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Università della Terza Età Cinisello Balsamo Storia dell’Arte Contemporanea a.a. 2016 – 2017 Dott.ssa Francesca Andrea Mercant 5. Impressionismo in Italia. I macchiaioli I Macchiaioli sono un gruppo di artst attivi a Firenze nella seconda metà dell'Ottocento. Il termine venne coniato nel 1862 da un recensore della «Gazzetta del Popolo» che così definì con intent denigratori quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine ad un rinnovamento ant-accademico della pittura italiana in senso verista. Al Caffè Michelangelo a Firenze, attorno al critco Diego Martelli, si riunirono un gruppo di pittori tra cui: Telemaco Signorini, Raffaello Sernesi, Giuseppe Abbat, Adriano Cecioni, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Ferdinando Buonamici e Giovanni Costa. Il Caffè Michelangiolo a Firenze si trova attualmente in via Cavour al civico 21. Dalla seconda metà dell'Ottocento fino al 1920 circa fu un luogo di animatssime discussioni sia d'ordine artstco che politco, un sodalizio d'artst, quasi tutti toscani, che dopo il 1860, anima vivacemente il panorama artstco italiano e che ha contribuito in modo decisivo al rinnovamento dell'estetca pittorica tradizionale. Successivamente alla chiusura i letterat del Caffè, Le Giubbe Rosse, apposero sul muro del vecchio Caffè una lapide, visibile ancora oggi, per omaggiare quello che è stato il primo Caffè letterario di Firenze. Oggi il Caffè ospita il Museo Leonardo da Vinci Firenze ma rimane ancora attivo a livello artstco promuovendo mostre ed event culturali legat alla memoria storica e al pensiero contemporaneo. Adriano Cecioni, Il Caffè Michelangiolo, 1867 ca., collezione privata. Lapide sul luogo in cui sorgeva il Caffè Michelangelo Il cabaret Voltaire è un locale d'intrattenimento con intenzioni artstche e politche sperimentali, fondato a Zurigo nel 1916. È considerato universalmente la culla del dadaismo, movimento di rottura e rinnovamento delle logiche artstche tradizionali, poiché durante la prima guerra mondiale la Svizzera, neutrale durante il conflitto, fu rifugio di molt artst provenient da tutta Europa. Nel luglio 1916 proprio in questo luogo Ball rese pubblico il Manifesto Dada . Il cabaret ebbe a che fare con ogni settore dell'avanguardia, incluso il futurismo di Marinetti e presentò al pubblico artst radicalmente sperimentali tra cui Kandinsky, Paul Klee, de Chirico ed Ernst. Diego Martelli – critco d'arte e tra i primi sostenitori in Italia del realismo francese – fu il fondamentale anellodi congiunzione tra i Macchiaioli, artst che ospitò nella sua tenuta di Castglioncello. Qui cominciò ad invitare diversi amici frequentatori del Caffè Michelangiolo a Firenze, dove in genere i macchiaioli si riunivano, fino a diventarne il riferimento culturale, tramite un lavoro di sostegno e di consiglio teorico del movimento, tanto da fondare attorno alla sua personalità la cosiddetta Scuola di Castiglioncello. Dopo aver fondato nel 1867 con Adriano Cecioni e Telemaco Signorini il "Gazzettino delle art del disegno" e nel 1873 il "Giornale artstco", compì diversi viaggi a Parigi dove entrò in contatto con l'ambiente culturale della città, in partcolare con quello degli impressionist di cui diverrà un sostenitore. Giovanni Boldini, Ritratto di Diego Martelli, 1865, Firenze Giovanni Fattori, Ritratto di Galleria d'Arte Moderna di Diego Martelli nella sua Palazzo Pit proprietà a Castinglioncello, 1867, Milano, Collezione privata Federico Zandomeneghi, Diego Edgar Degas, Ritratto di Diego Martelli nel suo studio, 1870, Firenze Galleria d'Arte Moderna di Martelli, 1879, Edimburgo Palazzo Pit Natonal Gallery Federico Zandomeneghi, Ritratto di Diego Martinelli, 1879, Firenze Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pit Esattamente come avvenne per gli impressionist *, il nome fu utlizzato da un giornalista per la prima volta nel 1862 in occasione di un'esposizione fiorentna: in realtà l'espressione fu coniata dal giornalista in senso piuttosto denigratorio, ma i pittori oggetto della definizione decisero da allora in poi di adottare tale termine come identficatvo del loro gruppo. * In occasione della mostra organizzata nel maggio 1874 nello studio fotografico Nadar dalla Société Anonyme des artstes con intent di polemica indipendenza dal Salon ufficiale, esposero diversi pittori (tra cui Bazille, Cézanne, Degas, Monet, Morisot, Pissarro, Renoir, Sisley). La Exposition Impressioniste, come venne definita dal critco Leroy, con un neologismo di tono dispregiatvo derivato dal ttolo di un quadro di Monet (Impression, soleil levant, 1872, Parigi, Musée Marmottan), non fu compresa, ma venne comunque accettata pienamente dagli artst che da quel momento usarono quel termine, impressionist, per identficare se stessi e la propria arte. Il movimento dei Macchiaioli