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SILVA ET FLUMEN

Poste Italiane s.p.a. TRIMESTRALE DELL’ACCADEMIA URBENSE DI OVADA Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27 / 02 / 2004 n° 46) ANNO XXV - N° 2 GIUGNO 2012 art. 1, comma 1, DCB/AL

Capriata gli scavi archeologici di S. Nicolao

Antonio Rebbora (1815 - 1861)

Michele Oddini e la nascita di Colleferro

Trionzo di Rocca G. tra storia e leggenda

Violenza squadrista a Campo Ligure

Carlo Gorzio pittore monferrino 1762-94

La Madonna della Salute ad Ovada

Da Bandita di Cassinelle a Marsiglia a fare la balia

Ubaldo Arata e il Cinema Italiano anni ‘30

Pupi Mazzucco una vita per lo spettacolo

Torino, il Castello del Valentino si specchia nel Po Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 12-07-2012 8:45 Pagina 2 www.accademiaurbense.it

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SILVA ET FLUMEN

Periodico trimestrale dell’Accademia Urbense di Ovada Direzione ed Amministrazione P.zza Cereseto 7, 15076 Ovada Ovada - Anno XXV - GIUGNO 2012 - n. 2 Autorizzazione del Tribunale di Alessandria n. 363 del 18.12.1987 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27 / 02 / 2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB/AL Conto corrente postale n. 12537288 L’Accademia Urbense intende realizzare Quota di iscrizione e abbonamento per il 2012 Euro 25,00 in settembre, presso la Loggia S. Sebastiano Direttore: Alessandro Laguzzi di Ovada, una mostra per onorare la memo- Direttore Responsabile: Enrico Cesare Scarsi ria del pittore Franco Resecco, il più sensi- SOMMARIO bile interprete e l’autentico cantore della Capriata, gli scavi archeologici della Soprintendenza individuano i resti della basi- nostra terra. lica di San Nicolao Già a pochi mesi dalla scomparsa il fi- a cura di Alessandro Laguzzi p. 092 glio, Padre Rinaldo, aveva manifestato Antonio Rebbora (1815-1861) l’intenzione di donare alla Città di Ovada le di Gian Luigi Bruzzone p. 097 opere in possesso dello scomparso. Prelimi- Michele Oddini: l’Architetto ovadese che curò la costruzione di Colleferro, una nare a questo atto era giungere ad una cata- città ed una realtà produttiva sorte dal nulla logazione delle opere dell’artista, auspicio di Pier Giorgio Fassino p. 105 che, dopo alcuni anni, si è tradotto in realtà Trionzo di Rocca Grimalda fra storia e leggenda grazie all’impegno dell’Accademia che lo ha validamente affiancato. Sono state infatti di Paolo Bavazzano p. 111 scattate oltre duemila immagini che hanno Il “Barletti” intitola la Biblioteca di Istituto ad Agostino Sciutto insigne permesso la realizzazione di un corposo ca- classicista e l’Aula di Scienze Naturali all’astrofisico Livio Scarsi p. 117 talogo contenente tutti i lavori che Resecco Muli e forti nel deserto cirenaico. La lunga naja (1912-1920) del fante aveva serbato per sé, opere realizzate nelle Luigi Piana detto Bigiulu più diverse tecniche e sulle più diverse te- di Pier Giorgio Fassino p. 118 matiche e prodotte in più di cinquant’anni di La via Cabanera dal toponimo di Capanne di Marcarolo attività artistica. Comunicazione di Carlo Bertelli p. 124 Questa prima iniziativa e l’annuncio at- Carlo Gorzio, pittore monferrino tra il 1762-1794 traverso la stampa di una mostra retrospet- di Sergio Arditi p. 126 tiva a lui dedicata, hanno suscitato vivo L’Accademia Urbense mette on line le proprie guide dell’Ovadese interesse in tutta la cittadinanza e risvegliato e della Val Lemme nuove energie. Resecco era benvoluto e di Alessandro Laguzzi p. 135 amato da tutti e si può tranquillamente affer- La devozione per la Madonna della Salute in Ovada mare che ogni famiglia ovadese conservi di di Paola Piana Toniolo p. 137 lui gelosamente almeno un quadro, un dise- Da Bandita di Cassinelle a Marsiglia per allattare i figli dei borghesi, gno, un ritratto, uno schizzo, una caricatura, in cerca di un avvenire migliore oppure lavori meno impegnativi che Franco a cura di Margherita Oddicino e Rosanna Pesce p. 143 eseguiva spesso di getto e che poi simpatica- Domenica 13 agosto 1923: violenza squadrista a Campo mente regalava a coloro che glieli avevano di Paolo Bottero p. 152 ispirati. Cinema italiano anni ‘30: Ubaldo Arata e il ruolo del direttore della fotografia La popolarità di Franco è il ricordo sem- di Ivo Gaggero p. 159 pre vivo che di lui conservano gli Ovadesi, Pupi Mazzucco una vita dedicata allo spettacolo e alla cultura hanno fatto sì che molte famiglie che pos- di Lorenzo Bottero p. 165 siedono sue opere si siano rese disponibili a Il grafico Giuliano Alloisio e i castelli dell’Ovadese nelle tessere dell’Accademia concederle per la mostra. A tale riguardo e a di Paolo Bavazzano p. 169 supporto organizzativo della iniziativa si è Recensioni: RAFFAELLA ROMAGNOLO, La Masnà (C. Prosperi); V. PONTE, Il partigiano Firpo (P.G. Fassino); G. D’AMICO B. MANTELLI G. VILLARI, I ribelli della Benedicta (P. costituito un gruppo di concittadini estima- G. Fassino); Atlante toponomastico del Piemonte montano: Tagliolo M. (C. Sestilli); tori che stanno raccogliendo le adesioni e le PRINETTA FASSONE, Alice Bel Colle, (R. Pavoni); LUCA GIANA, Topografia dei diritti. opere che confluiranno nella mostra. Istituzioni e territorio nella Repubblica di Genova (E. Lurgo) p. 171 In occasione della mostra è nostra inten- Lutto p. 175 zione pubblicare un numero speciale di Redazione: Paolo Bavazzano (redattore capo), Edilio Riccardini (vice), Remo Alloisio, Giorgio Casanova, URBS contenente il catalogo delle opere che Pier Giorgio Fassino, Lorenzo Pestarino, Giancarlo Subbrero, Paola Piana Toniolo. verranno esposte con un breve profilo bio- Segreteria e trattamento informatico delle illustrazioni a cura di Giacomo Gastaldo. Le foto di redazione sono di Renato Gastaldo. grafico dell’artista e uno studio critico della Sede: Piazza Giovan Battista Cereseto, 7 (ammezzato); Tel. 0143 81615 - 15076 OVADA sua opera che verrà affidato, come la mostra, E-mail: [email protected] - Sito web: accademiaurbense.it alle cure di Arturo Vercellino URBS SILVA ET FLUMEN Stampa: Litograf. srl - Via Montello, Novi Ligure Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 92 www.accademiaurbense.it

92 Capriata, gli scavi archeologici della Soprintendenza individuano i resti della basilica di San Nicolao a cura di Alessandro Laguzzi

Capriata d’Orba si distingue fra i data l’Orba, raggiungeva Sezzadio per di- conferma di questa affermazione ven- paesi dell’Oltregiogo e della val Lemme rigersi verso Aquae Statiellae (Acqui). gono indicati i resti di una grande mura- per le sue antiche origini e aver conser- La presenza di questo itinerario ha glia in pietra da taglio ai piedi della torre. vato attorno all’abitato lunghi tratti delle portato la tradizione erudita, di cui si è Ai tempi dei Carolingi il territorio è sue mura duecentesche. Scrive Mario fatto alfiere Bartolomeo Campora, ad compreso nel contado e nella diocesi di Tambussa nella sua Guida di Capriata: ipotizzare il transito su questa via di Tortona, e secondo gli storici Ghilini e «Nel periodo preistorico il suo territorio Decimo Bruto all’insegui mento di Marco Foglietta, prima del secolo XI, Capriata era attraversato da percorsi che inerpican- Antonio (710 ad U.c.) e successivamente, è addirittura un centro abitato “indipen- dosi lungo le valli raggiungevano i passi in epoca barbarica, di Alarico re dei Vi- dente” che vanta diritti sopra Gamondio montani, scendendo poi al mare. Pare che sigoti (403 d.C.) che, fuggendo da Pol- (attuale Castellazzo Bormida). insediamenti demici posti lungo questi lenza, tenendo i colli quos Appenninum Durante il secolo IX e metà del X, la percorsi si trovassero nel territorio del co- perhibent ripassa il fluvium miri cogno- crisi del potere centrale sguarnisce i lidi mune. Lo testimoniano i rinvenimenti, in minis Urbem all’altezza di Capriata. dell’Italia occidentale che diventa preda zona Albedosa-Tramontanino sul masso Recenti studi sulla toponomastica ro- delle scorribande dei Saraceni che sac- di arenaria sangiu dei strie, di coppelle e mana ipotizzano come la colonizzazione, cheggiano Acqui (905) giungendo addi- segni pediformi della media età del ferro nel territorio capriatese, possa aver creato rittura ad accamparsi presso Libarna. Ma, In epoca romana, il territorio di Ca- nuclei demici nel luogo di Tollianum verso il mille, la creazione delle marche priata appartenne all’agro dertonense e, (doc. del 981) insieme a Capriana (doc. Arduinica, Aleramica e Obertenga, con il secondo recenti studi, il decumano (est- del 973) entrambi con le tipiche caratte- compito di difendere il territorio da ovest) della centuriazione attraversava il ristiche dei toponimi fondiari latini. nuove incursioni, dà inizio alla rinascita. centro paese per dirigersi verso la cascina Con l’avvento dei Longobardi sale in Sorgono così alte torri per trasmettere se- Gazzolo, mentre il cardine (nord-sud) si primo piano la Urbem vastissimam sil- gnali d’allarme dal mare fino alla pia- indirizzava verso Silvano, attraverso le vam (la selva dell’Orba citata dal cronista nura, finché intorno al 980, grazie al- tante strade interpoderali. Paolo Diacono) luogo di caccia riservato l’opera dei Marchesi Oberto ed Aleramo, Della presenza romana sono rimaste ai loro re, come ci tramanda il toponimo cessa l’incubo delle scorrerie lasciando numerose tracce a partire dalla grande “Bosco del Gazzolo” (Gahagi in longo- però vive, in molte nostre zone, leggende, stele di S. Agata (I sec d.C.) ritrovata nel- bardo vuol dire bandita), ma anche luogo toponimi ed etimi. l’Orba nel 1926, che assegna il territorio di agguati e, al caso, di incontri amorosi. Risale al 18 aprile del 973, la prima alla tribù romana Pomptina (la stessa a Tuttavia, nel 568 i Bizantini comparsa in un documento del nostro cui appartengono gli abitanti di Dertona) riconquistano molti capisaldi oltre gli Ap- luogo. Infatti nell’atto stipulato in Ba- per finire con la recente scoperta dei resti pennini (la nostra zona) e durante questo liano, nel castello sul fiume Ombrone, di un edificio rurale in località Panattiano loro interregno durato fino al 605 costrui- Lamberto, marchese di legge longobarda (I sec d.C.), che è in corso di scavo. Altri scono un limes difensivo di castra che in- e figlio del fu marchese Ildebrando, ritrovamenti di reperti di epoca romana globa diversi centri della zona, fra i quali vende ad un certo prete Roprando 45 sono avvenuti su tutto il territorio comu- si ipotizza fosse compresa Capriata. A corti fra le quali “quadragesima secunda nale: in particolare a Castelvero, sull’Al- capriana cum suo castello”. (La numera- bedosa, in un campo detto “dei mattoni” zione risponde a precise suddivisioni ter- o di “san Marziano”, si sono rinvenuti ritoriali risalenti al periodo carolingio). numerosi cocci di ceramica campana, si- La dicitura cum suo castello conferme- gillata italica, e di altri impasti locali ben rebbe lo sviluppo di quel precedente ca- cotti databili dal I sec.a.C. al V sec. d.C. strum bizantino e l’importanza della Anche in zona Pedaggera sono state rin- nuo va curtis già fortificata. venute monete e tombe romane come Questo importante (per noi) atto me- pure (da B. Campora) lungo la locale rita un cenno particolare. Il marchese strada vecchia in prossimità della zona ci- Lamberto, investito dal vescovo di Tor- miteriale dei Sangiorgi. Questi ritrova- tona di numerosi luoghi ed a seguito di menti confermerebbero la presenza di un varie circostanze è costretto a ritirarsi nel tracciato viario minore, usato come bre- suo castello in Toscana e, come sosten- tella di collegamento, per unire le due gono gli storici, questa vendita fa parte di grandi arterie consolari: la Via Postumia un preciso piano. Infatti, sedici anni e l’Aemilia Scauri. Secondo alcuni stu- dopo, la moglie obertenga di nome Er- diosi, il percorso partiva da Libarna e, mengarda, divenuta nel frattempo ve- passando per Gavi e Castelvero (Castrum dova, riacquista dallo stesso prete vetus), raggingeva Capriata dove, gua- Roprando tutti i beni venduti dal marito, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 93 www.accademiaurbense.it

93 Alla pag. precedente, Capriata d’Orbalocalità S. Nicolao, tomba a doppio spiovente di età romana a lato, Capriata, tratto della antica cortina muraria che circonda il paese (sec. XIII)

vava un consistente affioramento di ciot- toli, grumi di malta e frammenti ossei che consentivano di ipotizzare la presenza di un edificio». Continua poi la relazione: «Proprio nel settore orientale dell’area di scavo, dove l’aratura aveva raggiunto la profon- dità massima (circa m 1,20), è stata iden- tificata la fondazione di una struttura muraria (US 14), il cui andamento prose- guiva oltre i confini della particella inda- gata. Nella parte messa in luce la muratura, caratterizzata da una potente fondazione in ciottoli legati da malta, è risultata pertinente ad un’abside seconda- svelando così il marchingegno messo in al Comune, riserva alla zona. ria (raggio presunto m 8) di un edificio di atto per impedire che le terre passassero La sorte della chiesa si lega così di- culto. in eredità ai parenti del suo defunto ma- rettamente alle vicende politiche del- Le prime ipotesi permettono di rico- rito. l’espansione dell’influenza genovese in noscere nelle strutture quelle dell’abside Nello stesso periodo (981) fra le do- Oltregiogo in modo tale che l’edificio laterale nord della baxilica una que est nazioni della regina ed imperatrice Ade- stesso di San Nicolao con le sue perti- edificata in onore sancti Nicolai que ec- laide all’abbazia San Pietro in Ciel d’Oro nenze è destinato a essere travolto e a clesia iacet in territorio Craviada, citata di Pavia, troviamo Tuliano, luogo identi- sparire anche fisicamente quando lo in un atto del 30 luglio 1100 (CAM- ficato a nord dell’abitato insieme alla Ba- scontro attorno alle mura di Capriata fra PORA 1911, p. 6). La chiesa era stata co- silica ecclesia Sancti Nicolai de loco Alessandrini e Genovesi si farà più struita su un importante e antico percorso Toliano, chiesa successivamente assor- aperto, tanto che alla fine del secolo XIII viario verso la fine del secolo XI, nei bita dall’abbazia di San Siro in Genova, e anche i ruderi saranno abbandonati. pressi dell’insediamento di Tolianum, ri- poi distrutta intorno al 1227 per le conti- Su tutte queste vicende getta nuova cordato ripetutamente (XII-XIII secolo) nue guerre. luce lo scavo archeologico esplorativo nelle acquisizioni territoriali dei marchesi Di essa rimane solo il nome storpiato che è stato condotto nel 2002 dalla So- de Seciago, prima a favore dell’abbazia di Tigliano: la più antica via del paese, printendenza Archeologica del Piemonte di S. Giustina di Sezzadio e poi del mo- che correva nelle sue vicinanze». in località S. Nicolao; ne danno notizia nastero di S. Siro di Genova (CALLERI Sulla chiesa di San Nicolao scriverà MARICA VENTURINO GAMBARI e AL- 1997, doc. 67, 71, 94-95, 97, 99; MER- più in dettaglio Bartolomeo Campora in BERTO CROSETTO sul n. 24 del Bollettino LONE 2003, pp. 111-115). Il declino del- un opuscolo del 1911 edito a Torino: Ba- della Soprintendenza (p. 181): l’insediamento è già comunque evidente xilica Ecclesia Sancti Nicolai de loco To- Scrivono i due studiosi: «Lo scavo nel corso del Duecento e, nella seconda liano in territorio Craviada. Nell’opu- promosso a seguito della segnalazione metà dello stesso secolo, abitato e chiesa scolo lo studioso capriatese individua nei dell’ing. Carlo Protto, in località S. Nico- scomparvero, assorbite dalla crescita del documenti da lui pubblicati: Documenti lao, dove lavori agricoli preliminari al- comune di Capriata. e notizie per servire alla storia di Ca- l’impianto di un vigneto avevano portato L’edificio, come lascia immaginare il priata (Torino, 1909) le citazioni riguar- in superficie materiali archeologici e resti titolo di baxilica che l’accompagnava, fu danti la chiesa di S. Nicola, ne emerge osteologici riferibili a diverse fasi di fre- probabilmente eretto a tre navate, termi- l’immagine di un complesso ecclesiale quentazione del sito. nate da absidi semicircolari; la dedica a articolato con «atrio chiostro e cimitero Data la limitatezza del finanziamento S. Nicola non è evidentemente casuale, dipendente dal monastero benedettino di disponibile, i sondaggi si sono limitati in relazione allo sviluppo del suo culto San Siro in Genova e che questo vi prov- (per un’estensione di circa 2.000 mq) al sviluppatosi principalmente con la trasla- vedeva al servizio con sacerdoti secolari solo mappale interessato dalle profonde zione del santo da Mira a Bari (1087), nel o con monaci, e talora con un priore, con arature che avevano originato i rinveni- quadro degli avvenimenti che culmine- un rettore ecc.». Inoltre dagli atti notarili menti, concentrando l’attività di scavo in ranno con la prima crociata (1099). La di acquisto o di permuta si può notare che due principali settori, l’uno più occiden- chiesa doveva fare parte di un complesso i beni fondiari legati alla chiesa, durante tale, caratterizzato dall’affioramento di religioso notevolmente articolato per la il dodicesimo secolo, subiscono notevoli zolle di terreno carbonioso e da manufatti presenza attestata dalle fonti di atrium, incrementi segno dell’attenzione che il inquadrabili nell’ambito della media età claustra e cimiterium (CAMPORA 1911, monastero genovese, che fa da apripista del Ferro, l’altro orientale, dove si rile- pp. 8-9). A quest’ultimo, desti nato alla Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 94 www.accademiaurbense.it

94 A lato, Capriata, località Alla pag. seguente, ceramica S. Nicolao, resti dell’abside e della media età del Ferro tombe della fase medievale disegno di M. Giaretti In basso, punta di freccia in selce dell’età del Rame

popolazione dell’insediamento di onore dei defunti che prevede- Tolianum, sono da riferire le sepol- vano la deposizione al loro in- ture ritrovate, tutte ad inumazione terno di terra e ceneri provenienti in fossa semplice terragna. I primi dai roghi funebri, indicando la dati desumibili dalle analisi (E. Be- presenza di un’area funeraria ubi- dini - Archeoantropozoologica) sul- cata nelle vicinanze ma non an- le poche tombe conservate (tombe cora localizzata con esattezza. 1-6) dopo le pesanti distruzioni La ceramica, in stato general- agrarie presentano un campione mente frammentario, è rappre- umano dotato di caratteristiche co- sentata da vasi siluriformi con muni, come quello di una continua orlo ispessito decorati sul mas- e intensa attività deambulatoria, simo diametro da motivi a zigzag presente fin dalla prima infanzia, semplice impressi a stecca (US di un lavoro gravoso per gli uomini 23 e 31), da scodelle troncoconi- (agricoltori, forna ciai o muratori), che con motivi a zig zag semplice che in alcuni casi poteva compor- impresso sull’orlo (US 37 e 42), tare l’uso di una cavalcatura, e di da scodelle carenate a parete di- un’attività lavorativa femminile diffe- I ritrovamenti di epoca protostorica. stinta, talvolta decorate a scanalature (US rente rispetto gli uomini e legata anche Nel settore occidentale sono state indivi- 31), e da vasi a collo cilindrico o tronco- all’artigianato famigliare. duate una serie di strutture databili all’età conico (US 31) in impasto semifine (tav. Le tombe appaiono raggruppate per del Ferro (VI-V secolo a.C.), forse con- LXI, 1-6); in impasto buccheroide, con insiemi di tipo famigliare, caratterizzati nesse ad una necropoli ad incinerazione; trattamento accurato delle superfici di co- da sepolture miste di persone di età e si tratta di piccole fosse (US 5,7, 9,12, lore bruno-nerastro per procedimenti di sesso differenti. Non compaiono casse li- 17,18,24,30) del diametro compreso tra cottura a riduzio ne, sono confezionate gnee, anche se è stata recuperata nello 50 e 60 cm, troncate dalle arature, che in scodelle carenate con piedi ad anello (US scavo una lamina in ferro forse adattata a questo settore dell’appezzamento hanno 28) e un’olletta su basso piede ad anello, connettere le tavole di una cassa (analogo raggiunto la profondità di circa un metro, con spalla accentuata e collo svasato de- è l’esempio di una tomba medievale del con riempimenti costituiti da carboni, da corato da solcature parallele alla base cimitero di S. Stefano di Perno: CROSE sottili lenti di cenere e da materiale ar- (US 17), che è stato possibile ricomporre TTO 1988, p. 98, tav. XXVI a). In un solo cheologico molto frammentario. La limi- quasi interamente (tav. LXI, 7-9). Le ti- caso (tomba 3) è evidente un forzato av- tatezza dell’indagine, lo stato di conser- pologie documentate trovano confronti vicinamento dei piedi, causato dal proba- vazione delle strutture e la mancanza di puntuali tra i materiali dell’insediamento bile uso di un sudario con le estremità relazioni con l’antico paleosuolo rendono di Villa del Foro, confermando una data- legate. Come è abituale nel caso di tombe difficile - in attesa di un’indagine archeo- zione del sito tra il VI e la prima metà del medievali, non sono stati individuati cor- logica più estesa - la comprensione delle V secolo a.C., e di altri siti della media redi: nel terreno sono stati recuperati solo evidenze archeologiche, che in via preli- età del Ferro della Liguria interna, come i resti di un piccolo col tello in ferro». minare potrebbero forse essere interpre- il Guardamonte di Gremiasco (MORDE- Ma questi risultati sia pure importanti tate come fosse rituali, collegate a riti in GLIA 2004, fig. 2,2 e 3,2). Tra gli scarsi erano destinati a non essere gli unici di questo intervento. infatti -continua la re- lazione - «tra il 2003 e il 2008, grazie anche alla collaborazione fornita dall’as- sociazione culturale “II Veso” di Capriata d’Orba, è stato possibile completare le analisi antropolo giche e paleobotaniche, effettuare il restauro dei reperti ed impo- stare lo studio dei materiali rinvenuti. Di fatti l’indagine, pur preliminare, ha con- sentito di documentare l’utilizzo di que- sto antico terrazzo sulla destra orografica del torrente Orba, ai piedi delle prime colline dell’Appennino ligure, protratto nel tempo, dalla media età del Ferro fino al medioevo. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 95 www.accademiaurbense.it

95 Alla pag. seguente, in alto, Capriata, lato esterno della parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, alto rilievo proveniente, secondo la tradizione erudita, dalla chiesa di S. Nicolao

39), riferibili a Triticum aestivum (fru- mento comune), Triticum sp. (frumento) e Hordeum sp. (orzo). Pur nella limitatezza e frammentarietà dei rinvenimenti, l’identificazione di un sito databile tra il VI e gli inizi del V se- colo a.C. a Capriata d’Orba è di partico- lare rile vanza nel quadro dei rapporti tra l’emporio etrusco di Genova e i piccoli centri, anche a carattere stagionale, della Liguria interna collegati allo sfruttamento della via fluvia le del Tanaro, come Villa del Foro (MELLI 2006, p. 615), in quanto si colloca lungo un itinerario che, stac- candosi dalla valle Scrivia a Libarna per risalire le valli del Lemme, dell’Orba e della Bormida, arrivava, via Frascaro, fino alla confluenza del Belbo nel Tanaro (PASTORINO, VENTURINO, GAMBARI 2008). L’età romana. Ad una fase di frequen- tazione dell’area in età romana, probabil- mente connessa alla presenza di inse- diamenti rustici tra I secolo a.C. e il III secolo d.C., e al suo uso come sepolcreto in relazione ad un percorso stradale se- condario si collegano anche reperti rin- venuti fuori contesto, all’interno di zolle di terreno scuro conservate nello strato agrario e verosimilmente pertinenti a se- polture. Alla prima fase di uso del pianoro, durante il popolamento di età ro- mana, risale un puntale di anfora (simile al tipo elementi metallici recuperati, si segnala gata per credenze magico-religiose e su- Haltern 70 o Dressel 1), che sappiamo es- la terminazione di una fibula in bronzo perstiziose (amuleti, tali smani etc.), con sere in uso nel nostro territorio tra il II-I con staffa a vaso e globetto. diversi esempi ben documentati a partire secolo a.C. e. la fine del I secolo d.C. Rinvenuta sporadicamente in superfi- dall’età del Ferro fino ad età storica (Le Tra i restanti reperti sono da segnalare cie è anche una punta di freccia in selce vie della pietra verde 1996, pp. 15-22, numerosi frammenti di laterizi, rinvenuti di colore rosso bruno a ritocco semplice 251-253). all’interno di un canale realizzato proba- bifacciale e peduncolo, di una tipologia Le analisi archeobotaniche (L. Leoni bilmente con finalità di bonifica del- attestata da diversi rinvenimenti del Po- Marzorati e S. Motella De Carlo - Labo- l’area, mentre all’interno di alcune zolle nente ligure nell’età del Rame, a partire ratorio di Archeobiologia dei Musei Ci- carboniose (resti di tombe a incinera- dalla caverna delle Arene Candide (strati vici di Como) suggeriscono anche a zione?) erano inglobati una presa in 5-6) (CHIARENZA 2004-2006, p. 65). La Capriata, come in altri contesti dell’età bronzo e uno specchio in buono stato di sua presenza a Capriata, dove nessun del Ferro dell’Italia settentrionale, un am- conservazione. Il disco di quest’ultimo altro elemento della stesso ambito crono- biente naturale caratterizzato dalla pre- era accuratamente lisciato nel lato riflet- logico-culturale è stato rinvenuto, se non senza di farnie, roveri e carpini, con tente e decorato con incisioni concentri- costituisce un indizio dell’esistenza di in- presenza di maggiociondolo/olmo; lo che nella parte retrostante; il manico in sediamen ti eneolitici ubicati nelle vici- sfoltimento del manto vegetale ad opera bronzo argentato era sagomato a “fiore di nanze del sito di S. Nicolao e non ancora dell’uomo è attestato dalle Pomondeae loto”. Tale conformazione trova con- identificati, potrebbe essere spiegata (peri, meli, biancospini e sorbi) e dal noc- fronto in particolare con altri esemplari dalla raccolta e dalla conservazione di ciolo (Corylus avellana). Scarse le atte- contenuti in corredi della seconda metà manufatti litici in pietra scheggiata e levi- stazioni di cariossidi di cereali (US 31 e del I - prima metà II secolo d.C., come Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 96 www.accademiaurbense.it

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quello dalla tomba 2 di via Alessandria clesia sancti Stephani de Paterno (scavi 1980- in Il tempo di San Guido vescovo e signore di nella necropoli orientale di Aquae Statiel- 1982), in Quad A Piem, 8, pp. 85-110. Acqui. Atti del Convegno di Studi (Acqui Terme lae (seconda metà I secolo d.C.), dalla MELLI P. 2006. L’emporio di Genova. Rifles- 1995), Acqui Terme, pp. 103-133. necropoli di Bugella (I-II secolo d.C. sioni e problemi aperti alla luce dei nuovi ritro - MORDEGLIA L. 2004. I materiali della se- vamenti, in Gli Etruschi da Genova ad conda età del Ferro dagli scavi dell’insedia- BRECCIAROLI TABORELLI 2000, pp. 46-48) Ampurias, Atti del XXIV Convegno di Studi mento ligure del Monte Vallassa, in Ligures e dalla tomba R12 dell’area sepolcrale Etruschi e Italici, Marseille-Lattes, 26 settembre Celeberrimi. La Liguria interna nella seconda di via Rossini ad Alba Pompeia (75-100 - 1 ottobre 2002, Pisa-Roma, pp. 609-637. età del Ferro, Atti del Convegno Internazionale d.C.: SPAGNOLO GARZOLI 1997, pp. 398- MERLONE R. 2003. La discendenza alera- (Mondovì 26-28 aprile 2002), a cura di M. Ven- 399). mica qui dicitur de Seciago (secoli XI - XII). I turino Gambari e D. Gandolfi, 2004, Bordi- Nella stessa area è stata individuata marchesi di Sezzadio, signiferi del regno italico, ghera, pp. 251-260. una sepoltura romana con co- PASTORINO A., VENTURINO GAM- pertura a doppio spiovente di te- BARI M. 2008. Libarna preromana, gole (US 26), orientata NW-SE, in La riscoperta di Libarna. Dal- con la testa dell’inumato collo- l’antiquaria alla ricerca archeolo- cata a meridione; dello schele- gica, Atti del Convegno Genova, 19 tro, fortemente compromesso novembre 2004, a cura di G. Rossi, M. Venturino Gambari ed E. Zanda, dall’aci- dità del terreno, rima- Genova, pp. 77-89. neva solo una piccola porzione SPAGNOLO GARZOLI G.., 1997. dell’arcata dentaria. In prossi- L’area sepolcrale di Via Rossini: mità del cra nio si è rinvenuta spunti per l’analisi della società e una moneta in bronzo molto del rituale funerario ad Alba Pom- corrosa e non leggibile, mentre peia tra Augusto ed Adriano, in Alba quattro chiodi in ferro testimo- Pompeia. Archeologia della città niano la probabile presenza di dalla fondazione alla tarda anti- una barella lignea. chità, a cura di E Filippi, Alba, pp. 295-407. VENTURINO GAMBA RI M. (a cura Bibliografia citata di), Le vie della pietra verde, 1996. BRECCIAROLI TABORELLI L. Le vie della pietra verde. L’ indu- 2000. La necropoli: aspetti rituali, stria litica levigata nella prei storia sociali, economici, in Alle origini di dell’Italia settentrionale, Catalogo Biella. La necropoli romana, Torino, della Mostra, Torino. pp. 27-69. CALLERI M. 1997. Le carte del monastero di San Siro di Genova (952-1224), vol. I, Genova. CAMPORA B. 1911. Capriata d’Orba. Baxilica ecclesia Sancti Ni- colai de loco Tollano in territorio A lato, ceramica e frammento Craviada, Torino. di fibula in bronzo della media CHIARENZA N. 2004-2006. età del Ferro; specchio in L’Eneolitico nell’Occidente ligure. bronzo di età romana Revisione dei materiali e confronti , disegno di M. Giaretti Tesi di Dottorato, Università di Pisa e Le immmagini dei reperti sono Università di Nizza - Sophia Antipo- tratte dal Quaderno della So- lis, prof.ssa R. Grifoni Cremonesi. printendenza Archeologica del CROSETTO A. 1988. L’antica ec- Piemonte n. 24, Torino 2009 Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 97 www.accademiaurbense.it

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Antonio Rebbora (1815-1861) di Gian Luigi Bruzzone

I. Da onorata famiglia Antonio Reb- corroborò il sentire patriottico già instil- tuibile - incaricato qualche conoscente a bora (1) nasceva in Ovada il 17 gennaio latogli dai figli del Calasanzio (7). seguire il figlio, fra cui Paolo Soldi, ova- 1815, unico figlio maschio di Antonio Come a studente di buona famiglia dese, vicino di camera di Antonio, impie- Maria e di Anna Ivaldi. Appresi con s’addice (8), Antonio non si limitava a se- gato al Ministero degli Interni, che frutto i primi rudimenti dell’istruzione, la guire le lezioni, ma girovagava sotto i scriveva umoristici resoconti al genitore vivacità intellettuale del bimbo ed il ceto portici, discutendo con gli amici, s’in- (12) Il rammarico del padre fece ripren- sociale convinsero i genitori ad affidare teressava alla vita cittadina e frequentava dere con determinazione gli studi filoso- Tugnin alle cure dei Padri Scolopi che il teatro, tanto per rappresentazioni sce- fici trascurati, ridimensionando il tempo avevano appena aperto le Scuole Pie nel niche, quanto per concerti. Ascoltandone quotidiano alla pratica musicale (13), an - borgo (2). Anni indelebili per il ragazzo: uno «sì sentì rapire alla valentia di Gio- che se al nuovo andamento pare influisse insieme con la formazione culturale ed vanni Belloli (9) che dava vita ed effetto una vezzosa fanciulla abitante nei pa- umana conobbe compagni non ordinari ad uno dei più indocili strumenti a fiato. raggi, cui risultava ossessivo quel diu- ed allacciò amicizie durate l’intera vita, Provvedersi allora ad un corno da caccia, turno dar di fiato al corno. tanto fra i coetanei, quanto fra i padri correre dall’esimio maestro e farsi suo Nel 1834 il padre richiamò il figlio in maestri. Taluno anzi, come Giovanni Bat- scolaro e cacciarsi con tutto l’ardore della Ovada: il biennio torinese era stato profi- tista Cereseto, di un anno più giovane, as- sua giovinezza a solfeggiare le note della cuo, ma non aveva terminato il corso co- sunse l’abito religioso dell’Ordine che lo scala, fu una sola cosa» (10). ronandolo col diploma di laurea. Forse aveva educato (3). Il corno del Belloli rivelò ad Antonio era più Antonio senior a sentir la nostal- Confermando la svegliatezza dell’in- la vocazione musicale, ma va precisato gia che non Antoniotto, forse pensò che gegno, alla fine del corso di umanità e re- che la famiglia Rebbora, dal padre al poteva vivere anche senza laurea. torica il Rebbora fu proclamato principe nonno agli zii, pullulava di dilettanti di In Ovada il giovane continuò ad ap- dell’Accademia (4) e come premio la sua musica. «A svolgere quel germe che in plicarsi negli strumenti musicali; il cem- effigie dipinta ad olio ornò le candide pa- lui aveva posto natura, oltre agli esempi balo a casa, l’organo nella parrocchiale reti dall’Istituto: l’anno appresso sarà il domestici, mi sembra debba aver contri- dell’Assunta o in qualche altra chiesa e a turno del Cereseto (5). buito questa nativa sua terra coi ruderi frequentare la scuola musicale - oggi in- Lusingato dall’encomiabile esito sco- pittoreschi del turrito castello, colla vista titolata ad Antonio Rebbora - sorta verso lastico, il padre l’anno 1834 decise ridente delle vignate colline e con la fine del Settecento come complesso d’iscrivere il ragazzo alla facoltà di filo- l’aspetto maestoso dei monti che in più bandistico. All’inizio dell’Ottocento, sofia dell’ateneo torinese: scelta piutto- largo giro l’accerchiano»(11). L’en - chiamatasi Società Filarmonica, aveva sto desueta e d’incerto utilizzo pratico, né tusiasmo per l’arte dei suoni fu accompa- aperto alcuni corsi di teoria e di pratica sapremmo se fosse dell’interessato, del gnato da una convinta applicazione: il strumentale. Il Nostro lo frequentava già genitore o frutto di altrui consiglio. Sta di padre lo seppe poiché aveva -come è in- prima della partenza per Torino ed anche fatto che il periodo torinese fu prezioso al ritorno, seguendo il maestro Zelweger per il giovane e forse anche un poco bo- (14) ed il pianista Borgatta (15). hèmien: fino allora era vissuto in Ovada, II. La tragica morte di Antonio Nervi, ora si trovava nella capitale, passeg- conosciuto e stimato di persona dal Reb- giando per le vie si poteva intuire la fac- bora, rappresentò una svolta nella vita di cia più autentica della città, «quella lui. Questo letterato genovese (1770 circa dell’antico e sempre battagliero Pie- - 1836), ma oriundo di Ovada, poeta monte, il Piemonte dei vecchi suoi re sa- d’ispirazione sincera, oscillante fra ro- voiardi» (6), certo si potevano cogliere e cocò e classicismo, traduttore del poema non soltanto nell’ambito studentesco, Lusiadi di Luis Camoens, la notte del 18 anche sentimenti patriottici, desideri settembre scivolò nel fiume Stura presso d’indipendenza dallo straniero e per ta- Rossiglione, mentre recavasi alla propria luno l’auspicio di una Penisola più unita, villetta di Ovada(16). Come ogni compae- od almeno non frammentata e divisa. I sano, il Rebbora lo conosceva, lo vene- moti del 1821 e del 1831 erano stati de- rava ed anzi aveva seco lui un rapporto bellati, ma le idee aleggiavano e Carlo di filiale amicizia. La tragica morte soli- Alberto, succeduto a Carlo Felice nel taria, la scoperta del cadavere il giorno 1831, sembrava più comprensivo. Del successivo, il ritrovamento nella tasca resto, per il giovane Rebbora l’ambiente dell’ Imitazione di Cristo (17) commossero studentesco della capitale non suscitò, ma l’intera cittadinanza che gli tributò so- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 98 www.accademiaurbense.it

98 Alla pag. precedente, ritratto Alla pag. seguente, Foto del Viale di Antonio Rebbora in un olio Antonio Rebora, intitolato di Michele Gamberini al Musicista patriota nel 1911 in basso, spartito dell’opera Cantico trionfale di Debbora opera n. 29 della Galleria Classica, pubblicato a Torino 1856

lenni esequie. «Antonio Rebbora sul ven- terna, dopo un biennio di vedovanza, si guenti partiture edite dal 1843 al 1847: tunesimo anno dell’età con una messa fu- risposò il 13 novembre 1847 (25). Anto- Missa cum Credo, per due tenori e basso; nebre a piena orchestra esordiva in quel nio Rebbora muore in Ovada l’11 aprile Due mottetti; Vespro per due tenori, giorno la sua maestrale carriera; e con- 1861. basso ed organo, op. 13; Tantum ergo per vertiva in dolce mestizia il pubblico do- III. La produzione musicale del Reb- basso ed organo, op. 15; Litanie in otto lore di quel privato infortunio» (18). bora è copiosa, per quanto difficile da re- versetti variati per due tenori e basso; Te La messa in requiem diretta dal com- perirsi e pressoché assente anche nelle Deum; Alma Redemptoris Mater; Ave positore stesso, a quanto sembra, rivelò più autorevoli biblioteche specialistiche Maris Stella; Regina coeli; Ave Regina indubbie doti musicali che era delitto la- (26). Senza la pretesa di fornire un elenco coelorum, Salve Regina per tenore e sciar infruttuose; i talenti affidatici non esaustivo tenteremo di presentare l’opera basso con organo, op. 14; Stabat mater vanno sepolti, ci mette in guardia il Van- musicale a grandi linee, non addentran- per due tenori, basso ed organo, op. 28; gelo. Così il giovane lascia per la seconda doci in un’analisi tecnica per molteplici Exultet orbis gaudiis; Jam sol recedet volta Ovada e la famiglia: nel frattempo ed in parte intuibili ragioni. igneus, Deos tuorum militum; Jesu co- aveva infatti sposato Clementina Compa- Cospicue e variegate le partiture reb- rona virginum; Iste confessor; Veni crea- lati (19) e gli erano già nati due bimbi. boriane, poiché toccano più generi. La tor Spiritus; Treni di Geremia, Christus e Recatosi a Milano, scelse o gli fu sug- musica sacra, anzi tutto, con cui del resto Miserere per due tenori, basso ed organo, gerito il maestro Benedetto Neri (20), rivelò la sua vocazione. Rappresenta Missa brevis di requiem per due tenori, sotto la cui guida si pose. Questo anziano anche un esordio professionale prevedi- basso ed organo, op. 10; De profundis (27) didatta, universalmente stimato, epigono bile, ove si consideri la formazione e le Come si può inferire, dalla scelta si della scuola partenopea, seguiva «un me- conoscenze del compositore, nonché le coglie una spiccata sensibilità alla sacra todo al tutto particolare, che consisteva possibilità offerte da Ovada e dai paesi liturgia e, per quanto ci è dato sapere, le nel fargli trovare ogni cosa da sé, gli ap- circonvicini. Sappiamo tutti quanto im- creazioni rebboriane incontrarono lusin- prese colle più severe leggi della melo- portanti committenti, od almeno a far ghiere approvazioni, tanto su periodici pea gli arcani dell’estetica, godendo di lui maggior consumo musicale (se l’espres- (28), quanto su opere di consultazione (29), e lodandolo, perché piuttosto che sner- sione è lecita), fossero chiese e luoghi in manuali di storia musicale (30) e da au- vare la giovanil fantasia intorno ad ariette sacri. Il Rebbora compose una messa, torevoli personaggi fra cui Pio IX (31), e romanze, ingagliardisse l’ingegno con una messa di requiem, un vespro, le anti- nonché l’Accademia di Santa Cecilia - vestire di appassionati ma gravi numeri fone mariane, parecchi inni liturgici, mot- fondata nel 1868 - che invierà al Nostro il le migliori tragedie del Pellico (21). tetti ed altro ancora. Il catalogo di Luigi diploma di maestro compositore e di «Ma se il contrappunto è nella musica Bertuzzi, editore in Milano (Contrada socio onorario. quello che nella pittura è il disegno, Santa Margherita, n. 1128) registra le se- Il Rebbora se non era del tutto contro- l’instrumentazione n’è quasi il colorito» corrente, certo non approvava la mania (22): per questo il Nostro fu allievo anche operistica che aveva inquinato la musica di Agostino Belloli, stimatissimo compo- sacra: «allora si udiva un Salutaris hostia sitore strumentale (23). attribuito a Mozart che era invece un’aria Diplomatosi in armonia e composi- tratta dal Flauto magico, o un’Ave Maria zione, non ostanti i replicati consigli di condotta sull’aria del Lascia che io competenti ed ammiratori (24) a trasferirsi pianga di Haendel. Castil Blaze aveva in una grande città per intuibili motivi, ri- addirittura osato presentare una Messa di mase in Ovada accontentandosi del poco Rossini così composta: il Kyrie sulla o niente che poteva offrirgli. Si può ipo- marcia dell’Otello, il Gloria sul primo tizzare che nella scelta influisse anche il coro della stessa opera con finale derivato desiderio di avere tempo e calma per dallo stretto del quintetto buffo della Ce- comporre, studiare e provare più generi nerentola; il Credo sulla romanza del musicali. Barbiere di Siviglia e le parole Et vitam Purtroppo la vita familiare gli fu pro- venturi saeculi sulla finale della Semira- diga di dolori e lutti: l’11 ottobre 1845 mide» (32) morì la consorte Clementina lasciandogli Lo stile delle composizioni sacre del tre figlioletti: Francesco morto avanti Rebbora - annota il conferenziere con- l’anno 1855, Bice e Paolino. Evidente- temporaneo - «è quello della scuola ro- mente per ridar loro una presenza ma- mana di quei tempi ben diversa da tutte Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 99 www.accademiaurbense.it

le altre, perché privo di grandi diminu- e cantanti, sia per vacuità o scipitaggine sava ai collegi calasanziani (è evidente) zioni di note, di forti accompagnamenti, del libretto. Può essere che una rappre- e alle disponibilità vocali e di prova loro di ricercati accordi, facile nelle modula- sentazione ed il successo di almeno uno possibili. L’Apparecchio I o alla S. Comu- zioni, che non ammette giammai alla dei propri melodrammi (37) avrebbero ad- nione, tutto contrappuntato e postulante chiave molti accidenti, senza molte ripe- dolcito il giudizio e contribuito a ritenere un’impostazione della voce non naturale, tizioni e senza posporre parole. Esami- meno leggero o consumistico codesto ge- emana un gusto operistico che può infa- nando i vari spartiti si scorge che ha nere musicale. stidire certa sensibilità odierna, almeno procurato con tutte le sue forze di ridurre Egli infatti pur perseguendo un pro- se pensiamo all’uso cui è destinato. Sor- le composizioni sacre alla massima faci- prio ideale artistico ed una propria meto- vegliato e semplice L’Apparecchio II o lità e naturalezza» (33). dologia, non era sordo alle richieste di alla S. Comunione, sia quanto al tessuto Il melodramma incontrava nell’Ot - amici o committenti, né alieno dallo spe- melodico, sia per contemplare due coretti tocento compositori, cultori e successi rimentare strade nuove per lui ed anzi sa- senza assoli. Nell’inno Allo Spirito Santo, non più superati: anche il maestro ova- peva adattarsi alle esigenze particolari. I per voci all’unisono e a cappella, perce- dese lo affrontò componendo quattro primi lavori rispondono in gran parte a ri- piamo una solenne lentezza che bene si opere di cui due serie: chieste degli educatori scolopi per mo- adatta al testo, non immemore della Pen- I Corsari, opera buffa in due atti su li- menti di vita collegiale: così - a mo’ tecoste manzoniana; la partitura postula bretto del Rebbora; d’esempio - nel 1837 componeva e diri- peraltro impegno ed un minimo di alle- Riccardo e Blondello, opera seria in geva la musica per l’accademia conclu- namento. tre atti di E Pizzorno (34); siva dell’anno a Carcare (38); nel 1847 Se la nostra impressione è calzante, La battaglia di Montaperti, opera musicò e diresse la cantata La Civiltà cri- L’Atto di pentimento è il brano di più im- seria in tre atti di E Guidi (35); stiana composta dal convittore marchese mediata partecipazione musicale, con una La farsa nell’opera, opera buffa in Giuseppe Borea d’Olmo, principe del- venatura vagamente popolareggiante e due atti del Rebbora. l’ac cademia in Savona (39). Per lo stesso non senza qualche addentellato con le Per una serie di circostanze sfortunate collegio savonese aveva composto e di- canzoncine diffuse nelle sacre missioni nessuno spartito andò in scena (36), o per retto il dramma Riccardo Cuor di Leone, dai Padri Passionisti, fondati dall’ova- mutato clima politico come accadde alla poi rifatto col titolo Riccardo e Biondello. dese San Paolo della Croce. Battaglia di Montaperti, o per essere - in- Musicò inoltre inni sacri composti in ita- Consapevole della modestia dei li- credibile caso - annullata la recita la vigi- liano dal P Domenico Bono (40), instan- bretti operistici, il Nostro volle musicare lia della prima fissata al Teatro nazionale cabile verseggiatore (41). testi pregevoli di illustri poeti. Iniziativa di Torino, come accadde alla Farsa nel- Possedendo lo spartito coi versi del coraggiosa e quanto mai impegnativa che l’opera. Ma a parte tale iattura, si ha Bono, partecipiamo qualche appunto sca- gli assorbì molte energie nell’ultimo de- l’impressione che al Nostro non andasse turito da semplice lettura al pianoforte. cennio di sua vita. Essendo i pezzi vendi- granché a genio il melodramma, sia per Tutti i pezzi non risultano scorrevolissimi bili separatamente, la collana integra è certe consuetudini artificiose se non ridi- né adatti a fedeli comuni”, bensì a gruppo difficile da reperirsi. Il titolo “Galleria cole, sia per i compromessi con impresari abbastanza educato: il compositore pen- classica, poetico musicale”, per sala e per Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 100 www.accademiaurbense.it

100 Alla pag. seguente, Ovada vista dal greto dell’Orba sul finire del secolo XIX (foto di Giacinto Gaione)

teatro, ostende la pari dignità attribuita mordersi ambe le mani. 14 Squarcio dall’Italia, canto di G. Leo- alla parola ed al suono: del resto non è Quel pezzo poi che dice: pardi, per basso.* Serie seconda forse musica pura un testo di poeti quali Padre assai ci fia men doglia, se tu 15 A Dio, inno di G.B. Cereseto per coro il Petrarca ed il Chiabrera? Vuoi per il va- mangi di noi, il più bel pezzo del canto, misto.* lore intrinseco, vuoi per l’ampiezza del è improntato di tale e tanta pietà che non 16 La giovinezza, strofa di G. Chiabrera, progetto e la costanza nella pubblicazione due o tre volte, sì cento vorrei sentirmelo per soprano.* la “Galleria” incontrò un plauso generale ripetere. Per istraondinario commovi- 17 Squarcio dal Bacco in Toscana di E mento d’animo sono pure opportuna- dai musicofili professionisti e dilettanti, Redi, per basso.* mente ripetute le seguenti frasi alle recensioni apparse su periodici in 18 La Speranza, romanza di P. Metastasio, Ahi dura terna perché non t’apristi? per soprano.* prevalenza torinesi (42). Padre mio ché non m’aiuti? E tre di li 19 La Sofferenza, romanza di E Romani, Secondo i contemporanei la partitura chiamai poi che fur morti. duetto per soprano e tenore.* del Rebbora era superiore, quando si po- Finalmente chi è che non apprende il 20 La vita rustica, ode di G. Parini, per tevano effettuare confronti con creazioni bello della ripetizione degli ultimi versi: basso - baritono.* similari: certo avrà meglio risposto al Riprese il teschio misero coi denti 21 Cantico di due sposi, scena campestre gusto coevo. Il Conte Ugolino tratto dal- che furo all’osso, come d’un can, forti? da C. Goldoni, per soprano e tenore.* l’Inferno dantesco (43), ad esempio, già Finale che esprime la maggior rab- 22 Prima la musica poi le parole, di G.B. musicato da Vincenzo Galilei e recente- bia con cui Ugolino si rimette all’osceno Casti, duetto buffo a due bassi.* mente da Gaetano Donizetti (44) emana pascolo dopo l’interruzione del rac- 23 La malinconia, canzonetta di I. Pinde- una dinamica drammatica sconosciuta conto» (45). monte, per tenore.* alle interpretazioni dei predecessori, Si rammenta che il compositore era 24 Il cantico dell’Italia, inno di G. Chiosi, tanto da far definire lavoro da salotto straziato per la morte del primogenito per gran corno, tenori e bassi.* quello del Bergamasco e lavoro da teatro Francesco, cui la cantata è dedicata. 25 La furia di Saul, dalla tragedia di V. Al- quello dell’Ovadese Egli rivede i forti Gioverà offrire l’elenco della Galleria fieri, per basso.* Il lamento versi danteschi (apprezzatissimi dai cri- Classica”, l’opera più ambiziosa del No- 26 , ballata di L. Canner, per te- nore.* tici romantici) stro, impressa dalla litografia torinese Giu- 46 27 Il cor contento, scherzo di A. Fusinato, «per canto di baritono con accompa- dici & Strada, già Racca - Magrini ( ) per basso* gnamento di piena orchestra e ne pub- 28 Il soldato italiano, reduce dalla Cri- blicò la riduzione a pianoforte. Serie prima mea, testo di A. Rebbona, per baritono.* Comincia con questo verso: Io vidi due 1 Il conte Ugolino di D. Alighieri, per bari- Serie terza. ghiacciati in una buca e termina con ri- tono. 29 Cantico trionfale di Debora, testo di A. prendere che fa Ugolino il teschio mi- 2 Vago augelletto, sonetto di F. Petrarca, per Bassi, O.F.M. O per soprano, tenore e sero coi denti che furo l’osso come d’un tenore. * basso* can forti. Dopo un breve ma stupendo 3 Il delatore, canto popolare di G. Prati, per 30 La Providenza, sonetto di V. Filicaia, preludio strumentale, il cantante pronun- basso.* per tenore. zia due volte i primi versi Io vidi ecc., ri- 4 Sospiro, versi di S. Pellico, per soprano. * 31 La sera dei morti, lirica di A. Cagnoli. petizione ragionevolissima, perché serve 5 La verginella, stanze di L. Ariosto per te- coro a cappella di tenori e bassi da ese- a riscuotere l’attenzione per la mirabile nore. * guirsi il 2 novembre sulla soglia d’un cam- ipotiposi che vien subito dopo: E come 6 Amore, versi di T. Tasso, per soprano. posanto. pan per fame si manduca. 7 La Resurrezione, inno di A. Manzoni, per 32 Lucifero, dal Guglielmo Tell di F. La quale ipotiposi è ripetuta savia- tenore e cori. Schiller, tradotto da A. Maffei, per bari- mente alla sua volta per esprimere il ri- 8 La maggior doglia, sonetto caudato di E tono. petuto atto del peccatore sovrano, con Berni, per basso. * 33 La mia bella, testo di G. Carcano, per cui viene addentando e dilaniando il te- 9 Rosettina, romanza di E Dal l’Ongano, soprano.* schio di quello che si tien sotto. Così per due soprani e basso.* 34 La vita dell’uomo, sonetto di GB. Ma- quando si ripetono le parole dimandar 10 Tutte le donne mi piacciono, scherzo di rino. per tenore.* del pane, pare d’udire lo straziante grido A. Guadagnoli, per basso. 35 Alla morte, sonetto di V. Monti, per che esce da più bocche affamate, in più 11 Paolo del liuto, ballata di F. Dal- basso. angoli della squallida muda. E il triplice l’Ongano, per tenore e coro femminile.* 36 Patria e cielo, versi di L. Mencantini. di subito levarsi pone sott’occhio la vista 12 Coro di baccanti, stanze dall’Orfeo di per tenori, bassi, e coro popolare.* dei giovani, che sdraiati qua e là per il A. Poliziano.* 37 Brindisi al pubblico, testo di F. Piz- carcere, s’alzano per venire al fremente 13 Squarcio dai Sepolcri di U. Foscolo, per zorno. terzetto per soprano, tenore e bassi. vecchio dopo il suo malinteso gesto di tenore.* 38 Giuramento d’una compagnia melo- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 101 www.accademiaurbense.it

drammatica nel 1774, poesia di Ranieni de’ fatto fu direttore della Scuola Musicale, febbraio. Si assisté ad una partecipazione Calzabigi, sestetto con cori. emanazione del sodalizio sopra menzio- generale con la presenza del Consiglio Serie quanta. Poesie sacre e morali. nato, dal 1848 al 1860, vigilia della municipale, del giudice di mandamento, 1 Alla divina presenza, testo di Borghi, per morte; in tali anni la scuola «attraversò il dei PP. Scolopi con gli allievi, dei RR. soprano. momento più felice e proficuo della sua Cappuccini, delle due confraternite. 2 Al lavoro, testo di N. Tommaseo. per coro attività, mentre il complesso bandistico, Dopo il Te Deum, il Tantum ergo fu ese- popolare. che un po’ ne testimoniava l’efficienza, guito dai cantanti Matteo Tosi e Tom- 3 Confidenza in Dio, testo di Capellino, per coglieva i migliori successi» (47). maso Buffa. Usciti dalla chiesa, tenore. iniziarono le feste popolari mentre la ci- 4 Allo spirito Santo. testo di G.B. Nicco- IV. L’indole estrosa del Rebbora si vica banda, diretta dal Maestro Rebbora, lini, per soprano, tenore e basso. estrinsecò anche nella letteratura, preci- rendeva allegre le contrade del borgo e le 5 La natività di Maria, testo di C. Arici. samente nella produzione più o meno ore del giorno. Il Maestro in pochi dì 6 A Dio, lirica di G. Rossetti. estemporanea di versi tanto in italiano, aveva rivestito di note l’inno del Bertoldi 7 Pater noster, parafrasi di P. Giuria, coro quanto in vernacolo ovadese, nonché La Costituzione: la sua «armonia vera- a voci miste. nella stesura di pezzi teatrali. Si sarà colta mente marziale» risuonò fino a sera, 5 Salve Regina, parafrasi di G.B. Cereseto, codesta propensione, quando si notò che quando una splendida luminaria coro- per coro a voci miste. i libretti delle opere buffe I Corsari e La 49 9 L’ultimo dì dell’anno, testo di Mauri, per nava un giorno sì lieto ( ). Farsa sono suoi. D’altra parte il corso Il 21febbraio si teneva un lauto con- coro a voci miste. scolastico d’allora e della didattica cala- 10 Per lo prima comunione, strofe di A. vito nelle sale del Sindaco e oltre al canto sanziana nella fattispecie seguita dal No- dell’inno La Costituzione, ormai memo- Manzoni, per coro a voci miste. stro, non solo esigeva una buona 11 La vita, endecasillabi di A. Aleardi, per rizzato dal popolo che lo ripeteva per le padronanza della prosodia e delle metrica tenore. vie, s’improvvisarono brindisi e versi, italiana e latina, ma anche esercizi pratici 50 12 La morte, versi di A. Canata, per basso. conforme alla consuetudine ( ), fra cui 48 Appendice di composizione ( ). Quando poi c’era uno scherzo attribuibile al Rebbora (51). 1 I Buratin, canzone in dialetto piemontese una bella compagnia, un’atmosfera con- Trattasi di trentatrè quartine di senari dei di A. Brofferio, per basso. viviale e l’entusiasmo patriottico la musa quali l’ultimo tronco e con la rima baciata 2 La giustizia desto mond, scherzo in dia- rebboriana s’accen deva ed ammanniva nel secondo e nel terzo verso, piuttosto letto milanese di C. Porta, per basso. versi su versi, inarrestabile. isocroni e martellanti, infarciti del vieto 3 L’interrogasion, strofe in dialetto vene- Per codeste ragioni, il 1848 porse al- repertorio quarantottardo. Vanno inter- ziano di L. Zanetti, per soprano. l’estro parecchie occasioni di manife- pretati per quello che sono, vale a dire un 4 Lo smargiasso, versi in dialetto parteno- starsi. Una fu in febbraio. La sera del 9 documento dell’esultanza in quel fran- peo di GB. Lorenzi, per basso e baritono. alcuni ovadesi, tornati da Alessandria, gente storico condivisa dalla comunità. 5 In morte di Béranger, stanze in dialetto spargevano la nuova dello Statuto con- Anche Ovada comprese che la previ- piemontese di A. Brofferio, per basso e ba- cesso da Carlo Alberto; nuova confer- sta guerra postulava un finanziamento, ritono. mata la mattina appresso dalla stampa. Il dopo l’entusiasmo. Per raccoglierlo e per 6 Il Brindisi di Girella, versi di G. Giusti sindaco di Ovada G.B. Torrielli, di con- sensibilizzare la così detta pubblica opi- per basso. certo col parroco D. Ferdinando Bracco, nione si escogitarono vari mezzi, fra cui Oltre all’attività compositoria va ac- invitava «con elegante e patriottico pro- un memorabile banchetto, ovviamente cennata quella didattica, impartita sia ad clama» i cittadini ad un triduo di ringra- corredato da dolci bruttissimi versi del allievi privati, sia in pubblica scuola. Di ziamento per la domenica successiva, 13 Rebbora (52). Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 102 www.accademiaurbense.it

