Hannah Arendt E 66 La Pluralità Diana Del Mastro
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(DES)DESCANONIZADAS(DES)CANONIZADAS Escritoras y personajes femeninos Edición Caterina Duraccio Milagro Martín Clavijo Juan Aguilar González (Des)Canonizadas. Escritoras y personajes femeninos © Edición de Caterina Duraccio, Milagro Martín Clavijo y Juan Aguilar González Asociación Cultural Benilde Mujeres&Culturas, Culturas&Mujeres Sevilla 2018 BENILDE EDICIONES http://www.benilde.org DISEÑO Eva María Moreno Lago Los textos seleccionados para este volumen han sido sometidos a evaluación externa por pares (peer review). ISBN 978-84-16390-61-8 IMAGEN DE PORTADA Adriana Assini www.adrianaassini.it Colección Estudios de Género y Feminismos, Número 9. Directora Antonella Cagnolati. Comité científico Bittar Marisa (Universidade Federal de São Carlos, Brasil), Borruso Francesca (Universidad de Roma 3), Bosna Vittoria (Universidad de Bari, Italia), Bubikova Sarka (Universidad de Pardubize, República Checa), Casale Rita (Universidad de Wuppertal, Alemania), Clavijo Martín Milagro (Universidad de Salamanca, España), Covato Carmela (Universidad de Roma 3), Dalakoura Katarina (Universidad de Creta, Grecia), De Freitas Ermel Tatiane (Pontificia Universidad Católica do Río Grande do Sul, Brasil), Galli Stampino Maria (Universidad de Miami, Florida, EEUU), Giallongo Angela (Universidad de Urbino, Italia), González Gómez Sara (Universitat de les Illes Balears, España), Gramigna Anita (Universidad de Ferrara, Italia), Groves Tamar (Universidad de Extremadura, España), Hamel Thérèse (Université Laval, Canadá), Jaime de Pablo Elena (Universidad de Almería, España), Marín Conejo Sergio (Universidad de Sevilla), Motilla Xavier (Universitat de les Illes Balears, España), Musiani Elena (Universidad de Bolonia, Italia), Oliviero Stefano (Universidad de Florencia, Italia), Partyka Joanna (Institute of Literary Research, Polish Academy of Science, Poland), Piechocki Katharina (Universidad de Harvard, Cambridge, EEUU), Ricci Debora (Universidad de Lisboa, Portugal), Rosal Nadales María (Universidad de Córdoba, España), Rossetti Sandra (Universidad de Ferrara, Italia), Seveso Gabriella (Universidad de Milano – Bicocca, Italia), Susnjara Snjezana (Universidad de Sarajevo), Ulivieri Simonetta (Universidad de Florencia, Italia), Vázquez Ramil Raquel (Universidad de La Coruña, España), Vilhena Carla (Universidad de Algarve), Caroli Menico (Universidad de Foggia, Italia). INDICE Alba de Céspedes secondo Elena Ferrante 5 Annalisa Andreoni Dall’Annunciazione alla vita in vitro: maternità e 18 letteratura Stella Castellaneta Verso la mente di Nadia Campana (1954-1985). La 36 poesia della coscienza negli anni della liberazione femminile. Alessandra Cenni Il lessico filosofico nel Novecento: Hannah Arendt e 66 la pluralità Diana Del Mastro Algunos artículos costumbristas de Emilia Serrano en 92 la prensa ilustrada. Estereotipos femeninos y normas de conducta en el siglo XIX Teresa Fernández Ulloa Il sesso della letteratura. La presenza/l’assenza 120 femminile nel canone e nei programmi accademici Magdalena Lange-Henszke Operaie della penna. 143 Donne e produzione educativo-letteraria tra Otto e Novecento. Loredana Magazzeni 1 Avanti il divorzio de Anna Franchi: la confesión y la 167 denuncia de la verdad. Elisa Martínez Garrido Abolengos afro-femeninos en Úrsula de Maria Fir- 181 mina dos Reis y Quarto de Despejo de Carolina Ma- ría de Jesus María del Pilar Ramírez Gröbli Le tinte del giallo nel nuovo romanzo rosa italiano: 205 Barbara Baraldi e Elisabetta Bucciarelli Angelo Rella La educación sentimental de una sirena en la obra au- 240 tobiográfica de Barbara Garlaschelli Yolanda Romano Martín Oltre il patriottismo: donne e madri nei versi di 266 Giannina Milli Mattia Salvemini Scrittura autobiografica fuori dal canone: le Piccole 286 cronache di Maria Giacobbe Alessandra Sanna La metamorfosis como fuga: alteridad, encierro y la 296 forma testimonial en Informe para una Academia de F. Kafka y Noche y niebla de M. Rodoreda. María Florencia Saracino L'habitus delle donne. 314 Trame della memoria e rammendi dell'anima in Atlante degli abiti smessi di Elvira Seminara Andrea Schembari 2 Algunas olvidadas del canon literario español: Escri- 329 toras del Medievo hispano Mercedes Tormo-Ortiz Emigrante con Pulitzer busca idioma para sentirse 354 como en casa. Razón: Jhumpa Lahiri Sara Velázquez García 3 4 Alba de Céspedes secondo Elena Ferrante Annalisa Andreoni Università IULM di Milano Riassunto: Nella Frantumaglia Elena Ferrante cita Dalla parte di lei di Alba de Céspedes come uno dei romanzi che più l’hanno influenzata nella scrittura. Questo contributo analizza l’approccio di Ferrante a Céspedes, basato sull’identificazione di sé, lettrice sedicenne, con il personaggio di Alessandra. Parole chiave: