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AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DI ROMA Via Parigi, 11 - 00185 Roma

COMMISSARIO STRAORDINARIO: Walter Veltroni

DIRETTORE: Guido Improta

Realizzazione a cura dell’Ufficio Editoria dell’APT di Roma

TESTI: Fiorenza Rausa Claudia Vigiani “Il Tevere” è di Antonella Pioli

FOTO: Archivio APT di Roma Gianluca Belei per APT di Roma Archivio Ideo Srl - Roma

IN COPERTINA: - La Barcaccia

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Ideo Srl - Roma

STAMPA: CSR - Roma

Il Pantheon Sommario

Introduzione pag 5

Itinerario 1: da Villa Borghese a Piazza di Spagna pag 9 Itinerario 2: dalle al Quirinale pag 17 Itinerario 3: da a Piazza San Pietro pag 23 Itinerario 4: da Ponte Palatino al Campidoglio pag 29 Itinerario 5: da Via del Gesu a Campo dei Fiori pag 35 Itinerario 6: da a pag 41 Itinerario 7: da a pag 47

Il Tevere pag 53 Le Terme di Caracalla pag 56 Il pag 58 Il Ponte Nomentano pag 60 Il Ninfeo di Egeria pag 61 Veduta aerea del Tevere La civiltà dell’acqua Roma

Chiunque visiti Roma rimane colpito all’inizio del XIX secolo ancora dai numerosi monumenti e dalle annotava “Troviamo terme ad ogni imponenti opere idrauliche che, con- passo, le terme di Nerone, di Tito, di nesse alla grande quantità di acqua Caracalla, di Diocleziano ecc.: quan- presente nel territorio, caratterizza- d’anche Roma fosse stata tre volte no da sempre il tessuto urbano e sub- più popolosa, la decima parte di quei urbano della città. bagni sarebbe stata sufficiente ai La nascita e lo sviluppo di Roma, bisogni pubblici”. che nei secoli divenne la dominatrice Le terme, aperte indistintamente a incontrastata del Mediterraneo, è tutta la popolazione, erano degli infatti legata alla sua felice posizio- immensi complessi edilizi dove gli ne geografica, a diretto contatto con antichi amavano trascorrere molto il fiume Tevere, nei pressi di località tempo, usufruendo dei servizi igieni- ricche di sorgenti naturali e in co-sanitari del bagno. Ma alle terme comunicazione con il vicino mare. si potevano anche consultare le Le popolazioni arcaiche che sin biblioteche, assistere agli spettacoli, dalla prima età del ferro si insedia- rinfrescarsi all’ombra degli alberi rono nell’area, fondarono i loro vil- del giardino e, soprattutto, intreccia- laggi sui colli presso la riva sinistra re relazioni sociali e culturali. Mai del Tevere all’altezza dell’Isola nella storia di una civiltà un ritrovo Tiberina. Questa, facilitando l’attra- pubblico è stato tanto grande quanto versamento del fiume, rendeva possi- frequentato. bile il collegamento fra l’Etruria e la A partire dal VI secolo, in seguito al . Proprio alle pendici del taglio degli acquedotti operato dai colle Palatino, in seguito allo strari- goti di Vitige, la popolazione della 5 pamento del fiume, si incagliò la città fu costretta a trasferirsi lungo cesta con i gemelli Romolo e Remo le sponde del fiume per rifornirsi che nell’VIII secolo a.C., secondo la dell’acqua del Tevere, divenuto l’u- leggenda, fondarono Roma. Nei nica fonte di approvvigionamento secoli successivi furono avviati idrico. Durante il Medio Evo nac- importanti lavori che, manifestando quero così nuovi mestieri, sopravvis- la potenza e la ricchezza della civil- tà romana, contribuirono a determi- nare il volto della città. Molte sono le opere antiche delle quali ancora oggi si può ammirare la magnificen- za: la bonifica e il drenaggio del ter- ritorio, l’edificazione di ponti, la messa in opera di strutture portuali - che hanno consentito di sfruttare il fiume come principale via di comu- nicazione commerciale, militare ed economica -, la realizzazione di acquedotti e di fontane monumentali nonché la costruzione di impianti TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE termali. Questi erano quanto di più grandioso ed unico esistesse a Roma Acquedotto Romano e in tutto l’impero. Chateaubriand Veduta aerea delle Terme di Caracalla

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suti fino al XIX secolo, legati all’ac- al 1915. La costruzione degli argini qua: i “vascellari”, che fabbricava- del Lungotevere, avviata nel 1870 e no vasi, i “barcaroli” che traghetta- conclusa solo nel 1926, pose fine a vano le persone da una sponda questo terribile flagello. all’altra, gli “acquarenari”, che In epoca rinascimentale, quando i vendevano l’acqua del fiume, purifi- papi vollero rinnovare e abbellire la cata mediante un particolare sistema città per lungo tempo abbandonata di sedimentazione, e i “mulinari”, a sé stessa, furono promossi gran- che sfruttavano la corrente del fiume diosi lavori che portarono alla rea- per azionare i mulini galleggianti, lizzazione di nuovi ponti, al ripristi- costruiti lungo le rive. no degli antichi acquedotti e, I romani, vivendo in simbiosi con il soprattutto, alla creazione di fonta- fiume, subirono anche le tragiche ne pubbliche le quali, oltre a fornire conseguenze delle numerose piene un utile servizio alla popolazione,

FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE che devastarono interi rioni semi- costituivano un elemento di notevole nando morte e distruzione. Le inon- decoro urbano. Fontane monumen- dazioni, che dal Medio Evo al tali cominciarono inoltre a ornare i Cinquecento furono dette “diluvi”, giardini e i cortili dei palazzi nobi- sono documentate dal 414 a.C. fino liari, aprendo la strada alle grandi La civiltà dell’acqua Roma decorazioni plastiche di età barocca. noti, che testimoniano il continuo e Tali costruzioni ornamentali, quando costante rapporto di Roma con l’ac- simulavano ambienti naturali come qua. I sette itinerari descrivono le grotte o cascate, assunsero il nome opere più rappresentative tra gli di “ninfei”, per ricordare gli analo- acquedotti, le fontane, i ninfei, i ghi complessi architettonici che i ponti e le terme visibili lungo i per- greci e i romani avevano dedicato al corsi suggeriti. La ricchezza di culto delle Ninfe. Nella Roma baroc- monumenti, spesso nascosti o inac- ca, ricca di edifici sorprendente- cessibili al grande pubblico, e la mente scenografici, le fontane si notevole estensione della città moltiplicarono assumendo forme hanno reso necessaria una selezio- originali e dimensioni stupefacenti, ne tra le zone più frequentate dai come è visibile nella Fontana dei romani e dai turisti. Fiumi di e nella cele- Cinque brevi monografie concludo- berrima Fontana di . E numero- no la pubblicazione descrivendo due si sono, ancora oggi, i visitatori che aree archeologiche di eccezionale giungono nella città per ammirare interesse: le Terme di Caracalla e il queste bellezze, seguendo idealmen- Parco degli Acquedotti, due siti te il consiglio del poeta inglese poco noti ma molto ricchi di storia: Percy B. Shelley il quale nel XIX il Ponte Nomentano e il Ninfeo di secolo dichiarò che “bastano le fon- Egeria, ed un protagonista assoluto: tane per giustificare un viaggio a il Tevere, oggi tornato finalmente a Roma”. svolgere la sua primaria funzione di Questa pubblicazione è stata pensa- via d’acqua e, quindi, ad inserirsi ta per invitare il lettore a scoprire i pienamente nella vita pulsante di 7 numerosi monumenti, noti e meno Roma. FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE

Navigazione sul Tevere Fontana del Mosé al Pincio La civiltà dell’acqua Itinerario 1 Roma

DA VILLA BORGHESE A PIAZZA DI SPAGNA A distanza di un secolo dalla sua apertu- celebre . Nel piazzale ra al pubblico, avvenuta nel 1903, Roma prospiciente la facciata si trovano due festeggia Villa Borghese con un ricco piccole fontane simmetriche, poste nella calendario di spettacoli, mostre, appun- parte terminale della balaustra che cir- tamenti sportivi ed eventi di vario gene- conda lo spiazzo, dette Fontanelle dei re. Per informazioni rivolgersi al call Mascheroni. Compiute nel Seicento su center n. 0682077304, oppure al sito disegno del Vasanzio, nel 1895 furono www.villaborghese.it. vendute, insieme a tutta la balaustra, ad Villa Borghese è senz’altro la villa più un collezionista americano che le trasfe- conosciuta e amata sia dai romani sia dai rì in Inghilterra. Le copie che le sostitui- turisti stranieri, anche grazie alla felice scono, fedeli agli originali, sono compo- ubicazione nelle immediate vicinanze ste ognuna da una basamento quadran- del centro storico. Fu realizzata a partire golare che da un lato si lega alla balau- dal 1606 dal cardinale Scipione stra e negli altri tre lati è decorato da tre Borghese, nipote di papa Paolo V, il mascheroni i quali gettano acqua in tre quale volle fare della “vigna fuori Porta piccole vasche collegate fra di loro in Pinciana” un luogo di delizie e di svaghi, prestigiosa rappresentanza per gli illustri ospiti e amici. L’incarico di realizzare la splendida residenza suburbana venne affidato all’architetto Flaminio Ponzio al quale subentrò, alla sua morte, Giovanni Vasanzio. La villa costituisce un valido 9 esempio del gusto barocco di conciliare arte e natura stabilendo un armonico rap- porto fra la parte architettonica e il vasto giardino, suddiviso in tre recinti. I primi due, denominati “Giardino Boschereccio” e “Giardino delle Prospettive”, prevedeva- no ripartizioni geometriche basate su assi ortogonali e infilate prospettiche, tipiche del giardino all’italiana. Il terzo recinto invece, il più vasto, aveva una vegetazione spontanea e selvaggia e veniva utilizzato come riserva di caccia. Rilievi, statue antiche e moderne, sarco- fagi e vasi erano collocati a ornare edifi- ci, a segnare punti particolari o a chiude- re prospettive. Elemento essenziale nel- l’assetto seicentesco, così come nelle modifiche apportate nei secoli XVIII e XIX, erano le fontane, realizzate in gran numero e poste come punti di riferimen- TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE to nei percorsi delle passeggiate. L’itinerario ha inizio dall’edificio princi- pale, detto il Casino Nobile, sede della Fontana dei Mascheroni Fontana dei Cavalli Marini

modo da assumere una forma trilobata a durante le passeggiate. 10 conchiglia. L’acqua ricade poi verso il Poco oltre l’incrocio di viale del Museo basso dove viene convogliata in un pic- Borghese con viale dei Cavalli Marini, si colo bacino incassato nel terreno. Nella può ammirare la Fontana dei Cavalli parte superiore, su di un piedistallo Marini. Essa risale al momento in cui, decorato da aquile e draghi, animali sim- alla fine del XVIII secolo, il principe bolo della famiglia Borghese, svettano Marcantonio IV Borghese affidò all’ar- due sculture. chitetto Antonio Asprucci la ristruttura- Proseguendo lungo il viale del Museo zione della villa e l’adeguamento al Borghese, si incontrano le due Fontane gusto dell’epoca. La fontana venne dise- Oscure, realizzate intorno al 1620. Poste gnata nel 1791 dal pittore di origine ai lati della strada, hanno una struttura trentina Cristoforo Unterpergher, impe- simile, sebbene quella di destra, verso gnato contemporaneamente anche nel via Pinciana, abbia un perimetro rotondo rinnovo dell’apparato decorativo del mentre l’altra, a sinistra, ha una forma Casino principale. Posta in mezzo a un ovale. In entrambe, al centro del bacino quadrivio, essa è costituita da un ampio è un elegante stelo che sorregge due bacino rotondo a filo del terreno deli- tazze concentriche più piccole. Intorno mitato da pilastrini, in modo da non alle due vasche corre un sedile in marmo occludere la visuale del paesaggio cir- e peperino, un tempo ornato da statue costante. Al centro quattro cavalli antiche oggi disperse. Originariamente marini, scolpiti da Luigi Salimei, FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE le due fontane erano contornate da una sostengono una composizione con tre fitta vegetazione costituita da alte siepi. catini circolari concentrici da cui zam- L’ombra che ne derivava, alla quale si pilla l’acqua. Simbolo di forza e di deve l’appellativo di “oscure”, rendeva i vitalità, i cavalli marini, o ippocampi, luoghi ideali per piacevoli soste e ristori hanno il corpo metà cavallo e metà La civiltà dell’acqua Roma pesce mentre le ali di cui sono dotati si riferiscono a Pegaso, il mitico cavallo alato. Continuando lungo la via dei Pupazzi e oltrepassato il Tempietto di Diana, si per- viene in via Goethe, dove è la Fontana delle Vittorie Alate. Realizzata all’ini- zio del XX secolo, la fontana riutilizza come vasca un sarcofago di epoca romana sul quale sono rappresentate, tra festoni di frutta e maschere, delle Vittorie alate. Il mascherone da cui zampilla l’acqua, affiancato da due del- fini, è stato invece scolpito da alla fine del Cinquecento per ornare, insieme ad altre tre compo- sizioni analoghe, la fontana di prospiciente il Pantheon. Alla fine dell’Ottocento le quattro Fontana delle Vittorie Alate maschere vennero rimosse per essere sostituite da copie e depositate nei Settecento. Antonio Asprucci, con la magazzini comunali; solo una di esse collaborazione del paesaggista Jacob venne però successivamente reimpie- More, realizzò un ambiente ispirato al gata a Villa Borghese, dove ancora la giardino romantico inglese, in cui si ammiriamo. privilegia la vegetazione spontanea. 11 Alla fine di via Goethe si può girare a Vennero eliminati i rigidi schemi sei- destra per via Canonica dove, sulla centeschi, con muri che chiudevano i destra, si estende il Giardino del Lago, recinti e viali prospetticamente orienta- una delle più originali e riuscite tra le ti, e si tracciarono sentieri sinuosi quasi trasformazioni apportate alla Villa nel nascosti fra la fitta trama arborea. Per FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE

Giardino del Lago e Tempio di Esculapio accentuare il carattere di naturalezza delle maggiori attrattive della villa. Così il del luogo venne realizzato anche un poeta Gioacchino Belli in un sonetto laghetto artificiale con le sponde irre- descrive l’atmosfera festosa del parco che, golari delimitate da finte rocce frasta- essendo aperto al pubblico, era divenuto gliate. La peculiarità del lago è data una delle mete predilette per le scampa- dalla presenza del Tempio di gnate dei romani. “Poi ve n’annate ar lago Esculapio, piccolo edificio in stile ioni- e ppe la villa, e da per tutto trovate chi co costruito fra il 1785 e il 1792 su pro- magna, chi ggiuca a palla chi curre e chi getto di Antonio Asprucci e Cristoforo strilla”. Unterpergher. Lungo la trabeazione corre Poco prima del lago, in uno spiazzo l’iscrizione dedicatoria in greco a sulla destra, agli inizi del XX secolo Esculapio, dio della medicina. Nel timpa- furono collocate la Fontana dei no è invece raffigurato il momento in cui Mascheroni e le quattro Fontanelle il serpente sacro al dio, portato da dei Tritoni. Sia i tritoni che le Epidauro a Roma per far cessare una terri- maschere sono opere cinquecentesche bile pestilenza nel 291 a.C., sbarcò di Giacomo Della Porta, create per sull’Isola Tiberina. Ai lati del tempio, su ornare la Fontana meridionale di piaz- finte scogliere, sono collocate due grandi za Navona alla quale, nella metà del statue di Ninfe. All’edificio, che si trova Seicento, Bernini aggiunse il celebre su di un isolotto, si poteva accedere sia da Moro. Nel 1874 furono tolti dalla col- un ponticello posto nella parte posteriore locazione originaria per essere sosti- sia con una barchetta. Il laghetto, dove tuiti da copie e successivamente reim- ancora oggi è possibile noleggiare piccole piegati per ornare le fontane di Villa imbarcazioni a remi e fare dei romantici Borghese. Nella nuova sistemazione 12 giri, già nell’Ottocento era considerato una non furono però poste tutte insieme, FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE

Fontana dei Satiri o Fonte Gaia La civiltà dell’acqua Roma come erano nella bella vasca mistili- a partire dal 1824 e affidati all’architetto nea di piazza Navona, bensì vennero Luigi Canina. Nella complessa struttura separate. I quattro tritoni, inginocchia- sono organicamente fusi una serie di ele- ti su di una valva di conchiglia mentre menti eterogenei - architettura, scultura, suonano nella buccina, furono posti rocce, vegetazione e acqua Ð che rendono agli angoli dello spiazzo, su una sem- l’insieme scenografico ma nel contempo plice vaschetta semicircolare. Le quat- armonico. Nella parte più elevata, su una tro maschere invece vennero collocate a base rocciosa, si eleva un arco trionfale ornare la fontana centrale, composta da ad un fornice all’interno del quale è la sta- un bacino dal contor- tua colossale di no mistilineo al cui Esculapio con il centro è una antica tradizionale attri- vasca di granito. buto del serpente. Attualmente però il Sulla sommità del- complesso risulta l’arco svetta un’a- privo degli elementi quila, simbolo aral- decorativi di mag- dico dei Borghese, gior pregio, rimossi mentre ai lati sono di recente probabil- due statue. Nella mente per sottrarli parte anteriore è ad eventuali atti collocata una vasca vandalici. circolare, sorretta Quasi di fronte, da un piedistallo, al sul lato sinistro di centro della quale via del Lago, è schizza un alto 13 posta la piccola e zampillo. graziosa Fontana Proseguendo per dei Satiri, realiz- viale Fiorello La zata nel 1929 dallo Guardia, si volta a scultore Giovanni Fontana dell’orologio destra per viale Nicolini. delle Magnolie che Detta anche Fonte Gaia o Fontana dei termina presso il cavalcavia realizzato Conigli, è composta da un basamento nel 1908 per congiungere Villa Borghese cilindrico su cui, alternata a quattro teste di con la Passeggiata del Pincio. coniglio, è riportata la seguente iscrizione Il luogo, uno dei preferiti dagli antichi in latino: fons canit vitae laudem murmure romani per la costruzione di lussuose suo (con il suo mormorio la fonte canta ville caratterizzate da splendidi giardini, l’inno alla vita). Al di sopra è il raffinatis- venne scelto da Napoleone per la realiz- simo gruppo scultoreo in bronzo raffigu- zazione di una Promenade Publique, rante due satiri, un maschio e una femmi- ossia un parco dedicato al passeggio dei na, che tengono fra le braccia il figlioletto. cittadini. L’opera, a carattere sociale, A sinistra del lago si scende per via rifletteva le moderne concezioni della Esculapio che termina al piazzale del Francia post-rivoluzionaria, e non pote- Fiocco, dominato dalla Fontana di va certo mancare a Roma, designata Esculapio o del Fiocco. La composizio- come seconda capitale dell’Impero. TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE ne venne realizzata durante la terza fase Progettato dell’architetto francese dei lavori che hanno riguardato la villa, Berthault, specialista del genere, il giar- promossi dal principe Camillo Borghese dino doveva essere denominato Jardin du Grand César, in onore di Napoleone. laghetto con il piccolo isolotto roccioso. Dopo il crollo dell’impero napoleonico, Proseguendo in direzione del piazzale nel 1814, i lavori vennero comunque Napoleone I si incontra la Fontana del proseguiti per volontà del pontefice Pio Mosè. Al centro di un’ampia vasca cir- VII Chiaramonti e affidati a Giuseppe colare nel 1868 venne collocato un grup- Valadier. po scultoreo composto da una figura Proveniendo da Villa Borghese, subito a femminile inchinata verso una cesta con dentro un bambi- no. E’ raffigurato il momento in cui Mosè, destinato ad essere ucciso come tutti i maschi ebrei per ordine del faraone, venne abbandonato nelle acque del Nilo dalla madre e fu ritrovato dalla figlia del farao- ne, che lo fece educare a corte. Veduta aerea del Giardino del Lago Intorno al grup- po, che è posto su 14 destra si imbocca viale dell’Orologio, una scogliera dalla quale partono tre che prende il nome dalla Fontana zampilli, una fitta vegetazione composta dell’Orologio. Un piccolo laghetto arti- da piante di papiro evoca l’ambiente ficiale, circondato da una cancellata di nilotico. ferro, ha al centro una formazione roc- Giunti in piazzale Napoleone I, da dove ciosa ricca di vegetazione su cui si innal- si gode uno dei più bei panorami di za l’orologio ad acqua. Presentato Roma, si volta a sinistra per viale del all’Esposizione Universale di Parigi del Belvedere e si prosegue per viale 1867, l’idrocronometro – questo è il ter- Trinità dei Monti finché, all’altezza di mine scientifico Ð fu ideato e costruito , si incontra la Fontana di dal padre domenicano Giambattista viale Trinità dei Monti. Embriaco. Esso è costituito da una tor- Pur essendo molto semplice, la fontana retta di legno dove nella parte superiore, è una delle più eleganti e ammirate su ognuno dei quattro lati, vi è un qua- della città. Fu voluta, intorno al 1589, drante d’orologio mentre in basso le dal cardinale Ferdinando de’ Medici pareti sono di vetro, in modo da mostra- che affidò l’incarico all’architetto re il funzionamento. Un piccolo fiotto Annibale Lippi. La fontana è costituita d’acqua cade alternativamente nelle da una vasca ottagonale a filo del ter- vaschette a destra e sinistra di un bilan- reno all’interno della quale un basa- ciere che, oscillando, imprime movi- mento, ottagonale anch’esso, sorregge FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE mento a tutto il meccanismo. Per poter un antico catino circolare di granito. Al effettuare la necessaria manutenzione centro l’acqua zampilla da una palla di all’orologio venne realizzato un ponti- cannone, che ha una curiosa prove- cello in legno che collega la sponda del nienza. Si dice infatti che sia stata la La civiltà dell’acqua Roma regina Cristina di Svezia, la cui eccen- trasporto delle botti di vino lungo le tricità non finì mai di stupire i romani sponde del Tevere. Sembra che l’idea durante il suo soggiorno durato ben per una fontana di tale foggia, posta trentaquattro anni, ad averla sparata da sotto il livello del terreno perché la Castel Sant’Angelo nel 1656. Avendo pressione dell’ in quel infatti un appuntamento a Villa Medici punto è molto bassa, sia derivata dal con il pittore Charles Errard ed essen- ricordo di un barcone arenato nella do ormai troppo tardi, la stravagante piazza durante la grande alluvione del regina scelse questo modo bizzarro per 1598. Essa ha la poppa e la prua iden- mostrare comunque la sua presenza. tiche e presenta dei bordi molto bassi, L’itinerario si conclude a piazza di necessari per agevolare le operazioni Spagna dove, ai piedi della celebre di carico e scarico della merce, ma che Scalinata di Trinità dei Monti, si trova in realtà danno l’impressione che la la . barca stia per affondare. All’esterno Voluta dal pontefice Urbano VIII sono due grandi stemmi del papa, con Barberini, la fontana fu eretta fra il le api simbolo della famiglia, e ai lati 1627 e il 1629 da Pietro Bernini che due finte bocche di cannone dalle quali però, probabilmente, si avvalse dei zampillano dei getti d’acqua. preziosi consigli del figlio Gian All’interno invece l’acqua esce a ven- Lorenzo. I contemporanei, che defini- taglio da due soli, altro simbolo dei rono l’opera un “bel capriccio”, non Barberini. Argutamente si notò che, mancarono di notarne l’originalità poi- mentre “le navi vengono attrezzate con ché, per la prima volta, non venne uti- metallici strumenti da guerra e vomita- lizzata una tradizionale vasca circolare no ferro e fuoco, questa marmorea, o mistilinea, bensì una barca in traver- invece, come se galleggiasse, costruita 15 tino. All’interno di una piscina ovale è per volere del pontefice non spande infatti collocata una “barcaccia”, ovvero fiamme né palle ma acqua, ovvero onde l’imbarcazione fluviale che serviva per il di miele, dagli alati insetti di miele”. FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE

Fontana della Barcaccia e, sullo sfondo, Trinità dei Monti Fontana di Trevi La civiltà dell’acqua Itinerario 2 Roma

DALLE QUATTRO FONTANE AL QUIRINALE

Nel punto dove si incontrano via Quattro Fontane, via del Quirinale e via XX Settembre si trovano, addossate agli angoli smussati dei palazzi, le Quattro Fontane realizzate per volontà di papa Sisto V, Felice Peretti, alla fine del Cinquecento. Esse dovevano fungere da quinte scenografiche del nuovo quadri- vio costituitosi con l’apertura della Strada Felice, attuale via Quattro Fontane, all’incrocio con la preesistente Strada Pia, ora via del Quirinale. Voluta dal pontefice che le diede il nome, su progetto di Domenico Fontana, la Strada Felice collegava la basilica di a Trinità dei Monti. La panoramica in questo incrocio è tra le più significative di Roma: si possono infatti scorgere i tre antichi obelischi, Fontana di Giunone innalzati in piazza dell’Esquilino, piazza Trinità dei Monti e piazza del Quirinale. Maderno, , Gian Le fontane invece non risultano essere Lorenzo Bernini e . 17 tra le più belle della città. Forse perché Nel giardino antistante il prospetto si realizzate da maestranze minori, non trova la fontana eretta da Francesco sono all’altezza del progetto attribuibile Azzurri nel XIX secolo, contemporanea- allo stesso Fontana. Esse raffigurano due mente alla cancellata monumentale di divinità fluviali e due divinità femminili, accesso alla proprietà. La cancellata, uti- rappresentate giacenti all’interno di nic- lizzata come sfondo per una celebre chie che, originariamente, simulavano scena del film “Vacanze Romane” con delle grotte. Sull’angolo del complesso Audrey Hepburn, è caratterizzata dai di San Carlino è sito il Tevere riconosci- grandi pilastri in travertino ornati con bile dalla lupa che si avvicina sulla telamoni scolpiti da Adamo Tadolini e destra. Sull’angolo a sinistra è invece sormontati da vasi e stemmi della fami- collocato l’Arno con il leone, simbolo di glia Barberini. La fontana, a forma di Firenze. Di seguito sono raffigurate Diana, candeliere, è costituita da una vasca otta- con il cane, e Giunone, con il pavone. gonale sulla quale si innalza un fusto Al civico n. 13 della vicina via delle sorreggente un catino circolare ornato Quattro Fontane si trova uno degli con tre api dello stemma barberiniano. accessi al , sede della Nella vicina troneggia, Galleria Nazionale di Arte Antica. al centro, la barocca Fontana del L’imponente ed elegante edificio fu Tritone. Realizzata in travertino da Gian

