secoloUn diMonferrato ELENCO DEGLI AUTORI (in ordine alfabetico) Luigi Angelino Carlo Beltrame Pier Luigi Buscaiolo Rosa Maria Cappa Massimiliano Francia Marco Giorcelli Idro Grignolio Marina Maffei Dionigi Roggero Aldo Timossi Ha collaborato Paolo Zavattaro

FOTO Luigi Angelino Alberto Fioretta (alluvione '94) Renzo & Beppe (foto aeree Anni Cinquanta di Beppe Mantovani) Paolo Vassallo (manifestazioni Anni '60-'70) Umberto Quartero (scansione)

DISEGNI Idro Grignolio

COPERTINA Alberto Giachino

COORDINAMENTO Luigi Angelino Marco Giorcelli

IMPAGINAZIONE Barbara Massarenti

STAMPA Diffusioni Grafiche spa 15030 (Al)

Novembre 1999 secoloUn di onferrato M Personaggi e avvenimenti 2000dal novecento al

Editrice Monferrato Prefazione

I tempi non sono ancora maturi, per scrivere una storia del Novecento, e dunque que- sto non è un libro di storia. Ma è una raccolta di articoli, di interventi (in buona parte inediti, in parte rivisitati), di immagini, con la quale abbiamo cercato di rievocare per- sonaggi e avvenimenti nostrani del Secolo Ventesimo: i cent'anni nei quali la Storia ha corso in fretta come non mai. Basti pensare che se a fine Ottocento nascevano, ad esem- pio, il cinema e lo sport moderno, non molti anni prima erano stati fondati i primi gran- di giornali di informazione (anche il primo numero del nostro "Il Monferrato", del luglio 1871, risale a quell'epoca). Ma la radio - come strumento di comunicazione di massa - è arrivata decenni dopo e la televisione si è affermata soltanto nella seconda metà del Ventesimo Secolo. Il processo di meccanizzazione ha trasformato l'agricoltura in manie- ra profonda, mentre l'industria - cent'anni fa - si trovava in una situazione ancora quasi pionieristica. Ma è nel campo della facilità degli spostamenti e soprattutto della comu- nicazione che si sono fatti passi incredibili. Il processo imperante di globalizzazione e di mondializzazione rende davvero indi- spensabile un rafforzamento dell'identità storica e culturale dei singoli territori, affinché non vada perduto un grande patrimonio, affinché non si affermi lo spettro di una gigan- tesca spersonalizzazione. Il senso della storia, della memoria collettiva, il senso delle radici culturali e territoriali vanno rafforzati, difesi, alimentati. Come non mai. Perché una società senza senso della storia diverrebbe come un uomo che ha perso improvvisa- mente la memoria: un dramma. E' forse inconsciamente per questo che - di fronte all'indubbio fattore emozionale le- gato all'avvento del Terzo Millennio - ci è nata l'idea di un libro che guardasse al passa- to, anziché al futuro. Anche se questo non è esattamente un libro di storia, ma piuttosto una raccolta di emozioni, di sensazioni, di medaglioni, intorno ad una traccia storica. E' questo il dono che abbiamo riservato per il Duemila ai nostri abbonati: una famiglia che è continuamente cresciuta, negli ultimi anni, e della quale siamo insieme lieti ed or- gogliosi. Il volume si avvale della collaborazione di numerosi autori. Ma in particolare è dove- roso ringraziare Luigi Angelino e Idro Grignolio che si sono gettati nella nuova impre- sa con entusiasmo e passione. Senza dimenticare i fondamentali contributi di Dionigi Roggero (dai cui «Viaggi d'autore», condotti per la pagina culturale de "Il Monferrato" con lo stesso Angelino, è nata l'importante sezione letteraria del libro) e di Carlo Bel- trame, oltre che di tutti coloro che hanno collaborato con articoli o con altri preziosi contributi, fra cui quello fotografico - particolarmente interessante - di Beppe Mantova- ni. Tutti insieme, ci auguriamo di aver aggiunto un'altra piccola ma preziosa perla alla collana dei volumi riservati ai nostri abbonati. Gli Editori Il Direttore , ottobre 1999 5 secoloUn diMonferrato Cent’anni di eventi e personaggi: realizzazioni, lutti, progetti e curiosità

All'alba del '900 Casale radori, cestai, cordai, fumi- si presentava come una sti, materassai, fornitori di città operosa e ricca. La bozzoli, di sementi... sua popolazione assom- Fabbriche come quelle dei mava a 20.000 abitanti nel F.lli Bazzi producevano concentrico urbano più moderni torchi da cantina oltre 2000 a Popolo, 1600 ed anche i celebri cannoni a S. Germano, 1500 a Ter- antigrandine; vi erano pa- ranova, oltre agli altri nu- stifici, un acetificio, uno clei. Ma nei giorni di fiera zuccherificio. e di mercato si riversava- Esercitavano due impor- no in città oltre 5000 per- tanti ditte enologiche, Ot- sone provenienti da un tavi e Marescalchi. Funzio- Circondario che includeva navano 16 alberghi, nume- Fubine, Viarigi, Monte- rose trattorie, osterie, caffé, magno, Castagnole, Gra- bottiglierie; vi erano anche na, Calliano, Penango, tre Agenzie di Emigrazio- Casorzo, Grazzano, Mon- ne e vari uffici di Compa- calvo, Tonco, Villa S.Se- gnie d'assicurazione. Le ri- condo, Montechiaro d'A- vendite di privative erano sti, Cunico, Piovà, Monti- 34 e l0 gli stabilimenti ti- glio, Scandeluzza (la Pro- pografici. Casale era nota a vincia di Asti nascerà solo livello nazionale anche per nel 1936). le ditte di costruzione di Gli stabilimenti cemen- piani verticali a cilindri tiferi lavoravano a pieno (Martelletti, Venezia, Orse- regime ed i turni di lavoro nigo, Gandolfi). Giornali (specie nelle cave) erano ininterrotti. Nessuno quali "Il Monferrato" (ma nel 1900 era in "le- si preoccupava di malattie professionali deri- targo") "La Gazzetta del Monferrato", "L'Elet- vate, anche se la campagna intorno alla "Capi- tore Casalese", "Il Risveglio", "Il Riscatto", tale italiana del cemento" era imbiancata a lar- "Lo Sbarco" informavano di tutto, nelle loro go raggio. Gli stabilimenti della Società Ano- modeste quattro pagine settimanali, anche se nima Calce e Cementi, dei F.lli Sosso, Cerrano le tirature dovevano essere alquanto limitate & C., Marchino & C., Soc. Cementi di Casale (l'analfabetismo era ancora alto e comunque la Popolo, Italiana Cementi di Ozzano, Ottavi & spesa per un foglio di giornale rappresentava Morbelli, Candiani, Ellena & C., Zaccone- una specie di spesa voluttuaria). Fornero & C., producevano circa un milione di Il Tribunale con Pretura e Procura con un quintali di cemento all'anno. La produzione foro di decine di avvocati lavorava a pieno rit- saliva nel 1912 a 4.800.000 quintali annui. mo. La Corte d'Appello era dotata di un Primo Erano in esercizio allora 166 forni in 17 ditte. Presidente, un Presidente, 20 Consiglieri, 5 se- Le vie della città, anche le più piccole e na- gretari o sostituti, un procuratore Generale e 8 scoste, erano piene di negozi, negozietti, labo- Sostituti, 6 addetti alla segreteria, 10 procura- ratori, rivendite di ogni genere. Numerosi i ne- tori e avvocati dei poveri; erano accreditati ben gozi di alimentari e le panetterie. Ogni attività 26 avvocati. Nove erano i Notai. Numerose fioriva; vi erano rivendite di vino sfuso o im- erano le associazioni e i circoli di beneficenza, bottigliato, fabbri, falegnami, sellai, sarte, rica- fra cui la Mutuo Soccorso, il Ricovero di matrici, stiratrici, fiaschettieri, noleggiatori di Mendicità, la Pia Casa della Provvidenza, il cavalli, arrotini, bottai, calzolai e zoccolai, car- potente Pio Istituto della Misericordia, l'Orfa- 7 Un mercato di cent’anni fa in piazza Castello in una storica fotografia di Francesco Negri natrofio S. Giuseppe. Vi era un Asilo Infantile Foro Boario, accanto al forte di Piazza Castel- e funzionavano 106 classi elementari. Vi era il lo (che diventerà poi un mercato). Regio Liceo-Ginnasio (al Trevisio), il più anti- Nel 1904 per disposizione dell'autorità mili- co del , l'Istituto Tecnico nato nel tare si demolivano i resti degli antichi rivellini 1858 dalla donazione della Contessa Leardi, e baluardi del Castello: nello scoppio di una una Regia Scuola Normale sia maschile che mina perdevano la vita un tenente ed un solda- femminile (che nel 1922 furono trasformate to. L'anno successivo la rete telefonica urbana nel R. Istituto Magistrale Lanza). (già in funzione a far inizio dal 1877) veniva Era molto considerata l'Accademia Filarmo- collegata con quella di . Nel 1906 nica ed erano in funzione sale da spettacolo venivano abbattuti anche i resti dei bastioni quali il Teatro Municipale e il Politeama So- delle antiche mura della città e le storiche por- ciale (cui si aggiungerà il Politeama Margheri- te (Porta Milano, Porta Roma). Nell'anno suc- ta e dieci anni dopo numerose sale cinemato- cessivo si organizzava al Trevisio il Congresso grafiche). Vi erano sale da ballo, patinoirs, sale Storico Subalpino, importante convegno cultu- ginniche e di scherma. rale. Particolarmente fiorente era l'attività parroc- Nel 1909 il Municipio metteva in vendita le chiale e oratoriale: nel 1900 Casale, per nume- aree fabbricabili che costituivano la vastissima ro di iscritti all'Azione Cattolica, circoli e co- Piazza del Popolo (ora piazza S. Francesco); mitati, occupava il 3° posto nazionale (con venivano subito tracciate verso il lato sud ben Mondovì e Torino) dopo Roma e Milano. sette nuove strade e al centro della piazza ve- Nascevano naturalmente nuovi fermenti - niva poi installato il monumento (voluto dalla litici, come era logico in un compendio cittadi- famiglia) al giureconsulto Paolo Valerani (che no segnato dagli operai degli stabilimenti e dai verrà mandato in fonderia nel 1943 per "fare lavoratori a giornata. E già nel 1901 il sociali- cannoni"). Al fondo di via Roma veniva a sta avv. Rampini fondava (nel giorno nella Fe- crearsi uno spiazzo, che dopo varie polemiche sta del Lavoro) la Casa del Popolo. venne intitolato a Dante Alighieri. Morendo, il finanziere ebreo Giuseppe Pavia Ma problemi all'ordine del giorno da risol- lasciava 100.000 lire al per la costru- vere erano la costruzione della rete dell'acque- zione di un acquedotto urbano; ma poiché la dotto che poteva appoggiarsi ai pozzi in zona cifra era insufficiente venne costruito il nuovo Piarda Rossa a S. Maria del Tempio e di una 8 rete fognaria efficiente, che poteva usu- fruire anche dei cunicoli e delle gallerie seicentesche che attraversano tuttora tutta la città. In quell'anno il casalese Edoardo Ottavi era chiamato dal Ministro Antonio Salan- dra al Sottosegretariato al Tesoro. Egli chiamava a suo Capo di Gabinetto l'avv. Camillo Caire e come segretario particola- re l'avv. Evasio Jublin. Intanto il re nomi- nava senatore l'ingegnere e astronomo Giovanni Celoria. Nel 1911 l'amministrazione comunale faceva installare sulla Torre Civica un con- gegno elettrico a sparo, funzionante auto- maticamente per segnalare a tutta la città il mezzogiorno. Non durerà molto. Intanto veniva approvata una vera rivo- luzione onomastica nella intitolazione del- le vie cittadine. Ancora nel 1911 il Presidente del Con- siglio Giolitti nominava il casalese Augu- sto Battaglieri Sottosegretario alle Poste (e poi passerà alla Marina). Svolgendosi in quell'anno le grandi ma- Il Castello di Pomaro in una foto degli anni ‘50 novre militari in Monferrato il re veniva ospitato nel castello di Pomaro. Il 22 agosto in Europa, ma fu anche l’anno di esultanza per faceva una puntata a Casale e approfittando di il calcio casalese, perché il Casale FBC con- due dirigibili ormeggiati ad un pilone a S. Ber- quistava il titolo di Campione d'Italia. nardino faceva una breve escursione in zona. Il 28 febbraio 1915 nel Salone Kursaal (al- Sempre nel 1911 si dava inizio alla costru- l'angolo di Via Solferino, di fronte alla Casa di zione del Casermone. Riposo) il parlamentare trentino Cesare Batti- Ma siamo alla guerra di Libia, e Casale, con sti, disertore dall'esercito austro-ungarico per la sua grande massa di soldati nelle sue molte amore dell'Italia, teneva un applaudito discor- caserme, sentiva da vicino le esigenze di un so interventista (un anno dopo, catturato dal esercito, nonostante tutto, in difficoltà. nemico, veniva fucilato a Trento). L'Italia en- Nel 1912 la Corte dei Conti approvava un trava in guerra il 24 maggio 1915 e pochi mesi mutuo di 700.000 lire per la costruzione del- dopo arrivavano con tradotte militari 300 pri- l'acquedotto di Casale: i lavori saranno ultima- gionieri che venivano sistemati nei campi di ti nel 1913. Il giorno dell'inaugurazione, sul Testa di Ponte e della Cittadella. piazzale della stazione, sul gruppo delle auto- Fra i primi caduti al fronte, insignito di Me- rità il pilota Andrea Bobba lasciava cadere un daglia d'Oro alla memoria vi fu il Capitano mazzo di fiori. L'aereo era di sua costruzione. Pietro Bernotti. Ma poi i caduti crebbero in Infatti Andrea e il padre Cesare, già meccanici modo esponenziale: alla fine del conflitto si aeronautici in Francia, ritornati a Casale ave- disse che i Caduti erano stati 500; ma il Gen. vano impiantato un'officina al Valentino nella Manfredo Manfredini che aveva coordinato le quale costruirono un paio di prototipi che vin- varie risultanze nel 1971 annotava ben 3100 sero il concorso bandito dal Ministero per un caduti casalesi in combattimento o morti in se- velivolo militare. guito a ferite; 1100 mutilati ed invalidi di In quell'anno moriva il prof. Luigi Hugues guerra; 4200 feriti in combattimento. I soldati geografo di fama nazionale. nati nel Circondario insigniti di onorificenze al L'Amministrazione dell'Ospedale S. Spirito valore furono: 21 Ordini Militari d'Italia; 15 bandiva il concorso per la costruzione di un medaglie d'oro; 305 d'argento; 515 di bronzo; nuovo Ospedale su un'area di 68.000 mq. al 285 croci di guerra. Valentino. Anche a Casale, allo scoppio della guerra Il 1914 fu l’anno dello scoppio della guerra vennero adottate misure di difesa passiva per il 9 timore di bombardamenti aerei (come in effetti subirono Venezia, Milano e alcuni centri della Lombardia): norme specifiche vennero impartite ai cittadini dal Sindaco Tavallini; con sacchetti di sabbia vennero protetti il gazometro, e diversi impianti. Casale esultava il 3 agosto 1916 alla no- tizia che Gorizia era stata finalmente con- quistata dai "gialli" della Brigata "Casale". Intanto in città arrivavano molte famiglie di sfollati dal : l'Amministrazione Comunale e la cittadinanza si adoperarono molto per rendere meno disagevole il loro esilio forzato. Poi la città esultava per l'e- pico volo su Vienna di Gabriele D'Annun- zio con la squadriglia "La Serenissima". Pilota del Poeta-Soldato era il casalese Natale Palli, il quale - finita la guerra (4 Novembre 1918) - in un volo di pace, nel marzo 1919, trovava la morte sulle Alpi francesi. Nel 1920 morivano il prof. Evasio Co- mello, benemerito della beneficenza pub- blica e Enrico Tavallini, sindaco in carica. La nascita del fascismo e la costituzione Il re Vittorio Emanuele inaugura il monumento ai Caduti di una sezione casalese divise così tanto gli animi che il 6 marzo 1921, al fondo di Via come studioso e fotografo d'avanguardia, e il Lanza, si aveva il tragico agguato dei social- dott. Giuseppe Giorcelli, medico e profondo comunisti ad una colonna di fascisti in festa: cultore di storia locale. vi furono 4 morti e vari feriti fra cui Cesare Il 27 settembre 1925 Mussolini veniva in vi- Maria Devecchi, il quale diverrà un braccio sita a Casale e a Palazzo S. Giorgio si affaccia- destro di Mussolini (fu uno dei quadrumviri va a salutare la folla dal balcone (fu un'abitu- della Marcia su Roma). Parlamentari casalesi dine che mantenne sempre nel ventennio!). scaturiti da regolari elezioni erano l’avv. Giu- L'On.le Arturo Marescalchi (che poi sarà seppe Brusasca, Arturo Marescalchi e il gen. Sottosegretario all'Agricoltura) creava a Casa- Ettore Mazzucco; ma il 28 ottobre 1922 con le una "cerimonia allegorico-artistica" in l'affidamento del Governo a Mussolini e l'oc- omaggio dell'Uva e della Vendemmia: espor- cupazione di Roma, Casale reagì con molta terà la buona idea in tutta l'Italia ed ancora og- cautela e ordine; infatti Passerone esponente gi se ne continua la tradizione ovunque. del "fascio manganellatore", l'On.le Mazzucco Poi il parlamento fascista modificava la vec- e il Sen. Battaglieri andavano a rimettere i po- chia Legge Comunale e Provinciale, abolendo teri politici cittadini in mano al Cap. dei Cara- i Consigli Comunali ed i Sindaci. Nascevano i binieri Giuseppe Lamelza. Podestà. E il 19 febbraio 1927 l'avv. Giovanni Il 14 aprile 1923 veniva Tommaso Caire era nominato primo Podestà nominato Senatore. Ed intanto il fascismo sta- di Casale. va costituendo il "regime" a Roma e in tutta Erano anni di pace e di ripresa economica Italia. Il 6 aprile 1924 le nuove elezioni politi- per cui anche la vita cittadina ne sentiva i be- che a Casale e nel Circondario davano il se- nefici che si evidenziavano anche nell'associa- guente risultato: Lista Nazionale (che com- zionismo. Erano vitali la Dante Alighieri, le prendeva fascisti ed agrari) 19.535 voti; Unita- Dame di S. Vincenzo, la Lega Navale, il ri 1.898; Massimalisti 1.423; Dissidenti 211; C.A.I., la Croce Verde, il Tiro a segno, la Le- Contadini 2.083; Liberal-Giolittiani 908; Co- gione Monferrina della Milizia, la Società munisti 1.454; Popolari 2.810; Demo-sociali Amici dell'Arte, la Famiglia Artistica Casale- 152. se, la Filarmonica (che festeggiava il centena- Nel 1925 morivano due illustri casalesi: rio). Molto intensa era l'attività dopolavoristi- l'avv. Federico Negri, ex sindaco ma più noto ca. 10 Il duce inaugura l’Ospedale Santo Spirito

Nel 1928 il re inaugurava il grandioso Mo- ra d'Etiopia. Molti furono i soldati ed i reparti numento ai Caduti del Bistolfi. Poi si te- mobilitati fra cui anche il 111° Battaglione Ca- nevano le grandi manovre militari in Monfer- micie Nere Casale (con vari gerarchi locali rato, volute dal Gen. Cavallero. Il principe partiva per l'Africa). Umberto II era ospitato a Pomaro e nel palaz- Molti casalesi parteciparono quindi alla zo Della Valle a Casale; Mussolini passava in guerra di Spagna come "volontari precettati" treno diretto a e pernottava nel castello (ma vi furono anche alcuni autentici antifasci- di Camino. Il giorno seguente teneva un ap- sti che combatterono sul fronte opposto). Nel plaudito discorso ai rurali promettendo l'Ac- 1937 morivano Silvio Braccio e il gen. Maz- quedotto in Monferrato. zucco; e nel 1938 Gabriele D'Annunzio che Feste politico-religiose si tennero nel '29 per con Casale aveva il legame sentimentale deri- la Conciliazione fra lo Stato e la Chiesa. vato da Natale Palli. Mussolini in transito da Nel 1931 tornava a Casale la sede dell'Unio- Alessandria a Casale nel maggio 1939 e si fer- ne Italiana Cementi che Riccardo Gualino ave- mava ad inaugurare il nuovo Ospedale S. Spi- va trasferito a Torino nel 1915. rito al Valentino. In quegli anni, grazie al Gen. Cavallero (che In quell'anno nasceva anche a Casale era passato in aspettativa), il Comune acquisi- l'U.N.P.A. (Unione Nazionale Protezione An- va il vasto territorio ex militare in Zona Oltre- tiaerea): la psicosi della guerra si faceva pesan- ponte; ma solo dopo la guerra sorgerà il vero temente sentire. Infatti Hitler dimostrava la sua quartiere industriale con l'installazione degli voracità in Cecoslovacchia e in Austria, e sca- stabilimenti Cerutti, Gaiero, Marietti. Con lo tenava la guerra mondiale in Polonia stesso appoggio di Cavallero veniva sostituito (1°/9/1939). il vecchio ponte ferroviario in muratura ed il E il 10 giugno 1940 l'Italia entrava in guerra. Sindaco Caire firmava impegno di contributo Furono quattro anni terribili anche per Casale, poliennale per la costruzione di piloni ampi da che sopportò difficoltà di ogni genere, uno stil- ricevere anche un doppio binario (necessità licidio quotidiano di morti su tutti i fronti, in che non venne mai recepita). cielo e in mare. La città subì bombardamenti e Alle elezioni del 1934 a Casale i votanti era- mitragliamenti anche con vittime fra i civili; il no 10.584 (90%), i voti furono: 10.580 Sì e 4 2 settembre 1944 bombardieri alleati colpirono No! Un vero plebiscito! Poi si iniziava la guer- il ponte stradale sul Po. La guerra e l’occupa- 11 zione tedesca finivano dopo venti mesi diffici- bocce; e fioriva il ciclismo minore grazie al li, grazie anche al decisivo ruolo della Resi- "Pedale Casalese" che allevó centinaia di mi- stenza partigiana. Molti furono, oltre ai caduti ni-atleti. Il benemerito Cav. Luigi Braghero, casalesi, i prigionieri e i deportati. presidente della Mutuo Soccorso e delle Se- Il 25 aprile 1945 comportava per Casale mo- zioni dei Veterani Sportivi e degli Azzurri d'I- difiche politiche ma anche sociali; il lavoro ri- talia, organizzava grandi incontri sociali, spor- prendeva con impegni diversi: non tutti i gio- tivi o soltanto conviviali con partecipazioni vani trovavano occupazioni confacenti alle lo- persino dalla Svizzera. ro aspettative per cui molti casalesi emigraro- Stavano morendo invece le Associazioni no nelle grandi città, specie a Torino presso la combattentistiche e d'arma: nessuno voleva Fiat o le Ferrovie dello Stato. più ricordare d'esser stato un geniere o un gra- Le campagne cominciarono a spopolarsi; ma natiere. le amministrazioni pubbliche avevano esigenze Si avevano manifestazioni di buona attrazio- ed impegni nuovi impensabili prima, per cui ne nella ricorrenza del Carnevale, nelle mani- gli organici si ingrandirono. Aumentò il nume- festazioni collaterali alla Fiera di S. Giuseppe ro degli studenti universitari. (che nel 1948 era stata visitata in privato da Il settore sindacale dopo vent'anni di letargo Alcide De Gasperi) o nella tradizionale Festa si rafforzava con richieste di miglioramenti in dell'Uva. Nasceva la Pro Loco (o le Pro Loco). ogni settore; peraltro si aprivano controversie Si cercò di dare più peso alla cultura musicale di lavoro, nell'agricoltura e nell'industria che o teatrale (anche con la partecipazione del dot- portarono sovente a scioperi (che ebbero, in tor Camillo Venesio e degli Assessori alla Cul- qualche caso, anche pendenze giudiziarie). tura). Ai partiti tradizionali, risalenti al periodo Fiorirono mostre artistiche personali, collet- prefascista, si affiancavano movimenti nuovi, tive o retrospettive di artisti casalesi del passa- quali il MARP (Movimento Autonomista Re- to quali Morbelli, Mazzoli, Campese, Tassisto, gionale Piemontese) che spesso furono l'ago Capra, Micheletti, Pietro Morando. Nascevano della bilancia fra le forze costantemente divise Gallerie d'Arte in città che esibivano opere fra social-comunisti e democristiani. La ripresa non solo dei casalesi Luigi Bagna o del pittore fu relativamente facile e breve, poiché pochi Andrea Conti, ma di artisti di livello nazionale anni dopo si ebbe il boom economico, che an- da Manzù a Marini e Messina, da Gio Pomo- che a Casale ebbe le sue evidenze. Ma non era- doro a Sassu. no tutte rose e fiori; l'Amministrazione Comu- All'inizio del 1962 la popolazione casalese nale aveva sempre più esigenze e sempre più era di 40.500 abitanti e continuava a crescere necessità finanziarie. Grandi contrasti si ebbe- fino ad arrivare sulla soglia dei 44.000; poi co- ro non solo in Consiglio Comunale, ma spe- minciò lentamente a decrescere: la curva an- cialmente nelle sedi di partito e persino nei che economica era ormai discendente. Al Par- bar, luoghi deputati alla politica spicciola, a lamento figuravano Brusasca, Paolo Angelino causa delle Imposte di Consumo (con la vitu- e Paolo Desana. Ormai Casale aveva perduta perata Ditta Langione - cui veniva sostituita la la sua corona di capitale del cemento (con la "L" con la "M"), e dell'Imposta di famiglia. palla al piede della mortifera Eternit) e cercava Il commercio era ancora fiorente negli eser- di imporsi come "capitale dell'industria del cizi al dettaglio (poi con l'andare degli anni, freddo". mille negozi chiusero i battenti a poco a poco Prima di morire nel 1965 lo scultore Morera per lasciar spazio alla grande distribuzione). offriva alla città la statua di san Francesco che, La criminalità la si conosceva solo attraver- fusa in bronzo a cura e spese di oblazioni rac- so le cronache dei quotidiani o per i processi colte dai francescani e col contributo del Co- in Tribunale o in Corte d’Appello a Casale, mune, venne collocata nei giardinetti di Piazza anche se le nostre Carceri Mandamentali ospi- Martiri (e poi trasferita nella piazza omoni- tavano criminali di ogni livello. ma). Noemi Gabrielli sollecitava la nascita di L’avvento della TV creava nuovi idoli e por- un Museo Civico che includesse anche la Gi- tava alla ribalta casalesi fino ad allora scono- psoteca Bistolfiana e il Comune dopo infrut- sciuti (quali la tabaccaia Luisa Garoppo e il tuosi contatti per Palazzo d'Alençon affittava dantista prof. Enrico Merlini). locali al piano terreno di Palazzo Treville. Il Casale FBC da tempo ricordava solo con Nascevano i contatti di gemellaggio con la nostalgia la , ma nascevano altri inte- città cecoslovacca di . ressi sportivi, quali il basket, persino le antiche Continuavano, con molta partecipazione le 12 Biblioteca Civica coi suoi 100.000 volumi) e alla Sinagoga (coll'an- nesso Museo) che venivano solen- nemente inaugurati. Noemi Gabrielli - "innamorata di Casale", come sempre ebbe a con- fessare - organizzava il 4° Con- gresso di Archeologia e d'Arte, che furono la miccia e il fulcro per tutta una nuova generazione di stu- diosi e cultori di storia locale. Va riconosciuto merito anche al no- stro giornale che con una "terza pagina" di buon livello culturale contribuì a coltivare l'amore per la città e maggiore attenzione per i suoi tesori. Il 22 dicembre 1972 moriva ottan- tenne il Cavaliere del Lavoro Gio- vanni Cerutti, uomo dalle straordi- narie capacità imprenditoriali ol- treché tecnico-pratiche, che dal La 34ª edizione della Mostra di S. Giuseppe in piazza Castello (sia- nulla aveva creato le Officine mo nel 1980) Meccaniche che sono diventate simbolo del lavoro casalese. cerimonie di commemorazioni partigiane Il 31 marzo 1973 il Presidente del Consiglio (specialmente quella in memoria del ragazzi Giulio Andreotti visitava Crea e Casale per ri- della Banda Tom, fucilati in cittadella nel gen- cordare l'incontro fra De Gasperi e Bidault. naio 1945); fra gli oratori ricordiamo anche Nel 1974 veniva solennemente celebrato il 5° Sandro Pertini, Nilde Jotti, Luciano Lama, Centenario della erezione della Diocesi casale- Gian Paolo Pansa, Luciano Violante, Valter se; ma si avevano ancora notizie di possibile Veltroni. soppressione della medesima. Così pure torna- Nasceva la nuova zona industriale in strada vano i ciclici timori per la soppressione del : l'urbanizzazione sarà lunga e costosa, Tribunale, mentre si lamentavano trasferimenti ma lentamente e progressivamente darà i suoi di uffici statali (es. Catasto) e sempre la minor frutti. Nascevano i progetti per l'autostrada importanza del nodo ferroviario di Casale con Genova-Sempione e furono necessarie valuta- l'indicazione delle tratte meno redditizie (es. zioni, pressioni, accorgimenti tecnici per non Casale-Asti e Casale-Mortara). tagliar fuori Casale. Nel 1975 Casale doveva sentire il peso della Si sentiva sempre più la necessità di un Pa- grande criminalità: veniva rapito il giovane Fa- lazzetto dello Sport e per anni si fecero proget- bio Broglia (liberato un mese dopo col riscatto ti (anche di ubicazione: in piazza Castello o al di 100 milioni); ed intanto un commando ar- di là della strada verso il Ronzone?). mato liberava Renato Curcio capo storico del- La sede della Fiera di S. Giuseppe nel Mer- le Brigate Rosse, detenuto nel nostro carcere. cato Pavia diveniva insufficiente, tanto che vi La criminalità in città era comunque in au- era chi pensava (non potendo costruirvi un pa- mento, specie nei furti: si lamentò anche il lazzo per l'ostacolo del P.R.G.) di creare uno o grande furto sacrilego nella Cappella di S.Eva- più piani interrati! sio in Duomo. Vennero a galla timori circa la possibile sop- Non era nato il Palazzetto dello Sport ma al pressione della Diocesi. E andavano sommerse Ronzone nasceva il Centro Sportivo (intitolato per l'alluvione grandi aree coltivate alla sini- a Jessie Owens) con piscine coperta e scoper- stra del Po e alla destra del . ta; e il problema del restauro del Teatro Muni- Nel 1968 si iniziavano restauri in Duomo, S. cipale era sempre sul tappeto. Così come il Caterina, S. Domenico (specie le grandi tele raddoppio del ponte stradale. del Guala), S. Stefano, nei palazzi Leardi, S. Nel 1979 Riccardo Triglia era eletto al sena- Giorgio, Langosco (in cui veniva trasferita la to (sarà rieletto altre tre volte) e assumerà an- 13 Un’immagine della Centrale nucleare Fermi di Trino, costruita negli Anni Sessanta. Il nucleare in Italia è stato poi abbandonato dopo un referendum. che la presidenza dell'ANCI (Associazione di vandalismo sacrilego. Costante interesse de- Nazionale dei Comuni d'Italia) e poi dello IU- stavano i lavori di restauro delle cappelle di LA (l’organizzazione mondiale dei Comuni). Crea, che il nostro giornale seguiva con parti- Don Severino Poletto parroco di Oltreponte colare attenzione, al punto di fare una vera veniva nominato Vescovo di Fossano (sarà poi campagna di sensibilizzazione pubblica. traslato ad Asti e nel 1999 nominato Arcive- In zona Ospedale il piazzale dell'Aeronauti- scovo di Torino). ca veniva completato con il monumento pro- Nel 1981 a Casale veniva il prèmier Giovan- gettato dall'ing.L.W. Montiglio. Cresceva l'af- ni Spadolini per inaugurare una settimana di flusso turistico a Crea (e non solo devoziona- studi su . Nel 1983 si ebbe la le) e a Casale "città d'arte" (ambita méta turi- scomparsa di eminenti personalità quali l'ing. stica anche dalla Svizzera), grazie specialmen- Carlo Cerutti, il dott. Camillo Venesio e l'avv. te al crescente interesse per il Museo Israeliti- Ernesto Boverio. co per la Sinagoga, i quali avevano un vero Nel 1983 veniva istituita, grazie alla premu- lancio a livello nazionale. Anche in virtù del ra del Cavaliere del Lavoro Tere Cerutti, l'U- Comitato di Promozione Turismo (poi A.P.T.) niversità della terza età. creati dalla Regione; ed anche con una spinta Importante manifestazione culturale del del T.C.I. Nell'85 destava contrastanti opinioni 1984 fu il restauro di 200 opere del Bistolfi, la il progetto del raddoppio della Centrale Nu- cui esposizione e commento a cura della prof. cleare di Trino; e intanto l'Eternit entrava in Rossana Bossaglia hanno attirato interesse a crisi (e nel successivo anno veniva dichiarata largo raggio e completato ogni studio sul gran- fallita). Il Comune ne acquisiva i magazzini de artista casalese. nei quali, dopo costose bonifiche e adattamen- Sempre affollatissimi i treni per i periodici ti, si sistemava la Mostra di S.Giuseppe da an- pellegrinaggi a Lourdes, segnati da un sensibi- ni in cerca di nuovi spazi. Anche con l'acquisi- le ed operoso volontariato. zione delle aree militari della Cittadella da Il 16 aprile il Presidente Pertini era calorosa- parte del Comune vi si trasferiva il Luna Park mente applaudito nella sua visita alla Cerutti e che abbandonava piazza Castello. alla città. Nel 1986 la sconvolgente notizia: "L'acqua Giuseppe e Claudio Marotto restauravano dell'Acquedotto di Casale è inquinata!". Si l'urna e la statua giacente di S. Evasio, oggetti trattava di un autentico disastro ecologico, sca- 14 balzava, evidenziando il problema in tutta Italia. L'Aeroporto Cappa dive- niva base di una attiva scuola di paracadutismo. E finalmente veniva col- laudato il raddoppio del ponte sul Po, inaugurato l'anno successivo dal pre- sidente regionale Beltra- mi. Il Museo Civico si in- grandiva man mano, an- che grazie alla disponibi- lità di enti e cittadini che si assumevano privata- mente il restauro di varie opere. Il Soroptimist patrocinava il restauro dei "Misteri Gaudiosi" dell'Alberini in S.Domenico. Con un "Concerto di Natale" era Brutto momento per Casale l’emergenza idrica nella primavera del inaugurato l'Auditorium 1986: serbatoi nelle strade e acqua non potabile per quasi due me- Comunale S. Chiara. si per l’inquinamento dell’acquedotto comunale. Ma intanto la popolazione cittadina scendeva a meno tenato da immissioni inquinanti private ma do- di 40.000 abitanti, e, secondo una indagine re- vuto anche a infiltrazioni di pericolosi diser- gionale Casale risultava all'11° posto (676,6 banti chimici nelle falde acquifere nel loro miliardi di reddito; 16 milioni pro-capite) do- lungo percorso dalle sorgenti nella Dora, attra- po Torino, Novara, Alessandria, Asti, Biella, verso un zona risicola in un lento cinquanten- Cuneo, Moncalieri, , Rivoli e Colle- nale scorrimento sotterraneo. Il ministro Za- gno. none riconosceva: "Casale é la punta di un ice- Il 21 ottobre 1989 veniva ultimata e consa- berg, di un dramma nazionale"; e il ministro crata la nuova chiesa dell'Assunzione di Maria Zamberletti impegnava il governo per soluzio- ad Oltreponte. Era sorta in tanti anni in virtù di ni d'urgenza. L'amministrazione comunale e un voto dei casalesi sollecitato dal Vescovo tutta la cittadinanza dimostrarono fervore, tol- Mons. Angrisani al tempo dei bombardamenti leranza, impegno per vincere quella grave sul ponte. emergenza che durò oltre un mese. E sabato 3 marzo 1990 con Vittorio Gas- Nel 1987 veniva finalmente approvato - an- sman si apriva ufficialmente il Teatro Munici- che nell'ubicazione - il grande progetto del Pa- pale vagheggiato per tanti anni. Il "mattatore" lazzetto dello Sport, mentre era seguito con at- stupito, sul palco del piccolo gioiello restaura- tenzione il restauro del Teatro Municipale. Fra to e sfavillante di luci, esclamava: "Dentro a i lutti di quell'anno é da ricordare la scomparsa questo cofanetto ogni spettatore può sentirsi del prof.rag. Piero Eccettuato (morì a Bruxel- protagonista!". les durante una gita collettiva), uomo ammire- Ma la vita cittadina era segnata da rapine in vole e infaticabile nella gestione volontaria uffici postali e banche, a portavalori e da furti dell'Ente Leardi, dell'Associazione Ex Allievi con scasso in ville e case isolate. E non era e del Circolo "Ottavi" (creato sotto l'intuizione sottovalutato il problema della droga e del- del sen. Paolo Desana). l'aids. Nel 1988 l'opinione pubblica era traumatiz- Il 1991 si apriva con la scomparsa del Sen. zata dalle conseguenze dell'attività dell'Eternit: Paolo Desana. il fibrocemento che aveva dato lavoro per ses- Il 15 marzo venivano accolti, alle Casermet- sant'anni lasciava in triste eredità il mesatelio- te, 900 albanesi, i quali creavano non poche ma e l'asbestosi. Gli studi nel settore e la costi- apprensioni nel difficile impatto sociale: una tuzione di una Associazione delle vittime rim- cinquantina trovavano lavoro in città. 15 La grave piaga della droga si faceva sentire anche a Casale: si valu- tavano in circa 400 i consumatori di sostan- ze stupefacenti e si an- noveravano quattro vit- time. La Guerra del Golfo, scoppiata il 16 gennaio, pareva una questione lontana, ma in Casale si temevano attentati terroristici al- la Sinagoga ed anche alla Centrale nucleare di Trino. La cronaca annotava la partenza per quella zona di operazioni del mag- giore Agostino Gama- rino di e quindi del contrammi- raglio Enrico Marti- L’arrivo di 900 albanesi, nella primavera del 1991, alla stazione di Ca- notti, originario di sale Monferrato. , che assu- meva importanti responsabilità di comando. «Paradiso»; mentre proseguivano i restauri del Il casalese Lodovico Ortona (figlio del- Duomo. l'ambasciatore Egidio), che per sette anni era Il Comune approvava Regolamenti attuativi stato Capo Ufficio Stampa al Quirinale col dello Statuto, basilare «legge quadro» che do- Presidente Cossiga, era accreditato come vrà essere il binario della vita cittadina e mu- ambasciatore d'Italia a Lisbona. nicipale (gli eruditi pensavano agli Statuti me- E incominciava a circolare la notizia che i dievali della città, che si componevano di 396 francescani avrebbero lasciato Crea. Si mi- articoli!). sero in moto raccolte di firme, petizioni, ap- Il Bilancio del Comune pareggiava in 87 mi- poggi presso autorità civili e religiose; ma il liardi (la Polizia Municipale per le entrate ave- 29 settembre i frati abbandonavano quel va contribuito nel consuntivo con 700 milioni Santuario (al quale concorrono più di un di multe). Risultavano già stanziati 6 miliardi milione di pellegrini all'anno), che avevano per il Palasport. Si approvava il progetto (ed il servito per ben 172 anni. Il Padre Guardiano consorzio gestionale) per il recupero del com- Antonio Brunetti con le lacrime agli occhi plesso S. Croce (quanto era servito il progetto donava molti libri, antiche foto e cimeli alla Tornielli di trent'anni prima?). E dalla Regio- prof. Anna Maria Ariotti presidente dell'En- ne perveniva contributo di un miliardo e mez- te Parco. Ai frati subentravano sacerdoti zo per il completamento dei restauri della Ba- diocesani coordinati da Mons. Carlo Gratta- ronino. Ma il dibattito si accendeva sull'alter- rola. nativa sottopasso-cavalcaferrovia sulla statale Alle elezioni politiche a Casale la Lega per S. Germano. Nord si accaparrava il 20% dei voti mandan- Il 24 maggio si dichiarava guerra agli auto- do in crisi DC, PCI, PSI. Ma Riccardo Tri- veicoli in centro e si creava - non col consenso glia tornava al Senato mentre alla Camera di tutti - la zona blu a traffico limitato. E il erano eletti Alda Grassi e Angelo Muzio sin- vecchio chiosco liberty di Piazza Castello ve- daco di Frassineto. niva lasciato ai Vigili Urbani per il rilascio dei Intanto grazie anche a cospicui contributi permessi e anche per l'assistenza turistica. della C.R. Torino e della Regione si potevano Finalmente poteva spostarsi del tutto in proseguire gli importanti lavori di restauro piazza d'Armi la Mostra di S. Giuseppe e il re- delle Cappelle di Crea e specialmente del lativo Luna Park (con contrasti da parte dei 16 Cent’anni di eventi e personaggi: realizzazioni, lutti, progetti e curiosità

