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di S. Marcello

STUDIO DI FATTIBILITÀ COLLEGAMENTO FUNICOLARE DOGANACCIA-CORNO ALLE SCALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI

Tecnico incaricato: arch. Riccardo Luca Breschi SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Indice generale Premessa...... 3 Quadro dei vincoli e delle tutele...... 4 Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano paesaggistico (PIT-PPR)...... 5 Scheda dell’Ambito di Paesaggio 06 FI–PO-PT...... 5 Individuazione e disciplina dei beni paesaggistici...... 6 Invarianti strutturali del PIT-PPR...... 12 ZSC Monte Spigolino – Monte Gennaio (ex SIR/SIC)...... 14 Altri siti limitrofi della Rete Natura 2000 e Aree Protette (EUAP)...... 22 Altri vincoli e tutele...... 23 Previsioni Urbanistiche...... 24 Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di ...... 25 PTC 2002...... 25 Variante generale PTC 2009...... 26 Variante generale PTC 2018: la Variante al Piano delle Aree Sciistiche Attrezzate...... 27 Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate...... 28 Variante Generale (2013)...... 28 Valutazione Ambientale Strategica (VAS)...... 30 Verifica preliminare dell’Incidenza Ambientale (Vinca)...... 32 Strumenti urbanistici del Comune di San Marcello...... 37 Piano Strutturale...... 37 Regolamento Urbanistico...... 45 Strumenti urbanistici del Comune di ...... 50 Piano Strutturale...... 50 Piano Operativo...... 55 Piani previgenti...... 56 Considerazioni finali...... 57 Considerazioni finali...... 58 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Premessa - Regolamento Urbanistico del Comune di San Marcello P.se adottato con DCC n.33 Il presente Rapporto è finalizzato allo studio della fattibilità del collegamento del 19/04/2012, approvato parzialmente con DCC n. 25 del 29/08/2014 e funicolare Doganaccia-Corno alle Scale, per la porzione che interessa il territorio del parzialmente (2° stralcio) con DCC n. 27 del 23/09/2016. Comune di S.Marcello Piteglio, ovvero l’area dell’alta valle del t.Volata, compresa tra la località della Doganaccia ed il crinale appenninico tra il Monte Spigolino e il Il presente documento termina con sintetiche conclusioni in merito alla fattibilità Monte Cupolino. Tale studio si inquadra nelle analisi e nelle verifiche preliminari del progetto dal punto di vista urbanistico, ambientale e paesaggistico. alla redazione dei nuovi strumenti urbanistici comunali, adeguati alla LR 65/2014 e conformi al PIT con valenza di piano paesaggistico regionale (PIT-PPR); esso ha il compito di indagare la fattibilità della previsione di massima contenuta nella Variante Generale al Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate, approvata il 13/12/2013 e di verificare l’ammissibilità di eventuali soluzioni alternative al tracciato proposto in tale Piano.

Il presente Rapporto illustra il quadro dei vincoli, delle tutele e delle condizioni che interessano l’area su cui ricade la previsione del collegamento funicolare e descrive in modo sintetico le previsioni contenute nel Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate e negli strumenti urbanistici degli estinti comuni di Cutigliano e di S. Marcello.

Nella prima parte del Rapporto, in relazione al quadro dei vincoli e delle tutele, si sintetizzano i contenuti e le disposizioni del PIT-PPR che hanno attinenza con l’area e l’opera prevista: obiettivi, prescrizioni, direttive ed indirizzi raccolti in particolare nella Disciplina del Piano, nella Disciplina dei beni paesaggistici, nella scheda dell'Ambito di Paesaggio n.06. Successivamente si riporta una breve descrizione generale delle caratteristiche della Zona Speciale di Conservazione (ZSC), compresa nella Rete Natura 2000, del Monte Spigolino – Monte Gennaio, comprensiva delle specie animali e vegetali e degli habitat presenti, oltre che delle misure previste dalla normativa vigente. Infine si indicano gli ulteriori vincoli e tutele che interessano l’area.

Nella seconda parte del Rapporto si descrivono Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pistoia (anche nelle versioni previgenti), le previsioni della Variante Generale al Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate 2013 e le previsioni degli strumenti urbanistici comunali. Per questi ultimi si riportano le norme e alcuni significativi estratti cartografici del: - Piano Strutturale del Comune di Cutigliano adottato con DCC n° 40 del SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento 26/08/2015, approvato con DCC n. 4 del 11/01/2016; - Piano Operativo del Comune di Cutigliano adottato con DCC n.51 del 06/10/2016; - Piani previgenti del Comune di Cutigliano (Piano Strutturale approvato con D.C.C. n° 82 del 28.11.2003 e Regolamento urbanistico approvato con D.C.C. nº 8 del 15.02.2006); - Piano Strutturale del Comune di San Marcello P.se adottato con DCC n° 34 del 08.05.2007, approvato con DCC n. 6 del 5/02/2010;

3 Quadro dei vincoli e delle tutele SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano 9. incentivare la valorizzazione del patrimonio insediativo legato alle attività montane (costituito da edifici pre e protoindustriali quali paesaggistico (PIT-PPR) cartiere, ferriere, fornaci, nonché ghiacciaie, mulini, seccatoi e Scheda dell’Ambito di Paesaggio 06 FI–PO-PT segherie) e quello legato alle direttrici di attraversamento trans- appenniniche; 10. valorizzare le connessioni di valore paesaggistico tra i centri della piana (Indirizzi per le politiche) e i centri montani costituite dalla viabilità matrice e dalle ferrovie Nella aree riferibili ai sistemi della Montagna e della Dorsale storiche, anche nell’ottica di una loro integrazione con un sistema di 1. indirizzare la progettazione di infrastrutture e insediamenti in modo da mobilità dolce per la fruizione dei paesaggi montani; salvaguardare infiltrazione e ricarica delle falde acquifere, evitando 11. favorire nella montagna pistoiese il miglioramento dei livelli di l’aumento dei deflussi superficiali e l’erosione del suolo; sostenibilità ambientale e paesaggistica del comprensorio sciistico, anche 2. la presenza di spesse coperture di alterazione sui pendii montani deve mediante la riduzione delle captazioni idriche; essere valutata nella progettazione degli interventi, in particolare di 12. salvaguardare torbiere e praterie alpine, utilizzando, nel rinverdimento viabilità, ai fini della salvaguardia idrogeologica; delle piste da sci, specie vegetali autoctone; 3. proteggere le forme carsiche per il loro elevato valore ecologico e 13. prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica paesaggistico; sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire 4. favorire prioritariamente il mantenimento degli ecosistemi agropastorali e i i danni alle colture arboree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, mosaici di habitat prativi (primari e secondari), torbiere e brughiere alle produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli ambienti dell’Appennino pistoiese (in particolare lungo il crinale tra il Monte Gennaio forestali. e il Libro Aperto); (Obiettivi di qualità e direttive) 5. favorire la conservazione di radure coltivate o pascolate all’interno della Obiettivo 3 - Salvaguardare il paesaggio montano caratterizzato dalla copertura forestale (talvolta concentrate attorno a nuclei storici) per i loro predominanza del bosco, interrotto da isole di coltivi e pascolo, e da un elevati valori di diversificazione paesistica, di testimonianza di modalità sistema insediativo di borghi e castelli murati, collocati in posizione elevata a colturali e di connettività ecologica svolto all’interno della rete ecologica, dominio delle valli contrastando e gestendo in modo selettivo i processi di rinaturalizzazione Direttive correlate conseguenti all’abbandono; 3.1- salvaguardare e valorizzare il patrimonio insediativo storico della montagna 6. promuovere la conservazione degli habitat rupestri appenninici e tutelare costituito da castelli, villaggi fortificati, metati e altri manufatti legati alla filiera gli habitat forestali con particolare riferimento a quelli di interesse del castagno e da edifici preindustriali (cartiere, ferriere, fornaci, ghiacciaie, comunitario; mulini, seccatoi, segherie), anche attraverso la messa in valore delle connessioni 7. promuovere il mantenimento e/o il miglioramento della qualità ecologica di valore paesaggistico (viabilità matrice e ferrovie storiche) tra centri maggiori di dei vasti sistemi forestali montani (in gran parte classificati come nodi pianura e sistemi insediativi di montagna; forestali primari della rete ecologica), attuando la gestione forestale e 3.2- salvaguardare le aree a destinazione agricola attorno ai nuclei e agli sostenibile del patrimonio forestale, tutelando i vasti e importanti insediamenti storici montani promuovendo inoltre il controllo dell’espansione complessi forestali demaniali dell’Appennino pistoiese, favorendo il degli arbusteti sui terreni in stato di abbandono; recupero della coltura del castagneto da frutto e promuovendo interventi 3.3- tutelare gli ecosistemi a elevata naturalità quali torbiere, praterie alpine, mirati alla difesa contro le fitopatie; ambienti rupestri e brughiere in particolare lungo il crinale tra il Monte Gennaio e SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento 8. contrastare i fenomeni di marginalizzazione e abbandono dei centri e il Libro Aperto e nelle alte valli di Campolino e Val di Luce e mantenere gli insediamenti anche minori montani e delle connesse attività agro-silvo- ecosistemi agropastorali e i mosaici di habitat prativi primari e secondari; pastorali incentivando la loro riqualificazione e valorizzazione in chiave 3.4- nella progettazione di infrastrutture e altri manufatti permanenti di servizio multifunzionale, con nuove funzioni strategiche di presidio agricolo alla produzione agricola, perseguire la migliore integrazione paesaggistica forestale e ambientale (salvaguardia idrogeologica, valorizzazione valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e con gli assetti ecologica, produttiva e paesaggistica) e accoglienza turistica, anche idrogeologici ed evitando soluzioni progettuali che interferiscano visivamente con promuovendo forme innovative per “riabitare la montagna” (villaggi gli elementi del sistema insediativo storico; ecologici, forme di cohousing) e per la promozione della cultura locale; 3.5- nella localizzazione di nuovi impianti sciistici o nell’adeguamento di impianti esistenti, escludere l’interessamento di torbiere e praterie alpine. (...)

5 Individuazione e disciplina dei beni paesaggistici L'individuazione dei beni paesaggistici si basa sui criteri dettati dal PIT-PPR Le aree tutelate per legge si riferiscono a quelle categorie di beni paesaggistici nell'Elaborato 7B: istituite dalla legge 8 agosto 1985, n. 431 e riprese dal Codice dei beni Culturali e - I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 del Paesaggio (d’ora in poi Codice). dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di Ai sensi dell’art.142, esse comprendono: 150 metri ciascuna. Al punto 4 sono definiti i criteri per l'individuazione delle a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea fasce di rispetto dei corsi d'acqua di cui all'art.142, co.1, lett. c, del D.Lgs. di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; 42/2004. b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri - I territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal dalla linea di battigia, fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo anche per i territori elevati sui laghi; 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227. (art.142. c.1, lett. c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle g, Codice). Il punto 8.4. “Metodologia di acquisizione” in particolare specifica disposizioni di legge che:“Il Regolamento Forestale della Toscana (DPGR 48/R/2003, articolo 2) sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. fornisce le seguenti condizioni per l'individuazione delle aree assimilabili a 1775, e le relative bosco, di cui all’art. 3 comma 4 della Legge forestale regionale: sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; - la continuità della vegetazione forestale non è interrotta dalla presenza di d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena infrastrutture o aree di qualsiasi natura che ricadano all'interno del bosco o alpina e 1.200 metri sul che lo attraversino e che abbiano superficie inferiore a 2000 metri e livello del mare per la catena appenninica e per le isole; larghezza mediamente inferiore a 20 metri. Nel caso di infrastrutture lineari e) i ghiacciai e i circhi glaciali; che attraversino il bosco, si considera interrotta la continuità della copertura f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna solo nel caso di infrastrutture lineari prive di vegetazione, quali strade e dei parchi; ferrovie di larghezza mediamente maggiore o uguale a 20 metri, g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal indipendentemente dalla superficie; fuoco, e quelli sottoposti a - ai fini della determinazione del perimetro dei boschi si considerano i vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto segmenti di retta che uniscono il piede delle piante di margine, considerate legislativo 18 maggio arboree nell'allegato A della legge forestale, che siano poste a distanza 2001, n. 227; inferiore a 20 metri da almeno due piante già determinate come facenti h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; parte della superficie boscata oggetto di rilievo; i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448; - il perimetro delle aree assimilate a bosco coincide con la linea di confine l) i vulcani; che separa la vegetazione forestale arbustiva dalle altre qualità di coltura o m) le zone di interesse archeologico insediamenti, oppure che separa la vegetazione forestale arbustiva avente copertura pari o superiore al 40% da quella avente copertura inferiore, in La metodologia individuata dal Codice all’art.143, comma 1, lettera c) articola questo caso se il limite non fosse facilmente riscontrabile si prevede di l’attività del Piano Paesaggistico finalizzata all’identificazione delle aree tutelate valutare il diverso grado di copertura per fasce di profondità pari a 20 per legge, in tre fasi operative, distinte e coordinate: ricognizione, delimitazione e metri.” rappresentazione. Tale attività è anche finalizzata a costruire una banca dati - i territori delle montagne per la parte eccedente i 1.200 metri sul livello del mare (art.142. c.1, lett. d, Codice). Sono rappresentate sulla CTR in scala

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento (compresa la parte cartografica), in formato digitale, di tutte le aree soggette a questo vincolo paesaggistico. 1:10.000 le montagne con quote superiori a quelle delle curve di livello dei 1.200 m.s.l.m.. Ai fini della loro perimetrazione si assume la corrispondente curva di La ricognizione rappresenta i beni paesaggistici del Piano di Indirizzo Territoriale livello (1200 m s.l.m.). Sono quindi sottoposte a vincolo ai sensi dell'art. 142, con valenza di Piano Paesaggistico Regionale (PIT-PPR) presenti sul territorio. comma 1, lett. d del Codice, le montagne per la parte eccedente i 1.200 metri sul livello del mare.