102 Alla pag. seguente, il corpo bandistico “A. Rebora” diretto dal maestro Ratto sfila in piazza XX Settembre nel secondo dopoguerra

Alla fine partì il manipolo dei volon- scempia, bensì questa perchè attestata sempre tare: GIUSEPPE CESARE ABBA, Un collegio nelle tari ovadesi: parteciparono alla Santa dai documenti sincroni e dall’interessato. Langhe a metà dell’Ottocento in «La Stampa», Messa celebrata dal Prevosto, ne ascolta- 2 Vi erano stati alcuni tentativi alla fine del 27-28 ottobre 1910; Nel terzo centenario del Seicento, ma le Scuole Pie furono costituite in Collegio delle Scuole Pie di Carcare, Firenze, rono consolanti parole, ricevettero la be- Ovada nel 1827. Esse ebbero la chiesa di Nostra tip. Umberto I, 1921; Nel terzo centenario della nedizione, consumarono una lauta Signora delle Grazie dei Domenicani, i quali vi fondazione del Collegio delle Scuole Pie in Car- colazione e prima della partenza... ebbero rinunciarono dopo le reiterate soppressioni della care, Savona, tip. Ricci, 1922; ITALO SCOVAZZÌ, il saluto con due sonetti in vernacolo ova- Repubblica giacobina e dell’Impero napoleo- Savona e la Sabazia nel Risorgimento italiano, dese abbozzati dal Rebbora (53). nico. Cfr. VITTORIO PANIZZI, Notizie storico-ar- Varazze, tip. Botta, 1961; ANNA MARIA FER- Egli si dilettava a comporre non solo tistiche della chiesa di S. Maria delle Grazie e S. RERO, Le Suole Pie di Savona 1622-1922, Sa- Domenico di Ovada in «Ricerche», n. 30, 1983, vona, tip. Priamar, 1967. versi, ma anche prosa: l’esito non rag- pp. 303-310, Diccionario enciclopedico escola- 8. Il padre era stato, fra l’altro, sindaco di giunse il livello della musica, anzi risulta pio, Madrid-Salamanca, 1990, vol. I, pp. 648- Ovada. modesto, se non deludente, pure testimo- 649. 9. Nato a Parma nel 1797, capo banda dei nia l’animo espansivo, l’estro ed il pa- 3. EMILIO COSTA, Giambattista Cereseto, Cavalleggeri di Savoia, primo corno da caccia triottismo dell’artista. Per quel poco che educatore e letterato, in Figure e gruppi della nell’orchestra del Teatro Regio e di Torino nel sappiamo, tale gusto lo accompagnò per classe dirigente ligure nel Risorgimento, Ge- 1825-45, primo corno nel 1845-48. Risulta vi nova, Istituto per la Storia del Risorgimento ita- suonasse già nella stagione 1821-22. Cfr. ROSY l’intera esistenza, ma se per molti anni il liano, Comitato di Genova,1971, pp. 25-27. Ci MOFFA. Storia della R. Cappella di Turino, To- fenomeno rimane nella sfera privata, in permettiamo di segnalare inoltre i nostri contri- rino, Centro studi piemontese, 1990, p. 114. alcuni affiora con evidenza: s’è accen- buti: G.L. BRUZZONE, Un viaggio nella Liguria 10. ANDREA NATALE MILANO, Antonio Reb- nato al 1848 ed ora al 1854 - 55. occidentale nel 1853 in «Rivista dei fiori», bora. Vita e opere Discorso pronunciato in In codesto biennio fu impresso in Ge- XLVII, 5, settembre-ottobre 1993, pp. 36-43; Ovada, 18 agosto 1895, Genova, tip. A. Papini, nova l’«Areopago, Giornale poligrafo e IDEM, Un viaggio intorno al Verbano nell’ago- 1895, p. 7. sto del 1856, in «Verbanus», 17, 1996, pp. 395- 11. Ibidem. non politico», diretto da A. Ferrari-Rodi- 405, IDEM, Un’escursione per il Cuneese 12. In uno, rimasto perché trascritto da A.N. gino: nato il 5 aprile 1854 e cessato dopo avvenuta nel settembre del 1853 in «Bollettino MILANO, cit., p. 8, scriveva: «Premesso che egli quarantaquattro numeri l’11 aprile 1855. della Società per gli studi storici, archeologici mangia, dorme ecc: come tutti gli altri uomini, Sorprendente la collaborazione rebbo- ed artistici della Provincia di Cuneo», n. resta a dire ciò che fa negli intermedi. Princi- riana; con verosimiglianza furono ripresi 116,1997, pp. 203-209. piamo dallo svegliarsi al mattino: si alza da testi composti in precedenza. Il periodico, Il Rebbora fu principe dell’accademia a con- letto? no, prende il corno, che tiene seco In letto clusione del secondo (ed ultimo) anno di reto- tutta la notte e suona sino alle ore nove; indi si del resto era di grande formato e le sue rica, ossia nell’anno 1831. Purtroppo l’Archivio leva, fa colazione e corre dal maestro per la so- quattro facciate capienti. Vi pubblicò tre provincializio delle Scuole Pie Liguri non pos- lita lezione; esce alle ore undici, si ferma in commedie, definite dall’autore “racconto siede l’opuscolo edito per l’occasione. anche piazza Castello per udire la musica militare, i di comico” e “racconto contemporaneo” ed l’anno precedente 1830 Antonio si distinse e re- cui sonatori conosce tutti per nome, a mezzo- uscite in parecchie puntate (54), nonché citò nell’accademia finale una poesia, insieme giorno si restituisce a casa: Studia forse un paio 55 con altri quattro studenti. d’ore? Niente affatto, sfogliaccia la musica, se un racconto ( ). Qualche nota sul valore pedagogico e sul vedesse quanta ne possiede! e la suona tutta sino Molti articoli seri ed umoristici pub- costume rivestito dalle accademie in genere e su all’ora del pranzo, che sono le 4 e mezza pom. blicò nei giornali politici di Genova quelle dell’ordine scolopico in particolare è pro- Non potrà mangiare dalla fatica fatta e lo sto- «Pensiero italiano» diretto da Filippo posta dai contributi: G.L. BRUZZONE, Un poli- maco suo ne risentirà? Niente di tutto ciò; man- Bettini nel 1848 (56), «Italia libera» metro sull’origine di Venezia di Anton Giulio gia d’un appetito che è consolazione a vederlo, (1850-51), «Italia e popolo», diretto da Barrili in «Atti dell’Istituto Veneto di Scienze i commensali non ponno qualche conta conti- Lettere ed Arti», Classe di scienze morali, let- nuare il loro desinare e sono obbligati di pre- Francesco Bartolomeo Savi (1856-59), tere ed arti, CLI, 1993, pp. 411-429; IDEM, Una garlo a lasciar loro un po’ di tregua se non vuole ma uscirono anonimi e non è sempre si- romanzo sulle rovine di Crema composta in vederli morti per la troppa allegria. Studierà cura l’identificazione. un’accademia ligure del 1851 in «Insula Fulche- dunque dopo il pranzo, ovvero andrà a passeg- Compose, infine, una mole conside- ria», Crema, XXIII, 1993, pp. 219-233; IDEM, gio? No, signore, riprende il corno, suona e sem- revole di versi, sperimentando metri, L’accademia sulle grotte di E Celestino Mas- pre suona, finché sia venuta l’ora del teatro, dal forme e contenuti più vari, ma rimasero succo tenuta a Savona nel 1822 in «Archivun quale uscendo alle undici, si rende a casa. Va a Scholarum Piarum», n. 34, 1993, pp. 165-200; dormire’? Tutt’altro, suona sottovoce, cìoè met- quasi tutti allo stato di manoscritto e sem- IDEM, Una canzone sui lombardi composta in tendo fra le lenzuola il paviglione del corno e brerebbero perduti. un’accademia ligure del 1849 in «Bollettino così fino alla mezza notte alla qual ora si conica della Società Pavese di storia patria», XCVII, avendo il corno nel suo lato destro e il bocchino 1996, pp. 253-263. contro le labbra per non perdere, come egli dice, Note 6. BACCIO EMANUELE MAINERI, Mamma ce l’imboccatura e dorme saporitamente sino alla Docente ordinario nelle Scuole Medie Su- n ‘è una sola, Milano, Guigoni, 1874, p. 82. dimane per ricominciare la medesima giornata». periori (Savona). 7. Sul patriottismo di quest’Ordine o, me- 13. Il solito Soldi ragguaglia infatti Anton 1. Non seguiamo la grafia del cognome glio, della Provincia ligure dell’Ordine, basti ci- Maria Rebbora: «Il vostro Antoniotto si porta da Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 103 www.accademiaurbense.it

bravo giovane, ed io penso che anzi d’averlo per «insegne per cultura e attività sociale» (GIAN- 29. Enciclopedia ecclesiastica, Venezia, i tre quarti perduto, come ve n’era tutta FRANCO VALLOSIO, I verbali della municipalità stab. tip. Girolamo Tasso, 1853, vol. otto; II l’apparenza, l’abbiamo guadagnato tutto a mag- di Ovada concernenti gli anni 1797-1800 in Atti ediz. diretta da PIETRO PIANTON, 1854-64, vol. gior sua gloria ed onore. Io vi scriveva alcuni del convegno internazionale San Quintino di quatttordici. mesi fa, che il nostro poeta aveva sì straordina- Spigno, Acqui Terme e Ovada: un millenario ..., 30 GIOVANNI MASUTTO, I maestri di musica ria passione pel corno che sembrandogli poche Alessandria, Accademia degli Immobili - italiani del sec. XIX, Venezia, Fontana, 1880; Il le ore del giorno suonava quel l’instrumento Ovada, Accademia Urbense, 1995, pp. 181-220, ediz., Venezia, Cecchin, 1882 ecc., sub voce. anche nelle ore della notte. Oggidì si contenta quivi p. 187). 31 Cfr. [GÌUSEPPE] MORETTI, Lettera al Reb- di suonarlo in poche ore del giorno e nella notte 20. Rimini, 1771 - Milano, 1841, allievo bora, 5 settembre 1847, citata e parzialmente quieta lui e lascia dormire i vicini» (A.N. MI- della scuola di Nicolò Piccinni, maestro di cap- trascritta in A.N. MILANO, cit. p. 15. Il Moretti LANO, cit., p. 9). pella nel tempio malatestiano a Rimini, poi nel (Roncaro, 1782-1853) fu docente all’Università 14. Questo didatta, nato a San Gallo in Duomo di Novara ed infine (1823-41) nel pavese dapprima supplente (1814-35), poi ordi- Isvizzera, scese in Italia e dopo qualche anno in Duomo di Milano. Cfr. ALBERTO BASSO (cura- nario di Botanica dal 1833 alla monte. Cfr: Me- Milano, si fermò in Ovada per molti anni. tone), Dizionario universale della musica e dei morie e documenti per la storia dell’Università 15. Il nome di questo artista risulta ignoto ai musicisti, Torino, Utet, 1988, V, p. 349. di Pavia ..., Pavia, 1877, vol. I, pp. 415 e 434- repertori e manuali a stampa. 21. A. BASSI, cit. p. 896; A.N. MILANO, cit. 435. 16. ANTONIO BACIGALUPO, Antonio Nervi in p. 11 (quasi stesse parole). 32. ALFREDO COLLING, Storia della musica Elogi dei liguri illustri, a cura di LUIGIGRILLO, 22. lbidem cristiana, Catania, Paoline, 1857, pp. 135-136. Genova, Fernando, 1846, vol. III, pp. 270 segg.; 23. Agostino Belloli (Bologna, 1778 - Mi- 33. A.N. Milano, cit., p. 16. C. FRÌXÌONE, Medaglioni ovadesi. Antonio Nervi lano, 1839) cornista e compositore successe al 34 Francesco Pizzorno (Genova, 1815 - Sa- in «Il correre delle valli Stura e Orba», VI, 282, fratello Enzo (Castelfranco Emilia, 1770 - Mi- vona, 1898), educatore scolopio, patriota, poeta 18 marzo 1900; ANTONELLA FERRARIS, Antonio lano, 1817) come cornista alla Scala (1817-39), e letterato sopra tutto in vernacolo, autore del Nervi ... in «Urbs», II, 2 aprile 1989. Un dotto fu docente al Conservatorio milanese. celebre “O canocchiale de Savunn-a” vissuto contemporaneo ritiene il Nervi nato un decen- 24. Come la Marchesa Isabella Pinelli So- negli anni 1842-48: Cfr. FILIPPO NOBERASCO, La nio innanzi: GIAN BATTISTA SPOTORNO, Notizia pranis e la Baronessa Carolina Gautier di Co- poesia dialettale savonese in Savona nella sto- su Antonio Nervi in «Nuovo Giornale Ligu- fiengo, menzionata da A.N. MILANO, cit. p. 19 ria e nell’arte, Savona, Società storia patria, stico», Il, 1, 1837, pp. 153-161. note 3 e 4. 1928, pp. 72; FIORENZO TOSO, Letteratura geno- 17. L’aureo libretto - è risaputo - fu trovato 25. Dalle seconde nozze nacque Emilio vese e ligure, Genova, Marietti, 1990, vol. IV, anche sul letto di Vincenzo Gioberti, ultima let- Rebbora (+1950) ragioniere, benemerito della pp. 25-26. tura di sua vita insieme coi Promessi Sposi. banda musicale in Ovada intitolata al genitore. 35 Francesco Guidi, autore di altri libretti, 18. ALESSANDRO BASSI, Il maestro Antonio 26. Ci siamo avvalsi dell’ausilio dell’Uffi- fra cui “La Tancreda” messo in musica da Rebbora da Ovada in «Rivista contempo - cio Ricerca Fondi musicali di Milano. Achille Peri (Reggio Emilia, 1812-80) e rappre- nanea»,Torino, vol. III, fase. 23, luglio-agosto 27. Le partiture col numero d’opus sono sentato al “Carlo Felice” di Genova. Il Guidi è 1855, pp. 893-902. state reperite in questa o quella biblioteca di considerato «oscuro rimatore di sestine e autore 19. Essa, nativa di Silvano d’Orba, era forse conservatori italiani. di almanacchi»: GUIDO MAZZONI, L’Ottocento, parente di Vincenzo Compalati, proprietario ter- 28. Si confrontino, ad esempio, le corrispon- Milano, Vallardi, 1973, voI. II, p. 29 (I ediz. riero, padre di Don Francesco Antonio (Ovada, denze di C.A. VECCHI nel «Museo scientifico, 1910). 1756-1836) artefice e parroco della nuova letterario ed artistico», Torino, Alessandro Fon- 36. Per questo, evidentemente, il Nostro non chiesa parrocchiale di Nostra Signora Assunta, tana, IX, 1847. è menzionato nel repertorio FRANZ SUAGER, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 104 www.accademiaurbense.it

104 In basso, tomba della Famiglia Rebora nel Cimitero di Ovada

Opern lexicon, Tutzing, e celeri a vicinissimo contatto, moltiplicati nelle mente dettato da chi mostrava in tal giorno col Verglegt bei Hans Schneider, 1978 (vi si parti con diverso procedere …» (p. 900). fatto, MUSICA E POESIA ESSER SORELLE menziona un Nino Rebora: III, 908). 46. L’* indica le partiture reperite come da 52. TOGNIN REBBORA, Au ddisne der popolo 37. Successo riscosse la cantata buffa Il Da- note 26-27. Zeubbia grassa ant’Oua, Novi, tip. Moretti, merino, replicata parecchie sere al Teatro del va- 47. MAURIZIO PARENTI, Vie, strade e piazze 1848. Il testo “poetico”, lungo 158 versi, è glos- rietà in Parigi: A. BASSI, cit., p. 897. della nostra Ovada, Ovada Accademia Urbense, sato da tredici note. Si trascrive la prima: 38. Pubblico saggio di comporre e tratteni- 1992, p. 124. La scuola dal 1933 possiede ed oc- «questo desinare […] tornerà sempre a somma mento accademico che danno gli alunni di reto- cupa il cinquecentesco palazzo Maineri. Anche lode degli ovadesi, che primi tentarono cosa in rica nel Collegio delle Scuole Pie in Carcare per la Banda musicale dal 1890 s’intitola al M° Reb- niun’altra città forse possibile, di riunire cioè conclusione dell’anno scolastico 1837, Torino, bora. tutto un popolo fra l’abbondanza delle vivande Chirio & Mina, [1837], p. 12. 48. Il fine non consisteva nel coniare poeti, e il vino generoso d’Ovada E […]. Questo santo 39. Saggio letterario dato dagli alunni del bensì nel far comprendere ab intus la tecnica, divisamento a pro’ di migliaia (pure estranei) Reale Collegio delle Scuole Pie in Savona così da favorire la comprensione del testo lette- che credevansi dimenticati nelle comuni letizie l’anno scolastico MDCCCXLVII, Savona, ralmente connotato. dei pranzi signorili, erasi ideato da alcuni botte- Rossi, [1847], pp. 22-36. 49. Relazione delle feste fatte in Ovada a fe- gai, che per mille timori avevano già abbando- 40. A. REBBORA, Canti per gli esercizj spi- steggiamento della costituzione data ai suoi po- nata l’impresa. Chi scrive queste memorie […] rituali e per la prima comunione del P Dome- poli dal magnanimo nostro signore re Carlo per mostrare col fatto esservi anche in Ovada nico Bono... Opera 16, L. Bertuzzi, s.d. Alberto, Genova, Casamara, 1848, pp. 3-5. vera e generale unione, non che per promuoverla 41. G.L. BRUZZONE, P Domenico Bono 50. Ci permettiamo il rinvio al recente: G.L. coi paesi circonvicini, confortò, rianimò i dispe- (1810-89) in «Anchivum Scholarum Piarum», BRUZZONE, Poesia encomiastica per gli eroi ranti, e coll’aiuto dell’ama tissimo Prevosto, de’ XVIII. n. 36, pp. 149-166. delle soprammaniche, in «Atti dell’Istituto Ve- MM. RR. D. Gerolamo Mongiardini, D. G. B. 42 Riprendiamo l’elenco porto dal Milano, neto di Scienze, Lettere ed Arti», Classe di Torielli, de’ RR, Scolopi e dell’egregio giovane cui era stato fornito dai parenti di Antonio (con scienze morali, lettere ed arti, Tomo CLIX Pier Domenico Buffa, in due giorni si ebbero de- nostre integrazioni): “Il Pirata, giornale di lette- (2000-2001), pp. 755-766. naro, braccia, aiuto da tutti in tutto.... ». ratura, varietà e teatri”, fondato in Torino da 51. Relazione, cit.., pp. 7 - 8. È impresso 53. A REBBORA, Ai contingenti che parti- Francesco Regli nel 1834 e vissuto molti de- anonimo, ma se ne fa intuire la paternità con le vano da Ovada li 8 marzo 1848 sotto la Scorta cenni; “L’Unione”, quotidiano fondato in Torino parole: «Fra alcune altre poesie [...] venne assai dell’ Il. mo sig.re Gerolamo Oddini tenente nel nel 1853 e vissuto fino al 1860; “Il Piemonte. onorato di plausi uno scherzo quasi improvvisa- reggimento Regina. Sonetti in dialetto ovadese, Raccolta quotidiana di cose da ridere e di s.n.t.. Il sonetto è caudato. cose da piangere”, quotidiano fondato in 54. Ne offriamo la precisa citazione Torino nel 1858 e vissuto fino al 1864, anche per l’estrema rarità del periodico “Teatro universale. Raccolta enciclope- (una collezione, non completa, è posse- dica e scenigrafica”, fondato in Torino duta dalla Biblioteca Universitaria di Ge- nel 1834 e vissuto fino al 1847; “Gaz- nova): Una indigestione, racconto comico zetta Piemontese. Giornale ufficiale del (in sedici scene, uscì in sette puntate: Regno”, impresso in Torino dal 1814 al «L’Areopago», nn. 11, 13, 17, 22, 26. 27, 1860; “Il Diritto”, quotidiano fondato in 32: daI 16 dicembre 1854 al 28 gennaio Torino nel 1854, vissuto molti decenni. 1855); Manovre d’una cameriera, ossia Cfr. anche le note 137-138. le pianure di Marengo. Racconto comico 43. D. ALIGHIERI, Inferno, XXXII, (in venti scene, uscì in Otto puntate: 125-139; XXXIII, 1-78. «L’Areo pago», nn. 14, 18, 20, 25, 29, 30, 44. La cui opera tuttavia fu cono- 31, 32; dal 27 dicembre 1854 al 28 feb- sciuta dal Rebbora a lavoro ultimato. braio 1855); Fermata in una stazione di 45. A.N. MILANO, cit., p. 17, il quale strada ferrata. Racconto contemporaneo riprende pressoché alla lettera A. BASSI, (uscì in cinque puntate: «L’Areopago», cit., pp. 899-900. Interessante altresì nn. 15, 20, 24, 34, 35, dal 30 dicembre l’analisi più tecnica sollecitata dal P 1854 al 10 marzo 1855). Bassi al M° Guglierame di Genova: «Nel 55. A. REBBORA, Il buon capo d’anno. tratteggiare l’orribile scena con tanta po- Racconto in «Areopago», n. 16, 3 gennaio tenza di parola descritta dal poeta, il Reb- 1855. bora adopera quei mezzi che l’arte 56. Ci sia consentito il rinvio a: G.L. suggerisce come più efficaci a produrre BRUZZONE, Filippo Bettini, giornalista, in grandi effetti, che l’argomento domanda: «Rassegna storica del Risorgimento», durezza d’in tervalli, crudezza d’accordi, LXXXII, 1995, pp. 149-190. slanci in acuto ove il sentimento si fa veemente, discesa al grave ove rimette periodi rotti, accoppiamento di lontane armonie, forza di contrapposti, movi- menti che Urtano, talvolta facili, spesso ineguali, squilibrati, a controsenso, lenti Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 105 www.accademiaurbense.it

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Michele Oddini: l’Architetto ovadese che curò la costruzione di Colleferro, una città ed una realtà produttiva sorte dal nulla di Pier Giorgio Fassino

“Tityre, tu patulae recubans sub teg- al livello delle migliori produzioni euro- la Fabbricazione della Dinamite (un com- mine fagi, silvestrem tenui musam medi- pee si trovava ad Avigliana, località nella posto di nitroglicerina resa solida me- taris avena .... Tu Tityre, lentus in umbra, bassa Valle di Susa assai vicina al confine diante l’assorbimento di materia inerte formosam resonare doces Amarillida sil- francese ed ai passi del Monginevro e del come la farina fossile). Il polverificio as- vas ....” (1): così Virgilio aveva dipinto il Moncenisio e quindi difficilmente difen- sunse la denominazione di “Dinamitifi- mondo agricolo e pastorale che ancora dibile in caso di un attacco francese. Tut- cio Nobel” e nel corso degli anni persisteva nelle terre romane del Casale tavia, lungo la Penisola ne esistevano produsse dinamite, nitroglicerina e bali- Tomassi e del diroccato Castello di Col- alcuni come il Regio Polverificio di Fon- stite, e vi lavorarono - nei periodi di mas- leferro quando, un secolo or sono, le vi- tana Liri (fondato nel 1890) e altri minori sima richiesta durante la Grande Guerra - sitò Leopoldo Parodi Delfino, percor- - in genere già operanti al tempo degli sino a 5.500 persone per scendere, nei pe- rendo l’alta valle del fiume Sacco stati preunitari - come quello di Spilam- riodi di forte calo degli ordinativi, a 300 (l’antico Tolero). berto (Modena), destinato a produrre pol- unità. Infatti, al momento in cui la zona vere nera - ormai superata dalle polveri Anzi nel 1908, per sopperire alle ordi- venne valutata dal Parodi Delfino e dal senza fumo - la cui ultima ristrutturazione nazioni governative per quantitativi sem- suo fido aiutante Furio Cicogna [il futuro risaliva ai tempi di Napoleone Bonaparte. pre maggiori dettati dalle esigenze presidente di Confindustria](2) quale sede Oppure lo stabilimento già borbonico di dell’Esercito e della Marina, si era co- di un polverificio, i terreni, a ridosso Scafati, inaugurato il 15 dicembre 1854, struito un secondo stabilimento sulle pro- delle pendici settentrionali dei monti Le- a seguito della chiusura, per una serie di paggini delle colline moreniche che pini, avevano conservato un aspetto idil- gravi incidenti sul lavoro, della Real Fab- costeggiano la strada Buttigliera Alta- liaco frammisto alle solitarie strutture di brica di Polveri di Torre Annunziata, fon- Avigliana. Il nuovo opificio era cono- un vecchio zuccherificio in disuso, il data nel 1652. Infine proseguiva la sciuto come “Allemandi” ed era stato “Valsacco”(3). Nella fattispecie il territo- trascurabile produzione di piccole fabbri- destinato, in via principale, alla produ- rio presentava alcune caratteristiche pe- che siciliane attive in quanto - a diffe- zione di cordite, una polvere senza fumo culiari: era pressoché disabitato; era renza delle province borboniche conti- utilizzata dalle grandi artiglierie navali.(6) moderatamente distante da un grande nentali - sull’isola non era in vigore la Ma il Giolitti evidentemente deside- centro abitato come Roma ed il vecchio Regia Privativa e quindi la produzione ed rava risolvere in modo radicale il pro- opificio era già collegato da un raccordo il commercio di esplosivi era in mano al- blema poiché, nel 1912, aprì una ferroviario alla stazione di Segni- l’iniziativa privata. trattativa per la costruzione di un nuovo Scalo(4). Inoltre, l’area, sulla quale si sa- Lo stabilimento di Avigliana - in lo- polverificio in grado di rifornire le Forze rebbe costruito lo stabilimento, era adatta calità Valloja - era stato edificato nel Armate anche in presenza di forti richie- a ricavare gallerie e terrapieni e, fattore 1873 dalla Società Anonima Alfred ste. Quindi, per la realizzazione di questa non trascurabile, era arricchita dalla pre- Nobel di Amburgo che, all’uopo, aveva iniziativa, si compose un intreccio di per- senza di un canale di derivazione delle fondato in Italia la Società Anonima per sonalità tra loro già in precedenza conti- acque del Sacco in grado di sopperire gue: il Ministro della Guerra gen. Spin- alle necessità idriche richieste dai pro- gardi, l’ingegnere Leopoldo Parodi cessi di lavorazione. Delfino, l’architetto Michele Oddini ed Da queste valutazioni si era concre- il senatore Bombrini. tizzata la scelta della località ove sa- Infatti il generale Paolo Spingardi, rebbe nata la città che avrebbe legato la alessandrino (essendo nato a Feliz- propria esistenza ed il proprio sviluppo zano), aveva sposato, nel 1890, la gen- urbano ed economico a quello della eri- tildonna Rina Merialdi(7) la cui genda fabbrica di esplosivi e prodotti famiglia aveva dimora ed estese pro- chimici BPD. prietà a Roccagrimalda, località posta L’iniziativa per la costruzione si era nelle immediate vicinanze di Ovada, fatta strada all’ombra del Capo del Go- mentre l’avv. Gerolamo Oddini (ova- verno italiano, Giovanni Giolitti(5), dese e padre del futuro architetto Mi- che, al suo quarto incarico come presi- chele) nel 1881 aveva sposato Maria dente del Consiglio dei Ministri Teresa Spingardi detta Marina (figlia di (1911/14), aveva deciso di costruire un un magistrato del Tribunale di Casale grande polverificio destinato a soppe- la cui famiglia, originaria di Bistagno rire, in modo definitivo, alle carenze si stabilirà poi a Spigno Monferrato). produttve di polveri da sparo e da mina Contiguità proseguita nel tempo tanto in Italia. Infatti, in quegli anni, l’unico che l’architetto Michele Oddini proget- polverificio con una gamma di prodotti terà e dirigerà la costruzione della ce- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 106 www.accademiaurbense.it

lebre Villa Spingardi di Spigno Mon fer - sistemazione di Piazza Duomo del Men- sentimenti più nobili e certamente più rato in cui si ritirerà a vita privata e mo- goni - (laurea in ingegneria al Politecnico umani: volevano creare le basi per edifi- rirà il Generale ed ex Ministro della di Milano e diploma in architettura al- care una fonte di lavoro per sé e per i Guerra. l’Accademia di Brera) e la rimarchevole propri figli; un lavoro che pur generica- A sua volta lo stesso Michele Oddini attività professionale iniziata nel 1910 mente più pericoloso di tanti altri, aveva sposato, il 12.4.1912 a Novara, in Liguria e nel Basso Piemonte (una per avrebbe avuto un fascino al quale sa- Donna Serafina Delfino, cugina prima tutte Villa Gabrieli ad Ovada 1910/13) rebbe stato difficile sottrarsi negli anni a dell’ingegnere Leopoldo Parodi Delfino. erano una sicura garanzia di serietà e venire. A questo coacervo di legami familiari e successo. Perché i giovani di oggi non dimen- amicali si aggiunse il senatore Giovanni I lavori iniziarono nei primi mesi del tichino, sappiano che in quei primi tempi l’unica strada esistente a Colleferro era Bombrini, figlio di Carlo, il fondatore 1913 e proseguirono a ritmo serrato per la vecchia Carpinetana; strada bianca, della Banca Nazionale (poi divenuta cui, entro la fine dell’anno, nei locali di- nella quale transitavano con flusso con- Banca d’Italia), figura di primo piano nel smessi dell’ex-zuccherifico iniziò la pro- tinuo certi carri tirati da buoi detti “ba- campo economico e politico dell’epoca, duzione di acido nitrico, ricavato dal rozze”, che portavano la calce in zolle che con l’ingegner Leopoldo costituì la nitrato del Cile, e la distillazione della dalle fornaci di Segni alla stazione fer- “Società Bomprini Parodi Delfino”. glicerina mentre nel corso del 1914 ini- roviaria. L’atto notarile costitutivo venne stipulato ziò la produzione della balistite e della di- Le famiglie che avevano seguito i in Genova davanti al notaio Federico namite. Contestualmente procedeva primi pionieri, risentivano il massimo Arata il 26 ottobre 1912 e la società in an che la costruzione degli edifici civili disagio; fin quando non vi fu un medico nome collettivo ebbe per oggetto la fab- per poter dare una stabile accoglienza stabile, occorreva mandarne a prendere bricazione, l’acquisto, la trasformazione, agli operai che, per poter disporre di per- uno in calesse a Valmontone o ad Artena la vendita di materie esplosive e chimi- sonale altamente specializzato, vennero o a Segni, dove pure si dovevano com- che. reclutati presso stabilimenti similari. prare i medicinali. Quindi la Società BPD acquistò in Le maestranze del polverificio di Avi- I rifornimenti di viveri di prima ne- Valmontone, il Comune di Colleferro sa- gliana furono le prime e le più numerose cessità, invece potevano essere acqui- rebbe sorto solo alcuni decenni più tardi, a cogliere la nuova prospettiva di lavoro stati a Segni Scalo, dove, ovviamente i primi 34 ettari di terreno col vecchio e si trasferirono a Colleferro nel 1913 con bisognava andare a piedi. I giornali arri- zuccherificio e l’ing. Leopoldo affidò i mogli e figli. Questi i loro cognomi: vavano con un giorno di ritardo, e le no- lavori di costruzione dello stabilimento e Antonini, Balzerani, Benelli, Ber- tizie più importanti erano apprese dai delle infrastrutture all’architetto Michele tucci, Bisegna, Bonacina, Borla, Botta, viaggiatori di passaggio. Oddini. che - al di là dei legami familiari Camandona, Colabucci, Costantini, De E’ naturale che per ogni necessità - a quell’epoca era già un apprezzato pro- Luca, De Matteis, Doleatti, Ferrazza, della vita, quelle prime famiglie si soste- nessero e si aiutassero fra loro, rinsal- gettista e direttore dei lavori. Al riguardo Fontana, Fortunati, Galesso, Gallo, Ge- occorre sottolineare che, mentre il Parodi dando quei vincoli che, sul lavoro, novino, Girardi, Malcosti, Marenco, accomunavano gli uomini. Così non era Delfino girava l’Europa con alcuni colla- Massotti, Meaglia, Morini, Perotta, Pro- infrequente vedere le donne che avevano boratori alla ricerca delle migliori e più ietti, Picco Botta, Pozzuoli, Reali, Sca- meno impegni famigliari, recarsi a fare moderne macchine per la produzione di tena, Sbolgi, Sordi, Zenari, Zuccotti acquisti nei paesi vicini anche per le polveri, l’architetto Oddini ebbe un ruolo (Colajacomo op. cit.), altre famiglie; o le donne che avevano determinante nella progettazione e nella I “bugia nen” non sfuggirono all’at- avuto la fortuna di avere frequentato direzione dei lavori esecutivi dello stabi- tenzione adolescenziale del Colajacomo, qualche scuola superiore, raccogliere limento e degli edifici civili destinati ai nativo di Colleferro, che così li ricordò nelle proprie case i bambini bisognevoli servizi ed alle abitazioni delle mae- (op. cit): di cure scolastiche, e improvvisarsi mae- stranze. D’altra parte il suo curriculum di stre.” studi formativi in Milano - ai tempi della “...... un pugno di uomini animati da Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 107 www.accademiaurbense.it

secondo un piano regolatore di massima, la progettazione e costruzione dei fabbri- cati destinati ad ospitare: un deposito di generi alimentari venduti a prezzo di costo in quanto gestito direttamente dalla BPD, le scuole elementari, l’asilo infan- tile, l’ambulatorio medico, la farmacia, la casa della maternità, il cinema-teatro, i bagni ed i giardini pubblici. Tuttavia, secondo l’indice cronolo- gico dell’Archivio personale di Michele Oddini (prima che andasse inopinata- mente disperso) redatto da un “team” di laureandi, nel 1988, le ultime progetta- zioni e realizzazioni eseguite nel suo pe- riodo “romano” risalgono al 1920. Infatti, prima di lasciare Colleferro, l’Oddini realizzò la villa Parodi Delfino di Arci- nazzo Romano ove chiuderà i suoi giorni l’ingegnere Leopoldo nell’au- tunno del 1945. Poco dopo l’Architetto si trasferì con la famiglia a Genova ove proseguì l’intensa attività professionale proget- tando e dirigendo i lavori – per citarne al- cuni - di Palazzo Vairo ad Alassio, la Villa Chiarino a Bogliasco, la Villa Tri- vero al lido di Genova, i palazzi di Via Ausonia, quello per i Musso-Pianelli a Marassi senza peraltro dimenticare le progettazioni di tombe per i cimiteri di Staglieno, Laigueglia, Carcare ed Ovada. (particolarmente interessante, in quest’ul- tima località, quella progettata per la Fa- miglia Buffa). Parimenti, dato lo sviluppo continuo del nucleo del primitivo villaggio e degli stabilimenti, nel 1935, fu costituito uffi- Ma ben presto la Società BPD prov- l’architetto Bruno Nicoletti cui il Colaja- cialmente il Comune di Colleferro. Il vide a creare le infrastrutture che avreb- cono attribuisce il tempietto di S.Barbara, nuovo ente locale era il risultato dell’ac- bero reso più facile la vita delle famiglie protettrice degli artiglieri ed ovviamente corpamento di alcune porzioni di territo- operaie e l’architetto Oddini venne sovrac- degli addetti alle lavorazioni degli esplo- rio sottratte ai Comuni di Valmontone (il caricato da nuovi impegni che gli impo- sivi. vecchio zuccherificio, le nuove fabbriche, sero di ricorrere a collaboratori come A queste prime iniziative seguirono, la stazione ferroviaria di Segni-Scalo ed il Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 108 www.accademiaurbense.it

108 A pag. 105, il giovane architetto Oddini nel suo studio di lavoro alle pagg. precedenti, dall’alto in basso, panorama generale di Colleferro; la scuola (1916), la chiesa di S. Barbara a lato i ruderi del castello dei Doria Panphili villaggio dei ferrovieri) e di Roma (villag- gio di Colleferro già Governatorato di Roma) mentre piccole porzioni vennero infine acquisite dai Comuni di Segni, Pa- liano e dell’Agro di Genazzano. (8) Infatti, dopo l’iniziale immigrazione degli anni 1912 e 1913, il centro abitato e l’area industriale avevano subito un forte incremento nel 1920 quando a Col- leferro erano giunte numerose famiglie nieri. Opere oggi conservate dal nipote liche - Egloga I) marchigiane degli operai edili addetti alla Stefano, medico e professore all’Univer- (2) Furio Cicogna: (Asti, 21.6.1961 – costruzione dei nuovi stabilimenti della sità di Cagliari. 22.1.1976), laureato in scienze economiche e “Calce e Cementi” e dei “Concimi Chi- Rimarchevoli le espressioni del Prof. commerciali, venne assunto dalla BPD nel 1913 mici”. Immigrazione ulteriormente incre- per continuare la stretta collaborazione con Edoardo Mazzino – Soprintendente ai l’ingegnere Leopoldo Parodi Delfino. In questa mentata da nuovi flussi nel 1930 e 1931 Monumenti della Liguria - nei riguardi Società operò sino al 1921 per poi passare a di- quando nuovi opifici iniziarono a pro- dell’Oddini: ... una figura semplice e cri- rigere le Manifatture Cotoniere Meridionali. Dal durre munizioni per armi di tutti i calibri stallina, che per il suo nitore, la sua tra- 1925 divenne consigliere delegato della Chatil- e, nel 1934-35, in occasione della costru- sparenza e la sua semplicità, non può lon di cui successivamente ne fu presidente. zione di numerosi edifici pubblici come il essere facilmente rappresentata con le Numerosissime le partecipazioni ed incarichi di municipio ed abitazioni private. parole.” alto profilo in banche e società industriali (Pre- Fu in quegli anni che l’Oddini rivisitò sidente della Confindustria dal 1961 al 1966). Si Pensiero riportato dal Barisone in un distinse anche nel campo culturale e benefico Colleferro poiché, dopo la parentesi ge- articolo commemorativo apparso sulla ri- quale Presidente della Bocconi e fondatore della novese, venne chiamato a Roma per la vista della Provincia di Alessandria - in Casa dello Studente presso la Città universitaria progettazione e direzione dei lavori occasione della Mostra allestita nelle sale di Parigi. (1937-1938) del Palazzo dei Marescialli della Biblioteca Comunale - di cui si ri- (3) Valsacco: era il nome della Società, fon- col concorso dell’ingegnere Calogero porta uno stralcio: data nel 1898, per la lavorazione delle barbabie- Butera. La costruzione, in pietra sperone tole da zucchero. Lo stabilimento venne e travertino, venne eretta sull’area occu- “ ….. Chi lo conobbe, non può non costruito nei pressi della stazione ferroviaria di Segni-Paliano e rimase attivo sino al 1903 anno pata da una modesta palazzina esistente rilevare l’esattezza di questa definizione, che ne evidenzia l’intima essenza, armo- in cui venne interrotta la lavorazione industriale all’angolo di Piazza Indipendenza con nica risultante di due componenti fonda- delle barbabietole per carenza di tale prodotto e Via S. Martino della Battaglia. Il nuovo mentali: una sana formazione, avvenuta parte degli impianti vennero trasferiti a Poggio edificio, eretto in tempi brevi, presenta nella seria atmosfera di una tra le più il- Reale nei pressi di Napoli. Infatti, in quell’anno, linee semplici ma con decorazioni di teste i contadini locali avevano cessato la coltivazione lustri famiglie ovadesi ed una freschezza delle barbabietole ed erano tornati a seminare il di guerrieri ed aquile che conferiscono al- spirituale che, lungi dall’affievolirsi in l’insieme un senso di non comune so- grano divenuto, nel frattempo, maggiormente oltre mezzo secolo di attività professio- redditizio. Parte delle strutture dello stabili- brietà. Il Palazzo, oggi sede del Consiglio nale, si mantenne inalterata, trasparendo mento “Valsacco” vennero inglobate nella Superiore della Magistratura, al pianter- sempre da ogni suo atto od espressione. nuova fabbrica di acido solforico BPD. reno aveva sale di rappresentanza e let- …Nel vederlo pochi mesi prima (4) Segni-Scalo: stazione ferroviaria già de- tura mentre i piani superiori, a cui si della sua scomparsa, intento a riprodurre nominata Segni-Paliano sino al 1909. Dopo la accede con uno scalone d’onore, erano ad acquerello i fiori di un’aiuola nel costruzione del tronco Roma-Ciampino-Pale- posti gli studi e le segreterie dei Mare- giardino della villa di Via Ruffini, chi strina-Valmontone-Segni, che sostituì il vecchio scialli. scrive fu non poco sorpreso, nello sco- tronco Roma-Velletri-Segni, divenne un nodo ferroviario importante poiché, oltre alla devia- prire la Sua partecipazione alla sponta- Successivamente il nostro Architetto, zione per Velletri, vi era anche un deposito di lo- nel corso della Seconda Guerra Mon- nea felicità dei colori della natura. comotive utilizzate come sussidiarie per fare diale, curò diverse nuove costruzioni a Questa Sua sensibilità, che unita ad superare ai treni la salita di Colonna. In questa Tagliolo Monferrato, ad Ovada e nel una sicura intuizione ottica, gli consen- stazione, il 27 marzo 1908, il fuochista Enrico dopo guerra a Genova e Varazze. tiva di armonizzare le cose nell’affasci- Toti, il futuro eroe dei Bersaglieri che scagliò la Notevole anche l’attività pittorica nante realtà naturale …” propria gruccia contro il nemico, mentre oliava tanto che nel 1972 l’Accademia Urbense il rodiggio della propria locomotiva perse la Annotazioni gamba sinistra rimasta incastrata tra le bielle. - in accordo col Comune di Ovada – sentì 5 (1) “Titiro, tu mollemente adagiato sotto le ( ) Giovanni Giolitti: (n. Mondovì, la necessità di evidenziare questa branca fronde un ampio faggio, componi con un esile 27.10.1845 - m. Cavour, 17.07.1928 ) politico della sua poliedrica attività ed organizzò zufolo una silvestre poesia .. Tu Titiro, placido liberale più volte presidente del Consiglio dei una mostra dei suoi disegni ed acquerelli all’ombra, insegni alle selve a rieccheggiare il Ministri (cinque volte tra il 1892 ed il 1921), im- inaugurata dal ministro Badini Gonfalo- nome della bella Amarillide ...” (Virgilio - Buco- pegnato nella modernizzazione economica e po- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 109 www.accademiaurbense.it

109 A lato, e nella pag. seguente fasi costruttive degli impianti dello stabilimento Cementir, e dello stabilimento della Bombrini Parodi Delfino

testualmente recita: “Circa l’anno 1890 [Paolo Spingardi, futuro generale e ministro della Guerra] sposò Marina Merialdi, (Roccagri- malda 7.10.1868 – Vicenza 17.12.1937) che era sorella del cav. Matteo Merialdi, di Roccagri- malda, e figlia di Amalia Spingardi sposata Me- rialdi. (8) Il Comune di Colleferro venne istituito dalla Legge 1147/ 13.6.1935, firmata a S.Rossore da Vittorio Emanuele III e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’8.7.1935 n. 157. La superficie del nuovo ente risultò di 27,48 chilo- metri quadrati.

Note biografiche in ordine alfabetico Carlo Bomprini: (1804 – 1882), fervente pa- triota, strinse una forte amicizia con Cavour al quale chiese un aiuto per la costituzione della Società Ansaldo nel 1852. In tale anno il Bom- prini rilevò l’Azienda Meccanica Taylor-Prandi di Sampierdarena con Giovanni Ansaldo, Raf- faele Rubattino, Giacomo Penco e con essi diede vita alla “Gio. Ansaldo e Co” che in breve tempo divenne la maggior azienda siderurgica italiana. Sempre a Carlo Bomprini si deve la fondazione della Banca di Genova trasformata in Banca Na- zionale del Regno dopo la fusione con quella to- scana. Istituto successivamente denominato “Banca d’Italia” e diretto da Carlo Bomprini fino all’anno della sua morte. Giovanni Bomprini: (Genova 21.12.1838 – 13.02.1924) figlio di Carlo, dopo avere frequen- tato la Scuola Militare partecipò, come ufficiale di Artiglieria, alla Seconda (1859) e Terza Guerra d’Indipendenza (1866). Divenne Sena- tore nel 1890 e ricoprì importanti incarichi tra i quali: Direttore generale della Società Ansaldo (1882 – 1903), Presidente della Società dell’Ac- quedotto Pugliese e Presidente della Società delle Ferrovie Salentine. Michele Oddini. (Ovada, 29.04.1882 - Ovada, 03.11.1964), figlio di Gerolamo (1851 – 1927), frequentò il liceo presso i Padri Barna- biti a Genova e successivamente il Politecnico di Milano laureandosi in Ingegneria nel 1908. Subito dopo frequentò l’Accademia di Brera, di- plomandosi in Architettura. Nel 1909 vinse il premio “Duchessa di Galliera” che gli consentì di proseguire studi e ricerche a Venezia. Mem- bro della Commissione Edilizia di Genova e del- l’Accademia Ligustica di Belle Arti, progettò e diresse importanti e numerose opere ricordate nel testo. litica della società italiana (età giolittiana). Du- 15^ Forza Aerea dell’USAAF - di stanza a Lu- Leopoldo Parodi Delfino : (Milano, 5.10. rante il suo quarto incarico come capo del Go- cera (Foggia) - che sganciarono 700 bombe di 1875 – Arcinazzo Romano, 3.11.1945) si laureò verno Italiano rimase in carica dal 30.03.1911 al grosso calibro. Non venne ricostruito e, alcuni in ingegneria chimica al Politecnico di Zurigo e 19.03.1914. anni dopo, sull’area devastata dalle esplosioni successivamente si perfezionò nelle Università (6) Lo Stabilimento in località Allemandi venne ricavato un campo da golf. di Lipsia e di Breslavia. Nel 1902, iniziò verrà completamente raso al suolo il 14 aprile (7) Rina Merialdi: un dattiloscritto del - l’attività industriale fondando a Savona la Fab- 1945 da un bombardamento alleato eseguito da l’Arch. Giorgio Oddini, conservato nell’Ar - brica Nazionale Alcool Leopoldo Parodi Del- tre ondate successive di quadrimotori B 17 della chivio Storico dell’Accademia Urbense, fino. Seguirono, nel 1904, la Soc. An. Distilleria Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 110 www.accademiaurbense.it

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Le foto presenti in questo capitolo sono dell’Ing. Michele Oddini, di proprietà dell’Archivio Storico Fotografico Accademia Urbense

Nazionale con stabilimento a Pontelagoscuro (Ferrara) e altre varie attività similari. Nel 1912, il Giolitti gli affidò l’incarico di impiantare una grande fabbrica di esplosivi che portò a termine in breve tempo circondandosi di uomini validis- simi come Michele Oddini e Furio Cicogna. Nel 1930, dopo la morte del senatore Giovanni Bomprini rilevò la sua quota societaria dagli eredi. Il 14 ottobre 1936, in un incidente aereo, persero la vita i suoi due figli Paolo e Gerardo, entrambi ingegneri, e da quel momento subirono un forte incremento le opere destinate al benes- sere dei propri dipendenti. Infatti, tra le altre opere benefiche, fondò un Istituto per l’educazione dei figli dei caduti sul lavoro. Paolo Spingardi: (Felizzano, 02.11.1845 – Spigno Monferrato, 22.09.1918) frequentò l’Accademia Militare di Modena e partecipò alla Terza Guerra d’Indipendenza come sottotenente dei Granatieri. Percorse la carriera militare nel- l’Arma di Fanteria divenendo generale. Nume- rosi ed importanti gli incarichi rivestiti: insegnante alla Scuola di Guerra, Direttore ge- nerale dei Servizi amministrativi del Ministero della Guerra, Comandante della Piazza di Mes- sina, Deputato nel 1904, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri (16.2.1908 – 30.4.1909) e Ministro della Guerra dal 1909 al 1914 nei Governi: Sonnino II, Luzzatti e Gio- litti IV. Divenne senatore nel 1909, insignito del Collare della SS. Annunziata nel 1912 e, nel 1913, nominato conte motu proprio da Re Vit- torio Emanuele III. Allo scoppio della Guerra 1915/18 venne richiamato in servizio e posto a capo dell’Istituto Militare per i Prigionieri di Guerra austro-ungarici in territorio italiano. Du- rante una visita al campo di prigionia all’Asi- nara contrasse un’infezione malarica che lo portò alla morte. Il Comune di Spigno Monfer- rato Gli dedicò la Scuola Elementare.