All'alba del '900 Casale radori, cestai, cordai, fumi- si presentava come una sti, materassai, fornitori di città operosa e ricca. La bozzoli, di sementi... sua popolazione assom- Fabbriche come quelle dei mava a 20.000 abitanti nel F.lli Bazzi producevano concentrico urbano più moderni torchi da cantina oltre 2000 a Popolo, 1600 ed anche i celebri cannoni a S. Germano, 1500 a Ter- antigrandine; vi erano pa- ranova, oltre agli altri nu- stifici, un acetificio, uno clei. Ma nei giorni di fiera zuccherificio. e di mercato si riversava- Esercitavano due impor- no in città oltre 5000 per- tanti ditte enologiche, Ot- sone provenienti da un tavi e Marescalchi. Funzio- Circondario che includeva navano 16 alberghi, nume- Fubine, Viarigi, Monte- rose trattorie, osterie, caffé, magno, Castagnole, Gra- bottiglierie; vi erano anche na, Calliano, Penango, tre Agenzie di Emigrazio- Casorzo, Grazzano, Mon- ne e vari uffici di Compa- calvo, Tonco, Villa S.Se- gnie d'assicurazione. Le ri- condo, Montechiaro d'A- vendite di privative erano sti, Cunico, Piovà, Monti- 34 e l0 gli stabilimenti ti- glio, Scandeluzza (la Pro- pografici. Casale era nota a vincia di Asti nascerà solo livello nazionale anche per nel 1936). le ditte di costruzione di Gli stabilimenti cemen- piani verticali a cilindri tiferi lavoravano a pieno (Martelletti, Venezia, Orse- regime ed i turni di lavoro nigo, Gandolfi). Giornali (specie nelle cave) erano ininterrotti. Nessuno quali "Il Monferrato" (ma nel 1900 era in "le- si preoccupava di malattie professionali deri- targo") "La Gazzetta del Monferrato", "L'Elet- vate, anche se la campagna intorno alla "Capi- tore Casalese", "Il Risveglio", "Il Riscatto", tale italiana del cemento" era imbiancata a lar- "Lo Sbarco" informavano di tutto, nelle loro go raggio. Gli stabilimenti della Società Ano- modeste quattro pagine settimanali, anche se nima Calce e Cementi, dei F.lli Sosso, Cerrano le tirature dovevano essere alquanto limitate & C., Marchino & C., Soc. Cementi di Casale (l'analfabetismo era ancora alto e comunque la Popolo, Italiana Cementi di Ozzano, Ottavi & spesa per un foglio di giornale rappresentava Morbelli, Candiani, Ellena & C., Zaccone- una specie di spesa voluttuaria). Fornero & C., producevano circa un milione di Il Tribunale con Pretura e Procura con un quintali di cemento all'anno. La produzione foro di decine di avvocati lavorava a pieno rit- saliva nel 1912 a 4.800.000 quintali annui. mo. La Corte d'Appello era dotata di un Primo Erano in esercizio allora 166 forni in 17 ditte. Presidente, un Presidente, 20 Consiglieri, 5 se- Le vie della città, anche le più piccole e na- gretari o sostituti, un procuratore Generale e 8 scoste, erano piene di negozi, negozietti, labo- Sostituti, 6 addetti alla segreteria, 10 procura- ratori, rivendite di ogni genere. Numerosi i ne- tori e avvocati dei poveri; erano accreditati ben gozi di alimentari e le panetterie. Ogni attività 26 avvocati. Nove erano i Notai. Numerose fioriva; vi erano rivendite di vino sfuso o im- erano le associazioni e i circoli di beneficenza, bottigliato, fabbri, falegnami, sellai, sarte, rica- fra cui la Mutuo Soccorso, il Ricovero di matrici, stiratrici, fiaschettieri, noleggiatori di Mendicità, la Pia Casa della Provvidenza, il cavalli, arrotini, bottai, calzolai e zoccolai, car- potente Pio Istituto della Misericordia, l'Orfa- 7 Un altro momento drammatico: Casale Popolo assediata dall’acqua nel novembre del ‘94. signano. Per Natale al Municipale, con una numerosi arresti e condanne. notevole partecipazione, andava in scena «Il E nel novembre l’alluvione sommergeva, Barbiere di Siviglia» opera lirica che ne era con danni incalcolabili, i comuni alla sinistra stato il cavallo di battaglia già nell'800. del Po, da Crescentino (con due vittime), Tri- Il Console d'Israele visitava Casale, il Kiwa- no, Morano, Popolo, , Villanova, Terra- nis e la Cerutti, mentre in piazza Mazzini era nova; diversi ponti sulle due Sture erano dan- installata la lampada ebraica «channuccà» per neggiati (crollava quello di Terranova, com- una festa ecumenica. E nei festeggiamenti dei portante un grave intralcio al traffico Casale- 400 anni della Sinagoga casalese si tenevano Lomellina). Numerose le famiglie evacuate. grandi manifestazioni col concorso di molti Lo strascico dell'alluvione continuava per tutto ebrei da tutto il mondo. l'anno seguente con le difficoltà di ottenere i Nel 1994 la città di Casale iniziava un nuo- rimborsi promessi - per l'ammontare di miliar- vo gemellaggio con la città croata di Jaseno- di - e per provvedere a che non si ripetesse la vac; e volontari casalesi portavano aiuti in Bo- stessa emergenza. snia. In quel 1994 morivano i creatori della Fran- A seguito delle incriminazioni per i passati ger-Frigor, Francia e Germano, Maria Vanni danni arrecati dall'Eternit si avevano quattro Milanese presidente della Fibronit e il senatore condanne; ma ne erano delusi le parti civili ed Giuseppe Brusasca, novantaquattrenne. Casale i sindacati. continuava a scendere nel numero degli abi- L’Istituto Sacro Cuore celebrava i suoi cento tanti: erano ormai solo poco più di 38.000 (di anni di vita; e il Congresso Eucaristico Dioce- cui oltre 430 stranieri di 36 nazionalità diver- sano si concludeva con la partecipazione del se). Cardinal Sodano, nella cornice festosa di piaz- Ma la Mostra di S. Giuseppe continuava ad za S. Francesco. attrarre visitatori: fra le novità, la rassegna Ar- Il Co.Re.Co. di Casale veniva accorpato con tinfiera, l'esposizione di archeologia industria- quello di Alessandria; e per disposto regionale le, convegni su Internet e sulla fotografia digi- nasceva l'A.S.L. 21 Casale Valenza. tale e il potenziamento di alcune tradizioni (il Casale era sottoposta ad una autentica raffi- defilée di Moda era presentato dai coniugi An- ca di furti, rapine, scippi e raggiri (anche nei denna-Scapolan). Dal trampolino della Mostra Comuni del circondario) seppure si avessero veniva lanciato il collegamento turistico Lan- 18 ghe-Monferrato-Roero un consorzio promo- Mostra degli Ex Voto (1000, ma nel 1996 sa- zionale di portata nazionale. ranno il doppio), espressioni appassionate del- inaugurava ufficialmente il la devozione popolare alla Madonna di Crea. Museo Civico (con corollario di manifestazio- E al Sacro Colle veniva in visita, non prean- ni anche al Municipale). Al Campo d'aviazio- nunciata, Irene Pivetti, Presidente della Came- ne erano ospiti fra i paracadutisti Gabriella ra; mentre visitava la Sinagoga ed il Museo Carlucci, Philippe Leroy e poi anche Ambro- Israelitico il deputato Vittorio Sgarbi eminente gio Fogar (arrivato in lettiga). critico d'arte ed a Grazzano e a Crea arrivava Dopo lunghe lotte elettorali e ballottaggi, il anche la principessa Maria Gabriella di Sa- prof. Riccardo Coppo veniva riconfermato voia. A Frassineto il 22 settembre, era accolto Sindaco della città; ed a settembre entrava in il cardinal Martini, arcivescovo di Milano, nel Diocesi il nuovo vescovo Mons. Germano ricordo dell'appartenenza della parrocchia alla Zaccheo proveniente da Novara (dove era sta- Diocesi ambrosiana. to consacrato in presenza del Presidente Scal- Il Vescovo Zaccheo benediceva la nuova faro, novarese). chiesa del Ronzone dedicata a S. Maria e S. Fra tante cose grandi, vi era chi capiva che Carlo. Ma nelle chiese monferrine iniziava una anche quelle piccole hanno la loro importanza, vera catena di preoccupanti furti: quadri del ad esempio le zanzare che rovinano le nostre e dell'Alberini erano trafugati da S. sere estive. Nascevano studi specifici, riunioni, Marziano di Altavilla, da S. Pietro di , conferenze, stanziamenti di Comuni interessa- e poi nel 1996 da SS. Giulitta e Quilico di ti. Desta, almeno curiosità, il fatto che uno Borgo S. Martino e da S. Vincenzo di Casorzo stanziamento di 12 milioni sia stato fatto per e da S. Giovanni Battista di Morano. Anche primo dal Comune di , il quale dal Trevisio venivano asportati arredi d'epoca nell'800 aveva fatto porre sulla facciata del pa- fra cui un ritratto di Napoleone, opera di An- lazzo municipale una lapide di ringraziamento drea Appiani commesso dal Liceo Imperiale. all'Amministrazione Provinciale che aveva Veniva ritrovato però, dopo 22 anni, a Firenze, vietato la coltura della risaia sulla destra del un quadro asportato da una saletta della Bi- Po, eliminando così le zanzare e la tanto temu- blioteca Civica a Palazzo Langosco. E le tele ta malaria. di Altavilla e di Borgo S. Martino erano fatte Da S. Maria del Tempio venivano trasferiti ritrovare misteriosamente due anni dopo nel- al convento di Porta Milano i frati Cappuccini, l’atrio del Vescovado. nonostante la fraterna resistenza degli abitanti Il 1997 si annunciava con una bufera di neve della frazione. che colpiva specialmente la Valle Cerrina (e poi Alla Baronino si teneva un grande Conve- verso la fine dell'anno il maltempo metteva nuo- gno nel centenario del Congresso della Stam- vamente in allarme i paesi della sinistra del Po). pa Agricola Italiana, curato dall'ARGAP, nel Seguiva una vera tempesta nel settore scola- ricordo dei casalesi Ottavi agronomi ed edito- stico perché a causa della riduzione della po- ri. polazione soggetta all'obbligo, oltre alle ridu- Una soddisfazione nel campo sportivo, nel- zioni di classi (e di insegnanti) c'erano accor- l'umile ma antico e monferrino sport delle pamenti di Istituti (la Dante con la Hugues, la bocce, veniva data a Casale da Sergio Gua- Luparia con la Jaffe) e ridimensionamenti nei schino il quale ad Hamilton in Canadà si lau- Distretti Scolastici. reava campione mondiale nella specialità del Del resto la popolazione di Casale calava (a «tiro tecnico». 37.846 abitanti) e il saldo naturale era negativo Alla fine del 1995 la Regione approvava la in tutti i 45 comuni del circondario. Il Bilancio legge sulla lotta contro le zanzare proposta dal del Comune pareggiava in più di 85 miliardi; casalese Paolo Ferraris, e ne assumeva l'onere molti erano i progetti degli amministratori; fra degli interventi per il 50% della spesa da so- questi il passaggio di proprietà del castello. Da stenersi dai Comuni. Da notare che si estrania- Roma si facevano concrete promesse (ma si ri- vano dall’iniziativa i Comuni dell'Oltre Po, chiedeva un importo a nove zeri; mentre il Co- saldi nella loro esperienza secolare, e scettici mune offriva mezzo miliardo). Intanto veniva sui risultati. nominato progettista della ristrutturazione l'ar- A Crea veniva aperta la cappella del Paradi- ch. Flavio Conti, il quale nel convegno sul ca- so pienamente restaurata: veniva a rappresen- stello organizzato dall'Associazione Arte e tare un altro trampolino per il turismo monfer- Storia nel '93 aveva presentato già un oculato e rino. Contemporaneamente veniva aperta la realistico studio. 19 Si apriva il ponte di collegamento fra c.so do , Rotomec, SISA...) Alla fine del 1996 Verdi e la zona del Palazzetto dello Sport (S. moriva immaturamente, a 49 anni, Paolo Fer- Bernardino), e nasceva la nuova via Buzzi a raris; aveva dedicato grande passione alla vita fianco del Canale in collegamento fra c.so politica in Casale, in Provincia ed in Regione. Giovane Italia e via Visconti. Veniva aperta la A suo nome venne intitolato il nuovo Palaz- bretella di collegamento della SS. 31 con il ca- zetto dello Sport, la cui costruzione egli aveva sello autostradale (che era costata 20 miliardi tenacemente voluto come amministratore e e cinque anni di lavori e di attese). come sportivo. Per l'abbattimento dell'Eternit, così come Il giorno dell'Epifania del 1997 il Pontefice progettato, e il recupero dell'area con una zo- in S. Pietro a Roma consacrava Vescovo di na verde, si rimandava la realizzazione al Mondovì Don Luciano Pacomio; con gran- 2000. diose cerimonie lo accoglievano a Villanova, A Roma Tere Cerutti, al Quirinale dal Pre- suo paese natale. Ed a Villanova si ritrovava- sidente Scalfaro riceveva il Premio «Qualità no in quattro prelati: Mons. Enrico Masseroni Italia», ambìto riconoscimento per il notevole arcivescovo di Vercelli e i vescovi Monss. successo internazionale della produzione del- Zaccheo, Cavalla e Pacomio, in occasione le Officine Meccaniche. delle manifestazioni civili per festeggiare gli All'Accademia Aeronautica di Caserta ve- 800 anni dalla creazione del medioevale Bor- niva intitolato al nome dell'aviere partigiano go-franco. Medaglia d'oro al Valor Militare, Arduino L'Ospedale "Santo Spirito" a metà settem- Bizzarro, il Corso Allievi Sottufficiali. bre commemorava il Cinquecentenario della Nelle elezioni politiche erano eletti alla Ca- sua fondazione con un grande incontro al mera Eugenio Viale e Angelo Muzio (che sarà Teatro Municipale. E pure al Municipale si nominato Capo Questore). teneva la Conferenza degli Stati Generali del Veniva pubblicizzata la campagna di scavi Piemonte promossa dalla Regione per discu- archeologici a Pobietto di Morano, con im- tere le linee programmatiche per il 3° Millen- portanti reperti dell'età del bronzo. nio. E poi ad ottobre si insediava la prevista In città a maggio era nata la rassegna «Cor- Consulta la quale denunciava il "mal di buro- teggiando», incontri di arte e musica con la crazia" e consigliava il collegamento fra le partecipazione di 31 pittori, nei cortili dei varie realtà locali per i principali e più costosi principali palazzi storici casalesi. servizi. Nel contempo in tutti i paesi monferrini na- Era nato nel frattempo un Consorzio di Co- scevano iniziative di richiamo turistico (quali muni per le questioni ambientali e urbanisti- «Cantine aperte» o le rievocazioni napoleoni- che e per il controllo delle attività tributarie. che del bicentenario). E a Casale si dava una Vi aderivano Camino, , Serralunga di svolta all'antica Festa dell'Uva (alla quale l'u- Crea, , Ozzano, Balzola, Morano, va, da anni, era una rarità) aggiornandola e Treville, ai quali se ne aggiunsero poi molti migliorandone l’identità in «Festa del Vino e altri. del Monferrato», promuovendo tre giorni di In settembre Casale aderiva al progetto te- festeggiamenti e mostre coinvolgendo tutte le lematico "Imagine" promosso dall'Unione Pro Loco e gli stessi Comuni del Comprenso- Europea: "Casale nel 2000 sarà una città digi- rio. Al Trevisio veniva scoperta una lapide in tale". ricordo del soggiorno (1943-45) di Cesare Pa- A maggio si teneva pure al Municipale - sa- vese. la ormai deputata agli incontri di alto livello - Uno spettacolo di livello offriva al Teatro un convegno sulla ricerca dell'identità laica Municipale, nel mese di settembre, il nostro delle comunità: studiosi di tutto il mondo mi- giornale per celebrare i suoi 125 anni di vita, sero a confronto le loro dottrine. con una applaudita partecipazione dell'attore All'A.S.L. 21 veniva nominato direttore ge- Giorgio Albertazzi. nerale Emilio Zerella, napoletano. Il consun- Intanto soffusamente celebrava il suo cin- tivo dell'Ente per il 1996 era ammontato a quantenario il Collegio dei Geometri. 215 miliardi e 450 milioni. Vi erano stati nel- Pur riconoscendo un fondo di crisi genera- l'anno 15.350 ricoveri e 960.000 prestazioni lizzata e sotterranea, si scopriva che il Casale- ambulatoriali; 3426 erano state le chiamate se diventava sempre più multinazionale con d'urgenza di cui 944 con ambulanza medica- immissioni di capitale straniero in numerose lizzata. Nel quadro del potenziamento dell'at- attività ed imprese (IAR, Framec, AGV, Ven- tività era bandito un concorso a 34 posti va- 20 Grande pubblico sugli spalti per l’inaugurazione del palazzetto dello sport nel settembre del ‘96 canti: rispondevano 2.600 candidati i quali monte, dopo Torino, Alessandria (57.893 abi- vennero accolti per le prove d'esame nel Pa- tanti) e Asti (29.559); nel 1995 con 37.943 lazzetto dello Sport. abitanti Casale era 14ª, dietro a Torino, Nova- In città per sopperire alle carenze di parcheg- ra, Alessandria (89.196), Asti, Moncalieri, Cu- gio, e anche agli effetti dell'inquinamento veni- neo, Rivoli, Vercelli (48.531), Biella, Settimo, vano creati - fra tante polemiche e rinvii - i Collegno, Nichelino e Grugliasco (40.824). "voucher", cioé permessi "gratta e parcheggia". Dopo Casale venivano Pinerolo e Venaria Rea- A Lea Rabin, vedova del ministro israeliano, le. Il Casalese contava alla fine del '96 nei suoi per il suo impegno per la pace, veniva conces- 45 Comuni una popolazione di 76.750 abitanti sa la cittadinanza onoraria. Le principesse (con una flessione di sole 248 unità in un an- Marina e Maria Gabriella di Savoia visitavano no). in Sinagoga la interessante Mostra di cimeli e Avveniva il trasferimento del Distretto Nota- documenti storici relativi alla concessione - rile e si temeva per la sussistenza dell’Archi- 150 anni fa - della emancipazione degli Ebrei vio Notarile. Erano i segni di quella decadenza concessa dal re Carlo Alberto. Ed a Crea ed a di importanza e di declino della città e della Casale, all'inizio di giugno, in visita di corte- sua zona d’influenza. sia, arrivava il Presidente Scalfaro, che era sta- Ma Casale cercava di "mantenersi a galla" to ad Alessandria per l'assegnazione alla Pro- ad ogni costo. Con l'abbinamento Buzzi Uni- vincia della Medaglia d'Oro al Valor Militare cem (che però aveva bisogno di perfeziona- nella Guerra di Liberazione. Al Municipale era mento) a Casale ritornava l'antico titolo di "ca- accolto festevolmente, ma all'uscita era stato pitale del cemento". contestato con fischetti e trombette dai "leghi- In città nasceva, nell'ambito dell' Istituto Fa- sti". milia Humana Consortio l’Associazione di vo- Amari dati statistici facevano considerare le lontariato "Vitas" (presidente Andrea Percival- grandi modifiche demografiche avvenute nel- le) con la finalità dell'assistenza ai malati ter- l'arco di un secolo in dipendenza dell'indu- minali. strializzazione torinese: nel 1861 Casale - con Di fronte alla nuova crisi nei Balcani, la cit- 26.755 abitanti - era la quarta città del Pie- tadinanza mémore della precedente esperienza 21 si mobilitava: "Per Frassinello, "Vivere gli albanesi abbia- in campagna" a Ter- mo già dato tanto" ruggia, la panissa di ed anche in Consi- Morano, i "Percor- glio Comunale si si d'arte" di Cerrina, dimostrava quella le gare ippiche di rigidità sentita da , il Carneva- tutti. Ma molti aiuti le d'Estate a Trino, vennero raccolti in la reginetta degli città in favore delle scacchi, la sagra del popolazioni del- gnocco a Pontestu- l'Umbria colpite ra... dal terremoto. A Casale si apriva Per rivitalizzare la Mostra del Cac- il centro storico era cia e nasceva nel- nato un Carnevale l'ambito del Museo in strada con tram- Civico la Sezione di poli, musiche, pi- Il Presidente Pertini a Casale nel 1983 Archeologia, con i gnatte, krumiri. reperti di Pobbietto. Nascevano l’A- Proseguivano i la- genzia regionale vori di restauro del per il turismo (con Duomo e in S. Do- a capo Domenico menico veniva ri- Clemente, morane- messo in luce l'anti- se, già Segretario co chiostro e si re- Generale della Re- cuperavano due af- gione - che morirà freschi ed un porta- nel 1999) e la pro- le. vinciale Alexala; e Numerosi i lutti: si concludevano un Angelo Rottigni, impegno bilaterale priore dell'Arcicon- fra i Comuni di Ca- fraternita di S. Eva- sale e Valenza con sio, il notaio Ferdi- la creazione del- nando Montarolo, l'Associazione pub- don Ermenegildo blica "Mondo" Il Presidente Scalfaro a Crea nel 1997 Gonella noto per il (Monferrato-Do- suo estro nella poe- manda-Offerta). sia dialettale, il preside Boarino, gli ex ammi- Il 23 giugno i casalesi si cimentavano nei nistratori Gianni Cardillo e Carletto Mina, proverbi-telequiz della Zingara Clovis Brosca l'avv. P. Bevilacqua, Sergio Bottino. e del presentatore Giorgio Comaschi; ed in se- Buone notizie nel settore del rilancio spic- guito Ettore Andenna, ormai grazzanese di ciolo dell'immagine della nostra terra all'ini- elezione, portava la "Grande festa in piazza" zio del 1998: l'Amministrazione Provinciale (del Cavallo), sfida tra i Bar cittadini (per la otteneva di mettere in mostra nostri prodotti Rete - Video Nord). negli U.S.A, e a Miami Beach e a Cleveland Ma specialmente si notava una grande vita- venivano esposti vini monferrini e krumiri ca- lità in molti Comuni monferrini con manife- salesi. E' solo il caso di annotare come Cri- stazioni tutte di grande richiamo. Impossibile stiano Bussola, policonsigliere a tre livelli elencarle tutte. Ma oltre alle tradizionali Sagre amministrativi, aveva la pensata di mandare delle fragole a Borgo S. Martino e alla Piagera una scatola di krumiri a Bill Clinton. Pur con di , del Peperone a Frassineto... occor- la bocca amara del momento del Sexygate il re citare la 43ª Fiera del tartufo bianco a Mon- presidente ringraziava cordialmente con un calvo (un tubero di 750 grammi del valore di "wonderful". oltre 4 milioni, é finito al Ritz di Parigi). E poi La crisi del commercio al dettaglio da cui il "Maggiociondolo" di Cellamonte, gli sport dipendeva il dissanguamento del centro stori- antichi di , la sagra dell'agnolotto a co, comportava la chiusura, dopo una lunga 22 A Trino (Leri-Cavour) il Presi- dente Scalfaro inaugurava il 23 giugno la tanto ostacolata maxi- centrale a ciclo combinato, intito- lata a "Galileo Ferraris": fornirà energia elettrica a mezzo Piemon- te. Nel Palazzo della Missione (che qualcuno ritenne di chiamare Pa- lazzo Hugues con recente richia- mo all'omonima scuola media) si insediava il Corso di laurea in Economia e Commercio dell'Ate- neo di Torino: é senz'altro un ri- conoscimento importante per il settore scolastico casalese. Il 25 novembre 1998 si apriva il sottopasso verso S. Germano, al quale 1'Anas aveva lavorato a ci- clo discontinuo per oltre due anni; ma restava in sospeso il progetto del collegamento fra le strade sta- tali di Alessandria e di Asti. L’inaugurazione del monumento a padre Pio nel novembre L'industriale Renato Viale veniva ‘98 in viale Giolitti nominato Presidente della Came- ra di Commercio (CCIAA) di agonia, del Mercato Piccaroli. Sarà difficile ri- Alessandria: nel ‘99 salirà al vertice dell'U- vitalizzarlo. nionCamere del Piemonte. Tornava a Casale la sede principale dell'Uni- In evidenza la manifestazione aviatoria sto- cem. E dopo importanti ristrutturazioni riapri- rico-sportiva a livello internazionale, organiz- va la Clinica S. Anna. La Cappella interna é zata nella 80ª ricorrenza del "Volo su Vienna" stata decorata - bell'esempio di pittura religio- dell'agosto 1918 effettuato dalla squadriglia sa moderna - da studenti di Brera, coordinati "Serenissima" guidata da Palli e D'Annunzio, dal prof. Bruno Gandola. Nell'area verde anti- decollata da S. Pelagio di Padova. Tre equi- stante il S.Spirito veniva inaugurato dal Vesco- paggi casalesi con aerei pilotati da Sandro De- vo Zaccheo il moderno monumento a Padre michelis, Edoardo Cappa, Carlo Manganelli, Pio, opera del prof. Marco Porta, già autore Angelo Frizzarin, Stefano Bragato ed Enrico del monumento agli sportivi sul piazzale degli Perinciolo (con alcuni passeggeri fra cui - per Azzurri d'Italia e dei Veterani dello Sport anti- documentare l'impresa - anche Luigi Angeli- stante il Palazzetto. no) si sono portati a S. Pelagio da cui si sono A Palazzo S. Giorgio veniva aperta una Mo- diretti a Newstadt l'aeroporto di Vienna. In stra del Guala in occasione del 3° centenario quell'autentica impresa compirono un raid di della nascita dell'artista. Il Guala resterà il ful- 2200 Km, in 11 ore. cro culturale anche per il 1999. Fra i decessi del 1998 elenchiamo l’indu- Esposizioni delle caratteristiche e pregevoli striale Sebastiano Gaiero, Eugenia Gandini opere intagliate di Lele Luzzati venivano alle- Marietti, il Col. Giorgio Mantillaro (58 anni) stite a (da qualche anno nuovo centro e i medici Robotti e Cressano. di attrazione turistica con gli Antichi mestieri e Il 1999 iniziava con la notizia della morte tante altre iniziative), Casale e Terruggia. all'ospedale di S. Spirito del Vescovo Mons. In contemporanea con l'ostensione della Carlo Cavalla, a 79 anni; aveva tenuto la sua Sindone a Torino, veniva esposta a Casale e a ultima omelia la notte di Natale. La cerimo- Crea l'interessante copia seicentesca esistente nia funebre venne stata presieduta dal cardi- in S. Ilario. Intanto il Prof. Baima Bollone nal Saldarini. Il Procuratore Generale della trattava con la sua nota competenza degli Corte d'Appello di Torino avv. Antonio Baja aspetti scientifici del Sacro Lenzuolo di Torino indicava Casale come un'isola felice; ma l'in- in un Auditorium di S. Filippo affollatissimo. cidenza nella cronaca dei fatti di piccola o 23 Giorgio risuonarono, con l’Inno di Mameli le note del- la Marsigliese. La società consortile Mondo presentava Casale, Valenza e il Monferrato al Circolo della Stampa di Milano. Facevano gli onori di casa il presidente Giuseppe Gario e l’ammini- stratore delegato Marcella Bono. Al mercatino dell’anti- quariato, nato in piazza Maz- zini, festeggiamenti per i 25 anni celebrati al “Pavia” di piazza Castello. La Caritas raccoglieva oltre 30 milioni di lire quali offerte e aiuti per i profughi dal Kosovo e dal- l'. Il C.A.I, celebrava i suoi 75 anni di vita, ricor- dando la costruzione del Ri- fugio Casale in Val d'Ayas (1931): alcuni soci effettua- La consegna della petizione da parte di un Comitato cittadino vano anche una scalata al per il mantenimento dell’XI Battaglione Fanteria Casale. Monte Pourrì sulle Alpi della Savoja, per deporre una coro- grande criminalità, ai casalesi dava una sensa- na sulla lapide di Natale Palli nell'80° anniver- zione ben diversa. Intanto il casalese Vincen- sario della sua morte. E possiamo chiamare im- zo Serianni, il 26 febbraio ‘98, era stato no- presa sportiva anche il volo Casale- il 7 minato alla presidenza della Corte d’Appello agosto - per la Mostra "Sulle rotte di D'Annun- di Milano, la seconda carica della Magistratu- zio". Sandro Deambrogio, Edoardo Cappa, ra italiana. Importanti manifestazioni erano Luigi Angelino, Angelo Sismondi con l’aereo organizzate nella 150ª ricorrenza della difesa "Tampico" TP 10 - I-ODKF hanno portato alla di Casale contro gli austriaci, una interessante città natale del Poeta-Soldato i saluti di Casale, mostra di cimeli e documenti era allestita nei alla quale D'Annunzio era particolarmente le- locali della comunità Istraelitica, la Banda dei gato a mezzo di Palli suo pilota. carabinieri teneva un applaudito concerto al Il 6 agosto in Duomo, nel quadro deli grandi Municipale (ufficiale dei carabinieri era Mo- lavori in atto, veniva calato il prezioso croce- rozzo di S. Michele, morto in seguito a ferite fisso pensile: é stato mandato a Novara per il riportate in quel fatto d'armi). E pure al Muni- restauro in vista del Giubileo. cipale si teneva il grande convegno storico- Ma il fatto più importante dell'anno sono culturale "Il Duomo, storia, arte e vita liturgi- state le elezioni amministrative. Avendo rinun- ca", con la partecipazione del cardinal Noé e ciato a candidarsi il prof. Riccardo Coppo, do- di numerosi studiosi e docenti. po il ballottaggio è stato eletto Paolo Mascari- Si scioglieva definitivamente il C.A.R. del no. Mentre in Provincia era confermato Fabri- casermone e molti cimeli dell'XI Battaglione zio Palenzona. Nel Consiglio Provinciale sono "Casale" erano consegnati al nostro Museo Ci- entrati ben nove monferrini. vico. A nulla era valsa la raccolta di moltissi- Fra i lutti, la perdita dell'avv. Caire, del no- me firme per il suo mantenimento. taio Martinotti, dell'ex sindaco Guido Catta- Una commovente e festosa cerimonia si te- neo, di Padre Antonio Brunetti, già Guardiano neva in Municipio: Mr. Pierre Dominique d'Or- nel convento di Crea e dei fratelli Giovanni e nano, addetto militare all'Ambasciata di Fran- Cristoforo Giambruno: sono stati i fondatori cia a Roma decorava con la Legion d'onore dell'Azienda "Linclalor", curiosa denomina- Giuseppe Allara “ragazzo del '99" che nel 1918 zione: sono le iniziali dei loro figli Lina, Clau- aveva partecipato a battaglie sul fronte della dio, Lorenzo... Il resto è cronaca di ieri. Marna. Sotto le volte antiche di Palazzo S. Idro Grignolio 24 Due vedute aeree a metà degli Anni Cinquanta della zona del mattatoio e degli orti (in costru- zione il palazzo dei Genovesi in corso Trento) e, in basso, del Priocco (si noti l’ampio spazio sulla sinistra del viale alberato).

25 PERSONAGGI Leonardo Bistolfi Un grande fra neoclassico e novecentismo

«Or sembra che Per- moda. Successivamente il sefone in suo velo / chiu- Bistolfi si lanciò nella da l’arte tua nuova, e so- concezione monumentale litaria / l’adduca in so- che si esprime special- gno verso la tenaria / mente nelle statue bron- notte ove sol biancheggia zee a Carducci (Bolo- l’asfodélo».Così nel 1905 gna), a Lombroso (Vero- il sublime e raffinato na), a Garibaldi (Savona e D’Annunzio ammirava Sanremo), a Segantini l’arte di Leonardo Bistol- (St. Moritz). Specialmen- fi, discusso e controverso, te si impegnò nei nume- ma certamente grande rosi monumenti funerari scultore casalese. che impreziosiscono tom- L’artista era nato nella be importanti nei cimiteri nostra città il 15 marzo di Genova, Torino, Cu- 1859. Non apparteneva a neo, Asti, Casale e di nu- famiglia abbiente, tanto merosi piccoli centri: in che per i suoi studi pres- tutti, con immagini di so l’Accademia di Brera realismo drammatico, ha a Milano potè usufruire rappresentato sempre con di una borsa di studio del Comune, i cui ne- plasticità e maestria il sentimento struggen- cessari fondi erano stati lasciati per testa- te, il concetto trascedentale ed allegorico mento al Municipio da alcuni casalesi aman- della morte. Ne ricordiamo alcuni: «La Sfin- ti dell’arte. Nel 1880 aveva poi frequentato ge», «Olocausto», «Crocifisso», «Resurre- l’Accademia Albertina di Torino ove ebbe zione», «Il funerale», «Voci dalla tomba», come maestro Odoardo Tabacchi, l’autore «La bellezza della morte», «Le spose della del monumento casalese a Giovanni Lanza. morte», «Cristo in cammino», «Gli spiriti Prima sua opera fu «L’angelo della morte» della giovinezza piangenti sulla tomba di un per la tomba della famiglia Braida nel cimi- giovane poeta», «Il dolore confortato dalle tero di Torino, e dimostrò subito una sensibi- memorie», «Il sacrificio». lità e un valore espressivo non comuni. Tut- In riconoscimento della sua personalità ar- tavia nel 1881 il gruppo «Le lavandaie» non tistica Bistolfi fu nominato senatore il 25 fu accettato alla Mostra della Società Pro- marzo 1923. motrice Piemontese; l’opera venne conside- A Casale annoveriamo fra le opere bistol- rata troppo realistica e brutale. Persistendo fiane il monumento all’Ottavi, «Cristo sulle in questo realismo, siglato però da un prege- acque» nel Cimitero e specialmente il Mo- vole virtuosismo accademico, il Bistolfi se- numento ai Caduti nei Giardini Pubblici. guì subito il nuovo stile Liberty, diventando- Quest’ultima opera, con la bellissima «Pri- ne uno dei principali esponenti. mavera» ed il «Fante crociato», è stata molto Nacquero così importanti opere quali «La ammirata ed apprezzata perché, nella sua pioggia», «I contadini», «Le oche», «Il so- grandiosità, apparve a tutti modellata senza gno», «Frate», «Al sole», «Il terzetto», «L’a- incertezze specialmente nella rappresenta- ratore», ed anche «Il contadinello» ora al zione dell’aspetto dell’umile soldato «non Museo Civico (bozzetto e bronzo). Opere di eroe» che uscendo dal fango della trincea trionfale ispirazione letteraria sono «Ardens stringe al petto la baionetta che diventa cro- larva», «Bacio», «Crepuscolo» nei quali si ce, infagottato nel cappotto che’ diventa suda- rileva una realtà plastica sentimentale ed rio. umana non certo legata alla caducità di una Leonardo Bistolfi tuttavia non fu sempre 26 La Gipsoteca al piano terreno di S. Croce (Museo Civico), sotto Monumento a G. A. Ottavi (Casale, giardini), tondo delle stagioni. funereo; si dedicò anche - forse co- me sollievo - alla pittura, e fu amico del famoso pittore biellese Delleani. Fra i suoi hobby abbiamo notato di- versi «Profili cittadini» schizzati per il giornale casalese «Il risveglio». I suoi numerosi gessi furono sal- vati dalla munificenza del dottor Camillo Venesio, ed ora compongo- no la ricchissima Gipsoteca del Mu- seo Civico. Bistolfi aveva saputo mantenere una sua ammirevole, pura coerenza in un tempo difficile, fra neoclassico e novecentismo. Vi fu chi lo ritenne un «decadente», un «tardo esempla- re di un’epoca alla quale era soprav- vissuto», ma vi fu chi, come Davide Lajolo, ne riconobbe in pieno la grandezza, a dispetto delle elucu- brazioni di alcuni «critici mastica- chiodi». L’artista è morto a La Loggia (Torino) dove lavorava, il 2 settem- bre 1933; è sepolto nel Famedio del Cimitero Urbano della nostra città. I.G. 27 PERSONAGGI Francesco Negri sindaco, giurista, scienziato, fotografo

Francesco Negri, sindaco amministratore il Negri va della città, dotto giurista, ricordato, anzi egli ci è noto studioso eclettico è perso- per lo più per la sua attività naggio di molta notorietà, di scienziato enciclopedico. specialmente per merito Infatti era appassionato cul- delle rivalutazioni del prof. tore, profondamente dotto Enzo Greco e del dottor nelle scienze fisiche e natu- Gabriele Serrafero e delle rali, nell’arte e nella storia. mostre e stampe delle foto- Nel 1868 e nell’arco di dieci grafie che egli eseguì, au- anni aveva pubblicato diver- tentico pioniere della foto- si studi sulle malattie del ri- grafia. so, della vite e di diverse al- Era nato a Tromello in tre piante. A lui va il merito Lomellina nel 1841. Figlio della scoperta dei parassiti unico, appartenente a fami- del riso - «Thrips orysopha- glia abbiente; dopo gli studi ga» e del «Tarsonema Ori- a Vigevano aveva consegui- zae», sulle cui risultanze si to a Torino, a vent’anni, la erano interessati anche dal laurea in legge. Si stabilì Giappone. poi a Casale dove fece prati- Per la vite scoprì l’origine ca forense presso lo studio dell’avv. Bernardino della malattia del «giallume»: un microfungo che Guida, al quale succedette nel 1876 nella carica venne chiamato «Negrianum» appunto dal nome di Avvocato Erariale presso il Tribunale e la Cor- dello scopritore. te d’Appello di Casale. Questi studi di botanica Negri potè portarli Aveva sposato nel 1863 la novarese Giulia Ra- avanti poiché era anche un’appassionato di mi- vizza dalla quale ebbe cinque figli che furono av- croscopia, di fotografia, e della microfotografia vocati o alti funzionari statali. di cui fu un pioniere. Nel 1876 il ministro Giovanni Lanza lo inco- Nel 1882 quando Koch scoprì il bacillo della raggiò sulla via della politica cittadina; così, elet- tubercolosi, il Negri in collaborazione col medico to consigliere comunale, fu assessore e vice sin- Francesco Pinolini fece numerosi studi microsco- daco dal 1878 al 1881, anno in cui fu nominato pici al riguardo, indicando al grande batteriologo sindaco dal Governo. Allora il sindaco era di no- tedesco il modo più facile per colorare i vetrini mina governativa, e Negri fu l’ultimo nominato da osservare, metodo di cui si servirono gli aiu- con decreto, perché nel febbraio del 1888 entrò tanti Priorr e Finkler. in vigore la legge Crispi che ne lasciava ai Co- Durante l’epidemia colerica del 1884-85 ne muni l’elezione. studiò alacremente i microrganismi patogeni e Durante il suo sindacato si progettarono ed ini- per questo studio e per la profilassi praticata eb- ziarono diverse importanti opere pubbliche: la be una ambita medaglia dal Ministero. ferrovia Casale-Chivasso (che tante discussioni Fin dal 1863 Negri aveva praticato la fotogra- provocò per la scelta del percorso, se a sinistra o fia non solo scientifica ma anche artistica pro- a destra del Po), il distretto militare, la sistema- ducendo una grande quantità di materiale di cui zione di Piazza Castello in parte occupata da for- una buona parte è ora patrimonio inestimabile tificazioni, l’allargamento della stazione ferrovia- della Biblioteca Civica come documento di co- ria, l’inizio dell’abbattimento della cinta delle stume. mura, il cimitero israelitico, il teatro Politeama, Si occupò anche ed ottenne mirabili risultati la sistemazione dei giardini pubblici, la costru- con la fotografia a colori; durante i suoi studi zione della tramvia industriale, ed altre. fotografici si era costruito un originale teleo- Ma non solo per le benemerenze al pubblico biettivo (aveva usato per l’intelaiatura una sca- 28 Due immagini scattate da Franceso Negri a cavallo del ‘900: una in piazza d’Armi, con la torre Gaiona sullo sfondo (in alto), l’altra sul Po, che ritrae un tuffo dai bagni municipali. tola delle pillole «Pink» con due tubi di cartone) che venne brevettato ed eseguito dalla ditta Ko- ritska di Milano. Con questa attrezzatura egli da Casale fece fotografie delle Alpi, della cupola di S. Gaudenzio di Novara, tutte nitidissime. L’in- venzione è servita per grandi guadagni a Ditte italiane ed estere, ma il Negri, che pure ebbe la soddisfazione di vedere progredita la sua inven- zione, data la sua modestia non ne ricavò mai al- cun diritto. Era riuscito ad eseguire la fotografia del movi- mento ben prima che Edison e i fratelli Lumière mettessero a punto il cinematografo. La sua passione per l’arte gli permise acute va- lutazioni e critiche delle principali opere d’arte casalesi, di Crea, dell’Abbazia di Lucedio ed in- teressandosi della storia locale completò rilevanti studi di cui se ne riconosce l’importanza. Gli si attribuì però una particolare fierezza d'a- nimo, una certa avara concezione del sapere, per cui divulgò sempre ben poche delle preziose co- gnizioni di cui era in possesso, il che contribuì molto al disconoscimento della sua eclettica per- sonalità. Francesco Negri morì ottantaduenne a Casale il 21 dicembre 1924. I.G. 29 PERSONAGGI Natale Palli «l’aquila dagli occhi di zaffiro»

Per quarant'anni l’aereo di Bocche una sventagliata di mi- Palli - uno SVA monoposto - traglia si fermò nella corazza- rimase appeso nel Salone del tura che egli stesso per primo Senato a Palazzo Langosco: ri- aveva sistemato sotto il seggio- mosso all’epoca del restauro lino. dell’edificio nel 1970 è finito, Nell’agosto 1917 alla Malpen- per vie traverse, al Museo Ae- sa «faceva il passaggio» sullo ronautico di Vizzola Ticino SVA monoposto venendo asse- presso la Malpensa, allestito gnato alla 71ª sq. a Castelne- dalla contessa Maria Fede Ar- dolo e poi alla 72ª a Sovizzo. mani Caproni. Negli ultimi giorni di quell’a- Casale non ha più quell’im- gosto bombardava un parco portante cimelio ma Natale automezzi austriaco con 5 Palli è ampiamente ricordato bombe da 10 kg. e quindi ef- nell’intitolazione del Campo fettuava rischiose azioni su Sportivo e - abbinato al nome Brunsch, in Val di Fiemme, dei fratelli caduti Silvio e Italo sull’Adamello, nel Tirolo, sfi- - nella denominazione del Li- dando spesso la furia dei cac- ceo Scientifico e di una via ur- cia Fokker austriaci. bana. Gabriele D’Annunzio, A , nel momento della dinanzi al feretro di Palli, che ritirata di Caporetto incontran- era stato suo pilota in più di una missione, con do 36 piloti anglo-americani arrivati per rinfor- la sua poetica, inconfondibile retorica, lo ri- zo, che facevano i bulli con le loro acrobazie cordò «fanciullo biondo dagli occhi di zaffiro» e diede loro una lezione di maestria riscuotendo «aquila altovolante ed infallibile». In quel mo- l’ammirazione degli stessi alleati. mento tutta l’Italia lo ricordava invitto aviatore, Il 3 febbraio 1918, promosso capitano e co- comandante della squadriglia «La Serenissima», mandante l’87ª sq. «La Serenissima» veniva decorato di una medaglia d’oro, due d’argento, decorato della croce di guerra belga, che gli due di bronzo e dell’Ordine Militare di Savoia, veniva appuntata sul petto dallo stesso re del intrepido eroe di oltre 150 missioni di guerra, Belgio. In collegamento con la Marina compì caduto quando oramai si pensava solo alla pace. numerose azioni su tutto l’Adriatico e sulla co- Natale Palli era nato a Casale il 24 luglio sta dalmata. Memorabile fu la sua ricognizione 1895 e qui aveva compiuto i suoi studi liceali; su Pola nel corso della quale fotografò perfet- studente di ingegneria al Politecnico di Milano tamente la flotta nemica alla fonda, l’arsenale si arruolava volontario alle prime avvisaglie di e i cantieri. Tornò con l’aereo molto danneg- guerra e nell’ottobre 1915 conseguiva a Cameri giato atterrando fortunosamente sul Lido di il brevetto di pilota militare. Venezia. La sua ricognizione servì per un bom- Alla 2ª Squadra Ricognitori di Pordenone bardamento condotto con 70 nostri aerei. La compì numerosi rischiosi voli tornando spesso fama di Natale Palli è legata al volo su Vienna, con l’aereo danneggiato. Passato alla 48ª sq. sui voluto da D’Annunzio, impresa di audacia ca- nuovi bimotori Caudron G4 tornò più volte con valleresca veramente unica. Otto aerei della un solo motore in funzione. Nel dicembre 1916 «Serenissima» (7 monoposto ed un biposto, rischiò il congelamento ai piedi e alle mani in l’aereo di Palli adattato alla meglio per prende- una lunga azione sulle Dolomiti ad oltre 4000 re a bordo di Poeta) lanciarono manifestini in- metri di quota con una temperatura di -24°. vece di bombe. Il volo di 1000 km. di cui 800 L’8 maggio 1917 tornò da una ricognizione su in territorio nemico era durato 6 ore e mezza Passo Rolle con un longherone di coda spezzato ed uno degli aerei al ritorno, per un guasto, era e le ali a brandelli. Pochi giorni dopo su Cima costretto ad un atterraggio presso Neustadt. Il 30 Palli, quarto da sinistra, a San Pelagio con D’Annunzio e i piloti de “La Serenissima”