costruito nel XVII secolo, sui resti del- Lorenzo Bernini, intorno al 1643, la fon- TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE l’antica Villa Sforza, per la famiglia di tana è sicuramente una delle più belle papa Urbano VIII. Molti architetti parte- della città, soprattutto per il naturalismo ciparono alla sua costruzione e, tra i con il quale l’artista ha raffigurato il nomi più rilevanti, si citano Carlo mostro marino, metà uomo e metà pesce, seduto a cavalcioni di una valva di con- in alto, più di quanto si possa vedere chiglia aperta. Rappresentato con pos- oggi, è stata di recente dotata, grazie al sente muscolatura, il tritone appare nel- contributo dell’Italgas, di un sistema di l’atto di soffiare in una bùccina (conchi- riciclo dell’acqua che, filtrata, impedisce glia spiraliforme) dalla quale, invece del agli agenti esogeni di danneggiare l’ope- suono, fuoriesce il getto d’acqua che, ra scultorea. In piazza Barberini, all’an- ricadendo, riempie la vasca sottostante. Il golo con , si trova un’altra fon- dio marino, figlio di Nettuno e Anfitrite, tana costruita dalla famiglia Barberini nel veniva invocato per Seicento. E’ la calmare le onde dopo una tempesta, commissionata come narrato nel I a Gian Lorenzo secolo da Ovidio Bernini dallo stesso nelle Metamorfosi: papa Urbano VIII, “Cessò la furia del pochi giorni dopo mare e, deposto il aver concluso la suo tridente, il dio splendida Fontana degli oceani rab- del Tritone al cen- bonì le acque, tro della piazza. chiamò l'azzurro Originariamente Tritone, che sporge essa doveva essere fuori dai gorghi un semplice abbe- con le spalle incro- veratoio per caval- state di conchiglie, li, da collocare, 18 e gli ordinò di sof- come di consueto, fiare nel suo corno accanto alla fonta- sonoro, perché a na monumentale. quel segnale rien- Realizzata nel 1644, trassero flutti e Fontana del Tritone in marmo bianco di fiumi. E quello Carrara, e addossata prese la sua bùccina cava e ritorta, che a Palazzo Soderini, all’imbocco di via dalla punta si allarga a spirale, la bùc- Sistina, la fontana fu smontata nel 1867 cina che, se le si dà fiato in mezzo al perché di intralcio alla viabilità. Portata in mare, riempie con la sua voce le coste da uno dei depositi comunali di Testaccio, vi levante a ponente. Anche allora, quando rimase sino al gennaio del 1916 quando tra la barba madida la portò alla bocca venne ricomposta, nell’attuale posizione, gocciolante e, soffiando a comando, dallo scultore Adolfo Apolloni al quale sonò la ritirata, l'udirono tutte le acque furono assegnati solo i pochi resti origi- del mare e della terraferma, e tutte, nali sopravvissuti allo smontaggio. La udendola, ripresero i loro confini”. fontana fu ricostruita in travertino e La bellissima composizione plastica, e i senza rispettare il disegno secentesco del due stemmi della famiglia Barberini, geniale Bernini. La fontanella è costitui- sono sorretti da quattro delfini che, con ta oggi da una valva di conchiglia aper- le fauci spalancate, emergono dalla ta, poggiante su scogli e formante la FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE bassa vasca quadrilobata. La fontana, vasca, alimentata dall’acqua che fuorie- alimentata dall’Acquedotto Felice, la cui sce dai bocchettoni, sormontati da tre portata fu aumentata a 60.000.000 di litri api. L’iscrizione ricorda il pontefice e, per consentire al getto di svettare molto nell’ultima riga, l’anno XXI (ventunesi- La civiltà dell’acqua Roma mo) del suo pontificato durante il quale stra all’altezza di piazza dell’Accademia si è compiuta l’opera. In realtà Bernini, di San Luca, si giunge in via della assente da Roma per la conclusione dei Panetteria dove al numero civico 15 si lavori e l’inaugurazione estiva della fon- può vedere la facciata di Palazzo tana, aveva chiesto allo scalpellino di Antamoro. Acquistato nel Settecento indicare nell’epigrafe, scolpita nel mese dalla nobile famiglia che gli diede il di giugno, l’anno XXII (ventiduesimo) nome, il palazzo fu realizzato nel XVII di pontificato di Urbano VIII. secolo per Paolo Strada, cameriere L’anticipazione della data dell’anniver- segreto del cardinale Giulio Rospigliosi, sario che si sarebbe dovuto, in realtà, futuro papa Clemente IX. Di autore festeggiare ad agosto fu mal interpretata ignoto, l’edificio fu compiuto col denaro dai romani che vi lessero una delle tante donato dal cardinale allo Strada che, per manie di grandezza della famiglia. Così dimostrare la sua gratitudine, fece collo- nacque la pasquinata “Havendo li care lo stemma Rospigliosi nella fontana Barberini succhiato tutto il mondo, ora del cortile. Questa fu compiuta da Gian volevano succhiare anche il tempo” in Lorenzo Bernini, intorno al 1669, a tre allusione al fatto che molte delle loro invasi e con due tritoni che soffiano nelle proprietà furono realizzate sottraendo al bùccine dalle quali esce l’acqua che si popolo opere pubbliche. Il nipote del riversa, poi, nella vasca a conchiglia sot- papa ordinò allora di cancellare l’ultima tostante. Due delfini, emergenti da una cifra del numero latino, sperando di cal- scogliera, sorreggono il bacino oltre il mare il popolo stanco di avere tutte quel- quale si trova lo stemma della famiglia le fontane pubbliche e niente acqua nelle Antamoro che ha sostituito quello origi- case. Ma le critiche continuarono e, nario dei Rospigliosi. Anche se poco come ci tramanda un diarista romano, lo conosciuta, la fontana, di gusto profon- 19 scalpellino “vi lasciò scritto damente barocco, con l’ambientazione XXI nel che diede a dire a naturale riprodotta sullo sfondo e i trito- molti quasi che havesse ni, virtuosamente impegnati a sorreggere fatto un augurio a lo stemma, si può considerare un’epito- papa Urbano che non me della celebre Fontana del Tritone rea- fusse per arrivare lizzata da Bernini quando era all’apice del all’anno XXII”. E, successo. infatti, contro ogni Ritornati in via del Tritone e in piazza previsione, il papa dell’, si raggiun- morì il 29 luglio ge via del Nazareno. Qui, nei pressi del 1644, esattamente civico n. 9/a, ad un livello stradale infe- 8 giorni prima che riore, si trovano i resti dell’Acquedotto iniziasse il suo Vergine, l’unico, tra i più antichi, rima- XXII anno di pon- sto quasi inalterato nei secoli. Costruito tificato. ai tempi dell’imperatore Augusto, l’ac- Da via del Tritone, quedotto ancora oggi fornisce acqua alle svoltando a sini- fontane di piazza di Trevi, piazza Navona e piazza di Spagna, mentre il suo speco sotterraneo è addirittura per- corribile in barca. Le sorgenti dell’ac- TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE quedotto, realizzato su ordine di Marco

Fontana delle Api Agrippa per ali- mentare le sue terme in Campo Marzio, si trovavano nell’Agro Lucullano, all’ottavo miglio della via Collatina nella zona oggi denominata Salone. Dopo un lungo percorso sotter- raneo, il condotto affiorava in superfi- cie nei pressi della moderna via Due Macelli dalla quale, mediante una serie di arcate, attraversava via del Nazareno. Ciò che in parte si può ancora vedere riguar- da proprio la parte superiore di tre forni- ci, in blocchi bugnati di travertino, inqua- 20 drati da semicolonne e sormontati dall’atti- Fontana di Trevi co sul quale si legge l’iscrizione che ricorda il restauro pro- non avrebbero permesso la realizza- mosso dall’imperatore Claudio nel I seco- zione di una così imponente fontana. lo d.C. Essa è alimentata dall’acqua Vergine, Da piazza dell’Accademia di San il cui nome deriva dalla leggendaria Luca percorrendo via della Stamperia apparizione della fanciulla che aveva si giunge in piazza di Trevi dove si indicato la fonte ad alcuni soldati trova la fontana più celebre nel assetati. Il grande sfondo architettoni- mondo: Fontana di Trevi realizzata, co simula un arco trionfale romano, tra il 1732 e il 1762, su progetto di sopra il quale si leggono le iscrizioni Nicola Salvi che concepì un grande che ricordano i nomi dei papi che monumento, addossato ad un palazzo finanziarono la costruzione della fon- preesistente e composto, oltre che tana. A coronamento dell’attico, sor- dalla vasca, anche da una ricca e retto da due rappresentazioni della movimentata decorazione plastica. In Fama, si trova lo stemma di Clemente realtà tutti gli elementi architettonici XII Corsini che commissionò l’opera. e decorativi presenti hanno la funzio- Addossate alla balaustra sono quattro ne di inquadrare scenograficamente figure allegoriche che alludono, pro- FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE l’acqua che sgorga e si deposita nel babilmente, alle quattro stagioni. I grande bacino, che rappresenta il bassorilievi sottostanti la cornice rap- mare. Questo è collocato ad un livello presentano gli episodi di Marco stradale più basso poiché altrimenti, Agrippa che supervisiona i lavori di le ristrette dimensioni della piazza, costruzione dell’Acquedotto Vergine, La civiltà dell’acqua Roma a sinistra, e della Vergine che indica la Costantino sul Quirinale nel IV seco- sorgente ai soldati, a destra. In basso, lo, esse diedero al colle, per la loro al centro, domina maestosa la figura presenza costante nell’area, il nome di Oceano, personificazione dell’ac- di Monte Cavallo. Più volte pesante- qua, accompagnato da tritoni e ippo- mente restaurati, i gruppi scultorei campi che trainano il cocchio a forma che rappresentano i Dioscuri mentre di valva di conchiglia. Intorno a loro trattengono per le briglie i cavalli piscine e catini, ricolmi d’acqua che scalpitanti, furono trasferiti da Sisto trabocca, simulano l’ambiente natura- V Peretti alla fine del XVI secolo, ai le. Ai lati, entro due nicchie, sono le lati di una fontana marmorea ottago- personificazioni dell’Abbondanza a nale che faceva da sfondo alla strada, sinistra e della Salubrità a destra. l’attuale via XX Settembre, in corri- L’acqua, che con prepotenza scaturi- spondenza della quale Ðnella parte sce dalle rocce per depositarsi nella opposta- si trovava . vasca sottostante, è la vera protagoni- Durante il pontificato di Sisto V, sulla sta del luogo. Il suo movimento, il cui base dei gruppi statuari, furono inol- suono è percepibile già dalle strade tre scolpite le iscrizioni che riportano limitrofe, esalta, nonostante la vegeta- i nomi di Fidia e Prassitele, ritenuti zione pietrificata di derivazione berni- erroneamente gli artefici delle due niana, il continuo divenire della natu- opere. ra, in un incessante gioco di effetti Nel 1784 le sculture furono collocate dinamici. nella posizione attuale, al centro L’itinerario termina in piazza del della piazza e ai lati dell’obelisco prove- Quirinale dove, ai lati dell’obelisco, niente dal Mausoleo di Augusto in si innalzano possenti le statue dei Campo Marzio. Nel 1818 papa Pio VII 21 Dioscuri. Queste provengono, molto Chiaramonti fece sostituire la precedente probabilmente, dal vicino tempio di fontana con la bella conca di granito pro- Serapide, eretto da Caracalla nel III veniente dal Foro Romano, dove era stata secolo d.C. Dopo essere state collo- eretta nel 1593 da Giacomo della Porta cate nelle Terme costruite da come abbeveratoio. Nel XIX secolo, prima di essere trasfe- rita al Quirinale e secondo quan- to narrato dal grande archeo- logo Rodolfo Lanciani, i car- rettieri che pas- savano per Campo Vaccino “solevano attra- versare il bacino col loro veico- lo, per rispar- miarsi la fatica TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE di bagnare le ruote, sotto i calori dell’e- Fontana dei Dioscuri al Quirinale state”. Fontana del Maderno a Piazza San Pietro La civiltà dell’acqua Itinerario 3 Roma

DA PONTE SISTO A PIAZZA SAN PIETRO

Ponte Sisto Ponte Sisto è il primo fra i ponti di fondamento, indicato in Baccio Pontelli. Roma ad essere stato costruito da un Malgrado alcuni lavori di consolidamen- 23 pontefice dopo quelli realizzati in età to, il ponte mantenne la forma originaria romana. Prende il nome da papa Sisto IV fino al 1877, anno in cui si decise di effet- Della Rovere il quale, in occasione del tuare un ampliamento della carreggiata. giubileo del 1475, fece ristrutturare un Furono eliminati gli antichi parapetti e antico ponte romano, il pons Antoninus o vennero aggiunti due marciapiedi pensili Aurelius. Esso era stato costruito nel 147 in ghisa. Tali strutture, che deturparono d.C. dall’imperatore Antonino Pio utiliz- l’aspetto, sono state rimosse in seguito ad zando, probabilmente, i resti del ponte un elaborato intervento di restauro che, realizzato da Agrippa. Più volte restaura- promosso dal Comune di Roma a partire to nel corso dei secoli, il ponte crollò dal 1998, ha finalmente riportato il manu- definitivamente durante la terribile inon- fatto alla sua forma originaria rinasci- dazione del 792 assumendo il nome di mentale. Pons Ruptus, o Fractus. Nella testata del ponte verso Trastevere, Il nuovo ponte, edificato ex-novo a parti- si trova piazza Trilussa dominata dalla re dal 1473, si presenta con una curvatu- fontana comunemente chiamata il ra a “schiena d’asino”. E’ composto da Fontanone di Ponte Sisto. quattro ampie arcate in tufo, travertino e Quando venne inaugurata da papa Paolo laterizio sorrette da tre poderosi piloni. V Borghese nel 1613, la fontana si tro- Quello centrale è caratterizzato dal gros- vava sulla sponda opposta del fiume, so “occhialone” di deflusso, che da seco- appoggiata alla facciata dell’Ospedale TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE li è utilizzato dai romani come idrometro: dei Mendicanti. Il complesso ospedalie- se il Tevere lo attraversa vuol dire che si ro, fondato da papa Sisto V alla fine del è superato il limite di guardia. L’autore Cinquecento, era posto alla conclusione viene tradizionalmente, ma senza alcun di via Giulia, di cui costituiva il fondale. Purtroppo la costruzione degli argini del di far alimentare la fontana con l’Acqua Lungotevere ha determinato la presso- Paola. Per l’occasione a Gian Lorenzo ché totale distruzione dell’ospedale sisti- Bernini vennero affidati nuovi lavori in no. La fontana invece venne smontata e, seguito ai quali la vasca ottagonale nel 1898, ricomposta nel sito attuale, venne interamente rifatta e sopraelevata. non più addossata a un edificio ma isola- Furono aggiunte quattro doppie conchi- ta. In tal modo si evidenziò la sua forma glie che raccoglievano l’acqua prove- semplice e funzionale, il cui disegno è niente da quattro bocche di lupo in bron- attribuito a Giovanni Vasanzio. Il profon- zo riutilizzate dalla fontana preesistente. do nicchione, affiancato da due colonne Alla fine del Seicento le conchiglie berni- appoggiate ad una muratura a bugnato, niane, che evidentemente si erano dete- presenta nella parte riorate, furono sosti- alta una piccola tuite con altre dise- conca da cui l’ac- gnate dall’architetto qua si riversa nel- . La l’ampia vasca sot- fontana attuale però tostante. In alto l’i- non è che il frutto di scrizione sovrastata una totale ricostru- dallo stemma papa- zione avvenuta nel le ricorda Paolo V, 1873 quando, pur il pontefice che, rispettando l’aspet- ripristinando l’Ac- to seicentesco, si è quedotto Traiano, utilizzato il marmo ha condotto l’acqua bardiglio grigio al 24 in questa parte di posto del tradizio- Roma. nale travertino. Una piacevole pas- Sulla vasca ottago- seggiata per i pitto- nale quattro iscri- reschi vicoli di zioni riassumono la Trastevere condu- complessa storia ce nella principale della fontana. In via piazza del rione, Piazza S.Maria in Trastevere della Scala, prima di piazza Santa Maria si in Trastevere, dove si ammira una delle imbocca via Garibaldi, che conduce sulla fontane più antiche della città. sommità del Gianicolo dove si erge il Documentata con certezza nel 1471, celebre “Fontanone”. Esso altro non è essa potrebbe essere stata realizzata già che la mostra, ossia la fontana monumen- in occasione del giubileo del 1450 in tale posta al termine delle condotte sostituzione, probabilmente, di una fonte dell’Acquedotto Traiano Paolo. di epoca medievale. Originariamente A partire dal 1608 il pontefice Paolo V essa era costituita da una vasca poligo- Borghese, per sopperire alla mancanza di un nale sovrastata da due catini circolari, adeguato rifornimento idrico a servizio ma nel corso dei secoli è stata più volte della zona ovest della città, promosse l’im- restaurata e modificata. La fontana ebbe pegnativo restauro dell’Acquedotto FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE inizialmente un funzionamento molto Traiano. Realizzato nel 109 d.C. dall’impe- stentato dovuto alla carenza di un rego- ratore Traiano, l’acquedotto si alimentava lare approvvigionamento idrico. Il pro- con le sorgenti di Vicarello, presso il lago di blema venne risolto solo nel 1658, quan- Bracciano. Seguendo un percorso totale di do il papa Alessandro VII Chigi decise circa 57 chilometri, in parte sotterraneo e in La civiltà dell’acqua Roma