Bibliografia Giuseppe Tomassetti, LA CAMPAGNA RO- MANA Antica, Medioevale e Moderna, nuova edizione a cura di L. Chiumenti e F. Bilancia - Banco di Roma 1976. Autori Vari, UN ARCHITETTO OVADESE DEL ‘9OO: MICHELE ODDINI, Relazione cri- tica diretta dal Prof. Arch. P. Cevini del- l’Università di Genova - Facoltà di Architettura - Anno Accademico 1988/1989 - Studenti: Giu- lia Alessio, Nicola Baretto, Alessandro Biorci e Roberto Pastorino. Aldo Colajacomo, Lineamenti per una Sto- Giancarlo Boeri - Tito Crociani - Massimo Giorgio Oddini, Appunti per una storia ria di Colleferro, Ed. SAIPEM – Cassino 1967 Fiorentino, L’Esercito Borbonico dal 1830 al della Famiglia Oddini, in URBS - Trimestrale Silvano Tummolo, Colleferro di Roma 1861, Stato Maggiore Esercito - Roma 1998. dell’Accademia Urbense di Ovada – Anno XXII (Correva l’anno 1918 …), Ed. L’altrartena – Dizionario delle Strade di Genova, Volume n° 1 – Marzo 2009. 2007. I, Ed. Tolozzi – Genova 1985 -pp . 184 e 185. Giacomo D. Barisone, L’Architetto Michele Cesare A. Parodi, Vecchia Avigliana - Sto- Paolo Bavazzano, Un po’ di storia del parco Oddini, in “La Provincia di Alessandria – Rivi- ria dalle origini alla fine del XIX secolo, Edi- di Villa Gabrieli di Ovada, in URBS – Trime- sta dell’Amministrazione Provinciale” – Anno zioni Susalibri 2011. strale dell’Accademia Urbense di Ovada – Anno XXI – N° 6 - Novembre-Dicembre 1974. XVI - n° 3-4/2003. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 111 www.accademiaurbense.it

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Trionzo di Rocca Grimalda fra storia e leggenda di Paolo Bavazzano

Nella solitudine, in mezzo al lavoro immediatamente ti senti preso da inspie- nata per la prima volta Ovada, compare della vegetazione, le forze istintive e ma- gabili emozioni. infatti il toponimo Treonzo terra che fi- gnetiche dell’uomo aumentano e si esal- Da queste rocche calcaree la visione gura tra i beni concessi dal marchese ale- tano, le forti esalazioni degli umori degli che si offre allo sguardo è piacevole: in ramico Anselmo, da sua moglie Gisla e alberi, l’odore dei fieni, gli aromi di certi lontananza le montagne che vedono il dai nipoti Guglielmo e Riprando alla fiori riempiono l’aria di ebbrezza e di mare, più vicino turriti castelli assediati nuova abbazia. Recenti studi hanno ap- vertigine; allora le persone impressiona- dalle casette degli antichi ricetti. L’eco purato che nelle vicinanze sorse bili cadono in una specie di estasi che li della civiltà moderna qui giunge atte- l’antichissima Pieve di San Pietro di fa sognare da svegli….1 nuato, rompono a volte il silenzio il tocco Rocca Val d’Orba, le cui vestigia soprav- di una campana che il vento diffonde dal vivono nei ruderi dell’abside in mezzo La leggenda che stiamo per raccon- borgo limitrofo, a quest’ora sonnec- alla campagna3. L’esistenza di una pieve tare ha come sfondo naturale la zona del chiante sulla collina, e il rapido disconti- conferma la presenza dell’uomo dedito Bric Trionzo, un colle ai confini tra Roc- nuo passaggio degli automezzi nella all’agricoltura e alla pastorizia e avvalora cagrimalda, Carpeneto e Trisobbio. strada alle falde del colle, rumori quasi la tesi che le tracce archeologiche sco- Ci siamo recati sul posto per scattare rassicuranti, circondati come siamo da perte qualche anno fa sul Trionzo, siano alcune immagini che potessero in qual- una natura forte e padrona che sembra connesse ad un rudimentale castello a che modo aiutarci a memorizzare visiva- davvero celare qualcosa di ignoto, perce- guardia della zona risalente al periodo mente il luogo all’origine di una storia pibile ma arduo da interpretare, tipico dei alto medievale, all’invasione longobarda. davvero incredibile, tramandata sia oral- luoghi isolati. Numerosi gli anfratti che i Altre memorie riguardano il ritrovamento mente che per iscritto, ma che non è mai secoli hanno scolpito nella rocca, fendi- in zona di reperti neolitici4. stata raccolta per intero. Forse permane ture scure e profonde come caverne dove Qui un tempo si incontravano i limiti nella memoria di qualche anziano che po- la tradizione vuole abitassero le streghe2. territoriali di borghi che, pur a breve di- trebbe ripeterla mentre i più se la sono Si deve comunque risalire an terior- stanza l’uno dall’altro, come dimostrano portata per sempre nell’aldilà. Molti anni mente all’anno Mille per avere la prima le cartografie coeve, appartenevano a Si- fa però, chi scrive, ha avuto modo di menzione del sito. Nella carta di fonda- gnori e a Stati diversi. Rappresentazioni ascoltarla durante la vendemmia da una zione del Monastero di San Quintino di forse un po’ fantasiose ma precise ri- arguta e simpatica contadina abitante in Spigno (991) nella quale è anche nomi- guardo alle linee incrocianti i vari termini una cascina poco lontana dal Trionzo e, di confine: quelle tozze pietre scalpellate per fortuna, il fantastico racconto non si è che ancora si notano conficcate per terra, dissolto del tutto nella memoria. talvolta proditoriamente spostate per gua- Percorsa la strada che da Roc- dagnare terreno, all’origine di dispute, cagrimalda dirige verso Carpeneto, alla processi e controversie secolari tra le di- curva poco lontano dalla quale si può verse Comunità. Più di una volta i diretti anche salire a Villa Botteri, frazione del interessati, in barba alle sentenze degli ar- Comune di Trisobbio, ecco approssimarsi bitri, passarono alle vie di fatto dando ori- sulla destra la collina del Trionzo. Sono gine a diatribe e rancori tra paesi e le prime ore del pomeriggio di una quieta paesani che il tempo, per buona pace, ha giornata primaverile, momento ideale per cancellato. Pietre che spartivano anche inerpicarsi su per il viottolo che porta culture e tradizioni diverse fra borgo e verso la cima senza rimanere impigliati borgo, tra genti e genti: monferrine, liguri tra i cespugli di rovo o avvertire fra l’erba o savoiarde che fossero, in tempi in cui il spaccata il fruscio improvviso di qualche prete celebrava la Messa in latino ma la rettile in fuga. La natura da queste parti è predica, per farsi meglio intendere dai intatta. Colline coltivate a vigneto e, dis- propri parrocchiani, il più delle volte la seminati fra il verde della campagna, al- diceva in dialetto. beri da frutto: meli, fichi, noci, peschi, Una frana della rocca calcarea ha ciliegi in fiore che sembrano montare la messo in luce l’apparato radicale delle ro- guardia ai vari cascinali. Poi il susseguirsi verelle, il quale, col tempo, si è ricoperto di spazi inselvatichiti da una vegetazione di una robusta corteccia tipica del fusto. spontanea ed ag gressiva come sul Forse l’albero caduto di questa contorta Trionzo dove il silenzio regna sovrano e radice, che dalla strada inevitabilmente Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 112 www.accademiaurbense.it

112 * La figura di Buiù el matt Alla pag. precedente, entrata alla In basso, tracce del castello alto è storica, si trattava di un farmacista grotta ai piedi del Trionzo, posta medievale di Trionzo in una foto di Fossano girovago, ricordato alla al di sopra della fontana al centro di Enrico Giannichedda scomparsa sulle pagine de’ «L Alto del nostro interesse Alla pag. seguente, Carpeneto in Monferrato Corriere una rappresentazione della democrazia» del 1911 cartografica di fine Cinquecento

colpisce l’occhio del viandante, ha visto tradizioni popolari; uno per tutti il conte con speciali proprietà continua ad essere dissetarsi alla fontana del Trionzo, a lato Angelo De Gubernatis il quale ha rac- meta di pellegrini: in misura certo minore della strada, anche Buiù el matt*, un per- colto usanze connesse alle sorgenti. Nel- rispetto a Lourdes, forse l’esempio più sonaggio di cui parleremo più avanti e l’ampio studio6 dedicato agli usi nuziali, eclatante. che i rocchesi hanno ben conosciuto. Al nel capitolo riguardante il bagno che pre- Il miracolo di Lourdes suggestionò a momento però l’argomento che ci sta più cede la vestizione della sposa riporta che tal punto i credenti che presto si verifica- a cuore è proprio la fontana, perché è da in Grecia: l’acqua destinata al bagno nu- rono visioni soprannaturali in numerose essa che è nata la nostra leggenda. Oggi ziale doveva essere di fonte o di fiume, altre località. Negli ultimi decenni la scritta sbiadita sul cartello messo ap- essere insomma acqua viva. Nell’India, dell’800 nella frazione Costa d’Ovada positamente dal Comune avverte che il paese della abluzioni per eccellenza, una villanella, figlia di poveri contadini, l’acqua non è più potabile e un provvi- innumerevoli le fonti sacre, alle quali po- mentre si trovava nel bosco per racco- denziale lucchetto impedisce di attin- teva essere presa l’acqua del bagno nu- gliere legna, dichiarò di aver parlato con gerne se non per usi agricoli. Nei tempi ziale. In Italia l’acqua incontaminata la Madonna. Nelle seguenti apparizioni dei tempi però, la tradizione vuole che veniva fatta attingere da un fanciullo o da si sarebbe anche concretizzato, come dalla sorgente ognuno potesse dissetarsi e una fanciulla sorteggiati fra gli invitati segno tangibile, il fenomeno della polla conservare a lungo la salute poiché allo sposalizio e con quell’acqua propi- sorgiva, ma si trattò di una bottiglia l’acqua che sgorgava era talmente pura e ziatrice venivano pure lavati i piedi degli d’acqua sotterrata in precedenza, pare dai cristallina da eguagliare quella della fon- sposi. massoni ovadesi, per rendere più efficace tana dell’eterna giovinezza. Si potrebbe Anche nella tradizione cristiana sono la messinscena7. quindi ipotizzare che si trattasse di un numerose le fonti legate a fatti miraco- A questo punto però verrebbe da chie- vero e proprio ninfeo a custodia del quale losi. Quasi sempre l’apparizione della dersi: perché proprio ai piedi del Trionzo non potevano che esservi le ninfe. I nin- Madonna è connessa ad una polla una fontana miracolosa quando il nostro fei erano in auge nel periodo romano e in d’acqua sgorgante nel punto preciso in territorio è davvero ricco di sorgenti ma alcune località della penisola ve ne sono cui avviene la celeste visione, fonte alla per la maggior parte in località limitrofe? ancora tracce tangibili intorno a sorgenti quale poi accorreranno i devoti e saranno Perchè non a Castelletto d’Orba dove un da sempre ritenute speciali6. La parola condotti gli infermi. Senza andare tanto tempo si andava a villeggiare per passare ninfa deriva dal greco e significa fan- lontano citiamo il Santuario dell’Acqua- le acque come a Montecatini? La spiega- ciulla incorrotta che presto andrà in santa sulle alture di Genova Voltri sorto zione sembra darla la leggenda stessa sposa. Queste creature bellissime trae- sul luogo del miracolo e dove una fonte perché la fonte del Trionzo, o anche Tre vano vitalità dalla natura, alcune vive- Once, avrebbe avuto, rispetto a tutte le vano eternamente mentre altre avrebbero altre, una proprietà esclusiva. prolungato la propria esistenza molto più Per raccontarla proprio tutta occorre a lungo dei comuni mortali. Eleganti, andare molto indietro nel tempo, ad flessuose, vestite di lunghe tuniche un’epoca lontana, quando l’essere ariose, spesso si divertivano improvvi- umano, pur prestante e vigoroso, aveva sando danze e giochi, e intrecciando ro- ben poche probabilità di raggiungere la mantiche storie d’amore con gli dei e con vecchiaia. La fame, la misera, il duro la- gli abitanti dei boschi. Perché no anche voro e le malattie, logoravano il fisico a sul Trionzo! tal punto che pochi superavano il mezzo Nell’antica Grecia le ninfe erano con- secolo di vita, senza contare l’alta morta- siderate delle vere e proprie dee la cui lità infantile, tuttavia compensata dalle adorazione non avveniva pubblicamente nascite. ma privatamente ed erano omaggiate di La fontana del Trionzo però poteva serti fioriti e prodotti prelibati come il infondere qualche speranza. Infatti chi latte, il miele e l’olio. Presagivano i fu- con pazienza e costanza avesse atteso turi eventi, ispiravano i poeti, guarivano l’età della ragione, dissetandosi a quella le infermità ed erano chiamate in soc- sorgente, avrebbe raggiunto felicemente corso dalle donne durante la gestazione e la vecchiaia senza malattie. Questo infatti il parto. rivelerebbe l’unica versione scritta della L’acqua ed il fuoco hanno fatto scri- leggenda, dovuta alla penna di un certo vere fiumi di parole agli studiosi delle signor Pietro Trabucco di Carpeneto e Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 113 www.accademiaurbense.it

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pubblicata esattamente un secolo fa su un tutti e rubata la bottiglia di un suo vicino dell’olio, situata in alto, in una località giornale che si stampava a Ovada: si recava al fonte con due. chiamata ancor oggi gli Argi di Bano, ar- ...il paese di Carpeneto è situato sul L’indiscrezione di quel tale fu molto rivava al convento un canale fatto di cucuzzolo di una ridente collina del Mon- ben castigata poiché ripetutosi il fatto le cotto. ferrato. In alto troneggia il merlato ca- fate fecero scomparire la vena d’olio e i Lassù i mulattieri che venivano dalla stello e tutto intorno, adagiate ai fianchi marmi e la madreperla riducendo tutto riviera e che portavano l’olio dal Geno- del colle, le liete casette. I torrenti Stana- all’umile stato in cui ora si trova8. vesato al Piemonte, versavano una parte vazzo e Rio Maggiore ne lambiscono le L’olio aumenta la nostra curiosità e del prezioso trasporto nella fonte, quale basi con le loro acque cristalline. subito ci vengono in mente le Olive de- tributo alle monache di Bano. Il Colle Tre-Once, che si eleva alla nominazione di una fertile terra situata L’olio, che si sa, è più leggero del- destra del Rio Maggiore. è coltivato sin poco distante dal Trionzo, ma ormai in l’acqua e pertanto galleggia, era tra- quasi alle estremità a vigna e termina territorio di Ovada. sportato bel bello dalla corrente fin con un grosso ammasso di roccia. Fino a non molto tempo fa qui c’era dentro il convento, dove poi in una vasca Quando il contadino ignorante e su- un uliveto, messo a dimora non si sa bene veniva raccolto. perstizioso credeva ancora alle streghe e quando né da chi, dal quale ha preso ap- Se qualcuno degli antichi pedoni ci fu agli spiriti, quelli del mio paese ritene- punto il nome la località. Il luogo è certa- che mostrò più coraggio e lasciò di pa- vano quel colle sede di streghe. mente fra i più adatti della zona per tal gare il balzello, al ritorno venne privato Novello Olimpo, le streghe e fate si genere di coltura perché esposto ai raggi del mulo e se, non contento d’averla radunavano a concilio e preparavano del sole per molte ore del giorno9. scampata una volta, riprovava a sfi- premi e castighi per le genti. Per quanto riguarda invece il topo- dare la sorte, non tornava per poterla La grande roccia bigia è quasi spo- nimo Olive, intorno alla metà del Sette- contare12 glia di vegetazione. cento, come attesta la visita pastorale del Per gli abitanti di Rocca e di Carpe- Una sorgentella, dalle acque scintil- vescovo Maruchi, nella chiesa parroc- neto il colle Trionzo rimanda ancora oggi lanti e pure, scorre in un rigagnoletto chiale della frazione San Lorenzo di a qualcosa di misterioso e quando ne par- serpeggiante fra i sassi e si getta mormo- Ovada una lapide, murata accanto alla lano finiscono sempre per tirare in ballo rando in una fontana che la raccoglie porta, ricordava un benefattore di nome le streghe… Ai bambini veniva detto che amorevolmente. Dolermo, il quale, con atto del notaio verso l’imbrunire le maliarde si sarebbero Ma, dice la leggenda, di ben altra e di maggiore ricchezza era munita la fon- Giovanni Antonio Soldi del 7 giugno spinte fino alla porta principale del pae- tana. 1692, legava alla chiesa, con l’obbligo se… e nessuno dopo l’ora vespertina Non acqua spumeggiante, ma il fluido perpetuo di dodici messe annue all’Altar avrebbe avuto il coraggio di oltrepassare olio scorreva silenzioso in quel rigagno- Maggiore, quattro staia di terra vignata quel limite per qualsiasi ragione al letto tutto rivestito di madre perla. alle Olive, attestazione che prova quanto mondo13. Smaltata di finissimo marmo la conca la denominazione del sito fosse ormai ra- Che il colle fosse un luogo dove a della fontana raccoglieva l’olio fino al- dicata10. notte fonda si udivano delle voci e si ve- l’ultima goccia. Quando un Carpenetese L’acqua è associata all’olio anche in devano degli strani bagliori, era ripetuto giungeva all’età del giudizio trovava mi- altra località dell’Ovadese. In territorio di nel corso delle veglie invernali nelle steriosamente nei suoi abiti la bottiglietta Tagliolo, per esempio, ai piedi del Monte stalle. A queste riunioni venivano invitati fatata. Colma, dove un tempo esisteva il Mona- dei veri e propri novellatori che per la Tre once d’olio conteneva la fia- stero di Bano, sgorga una fonte detta loro bravura erano perfino contesi. Per te- schetta e ciascun Carpenetese per riem- della Pita11. nere desta l’attenzione dei partecipanti pirla si recava al colle sull’imbrunire. La tradizione vuole che le monache alla veglia bisognava saper recitare come Ma un indiscreto paesano non pretendessero dai viandanti un tributo in dei bravi attori. s’accontentò di quel tanto che avevano olio da una sorgente, detta la fontana Questi provetti contafore, sapevano a Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 114 www.accademiaurbense.it

114 In basso, un aspetto suggestivo Alla pag. seguente, Rocca Grimalda della collina in una carta del 1744

memoria il Pastor Gelindo, l’Ebreo Er- gnore 1853 trovò impiego come giovane aveva più l’aspetto di una drogheria, rante, le avventure di Guerin il meschino. di bottega in una delle più importanti far- piena sì di sciroppi, spiriti, infusi e car- Narravano episodi tragici, truculenti o macie genovesi ma subito chiarì col prin- tine medicinali, ma anche satura di aromi patetici come quello del Pacciugo e della cipale che in primavera se ne sarebbe diffusi dai vari generi coloniali; caffè, Pacciuga, coniugi genovesi miracolati e andato. Era fatto così e nessuno di sicuro zucchero, cacao, liquori e spezie di ogni le cui maschere popolari, celebrate anche gli avrebbe fatto cambiare idea. sorta14. in versi dialettali, ancora si possono ve- Ormai lo conoscevano tutti e per que- Nell’estate di quell’anno anche Rocca dere nel Santuario di Coronata. ste sue stranezze incominciarono a chia- Grimalda venne colpita dal terribile Man mano che procedevano nella marlo el matt, perché la gente non morbo colerico che nel giro di pochi conta e quanto più la storia andava assu- riusciva a trovare una spiegazione che giorni falciò tante persone. Fu proprio in mendo toni accorati, si immedesimavano potesse giustificare il suo comporta- quel grave momento che Buiù el matt, si così bene nella parte che, visibilmente mento: era un ottimo farmacista, figlio di distinse per il suo impegno a sollievo dei vinti dall’emozione, trasmettevano il loro buona famiglia, perché ad una vita agiata contagiati. Quando in agosto l’epidemia stato d’animo a tutti i presenti, facendoli aveva preferito quella del vagabondo?… giunse al culmine e fra lo spavento gene- commuovere fino alle lacrime. I più ca- Gli doveva aver dato proprio di volta il rale persino alcuni notabili del paese fug- paci poi sapevano ben modulare il tono cervello…pensavano i più. Da qui il so- girono via, il farmacista e il suo aiutante di voce che diventava vibrante e ga- prannome di Buiù el matt. invece rimasero al loro posto, coope- gliarda quando interpretavano la parte di Verso la metà di aprile del 1854 il no- rando attivamente con il medico condotto qualche eroe, più dolce e flebile quando stro strambo personaggio lasciava Ge- del luogo e tenendo aperta la farmacia ad entrare in scena era un’eroina. nova per il Piemonte e, dopo circa due anche di notte. Di questo gli abitanti non All’occorrenza scandivano le parole giorni di cammino per la via dei monti, se ne dimenticarono mai. in falsetto, sospendendo la narrazione giungeva a Rocca Grimalda. Il caso volle Da allora ogni volta che Buiù el matt, con pause dosate e ad effetto, riuscendo che il vecchio farmacista del paese avesse nel suo continuo girovagare, tornava in così a totalizzare l’attenzione dei più in- bisogno di un aiutante e sul momento paese trovava sempre ospitalità che ri- genui e sensibili fra i veglianti. propose a Munsù Buiù di coadiuvarlo cambiava dando una mano ai contadini Tra questi originali personaggi, mai nella propria spezieria. A dire il vero durante la vendemmia, nei lavori di can- dimenticato dai rocchesi, ci fu Buiù el matt di cui è finalmente arrivato il mo- mento di parlare. Come le raccontava lui le storie e le leggende non era capace nes- suno. Nato a Fossano, operosa cittadina pie- montese, era capitato a Roccagrimalda quasi per caso. Di famiglia benestante si era diplomato in chimica e farmacia e dopo aver fatto pratica per un certo tempo nella farmacia del suo paese, ben presto si rese conto che quella non era la vita adatta per lui. Quel lavoro dava soddisfa- zione ma sentiva anche forte il bisogno di condurre una esistenza più libera e senza vincoli. Divenne girovago, iniziò così a girare paesi e città lavorando saltuariamente in occupazioni diverse. La sua capacità di adattamento e la robustezza della persona lo portarono a svolgere anche i lavori più umili e di campagna. Nei mesi caldi va- gabondava per il Piemonte, ai primi freddi migrava verso i paesi del litorale marino. Nell’autunno dell’anno del Si- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:02 Pagina 115 www.accademiaurbense.it

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tina, oppure in occasione della spannoc- suo gran dioso palazzo dalle mille stanze. A questo punto uno dei ragazzi che chiatura del granoturco, che solitamente Ciò era possibile grazie ad un incante- ascoltava ad occhi spalancati e a bocca avveniva sull’aia dei cascinali al chiarore simo che si sarebbe dissolto quando aperta il racconto di Buiù, risucchiando della luna settembrina. anche uno solo dei frutti fatati fosse stato la propria saliva che stava per colargli dal Una sera che i suonatori avevano dato staccato. Erano pomi che garantivano labbro, lanciò un urlo di spavento che forfait, la più anziana tra le persone se- l’immortalità e quindi assai desiderati. fece trasalire tutti i presenti. Vergognan- dute in circolo, cominciò a raccontare la Maturavano in mumero di tre per volta e dosi corse subito a ficcare la testa nel storia del Trionzo e dello sciagurato che, considerata la loro particolarità ci voleva grembo della madre. Era normale che ciò non contento di riempire solamente la qualcuno che li custodisse notte e giorno. accadesse. propria ampolla con tre once del prezioso La signora scelse a tale incarico tre bellis- Buiù, sospese per un attimo il rac- liquido colante, ne riempì due rompendo sime fate che si chiamavano Flora, Espe- conto e poi riprese quasi sussurrando: l’incantesimo, trasformando così per ria e Sirena. Le rese libere di cogliere a ...nessuno aveva il coraggio di entrare in sempre l’olio in acqua. loro piacimento i frutti che pendevano quello stupendo giardino perché quei Alla fine toccò a Buiù el matt dire la dalla immensa varietà di piante e che ma- pochi che lo avevano fatto erano scom- sua e cominciò affermando che anni turavano nel sottobosco, eccetto però parsi misteriosamente nel nulla. Di uno prima la leggenda del Trionzo l’aveva quelli che noi ben sappiamo. A loro di- di essi, ai piedi del colle, si trovò appena ascoltata in paese ma in una versione ben sposizione c’erano pere, mele, ciliegie, il coltello con un mozzicone di manico diversa. Gliela aveva narrata una vecchia fragole e dolcezze di ogni genere che in carbonizzato. Il ritrovamento suscitò in gibbosa e secca come una pertica e con tempo di siccità e di carestia sarebbero paese i commenti più diversi. Nei vari ca- la quale, ai tempi del colera, era persino bastate a saziare la fame di tutti gli abi- pannelli di persone qualcuno sosteneva arrivato alle grosse perché la donna, me- tanti dei vari paesi vicini. che il povero disgraziato era senz’altro glio conosciuta come Melia ra megunna, Nel dubbio però che anche le tre me- stato investito e risucchiato dalla folgore, un giorno, mentre la farmacia era piena ravigliose fanciulle potessero cadere in la più superstiziosa del vicinato asseriva di gente, con una vocina stridula da tentazione e appropriarsi del frutto proi- invece che il gradasso era certamente fi- strega se ne era uscita dicendo che per bito la previdente signora pensò a loro nito in mano alle fate, capaci di fargliene scampare al colera le medicine non servi- volta di farle tenere d’occhio da qual- di tutti i colori, altri erano pronti a scom- vano a niente e che ancora tanta gente sa- cuno. mettere che se l’era mangiato tutto intero rebbe morta di sicuro. Tanto lutto e Incaricò così il proprio fattore che si il terribile serpente. dolore - continuò la vecchia - perché i ric- mise d’accordo con un serpente con sette In tali condizioni era dunque impos- chi volendo disfarsi dei poveri, prima di teste di nome Piantone, il quale, a causa sibile riuscire a cogliere le melarance fa- fuggire, avevano sparso una polvere vele- di un furioso incendio, che aveva com- tate e ormai ognuno si era rassegnato nosa in tutti i pozzi e le fontane del paese. pletamente distrutto il bosco dove abi- perdendo ogni speranza. A questa ultima affermazione, che rag- tava, stava cercando una nuova tana. Sul Un bel giorno passò da quelle parti gelò tutti i presenti, il nostro Buiù reagì Trionzo di tane ce n’erano fin che voleva una serpe, verde come l’erba del prato, furiosamente cacciando fuori la vecchia e montare di guardia non gli sarebbe dav- che si fermò a bere alla fontana del quasi di peso. Quello che però ora a noi vero stato di peso poichè soffriva di in- Trionzo. più interessa è il racconto di Buiù il sonnia e praticamente non dormiva mai. Il vigile serpente Piantone, appena la quale, finalmente iniziò dicendo: Il suo aspetto era davvero pauroso, la vide, gli strisciò accanto chiedendole da «…dovete sapere che tutt’intorno al sua lunghezza smisurata, e la pelle repel- dove venisse e dove fosse diretta. La bric Trionzo tanto, ma tanto tempo fa, lente e schifosa che lo rivestiva era nera serpe piangendo disse di essere stata cac- c’era un vasto e rigoglioso giardino e fra come una notte senza luna. Sulla testa di ciata via da un contadino perché gli aveva gli altri, sulla cima, un albero che non mezzo aveva una cresta rossa e frasta- spaventato la moglie. L’ingrato infatti, di- produceva frutti comuni ma melarance gliata che faceva paura e i suoi quattor- mentico dei benefici da essa ricevuti per d’oro. Era un dono che la proprietaria del dici occhi avrebbero incantato e reso avergli sbarazzato i campi dai ratti e da giardino aveva ricevuto dal Mago del Re, succube persino l’essere più ardimentoso tutte quelle bestie dannose alle colture, per alcuni servigi a lui fatti anni prima nel della terra. per dar retta alla moglie, l’aveva sfrattata Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 116 www.accademiaurbense.it

116 Alla pag. seguente, in alto: Alla pag. seguente, in mezzo: Alla pag. seguente, in basso: gli invitati che affollavano i locali La nipote legge un’ode latina da sinistra: la prof.sa Marisa Ottonello, della nascente Biblioteca dedicata da Agostino Sciutto alla ins. di Scienze Naturali, la sig.ra Irma da intitolarsi ad Agostino Sciutto sua Grillano. Barcellona Scarsi, vedova dell’astrofisico, il preside Laguzzi davanti alla targa dedicatoria

e ora, poverina, si trovava senza una casa. Note 7 PAOLA PIANA TONIOLO, La Santa della 1 Costa di Ovada Il fido Piantone che aveva il cuore (ELIPHAS LEVI, Magia delle campagne e , in Urbs, anno X, n. 3-4, Luglio duro come la roccia, tuttavia, ascoltando stregoneria dei pastori, I Dioscuri, Napoli – Settembre 1998, P. 92 – 104. 8 quella storia, si intenerì un pochino e in- 1988). Cfr. «L’Alto Monferrato – Corriere della 2 GIUSEPPE FERRARO, Glossario Monferrino, Democrazia», anno III, n. 11, Ovada 15 – 16 vitò la serpe a rimanere con lui. Anzi tra Marzo 1911. essi nacque presto qualcosa di più che Torino 1889. p. 119. Triuns, tiriuns. Colle a Car- peneto d’Acqui, verso Rocca Grimalda ai piedi Nel parco dell’abbazia di Novalesa, vicino una semplice simpatia. Un giorno, men- del quale è una sorgente, che in tempi più anti- alla cappella dedicata a s. Eldrado, si trova una tre i due rettili se ne stavano comoda- chi (e credenzoni) dava olio, ed ora dà acqua. E fontana miracolosa. La leggenda infatti dice che mente arrotolati al sole, sibilando delle luogo aprico, sassoso, con tracce di caverne fa- in tempi di grande carestia il Santo non esitò a cose del giorno, la fata Esperia, che ormai cili a scavare nell’arenaria di cui è composto, venire incontro agli abitanti facendo scaturire da abitazioni della streghe secondo il volgo, ma un masso, con il proprio bastone, uno zampillo da tempo bramava appropriarsi delle me- di puro olio di oliva. Tutti accorsero alla fontana larance d’oro, approfittando della loro di- certamente stazione preistorica, come si può ar- guire da cocci di vasi di antica fattura, e fusa- ad attingere il prezioso alimento. Alcuni monaci sattenzione, allungò la mano e ne staccò iuole, trovati sul posto. Ithurria nel basco vale però approfittarono della situazione e comincia- una. Quanto è vero che uno più uno più fonte, sorgente, iturriso, abitazione, iturrios, rono a vendere l’olio per guadagnare soldi con uno fa tre, ciò che accadde sul Trionzo è ithurri, uthurri in dialetto laburdino e basso na- poca fatica. Accortosi di questo il Santo si ar- quasi impossibile da raccontare - prose- varrese uguale a fonte. rabbiò e trasformò la sorgente dell’olio in una comune fonte d’acqua. (ROSSANO D’ANTONIO, guì Buiù senza battere ciglio: ...improv- Questo nome toponimico è certamente li- gure. Tura è nome di fiume affluente del Tobol Leggende di serpenti – Mozilla firefox). visamente il cielo si fece cupo e 9 che scorre in Siberia, Ural è altra fiume pure di L’atlante cartografico che il Massarotti ha minaccioso e scese la notte. La melaran- quelle regioni, ed ura come è detto, in basco, redatto nel 1648 per conto della Repubblica di cia d’oro colta da Esperia e le altre due vale acqua, oureo in gr. io verso acqua. Genova per stabilire i confini tra Ovada e i Bor- nel giro di pochi secondi persero ogni po- 3 PAOLA PIANA TONIOLO, La pieve di Rocca ghi viciniori, indica la località che ci interessa tere e avvizzirono. Tutti gli alberi secca- Grimalda (Storia di una “scoperta”), in «Ri- come La Valle delle Olive. vista di Storia Arte Archeologia per la Provin- Grazie ai cambiamenti climatici infatti gli rono di colpo e i frutti caddero a terra ulivi hanno trovato buona diffusione in Pie- marci e frantumati come colpiti da una cie di Alessandria e Asti», A. CXIII.1 (Anno 2004), p. 211. monte soprattutto nelle zone del nord-est carat- violenta grandinata. Le tre fate che fino terizzate da numerosi laghi sulle cui sponde ad allora erano creature di una bellezza Si veda inoltre: S. ARDITI - C. PROSPERI, Rocca l’albero, di origine mediterranea, da tempo ha Grimalda: pieve di San Pietro, in Tra Roma- trovato le condizioni ideali per svilupparsi. Il 7 indescrivibile videro il proprio aspetto nico e Gotico, percorsi di arte medievale nel cambiare d’un lampo. Di lì a poco si ri- febbraio 1369 a Torino è emesso un ordinato che millenario di San Guido (1004 - 2004) Ve- impone di piantare olivi e mandorli a chiunque trovarono vecchie e decrepite come delle scovo di Acqui”, Acqui Terme, 2004, p. 175. abbia vigne; gli Statuti Criminali di Chieri, dello 4 raccapriccianti streghe e, disperate, si na- ENRICO GIANNICHEDDA, Il Castello di Tre- stesso secolo, impongono gravi multe a chi scosero nella caverna più profonda del onzo: problemi e prospettive della ricerca ar- estirpi, rubi o danneggi piante di olivo…”. Cfr. cheologica sul territorio, in Atti del Convegno colle. ANDREA FABBRI L’olivo nella storia dell’agri- Internazionale San Quintino di Spigno, Acqui coltura dell’Italia settentrionale, «Convegno Ai due serpenti invece toccò una sorte Terme e Ovada: un Millenario. Fondazioni reli- migliore. Nello stesso istante in cui le dell’Accademia dei Georgofili», L’olio di oliva giose ed assetto territoriale dell’Alto Monfer- nel Nord Est, (Padova, 17 maggio 2006). auree melarance divennero pomi comuni, rato nei secoli X e XIII, (Giornate Ovadesi, 27 e 10 EMILIO PODESTÀ, La Visita pastorale ad essi mutarono le proprie sembianze in 28 Aprile 1991, a cura di Alessandro Laguzzi e Ovada di Mons. Marucchi, III, in «Urbs», anno due bellissimi giovani che presto si uni- Paola Toniolo, Alessandria, Biblioteca della So- XI, n. 3-4 Luglio – Dicembre 1998, pp. 124 - rono in matrimonio, ebbero una nidiata cietà di Storia Arte Archeologia – Accademia 125. degli Immobili, n. 30, 1995, p. 1. di figli e vissero così felici e contenti. 11 Devo l’informazione alla prof. Paola Pia - In tale studio Giannichedda accenna ad una na Toniolo. Da allora il Trionzo divenne gerbido e carta topografica del 1757 redatta in base ad un 12. Cfr. A.S.B, Miti e leggende del Monte solitario. All’intorno però, con il sudore tipo di ben quattro secoli prima dove “lungo la Colma. Il mistero di Bano, in «Valle Stura A strada che unisce Roccagrimalda a Carpeneto è della fronte e tanta fatica, gli uomini ini- Chervella», luglio 1985, p. 12. raffigurata una collinetta detta Fontana di ziarono a dissodare le rocche tufacee e a 13 Della leggenda del Trionzo ne parla anche Trionsi”. piantare la vigna. ANTONELLA RATHSCHULER. Giuseppe Ferraro, 5 ITALO PUCCI, Culti Naturalistici della Li- aspetti magici, in «Storia e folklore nel Monfer- Ebbero poi la soddisfazione di stac- guria Antica, Luna Editore, Società Editrice Li- rato di Giuseppe Ferraro, carpenetese». Atti del care i grappoli d’uva nell’allegria della gura Apuana, La Spezia 1997, p.64: Le fonti convegno Carpeneto, 27 maggio 2006, a cura di vendemmia e ancora, a ricompensa del sacre della Spezia. Lucia Barba e Edilio Riccardini, Carpeneto 6 E UBERNATIS Storia comparata degli loro tenace lavoro, di spillare un vino dal A. D G , 2007. p. 155 – 172. Usi Nuziali in Italia e presso gli altri Popoli colore e dal sapore tutto esclusivo, eccel- 14 Tuttora in alcuni paesi dell’Ovadese in Indo-Europei, Milano E. Treves &C. Editori, lente e desiderato al pari delle mitiche dialetto il farmacista è detto spessiè. melarance d’oro. 1869, p. 121 – 126, XIX, Il bagno, la sposa si veste. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 117 www.accademiaurbense.it

117 L’Istituto “C. Barletti” intitola la Biblioteca di Istituto ad Agostino Sciutto insigne classicista e l’Aula di Scienze Naturali all’astrofisico Livio Scarsi

Da tempo il Collegio Docenti dell’Isti- tuto Superiore Carlo Barletti di Ovada aveva deliberato di onorare la me moria dell’Astrofisico di Rocca Grimalda Livio Scarsi, scomparso nel 2002, intitolandogli l’Aula di Scienze Naturali. La recente scomparsa del Prof. Agostino Sciutto, che ha insegnato Latino e Greco a intere gene- razioni fra cui alcuni insegnanti dell’nostro istituto, nel quale aveva tenuto un apprezzato corso sulla poesia latina, ha convinto il Collegio Docente, su proposta del preside, a deliberare in suo onore l’intitolazione della Biblioteca d’Istituto. Martedì 22 maggio u.s. nei locali della nascente Biblioteca, alla presenza di un folto pubblico di invitati fra cui le autorità civili e religiose, i famigliari degli scom- parsi, i dirigenti scolastici degli istituti del distretto, una piccola rappresentanza degli studenti, si è svolta la cerimonia comme- morativa delle figure dei due studiosi. A fare gli onori di casa il preside Laguzzi che nella breve introduzione ha illustrato il va- lore di testimonianza di impegno e amore per la conoscenza che ambo le personalità dei due studiosi offrono all’attenzione dei giovani, doti le loro completate da una grande umanità nei rapporti personali. É questo il tacito messaggio che si intende rivolgere alle generazioni future. La parola è poi passata al dott. Antonio Lo Campo, giornalista scientifico che ha illustrato la figura di Livio Scarsi, che i nostri lettori già conoscono. Suce ssivamente è interve- nuta la Prof.ssa Franca Barbero che, da ex allieva del prof. Sciutto, ne ha ricordato le doti umane e di insegnante e il clima se- reno e operoso che sapeva istaurare nelle sue classi. Il ricordo del Prof. Sciutto è poi terminato con la lettura da parte della ni- pote Monica Boccaccio di un’ode latina su Grillano. Don Giorgio Santi, dopo appro- priate parole di circostanza. ha proceduto alla benedizione dei locali. Si è quindi pro- ceduto alla scopertura delle targhe com- memorative apposte da parte di due studenti, scelti per il loro impegno scola- stico. Le due targhe recano in calce un motto latino che ha il compito di ricordare i tratti salienti della loro esistenza: Livio Scarsi: per aspera ad astra ...; Agostino Sciutto: non omnis moriar ... Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 118 www.accademiaurbense.it

118 Muli e forti nel deserto cirenaico La lunga naja (1912-1920) del fante Luigi Piana detto Bigiulu di Pier Giorgio Fassino

“... Le scarpe avevo cercato di ven- un ingaggio e - solo in caso di guerra - il Vi scrivo queste poche righe per farvi derle ma volevano darmi poco e io piut- re poteva ricorrere alla leva dalla quale sapere mie notizie. Io qui mi trovo in per- tosto ve le mando a casa, così le porterà era però esclusa la Sicilia. fetta salute e come spero di voialtri. Sto Carlino se le vanno bene .... di già che c’é Clamorosi i fatti accaduti a Castella- benissimo, mangio tanto, mangio tutta la la combinazione perché adesso partiamo mare del Golfo, presso Trapani, quando gavetta ma la pagnotta non mi basta, per la Libia e perciò non mi servono più il 2 Gennaio 1862, circa quattrocento gio- compero quattro o cinque soldi di pane .....” vani renitenti, capeggiati da due popolani tutti i giorni. Ieri mattina il caporale mi Così si esprimeva Luigi Piana - for- innalzanti una bandiera rossa, affluirono ha messo in nota, e questa mattina siamo nendoci, inconsapevolmente, un vivido dalle campagne circostanti - dove vive- andati dall’ufficiale medico che appena quadro delle condizioni economiche vano alla macchia - nel centro abitato: as- mi ha visto mi ha concesso il supple- degli strati sociali meno abbienti del- salirono l’abitazione del Commissario di mento di un quarto di pagnotta senza pas- l’epoca - in una lettera inviata alla fami- Leva e l’abitazione del Comandante della sarmi la visita. glia da Piacenza, l’8 gennaio 1913, ove Guardia Nazionale, trucidarono i due Qui sinora fatica non ne facciamo, al presso il Deposito del 68° Fanteria “Pa- commissari governativi e bruciarono le mattino alle sei suona la sveglia, poi ci lermo” (1) - operante in Libia - seguiva loro case. Ma il giorno seguente due navi danno il caffè, ci metto un bel pezzo di il consueto corso di addestramento delle militari sbarcarono alcune centinaia di pane assieme, poi si fa la branda, si mette reclute destinate a rimpiazzare le perdite Bersaglieri che diedero la caccia ai ribelli il posto in ordine, alle sette si passa in e gli avvicendamenti del personale di tale con rastrellamenti che durarono diversi riga, si fa un po’ d’istruzione nel cortile Reggimento. giorni. sino alle nove. Alle dieci c’è il brodo con Missiva dettata - come tante altre - ad Tuttavia la riforma del 1876 avanzata un bel pezzo di carne. un commilitone o ad uno scrivano di fu- dal Ministro della Guerra, gen. Ricotti, A mezzogiorno si fa l’adunata, si va reria - secondo quanto testimoniano le aveva ridotto il servizio di leva da 5 a 3 in piazza d’armi, si sta fino alle tre poi si più disparate calligrafie - poiché verosi- anni mentre la legge voluta dal ministro ritorna in caserma. Alle quattro c’è il ran- milmente, pur essendo alfabetizzato tanto Spingardi (2) nel 1910 l’aveva ridotta a cio, pasta asciutta o pasta in brodo, poi da chiedere ai parenti l’invio di qualche 18 mesi. alle cinque c’è la libera uscita. Ma noi copia de “La Stampa” o della “Tribuna”, Il nostro fante aveva quindi davanti a usciamo una volta o due la settimana al non aveva molta dimestichezza con sé la prospettiva di un periodo di “naja” massimo perché ci divertiamo nel cortile. penna e calamaio. Lettere per lo più indi- abbastanza limitato ma gli avvenimenti C’è uno che ha l’armonica, tutte le sere rizzate alla madre Teresa Bersi - vedova che seguirono l’ avrebbero prolungata a suona, noi saltiamo, cantiamo e ce la pas- e abitante in Ovada - Via Voltegna, 16 - dismisura. siamo allegramente, è una vita da non con un secondo figlio, Carlino. Questa è la sua prima lettera scritta in morir mai più ...... ”. Questa corrispondenza, conservata Piacenza il 4 Ottobre 1912 che riflette i Narrazione che risuona ad onore del dai famigliari che lo avrebbero riabbrac- sentimenti di una persona abituata a la- già citato Ministro Spingardi, alessan- ciato solamente nel 1920, ci offrono vorare duramente e a consumare pasti drino, che proprio in quegli anni reggeva anche un affresco del servizio militare di frugali: il Ministero della Guerra ed evidente- leva dell’epoca che contribuì non poco “Carissima Madre e Fratello. mente dispiegava la sua correttezza non all’amalgama dei giovani provenienti dalle varie regioni e per molti servì ad imparare, dopo il dialetto, una seconda lingua: l’italiano. L’istituto del servizio di leva obbliga- torio era stato prontamente inserito dal neonato Regno d’Italia nei suoi ordina- menti militari (Gazz.Uff. 30.06. 1861) originando - nell’ex Regno Borbonico - episodi di renitenza alla leva particolar- mente numerosi in Sicilia in quanto pre- scrizione del tutto inconsueta tra le popolazioni sicule. In realtà il sistema di reclutamento abituale dell’Esercito Borbonico era fon- dato, come in molte organizzazioni mili- tari dell’ancient regime, sull’ar ruo la- mento volontario dietro il pagamento di Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 119 www.accademiaurbense.it

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menti antiguerriglia tra le dune o su im- pervi sentieri: armi, munizioni, teloni da tenda, barelle e generi alimentari per il rancio. Ed il nostro Bigliulu, abituato ad una vita faticosa e sobria, vivrà per diversi anni in simbiosi con questi insostituibili quadrupedi dotati di forza non comune, di resistenza alla fatica, di carattere om- broso, spesso testardo ma adatto a pascoli solo tra gli alti gradi del Regio Esercito Anche gli acquartieramenti, ubicati in radi e a sopportare facilmente intemperie ma anche lungo la scala gerarchica sino vecchi forti che avevano ospitato genera- e lunghe astinenze. Il neo conducente ap- ai minori reparti contrastando arbitrarie zioni e generazioni di fanti turchi prese i passi fondamentali della “Pre- prepotenze e possibili sottrazioni sui vi- (l’Impero ottomano si era impadronito ghiera del Mulo” (5) che un sagace veri spettanti ai soldati. della Cirenaica e della sin dal veterinario militare, erede del medicus Ma lo scenario apparirà completa- XVI secolo), erano per lo più fatiscenti jumentarius della legioni romane, nella mente diverso nelle lettere successive mentre l’Intendenza del Regio Esercito - seconda metà dell’Ottocento aveva com- quando le reclute, terminato il periodo di per contenere al massimo le spese - non posto per fornire - in modo bonario - addestramento, raggiunsero il proprio forniva le più elementari suppellettili: “ norme tanto semplici quanto fondamen- reggimento, ovviamente il 68° Fanteria ...... se abbiamo voluto sollevarci da tali per accudire il quadrupede: già in piena attività bellica in Cirenaica terra, dopo quattordici mesi, abbiamo “Non ridere, o mio conducente, ma nella zona di Bengasi. pensato di procurarci nascostamente mi- ascolta questa mia preghiera. Accarez- Quivi la situazione non era rosea sere brandine [costruite] con cassette [per zami spesso e parlami, imparerò così a come in Italia: le popolazioni locali, lungi bidoni] di benzina». conoscere la tua voce, ti vorrò bene e la- dal salutare con gioia la liberazione dal Non chiedeva mai denaro bastandogli vorerò più tranquillo. giogo ottomano, non attivarono alcuna la decade e la somma che, con apprezza- Tienimi sempre pulito! Un giorno ho insurrezione contro i precedenti domina- bile sensibilità, la Civica sentito dire dal capitano che” un buon tori. Anzi bande beduine, alimentate dai Amministrazione destinava annualmente governo vale metà razione”. E’ vero: turchi e - dopo l’entrata in guerra dell’im- - ge ne ralmente in occasione della Festa quando ho gli occhi, la pelle e gli zoccoli pero ottomano a fianco degli Imperi Cen- dello Statuto - ai concittadini sotto le puliti, mi sento meglio, mangio con mag- trali - anche dai tedeschi, iniziarono una armi: “..... Ritenuto anche per l’anno giore appetito e lavoro con più lena. pesante guerriglia che raggiunse l’aspetto 1913 l’opportunità di celebrare la pa- Quando sono in scuderia lasciami legato di una vera e propria jihad quando a gui- triottica festa mediante una modesta lungo, specie di notte, affinché io possa darla era un’autorità religiosa come il Se- oblazione a favore dei soldati apparte- giacere e riposare. Va bene che sono ca- nusso (3) o un suo delegato come il nenti a famiglie disagiate, i quali trovansi pace di dormire anche stando in piedi, “Garibaldi del Deserto” Omar al Muktar a prestare servizio nella Libia o nelle ma credimi, riposo e dormo meglio (4). isole dell’Egeo; visto l’elenco dei soldati quando sono sdraiato. ... Quando an- Ma il nostro Bigiulu non sembrava anzidetti, che ascende al massimo ad una diamo in discesa e io vado più adagio di accorgersi della guerriglia e del clima de- ventina di sussidiabili, unanime delibera, te, pensa che lo faccio perché voglio ben sertico: “...... io qui mi trovo sempre in di solennizzare la Festa dello Statuto di- vedere dove metto gli zoccoli; non inci- perfettissima salute” scriveva da Bengasi sponendo per la consueta illuminazione tarmi quindi a procedere più celermente, il 22 Febbraio 1913 spiegando, tra l’altro, del Palazzo Municipale e mandando ero- ma allungami il pettorale ed accorcia la che nonostante possibili dicerie, garsi un sussidio straordinario di lire braca affinché il carico non mi scenda “...l’acqua è buona” . Contestualmente venti ciascuno a favore dei soldati appar- sul collo e mi spinga a cadere. E quando dissuadeva i famigliari dall’inviargli vi- tenenti a famiglie disagiate del Comune in salita io vado più in fretta, non mi trat- veri supplementari sebbene il regime ali- di Ovada, i quali trovansi a prestare ser- tenere con strattonate e non ti attaccare mentare fosse cambiato, divenendo an- vizio di guerra nella Libia e nelle Isole alla coda perché io ho bisogno di essere cora più parco, poiché “....una volta la dell’Egeo.” libero nei movimenti per meglio superare settimana invece di consumare carne di A Bengasi venne assegnato alla com- i tratti più ripidi e difficili del percorso. bue consumiamo carne di pecora e due pagnia “Stato Maggiore” del II Batta- Accorciami il pettorale ed allunga la volte la settimana si consuma carne di glione che oltre a pianificare l’attività del braga in modo che il carico non mi vada scatolette.” mentre “... il formaggio me lo reparto - in via eccezionale - aveva anche sulle reni procurandomi ferite e piaghe. passa due volte alla settimana il governo in carico i muli addetti al trasporto degli Se io inciampo, abbi pazienza, sorreg- e una volta il baccalà ....”. impedimenta durante i lunghi pattuglia- gimi ed aiutami. ....Quando rientriamo in Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 120 www.accademiaurbense.it

120 A pag. 118, in basso, un angolo di Alla pag. precedente, fanti del 68° In basso, il forte di Tilimun forte a Bengasi Fanteria (Luigi Piana è il secondo da sinistra, Alla pag. seguente, conduttori di prima fila in alto) muli del 68° Reggimento Fanteria Palermo. Bigiulu è il secondo da sinistra (si ringrazia la Famiglia Piana per le foto e la documentazione) caserma o nell’accampa mento non ab- “Immaginate un grande recinto costi- sta Skleidima, un avamposto a 40 km. da bandonarmi subito anche se sei stanco, tuito da pali alti quanto un uomo, uniti da qui. .”. ma pensa che anch’io ho lavorato e sono fili di ferro spinato per una larghezza di Così si presentava, nei primi giorni di più stanco di te. Se sono sudato strofi- circa trenta metri. E’ il reticolato. All’in- Maggio del 1915 il forte di Soluk (7) nami subito con un po’ di paglia: per te terno di questo sta un fossato che corre quando vi giunse il nostro conduttore di sarà una fatica lieve e basterà ad evi- tutto attorno ai piedi di un muro fatto di muli, verosimilmente spossato dalla mar- tarmi dolori reumatici, tossi e coliche. pietre e fango, sormontato da merli e in- cia di oltre trenta chilometri lungo il pol- Fammi bere spesso acqua fresca e pulita, terrotto ogni tanto da torri rotonde mer- veroso percorso, con l’animo velato di se bevo troppo in fretta distaccami pure late esse pure; muro e torri crivellate da malinconia trovandosi così lontano dalla dall’acqua perché mi farebbe male, ma feritoie. Tutto attorno - all’interno - si ap- costa, ricca di palme e di uliveti, in quella non agire con imprecazioni e strattonate. poggiano al muro le abitazioni dei soldati arida pianura, quasi priva di alberi e con Lascia poi che io ritorni a bere perché che, in caso di allarme, non fanno che sa- rari uadi dal fondo rinsecchito; ambiente l’acqua non mi ubriaca e mi fa bene. lire in piedi sul letto ed hanno la rispet- in cui le antiche poesie arabe affondano Quando poi sei di guardia alla scuderia tiva feritoia sopra la testa. Il tetto è fatto le loro radici: non dimenticare di passare la biada al come tutte le case arabe, di travi e tavole “.... Quante giornate di canicola dal setaccio per togliere polvere e terra, mi e sopra la terra battuta. Questa la cintura barbaglio fondente, in cui le vipere si tor- eviterai così riscaldamenti e dolori visce- di difesa. All’interno - nel centro - sta una cono sui ciottoli arsi dal sole, rali. Ricordati che io capisco benissimo costruzione più elevata con su una torre ho affrontato col viso senza riparo al- quando il conducente mi vuole bene o è altissima fatta di ferri incrociati. Lassù sta cuno né velo, fuorché una bella veste ri- cattivo...... Sii sempre buono, compren- di continuo un osservatore con un riflet- gata, ma ridotta a brandelli..”. sivo e paziente, pensando che anche noi tore per la notte e l’apparato radiotelegra- Ma grazie al suo carattere disciplinato muli siamo carne ed ossa...... Ricordati fico che comunica con Bengasi. Gli e dall’indole aperta, allegra e sempre dunque, mio caro conducente, che come ufficiali hanno delle costruzioni arabe ad pronta a raccogliere e raccontare barzel- tu hai bisogno di me io non posso fare a un piano, con brande e suppellettili rudi- lette, talvolta trascritte anche sulle carto- meno di te. ...Solo così il buon Dio ci aiu- mentali...... line inviate alla famiglia, aveva terà e ci benedirà.” Ci sono forni, cucine, infermeria, ma- sopportato la fatica senza troppo recrimi- Per sedici mesi consecutivi trasportò gazzini, tutto fatto dai soldati. Attorno ai nare. pietre per la ristrutturazione delle fortifi- reticolati, anche qui circa 200 tende strac- Pensava di essere l’unico ovadese in cazioni turche in rovina con le classiche ciate e basse di indigeni sottomessi che mezzo a quei simpatici fanti del 68°, pro- “carrette da battaglione leggere” (rimaste vivono di razzie a danno dei ribelli, col- venienti dai più svariati angoli della Peni- in servizio dalla seconda metà dell’Otto- tivano l’orzo sotto la nostra protezione e sola, ma ben presto dovette ricredersi cento sino agli Anni Cinquanta) trainate ce lo vendono più caro che possono. poiché nel declinare la propria località di dai suoi muli in sostituzione degli effi- Qui l’acqua c’è in abbondanza e provenienza si sentì dire che anche un uf- cienti ma pochi autocarri FIAT 15 ter (6). buona. Non ci sono alberi a vista d’oc - ficiale medico, il signor tenente Cortella Numerosi erano i forti che gravita- chio, ma i campi verdeggiano d’orzo - partito pochi giorni prima, il 21 Aprile vano attorno a Bengasi, presidiati dal quasi maturo. Lontano all’orizzonte Sud 1915, per Skleidima, lo sperduto avanpo- 68°, e il Nostro li raggiunse quasi tutti si profila una catena di montagne: lassù sto tenuto dai Bersaglieri -, era di Ovada. trasportando anche i rifornimenti neces- sari alla quotidianità delle guarnigioni: Tolmeita, Ghemines, Soluk, Tilimum per citare le più importanti. Ritornò a Soluk, nel 1915, prove- niente da Ghemines, il villaggio costiero ad ovest di Bengasi ove le navi adatte al piccolo cabotaggio sostavano in rada e sbarcavano militari ed indigeni con i loro animali con trasbordi su maone o altri tipi di imbarcazioni per evitare le piste co- stiere infestate da ribelli. Quindi con au- tocarri o con marce faticose lungo la pista desertica si avviavano verso l’interno per raggiungere le rassicuranti mura del forte il cui nome ricordava, non solo fonetica- mente, il termine arabo sulùk (disperato): Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 121 www.accademiaurbense.it

Lo avrebbe incrociato sino da allora se infine di stanza a Ghemines dall’autunno partenza, quindi presto passerò da Ghe- fosse arrivato a Soluk qualche giorno sino alla tarda primavera del 1919. mines. prima. Infatti il 29 Aprile la guarnigione Un periodo incredibilmente lungo per Per ora vi mando questa piccola cosa del forte di Skleidima aveva avuto una un soldato di leva anche se non inusuale che vi dividerete da buoni amici. serie di cruenti scontri con i ribelli ed una in quegli anni infestati da guerre. Non State sani e allegri. compagnia del 68° Fanteria era accorsa a venne coinvolto in combattimenti parti- Tanti saluti dal vostro Capitano Cor- bordo di alcuni autocarri a dare manforte colarmente cruenti ma certamente lavorò, tella.” ai bersaglieri ma era giunta quando i ri- alacremente e senza interruzioni, nelle belli si erano ormai ritirati sul Gebel. salmerie tanto che il povero Piana non la- I risultati dei buoni uffici e delle pe- Bigiulu incontrò qualche tempo dopo sciò mai il proprio reparto, per una sia dine mosse, per la seconda volta, dalla il Tenente Cortella, persona nota in pur breve licenza. E quasi nella mede- benevolenza dell’ufficiale medico - sia Ovada essendo quasi coetanei (il Dott. sima condizione si trovavano alcuni suoi pure commisurati ai tempi richiesti da Cortella era nato nel 1889), e tra i due commilitoni originari dell’Ovadese oltre una rigida burocrazia militare costretta a nacque una sorta di legame tra concitta- modo irritati dal vedersi sistematica- coniugare le esigenze di una colonia con dini. Tra l’altro Bigiulu ebbe, tra i suoi mente respingere le loro richieste a causa quelle della madrepatria da poco uscita commilitoni del 68°, in periodi diversi, della guerra in corso in Europa. Sicché dalla 1^ Guerra Mondiale - non si fecero numerosi ovadesi o del circondario: questi giovani soldati, non sapendo a attendere. Infatti da una lettera del 12 giu- Paolo Piccardo, Geo Salvini, Giovanni quale santo votarsi, pensarono bene di gno 1919 apprendiamo che il nostro Campora, Matteo Olivieri, Giovanni Bat- evidenziare la situazione in cui si trova- Piana - finalmente -, dopo sette lunghi tista Sciutto, Moccagatta di Molare - ar- vano al Capitano Cortella, il loro in- anni trascorsi tra dune e muli era rientrato tigliere del 1° Reggimento da Montagna fluente concittadino. Il medico si attivò in Italia e destinato alla nuova sede del -, per citare i nomi più ricorrenti ed un ca- presso i superiori gerarchici e, a fronte di 68° Fanteria a Taliedo. pitano di Fanteria di Roccagrimalda una situazione così meritevole di atten- Ma la sua naja non era ancora termi- (sembra un tale Piccardi) che per un certo zione, reputò che la questione fosse an- nata poiché nuovi avvenimenti congiura- periodo comandò una compagnia del 68° data a buon fine. Ma dovette ricredersi vano contro il suo congedo nonostante prima di essere trasferito ad altro inca- quando a Febbraio del 1919 venne a sa- fossero in corso le operazioni di contra- rico. Ma probabilmente tra questo uffi- pere che i suoi concittadini si trovavano zione del Regio Esercito che doveva ri- ciale di Rocca ed il nostro mulattiere non ancora in Libia. tornare agli organici d’anteguer ra. correva buon sangue mentre molto di- Quindi scrisse loro questa lettera rin- Smobilitazione in parte rallentata per versi erano i rapporti con il Cortella - di- venuta tra la corrispondenza conservata motivi di ordine pubblico poiché in Ita- verse volte citato dal Piana nelle sue dalla famiglia Piana: lia, sino dalla Primavera del 1919, si missive alla famiglia - probabilmente “ Zuetina, 28.2.1919 erano avuti gravi incidenti provocati dal grazie al carisma ed ai modi, semplici e Cari amici, ho ricevuto la vostra let- carovita ed dalla crescente disoccupa- nello stesso tempo signorili, tipici di que- tera che mi ha fatto molto piacere. Avevo zione a causa della chiusura dell’industria sto ufficiale, tanto che col passare degli scritto a casa per annunciare la vostra li- bellica, dal rientro dei soldati e dal forte anni divenne il “Mamma santissima” a cenza , ma purtroppo sento che siete an- malcontento dei contadini meridionali ai cui si aggrappò il nostro Bigiulu. cora qui. Pazienza: ma ora state tranquilli quali, nei giorni più oscuri della disfatta Infatti gli anni di naja si erano accu- che insieme a questa mia parte un’altra di Caporetto, era stata promessa una ri- mulati: nel 1912 era stato arruolato e spe- lettera diretta a chi so io e molto facil- forma agraria per contrastare il latifondo. dito a Piacenza, il 1913 e buona parte del mente vi farà ottenere quello che da tanto A ciò si aggiungano le conseguenze 1914 li aveva trascorsi tra Bengasi e Tol- tempo desiderate. del successivo 2 Luglio quando, a Fiume, meita; da Settembre del 1914 sino a Mag- Quello che vi raccomando è di stare i fucilieri vietnamiti di un reggimento gio del 1916 aveva prestato servizio per tranquilli e avere pazienza che farò io in francese dell’armata coloniale - inviato in lo più a Soluk, quindi era rientrato a Ben- modo di ottenere tutto quello che si potrà. Europa per dare manforte all’Armée de gasi ove, secondo la cronologia fornitaci E io ho molte speranze e quindi state al- Terre e, al termine del conflitto, parcheg- dalle sue lettere, era rimasto per tutto il legri. giato in Dalmazia come reparto di occu- 1917 e buona parte del 1918 per essere Spero di vedervi prima della vostra pazione in attesa di essere rimpatriato in Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 122 www.accademiaurbense.it

A lato, autocarro Fiat mod. 15 bis o “Libia”, fotografato in ambiente cirenaico Alla pag. seguente, il capitano medico Cortella sottopone a vaccinazione una ragazza mentre un carabiniere ne registra il nominativo ed un zaptié (carabiniere indigeno) regola l’afflusso dei Libici