29 ottobre 1918 nel corso dell'ultima decisiva rito ed assiderato, poco distante dall’aeroplano. battaglia di Vittorio Veneto, Natale perdeva il Merita una citazione anche Francesco Cappa, fratello Silvio, pure aviatore, abbattuto mentre tenente di vascello, medaglia d’oro, caduto nel mitragliava colonne nemiche in fuga presso 1917 sul cielo di Latisana, a lui è intitolato Sacile. l’aeroporto di Casale. Conclusosi il terribile conflitto, Palli seguì gli Alla generazione di Palli e Cappa successero ideali dei numerosi cavalieri del cielo che vole- altri grandi piloti, tra questi Guglielmo Cassi- vano dimostrare, in pacifici raid, la superiorità nelli, recordman sugli idrovolanti e anima della delle ali italiane. Con Arturo Ferrarin organizzò scuola di grande velocità di Desenzano. il volo S. Pelagio-Parigi-Roma. I due aerei spic- I.G. carono il volo il 20 marzo 1919 verso le Alpi e proprio sul massiccio del Monte Bianco venivano inve- stiti da una ter- ribile bufera con tormenta. L’ae- reo di Palli ne era stroncato e l’abilità del pi- lota lo faceva posare sul ghiacciao della Gurra sul Monte Pourri a 3700 metri. Il suo corpo fu rinve- nuto qualche Francesco Cappa giorno dopo fe- Cassinelli e il suo medagliere 31 PERSONAGGI Badoglio e Cavallero I Marescialli d’Italia «dirimpettai»

Due importanti personalità chiamare Badoglio e affidare hanno segnato la storia milita- l'importante incarico a lui. E re di questo secolo, e sono sta- così si fece, nonostante la ti entrambi monferrini che, in smorfia di Mussolini. Ma poco qualche difficile occasione di tempo dopo Badoglio fu incau- grandi controversie fra loro, to, perché a conoscenza di ar- avrebbero potuto spararsi a vi- roganti e pericolosi discorsi di cenda restando alle rispettive Starace e Balbo, aveva lasciato finestre, essendo le loro abita- al Comando Generale dei Ca- zioni a Grazzano e a Ponzano, rabinieri di tener d'occhio il pressoché ad un tiro di schiop- gruppo. Mussolini, diede una po l'una dall'altra. Si tratta dei lavata di capo a Cavallero e due Marescialli d'Italia Pietro Badoglio fu mandato a gover- Badoglio (1871 - 1956) e Ugo nare la Libia. Vi restò dal 1929 Cavallero (1880 - 1943). al 1933. Aveva comunque un Badoglio, nella prima Guer- certo peso il suo parere in tutte ra Mondiale era stato coman- le importanti riunioni militari; dante del XXVII corpo d'Ar- Badoglio a Casale anche se, in un momento in cui mata, ma dopo Caporetto ven- tutti gli eserciti del mondo am- ne chiamato allo Stato Mag- modernavano il materiale, le giore come sottocapo del Comandante Supremo armi, le concezioni tattiche e strategiche, Bado- gen. Armando Diaz, del quale fu prezioso colla- glio si compiaceva di affermare che comunque la boratore fino alla vittoria di Vittorio Veneto guerra la fanno "'l om, 'l füsil, 'l mül e 'l cannun!". (4.ll.1918). Anche se é il caso di sommessamente In Libia venne sostituito da Italo Balbo, altra im- annotare come lo schema tattico dell'ultima batta- portante pedina da allontanare da Roma. Badoglio glia venne steso materialmente dall'ufficale più tornò a giocare le bocce a Grazzano. tecnico allora al Comando Supremo, il colonnello Intanto Mussolini dichiarava la guerra al Ne- Ugo Cavallero già promosso per meriti di guerra. gus; le truppe italiane dall'Eritrea e dalla Somalia, Badoglio promosso Maresciallo d'Italia nel colonie italiane, avanzavano secondo gli schemi 1919 fu insignito dell'ordine Militare di Savoia e tattici del Comandante Generale, gerarca, Emilio creato Marchese del Sabotino. Nel 1922 di fronte De Bono. Nonostante la superiorità del nostro alle disordinate colonne di "camicie nere" che af- esercito si notavano difficoltà, per cui Mussolini, fluivano a Roma secondo gli ordini di Mussolini, sentendo Cavallero, allora Sottosegretario alla al debole Presidente del Consiglio Luigi Facta ed Guerra, richiamò in fretta Badoglio, il quale il 5 al re disse chiaramente che con quattro cannonate maggio 1936 entrava trionfalmente in Addis Abe- avrebbe disperso quella "marmaglia". Ma si volle ba, e offriva così la possibilità a Mussolini di gri- diversamente. Mussolini divenne Presidente del dare al mondo "L'Italia ha finalmente il suo impe- Consiglio, e si legò al dito il punto di vista di Ba- ro!" Badoglio veniva nominato Viceré, e si affret- doglio. E lo mandò come Ambasciatore in Roma- tava a nominare Cavallero comandante in capo di nia e poi a Rio de Janeiro. tutte le truppe in Africa Orientale Italiana. Vi re- E' poco conosciuto l'intreccio Cavallero / Bado- stavano fino al 1939. In Italia incominciarono i glio in quel primo periodo fascista. Presso il Mi- gravi contrasti fra i due Marescialli d'Italia, certo nistro della Guerra Gen. Antonino Di Giorgio si per le loro diverse vedute circa l'organizzazione era vista la necessità di far sovrintendere i Capi di delle nostre forze armate. Badoglio era capo di Stato Maggiore dell'Esercito, della Marina e della Stato Maggiore e con la dichiarazione di guerra a neonata Aeronautica, da un Capo di Stato Mag- fianco della Germania e il nostro impegno sul giore Generale. Di Giorgio si era consultato con fronte greco-albanese, furono subito chiari i nostri Cavallero e questi non ebbe dubbi: accorreva ri- limiti: fu costretto a dimettersi e si ritirò nella sua 32 splendida villa Grazioli a Roma. sero interessare l'industria di ogni La guerra continuò verso il pre- Paese. Fu direttore generale della cipizio. Poi venne - il 25 luglio Pirelli e dell'Ansaldo. Ma veniva 1943 - la caduta di Mussolini e del nominato Sottosegretario alla fascismo. E a villa Grazioli il Ca- Guerra restandovi dal 1925 al po di Stato Maggiore Vittorio Am- 1928. Fu in quel periodo che pro- brosio e il duca Pietro Acquarone spettò all'Amministrazione di Ca- ministro della RealCasa si presen- sale l'acquisto di terreni demaniali tarono a offrire per conto del re la militari in zona Oltre Ponte pre- presidenza del Consiglio a Bado- zioso patrimonio urbanistico su glio, e a concordare la lista dei mi- cui sorgerà, molti anni dopo, il nistri. nuovo sobborgo. Da quel momento il cammino Determinante fu il suo interessa- di Badoglio fu veramente minato: mento per l'approvazione tecnico la resa agli Alleati a Cassibile (se- finanziaria del progetto di costru- greto di Pulcinella), le meschinità zione dell'Acquedotto del Monfer- diffuse, le ambigue parole armisti- Ugo Cavallero rato. Ma il suo peso militare era ziali (dettate dal gen. Smith) "la costantemente considerato negli guerra continua" con la suprema illusione che i alti comandi per cui venne richiamato. Dovette li- soldati, svuotati fuori e dentro, potessero reagire tigare acerbamente con Badoglio, ma la sua men- ad attacchi "di qualsiasi provenienza", la reazione talità raziocinante gli metteva in chiaro i nostri li- germanica, portarono solo alla fuga del re, del Ca- miti militari, e gli davano la nausea le fanfaronate po del Governo con tutti i suoi ministri, verso Pe- di stile fascista, contrapponendole alla guerra te- scara e Brindisi, per mettersi sotto la protezione al- desca fatta con determinazione fino all'estremo leata. La storia di quei venti mesi furono oggetto sacrificio anche civile. Il suo era ovviamente un di migliaia di pagine di controverse interpretazioni punto di vista strettamente militaresco, ma capiva e valutazioni. Ed i posteri sono ancora divisi nel che la guerra non poteva continuare. Non cono- dare l'ardua sentenza. Badoglio moriva nella sua sciamo se Cavallero passò veramente all'antifasci- Grazzano il 1° novembre 1956. Un alta stele con smo nel giugno-luglio del 1943; ma alcuni testi ri- una falce sul culmine, illuminata nella notte, al- portano la semplice frase: "ebbe parte nella cadu- l'entrata del paese, ricorda quella grande figura di ta di Mussolini del 25 luglio 1943". soldato. Pur tuttavia dopo l'armistizio dell'8 settembre, Ugo Cavallero era nato a Casale nel 1880, pos- non diremmo per ordine del nuovo Capo del Go- sedeva il castello di Ponzano, ma risiedette spesso verno Badoglio, Cavallero venne arrestato e tra- nel palazzo in Via Mameli. A Casale aveva con- dotto al Forte Boccea una derelitta prigione mili- cluso gli studi classici; poi era stato all'Accademia tare. Lo liberò quello Skorzeny che andò anche a Militare di Modena uscendo col grado di sottote- liberare Mussolini sul Gran Sasso d'Italia, "reclu- nente nel 1900. Frequentò la Scuola di Guerra di so" all'Hotel di Campo Imperatore. Torino uscendone come primo classificato. Lau- A Frascati, sede del Comando del generale d'a- reatosi in matematica pura si dedicò anche alle viazione Albert Kesserling, comandante generale lingue straniere, diventando invidiato poliglotta. delle forze germaniche in Italia, a Cavallero - per Partecipava alla guerra di Libia del 1911 e pre- ordini da Berlino - fecero la proposta di assumere scelto per lo Stato Maggiore col grado di maggio- il comando delle forze armate neo-fasciste per la re nel 1915 era già a fianco del Gen. Cadorna, continuazione della guerra a fianco dell'alleato te- preparando i piani dell'offensiva italiana del 1916 desco. Ed egli a quanto risulta dagli scarsi docu- sugli altipiani di Asiago. menti ufficiali, rifiutò recisamente. Questo dinie- Col grado di colonnello fu poi presso il Coman- go poteva avere un solo epilogo. Il Maresciallo do del Gen. Diaz, il quale propose la sua nomina Rodolfo Graziani (che tale incarico poi accettò) a Generale di Brigata. Fu prezioso consulente alla nella sua testimonianza resa avanti il Tribunale conferenza della Pace di Parigi e fece parte del Militare di Roma disse di aver visto il cadavere Comitato Internazionale guidato dal Gen. Foch. del Maresciallo Cavallero con una fascia insan- Non sappiamo per quale motivo subito dopo chie- guinata intorno alla fronte: si era suicidato, o era se l'aspettativa entrando in posizione ausiliaria. stato costretto a farlo, o addirittura era stato ucci- Ma qui é evidente la sua maggiore apertura men- so. La salma venne traslata nella tomba di fami- tale verso le cose del mondo in evoluzione, e la glia nel Cimitero Cattolico di Casale. considerazione di quanti maggiori sviluppi doves- I.G. 33 PERSONAGGI Giovannina Mazzone Un’ape industriosa, con tanta umanità

Giovannina Mazzone, «la Gli zii, benestanti, attaccati tota Mansôn», è un perso- a Giovannina come ad una naggio monferrino che ha figlia, la aiutarono molto profumato quasi un secolo negli studi, cercando anche con la sua umanità. C’è chi di assecondarla nella sua la definì «scrutatrice di missione che sentiva dentro cuori», «apostolo umile, di sé fin dall’infanzia. Infat- votata ad una missione di ti, giovanissima, aveva isti- carità nelle forme più sva- tuito, per le amiche, una riate», «educatrice opero- Scuola di Catechismo pres- sa», «fervorosa dispensa- so la parrocchia di S. Stefa- trice di bontà cristiana», no; poi nel 1883 lo zio «organizzatrice feconda e Giuseppe l’aveva portata in coraggiosa», ma ogni defi- visita a Parigi e lei presso la nizione è certo inferiore al- Chiesa di S. Sulpice era sta- la sua realtà. È un perso- ta attratta dal celebre naggio che ha rappresentato «curé» Dupaulou, il quale il faro, l’àncora, il trampo- aveva istituito un vero Ora- lino, per una miriade di al- torio Catechistico. lieve provenienti da tutti i Così Giovannina maturò paesi del Monferrato (e non solo da quelli) le l’intendimento di istituire una simile scuola a quali presso il suo Istituto hanno conosciuto e Casale. Fu quindi in contatto con il parroco sorpassato agevolmente il primo trauma del Meritau della chiesa parigina del Sacré Coeur, «collegio» con il suo distacco dall’ambiente con il teologo genovese Don G. Frassinetti, familiare, con i sacrifici di una vita scolastica elaborando sempre più l’idea di un vero Ora- impegnativa e spesso sofferta, con il suo lega- torio, cioè un complesso di opere compren- me alla pratica religiosa più pura. denti oltre ad una completa scuola catechisti- La Signorina Mazzone, piccola, col cappello ca, locali per ricreazione, un teatrino per rap- sempre fuori moda, la sciarpa di piume di presentazioni e canti, un cortile con giochi e struzzo, il soprabito nero tanto sbiadito che giochi al coperto, oltre a scuole di economia dava sul verde, colla cintura rafforzata dalla domestica, ed anche di lingue. sempre necessaria spilla di sicurezza, è stata Mirava cioè ad un complesso organico e sta- un gigante che ha lasciato solchi nella forma- bile idoneo a raggiungere due scopi: una soda, zione morale, spirituale e religiosa di intere profonda e completa istruzione cristiana ed un generazioni di madri di famiglia, di insegnanti modo per tenere le giovani lontane da perico- cristiane, di discepoli, di seguaci. losi divertimenti avviandole con una sana pre- Era nata a Casale il 28 luglio 1861, figlia di parazione alla vita familiare e al proselitismo. Paolo Mazzone, primario del reparto di medi- La casa degli zii era già divenuta sede di ritro- cina dell’Ospedale S. Spirito, allora in via vo e Giovannina aveva comprato un armo- Lanza, e di Giovanna Teglia, direttrice dell’I- nium, ma occorreva ben altro. Gli zii, con stituto S. Giuseppe, allora dietro la chiesa di comprensibile sacrificio comprarono il palaz- S. Giuseppe, pure in via Lanza. Orfana di ma- zo di via Trevigi, di proprietà del commercian- dre, morta di parto, allevata nel Ricovero - do- te Nicola che gestiva la drogheria ora Corino. ve lo zio don Francesco era rettore e dove il Così nel 1892 nacque l’Oratorio, uno dei padre si era alloggiato - rimasta orfana anche primi in Italia, tanto che i Vescovi Mons. Pul- del padre - morto nel 1878 - crebbe poi nella ciano (poi trasferito a Novara), e Mons. Paolo casa degli zii Cosseta che abitavano in via Maria Barone (poi Arcivescovo di Siena), ap- Aporti. prezzarono molto il lavoro di Giovannina 34 Foto di gruppo per le suore del Mazzone (anni ‘30) con al centro Giovannina Mazzone

Mazzone, fornendole tutti gli appoggi possibi- ra Ligure, a Biella, a Genova, e dell’Asilo di li. S. Teresa del Bambino Gesù per le lavoratrici Poi l’Oratorio già importante si evolveva na- del Setificio di Casale. turalmente verso un Convitto. Nella 2ª guerra mondiale l’Istituto continuò Alla fine dell’800 ella teneva contatti con non senza sacrifici la sua opera didattica ed Don Orione a e con la Madre Teresa assistenziale, istituendo anche lezioni di cuci- Michel di Alessandria che perseguivano analo- to, ricamo, steno-dattilografia, pittura. Poi nel ghi scopi. 1946 una paralisi progressiva colpiva irreversi- Nell’Istituto vennero accolte anche orfanel- bilmente quell’«ape industriosa»: il suo calva- le, bambine povere, ragazzine scampate al ter- rio durerà sette anni, anche se dalla sua car- remoto della Calabria, in una continua opera rozzella partecipava quotidianamente alla vita assistenziale. dell’Istituto, ricevendo e consigliando sempre La sua attività fu talmente riconosciuta che le «sorelle» e le ex allieve a migliaia. Ed a mi- nel 1910 a lei così schiva ed umile, venne con- gliaia sono ancora accorse «ragazze» di ogni cessa dall’autorità vaticana la medaglia d’oro età quando il 9 gennaio 1954 Giovannina «Pro Ecclesia et Pontefice». Fu allora che do- Mazzone, in fama di santità, muore dopo lun- po trent'anni l’Oratorio prese il nome di Opera ga malattia. Prima successore di Giovannina di N.S. di Lourdes Mazzone è stata diventando una suor Teresina Triso- grande centrale di glio di Lu, seguita diffusione di bene. poi da suor Noemi Nella prima guer- Scudo, sempre di ra mondiale l’Istitu- Lu e da suor Mi- to divenne centro di chelle Rolland di raccolta di profughi Lione. del Friuli. Poi dal L’Opera N.S. di 1920 al 1940 la fe- Lourdes ha fondato, condità della Diret- in Africa, nel Benin trice divenuta «Ma- una missione a dre» portò anche al- Sokpontà (1980) la fondazione di cui è seguita quella Opere derivate a di Dassa. Mirabello, a Fremu- Dalla Missione in Benin i.g.-l.a. 35 PERSONAGGI Don Ernesto Camurati Un gesto eroico di fronte alla barbarie

Don Ernesto Camurati, Egli aveva notizia di quel figlio di Francesco e di primo Comitato di Libera- Zucco Luigia, era nato a zione clandestino nato S. Salvatore il 17 giugno nella vicina Murisengo ad 1898 e quando a 35 anni opera specialmente di venne destinato a Villa- Amedeo Cantimorri, Emi- deati alla parrocchia di S. lio Ricci, del prof. Mario Remigio e cominciò a vi- Allara. Aveva incontrato sitare i dintorni del paese più di una volta l’avv. si entusiasmò a quei vasti Giuseppe Brusasca di cui boschi sui colli del Tri- era amico fin dai tempi becco, di Marco, di S. dell’Università e da lui Spirito, di S. Lorenzo, nei aveva saputo dell’impor- quali la natura pareva in- tante riunione dell’agosto contaminata. 1944 di capi politici e par- Nelle sue prediche rin- tigiani nella Canonina di graziava il Creatore della . Conosceva pace che circondava gli il comandante della Divi- uomini, il loro lavoro, la sione partigiana «Monfer- loro preghiera; specie do- rato», Pontini (dott. Ange- po l’inizio della guerra allorquando bisogna- lo Pietra) che aveva quartiere sul Tribecco. E va pregare perché i figli, i mariti, i fratelli temeva per il futuro. tornassero sani e salvi. Poi era venuto l’ar- La controguerriglia messa in atto dai tede- mistizio e la Resistenza. Per questo il parro- schi e dai fascisti della Brigata nera, della co in quella fine di settembre del 1944 guar- G.N.R., della X Mas per scardinare le forze dava con preoccupazione l’intricato verde partigiane ed i loro legami con la popolazio- del Tribecco dove sapeva che si trovavano ne civile aveva già dato i suoi luttuosi frutti: gruppi di partigiani della Divisione «Mon- Camagna aveva già pagato nel pieno dell’e- ferrato» che facevano veramente la guerra ai state e Rosignano l’11 settembre. nazi-fascisti. Già una volta aveva dovuto an- Il 19 settembre a Crescentino erano stati dare in un casolare in mezzo al bosco per prelevati 200 ostaggi e sulla collina si erano somministrare i sacramenti a due spie dei fa- avuti rastrellamenti e combattimenti. Il 21 scisti ed a nulla erano valse le sue interces- settembre a Piancerreto i tedeschi avevano sioni. Don Camurati era preoccupato per la fatto tre morti fra la popolazione ed il parro- piega che prendevano gli avvenimenti. co Don Alfonso Christino era stato prelevato Non era impegnato come Don Garoppo, e mandato al tribunale germanico di Torino. parroco di Tonengo, «cappellano dei parti- Il 25 settembre una colonna fascista prove- giani», come Don Balossino di Sulpiano di niente dal ponte di Crescentino arrivava fino Verrua (che dovette svolgere rischiose mis- a Murisengo e prelevava 15 ostaggi, ma al sioni fra i tedeschi ed i repubblichini a Ver- ritorno, prima di Brozolo, era attaccata dai celli, Crescentino), come Don Finazzi di partigiani della «Monferrato» e subiva perdi- Zanco, come Don Panizza di Lussello, ma te e feriti. Il 3 ottobre nei pressi di Sulpiano egli sapeva che la sua missione gli imponeva si svolgeva una vera battaglia con l’impiego di restare vicino al suo gregge per proteggerlo di 200 fascisti con autoblinde. dal male, dalla violenza, specie quella brutale Ed il 9 ottobre fu la volta di . Di e sanguinosa praticata dai tedeschi i quali so- primo mattino una colonna tedesca guidata stenevano che «occorreva usare il pugno for- dal maggiore Mayer da Casale aveva percorso te» («die deutsche starke Hand»). la Valle Cerrina dirigendosi verso il Tribecco. 36 Un’immagine della Liberazione a Casale, il 25 aprile del 1945: un gruppo di partigiani in via Cavour

Dal castello di Pessine era stata segnalata, ma dare gli altri che erano padri di famiglia. Fu la «Monferrato» al comando di Gabriele spinto con gli altri ed ebbe solo il tempo di (conte dott. Carlo Cotta) si era da due giorni dare l’assoluzione sacramentale ai suoi par- sparpagliata altrove ed aveva lasciato solo rocchiani compagni d’olocausto, perché qualche scolta. I soldati germanici dal colle Mayer impartì subito l’ordine «Feuer!» ed dove non avevano trovato nulla scesero a Vil- egli cadde come gli altri falciati dalle sven- ladeati e si diedero a saccheggiare le case: nei tagliate dei «Mauser» per esser finito con lenzuoli vuotavano i cassetti e gettavano i fa- due colpi alla nuca. gotti sui camion. Nel ritorno la stessa colonna saccheggiava Nelle stalle uccidevano a colpi di mitra i vi- di nuovo Murisengo, incendiava alcune case telli, li squartavano a colpi di accetta e carica- a Cicengo, uccideva due uomini a Pozzo ed vano i quarti. Il parroco usciva dalla chiesa; a Cerrina Valle un ragazzo diciannovenne nella canonica rovistarono e portarono via con i calci dei fucil . tutto, anche una chiave del tabernacolo di me- Il Vescovo Mons. Angrisani non potè fare tallo dorato. Poi con minacciose urla «Raus! altro che protestare vibratamente al Coman- Raus»! (Tutti fuori!), gli abitanti impauriti, le do germanico per correre poi a Villadeati per donne ed i bambini singhiozzanti, vennero la veglia funebre e le esequie. Un cippo mar- riuniti nel rondò all’inizio del paese. moreo con i nomi dei martiri è stato eretto a Era ormai quasi mezzogiorno quando il co- perenne memoria e condanna della barbarie mandante scelse nove uomini; li fece mettere teutonica. Il breviario di Don Camurati, cri- accanto all’Albo Pretorio e fece allontanare vellato di proiettili, è ora conservato come gli altri atterriti. Don Camurati cercava di dire una reliquia. che tutti erano brava gente, che non erano dei La rovinata primitiva chiesa di S. Remigio «ribelli», che non avevano colpe, che erano che aveva fatto da scenario al sanguinoso ec- innocenti, che anche lui era innocente, ma cidio diverrà, forse, un sacrario per i Martiri. che uccidessero solo lui e che lasciassero an- I.G. 37 Mamma Rossi (Maria Verardi) Una donna e la lotta di Liberazione PERSONAGGI

Nel Cimitero Urbano di fascista. Per cui spesso la Casale, accanto al Sacra- loro abitazione fu perqui- rio dei Caduti Partigiani sita in cerca di armi e vo- vi è una tomba raso terra lantini. Dopo la caduta e sovrastata da un monu- la rinascita di Mussolini mento brozeo (opera dello nel 1943 Oreste non ebbe scultore Luigi Bagna del dubbi e con i tre figli (nel 1970). La dolente figura 1926 era nato Bruno e nel femminile rappresentata 1929 Luigino) si trasferì ha pur tuttavia un aspetto nel Canavese e in Val fiero nel sorreggere il fi- d’Ayas: Francesco fu uno glio caduto: nulla l’avvi- dei primi Comandanti di cina alle abituali «Pietà» formazioni partigiane. artistiche conosciute. Sul Maria da Casale racco- basamento vi è la sola in- glieva aiuti, faceva per- dicazione: «Mamma Ros- venire soldi, vettovaglie si». ed anche armi (mediante Maria Verardi Rossi è camionisti dei cementie- un personaggio emblema- ri) ed indirizzava i reni- tico della forza con cui le tenti ed i disertori che in- donne monferrine hanno sostenuto la lotta di li- tendevano divenire ribelli e patrioti. Intorno a berazione negli anni 1943-45. Originaria di lei si rafforzavano i sentimenti antifascisti e , dove era nata nel 1895, era sta- antitedeschi più sinceri, fra le mamme in pe- ta contadina e mondariso alle Cascine Nuova e na ed in ansia per i loro cari divenuti partigia- Cardinala. Era lei che intonava i canti sul lavo- ni. Lei teneva contatti con i rappresentanti dei ro alternando l’Inno di Garibaldi a «Son fili Partiti rinati nel Comitato di Liberazione. In d’or» con la barricadiera «Bandiera Rossa». casa sua si commentavano le tristi notizie del- Accompagnando la nonna Bigia al «mercato le rappresaglie e delle fucilazioni, dei morti della pollaia» a Casale aveva trovato di fare la in combattimento in Valle d’Aosta e in Mon- sguattera all’Albergo Europa in Via Alerami. ferrato. Le madri si rivolgevano a lei per le Ed a Casale conobbe Oreste Rossi (classe notizie. Intanto il figlio Italo era caduto in 1888) che sposò nel 1911. Chiamarono i primi combattimento a Cuorgnè il 29 giugno 1944; loro due figli Nicanord Francesco e Italo. Ore- poi toccò al marito Oreste, catturato, tortura- ste era un attivo socialista, chiamato alle armi to, e fucilato a Castagneto Po nel febbraio del nella Grande Guerra fu ferito e malato: Maria 1945. Fu lei la consolatrice di Virginia Lanza- lo cercò disperatamente e lo trovò in un Ospe- ni Santambrogio, della Borla Piacibello, di daletto di Vicenza: era ridotto ad una larva di Maria Maschio Gianese, della mamma di 42 kg. di peso. Poi la guerra finì e Oreste trovò «Tom», dopo l’eroica morte dei loro cari. Poi lavoro a Torino presso l’Azienda Tramviaria la guerra finì, e lei era in prima fila alla Libe- (dove vennero poi assunti anche i figli). Ma con razione di Casale. I suoi cari vennero tutti in- l’avvento del fascismo Oreste dovette lasciare signiti di medaglie al Valor Militare (oro per Torino e ritornò a Casale lavorando ad Asti. Italo, argento per Oreste e per Francesco, Maria, per l’appoggio della famiglia Borioli- bronzo per Bruno, croce di guerra per Luigi- Ferraris ottenne l’incarico di custode presso il no). Quelle medaglie Maria le portò sempre Palazzo della Banca dell’Agricoltura in Via Pa- orgogliosamente, sull’ampio petto, in molte leologi, con l’uso dell’alloggio di servizio. I manifestazioni commemorative pubbliche fi- Rossi furono sempre «sorvegliati»: le loro idee no alla morte, avvenuta nel 1969. «sovversive e socialiste» erano note alla polizia I.G. 38 Audisio, il «colonnello Valerio» Ma fu proprio lui a giustiziare Mussolini?

PERSONAGGI Walter Audisio (1909- berretto frigio ed Audisio. In 72), il «colonnello Valerio», quelle vignette si rappresen- è stato per quattro anni con- tava Audisio con il basco in sigliere comunale nella no- testa ed il mitra a tracolla per- stra città assumendo un ruo- ché il mitra era il suo simbo- lo di primo piano nella vita lo, il suo stemma nobiliare. politica e amministrativa. Terminato il mandato ammi- Ex ragioniere presso la nistrativo Audisio si trasferì a «Borsalino» di Alessandria, Roma con la moglie; non i casalesi lo conobbero du- aveva figli. rante la campagna per le I casalesi ebbero difficoltà ad elezioni amministrative del abbinare la figura del tran- giugno 1956. Era capolista: quillo ragioniere dei baffetti già deputato al Parlamento, alla Douglas Fairbanks, che fu eletto insieme con Ponti, pure in Consiglio cercava di Pietro Amisano, Scaiola e recitare la parte del duro, alla Bruno Rossi. Fu eletto an- figura spietata ed implacabi- che ad Alessandria, ma optò le del giustiziere. Questa per Casale. stessa impressione l’avevano All’inizio del «nuovo cor- avuta anche i più attenti gior- so» quando i social-comunisti, con l’appoggio nalisti, fra i quali Silvio Bertoldi, che - in un suo dei liberali costituirono una nuova maggioran- libro del 1966 - due anni dopo che Audisio si za, Audisio dichiarò: «Attraverso ad una deter- era ritirato dalla vita politica scrive di essere an- minazione di carattere politico abbiamo stabi- dato a trovarlo e di aver trovato un uomo che lito di costituire una nuova maggioranza che aveva già subito due infarti e quindi molto cauto farà soltanto amministrazione». Parole che in ogni attività e manifestazione. Scoprì che era l’Apollo, sulla volta affrescata dal Lorenzi nel un appassionato pescatore, che amava i fiori del salone di palazzo S. Giorgio, conosce ormai a suo terrazzo, che viveva una modesta vita fami- memoria. liare, che vestiva come un tranquillo borghese In occasione di un piccolo contrasto col Co- con qualche concessione ad una elementare ele- mando di Presidio militare per il prezzo ed il ganza, con mani curate e molto nobili. Audisio consumo dell’acqua presso il C.A.R., tuonò: «Se amava leggere Stendhal, Shaw, Carlo Levi, Mo- dovessi pensare che domani il Ministero della ravia, Répaci. Gli piaceva la cucina casalinga e Difesa decide di trasferire la sede dell’11° Reg- la mezza bottiglia di che si portava dal gimento Fanteria da Casale ad un’altra città, Monferrato. Ma Bertoldi lo definì «un perso- sarei il primo a correre dal Ministro a battere i naggio che non è sopravissuto alle sue gesta, al pugni sul tavolo». quale è rapidamente sfuggito il discusso piede- In quegli anni chi scrive queste note, nella pri- stallo. Un uomo che è tornato volentieri, quasi ma pagina de «Il Monferrato» ebbe modo di con un senso di liberazione al modesto rango pubblicare vignette in cui rappresentava il sinda- impiegatizio da cui era uscito per entrare nella co Boverio «colpito dal Campanello-campano- storia». ne»; il «colpo di mano dei “corsari rossi” per Poiché successive rivelazioni smentirebbero impossessarsi della macchina pesta-pietre del che sia stato veramente Audisio a fucilare Mus- Comune»; il «calcio» del prefetto per defene- salini e la Petacci, appare quasi giustificabile la strare Angelino, Ponti, Audisio; il «torero» Tar- reazione isterica, che ebbe in Consiglio comuna- tara con i «banderilleros» Angelino, Ponti, Au- le quando il dott. Venesio lo incolpò di essere disio; Oppezzo al «passaggio del Rubicone» sul «uccisore di donne inermi». «Ponti», attirato sull’altra riva da Angelino con il I.G. 39 PERSONAGGI Camillo Venesio Un grande banchiere e un grande mecenate

Quando, nel maggio guidate dalla stessa mano 1983, concluse la sua vita ed ispirate dalle stesse li- terrena, Camillo Venesio nee di pensiero", vennero venne ricordato dalla sua fuse, dando vita a quella banca (la Banca Anonima che é poi diventata la Ban- di Credito, che é oggi la ca di Credito del Piemonte, Banca del Piemonte) con oggi più semplicemente una sobria pagina. E' utile e Banca del Piemonte, una opportuno, nel ripercorrere delle più classiche e impor- le tappe e i successi della tanti banche private della vita del banchiere casalese, regione. Essa opera sull'as- che aveva avuto dimesti- se Torino-Casale, con una chezza con i grandi della fi- capillare rete di sportelli, nanza di questo secolo (fra che si intrecciano stretta- cui Gualino e Pella), rifarci mente con l'economia pie- proprio a questa paginetta, montese. scritta da chi certamente Camillo Venesio non fu so- conosceva molto bene l'Uo- lamente un banchiere avve- mo. duto e lungimirante. Fu si- La nascita avviene il 19 curamente anche un mece- febbraio 1900, in una casa d'angolo tra Via Lan- nate, un amante dell'arte (basti pensare alla Gi- za e Via dei Fiori. L'infanzia si intreccia con gli psoteca Bistolfi, un enorme patrimonio messo a studi e con il lavoro, in aiuto del padre Vittorio, disposizione della città), un uomo aperto alla proprietario di un negozio di salumeria. Dopo il società e alla comunità in cui visse. Del mece- diploma in ragioneria (all'Istituto Tecnico Leardi natismo ci piace ricordare qui quello a favore di Casale) e la laurea in economia e commercio della scuola. Ciò gli valse, nel 1961, la meda- (all'Università di Venezia), ci fu un breve signifi- glia d'oro del Ministero della Pubblica Istruzio- cativo periodo di docenza, all'Università di Pa- ne. L'amore dell'arte si volse anche al teatro e via, come professore di Ragioneria. alla lirica, mentre per Casale fu anche consi- Ma presto Camillo Venesio sente il richiamo gliere comunale e, per breve tempo, pure asses- del mondo della banca. Diviene Ispettore Gene- sore alle finanze. E fu anche generoso e sensibi- rale della Banca Agricola Italiana, che lascia nel le con il mondo dello sport: tradizione che vie- 1930, per passare alla Banca Anonima di Credi- ne portata avanti dal nipote Camillo, da diversi to, di Torino, dove assume la carica di Ammini- anni presidente del torneo "Caligaris" di cui il stratore Delegato. Questa banca deve a lui gran nonno fu promotore. parte dei suoi progressi, che conseguì operando Camillo Venesio senior amava viaggiare (an- con il sistema delle imprese (specie quelle medie che in contrade allora remote, come Samarcan- e piccole) "in modo semplice, veloce ed efficien- da) e raccontare i suoi viaggi, rendendoli mitici, te". Nel 1947, "coronò il sogno della sua vita", agli amici, nel ricordo. Fu per anni anche presi- fondando la Banca di Casale e del Monferrato, dente della prestigiosa Associazione casalese che divenne presto un importante punto di riferi- degli ex allievi del "Leardi". mento per l'economia della nostra zona. E ci so- Viene ricordato come persona dotata "di un no aziende, in Valle Cerrina ad esempio, che in- intuito formidabile nella valutazione delle azien- dividuano in Camillo Venesio e nella sua Banca de e degli uomini”, ma anche come "un uomo uno dei fattori di spinta per il loro insediamento semplice e generoso, che amava la sua terra e la nella nostra terra. sua gente". Nel 1978 la Banca Anonima di Credito e la A Camillo Venesio la Città di Casale ha recen- Banca di Casale e del Monferrato, "da sempre temente intitolato una piazza. 40 PERSONAGGI Giuseppe Brusasca A fianco di De Gasperi a Parigi e a Crea

Giuseppe Bru- Fu Sottosegreta- sasca (1900- rio agli Esteri nel 1994), avvocato e Ministero De Ga- senatore, origina- speri, e con il Mi- rio di Cantavenna nistro conte Sfor- e sepolto nel pic- za resse il Mini- colo cimitero del- stero dell’Africa la frazione di Ga- Italiana, ed in biano, è stato - questa veste orga- dopo Giovanni nizzò l’ammini- Lanza - il più im- strazione fiducia- portante uomo po- ria per la Soma- litico monferrino. lia. Inoltre Brusasca Reggente del Mi- ebbe un importan- nistero dell’Aero- te riconoscimento nautica organizzò dal Governo di la ripresa della Israele, nel 1969: Un intervento del senatore Brusasca a Cantavenna aviazione civile unico tra gli ita- nazionale quando liani, a lui è stato dedicato uno degli «Alberi l’Italia era ancora sotto il controllo Alleato. dei Giusti», in virtù dei vari ebrei monferrini Significativo fu il 1° Raduno Aereo Naziona- (o già rifugiati in Monferrato) che aiutò ad le (27 aprile 1947) che volle nell’Aeroporto di espatriare in Svizzera, salvandoli dai lager Casale. Allora egli su un Grifo S. 1001 si era nazisti. fatto portare in volo per gettare fiori sulla Cit- Giovane sottotenente a 18 anni, laureato in tadella di Casale, a Valenza, a Villadeati e sui scienze giuridiche, economiche e politiche, in posti della Resistenza. contrapposizione al nascente fascismo aveva Aveva organizzato la ricostruzione del Pole- abbracciato il Partito Popolare di Don Sturzo. sine dopo l’alluvione del 1951, con risultati Così fu consigliere comunale a Casale e poi che gli procurarono la medaglia d’oro al merito eletto alla Camera. Antifascista, fu il fondato- della sanità e della pubblica istruzione. re, con qualche amico (nella sagrestia di Vil- Rappresentò l’Italia in Corea durante la lamiroglio) del Comitato di Liberazione, pri- guerra in Estremo Oriente. mo in Monferrato, e quindi membro del Quale deputato di zone agricole premise la C.L.N. Alta Italia (con Ferruccio Parri, San- costituzione di 30 Cantine Sociali e fondò il dro Pertini, ecc.) partecipò alle trattative per Comitato Parlamentare Vitivinicolo. la resa dei fascisti di Mussolini. Nelle elezioni politiche del 1972, dopo 27 La sua carriera politica fu costellata di tante anni di Parlamento, 23 alla Camera e 4 al Se- «pietre miliari» perché per ventisette anni fa a nato, intercalati da 9 incarichi di governo, fu capo di numerose Commissioni e Delegazioni uno dei primi parlamentari che rinunziarono parlamentari, molto importanti. Dopo la guerra spontaneamente a nuove legislature per lascia- coordinò trattati di pace con 50 nazioni (il più re il posto alle generazioni più giovani (dalle importante con l’Etiopia). Storica la sua parte- quali scaturirà il senatore Paolo Desana). cipazione a fianco di De Gasperi alla Confe- Si dedicò poi ai problemi di anziani, e in renza della Pace di Parigi, e poi l'incontro a senso stretto fondò il Movimento Anziani DC e Crea con George Bidault (così determinante poi il Club dei Novantenni. Moriva infatti a 94 per la nascita della nuova Europa). Fu il primo anni ricordato come «un giusto che ha dedica- Presidente nel 1945 dell’Amministrazione Pro- to la vita al servizio del Paese». vinciale di Alessandria. I.G. 41 PERSONAGGI Giovanni Sisto Politico, letterato di grande monferrinità

Giovanni Sisto (1916 - inaugurato il 23 settembre 1994) fu personaggio di ri- 1979, con un suo largo sor- lievo nel mondo politico, riso di soddisfazione per letterario e giornalistico l’opera compiuta. alessandrino e monferrino Imponente fu sempre la (ed anche a livello nazio- sua attività letteraria e gior- nale). Fu Presidente del- nalistica; scrisse su molti l’Amministrazione Pro- giornali, riviste, pubblica- vinciale per dodici anni zioni, e fu anche saltuario (1955-1967), consigliere collaboratore de la terza comunale ad Alessandria pagina de “Il Monferrato”. per vari anni, sindaco di Dal 1958 al 1970 aveva di- Mirabello per una legisla- retto la rivista “La Provin- tura.Per due legislature cia di Alessandria”, e in (1968 - 1976) venne eletto quegli anni diresse anche il deputato al Parlamento per periodico casalese degli la Democrazia Cristiana Ottavi “Il Coltivatore e ma non volle più ricandi- Giornale vitivinicolo italia- darsi quando comprese no”. che la rettitudine non era Tra le sue opere si ricorda più di moda. “Fontanavecchia” (1966, ristampata poi dalle Nato a Mirabello nel 1916 aveva compiuto Diffusioni Grafiche), ambientata nell’area mi- gli studi ginnasiali ad Asti (si diceva un “ex rabellese; “Alessandria provincia turistica giuseppino”) e quelli liceali ad Alessandria. (1971)”, “Maria Bensi operaia del nostro tem- Aveva conseguito la laurea in lettere classiche po” (1976), “San Francesco vivo” (1977) opera a Torino avendo come maestro il poeta e critico nella quale traspare la grande religiosità che ha Francesco Pastonchi. Con lui aveva discusso la permeato tutta la sua intensa vita di uomo; tesi sulle “Argonautiche” importante cippo del- “L’opera grafica di Giovanni Migliara” (1977); la letteratura greca.Ufficiale degli alpini, fu in “America Latina, continente della speranza” Russia, e dopo 1’8 settembre 1943 si diede su- (1981) diario di viaggio, ma autentiche espres- bito all’organizzazione di gruppi partigiani che sioni intimistiche a contatto di un mondo che confluirono poi nella Divisione “Patria”. Quasi visitò con la curiosità di un esploratore (e che naturale la presidenza del Comitato Provincia- presentò a Balzola, spintovi da Jean Servato e le per la difesa dei valori della Resistenza. da Alberto Bertazzi appena tornato dal Perù); Occupò inoltre numerose cariche tra cui “Quel tragico ottobre 1944”; “Alessandria pro- quella di presidente del Consorzio Provinciale vincia turistica diversa” (1990). Antitubercolare, dell’Istituto Sordomuti, del Quando lesse “Fontanavecchia”, Davide Circolo Culturale dell’Università Cattolica e di Lajolo gli scrisse: “Un libro collega più di una numerose associazioni e sodalizi, presso i quali vecchia amicizia. E il tuo libro è prima di tutto teneva dotte conferenze culturali. questo: il raccordo di due anime contadine, il Per dieci anni fu presidente del Comitato per gusto del verde, dei filari, delle piante e delle l’erezione del monumento nazionale al Medico colline nostre, Mirabello, San Salvatore (e io Condotto a Crea. Egli aveva recepito l’idea aggiungo Vinchio e S. Stefano Belbo) e ci fa della pluriclasse della maestra Magda Maino, amici nelle nostre formidabili nonne, nei nostri che voleva ricordare il sacrificio del medico padri e fratelli contadini,nel sentimento della cerrinese Armando Sonnati. Il monumento, su nostra terra rossa e nera, in tutto quello che é disegno del suo amico e coetaneo, l’architetto radice di fondo, per noi della nostra vita...” valenzano Luigi Visconti, venne finalmente I.G. 42 I sindaci di Casale 1900-1999 Riccardo Coppo batte anche Tartara