6 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

7 Dall’elaborato 8B “Disciplina dei beni paesaggistici” si riportano gli obiettivi, le f - garantire che gli interventi volti a mantenere e ripristinare la funzionalità del direttive e le prescrizioni relative ad ognuno dei beni paesaggistici individuati dal reticolo idraulico, con particolare riferimento al fondovalle e alle aree di PIT/PPR nell’area in esame. pianura, rispettino i caratteri ecosistemici, identitari e percettivi propri del contesto fluviale; Art. 8 - I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. g - tutelare e valorizzare i caratteri geomorfologici tipici dei corsi d’acqua quali 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una ad esempio cascate, forre, orridi, meandri, golene, terrazzi alluvionali; fascia di 150 metri ciascuna. ( art.142. c.1, lett. c, Codice) h - tutelare le formazioni vegetali autoctone (ripariali e planiziali) e individuare le fasce ripariali da sottoporre a progetti di riqualificazione, con particolare 8.1. Obiettivi - Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo riferimento ai corridoi ecologici da riqualificare come individuati dagli elaborati del territorio, i piani di settore e gli interventi, fatti salvi quelli necessari alla del Piano Paesaggistico; messa in sicurezza idraulica, devono perseguire i seguenti obiettivi: i - promuovere, anche attraverso sistemi perequativi, la delocalizzazione, a - tutelare la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri naturalistici, storico- all’esterno delle fasce di pertinenza fluviale, degli insediamenti produttivi non identitari ed estetico-percettivi delle sponde e delle relative fasce di tutela compatibili con la tutela paesaggistica, idraulica ed ecosistemica degli ambiti salvaguardando la varietà e la tipicità dei paesaggi fluviali, le visuali panoramiche fluviali, anche sulla base delle criticità individuate dal Piano Paesaggistico; che si aprono dalle sponde ed in particolare dai ponti quali luoghi privilegiati per l - contenere nuovi carichi insediativi entro i limiti del territorio urbanizzato e l’ampia percezione che offrono verso il paesaggio fluviale; garantire che gli interventi di trasformazione urbanistico ed edilizia non b - evitare i processi di artificializzazione degli alvei e delle fasce fluviali e compromettano il contesto paesaggistico e le visuali connotate da un elevato garantire che gli interventi di trasformazione non compromettano i rapporti valore estetico-percettivo; figurativi consolidati dei paesaggi fluviali, la qualità delle acque e degli ecosistemi; m - favorire la creazione di punti di sosta, itinerari, percorsi di mobilità dolce, e c - limitare i processi di antropizzazione e favorire il ripristino della morfologia incentivare iniziative volte al recupero di manufatti e opere di valore naturale dei corsi d’acqua e delle relative sponde, con particolare riferimento alla storicoculturale, comprese le opere idrauliche storicamente legate al corso vegetazione ripariale; d’acqua (mulini, chiuse, ponti, briglie, vasche), al fine di valorizzare e d - migliorare la qualità ecosistemica dell'ambiente fluviale con particolare ricostituire le relazioni tra comunità e fiume; riferimento ai corridoi ecologici indicati come “direttrici di connessione fluviali da n - realizzare una gestione sostenibile delle periodiche attività di taglio della riqualificare” nelle elaborazioni del Piano Paesaggistico; vegetazione ripariale, evitando alterazioni significative degli ecosistemi fluviali e - riqualificare e recuperare i paesaggi fluviali degradati; e della continuità e qualità delle fasce ripariali; f - promuovere forme di fruizione sostenibile del fiume e delle fasce fluviali. o - promuovere interventi che assicurino l’incremento delle superfici permeabili e degli spazi aperti incentivandone la fruizione collettiva anche attraverso 8.2. Direttive - Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della interventi finalizzati alla rimozione di elementi artificiali che compromettono le pianificazione, negli atti di governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno visuali connotate da un elevato valore estetico-percettivo. per la propria competenza, fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza idraulica privilegiando quelli coerenti con il contesto paesaggistico, provvedono a: 8.3. Prescrizioni a - individuare i corsi d’acqua caratterizzati dalla presenza di rilevanti valori a - Fermo restando il rispetto dei requisiti tecnici derivanti da obblighi di legge ecosistemici e paesaggistici, relativi alla sicurezza idraulica, gli interventi di trasformazione dello stato dei con particolare riferimento alla presenza di habitat fluviali di interesse luoghi sono ammessi a condizione che: comunitario e/o regionale; 1 - non compromettano la vegetazione ripariale, i caratteri ecosistemici SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento b - riconoscere il sistema storico delle opere idrauliche di valore testimoniale e dei caratterizzanti il paesaggio fluviale e i loro livelli di continuità ecologica; manufatti edilizi connessi con la presenza del corso d’acqua, promuovendone 2 - non impediscano l’accessibilità al corso d’acqua, la sua manutenzione e la altresì il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione; possibilità di fruire delle fasce fluviali; c - riconoscere i principali punti di vista e le visuali percepibili anche dagli 3 - non impediscano la possibilità di divagazione dell’alveo, al fine di attraversamenti, connotati da un elevato valore estetico-percettivo; consentire il perseguimento di condizioni di equilibrio dinamico e di d - individuare i tratti fluviali che presentano potenziale di navigabilità e le sponde configurazioni morfologiche meno vincolate e più stabili; accessibili al pubblico con i relativi punti di vista e percorsi pedonali e ciclabili; 4 - non compromettano la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri e dei e - tutelare e riqualificare i caratteri morfologici e figurativi dei fiumi e torrenti valori paesaggistici e storico-identitari dei luoghi, anche con riferimento a anche in relazione alle loro aree di pertinenza; quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico.

8 b - Le trasformazioni sul sistema idrografico, conseguenti alla realizzazione di Sono ammessi alle condizioni di cui alla precedente lett c) punti 2 , 3, 4 e 5: interventi per la mitigazione del rischio idraulico, necessari per la sicurezza degli - gli impianti per la depurazione delle acque reflue; insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente localizzabili, sono ammesse - impianti per la produzione di energia; a condizione che sia garantito, compatibilmente con le esigenze di funzionalità - gli interventi di rilocalizzazione di strutture esistenti funzionali al loro idraulica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con allontanamento dalle aree di pertinenza fluviale e alla riqualificazione di riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico. queste ultime come individuato dagli atti di pianificazione. c - Gli interventi di trasformazione, compresi gli adeguamenti e gli ampliamenti di h - Non è ammesso l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la edifici o infrastrutture esistenti, ove consentiti, e fatti salvi gli interventi cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale) che necessari alla sicurezza idraulica, sono ammessi a condizione che: possano interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche. 1 - mantengano la relazione funzionale e quindi le dinamiche naturali tra il corpo idrico e il territorio di pertinenza fluviale; art. 9 - Le montagne per la parte eccedente i 1.200 metri sul livello del mare 2 - siano coerenti con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto e (art.142. c.1, lett. d,Codice) garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano 9.1. Obiettivi - Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo Paesaggistico; del territorio, i piani di settore e gli interventi devono perseguire i seguenti 3 - non compromettano le visuali connotate da elevato valore estetico obiettivi: percettivo; a – garantire la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri ecosistemici, 4 - non modifichino i caratteri tipologici e architettonici del patrimonio geomorfologici e storico-identitari delle aree montane; insediativo di valore storico ed identitario; b - garantire che gli interventi di trasformazione non compromettano gli 5 - non occludano i varchi e le visuali panoramiche, da e verso il corso d’acqua, elementi peculiari del paesaggio montano, e non alterino i rapporti figurativi che si aprono lungo le rive e dai tracciati accessibili al pubblico e non consolidati e le forme specifiche dell’insediamento antropico in ambiente concorrano alla formazione di fronti urbani continui. montano; d - Le opere e gli interventi relativi alle infrastrutture viarie, ferroviarie ed a rete c - assicurare la conservazione dei geositi e una valorizzazione e fruizione che (pubbliche e di interesse pubblico), anche finalizzate all’attraversamento del corpo siano sostenibili e coerenti con i valori espressi nonchè tutelare la biodiversità idrico, sono ammesse a condizione che il tracciato dell’infrastruttura non che li connota; comprometta i caratteri morfologici, idrodinamici ed ecosistemici del corpo idrico d - favorire il mantenimento dei caratteristici paesaggi agropastorali tradizionali e garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei valori identificati anche attraverso il sostegno alla permanenza di attività antropiche funzionali dal Piano Paesaggistico e il minor impatto visivo possibile. agli stessi. e - Le nuove aree destinate a parcheggio fuori dalle aree urbanizzate sono ammesse a condizione che gli interventi non comportino aumento dell’impermeabilizzazione 9.2. Direttive – Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della del suolo e siano realizzati con tecniche e materiali ecocompatibili evitando pianificazione, negli atti di governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno l’utilizzo di nuove strutture in muratura. per la propria competenza, provvedono a definire strategie, misure e f - La realizzazione di nuove strutture a carattere temporaneo e rimovibili, ivi regole/discipline volte a: incluse quelle connesse alle attività turistico-ricreative e agricole, è ammessa a a - tutelare gli ecosistemi legati a tradizionali attività antropiche (praterie condizione che gli interventi non alterino negativamente la qualità percettiva, dei pascolate) nonché i valori naturalistici, con particolare riferimento agli habitat e luoghi, l'accessibilità e la fruibilità delle rive, e prevedano altresì il ricorso a alle specie vegetali e animali di interesse regionale/comunitario, agli ecosistemi SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento tecniche e materiali ecocompatibili, garantendo il ripristino dei luoghi e la di alta naturalità (torbiere, pareti rocciose, praterie primarie, ambienti carsici); riciclabilità o il recupero delle componenti utilizzate. b - tutelare gli assetti geomorfologici, evitando interventi che ne accelerino le g - Non sono ammesse nuove previsioni, fuori dal territorio urbanizzato, di: dinamiche, nonché le emergenze geomorfologiche (geositi) e gli ambienti carsici - edifici di carattere permanente ad eccezione degli annessi rurali; epigei e ipogei; - depositi a cielo aperto di qualunque natura che non adottino soluzioni atte a c - promuovere e incentivare le attività agricole e zootecniche tradizionali e le minimizzare l’impatto visivo o che non siano riconducibili ad attività di pratiche finalizzate al mantenimento di paesaggi agrosilvopastorali; cantiere; d - promuovere le attività selvicolturali compatibili con i valori paesaggistici e - discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti di naturalistici degli eco sistemi forestali e con la conservazione delle loro funzioni smaltimento (All.B parte IV del D.Lgs. 152/06). di difesa del suolo e di riduzione del rischio geomorfologico;

9 e - mantenere e valorizzare i percorsi della viabilità storica incentivando la a - migliorare l’efficacia dei sistemi forestali ai fini della tutela degli equilibri realizzazione di sentieri geoturistici ecosostenibili finalizzati alla conoscenza e a idrogeologici del territorio e della protezione dei rischi derivanti da valanghe e una fruizione dei geositi compatibile con il loro valore naturalistico e caduta massi; paesaggistico; b - tutelare la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri e dei valori f - tutelare i caratteri tipologici e morfologici degli insediamenti, degli edifici e dei paesaggistici e storico-identitari dei territori coperti da boschi salvaguardando la manufatti di valore storico e architettonico; varietà e la tipicità degli ambienti forestali; g - favorire il recupero del patrimonio edilizio abbandonato, delle frazioni rurali e c - tutelare e conservare gli elementi forestali periurbani e planiziali per le loro del patrimonio storico paesaggistico culturale (complessi monastici, pievi ed edifici funzioni di continuità isolati a carattere eremitico); paesaggistica tra questi e le matrici forestali collinari e montane; h - assicurare che gli interventi di modifica dello stato dei luoghi, compresi quelli d - salvaguardare la varietà e la qualità degli ecosistemi forestali, con edilizi e infrastrutturali ammissibili, siano coerenti e compatibili con i valori particolare riferimento alle specie e agli habitat forestali di interesse paesaggistici, ecosistemici e geomorfologici; comunitario e regionale e ai nodi primari e secondari della rete ecologica i - salvaguardare la permanenza delle visuali d’interesse panoramico costituite forestale riconosciuti tali dalle elaborazioni del Piano Paesaggistico; dalle linee di crinale e dalle dorsali montane, sia in riferimento al loro valore e - garantire che gli interventi di trasformazione non alterino i rapporti scenico, sia a quanto visibile dai percorsi fruitivi. figurativi consolidati dei paesaggi forestali e non ne compromettano i valori ecosistemici, storico -culturali ed estetico- percettivi; 9.3. Prescrizioni f - recuperare i paesaggi agrari e pastorali di interesse storico, soggetti a a - Non sono ammessi interventi, né attività, che compromettano: ricolonizzazione forestale; 1 - gli assetti e la qualità del paesaggio forestale, delle praterie/brughiere g - contrastare la perdita delle aree agricole ad alto valore naturale e preservare montane, delle aree umide, dei laghi e delle torbiere, degli ecosistemi rupestri, di le radure identificabili come prati-pascoli, ancorchè arborati, mediante la altri habitat di interesse conservazionistico o di importanti stazioni di rare specie salvaguardia delle tradizionali attività agro-silvopastorali; vegetali o animali; h - promuovere la valorizzazione e la fruizione delle risorse del patrimonio 2 - gli assetti morfologici, le emergenze geomorfolgiche e i paesaggi carsici epigei e storicoartistico, ambientale e paesaggistico rappresentato dal bosco, con ipogei; particolare riferimento alle zone montane e a quelle a rischio di abbandono; 3 - le visuali d’interesse panoramico, gli scenari, i coni e i bersagli visivi (fondali, i - valorizzare le produzioni locali legate alla presenza del bosco e promuoverne panorami e skylines), le vette e i crinali o gli altri elementi emergenti del forme di fruizione sostenibile, anche al fine di ricostituire le relazioni tra il paesaggio montano come riconosciuti dalle elaborazioni del Piano Paesaggistico. bosco e le comunità . b - Salvo quanto previsto dalla lettera e) per i Bacini delle Alpi Apuane, non è 12.2. Direttive - Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della ammessa l’apertura di nuove cave e miniere, né è ammesso l'ampliamento di quelle pianificazione, negli atti di governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno autorizzate. per la propria competenza, provvedono a: c - Le opere mirate al consolidamento di fenomeni franosi devono privilegiare, ove a - Riconoscere, anche sulla base delle elaborazioni del Piano Paesaggistico: possibile, l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica. 1 - le aree di prevalente interesse naturalistico, con particolare riferimento d - Non è ammesso l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la ai nodi primari e secondari forestali della Rete Ecologica Regionale di cui cartellonistica e la segnaletica non indispensabile per la sicurezza stradale) che all’Abaco regionale della Invariante “I caratteri ecosistemici dei paesaggi possano interferire o limitare le visuali panoramiche. “del Piano Paesaggistico e alle aree interne ai sistemi di Aree protette e Natura 2000; SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Art. 12 - I territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o 2 - le formazioni boschive che “caratterizzano figurativamente” il territorio danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come quali: definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. - boschi di latifoglie mesofile a prevalenza di faggio e/o abetine; 227. (art.142. c.1, lett. g, Codice) - boschi di latifoglie a prevalenza di specie quercine; 12.1. Obiettivi - Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo - castagneti da frutto; del territorio, i piani di settore e gli interventi devono perseguire i seguenti - boschi di altofusto di castagno; obiettivi: - pinete costiere; - boschi planiziari e ripariali; - leccete e sugherete;

10 - macchie e garighe costiere; a - Gli interventi di trasformazione, compresi quelli urbanistici ed edilizi, ove - elementi forestali isolati e paesaggisticamente emergenti e caratterizzanti; consentiti, sono ammessi a condizione che: 3 - i paesaggi rurali e forestali storici (come riconosciuti dalle elaborazioni del 1 - non comportino l’alterazione significativa permanente, in termini Piano Paesaggistico e dalla legislazione nazionale e regionale vigente in qualitativi e quantitativi, dei valori ecosistemici e paesaggistici (con materia). particolare riferimento alle aree di prevalente interesse naturalistico e delle b - Definire strategie, misure e regole /discipline volte a: formazioni boschive che “caratterizzano figurativamente” il territorio), e 1 - promuovere la gestione forestale sostenibile finalizzata alla tutela degli culturali e del rapporto storico e percettivo tra ecosistemi forestali, ecosistemi forestali di valore paesaggistico e naturalistico nonché della loro agroecosistemi e insediamenti storici. Sono comunque fatti salvi i manufatti funzione di presidio idrogeologico e delle emergenze vegetazionali; funzionali alla manutenzione e coltivazione del patrimonio boschivo o alle 2 - promuovere tecniche selvicolturali volte a contenere e/o contrastare la attività antincendio, nonché gli interventi di recupero degli edifici esistenti e diffusione di specie aliene invasive soprattutto nelle zone di elevato valore le strutture rimovibili funzionali alla fruizione pubblica dei boschi; paesaggistico e naturalistico; 2 - non modifichino i caratteri tipologici-architettonici del patrimonio 3 - evitare che gli interventi di trasformazione e artificializzazione delle aree e insediativo di valore storico ed identitario, mantenendo la gerarchia tra gli delle formazioni boschive, di cui al presente comma lettera a, riducano i livelli edifici (quali ville, fattorie, cascine, fienili, stalle); e qualità e naturalità degli ecosistemi e alterino i rapporti figurativi consolidati 3 - garantiscano il mantenimento, il recupero e il ripristino dei valori dei paesaggi forestali e ne compromettano i valori, storicoculturali ed paesaggistici dei luoghi, anche tramite l’utilizzo di soluzioni formali, finiture esteticopercettivi; esterne e cromie compatibili con i caratteri del contesto paesaggistico. 4 - favorire il recupero delle attività agro-silvo-pastorali, al fine della b - Non sono ammessi: conservazione dei caratteri storicoidentitari e dei valori paesaggistici da esso 1 - nuove previsioni edificatorie che comportino consumo di suolo all’interno espressi; delle formazioni boschive costiere che “caratterizzano figurativamente” il 5 - tutelare i caratteri tipologici e morfologici degli insediamenti, degli edifici e territorio, e in quelle planiziarie, così come riconosciuti dal Piano dei manufatti di valore storico e architettonico, con particolare riferimento alle Paesaggistico nella “Carta dei boschi planiziari e costieri“ di cui all'Abaco testimonianze della cultura agro -silvo-pastorale favorendone il recupero e il regionale della Invariante “I caratteri ecosistemici dei paesaggi”, ad riuso compatibile con i valori del contesto paesaggistico; eccezione delle infrastrutture per la mobilità non diversamente localizzabili 6 - potenziare e valorizzare le attività economiche tradizionali nel campo della e di strutture a carattere temporaneo e rimovibile; selvicoltura, e delle attività connesse, in particolar modo nelle zone montane e 2 - l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la cartellonistica e nelle aree economicamente svantaggiate; la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale) che possano 7 - incentivare, laddove possibile anche mediante idonee misure contrattuali, il interferire o limitare negativamente le visuali panoramiche. mantenimento e/o recupero: Articolo 13 - Le zone gravate da usi civici (art.142. c.1, lett. h, Codice) - dei castagneti da frutto; Per il Comune di Cutigliano l’istruttoria di accertamento per la presenza di - dei boschi di alto fusto di castagno; usi civici è interrotta o non completata. - delle pinete costiere; - delle sugherete; - delle sistemazioni idraulico-agrarie e forestali quali ciglionamenti, lunette, terrazzamenti, SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento acquidocci, scoline, fossi; 8 - promuovere il recupero e la manutenzione della sentieristica, garantendone, ove possibile, l’accessibilità e la fruizione pubblica; 9 - perseguire la tutela, il miglioramento e la valorizzazione paesaggistica e naturalistica, delle proprietà pubbliche forestali, con particolare riferimento al patrimonio agricolo forestale regionale e alle proprietà comunali. 12.3. Prescrizioni

