Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi di Fabio Ciracì*

abstract The cultural trajectory of Giuseppe Rensi takes place between the skepticism, developed in the early 1920s and culminates with the Filosofia dell’Assurdo, and the adherence to a nihilistic and mystical worldview, characterizing the last phase of his philosophical thought. This paper aims to show the Schopenhauerian roots (weakness of reason, world’s irrationality, a-historicism, doctrine of genius, nihilism) of Rensi’s thought, with the intention of demonstrating that the continuity of Rensi’s research lies in his Schopenhauerism. _ Contributo ricevuto il 25/07/2020. Sottoposto a peer review, accettato il 18/08/2020

1 _ Uno schopenhaueriano irregolare lettura del pensiero di Schopenhauer in senso romantico, incline cioè a svilup- el presente contributo si parne l’indirizzo irrazionalistico e il pri- intendono sviluppare e mato del genio2. Inoltre, assieme a Carlo N integrare i risultati delle Michelstaedter, Rensi è pensatore che si ricerche condotte in precedenza sulla sottrae alle categorizzazioni storiografi- ricezione del pensiero di Arthur Scho- che della cosiddetta Schopenhauer-Schu- penhauer nella riflessione del filosofo le3, collocandosi nella composita schie- italiano Giuseppe Rensi (1871-1941)1. ra degli irregolari4. Difatti, l’approccio All’interno dello schopenhauerismo del scettico della visione rensiana situerebbe primo Novecento, Rensi rappresenta il filosofo veronese fra gli eretici della infatti una figura emblematica di pas- scuola schopenhaueriana italiana, e tut- saggio fra la filosofia di Schopenhauer e tavia Rensi propugna una metafisica che quella di Nietzsche, seguace del pessimi- sfugge a una forma sistematica, iscriven- smo metafisico delMondo come volontà dosi pienamente nel contesto post-nietz- e rappresentazione, riformato però alla scheano delle filosofie della crisi, ovvero luce dell’interpretazione vitalistica dello nella cornice di un superamento delle Zarathustra suggerita da Gabriele D’An- metafisiche classiche e sistematiche, più nunzio. Il filosofo veronese propone una vicina invece alla metafisica negativa di : 10.4399/97888255389916 : novembre 2020, pp. 91-109 pp. 2020, novembre * Università del Salento. doi

91 92 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi

Michelstaedter. A differenza del grande Rensi si forma, da un lato, al pensiero goriziano, morto troppo giovane per vi- classico greco, specialmente ai presocra- vere il dramma della guerra mondiale, tici, come Gorgia, ma anche a una certa Rensi abita quella linea di faglia tracciata lettura di Platone; dall’altro lato, alla fi- dalla Grande guerra, che rappresenta un losofia di Spinoza8 e di Schopenhauer9, elemento periodizzante non solo della cui affianca costantemente lo studio dei grande storia universale, ma anche della mistici di ogni tempo e luogo. Ma, so- ricezione del pensiero di Schopenhauer prattutto, è influenzato dall’amato Leo- in Italia. Si tratta, infine, di un filosofo pardi10, che legge ininterrottamente. In solitario, che ama discorrere più con la questa cornice, Schopenhauer rappre- Repubblica dei geniali di schopenhaue- senta una chiave di lettura continua del riana memoria che non con i suoi con- problema del male, che funge da viatico temporanei, pur vivendo intensamente al superamento dell’idealismo crocia- le diverse esperienze filosofiche del suo no e gentiliano; ma la filosofia di Scho- tempo, al punto che diviene difficile po- penhauer è anche a fondamento, prima, ter analizzare la sua opera senza effettua- del suo scetticismo, assunto a strumento re una prima e provvisoria periodizza- di indagine privilegiato, e, poi, del salto zione della sua riflessione. mistico nel nulla, attraverso la mediazio- A tal proposito, Rensi è stato defini- ne di Eduard von Hartmann, il celebre to una «anima multipla»5 oppure «una autore della Philosophie des Unbewußten sorta di enciclopedia filosofica vissuta (1869), che Rensi legge sin dalla gioven- in prima persona»6. Tutto ciò però non tù e il cui ascendente si rivelerà decisivo deve trarre in inganno, non deve lasciar soprattutto nell’ultima fase della attività pensare a un intellettuale incoerente o a filosofica rensiana 11 – la qual cosa pare un filosofo dilettante – accuse che pur non sia stata rilevata in precedenza. gli sono state rivolte, per superficialità e Con il presente contributo si proverà incomprensione. Rensi fu piuttosto un quindi a mostrare, innanzitutto, le ra- animo inquieto, fedele solo a se stesso e dici schopenhaueriane del pensiero di all’onesta ricerca filosofica. La sua para- Rensi; infine, si tenterà di dimostrare bola intellettuale è descritta da una co- che lo schopenhauerismo rappresenta stante: la centralità del tema del dolore l’indirizzo di ricerca e la cifra costante e del male7 che il filosofo veronese ha della riflessione rensiana, da cui muove dipanato lungo tutta la sua prolifica at- attraverso continue correzioni e ulteriori tività filosofica, con posizioni che vanno approfondimenti, dallo scetticismo al ni- da un iniziale atteggiamento scettico e chilismo mistico. attivistico a un approdo mistico e nichi- listico. Fabio Ciracì _ 93

