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linee guidaok 30-09-2003 11:18 Pagina 1 Linee guida linee guidaok 30-09-2003 11:18 Pagina 2 IN D I C E • LA PROGRAMMAZIONE DI CARITAS ITALIANA: punti di riferimento e prassi ......................... 1 • GIUSTIZIA, PACE, SAL VAGUARDIA DEL CREATO : LA SFIDA EDUCATI V A E PROMOZIONALE orientamenti per riflettere ............................. 9 • PROSPETTIVE DI LAVORO PASTORALE ......... 28 linee guidaok 30-09-2003 11:18 Pagina 1 LA PROGRAMMAZIONE DI CARITAS ITAL I A N A punti di riferimento e prassi Pr e m e s s a Nell’ultimo decennio Caritas Italiana ha individuato come centrale l’attenzione a forme di programmazione che avessero come obiettivo la piena partecipazione delle Caritas diocesane e delle Delegazioni regionali nella valutazione dei bisogni del mondo Caritas, nella condivisione degli scenari socio pastorali del momento, nell’individuazione di prio- rità su cui lavorare insieme, nella verifica sul lavoro fatto, … Pr o g r a m m a z i o n e , quindi, come luogo in cui confrontarsi e crescere insieme nell’ottica del ser- vizio alla comunità dei fedeli e secondo il mandato statutario di promuovere la testimonian- za della carità «in forme consone ai bisogni e ai tempi» (cfr. Statuto Caritas Italiana, art. n. 3). Un lavoro caratterizzato dagli incontri di Caritas Italiana con le Delegazioni regionali Caritas (solitamente nei mesi di aprile e maggio) che vedono da sempre la partecipazio- ne della quasi totalità delle Caritas diocesane. Si tratta di un momento molto significa- tivo: l’occasione per fermarsi, almeno una volta l’anno, per pensare insieme le temati- che proposte, a partire dallo specifico di ogni regione ecclesiale. I trent’anni di storia di Caritas in Italia chiedono la rilettura delle istanze statutarie alla luce del testo della Carta pastorale (cfr. Lo riconobbero nello spezzare il pane, n. 37/42), in fun- zione di un futuro che stiamo già costruendo giorno dopo giorno. La domanda «Qu a l e Caritas per i prossimi anni?» segna il nostro cammino dall’anno pastorale 2001/2002. Gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati dalla scelta di “lavorare per progetti”. Un len- to ma costante passaggio dalla pr o g r a m m a z i o n e , intesa come elenco di attività, alla pr o - ge t t a z i o n e pensata come processo articolato di costante attenzione a coniugare singole attività all’interno di scenari che variano sempre più velocemente (basti pensare alla dimensione delle politiche sociali). La scelta di questo modello trova riscontro nell’individuazione di un preciso metodo pastorale per leggere la realtà e costruire la Caritas del futuro: osservare, ascoltare, di s c e r n e r e . Non solo parole; molto più che strumenti. L’Osservatorio delle povertà e del- le risorse (OPR) e il Centro di Ascolto (CdA) sono “luoghi propri”, caratterizzanti le Caritas diocesane. Solo dall’incontro quotidiano con i poveri e dalla lettura attenta dei fenomeni e delle cause di povertà e ingiustizia possono scaturire germi di proposte con- crete per un nuovo sistema di politiche sociali. Caritas Italiana lavora quindi per rafforzare la propria presenza e migliorare il proprio ser- vizio alle Caritas diocesane. La scelta di promuovere forme di coordinamento regionale 1 linee guidaok 30-09-2003 11:18 Pagina 2 su specifiche attenzioni pastorali (dalla promozione/ accompagnamento delle Caritas par- rocchiali ai Centri di Ascolto) ha portato i suoi frutti soprattutto in termini di partecipa- zione al lavoro di animazione, nella Delegazione regionale e sul livello nazionale. Siamo finalmente in grado di passare dal pr o g r a m m a (elenco statico di attività) alla pr o - gr a m m a z i o n e (elenco dinamico delle attività), in vista di un vero e proprio lavoro di pr o - ge t t a z i o n e (individuazione di obiettivi e di attività). Aree e Uffici per un adeguato lavoro di progettazione pastorale Per Caritas Italiana tutto questo ha significato vivere alcuni passaggi fondamentali: • l’evoluzione dello stile, del contenuto e del metodo dello strumento pr o g r a m m a z i o n e (dal calendario delle iniziative formative ad un programma “cofanetto” articolato); • la riorganizzazione del 1999; • il lento ma costante assestamento delle Aree e dei Servizi per un migliore servizio alle Caritas diocesane; • la crescita della capacità di analisi degli scenari nazionali e internazionali nel tenta- tivo di costruire nuovi cammini di testimonianza della carità. Le Aree e i Servizi hanno assunto negli ultimi anni un ruolo fondamentale nell’elabora- zione del “cofanetto programmazione”. Occorre assumere uno stile che faciliti il lavoro di insieme all’interno dell’Area, a parti- re dalle attenzioni specifiche privilegiate nel lavoro dei singoli Uf f i c i . Questi stanno diventando lo strumento per l’osservazione e l’ascolto di determinate tematiche (Centri di Ascolto, ad esempio). L’obiettivo è individuare prime linee di discer- nimento (attività di formazione, per esempio). L’Ar e a / S e r