11 Invarianti strutturali del PIT-PPR (Indicazioni per le azioni)

INVARIANTE I - I caratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi Nodo primario forestale morfogenetico - Mantenimento e miglioramento della qualità degli ecosistemi forestali attraverso la conservazione dei nuclei forestali a maggiore maturità e complessità Dorsale siloclastica (DOS) strutturale, la riqualificazione dei boschi parzialmente degradati e valorizzando le - evitare interventi di trasformazione che comportino aumento del deflusso tecniche di selvicoltura naturalistica. superficiale e alterazione della stabilità dei versanti, al fine della prevenzione del - Recupero dei castagneti da frutto e gestione attiva delle pinete costiere rischio geomorfologico; finalizzata alla loro conservazione. - tutelare le coperture forestali con un’utilizzazione sostenibile per prevenire la - Miglioramento dei livelli di sostenibilità dell’utilizzo turistico delle pinete perdita di stabilità dei versanti ripidi e per incrementare la protezione del suolo e il costiere (campeggi, villaggi vacanza e altre strutture turistiche), riducendo gli valore ecologico. impatti sugli ecosistemi forestali e il rischio di incendi. - Riduzione dei fenomeni di erosione costiera e della conseguente alterazione delle pinete costiere su dune. INVARIANTE II - I caratteri ecosistemici del paesaggio - Riduzione del carico di ungulati. - Riduzione e mitigazione degli impatti legati alla diffusione di fitopatologie e Nodo degli agroecosistemi degli incendi. - Mantenimento e recupero delle tradizionali attività di pascolo e dell’agricoltura - Riduzione e mitigazione degli impatti/disturbi sui margini dei nodi e montana, con esclusione della porzione di nodi primari montani interessati da mantenimento e/o miglioramento del grado di connessione con gli altri nodi praterie primarie e da brughiere, aree umide e torbiere, attraverso lo sviluppo di (primari e secondari). un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio. - Mantenimento e/o miglioramento degli assetti idraulici ottimali per la - Riduzione dei processi di consumo di suolo agricolo a opera dell’urbanizzato nelle conservazione dei nodi forestali planiziali. aree agricole collinari e nelle pianure interne e costiere. - Miglioramento della gestione selvicolturale dei boschi suscettibili alla invasione - Mantenimento e miglioramento delle dotazioni ecologiche degli agroecosistemi con di specie aliene (robinia), con particolare riferimento ai castagneti, alle cerrete, particolare riferimento agli elementi vegetali lineari e puntuali (siepi, filari alberati, alle pinete di pino marittimo e alle foreste planiziali e ripariali. boschetti, alberi camporili). - Valorizzazione delle funzioni del patrimonio agricolo forestale regionale, ciò al - Mantenimento delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante (terrazzamenti, fine di migliorare i livelli di qualità delle aree forestali e per un loro ampliamento ciglionamenti, ecc.) e della tessitura agraria. e trasformazione in nodi primari. - Riduzione del carico di ungulati e dei relativi impatti sugli ecosistemi agropastorali e sulle praterie primarie e torbiere. - Mantenimento degli assetti idraulici e del reticolo idrografico minore per i nodi INVARIANTE IV - I caratteri morfotipologici dei sistemi agroambientali dei delle pianure alluvionali. paesaggi rurali - Riduzione degli impatti sugli ecosistemi prativi montani e sulle torbiere legati a locali e intense attività antropiche (strutture turistiche, strade, impianti sciistici, Morfotipo delle praterie e dei pascoli di alta montagna e di crinale

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento cave, impianti eolici). Visti i caratteri del morfotipo, le criticità legate al contesto e la presenza di - Mitigazione degli effetti delle trasformazioni degli ecosistemi agropastorali in processi di abbandono consolidati e strutturali, l’indirizzo da perseguire è di vigneti specializzati, vivai o in arboricoltura intensiva. assecondare i cicli e le dinamiche naturali dell’ambiente montano. Nei rari casi in - Mantenimento e tutela integrale degli ambienti climax appenninici, quali le cui sussistano le condizioni per ripristinare e mantenere un uso antropico di praterie primarie, le brughiere e le torbiere montane e alpine. questo tipo di paesaggio, l’obiettivo è di promuovere l’insediamento di nuove - Mantenimento e valorizzazione dell’agrobiodiversità. aziende zootecniche, la ripresa delle pratiche pascolive e il recupero dei manufatti ad esse legati.

12 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

13 ZSC Monte Spigolino – Monte Gennaio (ex SIR/SIC) Verdiana, affluente di sinistra del Torrente Lima. L’estremo sud-est del Sito è dominato dal Poggio dei Malandrini e dal Poggio delle Ignude. Il versante meridionale del Monte Cornaccio è particolarmente scosceso e Codice Natura 2000: IT5130006 caratterizzato da imponenti bancate di arenaria macigno, con vegetazione non Tipologia: ZSC continua, ma alternata a cumuli di detrito lapideo. Il versante nord del monte Denominazione: Monte Spigolino – Monte Gennaio Gennaio, nonostante la forte ripidità è caratterizzato da un mosaico di pascoli e Estensione: 493 ha vaccinieti che lo coprono fino sulla vetta. La zona verso il monte Cupolino è Coordinate: Latitudine: 44° 6’ 40” Longitudine: 10° 48’ 56” invece caratterizzata da pendenze più dolci che permettono lo svilupparsi dei Atti legislativi per l’istituzione e la perimetrazione: Del. C.R.T. 6/2004 prati-pascolo fino sullo spartiacque “Tirreno-Adriatico”, confine naturale tra le Regioni Toscana ed Emilia – Romagna, oltre che tra i Siti IT5130006 e IT4040001. Il Sito è interessato prevalentemente da aree aperte con diffusa vegetazione Inquadramento generale erbacea o con affioramenti rocciosi per una superficie di 431 ettari circa (88% della superficie totale) e da aree boscate che interessano circa 61 ettari pari al 12% della superficie totale. Le aree boscate sono ubicate alle quote più basse della ZSC e nella parte est e sono composte principalmente da fustaie o da cedui a sterzo di faggio con diversi gradi evolutivi. Nel 2011-2012 è stato oggetto di accurate indagini finalizzate alla redazione della documentazione preliminare per l’approvazione del Piano di Gestione (non ancora approvato) che hanno consentito, tra l’altro, di stilare l’elenco aggiornato degli habitat di interesse comunitario e regionale e una Check-list aggiornata dell’avifauna. Nell’ambito delle analisi finalizzate alla redazione della carta della vegetazione del SIC “Monte Spigolino - Monte Gennaio” sono state individuate le seguenti tipologie vegetazionali:

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento La ZSC Monte Spigolino – Monte Gennaio si estende, con andamento nord-ovest sud- est, per una superficie di 492.70 ha sulle pendici dei monti Spigolino, Cornaccio e Gennaio tra un’altitudine minima di 1350 m circa ed una massima di 1881 m, l’esposizione prevalente del Sito è meridionale. Il Sito si può suddividere in due grandi zone, la prima, posta a nord-ovest, caratterizzata dal monte Spigolino, dall’anfiteatro delle sorgenti del torrente Volata e dalla vetta del monte Cupolino. La seconda zona è posta ad est del monte Cornaccio, comprende la testata del Torrente Verdiana, racchiusa in un semicerchio di montagne tra il Monte Gennaio ed il Cornaccio, dal quale si dipartono una serie di rii e fossi dai quali nasce il Torrente

14 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

15 HASCITu - “Habitat in the Sites of Community Importance in ” (AII*) Canis lupus (lupo, Mammiferi) Varie specie rare di uccelli degli ambienti di La Regione Toscana (Settore Tutela della Natura e del Mare e Settore Sistema altitudine. Informativo Territoriale ed Ambientale) ed il Centro Interuniversitario di Scienze del Territorio (CIST) delle 3 Università toscane hanno realizzato un progetto denonimato Check-list avifauna “Monte Spigolino - Monte Gennaio” Le specie riscontrate sono complessivamente 36, anche se è assai probabile che "HASCITu - Habitat in the Sites of Community Importance in Tuscany" finalizzato una parte di esse (ed in particolare di quelle forestali) frequenti più o meno all'individuazione delle perimetrazioni degli habitat meritevoli di conservazione, ai assiduamente il sito, ma nidifichi in aree adiacenti. Cinque specie fra quelle sensi della Direttiva 92/43 Habitat nei Siti di Importanza Comunitaria, ad oggi già considerate nidificanti probabili sono in lista di attenzione RE.NA.TO. ZSC – Zone Speciali di Conservazione. Tra Regione Toscana e CIST è infatti in essere Fra le specie più numerose si segnalano due motacillidi legati alle praterie: il un accordo di collaborazione scientifica (approvato con D.G.R. n.856 del 13-10-2014 Prispolone e lo Spioncello. Anche se con una diversificazione di nicchia (il primo si colloca soprattutto lungo la fascia di contatto con il bosco, mentre il secondo e sottoscritto a dicembre 2014). Tali perimetrazioni, in scala 1:10.000 e su base occupa prevalentemente le aree acclivi e di crinale), queste due specie risultano C.T.R., costituiscono: abbastanza ben distribuite. L’Allodola risulta invece maggiormente localizzata nel settore settentrionale del sito (a partire dal Passo del Cancellino) e raggiunge la • il presupposto sia per l'attuazione delle politiche di tutela della biodiversità maggiore densità sul Monte Cornaccio (fino a tre maschi in volo canoro). e delle misure di conservazione dei siti della Rete Natura 2000 sia per Nel corso dei rilievi effettuati è stata contattata più volte la Quaglia (1-2 maschi facilitare i procedimenti di valutazione ambientale su piani e progetti, con in canto) nei prati-pascoli sottostanti il Passo della Calanca (estremità occidentale particolare riferimento alla procedura di valutazione di incidenza; del sito). Il dato è di un certo interesse, in quanto la specie, non riscontata prima in tale area, è considerata vulnerabile in Toscana (Sposimo e Tellini, 1995) ed • una fondamentale base conoscitiva utile per poter attivare progetti di appare molto diminuita rispetto al passato. Il sito inoltre si colloca al limite monitoraggio di specie e habitat (così come previsto dalle direttive altimetrico superiore di distribuzione della specie in Toscana. comunitarie Habitat e Uccelli) e definire obiettivi e misure di La presenza del Calandro, risulta confermata. La specie è localizzata sulle pendici conservazione; sud-sud ovest del Monte Gennaio, dove trova condizioni xeriche e terreni con • un'implementazione della base informativa geografica regionale e un copertura erbacea discontinua. Una seconda stazione si trova sul Monte Croce conseguente efficace supporto per le attività di pianificazione territoriale, Arcana (stessa esposizione), appena fuori i confini del SIC. Assai localizzata e scarsa risulta anche la presenza di due specie rupicole, Codirossone e Sordone. Il paesaggistica e del governo del territorio della Regione e degli Enti Codirossone è stato riscontrato sul versante meridionale del Monte Cornaccio (un territoriali toscani. maschio in canto in ambiente adatto); mentre del Sordone è stato segnalato in passato in periodo riproduttivo sul versante settentrionale del Monte Gennaio Con la D.G.R. n. 505 del 17-05-2018 e relativi allegati (allegato A - elenco degli (08/07/2004, Bartolini, dato inedito), ma evidenze recenti di nidificazione si habitat nei siti Natura2000 e Allegato B - estratto della Relazione tecnica) sono stati hanno solo per il versante emiliano. Occorre precisare tuttavia che pareti, formalmente individuati i perimetri di ciascuna delle tipologie di habitat. pietraie e affioramenti rocciosi risultano poco diffusi nel sito. Confermata la presenza del Gheppio, che in quest’area presenta una densità specie vegetali elevata, con almeno quattro coppie territoriali che utilizzano il sito. Non sono Geranium argenteum (geranio argenteo) – Rara specie dei detriti di falda montani, state riscontrate specie forestali di rilievo, ma una densità piuttosto elevata di presente in Toscana in alcune stazioni dell’Appennino Tosco-Emiliano e in una maschi in canto appartenenti alle specie più comuni e diffuse (Pettirosso, SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento stazione delle Alpi Apuane. Capinera, Lui piccolo, Cincia mora e Fringuello). Luzula sudetica (erba lucciolina delle Alpi) – Specie rara, segnalata in Toscana Di elevato interesse risultano due rapaci (Biancone e Aquila reale) e un corvide nell’Appennino Pistoiese, in stazioni da confermare. (Corvo imperiale) che frequentano l’area in periodo riproduttivo per ragioni Cerastium alpinum (peverina alpina) – Rara specie artico alpina legata alle praterie trofiche, provenienti da siti di nidificazione presenti in zone più o meno vicine d’altitudine. Rari popolamenti floristici tipici delle praterie di altitudine. all’area di studio. Il Biancone e il Corvo imperiale hanno colonizzato questo specie animali settore dell’Appennino solo in tempi recenti, e di tali specie risultano ancora poco (AI) Aquila chrysaetos (aquila reale, Uccelli) – Le praterie sono utilizzate come aree note la consistenza e i territori delle coppie riproduttive. di caccia. Al contrario l’Aquila reale presenta almeno due siti riproduttivi storicamente noti nel raggio di alcuni chilometri dal sito.

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18 Misure di conservazione della ZSC La ZSC non è dotata di Piano di Gestione approvato.

La Regione Toscana con DGR n.1223 de 15-12-2015 specifica le misure di conservazione generale e specifiche per le ZSC.

L’Allegato ‘A’ della DGR citata indica le MISURE DI CONSERVAZIONE GENERALI VALIDE PER TUTTI I SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC) TERRESTRI E MARINI: in particolare si rileva che la misura con codice GEN_07 di regolamentazione delle attività turistiche sportive e ricreative ricadenti in ZSC pone il “divieto di realizzazione di nuovi impianti di risalita a fune e nuove piste da sci, e/o ampliamento di quelli esistenti fatti salvi quelli previsti dagli strumenti di pianificazione regionali, degli enti Parco e/o degli enti locali e gli adeguamenti per motivi di sicurezza”. Per tanto il divieto non comprende il progetto in oggetto, compreso nel Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate la cui Variante generale è stata approvata in data 13/12/2013, e con successiva Variante Puntuale adottata con il PTC adottata con D.C.P. n° 8 del 23 Marzo 2018.