2 _ Le fonti dello scetticismo: irrazionalità i cui rappresentanti sono citati nella sua del mondo e debolezza della ragione opera. Già da giovane, il pensatore vero- nese svolge un importante ruolo di me- Schopenhauer rappresenta il filosofo diatore e divulgatore dello schopenhaue­ che ha sicuramente avuto la maggiore rismo, sia come autore di saggi e di scritti, influenza nella formazione del pensie- in cui rielabora temi schopenhaueriani, ro di Giuseppe Rensi, sia come fonte contaminandoli con riflessioni sul socia- primaria diretta, a cui Rensi attinse co- lismo e la filosofia indiana, sia come di- piosamente per tutta la vita, sia come rettore della rivista «Coenobium»13, che ‘schopenhauerismo di contesto’, ovvero ha sede a Lugano, dove Rensi ha dovuto come fenomeno dello specifico milieu riparare, per sfuggire alla repressione dei culturale tra la fine del XIX secolo e la tumulti socialisti di Milano, ai quali par- Prima guerra mondiale, in cui il nome di tecipa attivamente. Schopenhauer è ampiamente diffuso e La rivista luganese è un laboratorio citato. Non esiste infatti intellettuale che culturale in cui fermentano intelligenze al tempo non conosca il nome di Scho- diverse, molte delle quali di matrice scho- penhauer, che non lo abbia assorbito, penhaueriana, come quella del maestro per così dire, con il latte materno, anche di musica Alessandro Costa, del geologo se per via indiretta: attraverso la musica Giuseppe De Lorenzo, dello studioso di totale di Richard Wagner o il pessimismo filosofia orientale Karl Eugen Neumann di Eduard von Hartmann; mediato dal e soprattutto del filosofo Piero Martinet- vitalismo di Georg Simmel12 o dall’élan ti. In questo periodo si divide fra l’atti- vital di Henri Bergson; per via dell’a- vità politica, come deputato del cantone teismo di Friedrich Nietzsche o in virtù italiano, e lo studio della filosofia, appro- della religiosità del conte Lev Tolstoj. fondendo le opere di Schopenhauer14. Pertanto, vi sono pensatori che, almeno Solo nel 1908, però, con il ritorno in indirettamente, sono fortemente influen- Italia, ha inizio la sua attività di docente zati dal filosofo del Mondo, di cui spesso universitario: dopo varie peregrinazioni leggono poco o niente, ma in cui l’impat- per le università italiane, nel 1918 si sta- to di Schopenhauer continua a riverbe- bilisce definitivamente a Genova, rico- rarsi come un’onda lunga, attraverso un prendo la cattedra di Filosofia morale. A movimento tellurico, secondo un ‘effetto questo periodo, che precede e copre tut- domino’. to l’arco della Grande guerra, apparten- Rensi vive in questo contesto: è un gono le Antinomie dello spirito (1910), il assiduo lettore non solo dell’opera del Genio etico ed altri saggi (1912), il saggio filosofo del Mondo ma anche dei suoi se- sulla Trascendenza (1913) e i Lineamenti guaci, la cosiddetta Schopenhauer-Schule, di filosofia scettica (1919, 19212) ovvero 94 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi l’opera che può considerarsi il ‘manife- forme del pensiero senza il pensiero. Ossia, sto dello scetticismo’ rensiano, sicura- non è le forme della conoscibilità che as- mente il principale contributo della sua sumono le cose stesse, proprio per essere prima produzione filosofica. Si tratta di cose, cioè entità esplicate, manifeste […] un passaggio cruciale, di un momento di Le cose sono sì “Erscheinungen”, ma non profonda rivisitazione dell’iniziale ade- “Erscheinungen” in e per la coscienza, ben- sione al positivismo e di superamento sì “Erscheinungen” in sé; sono cioè rivestite dell’idealismo. delle forme del poter apparire ed essere In questo periodo, Rensi rilegge la conosciute in generale, anche senza che ci Critica della ragion pura di Kant, conte- sia alcuna coscienza per cui l’apparimento standone la sintesi trascendentale delle abbia luogo. Queste forme della conosci- forme a priori con l’esperienza. Difatti, bilità (che costituiscono, secondo me, ciò egli approfondisce lo iato fra materia e che Kant chiama la “coscienza überhaupt”), pensiero, sostenendo l’impossibilità, da spazio, tempo, categorie, le cose le recano parte della ragione umana, di cogliere la dunque in sé, senza bisogno che alcuna co- realtà nella sua pienezza, a meno di non scienza effettiva ve le dia15. allontanarsene con le finzioni della ragio- ne. Ma se Schopenhauer confinava la ra- gione dell’uomo all’interno della rappre- La posizione rensiana è pienamente sentazione, approdando a una forma di realista16. Rensi non compie alcuna rivo- idealismo puro – «il mondo è mia rappre- luzione copernicana, ma anzi restituisce sentazione» –, Rensi si muove invece all’e- alle cose i loro poteri. Come ha rilevato sterno della ragione, dal lato della realtà. Invernizzi, «lo scetticismo di Rensi si dif- Il confine non è più segnato all’interno ferenzia dallo scetticismo classico perché del kantiano soggetto trascendentale, op- sostiene con forza che i sensi non ingan- pure della coscienza in generale, per dirlo nano […]. Ciò che inganna l’uomo, ciò con Reinhold o con Fichte, né all’interno a cui l’uomo non si può affidare è la ra- della Vorstellung schopenhaueriana, che gione»17. Pertanto, non si tratta più della rinchiude in sé soggetto e oggetto, bensì kantiana Vernunft legislatrice del mon- dal loro esterno, escludendo la ragione e do. Essa è schopenhauerianamente una negandole potere di sintesi: ragione debole e secondaria, al servizio della volontà. Da qui sorge la prima e Vi approdai [al realismo] mediante una fondamentale forma di scetticismo, quel- interpretazione realistica del kantismo, che lo gnoseologico, che si ricongiunge al prende le mosse dalla Coscienza überhaupt. pessimismo metafisico del Mondo come Questa non è la coscienza nostra. È le for- volontà e rappresentazione. me della coscienza senza la coscienza, le Fabio Ciracì _ 95

Scetticismo e pessimismo – scrive Rensi – sono che la vita è caos, lotta, dolore e male. rami del medesimo tronco. Dalla intuizione Sono questi elementi, con la forza della scettica la cui affermazione finale è: la realtà è loro evidenza, che permettono a Rensi di irrazionale e assurda e perciò incomprensibile, attestare, con Schopenhauer, l’irraziona- scaturisce ovviamente, e naturalmente con essa lità sostanziale del mondo. si congiunge, l’intuizione pessimista cioè: e appunto perché irrazionale ed assurda questa realtà è dolorosa e disperante18. 3 _ L’antistoricismo ovvero la fuga dal presente Per Rensi, la sintesi di materia e for- ma è pretestuosa, la ragione vuol coglie- Negli anni che precedono la guerra, re quella assolutezza che è fuori dalla sua Schopenhauer è una sorta di mentore portata, data la sua finitezza e debolezza; ideale, educatore e maestro di meditazio- inoltre, la materia del mondo è irridu- ne. Assieme a Schopenhauer, Leopardi e cibile alle forme trascendentali dell’uo- Nietzsche contribuiscono alla costruzio- mo, il pensiero è nietzscheanamente ne di una visione del mondo astorica: la una deviazione dalla natura. Quindi, se vita è dominata dal dolore, dall’assurdo, la sintesi trascendentale è una finzione, dalla lotta per l’esistenza. A comprovare un «ambiguo artifizio kantiano»19, allo- la tesi pessimistica, a mettere cioè sotto ra si comprende come da un lato Rensi scacco ogni giaculatoria idealistica che professi un naturalismo materialista (che intenda giustificare il male, è l’esperienza gli deriva in parte da Spinoza e in par- cruciale della Grande guerra, «un bara- te da Ardigò) e dall’altro un pessimismo tro nero di verità oltre le multicolori ap- gnoseologico che lo porta alla fondazio- parenze»20, un «terremoto metafisico»21 ne dello scetticismo. I due termini della di un mondo dominato dall’azione e non pretesa sintesi kantiana, materia e forma dal pensiero, dalla forza e non dalla ri- – che l’idealismo utilizza per costruire il flessione. Ciò è dovuto anche all’isoste- panlogismo a partire da un Io assoluto nia delle ragioni: non v’è motivo logico – si divaricano mettendo capo alle anti- o dialettico perché una ragione prevalga nomie. Non esiste una sola ragione, ben- sull’altra, esse si equivalgono, è solo una sì le ragioni umane. In ultimo, proprio questione di forza, di volontà di potenza perché la materia non è riconducibile a fra individui come fra nazioni22. È la «pe- ragione essa è irrazionale. Rensi avrebbe culiare concezione rensiana della storia» forse potuto affermare la arazionalità del – osserva Mascolo – «così come svilup- mondo, ma qui non si tratta solo di pren- pata nell’opera di certo più importante e dere atto che la ragione non coglie la vita nota del pensatore veronese, La filosofia e che essa è alogica, ma di stabilire anche dell’assurdo del 1937, rielaborazione cri- 96 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi tica di un precedente scritto pubblicato Insomma, la temporalità è una fuga nel 1924 con il suggestivo titolo baconia- dal presente, che è dolore e male, la sto- no di Interiora rerum»23. Rensi mette a ria è un «corso infernale»26 generato da frutto l’astoricismo metafisico del Mondo una vis a tergo, non già il disegno dello come volontà e rappresentazione secondo spirito assoluto determinato da una cau- il quale la storia non dà sapere, perché la sa finale, da un telos. E tuttavia, non vi sostanza del mondo non cambia, essa è il è che il presente, l’unica realtà positiva dolore che domina l’esistenza e l’assurdo di cui si possa fare esperienza. Il tempo come sua legge. Per Rensi, Schopenhau- è un’azione che si trascende continua- er è allora maestro di disillusione, il mo- mente; il principio agisce sul punto del ralista disincantato che smaschera le an- presente, nel continuum determinato tinomie, mentre «la storia è la serie o il dalla permanenza della realtà. «La storia sistema della contraddizioni»24. non è che questo. Lo sforzo, vano per- Ma a questo punto, si potrebbe obiet- ché eterno, di fuggire dall’assurdo e dal tare a Rensi, perché mai vi è storia? Ov- male». In questo senso, «Hegel e Scho- vero, come mai esiste un divenire stori- penhauer sono veramente gli esponenti co piuttosto che l’immobilità? Oppure delle due concezioni filosofiche antiteti- si tratta di una stabilità apparente data che della vita. […] Il processo come cor- da forze che si contrastano e si equival- so divino e il processo come corso infer- gono? Si tratta forse di un dinamismo nale»27. Sulla base di questa convinzione interno alla natura, come quello scho- e prendendo partito per Schopenhauer, penhaueriano? Ma qui Rensi si discosta Rensi effettua allora un rovesciamento dal maestro, non nega cioè il divenire in della nota espressione della hegeliana Fi- quanto tale, non lo liquida come mera losofia del diritto, affermando che «tutto apparenza fenomenica. ciò che irrazionale è reale, tutto ciò che reale è irrazionale»28. Sicché, se la storia C’è storia, dunque, perché ogni presente, è caos, se il divenire storico è descritto ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e catti- da un fluttuare continuo del punto del va, e perciò si vuol, venirne fuori, passare ad presente, se infine essa è una fuga inces- altro, quel passare ad altro in cui, unicamen- sante dal male e dal dolore che domina te, la storia consiste. Non perché lo spirito il mondo, allora essa, nella sua sostanza, è sempre nel vero, ma perché è sempre nel è ripetizione, reiterazione di questa fuga falso. […] Non perché lo spirito è sempre nel senza senso, un nietzscheano ripeter- bene, ma perché è sempre nel male […]. La si dell’uguale: «È volontà di vita. […] storia non è che un continuo voler uscire dal Esprime cioè la stessa volontà di vivere, presente e uscirne di fatto; mosso da ciò che che in noi fa suo tramite il ragionamento, il presente (realtà) è sempre male25. una concatenazione di concetti»29: Fabio Ciracì _ 97

