In Margine Al Progetto Codex Aspetti Di Produzione E Conservazione Del Patrimonio Manoscritto in Toscana
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In margine al Progetto Codex Aspetti di produzione e conservazione del patrimonio manoscritto in Toscana In margine al Progetto Codex Aspetti di produzione e conservazione del patrimonio manoscritto in Toscana a cura di Gabriella Pomaro Pacini Editore Regione Toscana – Direzione regionale Presidenza Coordinamento editoriale Settore Comunicazione istituzionale e pubblicitaria. Eventi e tutela del marchio Supervisione e coordinamento generale Settore Biblioteche, archivi, istituzioni culturali Paola Ricciardi Franco Castellani In copertina Bagno a Ripoli, Pieve di San Pietro a Ripoli, Graduale, f. 116v Per l’autorizzazione a riprodurre le immagini dei manoscritti si ringraziano i proprietari, persone e Enti: prof. Alberto Simonetta; don Filippo Lupi parroco della Pieve di San Pietro a Ripoli; Biblioteca Comunale degli Intronati (Siena); Biblioteca Capitolare Feliniana (Lucca); Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca (Cortona). Copia fuori commercio - Vietata la vendita © Copyright 2014 Pacini Editore e Regione Toscana ISBN 978-88-6315-532-7 Realizzazione editoriale e progetto grafico Via A. Gherardesca 56121 Ospedaletto-Pisa www.pacinieditore.it [email protected] Sales Manager Lisa Lorusso Responsabile di redazione Francesca Petrucci Fotolito e Stampa Industrie Grafiche Pacini L’editore resta a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per le eventuali omissioni. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org Sommario VII Presentazione Agostino Paravicini Bagliani 1 Una raccolta di poesia volgare della seconda metà del Quattrocento dall’archivio Simonetta Alessandro Boccia 29 Lo scriptorium di san Bernardino nel Convento dell’Osservanza a Siena Rossella De Pierro 107 Religiosità diffusa: manoscritti liturgici tra Bagno a Ripoli e Pontassieve Francesca Mazzanti 139 Materiali per il manoscritto Lucca, Biblioteca Capitolare Feliniana 490 Gabriella Pomaro 201 Libri e copisti nel convento di Santa Margherita di Cortona (secc. XIV-XV) Patrizia Stoppacci 243 Il Catalogo de’ testi a penna di lingua italiana dei secoli XIII. XIV. e XV. di Luigi De Angelis e la catalogazione Codex nella Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena Maria Luisa Tanganelli 261 Elenco delle illustrazioni in ordine di sede 263 Indice dei manoscritti citati Sigle e repertori BHL = Socii Bollandiani (ed.), Bibliotheca Hagiografica Latina antiquae et mediae aetatis, I-II, Bruxelles, Societé des Bollandistes, 1898-1901 (Subsidia Hagiographica, 6-7). CCSL = Corpus Christianorum. Series latina. Collectum a monachis O.S.B. abbatiae S. Petri in Steenbrugge, Turnholt, Brepols, 1954-. CLLA = Gamber K., Codices liturgici latini antiquiores. Secunda editio aucta, Freiburg in Br., Universitätsverlag, 1968 (Spicilegii Freiburgensis Subsidia). CPL = Dekkers E. – Aemilius G. (a cura di), Clavis Patrum Latinorum, qua in corpus Christia- norum edendum optimas quasque scriptorum recensiones a Tertulliano ad Bedam commode recludit Eligius Dekkers, opera usus qua rem praeparavit et iuvit Aemilius Gaar, Vindobonensis, Steenbru- gis, 1995 (Corpus Christianorum. Series Latina). CPPM = Machielsen J. (a cura di), Clavis Patristica pseudepigraphorum Medii Aevi. I/A-B: Opera homiletica; II/A: Theologica. Esegetica;II/B: Ascetica. Monastica, Turnhout, Brepols, 1990-1994 (Corpus Christianorum. Series Latina). Jaffé, Regesta = Jaffé P. (ed.),Regesta Pontificum Romanorum ab condita ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. voll. II, Lipsiae, Veit et Comp., 1885-1888. MGH = Schmeidler B. (a cura di), Monumenta Germaniae Historica, Berlin, Weidmannsche Buchandlung, 1930-. Mohan, Initia = Mohan E. G., Initia operum Franciscalium, New York, The Franciscan Institute, 1975, voll. I-IV. Oberleitner, Űberlieferung Augustinus = Oberleitner M., Die handschriftliche Űberlieferung der Werke des Heiligen Augustinus, 1/1. Italien: Verzeichnis; 1/2; Italien: Verzeichnis nach Bibliotheken- nach, Wien, H. Böhlaus Nachfolger, 1969-1970 (Osterreichische Akademie der Wissenschaften. Philosophisch-historische Klasse. Sitzungsberichte, 267). PG = Migne J. P. (a cura di), Patrologiae cursus completus...omnium SS. Patrum, doctorum, scrip- torumque Ecclesiasticorum, Series graecae in qua prodeunt patres...Ecclesiae graecae, I-CLXI, Paris, Migne, 1857-1886 (rist. anast.Turnholti, Brepols, 1977-1984). PL = Migne J. P. (a cura di), Patrologiae cursus completus, seu bibliotheca universalis... omnium SS. Patrum, doctorum, scriptorumque