Le MISURE DI CONSERVAZIONE SITO SPECIFICHE PER OGNUNO DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC) TERRESTRI E/O MANRINI NON COMPRESI IN TUTTO O IN PARTE NEI PARCHI REGIONALI O NAZIONALI sono contenute nell’Allegato C della Delibera Regionale citata. Si riportano di seguito l’estratto delle misure relative alla ZSC M.Spigolino – M. Gennaio. SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

19 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

20 Ulteriori riferimenti normativi

La normativa di riferimento sulle misure di conservazione comprende anche disposizioni relative alle ZPS, che però non interessano la ZSC M. Gennaio – M. Spigolino, non classificata come ZPS:

• Decreto Ministeriale 17 ottobre 2007 - Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS) (G.U. 6 novembre 2007, n. 258) • DGR 16 giugno 2008, n. 454 di attuazione del D.M. 17.10.2007 del Ministero Ambiente e tutela del Territorio e del Mare - Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a zone speciali di conservazione (ZSC) e zone di protezione speciale (ZPS): individua le misure (generali e specifiche) valide per le Zone di Protezione Speciali.

Recentemente la normativa regionale è stata integrata con modalità procedurali per la valutazione di incidenza e l’elenco delle attività e progetti esclusi dalla procedura di VINCA: • DGR N 119 del 12-02-2018 - L.R. 30/2015: modalità procedurali ed operative per l'attuazione degli articoli 123 e 123bis ed approvazione elenco di attività, progetti e interventi ritenuti non atti a determinare incidenze significative sui siti natura 2000 presenti nel territorio della Regione Toscana.

E’ utile fare riferimento anche alla scheda standard dei dati relativi al Sito Natura 2000: • NATURA 2000 - STANDARD DATA FORM - SITE IT5130006 Monte Spigolino - Monte Gennaio. SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

21 Altri siti limitrofi della Rete Natura 2000 e Aree Protette (EUAP) IT4040001 - SIC-ZPS - Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di Pratignano IT4050002 - SIC-ZPS - Corno alle Scale Superficie: 5173 ettari Superficie: 4579 ettari Province e Comuni interessati: (, , Montecreto, Riolunato, Province e Comuni interessati: () Sestola) Territorio confinante con IT5130006 SIC "M. Spigolino - M. Gennaio" della Regione Territorio confinante con IT5130006 SIC "M. Spigolino - M. Gennaio" della regione Toscana e con IT4040001 SIC-ZPS Toscana, con IT5130005 SIC "Libro Aperto - Cima Tauffi" della regione Toscana, con Il sito include interamente il Parco regionale Corno alle Scale IT5130003 ZPS "" della regione Toscana e conIT4050002 SIC-ZPS Il sito ricade quasi interamente nel Parco regionale Alto Appennino Modenese

Il sito si estende sul lato settentrionale del crinale dell'Appennino tosco-emiliano, dal Passo dei Tre Termini, in coincidenza con il confine provinciale con Bologna, al Il sito comprende la parte montuosa con le cime più alte del territorio bolognese Monte Maiore, e comprende la parte modenese della dorsale che dal Monte Spigolino ed è delimitato a Sud dal crinale tosco-emiliano, a Ovest dalla dorsale coincidente si allunga verso Nord, fino ed oltre il Lago Pratignano, il contrafforte che da Cima con il confine provinciale con Modena, a Nord dalla direttrice Lizzano-Vidiciatico Tauffi arriva a Monte Lancio, il contrafforte che dal Libro Aperto arriva al Cimone, e a Est dal Rio Baricello. Il sito è caratterizzato da due valli entro le quali la montagna più alta dell’Appennino settentrionale, e di qui si allunga verso Ovest scorrono i torrenti Dardagna e Silla i quali delimitano un'ampia dorsale che dal fino all’Alpicella del Cimone. Il sito è caratterizzato prevalentemente da faggete Corno alle Scale si protrae verso Nord fino al Monte Grande. Le emergenze cedue, pascoli, praterie di alta quota, brughiere, vegetazione casmofitica, ghiaioni, rocciose del Corno alle Scale e della fascia di crinale sono costituite dalle SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento laghetti e torbiere di origine glaciale. Il sito include anche i laghi Scaffaiolo e Arenarie di Cervarola, mentre a quote più basse affiorano le marne dell'unità Pratignano che giacciono all’interno di piccole conche allungate sotto i crinali e che Sestola Vidiciatico. Nell'alta valle del Dardagna sono evidenti le tracce di debbono la loro origine ad un ampio sdoppiamento della linea di cresta fenomeni glaciali. Il bosco è l'elemento ambientale dominante ed è composto, probabilmente dovuto a movimenti franosi. Il Pratignano in particolare rappresenta oltre che da alcuni castagneti secolari, da specie tipiche della fascia un fenomeno pressochè unico per l'Appennino di lago-torbiera con ambienti umidi vegetazionale del faggio. Nelle zone sommitali sono presenti brughiere a mirtillo stratificati e cumuli di sfagni di tipo nordico, relittuali, isolati dall'espansione della alternate a nardeti e praterie che ospitano varie specie tipiche degli ambienti tundra dai quali originano. Il sito è quasi completamente incluso (99%) nel Parco artico-alpini. Regionale dell'Alto Appennino Modenese e comprende quasi totalmente l'area Il sito è completamente incluso, e quasi totalmente coincidente, con il Parco demaniale denominata "Capanna Tassoni" (circa 790 ha su 812 ha).

22 Regionale del Corno alle Scale; comprende un'ampia area di proprietà demaniale denominata "Lizzano" (2.259 ha). SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

23 Altri vincoli e tutele

Zone all’interno di coni visivi e panoramici LR 11/2011 art.7 La direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 2001/77/CE e della direttiva 2003/30/CE, individua vincolanti obiettivi nazionali generali per la quota di energia da fonti Vincolo idrogeologico RD 3267/1923 rinnovabili sul consumo finale di energia nel 2020; Il Regio Decreto Legge n. 3267/1923 "Riordinamento e riforma in materia di boschi e La rilevanza data a particolari interessi, sia dal D.Lgs. 387/2003, sia dalle linee terreni montani", tuttora in vigore, sottopone a “vincolo per scopi idrogeologici i guida, ove si stabilisce che nell'ubicazione degli impianti di produzione di energia terreni di qualsiasi natura e destinazione che possono, con danno pubblico, subire elettrica si deve tener conto della tutela dell'ambiente, del paesaggio, del denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque". patrimonio storico e artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della Lo scopo principale del vincolo idrogeologico è quello di preservare l'ambiente fisico biodiversità e del paesaggio rurale, nonché delle disposizioni in materia di

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento e quindi di garantire che tutti gli interventi che vanno ad interagire con il territorio sostegno nel settore agricolo; non compro-mettano la stabilità dello stesso, né inneschino fenomeni erosivi, ecc., con possibilità di danno pubblico, specialmente nelle aree collinari e montane.

24 Previsioni Urbanistiche SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Il Piano Territoriale di Coordinamento della Articolo 66 - Infrastrutture di trasporto a servizio dei comprensori sciistici Provincia di Pistoia 1. Il P.T.C. individua nella tavola P07 la struttura portante della rete delle PTC 2002 infrastrutture di trasporto a servizio dei comprensori sciistici dell’alta Il PTC Approvato con D.C.P. n° 317 del 19 Dicembre 2002 prevedeva il collegamento Montagna Pistoiese, costituita dal sistema a V dei due collegamenti di progetto a fune di raccordo tra i comprensori sciistici dell’Appennino Tosco-Emiliano dall’area del Ponte Sestaione con il crinale della Doganaccia e con l’alta valle del Sestaione. Tale sistema è finalizzato a migliorare il raccordo tra i comprensori (Relazione) 3.6.3 La rete degli impianti a fune sciistici dell'Appennino Tosco-Emiliano. In sede di revisione del Piano di cui La rete delle infrastrutture di trasporto a servizio dei comprensori sciistici all'art. 74, dovranno essere verificate le modalità di tali raccordi e la dell’alta montagna pistoiese è costituita dal sistema a V dei due collegamenti di relativa fattibilità ambientale ed economica. progetto dall’area del Ponte Sestaione con il crinale della Doganaccia e con 2. I collegamenti indicati nella tav. P07 sono pertanto elementi integranti l’alta valle del Sestaione. Tale sistema è finalizzato a migliorare il raccordo e di supporto della rete degli impianti di risalita e piste da sci indicate e tra i comprensori sciistici dell’Appennino Tosco-Emiliano. I collegamenti individuati disciplinate nel Piano Provinciale delle aree sciistiche attrezzate. I P.S. e gli sulla carta di progetto sono elementi di supporto della rete degli impianti di altri strumenti urbanistici generali dei Comuni di Abetone e Cutigliano, devono risalita e piste da sci indicate e disciplinate nel Piano Provinciale delle aree salvaguardare gli ambiti previsti dal piano o da atti di programmazione sciistiche attrezzate. sovraordinati inserendo dette previsioni nella propria cartografia di (NTA) Articolo 63 - Caratteri generali progetto. I Comuni dovranno dimensionare le aree a servizio delle stazioni, tenendo conto delle attrezzature da realizzare (posteggi, biglietterie, (…) 8. Sono considerate di rilevanza sovracomunale le infrastrutture, le servizi pubblici, attrezzature) ed in relazione all’importanza del nodo. attrezzature e le attività che siano suscettibili di determinare, con esiti di lunga durata, l’assetto del territorio provinciale, e comunque quelle che Articolo 74 - Il Piano delle aree sciistiche della Montagna P.se abbiano tale carattere sotto il profilo dell’ambito territoriale di riferimento e 1. Il Piano delle Aree Sciistiche della Montagna P.se redatto dalla dell’incidenza degli effetti sull’assetto fisico e/o relazionale, quali: Provincia di Pistoia in attuazione della L.R. 93/93 e delle relative direttive è (...) parte integrante del P.T.C. Ad esso fanno riferimento le previsioni di riassetto, consolidamento e sviluppo dei comprensori sciistici della Montagna D. la rete degli impianti a fune e le piste e le attrezzature sciistiche; P.se, in sinergia con il versante emiliano.

(...) 2. Eventuali variazioni del suddetto Piano, redatte e deliberate nel 9. Relativamente alle infrastrutture e alle attrezzature di cui alle lettere a), b), rispetto delle prescrizioni, degli indirizzi e dei criteri del P.T.C., sono c) , d) ed e) del comma 8 il presente piano detta, con la tavola P07 ed il recepite nello stesso P.T.C. e pertanto non ne costituiscono variante. 3. Ai SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento titolo VI delle presenti norme, anche in riferimento agli articoli 44 e 50 del fini della conformità di cui al punto 2 le varianti del piano delle Aree Sciistiche P.I.T., criteri e indirizzi relativi sia alle localizzazioni che alle caratteristiche della Montagna P.se di cui al punto 1 ed i relativi progetti sono esaminati in e alle prestazioni richieste. I P.S., gli altri strumenti urbanistici generali, Conferenza con le Autorità Statali e Regionali comunali, nonché i piani di settore, provvedono a precisare le localizzazioni e le caratteristiche di tali infrastrutture e attrezzature con l’osservanza dei predetti criteri e indirizzi. (…)

26 Variante generale PTC 2009 1. Il P.T.C. individua nella tavola P07 la struttura portante della rete delle Il PTC approvato con D.C.P. 21 Aprile 2009 - N.123 e Pubblicato sul B.U.R.T. n. 27 infrastrutture di trasporto a servizio dei comprensori sciistici dell’alta del 8 luglio 2009, all’Articolo 27 - Sottosistema territoriale del paesaggio delle aree Montagna Pistoiese, costituita dal sistema a V dei due collegamenti di di crinale a naturalità diffusa e all’Articolo 28 -Sottosistema territoriale del progetto dall’area del Ponte Sestaione con il crinale della Doganaccia e con l’alta paesaggio silvo-pastorale prevede le seguenti direttiva: valle del Sestaione. Tale sistema è finalizzato a migliorare il raccordo tra i comprensori sciistici dell'Appennino Tosco-Emiliano. In sede di revisione del Piano Disciplinare la manutenzione e l’adeguamento degli impianti di risalita e delle di cui all'art. 74, dovranno essere verificate le modalità di tali raccordi e piste sciistiche esistenti, nonché la realizzazione di nuovi impianti e piste in la relativa fattibilità ambientale ed economica. conformità con il Piano delle aree sciistiche attrezzate della Montagna Pistoiese e le disposizioni di salvaguardia definite dall’art. 49 della presente Disciplina di 2. I collegamenti indicati nella tav. P07 sono pertanto elementi integranti piano. e di supporto della rete degli impianti di risalita e piste da sci indicate e disciplinate nel Piano Provinciale delle aree sciistiche attrezzate. Gli Inoltre si conferma il valore sovracomunale delle previsioni di impianti a fune: strumenti della pianificazione territoriali dei Comuni di Abetone e Cutigliano, Articolo 74 - Caratteri generali devono salvaguardare gli ambiti previsti dal piano o da atti di programmazione sovraordinati inserendo dette previsioni nella propria cartografia di 5. Per gli interventi di rilevanza sovracomunale, di seguito specificati, vale quanto progetto. I Comuni dovranno dimensionare le aree a servizio delle stazioni, disposto all’art. 64 della presente Disciplina di piano, relativo tenendo conto delle attrezzature da realizzare (posteggi, biglietterie, servizi all’incentivazione della pianificazione sovracomunale. Tali interventi sono pubblici, attrezzature) ed in relazione all’importanza del nodo. costituiti da: a) le linee di comunicazione ferroviaria, anche di tipo metropolitano; b) le linee di comunicazione viaria carrabile e ciclabile al servizio Articolo 97 - Il Piano delle aree sciistiche attrezzate della Montagna P.se della popolazione di più di un comune, salvo ove siano al servizio di parti 1. Il Piano delle aree sciistiche attrezzate della Montagna P.se redatto della popolazione di due comuni confinanti, nonché le relative intersezioni, i dalla Provincia di Pistoia è approvato con D.C.P. n. 38 del 28/02/1997. La relativi svincoli e i caselli; c) i sistemi di trasporto pubblico, ove interessino prima variante è stata approvata con D.C.P. n. 222 del 15/10/2002. gli ambiti territoriali di più di un comune, ovvero siano al diretto servizio di attrezzature di rilevanza sovracomunale; d) la rete degli impianti a fune e le 2. Il Piano è redatto in attuazione della L.R. 93/93 e della D.C.R. n. 23 piste e le attrezzature sciistiche; e) i grandi centri intermodali quali porti, del 31/05/1995, Direttive per la formazione dl Piano Provinciale delle aeroporti, interporti. aree sciistiche attrezzate, individuando il perimetro delle aree sciistiche all’interno del sistema identificato dalla Regione. Il comprensorio sciistico 5. Relativamente alle infrastrutture e alle attrezzature di cui al punto della montagna pistoiese è costituito dalle aree attrezzate poste a quota precedente, il presente piano detta, con la tavola P07 ed il presente Titolo III, superiore a m 900 s.l.m. nei Comuni di Abetone, Cutigliano, San Marcello anche in riferimento agli articoli 8 e 9 della Disciplina del P.I.T., criteri e Pistoiese e . SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento indirizzi relativi alle localizzazioni e al potenziamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie. 3. Al Piano fanno riferimento le previsioni di riassetto, consolidamento e sviluppo dei comprensori sciistici della montagna pistoiese, in sinergia con 6. Gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del il versante emiliano, creando un sistema di piste ed impianti ad uso pubblico territorio, tra cui i piani di settore, provvedono a precisare le localizzazioni che garantisca la salvaguardia ambientale e migliori condizioni di sicurezza per e le caratteristiche di tali infrastrutture e attrezzature con l’osservanza dei l’utente. predetti criteri e indirizzi.