25 Il Fontanone del Gianicolo parte su arcate, l’acquedotto giungeva sulla altre due di dimensioni minori. Fra le sommità del Gianicolo in corrispondenza arcate furono collocate sei colonne pro- dell’attuale Porta . venienti dall’antica basilica di San Tagliato dai goti di Vitige nel 537, l’ac- Pietro, mentre il resto del materiale quedotto è stato più volte restaurato nel venne prelevato dal Foro Romano. corso del Medio Evo, ma solo con Paolo All’interno delle arcate centrali si apro- V si giunse ad un pressoché totale rifaci- no tre finestroni che, in origine, lascia- mento delle antiche condutture. Il lavoro vano intravedere la lussureggiante vege- fu affidato all’architetto, di provata espe- tazione del giardino retrostante produ- rienza nel settore idraulico, Giovanni cendo un effetto assai suggestivo. A Fontana che, in collaborazione con ornare il movimentato coronamento del Flaminio Ponzio, realizzò anche la Fontanone lo scultore milanese Ippolito monumentale mostra dell’acquedotto sul Buzio pose ai lati dello stemma del pon- Gianicolo. La struttura architettonica del tefice Paolo V due colossali figure di Fontanone dimostra una chiara deriva- Fame alate. Inaugurata nel 1612, l’opera zione dalla Fontana del Mosè in Piazza subì una sostanziale modifica nel 1690, San Bernardo, voluta da papa Sisto V nel quando l’architetto Carlo Fontana sostituì 1585, sebbene siano state corrette le le cinque piccole vasche poste in corri- TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE sproporzioni e le goffaggini ben eviden- spondenza delle singole arcate con un ti nell’opera sistina. La fontana, che si unico bacino che si allarga al centro. ispira agli archi trionfali romani, presen- Tornati a Porta Settimiana, si prosegue ta tre grandi arcate centrali affiancate da per via della Lungara dove, in corrispon- Fontana dei Tritoni denza di largo Cristina di Svezia, si apre Tivoli e le “Scale d'Acqua” della Villa l’accesso all’Orto Botanico (per la visi- Aldobrandini a Frascati. ta tel. 06.49917107). Continuando per via della Lungara, e 26 L’importante istituzione universitaria è oltrepassata piazza della Rovere, si incon- ospitata, dal 1883, nell’area precedente- tra il complesso dell’Ospedale di Santo mente occupata dai giardini storici di Spirito in Sassia. Palazzo Corsini, di cui restano ancora Fondato nell’VIII secolo, l’ospedale cospicue testimonianze. Esistenti fin dal- venne interamente ricostruito da papa l’inizio del XVI secolo, i giardini furono Sisto IV della Rovere nel 1473. Per i reli- ampiamente ristrutturati dall’architetto giosi, frati e monache che operavano nel- Ferdinando Fuga a partire dal 1741. l’istituto, furono realizzati due distinti Nell’ambito della scenografica sistema- fabbricati articolati intorno a due chiostri. zione delle pendici del Gianicolo il Fuga Il “chiostro delle monache”, al quale si progettò anche la bella Fontana dei può accedere dai locali dell’ospedale, è Tritoni dove, all’interno di una vasca ornato al centro dalla graziosa Fontana quadriloba, vi sono due tritoni in traverti- dei Delfini, risalente alla seconda metà no adagiati su di una roccia dalla quale del Cinquecento. Prende il nome da quat- fuoriesce un alto zampillo d’acqua. In tro delfini che sostengono una vasca cir- asse con questa fontana, il Fuga aveva colare con mascheroni. Adiacente è il progettato un viale che proseguiva verso “cortile di Santa Tecla” con al centro l’alto con lo scalone monumentale. Esso è una fontana in travertino composta da una composto da tre rampe, l’ultima delle bella vasca mistilinea sovrastata da un quali nella parte centrale è arricchita dalla catino circolare. FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Fontana degli 11 Zampilli. Formata da Connesso al complesso ospedaliero è il una serie di sei tazze digradanti dalle quali Palazzo del Commendatore, costruito dal zampillano undici getti d’acqua, la fonta- 1562 come residenza del responsabile del- na si ispira a famosi esempi quali la l’organizzazione dell’istituto. Passando “Fontana dei Bollori” nella Villa d'Este di per Santo Spirito è possibile affac- La civiltà dell’acqua Roma ciarsi nel cortile dove, al centro della pare- seconda fontana, progettata dall’architetto te di fondo, si ammira una bella fontana Carlo Fontana sotto la direzione del collocata qui nel 1677. Realizzata da papa Bernini e collocata sul lato sinistro della Paolo V nel 1614 per ornare il Vaticano, piazza, in linea con la fontana preesistente venne rimossa in seguito alla costruzione di cui ripete esattamente la forma. del colonnato di piazza San Pietro. Le fontane sono composte entrambe da L’elaborata struttura, arricchita da conchi- un’ampia vasca mistilinea dove, su di un glie, mascheroni, grottesche e vaschette basamento ottagonale, è collocata una pensili, è collocata all’interno di una nic- conca circolare. La fontana di destra pre- chia decorata da sassolini policromi. senta nelle specchiature dell’ottagono gli Proseguendo per Borgo Santo Spirito si stemmi di papa Paolo V Borghese e riuti- giunge in piazza San Pietro dove si trova- lizza, come conca, l’antica vasca in gra- no, nei due ampi emicicli delimitati dal nito della fontana quattrocentesca. colonnato berniniano, due fontane presso- Quella di sinistra invece è caratterizzata ché identiche. dagli stemmi di papa Clemente X Nello spazio antistante l’antica basilica di Altieri, mentre il bacino circolare venne San Pietro esisteva, fin dal 1490, una fonta- realizzato ex novo in travertino. na composta da due vasche circolari. Nel Ambedue hanno al centro uno stelo con 1614 l’architetto , incarica- addossate quattro volute che sostengono to del restauro dell’opera, che da quel il secondo catino, realizzato da un unico momento venne alimentata con l’Acqua blocco di granito con la superficie lavo- Paola, dette alla fontana l’aspetto attuale. rata a grandi scaglie e posto con la parte Quando, a partire dal 1656, Alessandro VII concava rivolta verso il basso. In questo Chigi incaricò di modo l’acqua che fuoriesce dai sette progettare la nuova piazza ellittica, la zampilli, ricadendo, si rifrange in una 27 Fontana del Maderno venne sistemata sul moltitudine di spruzzi producendo un lato destro. Solo nel 1675 fu realizzata la gradevole effetto. FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE

Piazza S.Pietro vista dalla Cupola a Piazza Mattei La civiltà dell’acqua Itinerario 4 Roma

DA PONTE PALATINO AL CAMPIDOGLIO

Piazza del Campidoglio L’itinerario ha inizio da Ponte Palatino, Voluta, secondo la tradizione, alla fine edificato nel 1886 da Angelo Vescovali del VII secolo a.C. da Tarquinio Prisco, in sostituzione del vicino e mal ridotto la Cloaca era, originariamente, un sem- 29 Ponte Emilio, il primo ponte in pietra plice canale all’aperto che aveva la fun- eretto a Roma. Costruito nel II secolo zione di bonificare l’area paludosa del a.C., Ponte Emilio subì nei secoli nume- Foro Romano. Il percorso di questo rose distruzioni a causa della pressione complesso fognario, restaurato nel III esercitata dal Tevere in questo tratto. secolo e in parte ancora oggi funzionan- Riedificato nel 1575 da papa Gregorio te, cominciava dalla Suburra, il quartiere XIII Boncompagni, del quale si può popolare ai piedi del colle Esquilino, e, vedere lo stemma nell’unica arcata passando sotto il Foro di Nerva e il Foro superstite, il ponte fu nuovamente abbat- Romano, giungeva al Velabro per andare tuto dalla violenta alluvione del 1598 e a sboccare nel Tevere, all’altezza di ricostruito con travature in legno. Ponte Emilio (attuale Ponte Rotto). Lo Nell’Ottocento fu aggiunta una campata sbocco mostra un arco a tutto sesto, a tre in ferro che, insieme alle due superstiti ghiere in peperino, inserito in un muro a arcate antiche, fu eliminata per la costru- blocchi di tufo di Grotta Oscura. zione del nuovo Ponte Palatino. Ponte Purtroppo non è facile vedere, invece, il Emilio è oggi poco più che un rudere canale che, alto e largo in media circa tre chiamato dai romani Ponte Rotto. metri, scorre alla profondità di circa Dal Ponte Palatino, guardando il mura- dieci metri sotto l’attuale piano stradale. Sulla grande opera Cassiodoro scrisse glione sinistro del Tevere, si può scorge- TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE re lo sbocco nel fiume della Cloaca nel VI secolo: “quale città può compete- Maxima. Questa è la più grande condut- re con Roma in ciò che è in superficie, tura di drenaggio e scolo, per acque quando ciò che è sotterraneo è incompa- bianche e nere, costruita dai Romani. rabile?”. alla fontana, Bizzaccheri progettò anche un fontanile che doveva servire per abbeverare le mandrie di bovini presenti, all’epoca, in città. In seguito alla realizzazione del Lungotevere, l’abbeveratoio, l’unico sopravvissuto a Roma, fu però spostato nel vicino Lungotevere Aventino dove ancora si può vedere. Nel Foro Boario si trova anche il cosiddetto Tempio della Fortuna Virile, sorto nel IV secolo a.C. nei pressi del porto fluviale di Roma, il portus Tiberinus. Dedicato al dio Portunus, protettore degli accessi fluviali e dei commerci marittimi, il tempio rettangolare fu restaurato nel I secolo a.C. assumendo l’aspetto che conserva ancora oggi. Esso si eleva su Fontana dei Tritoni di un podio in muratura rivestito di Nello splendido scenario della vicina lastre in travertino. Le colonne ioniche piazza della Bocca della Verità, domi- dell’atrio e degli angoli della cella sono nata dalla mole della chiesa e dall’ele- di travertino mentre le semicolonne gante tempio rotondo dedicato a come il resto della struttura sono in Ercole Vincitore, s’innalza la Fontana tufo delle cave dell'Aniene, con basi e 30 dei Tritoni, progettata da Carlo capitelli di travertino stuccato. Bizzaccheri nel 1717. La grande vasca Trasformato in chiesa già nel IX seco- presenta una particolare forma ottago- nale che l’architetto concepì per rende- re omaggio al papa committente dell’o- pera: Clemente XI Albani, il cui stem- ma presenta appunto, oltre i monti, anche una stella a otto punte. Bizzaccheri affidò allo scultore Filippo Bai il compito di realizzare il gruppo centrale con massi in travertino che emergono dalla vasca. Sopra questi scogli, che ricordano chiaramente quel- li berniniani della Fontana dei Fiumi in piazza Navona, si trovano due tritoni anch’essi in travertino. Rappresentati di spalle, con le code intrecciate, i tri- toni sostengono un grande catino a forma di conchiglia di mare aperta. Ai lati della tazza, ornata con linee e bordi FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE ondulati, sono due grandi stemmi del papa Albani, del quale i “monti” araldi- ci culminano anche in alto, dove zam- pilla l’acqua. Contemporaneamente Tempio della Fortuna Virile La civiltà dell’acqua Roma lo, il tempio si con- serva quasi intatto anche se la gradina- ta antistante l’acces- so è frutto di un rifa- cimento moderno. Dal Lungotevere si raggiunge l’Isola Tiberina che, faci- litando l’attraver- samento del fiume con passerelle o ponti improvvisati, ha avuto sin dal- l’antichità un ruolo importantissimo per lo sviluppo della città. Essa è Isola Tiberina collegata alla riva destra del Tevere da Ponte Cestio (46 ranti i quattro efebi di bronzo che si a.C.) e, alla sponda sinistra, da Ponte ergono sulle quattro conchiglie in Fabricio, il più antico ponte romano (62 marmo africano. Gli efebi avrebbero a.C.). Le origini dell’isola, di natura vul- dovuto sorreggere altrettanti delfini che canica, risalgono, secondo la tradizione, però non furono mai portati a compi- al VI secolo a.C. La particolare forma, mento. Durante il restauro del 1658 furo- 31 simile ad una nave, è dovuta invece alla no aggiunte, forse da Gian Lorenzo mano degli uomini che vollero ricordare Bernini, le tartarughe che si abbeverano l’imbarcazione dalla quale saltò, nel 293 nel catino superiore. a.C., il serpente di Esculapio, dio della Secondo una leggenda metropolitana il medicina. Nel punto d’approdo dell’ani- male, portato a Roma per debellare la peste, fu, successivamente, eretto un tempio dedicato al dio. Un obelisco, posto al centro dell’isola, simulava inol- tre l’albero maestro della nave, mente i due ponti disposti ai lati ricordavano due ormeggi. Dall’Isola Tiberina, attraversato Ponte Fabricio, si giunge in piazza di Monte Savello, dalla quale ha inizio via del Portico d’Ottavia. Da qui, percorrendo via di San’Ambrogio oppure via Reginella, si giunge in piazza Mattei dove si può ammirare la Fontana delle Tartarughe, una delle più amate dai TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE romani. Essa fu compiuta, tra il 1581 e il 1588, da Giacomo della Porta e che realizzò le sculture raffigu- Ponte Fabricio duca Antonio Mattei perse al gioco tutto che. Commissionata dalle famiglie ciò che possedeva, mandando a monte il Capizzucchi, Muti, Albertoni e Ricci, matrimonio con una ricca e bella fan- che avevano i loro palazzi nella piazza, ciulla. Per dimostrare ancora il suo l’elegante fontana si compone di un potere, nonostante la miseria, il duca basamento mistilineo ottagonale in tra- fece realizzare la fontana, in una sola vertino. Su di esso si innalza la vasca notte, e la mattina seguente invitò il vera e propria, anch’essa ottagonale, futuro suocero, con la figlia, nella ornata da due mascheroni, con grosse casa di Giacomo Mattei dove risiede- labbra e orecchie d’asino, alternati agli va. Li fece affacciare alla finestra stemmi delle famiglie nobili, del Senato dalla quale era possibile veder bene la e del Popolo di Roma che finanziarono fontana e disse "Ecco cosa è capace di l’opera. Sopra la vasca, sorretto da un fare in poche ore uno squattrinato balaustro di marmo a forma di calice Mattei". Seguirono naturalmente le con decorazioni a festoni e volute, trova scuse e il matri- posto un catino cir- monio. E, in colare al centro del memoria di quel quale si innalza un giorno, il giovane getto d'acqua. duca ordinò di Si prosegue ora verso murare la finestra piazza d’Aracoeli, sulla piazza. raggiungibile cammi- La piccola ma ele- nando lungo via gante fontana è un Capizucchi e via della vero gioiello di arte Tribuna di Tor de’ 32 rinascimentale che Specchi. Giunti nella anticipa con le sue piazza, a sinistra si movimentate figu- può vedere, in parte re, perfettamente nascosta dalle mac- inserite nello spa- chine, la Fontana zio circostante, la dell’Ara Coeli, com- grande stagione missionata nel 1589 dell’arte barocca. da papa Sisto V Da piazza Mattei Peretti a Giacomo la passeggiata pro- Fontana di Piazza Campitelli della Porta. Scolpita segue, attraverso via dei Funari, in piazza da Andrea Brasca, Pietro Gucci e Pace Lovatelli e poi in piazza di Campitelli. Naldini, la fontana subì numerosi restauri Qui si trova una fontana tanto bella quan- promossi, in particolare, da papa to sconosciuta. Realizzata da Giacomo Alessandro VII Chigi e da Clemente XI della Porta nel 1589, e compiuta dallo Albani. In seguito alla costruzione del scalpellino Pompilio de Benedetti, era Vittoriano, e alla conseguente risistema- situata in origine al centro della piazza. zione dei monumenti della piazza, si Nel 1679, in seguito all'ampliamento sono persi i due gradini posti alla base e della chiesa di Santa Maria in l’antico bacino della fontana originaria, Campitelli, papa Innocenzo XI la fece che riprendeva la forma della vasca a FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE spostare nella posizione attuale affin- quadrifoglio allungato. La fontana ché le grida dei cocchieri, che vi gira- attuale si presenta con una vasca mar- vano intorno con le carrozze, non dis- morea polilobata all’interno della quale turbassero più le celebrazioni liturgi- si erge un dado di travertino, ornato con La civiltà dell’acqua Roma

