Le Collezioni Veneziane D'arte E D'antichita Dal Secolo XIV. Ai Nostri
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Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from University of Toronto http://www.archive.org/details/lecollezionivene01levi CESARE Av^^-VSTO LEVI LE COLLEZIONI VENEZIANE D'ARTE E D'ANTICHITÀ DAL SECOLO XIV. AI NOSTRI GIORNI ^ et ciiftos et ultor IN VENEZIA FERO. ON Ti A NI A - Rdlt. MDCCCC ^ l^ c^Vo"-iy OPERE DI STORTA, ESTETICA ed ARCHEOLOGIA DELLO STESSO AUTORE Iberia. — Viaggio con cenni sull'arte araba e spagnuola. Rapporto generale d'una missione in Oriente pel Ministero della P. I. Su Cheronzio Augustale, Taide da Licopoli e Publio Clodio Quirinale. (Est. dagli Atti dell' ht. Veri) .Studi Archeologici su Aitino. (Id.) Catalogo del Museo Provinciale di Torcello. Dei culti orientali nell'antica Venezia (Est. dagli Atti dell'Ist. Ven.) Delle patere in generale e di due singolari monumenti simbolici. (Est dall'/lrc/i/v/o Veneto). L'Antico l'alazzo dell'Archivio ora Museo dell' Estuario in Torcello. Illustrazione di alcuni bronzi antichi. (Est. dagli Atti dell'Ist. Ven). N'uove suppellettili archeologiche provinciali. (Id.). Bolla e Regesto di S. Felice di Ammiana. (Id.). Di Tebaldo di Bess;in e di un Vaso del secolo XIII. ;ld.). I Campanili di Venezia. — Notizie storiche, con disegni. Navi venete. — Da codici, marmi, dipinti. — Id. id. Le moltitudini nell'Arte. — Discorso letto alla R. Accademia di Belle Arti in Venezia. I Plutei delle Ruote e le (^ase della Roda in Torcello. (Est^ dal Bull. d'Arte e Cu- riosità Veneziane) II Lituo d'avorio del vescovo Buono Balbi di Torcello. (Est. dagli Att'i dell'Ist. Ven.). Il pittore veneziano Pompeo Marino Molmenti. (Est. dalla Vita Italiana di Roma). Antiche Scuole d'Arti e Mestieri in Venezia (3^ ediz. rifusa ed ampliata). L'Arte del Vetro in Murano nel Rinascimento e i Berroviero. — Note storiche. La stampa dei libri in Murano 1492-1628. Venezia e il Montenegro (per le nozze principesche), 1896. Navi da guerra costruite nell'arsenale di Venezia dal 166- al 1891. Tutte quest'opere sono completamente esaurite IN CORSO DI STAMPA : Gesta, Fasti e trofei della Marina Veneta con disegni, documenti, carte rapporti inediti dall'origine di Venezia alla caduta di Costantinopoli (14S3I. Storia dell'Arsenale e della Marina di Venezia dalla metà del secolo XV ad oggi. IN PREPARAZIONE: Il Mistero d' Otello, .secondo le traccie di archivi pubblici e privati in Venezia. CESARE AVGVSTO LEVI LE COLLEZIONI VENEZIANE D'ARTE E D'ANTICHITÀ DAL SECOLO XIV. AI NOSTRI GIORNI ^ ei cuftos et ultor IN VENEZIA V ERI). O X i . A N I A - Edit.= MDCCCC /V LG L AUTORE SI E RISERVATA LA PROPRIETÀ DEL PRESENTE LAVORO A TERMINI DI LEGGE PER TUTTI I PAESI Premiato Stabilimento Tipo-Litografico Succ. M. Fontana RH VITTORIO EMANUELE IH. CHE LA VIGORIA INGENITA DELLO SPIRITO ABBEVERÒ ALLE FONTI STORICHE DELL'ARTE E DELLA COLTURA NAZIONALE ONDE TRARNE BELLEZZA DI ISPIRAZIONI E SEVERITÀ DI PROPOSITI PER NUOVE GLORIE CIVILI ALL'ITALIA LE COLLEZIONI VENEZIANE D'ARTI- E D'ANTICHITÀ INTRODUZIONE Più ruoiiio trilla la 'l'erra e più antica ne trova la storia; piìi truga la Storia e più questa allontana i suoi convenzionali scenarii ; cosicché, appena lasciata la pianura della realtà per la montagna del progresso, trova la pianura inabissarsi nel passato ; la vede inabissarsi, un senso cruciante di rimpianto lo assale e mentre sente il dovere di mai arrestarsi, non sa trat- tenersi dair inviare qualcuno, palombaro audace, a raccoglier qualcosa da quel naufragio in un mare senza fondo. Dove scomparvero le città, dove estendevansi gl'impèri? Ben diceva Gautier nei suoi Sniditi e Carnei: Tout passe le buste Survit à la cit-i Et la medaille austère Sous torre Re\ jle un emperour. Qualche \oita il busto è di un nume che ci dà la forma di un ideale scomparso colle stirpi che l'avevano nelle visioni alimentate dall' elfervesccnza di un' umanità più giovane, più vigorosa, più sensibile di questa che sta scomparendo. L'archeologo sente palpitare il passato e un misto di gioia e di paura, di entusiasmo e di religioso spavento mano a mano in lui si succede : non gli si crede talvolta, gli si ride talora in faccia come ad uno spacciatore di falsità, a un visionario mattoide, ma a lui resta la vittoria finale, quando le nazioni vili riflettendo nei momenti di pace sotto Talbcro della libertà, o la vita, nei crepu-.coli di dopo il lavoro febbrile della lotta per un'età irresoluta, sospirano a riavere quelle forze vive e pure allora, allora, si rivol- che animavanle al loro primo apparire ; gono all'archeologo il quale come la palombella deve cercare e lui si rivolge il filosofo, la polla sana nel grande deserto ; a : fati- a lui il reggitore di popoli e tutti gli dicono trovami o dal coii- catore le