 e che, in forme di diversificata e carsica disseminazione culturale, politica e religiosa, continuerà a dare segni di vitalità oggettivamente riscontrabili ben oltre la fuoriuscita del proprio leader dalla scena politica nazionale5. 1 “Caro Capuani (…) Le mie dimissioni dal CN, nel mio animo già decise sin da prima di Rossena, erano l‟unico atto che potesse porre fine all‟equivoco dossettista. (…)”, in G. M. Capuani, C. Malacrida, L‟autonomia politica dei cattolici. Dal dossettismo alla base: 1950-54, Novara, interlinea edizioni, 2002, pp. 19-20. 2 “(…) la mia stagione politica (…) nel ‟52 era già finita. Finita, sì! Io ho deciso che fosse finita, e sono ancora profondamente convinto che dovesse finire e che sarebbe stato un grande errore proseguirla, perché non avrei raggiunto gli obiettivi che mi ripromettevo di raggiungere, e comunque avrei ingannato, illuso troppa gente. La mia persona poteva essere copertura di cose che, invece, andavano tutte in senso contrario (…) la situazione bloccava tutte quelle che erano le mie intenzionalità”, in G. Dossetti, “Un itinerario spirituale”, in Id., I valori della Costituzione, Reggio Emilia, Edizioni S. Lorenzo, 1995, p. 12. 3 P. Pombeni, Le “Croncache Sociali” di Dossetti. Geografia di un movimento di opinione 1947/1951, Firenze, Vallecchi, 1976. 4 V. Capperucci, La nascita delle correnti nella Democrazia Cristiana, Bologna, il Mulino, 2006. 5 E‟ stato segnalato da più parti, lungo tutta la fortuna critica di Dossetti, che il leader reggiano e il dossettismo politico non sono immediatamente sovrapponibili: non infrequenti, infatti, risultano alla storiografia differenze di 3 Si tratta di 186 fonti autografe certe di Dossetti, finora in larghissima misura sconosciute alla storiografia6 - in parte utilizzate, a prova della loro pregnanza, da P. Pombeni in recenti ricapitolazioni dell‟“avventura” politica di Giuseppe Dossetti7 - e di alcune centinaia di fonti dirette o indirette su di lui, rinvenute nei fondi archivistici indicati in “Abbreviazioni e sigle”, relative alla sua militanza politica tra il 1945 e il 1958. Un materiale assai composito e non di rado, per quanto riguarda gli autografi di Dossetti, di ampia, articolata e “organica”8 argomentazione: lettere, appunti, memorandum, note su argomenti specifici, verbali ufficiali e pensiero ideologico e reciproche incomprensioni di orientamenti e scelte politiche persino fra i sodali più stretti del cosiddetto “quadrilatero” dossettiano: Lazzati, La Pira, Fanfani e Dossetti. La parzialità della comprensione delle posizioni del leader della corrente di “Cronache Sociali” è di tutta evidenza nella maggior parte della classe dirigente nazionale e periferica democristiana da essa proveniente, spesso irrisolta fra l‟unitarietà e l‟alternatività delle figure di De Gasperi e Dossetti. D‟altronde si ritiene che un‟enfatizzazione di questa “diversità”, indotta prevalentemente da testimonianze orali (per giustificare lo scioglimento della corrente e le proprie dimissioni dalle cariche di partito Dossetti avrebbe affermato - è una testimonianza anche di L. Elia - che in realtà di dossettiani altri non c‟erano fuorché lui e, in un eccesso palingenetico successivo alla propria ordinazione sacerdotale, persino che il “dossettismo” non era mai esistito) possa essere deviante sul piano storiografico. Come testimoniano le fonti che si presentano, il dossettismo non solo c‟era stato macroscopicamente e compattamente come “corrente” o tendenza del partito – così lo definiscono numerosi verbali degli organi dirigenti della DC – identificata unanimemente nella leadership di Dossetti, fino allo scioglimento per volontà monocratica del suo leader nell‟agosto ‟51, ma era persistito come “movimento di opinione”, se così lo si vuole definire, fino al ‟58. Nonostante lo scarto che si è detto fra il pensiero di Dossetti e la sua effettiva comprensione da parte di numerosi “dossettiani”, il dossettismo – tutt‟altro che esaurito dopo l‟abbandono della vicesegreteria politica – sarebbe stato comunque quello che Dossetti avrebbe voluto (“Io ho deciso che fosse finita”, ci tiene a sottolineare, come abbiamo visto; il riconoscimento di “un‟abilità di espressione e di manovra non comune, di fronte alla quale mancano nella direzione del partito uomini forti e altrettanto suggestivi”, da parte dello stesso De Gasperi). Altra cosa – e ulteriormente avvalorante l‟interpretazione dell‟atipicità e della molteplice potenzialità politica della figura di Dossetti - è riconoscere che egli aveva nel partito un peso politico per sé, indipendentemente e prima del dossettismo, e ciò già da prima dell‟inizio dei lavori dell‟Assemblea Costituente, a differenza di quanto in storiografia si era ritenuto. 6 Un‟ utilizzazione parziale, e con differente interpretazione, di quelle relative alla seconda vicesegreteria politica nazionale in G. Tassani, “Il vicesegretario intransigente. Giuseppe Dossetti e la DC: 1950-51, dinamica di un distacco”, in “Nuova storia contemporanea” 5 (2007), pp. 55-86. 7 P. Pombeni, “Un riformatore cristiano nella ricostruzione della democrazia italiana. L‟avventura politica di Giuseppe Dossetti 1943-1956”, in Le “Cronache Sociali” di Giuseppe Dossetti. 1947-1951. La giovane sinistra cattolica e la rifondazione