Articolo 77 - Infrastrutture di trasporto a servizio dei comprensori sciistici

27 P.T.C. Pistoia - Variante Generale - Disciplina di piano 1014. Ai fini della dei materiali e delle tecniche di sci, oltre che delle norme di sicurezza da conformità con il P.T.C. le varianti del Piano delle Aree Sciistiche della garantire in rapporto al numero di utenze. Inoltre, trattandosi di attività Montagna P.se di cui al punto 1 ed i relativi progetti sono esaminati in Conferenza sportive con forte ricaduta sull’economia turistica del territorio, il Piano delle con le Autorità Statali e Regionali. Aree Sciistiche Attrezzate ha acquisito sempre maggiore importanza nell’ambito della pianificazione urbanistica, al punto da contribuire ad indirizzarne le scelte nell’ambito della più ampia attività di programmazione economica delle Variante generale PTC 2018: la Variante al Piano delle Aree amministrazioni comunali interessate. Sciistiche Attrezzate La Variante Generale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pistoia è adottata con D.C.P. n° 8 del 23 Marzo 2018. La Variante al PTC comprende anche una Variante Puntuale al Piano delle Aree Sciistiche Attrezzate approvato nel 2013: le modifiche puntuali non coinvolgono l’impianto di risalita Doganaccia-Lago Scaffaiolo, la cui previsione viene rappresentata senza variazioni nella tavola 5 “Carta delle piste e degli impianti”.

(Relazione)

La rete degli impianti a fune è specifica e disciplinata nel Piano Provinciale delle Aree Sciistiche attrezzate approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 184 del 19 dicembre 2013 il piano è parte integrante del PTC, che rientra tra i piani di settore di competenza Provinciale.

Il piano di settore così come approvato, essendo ricompreso nell’ambito del P.T.C. ed individuandosi come strumento di coordinamento di tale attività e di indirizzo nei confronti degli strumenti urbanistici comunali, è stato quindi inserito nella variante al P.T.C.

Con la presente variante vengono adottate alcune piccole varianti al Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate, che vengono allegate al PTC, che cercano di venire incontro alle sopraggiunte esigenze dei Comuni di dare una risposta alle richieste di zone adibite alle nuove discipline sportive e ricreative, soprattutto invernali, come snowboard e parchi attrezzati destinati ai più piccoli, SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento per una offerta turistica sempre più al passo con i tempi.

In riferimento alle attività sportive invernali che si svolgono nel comprensorio montano pistoiese, appare evidente come nel tempo si siano determinate tutta una serie di necessità di rivedere il sistema strutturale esistente, legate sia alla evoluzione tecnologica che hanno avuto le moderne attrezzature impiantistiche di risalita, con considerevoli aumenti della portata oraria, che alla necessità di conferire geometrie alle piste di discesa rendendole compatibili con la evoluzione

28 Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate Variante Generale (2013)

La Provincia di Pistoia è dotata di un Piano delle Aree Sciistiche Attrezzate dal 1997, quando con Delibera di Consiglio n.38 del 28 febbraio 1997, fu approvato il primo Piano del Settore, poi pubblicato su BURT n.17 del 30 aprile 1997. La prima variante è stata approvata con D.C.P. n. 222 del 15/10/2002. La Variante generale in oggetto è stata approvata in data 13/12/2013. E’ in corso una variante puntuale a detto Piano, inclusa nella Variante Generale al PTC della Provincia di Pistoia. Tale strumento si è rivelato di sostanziale importanza per consolidare e gestire la pratica degli sport sulla neve insieme alla valorizzazione e tutela dell’ambiente. Esso è diventato col tempo uno strumento necessario per consentire ai Comuni interessati di operare sugli impianti e sulle piste seguendo le direttive del piano, in modo tale da rimanere sempre congruenti con le scelte motivate e studiate nell’insieme delle caratteristiche del comprensorio montano della Provincia di Pistoia. Tale Piano si era basato su di una analisi delle necessità di ottimizzare i flussi di fruizione dell’allora esistente sistema di piste ed impianti, studiando i flussi di “risalita” prodotti dagli impianti in maniera da andare ad ottimizzarsi con i flussi di “discesa” resi possibili dalle piste. Pertanto riferendosi ai punti storicamente esistenti di sosta/partenza dagli impianti (Regine, Abetone, Faidello, ecc.) il Piano creava un sistema di uso per il turismo invernale del territorio montano articolato in più aree distribuite nei Comuni di Abetone, Cutigliano, San Marcello P.se, Sambuca P.se.

(Piano Aree sciistiche 1997)

“In questo ambito territoriale viene mantenuta in essere la destinazione per una fruizione turistico-sciitistica che risulti compatibile con la salvaguardia dell’ancora intatta naturalità dell’area montana posta ad oriente della linea degli impianti Cutigliano - Doganaccia (Gran Baita) – Rifugio Manzani, tenendo

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento conto del fatto che il comprensorio di piste si sviluppa ad oggi pressoché esclusivamente ad ovest di tale allineamento, salvo la possibilità che in periodi di buon innevamento vengano utilizzati dagli sciatori anche gli spazi aperti di “aree sciabili” situati nelle zone di prato-pascolo esistenti nella parte alta dei versanti posti ad oriente dei suddetti allineamenti di impianti di risalita. L’area in oggetto comprende sia l’attuale comprensorio sciistico della Doganaccia, Nella potenziale utilizzabilità dei percorsi esistenti nell’intero comprensorio di collegato all’abitato capoluogo di Cutigliano da un impianto a fune, che la zona di mulattiere, carrarecce, piste da fondo e/o collegamenti sciabili già presenti sul potenziale sviluppo con impianti e piste di nuova concezione verso il Monte territorio, opportunamente integrati da nuove aree aperte realizzate ex novo, il Spigolino, contenute nelle proposte di Piano del 1997. Piano individua uno sviluppo-adeguamento dell’area sciabile ad ovest della linea

29 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

30 degli impianti esistenti citati creando una nuova area di sci verso la Croce Arcana territorio, in ragione del rispetto dei principi esposti di protezione della che ne sviluppi l’estensione verso occidente, privilegiando invece l’uso pregevolezza ambientale – paesaggistica dell’area ad Est degli attuali impianti.” “naturalistico” del territorio posto ad est degli impianti esistenti. In tale contesto è stata inserita la previsione di un nuovo skilift che da “la piaggia” arriva alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) “Croce arcana”. In tale ottica ben si presta la previsione di uno sviluppo verso est di un’attività di Riferendosi alle valutazioni degli effetti ambientali la proposta di Variante piste da fondo le quali, sfruttando percorrenze già tracciate nella morfologia dei comporterà azioni diversificate nella loro localizzazione secondo il seguente versanti (sentieri, carrarecce, ecc.) costituisce attività compatibile con il schema: mantenimento della naturalità dei luoghi da preservare. 1. Comparto territoriale Doganaccia – m. Spigolino (Comune di Cutigliano) In questo ambito il Piano prevede inoltre il mantenimento della previsione del - sviluppo ed adeguamento dell’area sciabile ad Ovest della linea degli impianti Piano 1997 per quanto riguarda la creazione di una pista nella parte inferiore del esistenti versante ad Est degli impianti per creare un collegamento mediante un nuovo - mantenimento dell’uso “naturalistico” del territorio posto ad Est degli stessi, impianto che colleghi l’area sciabile esistente a monte, con il nucleo di impianti promuovendo attività turistiche e di fruizione ecocompatibili della Doganaccia - Gran Baita, fulcro della mobilità degli sciatori, e di cui è - verifica della possibilità di collegamento della stazione di Doganaccia con quella previsto la ricostituzione del collegamento con il Rifugio Manzani attraverso una del Corno alle Scale nuova seggiovia a due posti. - integrazione dell’offerta di piste ed aree sciabili nelle pertinenze di quanto ad Non sono previste modifiche morfologiche in tale areale relativamente alle parti oggi in parte sfruttato per la pratica dello sci nelle aree di prato pascolo poste ad alte del versante già di per sé ad oggi morfologicamente idonee all’uso sciistico oriente del nodo di mobilità principale della Doganaccia-Gran Baita quale “area sciabile”, così come ad oggi sfruttate per il rientro, in variante, agli La sostenibilità delle azioni di Piano è stata effettuata considerando il rapporto impianti della Doganaccia in condizioni di buon innevamento. tra le potenzialità di impatto nei confronti del sistema ambiente – paesaggio – In sede di sviluppo dell’attuale Variante è stata esaminata la possibilità di ampliare fragilità territoriale – consumo delle risorse, assumendo i seguenti quattro gradi di la potenzialità della stazione sciistica di Cutigliano – Doganaccia, dotandola di un valutazione di sintesi: collegamento con la limitrofa stazione del Corno alle Scale, per creare un POSITIVA: sono attesi effetti favorevoli indotti sul sistema sopra definito da parte comprensorio più ampio, diversificato nell’offerta sciistica e di maggiore attrattiva delle azioni complessivamente individuate dalla Variante di Piano; per uno sviluppo dell’attività dello sci, prendendo atto della esistenza di un NEUTRA: Le azioni complessivamente individuate dalla variante di Piano non progetto elaborato in tal senso a partire dai primi anni 2000 e coordinato da parte hanno interferenze rilevanti sul sistema sopra definito; della Comunità Montana Appennino Pistoiese, raccordato all’avvenuto rinnovo e CONDIZIONATA: sono attese, per alcuni interventi compresi nelle Azioni previste potenziamento dell’impianto tra Cutigliano e la Doganaccia e che prevede dal Piano, interferenze con alcuni aspetti che caratterizzano il sistema sopra l’integrazione ad esso sia di un collegamento tra Casotti e Cutigliano per migliorare descritto, creando situazioni di impatto che, in prima istanza, possono essere gli afflussi dalla valle, che di un impianto a fune tra la Doganaccia e Prato alla mitigate e rese compatibili con i criteri di protezione e salvaguardia contenuti Nevosa, costituendo di fatto un potenzia le importante raccordo interregionale tra nelle schede e norme ad oggi esistenti (P.I.T., Natura 2000, ecc.) mediante una la stazione della Doganaccia e quella emiliana del Corno alle Scale. attenta progettazione dei singoli interventi che seguano le indicazioni e le Relativamente alla progettazione preliminare delle opere civili relative alle specifiche normative di riferimento e di cui si riportano in Appendice gli stralci stazioni dei collegamenti funiviari Casotti-Cutigliano e Doganaccia-Prato alla più significativi cui attenersi. Nevosa, nel novembre 2003 è stato redatto, su commissione del Consorzio Alto NEGATIVA: sono attesi importanti impatti complessivi riferiti all’intero comparto, Appennino Sviluppo, un progetto finalizzato che conteneva tra l’altro una di cui non è ragionevolmente individuabile una mitigazione tale da ammetterne la SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento valutazione di prefattibilità ambientale di tali interventi, ponendo le basi per una compatibilità con le norme e gli indirizzi di protezione esistenti. positiva valutazione di fattibilità dell’operazione progettata, anche in riferimento Dalla suddetta analisi applicata ai sei comparti – azioni di intervento, così come al fatto che a tale impianto non è associata la previsione di nuove piste nel definiti nella tabella di sintesi, non è emersa la condizione definibile NEGATIVA versante toscano di rientro da Prato alla Nevosa alla Doganaccia. applicando il criterio sopra descritto, ma per lo più sono emerse situazioni o Il Piano ritiene di poter mantenere attiva tale ipotesi, consapevole che uno POSITIVE o CONDIZIONATE, potendo quindi giungere ad una valutazione specifico studio di V.I.A. per tale intervento di potenziamento della stazione della complessivamente POSITIVA della globale operazione di Variante al Piano Doganaccia e dell’impianto interregionale descritto potrà accertare, in sede di intrapresa, accertando la compatibilità strategica tra l’ottenimento degli obiettivi sviluppo progettuale, le metodiche realizzative e tipologiche da adottare per prefissati dalla operazione pianificatoria intrapresa ed il sistema ambientale confermare la potenziale fattibilità e compatibilità dell’intervento con il -paesaggistico -territoriale ed i relativi criteri di protezione e salvaguardia.

31 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

32 Verifica preliminare dell’Incidenza Ambientale (Vinca)

Per gli interventi ricadenti nelle aree Natura 2000 o interferenti con esse, è stata quelli che pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo elaborata una specifica Verifica preliminare dell’incidenza ambientale, di stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. approfondimento delle interrelazioni tra gli interventi pianificati e le valenze Rete Natura 2000 è lo strumento a livello europeo, attraverso il quale viene ambientali e paesaggistiche proprie delle suddette aree. garantita la tutela di habitat e specie di flora e fauna minacciati o in pericolo di La valutazione d’incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è estinzione. Rete natura 2000 comprende - ai sensi di quanto previsto dalla necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze Direttiva 92/43/CEE “Habitat” – l'insieme dei territori protetti costituito dalle

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento significative su un Sito o proposto Sito della Rete Natura 2000, singolarmente o Zone Speciali di Conservazione (ZSC) ovvero dai Siti di Importanza Comunitaria congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di (SIC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva conservazione del sito stesso. 79/409/CEE “Uccelli”, abrogata e sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE. La valutazione di incidenza, se correttamente realizzata ed interpretata, costituisce I SIC sono siti che contribuiscono in modo significativo a mantenere o a lo strumento per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il ripristinare un tipo di habitat naturale o una specie, in uno stato di conservazione raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli soddisfacente. Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio. designa i SIC come Zone Speciali di Conservazione, entro il termine massimo di sei È bene sottolineare che la valutazione d’incidenza si applica sia agli interventi che anni. Le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) sono, di fatto, dei SIC a cui sono ricadono all’interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a applicate, entro un termine massimo di sei mesi dall’istituzione, le misure di

33 conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato.