testimonianze del passato ; che io possa froìito attingere il criterio ! E il confronto talvolta e doloroso, cosicché quando si pensa alle 1400 città che esistevano al si la desolata tempo di Erodoto in Italia ; quando medita che Sardegna era il granaio dell" impero, e la sconsolante ma- remma toscana pullulava di città vaste, magnifiche con ci- viltà e legislazioni varie e tenaci, sì è doloroso : ma se poi si si leva dal cumulo di stragi e di delitti di popoli e J' impe- ranti, e si numera pietra per pietra il cammino fatto verso l'embrione di una unità di stato che deve precedere altre unità pilli forti, più equilibrate, piti giuste : se le città non sono più così numerose, ma in esse v'è più numero di gente operosa, collegata da interessi oltre che materiali morali, e in esse si raccolgano le memorie del passato acciò più non iscompaia- no : il confronto riesce piacevole. Le memorie del passato furono sempre care agl'italiani e mi pare che d' Annunzio abbia a ragione dimostrato come nell'anima del popolo italico vi sia uno speciale istinto di con- servazione ; e nello scorrere la storia si vedrà con placido sguardo, come questo istinto di conservazione abbia al di so- pra di ogni nuova dominazione, risospinti all'esistenza i vecchi costumi, le antiche abitudini semplici, ingenue, serene come crudeli, animalesche ed oscure. Tale istinto ha fatto sì, che sino a pochi lustri tu avresti rinvenute, nelle più vecchie fami- glie dei nostri paesi, e più fra le agricole che le cittadinesche, cose pregevoli d'arte, tramandate di generazione in generazio- ne, strappate a furia di lotte corpo a corpo a tutti i ladri na- zionali e stranieri poiché 1' Italia dopo aver predato tutto il ; mondo, dal II al XIX secolo, doveva attendersi che tutto il IX mondo venisse a depredarla. Ricondotta ad unità almeno este- riore, chiuse le Alpi agli invasori, assicurate le difese delle sponde da tutte le armate possibili, potevasi credere che le depredazioni fossero linite, che la restituzione bastasse. .Ma entro le i^allerie scavate dai genio di (Irattoni e di Sommciller, sulle tolde dei vascelli slanciati dai nostri stessi cantieri, vennero nuovi predatori in vesti eleganti. Cf^ll'ammi- razione nel sentire, col sorriso sui volti ; e le città divenule alberghi e caserme all' oro straniero nulla seppero negare, e come ben cantava Knotrio Romano : .... dietro un.i tomba vitt'io Macchiavcllo Degli ocelli ammicciiij con un che passò E Jir sotto voce : L' Italia non dice mai no. Son fori fulgenti di doric colonne, I tah.mi aperti di sua voluttà, Sul t;ran Campidoglio si scinge la gonna K nuda sull'urna di Scipio si dà. ed ahi I non le coso predate agli altri popoli durante il primato romano sul mon- do, ma quelle affinate nei borghi accatastati e ripieni di sante energie dell'epoca dei comuni, quelle cesellate nelle magnifi- che e gloriose piazze delle sedi regionali patrizie nel fiorire del rinascimento fra i canti e le feste di un sangue ebbro ma rigoglioso, quelle perseguite con mano fiacca e senile tra le fabbriche gesuitiche della Decadenza, cominciarono come gli idoli di Labano, sotto le vesti delle Racheli ultramontane, a sparire una per una : qua e là ancora quell'istinto di conser- vazione della bellezza patria, avita, secolare, fece insorgere un grido di folla furiosa alle porte dei vecchi municipii, dove mercanteggianvasi tra il [viraxento della legalità, e i solfici cu- scini dell'irresponsabilità, molte se non tutte quelle cose mira- bili e sacre ; ed uno spirito acuto e nobile, il Bonghi, quantun- que talora stridente per 1' abitudine del cachinno giornalistico. ma sempre onesto e retto, strappò alla inerzia parlamentare una legge che, dividendo il paese per zone e per circondari, permetteva chiamare cittadini integri e bene animati a vigilare sulle antiche rovine, e cosi furono creati gl'ispettorati agli esca- vi monumenti, e a poco a poco si istituirono musei provin- ciali e comunali, o si aumentarono e si regolarono. La bar- riera sorse, se la fuga non si potò impedire, se il continuo domestico latrocinio non si potò togliere, qualcosa si è fatto, poco però in confronto del moltissimo che dovevasi fare. La città e la provincia di Venezia furono quelle in cui si raccolsero le ruinc dell' Impero bizantino, le spoglie gotiche ed orientali, quelle in cui si imitarono, pareggiandole e supe- randole, le meraviglie di tutti gli stili, di tutte le epoche, ma qui anche fu dove se ne fece il maggiore commercio. Per quindici anni ispettore agli escavi e monumenti nel- l'estuario, coadiutore ed alter ego di quello di Venezia, reg- gente dopo la sua morte per qualche tempo, fondatore del museo dell'Estuario, direttore del Provinciale in Torcello e del Comunale in Murano, come l'Argante del Tasso, finche ebbi lena e dovizie, aiuti, prestigio .