Proprio questo senso di storicità, adunque, sé stesso e del mondo, quello che Scho- ci riporta d’un balzo alla concezione scho- penhauer chiama ‘il carattere acquisito’; penhaueriana; proprio esso è la conferma più difatti, siamo sconosciuti anche a noi sicura di questa; proprio esso cioè è la stessa stessi, in quanto entità noumeniche, e cosa della negazione d’ogni realtà sostanziale tutto ciò che sappiamo di noi è il pro- del processo storico, d’ogni suo razionale dotto necessario del nostro carattere (in- significato, d’ogni sua effettiva produttività variabile) e dei motivi (variabili) ovvero d’alcunché di veramente nuovo30. degli stimoli che agiscono su di noi con la forza della necessità, come una reazio- In questo senso, per Rensi, anche gli ne chimica. Solo dopo aver fatto espe- individui non sono che effimere appa- rienza del nostro carattere e lasciando renze, che la forza primigenia della vo- agire la conoscenza, a posteriori ed em- lontà, nel suo impeto vitale, produce e pirica, di noi stessi come contromotivo, annienta, per eccesso, crea senza scopo e ci è dato un angusto spazio di manovra poi inghiotte nel nulla31. (Spielraum) per bilanciare e indirizzare le nostre reazioni, per condurre una vita saggia33. Come ha scritto Schopenhau- 4 _ Immutabilità del carattere e nobiltà er, «der Kopf wird aufgehellt; das Herz dello spirito bleibt ungebessert», la testa si rischiara, il cuore non migliora mai34. Pertanto, il Il progresso non è né garantito né ne- carattere intelligibile è per Schopenhau- cessario, anzi è addirittura impossibile, er insondabile e immutabile, mentre il sicché ogni atto di ribellione contro il carattere acquisito è la nostra bussola, in destino è una follia, una rivolta contro base alla quale vagliamo le nostre azio- il reale, difforme rispetto alla ‘morale ni, per essere il meno infelici possibile, sociale’ condivisa; la morale è pazzia: la sulla base di un’autoeducazione, ovvero moralità genuina proveniente dall’indi- meditando sulle nostre azioni che, come viduo, dall’autoeducazione personale, epifenomeni, permettono una conoscen- dai doveri verso se stessi e gli altri che za almeno parziale di noi stessi. «mirano allo scopo interiore della for- Nel discutere di libertà, Rensi ripren- mazione d’un carattere»32. Qui Rensi de però le critiche mosse a Schopenhau- sembra portare alle estreme conseguenze er dall’antropologo Giuseppe Sergi35, il i presupposti dell’etica schopenhaueria- quale trasferisce il problema metafisico na: il carattere intelligibile dell’individuo schopenhaueriano sul terreno antimeta- è immutabile, perché metafisico; l’uomo fisico e positivista, ponendo il carattere può correggere la propria condotta, co- come «invariabile in modo assoluto, più noscendosi via via che fa esperienza di che sia innato». Ma se allora il mondo 98 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi rappresenta l’insieme delle variabili che virtù della propria individualità, com- agiscono sulla sostanziale costanza del batte per un nuovo ordine morale del carattere, per Rensi è il carattere la fonte mondo. dell’etica, la pietra su cui fondare l’azio- Sebbene il carattere sia innato, tutta- ne, per far fronte alle asprezze della vita, via il maestro può temprare l’animo del per non piegarsi al conformismo della discepolo, renderlo saldo nelle proprie società. L’eco superomistica investe di convinzioni. Il maestro svolge qui un nuova forza la dottrina del carattere in- ruolo centrale assieme all’autoeduca- telligibile e immutabile di Schopenhauer. zione, alla meditazione, che Rensi, con Su questa posizione Rensi fa inoltre agire Schopenhauer, riprende anche dalla una personalissima rilettura dello Ione di tradizione mistica e orientale, dalla me- Platone: vi sono ‘spiriti nobili’, indoma- ditazione su se stessi, dal «lavorio inte- bili, in cui l’incapacità di adattamento riore, lungo, continuo, accurato della diviene virtù, riflessione meditativa»37 insegnato dal buddhismo. in cui quei sentimenti più alti lottano ancora Maestri dello spirito, per Rensi, sono per esercitare la loro influenza contro i senti- soprattutto i grandi pensatori del passa- menti più volgari e comuni, la limpida perce- to, come spiega ne La letteratura della zione dei motivi che devono muovere l’azione meditazione, pubblicato su «Dovere»38. resta in molti casi dubbia e offuscata, come Vi è cioè una letteratura che permette anche rimane velato ed incerto il concetto del all’individuo di auto-educarsi, silenzio- dovere36. samente, alla nobiltà dello spirito – e certo non è un caso se, al termine del- È il caso di San Francesco che non la Seconda guerra mondiale, Thomas si piega alle convenzioni del suo tempo, Mann si riferisce nuovamente a Scho- oppure di Buddha, non scalfito dalla penhauer e a Nietzsche come campioni tradizione, oppure di Cristo che patisce dell’Adel des Geistes. Dei grandi maestri ingiurie e sofferenze ma cambia l’ordi- silenziosi della letteratura fanno parte i ne morale del mondo, introducendo il pensatori classici greci, alcuni scritti re- valore dell’altruismo, dell’uguaglianza e ligiosi, come quelli dell’India, i Vangeli, della fratellanza fra gli uomini. l’Imitazione di Cristo e quasi tutti i libri Se la folla quindi è conformista, se di Chiesa, compresi i pensieri di Blaise cioè, per tradurlo in termini nietzschea­ Pascal, che si affiancano alle opere di ni, la massa adotta la morale del greg- pensatori laici come Pitagora, Seneca, ge che le garantisce la sopravvivenza in fino ai più vicini Guicciardini, Leonar- forza della quantità numerica, allora lo do, Montaigne, La Bruyere, La Roche- spirito nobile si contrappone ad essa in foucauld, Leopardi e Goethe, solo per Fabio Ciracì _ 99 citarne alcuni. Tuttavia, «nel senso so- introduce un ordine morale superiore ave con cui usavano questo appellativo orientato all’altruismo e all’umanità. i discepoli di Gesù», sono specialmente tre gli autori a cui Rensi si rivolge: 5 _ Dal genio etico all’idea di umanità Il Manuale di Epitteto e i Ricordi di Marco Aurelio – afferma Rensi – sono i due evangeli La figura del nobile di spirito introdotta dello stoicismo. Chiunque li legga non può negli scritti giovanili subisce presto una sottrarsi all’affascinante vigore della loro au- trasformazione interna con una forte sterità e del loro pessimismo. [...] Ma sopra connotazione morale. Riprendendo il Epitteto e Marco Aurelio – prosegue il filoso- tema del libero arbitrio e del carattere fo veronese – s’innalza colui che ha raccolta immutabile, nel capitolo su “Il mito di la manifestazione frammentaria anteriore Er e Schopenhauer” fa capolino il genio del pessimismo stoico, l’ha coordinata in un etico41, figura attraverso la quale il filoso- grande e luminoso sistema, e ha questo siste- fo veronese intende piegare il mito pla- ma vivificato con lo straordinario splendore tonico alle esigenze di una rilettura scho- del genio e con l’abbagliante fulgore dello penhaueriana. L’idea è quella di concilia- stile: Arturo Schopenhauer39. re la libertà, propria dell’esse noumenico degli uomini, con la necessità dell’opera- Si tratta però di uno Schopenhauer ri fenomenico degli individui. maestro ed educatore morale, disvelatore delle false virtù, critico delle convenzioni Il carattere, nel suo aspetto noumenico, pos- sociali. In breve, lo Schopenhauer degli siede la libertà assoluta, ossia è indipendente Aforismi per la saggezza della vita: dalla legge di causa, poiché questa è sem- plicemente la forma dei fenomeni. Ma tale Se un solo volume di Schopenhauer dovesse libertà è trascendentale, cioè non si manifesta sottrarsi alla distruzione totale delle sue ope- nel mondo dell’esperienza. Essa non esiste re, io rimarrei incerto se preferire di salvare che in quanto facciamo astrazione dall’appa- gli Aforismi o l’ultimo volume del Mondo renza fenomenica e da tutte le sue forme, per come volontà e rappresentazione, e finirei pro- elevarci fino a quella realtà misteriosa, che, babilmente per decidermi per il primo40. collocata fuori del tempo, può essere pensata come l’essenza interiore dell’uomo in sé. Gra- Qui sembrano fondersi in Rensi due zie a questa libertà tutte le azioni dell’uomo correnti antagoniste, l’aristocrazia intel- sono veramente l’opera sua, malgrado la lettuale e il socialismo umanitario: no- necessità con cui promanano dal carattere bile di spirito è colui che, per carattere empirico, quando questo subisce l’azione dei innato, non si conforma alla massa, ma motivi; perché questo carattere empirico è 100 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi

semplicemente l’apparenza fenomenica del ce vero che la liberta che non esiste nell’Azio- carattere intelligibile o noumenico, vale a dire ne, esiste nell’Essere, dal quale però l’Operari, il modo e l’aspetto con cui si offre al nostro l’Azione, risulta in modo necessario. intelletto l’essenza del nostro io in sé stesso. L’uomo, adunque, fa sempre ciò che vuole, La volontà è dunque libera, ma soltanto in se eppure agisce sempre per necessità. La ragio- stessa e fuori dal mondo dei fenomeni; men- ne sta in ciò, che egli e già ciò che vuole, e da tre in questo mondo essa si presenta con un ciò che e deriva naturalmente ciò che fa43. carattere generale interamente fissato in pre- cedenza al quale tutte le azioni devono essere Ora, in questo passaggio si sviluppa conformi42. uno snodo fondamentale della filosofia rensiana: l’idea socialista di umanità as- Rensi riprende qui la lettura scho- sume un ruolo decisivo, non solo da un penhaueriana di Alfred Fouillée: la liber- punto di vista teoretico, ma anche per le tà appartiene all’esse ovvero all’umanità sue ricadute politiche. E anche qui Ren- nel suo complesso, invece l’individuo si opera una riforma del pensiero scho- è legato alla necessità dell’operari cui è penhaueriano dal suo interno, anche soggetto ogni fenomeno particolare: attraverso l’interpretazione di Fouillée. L’umanità è l’idea archetipa di ogni in- La libertà umana si deve cercare, adunque, dividuo44. per Schopenhauer, non nelle nostre azioni Tuttavia, Rensi si distacca dal pensie- individuali come fa il senso comune, ma ro del filosofo del Mondo per seguire in- nell’intiera natura dell’uomo, la quale deve vece, in senso strumentale, la storia degli considerarsi come un unico e primordiale effetti. Si ricorderà infatti che, ispiran- atto libero, che a un intelletto sottoposto alle dosi a Platone, per Schopenhauer le idee forme del tempo, dello spazio e della causa sono gli archetipi della realtà fenome- si manifesta solamente sotto l’apparenza d’u- nica, «oggettità immediata ed adeguata na molteplicità e varietà d’azioni. Queste, a [unmittelbare und adäquate Objektität]» cagione dell’unita primitiva della cosa in sé della volontà in sé45, lo specchio in cui la di cui sono la manifestazione, devono essere volontà metafisica si oggettiva e, al con- tutte rivestite dello stesso carattere e parere tempo, le idee sono le ‘grandi madri’, per rigorosamente necessitate dai diversi motivi dirlo col Faust di Goethe, da cui hanno che volta a volta le provocano e le determina- origine i fenomeni individuali. Ma Scho- no particolarmente. penhauer definisce le idee anche come Quindi, nel mondo dell’esperienza la massima species rerum, essenze non commiste ad operari sequitur esse, non soffre eccezioni. Ma elementi empirici, da cui deriva la realtà mentre è un errore fondamentale attribuire la fenomenica. Non è possibile, nel breve necessità all’Esse e la liberta all’Operari, e inve- spazio di un articolo, soffermarsi ulte- Fabio Ciracì _ 101 riormente sulla Ideenlehre schopenhaue­ Ideenlehre di Schopenhauer: per Ren- riana46, ma ciò che maggiormente conta si non esiste alcun carattere intelligibile ai fini del presente studio è il fatto che, individuale; il genio è tale perché attin- in quanto puro occhio del mondo, la con- ge la propria forza dall’idea della sua templazione delle idee permette all’uo- specie, ovvero dall’umanità, strumento mo di sciogliere i vincoli che lo legano al di redenzione dal mondo e di orienta- mondo e di sottrarsi così alla volontà me- mento moralmente. Genio e umanità tafisica. In questo senso, Schopenhauer sono quindi intimamente correlati fra indica nella contemplazione estetica una loro. Per Schopenhauer, invece, il vero delle vie di redenzione dal Wille riserva- fondamento dell’etica è la compassione, ta però al genio estetico, l’artista. Inoltre, ma il Mitleid non è un fenomeno mora- la volontà metafisica non solo permea le esclusivo del genio, bensì di qualsiasi l’intero essere in maniera orizzontale, ma uomo che viva l’esperienza fondamentale si oggettiva anche nel mondo in senso del dolore. Insomma, per Schopenhauer gerarchico, dalle idee alla natura, ex gra- non occorre essere geni per essere uo- du, ovvero dalla materia bruta in quanto mini morali: la miracolosa conversione pura causalità, passando alla gravità e della volontà è possibile tanto all’artista al magnetismo, come leggi di natura in- e al santo quanto all’uomo comune. Inol- determinate, per individualizzarsi nelle tre, il dolore non è solo un male organico specie vegetali, poi negli animali, e infine all’esistenza, ma è anche uno strumento per raggiungere l’apice della oggettiva- di redenzione, aperçu verso l’unità me- zione nell’uomo. Proprio in virtù del suo tafisica del mondo, in cui l’individualità grado di massima oggettivazione – a dif- svanisce e la sofferenza del mendicante e ferenza degli animali, per cui esiste un’i- del re sono una e identica, come insegna dea collettiva ovvero una specie – «ogni la parabola di Siddharta. uomo è da considerare come un fenome- In Rensi, invece, il genio-artista di no della volontà particolarmente deter- Schopenhauer diviene genio morale, e minato e caratterizzato perfino, in certo mantiene una dimensione aristocratica. senso, come una propria idea»47. Questa In tal modo Rensi intende coniugare la idea individuale che ogni uomo rappre- nobiltà dello spirito con il socialismo senta in quanto vertice dell’oggettiva- umanitario. Inoltre, aver negato all’in- zione della natura è, per Schopenhauer, dividuo una propria idea individuale, il carattere intelligibile48. Quindi, per mette in risalto lo iato fra esse e operari, ogni uomo esiste un’idea individuale che la qual cosa, in qualche modo, dramma- corrisponde al suo lato noumenico, al tizza le antinomie sul piano della storia. carattere intelligibile. Ma è proprio qui che interviene la riforma rensiana della 102 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi

6 _ Dall’umanità al Nulla assoluto duale. Tu devi quindi concludere che bisogna che tu riponga o dissolva il tuo io in un Tutto Un ultimo punto rimane ancora da svi- o in un Essere ancora molto più vasto, che luppare: l’umanità è l’idea morale più sorpassi nella sua permanenza la transitorietà prossima alla quale l’individuo deve ten- dei valori umani, un Tutto o un Essere quindi dere, ma non è l’ultima meta49. Si pensi a pel quale nemmeno questi esistono più52. quanto scrive Rensi nei Frammenti d’una filosofia dell’errore e del dolore, del male Il Rensi di questa pagina ha oramai e della morte del 1937. fatto un salto (mistico) oltre la debole ragione umana che non può render con- Bisogna che tu ti senta trionfare nell’ideale to né del male del mondo né dei suoi di giustizia, di diritto, di moralità, di bene, di valori morali ultimi. Se nella prima fase religione che trionferà tra sessant’anni, tra un della sua riflessione Rensi si tiene al di secolo, tra un millennio. Cioè che riponga il qua dello scetticismo, ovvero in bilico fra tuo io non nella tua vita temporale individua- un materialismo critico e l’affermazione le, ma nell’idea per cui sei appassionato e che dell’assurdo, a partire dagli anni Trenta trionferà in un lontano avvenire. La lezione compie un passo al di là dello scettici- è sempre quella: che la vita individuale non smo, nella regione della fede. Si tratta conta e contano i suoi valori eterni50. quasi di una scommessa pascaliana, una sorta di credo quia absurdum, un salto ol- Ma quali sono per Rensi – il filosofo tre l’irrazionalità del mondo, dominato scettico, autore dell’Apologia dell’atei- dal caos, nel regno della trascendenza. smo (1925) e delle Aporie della religione Non è quindi un’adesione a una qualsi- (1932), pervenuto infine a una serotina voglia confessione religiosa, ma l’appro- religiosità atea51 – i valori morali eterni? do a una forma di «religiosità atea»53, che ancora una volta Rensi trae da una Senonché, vi sono valori eterni? Non solo fonte schopenhaueriana a lui nota sin nessun valore dura eterno nella vita dell’uma- dalla gioventù: Eduard von Hartmann. nità (che significato ha per noi uomini d’oggi Quest’ultimo, nella Philosophie des Un- e per l’umanità nel suo corso il “valore” per bewußten (1869), aveva cercato una sin- cui morì Antigone, il seppellimento d’un ca- tesi fra la filosofia della storia di Hegel davere, o quello per cui morirono i patriotti e il principio irrazionale del mondo di [sic!] di Atene contro Siracusa e Sparta, del Schopenhauer attraverso la mediazione Sannio contro Roma, di Pisa contro Firenze, dell’Indistinto di Schelling, immaginan- di Firenze contro CarloV?). Ma inoltre l’u- do che il processo storico altro non fosse manità stessa, come l’individuo, scompare, che il passaggio dall’Inconscio alla Co- anche la sua vita è opera temporale e indivi- scienza totale, che per Hartmann54 coin- Fabio Ciracì _ 103 cide con il naufragio nel Nulla assoluto luppa allora l’alternativa sul fronte nichi- ovvero nel regno dello Spirito. lista, allontanandosi in parte dal prescrit- to schopenhaueriano della impossibilità Chi si pone dal punto di vista di E. v. Hart- di un nulla assoluto (Schopenhauer am- mann, e riconosce come morale assoluta metteva invece solo un nihil privativum), quella che deve mirare (attraverso lo sviluppo per avvicinarsi al Nichtsein di Eduard etico e culturale) a liberare Dio o il Soggetto von Hartmann, autore che legge con assoluto, che vive o si è incarnato nel mondo passione sin dai primi anni di forma- ed in noi, ed è questo mondo e noi (l’essenza zione, ma di cui sviluppa la prospettiva di esso e di noi), a liberarlo dal dolore del nichilistica solo nell’ultima fase del suo mondo medesimo e dall’infelicità trascenden- pensiero. In questa prospettiva, il Dio tale che l’ha spinto a esteriorizzarsi in esso, ebraico della tradizione semitica, l’Esse- a liberarlo con l’annientamento del mondo re, è agli antipodi della visione rensiana, fenomenico (cose e coscienza) e col riassorbi- perché l’essere è vita e la vita è pervasa mento di tutto nell’Assoluto – non può non dal dolore. Il Dio di Rensi è «svaporato convenire che colui che si sforza di persua- nel Nulla»58, nel regno dello spirito hart- dere la gente che la felicità è inafferrabile, il manniano 59. Tuttavia, diversamente da dolore continuo e prevalente, l’assurdo sem- Hartmann, Rensi indica questo passag- pre presente nella natura e nella vita umana gio al non-essere attraverso la noluntas privata e sociale, la conoscenza impossibile, individuale, sottraendosi al processo del la verità inesistente; costui, sospingendo le mondo, perché la storia per lui – lo si è coscienze, il pensiero all’idea di vanità del scritto – è ripetizione ed illusione. Esiste mondo e all’annientamento di questo, è l’uni- solo il caos eterno della vita. Quindi, per co che cooperi al fine morale più alto55. Rensi, non vi è alcuna fenomenologia storica dell’Inconscio: il regno del Nulla L’approdo dell’ultimo Rensi è quin- è l’alternativa metafisica interna al dua- di di tipo mistico, ancora una volta un lismo irrisolvibile di essere e non-essere. misticismo del nulla, nichilistico, cifra di un certo indirizzo romantico dello scho- Dio, dapprima concepito in modo pienamen- penhauerismo. Nella Filosofia dell’as- te determinato, come fenomeno tra i feno- surdo del 1937, Rensi scrive «[…] con meni, con l’affinarsi e l’elevarsi del pensiero Schopenhauer, si può, con piena legittimità, filosofico-religioso, viene sempre più spinto rispondere a quel richiamo hegeliano – fuori dalle categorie, fuori dall’Essere, si vola- meglio il nulla che l’assurdo»56, e ancora, tizza, si trasforma nel Nulla della teologia ne- a conclusione del capitolo, «o il mondo, gativa o nell’Assoluto inconscio (concludente così com’è, e sempre fu e sarà, o il nulla. veramente, secondo me, il corso della specu- O questo mondo, o il nulla»57. Rensi svi- lazione filosofica idealistica tedesca su questo 104 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi

punto) di E. v. Hartmann, nelle pagine del diante l’unica possibile ma ancor più dolorosa quale esso Assoluto inconscio ci balena con- operazione chirurgica della morte, l’Essere to- tinuamente dinanzi in un doppia luce, Giano tale impari la lezione che è meglio non essere. bifronte che, visto da un lato, appare Dio, – L’unica interpretazione metafisica del mondo visto dall’altro è puramente le leggi naturali60. che abbia qualche attendibilità, è questa61.