Alba de Céspedes, Dalla parte di lei, Elena Ferrante, La Frantumaglia. Abstract: In Frantumaglia, Elena Ferrante quotes Dalla parte di lei by Alba de Céspedes as one of the novels that have influenced her the most as a writer. This essay analyzes Ferrante’s approach to Céspedes based on the identification of herself, as a sixteen-year-old reader, with Alessandra’s character. Keywords: Alba de Céspedes, Dalla parte di lei, Elena Ferrante, La Frantumaglia. Nella Frantumaglia, il libro che raccoglie le interviste e le riflessioni teoriche di Elena Ferrante, leggiamo un’interessante notazione sulle letture che più hanno influenzato l’autrice. L’intervistatrice Stefania Scateni domanda: “La sua scrittura è molto concreta, fisica, come se il corpo si facesse portatore di parole. È una scrittura fatta di gesti, quei gesti quotidiani, resi fluidi dall’abitudine, che poi si spampanano nel momento della ‘malattia’. Insomma è una scrittura femminile. Ci sono scrittrici 5 (e anche scrittori) a cui si sente vicina?” (Ferrante, 2016: 76). Elena Ferrante risponde: Quand’ero molto giovane puntavo a scrivere esibendo un polso virile. Mi pareva che tutti gli scrittori di gran livello fossero di sesso maschile e che quindi bisognasse scrivere da vero uomo. In seguito mi sono messa a leggere con molta attenzione la letteratura delle donne e ho sposato la tesi che ogni piccolo frammento in cui fosse riconoscibile una specifica letterarietà femminile andasse studiato e messo a frutto. Da qualche tempo però mi sono scrollata di dosso preoccupazioni teoriche e letture e sono passata a scrivere senza chiedermi più cosa dovessi essere: maschile, femminile, di genere neutro. Mi sono limitata a scrivere leggendo di volta in volta libri che mi facessero non bella, ma buona compagnia mentre scrivevo. Ne ho un discreto elenco, li chiamo libri di incoraggiamento: l’Adele di Tozzi, Dalla parte di lei della de Céspedes, Lettera all’editore della Manzini, Menzogna e sortilegio o L’isola di Arturo della Morante, etc. (Ferrante, 2016: 77) Questa dichiarazione di Elena Ferrante è interessante per vari motivi: intanto perché tocca la questione di che cosa sia la scrittura femminile – se esiste una scrittura femminile – e perché testimonia quale sia stato per molto tempo l’atteggiamento delle autrici di fronte alla scrittura, cioè quello di aver creduto a lungo che per fare buona letteratura si dovesse scrivere “da vero uomo”. Ferrante, che dovrebbe avere sui sessantacinque anni, e quindi è stata testimone, e forse anche partecipe, del percorso dei movimenti femministi degli ultimi decenni, afferma prima di aver cercato di scrivere come un vero uomo, poi di aver capito l’importanza della specificità femminile e di averla ricercata, poi infine di essersi scrollata di dosso il peso di queste preoccupazioni 6 e di essere passata a scrivere senza più chiedersi che cosa dovesse essere, se maschile, femminile o di genere neutro. Il pensiero di dover scrivere “da vero uomo” è un atteggiamento riscontrabile in molte grandi autrici del Novecento, in buona parte proprio per un condizionamento dovuto alla mentalità dell’epoca in cui si sono trovate a vivere. Elsa Morante, per esempio, si definiva “poeta”, non poetessa, e si rifiutò di comparire nell’antologia della poesia femminile in Italia dal Dopoguerra a oggi Donne in poesia curata da Biancamaria Frabotta nel 1976. Ma il brano che abbiamo letto è interessante anche perché Elena Ferrante ci fornisce un piccolo elenco di libri importanti per la sua scrittura: Adele è un romanzo frammentario di Federigo Tozzi, pubblicato postumo dal figlio Glauco nel 1979, ma scritto tra gli anni 1908 e 1914, in cui la protagonista è malata di isteria; la Lettera all’editore di Gianna Manzini è del 1945 ed è definibile come un “metaromanzo” in cui l’autrice parla dei fantasmi letterari che assillano la sua fantasia creatrice; Menzogna e sortilegio e L’isola di Arturo della Morante sono capolavori ampiamente noti. In questa sede vorrei focalizzare l’attenzione sull’ultimo romanzo citato da Elena Ferrante, ossia Dalla parte di lei di Alba de Céspedes. Dalla parte di lei fu scritto da Alba de Céspedes tra il 1945 e il 1948 e fu pubblicato nel 1949, un anno dopo Menzogna e sortilegio. Nonostante le forti differenze e la fortuna ben diversa, 7 Menzogna e sortilegio e Dalla parte di lei presentano anche interessanti similarità, a partire dal fatto che in ambedue a reggere tutta l’architettura del romanzo sono grandi protagoniste femminili, le quali narrano entrambe in prima persona; entrambi i romanzi si presentano come memorie femminili, e centrale è il rapporto della protagonista con la madre: madre al singolare nel caso di Alessandra della Céspedes, madre al plurale nel caso di Elisa della Morante, con ciò che significa la dualità materna e paterna nel caso della Morante. Ma Dalla