Comprende sia l’attuale comprensorio sciistico della Doganaccia, che la zona di potenziale sviluppo con impianti e piste di nuova concezione verso il Monte Spigolino, contenute nelle proposte di Piano del 1997. il Piano individua uno sviluppo-adeguamento dell’area sciabile ad ovest della linea degli impianti esistenti attraverso: - creazione di una nuova area di sci verso la Croce Arcana che sviluppi l’estensione del comparto verso occidente; - previsione di uno sviluppo verso est di un’attività di piste da fondo sfruttando percorrenze già tracciate nella morfologia dei versanti (sentieri, carrarecce, ecc.); - creazione di una pista nella parte inferiore del versante ad Est degli impianti per creare un collegamento mediante un nuovo impianto tra l’area sciabile esistente a monte e gli impianti della Doganaccia-Gran Baita, - un nuovo skilift che da “La Piaggia” arriva alla “Croce Arcana”; - ricostituzione del collegamento con il Rifugio Manzani attraverso una nuova seggiovia a due posti; - creazione di un collegamento con la stazione del Corno alle Scale, raccordato all’avvenuto rinnovo e potenziamento dell’impianto tra Cutigliano e la Doganaccia e che prevede l’integrazione ad esso sia di un collegamento tra Casotti e Cutigliano per migliorare gli afflussi dalla valle, che di un impianto a fune tra la Doganaccia e Prato alla Nevosa; - potenziale utilizzabilità dei percorsi esistenti nell’intero comprensorio (mulattiere, carrarecce, piste da fondo e/o collegamenti sciabili già presenti sul territorio), opportunamente integrati da nuove aree aperte realizzate ex novo; - possibilità che in periodi di buon innevamento vengano utilizzati dagli sciatori anche gli spazi aperti di “aree sciabili” situati nelle zone di prato-pascolo esistenti nella parte alta dei versanti posti ad oriente dei suddetti allineamenti di impianti di risalita; - uso sciistico quale “area sciabile” relativamente alle parti alte del versante già di per sé ad oggi morfologicamente idonee e ad oggi sfruttate per il rientro, in variante, agli impianti della Doganaccia in condizioni di buon innevamento; SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

34 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

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36 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

37 Strumenti urbanistici del Comune di San Marcello attività agricole; attività commerciali; attività produttive: artigianato ed industrie; Piano Strutturale attività ricettive; Di seguito si riportano gli articoli delle norma tecniche di attuazione del Piano attività turistiche; Strutturale approvato con DCC n. 6 del 5/02/2010, che riguardano l’area in esame, attività terziarie-direzionali; con le prescrizioni relative più significative: servizi e attrezzature pubbliche e/o di uso pubblico; mobilità Funzioni strutturali (deflusso e regimazione delle acque, stabilità dei versanti, protezioni dall'erosione del suolo, mantenimento delle radure e delle aree di brughiera, ecc.); Turismo eco compatibile. Attività ricettiva: è ammessa la sola attività ricettiva legata alla funzionalità del rifugio esistente, Porta Franca, ed ai due rifugi di progetto, Casetta delle Valli e Capanna della Forestale. Mobilità: impiantistica di tipo a fune funzionale all’attività turistica di tipo invernale ed estivo di cui alla delibera C.C. n.111 del 29/11/04; Prescrizioni Non sono ammessi interventi di nuova edificazione ad eccezione di quelli funzionali all’impianto a fune di cui alla delibera C.C. n.111 del 29/11/04; La realizzazione dei due rifugi di progetto dovrà essere prevista in manufatti esistenti con interventi di recupero funzionale. Qualsiasi tipo di intervento per la riduzione dell’inquinamento, del rischio idraulico, del dissesto idrogeologico e per opere di bonifica dovrà essere realizzato prioritariamente con tecniche e tecnologie di ingegneria naturalistica che dovranno tendere alla rinaturalizzazione dei luoghi; Qualsiasi tipo di intervento su questa area e non espressamente previsto dal Piano Strutturale anche se derivato da piani e progetti sovracomunali od intercomunali, compreso quanto discusso in sede di Consiglio Comunale in data 29.11.2004, con Del. 111 “Presentazione delle Attività e dei progetti del estratto tav. QP1 Carta dei sistemi territoriali, ambiti di paesaggio, sottosistemi Consorzio Alto Appennino Sviluppo. Discussione.” dovrà essere soggetto a territoriali ed unità di paesaggio Valutazione di Incidenza ai sensi della L.R. n. 56/2000 ed/o a V.I.A. ai sensi dell’art. 5 della L.R. 79/98

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento art. 34 “Sottosistema di ambito di paesaggio di crinale a naturalità diffusa” obiettivi per l'area Art. 35 - Sottosistema di Ambito di Paesaggio delle Aree Silvopastorali dell’Alta Mantenimento delle caratteristiche di naturalità diffusa. Montagna Pistoiese versante Nord Promozione di un sistema di servizi e itinerari escursionistici anche attraverso la obiettivi per l'area realizzazione e individuazione di punti di sosta attrezzati. - Mantenimento delle caratteristiche di naturalità diffusa. funzioni compatibili - Controllo e regolamentazione degli effetti dell’escursionismo turistico. Sono funzioni compatibili come precedentemente descritte all’art. 3 comma 3: - Consolidamento della presenza umana stabile in tutto il sistema silvopastorale, funzioni naturali di sottosistema; anche se parzialmente, legato alla produzione silvopastorale e/o agricola, residenza; soprattutto nell’ottica di funzione di presidio ambientale.

38 - Sostegno e valorizzazione del settore agro-silvo-pastorale attraverso: Data la presenza in località Pian dei Termini, dell’Osservatorio Astronomico della o una politica di qualificazione e valorizzazione dei prodotti tipici (latticini e Montagna Pistoiese, dovranno essere previste opportune misure di prevenzione derivati, castagne, ecc.) per la riduzione dell’inquinamento luminoso su tutto il territorio, così come o La promozione dell'economia rurale con l’integrazione di funzioni e settori regolato al successivo art. 79 delle presenti norme. produttivi compatibili attraverso la ricettività domestica diffusa con alloggi e/o camere anche presso residenze stabili ricavate nel patrimonio edilizio esistente; agriturismo; pubblici esercizi e commercio di prodotti tipici; - Il recupero di tutti i manufatti legati all’attività tipica silvopastorale (metati, Art. 56 - Radure e spazi aperti caciaiole, ricoveri per animali, capanne, ricoveri temporanei, ecc). In tali aree si svolge una attività di agricoltura e di pastorizia che pian piano è - Il miglioramento dell’accessibilità complessiva. andata diminuendo nel - La tutela del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente. corso degli anni con la conseguenza del suo abbandono e del rischio di - Il recupero e la valorizzazione della maglia viaria di antica formazione, dei progressivo avanzamento del bosco. percorsi rurali, delle strade forestali, della sentieristica. Il Piano Strutturale nella sua articolazione individua in queste zone uno dei - Il mantenimento delle radure esistenti all’interno dei boschi, delle praterie momenti di maggior pregio non solo per il loro valore paesaggistico, ma anche intrasilvatiche e delle vaste aree di pascoli e di brughiere. per l’attività agricola e zootecnica che ancora - Mantenimento e miglioramento delle fasce boscate, siepi, filari e boschetti che parzialmente in alcune aree vi si svolge. compongono il paesaggio delle aree agricole e svolgono importanti funzioni Nelle aree di radura inserite nella Tav. N. QP6 ”Carta delle invarianti ecologiche strutturali” non sono previste nuove edificazioni di edilizia abitativa se non - Promozione di un sistema di servizi ed itinerari escursionistici attraverso la funzionale alla conduzione del fondo da parte degli I.A.P.. realizzazione e individuazione di punti di sosta attrezzati e di rifugi con il recupero Il Regolamento Urbanistico, nella sua articolazione di dettaglio, dovrà di strutture esistenti (capanne, ricoveri per animali, ecc). individuare su quali di tali aree è ammissibile la realizzazione di nuovi annessi - Realizzazione di rifugi lungo i percorsi escursionistici agricoli e le modalità di costruzione, le tecnologie, le tecniche - Recupero del vecchio percorso delle piste da sci inserite nel piano provinciale impianti e piste in località Pratorsi e La Casetta ed eventuale integrazione con la viabilità forestale esistente, al fine di realizzare un percorso polivalente inverno- estate come piste da sci di fondo, percorsi verdi estivi, ecc. funzioni compatibili Sono funzioni compatibili come precedentemente descritte all’art. 3 comma 3: residenza; attività agricole; attività commerciali; attività ricettive; attività turistiche e per il tempo libero; servizi e attrezzature pubbliche e/o di uso pubblico; mobilità; funzioni naturali di sottosistema; SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento prescrizioni Le modificazioni e le trasformazioni funzionali e ambientali dovranno essere tutte quelle che garantiscono la tutela delle risorse presenti. Radure, pascoli e brughiere non potranno essere modificate, al contrario dovranno essere incentivate tutte le azioni finalizzate al loro mantenimento e recupero dal progressivo avanzamento del bosco, prevedere operazioni di ripristino con interventi di taglio di essenze non autoctone e con interventi di sfalcio delle aree di radure. estratto tav. QP2 carta del sistema funzionale ambientale degli elementi di pregio

39 Le aree tutelate ai sensi della L.R. 56/2000 e le aree immediatamente limitrofe alle stesse sono soggette alle prescrizioni e tutela contenute nello studio di incidenza facente parte integrante degli elaborati di piano strutturale. art. 57 “I Siti di Importanza Regionale (SIR): Bioitaly” Sono individuato nella Tav. N.QP2 “Sistema Funzionale Ambientale degli Elementi Paesaggistici di Pregio” e corrispondono a zone che per le loro caratteristiche di habitat naturale o semi-naturale per presenza di flora e di fauna, in conformità con art. 21 - Piante di rilevanza paesaggistica ed alberi monumentali la Direttiva 79/409/CEE ed ai sensi della L.R. 56/2000, sono riconosciuti come Siti Le piante di rilevanza paesaggistica, rappresentate nella Tav. n. QP6 ”Carta di Rilevanza Regionale. delle Invarianti Strutturali”, sono piante non comprese negli elenchi degli alberi Il territorio del comune di San Marcello è interessato dal sito di importanza monumentali, che per età o dimensioni possono essere considerati come rari regionale n. 33 Monte Spigolino Monte Gennaio, (Del. G.R. 5 luglio 2004, n. 644). esempi di maestosità, longevità o legate a testimonianze storiche paesaggistiche. Tale area presenta forti elementi di criticità rappresentati dalla progressiva Nel territorio del comune di San Marcello sono presenti i seguenti alberi: riduzione dell’aree scoperte di brughiera e di pascolo, presenza di escursionismo … proveniente dalla Doganaccia e dalla Croce arcana, impianti sciistici della Località Monte Spigolino: faggio di circonferenza m. 2,00 di età presunta Doganaccia. maggiore di anni 150 Ai sensi della Del. G.R. 644/2004, in tale area dovrà essere tutelato l’attuale Essi presentano tutte le caratteristiche atte al loro inserimento negli elenchi pascolo e regolamentato l’escursionismo turistico attraverso forme di gestione. degli alberi monumentali ai sensi della L.R. n. 60/98. In particolare dovranno essere adottate le seguenti misure di conservazione: Fino al momento del loro inserimento in tali elenchi, si applicano le norme di A. Principali Obiettivi di conservazione tutela di cui agli artt. 55 e 56 del Regolamento Forestale n. 48/R del 8 agosto − Mantenimento del complesso di ambienti sommatali come praterie e brughiere 2003. montane ed affioramenti rocciosi che costituiscono l’abitat per numerosi Attorno a tali alberi dovrà essere individuata una superficie circolare di tutela e passeriformi nidificanti ed aree di caccia di Aquila chryseitos rispetto di raggio minimo di m. 10,00, all’interno della quale possono essere − Mantenimento delle formazioni erbose di Nardo. effettuati solamente lavorazioni ed interventi per la difesa, tutela e − Mantenimento di elevati livelli di naturalità con particolare riferimento alla zona valorizzazione degli esemplari arborei, è da escludere qualsiasi intervento del Corno alle scale tendente alla costipazione ed impermeabilizzazione dei suoli. − Tutela delle stazioni di specie rare di flora Gli alberi monumentali sono piante forestali inserite nell’elenco degli alberi − Riduzione di eventuali impatti significativi causati dal turismo escursionistico monumentali della provincia di Pistoia ai sensi della L.R. 60/98, inseriti nel B. Indicazioni per le misure di conservazione: P.T.C. e come tali sono tutelati. − Esame della situazione attuale del pascolo Attorno a tali alberi dovrà essere individuata una superficie circolare di tutela e − Verifica rispetto agli obiettivi di conservazione, (in particolare rispetto alle rispetto di raggio minimo di m. 10,00 all’interno della quale possono essere esigenze ecologiche dei Nardeti e all’eventuale impatto sulle stazioni di specie effettuati solamente lavorazioni ed interventi atti alla difesa, tutela e aree di flora) e adozione delle opportune misure contrattuali per il raggiungimento valorizzazione degli esemplari arborei, è da escludere qualsiasi intervento di modalità ottimali di gestione. tendente alla costipazione ed impermeabilizzazione dei suoli. − Esame dell’impatto causato dal turismo escursionistico e adozione di misure normative o gestionali eventualmente opportune. − Verifica della consistenza delle popolazione di specie preda di Aquila chryseitos Art. 66 - La viabilità storica ed i sentieri di montagna SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento (Lagomorfi, Galliformi) e loro eventuale ricostituzione La viabilità storica è rappresentata dal sistema della mobilità risalente al Dovrà essere elaborato un piano di settore per la gestione delle attività di periodo Leopoldino e rintracciabile nella cartografia del Catasto omonimo, fruizione turistica e delle infrastrutture connesse, ed un Piano di Azione per la rappresentati nelle Tav. N.QC10 ”Carta della Stratificazione Storica” e nella Tav. gestione del pascolo. N.QP6 ”Carta delle Invarianti Strutturali”. Qualsiasi tipo di interventi per la riduzione dell’inquinamento, del rischio Sono ancora individuabili molti tratti del selciato e dei muri a secco di idraulico, del dissesto idrogeologico e per opere di bonifica dovrà essere realizzato contenimento della ricca rete di collegamenti che attraversava il territorio di prioritariamente con tecniche e tecnologie di bioingegneria e dovranno tendere alla San Marcello e che collegava Pistoia con il Modenese e con Bologna, e della rinaturalizzazione dei luoghi; antica maglia di strade poderali. La viabilità riveste grande importanza per la memoria storica che essa rappresenta, a tutt’oggi è quasi tutta percorribile.

40 estratto della tav. QP6 – Invarianti strutturali

estratto tav. QP7 carta dei beni ambientali e culturali Art. 69 - Le Aree di interesse storico architettonico e le aree a rischio archeologico ...Le aree a rischio archeologico sono rappresentate da zone poste allo studio dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze e Pistoia e corrispondono alle seguenti zone: Art. 23 - Il patrimonio edilizio ed urbanistico esistente di particolare interesse Pontepetri storico e culturale Passo della Pedata del Diavolo Il patrimonio di particolare interesse storico e culturale individuato nella Tavola Passo del Cancellino di piano Tav. N. QP7 “Carta dei beni ambientali e culturali” e Tav. N. QP6 “Carta Passo della Calanca delle Invarianti Strutturali” è rappresentato da: SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento La Calanca - gli immobili di rilevante valore architettonico e vincolati ai sensi della ex-L. Fino alla definizione dello studio in corso da parte della competente 1089/39 (PARTE II titolo I D.Lgs. 42/2004) presenti sul territorio e di cui Soprintendenza Archeologica, e delle conseguenti determinazioni, in queste zone, a all’allegato “A” alle presenti norme. solo scopo cautelativo, ogni intervento potrà essere attuato solo dopo sopralluogo - aree di rilevante valore paesaggistico e vincolati ai sensi della ex-L. 1497/39 da parte dell’ente competente e futuro detentore del vincolo… (PARTE III titolo I D.Lgs. 42/2004) presenti sul territorio e di cui all’allegato “B” alle presenti norme. - “Elenco degli edifici e dei manufatti e delle aree di rilevante valore storico e testimoniale che ricoprono importanza di identità e di riconoscibilità all’interno del territorio comunale di San Marcello” e di cui all’allegato “C” alle presenti

41 norme, in cui gli interventi sono soggetti al preventivo esame da parte della Conservazione e manutenzione della sentieristica esistente, ripristino di percorsi Commissione per il paesaggio. storici e realizzazione di nuovi collegamenti. ... Realizzazione di “belvedere” punti sosta panoramici - Dal tracciato della F.A.P. e dalle opere ed edifici annessi e connessi. Realizzazione di rifugi montani - Le Margini, Edicole sacre e Maestà dislocate lungo tutti i percorsi del territorio Realizzazione in località Spianessa, ai sensi dell’art. 39 della L.R. 23 marzo 2000, comunale. di un campeggio a gestione non lucrativa a supporto dell’attività di dattica … culturale e per il tempo libero già attiva in detta località. Potenziamento della struttura scientifico-didattica dell’Osservatorio Astronomico, anche con possibilità di ampliamenti organici una-tantum. Si indica infine nell’estratto della tav. QP3 il corridoio infrastrutturale per Realizzazione di anelli di piste da sci di fondo in località Pratorsi e Casetta l’impianto di progetto a fune di progetto individuato nel Piano Strutturale. Pulledrari. Sviluppo e potenziamento dell’attività agricola ed agrituristica attraverso il recupero di tutti i manufatti rurali esistenti Funzioni compatibili residenza: residenza stabile, residenza secondaria, e altri usi di abitazione diurna; attività agricole: agricoltura di montagna, agricoltura di ogni tipo e con ogni tecnica, residenza agricola, allevamento, vivaismo e coltivazioni in serra, agriturismo, colture arboree da legno; attività produttive: piccolo artigianato legato alle attività produttive tradizionali presenti: attività commerciali: commercio al minuto, pubblici esercizi senza ricettività; attività turistica: turismo in genere, attività per il tempo libero, escursionismo; attività ricettive: campeggi, alloggi per locazione temporanea, rifugi di montagna; servizi e attrezzature pubbliche e/o di uso pubblico: servizi e attrezzature collettive, pubbliche e private, culturali, ricreativi, associativi, sportivi e per attività motorie, mobilità: viabilità carrabile, ciclabile, pedonale, trasporto pubblico e privato, parcheggi; ogni opera od intervento riconosciuto di pubblica utilità o di pubblico interesse;

estratto tav. QP3 carta del sistema funzionale infrastrutturale della mobilità

Si riportano anche gli obiettivi dell’art. 76 relativo all’UTOE 6 del Territorio

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento montano Nord:

Obiettivi per l'area - Valorizzazione e riqualificazione ambientale Collegamento con l’area turistica della Valle dell’Andia e con la zona sciistica di Cutigliano. Sviluppo di un turismo verde ed escursionistico Realizzazione di un parco alla memoria nella zona della Maceglia in corrispondenza del cippo al partigiano.