Fante Campora Giovanni di Luigi e di Risso Angela (classe 1891) - 26° Reggimento Fanteria - 4^ Compagnia - Derna (Cirenaica); Granatiere Costa Giovanni di Paolo (classe 1891) - 1° Reggimento Granatieri - 11^ Compa- gnia - Zuara (Tripolitania); Fante Scarsi Vincenzo di Marco (classe 1892) - 18° Reggimento Fanteria - 9^ Compa- gnia - Garian (Tripolitania); Geniere Sciutto Giovanni Battista fu Giu- seppe (classe 1891) - 5° Reggimento Genio - 8^ Compagnia Minatori - Derna (Cirenaica); Fante Campora Andrea fu Angelo (classe Indocina - strapparono incautamente le cante futuro disparvero “...... come foglie 1892) - 52° Reggimento Fanteria - 7^ Compa- bandiere tricolori agitate dalla folla in- secche, mulinate via dal vento d’oriente e gnia - 1^ Sezione Colonna Muli - ; neggiante all’Italia. Scoppiò un grave tu- occidente.” (Adi ibn Zaid - poeta prei- Fante Colono Luigi di Ferdinando - Panifi- multo nel corso del quale un reparto di slamico). cio militare - Tripoli; granatieri italiani - intervenuti in aiuto dei Fante Olivieri Matteo di Ambrogio (classe 1892) - 68° Reggimento Fanteria - II Batta- fiumani - affrontò i “francesi” generando Elenco nominativo dei militari ovadesi un caso che lasciava trasparire in tutta la glione - 7^ Compagnia - Tolmetta (Cirenaica); che fruirono del “Sussidio straordinario” se- Bersagliere Aloisio Francesco di Michele - sua virulenza il grave problema delle condo la deliberazione del Comune di Ovada 11° Reggimento Bersaglieri - 5^ Compagnia - terre irredente che avrebbe portato alla per l’anno 1913 Tripoli; dannunziana “Impresa di Fiume”. (8) Bersagliere Puppo Pietro di Bernardino e di I congedamenti dal Regio Esercito su- Fante Piana Luigi fu Angelo e di Bersi Te- Ferrando Maria (classe 1892) - 10° Reggimento birono un rallentamento e, verosimil- resa (classe 1892) - Via Voltegna - Ovada - 68° Bersaglieri - 4^ Compagnia Parco Trasporti - Reggimento Fanteria - Tolmetta (Cirenaica); Tobruk. mente, vennero trattenuti in servizio i Fante Barisone Fioravanti di Pietro (classe militari provenienti dalle colonie, meno 1892) - Costa - colono Virera - 34° Reggimento Annotazioni provati dalle sanguinose battaglie dallo Fanteria - 5^ compagnia - Isola di Cos (Mar (1) Il 68° Reggimento Fanteria venne costi- Stelvio alla foce del Piave. Sicché il no- Egeo); tuito in Torino il 1° Agosto 1862 in esecuzione stro Bigiulu rimase sotto le armi ancora Fante Canadelli Luigi di Vincenzo (classe del Regio Decreto 29 Giugno 1862 ed assegnato diversi mesi a Taliedo - quartiere perife- 1888) - bracciante - 26° Reggimento Fanteria - alla Brigata “Palermo”. Dal 1871 diverrà uffi- cialmente 68° Reggimento Fanteria “Palermo” e rico di Milano all’epoca zona rurale pur 16^ Compagnia - Azizia (Tripolitania); Fante Gaggero Bernardo di Benedetto porterà le mostrine rettangolari “d’azzurro e avendo perso molti terreni coltivabili per (classe 1892) - Ciutti - 1^ Sezione Colonna Muli nero di tre in palo” ossia azzurre con tre righe la realizzazione del primo aeroporto mi- - Azizia (Tripoli) già in servizio al 26° Reggi- nere in senso longitudinale; Motto “Omnium lanese - ad osservare malinconicamente i mento Fanteria con sede in Piacenza; virtutibus aemulare”. Dal 24 maggio 1939 as- voli dei “Caproni” sfornati dalla locale Fante Piccardo Paolo di G.B. (classe 1892) sunse la denominazione di 68° Reggimento Fan- fabbrica di aeroplani. - Ciarello - 68° Reggimento Fanteria - 5^ Com- teria “Legnano”. Finalmente, nel 1920, ottenuto il so- pagnia - Tolmetta (Cirenaica); (2) Spingardi Paolo Antonio: (Felizzano, 02.11.1845 - Spigno Monferrato, 22.09.1918) spirato congedo, rientrò in Ovada e tornò Fante Salvini Geo di Pietro (classe 1892) - 68° Reggimento Fanteria - 5^ Compagnia - dopo la frequenza della Scuola Militare di Fan- ad abitare in via Voltegna. Quivi conti- Tolmetta (Cirenaica); teria e Cavalleria a Modena (1864) dalla quale nuò l’attività che aveva praticato per tanti Fante Campora Giovanni fu G.B.(classe era uscito come Sottotenente di Fanteria parte- anni nell’Esercito: acquistati un mulo ed 1892) - 68° Reggimento Fanteria - 5^ Compa- cipò alla III Guerra d’Indipendenza come uffi- un carretto, si recava nei paesi e nelle gnia - Tolmetta (Cirenaica); ciale dei Granatieri. Proseguì la carriera campagne circostanti - come aveva fatto Artigliere Piana Giovanni di Pietro (classe nell’Arma di Fanteria sino al grado di Generale, per tanti anni quando in Cirenaica andava 1891) - Regione Molino della Camera - 9° Reg- indi Deputato, Senatore, Sottosegretario di Stato alla Guerra, Comandante Generale dell’Arma da un forte all’altro - per ritirare gli or- gimento Artiglieria da Campagna - Azizia (Tripolitania); dei Carabinieri (1908), Ministro della Guerra taggi dai contadini e quindi rivenderli ai Fante Santamaria Giuseppe di Giovanni (1909 - 1914) su cui ricadde l’oneroso compito commercianti al minuto. (classe 1892) - Lercaro - 35° Reggimento Fan- di preparare il Regio Esercito per la guerra che Convolò a nozze con Teresa Canestri teria - 7^ Compagnia; si stava profilando . ed il tutto lasciava presagire una tran- Caporale Olivieri Angelo fu Francesco (3) Senusso: Sidi Muhammad Idris al- quilla vita di lavoro. Ma i lunghi anni (classe 1891) - detto Paplò - Mahdi al-Senussi, nacque a Giarabub il 12 passati faticando tra il deserto infuocato Vico Aie - 82° Reggimento Fanteria - 1^ Com- marzo 1890. Essendo il nipote di Sayyid Mu- hammad bin ‘Ali al-Senussi, fondatore della ed una guerriglia senza sosta avevano mi- pagnia - Tripoli; Bersagliere Lantero Pietro di Giovanni e di Confraternita dei Senussi, a seguito della rinun- nato il suo fisico: morì per una polmo- Marenco Genoveffa (classe 1891) - Ergini Alti - cia dello zio Sayyid Ahmad al-Aharif bin Sayyid nite, nel 1924, lasciando due figli in 4° Reggimento Bersaglieri- 7^ Compagnia - 6^ Muhammad al-Sharif al-Senussi, ereditò il titolo tenera età e le sue speranze di un gratifi- Divisione Speciale - Isola di Rodi; di Capo della Senussia. Dopo un periodo di Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 123 www.accademiaurbense.it

buone relazioni con l’Ammini strazione colo- Settembre 1931. La sua tomba si trova a Ben- reparti militari italiani inviati per fermarla al niale italiana (1916 - 1921) grazie ai buoni uffici gasi davanti all’ex Palazzo Littorio. confine, occupò la città in delirio poiché la mag- dell’amico, confidente, consigliere e medico (5) Preghiera del mulo: esistono alcune va- gioranza italiana - dopo la caduta dell’Impero personale Capitano Francesco Cortella, si ritirò rianti di questa composizione - tra loro simili - Austroungarico - aspirava a fare parte del Regno in Egitto e organizzò apertamente la guerriglia che denunciano il loro ceppo comune: molto d’Italia. Si aprì così un contenzioso che si con- contro il governo coloniale italiano. Al termine probabilmente la versione originale nacque, cluderà il 30 dicembre 1920 quando i delegati della Seconda Guerra Mondiale divenne Re di nella seconda metà dell’Ottocento, presso la fiumani firmarono l’accordo con le autorità mi- Libia col nome di Idris I (24.12.1951). Regnò Scuola normale di Cavalleria a Pinerolo ove ve- litari italiane accettando il trattato, firmato dal- sino al 1° Settembre 1969, giorno in cui, trovan- nivano tenuti corsi di “Veterinaria” e “Mascal- l’Italia con Serbi, Croati e Sloveni. Pertanto la dosi in Turchia per cure, venne detronizzato da cia” e ove nacque anche la “Preghiera del città di Fiume, privata di Porto Baross e del un colpo di stato ordito dal colonnello Mu’am- cavallo”. I passi del testo pubblicato in questo Delta, divenne “Stato libero” . Solo grazie al mar Gheddafi. scritto sono stati tratti da una pubblicazione del- Trattato di Roma, siglato il 27 Gennaio 1924, la (4) Omar al Muktar “il Garibaldi del de- l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Eser- città istriana divenne parte integrante del Regno serto” o “il Leone del deserto” (asad al-ara) cito (opera citata). d’Italia sino al 1947 per poi passare in mano ju- nacque a Janzur, un villaggio della Cirenaica tra (6) Autocarro FIAT 15 Ter: nel 1909, su spe- goslave e divenire successivamente croata dal Barca e Maraua, il 20 Agosto 1861, da una fami- cifiche dello Stato Maggiore del Regio Esercito, 1992. glia di agricoltori della tribù dei Minifa. Tra- la Fiat iniziò lo studio di un autocarro per il tra- Bibliografia scorse la giovinezza studiando per otto anni alla sporto di truppe e materiali che venne messo in R. Catellani - G.C. Stella, Soldati d’Africa, Scuola coranica di Giarabub, oasi sede della produzione nel 1911 col nome di Modello FIAT Albertelli Editore - Parma 2006. “Città Santa” della Senussia (confraternita isla- 15 o “Libia”. Tale modello, prima produzione in Francesco Gabrieli, La Letteratura Araba, mica fondata dall’arabo Sayyid Muhammad ibn serie di un veicolo per usi militari, ebbe nume- Sansoni/Accademia 1967. Ali al-Senusi) e dopo un’ulteriore periodo for- rose varianti: autoambulanza, autofficina, auto- Giancarlo Boeri e Piero Crociani, L’Esercito mativo presso la madrasa di Zanzur divenne fotoelettrica e autopompa e venne seguito dai Borbonico dal 1789 al 1815, Stato Maggiore imam. A seguito della conquista italiana della modelli 15 bis e 15 ter. Quest’ultimo ebbe un Esercito - Roma 1995. Libia entrò a fare parte di uno strisciante movi- immediato successo poiché presentava la tra- Giancarlo Boeri e Piero Crociani, L’Esercito mento anticolonialista sino a quando, su delega smissione a catena, gomme piene (giudicate più Borbonico dal 1815 al 1830, Stato Maggiore del Senusso (il futuro Re Idris di Libia), nel sicure dallo Stato Maggiore), un motore di 4.398 Esercito - Roma 1995. 1923, divenne il capo della guerriglia anti ita- cm cubici erogante circa 40 HP e - per la prima AA.VV in L’ILLUSTRAZIONE ITALIANA. liana condotta con grande abilità ed audacia. Ma volta - era alimentato da una pompa a benzina Anno XXVIII - n. 42 - 15 Ottobre 1911. l’11 Settembre 1931, un aereo da ricognizione invece che per semplice gravità. La produzione Maurizio Saporiti, Gli animali e la guerra, in volo sulla piana di Gott-Illfù avvistò nume- proseguì sino al 1922 e, rigommato, restò in uso Stato Maggiore dell’Esercito - Ufficio Storico - Roma 2010. rosi ribelli al comando del “Garibaldi del de- sino alla Seconda Guerra Mondiale. Pier Giorgio Fassino, “Hic sunt leones” - La serto”, che, vistisi scoperti, si divisero e (7) La fedele descrizione del forte di Soluk vita nel deserto cirenaico ed alla corte del Se- cercarono di fare perdere le proprie tracce allon- è tratta da una lettera dell’allora Sottotenente nusso vista attraverso le lettere e la biografia di tanandosi in diverse direzioni. Omar al-Mu- medico Francesco Cortella pubblicata in URBS un ufficiale medico: Francesco Cortella, in khtar, con alcuni insorti, si imbatté in uno - anno XXIV n. 2 / Giugno 2011 - nell’articolo URBS - anno XXIV n. 2 / Giugno 2011. squadrone di Savari (soldati indigeni a cavallo) di P.G. Fassino, “Hic sunt leones” - La vita nel in perlustrazione col quale dovette ingaggiare deserto cirenaico ed alla corte del Senusso vista Ringraziamenti un furioso combattimento nel tentativo di sot- attraverso le lettere e la biografia di un ufficiale Un sentito ringraziamento vada al Dr. Luigi trarsi alla cattura. Ferito, catturato e ricono- medico: Francesco Cortella” - pagina 59 e se- Cortella che ha fornito la documentazione foto- sciuto, venne portato - via mare per evitare assai guenti. grafica sui forti - già turchi - in Cirenaica attin- probabili tentativi per liberarlo - a Bengasi. (8) Impresa di Fiume: il12 Settembre 1919, gendo all’Archivio fotografico di suo padre, il Quivi venne sottoposto ad un processo farsa, Gabriele D’Annunzio, alla testa di una autoco- colonnello medico Francesco Cortella. condannato a morte ed impiccato a Soluk il 16 lonna di “legionari” a cui si aggregarono alcuni Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 124 www.accademiaurbense.it

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La via Cabanera dal toponimo di Capanne di Marcarolo Comunicazione di Carlo Bertelli Il signor Carlo Bertelli collaboratore che collegasse il tratto per scendere alla problema si pone invece nell’individuare del bollettino CAI ULE Sezione Genova diga dei laghi della Lavagnina, attraver- bene (più di quanto, purtroppo non lo si – Sottosezione Sestri Ponente, ci invia sarla e portarsi sul lato opposto del Gor- sia fatto finora) l’itinerario che da Ca- notizie sul ritrovamento da egli stesso ef- zente per proseguire verso la Benedicta. panne di Marcarolo (ubicazione per altro fettuato di un bellissimo tratto monumen- E’ venerdì 16 Luglio 2010. Nel primo non condivisa da alcuni studiosi, tra i tale della millenaria via commerciale e “incontro” con la via, percorrendola per quali A. BARAGONA in “Saggi e Docu- di comunicazione tra la Liguria ed il Pie- circa un chilometro, si evidenziava sem- menti” VI, C.I.C. 1985) conduceva verso monte, denominata “Cabanera”, dal to- pre più l’opera straordinaria di mura- la Valle Padana, toccando appunto Casa- ponimo di Capanne di Marcarolo. glioni eretti di sostegno a valle della leggio Boiro, Lerma ed infine Ovada. Pubblichiamo le note pervenuteci strada con massi anche di grosse dimen- Dopo la scoperta mi è parso molto più certi di interessare i numerosi escursioni- sioni. Una costruzione urbano-ecologica chiaro il secondo tratto accennato, per cui sti della zona che nel tempo libero si de- perfetta con esposizione a solatio a mez- cercherò di darne una più accurata descri- dicano ad una attività sportiva affascinate zacosta verso ovest. Un vero e proprio zione. Dalla quota di 715 metri di Ca- e al tempo stesso istruttiva. monumento archeologico, persino spet- panne di Marcarolo, si sale gradualmente Nella mia ormai pluridecennale atti- tacolare, di grande suggestione. Pur- in direzione nord, passando per le Ca- vità di recupero, manutenzione e segnale- troppo in secoli di abbandono, la natura scine Fiotta, Tendeveu, Nebbia, vali- tica del grande patrimonio di sentieri e vi ha fatto il suo corso: diversi muraglioni cando l’ampia dorsale displuviale sud mulattiere del nostro Appennino Ligure, presentano seri processi franosi; occorre- -nord, alla sinistra del Bric dell’Arpe- in particolare del genovesato, l’emozione rebbe subito un intervento di ripristino scella (878 m.), ad una più modesta quota più grande l’ho provata quando (alla ri- conservativo altrimenti questa testimo- a 750 m. circa; quindi ridiscendere sul cerca della fattibilità di un progetto di nianza, assai preziosa, andrà definitiva- versante nord opposto lasciando sulla de- sentiero, da Casaleggio Borio al Sacrario mente in rovina. stra il Monte Tugello (848 m.) e transitare della Benedicta, da dedicare alla Resi- Proverò, a grandi linee a tracciare lo ad una quota inferiore di un centinaio di stenza, valorizzando tutte le notevoli sviluppo del percorso che da Genova (via metri, toccare Cascina Tugello (672), in- componenti culturali, storiche ed ambien- Pré) giungeva a Casaleggio Boiro, fine arrivare al Gorzente nella parte su- tali in esso esistenti), “scoprii” un pezzo Lerma e Ovada. Tralascio per brevità di periore dei suoi attuali invasi. Si guada il della storica Cabanera. ripetere quello che è già stato descritto fiume Gorzente passando sulla sponda C’era in me, da sempre, la mai riposta con assai convincente documentazione destra, percorrendola per circa 1500 m. e, speranza di rintracciare qualche tratto più dagli studiosi A. CAGNANA E S. FALSINI all’altezza della cascina Iselle, si risale in significativo di questo percorso ed even- in “Studi e Ricerche” n°7 - 8, Campomo- direzione Pian dei Deschi (passo e cro- tualmente potervelo includere. Quale rone, 1992 per quanto riguarda la tratta cevia a 580 m.), ridiscendere a C. di emozione infatti, sarebbe stata il cammi- tra Genova e le Capanne di Marcarolo. Il Mezza Munta e arrivare a Mornese. narci ancora sopra! Ebbene tutto ciò può avverarsi. Final- mente dopo vari tentativi riuscii ad im- battermici. Dopo circa 50 metri dalla sua imboccatura, ecco apparirmi il primo muro a secco in pietra serpentina del luogo, di sostegno a valle della strada, lungo circa 12 metri ed alto fino 2. Su- bito non ebbi alcun dubbio, era l’originaria storica via della Cabanera che andavo cercando. Domenica 13 Giugno 2010, una data che mi rimarrà sempre impressa, ed ero in compagnia del consocio del CAI-ULE Giuseppe Maltese. Messo subito al cor- rente il Sindaco di Casaleggio Boiro (con il quale già da qualche tempo ero in con- tatto) mi accordai con il suo assessore Giampaolo Guiglia per farvi un sopral- luogo, affinchè anche il Comune ne pren- desse atto ufficialmente; con l’occasione si sarebbe potuto individuare un raccordo Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 125 www.accademiaurbense.it

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Preciso: da C. Iselle la Cabanera, fino ai suoi piedi, si guada il piccolo rio Boiro, per inoltrarsi nella campagna. a 300 metri del citato crocevia, è stata dove sorge, quasi a lambirlo, un manu- Concludo dicendo che il discorso su completamente distrutta per fatto di oltre cinque secoli, tutt’ora chia- questo argomento si è appena riaperto; l’allagamento della sede viaria fino a mato Cascina Boiro. Esso praticamente conto di tornarvi in un prossimo futuro farla diventare una ampia carrareccia. E’ aveva la stessa funzione di quella di Cà con ulteriori documentazioni ed appro- da questo punto (a circa 550 m.) che si de Rossi a San Martino di Paravanico fondimenti. diparte a sinistra la via originale, menzio- nella prima parte dell’itinerario (Genova Cartografia: nata all’inizio, della Cabanera che ancora - Capanne di Marcarolo) e cioè posto di serie M. 891, foglio Masene 82 I.SO si è salvata mostrando per circa un chilo- ristoro per il viandante, cambio ed ap- edizione 2 I.G.M.1, 1930 metro la sua eccezionale testimonianza. provvigionamento per gli animali da serie M.891, foglio Lerma, 82 I.NO Continuando oltre il tratto più archeo- soma, etc. edizione 2 I.G.M.I., 1902 logico sopra descritto, la via digrada dol- Tale cascina, grazie alla sensibilità dei foglio N : LXVII, Genova scala cemente seguendo le ampie anse della suoi ultimi proprietari, ha conservato 1:50.000 pubblicato dal C.di S.M. nel- morfologia del territorio in una sempre anche al suo interno, intatte le caratteristi- l’anno 1855 più fitta giungla arbustiva che si stenta a che urbano-tipologiche della costruzione superare finché, dopo circa tre chilometri, originale. Non per niente si raggiunge la strada privata di fondo il luogo era crocevia che valle che porta alla diga dei laghi della si propagava a raggiera Lavagnina (lato destro del Gorzente). In nel territorio circostante questa strada, in senso opposto, si conti- ed ebbe un ruolo di nua per circa 800 metri dove s’incontra grande importanza per- uno dei più importanti reperti archeolo- ché in esso la Cabanera gici della via: si tratta del ponte (oggi mo- transitava e faceva tap - derno) che passa sul rio Roverno che, in pa. Il millenario castello quel punto, sfociava poi nel Gorzente che domina la collina so- come suo affluente. La costruzione dei vrastante è di una archi- muri laterali (il sinistro in parte costruito tettura così fuori dal sopra un enorme masso naturale) per sor- comune, tale da proma- reggere il ponte è assai leggibile: pietroni nare un fascino unico e ben disposti sono lì a dirci di quanto vec- straordinario. Insom ma chia di secoli sia la loro messa in opera. un angolo di storia e na- Circa 300 metri dopo, la strada riprende tura da sogno di rara bel- sulla destra nella collina in una lieve sa- lezza, meritevole di lita che conduce direttamente (passando assoluta salvaguardia e per la cappelletta di San Sebastiano) al valorizzazione. borgo vecchio e castello medioevali di La via continua per Casaleggio Boiro (evidenti tracce della Lerma fiancheggiando il via). Siamo a quota 350 m. Appena sotto, lato sinistro del Boiro Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 126 www.accademiaurbense.it

126 Carlo Gorzio, pittore monferrino tra il 1762-1794 di Sergio Arditi

La firma autografa di Carlo Gorzio, Gloriam. Nominis. Cristiani Legibus. Ciò che attrae in questi busti è la de- nato a Moncalvo (AT) ed attivo nella se- Pietate. Opibus Amplificaverit Patrono. finizione dei caratteri, un’umanità che si conda metà del ‘700, è emersa recente- Statielli. Ensium. Benemerenti Antist. ripete senza accenti retorici e con una co- mente sul retro della tela di San Carlo Aquen. D. MDCCLXII”, ed un’altra, stante realtà di volti autorevoli, volti di Borromeo dialogante col Crocefisso posta sopra le raffigurazioni dei vescovi chi è stato il rappresentante della chiesa posta nella parrocchiale di Santa Caterina Opizo (n. 22) e Uberius (n. 23), dice: diocesana, volti in cui i fedeli scoprono in Cassine, opera che già precedente- “Aquem Pontificum Seriem In Novandis la storia dei loro pastori. mente ho attribuito al pittore stesso1. Il Aedibus Pene Delectam Carolus Ioseph Fuori del contesto delle effigi, sopra rinvenimento mi offre l’opportunità di ri- Capra Accurtius Digestam Picturis Ele- due porte, sono poste le rappresentazioni tornare dopo alcuni anni ad una più ag- gantioribus Restituit MDCCLXII”. di San Carlo Borromeo comunica un ap- giornata ricerca sull’artista, di cui non si L’indicazione dell’autore, a volte de- pestato e La consegna delle chiavi a San hanno notizie degli estremi biografici, ma nominato Golzio, è fornita dal Moriondo4 Pietro. Sotto la prima scena, collocata ampliandone la cronologia e l’area di dif- ed implicitamente dal Biorci5, ma non sull’ingresso della cappella vescovile fusione. tutte le effigi sono state dipinte dal Gor- proprio intitolata al santo arcivescovo mi- Mi occupai del Gorzio fornendo al- zio. Attraverso i caratteri stilistici, messi lanese, ne compare la dedica che ram- cune aggiunte al suo corpus nel momento a confronto con altre opere autografe, è menta l’edificazione avvenuta nel 1750 in cui l’attività nota era circoscritta tra gli possibile distinguere i volti dei vescovi ad opera del vescovo Alessio Ignazio anni 1765 – 1794 e pareva racchiusa fra che appartengono alla sua mano perché Marucchi: “Alesxius Ignat[ius] Maru- Trino Vercellese, Casale Monferrato, Al- alcuni, seppur vissuti precedentemente chus in hon[orem] S. Caroli Borromei a tavilla Monferrato, Moncalvo ed Asti. In all’intervento del pittore, non fanno parte fund[amentis] Erex[it] MDCCL6. Nel quella circostanza inserii, alla luce di sco- della sua opera. Così pure è ovviamente 1762, per completarne l’opera avviata dal perte documentarie e proposte attributive, logico dedurre che lo stesso concetto va Marucchi, intervenne il vescovo Carlo alcune opere presenti a Cassine, ad Acqui esteso anche alle figure dei vescovi vis- Giuseppe Capra (1755 – 1772) affidando Terme ed a Canelli.2 suti successivamente all’intervento del al Gorzio l’esecuzione del ciclo pittorico In passato si riteneva che la prima 1762, continuando la serie sino al ve- nell’attiguo salone, compreso le dette so- opera documentata risalisse al 1765, scovo precedente all’attuale. vrapporte. quando nella parrocchiale di San Giulio Al centro della parete principale cam- Nel grande scalone a tenaglia di Ber- ad Altavilla Monferrato eseguiva gli af- peggia l’immagine giovanile di San nardo Vittone nel Seminario Vescovile di freschi del coro e la pala di San Giulio Guido patrono della diocesi, rappresen- Acqui vi sono due tele, ancora sfuggite con la Vergine Assunta e santi, chiesa in tato a figura intera con sontuosi para- alla critica e da restituire al “celebre” pit- cui nel 1776 ritornava per affrescare la menti vescovili. Attorno al medaglione, tore di Moncalvo, provenienti originaria- cappella con le scene della Decollazione dipinto ad olio, sono affrescate simboli- mente dalla vicina chiesa di Santa e della Predica del Battista sulle rive del camente le Virtù cardinali: in altro la Caterina, terminata nel 1791, datazione Giordano.3 Oggi altri rinvenimenti si Fede è ravvisata in una giovinetta che cui potrebbe corrispondere la loro esecu- possono ancora aggiungere, tra cui, di no- regge l’eucaristia e scaccia col piede il zione7. Si tratta di San Guido in pre- tevole e fondamentale importanza è la maligno, mentre a lato un angioletto sor- ghiera e del Martirio di San Bartolomeo. decorazione del salone maggiore nel- regge la croce; in basso, a sinistra, è la Il vescovo San Guido, vestito sontuo- l’Episcopio di Acqui Terme con le Effigi Carità, rappresentata da una madre con samente con ampi e ricadenti abiti ponti- dei vescovi. Si tratta della sequenza di il figlioletto in grembo cui un bimbo ficali, si rivolge in ginocchio alla Vergine volti dei presuli acquesi, variamente alli- porge con la mano il cuore ardente. In- Assunta affinché protegga la cattedrale a neati sulle pareti entro articolati meda- fine, sul lato contrapposto, la Speranza lei dedicata, conclusa ed inaugurata nel glioni barocchi, con iscrizioni sul loro s’identifica in una giovane figura femmi- 1067 proprio dal santo presule. operato. Queste figure, dipinte a mezzo nile appoggiata ad un’ancora. L’architettura è riconoscibile sullo sfondo busto, anticipano almeno di tre anni la I ritratti furono rappresentati, ed ordi- per la facciata con protiro e campanile a cronologia nota dell’artista, perciò da nati, non sempre con continuità cronolo- lato, sovrastata dalla mole del castello dei portarsi al 1762, poiché furono fatte ese- gica per la conformazione della stanza Paleologi ove il vescovo risiedeva. Il pa- guire in quell’anno dal vescovo Carlo disponendosi su tre ordini ed ogni meda- storale è sorretto da due angioletti in cielo Giuseppe Capra. glione è ornato da scritte biografiche. Fa- ed altri due sono in primo piano mentre Due epigrafi dipinte, poste alla base cilmente riconducibili al Gorzio sono i sostengono il Vangelo e si rallegrano con della volta del salone, riconducono alla visi con le gote arrossate e con gli abiti fiori appena staccati a terra dove ne re- detta datazione e al committente. Sono la dai colori vivaci, mentre per approfondire stano altri ancora a dimora. scritta che sovrasta la grande figura cen- altri elementi, a causa dei vari ritocchi, si Il San Bartolomeo trova un suo alter trale di San Guido che recita: “D. O. M. rischia di confondere più che fornire at- ego nell’analoga opera nel Duomo di Va- Guidoni. Pontifici. Sanctissimo Quod. tendibili chiarimenti. lenza Po. Le differenze tra i due lavori Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 127 www.accademiaurbense.it

127 1 1 – Acqui Terme, Salone vesco- vile, veduta parziale con le Effigi dei ve- scovi; Alla pag. seguente, 2 - Salone vescovile, San Guido vescovo (medaglione centrale); 3 - Salone vescovile, medaglione sovrapporta, San Carlo Borromeo comu- nica un appestato; 4 - Salone vescovile, medaglione sovrapporta, La consegna delle chiavi a San Pietro emerge dalle fiamme di un cespuglio sul monte Horeb che miracolosamente non brucia, mentre in basso Mosè, pascendo le pecore del suocero Ietro, è invitato dal Verbo divino a togliersi i calzali per non calpestare la terra sacra su cui era giunto. La scena del Sacrificio d’Isacco (Ge- nesi 22,1 ss) coglie il momento in cui Abramo è messo alla prova e, già con il coltello alzato, è fermato dall’angelo, lad- dove il figlio Isacco, legato ed accovac- ciato per il sacrificio, è posto su una sono marginali, appare una maggior pre- Guido al centro del salone episcopale e catasta di legna. valenza di particolari per la tela di Va- pure l’angioletto in primo piano, nono- Sulla volta, al centro è il Trionfo del- lenza, in cui vi sono le aggiunte del libro stante le algide ridipinture, simile a molti l’Eucaristia, in un tripudio d’angeli e in primo piano e un angelo in cielo, anche altri tipici del carattere dell’artista. cherubini, dal quale partono quattro raggi se l’essenza sostanzialmente non muta Negli anni 1766 -1767 operava a Ca- che vanno ad illuminare le personifica- con il santo legato ad un albero a braccia nelli in San Leonardo8 assieme ad Anto- zioni dei quattro continenti con sotto me- alzate dai carnefici che lo stanno scorti- nio de Caravaglio di Lisbona, probabile daglioni ovali a grisaille con gli cando. autore delle quadrature. Il ciclo dall’in- Evangelisti: l’Europa con San Giovanni, Ad Acqui Terme, del tutto inedite, vi sieme unitario è da inserire nell’elenco di l’Asia con San Marco, l’America con San sono ancora due tele da attribuire al Gor- quelli tra i più belli e di vigorosa compo- Matteo e l’Africa con San Luca. zio. Sono collocate sulle pareti laterali al- sizione del pittore monferrino e lo rive- Sulla volta della navata sono al cen- l’ingresso della chiesa di Sant’Antonio, lano un abile affreschista. tro i grandi medaglioni della Vergine col nel borgo Pisterna: si tratta di Sant’Am- Al centro del coro è la grande pala ad Bambino e di San Leonardo in gloria, brogio e di Sant’Agata Martire, entrambi, olio della Vergine tra San Leonardo e San mentre i quattro santi ai lati entro tondi come in altre opere, abbigliati con mossi Clodoveo re dei Franchi rappresentati sono d’altra mano, forse del Laiolo. e ricchi abiti. con ampi e paludati abiti. Nel 1776 il pittore operava ancora I dipinti presentano analoga forma ad Sulle pareti laterali del presbiterio si nella città di Acqui per il santuario della arco mistilineo e le stesse dimensioni: annoverano, entro riquadrature, alcune Madonna della Neve, dipingendo una sant’Ambrogio, riconoscibile dal flabello storie dal Vecchio Testamento: La visione tela non più conservata da tempo al cui posto sul tavolo, sta scrivendo ispirato di Giacobbe, La vocazione di Gedeone, interno era inserito un quadretto antico, dal Cielo ed è in paludati abiti vescovili, La Divina visione di Mosè e Il sacrificio detto della Madonnina per le sue ridotte mentre in alto angeli sorreggono la mitria d’Isacco. dimensioni, nome con cui comunemente e il pastorale. Sant’Agata, identificata per Nella Visione di Giacobbe (Genesi viene denominato il santuario9 oggi retto le mammelle tagliate sul vassoio sorretto 28, 10) è colto il momento in cui addor- dai Cappuccini che vi giunsero nel XX da un bambino ai suoi piedi, è in carcere mentatosi vede in sogno una scala che secolo, in cui oggi si venera la copia per- legata con una catena, mentre le appare toccava il cielo e angeli che salgono e ché l’originale è stato trafugato negli anni San Pietro che miracolosamente la fece scendono da essa. In alto il Signore, ap- settanta del secolo scorso. Ancora nello guarire. poggiato alla scala, gli predice la prote- stesso santuario, assegnerei a Carlo Gor- La pala di San Biagio, nel coro della zione dei suoi numerosi discendenti. zio la pala dell’Estasi di San Filippo parrocchiale di Castelnuovo Belbo, è pro- Per l’episodio della Vocazione di Ge- Neri, tela posta sull’altare laterale destro babilmente sua anche se potrebbe trarci deone (Giudici 6,1 ss), giudice e condot- che risalta per la forte luminosità prove- in inganno la firma che compare in basso: tiero, si scorge il momento in cui l’angelo niente dall’alto che ne colpisce il volto. “F. Corio fece 65”. Le analogie esecutive di Dio, per mezzo del fuoco scaturito da Singolare è anche l’ardito scorcio pro- col Gorzio sono molteplici e andrebbe un bastone, distrugge le offerte sacrificali spettico delle braccia del santo, poste in verificato se la firma sia il risultato di un della carne di capretto e del pane azzimo, diagonale e sorrette da angeli. Nel qua- vecchio restauro, con ridipinture, di una già posti sotto una quercia in un cesto e in dro si notano analogie compositive che tela realizzata dal pittore di Moncalvo una pentola, ora collocati su pietre for- adotterà nella tela del San Carlo Borro- poiché stilisticamente n’appare assai ap- manti un altare. Sullo sfondo è meo in Santa Caterina di Cassine, gia ci- propriata l’attribuzione. A tal proposito si l’accampamento dei Madianiti, invasori tato all’inizio, ad esempio collocando in veda il confronto del pastorale con quello e nemici degli Israeliani. basso gli angioletti con libro o rimpiaz- del Sant’Ambrogio in Sant’Antonio di La Divina visione di Mosè o Il roveto zando tra loro, sul lato destro, la colonna Acqui, così i pizzi e le calzature del San ardente (Esodo 3,1 ss) raffigura Dio che su piedistallo con un altare in prospettiva. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 128 www.accademiaurbense.it

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130 14 5 - Acqui Terme, Salone vescovile, 9 - tela del Martirio di San Bartolomeo effige del vescovo Dominicus (Selino); 11 - Acqui Terme, chiesa di Sant’Anto- 6 - Salone vescovile, effige del vescovo nio, tela di Sant’Ambrogio; 12 - tela di S. Wido; Sant’Agata Martire 7 - Salone vescovile, effigi dei vescovi 13 - Castelnuovo Belbo, chiesa di San Burningus, Dudo e Bonifacium II Si- Biagio, tela di San Biagio smondus 14 - Canelli, chiesa di San Leonardo, 8 - Acqui Terme, scalone del Seminario, veduta degli affreschi del presbiterio; tela di San Guido in preghiera; Nel 1783 dipinse, sul fronte della turgo, s’identifica per lo scuro abito mo- chiesa di San Lorenzo a Trino Vercel- nacale, per la campanella sorretta da un lese, l’immagine del santo titolare e pro- angioletto e per la vicinanza di un con- babilmente è da riferirgli la volta fratello afflitto al petto da una fiamma, presbiteriale della chiesa di San Gio- evidente riferimento al cosiddetto vanni Battista, detta del Gonfalone o dei “fuoco di Sant’Antonio” (egotismo, a Disciplinanti di Santa Caterina, in cui volte confuso con l’herpes zoster), va- dovrò tornare a far visita per un migliore riamente connesso alle capacità tauma- accertamento attributivo.10 turgiche del santo. Il domenicano San Il 14 ottobre 1784 il Gorzio conse- Vincenzo si ravvisa per la fiammella gnò a don Carlo Bartolomeo Sburlati, che gli arde sul capo che ricorda la sua arciprete della parrocchiale di Santa Ca- predicazione ardente ed ispirata. Gli ac- terina in Cassine, la pala della Vergine stringenti poiché ribalta specularmene la costamenti compositivi anche ora sono Assunta tra i Santi Caterina e Stefano scena col santo in preghiera, l’altare in vicini ai modelli di Pier Francesco Guala, commissionata l’11 giugno dello stesso prospettiva, la visione del Lazzaretto di come la Vergine con i Santi Luigi Gon- anno e collocata al centro da coro della Milano durante la peste del 1576-1577. zaga e Antonio Abate del 1748-1749, chiesa parrocchiale, in quel momento an- Mantiene allo stesso modo, quasi a stre- presso la chiesa di San Lorenzo a Trino cora in fase di costruzione11. Il conferi- gua di una copia, l’angelo sulla nuvola Vercellese, opera che Carlo vide certa- mento dell’incarico è da ravvisarsi nella armato di spada. Il brano pittorico del mente nel 1783 quando sulla facciata di- presenza nel convento dei Cappuccini di Lazzaretto ci riconduce inevitabilmente pinse il San Lorenzo in Gloria, poco Cassine di padre Giacinto, fratello del ad accostare le numerose figure ammas- prima della tela di Cassine. Anche la fi- pittore, cui il parroco consegnò la tela da sate, con soluzioni analoghe adottate gura del S. Vincenzo Ferrer riconduce, portare al fratello stesso per realizzare il nelle varie stazioni delle Vie Crucis dello nell’impianto e nell’atteggiamento, allo quadro. stesso autore. Ancora rivolti al Caccia stesso santo dipinto in un altro brano tri- L’impostazione del dipinto era già sono anche i riferimenti riscontrabili nei nese del Guala, ossia la pala nella chiesa stata affrontata allo stesso modo nella tela due affreschi in San Paolo a Casale: delle Suore Terziarie Domenicane del di San Giulio della parrocchiale L’Annun ciazione e la Visitazione nella Santissimo Rosario, datata 1743-1745, d’Altavilla Monferrato, dove compare cappella dell’Assunta, collocati accanto che già proponeva al centro una nuvola parimenti la figura dell’Assunta, varian- ad un tela del Moncalvo. sovrastata dall’ostensorio del S.S. Sacra- done la sola inclinazione del viso. Nel La pala in Santa Caterina, restaurata mento, nel nostro caso sostituito dalla fi- 1785, nella parrocchiale di San Tommaso nel dicembre 2011, ha rivelato nella parte gura del Bambin Gesù. in Canelli, riproporrà ancora un’analoga retrostante la firma autografa del pittore e Nella parrocchiale di Nostra Donna figura della Madonna nella grande tela la data 22 dicembre 1787, inoltre compa- Assunta a Cessole (AT), compaiono due della Vergine Assunta con gli Apostoli, iono i nomi dei vari committenti della fa- pale d’eguale forma e dimensioni poste mantenendo similmente anche l’angelo miglia Scazzola, il cui stemma araldico è sugli altari delle compagnie del S.S. Ro- alla sua sinistra. raffigurato sul fronte della tela. sario e del Carmine. Rappresentano ri- La pala di San Carlo Borromeo dia- Altre opere da attribuire al Gorzio, spettivamente La Madonna del Rosario logante col Crocefisso, in Santa Caterina presenti in Santa Caterina di Cassine, tra i Santi Domenico di Guzman e Cate- di Cassine, si avvicina ad una tela di Gu- sono la pala di Sant’Antonio Abate sul- rina da Siena, e La Madonna del Car- glielmo Caccia presente nell’oratorio di l’altare della navata destra e la piccola mine tra i Santi Alberto e Giovanni della Sant’Antonio a Moncalvo, in cui il Gor- tela di Sant’Andrea Avellino nella stanza Croce. Furono eseguite tra il 1784 – zio affrescò le volte. delle confessioni. 1785, al termine della costruzione della L’iconografia di san Carlo, con il viso La tela di Sant’Antonio Abate è varia- chiesa. Sono state attribuite al Gorzio, livido e scarno per la sofferenza, vicino mente articolata per la presenza d’alcuni con qualche dubbio, da Andrea Rocco13, alle raffigurazioni ritrattistiche del Ce- santi posti sotto la Vergine col Bambino. pur rilevandone la somiglianza con la rano, deriva ampiamente dalla cono- Il più vicino alla Madonna è da identifi- pala dell’Assunta in Santa Caterina di scenza di Guglielmo Caccia, appresa carsi in San Luigi Gonzaga in adorazione Cassine per lo stile e le fisionomie. Ri- dagli insegnamenti di un altro moncal- di Gesù. La parte inferiore della compo- tengo che appartengono sicuramente alla vese, Ferdinando Dal Pozzo, come rife- sizione è distinta dalla precedente per sua mano, proprio nel clima dell’opera riva Guglielmo Della Valle quando l’inserimento di una densa e ampia nu- cassinese cui si accostano anche per la additava gli insegnamenti avuti dal Gor- vola al centro: alla sinistra vi è Sant’An- datazione. zio durante l’epoca della giovinezza12. tonio Abate e alla destra San Vincenzo Lo stesso può confermarsi per la tela Gli elementi di contatto col Caccia nel- Ferrer. dell’Immacolata Concezione nell’antica l’oratorio di Moncalvo, sono addirittura Sant’Antonio Abate, eremita e tauma- parrocchiale di Maria Immacolata di Ca- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 131 www.accademiaurbense.it

131 7 15 - San Leonardo, tela della Ver- 27 - Canelli, chiesa di san Tommaso, gine tra San Leonardo e San Clo- tela della Vergine Assunta doveo re dei Franchi; con gli Apostoli 16 -San Leonardo, affresco con La 31 - Cassine, chiesa di Santa visione di Giacobbe; Caterina, tela di Sant’Antonio Abbate 17 - San Leonardo, affresco con La 37- Tortona, sacrestia capitolare del vocazione di Gedeone; Duomo, tela di Santa Perpetua 18 - San Leonardo, affresco con La Divina visione di Mosè lamandrana (AT), in cui dipinge Le piccole superfici sono ben adatte alla base alcuni fiori colti nello al Gorzio, in esse esprime un forte stesso giardino del San Guido in coinvolgimento emotivo, un creare preghiera del Seminario di Acqui. nervoso che si sofferma sui vari per- Nella chiesa parrocchiale di sonaggi. Il paesaggio di questi qua- Santo Stefano a Castelnuovo Cal- dri è di rado solamente accennato cea (AT) è presente, nella navata per l’affollamento delle figure che destra, un dipinto da poco restau- non lasciano spazio allo sfondo, il rato con San Bovo, riconoscibile cielo oscuro e tormentato è invaso dal vessillo col bove e l’abito da da vessilli ed alabarde. soldato, con al suo fianco sinistro In un’area decentrata, nella sa- un povero pellegrino seduto, forse crestia capitolare del duomo di Tor- San Lazzaro Mendicante. tona, non mi aspettavo di trovare Nella Collegiata di San Se- una tela probabilmente sua raffigu- condo d’Asti assegnerei a Carlo Gorzio giata di San Secondo sono posti ancora rante una santa martire in abiti sontuosi, il grande affresco sulla volta sopra il pre- sulle volte delle cappelle laterali dedicate circondata da belve feroci che affiorano sbiterio, raffigurante la Gloria di San Se- a San Filippo ed alla Vergine. dal buio sfondo. Si tratta presumibil- condo. Al fondo della navata destra Nell’astigiano, nei pressi di Mon- mente di Santa Perpetua: chiusa nel car- dipinse nel 1779 la volta della cappella, calvo, si trovano tele su due altari laterali cere aspettando la morte è colta da una progettata in forme barocche dall’archi- nella parrocchiale della frazione di San delle sue visioni dell’imminente martirio. tetto Bernardo Vittone (1705 – 1770), de- Desiderio a Calliano, mentre a Grana, nel La giovane e nobile cartaginese di 22 dicata allo stesso santo titolare della coro della Parrocchiale si conserva la tela anni, fu martirizzata nel 202 d.C., as- chiesa. dell’Assunta, e si ammirano un Eremita sieme ai suoi servi, tra cui Santa Felicita, Ancora ad Asti gli è documentata nel deserto e La Madonna che appare a tutti convertiti al cristianesimo sotto l’esecuzione della Gloria dell’Empireo San Luigi Gonzaga, entrambe datate l’imperatore Settimio Severo. nella cupola della chiesa di San Paolo, 177315. Con le considerazioni apportate, at- già intitolata a San Filippo Neri e consa- A Casale Monferrato operò in San torno alla figura di Carlo Gorzio si viene crata nel 179514. Questo ciclo è quello Domenico, ma non vi resta più traccia. A a delineare un corpus esteso nei suoi ter- complessivamente più ampio del pittore e Moncalvo, sua città natale, eseguì un mini cronologici tra i1 1762 e il 1794, ar- fu concluso nel 1794. Sulle vele della cu- controaltare per la cappella del Croce- ricchito di nuovi apporti che ne ampliano pola sono i quattro Evangelisti e, alla fisso nella chiesa di San Francesco e una la produzione. I suoi lavori, come si è base, le otto Beatitudini introducono alla Sacra Famiglia per Santa Maria delle visto, sono accompagnati da larga fama visione di una folta schiera di santi e beati Grazie. ed assunsero collocazioni rilevanti all’in- che accolgono festosamente l’Assunta in Si conoscono del pittore due Via Cru- terno di edifici religiosi di nuova e vec- Paradiso. All’apice è la colomba dello cis poste nella parrocchiale di Altavilla chia costruzione nella seconda metà del Spirito Santo che spande fasci di luce, at- Monferrato ed in San Francesco a Trino Settecento, in tutto il Monferrato e nelle torniata da cori d’angeli. Vercellese16, una terza inedita mi pare zone limitrofe. Per estensione e per qua- Nel catino absidale è la scena con San possa essere quella ubicata nella parroc- lità, rilevanti sono i grandi cicli affrescati Paolo folgorato sulla via di Damasco. La chiale di San Michele a Ponzone. E’ nelle ad Asti ed a Canelli. rappresentazione, mostra Saulo riverso a opere di piccolo formato come queste che Notiamo sovente come le sue tele ab- terra, colpito da un raggio di luce emesso il pittore, con tratti vigorosi e tocchi di biano avuto particolare rilievo per i con- dal Cristo. Il futuro Apostolo delle Genti luce, raggiunge la miglior vena esecutiva. temporanei. Nella sua vasta produzione, è posto al centro di due affollati gruppi di Le pennellate rapide, consistenti e ricche oltre alle pale poste su altari laterali, le guerrieri con lance e vessilli. Il clima è di materia pittorica di queste piccole tele, troviamo poste al centro del coro ed a quello di Pier Francesco Guala nella Di- descrivono con precisione tormentate fi- volte attorniate da decorazioni murali sfatta degli Albigesi, il grande dipinto gure umane. Sono soprattutto personaggi eseguite dal pittore stesso. La sua fama, eseguito nel 1724 e posto nel presbiterio caratterizzati nelle loro peculiarità fisi- come ci hanno indicato il Moriondo ed il di San Domenico a Casale, raffigurante che. Le stesure, dai cromatismi accen- Biorci, era assai diffusa com’è dimostrato la battaglia di Muret (1213) nella quale tuati, fanno risaltare la drammaticità delle dagli incarichi d’importanti commissioni. Simone di Monfort sconfisse gli eretici vicende, ancora segno evidente della co- Ricordo che nel 1762 lavorava per il sa- che imperversavano in Francia, con noscenza di Pier Francesco Guala forse lone dell’Episcopio di Acqui, perciò do- l’intervento della Vergine e di San Dome- anche del bozzetto, di modeste dimen- veva fin dall’ora godere di particolare nico. sioni, dipinto per la Disfatta degli Albi- stima per raggiungere un tale incarico, il Altri affreschi del Gorzio nella colle- gesi, posto nel Museo Civico di Casale. primo a noi noto. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 132 www.accademiaurbense.it

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19 - Canelli, chiesa di San Leonardo, affresco con Il sacrificio d’Isacco; 20 - San Leonardo, affresco del Trionfo del- 23 San Leonardo, affresco con San Leonardo Stefano l’Eucaristia; in gloria 26 - archivio chiesa di S. Caterina, contratto 21 - San Leonardo, affresco con la raffigura- 24 - Acqui T, santuario della Madonnina, tela per la tela della Vergine Assunta tra i Santi zione femminile dell’Asia; dell’Estasi di S. Filippo Neri Caterina e Stefano; 22 - San Leonardo, affresco con particolare di 25 – Cassine, chiesa di Santa Caterina, tela 28 - S Caterina, tela di San Carlo Borromeo angeli reggi cartella; della Vergine Assunta tra i Santi Caterina e dialoga col Crocifisso; Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 134 www.accademiaurbense.it

29 - S Caterina, tela di San Carlo Borro- 33 - Asti, chiesa di San Paolo, la cupola meo dialoga col Crocifisso, iscrizione sul 29 con la Gloria dell’Empireo; verso con la firma di Giovanni Gorzio e 34 - S. Paolo, affresco di San Paolo folgo- la data 22 dic. 1787 rato sulla via di Damasco 35 - Ponzone, San Michele, tela della Via 30 - Cassine, chiesa di Santa Caterina, tela di San Giovanni Avellino Crucis, Stazione III, Gesù cade per la 32 - Castelnuovo Calcea, chiesa di Santo prima volta; Stefano, tela di San Bovo e San Lazzaro 36 - San Michele, tela della Via Crucis, Sta- Mendicante (?) zione IV, Gesù incontra l’afflitta sua madre

Molti personaggi delle pale d’altare trasmette l’umorismo che è nella sua na- fornite dallo storico non sono correttamente in- del Gorzio appaiono nella loro imposta- tura, così come i fastosi abiti dei santi di- terprete da P. RAVERA, I Vescovi della Chiesa di zione ispirata da Pier Francesco Guala, ventano un lessico divertito ed attraente. Acqui dalle origini al XX secolo, Acqui Terme seppur siano privi dei calligrafismi pro- Si ravvisano come elementi ricorrenti la 1997, p.348 e nota 216, ritenendo che il Biorci attribuisse la paternità delle effigi al celebre Gu- pri del maestro casalese, mentre in altri raffigurazione d’accampamenti con tende glielmo Caccia detto il Moncalvo. Il canonico lavori si avverte ancora una certa ade- appuntite, si vedano gli accampamenti don Ravera così trascrive il Biorci: “Fece dipin- renza ai modi del Moncalvo, in sintonia dei Maccabei, nella Vocazione di Ge- gere dal celebre pennello del Moncalvo” anzi- con i primi apprendimenti dal Dal Pozzo. deone in San Leonardo di Canelli e le due ché “… di Moncalvo”, di cui indubbiamente non Ispirati al Moncalvo, come visto, raffigurazioni del Lazzaretto di Milano conosceva il pur “celebre” nome. Bisogna però sono i riferimenti riscontrabili nella cap- nel San Carlo Borromeo del salone ve- rilevare che correttamente, per motivi cronolo- pella dell’Assunta in San Paolo a Casale scovile di Acqui e di Santa Caterina di gici, escluse la paternità del Caccia per le effigi dei vescovi. Monferrato, in cui affrescò l’Annuncia- Cassine. 6 Per l’intitolazione della cappella si veda zione e la Visitazione. La sua opera fu proseguita dal figlio G. BIORCI, op. cit. p. 262, in cui indica che il ve- Nelle pale si confermano le frequenti Giorgio, di cui annoto la tela dell’Estasi scovo Marucchi (1744 – 1754), nobile saluz- semplificazioni degli sfondi, in altri casi, di San Crispino esposta nell’ex oratorio zese, “Fece costruire la elegante Cappella del soprattutto nelle tele di piccole dimen- custodito dall’Accademia di cultura Vescovato sotto il titolo di S. Carlo Borromeo”. sioni, assistiamo ad un infittirsi dei rag- l’Èrca a Nizza Monferrato (AT) e prove- Per questa dedicazione, la spiegazione deriva gruppamenti delle figure. Nella tela di niente dalla chiesa dei frati cappuccini di dal fatto che l’arcivescovo milanese fu metro- polita d’ampia parte dell’Italia settentrionale, San Carlo Borromeo di Cassine, il pittore San Giacomo Maggiore della stessa compreso la diocesi di Acqui. Il secondo meda- 17 pone insieme queste due particolarità, città . Di lui resta memoria anche del- glione, dedicato al Principe degli Apostoli, trae quando alla schematizzazione rarefatta di l’esecuzione di un Sant’Antonio Abate origine da un’antica tradizione che vede San uno sfondo atmosferico attorno al santo, per la chiesa omonima di Moncalvo. La Pietro come portatore del Vangelo ad Acqui. Cfr. contrappone uno squarcio con la visione scuola proseguì con altri allievi tra cui il O. IOZZI, Piemonte Sacro, Acqui 1880 (consul- dei corpi ammassati degli appestati nel più noto fu il moncalvese Vincenzo Ca- tato in edizione anastatica, Forni Bologna, lazzaretto di Milano, scena bilanciata sul vallero, detto il “Gaget” del quale in Asti 1971), p.25. 7 G. REBORA, Acqui Terme. Guida storico lato opposto dall’altare col Crocefisso e si conservano, nella Collegiata di San Se- – artistica, una finestra sulla città, Genova dai putti giocosi. condo, la tela del Martirio di San Se- 1998, p.41. Questo brano ci riconduce inevitabil- condo e nella chiesa di San Paolo, S. 8 I. BOLOGNA, La committenza artistica a mente ad accostare le numerose figure, Pietro e S. Paolo tra i sapienti sul mo- Canelli nel Sei e Settecento: aspetti e problemi ammassate ed immerse in una luce dif- dello dell’Areopago di Raffaello. in E. RAGUSA e A. TORRE (a cura di), Tra Belbo fusa, con soluzioni analoghe adottate La pittura di Carlo Gorzio, pur ap- e Bormida: luoghi ed itinerari di un patrimonio culturale, p.226 e nota 52. dal pittore nelle varie stazioni delle Vie prezzabile e fondamentale in Monferrato, 9 Crucis. Archivio dei P.P. Cappuccini, Santuario è ancora assai trascurata dagli storici del- della Madonnina, Acqui Terme, Libro dei Conti Lo spazio attorno ai santi del Gorzio l’arte. Penso che, con quest’analisi, si I74I-1795, p. 65, relativamente alle uscite del- non ha dimensione, è uno spazio compia un altro passo avanti nel catalogo l’anno 1776. d’atmosfera rarefatta, paradisiaca e senza e nelle valenze culturali della sua realtà 10 Le pitture sono ritenute post 1766 in In- tempo; quando i personaggi sono inseriti figurativa, dando rilievo all’innata e mai ventario Trinese, cit. p. 184. 11 in vicende reali, sullo sfondo appaiono li- tradita fedeltà alla sua terra. Il contratto è riportato in S. ARDITI, La mitati cenni ambientali, conferendo alla chiesa parrocchiale di Santa Caterina cit., pp. composizione un carattere concreto. Si Note 104 – 105. 12 G. DELLA VALLE, Vite dei più eccellenti 1 osservino le scene inferiori del ciclo in S. ARDITI, La chiesa parrocchiale di Santa Pittori, Scultori e Architetti scritti da Giorgio San Leonardo a Canelli, in cui il paesag- Caterina in Cassine tra il ‘700 e la seconda Vasari, Siena 1791 – 1794, vol. XI, p.20. metà del ‘900 13 gio è ben delineato ed essenziale all’am- , Ovada 1997, p. 60. A. ROCCO, in E. RAGUSA E A. TORRE (a 2 bientazione della scena. Le quattro ampie S. ARDITI, Nuovi apporti a Carlo Gorzio, cura di), Tra Belbo e Bormida: luoghi ed itine- pittore del secondo Settecento, in “Aquesana”, raffigurazioni sulle pareti del presbiterio rari di un patrimonio culturale, scheda 15. 16 a n. 2, anno 1996, pp.72 – 77. p.271, foto 15 e 16 a p.266. sono fitte d’alberi con lussureggianti 3 G. MAZZA, in A.A.V.V., Inventario Trinese. 14 fronde ben dettagliate, con foglie minu- G. BOSIO, Storia della chiesa di Asti, Asti Fonti e documenti figurativi, catalogo della mo- 1894, p. 407, notizia ripresa da un articolo della ziosamente descritte ed indispensabili stra a cura di Amilcare Barbero e Carlenrica Gazzetta piemontese del 3 febbraio 1820. alla narrazione: quelle della quercia di Spantigati, Torino 1980, p, 138. 15 A. TRUFFA, Illustri figure di Moncalvo. 4 Gedeone sembrano tratte da un erbario G. B. MORIONDO, Monumenta Aquensia, Gabriele Capello, Asti 1965, pag. 5. vol. I, Torino 1789, p. IV (consultato in ristampa 16 scientifico. G. MAZZA, in A.A.V.V., Inventario Tori- anastatica Forni Editore Bologna1967). nese, op. cit. pp. 137 – 139. Nelle tele di Carlo Gorzio, come con- 5 IORCI Antichità e Prerogative 17 G. B , A. ROCCO, La quadreria dell’Ospedale sueto, si vedono nei primi piani angioletti D’Acqui Staziella, sua istoria profana – eccle- che si trastullano, a volte con fiori, altre maggiore a Nizza Monferrato, in “Quaderni siastica, tomo II, Tortona 1820, p. 263 (consul- dell’Èrca”, Nizza Monferrato (AT), n. 16, Di- volte con cappelli cardinalizi o con pasto- tata nella ristampa dell’Editrice Impressioni cembre 2001. p 9. rali. Con questo probabilmente il pittore Grafiche di Acqui Terme 2001). Le indicazioni Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 135 www.accademiaurbense.it