voleva rinnovare la cultura pittorica nazionale: la poetca macchiaiola è verista e si oppone al Romantcismo, al Neoclassicismo e al Purismo accademico, sostenendo che l'immagine del vero è un contrasto di macchie di colore e di chiaroscuro. Questo contrasto era ottenuto tramite una tecnica chiamata dello specchio nero, in ci si utlizzava uno specchio annerito con il fumo che permetteva di esaltare i contrast chiaroscurali all'interno del dipinto. In estrema sintesi l'arte dei macchiaioli consisteva nel rendere le impressioni che gli artst ricevevano dal vero per mezzo di macchie di colore di chiari e di scuri. Il contenuto paesaggistco tpico del movimento dei Macchiaioli viene più volte ripreso per coerenza dell'opposizione verso gli ideali del Purismo, tra cui il sublime teorizzato da Edmund Burke, un sublime simbolico e non percepito nella realtà dei partgiani. Il sublime dell'arte italiana invece è molto simile a quello della Vasttas, apprezzato nei paesaggi a campo aperto dagli stessi partgiani, tra cui Giovanni Fattori. Il nome fa riferimento al fatto che quest pittori eliminavano totalmente la linea ed il punto geometrico, in quanto non esistent nella realtà, usando vere e proprie macchie di colore. I buoi Giuseppe Abbat, Bovi Giuseppe Abbat, Carro e bovi aggiogati, non datato, olio su nella Maremma toscana, 1867 tavola, Livorno, collezione ca., olio su tela, collezione privata privata Giuseppe Abbat, Carro rosso Giovanni Fattori, Bove bianco con bovi, non datato, olio su e vacca nera, non datato, olio tela, Firenze, collezione su tavola, collezione privata privata Giovanni Fattori, Bovi bianchi al Giovanni Fattori, Carro con carro, 1867-1870, olio su buoi, 1885-1890, olio su cartone, Carpi (MO), Palazzo tavola, Firenze, Galleria Forest, Collezione del Dott. d'Arte Moderna, Palazzo Alberto Marri Pittti I covoni di grano I mucchi di fieno o I covoni (Les Meules) è il ttolo di una serie di quadri impressionist dipint da Claude Monet. Il nome si riferisce in termine stretto, ai ventcinque dipint iniziat dopo il raccolto di fine estate 1890 e contnuato fino ai primi mesi del 1891. La serie ha per oggetto principale dei covoni di grano che si trovavano in un campo vicino alla casa dell'artsta a Giverny, nell'Eure, in Normandia. Claude Monet, Covoni (fine dell'estate), olio su tela, 1891, Chicago, Insttut d'art de Chicago Raffaello Sernesi, Pagliai a Silvestro Lega, Pagliai al sole, Castiglioncello, 1865 circa, 1890 circa, olio su tavola, olio su tavola, Firenze, Piacenza, Galleria d'Arte collezione privata Moderna Ricci Oddi Giovanni Fattori, Pagliaio, 1880 circa, olio su cartone, Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori La scena di genere Ferdinando Buonamici, Gli orfani, 1856 circa, olio su tela, Firenze, Adriano Cecioni, Le Galleria d'Arte Moderna, Palazzo ricamatrici, 1886 circa, olio su Pit tela, collezione privata In un paesaggio solitario e Un sapore antco emana da carico di suggestone, due queste fanciulle bambini vestt miseramente si coscienziosamente intente ai affliggono davant ad una lavori "femminili"; le due povera tomba. Grazie all'uso di sedute sul balcone hanno un cromatsmo intenso e a una improvvisato una tavola su cui stesura fortemente macchiata, ricamare, quella seduta nel oltre che accesa da sbattiment vano della finestra tene fra le di luce, il pittore intensifica il mani un uncinetto. Le loro patetsmo della scena di fisionomie sono definite con genere, attualizzandone così il una severità e un nitore che significato. richiama il rigore astrattivo e Il quadro fu dedicato solenne della pittura di Piero dall'autore a Giuseppe Dolfi, il della Francesca, da cui sembra fornaio fiorentno capopolo derivare anche la limpida della rivolta toscana del 1859. luminosità dell'aria. Silvestro Lega, La lettura, 1864- Adriano Cecioni, Lettura del 1867 circa, Olio su cartoncino giornale, non datato, olio su applicato su tavola, Bari, cartone, ubicazione ignota Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto Silvestro Lega, Il canto dello stornello, 1867, olio su tela, Firenze, Galleria d'Arte Moderna, Palazzo Pit Silvestro Lega, I fidanzati, 1869, olio su tela, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci L'impostazione dell'opera L'opera ebbe una notevole rimanda con molta chiarezza a fortuna espositva, oltre che precedent pierfrancescani, emblema dell'opera matura di nella luminosità nitda e ferma Lega: la scena dei due fidanzat a braccetto nel paesaggio che avvolge le figure costruite crepuscolare, seguit con sobrio rigore formale, che discretamente da una donna e confermerebbe la fedeltà a da due bambine, sembra produrre un'arte dove la annunciare la crisi della poetca sincerità d'interpretazione del macchiaiola, e della pittura di vero reale dovesse, senza Lega in partcolare, che si plagio prerafaellista, ritornare