42 Studio d’incidenza ambientale (Vinca) SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

43 Tabella riassuntiva degli impatti sul Sito IT5030006 Il grado di incidenza, tenuto conto anche delle mitigazioni proposte, viene proposto secondo quattro livelli: positivo (+); negativo non significativo(Ns), negativo (-) e nullo (N). Il grado nullo è stato attribuito esclusivamente a quelle azioni che non comportano alcun impatto o disturbo in quanto non previste all’interno del Sito preso in considerazione. SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

44 Si riportano di seguito le conclusioni dello studio di incidenza ambientale: La progettazione di ogni intervento di gestione e trasformazione delle risorse ambientali dovrà avere come scopo principale la tutela del patrimonio naturale e Dall’analisi dei rapporti tra le singole UTOE e il Sito IT5130006 risulta che non ci in secondo luogo il miglioramento e mantenimento della diversità biologica e siano dei rapporti tra gli obiettivi, le azioni previsite nelle aree omogenee e le paesaggistica. componenti ambientali se non per l’UTOE 6, che è interessata per oltra 400 ha dal In ultima analisi sembra pertanto possibile affermare che le azioni previste dal Sito di Interesse Comunitario. Dalla tabella riassuntiva si può dedurre che gli piano strutturale, oggetto del presente studio, se affiancate in fase di impatti complessivi sul Sito siano modesti e non significativi (Ns) tutti riferibili ad attuazione dalle mitigazioni proposte nel presente elaborato, non comportino azioni che attualmente già vi si verificano all’interno (attività turistiche, pascolo, un’incidenza negativa significativa su habitat e specie di interesse comunitario attività di sci escursionistico...). Il Piano Strutturale, strumento urbanistico presenti all’interno dei SIC e ZPS del Comune di e aree fondamentale nella pianificazione comunale serve come linea guida (determinante) limitrofe. degli obiettivi di sviluppo del territorio rimanendo generico sulle scelte progettuali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, pertanto, a causa della genericità sulle scelte progettuali da attuare rimane complicato determinare gli effetti sulle componenti ambientali. Alla luce di quanto esposto e seguendo le indicazioni (prot. AOOGRT int. 45 25/09/2007), tutte le azioni per le quali rimane l’incertezza che la trasformazione o l’opera possa pregiudicare l’integrità del Sito e dei suoi habitat sono state giudicate negative non significative e previste le necessarie opere di mitigazione. Risultano anche degli impatti nulli (N) dovuti ad azioni localizzate all’esterno del Sito e che non hanno influenza alcuna sugli habitat, sulle fitocenosi o sulla fauna. Il potenziamento delle attività agro-pastorali finalizzate ad un’agricoltura biologica e ad un presidio permanente del territorio, insieme ad un corretto uso delle risorse del sottobosco nel contesto alpestre del territorio determinano impatti positivi diffusi all’interno dei Siti, in quanto non vengono intaccate le superfici occupate dagli habitat di interesse comunitario, anzi le attività di pascolo favoriscono il miglioramento di alcune cenosi vegetali di interesse conservazionistico. Una corretta gestione della rete dei sentieri, utilizzando anche gli strumenti offerti dalla L.R.T. n°17, 20 marzo 1998 (Rete escursionistica della Toscana), integrata con tabelle a carattere naturalistico, e con un regolamento speciale per l’escursionismo nelle aree di pregio ambientale, può essere considerata un’azione a impatto positivo sul Sito o comunque un’azione indifferente sulle componenti ambientali. Tutti gli interventi previsti all’interno del Sito Rete Natura 2000, invariante strutturale dalla L.R.T. 56/2000 art.1, dovranno essere valutati da specifici Studi di Incidenza e concordati SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento dai proponenti con gli Enti gestori dei Siti di Interesse Regionale. La presente relazione tecnica di valutazione d’incidenza ha dunque evidenziato le strategie che dovranno essere adottate per garantire il soddisfacimento delle condizioni necessarie alla realizzazione delle trasformazioni previste, od eventuali, nelle aree oggetto di intervento, siano esse ricadenti completamente o solo parzialmente all’interno del SIR, o in aree a rilevante pregio ambientale e paesaggistico, sulla base delle specifiche condizioni di criticità del territorio rilevate.

45 Regolamento Urbanistico e) la realizzazione e manutenzione di infrastrutture tecniche e di difesa del Di seguito si riportano gli articoli delle norma tecniche di attuazione del suolo, quali canali, opere di difesa idraulica e simili; Regolamento Urbanistico approvato parzialmente con DCC n. 25 del 29/08/2014 e f) la realizzazione di impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, parzialmente (2° stralcio) con DCC n. 27 del 23/09/2016, che riguardano l’area in cabine di decompressione per il gas per gli acquedotti e simili... esame, con le prescrizioni relative più significative:

- art. 107 “aree agricole di crinale E8” Sono le fasce altimetriche più elevate definite all'art. 6 Invarianti Strutturali e facenti parte del Sistema Funzionale degli Ambiti di Pregio Paesaggistico del Piano Strutturale distinte in cartografia alla tav. n. 4.10, in scala 1/10.000 del Regolamento Urbanistico. All'interno di tali aree sono ammesse le attività agro-pastorali, non sono ammesse: - la nuova edificazione; - l'installazione delle attrezzature e degli impianti relativi alle telecomunicazioni e la costruzione di stazioni radio base per la telefonia mobile; Tutti gli interventi e le attività svolte in questa area debbono essere soggette agli indirizzi e prescrizioni contenute nella Relazione di Incidenza allegata al Piano Strutturale.

- art. 133 “sentieristica ed aree sosta e rifugi escursionistici”

(di progetto)

Sentieristica La sentieristica che attraversa il territorio comunale è rappresentato nella Tav. n. 4.10 del Regolamento Urbanistico ed è composta da: sentieristica esistente: C.A.I., M.P.T. G.E.A., sentieristica e viabilità storica e/o di interesse storico di cui è stata proposto l’inserimento ed adesione al catasto della Rete Escursionistica Toscana di cui all’art. 4 della LEGGE REGIONALE 20 - art. 106 “aree agricole produttive silvo pastorali E7” marzo 1998, n. 17 (Rete escursionistica della Toscana e disciplina delle attività Nelle aree con esclusiva o prevalente funzione agricola sono ammissibili le seguenti escursionistiche). trasformazioni fisiche e funzionali: a) le trasformazioni funzionali alla ordinaria coltivazione del suolo ed alle altre

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento attività produttive primarie quali le attività selvicolturali e di pascolo; b) la promozione del riformarsi della vegetazione spontanea per finalità di tutela Aree sosta - belvedere ambientale o naturalistica ovvero di salvaguardia dell'integrità fisica del territorio; Sono aree sosta ove sono previsti belvedere e sono contraddistinte con apposita c) la manutenzione degli esistenti elementi viari e spazi di sosta per i mezzi di simbologia sulla Tavola del R.U. n. 4.10. trasporto motorizzati; Tali aree sono localizzate lungo la Rete Escursionistica ed attrezzate per la sosta d) la realizzazione e la manutenzione di strade poderali ed interpoderali, di ed il ristoro degli escursionisti. larghezza non superiore a m. 4,00, che non potranno essere asfaltate, ne Nelle sole aree non di crinale e ad un livello inferiore a 1200 m/slm è consentita pavimentate con materiali impermeabilizzanti; la installazione di manufatti in legno semplicemente infissi al suolo,

46 cartellonistica didattica volta alla conoscenza del paesaggio e delle sue Tutti gli interventi e le azioni effettuate in questo sito dovranno sottostare alle caratteristiche. prescrizioni indicate nella Relazione di Valutazione di Incidenza allegata ed Nelle sole aree non di crinale e ad un livello inferiore a 1200 m/slm è consentita la approvata dal Consiglio Comunale di San Marcello Pistoiese in sede di realizzazione di una tettoia con apertura minima su tre lati per il ricovero approvazione di Piano Strutturale. temporaneo e la installazione di pannelli didattici. Nella zona sono prescritti: Lungo la sentieristica è sempre ammesso l’inserimento di aree di sosta attrezzate a) il mantenimento di ambienti sommitali come praterie e brughiere montane ed con inserimento di panche e tavoli in legno oltre a cartellonistica didattica. affioramenti rocciosi che costituiscono l’habitat per numerosi passeriformi nidificanti ed aree di caccia di Aquila Chryseitos; (di progetto) b) il mantenimento delle formazioni erbose di Nardo; c) il mantenimento di elevati livelli di compatibilità con particolare riferimento Rifugi alpini alla zona del Corno alle Scale; Sono le aree da destinare al recupero e/o ampliamento dei rifugi alpini esistenti ed d) la tutela di specie rare di flora; alla costruzione di nuove strutture con funzioni di sviluppo e supporto alla Nella zona sono vietate: sentieristica. a) le nuove costruzioni; ... b) la costruzione di stazioni radio base per la telefonia mobile; I Rifugi alpini di progetto (Art. 49 LR 42/2000) contraddistinti con apposita c) gli impianti solari termici e fotovoltaici; simbologia sulla Tavola del R.U. n. 4.10 sono ubicati nelle seguenti località: d) gli impianti eolici. - Capanna della Forestale - Casetta delle Valli - Le Roncole - Casetta di Vagliappi - Podere Butale - Podere Val di Noce - Podere Bagno - Fontana dell’Impero Su tali aree è ammissibile la costruzione di nuovi edifici laddove non esistono costruzioni esistenti o non sia possibile recuperare l’esistente fino a conseguire una ricettività di n. 25 escursionisti. Essi debbono disporre di: servizio di cucina o attrezzature per cucina comune spazio per somministrazione consumo alimenti e bevande spazio attrezzato per pernottamento Al rifugio previsto in località Podere Val di Noce, essendo tale posizione strategica nell’ambito della Rete Escursionistica locale, sono ammessi interventi, sempre privilegiando il recupero di fabbricati e/o ruderi esistenti, fino a conseguire una ricettività di n. 50 escursionisti SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

- art. 139 “SIR m. Spigolino e m. Gennaio” Il S.I.R. è indicato nella Carta del P.S. Tavola Q.P.2 Sistema Funzionale Ambientale degli elementi paesaggistici di pregio; corrisponde a zona che per la sua caratteristica di habitat naturale o seminaturale, per presenza di flora e di fauna, in conformità con la direttiva 79/409/CEE ed ai sensi della L.R. 56/2000 è riconosciuta come S.I.R. sito di rilevanza Regionale. Il Regolamento Urbanistico definisce la disciplina delle trasformazioni e delle utilizzazioni ammissibili e detta le disposizioni al fine di preservare i connotati conformativi del territorio e del paesaggio.

47 Tavola G3 – Carta della pericolosità geomorfologica 1:10.000 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

48 Valutazione Ambientale Strategia (Vas)

Previsioni del Regolamento Urbanistico UTOE 6 – Territorio montano Nord – Analisi quantitativa SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

49 SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

50 - Presenza di aree dismesse occupate da edifici produttivi, che costituiscono risorsa utile per progetti di rigenerazione urbana; Strumenti urbanistici del Comune di Cutigliano - Presenza di spazi aperti non edificati che costituiscono utile occasione per progetti di trasformazione e recupero urbano e per lo sviluppo degli impianti sportivi; Piano Strutturale - Viabilità principale leggibile, con possibilità di realizzazione di viale alberati La previsione dell’impianto di risalita interessa in minima parte il territorio del urbani. Comune di Cutigliano, dove comunque ricade la stazione di valle. Si riportano gli - Presenza di ampie superfici a parcheggi e piazzali, che costituiscono utile articoli delle norme tecniche di attuazione del Piano Strutturale approvato con DCC risorsa per un progetto di recupero a fini di produzione energetica. n. 4 del 11/01/2016 che riguardano l’area della Doganaccia: - Presenza di architetture industriali di un certo pregio (archeologia industriale), testimonianza del passato produttivo e dell’identità della comunità locale, Art. 9 - Indicazioni per le azioni alcune delle quali dismesse e utili nei progetti di rifunzionalizzazione urbana c1. Per gli ecosistemi di cui al precedente art. 8, si indicano le seguenti azioni. come contenitori per nuove attività. a) Ecosistema forestale: nodo forestale primario: c4. Criticità - Mantenimento e miglioramento della qualità degli ecosistemi forestali attraverso - Margine urbano disomogeneo. la conservazione dei nuclei forestali a maggiore maturità e complessità strutturale, - Assenza o non chiara definizione di relazioni con i tessuti urbani limitrofi. la riqualificazione dei boschi parzialmente degradati (castagneti cedui con intensi - Spazi aperti interclusi e aree dismesse e/o degradate. prelievi, pinete soggette a incendi, ecc.) e valorizzando le tecniche di selvicoltura naturalistica. - Recupero dei castagneti da frutto e gestione attiva delle pinete costiere finalizzata alla loro conservazione. Riduzione del carico di ungulati. Riduzione e mitigazione degli impatti legati alla diffusione di fitopatologie e degli incendi. - Riduzione e mitigazione degli impatti/disturbi sui margini dei nodi e mantenimento e/o miglioramento del grado di connessione con gli altri nodi (primari e secondari). Mantenimento e/o miglioramento degli assetti idraulici ottimali per la conservazione dei nodi forestali planiziali. - Miglioramento della gestione selvicolturale dei boschi suscettibili alla invasione di specie aliene (robinia), con particolare riferimento ai castagneti, alle cerrete, alle pinete di pino marittimo e alle foreste planiziali e ripariali. - Miglioramento dei livelli di sostenibilità dell’utilizzo turistico delle pinete costiere (campeggi e altre strutture turistiche), riducendo gli impatti sugli ecosistemi forestali e il rischio di incendi. - Mantenimento e/o miglioramento della qualità ecosistemica complessiva degli ecosistemi arborei strutturale e continuità longitudinale e trasversale ai corsi d’acqua. - Riduzione delle utilizzazioni forestali negli impluvi e lungo i corsi d’acqua. SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

Art. 28 - Morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee: “Tessuto urbano a prevalente funzione residenziale e mista” a tipologie miste, T.R.6 ... Per detto tessuto si individuano i seguenti valori e opportunità, criticità e obiettivi di qualità: estratto della tav. QP Statuto del territorio Invarianti strutturali e perimetro del c3. Valori e opportunità territorio urbanizzato

