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La Calabria così com’è

Testo di Stefania Graziano Bordolese di adozione ma calabrese nell’anima, Stefania ha e Stéphane Glockner saputo trasmettere l’amore della propria regione al marito. Fotografie di Stéphane Glockner Insieme ogni anno percorrono le vallate dell’alta Locride alla scoperta di questa terra e della sua gente.

onosciuta per i numerosi suo sapere, ma anche Zaleuco di , luoghi comuni sulla mafia, la eminente giurista e padre della legis- Cmiseria dei paesini o l’ignoran- latura occidentale. Dopo di loro un za della gente, la Calabria ha una pessi- susseguirsi1 di popoli che nel corso dei ma reputazione. Ma cosa sappiamo secoli hanno lasciato tracce indelebili e veramente di questa regione e della sua contribuito a forgiare gli animi di ques- ricca storia? Forse abbiamo dimentica- ta gente. E che dire poi di tutti quei to che molte delle sue città furono paesini incastonati come pietre importanti e prospere colonie di quella preziose ai piedi di montagne immerse che si chiamava la Magna Grecia e in una natura lussureggiante? Veri forse non tutti sanno che a quell’epoca scrigni che racchiudono autentici tesori uomini illustri vissero nelle sue città. che solo il visitatore accorto e paziente Giusto per citarne alcuni: Pitagora, per riesce ad apprezzare. La terra è arida e esempio, che a Crotone fondò una dura, da queste parti, come la vita dei famosa scuola dove trasmise tutto il suoi abitanti. Per questo la Calabria

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pagherà un grande tributo di manodopera emigrata non solo nel ricco Nord, ma anche nel mondo. Coloro che sono partiti hanno lavorato tenacemente contribuendo ad arricchire il nord e altri paesi. Ed anche se può sembrare paradossale, oggi che la crisi è ancora più forte, sono molti i giovani che per niente al mondo lascerebbero questa terra ricca di autenticità.

Il nostro itinerario questa volta fa sosta nella Locride2. Una terra bagna- ta dalle acque cristalline del mar Ionio e costeggiata da lunghe distese di sab- bia, a nord di Reggio Calabria. I comuni che ne fanno parte si esten- dono dalla vallata dello Stilaro al nord fino alla cosiddetta area grecanica dove, accanto alla lingua italiana, Qui sopra, e sullo sfondo una delle vissero vécurent sopravvive un idioma greco, testi- sue numerose chiese. NB : fare donner un exemple un esempio A sinistra, incastonare sertir 1 un susseguirsi: une succession. NB : en italien, e il suo castello. accorto avisé on utilise souvent des infinitifs comme des noms. Qui sotto, vista sulla vallata dal Santuario la cosiddetta... ce que l’on 2 NB : la Locride di Santa Maria della Stella (). appelle la

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magica e lontana dai clichés televisivi. I paesini posti sulla sommità delle colline o rannicchiati ai piedi delle montagne si aprono agli occhi del vis- itatore come piccoli scrigni. Roghudi, dal greco richùdi che vuol dire rupestre, sorge su uno sperone roc- cioso a ridosso dell’Aspromonte. Vera e propria fortezza contro le invasioni, fu abbandonata davanti alla furia e all’impeto delle fiumare3 che, tran- quille durante la stagione secca, diventano torrenti devastatori nel peri- odo delle piogge. Oggi solo qualche turista amante della natura si avventu- ra fra i vicoli deserti e le case diroc- cate, ma il ricordo è rimasto intatto negli abitanti, strappati di forza alle loro case. Non è facile convivere con Qui sopra, gioventù a Placanica. mone del passato ellenistico della gli umori della natura, ma il popolo regione. Rimasta nell’oblio per molto calabrese si è sempre rialzato e, Pagina di destra, in alto, Stignano. Di sotto, partita di calcio sulla spiaggia tempo, oggi questa lingua è oggetto di fiducioso nella Povvidenza, è riuscito di Roccella Ionica. studio e di recupero. ad affrontare le avversità.