135 L’Accademia Urbense mette on line le proprie guide dell’Ovadese e della Val Lemme di Alessandro Laguzzi Come sicuramente avranno avuto da quelle dei borghi vicini e spiegano at- donna e Santi recentemente restaurata modo di accorgersi i soci e coloro che teggiamenti e pregiudizi che solo l’Unità della parrocchiale di San Cristoforo, il ogni tanto visitano il nostro sito on line, ha potuto modificare. bel Crocifisso con la Maddalena orante l’Accademia Urbense ha messo a dispo- Segue quindi una seconda parte dedi- del Casoni, pala dell’altare di S. Defen- sizione del più vasto pubblico del web la cata alla guida vera e propria: castelli, dente a Belforte Monferrato, come non propria collana di Guide, che riguardano chiese, musei, palazzi, ville e altri edifici ricordare la tela delle Anime purganti di l’Ovadese e la Val Lemme. storici con le loro opere d’arte, località, Gregorio De Ferrari della parrocchiale di Intendiamo così dare un ulteriore con- parchi, giardini, e quant’altro possa inte- San Silvestro di Mornese o il S. Seba- tributo alla conoscenza del territorio, il ressare il visitatore. È questa parte quella stiano del Fiasella nell’Oratorio di S. nostro, dai panorami sempre cangianti, di che più si presta a mettere in luce le ric- Giovanni di Voltaggio e si potrebbe con- alto valore naturalistico, ricco di storia e chezze del territorio, i castelli per citare i tinuare rifacendo il percorso della mostra delle sue testimonianze, di un patrimonio quali c’è solo l’imbarazzo della scelta: da curata a Torino alla Galleria Sabauda da artistico che viene detto minore nel no- quello immerso nel bosco di Casaleggio Fulvio Cervini, L’altra Liguria: pittori ge- stro Paese, ma che altrove desterebbe a quello di Cremolino, che domina le novesi fra l’Oltregiogo e il Po. unanime interesse ed una ben diversa tu- valli dell’Orba e della Bormida, alla for- Tuttavia l’elenco delle opere non sa- tela. Si aggiunga poi la presenza di tradi- tezza di Gavi, progettata dal Fiorenzuola rebbe finito perché mancano gli affreschi zioni che hanno nell’enogastronomia il e così ricca di storia, il castello di Montal- devoti del tardo medio evo. fra i quali loro punto di forza e di un folklore in deo con il fantasma della monaca; le spicca Il ciclo della Passione di S. Gio- parte ancora vivo. Tutte caratteristiche chiese: da quelle romaniche, S.Giacomo vanni al piano di Lerma del Maestro che unite alla cordialità della gente costi- maggiore a Gavi, S. Giovanni al Piano a omonimo o opere di autori non genovesi, tuiscono le basi per sviluppare nella zona Lerma, S. Michele a Montaldeo, S. Maria valga per tutte L’estasi di Santa Teresa di la vocazione turistica. della Bruceta a Cremolino, l’abazia di Luca Giordano della parrocchiale di Tuttavia alcuni elementi contribui- San Remigio di Parodi Ligure riaperta Ovada. scono ad ostacolare l’affermarsi di que- dopo anni di abbandono e poi quelle af- Se si passa alla scultura, la messe di sto indirizzo, e sebbene non sia certo lo frescate dal “Muto” le parrocchiali di opere di autore noto diminuisce ma ri- scopo di questo scritto individuarli ed Ovada, Molare, Trisobbio; il Santuario mane di qualità. Se un discorso a parte analizzarli, si evidenzia però anche ad un delle Rocchette a Lerma e quello delle meritano le opere lignee di Anton Maria esame superficiale come fra essi abbia un Rocche a Molare, la Madonna della Maragliano, della sua bottega e dei suoi peso determinante la scarsa conoscenza Guardia di Gavi e gli Oratori, soprattutto seguaci il riferimento alla mostra tenuta che gli stessi abitanti hanno delle realtà quelli di Gavi e di Ovada, ma non trala- ad Ovada Han tutta l’aria di Paradiso viciniori, per non dire della propria, sic- scerei quelli di Capriata e Voltaggio, pic- Gruppi processionali di Anton Maria ché non ci deve stupire se, a maggior ra- cole bomboniere ricche d’arte, che con le Maragliano fra Genova e Ovada a cura gione, le attrattive della zona sono igno- loro confraternite sono anche custodi di di Fulvio Cervini e Daniele Sanguineti è rate dai possibili fruitori. vive tradizioni di religiosità popolare. Va assolutamente d’obbligo e ci esime dal Ovviare a questo inconveniente è poi ricordato che a Voltaggio il convento citare le opere presenti sul territorio. stata la molla che ha spinto chi scrive, era dei Cappuccini ospita una ricca pinaco- Opere di pregio, Crocifissi in particolare, il 1999, a redigere la Guida di Ovada e teca che è, per il numero e la qualità delle risalenti anche ad alcuni secoli prima ha poi convinto l’Accademia Urbense a opere di scuola genovese conservate, so- sono presenti nelle nostre chiese, opere promuovere la pubblicazione delle Guide prattutto per quelle del XVII e XVIII se- di raffinate botteghe come quella dello successive che ebbero la prima come mo- colo, la più importante dopo le Gallerie Schiaffino le troviamo a Molare altare del dello. di Via Nuova a Genova. SS. Rosario o a Gavi in S. Giacomo (Ma- L’opera venne pensata divisa in tre Fare poi un elenco di opere singole di donna con Bambino) ricordiamo nella parti. La prima da conto in maniera sinte- grandi autori sparse fra le varie località stessa chiesa la Madonna del Rosario del tica della storia del luogo, questo perché, diventa davvero impegnativo, ma non Cacciatori che è anche l’autore dell’L’As- come è noto, l’Oltregiogo fu terra di con- possiamo dimenticare la tavola Madonna sunta della parrocchiale di Ovada fini, fra feudo e feudo, ma anche fra stato con Bambino di Barnaba da Modena, Nell’Ottocento sarà il savonese Anto- e stato. Ovada era terra della Repubblica nella parrocchiale di Lerma, la pala di nio Brilla a decorare con statue in gesso di Genova, confinava con Belforte, terra Gandolfino da Roreto Madonna con di grande valore plastico numerose del Monferrato, e Tagliolo, feudo impe- Bambino s. Giacomo e s. Giovanni Batti- chiese del territorio e non mancheranno riale dipendente dal Senato di Milano, sta, della parrocchiale di San Giacomo di scultori della zona come il gaviese Mon- confinante a sua volta con Belforte; in un Gavi, le tele di Luca Cambiaso della par- tecucco e l’ovadese Emanuele Giacobbe. raggio di pochi chilometri tre differenti rocchiale di Capriata e dell’Oratorio del- Né sono assenti opere contemporanee, confini, il luogo ideale per banditi e con- l’Annunziata di Ovada, la volta affrescata valgano per tutte La Pietà e gli alto rilievi trabbandieri. Le vicende tormentate poi dal Giudizio universale di G. B. Carlone, in bronzo de’ La Passione dovuti al Mes- degli Stati facevano sì che le vicissitudini nell’Oratorio dei Bianchi di Gavi, o sem- sina della tomba Garrone di Carpenento. di un paese fossero a volte molto diverse pre dello stesso autore la pala della Ma- Bisognerebbe citare anche gli argenti, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 136 www.accademiaurbense.it

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luoghi a noi domestici. che la maggior parte dei Comuni per i La terza parte della Guida è più diret- quali avevamo pubblicato le Guide da tamente dedicata al turista: impianti spor- tempo ne erano rimasti sforniti, non solo, tivi, locali di divertimento, luoghi ameni, ma che, in alcuni casi, addirittura non passeggiate, boschi, manifestazioni, erano neppure in grado di reperirne un sagre, piatti tipici. esemplare da far fotocopiare a chi fosse A questa impostazione iniziale gli au- interessato. Ecco quindi, in mancanza di tori si sono attenuti, chi più chi meno, fondi per procedere alla ristampa (tempi anche in seguito quando, in collabora- duri questi per le amministrazioni comu- zione con l’associazione Oltregiogo e le nali) l’idea, quasi la necessità, di metterle amministrazioni interessate, sono nate le on line. deliziosi quelli dell’Oratorio dell’Annun- guide successive. Concludo rivolgendo un saluto alla ziata di Ovada, sfuggiti alla furia icono- A tutt’oggi ne sono state redatte venti, nuova Guida di Molare che proprio in clasta e predatrice del periodo della quelle di Belforte Monferrato, Bosio, Ca- questi giorni è uscita dai torchi e va ad Repubblica Ligure. priata d’Orba, Carpeneto, Carrosio, aggiungersi alle precedenti. Mentre lo spazio libero di questa Casaleggio Boiro, Cremolino, Franca- Complimenti all’autrice, Clara Fer- breve nota si restringe mi rendo conto villa Bisio, Gavi, Lerma, Molare, Mon- rando Esposito per il buon lavoro fatto, delle tante cose che ho trascurato di sot- taldeo, Mornese, Ovada, Parodi Ligure, come tutti potranno costatare, e a Gia- tolineare, in modo particolare i pregi na- San Cristoforo, Tassarolo, Trisobbio, Vol- como Gastaldo che ne ha seguito e curato turalistici che un grande parco come taggio, a cui va aggiunta Pievi e chiese la stampa provvedendo a che i bei colori quello delle Capanne di Marcarolo può romaniche dell’Alto Monferrato ovadese. delle foto venissero rispettati. Erano di offrire, rendendolo un luogo privilegiato Altre sono in fase di studio e di prepara- Enzo Esposito quasi tutte le le foto che il- per la flora, la fauna e i paesaggi, per la zione, altri autori ci hanno assicurato la lustrano l’opera e il lavoro di ricerca presenza del Tobbio che come un Fu- loro opera, ma ognuno ha i suoi tempi. Clara e Enzo l’aveva fatto insieme. Ora jiama in sedicesimo si pone come nume Recentemente, mentre collaboravamo la pubblicazione ci offre l’occasione per tutelare che domina i nostri paesi e da alla realizzazione della Bibliografia del- ricordare un amico che non è più, ma è lontano ci avvisa che stiamo tornando nei l’Oltregiogo, abbiamo dovuto constatare rimasto nei nostri cuori. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 137 www.accademiaurbense.it

137 La devozione per la Madonna della Salute in Ovada di Paola Piana Toniolo Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 138 www.accademiaurbense.it

138 Alla pag. precedente, in alto a sinistra, (primo Ottocento); a destra, altare della Ovada, Oratorio dell’Annunziata, Madonna della Salute immagine della Madonna della Salute; Nella pag. a lato, particolare di tabarino a destra tabarino ricamato dalla ditta dei Priori ricamato dalla ditta Pittaluga Pittaluga (1880 circa); in basso a sinistra, cappa della Compagnia della Salute

L’Oratorio della Vergine Annunziata, tavola marmorea recante una statuetta di Il quadro è piccolo, ma circondato da che si affaccia su via San Paolo ad San Giovanni Bosco nella tradizionale una tale abbondanza di decorazioni, tutte Ovada, è veramente un gioiello o, meglio iconografia. di una eleganza e ricchezza eccezionali, ancora, uno scrigno di gioielli. Chi entra L’altare è collocato tra quattro co- acquista un grande risalto. L’immagine nella chiesa, aperta al mattino del merco- lonne binate, poste su basamenti piutto- riproduce chiaramente la più nota delle ledì e del sabato, ne rimane sempre col- sto alti, le esterne in posizione aggettante Madonne dipinte dal Sassoferrato pre- pito, specie se le luci sono accese e in modo da suggerire la profondità di una senti nella Basilica della Salute di Vene- l’organo suona, ma sarebbe troppo lungo cappella. Le colonne, leggermente rastre- zia6. La Vergine, ritratta a mezzo busto, per un semplice articolo descriverne in mate in alto, con scanalature dorate e ca- ha il volto dolcissimo e di un ovale per- una volta sola l’architettura e tutto quanto pitelli in stile ionico-corinzio, sono unite fetto, è vestita dei tradizionali colori vi è contenuto. Per il momento mi accon- in alto con un architrave mistilineo in rosso e blu e porta un leggero velo tenterò di parlare dell’altare di destra, de- parte aggettante, di marmo bianco come bianco. Ha le mani giunte e gli occhi volti dicato alla Madonna della Salute, e della i basamenti delle colonne. Il fregio che lo al basso, quasi a guardare con affettuosa particolare devozione dei Confratelli per sovrasta presenta, tra le altre decorazioni, comprensione i fedeli ai suoi piedi. questo aspetto del culto della Vergine, la tre vasi con fiori. Sul più piccolo, quello Il quadro è stato inventariato per la Salus infirmorum delle Litanie lauretane1. centrale, si eleva una cornice ovale, rag- prima volta nei registri dell’Archivio nel In effetti questa particolare devozione giata, che contiene il monogramma di 18347 e non ne conosciamo la prove- non è molto frequente2, anche se tutti noi Maria sovrastato da una grande corona, nienza. Per altro l’inizio nel nostro Orato- consideriamo la salute il nostro bisogno mentre al di sotto di esso, ma sempre rio della devozione per la Vergine della primario, e parlare un poco di questo mi entro l’ovale, è rappresentato uno spic- Salute deve porsi almeno alla seconda sembra una buona cosa. chio di luna, simbolo dell’Immacolata metà del sec. XVIII, visto che si parla di La nostra chiesa, dunque, presenta tre Concezione4. un triduo a Lei rivolto nel 1804, quando, altari: naturalmente c’è il Maggiore, de- Ai due lati, entro le colonne, sul fondo alla morte avvenuta il 31 dicembre di dicato all’Annunciazione dell’Angelo a della parete dipinta di verde scuro come quell’anno, il signor Rossi Francesco fu Maria, che è il titolo primario dell’Ora- una parte dei marmi dell’altare, sono Vincenzo, ascritto fra i Confratelli dal torio, mentre gli altri due, contrapposti, state inserite due tavole strette e lunghe, 1776, lasciava per testamento all’Orato- sono dedicati, l’uno alla Madonna del sagomate, di legno e dello stesso colore rio una croce di rame argentata e usata, Monte Carmelo e a Sant’Alberto, secondi verde, sulle quali si distinguono appena del valore di lire 32, con l’obbligo della titolari dell’oratorio, ai quali oggi è dedi- gli ex-voto d’argento, molto scuriti dal celebrazione di venti messe ed “un triduo cata la festa principale celebrata dalla tempo. dedicato a Nostra Signora della Salute”8. Confraternita, e l’altro alla Madonna In alto, entro un cartiglio, la scritta: In precedenza, probabilmente, l’altare della Salute. Si tratta dunque di una “Altare privilegiatum quotidianum per- era dedicato a San Giuseppe e vi era chiesa squisitamente Mariana, che non petuum”. posta una statua lignea. Nel 1681, infatti, trascura naturalmente l’adorazione della All’interno di questa specie di cap- si parla di tre “nicchi”, con relative sta- Divinità, come si evince da quadri, croci- pella si apre una sorta di finestra, dove è tue, uno della Madonna, uno di Sant’Al- fissi e affreschi. posto il quadro rappresentante la Vergine berto e l’ultimo di San Giuseppe9. Nella L’altare quale oggi si presenta è il della Salute, entro una cornice dorata e stessa epoca erano in vigore soltanto le frutto degli ultimi “abbellimenti”, che fu- sovrastato da una grande corona. Anche festività dell’Annunziata, di Sant’Alberto rono compiuti negli anni 1831-18383, ma la Madonna nel quadro porta la corona, e del Carmine e la partecipazione alle lo stile complessivo è barocco-rococò, non dipinta, ma inserita in rilievo5. Due funzioni della Settimana Santa e del Cor- come quello dell’altare contrapposto, angioletti a corpo intero reggono la pus Domini10. completato alcuni decenni prima, dal grande corona dorata ed altri due, ai lati, Passata l’età napoleonica, con i suoi quale differisce sostanzialmente solo sostengono il quadro, mentre quattro che- sconvolgimenti che avevano portato alla nella diversità delle immagini devozio- rubini completano la decorazione sopra e chiusura degli oratori e all’affido di tutti nali, ma soprattutto della loro misura, che sotto l’immagine pittorica. Quadro ed i loro beni alla parrocchia, che ne dispose condiziona il complesso delle cornici. angioletti sono inseriti in una cornice di fino al 182211, con decreto del 23 agosto Gli altari propriamente detti sono en- marmo, eguale a quella che, nell’altare 1819 il Vescovo di Acqui mons. Carlo trambi in marmo bianco, rosso e verde contrapposto, contiene il quadro della Giuseppe Sappa de’ Milanesi riconfer- scuro, con intarsi a volute, ma l’altare del Vergine del Carmelo e Sant’Alberto. mava i privilegi concessi alle Confrater- Carmelo ha la facciata più decorata del- Tutti gli ornamenti, dai vasi di fiori nite ovadesi dal Papa Pio VI il 7 aprile l’altro ed anche i tabernacoli, sovrastati agli angioletti, dalle colonne al cartiglio, 177512e le celebrazioni in uso precedente- da aggraziati angioletti in varie pose, sono in stucco, evidentemente opera, mente, vale a dire: 1) novena e festa di sono un po’ diversi tra loro. come vedremo in seguito, del maestro Nostra Signora del Carmelo con proces- Sopra il tabernacolo della Salute è Desiderio Prasca originario di Rossi- sione e panegirico; 2) triduo e festa della stata aggiunta recentemente una piccola glione. Santissima Annunziata con processione e Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 139 www.accademiaurbense.it

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venerato all’altare di sinistra di quel- l’Oratorio19. La nuova Compagnia della Salute, cui si era aggiunto, come già detto, anche il titolo del Redentore, avrebbe dovuto comprendere solo una parte dei Confra- telli dell’Annunziata, particolarmente im- panegirico; 3) triduo in suffragio dei de- minciava a pensare di abbellire l’altare pegnati nell’esercizio delle “opere di funti con panegirico; 4) triduo e festa di della Madonna della Salute. Se ne par- misericordia”, ma al contempo più ab- Nostra Signora della Salute con lava per la prima volta il 9 gennaio 1831 bienti, per soddisfare meglio gli impegni, l’esposizione delle Quarant’ore, proces- ed il 23 dello stesso mese si organizza- ma anche per potersi permettere le sione e panegirico. Si riconosceva inoltre vano già i lavori, che avrebbero dovuto “cappe di seta” turchina. Si parlerà comu- il privilegio perpetuo legato all’altare di interessare entrambi gli altari contrappo- nemente, infatti, e non sappiamo se con Nostra Signora della Salute, ottenuto pro- sti, quello del Carmine e quello della Sa- ammirazione, con invidia o con una certa babilmente alla sua erezione e di cui non lute, perché si voleva dare unità al disapprovazione, dei “Confratelli dalle è rimasta altra memoria che questa anno- complesso. Il 2 febbraio veniva pertanto cappe di seta” contrapposti a tutti gli altri tazione e la già citata scritta sull’altare. firmato un contratto col maestro Deside- che portavano cappe di tela20. Essi avreb- Veniva negata però le festa di Sant’Al- rio Prasca fu Bartolomeo, nativo di Ros- bero inoltre usato “per distintivo” la pel- berto, che in seguito venne nuovamente siglione ma domiciliato ad Ovada. Egli legrina o tabarino di color cremisi21. ammessa e si celebrò almeno fino al avrebbe dovuto marmoreggiare i colon- In tale abbigliamento avrebbero do- 192813. nati, aggiungere i putti, aggiustare i gra- vuto presentarsi alle processioni del- La festa della Madonna della Salute dini degli altari e portare a termine altri l’Annunziata, del Corpus Domini, del si celebrava la seconda domenica di otto- lavori minuti non riportati specificata- Carmine, della Madonna della Salute e bre, in corrispondenza di quella della Ma- mente sul verbale ma ben chiariti nel con- del Rosario, e, dopo le processioni, ternità di Maria o della Gran Madre di tratto, come era d’uso; il tutto sotto la avrebbero dovuto andare davanti al loro Dio, per cui fu aggregata alla Arciconfra- supervisione, soprattutto per i colori, del altare per recitare il De Profundis per i ternita romana di Nostra Signora Madre pittore Tommaso Cereseto. Spesa previ- fratelli e le sorelle defunti. Ma all’ado- di Dio e Madre del Divino Amore14; ma sta: lire 480, pagabili in cinque rate, per razione del Santissimo Sacramento per le al titolo fu in seguito unito anche quello la quale si apriva una sottoscrizione, cui Quarant’ore avrebbero dovuto presen- del SS.mo Redentore che si celebrava il subito aderivano ben sessantatre Confra- tarsi con il tabarino cremisi, sì, ma le 23 ottobre. telli16. cappe di tela. Il 1824 fu un anno difficile, molti gli L’indoratura dell’altare della Salute Compito specifico della Compagnia ammalati tra i Confratelli e in generale tra venne affidata poi, nel 1837, ad Agostino era l’assistenza degli infermi, ai quali, se la popolazione di Ovada e dei dintorni, Canepa da San Luca, per la somma di indigenti, si sarebbe dovuto fornire anche una recrudescenza, forse, delle febbri epi- 541.10 lire genovesi17. Tutto il resto del- soccorsi materiali stabiliti dal Consiglio, demiche petecchiali che, soprattutto dal l’Oratorio, lo diremo in altra occasione, e, in caso di grave infermità, un triduo 1817, avevano afflitto ripetutamente le venne invece affidato all’indoratore fran- alla Madonna della Salute, ma una sola nostre zone15. cese Giacomo Antonio Levajeur, nativo volta nella vita. I Confratelli si erano rivolti al parroco di Parigi, ma residente in Genova, il Per i defunti erano previsti: recita del- per ottenere l’autorizzazione a fare un tri- quale, per i lavori che gli vennero affi- l’Ufficio dei morti, messa solenne da Re- duo alla Beata Vergine della Salute, ma dati, si trasferì prima ad Acqui e poi, tem- quiem con organo, undici messe lette, ne avevano avuto un diniego. La succes- poraneamente, ad Ovada. Da noi lavorò accompagnamento del feretro in parroc- siva richiesta, rivolta prima al Vicario fino al 184218. chiale, messa cantata e accompagna- Generale e poi al Vescovo, non aveva ot- Questo interesse tanto evidente per mento al cimitero con cappa di tela, tenuto risposta. Nessuno stupore! Ricor- l’altare della Salute, fino ad allora un po’ tabarino e fiaccole. Ogni anno era d’ob - diamo che abitualmente i Vescovi trascurato, derivava anche dal desiderio, bligo una messa cantata per tutti i defunti concedevano le autorizzazioni per tali ed che si era fatto strada poco a poco tra i della Compagnia. altre richieste condizionandole all’as- Confratelli, di fondare una Compagnia Rettore e cassiere erano gli stessi senso dei parroci e ciò era risaputo. I con- legata appunto a detto altare, come acca- della Confraternita, ma il Consiglio, com- fratelli, dunque, avevano cercato, deva presso altre Confraternite ed in par- posto di sette titolari più tre supplenti, era scorrettamente, di aggirare l’ostacolo e ticolare presso quella concorrente di San autonomo; tutte le delibere, però, ave- l’ordinario l’aveva capito. Bontà sua se Giovanni, che aveva dato vita alla Com- vano valore solo se approvate dal Consi- non aveva loro tirato le orecchie! pagnia del Crocifisso, facendo centro ad glio maggiore22. In quegli stessi anni, comunque, si co- un prezioso antico Crocifisso da tempo Diciamo subito che non fu così sem- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 140 www.accademiaurbense.it

140 Nella pag. a lato, Altare della Madonna della Salute, parte centrale Le fotografie che illustrano l’articolo sono del sig. Walter Lorietti

plice arrivare all’approvazione dello Sta- scrive che una cappa nuova costava lire per difenderne l’estrema fragilità alla tuto da parte del parroco e dell’Ordinario 5.1228, e non era poco, ma si compravano quale li ha condannati il tempo. diocesano. La prima stesura, già pronta anche cappe usate, magari dalla famiglia Queste meraviglie del passato dove- nel 1832 e approvata all’unanimità il 15 di qualche defunto, perché già nel 1606 vano essere ancora in uso quando, nel maggio 1836 dal l’assemblea generale il Consiglio aveva decretato che chi non 1879, si decise di fare i tabarini in velluto della Confraternita, con circa settanta si fosse procurato la cappa regolamen- cremisi ricamati d’oro che ancor oggi si presenze23i, venne successivamente mo- tare, che era di color turchino, sarebbe portano durante le manifestazioni so- dificata per giungere alla convalida ve- stato allontanato dalla Confraternita29. lenni. Una conferma la si può facilmente scovile solo nel 1862, al 26 gennaio24. Visto che non si poteva prevedere allora trovare nei ricami dei polsini delle cappe Già alla fine dell’anno erano iscritti alla altra condanna più grave e vituperosa, la antiche, che ripetono disegni e punti usati Compagnia ben 38 donne e 91 uomini, spesa non doveva essere troppo pesante, poi dai Pittaluga e probabilmente furono sotto la reggenza del primo “direttore” tanto da impedire di ottemperare al pre- quindi aggiunti quando vennero ricamati Gabriele Garbarini25. cetto! In fondo in fondo si trattava di un i tabarini nuovi. Il 5 gennaio di quel- Gli ostacoli maggiori vennero subito camicione di tela colorata, niente di più. l’anno, infatti, la Confraternita firmava dopo, nel febbraio, dalle tradizionali con- Ricordiamo, tra parentesi, che il color con il signor Giovanni Pittaluga, titolare troversie con i Confratelli dell’altro Ora- turchino, adottato dai Confratelli, distin- in Genova di una bottega artigiana di ri- torio ovadese, quello di San Giovanni, gueva le Confraternite intitolate alla Ma- cami, un contratto per la fornitura di un- che in primo luogo denunciarono il color donna. dici tabarini per la somma di lire 2.70033. rosso dei tabarini della nuova Compa- Non hanno certo così lontana origine Non era facile reperire una simile gnia, affermando che il rosso apparteneva le cappe che ancora si conservano in Ora- cifra e si decideva perciò di emettere un alla loro Confraternita, alla quale denun- torio, di seta azzurra ricamata in oro, prestito di lire 20 con i confratelli fino a cia quelli dell’Annunziata replicarono quattro di colore più scuro e due più raggiungere la somma di lire 1000, pre- che i giovanniti avevano da parte loro chiare, evidentemente da attribuire a due stito che sarebbe stato restituito mediante adottato per i loro tabarini il nero, colore momenti e ricamatrici diverse, come te- l’estrazione di due nominativi all’anno, che apparteneva all’oratorio, defunto, di stimoniano anche i disegni dei ricami flo- sperando magari che si trasformassero in San Sebastiano. Poi era venuta l’accusa reali, ben spaziati sul tessuto e solo donazione, almeno in parte, come effetti- 30 di avere costituito una Compagnia senza apparentemente eguali tra loro . Esse vamente era poi accaduto; il rimanente alcuna preventiva autorizzazione eccle- erano dotate di strascico, naturalmente della somma sarebbe stato pagato in rate siastica e questo aveva indotto il parroco poco accentuato, ma che durante le pro- di lire 300 all’anno. Bracco a chiedere spiegazioni molto pre- cessioni veniva rialzato con l’uso di un Il 30 gennaio 1881 veniva richiesta al cise, temendo delle “innovazioni” che piccolo gancio. Ad accompagnarle erano Pittaluga la confezione di altri tabarini, di avrebbero potuto comportare delle disob- evidentemente destinati i tabarini, pure cui dodici uguali ai precedenti34 e tre an- bedienze anche gravi26. nella sagrestia, in velluto cremisi, con ric- cora più ricchi, “in tela d’argento con ri- La risposta, assai pacata, del rettore che bordure ricamate in oro e argento, cami in oro”, simili agli altri, ma con più Gabriele Garbarini metteva in evidenza conservatisi solo in numero di due pro- fiori, vasi e stemmi35. Due di questi ul- come la fondazione della Compagnia babilmente per l’usura del velluto. Con timi sono eguali e portano il simbolo del fosse un fatto interno alla Confraternita, essi c’è anche un tabarino semplice, di cuore passionista, il terzo si diversifica che per questo non aveva chiesto autoriz- velluto cremisi, con una piccola bordura con la colomba dello Spirito Santo. Non zazioni preventive. Per altro la Compa- ricamata e orlatura d’oro. Per le autorità li si usa più perché la delicatezza del tes- gnia non faceva questue, non aveva c’erano anche cappe in seta d’oro, due suto li rende troppo fragili, ma anche, gonfalone, non si manifestava esterior- delle quali in tessuto damascato, tutte con forse, perché potrebbe sembrare una mente se non entro la Confraternita, non strascico da rialzare e polsini in velluto ostentazione eccessiva. Che gia i tabarini disturbava quindi nessuno e tanto meno cremisi ricamato, accompagnate da otto rossi non scherzano! Tra i primi ricamati, San Giovanni. E concludeva: “il sotto- tabarini dorati con frange. i secondi e i terzi se ne conservano ben scritto non si crede in dovere di ribattere Di queste meraviglie non abbiamo venticinque. le poco benevole insinuazioni […] la- trovato sufficiente documentazione in ar- Il Pittaluga accettava il nuovo inca- sciando al signor Prevosto […] il giudi- chivio31, ma non esitiamo a riconoscerle rico e di essere pagato a lire 300 all’anno, care da chi pende il torto”27. come i primi vestimenti di seta della purchè l’Oratorio saldasse subito il debito Storie e beghe d’altri tempi! Compagnia della Salute, da far risalire vecchio; quello nuovo comunque non era Ma parliamo un poco di cappe e taba- dunque agli inizi del sec. XIX32. Sono stato ancora saldato interamente nel 1893 rini. molto consunti e con ampi squarci so- e il Pittaluga se ne lamentava36. Ma prima Le cappe più antiche di cui si abbia prattutto nelle maniche, ma assoluta- o poi il conto sarebbe stato comunque qualche informazione nelle carte del- mente affascinanti, tanto che chiuso… l’Oratorio risalgono al 1697, quando si meriterebbero una custodia più idonea I Confratelli non si perdevano mai Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 141 www.accademiaurbense.it

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d’animo e mentre faticavano su rimasero definitive, ma con alcune un debito, ecco che ne contrae- aggiunte nei secoli successivi, vano un altro, perché c’era come Regina pacis durante la prima guerra mondiale e Regina in sempre qualcosa di importante coelum assumpta nel 1950. da fare: ora era il crocifisso, ora 2 La chiesa di Santa Maria le casse proces- sionali, ora della Salute di Venezia è sicura- l’organo, ora gli argenti, il cam- mente il tempio più noto al mondo panile, il pavimento, i lampa- tra quelli dedicati alla Madonna dari e via discorrendo, ed essi della Salute. Opera di Baldassarre Longhena (1598-1682), fu edificata avevano assorbito, almeno in per voto del Senato Veneziano in questo, il concetto del “tempo ringraziamento per la liberazione della Chiesa”. della città dalla peste. Iniziato nel Ma andiamo avanti! Il 7 1631, fu consacrato nel 1687, cin- marzo del 1937 venivano ac- que anni dopo la morte dell’archi- quistati 100 metri di seta tur- tetto che lo aveva progettato. Tra le altre opere insigni vi sono conser- china, d’altezza di m. 1,20, per vate quattro immagini della Ma- il prezzo di lire 3240, dalla ditta donna dipinte dal Sassoferrato Terragni di Como37, con cui si (Giovan Battista Salvi, 1609-1685, sarebbe provveduto a cucire le detto il Sassoferrato dal paese di nuove cappe, essendo ormai le origine in provincia di Ancona. Al- vecchie “logore e non atte ad lievo del Domenichino, fu affasci- nato dall’arte di Raffaello, al quale essere in qualsiasi modo ripa- Parrocchiale all’Oratorio, dove si cele- spesso si ispirò), una delle quali risulta estrema- 38 rate” . Le sarte sarebbero state le conso- brava la festa di Nostra Signora della Sa- mente somigliante a quella venerata nell’Orato- relle, che si applicarono infatti con buona lute42. Era una delle ultime grandi rio. (Ringrazio vivamente l’amica Aurora volontà, tanto che ai primi di giugno celebrazioni festive interessanti il nostro Petrucci Tabbò per la segnalazione.) erano già pronte quattro nuove cappe, Oratorio. Presenti il parroco don Fiorello Ma il culto della Madonna della Salute ri- sale più indietro nel tempo. Ricordiamo il san- vendute ai confratelli per lire 175 cia- Cavanna, il cappellano don Luigi Piana, 39 tuario di Monteortone, forse il più antico, che si scuna . Come decorazione, essendo irri- don Teresio Gaino, don Amelio Pollarolo, trova vicino ad Abano Terme (PD), nel luogo petibili i ricami delle cappe precedenti il Padri Scolopi, i Frati Cappuccini, le dove, nel maggio del 1428, la Vergine apparve per ovvi motivi, si applicarono dei pol- suore dei diversi Ordini presenti in città, ad un sofferente e venne subito invocata per sal- sini in velluto cremisi con ricami in oro, una fiumana di popolo con le torchie ac- varsi dalla peste e dalle guerre in corso. che riprendono quelli dei tabarini. cese, tra gioiosi canti religiosi43. 3 ARCHIVIO STORICO DELLA CON- Oggi, piano piano, si sta provvedendo FRATERNITA (ad esso si riferiscono tutti i fal- La Confraternita, riprendendo l’uso doni che verranno in seguito citati), fald. 1, fasc. alla confezione di cappe nuove e, mentre antico con l’approvazione ecclesiastica, 3, Libro delle proposte, pp. 73, 79-80. la Confraternita riprende vitalità, si rin- ma rifiutando ogni gerarchizzazione in- 4 Ricordiamo che la chiesa dei Cappuccini nova anche la devozione per la Madonna terna, riprende quest’anno la celebra- ha questa intitolazione e che anche la parroc- della Salute, che era andata perduta dopo zione del triduo dedicato alla Madonna chiale e la chiesa dei Padri Scolopi sono dedi- il 1976, ultima testimonianza rimastaci cate alla Madonna, la prima nella voce di Santa della Salute. Si tratterà di festa mobile, Maria Assunta, la seconda in quella di Santa della celebrazione di un triduo solenne condizionata ogni anno dalle funzioni li- Maria delle Grazie. Una città, la nostra, forte- con recita del Santo Rosario, canti e be- turgiche parrocchiali, ma non possiamo mente legata alla Vergine Maria. nedizione eucaristica40. dubitare che gli Ovadesi risponderanno 5 Nel 1637, per volontà del Senato della Su- Per il secolo da poco concluso sono volentieri all’invito di ritornare ai piedi perba, la Madonna fu proclamata Patrona, Si- da ricordare ancora due date importanti: dell’altare nel nostro Oratorio come fe- gnora e Regina della Città di Genova e di tutto - 13 settembre 1926, il cappellano il Dominio (Vedi T.O.DE NEGRI, Storia di Ge- cero per tanti anni le loro madri ed i loro nova, Firenze, 1986, p. 715.) In seguito a que- dell’Oratorio, don Luigi Piana, chiedeva, padri. I giorni 4, 5 e 6 ottobre si terrà il sto tutte le immagini della Madonna nei territori e otteneva, dal Vescovo Lorenzo Del- triduo, mentre il lunedì 8 ottobre verrà della Repubblica furono via via adornate di co- ponte di trasferire le festa della Madonna celebrata la festa solenne. rone, anche applicandole sui quadri o aggiun- della Salute, tradizionalmente celebrata gendole, instabili, sulle statue. Nel nostro la seconda domenica di ottobre, all’ul- Note Oratorio la “solenità del incoronatione” della tima domenica di settembre, per non so- 1 Le formule più antiche di litanie dedicate Vergine fu celebrata il 15 maggio 1685; nei alla Vergine comparvero già nel sec. XII. Se ne giorni precedenti i Confratelli avevano ritirato vrapporsi alla novena in onore di San ebbero poi diverse versioni, soprattutto a parti- dal signor Giuseppe Noli, orefice in Genova, 41 Paolo della Croce patrono di Ovada . re dal sec. XV. Le formule usate nel 1531 presso due corone d’argento costate lire 233 (fald.16, - 30 settembre 1951, la statua delle il santuario di Loreto, da cui litanie lauretane, fasc. 1, c. 52). Madonna Pellegrina veniva portata dalla vennero approvate da papa Sisto V nel 1587 e 6 Vedi nota n. 2. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:03 Pagina 142 www.accademiaurbense.it

142 A lato, anche le scarpe facevano parte della divisa dei Confratelli

7 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, per guarnizione”; pp. 95-103, Inventario del Inventario del 30 maggio 1834, n. d’ordine 30 maggio 1834, si parla di 6 cappe di seta, di 277. cui 4 con cappuccio, e di 8 tabarini di tela 8 Fald. 5, fasc. 1, Libro dei Confratelli d’oro con guarnizioni di cimetta d’argento, 1663-1823, lettera R. (Rossi), data 1776. usati, ma di cui non si precisano le condizioni 9 Fald. 16, fasc. 1, Libro de conti, 1672- mento era stato presentato al vescovo Modesto né le caratteristiche dell’oro e dell’argento. 1719, c. 42, 16 settembre 1681; ibidem, 3 e 13 Contratto per l’approvazione già il 14 maggio Tabarini e cappe così descritti non corrispon- ottobre 1681, cc. 42-43. 1837, ma allora non c’era stata risposta (fald. 1, dono però a quelli conservati nella sagrestia, se 10 Ibidem, cc. 66-80. fasc. 3, pp. 124-125). non per gòi otto tabarini in tela d’oro. 11 Il decreto della Curia Vescovile di Acqui Tra il regolamento del 1836 e quello del 33 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, alla del 9 luglio1821 disponeva la restituzione prov- 1862 c’è qualche differenza: nel primo si dava data. In precedenza, il 28 ottobre 1878 si era visoria di tutti i beni requisiti agli Oratori, cosa più importanza all’assistenza di poveri e malati, contattato un altro artigiano ricamatore, il si- che trovò applicazione il 2 aprile 1822. Fald. 17, nel secondo si prediligevano il culto e il suffra- gnor Bafico, pure di Genova, il quale aveva ri- fasc. 1, Libro delle attività, 1722-1876, p.1. gio dei defunti. Probabilmente questo dipese chiesto per lo stesso lavoro 50 lire in più. 12 Fald. 1, fasc. 3, p. 6; fald. 2, fasc. 2, De- dalle voci diffuse che lo Stato intendesse, come 34 In realtà risulteranno leggermente più liberazioni dell’amministrazione, 1761-1908, n. poi avvenne con una legge del 1890, assorbire le piccoli ed i ricami un poco diversi, ma solo per 19, Relazione del cappellano don Luigi Pia- società che avevano scopi caritativi, rispar- un osservatore molto attento. na,1930. miando quelle con “fine esclusivo o prevalente 35 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, alla 13 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, c. di culto”. data. Aggiungiamo che nel 1909 si era propo- 439. La festa di Sant’Alberto si celebrava anche 25 Fald. 21, fasc. 1, Pandetta delle femine sto di far fare ancora due tabarini per i portato- con ballo pubblico, di cui si approfittava per rac- ascritte al Pio Sodalizio del SS.mo Redentore e ri dei crocifissi: fald.1, fasc. 3, p. 363 cogliere offerte (e rendeva bene!), ma era spesso di Nostra Signora della Salute; fald. 21, fasc 2, 36 Fald. 17, fasc. 3, Libro di cassa. 1864- criticata dal vescovo perché dava occasione a di- Pandetta degli uomini ascritti al Pio etc.; fald. 1903, alla data. vertimenti un po’ troppo mondani. 21, fasc. 3, Libro delle deliberazioni del vene- 37 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, alla Tutte le feste erano accompagnate dallo rando Sodalizio etc.. data; fald. 18, fasc. 2, Libro di cassa, 1914-1938, scoppio di mortaretti e fuochi d’artificio. Nel 26 Fald. 20, fasc. 3, 17 febbraio 1862. alla data.. 1842 il Consiglio rilasciava una “menzione ono- 27 Ibidem, 21 febbraio 1862. 38 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, revole” a favore dei fratelli Nervi, in particolare 28 Fald. 4, fasc. 2, Libro dei Confratelli, cc. p.470. di Antonio, per i fuochi d’artificio della solen- 207 e segg. 39 I proprietari delle nuove cappe furono nità della Madonna della Salute di quell’anno: 29 Fald. 1, fasc. 1, c.8r, “1606 adi 20 di rettore, priori e consiglieri. Ne riportiamo i fald. 2, fasc. 3, Deliberazioni dell’Amministra- aprile […] chi il giorno del Nostro Signore non nomi, perché qualcuno può riconoscervi degli zione, n. 10. si haverano fati la sua capa si possa scangelare antenati: Moccagatta Sebastiano, Grillo Dome- 14 Fald. 2, fasc. 2, Deliberazioni dell’ammi- fori della compagnia”. nico, Moizo Michele, Bisio Vincenzo, Costa An- nistrazione, 1761-1908, n. 19, Relazione del 30 Nel 1728 il sig. Giovannino Miroli aveva gelo, Costa Paolo, Debattista Oreste, Forno cappellano don Luigi Piana,1930. comprato a Novi tre pezze di “sangaletto” tur- Lorenzo, Gualco Giovan Battista, Ighina Giu- 15 A. LAGUZZI, Il medico Francesco Buffa chino a lire 9 per pezza, da cui erano state ri-ca- seppe, Moccagatta Rocco, Piovani Alberto, e l’Ovada del suo tempo (1777-1829), in AA vate sette cappe, spendendo in tutto lire 29.3; Scarsi Nino, Sciutto Agostino, Surdi Angelo, VV, “Ovada dal periodo napoleonico al Risorgi- fald. 16, fasc. 2, c. 34 verso. Torrielli Cesare. mento”, Storia di Ovada n. 2, Accademia Ur- 31 In realtà qualcosa può dirci l’annotazione 40 Fald. 5, fasc. 1, Libro delle deliberazioni, bense, Ovada 2011, p. 33. in data 14 dicembre 1885 che certifica come 1940, alla data. 16 Fald. 1, fasc. 3, Libro delle proposte, pp. l’Oratorio avesse fatto celebrare una messa in 41 Fald. 12, fasc. 9, Funzioni religiose, 73-81. suffragio dell’anima della fu Lorietti Carlotta, 1712-1926, alla data. 17 Ibidem, p.132. moglie di Ferrari Alessandro, benemerita della 42 Ibidem, il saluto alla Vergine Pellegrina 18 Ibidem, anni 1836-1842. Confraternita per essersi prestata gratuitamente fu letto da Emma Lanza, allora bembina. 19 P. PIANA TONIOLO, Per la storia delle per la confezione delle cappe di seta fatte vari 43 Fald. 5, fasc. 1, Libro delle deliberazioni, Confraternite ovadesi, in “URBS silva et flu- anni prima; fald. 1, fasc. 3, p. 267. 1940, alla data. men”, trimestrale dell’Accademia Urbense di 32 Fald. 1, fasc.3, pp. 60-65, Inventario del Ovada, anno XIV, nn. 3-4, sett. dic. 2001, pp. 4 gennaio 1828: al n. 60: 2 cappe “per li portato- 234-239. ri dei pastorali con suo capuccio e nastro seta 20 Anticipiamo che in certe occasioni dove- per cordone, in buon stato, color celeste”, “2 ta- vano anche loro indossare le cappe comuni di barini di tela d’oro fino brocati a fior di seta, con tela in segno di umiltà. frangia d’oro fino e con fodara di tela color di 21 Si stabiliva così la divisa oggi portata dai rosa per detti portatori”(Uno di questi tabarini, Confratelli dell’Annunziata. dorati e non ancora cremisi, è proba-bilmente 22 Fald. 21, fasc.. 3, Libro delle delibera- quello che si conserva in Ovada, nel-la Casa di zioni del Venerando Sodalizio del SS.mo Reden- San Paolo, attribuito ai primi anni del 1700); al tore e di Maria SS.ma della Salute eretto n. 67: “5 cappe di seta celeste con suo cappuc- nell’Oratorio della SS.ma Annunziata, 1862. cio, nastro per cordone e tabarino in tela d’oro 23 Fald. 20, fasc. 3/6. falso, in buon stato”, al n. 68 “1 simile con taba- 24 Fald. 20, fasc. 1/2; Fald. 21, fasc. 3, rino senza capuccio, in buon stato”, al n. 69 “4 Libro cit., “Regolamento”. Le prime votazioni tabarini di tela d’oro falso con fodara bianca di avvennero lo stesso 26 gennaio 1862. Il Regola- tela, in buon stato, con cimette d’argento falso Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 143 www.accademiaurbense.it

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Da Bandita di Cassinelle a Marsiglia per allattare i figli dei borghesi, in cerca di un avvenire migliore a cura di Margherita Oddicino e Rosanna Pesce Qualche tempo fa è passato in reda- nella nuova situazione. E’ il caso della nonna della nostra au- zione l’amico prof. Arturo Vercellino per La mancanza di capacità personali e trice che farà, su una barcaccia, che non un saluto e per informarci che una casa il non saper leggere e scrivere sia in ita- offriva alcuna comodità ai naviganti, il editrice francese aveva inserito nella liano e ancor più in francese, erano osta- viaggio per Marsiglia, meta abituale di propria collana una pubblicazione ri- coli che questi uomini e donne dovevano questi passeggeri. guardante un aspetto particolarmente in- affrontare. “Molti emigravano… quasi tutti an- teressante della storia dei nostri paesi: Le loro storie sono ancora da scrivere: davano a Nizza… molte donne andavano l’emigrazione di fine ‘800 e inizi ‘900. alcune ricerche hanno dato chiarimenti a fare la nutrice, era un mestiere come Si trattava delle memorie di Caterina sulla presenza di questi “ultimi arrivati” una altro dettato dalla miseria”. Barisone, originaria di Bandita di Cas- che ogni anno a decine di migliaia si pre- L’abitudine di recarsi in Francia per sinelle, partita alla fine secolo XIX per sentavano alle frontiere francesi cercando fare la balia era spesso dovuta al numero andare a fare la balia presso una ricca un lavoro e un avvenire, ma che erano elevato di figli delle famiglie piemontesi, famiglia di Marsiglia. Le sue esperienze considerati intrusi dagli abitanti locali. come dice Margherita: “Mia madre andò di vita oltr’alpe erano state raccolte Di qui l’importanza del testo di me- in Francia per fare la balia: Poiché aveva dalla nipote Catherine Blanc. La cosa morie che Catherine Blanc ha redatto un bambino lo lasciò alle nonne. Di qua non poteva che incuriosirci. Subito ci partendo dai suoi ricordi familiari e fatto molte partivano per la Francia a fare le siamo messi alla ricerca del libro e, at- pervenire all’editore che le ha conside- balie…”. traverso il Web, lo abbiamo rintracciato rate, con l’autore di questa introduzione, E Giovanni Garbarino: “A scuola ho e acquistato. Essendo però scritto in lin- come “documento” di grande interesse, frequentato soltanto la terza elementare. gua francese abbiamo chiesto alle nostre una testimonianza originale emblematica Era il nostro destino. Mia madre andava attente bibliotecarie, Margherita e Ro- d’un “mestiere” poco ricordato nelle sto- a fare la balia in Francia, a Nizza, ogni sanna, di farne una traduzione riassun- rie, quello della balia italiana che si re- volta che partoriva un bambino, per gua- tiva per una segnalazione sulle pagine cava in Francia per dare ai neonati di dagnare qualche soldo. Quando io sono della nostra rivista. Hanno fatto molto di famiglia benestante il latte che il proprio nato, mi hanno dato a balia a una donna più. Dopo alcune settimane di assiduo la- bambino non riceveva, essendo rimasto di Canelli e anche lei è poi partita per fare voro ci hanno consegnato la versione in al villaggio affidato a una “vice-balia” la balia…”. lingua italiana di tutta la storia. Riga che alimentava bene o male quattro o cin- I vantaggi di fare la nutrice per guada- dopo riga, pagina dopo pagina, hanno que bambini le cui madri erano partite. gnare soldi più facilmente che con altre ammesso, sono state talmente coinvolte Le vie seguite in questo esodo erano attività si diffondevano. Ad esempio nella dal dipanarsi della vicenda, che hanno de- soprattutto i percorsi a piedi nella regione vallata della Stura ragazze madri che ave- ciso di compierne la trascrizione e la tra- frontaliera e a volte in battello via mare vano abbandonato il loro neonato o duzione completa. É davvero una bella da Genova a Marsiglia. l’avevano portato all’ospizio del villag- storia quella della nutrice Caterina Bari- gio, di ritorno dalla Francia, vi tornavano sione, quasi una favola che piacerà, ne per guadagnare 50 - 60 lire al mese come siamo convinti, anche ai nostri lettori… nutrice per una durata di circa due anni. Facendo tesoro del testo integrale Accumulato questo guadagno, cui si ag- quale testimonianza di particolare inte- giungevano le mance apprezzabili, esse resse per quanto riguarda uno dei tanti rientravano per cominciare una nuova aspetti dell’esodo migratorio delle nostre gravidanza e i guadagni afferenti, e que- valli, qui ne pubblichiamo solo una parte sto, due o tre volte di seguito, finché, preceduta da alcune considerazioni sul- rientrate a casa ricche di un gruzzolo di 2 l’argomento di Romain H. Rainero, pro- o 3000 lire, esse trovavano un marito e fessore di storia contemporanea alla dimenticavano il proprio passato e i primi Facoltà di Scienze politiche dell’Univer- bambini. sità di Milano. Esistono anche casi di donne sposate che mettevano a balia al villaggio il bam- Le nutrici italiane e piemontesi. bino per una somma ben inferiore a Partendo dalle montagne, le colline e quella che guadagnavano in Francia. Al- le pianure di tutta Italia, da nord a sud, cune donne restavano al paese e “alimen- uomini e donne si gettavano in un’avven- tavano” con il loro latte o con quello di tura soli o con l’intera famiglia, umiliati una capra i bambini lasciati loro per qual- e avviliti a causa del sottosviluppo della che soldo. loro patria e delle condizioni personali, Una testimonianza ci conferma que- che li rendevano, tutti o quasi, “pari” sta abitudine: “Ho tenuto quattro bambini Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 144 www.accademiaurbense.it

144 Alla pag. precedente, la madre Nella pag. a lato, una foto di gruppo che di Ernesta del mulino, nell’abbigliamento ritrae le portatrici di Terra, che lavora- solito delle nutrici dell’epoca in cui si rono alla costruzione della diga svolge la storia di Molare, tutte originarie delle località In basso, Le balie di alcune zone erano da cui provenivanoanche le donne particolarmente richieste. Le feltrine della nostra storia erano fra queste.

di altre madri oltre ai miei che erano Sul piano delle nuove realtà in cui si che ha subito il nostro paese in questi ul- dieci… Mi davano venti franchi…”. trovava la nutrice durante il periodo del- timi anni: mancanza di lavoro, caro vita, L’avvenire delle balie era piacevole: l’allattamento, occorre sottolineare che il scioperi in tutti i settori… che mi è ve- “Il mestiere di nutrice era il più apprez- quadro generale era ben diverso dall’am- nuta l’idea di parlare dei vecchi tempi e zato sia perché la paga era buona, sia per- biente natale. Le testimonianze parlano di raccontare la vita della mia nonna pa- ché nelle famiglie dei padroni si chiaro: “Chi lavorava come balia, viveva terna, Catherine Barisone che ha lasciato mangiava bene e non ci si doveva rom- come una signora. Ero fuori tutto il il suo paese natale per far vivere la sua pere le ossa a lavorare da mattina a giorno, rientravo a casa e trovavo i pasti famiglia. Io ho vissuto con lei dalla mia sera…”. pronti, dovevo solo nutrire un bambino. nascita fino alla sua morte. Durante que- Sul piano monetario la generosità dei Era un lavoro piacevole, pareva di farlo sti lunghi anni mi ha parlato della sua vita padroni attraeva: “Emilia riceveva un sa- con una fatica che nulla aveva a che ve- ora ve la racconto augurandomi che le lario di 16 lire al mese, cifra elevata con- dere con quella del mio villaggio…”. Era persone che leggeranno questo libro vi at- siderando che un chilo di pane costava 5 servita nella sua camera, o in cucina, ma tingano coraggio e vedano la vita attuale centesimi. Inoltre alla nutrice era riser- spesso alla stessa tavola dei padroni che meno dura di quanto pensiamo. vato un trattamento confortevole: non era potevano così controllare se la sua ali- considerata una cameriera ma riceveva mentazione era corretta e in grado di of- Il Racconto ogni attenzione dal personale di servi- frire latte di qualità al loro bambino. E zio… Aveva un magnifico guardaroba queste considerazioni piacevoli La vita a Gorretta. Una borgata con diversi abiti eleganti e ben confezio- s’accompagnavano spesso al desiderio di alla fine del nulla. Mia nonna Caterina nati…”. Il bell’aspetto della balia poteva restare nella famiglia del neonato anche Barisone è nata nel 1861 in provincia di contribuire alla considerazione di cui la dopo il periodo dell’allattamento: Alessandria in una borgata chiamata Gor- famiglia godeva nella città. Con tutte “L’assenza della balia poteva creare una retta. Ci si crederebbe alla fine della terra, queste attenzioni, anche di abbiglia- situazione angosciosa: il bambino dispe- senza uscita, persi nella vegetazione. mento, l’impressione delle balie quando rato piangeva e la madre era incapace di Dipende da un piccolo paese di nome tornavano al paese era enorme poichè la calmarlo. Allora la balia restava in fami- Bandita; l’altezza (536 m.) non è molto differenza tra la partenza e il ritorno era glia come bambinaia e si rafforzava an- elevata: siamo in mezza montagna. Pro- evidente. cora più l’intensità del rapporto tra il prio di fronte alla borgata, il punto più Era tuttavia un impiego che non com- bambino e la balia che lo chiamava “il alto è il Bric della Campana (1000 m.). pariva nelle statistiche ufficiali: al fine di mio bambino…”. evitare di pagare tasse consolari o comu- Premessa di Catherine Blanc. Molti piccoli ruscelli scorrono tra gli nali, le balie sfuggivano alle disposizioni È forse a causa della crisi economica alberi ognuno con un rumore diverso. La di legge o circa la registrazione degli stra- nieri. Dopo la loro prima esperienza in Francia le nutrici erano impazienti di tor- narvi. La scelta dell’emigrazione rappre- sentava l’avvenire sorridente e a portata di mano, ma le conseguenze non si face- vano attendere: “Le nutrici provavano una forma di repulsione per la loro casa al paese, che era spesso una cascina spersa tra le colline, non si ricordano dei loro figli spesso affidati a cure mercenarie e sognano solo di restare a Marsiglia. Per ogni nutrice che si reca in Francia si può dire che una famiglia si sfascia in Ita- lia…”. Questo giudizio che a noi pare ecces- sivo nelle conclusioni negative, eviden- zia tuttavia un problema psicologico notevole, per le balie il rapporto tra il pas- sato da povera, il breve presente di benes- sere e l’avvenire di cui non si sanno le caratteristiche. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 145 www.accademiaurbense.it

loro acqua è verde come le foglie dei ca- tive del villaggio. La casa natale di Cate- poteva pesare anche venti chili, perciò stagni, acacie, frassini che li ricoprono. rina Barisone è esposta a sud e quando lei non si poteva portare che sulla testa sopra Si versano in fondo alla vallata nel rio si è sposata ha attraversato la strada per un grosso fazzoletto arrotolato. Meri il cui letto è ricoperto di belle pietre abitare in un’altra casa a nord. Questa Così la donna lasciava il bosco: con verdi e marroni e dove vivono tranquil- casa è rimasta tale quale; dei rinforzi la una mano teneva il paniere intrecciato in lamente alcune trote. sostengono e serve da deposito di vino e cui dormiva il bambino piccolo, i più Il villaggio è su un pianoro. Due patate. grandi la seguivano. schiere di case sono divise da una via Mia nonna era la più giovane della fa- Il fazzolettone era anche servito da centrale: Tutte le case erano costruite con miglia e aveva un fratello e due fratella- giaciglio per il piccino. materiali locali come fango di terra e sab- stri Giovanni (Giuanin) e Giacomo Le foglie erano preziose: servivano da bia di fiume, con tetti di lose. (Giacomino) nati dal primo matrimonio lettiera invernale e da cibo per pecore e Il piano terra serviva da ovile per di suo padre. capre. Quelle che avanzavano erano ven- capre e pecore, si saliva al piano tramite Suo fratello era guardacaccia in una dute ai villaggi dei dintorni meno forniti. una scala di pietra e si arrivava a un ri- proprietà del conte Gaioli, si chiamava Il trasporto non era facile: gli uomini piano detto ponti; di qui si entrava in una Michele ma era soprannominato “Miculu portavano la corba sulla testa e le donne grande stanza che serviva da cucina, sala del lampo”, perché quando avvistava dei ne avevano una più piccola e lunga sulla da pranzo e talvolta da camera da letto cacciatori egli arrivava come un fulmine schiena. Si percorrevano sei o sette chilo- per i piccoli della casa. C’era una stanza per prenderli. metri per raggiungere, ad esempio, Cas- per i genitori, due piccole per i bambini. Maria Domenica Barisone, mia nonna sinelle: quanta fatica per un magro Tutti gli abitanti, salvo alcune ecce- materna, abitava un po’ lontano in una guadagno! zioni, avevano lo stesso cognome: Bari- piccola fattoria chiamata “la casa dello La raccolta e l’asciugatura delle ca- sone. sciocco” che doveva il suo nome ad un stagne. In autunno si raccoglievano le ca- Tra il 1861 e il 1880 abitavano a Gor- soprannome dato a mio nonno Giovanni stagne. Ogni famiglia possedeva una retta undici famiglie che complessiva- Barisone che era, forse, un po’ semplice. piccola capanna “aberg” per mente contavano 80 persone (una aveva Una piccola vallata separava la ca- l’asciugatura delle castagne. Queste ca- undici bambini, le altre mediamente sette scina dal villaggio, in fondo scorreva un panne avevano un nome: l’aberg grosso, o otto). Erano molti per lo scarso spazio ruscello su pietre verdi che raggiungeva il del Molaro, della Pranda, Prursò. I muri che la natura lasciava a disposizione per torrente Meri, il corso d’acqua principale. erano di pietra legata da fango, sabbia e le coltura di mais, patate e poco grano. La raccolta di foglia di castagno e acqua. Il villaggio è stato restaurato dai di- di quercia. Nel bosco nulla andava per- A mezza altezza c’era un ripiano a scendenti delle famiglie che erano partite duto. Le mie nonne, da piccole, racco- graticcio sul quale si mettevano le casta- verso Genova, Savona, Albissola… a 40 glievano in mucchi le foglie che le donne gne che seccavano grazie al fuoco acceso Km. circa. Essi possono così venirvi a pigiavano nella “corba” una grande cesta a terra. passare il fine settimana e le vacanze. fatta di rami verdi di castagno facili da Nel periodo dell’asciugatura che du- Le mie due nonne erano entrambe na- piegare e da tagliare. Piena, la “corba” rava da otto a dieci giorni, una persona Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 146 www.accademiaurbense.it

