Il Fondo Anna Franchi Presso La Biblioteca Labronica Di Livorno TIZIANA NOCE
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Il fondo Anna Franchi presso la Biblioteca Labronica di Livorno TIZIANA NOCE INDICE Introduzione______________________________________________________________________ 1 Il Censimento_____________________________________________________________________ 5 Introduzione Il fondo “Anna Franchi” Il fondo “Anna Franchi” è ospitato presso il Centro di Documentazione sull’Antifascismo e la Resistenza “Villa Maria”, struttura appartenente al sistema della Biblioteca Labronica di Livorno. Già nel corso degli anni ’301, giunta alla soglia dei settanta anni, Anna Franchi mostra interesse a lasciare le proprie carte alla “Labronica” ma il progetto non va in porto. Le carte saranno versate solo dopo la morte della scrittrice. Il fondo (circa 8.000 documenti), è pervenuto a più riprese alla “Labronica” e comprende, oltre alla corrispondenza, una serie di manoscritti, articoli, della documentazione privata e una nutrita serie di indici. La suddivisione della documentazione curata nei primi anni ’90 dall’Università per la Terza Età2 è la seguente: 1. ARTICOLI PUBBLICATI SULLA STAMPA PERIODICA (novelle e scritti per l’infanzia; scritti d’arte; Firenze arte e cultura; articoli di vario argomento, femminismo; socialismo; prima guerra mondiale) 2. MANOSCRITTI AUTOGRAFI (grandi romanzi storici) 3. CARTE DATTOLOSCRITTE (argomenti vari; bozze di romanzi) 4. CARTE DI FAMIGLIA (documenti e lettere sui familiari) 5. PERIODICI VARI (su cui sono pubblicati articoli di Anna Franchi) 6. CORRISPONDENZA (lettere inviate ad Anna Franchi) 7. ICONOGRAFIA (200 fotografie) Lo stato della corrispondenza Riguardo alla corrispondenza3 esiste nella prima delle nove buste relative un documento dattiloscritto non firmato e non datato che tenta di ricostruire la figura della Franchi sulla base delle lettere più significative ad essa inviate. Il documento si chiude con degli elementi informativi sulla consistenza e sull’ordinamento dell’epistolario: 1 Corrispondenza con Pietro Von Berger del 1934. 2 Biblioteca Labronica “G. Guerrazzi”, Il Fondo Anna Franchi della Biblioteca Labronica di Livorno. Intr. di Maria Chiara Berni. Testi e ricerca a cura del gruppo di studio UNITRE coordinato da Bruna Palmati, Livorno, Comune di Livorno, 1998. 3 Che, va ricordato, è costituita quasi esclusivamente da lettere inviate ad Anna Franchi. Rarissime sono le minute di lettere scritte dalla giornalista, tutte incluse nella busta 9. 1 Tiziana Noce a. periodo 1893-1954 b. 1696 lettere c. 380 mittenti d. nelle buste 1-7 è raccolta la corrispondenza con privati e. nella busta 8 sono raccolte le corrispondenze con le case editrici f. nella busta 9 sono comprese corrispondenze miscellanee (con associazioni, federazioni, circoli culturali, interlocutori non individuati, eccetera) La corrispondenza è stata ordinata (ma non inventariata) dal gruppo di lavoro dell’Università della Terza Età di Livorno in nove buste, ciascuna delle quali suddivisa in fasci alfabetici che contengono i fascicoli personali dei corrispondenti. Il lavoro di schedatura Nello schedare la corrispondenza della scrittrice e giornalista livornese si è scelto anzitutto di escludere la busta numero 9, comprendente una corrispondenza miscellanea di difficile classificazione. Ove reperibili4, gli elementi presi in considerazione sono stati: a. il nome o la ragione sociale del corrispondente b. la lunghezza del documento c. la data della redazione o dell’invio d. il luogo di redazione o di invio In qualche caso di particolare interesse sono state redatte delle note relative al contenuto della missiva. Molte di queste note si riferiscono a un dattiloscritto anonimo contenuto nella busta n. 1, da noi chiamato “catalogo”, che elenca una parte dei corrispondenti accompagnando alcuni di essi con delle qualifiche professionali o di altro genere. Sulla corrispondenza Cosa rimane Per quanto nutrita ed estesa per quasi un sessantennio la corrispondenza di Anna Franchi conservata alla Labronica, come è subito evidente a uno sguardo generale ma come appare soprattutto chiaro a una attenta lettura dell'autobiografia della scrittrice, costituisce soltanto una parte molto piccola dell’epistolario originario. Mancano anzitutto, salvo rarissime eccezioni, le minute delle lettere inviate dalla Franchi stessa; mancano corrispondenze precedenti all'anno 1897; mancano le lettere dei familiari, che dovevano essere estremamente numerose e che sappiamo essere state conservate dalla Franchi fino a tarda età5; mancano corrispondenze la cui esistenza è testimoniata da lettere versate; la corrispondenza con gli editori contenuta nella busta 8, che comprende testi dal 1904 al 1954, è costituita per il 70 per cento da lettere degli ultimi quindici anni di vita della scrittrice mentre più in generale la corrispondenza di questo periodo costituisce circa la metà di tutta la corrispondenza conservata. 