ecclesasticorum. Series latina in qua prodeunt Patres... Ecclesiae Latinae, I-CCXXI, Paris, s.n., 1844-1864. di Agostino Paravicini Bagliani Presentazione Forse non ce ne siamo accorti ma il mondo dei ma- noscritti medievali sta vivendo una nuova rivoluzione, non soltanto perché gli studiosi e il grande pubblico possono consultare un numero sempre maggiore di co- dici sullo schermo del proprio ‘computer’, ma anche perchè la disciplina che ha il compito di fornire un quadro metodologico allo studio rigoroso e scientifico di questo immenso e magnifico patrimonio librario, fondamento precipuo della cultura europea – la codicologia1 – si sta sempre più affinando, anche grazie al materiale che può consultare in rete. Eppure, la codicologia di rivoluzioni ne ha conosciute tante nel corso di quest’ultimo se- colo a cominciare da quel lontano 1885, anno in cui Gaspard René Gregory pubblicò nei Comptes-Rendus dell’Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi una nota di solo otto pagine2, in cui presentava quella che ormai è nota come ‘legge di Gregory’, e che non poteva non venire ricordata anche nelle pagine di questo volume: ossia il fatto che nei mano- scritti greci – ma più generalmente nella stragrande maggioranza dei codici prodotti nell’Oc- VII cidente medievale latino – i quaderni venivano composti badando a che la pagina di sinistra e quella di destra si trovassero affiancate in modo da attutire se non addirittura eliminare inestetiche differenze di colore. I bifogli di pergamena venivano cioè piegati in modo che le due pagine affrontate presentassero ambedue lo stesso lato: o pelo, generalmente più scuro, o carne, generalmente più chiaro. Da allora non fu più possibile studiare il codice senza tenere conto delle norme di produ- zione materiale dei codici medievali oltre che delle loro vicissitudini testuali e culturali. Uno sguardo nuovo esigeva dallo studioso dei codici un’attenzione al minimo dettaglio, sia tecni- co che testuale. Perchè ogni dettaglio – appunto codicologico – poteva avere un significato preciso non soltanto per motivi di protezione e di restauro del codice ma in termini di storia culturale – dalla tradizione dei testi alla storia delle biblioteche e così via. 1 Non si contano più i manuali di codicologia e le recenti sintesi sulle metodologie di ricerca codicologica, v. e.g.: E. Ruiz Garcìa, Manual de codicología, Madrid 1988; M. Palma, Codicologia, in Enciclopedia italiana, Appendice V, Roma 1991, pp. 673-674; P. Busonero - M. A. Casagrande Mazzoli - L. Devoti - E. Ornato, La fabbrica del codice. Materiali per la storia del libro nel tardo medioevo, Roma 1999; M. L. Agati, Il libro manoscritto. Introduzione alla codicologia, Roma 2003 (trattazione completa, con ampia bibliografia). 2 G. R. Grégory, Les cahiers des manuscrits grecs in Comptes-rendus des séances de l’Académie des Inscriptions et Belles- Lettres, (1885), pp. 261-268. Presentazione Da allora altre rivoluzioni hanno sempre più frequentemente indotto gli studiosi a perfezionare il loro sguardo, ad affinare le loro tecniche di descrizione, ad approfondire le loro conoscenze dei materiali (pergamena3, carta4) usati nella produzione dei codici medievali. Già nel 1907 uscì il grande dizionario storico delle filigrane, opera del francese Charles Moïse Briquet5. Quasi ad ogni generazione sopraggiunsero nuove proposte metodologiche e terminologiche6. Verso la fine degli anni 1920 le modalità di composizione dei fascicoli di un codice furono per la prima volta oggetto di studio, ed anche di spiegazione, almeno per quanto riguarda l’alto Medioevo7. All’inizio della seconda guerra mondiale, un altro erudito americano, partendo da codici della Morgan Library di New York, riuscì, con un articolo anch’esso di poche pagine, a dimostrare la necessità di osservare attentamente i fori nelle pergamene dei codici dell’Alto Medioevo che erano serviti a creare l’impaginazione del testo con l’ausilio della rigatura8. La tentazione di scoprire sempre nuove tecniche di produzione del libro manoscritto valide generalmente portò a spiegare che molte pagine di manoscritti medievali furono composte con il sistema dell’imposizione9. Si pensò anche di potere identificare luoghi di produzione dei manoscritti (greci) ricorrendo a repertori di tipologie di rigature10. In quegli anni 1970 la codicologia fu sempre più volentieri definita ‘archeologia del libro’11 perchè anche nell’ambito degli studi codicologici (e diplomatistici) si era ormai imposta la VIII 3 Il movimento di studi fu inaugurato da R. Reed, Ancient Skins, Parchments and Leathers, London-New York