v i z i o diventa il luogo in cui fare sintesi delle letture offerte dagli Uffici e costruire un quadro progettuale ampio che tenga conto: • dei bisogni delle Caritas diocesane e delle Delegazioni regionali; • dello scenario socio-pastorale; • del tema dell’anno. L’obiettivo è pensare le singole attività proposte dagli Uffici all’interno di questo quadro. Il ruolo dell’Equipe Aree/Servizi (EAS) è rileggere quanto elaborato dalle Aree e costrui- re una proposta che sarà oggetto di confronto e analisi nelle realtà istituzionali (Consiglio Nazionale, Presidenza) e nelle occasioni di incontro con le Caritas diocesane e le Delegazioni regionali (incontri regionali, convegno nazionale, convegni regionali). Un processo articolato, da curarsi in ogni fase, che vuole rispondere all’appello conte- nuto in Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia: non appiattirsi sul tempo pre- 2 linee guidaok 30-09-2003 11:18 Pagina 3 se n t e ma costruire una nuova storia in ascolto dei bisogni della comunità, promuoven- do il discernimento comunitario (c f r . CVMC, n. 42/50). Sinteticamente, quindi, riportiamo i punti di riferimento statutari e organizzativi per la pr o g r a m m a z i o n e . Da dove partire… IDENTITÀ DI CARITAS ITALIANA (cf r . Sta t u t o art. n. 1) Organismo pastorale vale a dire: non centro documentazione, non pura realtà di formazione, non organizza- zione di solo intervento, non ente gestore, ma… organismo pastorale: • punto di partenza una particolare attenzione agli ultimi, con prevalente funzione pedagogica, educativa. • con la finalità di promuovere “collaborativamente” la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana (privilegiare progetti di pastorale d’insieme quali: progetto Pol i c o r o , progetto Caritas-Azione Cattolica, progetto Caritas-Pastorale familiare, progetto Ca- r i t a s - Pastorale sanitaria, progetto Caritas-Catechesi-Liturgia, Caritas-Fondazione Migrantes, …). • con la modalità di agire attraverso azioni e itinerari in forme consone ai tempi e ai bisogni. • con l’obiettivo di operare per lo sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace. COMPITI DI CARITAS ITALIANA (cf r . Sta t u t o art. n. 2) Collaborazione con i Vescovi, le Chiese locali, in particolare attraverso le Caritas diocesane. • Promuovere l’animazione: — del senso della carità verso persone e comunità; — del dovere di tradurlo in interventi concreti con carattere promozionale. • Curare il coordinamento delle iniziative e delle opere caritative e assistenziali di ispirazione cristiana. • Indire, organizzare e coordinare interventi di emergenza in caso di calamità in Italia e all’estero. • Collaborare con altri Organismi di ispirazione cristiana per: — realizzare studi e ricerche sui bisogni, — promuovere il volontariato, — favorire la formazione degli operatori, — contribuire allo sviluppo umano e sociale dei Paesi in via di sviluppo. 3 linee guidaok 30-09-2003 11:18 Pagina 4 …per quale programma CA R I T AS ITALIANA E LA SUA ORGANIZZAZIONE • Organizzazione per Aree/Servizi e Uffici per favorire la comunicazione e l’operatività unitaria secondo la propria appartenenza. • Organizzazione che ha sempre più bisogno di essere sostenuta da senso di apparte- nenza, cammini di interazione e luoghi unitari di lavoro. CA R I T AS ITALIANA E IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO NAZIONALE, EUROPEO E IN T E R N A Z I O N A L E a . rapporto Caritas Italiana e Caritas diocesane; b. rapporto Caritas Italiana e Delegazioni regionali Caritas: entrambe a servizio del- le Caritas diocesane, non sovrastrutture. • La modalità di lavoro da condividersi costantemente ad ogni livello è quella dell’os s e r - vare, ascoltare e discernere attraverso i luoghi-strumenti pastorali propri di Caritas: Centri di Ascolto, Osservatori delle povertà e risorse, tavoli del discernimento delle Pol i t i c h e Sociali (anno pastorale 2001/2002: Cammini di osservazione, ascolto e discernimento). • La dimensione comunitaria della testimonianza della carità (carità di popolo) deve impegnare la Caritas, ad ogni livello, a collegare e ben armonizzare l’attenzione, la presenza e l’intervento nella quotidianità e nell’emergenza senza sbilanciature o dimenticanze, attraverso cammini unitari tra Caritas e famiglia, Caritas e parrocchia, Caritas e servizi, Caritas e gruppi, movimenti, … (anno pastorale 2002/2003: Co l l e g a r e emergenze e quotidianità). • I cammini educativi alla giustizia, alla pace e alla salvaguardia del creato de v o n o impegnare la Caritas, a tutti i livelli, a curare le prassi che promuovono stili e scelte ordinarie e quotidiane di giustizia, pace e attenzione al territorio (anno pastorale 2003/2004: Scelte di giustizia, cammini di pace). …con quali modalità scegliere e promuovere un modo di lavorare organico e unitario IN CARITAS ITALIANA • lavoro organico nelle singole Aree, Servizi e Uffici; • lavoro organico nell’Equipe Aree-Servizi e in Direzione; • promozione di progetti di lavoro organico interaree/servizi.