4 In molti casi manca la data o il luogo. In tal caso si è lasciato vuoto il campo relativo nel database. 5 Si veda ad esempio A. Franchi, La mia vita, Milano, Garzanti, 19462, p. 246. 2 Il fondo Anna Franchi presso la Biblioteca Labronica di Livorno È tutta la distribuzione temporale della corrispondenza effettivamente databile (1849 pezzi sui 2021 schedati) a presentare del resto un notevole squilibrio, come risulta evidente dalla tabella delle percentuali dei pezzi per decennio: 1900-1909 4,43 1910-1919 10,5 1920-1929 9,0 1930-1939 22,2 1940-1949 50,0 1950-1954 3,9 Tipologia dei carteggi Il materiale conservato è piuttosto vario anzitutto sotto il profilo del supporto: nelle buste sono indifferentemente conservate lettere, biglietti postali, cartoline illustrate, biglietti da visita, messaggi brevi di vario genere magari recapitati a mano, contratti. Per 172 pezzi è stato impossibile determinare la data mentre, come si è appena detto 1.849 sono databili o con precisione o con discreta approssimazione al vero (interpretazione di grafie problematiche, date desumibili dalla busta o da altri indizi, etc). Un piccolo numero di pezzi non ha infine mittenti chiaramente identificabili. Oltre alle perdite dovute a scarti immediati e scarti periodici, mancata tenuta di minute, traslochi e devastazioni belliche, è quindi probabile che la Franchi abbia anche effettuato una scrematura cospicua della corrispondenza da versare alla Labronica. I principali corrispondenti Nell'epistolario emergono alcune o alcuni corrispondenti particolarmente fedeli nel tempo oppure che hanno avuto con la Franchi scambi di lettere particolarmente intensi. Alcune figure appaiono punti di riferimento imprescindibili dell'orizzonte della scrittrice per molti decenni. Prima fra queste il giornalista, scrittore e uomo politico Innocenzo Cappa, amico e protettore della Franchi sin dal suo arrivo a Milano a cui si deve tra l'altro l'introduzione alla raccolta di novelle L'ultimo re, pubblicata da Sonzogno nel 1919. I pezzi di corrispondenza di Cappa indirizzati alla Franchi sono 72 e vanno dal 1908 fino al 1942. Altra presenza importante e costante è quella dantista Alfredo Galletti, docente all'Università di Bologna e prefatore di Luci dantesche: la sua fitta corrispondenza con la Franchi si snoda senza soluzioni di continuità dal 1916 fino alla morte della scrittrice. Altro rapporto epistolare continuo e piuttosto ricco, anch'esso testimonianza di un fertile sodalizio intellettuale, è quello col direttore della Biblioteca Nazionale di Firenze dal 1924 al 1933 Angelo Bruschi, le cui lettere alla Franchi si distribuiscono omogeneamente in un arco di tempo che va dal 1905 al 1941. Per alcuni personaggi l'intensità della corrispondenza e la sua lunga durata nasconde invece delle lunghe stasi e delle vivaci riprese, soprattutto negli anni della guerra. È il caso del pittore ferrarese Adolfo Magrini, dell'editore Vallardi e soprattutto del macchiaiolo Giorgio Kiernek, frequentato in Toscana nei primi anni del secolo, autore di qualche lettera fino al 1917 e poi protagonista di un fitto carteggio che prende spunto dai ricordi della Franchi contenuti in La mia vita, ben 41 lettere tra il 1941 e il 1947, anno precedente la morte del pittore. Alcune ricche corrispondenze sono invece concentrate in uno spazio di anni più ridotto. È il caso anzitutto della corrispondenza con la famiglia Focardi e in primo luogo con il vecchio Ruggero, pittore macchiaiolo, e con suo figlio Piero impegnati all'inizio degli anni '30 in una intricata e aspra vicenda 3 Tiziana Noce successoria nella quale la Franchi venne chiamata a fare da mediatrice. Ma è il caso soprattutto del rapporto con la casa editrice Salani e con il suo editor Raffaello Bianchi tra il 1932 e la morte della scrittrice. Si è già fatto notare sia come la Salani sia stata la casa editrice prediletta dalla Franchi lungo tutto il corso della sua esistenza e colpisce quindi che sia sopravvissuto soltanto il carteggio 1932-53, ma la cosa che più stupisce in questo carteggio è la sproporzione tra opere proposte, progettate, concordate, discusse, scritte e persino pagate e le poche, soltanto tre, date alle stampe in questo periodo. Si tratta in ogni caso di materiale che consente di gettare un interessante colpo d'occhio sul "laboratorio" letterario della Franchi e sui suoi rapporti con gli editori. Di estremo interesse è anche il carteggio con la casa editrice e la famiglia Garzanti che si snoda tra il 1938 e il 1943. Il rapporto di collaborazione tra la Franchi e i Garzanti è, come si è detto, non soltanto professionale ma anche umano e politico, come testimoniano soprattutto le lettere di Sofia Garzanti. Altro rapporto con librai- editori che si vena di affetti