146 In questa pagina e a pag. 149, balie nella Nella pag. a lato, una foto di gruppo che loro caratteristica tenuta conversano ai ritrae i membri della Famiglia Barisione giardinetti di Marsiglia fra di loro, mentre davanti alla casa di Gorretta di Bandita sorvegliano i giochi dei bambini di Cassinelle

accudiva il fuoco notte e giorno e scon- La battitura del grano. Il pane: un solo il giorno di Natale per i bambini che giurava ogni rischio d’incendio. lusso. All’inizio di agosto, terminata la allora non ricevevano né golosità né gio- Le castagne venivano spesso mesco- mietitura del grano si portavano le spighe chi. late perché seccassero uniformemente. sull’aia per la battitura. Era un momento A volte in occasione di un funerale la Una volta seccate erano messe in un atteso in cui intervenivano anche i vicini. famiglia del defunto offriva pane il sacco di juta che, sospeso alle due estre- L’aia era presso il villaggio di Gorretta, giorno delle esequie, all’uscita dalla mità, veniva vigorosamente battuto per era circolare e pavimentata da grandi chiesa. Qui i bambini cercavano di otte- staccare la buccia nera e possibilmente ciottoli. nere un secondo pezzo per mangiarselo. anche la seconda pelle. La battitura delle spighe si faceva col Come le borgate vicine, Gorretta Ora queste capanne sono abbandonate bastone battendo il grano nel momento aveva un forno ma non un fornaio. o demolite. Quelle meglio conservate ser- più caldo della giornata perchè se era an- La raccolta dei funghi e dei rami vono da riparo per gli uccelli notturni e cora umido non si staccava dalle spighe. nel bosco. D’autunno, al mattino presto ai gufi (uruc). I bambini correvano intorno all’aia e le le donne giravano per i boschi umidi in Gli alberi che producevano castagne loro risa si mescolavano al rumore dei cerca di funghi. sono stati tagliati per vendere il legno colpi di bastone. Un mercante li comprava e poi li por- pregiato. I cespugli selvatici (salvanelle) E quando, di sera, uomini, donne e tava a Genova per rivenderli: era sicuro sono stati utilizzati per la fabbricazione bambini ballavano, si potevano vedere di trovare l’acquirente. di pali per le vigne e gli orti. scintille di fuoco sotto i loro scarponi Con questi soldi le donne potevano La loro vendita era favorita dalla vici- chiodati. comprarsi un vestito, un fazzoletto per la nanza di grandi vigneti della zona di Asti, L’arrivo della prima trebbiatrice ha testa se i loro mariti non li avevano già Nizza Monferrato a altrove. Attualmente portato un considerevole cambiamento: spesi in bevute al villaggio: era molto co- sono meno ricercati e sostituiti da pali in meno fatica, il grano battuto in tempo re- mune. cemento armato più durevoli. Questi ar- cord, ma anche meno allegria, meno Si raccoglievano anche i rami: A 4 -5 busti ora non vengono più tagliati, pro- balli, meno contatti tra gli abitanti del anni seguivo la nonna Caterina Barisone ducono piccole castagne che nessuno piccolo villaggio. nel bosco: mi ha insegnato a fare una fa- coglie; prima, con le ghiande, erano il Da molto tempo Ernesta “del mulino” scina come faceva lei da giovane. cibo di maiali e porcellini, oggi sono nu- conduceva il vecchio mulino ad acqua, in Tagliava due rametti flessibili, li at- trimento dei cinghiali che proliferano in fondo alla vallata, cucinava polenta per taccava torcendo un’estremità nello modo inquietante. tutti e fino a tarda notte si bevevo vino e stesso senso, poi li allungava a terra e Un frugale pasto. Il pasto era molto si cantava prima di rincasare. metteva sopra i rami, chiudeva quindi le semplice e poteva consistere in: mattino: Il pane era un lusso: si cuoceva per altre due estremità e legava così i rami castagne bianche o fresche bollite in latte Natale e durante l’anno quando il rac- raccolti. di capra, spesso mescolato ad acqua; colto era abbondante. Si vedeva a tavola Sembrava un nodo di corda molto re- mezzogiorno: polenta gialla di farina di granturco, senza condimento, accompa- gnata a volte da un pezzetto di formag- gio; sera: zuppa di taglierini fatti a mano con farina di grano raccolto nella pro- prietà e macinato. In inverno vi si aggiun- gevano fagioli secchi. Niente dolci per dessert, solo frutti selvatici raccolti dai bambini. A volte il bracconaggio di cinghiali, lepri, conigli, uccelli e anche trote mi- gliorava il pasto. Ma un giorno i boschi furono comprati dal conte Gaioli e furono sorvegliati dalla guardia Miculu che era fratello della mia nonna. Nessuno poteva più penetrare nei bo- schi. Quando la guardia Miculu si trovava in questo caso di fronte ai suoi vecchi compagni di bracconaggio incontrava grandi difficoltà a far rispettare gli ordini del conte. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 147 www.accademiaurbense.it

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della tana” o “ Tanetta”, perché sgorgava da sotto grossi massi. La sua acqua era molto apprezzata, nonostante la portata minima. Morte di bambini ed epidemie. Molti, i bambini che morivano. La mancanza di igiene, la promiscuità (dor- mire in 4 o 5 nello stesso letto), l’assenza di vaccini contro le malattie, la rosolia, le febbri tifoidee causate dall’impurità del- l’acqua: ecco i motivi per cui tutte le fa- miglie perdevano due o tre figli in tenera età. Perdite che venivano comunque compensate da nascite numerose. sistente: mai si disfaceva una fascina, ma I bambini erano contenti del viaggio: Il medico più vicino si trovava a Cas- non bisognava farle troppo grosse. per loro era una distrazione ma anche sinelle e non poteva raggiungerli se non a A volte la nonna tornava con due fa- l’occasione di un buon pasto. cavallo. Si ricorreva perciò a erbe e cata- gotti, il suo sulla testa e il mio sul fianco. Ci si fermava a mezzogiorno in una plasmi. Si curavano bronchiti e attacchi Il legno era tagliato con l’accetta: il piccola trattoria per gustare trippa in di appendicite allo stesso modo, con un fratello della nonna, Giovanni, all’insa- brodo con fette di pane da intingere. cataplasma caldo, pensando che a causare puta dei genitori volle provare con l’aiuto Il ritorno era triste se non c’era stato i malanni fosse stato un colpo di aria della sorella. L’intervento degli adulti fu acquirente o se un malfattore si era ap- fredda. A proporre i rimedi era “la medi- troppo tardivo. Caterina perse il dito in- profittato della miseria dei viandanti. cona”, una donna di Bandita. Ma che fare dice e il medio della mano sinistra che fu- A piedi nudi… fuorché a messa! Gli davanti alla necessità di un cesareo? rono sepolti nel cimitero di Bandita. spostamenti avvenivano dunque a piedi, Molte giovani donne morivano di parto. Un piccolo allevamento. C’erano con carichi sulla schiena. Molti di quelli Le veglie invernali a Gorretta. Le una decina di pecore e una ventina di che morivano anziani non avevano mai serate si passavano nella stalla, per sfrut- capre. Non si poteva tenere una mucca visto né il treno né il mare. tare il calore emanato dagli animali. Le perchè il fieno bastava appena per il pic- D’estate, tutti andavano a piedi nudi. donne si riunivano attorno a una piccola colo bestiame. Fuorché a messa. Si portavano le scarpe lampada a petrolio. Filavano la lana di Nei mesi senza neve gli animali erano in spalla unite dalle stringhe di cuoio, pecora cantando dall’inizio alla fine della custoditi dai bambini. I piccoli pastori si perché era proibito entrare in chiesa a veglia. Gli uomini, invece, si sistema- radunavano per giocare e intanto il piedi nudi. Terminata la funzione, però, vano in un angolo della stalla, conversa- gregge abbandonava l’erba di montagna ce le toglievamo subito: la pelle sotto i vano tranquillamente fino al momento in per quella dei campi sottostanti, i cui pro- piedi era diventata coriacea e male si cui bisognava preparare la brace per cuo- prietari, non potendo riconoscere i pasto- adattava alle scarpe. Soltanto con l’arrivo cere le patate. Doveva essere tutto pronto relli, chiudevano gli animali nella propria dell’autunno, e quindi del freddo e poi per mezzanotte: l’ora della pausa! Man- stalla. della neve, ci rassegnavamo a indossarle. giavano dunque le patate, un rompidi- I ragazzi, dopo aver cercato fino a Ne bastava un paio per tutto l’anno, per i giuno, perché il piatto di minestra della notte, rincasavano impauriti. Inutile par- giorni feriali e quelli festivi. cena serale era ormai molto lontano. Poi lare della collera dei padri. La punizione L’acqua, una preziosa risorsa. Nes- le donne riprendevano a filare. era completa con l’arrivo del padrone. suna famiglia disponeva di acqua cor- Il momento di andare a dormire era La crusca raccolta nell’aia serviva a rente in casa. E non c’era nemmeno una segnalato dal canto del gallo, verso le 3 o nutrire un maiale o una scrofa, che man- fontana, nella borgata. le 4 del mattino. Capitava, a volte, che al- giavano soprattutto ghiande, erba, casta- Le donne andavano a fare il bucato al cune donne si addormentassero sulla gne e frutti selvatici. ruscello, da cui tornavano portando abil- rocca che serviva loro per filare la lana. Il Non si uccideva il maiale e tutto il be- mente sulla testa dei recipienti in bronzo marito, allora, gridava: “Ragazza! ra- stiame, agnellini e capretti, era venduto posati sopra un cuscinetto di lana, colmi gazza! mia grande e grossa moglie, il per guadagnare un po’ di soldi per com- di acqua per le bestie e per le necessità di gallo non ha ancora cantato!”. prare vestiti, scarpe, pagare le tasse. casa. Ma, a mano a mano che la siccità Morire d’inverno. C’erano inverni Si andava a vendere i maialini alla aumentava, si doveva andare più lontano, molto nevosi. Nel 1868, il funerale di mia fiera di Sassello, partendo all’alba e tor- fino al rio Meri. bisnonna non potè essere celebrato per- nando a tarda sera. Occorreva portare la Non c’era che una sorgente a cui at- ché bisognava portare la salma a dorso di scrofa per allattarli in viaggio. tingere. La chiamavano “La sorgente uomo fino a Bandita. Il feretro fu quindi Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 148 www.accademiaurbense.it

148 A lato, una foto di Caterina Barisione In basso, due giovani ragazze a 18 anni di Bandita di Cassinelle,con un attrezzo per la raccolta del fieno e del fogliame del sottobosco

sistemato sul tetto di una casa, al riparo ai piedi da una specie di mantello nero da volpi, gufi, e persino lupi e tassi af- che li faceva assomigliare a dei peni- famati. A far la guardia c’era sempre un tenti - solo i fori per gli occhi e la bocca parente, che si premurava di fare giri di dovevano portare il santo sulle spalle controllo intorno alla casa. Il tempo si per circa un’ora. Al termine, san Rocco ristabilì solo una settimana più tardi: si riprendeva il suo posto sull’altare mag- potè aprire quindi un passaggio nella giore. Tutti gridavano: “Viva Montpel- neve e raggiungere la strada che por- lier!”. Quel giorno, menù uguale per tava a Bandita per procedere final- tutti: la torta di san Rocco, una torta mente alle esequie. guarnita di fiori di zucca, un piatto ben La chiesa di Bandita. La vita reli- diverso dalla solita polenta! giosa. Quella di Bandita era l’unica mestoli di zuppa. terminato il giro, si se- La statua è finita, ora, in un oratorio chiesa a cui facevano capo tutte le bor- devano attorno a un tavolo e la gustavano all’inizio del paese. Il basamento origi- gate dei dintorni. Si trova all’ingresso del con grande piacere. nale, andato perduto, è stato sostituito da paese, fu edificata nel 1644 e ricostruita Il Natale. Era una bella giornata per uno molto più semplice, privo di decora- nel 1828. Attualmente è in fase di ristrut- tutti. Sul tavolo c’erano dei pani, con zioni. Soltanto una croce sul tetto con- turazione. grande gioia dei bambini. In alcuni erano sente di individuare l’oratorio. Un solo sacerdote, originario di Ban- stati aggiunti zucchero e uvetta. Ma biso- Io ho potuto assistere più volte alla dita o dei dintorni, assicurava lo svolgi- gnava pazientare prima di profittarne. I processione, con la statua del santo e il mento delle funzioni religiose. Se i pani, infatti, restavano molte ore a lievi- cane ai suoi piedi. La processione si arre- genitori scorgevano in un figlio la ten- tare dentro una cesta, protetti dalle cor- stava parecchie volte: davanti alla chiesa, denza a questa vocazione, lo incoraggia- renti d’aria mediante dei panni. La vigilia sulla piazza e presso l’oratorio prima di vano, perchè era considerato un grande si erano anche fatte cuocere a lungo delle essere rimessa al suo posto. E fatta anche onore avere un familiare sacerdote. castagne, finché apparivano belle bian- danzare al suono delle fanfare. Le mie due nonne si incontravano al che, senza pelle. Mentre i bambini dor- Né scuola né istruzione. Non c’era la catechismo una volta la settimana, e alla mivano se ne facevano delle collane che scuola a Bandita, negli anni trenta. Era messa la domenica. Entrambe sono state si mettevano loro al collo. Poi le castagne una donna del paese a insegnare, a casa battezzate e hanno ricevuto la prima co- venivano tuffate nel latte a colazione. sua. Ma non era obbligatorio frequentare, munione in questa chiesa. Entrambe, Le donne si recavano alla prima e nessun bambino delle borgate vi an- come tutte le bambine del paese, face- messa, la messa dell’alba. Gli uomini, in- dava. Inoltre, quasi ogni anno, la neve re- vano parte delle “Verginelle”, cioè delle vece, andavano alla messa solenne delle stava fin quasi a San Giuseppe, circa alla Figlie di Maria, e della corale in cui can- 11: cantavano i canti di Natale e, al- metà di marzo, quando si cominciava a tavano gli inni religiosi appresi dalle loro l’uscita, si trattenevano a parlare con gli fare uscire le pecore. Durante l’inverno, madri. I battesimi venivano celebrati sol- amici ed era quindi sul tardi che ci si met- perciò, i bambini restavano in casa e, tanto nella bella stagione, per poter por- teva a tavola. dopo, dovevano custodire il bestiame. Le tare i neonati sino alla chiesa. In uno La processione di stesso giorno il prete battezzava quindi san Rocco. Il 16 ago- molti bambini. sto si celebrava la festa In primavera egli si recava a benedire di San Rocco, patrono le case e a ricevere le offerte per le spese della parrocchia di di culto. Il pagamento avveniva in natura: Bandita. da una parte qualche uovo, castagne. Il prete non di- all’altra della strada ve- menticava mai di portare con sé una bot- nivano stesi drappi e tiglia che riempiva con l’acqua della lenzuola ricamate. La sorgente Tanetta, cosa di cui gli abitanti statua del santo, di ben si sentivano onorati. 350 chili, veniva por- Il giorno dei Morti. Ogni anno, a no- tata in processione da vembre, si preparava una zuppa di patate quattro uomini del e fagioli, arricchita da un pezzetto di paese, che si alterna- carne di maiale salata. Era consuetudine vano ad altri quattro. Si che i bambini passassero di casa in casa guadagnavano tale con un grande paiolo. Sulla soglia, recita- onore con offerte gene- vano una preghiera per i defunti della fa- rose durante la questua. miglia e ricevevano in cambio 2 o 3 Rivestiti dalla testa Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 149 www.accademiaurbense.it

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di ben precisi criteri (onestà, terreni, casa). Una sera, un ragazzo che voleva fare “il furbo”, accese la sua pipa con un biglietto da 5 lire. Mal gliene incolse. Il padre della futura sposa, Michina, lo mise alla porta dicendogli di non mettere mai più piede in casa sua. Bruciare il denaro, così prezioso, e un biglietto da cinque lire che era molto per quell’epoca. Che cat- tiva idea! Il giorno dopo, tutti, a Gorretta parlavano della sua “brillante azione”. ragazze si prendevano cura di sorelle e dicendo di avere già cenato. Ma bastava Quando, nel 1876, mia nonna Cate- fratelli più piccoli, mentre le loro madri si insistere un po’ perché lui accettasse: ne rina Barisone, raggiunse i 15 anni di età, recavano nei boschi o nei campi. Quasi mangiava addirittura anche sette sco- si trovò ad essere l’unica ragazza di casa tutti, perciò, erano analfabeti. Anche mia delle, e un’ottava con il vino, superando con quattro fratelli più grandi e la nonna, che non sapeva nemmeno fare la la vergogna di confessare che aveva mamma malata. Si pensò dunque di cer- sua firma, al suo posto tracciava una fame. carle marito e sua mamma scelse un gio- croce. Un altro ambulante vendeva piante vane trentenne del paese. Benchè a lei Circa 150 anni fa, lo zio di mia nonna, medicinali: malva, salvia, sambuco, ca- sembrasse un vecchio e ne avesse timore, Zac, amava fare previsioni sul futuro, la momilla… Alcune curavano le coliche, non poteva certo contestare la decisione sera durante le veglie nella stalla. Diceva: altre il mal di stomaco e molti altri di- dei genitori. Si sposò il 10 settembre “Vedrete che un giorno i carri si muove- sturbi. Prima ancora di arrivare in vista 1878, contemporaneamente a suo fratello ranno senza l’impiego dei cavalli e gli delle case gridava: “Non c’è nessun ma- Giovanni Barisone. La gente del paese uomini voleranno nel cielo!”. Tutti si lato fra tutta questa gente? Io ho quello mormorava: “Che follia due matrimoni chiedevano come sarebbe stato possi- che serve a curare ogni parte del corpo!”. nello stesso giorno, porta sfortuna!” In bile… Lui aveva imparato a leggere du- Anche lui se ne tornava giù con poco de- quel tempo si era molto superstiziosi. Co- rante il servizio militare ad Acqui Terme, naro in tasca ma con lo stomaco pieno. munque, fosse stata la scelta infelice del ed era tornato a casa con dei libri. Oltre al Le prime mutande. Ai tempi delle giorno o, molto più sicuramente, la man- prete, che si occupava della piccola co- mie nonne, le donne non portavano mu- canza di cure adeguate, fatto sta che la munità, nessun altro sapeva leggere. Rac- tande e non ne conoscevano nemmeno giovane cognata morì mettendo alla luce contava quel che voleva, e si divertiva a l’esistenza. Ma, un giorno, una di esse, di il suo primo figlio. spaventare la gente. ritorno al paese dopo un soggiorno in Mia nonna partorì, a 16 anni e mezzo, Niente altro da segnalare, salvo che Francia, mostrò alle amiche le mutande la sua prima figlia, Maria. In seguito, a un conte, un certo Gallioli, senza figli, che indossava. Tutte, soprattutto le più 19 anni, un maschietto, Domenico, mio venne a vivere in una grande tenuta di giovani, provarono meraviglia e anche padre. Più la famiglia cresceva più la vita Gorretta. invidia. Dopo aver frugato negli armadi si faceva difficile. La poca terra coltiva- Gli ambulanti. La vita a Gorretta non e tirato fuori ritagli di stoffa, si cucirono bile non bastava a sfamare tutti, e non era molto movimentata. Ogni tanto, però, a mano le loro mutande. La moda si dif- c’erano fabbriche né alcun tipo di com- nonostante la sua lontananza da tutto, la fuse ben presto nelle borgate circostanti mercio. borgata vedeva arrivare dei venditori am- ma, attenzione!, le mutande di allora non Mia nonna materna, Maria Domenica bulanti che, in realtà, erano una specie di hanno nulla a che vedere con quelle di Barisone, sposò, nel 1880, Giovanni Bat- mendicanti. Non traevano, infatti, grandi oggi: esse, infatti, arrivavano fino al gi- tista Gallo di Bandita. Ebbe, due anni più profitti dal trasportare sulle spalle la loro nocchio. tardi, una prima figlia che visse soltanto mercanzia fino a Gorretta, camminando Il matrimonio. L’età legale per con- cinque mesi. Seguirono nove figli di cui per ore e ore su strade sassose. Li si invi- trarre matrimonio era, all’epoca, di 15 solo otto sopravvissero: quattro maschi e tava a mangiare. Mia nonna mi parlava anni e 3 mesi per le ragazze. Quando, in quattro femmine. Intanto, nel 1883, erano spesso di uno di loro, che veniva due o una famiglia c’era una ragazza di quella emigrati in Francia, a Marsiglia, aiutati tre volte l’anno. Portava del sapone, che età, un’usanza voleva che i ragazzi del da amici già presenti sul posto che trova- scambiava con stracci, vecchi come gli paese andassero a vegliare in casa sua rono loro un alloggio nel quartiere Char- indumenti che indossava. Gridava: alla luce di una piccola lampada a olio. treux. “Stracci, stracci! da scambiare con del In quella semioscurità, ognuno di loro L’esodo e la sistemazione in Fran- buon sapone!”. provava ad attirare su di sé i favori del cia. Partire per fare la balia. Quando Se arrivava la sera tardi e gli si offriva padre: perché spettava a lui il compito di stava per compiere 21 anni, mia nonna una scodella di zuppa, declinava l’invito scegliere il suo futuro genero, sulla base era incinta del terzo figlio. La vita si fa- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 150 www.accademiaurbense.it

150 In basso, giorno di trebbiatura Nella pag. a lato, due bambini in a Bandita posa davanti ad un carro tirato da un bue In basso, il frontespizio del volume da cui è ricavata la nostra storia

ceva di giorno in giorno più difficile. Con traversata credette a più riprese che fosse Maria Antonietta, mia madre. Quando le provviste accumulate a Ognissanti si giunta la sua ora, a causa del mare agitato ebbe un mese, suo padre la portò a una campava dalla prima nevicata fino a e delle onde gigantesche. Pianse e pregò balia di Bandita, il cui salario era circa un maggio, mese in cui si languiva pensando il buon Dio. A Marsiglia arrivò senza terzo di ciò che mia nonna guadagnava in ai nuovi raccolti, tant’è che un proverbio aver toccato né cibo né acqua: le sem- Francia. Durante la traversata, per far diceva: Maggio, feste, fiori e fame. brava di aver bevuto 10 litri di vino, bar- stare tranquilla la piccola, le si dava da Alcune donne del paese, per timore di collava e non aveva nemmeno la forza di succhiare dell’acqua zuccherata. In Fran- cadere in miseria, erano già partite per la parlare. Ad attenderla c’erano i suoi da- cia, tornò tre anni dopo. Francia come balie: nounous, come si di- tori di lavoro, il dottor Salari e la moglie. Cinque degli otto bambini che nac- ceva allora. In Francia una balia impie- I primi tempi furono difficili: non sa- quero in seguito fecero questo viaggio di gata presso una famiglia benestante peva parlare l’italiano, figurarsi il fran- andata e ritorno, sperimentando tempeste guadagnava tre volte tanto di una in Ita- cese. E non capiva né l’uno né l’altro. e riportando spesso dei bernoccoli. Poi lia. Conosceva soltanto il dialetto di Bandita, mia nonna lasciò il mulino perché si rese Le giovani donne lasciavano i loro usato in Piemonte nel raggio di 25 Km. conto di avere latte sufficiente per nutrire neonati a una balia piemontese e parti- Iniziò comunque il suo lavoro, ben remu- due bambini: una fortuna insperata! Ciò vano. Le balie in Francia venivano ben nerato come si attendeva. Ma lei soffriva, le permetteva di guadagnare un po’ di de- nutrite e anche adeguatamente vestite, pensando ai figlioletti lasciati in Italia. E naro restando a casa sua. Allattò così la con un ampio grembiule e con una cuffia piangeva, anche, quando si apprestava ad figlia di un pastaio, produttore della pasta ricamata. Che cambiamento! Il loro sala- allattare quel bel bambino che le ricor- marsigliese Scaramelli. Per contro, della rio consentiva alle famiglie del paese dava il suo. Soffriva, e non riusciva nep- piccola, aveva responsabilità completa. d’origine di sopravvivere. pure ad abituarsi all’aria di città, essendo Altri bambini succedettero a questa, fin- Terminato l’allattamento, facevano ri- sempre vissuta in campagna. Si sentiva chè raggiunse i 42 anni. torno in Piemonte dove figliavano nuo- soffocare in quel lussuoso appartamento, II ritorno a Gorretta. Quando nel vamente per poter ripartire. nonostante che i signori Salari le permet- 1886 la bimba non ebbe più bisogno della Un’ amica di mia nonna, Angiolina, tessero di frequentare un giardino pub- balia, Caterina dovette tornare al paese. diceva che la vita in Francia era senza blico, nei giorni di bel tempo. Là Era felice di ritrovare tutta la famiglia dubbio migliore, ma che lei si sentiva incontrava altre balie, con cui conversava ma, tuttavia, un poco triste perché si era spaesata e non riusciva ad abituarsi ai grazie ai rudimenti di francese che aveva affezionata alla bambina e alla famiglia. ritmi della città. Soprattutto soffriva per appreso. Quando il piccolo metteva il Bisognava pensare a una nuova gra- la lontananza dei figli lasciati in paese. primo dentino, era usanza donare alla vidanza, per poter tornare in Francia. Nel Dopo molte esitazioni anche mia balia 20 franchi in oro. Oltre a questi, lei 1887 nacque una bambina, Michelina, nonna decise di partire, nel 1883. Ad in- ricevette anche un bel vestito. Ne fu fe- che fu messa a balia dalla solita nutrice coraggiarla era stato un fratello, che gli lice, ma non osava indossarlo. di Bandita. La figlia più grande, invece, aveva anche trovato un posto come balia Mia nonna ma- presso una famiglia facoltosa. Lasciò terna, Maria Do- dunque la sua bambina a una balia di menica Barisone Bandita; degli altri due bambini si sa- Gallo, ha seguito rebbe occupato insieme ai nonni suo ma- un analogo per- rito. corso. Dopo le Restava la cosa più difficile: partire. nozze, nel 1897, Me ne parlava spesso come l’avveni- aveva raggiunto la mento che l’aveva più segnata. Francia. Dotata di Occorrevano due giorni di cammino ottima salute, per coprire i 40 km che li separavano da aveva lavorato ini- Genova. L’accompagnava il fratello Mi- zialmente in un culu. Dormirono una notte a Masone, frantoio, di notte. Il presso degli amici, e raggiunsero infine lavoro era molto il mare. Mia nonna non lo aveva mai duro. Bisognava visto. Le avevano detto che c’era tanta riempire degli ap- acqua, ma mai avrebbe immaginato una positi contenitori simile estensione. Escluso il treno, troppo con la pasta otte- costoso, si optò per il viaggio in un bar- nuta dalla spremi- cone, molto meno caro ma assai più peri- tura delle olive. coloso. Durante i due giorni della Nel 1888 nacque Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 151 www.accademiaurbense.it

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Li accolse suo fratello Giovanni, che li ospitò in un alloggio preso in affitto vi- cino al suo posto di lavoro a La Valen- tine, nei dintorni di Marsiglia. Mia nonna, Caterina Barisone, era at- tesa a Grèasque, piccolo paese ad alcuni chilometri soltanto da Gardanne, presso degli amici dei suoi primi datori di la- voro. Si trattava, anche in questo caso, di persone agiate che la riempivano di pic- coli regali. Suo fratello aveva preso in carico Do- Maria, di nove anni, fu sistemata in una sui carri quelli di farina, tutto a forza di menico, e lo aveva sistemato in una fattoria di Rossiglione, paese molto lon- braccia. grande fattoria ad Allauch, a 5-6 km da tano dalla borgata di Gorretta, per pren- A La Valentine c’erano quattro mu- lui, dove si coltivavano grandi appezza- dersi cura dei bambini e svolgere piccoli lini: Maurel, Ansaldi, La Pauline e La Re- menti di cavolfiori e insalata. Bisognava lavori domestici. Godeva di vitto e allog- mise. Ora funziona solo il mulino eliminare a mano i bruchi. Che penitenza gio, ma non riceveva denaro. Maurel; il lavoro si fa ormai con mezzi quando, a mezzogiorno, la cuoca portava Balia a Gardanne. Dopo la nascita di meccanici, e non necessita più di molte in tavola cavolfiori gratinati! Per fortuna sua figlia Michelina, ripartì per Marsi- braccia come un tempo. c’era pane a volontà. La domenica, poi, glia. I suoi precedenti datori di lavoro le La nonna malata. Nel 1881 suo tornava a piedi dallo zio. trovarono un posto a Gardanne, cittadina padre, Francesco Barisone, morì. Sua Nel 1901, mia nonna decise di rien- vicino a Marsiglia, ricca di miniere di madre, invece, stava abbastanza bene, trare a Gorretta, dove giunse una dome- carbone. Vivevano in una villa con un grazie alle tisane di un venditore ambu- nica mattina senza essere attesa…. grande giardino. Si sentiva meno spae- lante e alle raccomandazioni del dottore, sata, qui. Ma l’aria era insalubre a causa che le aveva proibito di toccare l’acqua. ..Ma questa è un’altra storia (n.d.r) dei fumi delle fabbriche. Comunque, si Guarì anche dalle frequenti emorragie abituò più presto a questo posto. I suoi che le facevano temere di essere a un datori di lavoro erano sempre gentilissimi passo dalla morte. con lei, e l’atmosfera campestre le faceva Trovò una sistemazione presso un sa- meno rimpiangere il paese. Arrivò, in- cerdote a La Guardia di Ovada, un pic- fine, il giorno in cui cominciava a scar- colo villaggio a circa 25 km da casa sua. seggiarle il latte e di esso ormai non se ne Là, un clima migliore permetteva di col- aveva quasi più bisogno tivare vigneti sui pendii. Vi si beveva, e si Caterina lasciò nuovamente la Fran- beve ancora, un ottimo vino, molto alco- cia nel 1890. Pensava che, nel prossimo lico. Che differenza col paesaggio mon- viaggio, avrebbe portato con sé suo figlio tano di Gorretta! Domenico, mio padre, di anni 17. Mia nonna disapprovava questa deci- Avrebbe potuto cominciare a lavorare, sione: quando lei sarebbe partita nuova- non però alla miniera, benché ciò gli sa- mente nessuno avrebbe potuto vegliare rebbe stato facile grazie all’intermedia- sui suoi figli all’infuori del marito… zione del suo vecchio padrone, ma perché Quando arrivò il quinto bambino, nel era troppo giovane: per scendere a 1898, dovette faticare non poco a convin- estrarre carbone gli mancavano ancora cere suo figlio Domenico, un po’ selva- quattro anni. Fu dunque sistemato in una tico, ad accompagnarla. fattoria a Logis Neuf (dintorni di Al- Il ritorno in Francia col figlio. Nella lanch). Molti i giovani piemontesi partiti primavera del 1898 raggiunsero Genova. con questo scopo. Venivano pagati una Giunti però vicino al battello, Domenico volta al mese, e godevano di vitto e allog- non voleva salirvi e anzi insisteva per tor- gio. Anche i suoi due fratelli, Giovanni e narsene a casa. Sua madre non sapeva Giacomo, avevano lasciato il paese per che fare… Soltanto ripetendogli più volte andare a lavorare in un mulino de La Va- che laggiù avrebbe mangiato pane a vo- lentine, a circa 12 km da Marsiglia. Sca- lontà tutti i giorni salì a bordo, ma non ricavano i sacchi di grano e caricavano senza fatica. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 152 www.accademiaurbense.it

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Domenica 13 agosto 1923: violenza squadrista a Campo di Paolo Bottero 1. - Domenica 13 agosto 1923 avveni- paese. Ne nacquero tafferugli. accettato il primitivo disposto del Sin- vano i funerali solenni della salma di un 2. Scriveva, infatti, un anonimo cro- daco. Seguì il trasporto, senza che al- soldato campese, Paolo Santamaria nista de “Il Cittadino” di Genova il 17 cuno altro incidente venisse a turbare la (1891-1916), sergente dei “Cavalleggeri agosto, a tumulto concluso, riassumendo giornata. Al corteo avevano partecipato Guide”, “deceduto in combattimento sul i fatti: “Giovedì scorso (10 agosto – circa 300 combattenti, forza imponente Carso a Selona Krasu” (come recita n.d.r.) era ritornata dalla fronte la salma riunita dal ricordo della guerra, all’in- l’atto di morte) e sepolto nel cimitero di gloriosa del sergente campese Paolo fuori e al di sopra di ogni partito. Ronchi. Santamaria: la famiglia ne desiderò il Pare, da voci raccolte e non control- Paolo era il quinto figlio del pastic- trasporto al cimitero per domenica ed labili, che qualcuno dei combattenti cere Stefano Santamaria (1864-1905), un espresse il desiderio che, a scortarlo, fos- avrebbe usato parole vivaci verso i fasci- ovadese che si era stabilito a Campo Li- sero i suoi compagni d’arme, i combat- sti, a proposito del diritto di prece- gure con la seconda moglie Clelia Anna tenti campesi. E così restò stabilito. La denza”. Sorrenti. Salma, vegliata amorosamente dai com- 3. I fascisti locali trangugiarono Già altre salme di caduti campesi militoni, nell’ospedale di San Michele, fu amaro e meditarono la vendetta. Chia- erano rientrate in patria dai vari cimiteri portata nel pomeriggio di domenica al mati rinforzi a Genova, giungevano a di guerra sparsi per le terre friulane e ve- Camposanto, Fu a proposito di tale tra- Campo Ligure il lunedì 14 squadracce da nete; così, come nei mesi precedenti, era sporto che avvennero i primi incidenti Sestri, da Sampierdarena e da altre loca- avvenuto qualche giorno prima per le perché il locale Fascio reclamava per sé lità del Ponente genovese nonché un salme del soldato Luigi Oliveri (1894- l’onore di far scorta alla Salma, mentre i gruppo di fascisti da Rossiglione, capita- 1916) e del caporale Alessandro Piana combattenti, forti anche del desiderio nati da un noto spavaldo sbruffone locale. (1888-1916), già sepolto a Santorso di della famiglia, lo volevano a loro riser- Alcuni gruppi, giunti sin dal mattino, Schio. vato. Il sindaco sig. Pisano equamente scorrazzavano per il paese terrorizzando Il Fascio locale, ormai già ben radi- dispose che precedesse la bara un mani- i contadini che, come di consueto, erano cato in paese, pretendeva precedenze e polo della Milizia Nazionale; la seguis- scesi dalle cascina per il conferimento del quant’altro, ma si trovò soccombente a sero immediatamente i combattenti e ad latte alla locale Cooperativa. Molti cer- fronte dei 300 e più ex-combattenti che essi fosse riservato il dolce peso della cavano di sgattaiolare via, dopo aver con- ottennero dal Sindaco, il popolare Giu- bara del caduto; indi le Società locali, in- ferito il latte alla Cooperativa; altri erano seppe Pisano, l’onore del trasporto della vitate tutte senza distinzione, incolonnate costretti a sottoporsi all’interrogatorio bara, che era giunta da Monfalcone, scor- in ordine di anzianità; ultimo quindi per sotto minaccia: “Sei fascista o comuni- tata dai militari della “2^ Compagnia di data di nascita era per forze di cose il fa- sta?”; per non prendere botte la risposta Scorta, Sezione Trasporti”, Il Sindaco, scio locale. Battibecchi sorsero e si atte- era scontata e, poi, via di buona lena Giuseppe Enrico Pisano (1888-1976), del nuarono, risorsero e divamparono, tanto verso la cascina. “Micalìn dra Carpnéa” Partito Popolare (che aveva vinto le ele- che il Sindaco deliberò di sospendere (Michele Piombo 1896-1989), come mi zioni amministrative del 1920 – la mino- l’accompagnamento in attesa di un ac- raccontava ai suoi bei dì, rispose sempli- ranza consiliare era costituita da cordo. Il quale venne, avendo i fascisti cemente: “Sun un cascinàa”; già lo sta- socialisti, un liberale e un radicale; nes- vano strattonando, ma quando seppero sun fascista era stato eletto e la cosa bru- che stava portando il latte in casa di Carlo ciava al primo gruppo di fascisti Pernigotti, una villetta poco a valle della campesi), aveva chiamato alla cerimonia Carpeneta, (Pernigotti era già tra i mag- tutte le Associazioni locali nonché le giori esponenti del fascismo ovadese e iscritte all’Associazione Nazionale Madri della Valle Stura) gli risparmiarono il e Vedove di Guerra. manganello. Le solite esternazioni grondanti reto- Altri episodi consimili ci sono stati rica patriottarda del gruppo fascista fu- raccontati: purtroppo non c’è più nessuno rono dileggiate da alcuni socialisti e da in vita che possa direttamente testimo- un piccolo gruppo di “anarchici” (almeno niarli. Le testimonianze sono tutte indi- così erano chiamati in paese alcuni citta- rette. dini segnati a dito quali “disobbedienti”: Durante la giornata, gruppi fascisti si dei poveracci, in definitiva, che venivano comportarono spavaldamente, rincor- regolarmente “prelevati” e messi un paio rendo col manganello gli uomini, ingiu- di giorni “al fresco” dai Carabinieri tutte riando le donne che incontravano per le volte che un qualche avvenimento strada e che si rifugiavano in chiesa o che degno di nota o una qualche personalità si barricavano in casa. Qualcuno venne smuovevano la tranquilla quotidianità del sorpreso e manganellato mentre se ne Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 153 www.accademiaurbense.it

153 A lato, bozzetto dell’invito all’inaugurazione del Monumento ai Caduti di Campo Ligure In basso, foto del Monumento

Martedì 15 agosto il paese era “occu- pato” dalle squadracce e l’osteria, ove aveva sede il Circolo comunista “Risorgi- mento operaio” (era a piano terra della “casa dei fanali”, nel locale adiacente al ponte sul Langassino), fu occupata dai fa- scisti che la devastarono, la derubarono di tutto, sfasciarono una botte il cui vino si riversò per la strada finendo nel tor- rente sottostante; si ubriacarono gratuita- stava tranquillamente leggendo “La Gaz- portava al paese nonché dentro l’abitato. mente con le numerose bottiglie rubate (il zetta dello Sport”, seduto sui gradini Furono 30 gli operai portati all’ospedale cronista dice 400); come ancora si rac- della parrocchiale (come successe a “u feriti, alcuni gravemente: tra costoro Lo- conta, incendiarono volutamente il locale Rucci”, Giuseppe Oliveri, 1899-1964) e renzo Rizzo, detto “Pantàsma” (1884- (anche se poi i fascisti sparsero la voce di soltanto perché teneva in testa una ber- 1961) si cui si abbatté una grandinata di un incendio occasionale, voce recepita retta di colore rosso. colpi da un paio di forsennati, dopo es- dai cronisti genovesi), con grave pericolo 4. Tutti insieme, infine, si misero a sere stato indicato come “anarchico” da per le case circostanti. Qualcuno tra i fa- fare la posta agli operai che, col treno un compaesano; grondante sangue, fu in- cinorosi ebbe, comunque, il buon senso delle 19, giungevano da Genova: colti di seguito lungo il torrente Stura e ancora di impegnarsi a spegnerlo. Ripresero le sorpresa, gli operai anche stanchi dalla malmenato. Un altro operaio (sulla cui bastonature indiscriminate, nonostante lunghissima giornata di lavoro nel can- identità ci sono incertezze) riuscì tutto in- l’affluire a Campo di 50 carabinieri da tiere o nei vari stabilimenti siderurgici e sanguinato ad infilarsi in una casa della Genova, che fecero più da spettatori che meccanici del Genovesato non ebbero il “Corsia” (attuale Via Gramsci) e fu me- altro, tanto che il cronista poteva osser- tempo di organizzare una qualche difesa; dicato da mani pietose. vare che l’Amministrazione Comunale erano poveri lavoratori che si erano alzati Anche il Sindaco Giuseppe Pisano aveva saputo tenere l’ordine in paese in ore antelucane per salire sul treno alle (era impiegato in Banca a Genova) “…con soli quattro carabinieri… du- cinque del mattino e che ora, apostrofati giunto dalla Stazione ferroviaria in af- rante le giornate rosse del 1920” . e scherniti quali “socialisti”, “rossi”, “co- fanno, si trovò in piazza circondato da al- 5. Prima di proseguire, credo neces- munisti”, “anarchici” venivano massa- cuni malmostosi: fu salvato dal pestaggio crati di botte. Fu un fuggi fuggi generale, da un paio di fascisti locali che si frappo- con gli operai di Masone che inforcarono sero tra il Sindaco e i picchiatori. Un le biciclette, dopo aver attraversato i bi- gruppo di costoro si portarono sotto le fi- nari ed essere scappati alla furia fascista nestre dell’abitazione del Pisano, gri- prendendo la vecchia strada che sotto- dando a squarciagola alla moglie: “Vieni passa la stazione ferroviaria (l’attuale Via giù, che ti mettiamo a posto!”, ma Mad- ing. Luigi Bosco). Anche alcuni operai dalena Piombo (1888-1970) rispose per campesi cercarono di sfuggire all’assalto le rime: “Io sono già a posto” (aveva par- lanciandosi su per i prati della Carpeneta torito da poco una delle figlie); in quel così da raggiungere la sommità della col- mentre usciva dal portone di casa il co- lina e poter scendere nella vallata del gnato, Adolfo Prinapori (1884-1974), che Ponzema; altri, muniti di biciclette, cer- si prese alcune manganellate prima di riu- carono zigzagando tra gli assalitori di tro- scire a sottrarsi a quegli energumeni. vare una via di scampo alla gragnola di Tra i fascisti campesi della prima ora, randellate; molti vennero abbattuti. ci fu chi indicava chi picchiare; così, a Ci fu chi, con grande dignità, apo- quanto raccontano ancora degli anziani, strofò gli squadristi, gridando loro: dalla finestra della sua casa nel Rattarolo, “Bravi! Questa è la paga per aver com- con la pistola in mano, faceva tale Fran- battuto sul Carso, per aver fatto il cesco N. Ponte, detto “Camerèllu” Piave!”, così raccontava mia mamma di (1864-1944). In paese i negozianti chiu- suo zio, Francesco Oliveri (1880-1968) devano le serrande delle botteghe, i citta- detto “er Carèttu”, che si buscò una serie dini porte e finestre perché le squadracce di violente manganellate. si muovevano indisturbate sparando in Ci furono pestaggi indiscriminati alla aria a vanvera; le violenze continuarono Stazione ferroviaria e lungo la strada che ancora per tutta la notte. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 154 www.accademiaurbense.it

154 In basso, Campo Ligure, Il Molinetto, antica fabbrica tessile ed il vecchio ponte del Canalone sul torrente Langassino (circa 1910).

saria una digressione sui fatti del 1920. “Cala Brayda” (era detta una contrada non successe nessun disordine apprezza- Al termine della “Grande guerra”, dif- del paese nei pressi del rio Langassino, bile, anche perché i quattro carabinieri fuse agitazioni socialiste si manifestarono ove aveva sede il circolo socialista della stazione locale controllarono con anche in Valle Stura, sulla scorta delle no- n.d.r.). La reazione fu furibonda: una fitta decisione e fermezza la situazione e non tizie provenienti dalla Russia e dalla ri- sassaiola da parte delle donne, che reagi- dovettero intervenire con la forza. Con il voluzione dei Soviet. rono con violenza inaspettata, mise in 20 di settembre tutto era finito: il 24 set- Si può ricordare quanto avvenne a fuga gli avversari (così mi raccontava tembre la stragrande maggioranza delle Rossiglione il 14 luglio 1919, allorché vi mia mamma che, a 11 anni, come molte maestranze campesi votò favorevolmente giunse un camion affollato di anarco-so- altre ragazzine, già da un anno lavorava “l’ordine del giorno Buozzi” per lo sgom- cialisti del “Comitato di Salute Pubblica” come tessitrice nel cotonificio “Rossi” e bero delle fabbriche e la ripresa del la- di Sestri Ponente: quei facinorosi con un con uno sgabello sotto i piedi perché era voro. contegno arrogante avevano intenzione ancora piccolina; in quel giorno di festa 8. Ritorniamo al nostro assunto. di procedere alla requisizione di alimen- dal lavoro fu spettatrice dello scontro, ri- L’Amministrazione nulla aveva potuto tari, ma subito si scontrarono con la resi- parandosi dietro il muro d’argine in zona nell’agosto 1923 contro le numerose stenza dei contadini. Ci furono “lavatoriu”, dove abitava). squadre fasciste, anche a causa dell’ini - scorribande per il paese al canto di inni 7. Il 3 settembre 1920 anche sulle tes- ziale inazione delle autorità adibite alla rivoluzionari e inneggiando alla Rivolu- siture campesi sventolava la bandiera Pubblica Sicurezza. Le squadracce ven- zione bolscevica in Russia e in Ungheria rossa; sorse un “Consiglio di fabbrica”, nero allontanate il mercoledì e il paese fu e ai protagonisti della stessa. Due carabi- ma di fatto la produzione cessò quasi su- presidiato coll’ausilio del “6° Reggi- nieri della stazione di Campo Ligure fu- bito verso il 5 settembre, anche perché mento Artiglieria” che si trovava accam- rono malmenati ed uno anche disarmato. ben poche operaie si recarono nelle fab- pato alla periferia del paese, ove era Verso le 19 giunsero a Rossiglione sei ca- briche presidiate dai “provvisori” con giunto per il consueto campo estivo. rabinieri della stazione di Campo che sor- bracciale rosso (e il soprannome “er Pru- Leggiamo “Il Cittadino” del 16 ago- presero il comitato rosso mentre faceva visoriu” a Campo rimase al più esagitato sto 1923. Il cronista scriveva: “Ho fatto bisboccia all’osteria. Ne nacque un taffe- tra i rossi locali). Per il paese cominciò a una rapida corsa (da Masone, ove era a ruglio mentre le rivoltelle uscivano allo circolare la carta-moneta stam pata a Se- villeggiare -n.d.r.-) a Campoligure, (sic!) scoperto. Il capo della banda, Manlio stri dal “Provvisorio” rosso (una specie attrattovi dalle voci che erano corse di Fedi, sparò, ma colpì un compagno rossi- di governo del soviet sestrese), carta che vive agitazioni e di gravi conflitti, avve- glionese che si era lanciato contro i cara- si cercò di imporre ai bottegai recalci- nuti tra fascisti ed operai socialisti e co- binieri. Le revolverate non si contarono: tranti, mentre gli organizzatori rassicura- munisti. Il paese è oggi calmo e il Fedi colpito in pieno petto morì quasi vano le maestranze che la produzione tranquillo e le funzioni della Madonna subito; alcuni del soviet sestrese riusci- sarebbe stata comprata dalla Russia di dell’Assunta hanno potuto svolgersi tran- rono a fuggire, gli altri furono arrestati (v. Lenin, che avrebbe pagato in bei rubli quillamente. Anzi la popolazione che è “Il Secolo XIX” in data 15 luglio 1919). con falce e martello. In effetti, a Campo molto laboriosa e religiosa …(omis- A partire dalla celebrazione del 1° maggio, le agitazioni socialiste si allarga- rono in tutta Italia ed ebbero il loro se- guito a settembre con l’occupazione delle fabbriche da parte degli operai. 6. Il 1° maggio 1920 a Campo le donne socialiste avevano organizzato la Festa del lavoro sul greto del torrente Stura alla confluenza con il Langassino: avevano disteso grandi tovaglie e portato cibi e vino; al centro sventolava una grande bandiera rossa, attorno alla quale si cantava e si ballava. Ad un certo punto, furono fatte segno di gratuite offese dai fascisti locali che, standosene comunque alla larga, sul ponte di San Michele, gri- davano a squarciagola: “Per le donnette di Calabraghe, urrah, urrah!” e giù in- giurie, insolenze, villanie e pernacchie e qualche sparo in aria (“Calabraghe” – da Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 155 www.accademiaurbense.it

155 A lato, squadra fascista di Sestri Ponente motorizzata, su autobus modello SPA C 9.000 , durante una manifestazione folkloristica.

gliolo. 9. Il giorno 17 agosto “Il Cittadino” dedicava una colonna e mezza ai fatti di Campo Ligure. Dopo un cappello in cui il cronista lodava le varie virtù civiche e pa- trie dei Campesi passava “alla cronaca precisa” e, dopo quanto già abbiamo sopra riportato, proseguiva: “…certo si è che al lunedì, all’arrivo del treno ope- raio, che giunge a Campoligure (sic!) alle ore 19,30 circa, numerosi gruppi di sis)…” si augura “che nulla abbia più a massa operaia socialista e i fascisti cor- fascisti, accorsi dai dintorni, erano sca- turbare il paese, che raccoglie anche sero improperi ed insulti e quasi subito glionati lungo il viale alberato che dalla molti villeggianti, spauriti e disturbati dopo si verificarono numerosi spari. Gli stazione conduce all’interno del paese. dagli incidenti, inconsueti fra noi. In que- individui rimasti feriti, quasi tutti operai, Precisamente sul ponte di San Seba- sti paesi infatti il socialismo non ha mai sono una trentina, di cui alcuni assai stiano, attiguo a l l’Ora torio, quattro attecchito molto e soltanto una parte gravi furono poi trasportati all’ospedale. squadristi, avuta indicazione da un ra- degli operai che si reca a lavorare a Anche tra i fascisti vi sono dei feriti e gazzo, bastonarono tale Timossi, combat- Sampierdarena, Voltri, Rivarolo, ha as- contusi. Il paese piombò tosto nel silen- tente, uno dei quattro che avevano sorbito un po’ di socialismo e di comuni- zio. Tutti chiudevano botteghe, porte e fi- portato la bara del sergente Santamaria. smo; pel resto qui regna ancora la nestre e il dolore dominò tutti, poiché non Il Timossi (dovrebbe essere Giuseppe Ti- moralità e la religione. Per le vie di Cam- si credeva che si potesse un giorno arri- mossi, 1891-1973, detto “Bucèttìn”; ma poligure si nota subito un apparato di vare a contrasti collettivi e a scontri san- potrebbe trattarsi anche del fratello Gio- forza, che è anche disposto dalla stazione guinosi. vanni, 1896-1982, detto “er Baghìn” – ferroviaria per la via ombrata che porta La sede del Circolo comunista è stata c’è incertezza nell’identificazione) fu so- al paese: vi sono carabinieri e soldati del occupata dai fascisti, ma credo che essa praffatto, ma in suo aiuto accorsero altri sesto reggimento artiglieria coi relativi sia ora in mano dell’autorità. L’incendio operai, e uno di essi colpì con una botti- ufficiali. Il paese è in mano all’autorità nella casa ove i comunisti hanno sede fu glia, che teneva in tasca, uno dei fascisti militare, che garantisce l’ordine e la accidentale e non è dovuto affatto ai fa- assalitori. Furono sparati dai fascisti pace. scisti…(omissis)”. vari colpi in aria, il che valse a far dira- Gli incidenti dolorosi accaddero ieri Si noti come anche il cronista de “Il dare la folla. In breve il paese si spopolò. sera (il 14 – il cronista data il pezzo “Ma- Cittadino”, da buon borghese benestante, Giungevano intanto rinforzi di squa - sone 15 agosto” – n.d.r -), all’ar rivo del accomuni tutti gli operai nell’unico dristi, che nella notte percorsero il paese, treno operaio che parte da Sampierda- gruppo dei “social-comunisti”, quasi che provvedendo a far rincasare qualche ri- rena alle 18 e giunge qui alle 19,30 i fascisti avessero fatto la cernita per la tardatario. Di tratto in tratto colpi di ri- circa…(omissis)…Alcuni fascisti sono loro vigliacca operazione, lasciando da voltella echeggiavano, sparati in aria. Al stati dileggiati a quanto si narra, durante parte i “non-social-comunisti”!. martedì mattina il sindaco signor Pisano, il corteo in onore della salma dell’eroe Diversi operai campesi, avvertiti al- recatosi a conferire col Prefetto, otteneva Santamaria, da alcuni socialisti; ne av- l’uscita dallo stabilimento “Ansaldo” e l’invio di rinforzi. Giunsero così in paese venne un primo incidente in cui alcuni fa- dal “Cantiere” di Sestri da un giovane 50 carabinieri, una batteria del 6° pe- scisti sono stati percossi e malmenati. campese ben informato della spedizione sante campale, forte di 100 uomini, e una Giunsero allora da Genova alcuni gruppi punitiva (si trattava di Giulio Oliveri, cinquantina di militi della Milizia nazio- di fascisti, decisi ad avere soddisfazione “Giulìn d’Canoeva”, 1896-1978) al quale nale. dell’insulto loro fatto. L’autorità che in- aveva spifferato tutto un suo amico, fer- Nel pomeriggio del martedì verso le travvide il sorgere di incidenti inviò cara- vente aderente al Fascio di Sampierda- 13,30 veniva invasa dagli squadristi fore- binieri e funzionari di pubblica sicurezza. rena, scesero alla stazione di Mele, stieri un’osteria ove aveva sede il Circolo Ma purtroppo i dolorosi incidenti si ve- insieme a molti operai di Masone, e si fe- comunista: tutto fu devastato; il vino rificarono. cero a piedi la strada per casa; altri non ebbe libero corso; forse quattrocento bot- Malgrado ogni misura di precau- scesero dal treno a Campo, ma prosegui- tiglie furono asportate dalla gente ac- zione, avvenne uno scontro fra i social- rono per Rossiglione, qualcuno anche per corsa. Intanto il negozio prendeva fuoco, comunisti in arrivo alla stazione col Ovada, come raccontava ai suoi dì Giu- ma i fascisti, conoscendo che ai piani su- treno operaio ed i fascisti che si erano seppe Cosmelli (n. 1884) che, troppo periori abitavano pacifici cittadini, prov- collocati lungo la strada che dalla sta- noto al Fascio locale, preferì andare a videro a spegnere le fiamme. zione porta al paese…(omissis)…Tra la passare un paio di giorni dai parenti a Ta- All’arrivo del treno operaio delle Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 156 www.accademiaurbense.it