quecentesca piazza del Campidoglio dove, alla base della doppia scalinata di Palazzo Senatorio, si trova la Fontana della Dea Roma. Nella nicchia michelangiolesca, fiancheggiata da pila- stri, è collocata la sta- tua antica in marmo bianco e porfido, pro- veniente da Cori e raf- figurante Minerva Fontana della Dea Roma seduta. Nel progetto di sistemazione del mascheroni e festoni. Su di esso poggia palazzo, non aveva pre- un calice in travertino ornato dallo stem- visto fontane, forse perché non era ma di papa Alessandro VII. Un’altra possibile trasportare acqua corrente bassa vasca sorregge i quattro goffi putti sul colle. Fu Matteo Bartolani di Città che versano l’acqua dagli otri. di Castello, nel 1588, a dare alla fon- Nei pressi di piazza d’Aracoeli, si tana l’aspetto attuale. La statua di innalza la cordonata michelangiolesca Minerva fu così trasformata in quella che conduce al Campidoglio. Alla della dea Roma, con lancia e sfera e, base, in via del Teatro di Marcello, si per raccogliere l’acqua, si aggiunsero 33 trovano le due Fontanelle dei Leoni. le due vasche sovrapposte in marmo I due leoni egizi di basalto nero di bianco. Ai lati furono inserite le due Numidia, venato di rosso, provenienti statue dei fiumi Nilo e Tigri prove- dal tempio di Iside e Serapide in nienti dalle Terme di Costantino al Campo Marzio, furono donati da papa Quirinale. Mentre la scultura del Nilo, Pio IV Medici al popolo romano per a sinistra, riconoscibile dalla sfinge e abbellire la scala del Campidoglio. dalla cornucopia, rimase intatta, il Non essendo stati concepiti per essere Tigri, collocato a destra, fu trasforma- due fontane, i leoni ebbero le nuove to in Tevere con l’aggiunta della lupa basi solo nel 1582 e l’acqua per ali- e dei gemelli Romolo e Remo, fonda- mentarli nel 1587. Si narra che in tori della città. occasioni straordinarie, come l’elezio- ne al soglio pontificio di papa Innocenzo X Pamphilj e papa Clemente X Altieri, le fontane gettas- sero vino “l’un bianco et l’altro rosso, con gran sollazzo del popolo, il quale d’ogni sesso et età concorreva con tazze e fiaschi a bevere allegramente, et altri a gara, et a forza di pugni s’a- TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE vanzavano a farne acquisto con la panza e con boccali”. La passeggiata si conclude nella cin- Fontanelle dei Leoni Piazza Navona La civiltà dell’acqua Itinerario 5 Roma DA VIA DEL GESÙ A CAMPO DEI FIORI Agrippa, genero di Augusto, fece costrui- re le terme tra il 25 e il 19 a.C., in conco- mitanza con la costruzione dell’Acqua Vergine che, partendo dalle sorgenti di Salone, raggiungeva la città alimentando le terme stesse. Dell’impianto termale, il più antico a Roma, si vede oggi solo una parte del- l’ambiente a pianta circolare - origina- riamente con copertura a cupola del dia- metro di circa 25 metri - che per la sua struttura “rotonda”, ancora in piedi nel XVII secolo, diede il nome alla strada. Le terme dovevano essere decorate son- tuosamente con marmi e statue; tra esse c’era il celebre Apoxyomenos in bronzo di Lisippo, opera eccelsa, nota solo attra- verso la copia marmorea conservata ai Musei Vaticani. Lungo il lato occidenta- le del complesso termale si trovava inol- Idrocronometro tre lo Stagno di Agrippa, un laghetto arti- L’itinerario ha inizio in via del Gesù ficiale, simile ad una piscina, dove i fre- quentatori delle terme potevano nuotare. dove, al civico numero 62, è situato 35 Palazzo Muti Cesi Berardi. Edificato L’Euripus, un canale scoperto, fiancheg- nel XVI secolo da Giacomo della Porta, giato da sedili e fornito di ponticelli per il palazzo conserva nel cortile l’attraversamento, convogliava l’acqua l’Idrocronometro, o orologio ad acqua, dello Stagnum verso il Tevere. costruito nel 1870 dal padre domenicano Da via dell’Arco della Ciambella, passando Giovanni Battista Embriaco. Nato a per via dei Cestari, si giunge in piazza della Ceriana, vicino a Sanremo, nel 1829, il Minerva dove domina l’imponente e spo- frate creò anche altri idrocronometri glia facciata della chiesa. Su di essa sono come quello monumentale del Pincio inserite numerose targhe alluvionali, rela- che, esposto a Parigi nel 1867, suscitò lo tive ai livelli raggiunti dall’acqua durante stupore di Napoleone III. L’orologio è le piene del Tevere. Tra quelle visibili, se inserito in una suggestiva cornice com- posta da una nicchia culminante con una conchiglia. Ai lati si trovano due cariatidi che sorreggono altrettanti busti marmorei. In basso è posta una vasca con una picco- la foca che getta l’acqua nel bacino sotto- stante. Da via del Gesù, passando per piazza

della Pigna, si arriva in via della Pigna TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE dalla quale si possono già vedere i resti delle Terme di Agrippa, conser- vati nella vicina via dell’Arco della Ciambella. Targa alluvionale ne segnalano alcune tra le più significati- distrutte da un incendio nell’anno 80, le ve a Roma per i livelli raggiunti dal fiume terme furono ricostruite da Alessandro in piena nel 1598 (livello di circa m. 19,56), Severo nel III secolo, mantenendo inal- nel 1530 (livello di circa m. 18,95) e nel terata la pianta che, per la prima volta 1422 (livello di circa m. 17,32). nella storia dell’architettura, ebbe gli La vicinissima piazza della Rotonda, che ambienti principali disposti secondo prende il nome dalla mole del uno schema assiale centrale mentre i Pantheon, conserva al centro una fonta- percorsi, maschile e femminile, si svi- na realizzata nel 1575 per volontà di luppavano simmetricamente sui due papa Gregorio XIII Boncompagni, su lati. L’imperatore Alessandro Severo, per disegno di Giacomo della Porta. La alimentare le nuove terme, ordinò la grande vasca, in costruzione dell’Ac- marmo bigio afri- quedotto Alessandri- cano, ha una parti- no le cui sorgenti si colare forma qua- trovavano presso il drata polilobata ed paese di Colonna, a è decorata con nord di Roma. In quattro gruppi di seguito al taglio degli mascheroni e delfi- acquedotti da parte ni, realizzati nel dei goti, guidati da XIX secolo ad imi- Vitige, le terme furo- tazione di quelli no abbandonate e sui originali, scolpiti da resti, nel medioevo Leonardo Sormani sorse anche una chie- 36 nel XVI secolo (ora sa. Ciò che rimane del a Villa Borghese). grandioso impianto Restaurata nel 1711 termale sono le due da Filippo Barigioni colonne in granito con per papa Clemente capitelli di marmo XI Albani, la fonta- bianco, addossate al na fu arricchita con fianco destro della la scogliera centrale Chiesa di Sant’Eu- sulla quale si erge Fontana dei Libri stachio; altre due l’obelisco. colonne provenienti Esso, innalzato ad Heliopolis ai tempi di dallo stesso complesso sono conservate Ramses II, fu portato a Roma da nel pronao del Pantheon dove furono col- Domiziano che lo volle collocare locate nel 1666, in sostituzione di quelle nell’Iseo Campense dove fu rinvenuto nel originarie gravemente danneggiate. Sem- XIV secolo. pre pertinente alle terme neroniane sem- Nella vicina via di Sant’Eustachio si tro- bra essere, infine, la splendida vasca di vano alcune colonne delle Terme di granito innalzata, nella vicina via degli Nerone, le seconde costruite a Roma Staderari, su un moderno bacile ottagona- dopo quelle di Agrippa. Dell’imponente le. Nella stessa strada si trova la fontanel- complesso termale, decorato sfarzosa- la rionale di Sant’Eustachio, eretta nel FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE mente, come ci ricorda Marziale nei suoi 1927. Queste, per la vicinanza al com- versi “Che cosa vi fu di peggiore di plesso di Sant’Ivo alla Sapienza, un Nerone? E che cosa vi fu di migliore tempo sede dell’università di Roma, è delle Terme di Nerone?”, non rimane chiamata Fontana dei Libri e decorata quasi più nulla. Erette prima del 64 e con quattro volumi e una testa di cervo. La civiltà dell’acqua Roma

no che serviva per difendere la costru- zione dagli urti delle carrette e dei cocchi. Nel XVII secolo alcuni inter- venti di restauro modificarono nuo- vamente le due fon- tane: la fontana, collocata di fronte l’Ambasciata del Brasile fu abbellita con la statua raffigu- rante un Tritone che lotta con un delfino. I particolari tratti somatici del mostro marino, scolpito da Antonio Mari su dise- gno di Gian Lorenzo Bernini, attribuirono alla fontana il nome tradizionale del Da via degli Staderari si giunge a corso “Moro”. Concludevano la decorazione 37 del Rinascimento dal quale, passando quattro tritoni e altrettanti mascheroni per la Corsia Agonale, si giunge in piaz- ornamentali, trasferiti nel XIX secolo za Navona. La splendida piazza, estesa nel Giardino del Lago a Villa Borghese e su una superficie di circa 13.000 metri, è sostituiti da copie realizzate da Luigi caratterizzata dalle tre fontane disposte Amici. Sul lato settentrionale della piaz- lungo l’asse maggiore. Quando furono za è sita la Fontana del Nettuno, detta costruite per la prima volta nel XV seco- originariamente dei Calderari per la pre- lo, esse erano dei semplici pili che servi- senza, nelle vicinanze, delle botteghe di vano per abbeverare gli animali e per artigiani che lavoravano il rame. facilitare alcune operazioni legate all’at- Rimasta disadorna sino al XIX secolo, tività del mercato, trasferito dal essa fu decorata con la statua di Nettuno Campidoglio a piazza Navona nel 1477. che lotta con una piovra, opera di Alla fine del XVI secolo, papa Gregorio Antonio della Bitta, e con nereidi, putti e XIII Boncompagni, dopo aver restaurato cavalli marini di Gregorio Zappalà. Ma l’Acquedotto Vergine, decise di portare la fontana più celebre della piazza è l’acqua nella piazza che fu dotata così di quella collocata al centro. Fu compiuta fontane più grandi progettate da da Gian Lorenzo Bernini per il pontefice Giacomo della Porta. Il pilo centrale Innocenzo X Pamphilj che possedeva il rimase invece un abbeveratoio per i palazzo sito alla sinistra dell’imponente cavalli. Le due fontane dellaportiane chiesa di Sant’Agnese. Inaugurata nel TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE erano costituite, originariamente, da un 1651, la fontana raffigura i Quattro semplice bacino mistilineo in marmo Fiumi che alludono ai continenti fino “portasanta”, elevato su alcuni gradini e allora conosciuti. Di fatto essi raffigura- circondato da una balaustra in traverti- no l’intero universo sul quale domina, e 38

Fontana dei Fiumi per il quale opera, la chiesa di Roma, sentata dal Nilo, con gli attributi della rappresentata dal papa. Alcuni ele- palma e del leone, e con il volto menti araldici riferibili alla famiglia coperto da un velo poiché le sorgenti Pamphilj, la colomba e il ramoscello del fiume erano all’epoca ancora sco- di ulivo, sono visibili in cima all’obe- nosciute. L’obelisco di granito rosso, lisco, simbolo della luce solare. Di realizzato a Roma nel I secolo d.C., fu fronte la chiesa si trova la statua che collocato, all’inizio del IV secolo, nel raffigura il Rio de la Plata, simbolo circo di Massenzio sulla via Appia ed dell’America. Essa ha un braccio alza- infine qui trasferito per celebrare le to che, secondo la leggenda, sarebbe glorie del pontefice. stato scolpito da Bernini per difendere L’itinerario prosegue in piazza Campo l’opera dall’imminente crollo della dei Fiori che è raggiungibile percorren- chiesa, ampliata e ricostruita da do via della Cuccagna, a sud di piazza Borromini, suo acerrimo rivale. Le Navona, e attraversando corso Vittorio

FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE altre statue raffigurano il Gange, con Emanuele II. il remo che allude alla sua navigabili- Quando nel 1887 si decise di innalzare tà (Asia) e il Danubio con il cavallo in nella piazza di Campo dei Fiori un riferimento alle razze equine tra le più monumento a Giordano Bruno, qui pregiate in Europa. L’Africa è rappre- bruciato come eretico il 17 gennaio La civiltà dell’acqua Roma

Fontana deI Nettuno 1600, fu necessario rimuovere la fonta- Alimentata dall’Acqua Paola, la semplice na che si trovava al centro. Questa era fontana in granito si compone di una stata eseguita da Giacomo Della Porta vasca quadrilobata sostenuta da un piedi- nel 1590 su incarico di papa Gregorio stallo quadrangolare, poggiante su una XIII Boncompagni. Rimontata in piaz- vasca ovale sottostante e decorato con za della Chiesa Nuova, dove si trova maniglie e formelle in marmo. tuttora, la fontana fu dotata, nel 1622, Vale la pena ricordare che nei sotterranei 39 di un coperchio, che le diede la forma di del vicino Palazzo della Cancelleria si una “terrina”. conservano i resti dell’Euripus, l’antico Campo dè Fiori rimase senza fontana sino canale Ð un tempo a cielo aperto - che al 1924, anno in cui il Comune decise di aveva lo scopo preciso di convogliare farne realizzare una nuova da collocare verso il Tevere le acque del lago artificia- sul lato verso piazza della Cancelleria. le delle Terme di Agrippa. Grazie a scavi recenti si è potuto stabilire, non solo il percorso di questo straordinario manu- fatto, ma anche l’e- satta posizione delle terme che, estese nell’area compresa tra via di Torre Argentina, via di Santa Chiara e via dei Cestari, erano limitate a sud

dall’Hecatostylum, TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE il portico con cento colonne eretto nei pressi del Teatro di Fontana di Via degli Staderari Pompeo. Fontana dell’Adriatico al Vittoriano La civiltà dell’acqua Itinerario 6 Roma