All'inizio del secolo era forze giovanili» (fu anche sindaco della Città di Casa- randellato da energumenti le Monferrato l'avvocato che non si qualificavano po- Luigi Manacorda. Fu lui liticamente) fu costretto alle che a nome dell'Ammini- dimissioni. strazione e della Cittadinan- Venne sostituito dal com- za spediva il telegramma al missario prefettizio Enrico Ministro della Real Casa Trincheri e dalle nuove per la partecipazione al lut- elezioni rinasceva Luigi to nazionale per l'uccisione Manacorda (10 maggio a Monza del re Umberto I il 1922). Ma dieci mesi dopo, 30 luglio 1900. sotto le pressioni politiche Ma il 19.9.1902 a seguito nazionali e locali, era co- di nuove elezioni veniva so- stretto a dimettersi. Dopo la stituito dall'avvocato Seve- transizione commissariale rino Braccio. Questi, uma- (cav. geom. Michele Mi- nista e poeta oltre che va- glietta, fascista) veniva no- lente giurista (sono note le Riccardo Coppo ha retto la carica di sin- minato sindaco (3 maggio sue composizioni in dialetto daco per 12 anni, uno in più di Tartara. 1923) il col. comm. Edoar- sotto l’anagramma Cesare do Oddone il quale il 15 Vincobrio) era entrato dopo molte insistenze nel- febbraio 1926, insieme alla maggioranza - in la politica e con molta riluttanza aveva accettato conformità a superiori disposizioni - presentava la carica di sindaco: tuttavia vi restò fino al 1909. le dimissioni nelle mani del Vice Segretario Pro- Provvide a risanare le finanze ed a cercare con vinciale del P.N.F. fiduciario con pieni poteri per ogni mezzo l'accordo fra gli industriali-borghesi il Monferrato. Lo stesso col. Oddone venne però e gli operai-contadini. Quel periodo fu una vera incaricato delle funzioni di commissario straor- belle époque casalese: molte erano le nuove co- dinario. Fu durante il suo incarico che venne ef- struzioni liberty, numerosi gli spettacoli in sale fettuato il censimento generale della popolazio- sempre affollate. Del resto gli affari dei cemen- ne: a Casale risiedevano 36.371 persone. tieri andavano a gonfie vele (è in quel periodo La vecchia Legge Comunale e Provinciale ve- che industriali genovesi installarono lo stabili- niva riformata ed i sindaci venivano sostituiti mento Eternit), e la città e la zona conoscevano dalla nuova figura del podestà (di medievale me- un periodo di pacifico benessere. moria); veniva abolito il Consiglio Comunale e il Ma l'Amministrazione Comunale era costretta Podestà (che sarebbe stato scelto dall'autorità go- alle dimissioni (imponderabile è l'umore degli vernativa in apposite liste) poteva avvalersi di elettori) e dopo breve gestione commissariale una Consulta tecnica per l'esame dei vari proble- (commissario prefettizio F. Muratori) venne mi amministrativi. Il 19 febbraio 1927 l'avvocato nuovamente eletto sindaco Manacorda. Ma que- cav. uff. Giovanni Tommaso Caire era nomina- sti con le mire verso il Consiglio Provinciale la- to primo Podestà di Casale. sciava la carica a Enrico Tavallini, avvocato La vita cittadina era scandita dalle norme poli- vercellese trapiantato a Casale, il quale guidò tiche generali in un periodo di pace tra le due l'Amministrazione nel burrascoso periodo della guerre che favorivano il consenso verso il Regi- Grande Guerra. Colto da malore durante una se- me, senza competizioni elettorali che - si diceva duta consiliare Tavallini decedeva l'8 aprile 1920. - creavano solo intralci al vivere ordinario e civi- Le urne sancirono la piena vittoria dei sociali- le della popolazione. A seguito di dimissioni, sti. Venne eletto sindaco il sindacalista avvocato Caire venne sostituito nell'aprile 1936 dal dottor Giuseppe Rampini; ma restò solo 8 mesi: a se- Luigi Devecchi e poco tempo dopo dal commis- guito di pressioni politiche da parte di «nuove sario prefettizio comm. Mario Massobrio, e poi 43 dall’ingegner Pier Giovanni Marchino (gen- naio 1938). E fu lui, industriale cementifero ad accogliere, con la necessaria grandiosa manife- stazione di giubilo, la frettolosa visita di che, provenendo da Alessandria e di- retto a Vercelli, il 17 maggio 1939 inaugurava uf- ficialmente il complesso dell'Ospedale Santo Spirito (già ultimato e funzionante), la «Furna- setta» della Società Marchino, le nuove Scuole «Costanzo Ciano» (ora Martiri della Libertà) e posava la prima pietra in piazza Castello della progettata «Casa Littoria» (il cui progettista era lo stesso ingegner Marchino), costruzione mai iniziata. Con l'entrata dell'Italia in guerra, anche la vita amministrativa della città, legata alla vita politica del regime, subiva scossoni. Nel novembre 1941 Marchino era sostituito dall'avvocato cav. Anto- nio Ferraris al quale subentrava come commis- sario prefettizio nel maggio 1943 l'avvocato Lui- gi Pagliano, a sua volta poi sostituito da un com- missario straordinario, il vice prefetto Giovanni Velasco. Fu in quel periodo (25 luglio 1943) che Luigi Tartara incorona una miss alla Festa il Gran Consiglio del Fascismo negava la fiducia dell’uva (1970) a Mussolini il quale veniva arrestato, liberato dai tedeschi e dalla Germania creava la nuova Re- morale e materiale. pubblica Sociale Italiana. Dopo una lotta elettorale che produsse un vero In qualità di funzionario, apparentemente non equilibrio di forze in Consiglio Comunale il 30 politicamente determinante, l'avv. Velasco restò giugno 1956 veniva nominato sindaco l'avvocato fino al luglio 1944 quando venne sostituito dal Ernesto Boverio, democristiano. La vita comu- commissario straordinario avvocato Giuseppe nale era caratterizzata in quegli anni da una au- Sardi (nominato nel marzo 1945 e travolto dagli tentica lotta politica senza esclusioni di colpi. E' avvenimenti del 25 aprile). da ricordare come il «Consiglio aperto» per di- Le forze patriottiche in clandestinità sotto l'e- scutere problemi nazionali (o addirittura interna- gida del Comitato di Liberazione avevano occu- zionali) era un fatto abituale. L'on. Angelino pato il Municipio e il liberale avvocato Vittorio prendeva una posizione blanda nei confronti dei Dardano, presidente appunto del C.L.N. casale- gravi fatti d'Ungheria; il consigliere comunista se veniva nominato sindaco. Audisio impegnava un’intera serata per sostenere Il suo compito in quei primi mesi non fu age- la legittimità dell'occupazione sovietica dell'Un- vole: occorreva mettere freno a tutto: non conce- gheria, mentre il sindaco Boverio faceva tappez- dere mai, negare tutto. E bisognava preparare le zare la città di manifesti per mostrare pubblica- elezioni democratiche con la partecipazione di mente il funambolismo politico degli esponenti partiti che la gente non conosceva. Furono mo- della sinistra. menti difficili nei quali gli stessi candidati dove- In questa lotta senza quartiere fu coinvolto vano farsi strada nella conoscenza dell'elettorato. proprio il primo cittadino. Per una questione di Nel 1946 la maggioranza social-comunista espri- accertamenti sul reddito soggetto all'imposta di meva come sindaco il prof. Paolo Angelino (di- famiglia (poi favorevolmente definita in sede ap- venuto deputato) che resterà in carica per quasi pellatoria) fu costretto a dimettersi. Ed il Consi- dieci anni, tranne il breve intermezzo commissa- glio Comunale (passato attraverso una «azione di riale (tre mesi nel 1951) da parte del funzionario forza dei corsari rossi» cassata dal Prefetto che prefettizio Enrico Bruschetti). dovette provvedere ad una vera «defenestrazio- Angelino, deputato in due successive legislatu- ne») nominava sindaco il socialista Luigi Tarta- re, portò al governo della città una amministra- ra («con l'aiuto di due franchi tiratori»). Si disse zione socialista col non facile compito di tenere che era una nomina provvisoria... Ci resterà per il passo politico-economico con la frenetica vita undici anni, superando anche il record di Enrico sociale del dopoguerra, in anni di ricostruzione Tavallini (primato destinato ad essere battuto a fi- 44 sore Carlo Beltrame compilava un piano polien- nale di sviluppo economico della città. Nel salo- ne del Senato si teneva il 4° Congresso di Ar- cheologia ed Arte voluto dalla prof. Gabrielli e si recepirono le sue sollecitazioni per la costitu- zione di un Museo Civico e di una Gipsoteca bi- stolfiana. Pier Enrico Motta aveva già una strada se- gnata dal decennio Tartara. E toccò a lui di alle- stire nell'aula consiliare la camera ardente per l'ex sindaco e assessore in carica, deceduto im- provvisamente il 24 marzo 1974. Fu sotto il suo mandato che, non rinnovando la concessione alla Italgas, venne costituita l'A- zienda Municipalizzata. Si ultimarono i vari progetti già approvati (specialmente le Scuole Medie «Dante Alighieri»). Poiché erano nati al- lora i Consigli di Quartiere, il Comprensorio, il Co.Re.Co, ed entrando il funzione nuove norme tributarie nazionale si dovette pensare ad una di- versa, più oculata e più tecnica gestione finan- ziaria del Comune ed ad una più vasta visione L’avvocato Franco Ponti, primo sindaco co- (anche intercomunale) di certi problemi. Ricor- munista della città. diamo, solo quale esempio la presa di posizione nei confronti del richiesto ampliamento della ne secolo, pur in due tappe, da Riccardo Coppo). Raffineria Maura. Motta volle fermissimamente E fu dopo le elezioni del 1970 che il 22 ottobre l'adozione di un elaboratore meccanografico ed nella notte - per una svista burocratico-ammini- elettronico per la gestione più moderna della strativa non sufficientemente valutata dai demo- macchina comunale. Sostenne sempre l'impron- cristiani e da una parte dei socialisti - Tartara ven- ta antifascista della cittadinanza casalese, favo- ne ancora eletto. Anche se la maggioranza costi- rendo le commemorazioni partigiane. Forse il tuita in Consiglio con accordi trasversali di ogni suo impegno quotidiano, anche a scapito della genere, aveva già stabilito di nominare l'avvocato sua professione forense, l’aveva stancato, tanto Motta, già vice-sindaco. che in vista delle elezioni del 1975 stabiliva di Nel periodo di Tartara la vita amministrativa non accettare più la candidatura. non fu tranquilla come poteva apparire dal pa- Dalle nuove elezioni il 31 luglio 1975 veniva ternalismo del capo dell'amministrazione. Ven- nominato sindaco l'avvocato Franco Ponti co- ne approvato il Piano Regolatore dell'ing.Ri- munista (che resterà in carica fino al 17 settem- gotti, si ricevettero i gessi del Bistolfi donati da bre 1980). Dopo di lui, ci avviciniamo alla cro- Camillo Venesio; si trasferì la Biblioteca da Pa- naca, per cui ci limitiamo ad elencare l'avvicen- lazzo Vitta-Natta a Palazzo Langosco; si rien- damento dei sindaci, segnalando che nel 1984 trò in possesso della Caserma Decristoforis; si venne realizzata, a Casale, un’alleanza fra Dc e tenne sotto la cenere il problema del restauro Pci che chiuse l’esperienza del vecchio Centro- del Teatro Municipale. Venuto a galla un pro- sinistra (che si fermava al Psi) e precorse i tempi getto per il risanamento di S. Croce già com- di quello nuovo: Mario Oddone (Psi, 18.9.1980 messo dall'avv. Boverio all'ing. Tornielli e - 9.6.1982 e dopo dimissioni e rielezione: spinto dall'on. Angelino (che sollecitava un 9.6.1982 - 26.10.1983 e quindi fino al Consorzio per il recupero), venne «provviso- 13.1.1984); Guido Cattaneo (Pri, 20.1.1984 - riamente» accantonato. 6.3.1984); Mario Scaiola (Pci, 6.3.1984 - Grane sorsero per la costituenda Centrale del 28.5.1984); Coppo Riccardo (Dc, 6.12.1984 - Latte, per la gestione dei Bagni Pubblici e del 6.12.1987); Ettore Coppo (Pci, 10.1.1988 - Mercato ortofrutticolo. Si costruì la scuola pre- 29.1.1990); Riccardo Coppo (Dc e poi Ppi, an- fabbricata di via Gonzaga e si approvarono pro- cora dalla primavera del ‘90 al giugno del ‘99) getti per le Scuole del Valentino e di Zona Ospe- data in cui è stato sostituito da Paolo Mascarino dale. Si acquisiva una grande zona in strada Va- (Centro-sinistra). lenza per destinarla ad area industriale e l'asses- Idro Grignolio 45 Cardinale Federico Callori La sua salma fu benedetta da Papa Giovanni PERSONAGGI Il conte Federico e la Ordinato sacerdote, nel pia consorte Carlotta 1917 entrava due anni do- Callori-Sambuy diedero po alla Corte Pontificia notevoli aiuti a Don Bo- chiamato da Papa Bene- sco all’inizio della sua detto XV (Giacomo della missione e tanto profu- Chiesa), quale Cameriere sero a favore dell’Opera Segreto. Iniziava così la Salesiana nella loro fe- sua assistenza di silenzio- conda religiosità fami- so testimone all'attività di liare. I Salesiani ebbero ben cinque pontefici, rap- ancora modo di esaltare presentando così una spe- i loro legami con i Cal- cie di naturale continuità lori di Vignale, allor- dell’importante ministero quando Monsignor Fe- anche nelle più minute ed derico Stanislao venne intime esigenze dell’anti- consacrato da Papa Pao- camera papale. lo VI Cardinale di Sacra Nel 1925 era stato nomina- Romana Chiesa nel to Canonico della Patriarca- Concistoro del 22 feb- le Basilica Vaticana, poi braio 1965 e nominato Protonotario Apostolico. Diacono di S. Giovanni Bosco nella chiesa Aveva servito con amore Papa Pio XI intitolata al Santo salesiano, nel popolare (Achille Ratti), il quale aveva concluso vari quartiere Tusculano a Roma. concordati con la Lettonia, la Polonia, la Ba- Il Prelato era nato a Vignale, il 15 gennaio viera, e che aveva concluso nel 1929 il dissi- 1890 e faceva parte della numerosa figlio- dio con l’Italia, definendo il Trattato del La- lanza dei conti Ranieri Massimiliano ed terano ed il Concordato di «Conciliazione». Emanuela Beccaria Incisa. Gli erano fratelli Fu poi Maestro di Camera di Papa Pio XII maggiori, Maria Teresa - sposata al conte (Eugenio Pacelli). Generale Emanuele Vassallo di Castiglione Come collaboratore di questo Pontefice, Falletto, Gianfranco (che ereditò il titolo co- ebbe spesso contatti delicati ed importanti mitale), Maria Clotilde - che si fece religio- con personalità di tutto il mondo (special- sa del Sacro Cuore, Vittorio, morto fanciul- mente negli anni precedenti l’ultima guerra e lo, Maria Francesca - sposata al marchese durante il conflitto), che si incontravano col Colonnello Giovanni Reggi di Genova, Fe- Pontefice; e disimpegnò sempre la sua mis- derico Filippo, altro fratello morto bambino. sione con impareggiabile classe e discrezio- Erano suoi fratelli e sorelle minori: Giu- ne. seppe, ufficiale d’artiglieria, Maria Geltrude Successo nel 1958 Papa Giovanni XXIII e Maria Luisa rimaste nubili. Il giovane Fe- (Angelo Giuseppe Roncalli), Monsignor derico Stanislao nel 1900 aveva avuto Don Callori fu nominato «Praefectus Palatii Apo- Rua come padrino di Cresima nel Collegio stolici» (Maggiordomo). di Borgo S. Martino; poi studiò prima nel Poi Papa Paolo VI (G. Battista Montini) il Collegio dei Padri Gesuiti a Torino e quindi 15 febbraio 1965 lo elevava alla sede titolare nel Collegio Capranica a Roma e nella Pon- arcivescovile di Maiuca e una settimana do- tificia Accademia dei Nobili, addottorandosi po lo elevava alla porpora cardinalizia. in teologia e diritto canonico. Legato ai Sa- Allorquando il neo Cardinale si recò a Vi- lesiani dai noti antichi affetti familiari, aveva gnale, come faceva ogni anno in occasione conosciuto in modo particolare Don Rinaldi del riposo autunnale, venne festeggiato con ed il Cardinale Cagliero. particolare solennità: la comunità gli aveva 46 20.10.1957 la posa della prima pietra della chiesa di Oltreponte da parte di mons. Angrisani; sul palco mons. Moietta. offerto una artistica medaglia con una perga- re pietà e profondo senso del dovere». mena sottoscritta da tutti i capi famiglia. In Il Cardinal Callori venne quindi tumulato quell’occasione a Casale aveva inaugurato e nella Cappella di Vignale. benedetto i nuovi locali del Seminario am- Aveva presieduto la concelebrazione della modernati, complimentandosi particolar- Messa esequiale Monsignor Cavalla e vi mente con Monsignor Angrisani, che compi- avevano partecipato Monsignor Angrisani, va allora il suo quarto di secolo di episcopa- Monsignor Dell’Orso Vescovo di Acqui, il to. Prevosto di Vignale e vari sacerdoti della Durante i suoi soggiorni di riposo a Vigna- Diocesi. I.G. le il Cardinale trascorreva ore serene in let- tura nel giardino del Palazzo (ora passato al- Mons. Cagna nunzio apostolico la Regione Piemonte per l’Enoteca), all’om- bra delle magnolie, del cedro del Libano e e mons. Moietta vescovo in Calabria dell’esotica «gingko biloba». Ma saliva Fra gli altri illustri sacerdoti diocesani, spesso anche alla Cappella gentilizia posta ricordiamo la nomina nel 1962 di mons. sulla collina, fra le acacie ed i cipressi, se- Luigi Cagna, di Lu, a nunzio apostolico, gnata dalla elegante torre con lanterna, dove primo passo di una brillante carriera diplo- erano già sepolti i suoi antecessori. matica per la Santa Sede, iniziata in Giap- Quando egli morì a Roma, ottantunenne, pone. dopo lunga malattia, il 18 agosto 1971, Papa L’anno successivo, il 1° aprile 1963, mo- Paolo VI appena avuta la ferale notizia era riva a Nicastro mons. Vittorio Moietta, ve- sceso da Castelgandolfo per andarne a bene- scovo della Diocesi calabrese. Nativo di dire la salma. Aveva subito mandato alle so- Brusasco nel 1913 aveva avuto la consa- relle del Prelato un telegramma di cordoglio: crazione episocopale il 19 marzo 1961 in «nel grato ricordo del servizio da Lui presta- Duomo a Casale e il mese successivo ave- to alla Sede Apostolica ai nostri predecesso- va raggiunto la sua sede. ri ed a noi con venerata devozione, esempla- 47 Sei vescovi in un secolo sulla cattedra di Sant’Evasio

All'inizio del '900 era scovo di Calvi e Teano Vescovo di Casale mons. (Benevento/Caserta) e fu Paolo Maria Barone. promosso alla sede di Lo era dal 1892 allorché Casale Monferrato nel mons. Edoardo Pulciano 1915. Vescovo di profon- fu traslato a Novara e da pietà, di ingegno sotti- quindi nominato arcive- le, riservato nel tratto e scovo di Genova. di mano ferma nella gui- Mons. Paolo Maria Ba- da pastorale. Deciso op- rone, 32° vescovo di Ca- positore del fascismo, fu sale, torinese, era stato promotore e sostenitore parroco a San Remo. dell'Azione Cattolica, Uomo di grande cultura, fondò il settimanale «Vi- ottimo oratore e organiz- ta Casalese»; fu animato- zatore. Curò molto l'A- re della devozione alla zione Cattolica al suo Madonna attraverso il sorgere in Diocesi. Risi- Santuario di Crea e la stemò le Cappelle a Crea «Propaganda Mariana». e l'Ospizio per i Pellegri- S. Evasio Dopo lunghe sofferenze, ni. La realizzazione di esemplarmente sopporta- lavori per il teatro «Silvio Pellico» gli creò te, morì il 17 maggio 1940. La sua salma ri- varie difficoltà economiche. Invitato dalla posa nel Sepolcreto dei Vescovi in Duomo. Sede Apostolica a lasciare la Diocesi di- Aveva scelto lo stemma: D'argento alla fi- ventò Canonico Lateranense nel 1903. No- gura della Madonna al naturale che regge il minato Arcivescovo di Siena, morì prima Bambino di carnagione, e col motto «Nubila del suo ingresso nel 1909. pellas». Aveva scelto lo stemma: D'azzurro alla Mons. Giuseppe Angrisani (1940-1971): banda d'argento, accompagnata nel 1° da tre Nacque a Buttigliera d'Asti il 19.12.1894. stelle a cinque punte; nel secondo dalla luna Fu segretario del Cardinal Gamba e parroco crescente; il tutto d'argento. della «Crocetta» di Torino. Consacrato dal Mons. Lodovico Gavotti (1903-1915): Cardinal Fossati fece l'ingresso in Casale il consacrato a Genova portò a Casale una 13.10.1940. Resse la Diocesi negli anni grande passione per ogni opera di bene. Sti- oscuri della seconda Guerra Mondiale e del- molò la crescita dell'Azione Cattolica, fa- la lotta partigiana, difendendo i Monferrini vorì i primi Oratori femminili di Giovannina con intrepido coraggio e con instancabile Mazzone, diventando il cofondatore dell'i- dedizione, e poi negli anni difficili della stituto delle «Figlie di N.S. di Lourdes», contestazione religiosa, intorno al ‘70. animò la nascita delle opere salesiane e del- Oratore sacro di straordinaria efficacia eb- la Basilica del S. Cuore al Valentino. Con be larga risonanza per le sue Lettere Pasto- lui fiorirono il Circolo Pio X, le Casse e le rali e per un suo testo di meditazione per sa- Mutue Rurali, le Giornate Sociali. Fu trasfe- cerdoti. Tenne un Sinodo Diocesano, ultimò rito a Genova nel 1915. cinque Visite Pastorali in tutta la Diocesi e Aveva scelto lo stemma: Scaccato di nero promosse varie opere assistenziali. Procurò e d'argento, accollato all'aquila di nero, co- al Seminario la Villa di Ca’ di Janzo (Riva ronata dello stesso. Valdobbia-Vercelli). Eresse le nuove Parroc- Mons. Albino Pella (1915-1940): nato a chie del Valentino, di Oltreponte e di Porta Valdengo di Biella il 4.11.1865. Parroco Milano. della Cattedrale di Biella, fu nominato Ve- Uomo umile e sereno, fu vero amico e pa- 48 dre dei propri sacerdoti. Ne condivise paternamente le prove e le sofferenze; par- ticolarmente negli ultimi anni del suo episcopato che si chiuse, con la rinunzia per limiti di età, il 1° mar- zo 1971. Si spense nel pae- se natale il 23 aprile 1978. Riposa in Cattedrale nel Sepolcreto dei Vescovi. Aveva scelto lo stemma: D'azzurro a cinque spighe di grano d’oro, nascenti a P.M. Barone L. Gavotti A. Pella ventaglio da una campagna di verde sulla punta dello scudo, al capo di rosso ca- ricato da una stella a cin- que punte affiancata da due gigli, il tutto d'oro; col motto: «Sicut odor agri pleni». Mons. Carlo Cavalla (1971-1995). Nato a Villa- franca d'Asti il 19.6.1919, ordinato sacerdote nel 1943, fu consacrato Vesco- vo nella cappella della Do- mus Mariae in Roma. Fece il suo ingresso in Casale il G. Angrisani C. Cavalla G. Zaccheo giorno della Pentecoste, 30.5.1971. prima della morte - avvenuta il 4 gennaio Con chiarezza estrema di posizioni teolo- 1999 - al rilancio dell'Apostolato della giche e con oculate scelte pastorali conqui- gioia. Riposa nel Sepolcreto dei Vescovi. stò a poco a poco il cuore dei suoi sacerdoti Aveva scelto lo stemma: D'azzurro al ra- e delle popolazioni monferrine, realizzando mo d'ulivo d'argento posto in palo, nascente ben cinque visite pastorali in tutte le parroc- dalla punta dello scudo sormontato da una chie e pubblicando 24 «lettere». Negli anni stella a sei punte d'oro; col motto: «Gau- tumultuosi del post-Concilio Vaticano II im- dium et pax in credendo». pose l'esempio del suo stile di vita austero e Mons. Germano Zaccheo. Nato a Canno- riservato. Dotato di brillante capacità espo- bio il 16 agosto 1934 fu ordinato sacerdote sitiva tenne innumerevoli conferenze in ogni nel 1958; Rettore del Seminario Diocesano parte d'Italia nella sua qualità di guida na- di Novara nel 1969; Vicario episcopale per i zionale della G.F. di Azione cattolica. Laici nel 1974; Vicario Generale del Vesco- Preparò ed espletò brillantemente il XX- vo di Novara nel 1987. Eletto Vescovo di VII Sinodo Diocesano, la grande Settimana Casale il 3 giugno 1995 venne consacrato Liturgica Nazionale, il V Congresso Eucari- Vescovo nel Duomo di S. Gaudenzio a No- stico Diocesano. Applicò un affettuoso im- vara il 16 settembre 1995. E' membro della pegno nelle celebrazioni del cinquecentena- commissione Ecclesiale per le comunicazio- rio dell'erezione della Diocesi e del centena- ni Sociali. rio dell'incoronazione della Madonna di Ha scelto lo stemma: Di rosso all'albero Crea. Portò a realizzazione il primo rifaci- di sicomoro, al naturale, passante; al capo mento della casa della Gioia a Crea e l'Au- d'azzurro caricato dalla croce chiodata di ditorium Diocesano «S. Filippo». foggia antica, col motto: «Hodie salus facta Ritiratosi per limiti di età fu eletto Vesco- est». vo Emerito dedicandosi negli ultimi anni I.G. 49 Rinaldi, Barello e Novarese Causa di beatificazione per tre monferrini

Due sacerdoti e un dopo la morte di don Bo- terziario francescano: tre sco (31 gennaio 1888) personaggi monferrini, viene mandato, come di- tre figure esemplari che rettore, nella casa di Sarrià negli ultimi decenni so- (Barcellona - Spagna). no state studiate e valu- Il 1901 è un grande anno tate con attenzione. Se il per don Filippo Rinaldi: beato Filippo Rinaldi vi- ritorna a Torino e viene ve a cavallo fra il XIX e nominato Prefetto gene- il XX secolo, il servo di rale della Congregazione Dio Casimiro Barello salesiana accanto al Ret- appartiene invece intera- tor Maggiore, don Rua: mente all'Ottocento, carica questa che viene mentre l'esperienza riconfermata nel 1910 umana e religiosa di quando Rettor Maggior monsignor Filippo No- diventa don Albera. Alla varese, del quale è in morte di quest'ultimo, corso il processo di bea- don Rinaldi, il 24 aprile tificazione, è tutta nove- 1922, viene eletto alla centesca. massima carica del retto- rato della congregazione. Beato Filippo Rinaldi A Torino, nell'arco di questi venti anni, don Rinaldi fece molto soprattutto per le Figlie di Negli ultimi centocinquanta anni la storia Maria Ausiliatrice, la seconda famiglia reli- religiosa del Piemonte è stata segnata in parti- giosa di don Bosco: «Tanto don Rua, quanto colare dal messaggio di un uomo che ha don Albera - scrive Pietro Rinaldi nel suo li- evangelizzato nuovamente questa terra, bro dedicato al beato "Sospinto dall'amore" - creando una delle più innovative congregazio- facevano pieno assegnamento sul loro Vicario ni cattoliche: don Giovanni Bosco. perché si assumesse gran parte della respon- Non poteva rimanere immune il Monferra- sabilità e dell'azione che l'espansione delle at- to, patria di Filippo Rinaldi, nato a Lu il 28 tività delle suore richiedeva dal successore di maggio 1856 e beatificato il 29 aprile 1990. Don Bosco. I due rettori apprezzavano la sti- Quella di Rinaldi è stata una vita travagliata ma filiale delle suore per don Rinaldi e sape- e molto attiva: a soli sei anni incontra don vano che lo spirito del Fondatore sarebbe Bosco e rimane profondamente colpito; fre- davvero rimasto fra loro, fintanto che don Ri- quenta il collegio salesiano di Mirabello, ma naldi avesse mano in questo "monumento vi- nel 1866 abbandona gli studi. vente alla Madonna", come don Bosco amava A ricondurlo sulla retta via ci pensa ancora chiamare l'Istituto delle Figlie di Maria Ausi- il santo che invita Rinaldi a seguire la sua vo- liatrice». cazione: così nel 1877 Filippo riprende gli Negli anni di rettorato, si adoperò per lo studi a Sampierdarena (Genova) nella casa sviluppo delle missioni e per la crescita e il che don Bosco ha aperto per le vocazioni consolidamento della società salesiana. Pro- adulte. Due anni dopo inizia il noviziato a seguì l'opera di glorificazione di don Bosco San Benigno Canavese. fino alla sua beatificazione avvenuta il 2 giu- Dopo l'ordinazione sacerdotale, nel 1883 gno del 1929. Due anni dopo, il 5 dicembre diventa direttore della casa di Mathi riservata del 1931, don Filippo Rinaldi a seguito di una ai givani dalla vocazione adulta. Si trasferisce persistente malattia, morì. con la comunità di Mathi a Torino e l'anno La causa di beatificazione e di canonizza- 50 zione iniziò nel 1947 (nel 1956 avvenne la scolastica con il lavoro nei campi. Negli anni traslazione della salma dal Cimitero di Torino dell'adolescenza, tra i 14 e i 16, gli appare la alla Basilica di Maria Ausiliatrice, in un locu- Vergine «una gran donna vestita di luce e lo della Cappella delle Reliquie). chiarezza» che lo guarisce da una grave ma- Il 3 gennaio del 1987, dopo l'esame degli lattia. Con il consenso della famiglia (rimane scritti del sacerdote, delle sue virtù teologali e orfano di madre a 12 anni) sceglie la vita del cardinali, Giovanni Paolo II, emise un decreto pellegrino: nei suoi lunghi viaggi a piedi scal- che attestava il riconoscimento dell'eroicità zi in Italia, Francia e Spagna conosce la car- delle virtù raggiunta da don Rinaldi e gli at- cerazione, il maltrattamento (era considerato tribuiva il titolo di Venerabile. La guarigione vagabondo e fannullone). ottenuta da Suor Maria Carla De Noni, venne, Invece, Casimiro Barello si sente pellegrino nel giugno del 1989, a pieni voti riconosciuta della Madonna, un ricercatore della Vergine: dai periti specialisti come grande miracolo, «Senza la devozione a Maria Santissima - dis- aprendo direttamente la via alla beatificazio- se - è difficile farsi santi». A Lanciano (Pe- ne che il Santo Padre effettuò il 29 aprile scara) diventa terziario francescano, ma a soli 1990. 27 anni, il 9 marzo 1884, in un pellegrinaggio in Spagna ad Alcoy muore, consumato dall'a- Casimiro Barello more e dalla penitenza, per una "febbre ga- strica o tifoidea", malattia diagnosticata dai medici del tempo. Proprio sulla sua morte si narrano fatti pro- digiosi. Di questo scrive Luigi Castano nel li- bro "Santità o pazzia" del 1980: «Nell'ultimo giorno e nelle ultime ore non mancarono at- torno al suo giaciglio, sacerdoti, religiosi e laici che pregavano per lui, gli suggerivano santi pensieri e lo aiutavano a mormorare fer- vide giaculatorie. Con sguardi eloquenti l'in- fermo, che non poteva più parlare, dimostrava di assecondare quei suggerimenti e di gradire la carità spirituale che gli veniva usata. Fui presente all'agonia di Casimiro, scrive un te- ste immediato, ed assicuro che avendo assisti- to in vita altri morenti, non ne ho mai visto uno che in quegli ultimi istanti avesse una fi- sionomia tanto bella e composta come quella di Casimiro».

Luigi Novarese

Quella di mons. Luigi Novarese, di cui è in «Io sono un povero ignorante e non so che corso la causa di beatificazione, è stata una le comuni preghiere. Incomincio col rosario, vita spesa al servizio del prossimo. Un servi- poi il Signore si degna di illuminarmi e atti- zio non solo rivolto all'azione, ma a fondare rarmi a Sè; allora il tempo passa senza accor- quella cultura di volontariato e solidarietà di germi e lo spirito resta come assorto e immer- cui oggi si avverte l'indispensabile necessità. so in Dio, che mi dà gioia grande che non so Testimonia sorella Elvira Myriam Psorulla esprimere». Una misticità quasi ricercata, (con mons. Novarese cofondatrice dei "Vo- quella di Casimiro Barello, Servo di Dio (il lontari della Sofferenza") che egli è stato di gradino precedente alla beatificazione), che grande esempio per la sua umiltà e nell'eser- per tutta la vita ebbe nel rapporto con Gesù e cizio della sua carità: sopportava tutto con la Vergine, un afflato e una dedizione totale. fermezza e calma; così imperturbabile da Barello nasce nella frazione di Casa Ostino sembrare quasi indifferente, anche se nel suo di Cavagnolo il 31 gennaio 1857, da una fa- cuore, indubbiamente, egli soffriva; un cuore miglia di contadini. Cresciuto nel raccogli- sempre grande nel pensare a tutto e a tutti. mento e nella preghiera, divide l'educazione Luigi Novarese nasce a Casale Monferrato 51 il 29 luglio del 1914: gio- svolgendo la propria atti- vane si ammala, restando vità apostolica verso i fra- immobile, a causa di una telli ammalati (nel giro di coxite acuta: «Il 19 marzo poco tempo gli iscritti so- del 1922 - scrive sul bol- no 60000, diffusi oltre che lettino parrocchiale "Il in Italia, in 42 nazioni). Sacro Cuore di Gesù" - «L'Anno Santo 1950 - co- sentii dolori atroci all'an- me sottolinea il vicario ge- ca destra tanto da non po- nerale della Diocesi di Ca- ter più reggermi in piedi. sale mons. Felice Mosco- Portato all'ospedale di Ca- ne, nel libro "Seminatori sale, il medico constatò di Speranza" - tiene a bat- una coxite destra con vari tesimo la più importante ascessi... Nel 1927 fui tra- fondazione di mons. Nova- sportato a Lourdes. Tor- rese, i "Silenziosi Operai nato a casa, dopo un bre- della Croce": un'associa- ve periodo cominciai a fa- zione di anime consacrate, re qualche passo, ma il uomini, donne, sacerdoti e leggero miglioramento fu laici, impegnati a illumina- di poca durata...Dietro re gli ammalati sul senso consiglio del medico, il 3 cristiano del dolore e a so- aprile 1930, andai all'O- stenerli attraverso opere spedale Elioterapico di assistenziali e di recupero Pietra Ligure. In quell'ora professionale». di tanto sconforto scrissi a Luigi Novarese non si fer- don Filippo Rinaldi, Ret- ma qui e nel 1952 dà inizio tor Maggiore dei Salesia- ai "Fratelli degli ammalati" ni, raccomandandomi alle sue preghiere e a di cui fanno parte i fratelli sani che impegnan- quelle dei giovani dell'Oratorio. Da quel mo- dosi accanto agli ammalati, affiancano i sof- mento posi tutta la fiducia in Don Bosco, tra- ferenti e li sostengono con tutti i mezzi, an- scurai persino le prescrizioni mediche...ormai che materiali. avevo scelto come unico medico Don Bosco e L'instancabile opera del sacerdote si con- le sue cure furono veramente efficaci, perché cretizza nell'arco di venti anni nell'apertura a poco a poco gli ascessi si chiusero, consta- di diversi centri di accoglienza: il 24 novem- tai sensibile e progressivo miglioramento tan- bre 1960, ad Ariano Irpino l'associazione to che il 16 marzo del 1931 uscii dall'Ospeda- "Silenziosi Operai della Croce" viene eretta le completamente guarito». in Pia Unione Primaria; nello stesso anno Una vicenda che lo segna profondamente. apre la casa "Cuopre Immacolato di Maria" Negli anni successivi entra nell'Almo Colle- a Re (Novara); nel 1973 è la volta della gio Capranica di Roma e il 17 dicembre 1938 Maison "Saint Bernard" a Lourdes; nel 1977 viene ordinato presbitero in San Giovanni in la casa "Mater Misericordiae" a Betania Laterano. Dopo la licenza in teologia, la lau- (Israele); nel 1983 (un'anno prima della sua rea in Diritto Canonico, il diploma di Avvoca- morte avvenuta il 20 luglio del 1984) la Ca- to Rotale presso la Sacra Romana Rota e gli sa "Virgo Fidelis" a Fatima e la casa "Regina incarichi nella Segreteria di Stato Vaticana, Decor Carmeli" a Rocca Priora presso Ro- nel 1943 da inizio alla Lega Sacerdotale Ma- ma. «Il suo dialogo col Signore, ininterrotto riana il cui scopo è esercitare la carità spiri- e adorante e la sua capacità di lettura dei vo- tuale verso i sacerdoti, particolarmente verso leri di Dio - ricorda Moscone - conferivano quelli bisognosi, sofferenti o comunque in sicurezza e forza ai suoi interventi e garanti- difficoltà. vano la pace assoluta del cuore ai figli spiri- Quattro anni dopo, mons. Novarese con so- tuali; la sua fermezza esigente e intransigen- rella Elvira Myriam Psorulla fonda i "Volontari te era riflesso spontaneo di una visione di fe- della sofferenza": vi fanno parte quegli amma- de che cerca sempre "il di più" senza cedere lati che consapevoli dei loro impegni battesi- a patti di acquiescenza con gli opportunismi, mali offrono volontariamente le loro sofferen- le indolenze del mondo». ze per la riparazione dei peccati del mondo, Pier Luigi Buscaiolo 52 Le gerarchie urbane in Piemonte e il ruolo di Casale Monferrato

Utilizzando dati ISTAT, d'Italia eravamo la quarta abbiamo costruito la gra- città del Piemonte, all'ini- duatoria delle principali zio del secolo eravamo città piemontesi in base al scesi al quinto posto, nel loro potenziale demografi- 1931 eravamo sesti, nel co lungo un percorso che 1951 ottavi, nel 1981 tre- comprende queste "tappe" dicesimi, nel 1997 quat- : il 1901, il 1931, il 1951, tordicesimi... Ci stiamo il 1981 e il 1987. Per i dati forse "stabilizzando" in più recenti, a fine 1998, questa non esaltante posi- abbiamo invece costruito zione, anche se per Casale singole graduatorie con i vale, in parte, l'annotazio- maggiori comuni delle ot- ne sviluppata per Torino, to province della nostra vale a dire la formazione, regione. intorno a Casale, di una La prima serie di dati ci relativamente forte cintura dice che, nel corso di un demografica, insieme ad secolo, sono sensibilmente una certamente forte cin- e visibilmente mutate le tura industriale, rappre- gerarchie urbane anche in sentata dai comuni intorno Piemonte. Torino resta sempre la indiscussa alla nostra città. grande capitale regionale, ma il suo peso de- Per il 1998, come si é accennato, abbiamo mografico, dopo una forte crescita che l'ha messo in graduatoria (e utilizzato già in sede portata a superare abbondantemente il milione UNIDES) i principali centri delle otto province di abitanti, si é esaurita e oggi "arranca" ben del Piemonte. Se per la provincia di Torino le sotto il milione di abitanti, anzi tutti gli anni nostre elaborazioni evidenziano subito l'impor- perde residenti e sta avvicinandosi a quota tanza della cintura di comuni immediatamente 900 mila abitanti. a ridosso del capoluogo provinciale, per altre D'altro canto si sta formando, intorno e com- province, in particolare come la nostra e come mista con Torino, una forte "cintura" fatta di quella di Cuneo, emerge uno spiccato e ricco grossi comuni (i più grandi sono Moncalieri, policentrismo. Abbiamo cioé, oltre al capoluo- Rivoli, Collegno, Settimo Torinese, Nichelino, go provinciale, una serie di centri intorno ai Grugliasco,Venaria Reale...) e anche di impor- quali si sono, nel tempo, formate zone dotate tanti insediamenti industriali e terziari (si pensi di una loro identità economica e anche cultura- ad alcuni cruciali "nodi" della grande distribu- le e che hanno oggi una visibilità a scala na- zione). Per contro, nel resto del Piemonte, ab- zionale e oltre. Pensiamo, ad esempio, al no- biamo comuni una volta di grande rilievo, che stro Monferrato Casalese, all'Albese, al Saluz- si sono ridotti a cittadine di medio-piccola di- zese, al Tortonese, all'Acquese... mensione. In altri casi, abbiamo un centro (Novara, Citiamo, in materia, solo Savigliano. All'ini- Vercelli, Biella, Asti), che "domina" in ma- zio del secolo, con 17.340 abitanti, era la quat- niera marcata rispetto agli altri comuni delle tordicesima città del Piemonte, all'"altezza" di rispettive province. E poi c'é il caso originale Tortona e di . Oggi Savigliano, pu- per eccellenza della provincia policentrica del re sempre ricordata per la Fiat Ferroviaria, é VCO, centrata su Verbania, Domossola e solo più la sesta città della provincia di Cuneo Omegna (ma con altri centri di rilievo, come e molto indietro nella graduatoria delle città Gravellona Toce, Villadossola, la stessa Can- piemontesi. nobbio...). E Casale Monferrato? Agli albori del Regno Carlo Beltrame 53 Le gerarchie urbane in Piemonte... 1901 1931 Torino 329.691 Torino 590.753 Alessandria 79.109 Alessandria 79.762 Novara 44.249 Novara 60.855 Asti 39.251 Asti 48.714 Casale Monferrato 31.370 Vercelli 38.581 Vercelli 30.470 Casale Monferrato 37.468 Cuneo 26.879 Cuneo 35.522 Biella 19.267 Biella 27.508 Mondovì 18.982 Pinerolo 22.420 Fossano 18.175 Bra 22.221 Pinerolo 18.039 Novi Ligure 21.743 Novi Ligure 17.868 Fossano 21.606 Tortona 17.419 Tortona 21.317 Savigliano 17.340 Moncalieri 21.018 Saluzzo 16.028 Mondovì 20.494 Bra 15.821 18.926 Acqui Terme 13.940 Alba 18.416 Chieri 13.803 Savigliano 18.306 Alba Saluzzo 17.103 Ivrea 14.914 Chieri 14.447 Intra 14.135

54 ...tra il 1901 e il 1997 1951 Torino 719.300 Alessandria 82.137 Novara 69.395 Asti 52.000 Biella 42.791 Vercelli 42.159 Cuneo 39.867 Casale Monferrato 37.415 Moncalieri 26.039 Verbania 26.003 Pinerolo 24.595 Tortona 23.516 Novi Ligure 22.109 Mondovì 20.450 Fossano 20.228