Qui sotto, scena di vita a Pazzano. La natura da queste parti è quasi Il clima religioso, o di pieta popo- inalterata e l’atmosfera che si respira è lare, infatti, si respira un po’ ovunque

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da queste parti come attestano i tanti edifici: cattedrali maestose come quel- la di Gerace dove si sovrappongono stili diversi, frutto di ripetute domi- nazioni; ma anche monasteri e piccole chiese. Proprio una di queste, la Cattolica di , merita di essere cita- ta non soltanto per il grande interesse artistico, ma anche perché rappresenta l’ospitalità che fin dall’antichità la Calabria ha saputo offrire. é una pic- cola chiesa bizantina a pianta centrica di forma quadrata, piccolo gioiello di architettura bizantina. In questa zona per sfuggire alle persecuzioni in Oriente, si stanziarono nel X secolo dei monaci che condussero un’esisten- za da eremiti. A Pazzano, Santa Maria della Stella da eremo bizantino è diventato santuario della chiesa cattoli- perfetto, sulle strade. Quelle più audaci ca, ed ancora oggi, permangono i segni mandano giù per le finestre il mitico che testimoniano il suo ruolo iniziale. I cestino legato ad una fune. Bisogna riti di questi monaci si sono perpetuati comprare il pesce che è stato pescato la rannicchiato recroquevillé, nel tempo e lo si può constatare visi- notte, il pane preparato la sera prima o blotti diroccata en ruine tando il monastero di San Giovanni la verdura maturata al sole. Le mamme stanziarsi s’installer Therestis nel comune di dove si mettono ai fornelli prima che faccia (pour une population) ancora oggi vivono dei monaci prove- troppo caldo e piano piano l’aria profu- un eremo un ermitage nienti dal monte Athos, in Grecia. ma delle loro deliziose pietanze. lo si può on peut le il fattore le fermier un podere un domaine Stradine silenziose e serpeggianti Dopo pranzo è l’ora della siesta: le coloro i quali (= quelli che) tra immensi campi di ulivo collegano i strade assolate si svuotano, le finestre ceux qui paesini dell’entroterra alla costa. Di l’Ape le triporteur Piaggio tanto in tanto s’incrocia qualche 3 La fiumara désigne un genre de cours d’eau typique de l’Italie méridionale, (cf. RADICI macchina o il lento trattore di un con- à sec à la belle saison mais sujet à des n¡ 40, p. 36) tadino che, padrone del tempo, con la crues violentes au printemps notamment. una fune une corde mano fa cenno di avanzare. In lontanan- za i latrati di un cane che il fattore ha lasciato a sorvegliare il prezioso podere, indicano che la giornata volge alla fine.

Stignano, Camini, , Roccella, silenziosi durante i lunghi mesi inver- nali, si popolano in estate non solo di turisti, ma anche dei tanti emigrati che spinti dalla miseria, dovettero abban- donare la propria terra. Le piccole piazze e le stradine si animano. I bam- bini riempiono le vie dei loro giochi festosi, mentre gli adulti discutono sorseggiando un buon caffè. Improvvisamente una musica annuncia che l’Ape carica di provviste arriva nel paese. é il momento di far la spesa. Le donne si riversano, in un sincronismo