Il salto religioso e mistico di Rensi si compie quindi sempre sotto la costella- _ note zione dello schopenhauerismo, ancora 1 _ Mi permetto di rinviare al mio volume una volta nella sua declinazione roman- su La filosofia italiana di fronte a Schopenhauer tica, come ulteriore approfondimento di 1858-1914, Schopenhaueriana 11, Pensa Multi- un percorso, di una risposta al dolore e al Media, Lecce 2017, da cui procedo per svilup- male nel mondo, che per Rensi non trova pare il presente saggio, in particolare a partire alcuna giustificazione logica o dialettica. dai risultati riportati nel cap. VI.1.1. “Giuseppe L’ultimo Rensi naufraga in un sentimen- Rensi: Schopenhauer irrazionalista e anticonfor- to oceanico misticheggiante, del quale è mista”, pp. 389-399. debitore non solo allo Schopenhauer del 2 _ F. Ciracì, La filosofia italiana di fronte a quarto libro del Mondo ma soprattutto Schopenhauer 1858-1914, cit., pp. 15-16. alla Filosofia dell’Inconscio di Hartmann 3 _ Cfr. Schopenhauer und die “Schopenhau- e, in buona parte, anche a Lev Tolstoi, er-Schule”, hrsg. von F. Ciracì, D.M. Fazio, M. la cui presenza costante è testimoniata Koßler, Königshausen & Neumann, Würzburg nei diari del filosofo veronese, e sotto il 2009; D.M. Fazio, La scuola di Schopenhauer. quale astro lo schopenhauerismo veste le I contesti, in La scuola di Schopenhauer. Testi e sembianze di una religiosità laica, fon- contesti, a cura del Centro interdipartimenta- data sulla pietà e sulla compassione per le di ricerca su Arthur Schopenhauer e la sua ogni vivente. Rensi compie così la sua scuola dell’Università del Salento, Schopen- travagliata parabola intellettuale, comin- haueriana 2, Pensa MultiMedia, Lecce 2009, ciata con la constatazione dell’assurdità pp. 13-212. del reale e conclusasi nell’aspirazione 4 _ F. Ciracì, La filosofia italiana di fronte a che la vita, con tutti i suoi dolori e la Schopenhauer, cit., pp. 389-390. sua irrazionalità, possa essere finalmente 5 _ G. Rognini, G. Rensi: dal positivismo obliterata nell’assoluto nulla: all’idealismo 1903-1908, «Studi Storici L. Si- meoni», XXXII (1982), . Si dirà: perché allora la natura ci fa nascere? 6 _ F. Meroi, Ritratti critici di contempora- Solo forse per questo: che nell’infinita serie nei. Giuseppe Rensi, «Belfagor», III (2000) 327, di viventi, torturati dalle sofferenze della vita, pp. 297-312: 297. e sottratti alla natura a queste sofferenze me- 7 _ A. Tilgher, Giuseppe Rensi o la rivol- Fabio Ciracì _ 105

ta contro il reale, in Id., Filosofi e moralisti del te formulato nel primo libro di filosofia che ho Novecento, Libreria di Scienze e Lettere, Roma pubblicato, Le Antinomie dello Spirito (Piacen- 1932, pp. 287, 293-294: «Temperamento pug- za, 1910). [...] Ma fu mentre ero all’Università di nace e individualistico, “poeta maledetto” della , intorno al 1916, che acquistai io stesso filosofia [...] Animo sensibilissimo al dolore al piena consapevolezza dell’indole scettica della male all’ingiustizia di cui sono pieni il mondo e mia mente e che gli sparsi ingredienti scettici la storia [...] La sua filosofia, che nulla ignora de- sempre stati presenti nel mio spirito, vennero a lle sottigliezze più squisite della dialettica, nasce fondersi in un tutto armonico e completo. E ciò immediatamente da un senso d’infinita pietà pei che produsse in me questa “illuminazione” fu dolori della vita. È questo senso che si rovescia soprattutto la guerra». come una lava nei meandri della sua dialettica 12 _ Rensi attribuisce alla Lebensphilo- e conferisce un palpito di drammatica violenza sophie di Georg Simmel grande importanza per alla marcia del suo ragionamento». l’impostazione relativistica e l’approdo vitalisti- 8 _ G. Rensi, Spinoza (1921, 1941), intr. co. La vita è intesa come essenza irriducibile a a cura di R. Evangelista, Edizioni Immanenza, schemi razionali, immersa nel processo storico. Napoli 2014. Sul tema giova leggere A. Monta- Non a caso, Rensi traduce Il conflitto della cultu- no, Giuseppe Rensi. Ethica e etiche, Arte tipog- ra moderna (Bocca, Torino 1925), apponendovi rafica editrice, Napoli 2006. una breve ma densa postfazione. In altro luo- 9 _ Paradossalmente, pur essendo un riferi- go sarebbe interessante mostrare in che modo mento costante, Rensi non dedica al filosofo del anche Simmel diviene mediatore di un certo Mondo uno studio monografico, così come acca- schopenhauerismo e di come ne fu interprete. de invece per Spinoza e Leopardi. Per quest’ultimo punto si rinvia a D. Ruggieri, 10 _ G. Rensi, Su Leopardi, a cura di R. Il conflitto della società moderna. La ricezione Bruni, Aragno, Torino 2018. Il volume racco- del pensiero di Arthur Schopenhauer nell’opera glie l’articolo di Rensi scritto il 24 settembre su di Georg Simmel (1887-1918), Pensa MultiMe- «L’Azione»; il paragrafo “La filosofia del diritto dia, Lecce 2010. Sul rapporto fra i due filoso- di Leopardi” contenuto nei Lineamenti di filoso- fi, si veda in particolare L.B attaglia, Rensi e fia scettica, Zanichelli, 1919-1921; il sag- Simmel, in L’inquieto esistere. Atti del Convegno gio Lo scetticismo estetico di Leopardi, pubblica- su Giuseppe Rensi nel cinquantenario della morte to su «Rivista d’Italia», XXXIII (luglio 1919) 2, (1941-1991), a cura di R. Chiarenza, N. Emery, poi ripreso in Scepsi estetica, Zanichelli, Bologna M. Novaro e S. Verdino, EffeEmmeEnne, Geno- 1919; passi scelti sia dai Lineamenti sia da Scepsi va 1993, pp. 131-151. estetica. 13 _ Nel periodo che precede la prima 11 _ g. Rensi, Autobiografia intellettuale. guerra mondiale, Rensi è ancora vicino a po- La mia filosofia. Testamento filosofico, Edizioni sizioni idealistiche, ma già sensibile a temi Corbaccio, Milano 1939, pp. 11-13: «L’indiriz- schopenhaue­riani. Da qui, gli articoli mostrano zo scettico del mio pensiero era già chiaramen- un effetto di contaminazione fra interessi diver- 106 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi

si. Si veda per esempio Hegel, Il cristianesimo moto” è il titolo di un breve saggio di Rensi del e il Vedanta, «Coenobium», I (marzo-aprile 1909, scritto sotto l’impatto del nascente attua- 1907) 3, pp. 62-84; Il carattere sopraerogato- lismo gentiliano. Rensi raccolse questo testo in rio della morale in «Coenobium», IX (ottob- un suo volume rimasto tronco al quale appose re-dicembre 1915) 10-12, pp. 54-62. A temi il titolo “Pace e guerra”, preparatorio rispetto ai relativi al pensiero orientale, Rensi si era già Lineamenti», in G. Rensi, Lineamenti di filosofia interessato in precedenza, come dimostrano gli scettica, cit., nota 12, pos. 1643. Sull’importanza articoli pubblicati su Buddha, Nietzsche e il po- genetica di questo testo e del rapporto ambi- sitivismo, «Avanti! della domenica», 22 maggio valente con l’attualismo, si veda N. Emery, Lo 1904; Buddhismo e socialismo in «Critica soci- sguardo di Sisifo. Giuseppe Rensi e la via italiana ale», XVI (1906) 17, pp. 124-26. Cfr. anche G. alla filosofia della crisi, Marzorati, Milano 1997. Rensi, La religione, «Coenobium», I (novembre 22 _ Ragioni di spazio impediscono di svi- 1906) 1, pp. 23-56. luppare ulteriormente il tema che ha anche ben 14 _ Cfr. A. Mascolo, Il corso infernale del- note ricadute di carattere sociopolitico, special- la storia. L’influenza di Schopenhauer nella filoso- mente negli anni 1919-1921, in relazione al suo fia di Giuseppe Rensi, in Schopenhauer in Italia, a rapporto con il fascismo. Va però detto che, sot- cura di F. Ciracì e D. Fazio, Schopenhaueriana 7, to l’influsso del volontarismo superomistico e Pensa MultiMedia, Lecce 2013, pp. 85-114: 90. social-darwiniano, inizialmente Rensi fu attratto 15 _ G. Rensi, Autobiografia (intellettuale) e fatalmente dal fascismo: esule in Svizzera, ospitò testamento (filosofico), a cura di S. Paliaga, Mi- Mussolini, al tempo fuggiasco socialista e ricer- mesis, Milano-Udine 2016, p. 30. Cfr. Id., Lette- cato politico. In questa prima fase, in cui il fa- re spirituali, Adelphi, Milano 2009, XXIX, pp. scismo non si è ancora palesato nella sua brutale 178-9. violenza, (i Fasci di combattimento, si ricorda, 16 _ Cfr. G. Rensi, La filosofia dell’assurdo furono fondati il 23 marzo del 1919) ne vede (1937), con una nota di R. Chiarenza, Adelphi, con favore l’ascesa, come rivoluzione contro la Milano 20023, p. 144. mediocrità e il conformismo. La sua adesione al 17 _ G. Invernizzi, Rensi e la religione, in fascismo fu breve e intempestiva: fascista quan- G. Rensi, Le aporie della religione (1932), a cura do il fascismo sansepolcrista era combattuto, fu di G. Invernizzi, La scuola di Pitagora, Napoli antifascista quando il fascismo prese il potere. 2017, pp. VII-XLIV: XVII. Questo denota la totale assenza di opportuni- 18 _ G. Rensi, Filosofia dell’assurdo, cit., p. smo da parte di Rensi. La critica al fascismo ha 13. luogo molto presto, in un articolo intitolato Cri- 19 _ G. Rensi, Lineamenti di filosofia scettica tone (Critiche al fascismo), pubblicato in prima (1921), a cura di N. Emery, Castelvecchi, Roma pagina su «La Sera» il 23 novembre del 1921, 2014, ebook kindle, § “La guerra”, pos. 740. ovvero all’indomani della trasformazione dei 20 _ Ivi, pos. 53. Fasci italiani di combattimento nel Partito Na- 21 _ Così Emery: «“La metafisica del terre- zionale Fascista (9 novembre 1921), prima della Fabio Ciracì _ 107

fatidica marcia su Roma del 28 ottobre 1922 e (1933), a cura di M. Fortunato, Orthotes, Napo- del delitto Matteotti (in occasione del quale scri- li-Salerno 2015, p. 89. Id., Frammenti di una fi- ve G. Rensi, L’ora del silenzio?, «Nuova Rivista losofia dell’errore e del dolore, del male e della storica», VII (1924) 3, pp. 330-33). Nell’articolo morte (1937), a cura di M. Fortunato, Orthotes, del ’21, Rensi accusa il movimento di Mussolini Napoli-Salerno 2011, p. 45. Ma la formula è es- di non possedere «lo spirito socratico del Cri- pressa, sebbene in maniera meno icastica, anche tone» ovvero di non rispettare le leggi, trasfor- in altre opere, a partire da L’irrazionale, il lavoro, mando il sedicente partito rivoluzionario in un l’amore, Unitas, Milano 1923, p. 32. partito autoritario e assolutista, proprio ciò che 29 _ G. Rensi, La filosofia dell’assurdo, cit., la filosofia scettica di Rensi intende combattere p. 209. programmaticamente. Inoltre, il fascismo tro- 30 _ Ivi, p. 216. vava giustificazione filosofica nell’attualismo di 31 _ Ivi, p. 218. . E l’idealismo, dal 1919 in poi, 32 _ G. Rensi, L’etica individuale nella so- è il nemico giurato della filosofia rensiana. La cietà capitalistica, in «Critica sociale», V (1895), sua avversione al regime gli costò la sospensione pp. 157-159. dall’insegnamento nel 1927; poi, reintegrato per 33 _ Sul tema, si veda il recente contributo breve periodo, nel 1930 fu tratto in prigione con di V. Debona, A outra face do pessimismo: cará- la moglie Lauretta. Nel 1934 fu privato del tutto ter, ação e sabedoria de vida em Schopenhauer, della cattedra, per essere destinato alla Bibliote- Edições Loyola, São Paolo 2019. ca Universitaria di Genova dove, isolato e afflitto 34 _ A. Schopenhauer, Über die Grundlage da privazioni, rimase attivo fino alla morte. Cfr. der Moral, §20, in Schopenhauer im Kontext III anche Fondo Giuseppe Rensi. Inventario con una (Komplettausgabe), nach Arthur Schopenhauers scelta di lettere inedite, a cura di L. Ronchetti e sämtliche Werke, hrsg. v. P. Deussen, Piper, Mün- A. Vigorelli, Quaderni di Acme, 25, Università chen 1911, InfoSoftWare, Berlin 2001-2008, Bd. degli Studi di Milano, Cisalpino – Istituto Edito- III, p. 725; tr. it. Sul fondamento della morale, riale Universitario, Milano 1996, p. 222, nota 33. in Id., I due problemi fondamentali dell’etica, a 23 _ A. Mascolo, Il corso infernale della cura di S. Giametta, Mondadori, Milano 2008, storia, cit., p. 10. Già ne Il concetto di storia del- p. 331. La traduzione italiana nel testo è di chi la filosofia, un lungo contributo pubblicato nel scrive. 1918 su «Nuova Rivista Storica», II (marzo-apri- 35 _ Cfr. A. Mascolo, Il corso infernale del- le 1918) 2, pp. 140-189. la storia, cit., p. 5. 24 _ G. Rensi, La filosofia dell’assurdo, cit., 36 _ G. Rensi, L’etica individuale nella so- p. 107. cietà capitalistica, cit., p. 159. 25 _ Ivi, p. 119. 37 _ Ivi, p. 160. 26 _ Ibidem. 38 _ G. Rensi, La letteratura della medita- 27 _ Ibidem. zione, in «Il Dovere», 31 luglio 1898, pp. 210- 28 _ G. Rensi, Le ragioni dell’irrazionalismo 214, poi ristampato in «Educazione politica», 108 _ Le radici schopenhaueriane del pensiero di Giuseppe Rensi