1981 1997 Torino 1.117.154 Torino 914.818 Novara 102.086 Novara 102.404 Alessandria 100.086 Alessandria 90.852 Asti 77.681 Asti 73.281 Moncalieri 64.035 Moncalieri 58.018 Cuneo 55.875 Cuneo 54.743 Biella 53.714 Rivoli 52.288 Vercelli 52.488 Vercelli 48.074 Rivoli 49.543 Biella 47.713 Collegno 46.578 Settimo Torinese 47.617 Nichelino 44.311 Collegno 47.608 Settimo Torinese 44.210 Nichelino 45.609 Casale Monferrato 41.899 Grugliasco 40.461 Pinerolo 36.340 Casale Monferrato 37.493 Grugliasco 34.572 Venaria Reale 35.576 Verbania 32.744 Pinerolo 34.412 Alba 31.372 Chieri 32.534 Novi Ligure 31.031 Verbania 30.188 Chieri 30.960 Alba 29.876 Tortona 29.253 Novi Ligure 28.886 Ivrea 27.638 Bra 27.169 Chivasso 26.650 Tortona 26.724 Venaria 26.584 Ivrea 24.779 Bra 26.441 Carmagnola 24.773 Carmagnola 24.187 Chivasso 24.264 Fossano 23.459 Fossano 23.533 Valenza 22.606 Mondovì 22.033 Mondovì 22.262 Orbassano 21.666 Acqui Terme 21.736 Valenza 20.765 Domodossola 20.300 Acqui Terme 20.167

55 ...tra il 1901 e il 1997 1951 Torino 719.300 Alessandria 82.137 Novara 69.395 Asti 52.000 Biella 42.791 Vercelli 42.159 Cuneo 39.867 Casale Monferrato 37.415 Moncalieri 26.039 Verbania 26.003 Pinerolo 24.595 Tortona 23.516 Novi Ligure 22.109 Mondovì 20.450 Fossano 20.228

1981 1997 Torino 1.117.154 Torino 914.818 Novara 102.086 Novara 102.404 Alessandria 100.086 Alessandria 90.852 Asti 77.681 Asti 73.281 Moncalieri 64.035 Moncalieri 58.018 Cuneo 55.875 Cuneo 54.743 Biella 53.714 Rivoli 52.288 Vercelli 52.488 Vercelli 48.074 Rivoli 49.543 Biella 47.713 Collegno 46.578 Settimo Torinese 47.617 Nichelino 44.311 Collegno 47.608 Settimo Torinese 44.210 Nichelino 45.609 Casale Monferrato 41.899 Grugliasco 40.461 Pinerolo 36.340 Casale Monferrato 37.493 Grugliasco 34.572 Venaria Reale 35.576 Verbania 32.744 Pinerolo 34.412 Alba 31.372 Chieri 32.534 Novi Ligure 31.031 Verbania 30.188 Chieri 30.960 Alba 29.876 Tortona 29.253 Novi Ligure 28.886 Ivrea 27.638 Bra 27.169 Chivasso 26.650 Tortona 26.724 Venaria 26.584 Ivrea 24.779 Bra 26.441 Carmagnola 24.773 Carmagnola 24.187 Chivasso 24.264 Fossano 23.459 Fossano 23.533 Valenza 22.606 Mondovì 22.033 Mondovì 22.262 Orbassano 21.666 Acqui Terme 21.736 Valenza 20.765 Domodossola 20.300 Acqui Terme 20.167

55 Vite e vino lungo un secolo in provincia di Alessandria e nel Casalese

Abbiamo più volte citato la definizione ettari della provincia di Alessandria, all'inizio del secolo, quando "inglobavamo" ancora l'at- 1961 46.655 tuale provincia di Asti, come della provincia 1970 32.622 "più vinicola del Regno d'Italia". Ma é un 1982 24.373 primato che deve essere durato per qualche 1990 19.154 decennio. In "strutture ed eventi dell'economia ales- E' il caso di ricordare che, sempre secondo sandrina" (un lavoro curato con Umberto i dati dei censimenti, se nel 1961 ben 42.545 Eco e Francesco Forte ed edito nel 1981 dal- aziende agricole della provincia coltivavano la Cassa di Risparmio di Alessandria), ab- (anche in ridottissima misura) la vite, nel biamo ricordato che la superficie a vigneto 1990 siamo scesi a 18.463 aziende con vite. della nostra provincia, alla fine del secolo Ma va anche riconosciuto che é il numero scorso, secondo documenti della nostra Ca- complessivo delle aziende agricole ad avere mera di Commercio, era indicata in 37 mila subito, nel periodo 1961-1990, un crollo ettari. molto netto, con la realtà di molte aziende Poi giunse il flagello della fillossera a de- censite come tali dall'Istat, ma che ben diffi- cimare, nei primi decenni di questo secolo, il cilmente sono considerabili aziende in senso nostro vigneto. Tuttavia siamo ritornati sulla economico (fanno forse bene alcuni Paesi, superficie citata nel corso degli anni venti (e che non considerano affatto, agli effetti dei a metà di questo decennio dati ISTAT ci at- censimenti, aziende che non raggiungono tribuivano addirittura una produzione intor- una soglia minima molto bassa). no ai 4 milioni di ettolitri di vino), per spin- La flessione della superficie a vite in pro- gerci nei primi anni trenta fin oltre ai 60 mi- vincia é continuata pure nell'ultimo decen- la ettari (ma altre fonti vanno molto oltre a nio del secolo, sopratutto attraverso l'abban- tale cifra). dono di terreni marginali, solo in parte com- Paolo Desana, in diversi puntuali lavori pensati da significativi e importanti reim- (pubblicati dall'Amministrazione Provin- pianti, anche con nuovi vitigni,che hanno in- ciale di Alessandria, dalla Cassa di Ri- teressato pure il Casalese, mantenendo, in sparmio di Alessandria, dalla Casa Editri- relativamente estese parti del Monferrato, ce Ottavi...) ha illustrato bene questa sto- quella componente essenziale e caratteriz- ria. zante del nostro paesaggio collinare rappre- Per il solo circondario di Casale Mon- sentata dal vigneto. ferrato, allargato come noto a spazi della Un recente "atlante socio-economico della provincia di Asti oggi in parte ricompresi provincia di Alessandria" curato dal Ce- nella Diocesi di Casale, Consuelo Berrone, DRES comprende anche, nel capitolo dedi- nella sua tesi di laurea "bocconiana", parla cato all'agricoltura, una illuminante tabella di 985 mila ettolitri di vino prodotti nel (elaborazione di dati Istat e Regione Pie- 1907, di 35 mila ettari vitati nel 1910, sce- monte) che ci presenta, per la provincia di si peraltro a 21.243 ettari nel 1929. La for- Alessandria, l'andamento della superficie a tissima caduta della superficie a vigneto vigneto e le cifre della produzione di uva e avviene comunque in questo ultimo dopo- di vino tra gli anni cinquanta e il 1998. Nel guerra. periodo in questione si "scende" da 50.314 a Riprendiamo da nostre ricerche condotte 16.663 ettari di vigneto, da 3.906.536 a in sede CeDRES l'andamento della superfi- 1.281.835 quintali di uva, da 2.653.800 (ma cie a vigneto della provincia di Alessandria nel 1960 eravamo andati, sia pure legger- lungo l'arco dei quattro censimenti dell'agri- mente, sopra la soglia dei 3 milioni di ettoli- coltura di questo dopoguerra: tri, poco sotto all'attuale produzione di tutta 57 la nostra regione) a 896.700 ettolitri di vino. rengo DOC organizzato dalla Camera di A parte riproponiamo comunque una ta- Commercio di Alessandria e il Torchio d'O- bella con i dati della vendemmia 1998 nelle ro organizzato nella nostra zona) nel sele- province piemontesi e tra il 1992 e il 1998 zionare e nel segnalare il meglio della no- per il Piemonte nel complesso. stra produzione, hanno utilmente contributo Queste cifre ci dicono che ormai l'80 per non solo ad avvicinare produzioni di qua- cento della produzione regionale (e provin- lità ai consumatori (italiani ed esteri), ma ciale) é DOC/DOCG, vale a dire con pre- anche ad affinare il gusto dei consumatori messe di rigore e di qualità e pertanto di ec- stessi. cellenza mai raggiunte diffusamente in pas- Tra le DOC/DOCG della provincia di sato. Alessandria con i più elevati volumi pro- E questo risponde certamente alla mutata duttivi (nel 1998), abbiamo, nell'ordine l'A- domanda dei consumatori (specie di Paesi sti, il Piemonte Barbera,il Barbera del come l'Italia), i quali bevono (molto) di me- Monferrato, il Gavi, il Barbera d'Asti, il no rispetto a un non remoto passato, ma però Monferrato Dolcetto,il Dolcetto d', il intendono bere meglio, cercano la qualità ( e Piemonte Cortese, il Dolcetto d'Acqui, il persino la rara eccellenza di vini d'eccezio- Cortese dell'Alto Monferrato, il Brachetto ne, quali quelli foggiati da wine makers, ad d'Acqui, il Piemonte Chardonnay, il Grigno- esempio, dal guru Donato Lanati), disposti lino del Monferrato Casalese, il Piemonte naturalmente a pagarne il conseguente giu- Grignolino... Dietro a queste denominazini, sto prezzo. abbiamo realtà, come, ad esempio, queste La promozione e il marketing messi in at- relative (per tutta la provincia) al Barbera to dai produttori più avveduti (o più "avan- del Monferrato: zati"), le "campagne" efficacemente messe - superficie iscritte all'albo dei vigneti: in atto, specie negli ultimi tempi, dalle isti- 3.032 ettari da parte di 2.274 produttori tuzioni (anche attraverso "agenzie" quali - produzione massima ottenibile: 212.236 Alexala e Asperia) e dai consorzi di produt- ettolitri tori che si sono fin quì attivati, il successo - denunce di produzione per la vendemmia dei concorsi provinciali (citiamo solo il Ma- 1998: 1.072 58 - produzione di vino per il 1998: 58.240 tine sociali, create, per lo più, nei primissimi ettolitri (relativi ad una superficie di 1.550 anni cinquanta. Sono, nell'ordine dei volumi ettari). di conferimento delle uve, quelle di Rosi- Il Monferrato Casalese (quello dei 45 co- gnano (Cantina Sociale del Monferrato), di muni direttamente legati a Casale Monferra- San Giorgio, di Vignale, di Lu, di Altavilla e to) conta, all'incirca, per più di un quinto di (Cantina Sociale Colli ma meno di un quarto del vigneto della pro- di Crea). La Cantina Sociale del Monferrato, vincia di Alessadria. Ha quindi una superfi- nella vendemmia del 1998, ha registrato cie a vigneto che si aggira sui 3.600/3.800 conferimenti per oltre 35 mila quintali di ettari (andiamo comodamente oltre i 4.000 uve (ma in passato ha raggiunto cifre più che ettari, se mettiamo nel conto alcuni comuni doppie di quella appena citata). della fascia astigiana più "orientata" su Ca- Quasi tutte le cantine sociali citate pratica- sale). E dieci comuni contano per circa il 60 no in forma diffusa l'imbottigliamento di si- per cento del vigneto della nostra zona. Si gnificative quantità della loro produzione di tratta, nell'ordine dei comuni di Rosigna- vini, giungendo direttamente al consumatore no,Vignale, Sala, Casale, , Fras- e, in qualche misura, anche all'estero. Si di- sinello, Ozzano, San Giorgio, Castelletto stinguono particolarmente in materia le can- Merli, Alfiano Natta... tine sociali di Rosignano (che sviluppa an- La quota di uva prodotta in provincia, che che una intensa azione promozionale a favo- viene conferita alle cantine sociali (oggi me- re di tutti i comuni della Valle Ghenza, insie- no di una ventina, con i maggiori enopoli lo- me anche alla "dirimpettaia" Distilleria Ro- calizzati nell'Acquese), é molto elevata e signano-Cella Monte), di San Giorgio (tradi- giunge a sfiorare, in certe vendemmie, il 40 zionali ormai i suoi "convegni-rassegne" su per cento. Questa, grosso modo, é (possia- vite e vino ) e di Vignale (bene inserita nel mo chiamarla così, almeno in termini quan- contesto di sviluppo turistico e gastronomi- titativi) la "quota di mercato" delle cantine co di un comune sede pure di una Enoteca sociali, della quale bisogna sicuramente te- Regionale). nere conto. Abbiamo, a più riprese nel tempo, effet- Nel Monferrato Casalese abbiamo sei can- tuato dei "viaggi" nel mondo della vite e del 59 vino del nostro Monferrato. E un "viaggio" corretto rinviare agli elenchi dei vincitori dei é ancora in corso, aperto a riscoperte e, natu- concorsi enoici del DOC, del Tor- ralmente, a nuove scoperte...Il "viaggio" chio d'Oro e anche dell'astigiana "Douja (relativamente) più compiuto fu comunque d'Or". quello effettuato, all'inizio degli anni novan- Carlo Beltrame ta, per "Il Monferrato", con i resoconti delle diverse "tappe" raccolte nel volume "Andar per vini in Monferrato". In quasi ottanta LA VENDEMMIA 1998 IN PIEMONTE "tappe" abbiamo spaziato tra Cuccaro e Cor- e gli andamenti "storici" teranzo, tra Vignale e Cantavenna, tra Rosi- della produzione di vino gnano e il , tra Alfiano (a) la vendemmia 1998 Natta e Conzano, tra Cella Monte e Muri- sengo, tra Cocconato e Ozzano, tra San ettolitri Giorgio e Gabiano, tra Treville e Ponzano... Asti 1.236.186 Volendo solo esemplificare, citiamo tra le Alessandria 896.700 occasioni dei nostri incontri (scoperte di vi- Cuneo 840.000 ni, ma sopratutto di gente del vino, tutti con Torino 136.940 una loro singolare storia) Nils e Carlo Novara 28.105 Liedholm, Ermenegildo Leporati, Livio Pa- vese, Giulio Acconero e figli, i Bava, Carlo Biella 19.180 Cassinis, Renzo Campagnola, i fratelli Bilet- Vercelli 13.110 ta, tre generazioni di Cappa a San Rocco di VCO 880 Conzano, i fratelli Ganora, i fratelli Lepora- PIEMONTE 3.171.101 ti, Cipriano Coppo, Giorgio Montafia, Pepi- to Sbarato, Daniele Saccoletto, Fausto Ver- VINI DOC/DOCG 2.588.112 netti, Giovanni Rossi ("il barbis" di Vigna- di cui : bianchi 904.046 le) ... E poi ancora le aziende del Castello di rossi e rosati 1.684.066 Uviglie,la Nuova Cappelletta,il Castello di Lignano, la Cascina Alberta, La Tenaglia, le ALTRI VINI 582.989 Fattorie Augustus, le Cave di Moleto, il di cui : bianchi 97.516 Mongetto, Villa Perona, il Castello di Gabia- rossi e rosati 485.473 no, l'Enoteca Regionale del Monferrato, la Scuola "Luparia" di San Martino di Rosi- variazioni % produzione 1998 su 1997 gnano, alcune cantine sociali... Non pochi nomi che hanno composto la totale vini - 6,87 nostra "collezione" di incontri di dieci anni DOC/DOCG + 36,07 fa non sono più tra noi (anche se l'azienda altri vini - 61,21 continua con i figli o altri familiari ). Ricor- diamo, con rimpianto, quì, ad esempio, Giu- seppe Ravizza e Alberto Vergnasco (nomina- (b) gli andamenti '"storici" to "barone"sul campo da Paolo Desana), della produzione di Amilcare Gaudio e Luigi Brezza, Eleonora vino in Piemonte Limonci e Mario Deregibus, Vittorio Mon- (cifre in migliaia di ettolitri) dani... Il nostro "viaggio" tra vite e vino in totale vino DOC/DOCG Monferrato di quasi dieci anni fa ha com- preso anche altri nomi, oltre a quelli citati. 1992 3.308 1.176 E di altri nomi ci siamo "occupati" succes- 1993 3.226 1.257 sivamente in scritti per "Il Monferrato". Ne 1994 3.222 1.299 ricordiamo qui solo alcuni tanto per arricchi- 1995 2.709 1.563 re (sempre esemplificando e quindi con il ri- 1996 3.107 1.873 schio scontato di inevitabili serie dimenti- 1997 3.405 1.902 canze): Alessandra Colonna, la Vi.Ca.ra 1998 3.171 2.558 (nata peraltro dopo il nostro "tour" di inizio anni novanta), la Tenuta Gaiano, Casa Zuc- fonte: nostra elaborazione (c.b.) su dati ca... Ma per un più compiuto "censimento" é Regione Piemonte-Assessorato Agricoltura 60 Paolo Desana e la legge sulle Doc Casale e la stampa agricola

Il nome di Paolo Desa- anche in una serie di servizi na (1918-1991), senatore televisivi della Rai. dal '58 al '63, è legato so- Rientrato in Italia nel '45, prattutto alla legge sui vi- fondò la sezione cittadina ni «Doc» del 1963, della degli internati di cui fu il quale fu il principale pro- primo presidente. Nel frat- motore: «un'innovazione tempo si era iscritto alla da Lui fortemente voluta Democrazia Cristiana: fu che è valsa a migliorare consigliere comunale e pro- considerevolmente la qua- vinciale, assessore provin- lità dei vini italiani e, di ciale all'agricoltura, presi- conseguenza - disse Ma- dente del Consorzio dei Co- rio Verda ricordandone la muni dell'Acquedotto del figura su "Il Monferrato" - Monferrato. Fra il '47 e il la valutazione di essi, con '57 diresse una azienda grandi benefici per i viti- agricola e vitivinicola della coltori». «In Parlamento - zona, acquisendo un'espe- scrisse Giovanni Sisto - rienza che gli sarebbe stata Desana propose inoltre utilissima una volta eletto numerosi provvedimenti e in Parlamento, dove fece orientamenti di politica vitivinicola, sostenne parte della Commissione Agricoltura. l'abolizione del dazio sul vino, l'avvio di un'e- Il padre della legge sulla Doc ha ricoperto ducazione alimentare nel nostro Paese, l'ag- numerosi incarichi nel settore enologico, fra giornamento delle norme sulla repressione del- cui la presidenza del Comitato nazionale per la le frodi vinicole». tutela delle denominazioni d'origine dei vini e Desana, diplomatosi geometra all'istituto tec- della Federazione italiana delle Cantine Socia- nico Leardi, aveva prestato servizio come uffi- li. Membro di numerose Accademie Italiane, è ciale di complemento nel 1° Reggimento Arti- stato inoltre rappresentante dei viticoltori ita- glieria pesante campale di Casale, partecipando liani nella CEE. Fondamentale il suo impegno alla seconda guerra mondiale: catturato dai na- per il rilancio della scuola agraria Vincenzo zisti l'8 settembre 1943 in Francia, venne inter- Luparia di San Martino di Rosignano. Nume- nato in Germania. Rifiutò qualsiasi collabora- rosi i riconoscimenti conferitigli anche all'este- zione con i tedeschi e con la Repubblica di ro per il suo ruolo nel settore enologico. Salò, guidò anzi i compagni ad aperti atti di re- Fu anche fondatore e presidente del Circolo sistenza, e per questo motivo venne rinchiuso Culturale Ottavi, incarico poi ricoperto dal fi- in diversi campi di prigionia come deportato glio Andrea. politico e sottoposto a un durissimo trattamen- *** to. «Fu una scelta cosciente e responsabile - Paolo Desana, naturalmente, collaborò anche scrisse un giorno - una sofferenza preferita ad con numerosi giornali, soprattutto con articoli un rimpatrio umiliante, ottenuto in cambio del- sul mondo agricolo. E l'opera di Giuseppe An- la rinuncia a tener fede al giuramento presta- tonio Ottavi (Ajaccio 1818 - Casale Monferra- to». Questa esperienza è raccontata in numero- to 1885) e dei figli Edoardo e Ottavio è parti- si scritti raccolti in un volume dopo la sua mor- colarmente importante proprio nel giornalismo te, dal figlio Andrea, attuale direttore della agricolo e della crescita culturale del settore. Coldiretti di Vercelli, che a sua volta è anche Proprio gli Ottavi, nel 1895, contattarono il stato assessore all'agricoltura alla Provincia di tecnico bolognese Arturo Marescalchi (1869- Alessandria. Numerose le testimonianze stori- 1955) e gli affidò per 17 anni consecutivi la re- che di Paolo Desana su quel tragico periodo, dazione dei giornali «Il Coltivatore» ed il 61 «Giornale Vinicolo Italiano». Marescalchi si tra- sferì a Casale, dove nel 1902 fondò la «Società dei Viticol- tori Monferrini», as- sociazione che si al- largò poi a livello re- gionale e nazionale. Nel 1911 diede vita al periodico «Italia vini- cola e agricola», che si avvalse di noti ed apprezzati agronomi e di valenti corrispon- denti dall'estero. Elet- to deputato nel 1919 e rimasto in Parlamento per quattro legislatu- re, fu anche sottose- gretario all'Agricoltu- ra dal '29 al '35 e ini- ziò a battersi per la legge sulla Doc e contro le imposte e i Gabotto, primo a destra, osserva il lavoro in un “orto di guerra” (1942) dazi sul vino. Nel '23 fu rappresentante dell'Italia a Parigi nel Conve- *** gno degli Stati vinicoli che decise la fondazio- Un nome importante dell'enologia italiana è ne dell'Office International du Vin. A Casale quello del villanovese Federico Martinotti lanciò la Festa dell'Uva nel 1924. (1860 - Asti 1924). Laureatosi in Chimica e Noto anche come il «papà del vino», ebbe Farmacia nel 1887 a Torino, nel 1900 divenne molte presidenze, fra cui quelle del Comitato direttore della Regia Stazione di Enologia di per il Metano Biologico Agricolo e del Comi- Asti. Contribuì a nuove scoperte nel campo tato per la Stampa Agraria. Numerose le pub- delle tecniche agrarie e svolse un'intensa atti- blicazioni: inaugurò anche con un suo inter- vità pubblicistica e divulgativa, ma il suo nome vento la prima trasmissione di «Radio Rurale» resta legato soprattutto all'ideazione di un me- dall'auditorium dell'Eiar di Roma. todo della rifermentazione degli spumanti, in *** alternativa al metodo champenois. Un'altra importante figura nel settore della *** cultura e della stampa agraria è stato il mira- Nel 1975, in occasione di un congresso bellese Luigi Gabotto (1880-1973): sperimen- mondiale dei Giornalisti Agricoli, un gruppo tatore e docente, tenne anche corsi di istruzione di delegati provenienti anche dal Terzo Mon- agli agricoltori nei loro paesi di collina. Oltre do e dal Giappone venne a Casale a rendere che preside della scuola tecnica Leardi e autore omaggio gli Ottavi sostando davanti al busto di numerose opere storiche, ebbe numerosi in- bronzeo di Giuseppe Antonio ai giardini pub- carichi (per quasi 15 anni commissario gover- blici (all'uscita da via Leardi) e al palazzo nativo di alcuni consorzi in difesa della vite) e Gaspardone-Gonzaga di via Cavour (passato collaborò alle più quotate riviste enologiche negli Ottocento proprio gli Ottavi) sul quale italiane: redattore capo de «Il Coltivatore e si può ammirare il bassorilievo di Ottavio, Giornale Viticolo Italiano» dei fratelli Ottavi raffigurato - come il padre - da Bistolfi. Nel dal 1937 al 1953, pubblicò una cinquantina di 1995, il Circolo Ottavi e l'Associazione re- opere di agraria, occupandosi anche di rimbo- gionale giornalisti agricoli hanno organizzato schimento, di tartuficoltura e della risicoltura a Casale, alla Baronino, un convegno nazio- nel Casalese. Pregevoli i suoi studi sulla filos- nale a cento anni dal primo, che si era tenuto sera. proprio nella nostra città. 62 Cento anni di industria nel Casalese: dal cemento al freddo e alle macchine grafiche

La rivoluzione industriale mandava già per la virtù del- in Europa ebbe la sua culla le sue "calci forti" proprio in Inghilterra, a partire dagli nella prima metà dell'otto- ultimi decenni del 1700, fi- cento e nella seconda metà no a rendere nel successivo vedeva una ricca fioritura di secolo quel Paese (con le in- aziende cementiere e aprirsi dustrie del cotone e del ferro nel cuore delle nostre colli- "rivoluzionate" nella tecno- ne un diffuso mondo di mi- logia e nell'organizzazione niere e di cave di marna. economica) una sorta di "fu- Buzzi Unicem, il nuovo cina del mondo". Al nuovo grande gruppo cementiero grande processo parteciparo- multinazionale con radici no presto altri Paesi europei, casalesi, ha ricordato che so- tra i quali, in primis, la Fran- no "insieme dal 1999" due cia e la Germania. grandi "componenti", la Fra- Per l'Italia, rimasta più a telli Buzzi attiva dal 1907 e lungo un Paese a struttura Unicem attiva (nella sua largamente agricola, una dif- "parte" costituita dalla So- fusa rivoluzione industriale cietà in Accomandita Mar- giunse più tardi nella seconda metà del secolo chino & C.) dal 1872. Il polo cementiero era scorso e nei primi decenni del 1900. Lo stori- nato e in zona giunsero poi anche i bergama- co dell'economia Valerio Castronovo ci dice schi di Italcementi. Ma vedremo più avanti che "oltre all'industria elettrica, le imprese qualche cifra dei successivi sviluppi. meccaniche e automobilistiche, la chimica, la Qui ricordiamo solo che anche altri settori gomma, il cemento furono i settori dove erano entrati in scena (citiamo solo il tessile), emersero le maggiori novità e trasformazioni". mentre le vocazioni agricole erano secondate In particolare, continua Castronovo (citiamo non solo dalla possente cultura (ricerca, for- dal suo lavoro "L'industria italiana dall'Otto- mazione, divulgazione) di autentici "fari" na- cento ad oggi") una industria "che riuscì a zionali come le "case" Ottavi e Marescalchi, espandersi in quegli anni, indipendentemente ma anche dalla produzione di prodotti per l'a- da provvidenze e commesse statali, fu quella gricoltura. E' significativo il fatto che tra il del cemento. In solo sette anni dal 1903 al 1899 e il 1904 restò pure quotata in Borsa una 1910 la produzione giunse a triplicarsi: l'e- Fabbrica Concimi Solfato di Rame in Casale spansione urbana, lo sviluppo dell'edilizia, ma Monferrato. E nel 1906 nacque a Casale, fon- anche la costruzione di un gran numero di cen- data da Adolfo Mazza, la società Eternit, per la trali elettriche assecondarono questa ascesa". produzione di lastre in fibro-cemento, una ini- E' importante annotare che lo storico ag- ziativa che citiamo anche per ricordare i nume- giunge quì precisi riferimenti territoriali, alle rosi drammi che innescò nella salute dei nostri "marne adatte alla produzione di cemento Por- concittadini. tland delle zone di Bergamo e di Casale Mon- Può essere interessante ricordare che nel suo ferrato". Eravamo già un importante polo ce- "passaggio" da Casale (dove aveva sposato la mentiero a livello nazionale ed anche europeo. casalese Cesarina Gurgo Salice) si occupò an- E se le grandi innovazioni cementiere erano che di cemento quell'originalissimo personag- germogliate all'estero, tra Francia e Inghilter- gio biellese che si chiamava Riccardo Gualino. ra, nella prima parte dell'ottocento, con le Nel 1908 riunì le sue attività nel settore del le- "scoperte" dell'idraulicità delle calci (Vicat, gname e gli interessi nel settore del cemento, Grenoble 1817) e del Portland (Leeds 1824, creando l'anonima Riccardo Gualino per le- Swanscombe-Kent 1845), il Casalese si racco- gnami e cementi e costruì pure un nuovo ce- 63 I cementifici attivi al Ronzone negli Anni Cinquanta in una veduta aerea mentificio a Morano Po. Questo, a seguito del- tiere in un sobborgo della città"), Ozzano, Ser- la non brillante situazione finanziaria di Guali- ralunga, Trino e a Morano. no, venne ceduto, dopo l'inizio della prima Lo studio di Gabotto fornisce cifre analiti- guerra mondiale, alla società Unione Italiana che sulla potenzialità delle cave di marna da Cementi, della quale, fa notare lo storico del- cemento e delle tredici aziende cementiere l'economia Claudio Bermond, era divenuto nel della zona del tempo (Società Italiana e So- frattempo presidente. cietà Anonima Fabbriche Riunite di Cemento Ma il "passaggio" a Casale fu solo un inizio e Calce; Società Anonima Unione Italiana Ce- per la storia del vulcanico finanziere biellese, menti; Società Anonima Portland casalesi; Dit- che in seguito, trasferitosi a Torino, si caratte- ta Marchino e C. di Dott.O. Marchino e C.; rizzò per le attività armatoriali, l'alleanza con Ditta Milanese e Azzi; Ditta Palli, Caroni e Agnelli, la costituzione della SNIA, la scalata Deaglio; Ditta Deregibus e Portis; Ditta Fratel- delle banche (compresa la casalese Banca li Bargero; Ditta Gabba e Miglietta; Società Agricola Industriale, peraltro già acquisita nel Anonima Cementi Po di Trino; Ditta Fratelli periodo casalese della sua carriera). Buzzi di Trino; Ditta Natale Ferrari di Serra- Ritorniamo al cemento, riprendendo alcuni lunga; Ditta Barbesino Rag. Pietro di Mora- passaggi di un nostro capitolo del libro "Strut- no), le quali, con i loro 3.700 operai e 128 for- ture ed eventi dell'economia alessandrina" ni, registravano nel 1923 una produzione di (Cassa di Risparmio di Alessandria 1981).Una 19.500 quintali di cemento al giorno. relazione della Camera di Commercio di Ma Casale e il Casalese non erano solo ce- Alessandria del 1919 ci ricordava che su una mento. Lo possiamo vedere, con riferimento al produzione nazionale di 13 milioni di quintali solo comune di Casale (allargheremo comun- di cemento, la provincia di Alessandria (ma, in que poi lo sguardo alla cintura di Casale e al pratica, il "circondario" di Casale) contava per Casalese nel complesso più avanti), analizzan- circa un quarto. E per il 1924 uno studio di do le cifre dei censimenti delle attività indu- Luigi Gabotto illustrava le operazioni di estra- striali e terziarie del 1927, del 1951, del 1961, zione del calcare servendosi di lunghe gallerie del 1981 e del 1991 (del censimento interme- scavate nel sottosuolo ("alla prima lunga galle- dio del 1996, utilizzeremo solo le cifre utili a ria scavata nel 1890 ne seguirono tosto nume- tracciare una aggiornata geografia dell'indu- rose altre lunghe fino a tre chilometri..."), il si- stria manifatturiera della nostra zona). Ci ser- stema di teleferiche per il trasporto della mate- viremo qui, in parte,di un nostro capitolo sul- ria prima nei forni degli stabilimenti ubicati in l'industria nel libro "Casale a m'arcord" (Edi- Casale Monferrato ("un unico vastissimo can- zioni EDA, Torino 1984) , scritto con Pier Do- 64 menico Clemente e Alberto Grillo. Nel perio- ler, Bistefani, IAR, Mondial Frigor, Gaiero, do in esame il numero di addetti all'industria Linclalor, RISVI, Franger Frigor, Carma, Fra- manifatturiera ha avuto il seguente andamento: mar, Viale, TVR Trino Vercellese Resine, San- ber, Supermangimi Petrini Nord, SATIL, Fra- numero addetti mec, Riseria Giovanni Vignola, Cold Car, Bar- gero Cementi, Gimar Tecno, Prebeton, Vendo 1927 5.375 Italy, Edilferro, COME, Cementi Alta Italia, 1951 5.742 Pastorfrigor, Smyth Europea, Diffusioni Grafi- 1961 6.955 che, Cementi Victoria, Euromac... 1971 6.399 E questi nomi ci dicono bene, da un lato, co- 1981 5.654 me il volto industriale del Casalese si sia arric- 1991 4.381 chito di diverse presenze in settori nuovi e, dall'altro lato, come l'industria si sia allargata Nei primi due censimenti citati domina net- ai comuni intorno (specie, come vedremo più tamente a Casale Monferrato, come numero di avanti, a quelli immediatamente intorno, della addetti, il settore della lavorazione dei minera- "cintura"). Ma eccoci al censimento del 1991, li non metalliferi, vale a dire del cemento e con i 4.381 addetti all'industria manifatturiera dell'amianto cemento (47,50 per cento degli di Casale così suddivisi per grandi settori : addetti manifatturieri nel 1927 e 50,60 per cento nel 1951). Nel 1927 seguivano i settori addetti tessile (13,51 per cento) e dell'abbigliamento (13,02 per cento), mentre nel 1951 seguivano - metalmeccanico 2.381 il settore meccanico (12,23 per cento) e i già - tessili e abbigliamento 688 citati settori tessile (peraltro in netta riduzio- - lavorazione minerali ne: ricordiamo la scomparsa, poco dopo tale non metalliferi 348 data, della gloriosa Maniseta) e abbigliamento. - cartotecnica, stampa,editoria 258 Nel 1961 é ancora preponderante a Casale il - alimentari 236 settore cemento e fibro cemento (39,74 per - legno 196 cento dell'occupazione manifatturiera casale- - chimica e plastica 55 se), ma il settore meccanico comincia ad ac- - cuoio e pelli 40 quistare maggior peso (25,55 per cento) e di- - altre manifatturiere 179 venta poi il settore più importante nel 1981 (36,52 per cento degli addetti del nostro comu- Le cifre del censimento intermedio del 1996 ne, contro il 24,67 per cento degli addetti del ci servono, più in particolare, per sviluppare settore cemento). Se negli anni sessanta co- un discorso di geografia industriale del Casa- mincia ad affermarsi l'industria casalese del lese. La nostra zona contava nel 1996 su un freddo (con l'antesignana Franger Frigor di complesso di 900 unità locali manifatturiere Renzo Francia e Felice Germano a fare da (stabilimenti, unità artigianali, ecc.) per un to- battistrada e da "nave scuola" per altri impren- tale di 10.468 addetti (pari al 23 per cento de- ditori), si rafforza l'industria delle macchine gli addetti all'industria manifatturiera della no- grafiche, dove fu illuminato e indimenticabile stra provincia). Una tabella allegata ci propone pioniere Giovanni Cerutti, con l'ingresso in la "distribuzione" per comuni del Casalese de- campo anche di Rotomec, a San Giorgio Mon- gli addetti appena citati. ferrato. Il tessuto industriale della nostra città Dopo Casale Monferrato (che conta 4.246 e anche della nostra zona, nel tempo, si era di- addetti dell'industria manifatturiera), abbiamo versificato alquanto, presentandosi articolato i comuni di (858 ad- in più settori. detti), Villanova Monferrato (764 addetti), Oc- All'inizio degli anni ottanta, lavorando al cimiano (689 addetti), (588 addetti), piano comprensoriale di Casale, avevamo trac- (496 addetti), ciato una graduatoria dei gruppi e delle (415 addetti)... Sono dati che confermano bene aziende del Casalese ("allargato a Trino") in il rilievo della forte cintura industriale, che si é base al fatturato ed avevamo messo in "classi- creata intorno a Casale. Ma le cifre del nostro fica" questi nomi: Unicem, gruppo Fibronit, prospetto evidenziano anche "nuclei" di indu- Officine Meccaniche Giovanni Cerutti, Eter- strializzazione più discosti e, in particolare, nit, gruppo Poletti & Osta e Rotomec, Pate- l'asse della Valle Cerrina, che da Solonghello lec CEM, IBL, Vibac, Cementi Buzzi, Profa- dell'oreficeria (Crova) si protende fino a Muri- 65 suplier") con nuove acquisizioni in Italia e al- l'estero (USA in particolare). Il gruppo di Via Adam nel 1999 dovrebbe andare sopra i 410 miliardi di vendite, sempre con elevatissime quote di export. Il settore in esame comprende anche la finlandese Valmet Rotomec di San Giorgio Monferrato, oggi organizzata intorno alla sub- holding del converting britannica. E poi ci sono altre unità produttive di completa- mento dell'offerta grafica casalese, quale, ad esempio, Euromac di Villanova Monferrato (che silenziosamente ha già compiuto 30 anni di attività). E per il cemento, all'insegna dello "slogan" che Casale vuole dire ancora cemento (oggi sopratutto per il quartiere generale casalese del numero due del cemento italiano, Buzzi Uni- I fratelli Viale in una foto d’archivio con il cem), va innanzitutto ricordato che nel Casale- padre Luigi, fondatore della Bistefani. se sono operanti, in qualche modo, i maggiori gruppi cementieri italiani, quali Italcementi, sengo, passando per Mombello (citiamo qui la Buzzi Unicem, Merone, Cementi Rossi... Ma Framar) e sopratutto per Cerrina (dove ricordia- sopratutto é su Buzzi Unicem, che é il caso di mo la Patelec del Gruppo SAIAG di Cornelio soffermarci, ricordandone i principali ordini Valetto). di grandezza (oltre 2.100 miliardi di vendite e E' necessario ricordare che nelle cifre citate più di 4.000 addetti), la rete produttiva mon- sono comprese anche quelle dell'artigianato di diale (13 cementifici e 177 impianti di calce- produzione, un complesso minuto e prezioso di struzzo in Italia e 7 cementifici e 64 impianti attività produttive, che sono capillarmente pre- di calcestruzzo all'estero, negli USA e in Mes- senti in tutti i comuni della zona. Ci basta qui ri- sico), le importanti partnerships internazionali cordare che nel solo comune di Murisengo le (con gli svizzeri Vigier, i tedeschi di Heidel- imprese artigiane registrate (contando anche berger Zement, i catalani Molins). Buzzi é sta- quelle di servizio) sono ben 83, contro 71 di to tra i primi cementieri italiani a entrare sag- Cerrina, 52 di Ozzano, 48 di Gabiano... giamente e proficuamente nel settore del cal- Dai numeri in generale passiamo, per spie- cestruzzo. garci meglio, ai settori e, sopratutto, ai nomi di Il Casalese non è fatto solo di "freddo" (che maggiore rilievo. In un recente lavoro per il è diventato, per l’azienda leader del settore, CILO del Comune di Casale Monferrato, trac- “bianco”), macchine grafiche e cemento. Tra ciando una geografia industriale dell Casalese, gli altri significativi settori, ricordiamo qui ci siamo diffusi a illustrare i settori dell'indu- l'abbigliamento (citando Linclalor, Linfleur, stria del freddo, delle macchine grafiche, del Algis), l'industria alimentare (che ha a Villano- cemento. La costellazione dell'industria del va Monferrato, con la Bistefani dei Viale, un freddo conta oggi una trentina di aziende (in- notissimo produttore affermato nel dolciario, dotto compreso), anche se é largamente domi- con importanti quote di mercato a livello na- nante l'azienda leader IAR SILTAL di Teresio zionale: il gruppo ha pure un grosso rilievo Lupano con il "sistema" nel quale possiamo nella grande distribuzione e nei centri com- comprendere IAR, IARP e Cold Car. Il "siste- merciali), l'industria del legno (con IBL del ma", nettamente aperto sull'estero e anche Gruppo Bonzano, che vuol dire anche la più multinazionale nella sue rete, "vale" oggi oltre avanzata logistica integrata del trasporto), l'in- mille miliardi di fatturato. Ma abbiamo anche dustria della gomma e della plastica (da Vibac altri grossi o significativi nomi, come Framec, a Tubi Gomma Torino, a Gimar Tecno...), l'in- Vendo Italy, Mondial Elite,COFI, Pastorfrigor, dustria della stampa (con Diffusioni Grafiche Unifrigor... in maggiore evidenza), l'industria dell'editoria Per le macchine grafiche domina nettamente (Edizioni Piemme), la metallurgia (con Giu- il campo il Gruppo Cerutti, che continua da al- seppino Coppo fondatore di un piccolo “impe- cuni anni nel suo processo di ampliamento ro” del lamierino magnetico)... della gamma di offerta (nel ruolo di "global Carlo Beltrame 66 UNITÀ LOCALI E ADDETTI INDUSTRIA MANIFATTURIERA NEL CASALESE (CENSIMENTO INTERMEDIO 1996)

UNITÀ LOCALI ADDETTI Casale Monferrato 446 4.246 San Giorgio Monferrato 19 858 Villanova Monferrato 25 764 27 689 Coniolo 12 588

Ticineto 9 496 Cerrina Monferrato 26 415 Morano Po 18 246 Mirabelo Monferrato 27 204 Mombello 19 199 Conzano 4 191 22 174 Murisengo 33 154 Ottiglio 8 137 Terruggia 21 128 16 108

Borgo San Martino 15 94 7 91 Alfiano Natta 5 82 17 78 12 63 Solonghello 4 61 Serralunga di Crea 7 52 Valmacca 11 46 Balzola 8 40 Treville 4 36 12 33 Gabiano 12 31 7 29 4 27 3 22 Villadeati 6 18 6 14

Bozzole 4 8 3 8 Cereseto 4 7 Giarole 4 7 Camino 3 6 2 5 4 5 2 4 2 4 Totale Casalese 900 10.468 fonte: nostre elaborazioni (c.b.) su dati ISTAT