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Qui sopra, partita a carte a Caulonia. si chiudono per cercare un po’di tepore andar bene. Finita la pennichella, i Pagina di destra, davanti alla chiesa di Stignano. di fronte al calore estivo. Solo qualche ragazzi si ritrovano al mare dove tra un gatto avanza incerto fra le viuzze, alla tuffo e l’altro improvvisano una partita Qui sotto, a Grotteria un ulivo offre un po’ d’ombra ai musicisti che aspettano ricerca anche lui di un po’ d’ombra di calcio con tanto di arbitro e spetta- la fine della Santa messa. dove appisolarsi. Perché no, forse il tori. I borghi prendono nuovamente cespuglio di un rosmarino potrebbe vita, i negozi sollevano le saracinesche e i tavolini dei bar vengono monopo- lizzati da accaniti giocatori di carte che, tra una briscola e un tressette4, trovano il tempo di commentare la cronaca del giorno. La sera, dopo cena, i vicoletti diventano un ritrovo e le notizie appena ascoltate al Tg sono l’occasione per rifare il mondo. Chi non ha voglia di discutere davanti alla porta di casa raggiunge il bar del vil- laggio e comodamente seduto a uno dei tanti tavolini può degustare una deliziosa granita alle mandorle o al bergamotto che, in questo tratto di costa, sembra aver trovato le con- dizioni ideali di crescita.

Per valorizzare i prodotti della regione, ma anche per non dimenticare

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le specialità degli antenati, numerose isti che con il loro flusso ci guidano di appisolarsi s’assoupir feste vengono organizzate un po’ dap- monumento in monumento. La Calabria con tanto di ... avec tout pertutto. Un manifesto attira la nostra va cercata come si raccoglie un frutto in ce qu’il faut, ... una saracinesca un rideau de fer attenzione ÇSagra della ngutaÈ. ÇCosa alto ad un albero. Non è forse il più la cronaca les nouvelles; mai celerà quel nome misterioso?» si facile da cogliere ma può avere lo stesso plus spécialement, domandano i turisti perplessi. Bisognerà buon sapore degli altri. Forse anche les faits divers pazientare un po’ prima di scoprire uno migliore. un ritrovo un lieu S.G. e S.G. de retrouvailles dei dolci pasquali più popolari della a meno che... à moins que... Locride, una sorta di pane con una o più ...non ci si rivolga ...l’on ne s’adresse uova sode in mezzo, a meno che non ci 4 Jeux de cartes très courants. darsi da fare s’occuper, si rivolga agli abitanti del luogo che, être actif il sagrato le parvis fieri di poter essere utili, si prodigheran- Ces images de la Calabre, et bien una leccornia un délice no in dettagliate spiegazioni. La sera d’autres, peuvent être consultées sur gli ottoni (MUS.) les cuivres della sagra, oltre a degustare i prodotti, è le site internet http://locride.free.fr. vi sono = ci sono piacevole camminare fra le stradine, incontrare la gente e magari farsi portare dal suono di una tarantella al ritmo spas- sionato di tamburelli e fisarmoniche. Rivisitate da grandi musicisti, queste musiche ancestrali ritornano oggi di moda tanto che, ogni anno a fine agosto, il comune di Caulonia gli consacra un vero e proprio festival dove per diversi giorni i concerti si alternano a conferen- ze, seminari e corsi di danza.

Qualche giorno di calma e la tanto attesa festa del santo patrono si avvicina. Tutti pronti, ognuno si dà da fare nei preparativi affinché il paese abbia le decorazioni più belle e la banda più grande. Sul sagrato della chiesa si dis- cute animatamente, si organizza, si prega, mentre i bambini non si fanno pregare per gironzalare attorno ad una delle tante bancarelle, nella speranza di gustare le loro leccornie preferite. E così tra il sacro e il profano la processione del santo può iniziare. Si snoda lungo le strade ritmata dagli ottoni, i cimbali e la grancassa e la scia di persone che avan- zano lasciandosi avvolgere dagli ultimi raggi di sole. Chi è rimasto a casa aspet- ta sull’uscio e quando il Santo arriva allunga la mano per sfiorarlo nella sper- anza di attirare la grazia.

Passato il santo passata la festa. L’estate arriva ormai alla fine. Presto tutto tornerà silenzioso come prima. Cosa importa? L’inverno passerà presto. Le fotografie di questo reportage sono state fatte tenendo conto di questo stato d’animo. Non vi sono orde di tur-

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