51 ... Art. 38 - L’efficienza e la qualità delle reti infrastrutturali Sono obiettivi del PS riferiti alle componenti infrastrutturali viarie: ... - la razionalizzazione e l’adeguamento della rete delle connessioni interne b) Le strutture ricettive sciistiche e relativi impianti di risalita, piste, ecc. mirata a garantire una migliore accessibilità ai centri abitati e più agevoli esistenti e da riqualificare. collegamenti e più sicuri innesti con la rete viaria di ordine superiore; Il PO deve dettare norme per la realizzazione dei parcheggi in dimensione adeguata ... alle funzioni e coerentemente con le situazioni del contesto ambientale. Le aree di - il recupero e la riqualificazione dei tracciati storici; parcheggio connesse ai centri abitati dovranno essere dimensionate in modo da - la valorizzazione della rete sentieristica esistente, il suo completamento e la soddisfare l’esigenza del parcheggio dei residenti. Nei luoghi del turismo sua riqualificazione attraverso la formazione di itinerari e circuiti; (attrezzature ricettive, luoghi della cultura e del tempo libero) la realizzazione dei … parcheggi dovrà essere commisurata alla funzione ed al ruolo delle attrezzature SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

estratto tav. QP5 Strategia dello sviluppo sostenibile - Rete infrastrutturale e modale

52 Estratto tav. QP1 – Patrimonio Territoriale (Nord) SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

53 Tav. QP GEO 1 - Carta della franosità e della pericolosità idraulica SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

54 Tav. QP GEO 2 - Carta della pericolosità geologica SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento

55 - Dotazione di aree a parcheggio in rapporto al numero dei posti letto (uno stallo ogni due un posti letto). Piano Operativo - Dotazione di aree a verde in rapporto al numero di posti letto (mq. 3,00 per Il Piano Operativo è stato adottato con DCC n.51 del 06/10/2016. Anche se l’area ogni posto letto). interessata tocca in minima parte il Comune di Cutigliano si riportano gli articoli delle norme tecniche di attuazione del Piano Operativo che riguardano l’area della Doganaccia: art. 57 - aree boscate 1. Nelle aree boscate sono consentiti i seguenti interventi sul suolo: - Le attività forestali di cui alla legge forestale della Regione Toscana n. 39/2000 Art. 39. Strade e aree di uso pubblico, viabilità storica e successive modifiche e integrazioni, nonché del relativo regolamento di cui al 1. E’ prescritta la manutenzione ordinaria e straordinaria e il restauro delle D.P.G.R. n.48/R dell’08.08.2003. superfici della viabilità storica pavimentate in pietra, di quelle lastricate, di quelle ... costruite in acciottolato con i relativi accorgimenti per la regimazione delle acque 3. Nelle aree boscate sono vietati i seguenti interventi: meteoriche. Il Comune predispone appositi progetti per l’abbattimento delle - Le trasformazioni morfologiche e ambientali e quelle funzionali barriere architettoniche nei centri di matrice antica, ricorrendo a soluzioni con all’effettuazione dell’ordinaria coltivazione del suolo e le attività produttive materiali lapidei o con asfalto natura; si dovranno predisporre apposite soluzioni primarie se non dovute a programmi aziendali pluriennale di miglioramento per la corretta regimazione delle acque meteoriche; i tracciati con pendenza agricolo ambientale. accentuata saranno dotati di appositi corrimano e da tutte le opere e gli - Le discariche e i depositi di materiale di qualsiasi genere e natura a cielo accorgimenti opportuni e necessari a favorire la percorribilità delle strade e la aperto, con esclusione dei materiali collegati all’attività di coltivazione agricola frequentazione delle aree di uso pubblico da parte di persone diversamente abili. forestale del bosco quali: legna, materiali e prodotti del sottobosco, ecc. Le strade in acciottolato possono essere oggetto di interventi finalizzati al - In applicazione del regolamento regionale 53/R nelle aree classificate con superamento delle barriere architettoniche da realizzarsi con “corridoi” in pietra. pericolosità geomorfologica G4, così come in quelle a pericolosità idraulica I4, è 2. E’ vietato l’uso del calcestruzzo di cemento per la finitura delle strade e delle vietata la nuova edificazione anche di manufatti precari. aree urbane. E’ altresì vietato l’uso del calcestruzzo di cemento per riprese e 4. Il Comune potrà provvedere alla regolamentazione dell’uso delle piste raccordi delle parti di superfici ad uso pubblico pavimentate in acciottolato o forestali limitandone l’uso ai proprietari delle aree stesse o ai mezzi di soccorso lastricato. (…) e ai disabili.

Art. 50 - Aree a prevalente uso turistico ricettive esistenti “Drte” 1. Dette zone sono caratterizzate dalla presenza di edifici e attrezzature di uso turistico ricettivo o collocati in aree dove la funzione turistico ricettiva è prevalente anche se connessa ad altre destinazioni. 2. Le aree a prevalente uso turistico ricettive esistenti individuate dal P.O. sono di seguito elencate. ...

SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento UTOE 6 Doganaccia - Area Drte 6.1, Albergo ristorante Il Cacciatore - Area Drte 6.2, Complesso turistico ricettivo alla stazione della funivia ... 4. Per le attività presenti nelle altre UTOE elencate al precedente comma 2, valgono le seguenti specifiche disposizioni: - Interventi di ristrutturazione edilizia e ampliamento della superficie utile lorda pari al 40% della attuale, nel rispetto della tipologia edilizia esistente e dell’uso dei materiali di cui al precedente art. 33.

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estratto tav. QP5 UTOE 6 Doganaccia Piani previgenti Piano Strutturale approvato con D.C.C. n° 82 del 28.11.2003 Regolamento urbanistico approvato con D.C.C. nº 8 del 15.02.2006

Il previgente Piano Strutturale del Comune di Cutigliano, in linea con la Delibera di Il Regolamento Urbanistico previgente, pur non inserendo la previsione del nuovo Giunta Municipale n° 221 del 16.11.2001 avente ad oggetto: “Approvazione tracciato di impianto di risalita, rileva nella Relazione generale come questo programmi di esercizio del collegamento funiviario Cutigliano – Doganaccia e del debba essere tema da affrontare nei futuri piani. collegamento funzionale Val Sestaione – Abetone”, prevedeva l’impianto di risalita Doganaccia Corno alle Scale all’art. 7.4 della Disciplina di Piano Strutturale: U.T.O.E. n. 2 - LA CERNIERA INFRASTRUTTURALE (Casotti – P.Sestaione) DESCRIZIONE SINTETICA 7.4 – Sistema del trasporto a Fune – obiettivi e indirizzi (...) Il Piano Strutturale intende perseguire: OBIETTIVI SPECIFICI 1) l'ammodernamento ed il potenziamento della funivia Cutigliano-Doganaccia con Riorganizzazione e potenziamento del ruolo già attuale di “cerniera” la previsione di una nuova partenza dell'impianto in prossimità della strada statale infrastrutturale, anche con l’inserimento della stazione di partenza della nuova n.12 in località Casotti e di un collegamento diretto con il comprensorio sciistico funivia interregionale verso Doganaccia e Corno alle Scale prevista dal Piano emiliano del Corno alle Scale a partire dalla Doganaccia. Strutturale e contestuale realizzazione di parcheggi e servizi agli utenti. In prospettiva più ampia, organizzazione di servizi multimodali di collegamento Questi obiettivi sono poi sviluppati nella parte relativa all’ U.T.O.E. n. 5 - IL POLO turistico fino al comprensorio abetonese, attraverso la valle del Sestaione. Tale TURISTICO INTERREGIONALE (Doganaccia) processo consentirebbe lo sviluppo di nuove attività ricettive fino ad oggi limitate al campeggio. DESCRIZIONE SINTETICA Si tratta di una località sviluppatasi, a partire dagli sessanta, intorno alla stazione U.T.O.E. n. 5 - IL POLO TURISTICO INTERREGIONALE (Doganaccia) della funivia Cutigliano-Croce Arcana e agli impianti sciistici, completamente DESCRIZIONE SINTETICA costituita da seconde case (non ha alcun residente fisso) e da attrezzature Si tratta di una località sviluppatasi, a partire dagli sessanta, intorno alla turistiche (albergo, bar, servizi). La crisi del sistema sciistico locale ha comportato stazione della funivia Cutigliano-Croce Arcana e agli impianti sciistici, l’inattività dell’albergo, l’insostenibilità di servizi alla persona e quindi un declino completamente costituita da seconde case (non ha alcun residente fisso) e da generale del sistema. attrezzature turistiche (albergo, bar, servizi). (…) La crisi del sistema sciistico locale ha comportato l’inattività dell’albergo, OBIETTIVI SPECIFICI l’insostenibilità di servizi alla persona e quindi un declino generale del sistema. Mancando completamente di un nucleo storico originario ed essendosi sviluppata OBIETTIVI SPECIFICI intorno agli impianti a fune senza un organico piano urbanistico, la frazione risulta Mancando completamente di un nucleo storico originario ed essendosi sviluppata sostanzialmente un aggregato di seconde case privo di un centro con valore di luogo intorno agli impianti a fune senza un organico piano urbanistico, la frazione d’incontro e di servizi. Qualsiasi ipotesi di rilancio è condizionata dal collegamento risulta sostanzialmente un aggregato di seconde case privo di un centro con con il comprensorio emiliano del Corno alle Scale, oltre che dall’ammodernamento valore di luogo d’incontro e di servizi. e potenziamento degli impianti a fune. Nell’ipotesi di realizzare tale sinergia, sarà Dall’analisi svolta a livello di Piano Strutturale emerge come qualsiasi ipotesi di comunque necessario procedere preventivamente ad un ridisegno della frazione rilancio sia condizionata dal collegamento con il comprensorio emiliano del Corno integrando quei servizi che oggi necessitano ad un polo turistico moderno. alle Scale non prevista nell’attuale R.U., oltre che dall’ammodernamento e SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Dal punto di vista infrastrutturale, preso atto che i depuratori esistenti sono potenziamento degli impianti a fune. adeguati allo stato attuale ed agli sviluppi ipotizzati, così come la captazione della Nell’ipotesi di realizzare tale sinergia, in un futuro R.U., sarà comunque risorsa idrica, mentre la rete di distribuzione presenta carenze, fino al suo necessario procedere preventivamente ad un ridisegno della frazione integrando adeguamento non potranno essere consentiti interventi che comportino incrementi quei servizi che oggi necessitano ad un polo turistico moderno. di carico urbanistico .

57 Considerazioni finali SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento Considerazioni finali enti locali e gli adeguamenti per motivi di sicurezza” (Misura Gen 07). Detto In conclusione si ritiene che l’impianto di risalita Doganaccia-Corno alle Scale divieto non comprende però il progetto in oggetto, in quanto già previsto nel previsto dal Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate e dall’Accordo di Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate. Programma tra il Governo, Regione Toscana, Regione Emilia Romagna per il sostegno e la promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco- La fattibilità dell’intervento è condizionata quindi all’approfondimento emiliano romagnola (approvato con DGR 1127/2017), non sia precluso dalla dell’inserimento paesaggistico e ambientale del progetto che dovrà essere normativa vigente, pur dovendo ovviamente attenersi alle prescrizioni che il sottoposto a: peculiare contesto richiede. • Valutazione di Incidenza, attraverso la quale individuare eventuali misure compensative e preventive rispetto all’incidenza sul Sito Natura Il presente documento indica le condizioni a cui attenersi per garantire la 2000, tenendo conto del fatto che già nel Piano Provinciale Aree compatibilità paesaggistica e naturalistica della previsione dell’ impianto di risalita. Sciistiche Attrezzate (Variante 2013) la previsione era stata oggetto di Si riepilogano sinteticamente le principali prescrizioni a cui il progetto Valutazione (previsione Ipr14), con prescrizione di svolgere lo Studio di dell’impianto di risalita dovrà a tal fine rispettare. I manufatti non dovranno: incidenza anche in fase progettuale. • limitare l’accesso ai corsi d’acqua e non ne devono compromettere i • Autorizzazione paesaggistica, attraverso la quale individuare eventuali caratteri ambientali e paesaggistici (Elab 8b PIT-PPR art. 8.3) misure compensative e preventive rispetto all’inserimento paesaggistico • interferire o limitare le visuali panoramiche, gli scenari, i coni e bersagli nelle fasce di rispetto fluviale, nelle aree boscate e nelle aree montane. visivi, le vette e i crinali o gli altri elementi emergenti del paesaggio • Procedura relativa al vincolo idrogeologico. montano (Elab 8b PIT-PPR art. 9.3 e 12.3) E’ inoltre da verificare se il progetto dovrà essere sottoposto a verifica di • compromettere gli assetti paesaggistici e ambientali del paesaggio forestale assoggettabilità a VIA comprensivo di studio di incidenza. In questo caso, e di prateria montana (Elab 8b PIT-PPR art. 9.3) l’eventuale accertamento di incidenza comporta automaticamente anche • alterare in modo significativo dal punto di vista qualitativo e quantitativo l’assoggettabilità a VIA. Il soggetto competente all’espletamento delle procedure gli assetti paesaggistici e ambientali delle aree boscate (Elab 8b PIT-PPR di VIA è il comune nel cui territorio ricade maggiormente il progetto (quindi il art. 12.3) Comune di San Marcello Piteglio), coinvolgendo come soggetti competenti in • aumentare il deflusso superficiale e alterare la stabilità dei versanti materia ambientale l’unione di comuni e i comuni interessati dagli impatti. Infatti (Invariante I PIT-PPR) l’Allegato IV alla parte seconda del d.lgs. 152/2006, al punto 7 lettera c) individua • incrementare gli impatti antropici sugli ecosistemi prativi montani tra I progetti di infrastrutture interessati dal procedimento di valutazione di (Invariante II PIT-PPR) impatto ambientale, le “piste da sci di lunghezza superiore a 1,5 km o che impegnano una superficie superiore a 5 ettari nonché impianti meccanici di In merito alla conformità con gli obiettivi della Scheda dell’Ambito di Paesaggio 06 risalita, escluse le sciovie e le monofuni a collegamento permanente aventi del PIT-PPR, si intende che nelle torbiere e nelle praterie alpine siano precluse lunghezza inclinata non superiore a 500 metri, con portata oraria massima nuove piste da sci o modifiche alle esistenti, mentre non è esclusa la realizzazione superiore a 1.800 persone” di impianti di risalita (Obiettivo 3 Direttiva 5). Ai sensi dello stesso Obiettivo 3 (Direttiva 3) l’intervento non dovrà compromettere gli ecosistemi a elevata In merito alla valutazione di possibili alternative alla previsione di massima naturalità quali torbiere, praterie alpine, ambienti rupestri e brughiere in contenuta nel Piano Provinciale delle Aree Sciistiche Attrezzate è utile particolare lungo il crinale tra il Monte Gennaio e il Libro Aperto e nelle alte valli di evidenziare che secondo l’art. 4 dello stesso Piano: Campolino e Val di Luce e mantenere gli ecosistemi agropastorali e i mosaici di Non costituiranno Variante al presente Piano, ma verranno a far parte degli SAN MARCELLO PITEGLIO Protocollo Partenza N.13657/2019 del 13-08-2019 Doc. Principale - CopiaDocumento habitat prativi primari e secondari. aggiornamenti periodici di esso, la realizzazione di nuovi impianti in riferimento alle indicazioni di progetto del Piano, che dovessero comportare dislocazioni Il progetto dovrà inoltre rispettare le misure di conservazione della ZSC (Allegati A e diverse rispetto a quelle codificate nelle carte ma ad esse riconducibili e C della DGR n.1223 del 15-12-2015). In merito alla Valutazione di Incidenza, si fa conseguenti a scelte progettuali legate alla tipologia di impianto od alla presente che la DGR n.1223/2015, nel dettagliare le misure di conservazione necessità di ottemperare a richieste specifiche in sede di approvazione del generali e specifiche per le ZSC, include nell’Allegato ‘A’ (misure di conservazione progetto formulate da parte degli Enti concessori. generali valide per tutte le ZSC) il “divieto di realizzazione di nuovi impianti di risalita a fune e nuove piste da sci, e/o ampliamento di quelli esistenti fatti salvi quelli previsti dagli strumenti di pianificazione regionali, degli enti Parco e/o degli

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