67 Il lavoro dei minatori e la tragedia dell’Eternit

Se Casale fu la capitale mentarsi abbastanza be- del cemento, con i natu- ne, fanno uso di buon vi- rali risvolti economici no in generale in quantità positivi, esiste anche l'al- di un litro a un litro e tro verso della medaglia. mezzo al giorno, e non La vita nelle cave era du- presentano più, almeno in ra e pericolosa: purtrop- Ozzano, il pallore che è po, negli anni, le vittime stato notato invece in ca- furono così numerose vatori di altri paesi meno che non si contano. Sol- felicemente situati…». tanto nel recente libro Fra le malattie professio- «Uomini di miniera» nali, oltre ai traumi dovu- (autori Foresto, Pansec- ti agli incidenti, reumati- chi e Zavattaro, edito da smo, neuralgie e disturbi OperO), nella pagina de- dell'apparato respiratorio dicata alle tragedie in (poi identiticati, prevalen- miniera si dà notizia di temente, come silicosi). sedici incidenti che co- Un lavoro molto interes- starono la vita ad altret- sante, puntale e prezioso tanti ozzanesi, fra il 1898 è anche «Cavatori e cave: e il 1955. Nello stesso libro, davvero note- una pagina di storia attraverso il racconto vole, si leggono alcune significative testimo- dei protagonisti», di Maura Guaschino e nianze sulla vita in maniera. C'è anche un Maurizio Martinotti, edito nel 1988 dall'as- prezioso glossarietto del lessico dialettale sessorato alla cultura del Comune di Casale. usato dai minatori ozzanesi e si riportano Nel primo capitolo si dà notizia anche delle brani di una indagine medica sui lavoratori prime agitazioni sindacali dei cavatori, fra il del cemento e della calce casalese tratta da 1906 e il 1908, che ebbero adesioni mode- una più ampia ricerca sulle malattie del la- ste, «seppure nascessero dai numerosi licen- voro che risale al 1906, in cui si legge: ziamenti e dalle dure condizioni di lavoro le- «Questa classe di operai per quattro quinti gate ad un periodo di crisi nel consumo e di lavora sotto terra nelle gallerie o nel fondo contrazione nelle vendite del cemento». E si dei pozzi artificialmente scavati la cui osserva: «Senz'altro il fatto che molti dei ca- profondità oscilla da pochi metri fino e oltre vatori fossero anche contadini - piccoli pro- quaranta. (…) L'aria diventa poco respirabi- prietari, attenti ad evitare lo spauracchio del- le anche dopo lo scoppio delle mine per lo l'emigrazione e dell'abbandono della terra, sviluppo di prodotti gazosi di combustione. costituiva un elemento di freno e finiva con Alla mancanza d'aria invero si ripara me- l'essere motivo di rottura all'interno del fron- diante opportuni tubi di ventilazione. Ma te dei lavoratori». Particolarmente dure, in- nelle cave manca affatto la luce e abbondan- vece, furono le lotte sindacali nel 1921. te vi è l'umidità così da renderne difficile in *** certi giorni l'ingresso…». E ancora: «Il lavo- La micidiale fibra dell'asbesto è invece le- ro delle cave è bene scompartito poiché in gata alla lavorazione dell'amianto. E se il co- genere non oltrepassa per ciascun operaio le losso del settore, l'Eternit, garantì un miglio- 10-12 ore divise in due riprese mediante due ramento delle condizioni sociali di numerose ore di riposo per colazione e tra le varie famiglie di operai casalesi e monferrini (il squadre si alterna il lavoro del giorno con posto nella fabbrica del cemento-amianto fu quello della notte. Gli operai cavatori, mercé a lungo quasi un mito per le classi meno ab- il loro guadagno, hanno la possibilità i ali- bienti), gli effetti delle malattie professionali 68 connesse a questo tipo di lavorazione (oggi bandita per legge) sono stati davvero deflagran- ti, tanto che si è parlato di una vera e propria strage sul lavoro. A partire dagli Anni Ottanta è stata messa in stretta connessione la presenza delle fibre dell'amianto, nello sta- bilimento prima e nel- l'atmosfera della città poi, all'altissimo nume- ro di casi (16 volte su- periore alla media eu- ropea) di mesotelioma pleurico, una malattia incurabile che ha falci- diato vite umane (circa 20 casi all'anno) e che si teme continuerà a farlo almeno per 25 an- ni dopo la conclusione dei lavori di bonifica (il tempo di incubazione della malattia è infatti di circa quattro-cinque lustri). Fra le centinaia di vittime dell'amianto, negli ultimi 15-20 anni è cresciuto il numero di casalesi che non hanno mai lavorato all'Eternit; fra questi, anche il sin- dacalista Guglielmo Cavalli e il consigliere regionale Paolo Ferra- ris. Sul «caso Casale», segnaliamo una pubbli- cazione del '97, «Mori- re d'amianto - L'Eternit di Casale Monferrato: dall'emergenza alla bo- nifica», firmata da Mir- co e dal casa- lese Davide Leporati, con la prefazione di Sergio Cofferati (La Clessidra Editrice, Genova). Ronzone, a Casale, sulla collinetta che sor- *** gerà sulla grande buca all'interno del quale Ai minatori è dedicata la chiesetta di Ro- verranno interrate le macerie dell'ex stabili- lasco, la piccola frazione di Casale che fu mento Eternit di via Oggero. Per non dimen- sede di numerose cave. Un monumento alle ticare. Vittime dell'amianto è previsto invece al m.g. 69 I Cavalieri del lavoro: da Giovanni Sosso ai giorni nostri

Numerosi imprenditori tondino, non lontano da monferrini figurano nel via fratelli Sosso. novero dei 318 Cavalieri Cerrano era stato co-fon- del Lavoro piemontesi datore, nel 1870, con i nominati fra il 1902 e il fratelli Sosso e con altri, 1999. E il secondo in as- della Società Anonima di soluto a ricevere la pre- Casale Monferrato per la stigiosa croce d'oro cottura di calce idraulica smaltata in verde fu l'oz- e aveva introdotto nello zanese Giovanni Sosso, stabilimento di Ozzano classe 1845, nominato un forno innovativo a nell'aprile del 1902 e de- fuoco continuo capace di Giovanni ceduto il 5 settembre del Sosso produrre 200 quintali al 1903: era il terzo dei fra- giorno di calce in zolle, telli ai quali «è dovuto se da primavera a fine au- l'industria delle calci e tunno. Nella società nac- dei cementi ha preso nei quero poi dei contrasti: nostri paesi lo sviluppo Cerrano, vicepresidente, cotanto meraviglioso e cotanto proficuo», mirava a privilegiare la produzione di ce- come si legge in un pubblico documento del mento Portland e nel 1880 finì per dimetter- Comune di Ozzano, datato 1898, riportato si, ma proseguì la sua attività. E lo storico nel recente libro "Uomini di miniera - La Gabriele Serrafero nel suo libro "Anni Tren- calce e il cemento in Ozzano dai Sosso ai ta" lo ricorda così: «Giuseppe Cerrano fu tempi nostri" realizzato da Foresto, Pansec- quello che gli inglesi chiamano un self-ma- chi e Zavattaro. de-man: un figlio delle sue opere. Con la co- Giovanni, dopo la morte dei fratelli Gio- stanza, con l'industre lavoro, con la probità vanni Battista e Pietro (avvenuta nel 1898), esemplare seppe innalzarsi da modeste ori- continuò ad operare per un paio d'anni, poi gini alla comoda agiatezza di un industriale cedette la sua quota ai nipoti, i quali vendet- di prim'ordine». tero l'intera attività nel 1906, con gli stabili- *** menti di Casale e Ozzano, all'Unione Italia- Nel 1912 fu invece la volta della nomina a na Cementi. Cavaliere del Lavoro di Candido Poggio Giovanni Sosso ricoprì molte cariche pub- (1845-1937), noto soprattutto, ai posteri, per bliche (consigliere comunale a Casale e Oz- gli importanti lasciti benefici. Fu agricoltore zano, vicepresidente degli istituti Trevisio e intelligente, con ampie proprietà risicole e in Leardi, presidente del Consorzio per gli ar- collina; abitò a lungo nella sua villa di Ter- gini Terranova) e al suo nome sono legati ruggia (che diventerà poi Casa di Riposo). numerosi lasciti testamentali di interesse Aveva iniziato come affittuario di vaste te- pubblico. Ai fratelli Sosso sono dedicate due nute del Duca di Genova (Castell'Apertole, vie a Ozzano e Casale. Castelmerlino, ecc.). Fu anche imprenditore *** nel settore della compravendita di immobili: A inizio secolo, le nomine erano molto più tramite suo il Comune di Casale acquistò frequenti (attualmente i Cavalieri del Lavo- Palazzo San Giorgio e il complesso del Ron- ro, di nomina del Capo dello Stato, sono 25 zone (caserma e carcere). Fu consigliere co- all'anno in tutta Italia). Nel 1904 fu la volta munale e provinciale, nonché presidente del- di un altro industriale cementiero, Giuseppe l'Opera Pia Misericordia. Alla sua morte, av- Cerrano (1841-1909) al quale è dedicata venuta all'età di 92 anni, esecutori testamen- un'altra via a Casale, lungo il canale del Ro- tari furono nominati suo nipote, l'avvocato 70 Candido Lavagno, il pronipote avvocato Vit- l'impulso di Ottavio Marchino, l'azienda torio Dardano e l'avvocato Mario Cappa: l'o- aveva creato e rafforzato una capillare rete spedale Santo Spirito ereditò una somma va- di stabilimenti, unica a quei tempi. Era pre- lutata all'epoca in sei milioni che consentiro- sente in strategiche localizzazioni dell'Italia no di portare a termine la costruzione e l'ar- Centro-Settentrionale e si spingeva persino a redamento. Numerosi al- Pola, mentre in Istria e in tri legati andarono al Ri- Dalmazia venivano svolti covero di Casale, all'asilo lavori di ricerca e coltiva- di Guazzolo (in memoria zione mineraria. della sorella Teresa Pog- Ottavio Marchino parte- gio Rossi-Querce) e all'a- cipò, pubblicamente o silo di Ronsecco e Palaz- con discrezione, a diverse zolo. opere benefiche cittadine *** e fu anche presidente del- Nel 1937 fu insignito l'Unione Industriale della dell'alta onorificenza Ot- provincia di Alessandria. tavio Marchino (1883- *** 1943), grande figura del- Si resta in campo cemen- l'industria cementiera ca- tiero con Francesco Mi- salese. Il padre Luigi lanese (1872-1948), no- (1843-1915) aveva intui- minato Cavaliere del La- to le grandi potenzialità Il monumento a Ottavio Marchino voro nel 1939, fondatore dei leganti idraulici eser- nel 1902 con Augusto citando la professione di Azzi della Milanese & geometra e aveva avviato a Casale nel 1882 Azzi, a sua volta attiva a Ozzano fino al una fornace per la cottura di calce idraulica 1964 e a Casale fino agli anni '80. e laterizi (la gloriosa "furnasetta", oggi clas- L'attività della Milanese & Azzi, che per sico "pezzo" della nostra archeologia indu- decenni è stato il maggior produttore di la- striale). Qui aveva iniziato a produrre anche stre in cemento-amianto con Eternit e Sace- cemento nel 1878 e nel 1884 aveva impian- vit, verrà poi proseguita dalla generazione tato uno stabilimento per la "fabbricazione successiva: nel 1975 il comando è stato as- di manufatti cementizi". sunto da Maria Vanni Il figlio Ottavio Mar- (1905-1994), moranese, chino, sportivo e indu- Cavaliere del Lavoro dal striale aperto al nuovo, 1988, divenuta presidente fu alla base delle decisio- della Finanziaria Fibronit ni di realizzare nuovi sta- spa dopo la morte del bilimenti e di una espan- marito Eugenio Milane- sione aziendale fatta an- se. Donna schiva, che che di acquisizioni di non ha mai amato la preesistenti ditte. Fu mondanità, si è sempre sempre Ottavio (al quale battuta per dare conti- é oggi dedicato il vec- nuità alla società; prima chio Viale Priocco, all'i- di morire ha donato alla nizio del quale c'é anche parrocchia di Morano al- un monumento che lo ri- cuni beni per la costru- corda, opera dello sculto- zione di una casa di ripo- re casalese Virgilio Au- so per anziani; al suo no- dagna) a stringere stretti Maria Vanni Milanese me sono legati lasciti be- rapporti di collaborazio- nefici anche a Casale. ne con il Senatore Giovanni Agnelli (nonno Quanto al gruppo Fibronit, ha mantenuto la dell'Avvocato dei nostri giorni) e la sua sede finanziaria in città anche dopo aver Unione Italiana Cementi, fino a giungere al- chiuso lo stabilimento: nel frattempo, aveva la fusione del 1933, che diede vita a Unicem abbandonato l'amianto per dedicarsi al «reti- (a sua volta fusasi nel 1999 con Buzzi, per la ver» e ad altre produzioni. nascita di Buzzi-Unicem spa). Intanto, sotto *** 71 Quindici anni prima di Maria Vanni Mila- Economica del Cemento; dedicò anche nese, il Presidente Saragat aveva nominato grande impegno al Rotary, di cui fu Gover- Cavaliere del Lavoro il casalese Luigi Buzzi natore nel 1965-66. Sostenne sempre, in (1907-1992). Era nato dal padre Pietro e da modo convinto e concreto, lo sport: i nero- Pierina Negromanti, primo di quattro figli. Il stellati del Casale FBC fin dal 1936-37 e nonno Luigi era fabbri- poi ancora, costantemen- cante di piastrelle ed te, le squadre giovanili esperto di lavori in ce- locali di calcio ed il Cir- mento, con ampie vedute colo Tennis Casale, che sulle prospettive dell'in- dotò con un suo persona- dustria cementifera, tan- le contributo della pisci- to che i suoi due figli na e di cui fu per diversi (Pietro e Antonio) diven- anni presidente. Sostenne nero produttori di ce- anche le attività dei Sale- mento. La prima cemen- siani: sia quelle di for- teria Buzzi era nata pro- mazione professionale, prio nel 1907, all'uscita che quelle ricreative e re- di Trino verso Palazzolo, ligiose, ed in genere dotata di quattro forni quanto riguardava il Va- verticali: il materiale era lentino, dove in memoria estratto da cave a Brusa- del figlio Maurizio, schetto, sulla riva destra scomparso nel 1982, ed del Po. Luigi Buzzi attraverso la Fondazione Il giovane Luigi aveva che porta il suo nome, un avvenire di grande impegno in quella at- creò il Centro Anziani Buzzi. La sua opera tività industriale: si laureava in Economia e viene continuata dai figli e, ora, anche dai Commercio nel '28 e in Giurisprudenza nel nipoti. '35, a pieni voti e con lode. A Torino, dove Il primogenito, Alessandro, presidente aveva preso residenza per motivi di studio, del gruppo Buzzi, è stato a sua volta nomi- appariva un giovane spensierato e sportivo: nato Cavaliere del Lavoro nel 1998. Inge- praticava calcio, nuoto e poi pallanuoto e gnere chimico, nato nel '33, è entrato nell'a- tennis. Dopo le nozze zienda di famiglia nel '57 con Maria Benazzo, a seguendone lo sviluppo. Torino, nel '32, rientrava Attuale presidente del definitivamente a Casale, gruppo, nel 1988 è stato nella casa di Corso Prin- nominato al vertice del- cipe di Napoli (l'attuale l'Associazione italiana corso Giovane Italia). tecnico economica del L'attività della Buzzi, cemento (Aitec) e della con sede al Valentino e Federazione materiali da stabilimenti a Trino e a costruzione. Nei primi Casale, era importante, mesi del 1999 è diventato ma non tale da impensie- anche consigliere di am- rire i "colossi" casalesi ministrazione dell'Uni- dell'epoca. Dopo i terri- cem spa: era nato infatti bili anni della guerra, un unico gruppo, il nu- con la ricostruzione il mero 2 del cemento in Alessandro dottor Buzzi puntò al po- Buzzi Italia (siamo intorno al tenziamento nella produ- 20% della produzione na- zione del cemento. Nel zionale) ma anche il nu- 1962-65 costruì con l'aiuto dei figli la nuo- mero 2 del calcestruzzo con la controllata va cementeria Presa di Robilante (Cuneo), Unicalcestruzzi, per non parlare delle signi- che divenne una delle più grandi ed effi- ficative quote di mercato negli Stati Uniti e cienti d'Europa. in Messico dove il gruppo Buzzi era già pre- Fu fondatore e primo presidente (1959- sente da anni. Gli uffici Unicem sono stati 68) dell'Associazione Italiana Tecnico - riportati a Casale (nella nuova palazzina in 72 via Luigi Buzzi) e nel settembre '99 c'è stata cato con grande impegno e con grandi risul- la fusione con l'incorporazione di Unicem in tati. «Una persona eccezionale, di grande Buzzi e la nascita di Buzzi Unicem spa, correttezza e onestà: il mio maestro di vita», quotata in borsa, di cui Sandro Buzzi è am- lo ricorda ancor oggi con commozione Bru- ministratore delegato. Nota anche la sua no Raselli, altro mirabellese che ha concluso passione sportiva nel la sua bella carriera nella mondo della vela: è stato CRT come dirigente, di- protagonista di numerose rettore della Tesoreria importanti regate veliche della Città di Torino. mediterranee e transo- *** ceaniche, con molti suc- Un anno prima di Rical- cessi (Giraglia, Transat done, il Presidente Segni des Alizes). aveva insignito della pre- *** stigiosa onorificenza Fra tanti personaggi Giovanni Cerutti, il fon- dell'imprenditoria, nel datore di un'azienda lea- 1963 venne nominato der mondiale. Cavaliere del Lavoro Quest’ultimo ha dato il Paolo (1885- nome ad un'azienda, la 1974), di Mirabello, dove Officine Meccaniche riposa nella tomba di fa- Giovanni Cerutti, che, da miglia. Era un nipote di oltre 50 anni, con le sue don Ricaldone, successo- Paolo Ricaldone mille macchine grafiche re di San Giovanni Bo- che "girano" in oltre cin- sco. quanta Paesi, porta nel mondo anche il nome Nato da famiglia contadina, si laureava in di Casale Monferrato. La prima rotativa ro- Matematica e diventava assistente universi- tocalco venne costruita nel 1947 e fu anche tario a Torino. A 27 anni subentrò allo zio la prima macchina Cerutti ad essere esporta- nella direzione (e proprietà) dell'istituto sco- ta (in Polonia, per la storia), tanto per antici- lastico Ricaldone. Dopo il servizio militare pare un modo "export oriented", che avrebbe nel Genio aeronautico (prese parte alla Pri- poi caratterizzato la "casa" di Via Adam.. ma guerra mondiale), Giovanni Cerutti era nato venne eletto consigliere a Casale nel 1890. Nella comunale a Mirabello e bottega artigiana del pa- consigliere provinciale. dre conobbe certamente Nel frattempo, nel '19, la forgia, mentre presso aveva accettato l'incarico le Officine Bazzi (la più di segretario del senatore storica delle aziende in- Agnelli, ma nel '21 lasciò dustriali casalesi) fece un la Fiat per dedicarsi di primo proficuo training, nuovo interamente al che doveva portarlo pre- «Ricaldone». Iscritto al sto a Torino presso la Partito Popolare nel 1919 Ditta Martina. Il ritorno e vicino a don Sturzo, nel a Casale, dopo la prima '25 si rifiutò di prendere guerra mondiale, fu per la tessera del PNF e do- mettersi in proprio, im- vette lasciare l'insegna- piantando una officina mento. meccanica, in Corso Va- Si mantenne in costante Giovanni Cerutti lentino. contatto con don Sturzo e Dall'officina di Giovanni fu poi membro del CLN del Piemonte. Già il Cerutti usciva una gamma di prodotti assai 4 maggio '45 venne nominato presidente del diversificata e, per alcuni filoni, già conno- collegio dei commissari della Cassa di Ri- tata di contenuti tecnologici, a quel tempo, sparmio di Torino e nel '46 divenne presi- avanzati. Fu così che vennero prodotte an- dente della stessa CRT, incarico che ha retto che macchine utensili e, grazie a contatti fino agli Anni Sessanta e al quale si è dedi- con il finanziere Riccardo Gualino, pure 73 macchine per la Snia Viscosa. L'azienda era legato, e Mariella, consigliere di ammini- anche molto attiva nella riparazione di mac- strazione. chine e fu proprio riparando macchine gra- *** fiche (sembra di fabbricazione tedesca e Tere Novarese Cerutti è stata insignita della Pia Società San Paolo di Alba) che dell'onorificenza di Cavaliere del Lavoro nel Giovanni Cerutti si rese conto che poteva 1984 dal Presidente Pertini. Aveva vissuto al costruire macchine altrettanto valide di fianco del marito Luigi gli anni cruciali del- quelle che stava riparando. lo sviluppo della Società, curando con abi- Nasceva così, nei primi anni dell'ultimo lità ed umanità i rapporti personali con dopoguerra, la Cerutti delle macchine grafi- clienti e collaboratori. La prematura scom- che, l'azienda che doveva diventare, in po- parsa del marito, nel 1973, comportò una chi decenni, leader mondiale nel campo del- scelta coraggiosa rivelatasi fondamentale per le rotative rotocalco per la stampa di perio- l'azienda. «Mi è sembrato naturale - ci disse dici e per la stampa di materiali da imbal- in un'intervista la "signora Tere" - dedicarmi laggio. La macchina venduta nel 1947 fece a continuare l'opera, questa volta in prima storia. persona, come imprenditrice, in un settore Da allora i progressi non si arrestarono più e che è diventato totalmente la mia vita, il mio l'innovazione, elemento portante in Cerutti, fu lavoro, il mio impegno quotidiano». la costante di una azienda (diventerà nel tem- Il suo coinvolgimento nell'attività interna- po un gruppo multinazio- zionale dell'azienda com- nale), che, di anno in an- porta frequenti viaggi in no, occupava sempre nuo- giro per il mondo: e in vi spazi di mercato, co- tutto il mondo è diventa- prendo praticamente tutte ta un prestigiosissimo le aree mondiali. La tappe ambasciatore di Casale. dello sviluppo sono segna- Qui, invece, accoglie con te dalla realizzazione di simpatia, calore e squisi- nuovi stabilimenti. A metà ta ospitalità clienti e visi- degli anni cinquanta ci fu tatori. il "passaggio" da Corso Nel 1990 è stata la prima Valentino ad un moderno persona a ricevere il ri- stabilimento in Via Adam, conoscimento di «Perso- nel 1970 venne realizzato naggio dell'anno della lo stabilimento di Vercelli, rotocalco» istituito dalla poi quello di Casale Due Gravure Association of nella nuova zona indu- Tere Novarese Cerutti America. E' membro del striale... consiglio d'amministra- E sorgeva anche la rete estera di unità pro- zione fin dalla costituzione (e attuale re- duttive e commerciali e di assistenza tecni- sponsabile delle atti- vità europee), della ca. Giovanni Cerutti lavorò a molte di que- Gravure Education Foundation, nata vent'an- ste tappe, vide dunque buona parte del de- ni fa con lo scopo di promuovere la tecnolo- collo e dell'affermazione dell'azienda, che gia della stampa rotocalco: ad esempio, con aveva creata dal nulla, con intelligenza e l'assegnazione di borse di studio o con l'or- impegno non comuni. L'uomo, capace di ganizzazione di stage internazionali di altis- impegno civico (fu sindaco di Occimiano, simo livello. dove la famiglia ha la tenuta San Bernardo) Notevoli anche il suo impegno sociale e il e di passione sportiva (fu amico personale sostegno alle attività culturali. A Casale è, di Costante Girardengo), morì, a 81 anni. fra l'altro, presidente dell'Accademia Filar- Alla guida dell'azienda rimasero i figli monica; nel 1982 ha promosso e da allora Luigi (1920-73), nominato Cavaliere del presiede l'Università della terza età. Decisi- Lavoro pochi mesi prima di morire, e Carlo vo, fra l'altro, è stato il suo ruolo per portare (1922-1983), Cavaliere del Lavoro dal a Casale prima la Scuola di amministrazione 1978. La strada viene oggi continuata con aziendale (intitolata alla memoria del suoce- grande successo dal presidente della società ro e del marito) e poi la Facoltà di Economia Tere Novarese, vedova di Luigi Cerutti, e e Commercio dell'Università del Piemonte dai suoi figli Giancarlo, amministratore de- Orientale. 74 *** buona parte della fortuna turistica del paese. Nel 1991, sono stati nominati Cavalieri «Ero in giunta e facevo un po' da uomo di del Lavoro anche Emilio Lavazza, titolare Vignale a Torino. Avendo saputo che gli ere- dell'omonima ditta torinese insieme al cugi- di Callori vendevano il palazzo per ottanta no Alberto, figlio del fondatore Pericle La- milioni sono riuscito ad interessare il presi- vazza, nativo di Murisen- dente Viglione all'acqui- go, e il vignalese Rossi- sto da parte della Regio- gnolo. ne», ricordò Rossignolo *** in un’intervista. Gian Mario Rossi- *** gnolo è nato nel 1930 L'ultimo monferrino - in nella casa in cui abita ordine di tempo - nomi- ancora la madre, Anna nato Cavaliere del Lavoro Cabiati; il padre Flavio è Luigi Bonzano, presi- era titolare di un nego- dente del gruppo IBL (le- zio di calzature nella gnami e servizi logistici) piazza principale di Vi- insignito nel giugno del gnale, davanti a palazzo '99 dal Presidente Ciam- Callori. Dopo il Liceo pi. Nato a Rosignano nel Scientifico a Casale, si è 1925, geometra, nel '47 laureato a pieni voti in ha iniziato a lavorare, Economia e Commercio Gian Mario sulle orme del padre a Torino e ha iniziato la Rossignolo Enrico, nel commercio e sua scalata ai vertici nella lavorazione del le- mondiali, nel campo economico ed indu- gno; l'azienda, che negli Anni '50 era una striale. piccola segheria con una trentina di dipen- Dopo essere stato al vertice della Lancia e denti, nel '59 ha iniziato la produzione di uomo di punta della Fiat, è diventato presi- compensato di pioppo e poco dopo quella dente della Zanussi e della Riv-Skf: tra gli dei paniforti listellari. innumerevoli riconoscimenti, quello di con- Da quell'epoca il gruppo Bonzano (al fian- sole generale di Svezia di cui è Grande Uffi- co di Luigi, nel '55 era arrivato il fratello ciale dell'Ordine Reale. Bruno, e in tempi più re- Clamorosa, nel 1998, la centi si è aggiunta la ter- sua ascesa come presi- za generazione) ha sem- dente dotato di «pieni po- pre sviluppato la sua atti- teri» al vertice di Tele- vità: nuove produzioni com, carica che ha ab- (segati, imballaggi), ac- bandonato dopo pochi quisizioni di aziende del mesi, con tanta amarezza, settore, allargamento tornando ad occuparsi dell'orizzonte alla logi- delle vicende del gruppo stica, ai servizi e ai tr svedese di cui fa parte asporti. Zanussi. Il gruppo comprende og- Malgrado una carriera gi diverse aziende, in Ita- eccezionale che lo ha lia e all'estero (principal- portato spesso, anche mente Polonia e Unghe- geograficamente, piutto- ria), tra cui Ibl di Conio- sto lontano, ha sempre lo (seguita soprattutto conservato legami Luigi Bonzano dal fratello Bruno), Vil- profondi con la sua terra lanova spa (nell'Astigia- e con il paese. La Zanussi, ad esempio, ha no, dove Luigi Bonzano si sta occupando at- sponsorizzato la squadra di tamburello a tivamente di logistica, trasporti e nuove ac- muro di Vignale. E' stato anche assessore in quisizioni all'estero), Zacchetti di Romagna- paese e con il sindaco Spada propiziò l'ac- no Sesia e Argol, nel Cremonese. Il fatturato quisizione di palazzo Callori, da cui sareb- complessivo, nel '97, è stato di oltre 300 mi- bero nati l'Enoteca, il festival della danza e liardi, con 1.200 dipendenti. 75 Arnaldo Morano, grande liutaio A Rosignano le magìe di un autodidatta

PERSONAGGI A Rosignano, paesi- no arroccato sulla seco- lare rocca tufacea, dove le abitazioni sono tal- volta quasi scavate nel- la roccia e la pietra è ri- masta un elemento do- minante nel paesaggio, vive Arnaldo Morano uno fra i più quotati liutai d’Italia e d’Euro- pa. Morano - nato a Tori- no l’8 gennaio 1911 - dopo aver passato un periodo in Francia (ne- gli anni della prima guerra mondiale) si tra- sferisce a Rosignano Monferrato, paese d’o- rigine del padre. Finita la guerra vive per un periodo a Monti- glio, poi ancora a Rosi- gnano, e qui inizia ver- so l’età di dodici anni a imparare il mestiere rimasto stupito di tanta determinazione e ini- del falegname, esercitato dal padre. ziativa. Proprio in questi anni fa le primissime pro- «Anche il secondo l’ho fatto senza sapere ve di liuteria. Affascinato dalla musica e in nulla», ricorda Morano. «Le curve del violino particolare dagli strumenti ad arco desidera sono scolpite; io avevo piegato le tavole e imparare a suonare il violino. Ma non aveva avevo usato legno di noce per il fondo e abete strumenti a disposizione. «Per me allora - per la tavola». racconta lo stesso Morano - vedere un violino I primi successi liutistici vengono nel 1937 era una cosa meravigliosa. Mio cugino suo- quando prende parte, fuori concorso (sono nava e anch’io volevo imparare ma non ave- scaduti i termini delle iscrizioni), alle celebra- vo lo strumento, così me lo costruii. Non era zioni organizzate a Cremona per il terzo cen- un violino vero e proprio, era una cassetta a tenario della morte di Stradivari, dove - am- forma di violino». messo eccezionalmente per il pregio degli Da una settimana all’altra dunque il piccolo strumenti - ottiene un diploma di riconosci- Morano (che doveva tra l’altro aver lavorato mento e l’incoraggiamento a continuare nella piuttosto sodo) si presenta a lezione con qual- propria attività. cosa che assomiglia a uno strumento. Un pri- Nel 1938 si trasferisce a Torino, dove risie- mo spigoloso tentativo - fatto di assicelle in- derà continuativamente fino al 1967. Da quel- chiodate e verniciate - e tutt’ora conservato l’anno ritorna a Rosignano, dove vive tutt’o- nella bottega del maestro. È facile immagina- ra. Attualmente Morano è uno dei liutai più re la sorpresa dell’insegnante di musica che rinomati d’Europa, e pur senza aver mai par- da un lato gli avrà spiegato che un violino era tecipato con assiduità a concorsi di liuteria è ben altra cosa, dall’altro sarà indubbiamente stato più volte premiato. Nel 1937, come det- 76 Arnaldo Morano è un esponente di spicco del settore dell’artigianato, realtà economica e ricca di valori in tutto il Monferrato, oltre che nel Valenzano (basti pensare al comparto orafo). Una realtà tutta casalese, al confine fra commercio, artigianato e risorsa turistica, è costituita dal no- to mercatino dell’antiquariato, che si tiene da oltre 25 anni in città, la seconda domenica di ogni mese e il sabato precedente. to poco sopra, ottenne un diploma al «Con- strumentale, eseguendo preziosi recuperi e corso internazionale di liuteria di Cremona», delicati restauri di strumenti di valore inesti- e allo stesso concorso ottenne, nel 1949, il mabile: Amati, Stradivari, Guarneri del Gesù, primo premio per la classe di violino e il Guadagnini. quarto per la viola. Nel 1953 ha ottenuto Attualmente la sua bottega è frequentata da dall’«Istituto de Cultura Americana» bolivia- giovani che con lui si perfezionano nell’arte no un diploma honoris causa, e lo stesso il 1° della liuteria. luglio 1955, a New York, dall’«American In- Appesa a un filo nel laboratorio del maestro ternational Academy of United States of accanto all’ultimo «Morano» l’angolosa America». «cassetta a forma di violino» del 1924 segna Nel settembre del 1987 la sua liuteria di al- gli inizi di una vicenda di intelligenza e pas- tissimo livello gli è valsa la medaglia d’oro sione che trova nelle forme sinuose e quasi al «Concorso nazionale di liuteria città di sensuali dell’ultimo (per ora) strumento la Baveno». Ad Arnaldo Morano è stata inoltre sua espressione più compiuta. Forme nelle dedicata una pagina sull’enciclopedia Arte quali si raccoglie l’eredità di secoli di inge- italiana per il mondo, edita da Celit, e un gno, un’eredità tramandatasi senza che mai ampio profilo sul volume «Liutai italiani di svelarsi completamente nemmeno ai suo stes- ieri e di oggi» di Gualtiero Nicolini. si artefici. La sua bottega è stata per decenni riferi- Arnaldo Morano ha scritto in questa storia mento dei principali violinisti d’Italia e d’Eu- secolare il proprio segreto, la formula che re- ropa, Salvatore Accardo, Uto Ughi, Dino sterà celata, palese e occulta, nell’acero bom- Sciolla, solo per citarne alcuni. bato dei «Morano» per sussurrare ancora, fra Liutaio, restauratore, archettista, Morano trecento anni, il proprio inattingibile mistero. «ha ridato vita», a strumenti che parevano or- Arnaldo Morano è un autodidatta. mai definitivamente perduti al patrimonio Massimiliano Francia 77 Krumiri, dolci tipici di Casale La tradizione continua in via Lanza

Il krumiro è il dolce ti- pico di Casale, è prodotto in maniera artigianale dal laboratorio Portinaro. E' un dolce che il turista può scoprire a naso... seguendo il profumo di aromi e spe- zie rare che aleggia appena passato il voltone di piazza Mazzini. Il laboratorio si trova in via Lanza, sulla destra per chi arriva dalla piazza. L'origine dei bi- scotti, dalla caratteristica forma bitorzoluta, è ancora incerta. I sabaudisti preferiscono far risalire l'invenzione al- l'anno di morte del re d'Ita- lia, Vittorio Emanuele II (1878), dei cui baffi a ma- Tea Portinaro nubrio i dolci casalesi sa- rebbero l'immagine. E que- sta ipotesi potrebbe avvalorare la concessione dolce e gustarsi col caffè e col thè. Questa del «Diploma di Provveditore» di Umberto I specialità gustosissima è prodotta dal si- e dei Principi di Casa Reale. gnor Domenico Rossi in Casale Monferrato I localisti sono convinti che l'invenzione sia ed è esposta nella galleria d'Agricoltura al- nata al termine di una serata al «Bottegone», l'Esposizione in Torino». il famoso caffè di piazza Mazzini, trascorsa in Potrebbe essere questa l'origine (oggi meno abbondanti libagioni di un liquore di moda in accettata) del legame tra i gustosi biscotti e la quegli anni, il krumiro appunto. tribù araba della Tunisia (in francese krou- Domenico Rossi, l'inventore della ricetta, mir), contro cui i francesi dovettero scontrarsi ricevette molti apprezzamenti e la sua parte- durante l'occupazione coloniale del paese. cipazione all'Esposizione Universale di To- Per imprigionare il delicato aroma dei bi- rino del 1884 fu premiata con la medaglia di scotti simbolo di Casale, la famiglia Ariotti, bronzo. In quell'occasione la Gazzetta scris- succeduti all'inventore, introdussero la rarissi- se questo elogio solenne: «Non alzate le ma confezione in legno, sostituita nel 1953 spalle, amico lettore, non si tratta mica di dai Portinaro con l'inconfondibile scatola di quelle povere comparse delle frontiere della metallo, dal colore rosso. Tunisia, che forniscono il pretesto à nos Sono stati i Portinaro, appunto, a ridar anti- bons amis les Francais d'impadronirsi della ca fama ai dolci: prima Ercole, poi il figlio Reggenza; mai più! Si tratta di ben altro. Romolo prematuramente scomparso, la tradi- Sentite: i krumiri di cui vi parliamo sono zione continua con Dorotea moglie di Romo- una confettura deliziosa, composta di pura lo e la loro figlia Anna; producono i krumiri semola di frumento, e che ha la specialità di uno per uno (alta pasticceria) conservando conservarsi lungamente, sempre fresca e scrupolosamente il segreto della ricetta ultra- sempre delicatamente profumata. Si può centenaria. servire a fin di tavola come il più delizioso l.a. 78 Cent’anni di architettura in città: ripensiamoci per viverla meglio in futuro

Mi è stato chiesto di schi (l’Agro Callori, trattare la storia degli Viale Priocco ...) e, infi- ultimi cent’anni della ne, le affascinanti e un nostra città, affrontan- po’ misteriose tracce do l’aspetto urbanisti- della cosiddetta “ar- co e architettonico. cheologia industriale”. Il tema ha subito su- Vedete ... anche il No- scitato il mio interesse. vecento ha avuto i suoi Ho sempre amato in “gioielli”: una serie di modo un po’ “dialetti- segni eloquenti che ci co” la mia città e penso consentono di ricostrui- di avere imparato mol- re un filo conduttore, to, studiando con atten- contrassegnato da uno zione i suoi pregi e i spiccato connotato “uti- suoi difetti. litaristico”. E mi sono messa a Per preparare questo pensare. mio scritto ho addirittu- Partendo da lontano ra voluto sperimentare ho capito che ogni se- una percorso che avesse colo - nel settore archi- come tema “Casale: che tettonico - ha avuto a Il complesso scolastico di piazza Medaglie cosa abbiamo costruito Casale i suoi “emble- d’oro appena ultimato. nel XX secolo”. E in mi”. una giornata di fine set- Il periodo romanico: ci ha dato la bellissima tembre, verso le nove di sera, in bicicletta Cattedrale; (mezzo di trasporto sicuramente più sfruttato il periodo gotico: ... a suo modo, la chiesa di all’inizio del Novecento) ho provato a percor- S. Domenico è un segno di quell’epoca; rere io stessa quel filo conduttore. il periodo rinascimentale: ricordiamo il pa- Pedalavo alacremente e talvolta rallentavo lazzo di Anna d’Alençon; con piacere, accorgendomi che quei «monu- il periodo barocco: quante meravigliose te- menti» che ho elencato prima hanno rappre- stimonianze ci ricordano quel periodo così ric- sentato in passato un proficuo «effetto calami- co dal punto di vista artistico... dalla cupola di ta», creando in più punti della città il fulcro di S. Caterina, alla Torre Civica fino alla bellezza una consapevole espansione. di via Mameli e di tutti i suoi palazzi. Riemergevano, nella mia memoria, i ricordi Quale poteva essere, invece, il simbolo del delle cose studiate ai tempi dell’Università. Un Novecento? collage di notizie che - quella sera - mi hanno Anche se scioccamente non abbiamo mai at- aiutato a riscoprire cose che avevo forse sotto- tribuito ad alcuni evidentissimi “segni architet- valutato. tonici” la nobile etichetta di “monumento”, E così voglio proporvi un riassunto della questi emblemi, nella nostra città, ci sono!. storia recente di Casale dal punto di vista edi- Sono i grandi edifici di interesse civile da sem- lizio e urbanistico. pre superficialmente confinati nella sotto-cate- goria della “funzionalità”: La storia “urbanistico - edilizia” della no- la Caserma Nino Bixio, l’Ospedale, la Cir- stra città nel Novecento. convallazione, il grande complesso scolastico Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del No- delle scuole elementari “Martiri della Libertà” vecento, in concomitanza con il vorticoso svi- e dei Licei Classico e Scientifico, il Campo luppo dell’industria cementiera, Casale vede sportivo, il Ponte sul Po, i quartieri novecente- una clamorosa spinta demografica. 79 Veduta aerea di Oltreponte negli Anni ‘50: si notano i primi palazzi e, sulla sinistra, l’insedia- mento dello stabilimento Cerutti.