156 In basso, squadre fasciste durante una manifestazione politica

19,30 avvennero nuovi e più gravi inci- fu elogiata l’opera di saggia amministra- Comune, costituita da popolari… (omis- denti. La milizia e i carabinieri provvi- zione svolta dai popolari e si parlò di una sis) poco mancò che si giungesse a con- dero alla regolare perquisizione di tutti futura eventuale collaborazione. Son seguenze ben più gravi se l’autorità di gli operai che scendevano: nulla fu tro- pure intervenuti i signori Buttafava e pubblica sicurezza non fosse pronta- vato di sospetto, anche perché alcuni co- Ricci per la milizia e i sindacati fascisti. mente intervenuta… (omissis) mercè i munisti erano scesi a stazioni precedenti, Se le informazioni nostre sono esatte, buoni uffici del commissario Spinazzola, prendendo poi la via dei boschi. I rimasti, senza venire a precise imposizioni, si inviato colassù in missione, ha avuto inermi e pacifici, proseguirono per il parlò di dimissione dell’Amministra - luogo ieri un’importantissima riunione in paese, ma, mentre le forze regolari erano zione, dalle quali la Giunta non si mostrò Municipio alla quale hanno partecipato i impegnate alla stazione, elementi squa- aliena, per un avvenire più o meno pros- rappresentanti del fascio e quelli della dristi, lungo il viale e in paese, bastona- simo, in omaggio a quel programma di parte avversa…(omissis)… sono addive- rono degli operai. Oltre una trentina pacificazione che l’ha sempre animata. nuti all’approvazione di un patto di pa- ebbero ferite e contusioni; molti furono Nulla è più successo di notevole; ieri cificazione basato sul rispetto reciproco medicati al San Michele dal dottor Gio- sera è partito l’ultimo manipolo di Mili- delle parti…(omissis)… La calma è ri- vanni Timossi (1897-1974; detto “megu zia nazionale che rimaneva in paese. La tornata negli animi. Domani rientre- Balinìn”, n.d.r.), altri in farmacia, altri calma è ritornata sovrana e tutto fa cre- ranno le truppe dislocate lassù in servizio preferirono farsi curare in casa. dere che essa non sia più turbata”. di ordine pubblico”. Gli squadristi, non pratici del paese, 10. Alcuni giornali in mano ai fasci- 11. “Il Giornale di Genova”, del 18 vedendo in ognuno che passava un comu- sti minimizzarono o ironizzarono sui col- agosto 1923 scriveva che era tutto a posto nista, confusero nella bastonatura molti leghi che avevano denunciato i fatti: “Il e che certi colleghi giornalisti avevano ottimi elementi, tra cui il giovane Dal- Lavoro” del 16 agosto 1923 scrisse che fatto lavorare la fantasia: “Lo zelo di certi l’Orto (Luigi Mario, 1900-1983, n.d.r), non era avvenuto niente di speciale, qual- colleghi nel diffondere con ampi partico- popolare, un giovane della Giov. Catto- che tafferuglio, robetta da nulla, colpa co- lari le notizie che possono mettere in cat- lica Italiana, vecchi padri di famiglia. munque dei Popolari: “Gli incidenti di tiva luce il Fascismo locale è molto Alla sera un carrettiere socialista, tale Campoligure (sic!) sono fortunatamente sospetto…(omissis)”: quindi dava spazio Olivieri (Antonio Oliveri, detto “Toni dra meno gravi di quello che lasciavano cre- al comunicato stampa della Segreteria Taliàn-na” , ironia della sorte, il figlio di dere le prime notizie. Il panico diffusosi Politica della Federazione Fascista: “In suo fratello detto “er Pàata”, Carlo, si ar- in quella tranquilla popolazione, in se- questi giorni la fantasia della stampa più ruolò nel 1944 tra i “repubblichini”!) fu guito agli spari che conclusero il con- o meno antifascista si è ampiamente sbiz- inseguito a revolverate per lungo tratto; flitto…(omissis)…ha fatto lavorare le zarrita intorno ai fatti di Campoligure si rifugiò in una casa colonica, donde fu fantasie, per modo che i feriti nei rac- (sic!). Quasi tutta la stampa genovese, in tratto a forza; fuggì ancora, finché fu conti dei crocchi cittadini sono saliti a pieno accordo col bilioso organo del se- raccolto sanguinante giù dalla scarpata venticinque, mentre non sono in realtà natore Albertini (“Il Corriere della Sera”, del fiume Stura; fu medicato e trattenuto che tre soli … (omissis) …Effettivamente nettamente antifascista, n.d.r.), prospetta in arresto, poi rilasciato. uno scontro è avvenuto tra i fascisti ed i gli avvenimenti dando ad essi una gra- Un fascista si ferì incidentalmente ad partigiani dell’Amministrazione di quel vità che non esiste e narrando particolari una coscia, come ebbe egli stesso a di- chiarare al dott. Bottero (Stefano, 1886- 1935, detto “er megu d’Illu”, fratello di mio nonno Paolo, n.d.r.) che lo medicò. Intanto gli squadristi, tra i quali non è improbabile si trovasse qualche elemento non fascista, intrufolatosi all’ultima ora, lasciavano il paese, il quale trascorse una notte tranquilla, vigilato dalla forza pubblica e dalla milizia nazionale. Mercoledì furono a Campoligure il commissario Spinazzola di Portoria, il vice commissario di Rivarolo, il signor Pala e il signor Pernigottii per i Fasci, che ebbero una radunanza in Municipio col Sindaco e la Giunta. Fu chiarito che nulla vi era di reciproca ostilità tra i Fasci e il Consiglio comunale popolare; Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 157 www.accademiaurbense.it

157 A lato inugurazione nel secondo dopoguerra del nuovo monumento ai caduti In basso, Giuseppe Pisano (1897 - 1985), ultimo sindaco eletto da libere elezioni prima dell’avvento del fascismo. Esponente del Partito Popolare Italiano.

moltissime cancellate e altre strutture in metallo del paese – e quello che avvenne in Campo successe in tutta Italia; quel monumento fu sostituito soltanto nel 1959 dall’attuale). Nel periodo che va dal maggio al di- cembre 1923 vennero sciolti 380 Consi- gli comunali, 10 Consigli provinciali e vennero prorogati i poteri dei Commis- completamente inventati…(omissis) I giornali asserviti al regime (e siamo sari e delle Commissioni straordinarie in …La calma regna sovrana in Campoli- solo nel 1923) passarono sotto silenzio o 246 comuni e 7 province. gure…(omissis)…I trenta feriti sono esi- quasi anche fatti ben più gravi di quelli Significative e dignitose furono le pa- stiti solo nella fantasia di alcuni avvenuti a Campo: così ad esempio role del consigliere, l’avv. Giulio Pala- informatori poco scrupolosi…(omissis)”. l’assassinio il 23 agosto del parroco di dino (1889-1975), designato dal Partito Dopo aver lodato l’obiettività de “Il Argenta, don Giovanni Minzoniii, ad Popolare a pronunciare il discorso di Giornale di Genova”, de “Il Lavoro” e de opera della squadraccia comandata da commiato il 2 settembre 1923: “Ci accin- “Il Caffaro”, si prosegue affermando: “Ci (a questo fatto se ne potreb- giamo a lasciare questo posto a testa preme rilevare la condotta del “Citta- bero aggiungere tanti altri che videro alta, come a testa alta lo occupammo tre dino” che ha sentito il bisogno di riem- preti, militanti dell’Azione Cattolica, anni or sono” (v. M. CALISSANO, F. P. pire una colonna e mezza del suo numero chiese, circoli giovanili fatti segno delle OLIVERI, G. PONTE, “Campo Ligure, del 17 corr. Insistendo ancora su fatti già violenze fasciste, ma questo soprattutto tra Ottocento e Novecento”, Genova precedentemente smentiti” dai giornali durante il violento scontro Chiesa-regime 1990, pag. 15). fascisti citati. del 1931iii). 13. Per concludere: il regime fascista Tutto sarebbe avvenuto, secondo quel 12. Il Consiglio Comunale di Campo trovò a Campo numerosi sostenitori, sia giornale, perché “La domenica si tentò Ligure fu sciolto d’autorità dal Governo tra la piccola borghesia bottegaia locale escludere i fascisti dal corteo in onore ed il 23 settembre 1923; giubilato il Sin- sia tra alcuni artigiani della filigrana (ma della salma del sergente Paolo Santama- daco del Partito Popolare, Giuseppe Pi- non soltanto tra costoro); i “maggiorenti” ria; il lunedì vennero aggrediti tre fasci- sano, il Commissario prefettizio Gino appoggiarono il Commissario Prefettizio, sti nei pressi della stazione ferroviaria e Menicacci assunse la guida del Comune. rag. Gino Menicacci il quale, il 13 mag- solo dopo questa aggressione accorsero In Archivio Comunale non ho rinvenuto gio 1924 conferì la “Cittadinanza Ono- sul posto alcuni fascisti dei paesi vicini. Il il registro dei Verbali del Consiglio co- raria di Campo Ligure a S. E. Benito martedì sera non si verificarono per munale o della Giunta relativi all’anno Mussolini, Presidente del Consiglio dei nulla gli incidenti narrati con tanto ab- 1923 e nemmeno altri documenti, fatti si- Ministri”, “…interpretando il profondo bondanza di particolari…(omissis)…si curamente sparire dai fascisti che appli- sentimento della popolazione; in segno ebbero solo pochi incidenti isolati. In to- carono con diligenza la massima di di ammirazione per l’opera ricostruttrice tale vi furono tre contusi e un fascista fe- Lenin: “Chi controlla il passato, con- cui Egli dedica tutto l’alto suo ingegno e rito”. La colpa? Ovviamente, dell’Am- trolla il futuro”. la meravigliosa sua attività…”. ministrazione Comu nale retta dai Popo- Nemmeno in Archivio Parrocchiale, lari! “Lasciamo da parte tutti gli apprez- pur tra la corposa documentazione esi- zamenti sull’attività dell’Amministra- stente, ho trovato qualcosa che mi po- zione Comunale retta da elementi popo- tesse mettere sull’avviso circa la reazione lari. Gli incidenti di questi giorni provano dell’Arciprete, don Pietro Grillo che si che vi era della ostilità da parte dell’Am- trovò ad essere spettatore dei violenti av- ministrazione Comunale e dei popolari di venimenti dell’agosto 1923. Campoligure verso i fascisti di quella no- Don Grillo, ovadese, era giunto a stra sezione… (omissis)”. La conclusione: Campo Ligure soltanto da un anno e “Oggi noi affermiamo il diritto del Fasci- mezzo, il 22 gennaio 1922; nel luglio smo a vivere e prosperare in Campoligure 1923 aveva benedetto il nuovo monu- rispettato da tutti … (omissis) … Se i po- mento ai Caduti, inaugurato in mezzo alla polari di Campoligure inspireranno la piazza principale del paese. (Quell’antico loro azione futura ad un maggior rispetto monumento venne requisito nel 1940, in- per il Fascismo, la pace e la tranquillità sieme alla bella cancellata in ferro battuto non sarà mai turbata nella graziosa citta- che lo recingeva, per fonderlo e farne, dina di Valle Stura”. forse, metallo da cannoni, così come Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 158 www.accademiaurbense.it

158 A lato, cartolina commemorativa dei Caduti Campesi della Grande Guerra

La delibera fu ratificata dal Don Minzoni, parroco di Argenta dal Prefetto di Genova in data 28 mag- 1910 si era guadagnato nel 1917 quale gio con suo atto n. 17746. cappellano militare della brigata “Giu- A parziale discarico di chi se- lia” la medaglia d’argento al valor mili- tare. Ad Argenta era stato l’animatore di deva nel Consiglio comunale c’è numerose opere a carattere sociale a fa- da dire che contava “politica- vore dei giovani e dei lavoratori. Era se- mente” ben poco (amministrativa- guace del cattolicesimo democratico di mente ancora meno!) e che don Romolo Murri; aveva difeso il di- senz’altro si era omologato al Fa- ritto di associazione e condannato la vio- scio trionfante; non solo, ma anche lenza, coalizzando attorno a sé le forze che, in occasione della ricorrenza antifasciste della zona ferrarese. Contro di lui si mossero gli squadristi di Balbo, del 24 maggio, anniversario del- ma le minacce non impaurirono il sacer- l’entrata in guerra nel 1915, la Fe- dote. Il 28 ottobre 1922, giorno del- derazione Ligure del Partito l’ascesa al potere di Mussolini, si era Nazionale Fascista, opinando “che rifiutato di esporre la bandiera e di con- in tale ricorrenza gli Italiani tutti segnare agli squadristi l’elenco degli debbano stringersi attorno al loro aderenti alle leghe cattoliche. Nell’aprile attuale grande Capo che, in pace e del 1923 si era iscritto al partito Popo- lare di don Sturzo: “Quando un partito, in guerra, è stato gagliardo asser- quando un governo, quando uomini in tore del buon destino della grande e piccolo stile – aveva dichiarato Nazione”, aveva invitato il Com- in occasione dell’adesione – denigrano, missario Prefettizio a convocare il perseguitano, violentano un’idea, un Consiglio comunale in seduta stra- programma, una istituzione quale quella ordinaria “per acclamare cittadino del Partito popolare e dei circoli catto- onorario . lici, per noi non vi è che una soluzione: passare il Rubicone e quello che succe- L’omaggio al migliore degli Ita- contro gli avversari. Il tutto si concluse derà sarà sempre meglio che la vita stupida e liani viventi sarà la riprova della rina- con il “delitto Matteotti” del 10 giugno servile che ci si vuole imporre”. scita gagliarda dello spirito di 1924. A quel delitto seguirono i mesi di 2. A Campo in quell’anno i fascisti locali, nazionalità nella nostra bella terra di Li- crisi del governo Mussolini, crisi che fu dopo aver manganellato per bene molti giovani guria” (v. in Archivio Comunale). superata dall’incapacità di azione delle del locale “Circolo Pio X” dell’Azione Catto- lica, incendiarono anche le due stanzette, sede Ci sarebbe da commentare il fatto forze politiche democratiche (v. ad esem- usuale di Sindaci e di altre autorità che si appunto del “Pio X” (si trovavano a piano terra pio l’episodio del l’Aventino) e dalla ne- della così detta “ca’ d’Barèllu”). Nei tre piani arrogano a tutt’oggi costantemente il di- ghittosità di re Vittorio “il piccolo”. superiori abitavano quattro famiglie che rischia- ritto di “interpretare il sentimento della rono grosso: ma le donne scesero con i matta- popolazione…dei presenti… etc.”, quan- NOTE. relli e misero in fuga i mussoliniani; quindi do, in genere, la popolazione, i presenti e 1 - La sera del 23 agosto 1923, don Gio- spensero l’incendio con pentolate d’acqua (così vanni Minzoni, arciprete della parrocchia di San quant’altri non “sentono” affatto quanto mi raccontava mia mamma che, appunto, allora Nicolò di Argenta (Ferrara) veniva aggredito ventiduenne abitava sopra il “Circolo”). demagogicamente viene espresso dai si- alle spalle e colpito con alcune manganellate che gnori di cui sopra. Allo stesso modo, oggi Padre Bevilacqua, maestro spirituale di gli sfondarono il cranio. Due ore dopo spirava Montini, aveva già indicato nel 1921 i quattro sarebbe fin troppo facile ironizzare sul- nonostante i vani tentativi di soccorso. Autori muri invalicabili tra cattolicesimo e fascismo: l’alto ingegno e la meravigliosa attività materiali dell’omicidio furono due squadristi “La violenza dell’odio, il retrivo conservatori- di Mussolini, visti gli esiti. provenienti da Cento. L’assassinio provocò pro- smo sociale, l’anticlericalismo rancido degno L’onorificenza fu attribuita quando fonda impressione in tutta la provincia e, quando degli incartapecoriti cervelli massonici, la pre- si riseppe, in tutta Italia. I mandanti furono indi- ormai il regime fascista era ben consoli- tesa di monopolizzare il patriottismo”. Ma que- cati nei capi del fascismo ferrarese, Italo Balbo, sto è, ora, un altro discorso e lo tralasciamo. dato, in seguito alle elezioni dell’aprile Raoul Forti e Tommaso Beltrami (e fu costui 1924 che, per la Legge Acerbo del 18 no- Sugli episodi di violenza fascista a Campo che, dopo una furibonda lite con Balbo, scrisse Ligure contro i cattolici, cercheremo di racco- vembre 1923 (due terzi dei seggi alla lista un memoriale che oltre che contenere partico- gliere le testimonianze di chi ancora può raccon- di maggioranza), aveva consentito al “li- lari dettagliati sull’uccisione con nomi e circo- tare quanto avvenne e le pubblicheremo in una stone” dominato dal Partito fascista il stanze, indicava in Balbo il mandante. Prima di prossima occasione. 65% dei seggi in Parlamento: dal marzo fuggire e rifugiarsi a Parigi, egli lo vendette per 7 mila lire al giornale antifascista “La Voce Re- 1924, la campagna elettorale, infatti, era pubblicana” – Balbo fece causa al giornale, ma stata falsata perché funestata da grandi il direttore fu assolto e tale assoluzione fu atti di violenza che Mussolini aveva auto- un’ammissione esplicita della colpevolezza di rizzato, compresa l’aggres sione fisica Balbo). Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 159 www.accademiaurbense.it

159 Cinema italiano anni ‘30: Ubaldo Arata e il ruolo del direttore della fotografia (IIIo) di Ivo Gaggero

I documentari della Cines: un ban- pura informazione dei cinegiornali o dei il suo tempo perfino in palcoscenico, ri- co di prova per i giovani registi. documentari incolori e didascalici del pete quei rancidi motivetti di facile comi- Cecchi considera che i punti deboli Luce58. cità e di sentimentalismo stucchevole, del nostro cinema siano l’osservazione Come banco di prova per “aspiranti” che vorremmo vedere definitivamente della realtà e la capacità di racconto54 e registi il risultato è stato certamente posi- seppelliti sotto le rovine della società ot- individua nel cortometraggio documen- tivo: mentre Blasetti non è certo un’esor- tocentesca», il critico rimane sorpreso taristico il settore giusto per un lavoro di diente, per Carlo Ludovico Bragaglia e anche dal «livellamento che [questa pro- sperimentazione. Nella stagione 1932-33 Raffaello Matarazzo si tratta dell’opera duzione] riesce ad operare negli attori. nasce così una serie numerata di circa di- prima e l’inizio di una carriera da registi. Chi confonderebbe l’arte di [...] Cialente, ciotto55 cortometraggi destinata anche ad la personalità della Pagnani [...]. Invece offrire ai giovani registi il banco di prova Ubaldo Arata durante la gestione al cinema sono tutti sullo stesso piano. per sperimentarsi con la macchina da Cecchi. Possono cambiare quanti attori vogliono, presa prima di passare al lungometrag- Per non creare ulteriore confusione le cose non mutano. Segno evidente che gio56. I documentari sono numerati da 1 a nel racconto ho tralasciato di proposito il il difetto è - come si dice - nel manico 17 e comprendono: Assisi di Alessandro nostro operatore per dedicargli un capi- [...]59»; effettivamente la bravura di Re- Blasetti, Tarquinia di Carlo Ludovico tolo a parte. nato Cialente (1897-1943), che in teatro Bragaglia, Moli romane e Bacini di care- Durante la gestione Cecchi Arata alterna rappresentazioni di testi classici a naggio a Genova di Stefano Bricarelli firma la fotografia di quattro lungome- quelli contemporanei, gli porterà una di- (1889-1989), Fori imperiali di Aldo Ver- traggi: La maestrina di Brignone, Cento screta popolarità nel cinema di fine anni gano, Paestum e Impressioni siciliane di di questi giorni di Augusto Camerini Trenta fino al 1943 quando, purtroppo, la Ferdinando Maria Poggioli (1897-1945), (1894-1972) con la collaborazione del sua carriera sarà stroncata da un tragico Cantieri dell’Adriatico di Umberto Bar- fratello Mario, Al buio insieme di Ri- incidente stradale a Roma: Cialente è tra- baro (1902-1959), Zara di Ivo Perilli ghelli, e T’amerò sempre ancora di Ca- volto da un automezzo militare tedesco (1902-1994), Il ventre della città di Fran- merini. Sono tutte opere che rientrano all’uscita da un teatro romano dove ha cesco Di Cocco (1900-1989), Miniere di nella produzione “commerciale”. Per La appena terminato una sua recitazione. Cogne - Val d’Aosta di Marco Elter maestrina, tratto da una commedia tea- Anche la bravura di Andreina Pagnani (1890-1945), Aeroporto del Littorio di trale di Dario Niccodemi (1874-1934), (1906-1981) è fuori discussione, un’at- Giorgio Simonelli (1901-1966), Littoria mi sembra sufficiente riportare alcuni trice che noi contemporanei abbiamo co- e Mussolinia di Sardegna di Raffaello stralci delle recensioni dell’epoca: Enrico nosciuto nella serie televisiva Le Matarazzo (1909-1966), Orvieto di Vin- Roma (1888-1941) critica la scelta del inchieste del commissario Maigret, con cenzo Sorelli, Visioni del Garda - Il Vitto- soggetto che «[...] Come tutte le deriva- Gino Cervi (1901-1974), dove ha inter- riale e Primavera sul Garda di zioni dal teatrino borghese, che ha fatto pretato il ruolo della signora Maigret. Gabriellino D’Annunzio (1886-1945). A Concorde sul giudizio è anche Mario questi si possono aggiungere Campane Gromo (1901-1960), il critico torinese de d’Italia di Mario Serandrei e Il presepe “La Stampa” che definisce La maestrina (o Presepi) di Ferdinando M. Poggioli un «teatrino filmato» salvando solo la che non fanno della serie numerata ma «[...] fotografia, sempre luminosa, del- sono prodotti nello stesso periodo. l’Arata, è certo l’elemento migliore del La serie diventa così un tentativo di film60». superare il registro turistico e promozio- Su Cento di questi giorni, da un sog- nale dei film “Luce” sul Bel Paese attra- getto di Mario Camerini e da una colla- verso anche un giudizio e, soprattutto, borazione alla sceneggiatura di Mario uno sguardo diverso sull’Italia del pre- Soldati, il giudizio della critica invece sente57. Non si tratta certo di documen- non è concorde. Guglielmina Setti (1892- tari immuni da inflessioni retoriche o 1977) lo giudica come «un lavoro che fa propagandistiche, ma nella rappresenta- onore all’intelligenza di Mario Camerini zione del lavoro (Cantieri dell’Adriatico e Mario Soldati» rilevando che certe ri- di Barbaro), della produzione e distribu- prese «di interni rustici, di episodi agre- zione alimentare a Roma (Il ventre della sti, di panorami presi in prospettiva o di città di Di Cocco), dei luoghi noti (Assisi scorcio dall’alto, certe crudezze veriste di Blasetti o Fori Imperiali di Vergano) e [...] indicano che l’idea del cinemato- meno noti (Zara di Perilli) si nota l’uso grafo senza stucco e senza arte di palco- di un linguaggio visivo diverso e origi- scenico sta trovando anche in Italia delle nale, una maggiore qualità rispetto alla realizzazioni di bella e promettente effi- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 160 www.accademiaurbense.it

A lato,un fotogramma del Nella pag. seguente, cortometraggio Zara un fotogramma di Cantieri diretto da Ivo Perilli dell’Adriatico di Umberto Barbaro Alla pag. precedente, In basso, Umberto Barbaro in Arata sul set di Scipione un’immagine della metà degli l’Africano anni ‘30

l’Adriatico e Il ventre tino una semplice serie di cartoline fil- della città. mate. Per la fotografia, Arata sceglie i Zara, per la regia del contrasti forti che creano, soprattutto al- trentenne Ivo Perilli, che l’interno del santuario, una certa atmo- più tardi diventerà sceneg- sfera mistica. giatore di talento, visto Di Assisi nel 1949, alcuni mesi prima

61 oggi con occhi moderni, è sua prematura scomparsa a soli 38 anni, cacia [...] ». Leggermente diverso è il l’esaltazione della romanità fascista del- Francesco Pasinetti (1911-1949), una giudizio di Mario Gromo che, pur lo- l’enclave italiana in terra jugoslava; non vera autorità del settore documentari- dando le qualità del Camerini (Mario) re- tanto nelle più che discrete immagini ma stico, scrive: gista, puntualizza che si tratta di «un piuttosto nell’ampolloso commento. Ri- «Assisi è veramente intesa cinemato- filmetto da gustare per quello che dà; sulta poi curioso, nel finale, il giuramento graficamente in quanto ogni scena è le- l’errore fondamentale che lo vizia non di fedeltà spirituale degli abitanti della gata ad un’altra con passaggi indovina- concede di chiedergli altro» riferendosi cittadina a San Marco: una preghiera re- tissimi e ne risulta quindi un’opera omo- alla sceneggiatura che definisce «un boz- 68 62 citata, in dialetto veneziano, caso presso- genea riuscitissima ». zettino ». ché raro in una produzione che, non solo Del 1936 è invece il commento del Per quanto riguarda invece il film Al negli anni Trenta, pare negare agli idiomi teorico Umberto Barbaro: buio insieme di Gennaro Righelli, nel locali ogni diritto di cittadinanza sullo «Alessandro Blasetti… nemico degli giudizio di Arnaldo Frateili (1888-1965) schermo66. stacchi rapidi e del montaggio che va ge- è coinvolto anche il nostro operatore: Lo stesso giudizio è possibile darlo neralmente sotto il nome di montaggio «Questo piccolo film si raccomanda per anche per Fori Imperiali dove, anch’esso alla russa, egli usa spesso carrello e pa- la grazia e il garbo con i quali è stato con- più esplicitamente nel commento, gli in- noramica teso com’è nell’intenzione di dotto dal regista Righelli, che in scene tenti propagandistici risultano evidenti. dare consistenza narrativa fluidità ai suoi elegantemente inquadrate dall’ottimo Fatto curioso visto che il regista è Aldo film. Dovendo quindi descrivere il san- Arata, ha svolto la vicenda tenue ma pia- Vergano, di cui è risaputa la sua non ade- tuario di Assisi egli ha risolto il problema cevole. [...]63». sione al regime. col dare al suo documentario un filo con- T’amerò sempre di Mario Camerini Miniere di Cogne-Val d’Aosta invece, duttore seguendo costantemente, dai più del 1933 (lo stesso regista ne farà un re- descrive e racconta la storia della mi- diversi angoli, una processione e sco- make 10 anni dopo) è invece ritenuto di niera, l’attività estrattiva della magnetite prendo, così via, tutta Assisi. Il risultato particolare interesse dagli storici cinema- e il lavoro e la vita dei minatori. Oggi fu certamente notevole e quel breve film tografici contemporanei che lo giudicano Cogne è un’importante località turistica è forse la cosa migliore che abbia pro- figurativamente vicino al gusto delle pel- ma fino agli anni Sessanta è anche stata dotto a tutt’oggi Blasetti [...]69». licole tedesche della Nuova oggettività64. un centro minerario per l’estrazione del Di Barbaro regista è Cantieri del- Il critico Mario Gromo, esperto e sempre ferro, i cui filoni minerari principali si l’Adriatico, una delle poche prove dietro attento, nella sua recensione dell’epoca trovavano nelle miniere di Colonne, Li- la macchina da presa del teorico cinema- già ne coglie l’importanza: «Con T’ame - cony e Larsinaz. Il minerale estratto ve- tografico, girato nelle officine di Monfal- rò sempre [il Camerini] ha voluto tentare niva poi inviato all’Acciaieria Cogne di un’opera di più ampio respiro, dai toni Aosta per la lavorazione. talvolta decisamente drammatici; dalla Dalle mie ricerche ritengo che nella novelluccia è voluto passare al romanzo; scelta del soggetto del documentario e se proprio non si può dire che il ro- abbia influito il fatto che il senatore Giu- manzo sia riuscito, ne è però sbocciato un seppe Brezzi, già da me citato per essere lungo racconto, pervaso di schietta uma- a capo dell’ Anonima Pittaluga, risultasse nità, narrato con voce pacata e quasi sem- anche, in quel periodo, il direttore gene- pre incisiva. È proprio il caso di dire: rale del complesso minerario di proprietà finalmente [...]». Gromo chiude poi la sua della statalizzata “Società anonima nazio- recensione così: «[...] ottima, come al so- nale Aosta”67. lito, la fotografia dell’Arata65». In Assisi, che della serie numerata L’opera del nostro operatore risulta progressivamente risulta il n.1, Alessan- però preziosa e fondamentale soprattutto dro Blasetti evita il pericolo della produ- nella già citata serie di documentari vo- zione “Luce” monocorde e didascalica, luta da Cecchi. Arata collabora a sei di utilizzando come espediente il percorso essi: Zara, Fori Imperiali, Miniere di di una processione, mostrandoci così le Cogne-Val d’Aosta, Assisi, Cantieri del- bellezze della città d’arte senza che risul- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 161 www.accademiaurbense.it

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cone e nelle fonderie di San- mattatoio e passa alle varie t’Andrea a Trieste. Barbaro, fasi di creazione e di distribu- che non nascondeva la sua zione dei viveri, dai pastifici, “simpatia” marxista-leninista alle pescherie, alle fabbriche e quindi era anche lui noto per di ghiaccio e ai mercati per una certa “repulsione” verso chiudersi con una serie di at- il regime, aggira l’ostacolo di teggiamenti di persone che una possibile produzione propagandistica tagliava il negativo fotogramma per foto- mangiano, in tutta una gamma che va concentrando il filmato sul lavoro e sui gramma… nessuno mostrò di accorger- dallo spizzicare al mangiare. [...] La bella volti degli operai (non a caso molto vi- sene e la cosa passò72». fotografia e il paesaggio da un quadro al- cino al modello del cinema sovietico). La Il cortometraggio migliore di questa l’altro determinato da felici analogie for- fotografia del nostro operatore risulta na- serie, secondo il mio modesto parere, è mali e di tono fotografico, la scelta turale, «quasi elementare» come ricorda però Il ventre della città del pittore tren- sapiente del materiale visivo fanno di lo stesso regista: tenne Francesco Di Cocco, e ci mostra le questo film un piccolo gioiello76». «[...] si è detto che mai la macchina fasi di lavorazione e il processo produt- Il ruolo del direttore della fotografia. da presa è stata, come nelle riprese di tivo di alcuni generi alimentari. Si tratta Visto che l’argomento principale di di un racconto visivo, privo di commento questo film, costantemente a piombo; e questa mia ricerca è Ubaldo Arata mi sonoro, girato soprattutto con il metodo infatti la preoccupazione costante fu che sembra interessante spendere alcune “candid” dell’allora nascente fotogiorna- i mezzi tecnici impiegati fossero evidenti righe sul ruolo del direttore della fotogra- lismo (il tedesco Erich Salomon, pioniere il meno possibile. Inquadratura piana, fo- fia e sull’equipaggiamento di ripresa in tografia semplice, a luce naturale, quasi del genere, aveva esordito alla fine degli uso tra la metà degli anni Trenta e l’inizio elementare. Attraverso le varie fasi della anni Venti fotografando di nascosto degli anni Quaranta. costruzione di un transatlantico si è vo- un’aula giudiziaria durante un pro- 73 Il direttore della fotografia è il re- luto, in quel filmetto più che sul cantiere, cesso) . In Italia questa tecnica di ripresa sponsabile tecnico e artistico della foto- far convergere l’attenzione dello spetta- porterà al successo, nel 1965, la trasmis- grafia di un film, cioè di tutto quanto tore sul conglomerato urbano dedito a sione televisiva Specchio Segreto, come concerne le immagini di un film. Dal quel lavoro; e il risultato fu una presenta- penso tutti ricordino, ideata da Nanni parco lampade per illuminare la scena e zione di tipi assai caratteristici70». Loy. Mentre probabilmente in pochi sono gli attori, all’attrezzatura per la cinepresa L’interesse contemporaneo è soprat- a conoscenza di questo cortometraggio (ottiche, filtri, tipo di pellicola). Lavora a tutto questo: un’inedita attenzione alle in- del 1933 che Di Cocco e Arata hanno fil- stretto contatto col regista, che a sua di- dividualità di questi uomini, ripresi mato usando la stessa tecnica, universal- screzione, può concedergli una certa au- mentre lavorano la notte prima del varo, mente poi conosciuta come “candid tonomia decisionale per quanto riguarda ma anche nei momenti di riposo o du- camera”. Da una testimonianza dello la composizione dell’inquadratura (anche rante il pranzo. E’ significativo anche, stesso Di Cocco74 ritengo che, almeno se per questa è già presente un suggeri- che alle autorità venute ad inaugurare la nella prima fase di lavorazione, non sia mento nella sceneggiatura), il controllo nave, evento su cui teoricamente conver- stata una scelta di carattere artistico ma dei movimenti della macchina da presa, gerebbe l’intero documentario, venga ri- piuttosto una soluzione al divieto del di- le scelte stilistiche sull’angolo di ripresa servata giusto qualche inquadratura e che rettore del mattatoio che non voleva fos- e la scelta dell’obiettivo, così come il subito la macchina da presa torni agli sero ripresi degli spettacoli così cruenti. piano di messa a fuoco, l’apertura del operai al lavoro e allo scafo che lenta- Una scelta invece artistica potrebbe in- diaframma per l’esposizione voluta, la di- mente scivola in mare71. vece rivelarsi quella di alcune scene dei stanza e la profondità di campo. Dirige Libero Solaroli (1908-1965), entrato mercati, che furono “rubate” dall’Arata e inoltre i tecnici che rientrano nelle sue alla Cines con Blasetti, ci racconta anche dal Di Cocco «per mezzo di una cine- competenze (operatore di macchina, elet- un “retroscena” della lavorazione, ricor- presa portatile di costruzione tedesca ca- tricisti, macchinisti). Il suo ruolo è parite- dando un episodio che, probabilmente è ricata con 30 metri di pellicola75». tico, come importanza artistica, a quello rivelatore dell’adesione “sentimentale” di Umberto Barbaro giudicò così, nel del regista. Barbaro all’ideologia marxista e che po- ‘36, l’opera: Anche se in alcune delle produzioni trebbe essere alla base anche di alcune «Uno dei migliori documentari ita- di questo periodo è ancora denominato scelte e selezioni operate nel film: liani, se non il migliore, è il Ventre della “operatore” svolgendo quindi, material- «Nel documentario è inquadrata la fa- città del pittore Francesco di Cocco, che mente, anche le riprese sul set, sempre mosa scritta W Lenin che spiccava all’in- illustra gli approvvigionamenti comme- più spesso gli verrà affiancato uno o più terno del cantiere di Monfalcone e che stibili di Roma. Il film, per cui Mario La- operatori di macchina, delineando così la Barbaro non si sentì di omettere dalla in- broca ha scritto una composizione figura professionale al ruolo che ricopre quadratura. A Roma, alla Cines, dove si d’accompagnamento ispirata, si apre sul attualmente. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 162 www.accademiaurbense.it

162 A lato, una foto di scena di Nella pag. seguente, locandina T’amerò sempre diretto da del film Aldebaran, dedicato Mario Camerini alla Marina Militare

Ci sono anche alcune testi- durre in «compartecipazione, gui- monianze su quel periodo che dati dal principio giustissimo di confermano quanto importante dividere con altri il rischio di fosse il ruolo di questi cosiddetti buona parte della produzione fu- “operatori”, come quella di Cle- matografica può essere influenzata dal tura e quindi delle spese di con- mente “Tino” Santoni, assistente opera- genere (può essere diversa se si tratta di duzione degli stabilimenti79». Tra il tore Cines e futuro direttore della una commedia o di un dramma sentimen- settembre 1933 e il maggio 1934 nasco- fotografia che nel Dopoguerra lavorerà in tale, di un film storico o di guerra) o da no così coproduzioni con la SAPF di An- molti film di Totò: una situazione particolare come quello di gelo Besozzi e Liborio Capitani o con la «A quell’epoca il regista non diceva dare una maggiore profondità di quella SIC di Pio Vanzi (tutte due le società non niente sulla fotografia. L’unico che po- reale ad una inquadratura, grazie alla suc- supereranno i due anni di vita). Su otto teva intendersene un pochino era Ales- cessione di piani diversamente illuminati. film coprodotti, Arata collabora a tre di sandro Blasetti. Blasetti dava dei Ma solitamente è l’attore il centro dell’at- essi: Il presidente della Ba. Ce. Cre. Mi. suggerimenti all’operatore, ma gli altri tenzione. Dive come Isa Miranda (1905- una commedia diretta da Righelli, Oggi non se ne interessavano. E dato che a 1982), Assia Noris (1912-1998) o Doris sposi girato però negli studi della Caesar quell’epoca Anchise Brizzi, Ubaldo Duranti (1917-1995) vanno debitamente per la regia di Brignone, e Melodramma Arata, Massimo Terzano e Carlo Mon- valorizzate, rese conturbanti o ieratiche, interpretato da Elsa Merlini (1903-1983) tuori erano i più grandi, erano onnipotenti altere o alabastrine, oppure fresche e gio- e Renato Cialente per la regia di Giorgio diciamo, non si potevano toccare76». vani solo con l’aiuto della luce. Diverso Simonelli e Robert Land. Federico Fellini (1920-1993) invece, sarà quindi il tipo di illuminazione da La crisi è anche documentata dalla ri- nella sua testimonianza, usa il termine usare per la conturbante Doris Duranti o sposta di Arata in una corrispondenza pri- “autorità”: per valorizzare il fascino acqua e sapone vata con il pittore ovadese Nino Natale «[...] l’autorità dell’operatore, allora di Assia Noris. Anche i divi sono oggetto Proto (1908-1997) in cerca di lavoro l’unica vera autorità. Se dicevano, come di analoghe attenzioni, ovviamente con come scenografo: [Otello] Martelli “nun se po’ fa”, non schemi d’illuminazione diversi: per loro «[...] attualmente Roma in tema di ci- c’era regista che tenesse, si doveva spo- la luce è dura e diretta, mentre per le at- nematografia sta passando una crisi che stare la macchina da presa, cambiare trici è morbida e diffusa78. Numerosi sono non si sa ancora quale sarà la soluzione. l’inquadratura. [...] E il produttore comunque gli effetti a cui si è quasi ob- Alla Cines siamo tutti tra coloro che son conside- rava l’operatore l’unico vero re- bligati a ricorrere, non avendo la possibi- sospesi, da qualche tempo, tutti i giorni ferente, responsabile anche sui tempi. Per lità del colore. Con il bianco e nero, per stanno licenziando personale, di tutte le tutto andava da Arturo Gallea, da Ubaldo far risaltare le figure è tutta un’alternanza categorie, il lavoro è sospeso per tutti da Ara- ta, da Carlo Montuori, da Massimo di zone d’ombra e di luce, di controluce, qualche tempo anche per noi vecchi tec- Terzano [...]. Era l’operatore che ordi- di luce di taglio o di luce diffusa. Sono nici dello stabilimento non siamo ancora nava il silenzio. [...]77». infinite poi le variazioni stilistiche pro- in grado di sapere quale sarà la nostra Il tipo di cinepresa in dotazione, dotte da ogni direttore della fotografia. sorte80». quella più famosa che è possibile osser- Molte frutto delle collaborazioni fra gli Nel biennio 1934-35 l'amministra- vare in molte foto di scena di produzioni stessi per un’unico film. zione decide di sospendere la produzio- tra gli anni Trenta e Quaranta, è la “De- La Cines entra in crisi: largo agli ne e di affittare agli indipendenti studi, brie Super Parvo”, di cui ho già accen- Indipendenti. macchinari e personale. Film, a cui Ara- nato nel capitolo dedicato alle innovazio- Malgrado lo sforzo di Emilio Cecchi, ta collabora, come Aldebaran, La si- ni tecnologiche della cinematografia so- che paga colpe non solo sue, la Cines gnora di tutti e Passaporto rosso nora. A supporto delle riprese è già in do- entra in crisi nel 1934, anche se sui gior- verranno girati negli studi di via Vejo con tazione il carrello (sia su ruote che su nali se ne inizia a scrivere fino dai primi personale Cines. binari) mentre il carrello-gru verrà usato mesi del 1933. Cecchi lascia la direzione Aldebaran di Blasetti, prodotto dalla per la prima volta nel 1936 per Scipione tra l’ottobre e il novembre del 1933. Il Manenti e con una distribuzione targata l’Africano. suo maggior sostegno, Ludovico Toe- Metro-Goldwyn-Mayer, è l’esaltazione Ma è soprattutto il parco lampade lo plitz, ha abbandonato la carica a maggio della Regia Marina Italiana, ambientan- strumento più importante per il lavoro del per andare a Londra a fondare una nuova do una storia d’amore melodrammatica direttore della fotografia (chi non ha mai casa di produzione. tra il bel mondo femminile dell’alta bor- sentito parlare del “bruto”, una sorgente Con un bilancio in passivo, i nuovi di- ghesia e l’universo maschile della marina di luce artificiale paragonabile a quella rigenti cercano vie d'uscita (il successore militare. Attori principali Gino Cervi e del sole). Con esse ha la possibilità di di Cecchi è l'avvocato Paolo Giordani, un Evi Maltagliati (1908-1986), tutti e due “modellare” la luce riuscendo a realiz- noto impresario teatrale). “quasi” esordienti e ancora semiscono- zare numerosi effetti. La fotografia cine- Una prima soluzione è quella di pro- sciuti. La Maltagliati, molti anni più tardi, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 163 www.accademiaurbense.it

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ricordando questo film, testimonierà: «film italiano tecnicamente migliore» tut- «Se ho cominciato a fare del cinema tavia non riesce a far scuola (come lo devo a Ubaldo Arata. I primi provini, d’altronde è già stato per Acciaio di Rutt- quelli andati male, li ho girati con altri mann) in quanto i livelli privilegiati in operatori. Ma il provino per Aldebaran questo periodo sembrano essere il mondo l’ho fatto con lui. E Arata sapeva vera- e i toni medi della commedia cameri- mente fotografare, sapeva mettere le lu- niana e l’immagine più casalinga e pic- ci. I tre operatori con i quali mi sono colo-borghese della trasgressione erotica trovata veramente meglio, proprio su e del desiderio86. un piano di collaborazione, sono stati Se una novità, poco apprezzata dal Arata, Terzano e Martelli. Tre grossi pubblico italiano, risultò l’intreccio nar- operatori, che io ho avuto la fortuna di rativo, la struttura tecnica del film fu per- avere in più film. [...] A un certo punto vista stampata da Rizzoli, “Cinema Illu- lomeno ritenuta insolita con i suoi ci si conosce, ci si capisce, per cui mi strazione”, non è casuale: continui flash-back e una mobilità della guida-vano anche quando recitavo. È «[...] Con un regista tedesco, il signor macchina da presa mai vista. Mobilità molto importante questa fusione tra Max Ophüls ho iniziato la realizzazione data, molto probabilmente, da Arata in l’attore e l’operatore, questa collabora- di La signora di tutti i cui scenari sono persona, come testimonia Ophüls: zione fatta di simposio, di professioni- stati tolti dal famoso romanzo di Salva- «[...] Il direttore della fotografia Arata smo. Arata, per esempio, era formidabile tor Gotta. L'interpretazione è affidata ad [...] aveva il colpo d’occhio di un Tiziano sempre, [...] ma negli esterni era eccezio- attori di grande rinomanza e di sicure e l’audacia tecnica di un Michelangelo. nale Terzano. Negli interni, invece, io tro- qualità: perché non sia del tutto inutile In pochi secondi, faceva de-scrivere alla vavo che era molto più bravo Arata. questa chiacchierata mando un sincero macchina da presa un cerchio completo, Sapeva sfruttare il viso dell’attore e ren- consiglio alle belle figliole che fidando con il rischio di fotografare anche i pro- derlo veramente fotogenico. Dicevano solo nella loro giovinezza e attraenza vor- iettori: “E che importa?”, rispondeva alle che io non lo ero, e invece lui dimostrò il rebbero avviarsi al cinema. Si accertino mie proteste, “così gli spettatori capi- contrario. Grazie alle sue meravigliose di possedere forza di volontà, capacità di scono che è un film”. [...]87». luci81». lavoro, di studio, di riflessione, di disci- Per la fotografia invece, Arata risalta La fotografia di Aldebaran, realizza- plina, Poi vengano per il provino. Magari il fascino di Gaby Doriot/Isa Miranda ma ta da Arata in coppia con Terzano, è par- da me83». sempre in modo naturale, senza rinun- ticolarmente interessante perché riesce a A dirigere il film, come già anticipa- ciare alla luce drammatica che la vi- seguire le esigenze narrative di Blasetti: to dallo stesso Arata, chiama il regista te- cenda richiede88. Max Ophüls, come si è l'immagine sobria per il dramma bor- desco, di origine ebrea e francese anche potuto notare dalla sua testimo- ghese, una parentesi esotica con un locale d’adozione, Max Ophüls (1902-1957), nianza anni dopo, rimane tanto positiva- equivoco che ricorda più la Casablanca oggi considerato uno dei maggiori mae- mente colpito dal lavoro dell'Arata che hollywoodiana che l'Africa, una parte se- stri del genere melodrammatico e da cui cercherà, senza successo, di portarlo con midocumentaristica che introduce alla Stanley Kubrick (1928-1999) ha tratto sé in Francia89. vita sulle navi della Regia Marina e, in- più volte ispirazione. Il successivo film a cui Arata colla- fine, il dramma del sotto-marino82. Malgrado l’enorme campagna pub- bora è Passaporto rosso di Brignone do- La signora di tutti è l’opera prima blicitaria, il film al botteghino si rivele- ve ritrova Isa Miranda. Per lei, questa della “Novella Film”, la casa cinemato- rà un’insuccesso. Un successo che invece volta, sceglie una fotografia che risalti, grafica voluta dall’editore Angelo Riz- otterrà la protagonista Isa Miranda, al- non tanto il fascino, ma le sue doti e- zoli (1889-1970), proprietario di nu- l’epoca semisconosciuta. spressive che fanno del personaggio da merose testate giornalistiche: da “Co- Oggi La signora di tutti è un’opera lei interpretato una sorta di simbolo del moedia” a “Cinema Illustrazione”, da che risulta di grande interesse, per la qua- dolore ripiegato su se stesso. “Lei” a “Novella”. Per il nome si ispira lità di un film che si stacca nettamente Passaporto Rosso, come recita la di- al suo settimanale femminile nelle cui pa- dalla produzione italiana degli anni dascalia all’inizio della pellicola, «è il gine ha pubblicato a puntate il romanzo Trenta84. Ed è probabilmente questa la film di tutti gli italiani che lasciarono la omonimo di Salvator Gotta (1887-1980). causa dell’insuccesso al botteghino. Lo patria con il “passaporto rosso”, che tre- L’idea originale, e anticipatrice, di Riz- stesso Ophüls, nella sua autobiografia, pidarono da lontano per le sue fortune e zoli è quella di concepire l’attività di pro- definirà il film «un cupo dramma della che quando fu necessario risposero gene- duttore cinematografico come gelosia, che evidentemente risultò troppo rosamente alla sua voce che li chiamava. un’e sten sione a quella di editore83. An- cupo e troppo veemente agli occhi di un [...] è un contributo alla storia di questi che l’intervista autobiografica del nostro pubblico non italiano85». umili sconosciuti emigranti che partirono operatore pubblicata sulle pagine della ri- Premiato al Festival di Venezia come verso l’ignoto e l’avventura [...]». Mate- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 164 www.accademiaurbense.it

164 A lato, locandina del film: Passaporto Rosso

rialmente il “passaporto rosso”, di- LXVII, 100, 28 aprile 1933, p. 5. ventato poi il simbolo dell’emigra- 66 E. Fasan, cit., p. 99. zione italiana, era un piccolo 67 Su Giuseppe Brezzi cfr. Dizionario Biografico degli Italiani, “Enciclopedia Ita- libretto caratterizzato dalla coper- liana Treccani”, Roma 1972, vol. XIV, pp. tina di cartoncino rosso introdotto 210-211. Una scheda è consultabile anche nel 1919 (restò in uso fino al 1928) in rete, all’indirizzo http://www.treccani.it per essere utilizzato, ad uso esclu- /enciclopedia/giuseppe- sivo dell'emigrante, per espatriare brezzi_(Dizionario-Biografico)/. 68 Francesco Pasinetti, Note autobio- dal Regno. grafiche scritte nel febbraio 1949, “Ci- Attraverso una vicenda melo- nema”, 12 aprile 1950. drammatica racchiusa in un arco 69 Umberto Barbaro, Piccola storia del temporale tra il 1890 e il 1922 e film documentario in Italia, “Quadrivio”, ambientata in Sud America in un 45, 7 settembre 1936. 70 Ibidem. universo avventuroso, dai tratti ti- 71 E. Fasan, cit., p. 102. pici del film western - per gli esterni 72 Libero Solaroli, Ricordo di Barbaro si scelse un’area dalle parti di Sa- alla vecchia Cines, “Filmcritica”, 118, baudia, sfruttando anche la collabo- marzo 1962. razione degli operai e dei contadini Faccioli, cit., p. 65. 73 G. D’Autilia, cit., in A. Faccioli, cit., p. 55 Sul numero e sull’elenco dei titoli ho ri- 66. impegnati nella bonifica delle paludi pon- 74 Un resoconto della testimonianza è ripor- 90 scontrato alcune divergenze tra gli storici. Al- tine - vengono rappresentati i problemi fredo Baldi scrive: «L’incertezza sul numero è tato da A. Baldi, cit., p. 8. e le difficoltà degli immigrati all’estero e data semplicemente dal fatto che mentre dalle 75 U. Barbaro, cit. la conservazione della loro identità ita- varie fonti disponibili i titoli risultano 18, i ne- 76 F. Faldini, Goffredo Fofi, cit., p. 22. liana nel tempo. Il film è disseminato di gativi ancora oggi esistenti e conservati presso la 77 Ivi, p. 54. 78 Alberto Guerri, Gli operatori italiani, in tracce volte a valorizzare i meriti del la- Cineteca Nazionale sono solo 15 e sono nume- rati da 1 a 17 e i titoli mancanti sono quelli cor- O. Caldiron, cit., p. 450. voro degli Italiani e il loro legame rispondenti ai numeri 4, 16 e, appunto, 18 e si 79 Dalla relazione al consiglio di ammini- 91 d’amore con il paese d’origine . Le ritiene siano Populonia di Carlo L. Bragaglia, strazione dell'avv. Giordani, in V. Buccheri, cit., cause e le sue risoluzioni sono però tutte Sabaudia di R. Matarazzo e Fori Imperiali di A. p. 30. affrontate attraverso il punto di vista del- Vergano»; Alfredo Baldi, I documentari della 80 Dalla lettera di Ubaldo Arata al pittore Natale Proto, 10 novembre 1933, Archivio Ac- l’ideologia fascista e ne fanno, quindi, un Cines, “Immagine. Note di Storia del Cinema”, II, 3, marzo-giugno 1983, pp. 5-9. Erika Fasan cademia Urbense di Ovada. film di propaganda. La nascita del pro- invece, pur non stilando un elenco numerato 81 F. Savio, cit., vol. II, p. 700; riprodotta blema viene attribuita al sistema demo- vero e proprio dei cortometraggi dell’era Cec- anche da N. Lodato, Ubaldo Arata: due cente- cratico liberale (meglio chiamato chi, sostituisce Populonia con Campane nari e due cinquantenari, cit., p. 94. “demo-plutocratico”, il termine usato d’Italia di Mario Serandrei; Erika Fasan, Dal ve- 82 A. Guerri, cit., in O. Caldiron, cit., p. 454. 83 Antonio Costa, Angelo Rizzoli, Max dalla pubblicistica fascista) e al suo di- neto minore ai fasti imperiali: il documentario italiano tra realismo e propaganda (1925-1945), Ophüls e “La signora di tutti”, in O. Caldiron, sordine politico; delinquenza, malattie, Tesi di dottorato 2009. Mentre Orio Caldiron, in cit., pp. 118-119. sfruttamento del lavoro, prostituzione una nota, scrive soltanto che i documentari sono 84 Ibidem. danno dell’America un’immagine tutta «numerati da 1 a 17 e comprendono [...]» fa- 85 Enrico Groppali (a cura di), Gioco la negativa: l’America è morte, sacrificio, cendo seguire un elenco in cui non compare Po- vita. Max Ophuls, Bompiani, Milano 1997 (ed. orig. Spiel im Dasein, 1959); alcuni passi sono vizio92. Il finale del film che chiude l’arco pulonia; O. Caldiron, cit., p. 32n. 56 O. Caldiron, cit., p. 10. ripresi in A. Costa, cit. temporale al 1922, data della Marcia su 57 G. P. Brunetta, Il cinema italiano di re- 86 G. P. Brunetta, Il cinema italiano di re- Roma, e che segna l’avvento di una gime, cit., p. 220. gime, cit., p. 233. nuova epoca nel solco della tradizione 58 G. D’Autilia, cit., in A. Faccioli, cit., p. 66. 87 Max Ophüls in F. Faldini, Goffredo Fo- nazionale più eroica93, è la ciliegina sulla 59 Recensione di Enrico Roma, “Cinema Il- fi, cit., pp. 37-38. 88 A. Guerri, cit., in O. Caldiron, cit., p. 454. torta. C’è anche il tentativo di inserire un lustrazione”, 18, 2 maggio 1934, in E. Lancia, R. Chiti, cit., p. 205. 89 P. Bavazzano, Dai fasti di Cinecittà..., certo discorso mostrando, attraverso il ri- 60 Recensione di Mario Gromo, “La cit., p. 23. chiamo di terre lontane, che una valida Stampa”, LXVIII, 92, 18 aprile 1934, p. 4. 90 O. Caldiron, Cinema all’antica italiana, alternativa all’emigrazione è la conquista 61 Recensione di Guglielmina Setti, “Il La- in O. Caldiron, cit., p. 197. coloniale94 (non a caso il periodo di lavo- voro”, 15 settembre 1933, in E. Lancia, R. Chiti, 91 Raffaele De Berti, Figure e miti ricor- renti, in O. Caldiron, cit., p. 301. razione del film coincide con la crisi cit., p. 76. 62 Recensione di M. Gromo, “La Stampa”, 92 G. P. Brunetta, Il cinema italiano di re- italo-etiopica). LXVII, 220, 16 settembre 1933, p. 4. gime, cit., p. 125. 63 Recensione di Arnaldo Frateili, “La Tri- 93 R. De Berti, in O. Caldiron, cit., p. 301. Note buna”, 12 maggio 1933, in E. Lancia, R. Chiti, 94 Maria Coletti, Il cinema coloniale tra 54 Gabriele D’Autilia, “Una rappresenta- cit., p. 20. propaganda e melò, in O. Caldiron, cit., pp. 354- zione di cui non si conosce la trama”: il docu- 64 S. Masi, cit., p. 52. 355. mentario italiano degli anni trenta, in A. 65 Recensione di M. Gromo, “La Stampa”, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 165 www.accademiaurbense.it