DA PIAZZA VENEZIA A PIAZZA DEL POPOLO

Vittoriano In piazza Venezia si erge imponente il più ta, nel 1730, da Carlo Monaldi per l’amba- 41 grande monumento presente nel centro di sciatore veneziano Barbon Morosini che Roma: il Vittoriano, costruito a partire risiedeva nel palazzo. Questo fu edificato dalla fine del XIX secolo per celebrare il verso la metà del Quattrocento dal cardi- primo re d’Italia Vittorio Emanuele II. nale Pietro Barbo, divenuto successiva- Alla base del monumento si trovano due mente papa con il nome d Paolo II. fontane ornamentali che, raffigurando a Ceduto nel secolo successivo alla sinistra il Mar Adriatico e a destra il mar Repubblica Veneta, come sede degli Tirreno, alludono alla nuova Italia unita e ambasciatori lagunari a Roma, prenderà il libera. Entrambe realizzate nel 1911, le nome di Palazzo di Venezia. Dopo essere fontane sono collocate su di un basamen- passato all’Impero asburgico, nel 1929, il to piramidale al quale è addossata la palazzo fu scelto da per vasca. La Fontana dell’Adriatico è trasferirvi la sede del governo fascista. E opera di Emilio Quadrelli che concepì dal celebre balcone sulla piazza, il duce una figura seduta simile ad un’antica divi- parlava alle folle. Durante i soggiorni nità fluviale, rivolta ad Oriente ed intenta degli ambasciatori veneziani, il palazzo ad accarezzare il leone di San Marco a subì numerose trasformazioni e alcuni Venezia. Pietro Canonica scolpì invece la interventi di abbellimento tra i quali quel- Fontana del Tirreno che rappresenta un lo che, nel 1730, concesse al giardino la

uomo stante ai cui piedi riposa la lupa fontana che ancora possiamo vedere. TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE capitolina. Essa è formata da un ampio bacino, fian- Nel cortile del vicino Palazzo di Venezia, cheggiato da sedili decorati con putti sor- con ingresso in piazza San Marco n. 47, si reggenti i simboli delle terre conquistate può vedere la Fontana di Venezia costrui- da Venezia (Dalmazia, Morea, Candia e va dalla zona di Sant’Eustachio sino a questo rione. Eseguita nel 1927 in traver- tino, la fontanella è composta dalla pigna e da due corolle di tulipani stilizzati che emergono da un vaso. La fontana, per la sua collocazione topografica, è per roma- ni e stranieri un punto di riferimento stra- tegico per gli appuntamenti. Si percorra ora sino all’an- golo con via Lata dove, sul prospetto del settecentesco Palazzo de Carolis, sede della Banca di Roma, è posta la Fontana del Facchino. Questa è una delle sei “sta- tue parlanti” della città, insieme a , Abate Luigi, , e . Queste sculture furono per secoli, depositarie di satire politiche, dette pasquinate, scritte Fontana della Pigna dai romani per scherno verso i governan- Cipro). Al centro, su una doppia conchi- ti. fu realizzato nel XVI seco- glia sostenuta da Tritoni, si innalza il lo, probabilmente su disegno di Jacopo gruppo scultoreo raffigurante lo del Duca. Originariamente in via del Sposalizio di Venezia con il Mare. La per- Corso, sulla facciata di Palazzo Grifoni sonificazione della città è riconoscibile (distrutto per far posto a Palazzo de 42 dal leone di San Marco, sito ai suoi piedi, Carolis), la fontanella fu trasferita, nel e dal copricapo dogale posto sulla testa. 1872, in via Lata per salvarla dagli urti Ritornati in piazza San Marco, oltre il delle carrozze e nasconderla dai vandali giardino, di fronte al Vittoriano, si può che ne facevano bersaglio di sassate. Essa ammirare la Fontanella rionale della raffigura un “facchino”, che porta tra le Pigna una delle più felici sculture di braccia un barile forato dal quale esce Pietro Lombardi. L’architetto romano si l’acqua che si deposita in una vaschetta dedicò alla progettazione delle fontanelle semicircolare. Il Facchino, il cui volto è rionali dopo il 1926, anno in cui vinse il totalmente deturpato, indossa una tipica concorso per la realizzazione della veste da “acquarenario” o “acquarolo”. Fontana delle Anfore in piazza La sua corporazione doveva avere sede dell’Emporio. Sono otto le fontanelle nella vicina piazza del Collegio Romano rionali del Lombardi che si possono vede- dove risiedeva anche una cospicua colo- re sparse in città. Ciascuna di esse rappre- nia di “facchini” provenienti dalla senta, attraverso opere scultoree, realizza- Valtellina. Un’antica iscrizione, un tempo te in maniera originale e sintetica, il sim- collocata vicino alla fontanella e oggi bolo della zona a cui appartiene. Secondo scomparsa, ricordava un tale Abbondio la tradizione, il nome del rione derivereb- Rizzo, facchino noto per la sua smodata be dalla grande scultura bronzea della forza muscolare e le sue frequenti ubria- pigna - ora nel Cortile della Pigna in cature, che, un giorno, mentre trasportava FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Vaticano Ð trovata nei pressi delle Terme un barile di vino sulla spalla, e un altro sul di Agrippa, vicino al Pantheon. In realtà è corpo, morì “senza volerlo”. La fontanel- più probabile che esso faccia riferimento la del Facchino era semipubblica, vale a alla Vigna (parola divenuta per corruzio- dire che riceveva l’alimentazione dal con- ne “pigna”) di Tedemario che si estende- dotto pubblico dell’acqua di Trevi, men- La civiltà dell’acqua Roma tre la cura era di competenza dei proprie- secolo furono aggiunti ai lati i piccoli grup- tari del palazzo che non pagavano, però, pi scultorei con delfini e conchiglie, opere le tasse per l’utilizzazione. di Achille Stocchi, e, nel XX secolo, il cati- Proseguendo lungo via del Corso si giun- no centrale dal quale zampilla l’acqua. ge in dove è collocata Ritornati in via del Corso, si prosegue il l’elegante fontana realizzata da Giacomo cammino verso via della Fontanella della Porta alla fine del XVI secolo. Borghese dove al n. 19 si trova Palazzo Fontaniere ufficiale a Roma, l’architetto Borghese. Nel giardino si può ammirare genovese fu il protagonista principale uno stupendo ninfeo del XVII secolo, dell’arredo urbano tardo Cinquecentesco. spesso inaccessibile al pubblico. Superato La fontana fu realizzata per papa il primo cortile, con portico e loggia a due Gregorio XIII Boncompagni al quale ini- ordini, si giunge nel giardino dove sono zialmente il della Porta consegnò un pro- collocate tre bellissime fontane barocche, getto che prevedeva la collocazione nella appena restaurate. Addossate al muro di vasca dell’antica statua di Marforio, rin- cinta, esse sono tutte composte da una venuta nel Foro Romano presso l’Arco di nicchia entro la quale sono gruppi statua- Settimio Severo (ora nel Palazzo Nuovo ri che raffigurano al centro - partendo dei Musei Capitolini). Il progetto Ð che dalla fontana a sinistra – l’Abbondanza o prevedeva anche la sistemazione della Flora, il Bagno di Venere e Diana. Ai lati fontana ai piedi della colonna di Marco delle nicchie si trovano coppie di efebi Aurelio - evidentemente non piacque al nudi sorreggenti festoni di frutta che papa che la fece collocare dove si trova scendono dal timpano superiore. Questo è tuttora. Spoglia di colossali elementi abbellito da una nicchia con edicola con- decorativi, la fontana conserva di origina- tenente un busto e da putti ed efebi, alter- le solo la grande vasca ottagonale in nati a Draghi e Aquile, elementi araldici 43 marmo “portasanta”, adorna di fasce e della famiglia Borghese. La conclusione teste leonine in marmo bianco. Nel XIX della complessa fase decorativa del nin- feo si deve a Carlo Rainaldi che elaborò un progetto precedentemente realizzato da , detto Giovanni Paolo Tedesco anche se, in realtà, era austriaco. Dopo aver iniziato i lavori, l’ar- tista fu criticato per aver ecceduto troppo nella stravagante decorazione e quindi costretto ad abbandonare il palazzo, lasciando il suo posto a Rainaldi. Le scul- ture nelle nicchie furono compiute da Francesco Cavallini, Leonardo Reti e Filippo Carcani che rispettarono fedel- mente i canoni stilistici della scultura barocca. Da piazza Borghese il percorso prosegue verso piazza del Porto di Ripetta che ricorda nel toponimo il celebre porto, costruito nel 1704 su disegno di TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Alessandro Specchi e distrutto alla fine dell’Ottocento per realizzare il Lungotevere. La fontana qui rimontata Fontana del Facchino nel 1930 circa, dopo essere stata smonta- Ganganelli. Era originariamente addossa- ta alla facciata del distrutto Palazzo Valdambrini che sorgeva tra le due chie- se. Ricostruita nel sito attuale, fu colloca- ta all’interno della nicchia ricavata nel pilastro di sostegno dell’arcata che fian- cheggia la chiesa di San Rocco. Essa raf- figura la testa di un facchino che versa l’acqua in un bacile sostenuto da una grande botte. La fontanella, che ricorda la Fontana del Facchino in via Lata, si rife- risce anche in questo caso all’attività che si praticava a Ripetta, di scarico e carico di botti, spesso contenenti vino. Attraversata piazza Augusto Imperatore, si giunge in largo dei Lombardi dal quale ha inizio via della Croce. Al nume- Fontana di Piazza Colonna ro civico 78/a si trova Palazzo Gomez Silj, progettato nel 1678 da Giovanni ta alla fine del XIX secolo per facilitare i Antonio De Rossi. Una visita fugace del lavori di sistemazione degli argini del cortile, ricco di decorazioni e sculture Tevere, ricorda solo in parte l’aspetto ori- antiche, è sufficiente per ammirare la ginario della Fontana dei Navigatori, particolare fontana ricavata da un sarco- eretta nel 1704 sempre da Alessandro fago classico ornato con scene di caccia 44 Specchi vicino al Porto di Ripetta. Dalla e sormontato da una coppia di sposi diste- vasca ovale emerge una scogliera sopra la sa su un fianco. quale si trovano una conchiglia e due del- Tornati in via del Corso si prosegue il fini. La lanterna in ferro battuto fu cammino verso Palazzo Rondinini il aggiunta verso la metà del Settecento per cui ingresso è al numero civico 518. facilitare l’approdo notturno delle imbar- L’edificio, celebre per aver a lungo cazioni. Vicino alla fontana sono visibili conservato la Pietà Rondinini di anche due delle colonne erette sempre nel Michelangelo, ora al Castello Sforzesco 1704 sul Porto di Ripetta e qui ricompo- di Milano, fu edificato nel XVIII secolo ste in seguito alla costruzione degli argini incorporando il palazzetto che si era del fiume. Esse ricordano i più elevati fatto costruire, all’inizio del Seicento, il livelli di piena raggiunti dal Tevere, Cavalier d’Arpino. Nel cortile, un tempo accompagnati dal nome del pontefice un vero e proprio museo all’aperto, e regnante. ancora oggi ornato da ricchi reperti Sul fianco destro della vicina Chiesa di archeologici, si può vedere il ninfeo San Rocco è invece collocato un alto addossato alla parete di fondo. Lo fece idrometro, costruito nel 1821, con una edificare, nel 1764, il marchese scala graduata che segnala i livelli rag- Giuseppe Rondinini, sposatosi a sessan- giunti dall’acqua durante le numerose t’anni con la ventenne irlandese inondazioni, come quella del 1598 quan- Elisabeth Kenneis, celebre per la sua FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE do superò i quattro metri! bellezza e per essere stata, secondo la In piazza San Rocco si trova anche la cronaca del 1790, la prima straniera a Fontanella della Botticella costruita nel tuffarsi nel mare di Rimini dove si con- 1774 per volere di papa Clemente XIV cesse una vacanza balneare lunga quin- La civiltà dell’acqua Roma

la conquista dell’E- gitto, fu collocato nel Circo Massimo dove rimase sino al 1589 anno in cui fu trasferito in piazza del Popolo per orna- re la semplice fon- tana eretta nel 1572 da Giacomo della Porta. Questa, una delle diciotto fontane progettate dall’architetto dopo il restauro dell’ac- quedotto Vergine, fu rimossa nel 1823 per far posto alle nuove strutture decorative della piazza. Fu Giuseppe Vala- dier, incaricato da papa Leone XIII della Genga, di ela- 45 borare il progetto di risistemazione della piazza che prevede- va anche la colloca- zione, su alti gradi- ni, delle quattro vasche rotonde di Fontana di Piazza del Popolo travertino, sormon- tate da altrettanti dici giorni. leoni in stile egizio, di marmo bianco. Giuseppe Rondinini, grande collezioni- Negli emicicli laterali della piazza, sta di antichità, decise di realizzare un Valadier inserì inoltre due fontane con ninfeo dedicato alle tre divinità classiche gruppi scultorei, eseguiti da Giovanni Bacco, Venere e . Inserite nelle Ceccarini, raffiguranti, nel lato verso il nicchie del ninfeo, le figure sono ricono- Tevere, il dio Nettuno con i tritoni e, scibili dai loro attributi che sono per verso il Pincio, la dea Roma affiancata Bacco la pantera, per Venere un amorino dalle personificazioni del Tevere e del- e per Apollo la lira. l’Aniene. Altre due fontane, più piccole, Da via del Corso si giunge infine in piaz- sono addossate ai muri laterali della za del Popolo dove si innalza, al centro, chiesa di e della TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE il magnifico obelisco egiziano realizzato, Caserma dei Carabinieri: esse sono nel XIV secolo a.C., per il faraone Seti. composte da due sarcofagi antichi illu- Portato a Roma da Augusto per celebrare stranti le immagini dei defunti. Ponte Milvio La civiltà dell’acqua Itinerario 7 Roma