Le mura vengono completamente abbattute piccole unità abitative che testimoniano uno e si sviluppano i primi progetti urbanistici. stile semplice e decoroso, trasformando rapi- La città si apre verso l’esterno e prende l’av- damente una parte di campagna in quartiere vio la tipica espansione a “raggiera”, indotta residenziale periferico. dall’intramontabile criterio della viabilità. Ve- 1927 La zona del Ronzone viene ingloba- diamone le tappe cruciali. ta nella città: rappresenta l’emblema della 1908 Viene demolito il bastione “S. Anna” grande risorsa dell’economia locale: il ce- e si pongono le basi di un collegamento stra- mento. Lì ci sono case, uffici e stabilimenti. dale agevole con la zona collinare a sud della Una città nella città. Proviamo a imma- città. Viene meglio configurata la circonvalla- ginare la vita attivissima che animava quelle zione interna, che chiameremo d’ora in poi vie su cui si affacciavano gli stabilimenti, corso Manacorda. con le loro palazzine destinate a uffici; men- 1911 Viene redatto il Piano regolatore per tre nei cortili, poco lontano da lì, si svolgeva la zona “Agro Callori”: un quartiere che si la vita dei lavoratori e delle loro famiglie. configura subito come un’area residenziale po- 1929 Con l’abbattimento della testa di sta al di là della circonvallazione interna (il ponte militare, viene acquisito il suolo del ter- corso Manacorda: a cui si era dato inizio nel- ritorio dell’Oltrepò, quello che noi oggi chia- l’Ottocento, proprio sulla scia dello sviluppo miamo Oltreponte. industriale). Viene costruita la caserma Nino 1945 Subito dopo il tragico periodo belli- Bixio. co, inizia la realizzazione di consistenti inizia- 1912 Inizia l’espansione del “Valentino”, tive edificatorie nella zona di Oltreponte. Il fe- una zona posta lungo un’arteria di uscita dalla nomeno si sviluppa molto velocemente. Nel città. Ricordiamo che la “prima pietra” della 1957 si darà inizio alla costruzione della chie- chiesa del Valentino (il Sacro Cuore di Gesù) sa di Oltreponte. era stata posta già nel 1911. 1950 - 1960 L’area compresa tra l’Ospedale 1926 La cooperativa “Sedula” costruisce e la città - rimasta vuota fino a quel momento - le “case dei ferrovieri”, al di là della ferrovia: incomincia ad urbanizzarsi: sorgono nuove ca- 80 Sempre a metà degli Anni ‘50, di fronte all’ospedale Santo Spirito sorgeva un unico palazzo: sullo sfondo, alle spalle dell’ospedale, l’insediamento della Franger Frigor. se nello spazio compreso tra due assi viari: il Proviamo ora a valutare i “fatti”, distinguen- Priocco e il Valentino. do fra quelli che sono stati attuati prima della 1960 - 1970 Si completa e si consolida il seconda guerra mondiale e quelli che, invece, tessuto piuttosto disomogeneo che si era com- sono stati attuati dopo il 1945. posto durante i decenni precedenti. Viene in- tensificata la densità delle costruzioni all’inter- Una prima riflessione: ciò che è avvenuto no dello spicchio compreso tra il Valentino e il nella prima metà del nostro secolo. Priocco (la “Furnasetta”), si inizia a costruire In questo periodo il ruolo della “Municipa- verso l’argine del Po, su un’area fortemente lità” è molto importante nel settore edilizio. decentrata, al di là della caserma Nino Bixio Dislocando in certi precisi punti della città (il “Casermone”). Questa era stata fino a quel l’Ospedale, il Campo Sportivo, le Scuole, il momento una zona di baracche e di orti ed è “Casermone” oppure costruendo la Circon- ora la zona che viene chiamata “Nuova Casa- vallazione, la struttura pubblica che ammini- le”. stra la città sottolinea la propria capacità di 1970 - 1980 Sulla spinta della nuova legi- “decidere”, influenzando fortemente, con slazione nazionale, che coinvolge gli enti pub- queste scelte, i fenomeni di espansione. A blici nel processo di edificazione, esplodono quel tempo quelle zone erano completamente due nuovi punti di aggregazione: corso Verdi e libere: gli insediamenti residenziali incomin- via Cardinal Massaia. In queste due zone sor- ciarono a svilupparsi dopo la costruzione di gono condomini costruiti in economia, con edifici pubblici che, come ho detto all’inizio, un’alta densità edificatoria, realizzata secondo al di là della loro spiccata funzionalità, meri- modelli compositivi fortemente standardizzati. tano la qualifica di “monumento”. E dico Illustrando sinteticamente i fatti urbanistici questo alludendo non solo alla dimensione ed edilizi che Casale ha vissuto in questo seco- importante della costruzione, ma anche ai lo, mi sono fermata al 1980 perché da quel suoi aspetti architettonici e decorativi. momento in poi non si sono verificate signifi- E’ anche evidente che, nei primi decenni cative trasformazioni nella forma della città. del Novecento, emergeva, all’interno dell’at- 81 tività costruttiva corrente, una certa sensibi- lato un’indole, come dire... un po’ casuale, lità per l’aspetto estetico del prodotto edili- una condizione da cui talvolta - tuttora - si zio. Si pensi alla coerenza dei vari interventi tenta magari di emergere, cedendo a tentazio- realizzati nella zona del Priocco oppure nella ni vanitose e incoerenti. Come se - stufi di zona dove sorgono le “Case dei Ferrovieri” . vestirci con abiti sempre uguali e consunti - decidessimo di renderci più interessanti ag- Un’altra riflessione: ciò che è avvenuto giungendo , per andare al lavoro, un cappelli- nella seconda metà del nostro secolo. no con piume colorate e strass. Eh, sì: dopo la guerra molte cose cambia- no. E quindi? Gli ultimi “vessilli” della nostra urbanizza- “Ma sì è vero... queste cose non sono suc- zione sono proprio quelli che ho elencato pri- cesse solo a Casale. Questa è una situazione ma: l’Ospedale, le Scuole, il Ponte sul Po ... e che si è verificata in tutte le città d’Italia La forse noi non ce ne siamo mai resi ben conto! schizofrenica attività costruttiva del dopo- Gli edifici pubblici (e in questa categoria ci guerra ha provocato un vero e proprio disa- metto entrambe le istituzioni: quella civile more per i luoghi in cui abitiamo”. Pensavo ma anche quella religiosa!) costruiti prima concludendo il mio accurato, ma soprattutto della seconda guerra mondiale hanno rappre- accorato, viaggio in bicicletta. sentato l’ultimo segno della “monumenta- Sì, è vero, ma ... non è il caso di rassegnar- lità”. si! Dopodiché sembra essersi un po’ dissolta la Io continuo ad amare in modo un po’ “dia- volontà di disegnare lo sviluppo urbano, “ca- lettico” la mia città... E credo fermamente lamitando” con qualche intervento pubblico che proprio partendo da queste considerazio- importante l’espansione della città. Fa ecce- ni si possa incominciare a “ricostruire la zione la chiesa di Oltreponte: bel monumento città”. Potremo fare un sacco di cose, nel che viene costruito quando la zona è già satu- duemila: cose piccole e cose grandi... risco- ra di condomini residenziali. prire e valorizzare i punti salienti dei nostri Questa chiesa nonostante la sua nudità ci quartieri periferici, coordinare i colori delle fa capire che il quartiere ha un punto centra- case.... dentro e fuori dal centro storico... le, inequivocabile, proprio lì, nel mezzo. Sì, ne sono certa, tra una decina d’anni Vediamo ora l’aspetto decorativo comples- qualcuno tornerà a fare un giro in bicicletta, sivo dei nuovi interventi. in una sera di settembre, e questa volta non Per le iniziative edilizie Casale sembra ri- tirerà diritto: si fermerà ad ammirare un an- nunciare a qualsiasi intenzione “simbolica”. golo, uno scorcio, sarà attirato da un “arredo Nasce il modello del “condominio”: le co- urbano” che è anche comunicazione sociale, struzioni sono disposte in modo anonimo: sosterà in più di una piazza ad ascoltare le lungo le strade. Sembra decadere l’esigenza voci di chi parla e di chi gioca, ammirerà al- di abbellire il “quartiere” con qualche segno beri e fiori, potrà tornare a casa, finalmente, particolare: una piazza, un emblema... con un po’ di provvidenziale ritardo e comun- Pensiamo al quartiere del Ronzone, a quel- que, in nessun punto si sentirà perso nell’ano- lo del Valentino. Oppure alle due ampie e im- nimato, perché, come dice Mario Botta citan- portanti zone agli estremi opposti della città, do Heidegger, “l’uomo abita quando ha la ca- denominate l’una “Nuova Casale” e l’altra pacità di orientarsi all’interno di uno spazio”. “salita S. Anna”. Rosa Maria Cappa In quella sera di settembre, durante il mio viaggio in bicicletta che aveva come tema BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE “Casale: cosa abbiamo costruito nel XX se- Vera Comoli Mandracci, Studi di storia del Pie- colo”, in queste zone, edificate dopo la guer- monte: Casale, in “Studi Piemontesi”, nov. 1973, ra, cercavo la “calamita”... che ne so: una vol. II, fasc. 2 piazza, un luogo in cui poter dire: “Ecco: Idro Grignolio, Casale Monferrato, Media Editri- questo è il punto di riferimento del quartie- ce, Villanova Monferrato, 1983. re”.... Ma la “calamita”, proprio, non riuscivo Attilio Castelli, Dionigi Roggero, Casale. Imma- a trovarla. Né al Ronzone, né alla “Nuova Ca- gini di una città, Edizioni Piemme, 1986. sale”. Luigi Angelino, Idro Grignolio, I tesori delle Nell’attività “del costruire”, dalla seconda chiese-3 Casale, Editrice Monferrato, Villanova guerra mondiale in poi, i casalesi hanno sve- Monferrato, 1997. 82 I grandi restauri di Casale Il Duomo del Giubileo e il progetto castello

Tra le poche (di solito sono del Guala). Imponenti (e co- dall’altra parte dell’obiettivo) stosi, per le misure di sicu- foto che mi ritraggono una rezza) i lavori (impresa Ga- mi è particolarmente cara: nora su progetto Castelli-Fu- sono in cima alla torre civica, sari) al Teatro Municipale a fianco della palla in pietra con le argentature alla mec- da cui parte la banderuola in- ca. Ne è uscito un piccolo sieme all’assessore ai lavori Carignano che stupisce sem- pubblici Paolo Ferraris. pre spettatori e attori per la E’ cara per l’amico che non sua bellezza. c’è più e che tanto ha fatto Il connubio pubblico-privato per la sua città ed è cara per (Degiovanni) ha portato al re- il restauro del simbolo di Ca- cupero del complesso di San- sale, un lavoro fatto bene (gli ta Croce, da un lato la galleria affreschi del Vignoli sembran commerciale (con entrata in ripassati ieri). In oltre via Roma) dall’altro lato i lot- trent’anni di cronaca locale e ti che sono serviti al Museo pagina di cultura ci siamo ap- Castello Civico e ai suoi ampliamenti passionati nel vedere la città (progettisti Raineri e Fusari) cambiare volto, molto è stato fatto (anche se Finirà nel Duemila per il Giubileo il restauro tanto resta da fare). del Duomo, massimo monumento della cri- Il complesso israelitico di vicolo Olper è un stianità casalese, uno degli esempi più impo- cantiere aperto: la Sinagoga è tornata a brilla- nenti del romanico-gotico, questo grazie a re nei suoi ori (dieci milioni di oro zecchino fondi pubblici e a generosi contributi privati del 1969!) e a fianco splende il Museo ebrai- che finanziano imponenti lavori della Novaria co che attira (giustamente) turisti.Si è creata all’interno (v. testimonianza di un sopralluo- anche una sala espositiva temporanea ed è in go al nartece) e di Res Nove di Sansone al- allestimento (ipogeo) la sezione arte moder- l’esterno. Bello il programma «sacrestia aper- na. ta» (di don Renato Della Co- Un anno di lavoro (1968-69) sta) per valorizzare il tesoro del di Pietro Vignoli aveva riportato Duomo. la grande cupola di Santa Cate- In San Domenico un grosso la- rina coi suoi affreschi tiepole- scito (eredità Turcotti) ha per- schi alla primitiva bellezza. messo di portare alla luce il Nella stessa epoca si restaura- vecchio chiostro (progetto vano gli interni della chiesa di Cappa), restaurare la facciata San Paolo, del Comune, di pa- lapidea (studio Nicola e Res lazzo Treville, San Michele (un Nove), illuminare l’interno ed bumbunin). Più avanti S. Ilario effettuare grandi interventi sul- e l’Addolorata (gran lavoro dei la staticità Pagella) e l’auditorium S. Chia- In coda il lavoro più comples- ra (progetto dell’arch. Rosa so che riguarda il castello, per Maria Cappa) . finanziare il quale per la prima Abbiamo visto risanare la volta il Comune ha emesso i Baronino (progetto dell’arch. suoi Boc. Al momento in cui Cesare Volpiano) e quasi tutti i diamo alle stampe questo volu- palazzi di via Mameli (che bel- me l’impresa Bonelli di Sala è lo il Sannazzaro con le volte Baronino: Volpiano e Nicola arrivata al terzo e ultimo lotto 83 dei tetti, segue per il Co- materiale: un'arenaria mune il geom. Mombello. giallo rosata molto simi- Il progettista è l’arch. le a quella utilizzata nel Flavio Conti, milanese, tiburio e un calcare fos- uno dei più grandi esperti silifero, bianco-avorio di italiani di castelli. Secon- grana media. I prece- do la sua ipotesi di utiliz- denti interventi di re- zo il 50% delle sale do- stauro in questa fascia vrebbe essere destinato al- sono stati molto pesanti la biblioteca civica (oggi tanto da mettere in peri- alle strette e con magazzi- colo la leggibilità delle ni poco sicuri in palazzo figure. Langosco), il resto al mu- I lapicidi lavoravano sul seo dell'asta fluviale (un posto, alcuni capitelli 'quasi archeologico' del appaiono non conclusi. Po), a uno dell'architettura Salendo abbiamo potuto bastionata («in Italia non osservare da vicino l'in- esiste», dice Conti) e a Addolorata crocio delle nervature, uno relativo alla vita citta- sono portanti gli archi dina e alle attività produttive («non ci stareb- orizzontali. Si stan cercando tracce di de- be male un’enoteca»). Il progetto si inserisce, corazioni pittoriche precedenti all'inter- nel percorso turistico-culturale Castello, Duo- vento del Mella (sono risultate ad esempio mo, complesso israelitico e Museo Civico. sui motivi a treccia di alcune colonne). I Un castello che vive. Luigi Angelino lavori nel nartece si presentano alquanto complessi. Prima di uscire, una breve visita alla Un lavoro imponente quello di riportare cappella del Santissimo Sacramento al il Duomo alla primitiva bellezza per il Giu- contiguo monumento funebre del primo bileo del Duemila; ce ne rendiamo conto vescovo, Bernardino Tibaldeschi, in fase (aprile 1999) salendo, piano, piano, fin sot- di avanzato restauro. L'operatrice sta to le volte (coi regolamentari caschetti bian- agendo sul marmo, sul viso, quasi lo acca- chi forniti dalla Novaria Restauri) e con la rezza... l.a.-dr. fortuna di avere come guida gli architetti Ste- fano Martelli (ales- sandrino) e Raffaella Rolfo (murisenghese abitante a Trino), diret- tori dei lavori. Usiamo la scaletta circolare scavata all’in- terno dei matronei e usciamo al ponteggio, ci fanno notare le pri- me campionature sui materiali della facciata, sono grandi mattoni medievali, tracce ogi- vali denotano finestre poi occluse, sono in corso ulteriori indagini sulle malte per le data- zioni. Finalmente pos- siamo vedere da vicino i capitelli romanici che ornano il matroneo. Il

84 San Domenico: si salva (1970) un affresco della navata soppressa, sul ponteggio Giulio Bour- bon e Guido Nicola; sotto, Teatro Municipale: argentatura alla mecca, osservano il restaurato- re Vignoli l’arch. Castelli e le ispettrici della Soprintendenza Moro e Guerrini.

85 Cent’anni di guerre e monumenti Il più importante? Quello di Altavilla

Il '900 è stato un secolo di stera”. guerre per l'Italia. Come del resto In Casale e nel Monferrato opera- lo era stato l'800! Moltissimi fu- rono, più che il vecchio, malato e rono i soldati caduti nella guerra contrastato Bistolfi (che vide la di Libia (1911-1912), nella Gran- sua opera, il grandioso Monu- de Guerra (1915-18), in quella mento ai Caduti di Casale, inau- d'Etiopia (1935-36), nella camuf- gurata solo nel 1928), vari artisti fata guerra di Spagna (1939), quali Guido Capra, Nino Campe- nell'occupazione dell'Albania se, Antonio Maria Morera, Pietro (1939), e poi nella seconda Guer- Canonica, ed in sottordine, il ver- ra Mondiale (1940-45). cellese Attilio Gartmann, il mon- E per ricordare la gioventù per- calvese Ercole Donna, e poi Mal- duta sui campi di battaglia, spe- vani, il cap. ing. Baldini, Mom- cialmente dopo la prima guerra belli di Villanova, Luigi Carpe- mondiale, tornata la pace, in tutte gna, Cremasco, Betta, Contratti, le città e paesi - anche per solle- Fantoni, Giorgis, Stagliano. citazione governativa - sorsero Ricordiamo che il giovane Capra monumenti, dalle semplici lapidi, aveva già eseguito per Ozzano il stele, con poche decorazioni o monumento a Beniamino Ferraris bassorilievi ai più simbolici e so- e ai Caduti in Libia nel 1912. Ma fisticati monumenti. E tornò di dopo di allora eseguì. varie lapidi moda la frase di Orazio (Odi - III in bassorilievo (anche a Casale - 2 - v.13) "Dulce et decorum est per gli Ex Allievi del Leardi) e pro patria mori", che tutti abbia- monumenti: a Vignale, Casale mo imparato sui banchi di scuola Popolo, Villanova, Balzola, Quar- (e che Leonardo Bistolfi volle in- gnento, ancora a Ozzano, Motta cisa sulla base del suo gruppo "Il de' Conti, Candia, Fubine, Ram- Sacrificio" posto (1906-11) alla ponio Verna di Como, Forneglio, sinistra dell'ampia scalinata del- Ponzano, Montemagno ed ultimo l'Altare della Patria). (1959) a Frassineto; ma fece poi Ma Bistolfi fu il grande rap- ancora monumenti ai Partigiani presentante artistico di un'epoca Altavilla Caduti a San Giorgio, Condove al tramonto. Dal punto di vista ed il Cristo in pietra nel Sacrario estetico un critico di alto livello nel 1923 sulla dei Partigiani nel Cimitero Urbano di Casale. rivista "Emporium" inveiva: "Si ha una penosa Nino Campese - che fece stupire qualcuno fioritura, per troppa parte falsa, parassitaria, per le sue sculture, dato che lo si riteneva solo retorica, invadente... Ecco l'infinita schiera di un pittore - eseguì i monumenti di Desana Ver- tutte le Patrie, di tutte le Italie, seminude, in cellese, S. Giorgio Monferrato, , Ter- vestalia, in lenzuola, gesticolanti in mille con- ranova, Pontestura, Terruggia ed alcune lapidi. torcimenti, grondanti di tutti gli accessori con- Sul tema di questi monumenti, al di là della venzionali o guerreschi per l'intelligenza del critica sopra riportata - quasi esempio tipico - soggetto, stilizzati Dio sà come - a seconda del piace ricordare il Monumento del Capra per gesto più andante (il bistolfismo) e tutte le "vi- Balzola: "Il monumento rappresentava una sioni", tutte le "glorie", tutte le "vittorie", tutti scoscesa montagna costituita da massicce roc- i baci alla bandiera e le infinite trovate del ge- ce poggianti su un basamento quadrangolare: nere, arrivino, male o bene a significare o a sulle pendici una pregevole composizione rappresentare quello che invece direbbero i bronzea ritraeva una madre che amorosamen- semplici nomi dei Caduti sopra una lapide au- te stava additando al proprio bambino l'eroico 86 sacrificio del padre gurato dal re Vittorio che, in cima alle rocce Emanuele III nel stava immolando la 1928, ci dà però delle vita alla Patria, men- sensazioni contraddi- tre la bandiera l'av- torie, nella figura volgeva nel trionfo del principale, il "Fante martirio e della glo- Crociato". Egli stringe ria. Nella parte ante- la lama della baionet- riore del basamento ta che diventa croce, c'é la lapide dettata infagottato nel cap- dal prof. Giuseppe Ot- potto che si allunga tolenghi, docente al dietro a diventare su- Liceo di Casale: "Tut- dario. Ma quegli oc- to ciò che furono / die- chi fondi e folli nel- dero ad un'Italia più l'ombra dell'elmetto grande / Non perisca, crestato dicono chia- o figli, la memoria / ramente la sua paura del sublime sacrificio di fronte alla morte... / se la Patria debba Quel monumento è il assurgere / all'altezza più antimilitarista dei del loro sogno". monumenti. Perché la Quel monumento in guerra non é mai glo- bronzo non c'é più, ria; é solo distruzione perché una disposizio- e morte. E forse Bi- ne ministeriale nel stolfi ha voluto dire 1942-43, nell'assoluta una stoccata a quella necessità di recupera- critica che riteneva la re metalli per la nazio- Vignale: monumento ai Caduti (anni ‘30, sua arte sublime deci- ne in guerra, lo ritenne quand’era di fronte al Comune) samente sorpassata ed (insieme ad altri) non in declino. opera d'arte tale da essere assolutamente con- E vi é una terna di monumenti che meritano servata. Fu mandato in fonderia per fabbricare commenti particolari. Il monumento di Fabia- cannoni... Certo fu l'eccesso di zelo a far per- no di Solonghello, inaugurato dal principe dere forse il miglior monumento del Capra; Umberto II nell'agosto del 1928. Era costituito perché anche in guerra ad ogni ordine é pensa- da un soldato-gladiatore col possente petto nu- bile un possibile contrordine (e in quel caso il do che teneva con la sinistra l'emblema della "ferma tutto" si chiamò fatalmente "8 settem- vittoria salutando romanamente con la destra. bre 1943"!). E' opera del giovane vercellese Attilio Gart- Ora quei monumenti non ci dicono più nul- mann (morto pochi giorni prima dell'inaugura- la; sono fantasmi di bronzo - come voleva la zione). tradizione oraziana dell’“aere perenne” - e di Passata la guerra e con la sovversione degli candido opalescente marmo di Carrara. Persi- ideali si pensò che era provocatorio quel saluto no Marino Marini, scultore tra i maggiori del romano: la mano venne tranciata e sostituita nostro tempo, dotato di un vibrante e rude sen- dal pugno che tiene la "punta" della lancia del- so plastico, affermò di disperare di ogni mar- la bandiera la cui asta poggia precauzional- mo, fino a proclamare "lingua morta" la scul- mente alla base! tura di quelle opere. Altro monumento da segnalare é la targa Critici eminenti, quali Angelo Dragone, no- bronzea in bassorilievo, dono del finanziere tarono la demotivazione degli artisti e delle lo- Riccardo Gualino, collocata sul muro esterno ro opere, per sovrabbondanza o saturazione di del suo castello di Cereseto, inaugurata con forme accademiche o per obsolescenza... an- grandi onori nel settembre 1924. E' opera di che se molti degli artisti di quel particolare Pietro Canonica, di Moncalieri (1869-1959) momento erano stati proprio sotto il fuoco ne- autore di celebri opere fra cui Benedetto XV e mico e nel fango delle trincee. S. Giovanni Bosco in S. Pietro a Roma. Quan- Il grande monumento nei Giardini Pubblici do Gualino portò a termine la grandiosa co- di Casale, grandiosa opera del Bistolfi, inau- struzione della nuova S. Pietroburgo alla vigi- 87 lia della Gran- Armée, la pro- de Guerra, il clamazione Canonica ave- della Repub- va avuto la blica, la cadu- commessa dal- ta del 2° Impe- lo zar Nicola II ro, la Marna e per un monu- Verdun, Stra- mento decora- sburgo e Pari- to da pannelli gi nel 1944... bronzei che L’autore? Po- avrebbero do- lacco trapian- vuto simboleg- tato in Francia giare la libera- eseguì all'ini- zione dei servi zio del '900 in- della gleba. teressanti ope- L'opera non re (Davide poté mai esse- combattente, re finita ed uno Le figlie di di quei basso- Caino, I fanta- rilievi, a cura smi) che lo fe- di Gualino, cero apprezza- venne posto a re - e non solo Cereseto come in Francia - monumento. Cereseto: bassorilievo del Canonica per la sua par- Non é un mo- ticolare esalta- numento ai Caduti, poiché il suo titolo é "Pax zione del bello e un grande senso del monu- post bellum". mentale. Sue opere furono il Monumento alla Infatti l'opera esprime plasticamente l'aspi- Vittoria per il Marocco, la statua alla memoria razione del reduce (novello Cincinnato) ad una di Paul Deroulede, la famosa “S. Genoveffa" pace vera e feconda. Un vecchio contadino per Parigi, la più contestata delle sue opere. E guida l'aratro mentre in lontananza splendono poi "L'imbeccata”, Il concerto”(al Ramboul- le dorate guglie a bulbo delle chiese ortodosse liet), “Il Pugile" (per il quale aveva posato il russe. La sua mano destra sottolinea il suo mo- boxeur George Charpentier), "La cerva dai mento di preghiera col segno della croce. Il piedi leggeri”, e numerosissime altre fra cui... terzo monumento cui é necessario dedicare il celebre "Cristo Redentore” posto nel 1931 ammirazione é "La libertà in Monferrato" che sul monte Corcovado che domina la Baia di si erge ad Altavilla a fianco del modesto mo- Rio de Janeiro, e che misura ben 45 metri fra numento-lapide ai 25 Caduti della Prima l'una e l'altra palma delle mani dell'imponente Guerra Mondiale. È una bellissima, classica, Gesù. statua femminile in bronzo, alta più di due me- La provenienza? La statua ornava il salone tri, vestita di una lunga tunica, con un grande del translatlantico francese "Normandie” de- scudo istoriato, senza elmo né armi. Sul basa- molito a Genova. Il dott. Franceschini, pro- mento é scritto: "La libertà, per cui questi pro- prietario all'epoca del castello di Altavilla lo di caddero, vegli per sempre, sull'Italia e sul acquisì e ne fece dono al Comune! Monferrato". Ora quello stuolo di monumenti, spesso in- Il magnifico monumento - certo il più im- gombranti e traslati (vedasi Vignale), fantasmi portante in Monferrato - per la firma dello per gente che non ha più quei dolorosi ricordi scultore, é il franco-polacco Paul Landowski. di guerra, spesso vituperati con oscene o in- Ad osservare attentamente la complessa deco- comprensibili scritte a spray, con le vittorie razione dello scudo, intorno al tondo centrale che perdono le ali (vedasi Casale), sono lì, recante una Francia cavalcante fra le numbi, mute espressioni artistiche; ma loquaci mòniti contornata dagli ideali Liberté, Egalité, Frater- alla follia degli uomini che hanno occupato nité, si scoprono Santa Genoveffa, Carlo Mar- tutto un secolo a combattersi fra di loro, a rap- tello, Santa Giovanna d'Arco, l'occupazione pacificarsi per poi ricominciare ciclicamente e della Bastiglia, la dichiarazione dei Diritti del- dissennatamente. l'Uomo e del Cittadino, Napoleone e la Grande Idro Grignolio 88 Il Novecento nel segno dello sport Non solo calcio in cent’anni di vittorie

La prima Olimpiade sterio al Priocco. Eppu- moderna, ad Atene, è del re…: «I Casalesi vivono 1896. E a fine Ottocento anni di benessere; il vino nasce anche il football. Il e il cemento - scrive Ga- Novecento, dunque, è il briele Serrafero nel suo primo grande secolo della «Anni Trenta» - sono le storia dello sport. maggiori fonti di guada- A fine Ottocento e nei gno; si possono permette- primi anni del XX secolo re battute di spirito tra av- l'agonismo sportivo a Ca- versari politici, ed una sale era praticato in pale- squadra di calcio di primo stre-saloni allestiti presso piano. Nove giovanotti di società con pochi pratican- Casale su dieci giocano al ti borghesi: si ricordano i calcio; si gioca nei cam- «Forti e Liberi», ma anche petti erbosi, nei cortili, i «Rari nantes» praticanti nelle piazze, nelle strade. il nuoto (nel Po). E' un vivaio effervescente Il ciclismo, nato alla fi- Barbesino, capitano del Casale cam- dove i dirigenti del Casale ne del XIX secolo, era in- pione d’Italia F.B.C. pescano con molta vece apparso subito come oculatezza». E sono pro- un modo di affermazione per le classi più po- prio i nerostellati a conquistare presto gloria vere. Era nato per volontà dell'avvocato Gio- internazionale battendo nel 1913 gli inglesi vanni Aliora il «Veloce Club Casale» dal qua- del Reading, che in Monferrato subiscono la le scaturirono numerosi forti ciclisti che vin- loro unica sconfitta italiana: è il prologo allo sero spesso in Piemonte e in Lombardia. scudetto conquistato da Barbesino e compagni E' nel 1902, invece, che si svolge la prima al termine del campionato 1913-14, dopo la partita di calcio fra due squadre di studenti ca- doppia finale con la Lazio. L'egemonia della salesi: i verdi di capitan Delodi battono i rosa Pro Vercelli viene interrotta, solo la guerra di Scrinzo; arbitra il prof. Farina, che viene mondiale impedisce al Casale di aprire un ci- contestato dal pubblico. Ma il gioco più popo- clo vincente. E dopo la guerra, malgrado il de- lare resterà ancora per qualche anno il pallone butto del grande , sarà più a bracciale: forti le scommesse allo sferisterio, difficile emergere reggendo la concorrenza fra i giocatori più noti Primatesta e Rangagna. degli squadroni metropolitani, che iniziano a Il primo Giro ciclistico del Piemonte viene far lievitare il mercato: così, quando il "Cali- disputato nel 1906, con partenza da Alessan- ga" va alla Juve, i nerostellati scendono in B; dria (per Casale e Vercelli) e arrivo, dopo 230 risalgono subito, grazie al trionfo di Roletto e chilometri, ancora ad Alessandria (da Asti): compagni nella stagione '29-30, ma al termine vince l'astigiano Giovanni Gerbi, ma nono- del campionato '33-34 lasciano definitivamen- stante la rottura della catena è secondo (con te il massimo palcoscenico calcistico. E poi 40' di distacco) il casalese Giovanni Ceretti: precipiteranno, tornando in B solo per un an- erano partiti in 200 e dopo una gara sotto i no nel '38-39. temporali arrivano in 15. Il ciclismo casalese Negli Anni Venti, intanto, erano stati fondati continuerà a produrre, d'ora in poi, corridori il Moto Club Italo Palli e il Cai, che si era di medio livello, ma senza conquistare la glo- messo subito all'opera per la costruzione del ria delle grandi corse nazionali. rifugio Casale in Val d'Ayas. E il pugile Ermi- Alla fine del 1909 viene fondato il Casale nio Spalla era diventato campione europeo di Foot Ball Club, che si mette subito in eviden- boxe. Nel 1922, il nostro giornale aveva ini- za, ma nel 1910 viene aperto un nuovo sferi- ziato a dedicare una pagina («Il Monferrato 89 sportivo») alle cro- nache di foot-ball, tennis, gioco del pallone, ciclismo, podismo, scherma e ginnastica. Nel 1927, i primi casa- lesi avevano debut- tato nello sci sulle nevi di Bardonec- chia. Nel 1928 era stata sistemata la palestra Leardi, ex cavallerizza per gli ufficiali del Genio e dell'Artiglieria, e nel 1930 si era di- sputato il primo tor- neo studentesco di «palla al cesto».

Nel 1934 Giusep- pe Olmo vince al Valentino il 1° «Criterium degli Fausto Coppi a Casale al Circuito degli Assi Assi» di ciclismo, mentre Guglielmo Cassinelli stabilisce il re- sivo di 76 milioni, riesce ad iscriversi al cam- cord di velocità su idrovolante. Gino Graziani pionato solo in extremis. conquista a Roma il titolo nazionale di spada, Nel ‘52 la Nazionale italiana di hockey su Ugo Palli è 4° nel fioretto. Enrico Deamicis, prato è capitanata da Umberto Micco, che si destinato a diventare un affermato otorinola- era avvicinato a questa disciplina a Genova, ringoiatra a Milano, a sua volta ottiene il tito- come studente universitario, e che l’avrebbe lo italiano nel fioretto e si afferma a squadre trapiantata nel cuore del Monferrato, a Mon- nei Littoriali con Carlo Mantello e Bruno Ne- calvo: il primo campo si trovava nell’attuale gri, suoi compagni d'Università a Pavia. Nel piazzale della cantina sociale «Sette Colli», 1937 viene intitolato a Pietro Bernotti (Meda- prima che venisse costruita, poi ci si trasferì glia d'oro al Valore, caduto sull'Isonzo nel nella valletta dove ancora non esisteva l’attua- 1915) il Poligono per l'Associazione Naziona- le comprensorio sportivo e dove la società le di Tiro a segno, allestito già dall'inizio del hockeistica continua la sua attività di vertice, secolo, e nel quale si svolgono gare di livello a livello maschile, femminile e giovanile. nazionale. Nel '38 si disputa il primo circuito Nel '53 il Pedale Casalese organizza il gran- motociclistico «Città di Casale». de «2° Criterium degli Assi» nei giardini pub- blici con Coppi, Bartali e Magni. Buoni risul- Dopo la guerra, il riordino dei campionati tati nel pugilato e nel motociclismo: Bruno riporta il Casale in . Remondini, Tode- Romano, recordman mondiale con la Vespa schini e compagni partono bene, ma la serie A sul circuito di Monthlery nel 1950, colleziona resta un sogno. E negli anni successivi la successi in Italia e all'estero (fra cui quello squadra retrocede fino alla Quarta serie, risa- nella Liegi-Milano-Liegi del '54). lendo in C nel '57-58, con Biagi allenatore. Sono gli anni di Pierino Dusio, in campo l'a- Nel '57 nasce, con la vittoria del Lanerossi stro nascente è , che presto lascia Vicenza, il torneo "Caligaris", una manifesta- Casale per l'Alessandria (e poi per l'Inter). zione destinata ad entrare nella storia, non so- Dopo la promozione viene lanciata la sotto- lo sportiva, della città: grazie al torneo lo sta- scrizione «mille lire per il Casale» e nel '58 dio comunale viene dotato dell'impianto di il- viene costruita la gradinata in cemento dei luminazione, grazie al torneo arrivano in città «popolari». Ma nel '62 la squadra, con un pas- squadre di tutta Europa, addirittura dall'Unio- 90 L’inaugurazione del Torneo Caligaris del 1970. Alla finale di quell’edizione la gente sfondò i cancelli e almeno un migliaio di persone videro la partita (vinta dal Toro sulla Juve) assiepate a bordo campo. ne Sovietica (e si era nei tempi della "guerra bocciofila Mossano ospiterà gare internazio- fredda": proprio nel '64 la Dinamo Mosca vin- nali ad alto livello; negli Anni Novanta arrive- ce la prima edizione in notturna), grazie al ranno anche un titolo d'Europa per società torneo la città si veste dei colori della festa: conquistato dalla Junior Gaiero e un titolo bandiere, luminarie, grande sfilata d'apertura, mondiale di tiro tecnico vinto nel ‘95 dal po- grandioso spettacolo pirotecnico per la finalis- polese Sergio Guaschino. sima. L'apogeo intorno al '70, con il Natal Nel 1965 la Tao Tè tamburello è campione Palli stracolmo di pubblico (vengono sfondati d'Italia. L'apoteosi monferrina, in questa disci- i cancelli e la gente si assiepa a bordo campo plina, è lo scudetto conquistato fra migliaia di per la finalissima Toro-Juve). Poi la parabola tifosi dalla squadra di Murisengo: il principale inizia a declinare, ma il comitato organizzato- artefice del trionfo è Oscar Bonasso, medico re tiene viva la fiammella anche nei momenti dentista; il mecenate Pericle Lavazza, quello più difficili, nonostante l'inflazione di calcio del caffé, murisenghese doc. televisivo. E adesso, dopo il successo della Ju- Sono anche i tempi d'oro del basket, che ventus nella 39ª edizione, si sta lavorando per ospita fra l'altro diverse amichevoli di lusso. E l'edizione del 2000. se i celebri funamboli statunitensi Harlem Globe Trotters si esibiscono al Natal Palli, la Nel 1960, sulle cronache sportive de "Il palestra Leardi si riempie di tifo per la Junior. Monferrato" tengono banco le vicende della Il giocatore casalese più rappresentativo è Junior Basket, della Virtus Tamburello, del Marcello Motto, il presidentissimo della so- Moto Club Italo Palli. Nel 1962 fa tappa a Ca- cietà rossoblu, guidata da Giovanni Daghino, sale il Giro d'Italia: si impone Pellegrini e è il petroliere Dario Astero, lo sponsor più im- Balmamion indossa la maglia rosa, che man- portante è la Faema (presente anche nel cicli- terrà fino al termine. Nel 1963 Camillo Vene- smo con Eddy Merckx): ma l'assenza di un sio, dopo aver fondato il torneo Caligaris (vin- grande impianto tarpa le ali ai sogni di gloria. to in quest'annata dal Ferencvarosi di Budape- Fra i nomi più popolari, il coach Vittorio Tra- st), tiene a battesimo anche la Società Moto- cuzzi, D'Addezio, l'alessandrino Cima, Enrico nautica; il casalese Ceffa diviene campione Barbieri. europeo di pugilato; buoni risultati nelle boc- Intanto il maresciallo Carlo Furione tiene a ce, sport molto popolare: negli Anni Ottanta la battesimo la Junior Atletica e poi la Junior 91 pallavolo, che otterrà grandi risultati soprat- tutto in campo femminile, con fasi alterne, ma con tante stagioni in A2: fra le giocatrici casa- lesi più rappresentative Anna Angelino e Lin- da Giordana, capitana della Nazionale Cadette 5ª ai mondiali in Portogallo nel '99. Ma - ai tempi della Bistefani - arrivano anche le gran- di straniere, come Mifkova e Bojourina. Nel '67 l'alpinista Vittorio Lazzarino porta la bandiera di Casale sulle Ande boliviane.

L'anno della svolta, per le sorti del calcio casalese, è il 1973: la Junior guidata dal gio- vanissimo presidente Giancarlo Cerutti con- quista la promozione in e rileva il Ca- sale FBC, da tempo sull'orlo del tracollo. E' fusione. E al primo tentativo arriva la promo- zione in serie C, col nome Juniorcasale: Vatta in panchina, Garella in porta, Gilardino il ca- pitano, Grillo il bomber. Diecimila spettatori al Palli per la sfida decisiva con l'Albese, ca- rovane di pullman al seguito della squadra in trasferta (siamo nei tempi dell'austerity e delle targhe alterne). L'era Cerutti durerà quattordi- ci anni e riserverà grandi soddisfazioni: l'apo- Motonautica, che passione: sul Mirage Lan- geo nel '77-78, con la serie B sfiorata: secon- franco Longhi, in secondo piano Teresio Lu- do posto alle spalle dell'Udinese per la squa- pano, noto imprenditore del freddo. dra di Vincenzi, con i bomber Ascagni - Basi- li. segnalare anche una Pavia - Venezia vinta a Siamo anche nel periodo d'oro dei motori: tempo di record da Alberto Fioretta. Per le nel giro di pochi chilometri, sulle opposte prestigiose gare casalesi, nel frattempo, è fini- sponde del Po, il Casalese conta tre impianti to il ciclo: servono ormai grandi risorse e in grado di ospitare manifestazioni ad altissi- grandi sponsor, ma affiora anche il problema mo livello. Al "Belvedere" di Vialarda, sotto del letto del fiume, che si innalza. la regia di Gallo, arriva anche il mondiale di motocross. L'autodromo di Morano, nato dalla Nel 1977 il nostro giornale lancia "La Mon- passione di un gruppo di casalesi che si erano ferrina", da cui nascerà la Stracasale, corsa fatti le ossa sulla pista sterrata di San Bernar- podistica non competitiva che entra nel cuore dino, vive una breve e fulgida stagione: un della città. E nel 1978 debutta il torneo del programma di gare intenso, con un grande Comprensorio, manifestazione dilettantistica movimento turistico-sportivo proveniente dal- patrocinata da "Il Monferrato" e destinata a la vicina Svizzera. Ma la "guerra del rumore", diventare una importante vetrina di una realtà con tutti i suoi clamorosi risvolti, porta alla importante e molto partecipata. Massimo chiusura dell'impianto, arato dalle ruspe del Caissotti, giovane cavaliere di San Germano, Comune di Pontestura, già nel 1977. E mentre è protagonista di vertice nell'equitazione: vin- anche il motocross declina lentamente, si tie- ce anche a Piazza di Siena, il boicottaggio da ne viva la motonautica, malgrado la scissione parte della Federazione italiana fa sfumare la fra MAC e squadra corse Umberto Piazza, or- sua partecipazione alle Olimpiadi di Mosca. ganizzando gare iridate per diversi anni. Fa- Negli Anni Ottanta esplode la moda dell'en- brizio Bocca nel 1983 si laurea campione del duro e si apre la stagione dei grandi record di mondo alla sua prima stagione in Formula tre; paracadutismo all'aeroporto Cappa. Con le nel 1984 muore in Olanda il pilota di Serra- "quattro ruote" è tempo di rally con il «Gri- lunga Gigi Valdano, due mesi dopo resta gra- gnolino» e poi con il passaggio in Monferrato vemente ferito in Belgio lo stesso Bocca; tor- di alcune edizioni del prestigioso «Lana» biel- nerà alle corse e nel 1992 conquisterà anche il lese: più tardi il testimone passerà al «Tar- mondiale di Formula Uno, a Singapore. Da tufo» moncalvese. Si mantiene viva la fiam- 92 mella del tamburello con il torneo a muro del Monferrato, poi torneranno pallone elastico (a Vignale, sotto la spinta di Sebastiano Gaiero e altri appassionati) e tamburello libero in Val- cerrina, nel ricordo dei fasti precedenti. Nel basket, alla crisi della Junior (che risorgerà verso fine secolo con il palazzetto) fa riscon- tro il periodo d'oro della Casale Basket di Nanni Cerutti che arriva fino alla B-2 e poi emigra a Mortara proprio per la mancanza di un impianto adeguato in Monferrato. Ma il vero fenomeno di questi anni è il nuoto: la tri- nese Lucia Vigliano, cresciuta nella vasca del Centro Nuoto Casale, sfiora le Olimpiadi di Bocca Zorzan Los Angeles. Poi cresce tutto il movimento e, pur con una base di nuotatori ristretta, piazza atleti in pianta stabile nelle Nazionali giovani- li e nelle finali dei campionati italiani: in evi- denza fra gli altri Serenella Casini, Barbara Merlo, Michela Niccolini, Silvia Comin, le sorelle Sieve, le sorelle Gagliardini, Andrea Valentini e soprattutto Bruno Zorzan, meda- glia di bronzo con la staffetta azzurra 4 x 200 stile libero di mondiali di Perth in Australia. Anche qui, inizia poi il declino: Luca Zorzan e il dorsista Giuliano D'Arienzo, speranza ca- salese per le Olimpiadi di Sidney 2000, devo- no trasferirsi a Torino. Nel frattempo è stata chiusa la piscina comunale coperta di via XX Mercandelli Guaschino Settembre, inaugurata nella seconda metà de- metà torneo. Poi, dopo un ritorno disastroso, gli Anni Settanta. retrocedono. Le difficoltà di Bocci trascinano Una grande realtà sportiva è quella della la società al fallimento dell'estate successiva: scherma, sotto la guida del maestro Lino Ip- si riparte dall'Eccellenza regionale, si risale di polito: a Casale cresce, fra l'altro, Maurizio una categoria, ma l'ultimo scampolo di vera Randazzo, più volte campione del mondo e gloria è la Coppa Italia dilettanti conquistata a medaglia d'oro olimpica ad Atlanta '96. Ma Latina nella primavera del '99, seguita dalla anche Fabio Lupano, a lungo azzurrino, e i Supercoppa, nel novantesimo anniversario suoi compagni si battono ad alti livelli. della fondazione della società, sotto la presi- Sempre ad Atlanta, il trinese Claudio Costa denza di Giuseppino Coppo. conquista due medaglie d’oro nel ciclismo, ai Non mancano esperienze nuove o diverse, Giochi paraolimpici di Atlanta, fra i non ve- come le imprese di Sandro Buzzi e famiglia denti. Nello sport per disabili, si mettono in nella vela (risale al 1987 il trionfo nella tran- evidenza in questi anni anche Carmen Acunto soceanica Transat des Alizes) o come quelle nei lanci e Salvatore Caci nel tennis tavolo. del tiro con l'arco da caccia (con Massimo Nel judo, emigra a Torino Paola Memo, atleta Barbano principale protagonista). Carlo Al- di valore internazionale. E le arti marziali si berto Mercandelli trionfa con una piccola mo- guadagnano un seguito sempre crescente, con to 250 alla leggendaria e avventurosa Paris- un proliferare di società. Dakar, ma l'evento sportivo dell'ultima parte del secolo è l'inaugurazione dell'attesissimo Nuovo momento di gloria per il Casale, pas- palazzetto in strada San Bernardino, a settem- sato nell'estate dell'87 - attraverso le mani del bre del '96. E gli sport di palestra (ai quali si è sindaco - da Cerutti al marchigiano Bocci. Al- aggiunta già da una ventina d'anni la pallama- la seconda stagione (Baveni allenatore) arriva no, nata sotto la decisiva spinta di Alberto la promozione in C1, davanti all'Alessandria. Gnani) trovano nuova linfa e nuovi progetti. Nel torneo '91-92 i nerostellati lottano in testa alla classifica, in lizza per la serie B, fino a Marco Giorcelli 93 PERSONAGGI Caligaris e Monzeglio Due terzini affiancati per l’eternità