28 febbraio 1902, pp. 75-78, in Id., Studi e note Ideenlehre durch Schopenhauer, in «Schopenhau- di filosofia, storia, letteratura, economia politica, er-Jahrbuch», 66 (1985), pp. 131-152, e soprattut- Stabilimento Tipografico Colombi, to quello di Y. Kamata, Platonische Idee und die 1903, pp. 421-430. Oggi, nella già menzionata anschauliche Welt bei Schopenhauer, in «Schopen- antologia di P. Serra, Giuseppe Rensi. La rivolta hauer-Jahrbuch», 70 (1989), pp. 84-93. Rinvio contro il reale, cit., pp. 210-214, da cui si cita. pure ai miei due articoli sul tema: F. Ciracì, Le 39 _ G. Rensi, La letteratura della medita- idee: la struttura fenomenologica e astorica del zione, cit., pp. 210-214: 210. mondo, «Revista Voluntas: Estudos sobre Scho- 40 _ Ivi, p. 213. penhauer», 7 (2016) 2, pp. 38-63; Id., Il mondo 41 _ G. Rensi, Il genio etico ed altri saggi, come volontà, idee e rappresentazione. Per una pos- Laterza, Bari 1912, cap. IX “Il mito di Er e Scho- sibile lettura in senso illuministico della dottrina penhauer”, pp. 145-155. La nozione di “genio delle idee, «Revista Voluntas: estudos sobre Scho- etico” risentirà della figura degli “eroi morali” penhauer», 1 (2010) 1, pp. 71-115. rappresentati in uno Schizzo di una morale senza 47 _ A. Schopenhauer, Il mondo come vo- obbligo ne sanzione di Jean-Marie Guyau, attra- lontà e rappresentazione, a cura di S. Giametta, verso la mediazione dell’anarchico Pëtr Alek- Bompiani, Milano 2006, §26, pp. 280-1. seevič Kropotkin. Tale influsso è evidente spe- 48 _ Ivi, §28, pp. 330-1: «Il carattere di ogni cialmente nella Morale come pazzia, in cui Rensi uomo può essere considerato, in quanto sia net- tratteggia un’etica senza obbligazioni, senza leg- tamente individuale e non del tutto compreso gi, senza sanzioni. in quello della specie, come un’idea particolare, 42 _ G. Rensi, Il genio etico ed altri saggi, corrispondente ad un particolare atto di oggetti- cit., p. 154. vazione della volontà. Quest’atto stesso sarebbe 43 _ Ibidem. allora il suo carattere intelligibile, mentre quello 44 _ Cfr. G. Rensi, Lettere spirituali, cit., p. empirico e in tutto e per tutto determinato da XXIX, p. 181: «[…] eliminato col pensiero lo quello intelligibile». Cfr. A. Schopenhauer, Meta- spazio, i 2116 milioni di uomini diventano l’es- fisica della natura, a cura di I. Volpicelli, Laterza, senza-uomo, l’idea dell’uomo, nel significato pla- Roma-Bari 2007, cap. X “Scala dei gradi dell’og- tonico-schopenhaueriano della parola “idea”». gettivazione della volontà in linea ascendente”, 45 _ A. Schopenhauer, Il mondo..., cit., pp. 94-95. III/§31, pp. 348-349. 49 _ G. Rensi, Lettere spirituali, cit., XVIII, 46 _ L’attuale dibattito sulla schopenhaue- p. 101: «Perché l’umanità fosse felice, bisogne- riana dottrina delle idee si trova ben condensa- rebbe che non avesse storia. Ciò significa che to nella capitolo dell’ultima edizione dello Scho- perché l’umanità, come le cose tutte, si liberino penhauer-Handbuch (Metzler, Stuttgart 2018), 6.5 dal dolore e dal male non c’è che una via: vale Ästhetik, a cura di Brigitte Scheer. Fondamentali a dire che essi trapassino nel non-essere, siano sul tema rimangono gli studi di G. Mollowitz, riassorbite in Dio, nell’Uno, nel Nulla. Questa è Die Assimilation der platonisch-augustinischen la sola grande lezione di elevatissima religiosità, Fabio Ciracì _ 109

che, letta con penetrazione, ti dà la storia». 55 _ G. Rensi, Frammenti d’una filosofia del 50 _ G. Rensi, Frammenti di una filosofia dolore e del male, cit., p. 78. Piace ricordare che dell’errore e del dolore, cit., pag. 137. Cfr. G. In- una prima formulazione si trova nel testo pub- vernizzi, Rensi e la religione, cit., p. XII: «Se si blicato sulla «Rivista di Psicologia», XXX (ot- vuol tentare di individuare la genesi dell’interesse tobre-dicembre 1934), 4. Una copia in estratto religioso di Rensi, si deve pensare alle discussioni fu donata da Rensi a Piero Martinetti, ora cus- svoltesi intorno al ruolo della componente morale todita presso il fondo omonimo dell’Università o ideale all’interno del socialismo italiano». degli Studi di Torino. La citazione è a p. 11. 51 _ Si tenga presente quanto Rensi scrive cir- 56 _ G. Rensi, La filosofia dell’assurdo ca la convivenza, sin dall’inizio della sua riflessione, (1937), Adelphi, Milano 2009, p. 131. di scetticismo e sentimento religioso. Cfr. G. Rensi, 57 _ Ivi, p. 135. Autobiografia (intellettuale) e testamento (filosofi- 58 _ G. Rensi, La volatizzazione di Dio co), cit., p. 15: «[…] la vena scettica era commista (1922), poi in Le apologie della religione, cit., con una vena religioso-idealistico-mistica, che si è cap. II, p. 29. poi in me, come vena “idealistica” (nel significato 59 _ G. Rensi, Sguardi, in Id., Diari di un fi- filosofico-tecnico di questa parola), estinta, e come losofo (1930-1934), a cura di M. Fortunato, La vena religioso-mistica durante un lungo periodo scuola di Pitagora, Napoli 2019, pp. 253-374: assai attenuata (quantunque io sia sempre stato 262: «Vedo un Essere che cerca di districarsi suscettibile di sentirmi vibrare anche questa cor- su dalla vita della pura natura o materia, dalla da); per poi da ultimo, come vena religioso-misti- vita puramente animale, e di vivere come spirito. co-scettica, ritornare a galla». Cerca… e forse, a poco a poco, vi riesce. Questa 52 _ G. Rensi, Frammenti di una filosofia è l’opera e la meta a cui incombe cooperare, e dell’errore e del dolore, cit., p. 177. cooperare alla quale è l’unica cosa che possa dar 53 _ Cfr. G. Invernizzi, Rensi e la religione, ragione della vita individuale». cit., p. XV: «[…] una religiosità atea, che passi 60 _ Cfr. G. Rensi, Autobiografia (intellet- attraverso il sacrificio di se stessi e l’abbandono tuale) e testamento (filosofico), cit., p. 25. della propria individualità». 61 _ G. Rensi, Cicute, in Id., Diari di un fi- 54 _ Sul vasto influsso esercitato dalla filo- losofo, cit., pp. 87-167: 133. Cfr. G. Rensi, Auto- sofia hartmanniana in Italia, si veda M. Vitale, biografia (intellettuale) e testamento (filosofico), Hartmann e gli studi schopenhaueriani in Italia, cit., p. 25. in Schopenhauer in Italia, cit., pp. 175-186.