DA VILLA GIULIA A PONTE MILVIO

Villa Giulia Quando Giovanni Maria Ciocchi del verso il basso. Il primo, corrispondente Monte, eletto papa nel 1550 col nome di alla loggia, presenta ornamentazioni in Giulio III, iniziò la costruzione della stile ionico mentre il secondo, al quale splendida Villa Giulia, senz’altro tenne si scende attraverso due rampe curvili- in dovuta considerazione la vicinanza nee, è invece ornato in stile dorico. 47 del sito con le condotte dell’Acqua Originariamente le rampe erano ombreg- Vergine. Sapientemente sfruttate, esse giate da alberi che, aumentando l’oscuri- infatti hanno dato origine alla realizza- tà, rendevano certamente più suggestiva zione di uno dei ninfei più belli e origi- la discesa al livello più profondo, occu- nali di epoca rinascimentale. pato dalla “Fontana Bassa”. Qui quattro La novità sta nel fatto che, mentre fino cariatidi sorvegliano l’accesso al buio ad allora tutte le fontane o i ninfei si tro- vano semicircolare dove, all’interno di vavano in posizione elevata, questo nicchie, l’acqua scorreva su finte rocce invece dovette essere costruito sfruttan- per confluire nella vasca ricavata nel do la naturale depressione in cui si tro- pavimento marmoreo. Anche grazie ad vava l’acqua. I valenti architetti chiama- un recente restauro, ancora oggi lo sce- ti a risolvere il non facile problema furo- nografico insieme, dove architettura e no Giorgio Vasari, che probabilmente natura sono stati abilmente fusi, emana chiese alcuni consigli a Michelangelo, un fascino indiscutibile. Giacomo Vignola e . In un ambiente alle spalle del Ninfeo di La villa, di cui il ninfeo costituisce il ful- Villa Giulia è conservato un tratto del cro, è articolata intorno a due cortili. Il condotto dell’Acquedotto Vergine. primo, formato dall’emiciclo del casino L’Acquedotto Vergine fu costruito da

principale, è aperto in fondo da una log- Marco Vipsanio Agrippa nel 19 a.C. TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE gia che immette nel secondo spazio, sfruttando delle sorgenti poste all’ottavo quello del Ninfeo, definito dai contem- miglio della Via Collatina, nei pressi di poranei un vero “teatro delle acque”. Salone. La leggenda vuole che il nome Esso è suddiviso in tre livelli digradanti Vergine derivi da una fanciulla che avrebbe indicato ai soldati di Agrippa to urbano. Tale deposito, successiva- una fonte presso cui dissetarsi. In realtà mente chiamato “Bottino”, è ancora esi- sembra più probabile che sia dovuto alla stente e dà il nome al vicolo nei pressi di particolare purezza e leggerezza delle piazza di Spagna. Riguardo al tratto acque, prive di calcare, che hanno per- all’epoca considerato suburbano, esso è messo una migliore conservazione delle piuttosto noto e in parte accessibile. condotte. Infatti, caso unico fra gli Dopo aver raggiunto la massima profon- acquedotti di Roma, esso ha continuato a dità, circa 30-40 metri, nella zona dei funzionare ininterrottamente per venti Parioli, esso risale gradualmente fino ad secoli anche grazie al fatto che, essendo arrivare, nell’area di Villa Giulia, ad una la sorgente posta ad un livello molto quota di circa 5 metri inferiore rispetto al basso, i condotti sono quasi esclusiva- terreno circostante. E’ infatti a questo mente sotterranei e dunque sottratti ai livello che si trova il tratto di condotto danni prodotti da guerre e invasioni. qui conservato, in opera reticolata, visi- L’acquedotto, lungo circa 20 chilometri, tabile inoltrando una richiesta alla dire- seguiva un tracciato piuttosto articolato. zione del Museo Nazionale Etrusco che Infatti malgrado provenisse da est, entra- ha sede nella villa. (Tel. 06.3226571). va in città da nord, dopo aver percorso Usciti da Villa Giulia ci si incammina un ampio arco che dalla via Prenestina verso via di Villa Giulia, strada voluta tagliava trasversalmente le vie Tiburtina, dal pontefice Giulio III per accedere alle Nomentana e Salaria per giungere sulla sue proprietà. Attualmente termina Flaminia ed entrare in città all’altezza all’incrocio con via Flaminia ma in ori- del Muro Torto. Alle pendici del Pincio gine proseguiva fino alle sponde del le acque venivano convogliate in un Tevere, dove era stato allestito un portic- 48 deposito idrico da cui iniziava il traccia- ciolo ad uso del papa che poteva così agevolmente raggiungere la villa diretta- mente dal Vaticano, imbarcandosi a ponte Sant’Angelo. All’angolo fra via di Villa Giulia e via Flaminia il papa fece edificare una fon- tana per “pubblica commodità”. In que- sto modo cercò di compensare al torto commesso poiché, per consentire la rea- lizzazione dello spettacolare ninfeo, venne sottratta alla popolazione una notevole quantità di acqua Vergine. Il progetto della Fontana di Papa Giulio III, oggi ancora esistente anche se ampiamente alterata, è generalmente attribuito a Bartolomeo Ammannati. Si ergeva isolata ed era composta da un tri- plice prospetto in peperino ad un solo ordine. L’anta centrale era occupata da un’iscrizione a ricordo del pontefice FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Giulio III, mentre le due laterali erano ornate da statue. L’acqua fuoriusciva da “una gran testa antica bellissima Apollo Il Ninfeo di Villa Giulia che getta acqua in un vaso grande e La civiltà dell’acqua Roma

Fontana dI Papa Giulio III bello di granito”. La struttura, semplice Federico Borromeo, che gli ha dato una ma monumentale, subì una profonda forma più sontuosa documentata da dise- 49 modifica quando l’architetto Pirro gni dell’epoca, l’opera ha subito una Ligorio, nel 1561, la sopraelevò e costruì serie di manomissioni che l’hanno ridot- alle spalle il Casino di Pio IV, oggi sede ta allo stato piuttosto misero in cui anco- dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa ra oggi versa. Infatti essa è formata da Sede. Attualmente essa si presenta divi- una semplice vasca rettangolare sovra- sa in due ordini. Nella parte superiore, al stata da una composizione, realizzata nel centro, vi è una targa sovrastata da due 1932, con due semiconche che gettano figure di vittorie alate che ricorda il car- acqua in una conca centrale. dinale Carlo Borromeo, committente A questo punto l’itinerario può prosegui- dell’edificio. Nella parte inferiore, al re percorrendo il lungo rettifilo della via posto dell’iscrizione originaria di Giulio Flaminia, oppure si può deviare verso III, una grande lapide riporta invece il sinistra per giungere sul Lungotevere e nome di Filippo Colonna, al quale il fab- proseguire la passeggiata ammirando il bricato era pervenuto per vie ereditarie. fiume e i poderosi muraglioni che lo Fu quest’ultimo a sostituire l’antica delimitano. vasca di granito con un’altra vasca, men- La costruzione degli argini del Lungote- tre al posto della testa di Apollo fu col- vere, necessaria per risolvere definitiva- locato un mascherone con elementi aral- mente il problema delle continue e deva- dici della famiglia Colonna. stanti inondazioni del fiume che paraliz- Giulio III aveva collocato, esattamente zavano per settimane la vita nella città, TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE di fronte alla fontana, anche un abbeve- non fu esente da critiche. In particolare, ratoio per gli animali. Dopo un restauro il compimento dei muraglioni e delle seicentesco voluto dal cardinale banchine ha portato alla perdita di un Barcone sul Tevere legame millenario tra Roma e il Tevere e “Tevere Remo”, il “Tirrenia Todaro” e 50 alla quasi totale scomparsa di ogni atti- l’”Aniene”, vantano impianti sportivi fra vità lungo il fiume. Per motivi di sicu- i più attrezzati della capitale, dislocati rezza infatti furono rimosse tutte le strut- prevalentemente nel tratto fra il Lungo- ture galleggianti, quali mulini e costru- tevere Prati e il Lungotevere dell’Acqua zioni per l’attracco dei natanti, che per Acetosa. secoli avevano caratterizzato le rive. Dopo aver percorso Lungotevere Strano a credersi, considerato l’attuale Flaminio e oltrepassato il Ponte Duca livello di inquinamento, ma vi erano per- d’Aosta, dal Lungotevere Thaon de sino dei rudimentali stabilimenti balnea- Revel si può ammirare il celebre Ponte ri documentati già nel Settecento anche Milvio. da Goethe, il quale ricorda che “la sera Il ponte venne costruito nel 109 a.C. dal prendo un bagno nel Tevere, in certi censore Marco Emilio Scauro al posto di camerini comodi e sicuri”. Eredi di que- una struttura in legno già esistente nel III sta secolare tradizione “fiumarola”, limi- secolo a.C.. Il nome Milvio deriverebbe tata però a scopi puramente ricreativi, dalla gens Molvia o Mulvia, alla quale possono oggi considerarsi i numerosi forse apparteneva il costruttore del ponte “barconi” ormeggiati lungo le sponde, più antico. Nel Medio Evo si trova men- dove si possono trascorrere piacevoli zionato come Molbius, Mole o Molle, momenti mangiando, prendendo il sole e termine ancora oggi presente nell’uso la sera, perché no, anche ballando. Tra le popolare.

FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE nuove attività sviluppate lungo le rive, La sua posizione strategica, a Nord della particolare importanza assunsero già alla città, lo ha reso teatro di importanti fine dell’Ottocento i circoli sportivi di eventi storici, il più celebre dei quali fu canottaggio. Oggi questi esclusivi circo- sicuramente la battaglia che nel 312 li canottieri, di cui i più celebri sono il oppose Costantino a Massenzio. Il ponte La civiltà dell’acqua Roma assunse un ruolo da protagonista anche L’occasione fu data dal rientro a Roma durante le guerre gotiche, quando nel di papa Pio VII Chiaramonti, che aveva 537 Vitige scelse l’area circostante per assistito all’incoronazione di Napoleone insediarvi il proprio campo. Nel 799 a Parigi. L’opera riacquistò le sei arcate invece il clero, i nobili e il popolo di originarie mediante la ricostruzione in Roma vi si recarono per accogliere Carlo muratura delle due arcatelle laterali. Magno. Inoltre, al posto del torrione settentrio- La struttura originaria, comprendente nale, venne edificata una porta monu- sei arcate di cui quattro grandi al centro mentale in stile neoclassico che riecheg- e due minori sulle testate, fu ripetuta- gia gli archi trionfali. Sulla testata oppo- mente modificata poiché, soprattutto nel sta il ponte è ornato da due statue raffi- Medio Evo, venne accentuato il caratte- guranti l'Immacolata e San Giovanni re difensivo. Furono infatti costruiti due Nepomuceno, protettore dai pericoli di torrioni alle estremità e le arcate alle annegamento. testate vennero sostituite con due ponti Dal 1951 ponte Milvio è divenuto isola mobili in legno. L’ultimo restauro, in pedonale e il traffico automobilistico è seguito al quale il ponte ha assunto la stato deviato sul contiguo Ponte forma attuale, fu realizzato dall’archi- Flaminio, opera colossale progettata nel tetto Luigi Valadier nel 1805. 1932 dall’architetto Armando Brasini.

51 FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE

Ponte Flaminio Ponte Sant’Angelo Il Tevere

Dice Tito Livio: to l’isola divenne luogo di cura; luogo “Non senza motivo gli dei e gli uomini ideale, il dio Tevere era di per sé una scelsero questo luogo per fondare la garanzia di guarigione e l’isolamento dei città: colli oltremodo salubri, un fiume malati evitava pericolosi contagi al resto comodo attraverso il quale trasportare i della popolazione. prodotti dell’interno e ricevere i riforni- Il fiume nasce dalle viscere della terra, menti marittimi; un luogo vicino al mare emana dagli dei inferi, da qui la sua quanto basta per sfruttarne le opportuni- sacralità e la sua doppia valenza: fertilità tà ma non esposto ai pericoli delle flotte e rovina. straniere per l’eccessiva vicinanza al Per gli antichi attraversarlo equivaleva ad centro dell’Italia, adattissimo per l’incre- una mancanza di rispetto, per questo la mento della città; la stessa grandezza di costruzione di un ponte richiedeva il quest’ultima ne è la prova”. favore delle divinità, acquisibile solo con Il Tevere fu definito da Virgilio la celebrazione di solenni riti propiziato- “Genitor Urbis”, “sacro” da Marziale, ri. A ciò provvedeva nell’antica Roma il secondo Plinio il Vecchio “nato per più importante collegio sacerdotale: signoreggiare sempre”, fino a diventa- quello dei “Pontefici”. re “divino” definizione che compen- Ancora oggi gli antichi ponti testimonia- diava tutte le altre. no la straordinaria capacità dei romani: La sua corrente salvò i gemelli – Romolo nessuna piena del Tevere ha mai danneg- e Remo - trasportandoli ai piedi della col- giato Ponte Elio, oggi meglio conosciuto 53 lina del Palatino; la collina che controlla- come Ponte Sant’Angelo. Quel ponte, va il guado a valle dell’Isola Tiberina. costruito per consentire ai romani di Solo da lì era possibile raggiungere le avvicinarsi al Mausoleo di Adriano, rap- saline indispensabili alla sopravvivenza presentò per molti secoli la via più breve delle antiche popolazioni. per raggiungere la Basilica di San Pietro I romani, per molti secoli, considerarono il e furono proprio il ponte, il Tevere e il fiume una frontiera, solo molto tardi la riva Mausoleo a far sì che i Papi scegliessero destra diventò parte integrante della città. il Vaticano quale loro residenza. Ancora Da questa grande via di commercio e di oggi Ponte Sant’Angelo rimane uno dei comunicazione che il fiume ha sempre punti più suggestivi per attraversare il rappresentato, arrivarono a Roma anche fiume. divinità straniere come il dio della medi- In tempi più recenti e fino alla fine del- cina Esculapio. Il serpente, sacro alla l’ottocento un altro mezzo per attraversa- divinità di Epidauro, portato a Roma per re il Tevere erano le “barchette”, una porre fine ad una drammatica pestilenza, sorta di servizio di trasporto pubblico che scese dalla trireme che lo trasportava e si la Camera Apostolica dava in appalto a nascose sull’Isola Tiberina. privati, per traghettare la gente da una TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Esculapio Ð dio della medicina - aveva riva all’altra del fiume. Teatro di efferati scelto la sua sede ed il tempio fu costrui- delitti e di gravi incidenti, prevalente- to nel 289 a.C.. A partire da quel momen- mente dovuti al sovraccarico di passeg- vano sul fiume, distrutti i porti, modifica- ti gli antichi ponti, scomparse le molte spiagge che offrivano ristoro ai romani, le sponde del Tevere si propongono oggi come un percorso riassuntivo dell’imma- gine della città inquadrata attraverso la lente della cultura del secondo ottocento. Il Tevere continua a riflettere una Roma capovolta, fatta di cupole, statue, tetti, ponti e di una storia millenaria. Una storia fatta di monumenti, ma anche Antico ormeggio di uomini. Una storia di cui il fiume è stato e conti- geri, furono, in più occasioni, proibite nua ad essere testimone. fino a scomparire alla fine dell’ottocento. Testimone dell’incontro e dello scontro Il dio Tevere fonte di commerci, la cui di popoli diversi, dell’alternarsi delle corrente metteva in moto le pale dei civiltà e degli stati. molini, e le cui acque per secoli furono La navigazione, abbandonata da oltre ritenute salubri e taumaturgiche tanto da cento anni, finalmente riprende, donando essere vendute porta a porta dagli al fiume nuova vita o forse permettendo 54 acquaioli, spesso diventava furioso. a romani e stranieri di riscoprire la vita Le sue acque, invadendo i livelli più bassi che scorre sul Tevere e riportando il della città, causavano distruzione, morte fiume a quel ruolo di personaggio centra- e pestilenze. le che sempre ha avuto nella storia di La realizzazione degli argini, la più questa straordinaria città. imponente opera ingegneristica e urbanistica di Roma Capitale, ha determinato una trasformazio- ne che più di ogni altra ha compor- tato un cambia- mento radicale dell’immagine della città. FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Perduta l’affasci- nante sequenza di giardini e di edifi- ci che si affaccia- Ponte Rotto