165 Pupi Mazzucco una vita dedicata allo spettacolo e alla cultura di Lorenzo Bottero

Silvano d’Orba, già famoso per la trovato la disponibilità di valide collabo- del costume contemporaneo, ma soprat- produzione artigianale della grappa, rica- razioni per iniziative che miravano a mo- tutto, serve Macario nel migliore dei vata con il metodo discontinuo, a bagno- tivazioni ben diverse da quelle delle modi. Infatti, gli autori hanno preferito maria alla piemontese, negli anni ’90, alla affermate feste paesane. puntare sul testo. Macario lavora per il sua affermata notorietà per questo pre- Pupi Mazzucco aveva alle spalle una pubblico, un compromesso redditizio” giato prodotto, ne ha aggiunto un’altra, esperienza che, evidentemente, non vo- Su “Stampa Sera”, allora si leggeva: quella relativa al Premio “Ai bravi burat- leva disperdere, ma voleva utilizzare al ”Gli autori, Cile e Mazzucco, hanno tinai d’Italia”, giunto, lo scorso anno, alla meglio, mettendola a disposizione degli scritto un copione agile e brillante con ci- 21a edizione. altri. Una esperienza, maturata dalla pre- tazioni insolite nel teatro leggero, sia per Assieme alle singolari, ed indovinate ziosa collaborazione, che aveva avuto, i riferimenti a Kerouac e alla letteratura iniziative collaterali, il “Premio”, ha fatto soprattutto, con Macario, per il quale, as- d’avanguardia, sia come nel quadro fi- acquisire, a questo piccolo centro della sieme a Raffaele Cile, aveva scritto i testi nale della rivista, quando i personaggi Valle dell’Orba, l’ambita definizione di teatrali della commedia musicale “Pop a fanno mucchio e si allontanano tenendosi “capitale dei burattini”. tempo di beat”, la rivista che la compa- per mano. Proprio come nella sequenza L’ideatore di questa iniziativa, sugge- gnia dell’attore torinese mise in scena al conclusiva del film “8 e ½”, un chiaro rita innanzitutto dalla volontà di valoriz- Teatro Alfieri di Torino, nella stagione omaggio a Fellini”. zare il teatro di strada, è stata di Pupi 1966-67. Un lavoro che aveva ottenuto Successivamente, sempre con Raf- Mazzucco, che, con il compianto Giu- un grande successo, e venne poi repli- faele Cile, Mazzucco, è stato coautore seppe Baldo (Fulmine), ha ottenuto la de- cato, per oltre sei mesi, nei migliori tea- anche per la compagnia di Tonino Miche- terminante collaborazione di Tinin tri italiani. Ed anche la critica nazionale, luzzi con la commedia in lingua veneta: Mantegazza, autore teatrale ed esperto allora, ebbe un giudizio positivo, sul la- “22 modi per avere un figlio”, che ha de- del teatro viaggiante, che del “Premio”, voro di Mazzucco e Cile. ”Pop a tempo di buttato a Venezia negli anni ’70 a Palazzo dalla nascita, ha conservato la presidenza beat” venne, infatti, definita “una ottima Grassi. In questa occasione, era il “ Gaz- della Giuria. commedia musicale”, aggiungendo: zettino di Venezia”, a dedicare spazio alla E’ evidente che la coincidenza, che ha ”L’agile copione è una satira intelligente coppia di autori, “Cile e Mazzucco, vete- favorito Silvano d’Orba, è lo rani autori di rivista, si sono ci- stretto legame che, con il suo mentati, per la prima volta con paese aveva ed ha Pupi Maz- un copione drammatico. Biso- zucco, un personaggio ora gna dire che si sono trovati a 83enne, che, per capacità ed loro agio perché, questi “22 ambizione, ha legato la sua vita modi per avere un figlio” sono allo spettacolo, ma anche alla costruiti su un trama ben con- cultura, in senso generale. geniata, decisamente moderna, Ed, infatti, oltre alla volontà umana, divertente!” di dare il giusto valore ad Per Pupi Mazzucco, il ri- un’arte povera, come quella dei cordo di Macario, anche se burattini, in Mazzucco, c’era sono trascorsi 32 anni dalla sua anche la esigenza di trovare una scomparsa, lo accompagna iniziativa, che fosse valida per sem pre vivo più che mai, si attirare l’attenzione verso il suo protrae da quando lo ha incon- paese, ma con motivazione di- trato la prima volta a Santa versa da quella delle sagre pae- Margherita Ligure. sane, che imperversavano ogni Ma, alle sue considerazioni dove, anche se richiamavano, personali, preferisce ricordarlo come richiamano ancora oggi, con il giudizio che dava, ap- molta gente. punto di Macario, il critico tea- Ma queste attrattive, certa- trale Eugenio F. Palmieri: mente, non appagavano le esi- “Macario è la comicità inno- genze di Mazzucco, che, nel cente, non raffinata, non pen- frattempo, da quando era tor- sierosa. Ha una buffoneria nato a vivere in paese, aveva cordiale, tenera, discreta. Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 166 www.accademiaurbense.it

166 A lato, Nazzucco A pag. 165, Pupi Mazzucco con lo con Macario a S. scrittore Marcello Venturi Margherita Ligure Nella pag. a lato, la formella dello In basso, scenografo Carlo Leva posta Padre Dionisio, a ricordo della rassegna Pupi Mazzucco dei Burattini del 2004 ed Erminio Macario In basso, Pupi con Lele Luzzati

senza mai cadere fra l’altro, che il “concertone”, era aperto nella retorica. Signi- dalla melodia di Lucio Dalla “Sulla rotta ficativa la raccolta di di Cristoforo Colombo”, per la quale poesie e lettere dei Mazzucco ci teneva a precisare che il condannati a morte mare era inteso, non solo come sfida ed “Achtung Ribelli!”, avventura, ma anche come energia e sor- che Mazzucco ha gente di vita. Il suo spettacolo, partendo curato, per il Co- da questi contenuti, proponeva un signi- mune di Silvano ficativo viaggio esistenziale. d’Orba e la locale Ma, evidentemente, l’evento più im- sezione Anpi, in oc- portante che ha legato Pupi Mazzucco al casione del 35°An- suo paese, è stata l’idea del “Premio Na- niversario dell’ecci- zionale ai bravi Burattinai d’Italia”, che dio della Benedicta. è giunto alla 21a edizione e, nel susse- Raccolta illustrata guirsi degli anni, ha portato a Silvano Ha una sua grazia torinese, Gozza- dai disegni di Franco d’Orba, le più quotate compagnie di que- niana”. Resecco, il compianto pittore ovadese, sto antico spettacolo, alle quali, con la Ricorda, poi, anche ciò che scriveva che con Mazzucco aveva un cordiale rap- collaborazione con l’Università dei Bu- il giornalista Dino Falconi, il quale, a sua porto. rattini di Bologna, sono stati assegnati i volta, aggiungeva: “Macario non ha la Con la creazione del circolo culturale “fauni” d’oro e d’argento. comicità corposa e strapaesana di Gian- “Cesare Pavese” ha poi organizzato varie La manifestazione dei premi ha dato a duja: la sua è una grazia umoristica più iniziative culturali e per le sue cono- Pupi Mazzucco anche l’occasione di scri- seria e sottile”, e precisava ancora “... scenze ha portato a Silvano d’Orba fa- vere storie impersonate dai bambini, mentre Totò, ad esempio, fu istintivo, im- mosi artisti, come Edmonda Aldini e come “Serafino e il coniglio selvatico” e pulsivo, ricco di estro e di trovate, come Duilio Del Prete, ma anche lo scrittore “Tre allegri fantasmi”. è l’animo partenopeo, Macario, fu rifles- Davide Laiolo (Ulisse). Il premio “Ai bravi burattinai sivo, preciso, calcolato, con lo spirito pie- Poi, con Bernardo Beisso, ha fondato d’Italia”, con il crescere della sua attrat- montese”. la Compagnia Teatrale “Stella Polare” ed tiva, ha coinvolto tutto il paese, soprat- Ma di Macario, Mazzucco non ha di- ha organizzato tournèe menticato anche il giudizio espresso dal di spettacoli con il “no- grande comico romano, Ettore Petrolini, stro concerto”, “il con- il quale, dopo aver visto Macario, disse certone”, “il “….come sei piemontese! …ma fai bene, comiconcerto” e “canto.. non bisogna rinnegare le proprie ori- ma non ti passa”, che gini…”. sono stati presentati in Pupi Mazzucco è tornato a Silvano varie località, ed anche d’Orba, negli anni ’70, e non ha perso nelle carceri di Alessan- tempo. Ha cercato subito di mettersi a di- dria, perseguendo il pro- sposizione delle comunità locale. prio obiettivo che è Fedele ai suoi ideali, ha organizzato sempre stato non solo un incontro del movimento partigiano li- quello di divertire il pub- gure - piemontese, che per il piccolo blico ma anche quello di paese è rimasto famoso, perché era riu- farlo riflettere, dopo lo scito a portare personaggi di spicco na- spettacolo, quando si zionale, come Pietro Secchia e Gelasio sono spente le luci del Adamoli. Ma il suo stretto legame con la palcoscenico. Resistenza Mazzucco lo ha confermato Sempre minuziosa la sempre, negli anni a seguire, con signifi- scelta delle canzoni, cative iniziative che hanno sempre carat- della musica e delle poe- terizzato la celebrazione del 25 aprile a sie, da presentare negli Silvano d’Orba, anche con spettacoli, spettacoli e ricordiamo, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 167 www.accademiaurbense.it

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tutto, con il laboratorio, ed ogni anno Sergio Staino, allo scenografo Emanuele anche la possibilità di ideare uno spetta- sono 60 - 70, i bambini che imparano a Luzzati, all’attore Ferruccio Soleri, rite- colo di animazione, ed il lavoro scelto costruire i burattini, ma non solo, perché nuto il più celebre “Arlecchino”, all’at- viene presentato alla rassegna di Silvano vengono anche preparati per interpretare trice Lella Costa, allo scenografo Carlo d’Orba dell’anno successivo, ed ospitato uno spettacolo che solitamente apre la Leva, al paroliere Giulio Rapetti Mogol, anche nel cartellone del “Festival dei rassegna. fino al clown Gianni Taffone, “Tata di grandi burattinai di Sorrivoli”, in pro- Non va dimenticato che l’idea di isti- Ovada”. gramma ad agosto, sempre dell’anno suc- tuire questo premio a livello nazionale Ma le iniziative legate ai burattinai cessivo. creò a Silvano d’Orba un comprensibile non finiscono qui, perché c’è anche una Da ricordare anche “Cuore di clown”, “scetticismo” ai più ma Pupi Mazzucco importante “coda” autunnale, con “Sipa- del giugno 2010, un campo clown inter- ed i suoi amici seppero suscitare intorno rio d’Orba” che è un percorso formativo nazionale, che ha visto a Silvano d’Orba a questa iniziativa una curiosità, un inte- che coinvolge, a vario titolo, chi vuole un gruppo di giovani, provenienti da tutto resse. avvicinarsi al mondo del teatro di anima- il mondo, che assieme a giovani locali, “L’idea nacque da lontani ricordi, - zione, che è collegato ufficialmente alla dopo una adeguata preparazione, li ha dice Mazzucco - , quando, sul nostro ter- facoltà di Scienze della Formazione del- condotti a portare solidarietà e sorriso, ad ritorio, compagnie di burattinai rappre- l’Università di Milano - Bicocca. ospedali e case di cura, offrendo agli sentavano nelle nostre piazze i loro Nel contempo, alla sera, sono pro- ospiti delle strutture visitate, anche origi- spettacoli, per pochi spiccioli”. grammati anche spettacoli abbinati alle nali oggetti, da loro stessi costruiti, du- “L’iniziativa - prosegue - ha suscitato tematiche delle sedute dei seminari. rante il laboratorio. Significativa la l’entusiasmo dei più piccoli, ma anche Ai partecipanti ai seminari è data partecipazione del “campo clown” di Sil- una partecipazione del paese che si ac- corse di essere protagonista di una storia intelligente, tesa sempre ad un diverti- mento sano, mai volgare, e che avrebbe portato notorietà a Silvano d’Orba”. Successivamente, l’dea si rendere la manifestazione sempre più significativa ha trovato un’altra importante innova- zione, che ha certamente contribuito a dare ulteriore valore al “Premio”, quella dei “Premi speciali”, che hanno portato a Silvano d’Orba, personaggi della cultura e dello spettacolo a livello internazionale, ai quali è stato assegnato il riconosci- mento. Ideato, nel 1999, è andato al buratti- naio Mariano Dolci, allo sculture Natale Panaro, alla regista ed attrice teatrale Velia Mantegazza, al disegnatore satirico Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 168 www.accademiaurbense.it

168 A lato, Pupi con Dino Crocco Sotto, Pupi Mazzucco, fondatore del Premio Silvano d’Orba con Tinin Mantegazza, presidente della giuria del Premio In basso, i piccoli spettatori non perdono una battuta della rappresentazione dei Bravi Burattinai d’Italia vano d’Orba, ad accogliere, a Genova, supportata dalla sua costante “Lo Sbarco”, la “nave dei diritti”, ideata disponibilità, va ben oltre Sil- da un gruppo di professori del Liceo ita- vano d’Orba ed Ovada, e la liano di Barcellona che ha trasportato conferma è venuta anche, in mille emigranti italiani che sono tornati occasione del Carnevale. Dopo nel loro paese per denunciare la deriva aver lanciato un appello per il culturale, politica e sociale del “Bel- ricupero delle maschere tradi- zionali ed in partico- lare quella di Gianduja, si è visto intervistare in diretta alla trasmissione “Nel cuore dei giorni” il nuovo programma di TV 2000, la TV della Cei su digitale e satellite, ma è idee ed iniziative, tese soprattutto a sal- stato anche in onda su Radio 3, vare le tradizioni popolari, culturali, della intervistato in diretta da Laura sua terra, del suo mondo che tanto ama. Zanacchi nella trasmissione cul- “Vorrei terminare questa simpatica turale Fahrenheit dove oltre del chiacchierata - conclude Mazzucco - ri- carnevale e dei suoi tradizionali volgendo un profondo pensiero agli arti- personaggi, ha parlato anche del sti ovadesi scomparsi, che mi onorarono premio di Silvano d’Orba. della loro stima e della loro sincera ami- E’ superfluo chiedere a Maz- cizia. Parlo del pittore Franco Resecco, zucco se attende altri appunta- dello scrittore Marcello Venturi, del mu- menti. Tutti sanno, quanto è sicista Fred Ferrari, dello showman, Dino disponibile non solo a lanciare Crocco del fisarmonicista Sergio Mor- appelli, ma anche a suggerire chio”. paese”. Una iniziativa che aveva ottenuto significative adesioni, con Dario Fo, Don Gallo, Rita Borsellino, Antonio Trabuc- chi, Lella Costa, ecc. Tornando a Pupi Mazzucco, da ricor- dare un altro suggerimento, che non può che essere partito che da lui. Si tratta delle piastrelle, che riportano le firme di personaggi che sono passati da Silvano d’Orba. Sono murate e fanno una piace- vole cornice, alla “Corte Padre Dionisio”, il caratteristico spazio all’aperto, utiliz- zato per gli spettacoli. Pupi Mazzucco, con la sua esperienza ed il suo amore per la cultura, la musica lo spettacolo, è sempre molto legato ad altri personaggi fuori Silvano d’Orba, i quali hanno con lui continui contatti, e perché no, hanno la possibilità di benefi- ciare, anche della sua preziosa espe- rienza, che con entusiasmo mette sempre a disposizione di tutti. Ma la notorietà di Pupi Mazzucco, Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 169 www.accademiaurbense.it

169 Il grafico Giuliano Alloisio e i castelli dell’Ovadese nelle tessere dell’Accademia di Paolo Bavazzano

E’ tradizione ormai che la nostra rivi- così calde e vitali dalle sue mani. sta riservi ad un antico castello il privile- Tanti sono i lavori da lui dedicati ai gio della copertina. I castelli del- mestieri di un tempo, alle fontanelle dei l’Ovadese rappresentano le testimo- rioni popolari, ai terrazzini ornati di rin- nianze più rilevanti della Storia dei nostri ghiere, fiorenti di gerani e campanelle; paesi. Artisti del pennello e provetti foto- scorci di scalette e di solai, prospettive di grafi continuano ad esserne suggestio- volti e archivolti che sembrano ancora nati. Apparecchi sempre più sofisticati ci echeggiare le voci dei bambini presi nei regalano immagini di queste ville fortifi- loro giochi e rimandare sommessamente cate in tutta la loro bellezza e austerità. i cetti provenienti dal crocchio delle Prima che la tecnologia rendesse tutto donne nel cortile, mentre in pentola il mi- più facile capitava raramente che i ca- nestrone sta bollendo e il profumo si stelli di Val d’Orba venissero riprodotti spande per la contrada. Ogni quadro è su tela o sulla carta: alle volte per arric- impregnato di struggente nostalgia che chire con una incisione la storia del no- però non ti addolora. bile casato del proprietario del maniero Quando Giuliano si appresta ad un oppure, più semplicemente, per specifi- nuovo lavoro si documenta perché vuole care graficamente contesi confini territo- attingere da quella che è la storia e la tra- riali in dettagliate cartografie. dizione più vera delle nostre valli. Così A fine Ottocento alcune litografie sul ha fatto eseguendo le esclusive vedute tema sono state utilizzate per illustrare della vecchia Ovada con l’ausilio di car- di sperimentare sempre nuovi procedi- libri e riviste anche a tiratura nazionale toline e fotografie che gli hanno per- menti operativi. Tuttavia egli è rimasto come l’Enciclopedia Popolare, dell’edi- messo di ricostruire fedelmente panorami fedele al paesaggio delle nostre valli ri- tore Sonzogno, il fascicolo della collana e scorci di un periodo neppure tanto lon- proposto in visioni antiche che nascono Le Cento Città d’Italia, la prestigiosa tano che, senza il suo intervento, si sa- rivista l’Illustrazione Italiana), per ar- rebbero perduti per sempre. Per meglio rivare alle guide storiche dell’avvocato comprendere come procede il suo la- esploratore e pubblicista campese Gio- voro tornano utili alcuni ragguagli tec- vanni Battista Rossi sui Paesi e Castelli nici che lui stesso ci ha fornito. dell’Ovadese, le cui immagini a cor- Per le tessere sociali con panorami redo del testo, anche fotografiche, ci re- ovadesi di fine Ottocento e primo No- stituiscono visioni amene e coeve di un vecento, utilizza la penna ad inchiostro territorio oggi tanto cambiato. di china su di un foglio precedente- Ultimamente questi monumenti, mente acquerellato. che grazie alle recenti iniziative costi- Lo spunto per elaborare queste ve- tuiscono per il territorio un’attrattiva dute gli viene dall’osservazione di anti- turistica sempre maggiore, hanno tro- che stampe, vecchie cartoline e vato nel grafico Giuliano Alloisio un immagini ingiallite nel tempo. Il gra- vigile e attento osservatore. fico fa prima il disegno a matita copian- Dopo una copiosa produzione in- dolo, nei limiti del possibile, centrata principalmente sugli scorci cit- fedelmente dall’originale, quindi il fo- tadini e dei paesi dintorni, l’artista glio viene acquerellato e stirato affin- ovadese, al quale dobbiamo dall’anno ché l’umidità non comprometta la 2000 la realizzazione delle tessere as- successiva operazione. A questo punto sociative, ha iniziato finalmente a lavo- subentra la fase più delicata nella quale rare intorno ai castelli della zona l’autore esprime tutte le proprie finezze cominciando da quelli di Lerma, Sil- esecutive attraverso la penna ad inchio- vano e Tagliolo. Ottimi i risultati rag- stro di china. giunti che, oltre a confermare una Si tratta di un lavoro paziente, quasi tecnica espressiva personale e tutta par- da certosino, che richiede tratti sicuri e ticolare, dimostrano anche un’evolu- precisi e non consente ripensamenti. zione dovuta all’esperienza e al gusto L’incisività della china sulla carta e Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 170 www.accademiaurbense.it

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ma in bianco e nero, caratteristica che dà più visibilità al tratteggio, sempre con- dotto accuratamente con la penna a china, che fa risaltare la scrupolosità e la meti- colosità dell’incisione stessa. Alloisio è anche impegnato nell’ese- cuzione di una tecnica espressiva com- pletamente diversa dalle precedenti. Si tratta della cosiddetta pittura in bassori- lievo. Essa consiste nel creare su di una tavola un paesaggio, uno scorcio, oppure una natura morta mediante l’uso di ma- teriali poveri, come carta e cartone, com- binati con il vinavil. Durante questa prima fase s’immerge il tutto nella ce- mentite che ha una funzione isolante: successivamente si pittura con colori acrilici o ad olio. Questi colorati e vivaci lavori, di forte impatto visivo, stanno ri- cevendo molti consensi. Altre opere ri- mandano ancora ai secoli passati e somigliano ad incisioni arcaiche di buli- natori artisticamente raffinati. Sempre attenendosi alla tecnica del disegno con penna ad inchiostro di china Giuliano, in occasione della festa patro- nale di San Giacomo di fine luglio alle- stirà anche quest’anno, nel suggestivo e caratteristico borgo di Roccagrimalda, una personale che avrà come tema princi- pale i mestieri tipici di un tempo. E in quanto a vecchie attività artigianali, alle quali il più delle volte le ultime genera- zioni non riescono a collegare un rispet- tivo significato, i borghi medievali e in particolare i nostri dell’Ovadese ne sono stati un po’ la culla. Infatti nei ricetti dei castelli prospettavano sulla angusta via gli antri fuliginosi dei fabbri ferrai e delle mascalcie, le botteghe dei sellai, dei bot- tai, dei ciabattini, dei falegnami, dei ce- stai, dei fabbricanti di armi, attività che Alloisio ha studiato, meticolosamente ri- prodotto, e esposto con successo. Ad ogni mostra infatti, in virtù del suo magico pennino, riesce sempre a carpire l’attenzione dei visitatori e a spalancare l’esecuzione personale conducono man Negli ultimi anni le nostre tessere una finestra su di un mondo ormai per- mano che procede il lavoro ad un risul- hanno cambiato aspetto. Il soggetto, ossia duto, dove realtà e fantasia sembrano tato unico nel suo genere, dove arte, tec- il castello, non è più ripreso da vecchie fondersi in un artistico abbraccio. nica, razionalità e fantasia si fondono con raffigurazioni ma dal vero come oggi si esiti veramente sorprendenti. presenta. La cartolina non è più a colori Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 171 www.accademiaurbense.it

171 Recensioni

RAFFAELLA ROMAGNOLO, La Masnà, livello di (auto)coscienza cui esse appro- Piemme, Milano 2012 dano. Il tema della libertà e quello ad esso “Non so - leggiamo nella Nota dell’au- connesso della scelta hanno un ruolo cen- trice che Raffaella Romagnolo pone in ap- trale nel romanzo, che proprio per questo si pendice al suo ultimo romanzo La Masnà distingue nettamente dai modelli narrativi -, forse per fabbricare la cartapesta di cui è ottocenteschi. La “roba” di verghiana o bal- fatto un romanzo ci vogliono gli stracci zachiana memoria, così come le ragioni della realtà. O forse, per affrontare i fanta- economicistiche che qua e là affiorano, non smi, l’unica è farne storie, finzioni, teatro”. hanno qui il rilievo che invece assume, Poche righe, ma assai eloquenti. Non solo sulla scia dell’esistenzialismo, la libertà di si sottolinea qui l’importanza della realtà, scelta. E, del resto, la stessa dimensione che, per quanto prosaica e degradata, piac- temporale cessa di essere quella scandita cia o no, fornisce o costituisce la materia dall’orologio o dal calendario, scioglien- prima del romanziere, ma si ribadisce pure dosi dai rigidi binari della cronologia, giac- la trasmutazione alchemica cui essa va in- ché risulta ormai impossibile - come notava contro nel farsi letteratura, diventando così Ulrich ne L’uomo senza qualità - la reduc- “storia”. La “vita orrida vera” - per dirla tio ad unum dell’“opprimente varietà della con Svevo - acquista un senso solamente vita”. È anche per questo, quindi, che il filo attraverso il racconto, in virtù di un artifi- del racconto non si sdipana più linearmente cio. L’affabulazione letteraria non cela la come nel romanzo ottocentesco, ma pro- sua natura di fictio, ma se la sua funzione si cede assecondando il tempo fluttuante e as- arrestasse qui avrebbe ragione Philip Roth, sociativo della coscienza. Non è solo a quanto pare seguito - per forza d’inerzia - questione d’intreccio: se la matassa sono infatti Emma, Luciana e Anna: tre dalla stessa Romagnolo, a tacciare di “in- s’ingarbuglia è anche perché nello stream donne della stessa famiglia, nell’ordine decenza” il “mestiere” dello scrittore. Così of consciousness - qui ampiamente sfruttato nonna, madre e figlia. Oltre al vincolo af- tuttavia non è, e per due ragioni. La prima - sensazioni e pensieri, ricordi e impres- fettivo, le accomuna l’attrazione che tutte è quella individuata dall’autrice quando sioni, dentro e fuori, realtà e fantasia, detto provano per la vecchia casa in collina, la parla di “affrontare i fantasmi” della realtà. e non detto, s’intrecciano e si confondono. casa dei Francesi, dove Emma entrò da La letteratura, per quanto fittizio sia il Il pensato ha lo stesso rilievo del parlato. sposa nella primavera del 1935 e dove Lu- mondo che essa prospetta, consente ap- Quantunque, a rigore, le soluzioni tecniche ciana vide la luce nove anni più tardi. Le punto di esorcizzare le ossessioni, di tenere adottate dalla scrittrice per rendere, con sa- vicende, che abbracciano circa sessan- a bada i “fantasmi” che ci assillano e, pro- gace esprit de finesse, il fervido “lavorio t’anni, dal 1935 al 1995, ruotano, nel bene prio per questo, svolge una funzione libe- delle coscienze”, si diversifichino, tradu- e nel male, attorno a quel fulcro spaziale, ratoria, forse anche terapeutica: sia che li cendosi ora in un flusso (e in un periodare) che dal punto di vista simbolico garantisce rigetti dall’io oggettivandoli in una rappre- che potremmo dire orizzontale, di larga e dunque una certa unità al racconto. Nono- sentazione, sia che ne scongiuri gli effetti varia portata, ora in una scansione rallen- stante le metamorfosi, peraltro iniziate ben funesti per via di ambagi narrative come tata, verticale, più selettiva, così da isolare prima della nostra storia, nel tempo ne mo- nel caso di Sherazade. Nè va dimenticato - annotazioni ed immagini, che acquistano dificano radicalmente l’aspetto. Fino a stra- come ha dimostrato Mario Vargas Llosa - pertanto maggiore evidenza, specialmente volgerlo. che le “menzogne” dei romanzi esprimono se la sintassi diventa nominale. E tuttavia, a ben vedere, la casa - che verità profonde dell’animo umano. “Dire la Questo ovviamente succede quando la pure costituisce un comune “oggetto del verità” per un romanzo significa infatti far narrazione si focalizza sui personaggi, desiderio” - è solo un pretesto o, meglio, la vivere al lettore un’illusione che gli per- mentre quando il pallino passa al narratore pietra di paragone sulla quale si misura il metta di colmare le insufficienze della vita onnisciente la sintassi si fa più articolata e grado di libertà delle tre donne, il diverso o, in alternativa, di attingerne il senso pro- complessa. La figura retorica che allora fondo. prevale è senz’altro l’anafora, indizio della Chi racconta è libero di frantumare la monotonia della vita, della spirale del linearità cronologica degli eventi per ri- tempo che torna su se stesso, avvitandosi, comporne a proprio arbitrio, “in una costru- senza sostanziali variazioni, in una stanca zione estetica” (Tomaševskij), le sequenze. coazione a ripetersi. L’esistenza, almeno Prolessi e analessi, anticipazioni e retrospe- apparentemente, è poter-essere, vale a dire zioni sono - si può dire da sempre - espe- libertà di progettare, di realizzarsi, ma ogni dienti di cui il narratore si serve vuoi per scelta comporta la riduzione delle proprie catturare l’attenzione del lettore vuoi per possibilità, il restringersi delle opzioni, così dare rilievo a certi snodi evenemenziali che che, a lungo andare, si viene risucchiati al- nell’economia del racconto sono particolar- l’indietro, condannati a reiterare le scelte mente significativi. Ma, nel nostro caso, già fatte, a viverne e perpetuarne le inevita- sulla loro scelta incidono pure ragioni di or- bili conseguenze. È così che la libertà di- chestrazione o, se vogliamo, strutturali, do- venta destino. L’anafora consente di vute alla necessità di mettere a confronto, ricapitolare le vicende riconducendole a in maniera talora contrappuntistica, tre sen- motivazioni comuni, a istanze in qualche sibilità diverse anche - e forse soprattutto - modo unitarie. I momenti cruciali della per la sfasatura generazionale che le con- vita, quelli in cui sta in agguato il destino, traddistingue. Protagoniste del romanzo non sono molti e spesso passano inavver- Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 172 www.accademiaurbense.it

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titi, confusi e dissimulati nella “monotona del cielo. Il sacrificio è la stella polare della zioni del vecchio mondo avevano paterna- normalità”, nell’“affollarsi frettoloso di det- sua vita, il suo ineludibile punto di riferi- listicamente relegato, con la sua tacita com- tagli consueti”. Ogni decisione è un laccio mento. E la morale del sacrificio trova la plicità, la donna - la masnà, appunto -, che si annoda. Le conseguenze sono impre- sua mise en abîme nella storia deamicisiana portando fino in fondo il suo processo di li- vedibili: solo a posteriori, con il senno di Dagli Appennini alle Ande che Emma rac- berazione. Che, non a caso, per Luciana poi, ci si rende conto della trappola in cui, conta alla nipotina e che, nelle sue inten- coincide con la rivendicazione dei propri più o meno volontariamente, ci si è cacciati. zioni, vuol essere “una grammatica diritti sulla vecchia dimora, da cui il fratello E si recrimina: sulla propria leggerezza, sui esistenziale” o almeno “un viatico, una l’aveva praticamente sfrattata, condan- condizionamenti sociali (che non mancano mappa nella complicatezza del mondo”. nando lei e l’anziana madre a un doloroso mai), sui malintesi, sulle circostanze che Forse anche un auspicio, dato il suo lieto esilio. La casa dei Francesi, con tutti i suoi hanno indotto a imboccare una strada e non fine. Il proverbio cui ella si ispira è: “Ogni segreti, talora inconfessabili, ribadirà così, altre. A questo punto è facile cadere nel bo- posto sua cosa / Ogni cosa suo posto”. È ancora una volta, tutta la sua pregnanza varismo, cercando un’impossibile compen- evidente che nel suo caso la libertà o non simbolica, a dispetto dello straniamento in- sazione all’insoddisfazione quotidiana esiste o ha comunque margini ridottissimi; dotto dal passare del tempo, che forse - nell’evasione fantastica, nel sogno di un al- nondimeno, avendo ella introiettato e fatto come ha di recente osservato Derek Wal- trove che diventa la proiezione immagina- suo, inconsciamente, la logica (maschilista) cott - è “la sostanza autentica della realtà”. ria di un’autenticità smarrita. Simultanea- del “mondo piccolo” in cui è nata e cre- Anche in questo romanzo, dove la grande mente però, per i “fili di ragno che legano sciuta, ella sente meno di altre il peso del storia - il fascismo, la Resistenza, gli anni la mente al corpo”, il disagio psichico tende giogo che l’opprime e consuma la sua esi- del boom economico e della crisi, talora a somatizzarsi, dando origine - è il stenza - non priva di piccole gioie - in una l’uccisione di Moro - è volutamente la- caso di Luciana - ad amnesie e capogiri al- sorta di elementare amor fati, di adesione sciata sullo sfondo per dare spazio agli l’apparenza inspiegabili. piena e senza riserve alla vita. Per questo umili eroismi e alle tragiche viltà della Il dramma della libertà è dunque il tema ella non è in grado di capire le frustrazioni gente comune. di fondo del romanzo. Ma ci sono diversi della figlia e l’irrequietezza della nipote. Carlo Prosperi gradi di libertà e questi sono storicamente Luciana, invece, intuisce tardi di essersi in- determinati. È chiaro che non esiste una li- filata in un vicolo chiuso accettando di spo- VITTORIO PONTE, Il partigiano Firpo bertà assoluta, perché l’esserci dell’uomo è sare Franco Cermelli, un uomo arido, racconta - Vita partigiana dalla III Brigata sempre un essere-nel-mondo, in una situa- incapace di amare, che dall’educazione ri- Liguria alla Divisione “Mingo” (Settembre zione che in qualche modo lo limita e lo cevuta ha imparato a mantenere tra sé e il 1943 – Liberazione di Genova, Aprile condiziona. Per il resto, il ventaglio delle mondo una distanza di sicurezza, a blin- 1945), a cura di Massimo Calissano e possibilità di scelta che si aprono all’indivi- darsi negli automatismi di una vita mecca- Franco Paolo Oliveri – A.N.P.I.- Sez. di duo può essere più o meno ampio e di- nicamente ripetitiva e irriflessa. Come nei Campo Ligure -. Ediz. Grafica Raimondo pende, in genere, dal contesto socio-cul- giochi che faceva da bambino. Salvo in- in Silvano d’Orba – 2012. Formato 17 x turale in cui egli si trova a vivere. Alla Ro- frangersi alla fine contro “la durezza metal- 23.5 – pagine 132. magnolo interessa in particolare la libertà lica della realtà”. Solo la morte del marito Questo diario, pubblicato purtroppo a della donna: non una libertà astrattamente darà modo a Luciana di uscire dalla pri- tanti anni di distanza dagli avvenimenti rac- intesa, ma concretamente verificata nella gione in cui era finita, ed è significativo che contati, è un palpitante quadro di vita par- sua evoluzione storica più recente (diciamo allora di colpo cessino, per lei, le amnesie e tigiana come la visse il suo Autore, allora nel corso del secolo scorso) all’interno di i capogiri. Quando si renderà conto di es- giovane garibaldino. un’area geografica (il Monferrato) che le è sere rimasta invischiata in “un enorme ma- La testimonianza, scritta immediata- familiare. Questo le consente di aderire ad linteso”, ella, nella sua ansia di scuotersi di mente dopo i fatti narrati, getta nuova luce una materia che non le è indifferente, ma dosso ogni condizionamento del passato, sulle drammatiche vicende di guerra parti- tocca in lei corde emozionali che affondano avvertirà la necessità di “dimenticare i giana di cui fu protagonista Vittorio Ponte nel suo vissuto; una materia che la perturba Francesi” e, con loro, pure la casa “dove con i suoi compagni d’armi e di lotta tra le e commuove tuttora, con la sua viscerale tutti comandano e anche dal letto di morte quali spiccano: i primi supporti alle forma- incandescenza, ed abbisogna quindi di es- ti dicono quello che devi fare”. Anche a zioni di montagna; il rastrellamento e sere obiettivata nella finzione narrativa. costo di sfidare il fratello. l’eccidio della Benedicta; il rastrellamento D’altra parte, l’uso frequente del dialetto o, La figlia Anna, nata negli anni Settanta, di Orbicella e la costituzione della Divi- meglio, di locuzioni e di espressioni dialet- godrà di una libertà impensabile ai tempi sione “Mingo” . Pagine di guerra che si tali disseminate con perizia ma senza ri- della madre e, soprattutto, della nonna. chiudono con la narrazione dei gioiosi sparmio nel tessuto del racconto testimonia L’emancipazione femminile si è ormai af- giorni della Liberazione. l’urgenza sentimentale di dar voce a un fermata ed ella ha così modo di laurearsi e Riemergono anche figure indimentica- mondo che non è più e tuttavia ha lasciato di riflettere a fondo sullo stato delle cose e, bili della Resistenza come Domenico sedimenti durevoli nella memoria e nell’in- in particolare, sulla condizione della donna. Lanza detto Mingo, Don Berto Ferrari, Gia- conscio di chi, sia pure di sfuggita o di ri- Sacrificarsi per amore le pare un’assurdità como Buranello e Crea Cupic detto Boro, flesso, lo ha conosciuto. e, una volta superato il trauma provocatole come altre minori ai quali è parimenti do- Ebbene, qual era il ruolo della donna dalla morte del padre, del quale si era co- vuto un sentito ricordo. Ed infatti il volume nella società rurale monferrina del primo struita un’immagine ideale, del tutto dif- è dedicato alla memoria dei Campesi che Novecento? La storia di Emma Bonelli, forme dalla realtà, giungerà a comprendere parteciparono alla Resistenza e di coloro data in moglie ad un ciabattino zoppo e ac- (e a condividere) le ragioni della madre. E, che ebbero a soffrire le vicende della colta nella cerchia familiare dei Francesi mentre la nonna, chiusa nel bozzolo imper- guerra. per la sua industriosità, illustra in maniera meabile del suo asfittico microcosmo, mo- Completano l’opera, curata da due vali- esemplare la condizione di sottomissione (e rirà, ella aiuterà Luciana a uscire dalla dissimi docenti come Massimo Calissano e di umiliazione) in cui versava l’altra metà condizione di minorità in cui le conven- Franco Paolo Oliveri, una consistente serie Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 173 www.accademiaurbense.it

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zione Memoria della Benedicta, ne riporto in ogni singolo Lager, le loro caratteristi- il solo indice senza ulteriori commenti nella che anagrafiche, fisiche e professionali per radicata convinzione che i lettori più attenti poterli distribuire ed utilizzare a seconda o i ricercatori di questo infausto periodo delle necessità. della storia italiana non potranno che ap- Quindi un’opera interessante e alta- prezzare pienamente i contenuti dell’opera mente meritoria sotto diversi profili che gli già dalla sola consultazione dell’elenco Autori hanno voluto dedicare: Ai padri, alle degli argomenti trattati. madri, alle spose e a quanti non tornarono Ecco i punti salienti: più. Perché qualcosa di loro continui a vi- - L’Eccidio della Benedicta. Una rico- vere… gnizione storiografica. (Pier Giorgio Fassino) - I fucilati: quadro generale e biografie. - Dal Monte Tobbio a Mauthausen. Atlante toponomastico del Piemonte Soggetti, territori, vicende. montano. Tagliolo Monferrato, Torino, - Le biografie. Parte I – Caduti in com- 2009, pp. 182. II volume, 37° di una col- battimento e fucilati. lana monotematica a cura della Regione - Le biografie. Parte II – Deportati a Piemonte e dell’Università degli Studi di Mauthausen Torino - Dipartimento di Scienze del Lin- di annotazioni, la cronologia essenziale e - Le biografie. Parte III – Elenco sepa- guaggio, raccoglie in maniera sistematica i l’indice dei luoghi che mettono perfetta- rato: casi da approfondire nomi dialettali, antichi e recenti, di tutte le mente a loro agio i lettori più scrupolosi. - Appendice statistica. località del territorio comunale di Tagliolo Degna di nota la presentazione di Mas- - Appendice documentaria. Parte I. Monferrato. simo Bisca, Presidente A.N.P.I. della Pro- - Appendice documentaria. Parte II. I nomi di luogo, come è noto, costitui- vincia di Genova, e meritevole di plauso la Una citazione particolare è dovuta alla scono un patrimonio in via di rapido depau- compartecipazione dell’Amministrazione parte iconografica che, oltre a riportare fo- peramento. Nelle nostre campagne molti Comunale di Campo Ligure, guidata da tografie di deportati e caduti, riproduce le dei toponimi ancora in uso sino a pochi de- Andrea Pastorino, e della locale Sezione Haftlings-Personal Karten (schede perso- cenni addietro sono destinati all’oblio. A A.N.P.I., presieduta da Guido Merlo, che nali) compilate dall’ufficio immatricola- partire dai toponimi relativi a località un hanno validamente contribuito alla pubbli- zioni al momento dell’entrata del deportato tempo fittamente abitate e ora semideserte cazione di queste memorie. (Pier Giorgio nel primo konzentrationlager di arrivo (dati o abbandonate, il fenomeno investe, sia Fassino) anagrafici, descrizione fisica, mestiere di- pure con intensità diversa, nomi di borgate, chiarato, numero di matricola, ecc. ..) e suc- di intere zone rurali, di singoli appezza- GIOVANNA D’AMICO, BRUNELLO MAN- cessivamente completate dai dati relativi a menti di terreno. Al tempo stesso si accre- TELLI, GIOVANNI VILLARI, I ribelli della Be- trasferimenti in altri campi o sottocampi, la scono le modificazioni, le storpiature, le nedicta – Percorsi, profili, biografie dei mansione attribuita e, nella stragrande mag- trascrizioni in italiano, vere e proprie rein- caduti e dei deportati, Ediz. ArchetipoLi- gioranza dei casi, dalla data del decesso. venzioni dei termini locali che ne rendono bri – Bologna 2012 (seconda edizione). Schede che servivano da base per la compi- oscuro il significato originario. Formato 14.5 x 21 – pagine 400. lazione di successive schede perforate uti- Ne deriva l’urgenza di raccogliere sul Nell’autunno del 2010, scrissi: “Dacau lizzate dalle macchine da calcolo IBM (la terreno, direttamente dalla voce degli abi- e Mauthausen, le “soluzioni finali” delle Storia non finisce mai di stupire!) con le tanti, i toponimi e i microtoponimi locali, persecuzioni nazi-fasciste nell’Ovadese du- quali l’Ufficio centrale di economia ed am- catalogarli e tramandarli alle generazioni rante il nostro Secondo Risorgimento” , ministrazione (WVHA) delle SS gestiva future prima che l’abbandono delle campa- poche righe finite in un angolo come av- accuratamente la contabilità dei deportati gne, il generalizzato indebolimento del dia- viene nelle sinagoghe per i manoscritti - letto, la fisiologica scomparsa delle persone con troppi errori o troppo logori - depositati più anziane - le principali depositarle di in un locale, denominato ghenizà, perché il questo “sapere” affidato in prevalenza alla tempo li distrugga. E ricordo che al mo- memoria orale - ne decretino la perdita de- mento di completare tale scritto con un do- finitiva. veroso elenco dei garibaldini di Ovada e Pubblichiamo qui il testo dell’inter- dei comuni limitrofi trasferiti nei campi di vento tenuto da Federica Cusan in occa- sterminio in Germania ed in Austria, dopo sione della presentazione del volume la loro cattura in seguito al sanguinoso ra- (Tagliolo Monferrato, 12 giugno 2010), strellamento che portò all’eccidio della Be- nonché una breve testimonianza di Clara nedicta, mi rammaricai alquanto per non Sestilli e Marco Gaglione, due dei tre ricer- poter disporre di un elenco documentato catori ai quali si deve la ricerca sul campo. dei deportati. Se dovessi suggerire la chiave di lettura Quindi ora, consultando il recente vo- più efficace con la quale accedere alle pa- lume I ribelli della Benedicta, non posso gine della monografia, vi inviterei a consi- che sottolineare il lavoro di alto profilo derare l’elenco di toponimi contenuto come svolto dai ricercatori che hanno raccolto e uno specchio che rimanda l’immagine del trattato in modo pressoché esaustivo le vi- territorio di Taio così come essa si è for- cende dei deportati e dei fucilati arricchen- mata negli occhi e attraverso le parole degli dole, ove possibile, da notizie biografiche. uomini e delle donne che, ieri come oggi, Pertanto nel recensire questo volume, conoscono questo territorio, lo hanno abi- realizzato con il contributo dell’Associa- tato, lo hanno ordinato e trasformato con il Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 174 www.accademiaurbense.it

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lavoro quotidiano, lo hanno provvisto di lità finanziarie e secondo modalità da essa valenze simboliche, di memorie condivise definite. e infine di nomi. Così apprezzerete la com- Il volume che si realizza rappresenta, plessità di voci e di richiami, dal presente e come in questo caso, non solo la restitu- dal passato, che si cela dietro l’apparente zione alla comunità, coinvolta nella ricerca, staticità del catalogo toponimico e com- di un patrimonio di saperi, conoscenze, in- prenderete di quale determinazione e pa- formazioni che, spesso nel corso degli anni, zienza debba armarsi chi si accinge a una ha messo a disposizione del raccoglitore simile ricerca, come hanno ben sperimen- con grande generosità, ma è anche il frutto tato i raccoglitori, Clara Sestilli, Marco Ga- tangibile della collaborazione, sempre au- glione e Gian Luigi Repetto (per la parte di spicata in altri contesti, ma spesso mai con- territorio comunale che ricade all’interno cretamente realizzata, tra enti e realtà del Parco naturale delle Capanne di Mar- diverse: la realtà locale, rappresentata dalle carolo), pur supportati da valenti collabo- Associazioni, dai Comuni e dalla Comunità ratori locali e sostenuti dalla redazione Montane, l’Università di Torino e infine dell’’Atlante Toponomastico del Piemonte portato sui cartelli stradali o sulle tavolette l’Assessorato alla Cultura della Regione Montano, progetto ambizioso, elaborato, a dell’IGM, ma l’intera rete di denomina- Piemonte. partire dagli anni Settanta, nelle sue linee zioni con cui l’uomo, nel corso del tempo, Non mi resta che lasciarvi alla piace- teoriche fondanti dal prof. Arturo Genre e ha articolato lo spazio della propria quoti- vole lettura, se già non l’avete intrapresa, attualmente in corso di realizzazione presso dianità - sia di raccogliere il toponimo nel del catalogo di toponimi che con grande te- l’Università degli Studi di Torino sotto la contesto di una libera conversazione e dun- nacia i raccoglitori sono riusciti a docu- direzione scientifica del prof. Lorenzo que con tutto il corredo di informazioni che mentare per il territorio di Tagliolo: per Massobrio. Tale progetto prevede la rac- in qualche modo legittimano e motivano la molti di voi sarà un ritornare ai luoghi colta sistematica del patrimonio toponi- denominazione agli occhi del parlante. Tut- amati, per altri sarà occasione di scoprire mico dialettale, orale, condotta su una parte tavia affinchè i dati raccolti siano confron- angoli di Tagliolo sconosciuti o dimenti- del territorio piemontese che amministrati- tabili con quelli registrati in altre località è cati. Auguro ancora a tutti voi una buona vamente corrisponde ai 553 Comuni che necessario che i raccoglitori si dotino di lettura e colgo l’occasione di ringraziare, a rientrano nelle 22 Comunità Montane, di strumenti adeguati, essenzialmente tre: la nome della Redazione dell’Atlante Topo- recente riassetto, della Regione Piemonte: carta, nel caso di Tagliolo una carta tecnica nomastico del Piemonte Montano, i racco- un territorio di indagine ampio, dunque, di regionale in scala 1:5000, sulla quale tra- glitori Giara Sestilli, Marco Gaglione e grande complessità e specificità dal punto scrivere i toponimi raccolti, il sistema di Gian Luigi Repetto per l’amore e di vista linguistico, storico e culturale, per trascrizione di tipo ortografico, di facile ap- l’attenzione che hanno saputo riservare a affrontare il quale occorre munirsi degli prendimento e uso, e la scheda corredata da questa ricerca e quanti hanno collaborato strumenti di ricerca più efficaci. un certo numero di informazioni (le stesse con loro perché il loro impegno si potesse L’uscita di questa monografia, la che leggerete scorrendo le pagine del vo- tradurre in questo volume. 37esima della Collana dell’Atlante Topo- lume). La scheda costituisce, insieme alla Clara Sestilli nomastico, conferma, se ancora ve ne fosse carta topografica, lo strumento centrale di la necessità, la validità di una metodologia lavoro per il raccoglitore, il prodotto della PRIMETTA FASSONE, Alice Belcolle. Sto- di raccolta del dato linguistico che si rea- sua ricerca e il documento su cui si basano ria di un paese del Monferrato, Editrice lizza attraverso il contributo determinante la successiva memorizzazione e Impressioni Grafiche, Acqui Terme, 2012, delle forze locali: solo dei ricercatori che l’elaborazione elettronica dei dati. Al ter- p. 144. conoscono a fondo, oltre alla parlata locale, mine di ciascuna inchiesta, infatti, i dati Lo studio della dottoressa Laura Pri- anche il territorio e la gente che vi abita raccolti vengono memorizzati e elaborati metta Ceravolo Fassone riguarda la storia possono condurre una raccolta di toponimi mediante un programma predisposto per di un Comune dell’Alto Monferrato: Alice che aspiri all’esaustività; solo persone ben archiviare il contenuto delle schede. Bel Colle, dal periodo più antico sino al- inserite nella realtà locale sono in grado di Attualmente la banca-dati dell’ATPM, l’Età Contemporanea. La sua prima men- scegliere convenientemente i propri infor- che rimane a disposizione degli studiosi e zione risale al 4 maggio 991, quando i matori, instaurare con essi un rapporto pro- dei ricercatori e che, ci auguriamo, presto marchesi Aleramici fondarono il monastero ficuo, stimolare o assecondare la loro sarà consultabile on-line, gestisce oltre di san Quintino di Spigno e lo dotarono di naturale inclinazione al dialogo, al rac- 60.000 denominazioni di luogo: è un buon numerosi beni, tra i quali tre mansi in loco conto, al ricordo, realizzando così una “ri- risultato senza dubbio, ma ripensando al etfundo Alix e altri tre nel vicino locus et- cerca partecipante” che miri ad incontrare, territorio regionale oggetto di indagine, fundus Lintignano. attraverso i toponimi, gli uomini che per comprenderete che la strada da percorrere è Questa antica notizia non soltanto segna generazioni hanno costruito e modellato il ancora lunga, anche in ragione dell’esiguo l’inizio della storia di quel comune, ma for- paesaggio delle nostre valli. Comprendete numero di persone che lavorano nella Re- nisce all’Autrice anche lo spunto per inse- quindi che le inchieste promosse dal- dazione dell’ATPM e che sono impegnate rirla nel contesto delle complesse vicende l’ATPM, attualmente ne sono attive circa su più fronti: nella promozione del progetto dell’Italia Nord-Occidentale dalla forma- 130 in tutto il territorio piemontese, in sin- in aree ancora non raggiunte dalle indagini, zione indoeuropea alle migrazioni germa- tesi non prevedono altro se non il “vivo nel supporto ai raccoglitori, nella revisione niche dell’Alto Monferrato passando per la contatto con la gente”: condizione impre- delle inchieste e in tutte le fasi di realizza- romanizzazione. Non si tratta di un excur- scindibile che permette sia di registrare, zione dei volumi, che escono in numero di sus gratuito perché Alice Bel Colle, inclusa Comune per Comune, dalla voce degli abi- due o tre all’anno e la cui pubblicazione è nel territorio degli Statellates Ligures, de- tanti tutti i nomi di luogo esistenti - vale a sostenuta e promossa dalla Regione Pie- riva probabilmente il proprio nome dal cel- dire non solo il sistema toponomastico ri- monte, nell’ambito delle proprie disponibi- tico *alix = roccia, come la celebre Alesia Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 5-07-2012 13:04 Pagina 175 www.accademiaurbense.it

Lutto Il 24 febbraio scorso si è spenta a Sale, alla veneranda età di 96 anni, Suor e come tre altri luoghi dell’odierno Pie- Nunzia Ferrari delle Piccole Figlie del monte: Alice, frazione del Comune di Gavi, Sacro Cuore di Gesù, dal 18\9\1940, ori- Alice Castello, a sud-est del Lago di Vive- ginaria di Lerma (25\3\1915) e zia del rone, e Alice Superiore, in Val Chiusella; nostro tesoriere Giacomo Gastaldo al etimologia che presuppone un’origine quale rinnoviamo il nostro cordoglio. celto-ligure e l’esistenza di quegli insedia- Della professione religiosa di Suor menti nell’età del Bronzo Finale o nell’Età Nunzia e dell’opera caritatevole da lei del Ferro. svolta nel corso di una lunga e preziosa Con l’inizio del Basso Medioevo il do- esistenza hanno già detto altri. Qui in- minio dei marchesi Aleramici su Alice Bel vece ci preme ricordare un aspetto un Colle si articolò tramite la concessione feu- po’ inusuale per una suora: quello di nar- dale del luogo a signori locali, della stirpe ratrice della sua terra di origine. Qual- dei conti di Acqui, uno dei quali, san che anno fa, infatti, su invito del nipote Guido, assurse alla cattedra vescovile di quella città e donò alla propria Chiesa la Giacomo, Suor Nunzia iniziò a scrivere, quota di signoria che su quel luogo gli com- dell’autore ha come punto di riferimento il su una agenda fitta di pagine, i ricordi peteva. Da qui le contrastanti rivendica- metodo topografico teorizzato da Edoardo della propria infanzia e giovinezza, fino zioni della giurisdizione su Alice Bel Colle Grendi: il territorio su cui agisce allo scoccare della scintilla della sua vo- sino alla definitiva affermazione del ramo l’istituzione è concepito come prodotto cazione religiosa. Memorie che nel- aleramico dei marchesi di Monferrato. Pro- della sua stessa attività, spazio fisico nel l’anno 2001 hanno visto la luce nella prio a quest’ultimo periodo si riferisce la quale si possono individuare i diversi attori nostra collana di libri con il titolo: Una delimitazione del confine tra Acqui e Alice sociali e le strategie che essi mettono in atto storia del Novecento iniziata alla Ca- Bel Colle, effettuata il 3 settembre 1359 per per perseguire i propri obiettivi. Per descri- scina Baudrano. Una storia che è poi ordine di Giovanni II, marchese di Monfer- vere le azioni del tribunale e le cause in proseguita attraverso una vita ricca di si- rato e signore della città di Acqui e della esso istruite non è stato selezionato un par- gnificative esperienze che hanno visto la terra di Alice Bel Colle; delimitazione che ticolare tipo di reato o un determinato nostra piccola formichina del Signore la dottoressa ha rilevato sul terreno. Infatti gruppo sociale: sono state prese in conside- sempre attiva verso il prossimo biso- l’esame diretta delle fonti, tra le quali un razione tutte le azioni che definiscono gnoso. manoscritto inedito dell’erudito locale l’istituzione come soggetto capace di co- Già nel corso del noviziato la guerra Francesco Chiglia (1831-1902) e i Convo- struire un dialogo con i vari gruppi locali. Il mette subito la giovane Nunzia a dura cati del Comune di Alice Bel Colle, costi- linguaggio di azioni condivise che caratte- prova: a Litta Parodi infatti, come una tuisce uno dei meriti dell’Autrice, che ha rizza le comunità di Antico Regime è con- vera madre, spende le proprie energie a saputo proporre uno studio metodologica- fermato dall’analisi comparativa degli atti favore dei bambini di un asilo infantile di lite con- servati nell’archivio della dio- mente fondato di un antico centro monfer- con i quali scampa miracolosamente ai rino. cesi di Acqui, attraverso i quali anche la po- bombardamenti. La Congregazione poi Romeo Pavoni litica delle devozioni nelle comunità locali si presenta come tentativo di definizione di la destinerà a Baraggia di Brugherio, Monteleone di Pavia, al brefotrofio di LUCA GIANA, Topografie dei diritti. Isti- un territorio. Gli attori sociali che si rivol- tuzioni e territorio nella Repubblica di Ge- gono alle istituzioni ecclesiastiche, infatti, Voghera, ma il luogo dove avrà modo di nova, pp. 272, Edizioni dell’Orso, Alessan sono gli stessi che si indirizzano a un’istitu- esercitare più a lungo il proprio aposto- dria 2011. zione come il Capitanato per affrontare i lato sarà l’ospedale di Castelnuovo ne’ Luca Giana che già si era occupato di medesimi problemi sorti intorno allo sfrut- Monti, dove giungerà nel 1953. Il suo Ovada in un suo articolo: Complicazioni tamento di risorse materiali e simboliche. campo di lavoro sarà il reparto di fisio- giurisdizionali. Un convento domenicano La lettura territoriale della devozione adot- terapia dove tante persone hanno avuto e la Repubblica di Genova nel XVII secolo tata da Giana consente di dimostrare che le modo di apprezzarne il dinamismo unito comparso sul n. 119 di «Quaderni Storici» istituzioni ecclesiastiche producono un ter- sempre a tanta bontà, qualità che l’anno torna ad occuparsi della nostra cittadina e ritorio analogo a quello definito dalle istitu- resa popolare e cara a tutti. Di questo ce delle sue istituzioni dedicando all’argo- zioni laiche, configurandosi come stru- ne siamo accorti il giorno della presenta- mento un intero volume. Pubblichiamo qui mento di controllo e di stabilizzazione delle zione del suo libro proprio a Castel- di seguito la scheda che Elisabetta Lurgo relazioni sociali. Attraverso la topografia nuovo ne’ Monti, dove pensavamo di ha dedicato a questo lavoro su’«L’Indice» dell’attività del Capitanato, Giana ricostrui- parlare ai soliti quattro gatti mentre ci di gennaio 2011: sce una “topografia dei diritti” che quali- siamo trovati di fronte una sala strapiena «Partendo dall’analisi del rapporto fra fica la località e conferma la congruenza fra di gente di tutte le estrazioni sociali e di istituzione e territorio in Antico Regime, gli idiomi propri delle istituzioni sovralo- tutte le età. Allora abbiamo capito che la Luca Giana descrive come si costruisce e si cali e quelli adottati a livello locale: la co- minuta suora di Lerma stava racco- legittima un’istituzione nel XVII secolo: al struzione del territorio scaturisce, in tal gliendo in terra emiliana quello che nel modo, dal dialogo conflittuale fra le diverse centro della sua indagine è il Capitanato di corso di tanti anni aveva e continuava a Ovada, un tribunale locale che si configura configurazioni sociali che vi convivono. seminare, e ci siamo emozionati. come l’istituzione formale più importante Ora Suor Nunzia Ferrari riposa nella sul territorio della Repubblica di Genova. Elisabetta Lurgo» L’attività del tribunale è esaminata a partire sua Lerma dove una eloquente epigrafe, dalle forme che essa assume a livello locale «Indice dei libri del mese», n. 1, 2011, fatta apporre dai nipoti e dai pronipoti, e dai modi con cui il tribunale registra nel- p.41 ne riassume le doti terrene. l’archivio le proprie azioni. L’approccio Giugno 2012 7.qxp:Layout 1 12-07-2012 9:15 Pagina 176 www.accademiaurbense.it

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È uscita La Guida di Molare di Clara Ferrando Esposito

A pag. 136 di questo numero l’Accademia Urbense invita a consultare on line le proprie guide dell’Ovadese e della Val Lemme in versione completa