Le Terme di Caracalla

Il grande complesso termale, voluto da le giunte sino a noi: l’Ercole e il Toro Settimio Severo e inaugurato dal figlio Farnese ora al Museo Nazionale Caracalla nel 216, è tra i più grandiosi Archeologico di Napoli; le vasche di mai costruiti nell’antichità. L’intero granito egiziano in a edificio, che nella sua più ampia esten- Roma; la colonna di granito in piaz- sione misura circa 337 x 328 metri, è za Santa Trinità a Firenze e i mosaici secondo per grandezza solo a quello degli Atleti dei Musei Vaticani. delle terme di Diocleziano, edificate Lungo il recinto esterno, dove trova- quasi un secolo dopo sull’area in cui il vano posto gli ambienti destinati ai colle Quirinale si congiunge al servizi, si aprivano lateralmente due Viminale. Ampliate nel III secolo con il grandi esedre e, sul fondo, una gradi- recinto esterno (la Porticus), compiuto nata che nascondeva l’immensa dagli imperatori Eliogabalo e Severo cisterna costituita da una duplice fila Alessandro, le terme furono ultimate di ambienti con una capacità com- nel 253. Restaurate da Aureliano, plessiva di ottantamila metri cubi Diocleziano e Teodorico, esse rimasero d’acqua. Sugli spalti era inoltre pos- in funzione sino al 537, anno in cui il re sibile assistere alle gare ginniche che goto Vitige fece distruggere gli acque- si svolgevano all’interno dell’im- dotti che alimentavano Roma. In que- pianto. I due grandi ambienti rettan- sta circostanza fu tagliato anche golari, disposti agli angoli, dovevano 56 l’Acquedotto Antoniniano, un ramo invece ospitare le biblioteche. Le speciale dell’Acquedotto Marcio, strutture termali vere e proprie si voluto dallo stesso Caracalla per articolavano, simmetricamente intor- assicurare l’approvvigionamento no al grande salone del corpo centra- idrico delle terme. le al quale si accedeva oltrepassando Le terme erano grandi complessi edi- le quattro porte collocate sulla fac- lizi destinati sia a fornire quotidiana- ciata nord orientale (attuale ingres- mente servizi igienico sanitari, quali so?). Superato il vestibolo di acces- bagni caldi e freddi, saune, massaggi so, era possibile entrare negli apody- ed esercizi ginnici, sia a garantire la teria (spogliatoi) e, successivamente, socializzazione e il ritrovo pubblico. nelle palestre, originariamente costi- Le proporzioni colossali dei ruderi tuite da un cortile porticato sul quale ancora visibili a Caracalla - alcuni si affacciavano una serie di ambienti raggiungono i trenta metri di altezza - destinati alle attività fisiche. A que- possono dare un’idea delle misure sto punto iniziava il percorso all’in- monumentali degli ambienti che arri- terno del calidarium (ambiente vavano ad ospitare più di ottomila riscaldato con vasca per abluzioni), FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE persone al giorno. Lo splendore delle del tepidarium (sala piccola e tempe- decorazioni marmoree, bronzee e rata), del frigidarium (salone centra- musive dovevano essere straordina- le con ampia vasca di acqua fredda) e rie se confrontate con alcune di quel- della natatio (piscina olimpionica 57 scoperta). Altri locali minori, quali sto lato, nei sotterranei dell’esedra sphaeristeria (per il gioco del pallo- del recinto, fu installato nel III sec. ne), laconicum (riscaldato con aria d.C. un Mitreo, il più grande tra calda) e sudatio (riscaldato con quelli conosciuti a Roma. vapore), si snodavano intorno agli ambienti principali. Da un forno, costantemente alimentato, il calore si diffondeva, attraverso tubature fittili, sotto i pavimenti e in intercapedini ricavate nelle pareti delle sale. Al di sotto delle terme si estendevano, come una vera rete stradale su due piani, vasti sotterranei destinati ai Viale delle Terme di Caracalla, 52 servizi. Nel piano superiore erano i Orario: forni e i depositi per la legna mentre, 9 - 1 ora prima del tramonto in quello inferiore, le canalizzazioni Informazioni e prenotazioni: TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE che portavano le acque di scarico in Tel. 06.39967700 una grande fogna situata lungo il lato Si può raggiungere dalla Stazione Termini sud occidentale del recinto. Su que- con la Metro B - Circo Massimo Il Parco degli Acquedotti

Il magnifico Parco degli acquedotti, d.C. Esso era il più potente degli undi- compreso tra via Lemonia, via del ci acquedotti antichi, in grado di porta- Quadraro e via A. Viviani è costituito, re 4,738 quinarie, corrispondenti a una oltre che dalle rovine della Villa delle provvigione di quasi 200 milioni di Vignacce e del Casale di Roma litri al giorno. A Tor Fiscale, le arcate Vecchia, soprattutto dai resti, imponen- dell’Acqua Claudia si incrociano con ti, di ben sei acquedotti Romani. Gli quelle dell’Acquedotto Felice, così acquedotti Marcio, Anio Novus, chiamato in onore di papa Sisto V Tepula, Claudio, Iulia e Felice sfrut- (Felice Peretti) che lo realizzò alla fine tando le pendenze naturali (morfologi- del XVI secolo. Il condotto, dopo aver che) del territorio, conducevano l’ac- abbandonato il suo percorso sotterra- qua dalle sorgenti – nell’alta valle neo, si sovrappone all’Acquedotto dell’Aniene e sui Colli Albani - sino a Marcio del quale riutilizza piloni e strut- Roma, dove concludevano il loro per- ture. Seguendo il suo percorso si rag- corso a . giunge il complesso della Villa delle Le suggestive arcate che a tratti si sca- Vignacce, della quale rimane ben poco valcano tra loro, sovrapponendosi, dello splendore originario. La villa, sono ancora inserite nello spettacolare costruita nel II secolo, era infatti tra le paesaggio naturale circostante, caratte- più belle e ricche del suburbio romano. rizzato da un vasto prato con siepi, Oggi di essa si conserva la cisterna 58 alberi, piante erbacee, cardi e orchidee. che, inizialmente, era collegata Da via del Quadraro, voltando a destra all’Acquedotto Marcio che la riforniva si raggiunge Tor Fiscale dove le arcate d’acqua. Più avanti, verso via dell’Acquedotto Claudio, correndo Lemonia, si possono riconoscere anche vicine a quelle dell’Acquedotto Felice, la grande fontana absidata del ninfeo e raggiungono la massima altezza di i resti di altre cisterne d’acqua. circa 28 metri. L’Acquedotto Claudio, Passando sotto le arcate dell’Acquedotto inaugurato nel 52 d.C. dall’imperatore Felice si raggiunge un sentiero che con- che gli diede il nome, ebbe l’appellati- duce al Fosso della marrana dell’acqua vo di magnificentissimus per la qualità Mariana. Questo fu realizzato, nel XII eccellente delle sue acque. Narrava secolo, da papa Callisto II per portare Plinio nel I secolo che “Se si conside- l’acqua nel centro della città, dopo che ra attentamente l’abbondanza delle gli acquedotti erano stati danneggiati acque che l’acquedotto fornisce alla dai barbari. Il canale attraversava comunità (bagni, piscine, canali, case, l’Ager maranus, nei pressi dell’attuale giardini, ville di periferia), si ricono- Morena, e pertanto, in epoca rinasci- scerà che nulla può essere esistito di mentale venne, erroneamente, chiama- FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE più grandioso al mondo”. Le sue arca- to “mariano”. Il nome marrana passò te sostengono anche la tubatura successivamente ad indicare tutti i fossi dell’Acquedotto Anio Novus (Aniene della campagna romana. Proseguendo Nuovo), ultimato da Claudio nel 52 il cammino si raggiunge il Casale di 59

Roma vecchia, sorto nel XIII secolo al Tepula è legato alla temperatura, di lato della . Situato tra i due circa 17 gradi, raggiunta dall’acqua acquedotti Marcio e Claudio, aveva la alle sorgenti. Vale la pena di prosegui- funzione di controllo dell’intera area. re la visita al parco, camminando lungo Verso est si può vedere un tratto, in il viale alberato che costeggia, sulla tufo, dell’Acquedotto Marcio così destra, il fosso dell’acqua Mariana. detto perché realizzato dal pretore Questo viale ripercorre, in parte, il trac- Quintus Marcius Rex nel 144 a.C., ciato dell’antica Via Latina che, par- all’epoca della distruzione di tendo dall’omonima porta, collegava Cartagine. Con i suoi 90 chilometri, era Roma a Capua. Lungo la via, lastricata uno tra i più lunghi di Roma e la sua con basolato, si possono ancora scorge- acqua, fresca e salubre, era tra le più re i resti di tombe, casali e ville amate dai Romani. Sopra l’Acquedotto Romane. Marcio corre il canale dell’Acqua Tepula, condotta a Roma nel 125 a.C., e sovrapposta all’Acquedotto Marcio, TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE alla fine della Repubblica insieme Il Parco degli Acquedotti si può raggiungere all’Acqua Iulia della quale non rimane dalla Stazione Termini con la Metro A - quasi più nulla. Il nome dell’acqua Giulio Agricola. Il Ponte Nomentano

Il ponte, punto di transito sull’Aniene Bolívar, dopo aver trascorso anni tra e straordinario esempio di fortifica- la Francia e l’Italia, maturò la convin- zione militare, prende il nome dalla zione di dover liberare la sua terra dai via Nomentana sulla quale è situato conquistatori spagnoli. Ispirato dalla all’altezza del terzo miglio. Eretto nel magnificenza dei resti di Roma antica, II secolo a.C., subì la distruzione di pronunciò nei pressi del ponte un fati- Totila nel 549 per essere ricostruito dico giuramento con il quale promise dopo pochi anni da Narsete. Il ponte è di non darsi pace finché non fossero costituito da una grande arcata rivesti- state spezzate le catene che opprime- ta in travertino e da quattro arcate vano la sua gente a causa del potere minori. Le fortificazioni furono spagnolo. Tornato in sud America e aggiunte nell’VIII secolo, da Adriano vinte numerose battaglie, rientrò a I e nel, XV secolo, da Niccolò V Caracas nel 1813 guadagnando il tito- Parentucelli, del quale si può ancora lo di libertador e il conferimento dei vedere lo stemma sopra l’arco sul lato poteri dittatoriali. Nel 1849, invece, le esterno. Nella chiave di volta sono truppe francesi bombardarono il ponte inseriti una testa taurina e una clava per impedire il passaggio dei patrioti che sembrano potersi riferire ad italiani. Riparati i danni nel 1856, e Ercole, al quale probabilmente il rifatti i merli delle torri, il ponte è ponte era dedicato. Luogo probabile oggi pedonalizzato e inserito nell’area 60 dell’incontro tra papa Leone III e verde circostante. Carlo Magno nell’800, il ponte fu pro- tagonista di numerosi fatti storici di singolare rilevanza. Nel 1805 Simón Dalla Stazione Termini: bus 90 FONTANE TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Il Ninfeo di Egeria

notte, si appartavano Egeria e il re Numa Pompilio che traeva dalla ninfa, esperta delle cose umane e dei misteri divini, l’ispirazione per comporre le leggi sacre di Roma. Il Ninfeo di Ege- ria nel Pago Triopio era invece un ricco ambiente, immerso nel verde del parco, arricchito di fontane e, proba- bilmente, dedicato al dio Almone. La grande stanza rettangolare, frequentata da Erode Attico e dai suoi ospiti duran- te le calde estati romane, presenta ancora oggi una copertura a volta e, sul fondo, una nicchia all’interno della Il Ninfeo è situato all’interno del Parco quale si trova una statua antica. L’ac- della Caffarella, fuori di Porta San qua, proveniente dalla sorgente in via Sebastiano, ed è raggiungibile a piedi Appia Pignatelli ed incanalata in tuba- dalla via Appia Pignatelli. Fu costruito ture di terracotta, sgorgava nelle nel II secolo dal nobile greco Erode numerose nicchie laterali, probabil- Attico all’interno della sua villa subur- mente anch’esse ornate di statue. Il bana, il Pago Triopio, che si estendeva ninfeo era nascosto da rigogliosi rami 61 tra la via Appia Antica e il piccolo corso di edera che pendevano dall’alto. La d’acqua Almone. La tenuta agricola del volta a botte era invece rivestita di pie- Pago Triopio fu ereditata da Erode Atti- tra pomice e coperta dalle fronde leg- co in seguito alla morte della moglie gere della felce Capelvenere che Annia Regilla, che, probabilmente, egli ricreava, insieme ai muschi e ai liche- stesso uccise quando era incinta del ni, l’ambiente naturale della grotta. quinto figlio. All’interno della vasta All’esterno della grotta, un portico cir- proprietà, con l’edificio principale cir- condava una vasca rettangolare, anco- condato dal villaggio agricolo, Erode ra visibile, che raccoglieva l’acqua Attico fece innalzare un tempio dedi- prima che questa si gettasse nell’Al- cato a Cerere e Faustina, successiva- mone. Nell’Ottocento il ninfeo fu mente trasformato nella Chiesa di San- molto frequentato dai romani e non t’Urbano. Nei pressi dell’Almone fu solo. Nella celebre osteria, ricavata invece eretto il ninfeo, erroneamente all’interno della struttura muraria, ritenuto, sin dall’epoca rinascimentale, molti viaggiatori, tra i quali Goethe, la grotta di Egeria il cui culto era, in amavano trascorrere lunghe ore. realtà, celebrato nel bosco sacro delle TERME ACQUEDOTTI NINFEI FONTANE Camene, nei pressi dell’attuale piazza di Porta Capena. Secondo la tradizio- Dalla Stazione Termini: Metro linea B - ne, nel bosco sacro delle Camene, ogni Circo Massimo, poi bus 118 Note Volete comunicarci con parole o immagini quali luoghi di Roma avete amato di più o inviarci suggerimenti e curiosità? Collegatevi al sito internet www.romaturismo.it sezione Roma Fanzine. È vietata la riproduzione non autorizzata, parziale o totale, di testo ed immagini. i CENTRI INFORMATIVI TURISTICI

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