Per cinquant’anni Casale sportiva guardò con invidia Asti, Novi, Tortona, che avevano dato al ciclismo nazio- nale il "diavolo rosso" Giovanni Gerbi, primo "campione" del seco- lo, e due "campionis- simi" Costante Girar- dengo e Fausto Coppi. Casale produsse solo due corridori profes- sionisti che partecipa- rono - senza infamia e senza lode - ai Giri d'Italia: Evasio Della- role (negli anni venti) e Amilcare Amisano (negli anni trenta), cui va aggiunto il «pionie- re» Amleto Giarola di Mirabello, che disputò la corsa rosa come “li- bero”. Ma Casale col Eraldo Monzeglio ed Umberrto Caligaris con la maglia della Nazionale trampolino dello scu- detto di Campione d'Italia 1914 diede calcia- valore calcistico italiano. tori di alto livello nazionale. Ricordiamo che Dopo di loro è ancora arrivato in azzurro - vestirono la maglia azzurra: l’interno sinistro con la maglia della Fiorentina, un altro terzino Luigi Barbesino (5 presenze, un goal decisivo casalese, Sergio Castelletti (7 presenze in Na- in amichevole contro la Svizzera), il centra- zionale A, esordio nel ‘58, 2 in Nazionale B e vanti Giovanni Gallina (2 presenze), l’interno una nelle giovanili), oltre al palazzolese Piero destro Angelo Mattea (5 presenze, segnò il Castello (4 presenze in Nazionale B negli An- goal dell’1-1 in un’altra amichevole con gli ni ‘30, quando giocava nel Casale e nella Trie- elvetici), il mediano destro Giuseppe Parodi stina). (4 presenze), l’interno sinistro Amedeo Vare- Piace ricordare soprattutto l'esordio in cop- se (5 presenze), seguiti poi, dopo la prima pia dei due casalesi Caligaris e Monzeglio guerra mondiale dal moranese Enrico Miglia- (Umberto era in Nazionale in pianta stabile vacca (vestendo la maglia del Novara, 11 pre- dal 1922) l'll maggio 1930 nella clamorosa senze e 3 gol), da Umberto Caligaris (59 pre- giornata di Budapest (l'incontro venne vinto senze, recordman assoluto fino al 1970, quan- dagli azzurri per 5-0!). I due terzini incatenati do venne eguagliato da Facchetti), Eraldo in una difesa ferrea avevano sbaragliato gli at- Monzeglio (35 presenze più 6 nella Nazionale taccanti avversari. B). Per forza di cose alla vigilia tutto il mondo In particolare Caligaris e Monzeglio costi- calcistico italiano temeva per Monzeglio; se tuirono una coppia di terzini che avendo la non per il suo valore, certo per la sua 'inespe- maglia nero-stellata sotto a quella azzurra, fu- rienza'. Egli invece fece un grande debutto, rono classici esempi della combattività e dal superando la prova senza un filo di smarri- 94 mento. La stam- pa italiana rico- nobbe: "Caligaris é stato il maestro di Monzeglio, colui che con in- tuito felice ha compreso quali doti di calciatore, il giovane allora tra i boys del Ca- sale FBC, rac- chiudeva in sé... A Budapest i due folgorarono l'at- tacco magiaro..." Monzeglio ricor- dava poi fra gli amici: "Io gioca- vo avanzato e ri- cevevo il primo urto e cercavo di intercettare ogni palla difficile... Le tombe gemelle dei due grandi terzini del Casale e della Nazionale nel cimite- Ma poi sentivo ro di via Negri. Caliga che da dietro mi gridava: "Lasslu a mì!"... E spazzava zionale A e per 6 volte quella della Nazionale l'area. B. Concluse la sua carriera agonistica nel Le biografie sportive di Umberto Caligaris 1939 dopo aver fatto parte della Nazionale hanno fatto da traino a tutte le presentazioni campione del mondo sia a Roma 1934 (con ed esaltazioni di piccoli o grandi tornei. Nota Caligaris nel ruolo di capitano non giocatore) a tutti é stata quindi la leggenda del suo fazzo- che a Parigi 1938. Fu quindi allenatore della letto bianco annodato sulla fronte, le sue sfor- Roma e - in fuga dalla capitale dopo 1'8 set- biciate, i suoi rimandi a tutto campo, i suoi tembre 1943 - fu ancora allenatore del Como. "rigori" che si appaiavano a quelli di Libonatti Nel 1981 era stato ricoverato al nostro Ospe- (che sfondava le reti!). dale S. Spirito per un coma diabetico. Si rista- Caligaris era nato a Casale nel 1901; diplo- bilì ma moriva il 3 novembre a Torino. mato ragioniere vestì per anni la maglia nero- Questi due campioni restarono l'emblema stellata (venendo chiamato in nazionale per dello sport casalese, ed il cavalier Luigi Bra- ben 37 volte). Nel 1928 - non senza polemi- ghero, presidente delle locali Associazioni dei che cittadine - era passato alla Juventus; e con Veterani dello Sport e degli Azzurri d'Italia, i bianco-neri vinse cinque "scudetti" (venendo pensò sempre che le loro tombe avrebbero do- chiamato in nazionale per altre 22 volte). Fu vuto essere l'una accanto all'altra. ancora "alfiere" (in panchina) nei Campionati Con il suo impegno e con i contributi di del Mondo di Roma nel 1934 e poi allenatore molti sportivi casalesi, poté far costruire una della stessa Juventus. tomba in forma di granitico cubo (su progetto Nell'estate 1940 invitato ad un incontro di del geometra Giuseppe Bellasio) con il meda- beneficenza fra vecchie glorie, nel corso della glione bronzeo di Caligaris, i cui resti vi ven- partita allo stadio di corso Sebastopoli, si sentì nero traslati nel 1974, con grande cerimonia improvvisamente male: moriva al vicino anche sportiva. Ma il progetto prevedeva già Ospedale Militare presso il quale era stato la costruzione di un secondo parallelepipedo prontamente trasportato. in granito: fu la tomba di Monzeglio. E vi fece Eraldo Monzeglio era nato a Vignale nel apporre l’immagine in bronzo. 1906. Dopo un paio di stagioni fra i nerostel- In quella doppia tomba i due terzini affian- lati passava al Bologna e quindi alla Roma. cati sono uniti per l'eternità. Vestì per 35 volte la maglia azzurra della Na- i.g./m.g. 95 Divertimento e spettacolo un secolo rivoluzionato dalla Tv

«La donna dell'alta funzionano in città cinque borghesia casalese antici- sale cinematografiche, al- pa i tempi. Frequenta bal- cune delle quali hanno il li, teatri e patinoire. Vola varietà come avanspettaco- a Nizza per il Carnevale, lo. I balli e i veglioni, torna a Casale per Quare- però, vengono proibiti: e sima, in maggio va a Pa- fa molto parlare lo spetta- rigi, con una puntata a colo di un ipnotista al Po- Versailles (…). D'estate liteama. Nel 1918 si apre il va ad Alassio e in autun- cinema Vittoria. no vola a Venezia per Dopo la guerra, le crona- comprare i merletti di Je- che del tempo testimonia- sorum. Sono esagerazioni no di un periodo di grande dei cronisti dell'epoca? popolarità per l'operetta, Una cosa è certa: le si- accanto all'opera lirica. E gnore casalesi non man- nel 1922 al cinema Moder- cano mai all'appuntamen- no ottiene un grande suc- to in Filarmonica per il cesso il kolossal "Il Ponte ballo di metà Quaresi- dei Sospiri". Ma sono tem- ma»: così scrive Gabriele pi difficili. Siamo in pieno Serrafero, medico e storiografo, nelle prime squadrismo: il trionfo del manganello e del- pagine del suo Anni Trenta, puntuale e bril- l'olio di ricino. Eppure - racconta ancora Ser- lante ricostruzione della storia di Casale dal rafero - «il popolino e i cittadini, che sono 1900 al 1930. Nello stesso anno viene rimesso fuori dal giro politico, seguono con passione a nuovo il Teatro Municipale, da un po' di sport, spettacoli e balli. Veglioni e veglionis- tempo in disarmo: riapre nel 1903 grande simi si susseguono a ritmo battente bollati successo per il "Mefistofele" di Boito, con dalle proteste del clero particolarmente indi- numerose repliche. Nel 1904 al Politeama ar- gnato per certi cartelloni pubblicitari definiti riva "La figlia di Iorio". Intanto Adele Ponza- lascivi perché fanno vedere un uomo ed una no, mezzosoprano casalese, canta nei mag- donna che ballano il tango! Il tenore Marletta giori teatri europei e americani, oltre che di Cella Monte dopo i trionfi nei maggiori itaiani, dalla Scala all'Argentina di Roma. teatri d'Italia viene a Casale per tre recite del- Si affaccia il cinema (e uno spettatore spara l'Aida. Seguono gli spettacoli della Borelli sullo schermo per vendicare le numerose vit- con la «Vergine folle». Si comincia a parlare time di un film) e sempre Serrafero segnala di radiotelefonia e a Casale sorge il Radio che nel 1904 il cinematografo viaggiante Club». Siamo nel 1924. Kulmann presenta due eccezionali documen- Il console Passerone dà spettacolo - a suo tari ("L'assassinio dei Reali di Serbia" e modo - entrando nella gabbia dei leoni in un "L'assedio di Port Arthur"), mentre la fiera di circo in piazza Castello: è il 1926, l'anno in San Giuseppe si svolge con gran successo di cui anche le donne casalesi piangono la pubblico. Fra le manifestazioni, la sfilata del- scomparsa di Rodolfo Valentino. Al Politeama le biciclette infiorate. Nel 1908 viene inau- recita Emma Gramatica. Nel 1927 si proietta- gurato il cinema Edison. Nel 1910 al Valenti- no in città i primi film sonori. Naviga invece no arriva il Museo zoologico. Nel 1914 si in acque difficili il Municipale, dal momento proiettano al Politeama film grandiosi come che - scrisse "Il Monferrato" - «ogni spettaco- "Germinal" di Zola, in otto parti. Si balla il lo non è redditizio data la capienza». tango, sempre al Poli o nel Kursaal appena A gonfie vele il Politeama, che nel '29 chiu- inaugurato. E nel 1917, in tempo di guerra de la stagione con "La Boheme" e "La Gio- 96 conda", nel '30 program- ma "Rigoletto", nel '31 "Butterfly", "Il Barbiere di Siviglia", "La Caval- leria Rusticana" e "I Pa- gliacci" con la partecipa- zione del tenore casalese Bruno Riboni; nel '32 ospita il grande Petrolini e il film "Ben Hur"; nel '37 un concerto di Ma- scagni (per interessa- mento di Camillo Vene- sio) mentre allo stadio Natal Palli arriva il gran- de Carro di Tespi lirico. Alla Scala di Milano ini- zia nel '38 l'attività di scenografo e costumista del casalese Vittorio Ac- cornero. Ancora "Turan- dot" nel '41 al Poli, che nel '43 organizza opere liriche «a favore dei mi- litari in licenza e dei fe- riti e mutilati». Siamo già in piena tragedia. Dopo la guerra, la vita rinasce, ma le risorse so- no limitate. Le sale da Berardi incorona Maria Luisa Garoppo Lady Monferrato ballo sono sempre affol- late: la Pergola - all'a- perto - in via Vigliani, poi il salone Eternit in traguardo del telequiz e così "Il nuovo Mon- via Visconti, la Juventus in via Lanza, la Vir- ferrato" poteva pubblicare che si aveva così tus, la Tampa alla palestra Leardi. Invece al «un singolare primato cittadino: due casalesi «Municipale» nel '46 si rappresenta l'ultimo che hanno raggiunto il massimo premio di La- spettacolo lirico, "La serva padrona", con il scia o Raddoppia» (cinque milioni). Per la giovane tenore Di Stefano (tornerà nel 1990 Garoppo, sembravano schiudersi le porte di in uno spettacolo della Croce Rossa). Il Teatro una carriera nel mondo spettacolo, ma la for- diventa luogo per serate danzanti, mostre, fe- tuna le avrebbe poi voltato le spalle. ste, dibattiti e addirittura incontri di boxe, poi Sono gli anni dei "Poveri ma belli": nel '58 viene dichiarato inagibile. l'attrice Marisa Allasio sposa a Crea il conte Ma arrivano presto i tempi della televisione. Calvi e si stabilisce a Pomaro. Al Politeama I cinema devono rinunciare alla programma- arriva il colossal di De Mille "I dieci coman- zione dei film quando va in onda "Lascia o damenti". Nel '60 il Cine Club Casale si affer- raddoppia", il popolarissimo quiz di Mike ma a Biella; Mauro Coppo presenta al festival Bongiorno. I casalesi affollano le sale dotate di Pesaro la canzone «Implorarti» interpretata di televisione e applaudono i successi del dan- da Flo Sandon's; i fans attorniano Adriano Ce- tista Enrico Merlini e della tabaccaia Maria lentano in servizio militare alla Bixio; Vittorio Luisa Garoppo. Quest'ultima, procace e spi- Gassman propone "Adelchi" al Politeama, che gliata, bella e brillante, si rivela un autentico continua con importanti stagioni teatrali (arri- personaggio: risponde alle domande sulla let- va pure Alberto Lupo nel '68). Anche la Mo- teratura greca, conquista un bel gruzzoletto di stra di San Giuseppe offre spettacoli impor- gettoni d'oro e una bella fetta di popolarità. tanti: arrivano nel corso degli anni Mariannini Dopo il professor Merlini anche «miss globuli (altro personaggio lanciato da "Lascia o rad- rossi» arrivava con il vento in poppa all'ultimo doppia"), Giorgio Gaber, Pippo Baudo, Mike 97 conda", nel '30 program- ma "Rigoletto", nel '31 "Butterfly", "Il Barbiere di Siviglia", "La Caval- leria Rusticana" e "I Pa- gliacci" con la partecipa- zione del tenore casalese Bruno Riboni; nel '32 ospita il grande Petrolini e il film "Ben Hur"; nel '37 un concerto di Ma- scagni (per interessa- mento di Camillo Vene- sio) mentre allo stadio Natal Palli arriva il gran- de Carro di Tespi lirico. Alla Scala di Milano ini- zia nel '38 l'attività di scenografo e costumista del casalese Vittorio Ac- cornero. Ancora "Turan- dot" nel '41 al Poli, che nel '43 organizza opere liriche «a favore dei mi- litari in licenza e dei fe- riti e mutilati». Siamo già in piena tragedia. Dopo la guerra, la vita rinasce, ma le risorse so- no limitate. Le sale da Berardi incorona Maria Luisa Garoppo Lady Monferrato ballo sono sempre affol- late: la Pergola - all'a- perto - in via Vigliani, poi il salone Eternit in traguardo del telequiz e così "Il nuovo Mon- via Visconti, la Juventus in via Lanza, la Vir- ferrato" poteva pubblicare che si aveva così tus, la Tampa alla palestra Leardi. Invece al «un singolare primato cittadino: due casalesi «Municipale» nel '46 si rappresenta l'ultimo che hanno raggiunto il massimo premio di La- spettacolo lirico, "La serva padrona", con il scia o Raddoppia» (cinque milioni). Per la giovane tenore Di Stefano (tornerà nel 1990 Garoppo, sembravano schiudersi le porte di in uno spettacolo della Croce Rossa). Il Teatro una carriera nel mondo spettacolo, ma la for- diventa luogo per serate danzanti, mostre, fe- tuna le avrebbe poi voltato le spalle. ste, dibattiti e addirittura incontri di boxe, poi Sono gli anni dei "Poveri ma belli": nel '58 viene dichiarato inagibile. l'attrice Marisa Allasio sposa a Crea il conte Ma arrivano presto i tempi della televisione. Calvi e si stabilisce a Pomaro. Al Politeama I cinema devono rinunciare alla programma- arriva il colossal di De Mille "I dieci coman- zione dei film quando va in onda "Lascia o damenti". Nel '60 il Cine Club Casale si affer- raddoppia", il popolarissimo quiz di Mike ma a Biella; Mauro Coppo presenta al festival Bongiorno. I casalesi affollano le sale dotate di Pesaro la canzone «Implorarti» interpretata di televisione e applaudono i successi del dan- da Flo Sandon's; i fans attorniano Adriano Ce- tista Enrico Merlini e della tabaccaia Maria lentano in servizio militare alla Bixio; Vittorio Luisa Garoppo. Quest'ultima, procace e spi- Gassman propone "Adelchi" al Politeama, che gliata, bella e brillante, si rivela un autentico continua con importanti stagioni teatrali (arri- personaggio: risponde alle domande sulla let- va pure Alberto Lupo nel '68). Anche la Mo- teratura greca, conquista un bel gruzzoletto di stra di San Giuseppe offre spettacoli impor- gettoni d'oro e una bella fetta di popolarità. tanti: arrivano nel corso degli anni Mariannini Dopo il professor Merlini anche «miss globuli (altro personaggio lanciato da "Lascia o rad- rossi» arrivava con il vento in poppa all'ultimo doppia"), Giorgio Gaber, Pippo Baudo, Mike 97 Nel 1981 Gian Mesturino organizza anche il primo festival casa- lese, in piazza San Francesco, destina- to a chi resta in città ad agosto. Nel 1983 "Il Monferrato" ti- tola: «A Moncalvo pronto il Teatro», dove nel 1984 si inaugura la stagione con i fratelli Giuf- fré. Per il recupero del Municipale di Casale, del quale si parla da decenni, ci vorrà ancora qual- che anno. Nasce in- tanto il concorso in- ternazionale "Soli- va", frutto dell'atti- vità degli Amici della Musica. Nel 1986 grande folla al concerto di Crea, ri- chiamata dalla per- sonalità di Gazzel- loni. Se Vignale è il La prima edizione del festival “Vignaledanza” paese della danza, Cella Monte diventerà il paese della musica, con dalle scuole e da compagnie di danza e teatro l'ispirazione di Fiorella Coppo e con il "Maggio- amatoriale. ciondolo". Prende quota "Folkermesse", festival Intanto Pontestura, con il recupero del "Ver- estivo di musica folk, nato intorno all'esperienza di" (fra i nomi Ottavia Piccolo, Andreasi, di Maurizio Martinotti, fondatore della Ciapa Lauzi, Giorgio Conte), Trino, Terruggia e an- Rusa. Per la musica leggera, buona attività con- che il piccolo comune di Solonghello avviano certistica a Quarti di Pontestura. un'attività teatrale. Il grande giorno del Municipale arriva il 3 Quando si inaugura il palasport, la città tro- marzo del '90: tocca a Vittorio Gassman aprire va un altro importante contenitore per spetta- la prima stagione, salutata dalle code del pub- coli: arrivano fra gli altri Guccini, Beppe Gril- blico per accaparrarsi biglietti e abbonamenti. lo, i Pooh, i California Dream Men. Ma il I cartelloni sono di qualità e sul palcoscenico concerto del secolo resta quello di Vasco Ros- arrivano, negli anni, quasi tutti i grandi nomi si, organizzato nell'ambito della Festa Rossa del teatro italiano: da Lavia a Turi Ferro, da del '95 in piazza d'Armi, davanti a ottomila Calindri a Paolo Ferrari, da Paola Pitagora a spettatori. Valeria Valeri, Glauco Mauri, Gigi Proietti. E la televisione? Accanto all'affermato regi- Danza Carolyn Carlson e non mancano i big sta Mario Bianchi (che cura trasmissioni di della musica leggera (Paolo Conte, Ornella successo come quelle di Mike Bongiorno), si Vanoni, Gino Paoli, Francesco De Gregori, affianca a fine secolo il volto casalese dell'at- Franco Battiato), i tenori come Di Stefano, i trice Caterina Deregibus. Il grande movimen- comici (Gino Bramieri, Lella Costa, Paolo to della danza sforna giovani talenti come Rossi, Gianfranco D'Angelo), le opere e le quello di Eleonora Demichelis e Federico Bo- operette. Il Municipale ospita anche un'inten- nelli, ma la vera stella è il trinese Roberto sa attività fuori cartellone e viene utilizzato Bolle. Marco Giorcelli 99 La Fons Salera è stata un centro di molte manifestazioni: in alto la giuria alla finale regionale de “La Donna Ideale” (1968), sotto all’elezione di “Lady Piemonte e Lombardia” (1970)

100 PERSONAGGI Dall’incontro con Nureyev alla notorietà

Roberto Bolle, ventiquattren- gnia e, a vent’anni, ho inter- ne trinese che ha raggiunto la pretato Romeo in “Romeo e notorietà internazionale per es- Giulietta”. Da lì è cominciata sere divenuto, a soli ventun an- la mia vera ascesa». ni, primo ballerino della Com- La celebrità non ha montato la pagnia del teatro alla Scala di testa a Roberto Bolle. «La dan- Milano, è stato recentemente in- za è la mia vita, ma credo sia signito dell’importante titolo di importante dare il giusto peso «Ambasciatore di buona vo- alle cose. Viaggiando per le lontà» per l’Unicef. tournèes all’estero, ho la possi- Il nostro incontro avviene in bilità di arricchire il mio baga- uno dei rari momenti in cui il glio culturale e penso, nono- giovane torna a Trino, tra una stante io danzi a un altissimo li- tournée e l’altra, per scaricarsi vello e sia dunque sottoposto dallo stress e rilassarsi dal punto sempre a forti pressioni, che i di vista fisico e psicologico. problemi veri della vita vadano «Sono molto onorato e gratifi- aldilà del modo in cui la gamba cato - dice - per essere stato è impostata o il piede è ruotato. scelto dall’Unicef per sensibi- In questo senso l’incarico di lizzare e coinvolgere l’opinione Ambasciatore Unicef mi realiz- pubblica, ed in particolare il mondo giovanile, za, perché mi dà la possibilità di rendermi utile e sui problemi dell’infanzia. Sono stato proposto di mantenermi con i piedi per terra. Anche il suc- dalla mia cara amica Simona Marchini, che è già cesso che ho ottenuto e la notorietà pubblica non ambasciatore Unicef insieme a pochissimi altri in mi hanno sconvolto l’esistenza. Sono per me fon- Italia. Grazie a lei mi sono ampiamente docu- te di gratificazione, ma la mia privacy non ha su- mentato sulla piaga del lavoro minorile e trovo bito interferenze». che sia giusto aiutare a riscattarsi chi non ha Riguardo agli articoli pubblicati sui giornali avuto opportunità nella vita. Io, che sono sono italiani e stranieri in cui veniva definito il Leonar- sempre in giro per il mondo, posso quindi diven- do Di Caprio del balletto, dal momento che nel- tare il portavoce di un messaggio di speranza per l’interpretazione di Romeo a Londra aveva susci- milioni di bambini». tato grande ammirazione soprattutto nel pubblico Bolle ci racconta i suoi esordi: «La mia pas- femminile, Roberto ride e spiega con modestia sione per la danza è nata per caso. Ho iniziato che era stata in parte una trovata pubblicitaria del- a ballare a 9 anni, all’Accademia di Danza di la stampa inglese poi ripresa dai quotidiani italia- Vercelli. A undici ho superato le audizioni per ni. Il rapporto con la famiglia è un tassello essen- entrare alla Scuola della Scala. Sono stati anni ziale della sua vita così nomade: «A Milano mi di duro lavoro durante i quali ho anche fre- sento a mio agio: sono anni che vi lavoro, tutta- quentato il Liceo Scientifico. Un forte sprone via sento sempre la necessità di tornare a Trino, per andare avanti mi è venuto dall’incontro perché qui sono circondato dal calore e dall’af- con Rudolf Nurayev che, quando io avevo fetto dei miei familiari. A Milano abito con il mio quindici anni, mi ha notato e scelto per un bal- fratello gemello Maurizio, neo-laureato, ed ho al- letto che poi purtroppo, per motivi di età, non cuni amici, però l’ansia di conseguire il massimo ho potuto fare. E’ stato un incontro molto posi- rendimento dal punto di vista artistico e la com- tivo, perché per la prima volta mi sono reso petizione dell’ambiente teatrale che spesso è conto che valevo davvero qualcosa e che tutti i causa di invidie e gelosie, mi impediscono di es- miei sacrifici mi avrebbero portato a realizzare sere veramente tranquillo e rilassato». il mio sogno. Dopo il diploma ottenuto alla Marina Maffei Scala sono entrato direttamente nella Compa- (da un’intervista pubblicata il 14 maggio '99) 101 Giuramento delle reclute dell’11° Battaglione fanteria Casale nel cortile d’onore della Bixio alla Francia nel 1940 e col potenziamento del flusso di 304 reclute per ciascuna delle quattro nostro campo d'aviazione si ritenne necessaria la Compagnie che costituivano ciascuno dei tre costruzione delle Casermette Funzionali (poi Ca- Battaglioni. Nel periodo restante del 1946 era serme Mazza) nella zona Martinetto al Valentino stata inglobata nel CAR di Casale anche la 12~ per alloggiare personale del ruolo servizi dell'a- Compagnia del Battaglione "Saluzzo" del 4° viazione. Reggimento Alpini. Negli anni successivi il A poco a poco, dopo l'ultima guerra, tutti quegli CAR venne potenziato nel numero delle autose- immobili non più usati, deperirono per l'abbando- zioni, dei mezzi, anche pesanti, in dotazione, e no e l'uso improprio, spesso abusivo. Vennero te- con la costituzione di un Nucleo di polizia reggi- nuti in efficienza il Casermone (intitolato al Duca mentale. Presso il CAR (11° Btg Casale) veniva- d'Aosta comandante la III Armata e, dopo la guer- no avvicendate fino a 4500 reclute, il che com- ra al garibaldino Nino Bixio) e le Casermette portò la soluzione di alcuni piccoli problemi di (gravemente danneggiate poi dagli alloggiamenti accoglienza in città (anche dal punto di vista tu- di albanesi), per le esigenze del 1° Centro Adde- ristico, in occasione delle grandiose cerimonie stramento Reclute (CAR). periodiche del giuramento) di inserimento civile Il 15 gennaio 1946 nelle ore di libera era stato creato con uscita, di collegamenti apposito dispaccio del culturali con ragazzi Comando Militare provenienti da tutte le Territoriale di Torino parti d'Italia. Ma le esi- il CAR di Casale, che genze militari cambia- un paio d'anni dopo rono e - nonostante le ebbe la forza stabile di pressioni politiche e 86 ufficiali, 148 sot- popolari, nel 1999, tufficiali, 249 graduati l’11° Casale venne de- e 213 soldati (per un finitivamente chiuso. totale di 696 uomini). Una parte delle docu- Questa era la forza mentazioni storiche stabilmente accaser- venne lasciata all'archi- mata presso il CAR al vio e al museo della quale era previsto l'af- IV Novembre al Monumento ai Caduti città. I.G. 103 La grande sete del Monferrato e l’inaugurazione dell’Acquedotto nel 1932

I romani furono maestri nella costruzione di re che esisteva l'istituto del «consorzio obbliga- condotte per portare l'acqua alle città e alle zo- torio» per cui riconosciuta la pubblica utilità, ne che ne erano prive. Ai margini del nostro tutti i Comuni interessati avrebbero poi parteci- territorio, sul greto del fiume Bormida stupi- pato, volenti o nolenti. scono i resti di imponenti archi. Ma il Monfer- Nel 1924 i parlamentari Marescalchi, Maz- rato non ebbe mai opere idriche per coordinare zucco, Boido, Torre, Rebora, Buronzo si face- le acque dei torrenti e dei rivi che pure sono vano promotori di una legge (22.11.1924) numerosi fra le colline (ricordiamo le «mille avente come oggetto: «Consorzio fra i Comuni fonti» di Villadeati). Servirono per secoli i nu- del Monferrato e dell'Astigiano per l'Acquedot- merosissimi pozzi pubblici o privati ai margini to». Il disegno di legge venne esaminato dal- delle strade e delle vigne. Ma le esigenze au- l'apposita Commissione parlamentare. Ma esi- mentavano. All'inizio del secolo vi fu chi pensò stevano ostacoli di fondo: vi era indisponibilità ad una rete idrica capace di dissetare il Monfer- finanziaria. rato: nel 1913 l'ing. aveva indi- Nel 1926 il Commissario Prefettizio di Casa- viduato sorgenti sul greto della Dora Baltea (al- le riuniva i sindaci monferrini per attivare la lo- la sinistra del Po) ed aveva steso anche un limi- ro sensibilizzazione. Diedero il loro parere con- tato progetto (che doveva però scavalcare il fiu- trario i Comuni di Castelletto Scazzoso, Serra- me). valle d'Asti, Portacomaro, Piazzo, Refrancore, Chi pensò più in grande fu la Soc. Acque Po- Lauriano, Bagnasco Montafia, Castiglione d'A- tabili di Torino (che gestiva già l'acquedotto to- sti, Cereseto, , Capriglio, Otti- rinese), presso la quale operavano due tecnici, glio. gli ingg. Carlo Francesetti e Mario Vanni (che Si cercava di proporre soluzioni frazionate; era già stato nel 1911 progettista dell'acquedot- ma gli ingegneri progettisti sostennero sempre to urbano di Casale). Venne redatto un accurato la loro impossibilità pratica, se non con un con- progetto di fattibilità con adeguati studi geolo- sistente aumento di costi. L'ing. Vanni su una gici ed idrografici. Sorse con atto 6.9.1922 la rivista specializzata aveva sostenuto: «...Se nel Soc. Acquedotti ed Opere Complementari la computo finanziario si parte dalla supposizione quale proponeva la trivellazione di pozzi accan- che un Comune di 3.000 abitanti non possa pa- to alla Dora in territorio di Saluggia sui fondi gare più di 15.000 lire annue compresi tutti gli Giarrea, Allegria, Stella. L'acqua estratta venne usi domestici, agricoli ed industriali, non resta analizzata da docenti delle università di Geno- che condannare alla sete perpetua i monferri- va, Siena e Torino, e venne ritenuta potabile ed ni; e se si ritiene che un ettaro di orto debba igienica (quell'acqua proviene dal ghiacciaio consumare un litro al secondo, ossia mc. 86,4 del Monte Rosa). al giorno, sicché poco più di 3 ettari di orto Per interessamento dell'Amministrazione abbiano a pagare in sei mesi tanta acqua della Provincia di Alessandria (che allora inclu- quanto basterebbe per un anno ad un Comune deva anche l'Astigiano) si tenne a Casale nel di 3.000 abitanti, i Monferrini possono conti- settembre 1923 un incontro di sindaci di Co- nuare ad accontentarsi dell'ortaglia che una muni monferrini per esaminare i progetti degli carriuola reca loro una volta alla settimana, ingg. Vanni e Francesetti. dai lontani orti della pianura, irrigati il più so- I tecnici precisarono che il costo dell'opera vente da un pozzo con una noria girata da un poteva aggirarsi sulle 15.000 lire per ogni giumento; cioé con acqua che costa effettiva- 1.000 abitanti. I Comuni in quegli anni di crisi mente più cara di quella che loro fornirebbe post-bellica avevano tutti difficoltà finanziarie; l'acquedotto...». da poco si era installato il nuovo governo di A queste considerazioni realistiche i politici Mussolini, il quale pareva poco disposto a fi- guardavano tenendo conto che nel 1928 si ulti- nanziare spese troppo elevate. Qualcuno dis- mavano i lavori dell'Acquedotto Pugliese (ini- sentì apertamente e l'ing. Vanni dovette precisa- ziati nel 1906) con 262 Km. di canalizzazione 104 L’inaugurazione della fontana costruita a Camino per ricordare la fondazione dell’acquedotto (no- vembre 1949) principale e oltre 1.200 Km. di canalizzazioni plinata nelle sue popolazioni, ma sitibonda». E secondarie, con una portata di 4.000 litri al se- quel centrato «sitibondo» divenne il fulcro di condo. tutta l'azione politico-sociale che il Gen. Caval- In quei successivi anni l'ing. Vanni (era mor- lero portò avanti con appassionato attaccamen- to nel frattempo l'ing. Francesetti) aveva rive- to. duto i progetti, effettuando alcuni tagli. E pre- Mussolini aveva visitato fugacemente il cam- vedeva l'estrazione dell'acqua a profondità va- po di manovra (aveva pernottato nel Castello di riabile da 35 a 164 metri nei pozzi di Saluggia, Camino), ma per il giorno 28 agosto 1928 era per l'approvigionamento di una zona che com- stato previsto un suo incontro con i contadini. prendeva 150.000 persone, con una immissione Sullo spiazzo antistante la chiesa parrocchiale di 300 litri al secondo, così da distribuire circa di Camino, il Gen. Cavallero sussurrò all'orec- 200 litri al giorno per ogni abitante. chio del Duce: «Eccellenza, Le ricordo che I senatori Mazzucco e Buronzo e l'on.le Ma- questi rurali producono il miglior vino d'Ita- rescalchi non lesinarono le sensibilizzazioni e lia... Per la semplice ragione che mancano del- le pressioni presso le più opportune sedi roma- l'acqua!...». Era chiaramente una battuta; ma ne. In particolare si era interessato il monferri- Mussolini nel suo infuocato discorso disse: no Gen.Ugo Cavallero, Sottosegretario alla «...Io amo tutti gli Italiani, ma anche l'amore Guerra. ha le sue sfumature, e quelli che amo di più so- In quel 1928 la spesa minima (con eventuali no i rurali: quelli che lavorano i campi e sono tagli locali) si valutava in 100 milioni. la parte più imbattibile d'Italia... La popolazio- Ed appariva chiaro che l'opera era possibile ne rurale del Monferrato ha bisogno dell'ac- solo col concorso dello Stato (così come era qua, di un acquedotto. La popolazione del avvenuto per l'Acquedotto delle Puglie). Monferrato merita sia fatto il necessario affin- Cavallero, che era particolarmente nella con- ché questo suo essenziale bisogno possa essere siderazione di Mussolini, gli propose il Mon- soddisfatto. E questo necessario si farà!». Era ferrato per eseguire le programmate Grandi una promessa grandiosa. Entro otto giorni il Manovre Militari, e non mancò di segnalargli progetto Vanni & Francesetti era già sulla sua le reali condizioni della nostra terra «patriotti- scrivania! ca ed eroica nei suoi soldati, laboriosa e disci- Bisognava battere il ferro tanto che era caldo. 105 Ma vi erano difficoltà oggettive avanzate dai sana, e per il Monferrato si aprirà una nuova ministeri interessati. I politici cercarono di far feconda era di ricchezza e di splendore». capire alle alte sfere che quel grandioso lavoro La prima riunione del Consorzio era avvenu- - che doveva durare non meno di due anni - po- ta presso la Prefettura di Alessandria il 9 otto- teva risolvere in Monferrato il problema del bre 1931. I sindaci intervenuti nominarono nel bracciantato, il quale aveva un suo peso nella consiglio d'Amministrazione: ing. Bartolomeo disoccupazione: sarebbero stati impiegati ben Bo (podestà di Altavilla), geom. Giovanni Za- più di 1.000 operai. Così il Consiglio dei Mini- nello (podestà di Calliano), avv. Tancredi Botti- stri all'inizio del maggio 1930 approvava in li- no (podestà di Cocconato), prof. Edoardo Per- nea di massima l'opera indicando anche la pos- roncito (podestà di Viale d'Asti), geom. Giu- sibilità di finanziamento e di reperimento della seppe Cerruti (podestà di Grana), cav. Paolo disponibilità mediante una sopratassa. Si pen- Consigliere (podestà di Moncalvo). Erano pre- sava ad un contributo statale di 35 milioni. Il senti membri designati dal Governo: conte U. successivo decreto-legge approvato in via d'ur- Cavallero, cav. C. Poggio, dott. C. Giusiana, e genza dichiarava obbligatoria la costituzione il funzionario di prefettura dott. P. Bevilacqua. del Consorzio dell'Acquedotto del Monferrato Nella riunione del 27 gennaio 1932 a Presi- includendo l'elenco di 80 Comuni. dente veniva nominato il conte Cavallero. Mancava il Comune di Casale Monferrato Và ricordato che - a seguito di contrasti poli- (che pure aveva frazioni interessate) e i Comu- tico-militari col Gen. Badoglio - il Gen. Caval- ni di Mombello e Solonghello (che allora erano lero aveva lasciato l'esercito ponendosi in stati unificati nel Comune di Cerrina). La co- aspettativa; e tornando alle attività private ave- struzione - in tre anni - sarebbe stata affidata al- va assunto la Presidenza dell'ANSALDO di la Società che aveva redatto il progetto ed alla Genova. A seguito della nomina il prefetto Re- quale sarebbe stata concessa la gestione per 60 bua si compiacque col consiglio di Ammini- anni. Data della ultimazione delle condutture strazione per la scelta del conte Ugo Cavallero principali il 28 ottobre 1932 (ricorrenza del de- in quanto «egli può essere ritenuto, a buon di- cennale della Marcia su Roma: in fin dei conti ritto, come il papà della superba iniziativa». si trattava di un'«opera del regime»). I lavori proseguirono alacremente e si ebbero Il 14 giugno 1930 con atto del notaio Anni- nel frattempo adesioni di altri Comuni fin tanto bale Germano, a Torino, veniva costituita la So- che l'adesione totale era di 99 Comuni: 41 in cietà Italiana Acquedotto per il Monferrato provincia di Alessandria, 49 in provincia di Anonima con il concorso della Società Italiana Asti (creata nel frattempo a seguito delle solle- Industrie Idrauliche di Roma (la durata della citazioni dell'on.le Buronzo) e 9 in provincia di Società era prevista fino al 31 dicembre 1993). Torino. Al 31 dicembre 1939 le utenze dell'Ac- Il consiglio d'Amministrazione risultò compo- quedotto ammontavano a 7.414 (un anno prima sto da: Sen. conte dott. Eugenio Rebaudengo, erano 6.875). comm. ing. Giovanni De Vecchi, prof. Clemen- Dopo tanti anni d'attività l'Acquedotto mo- te Randone, cav. uff. ing. Mario Vanni, cav.ing. stra la sua autentica capacità di sopperire alle Antonio Rossi. La sede legale era stabilita a esigenze monferrine. Nel 1945 il consumo an- Torino in corso Re Umberto, 9. nuale di acqua era di 7.000.000 metri cubi (6 Era stata prevista la posa della prima tubatu- volte di più di quello del 1931). ra il 9 novembre 1930 su quello stesso spiazzo I problemi furono ben superiori a quelli che dove Mussolini aveva promesso la realizzazio- avevano creduto gli amministratori iniziali. Fu- ne dell'opera. La cerimonia fu imponente, con rono necessarie molte sostituzioni di tubazioni, la partecipazione di centinaia di autorità di alto la costruzione dell'anello da Monte Croce a livello. La prima tubazione (di eternit, come (Ramo casale) da Ozzano a Po- sarà quasi tutto l'impianto) venne legata di tri- maro (Ramo Valle Stura). colore dalla madrina, la contessa Olga Cavalle- La gestione fu sempre difficile. Le tariffe ed i ro-Grillo. Il Vescovo Mons. Albino Pella im- costi spaventarono sempre tutti. partì l'abituale benedizione. Parlarono un po' Riprendiamo da un titolo de «Il Monferrato» tutti, e non mancò il suo ringraziamento il Po- del 1982: «Per salvare l'Acquedotto occorrono destà di Camino Antonio Vellano. Il Sottose- 35 miliardi (12 subito)...». gretario Leoni aveva concluso: «...Tutti avran- L'Acquedotto del Monferrato è un'opera che no, purché lo vogliano, a libera disposizione ha più di 65 anni...Ma assolutamente non può loro e nelle proprie case, per ogni bisogno, co- essere mandata in pensione! me l'aria che si respira, acqua abbondante e I.G. 106 Il Santuario di Crea ha cambiato volto

Il giro del monte del pella di S. Eusebio. Parco di Crea ha per noi Grido raccolto da due l’effetto di un Lexotan giornali «Il Monfer- quando gli affanni del rato» e «La Gazzetta lavoro e dello stress ti del Popolo» che lan- conducono sull’orlo ciarono una sottoscri- dell’urlo. zione popolare. E siamo testimoni che Possiamo anche sve- in questi decenni Crea larlo ed è altrettanto ha cambiato volto. Me- significativo che la rito, prima di tutto, prima famiglia che della legge che ha isti- raccolse l’appello (in tuito il Parco regiona- forma anonima) fu le, legge fortemente quella dei Merlo (e voluta da Anna Maria Luigi Merlo raccolse Ariotti allora consi- l’eredità di padre Bru- gliera a Torino (padrini netti alla guida del anche gli assessori Rivalta e Fiorini) e pro- Parco regionale...). Poi molte iniziative, mulgata, a firma Aldo Viglione, il 28 gen- mostre-pro restauri, giornate gastronomi- naio 1980. E’ altrettanto significativo che che, feste popolari, addirittura una ciclotu- il primo presidente ristica (1982: merito del parco fosse eletto «Sacro Monte di Crea», è il titolo di uno dell’allora assessore (luglio 1981) padre splendido libro edito nel 1998 dalla Cassa di Ri- provinciale Gianpiero Antonio Brunetti, un sparmio di Alessandria e curato da Amilcare Bar- Bertolone) con padri- francescano che uni- bero e Carlenrica Spantigati. Nel volume trovia- no Gino Bartali. Da va l’ora et labora mo interessanti capitoli come «Passeggiate nel allora quanti lavori, (per Crea) in maniera Sacro Monte» di Vittore Fossati; «Note di geolo- sempre sotto il con- semplice ma con gia», di Carlo Giraudi; «Le colline di Crea for- trollo attento della So- grande carisma. A ziere della biodiversità del Basso Monferrato», di printendenza (qui han padre Brunetti va il Franco Picco; «Ambiente naturale e ambiente fatto carriera Carla merito di aver solle- coltivato, una storia da leggere nelle trasforma- Enrica Spantigati e vato il movimento di zioni del paesaggio agrario», di Alessandro Cara- Liliana Pittarello: la opinione che ha por- mellino; «Note sul santuario», dei due curatori; prima oggi guida l’uf- tato ai restauri delle «I Misteri mariani del Sacro Monte di Crea dal ficio di Torino, la se- 23 cappelle del Sacro trattato di Costantino Massino alla Breve Histo- conda di Genova e se Monte, si rischiava di ria e Descrittione di Michelangelo Cultella», di lo meritano). perdere un ingente Guido Gentile; «La realizzazione del Sacro Il più imponente è patrimonio d’arte. Monte tra il Cinque e il Seicento», di Claudia stato senz’altro quel- Per la cronaca il gri- Bonardi; «Pittori e scultori per il 'Teatro della vi- lo della cappella del do d’allarme venne ta della vergine», di Anna Maria Bava; «La nuo- Paradiso coi problemi lanciato nel luglio va vita del Sacro Monte nell'Ottocento, fra ripri- statici risolti grazie al 1978 da padre Anto- stini e rinnovamento devozionale», di Maria Car- Lem un’invenzione di nio dopo che ignoti la Visconti Cherasco; «Cinquant'anni di sguardi, tiranti nascosti dovu- vandali avevano mu- la fotografia scopre il Sacro Monte», di Pierange- ta all’ing. Delmastro; tilato con bastoni una lo Cavanna e «Restauri al Sacro Monte 1980- poi Gian Luigi Nicola decina di statue, pre- 1988, alcuni casi emblematici», di Alessandra e la sua équipe han gevolissime, del Ta- Guerrini. riportato a nuova vita bacchetti, nella cap- centinaia di statue. 107 La festa per il ritorno del Paradiso alla primitiva bellezza è datata 6 ottobre 1995, la cappella venne benedetta dal vescovo della Diocesi di Casale, mons. Germano Zaccheo (nella foto sotto il titolo). Parte- cipò anche padre Antonio ritornato nella «sua» Crea (i frati erano stati sostituiti dai religiosi diocesani il 29 settembre 1992, rettore mons. Grattarola). E’ giusto citare il nome il nome di Teresa Rossi, autrice del Piano dell’Area, e dei re- stauratori di Crea, oltre al Nicola, Piero Vi- gnoli e il suo allievo Luca Pagella, Kristine Doneux e la Novaria. L’attività continua, da registrare anche l’inaugurazione delle nuova sede del Parco alla cascina Valperone, il rifacimento degli alloggi, il lancio di dodici percorsi di trekking raccolti in un bell’opuscolo, «Con Cesare nel parco» (per ricordare la perma- nenza di ) e - l’iniziativa è del direttore Amilcare Barbero - l’edizione di un Atlante dei Sacri Monti di tutt’Euro- pa. E’ in corso la ristampa (novembre 1999) di «Crea. Il Sacro Monte» di Attilio Castel- li e Dionigi Roggero. Iniziano i lavori alla cappella VII, sul tetto Li- Luigi Angelino liana Pittarello e l’impresario Longhi

Sopralluogo per i primi restauri, in prima fila p. Isidoro, Anna Maria Ariotti e p. Antonio 108 Il Monferrato e la Regione Piemonte Trent’anni di realizzazioni e di uomini

La riforma regionale ha rivo dalla Provincia di To- costituito, negli ultimi rino) da poco scomparso trent’anni del secolo (e dopo aver raggiunto il del millennio), l’evento vertice della carriera co- forse più importante dopo me Segretario generale, e il momento della Repub- l’alessandrino Roberto blica e della Costituente. Salvio attuale Direttore Riforma contrastata, della Comunicazione isti- nata dopo lunghissima ge- tuzionale; un altro mora- stazione: previste dalla nese - chi scrive, oggi Di- Costituzione del ’48, le rigente delle Relazioni Regioni furono istituite Esterne - arriverà nel ’74 nel ’70 con prima elezio- direttamente dalla reda- ne delle Assemblee il 6 e zione-scuola de “Il Mon- 7 giugno di quello stesso ferrato”; sempre da Casa- anno. le, entrerà nel palazzo di Il Consiglio regionale piazza Castello Alberto del Piemonte si riunisce Grillo, anche lui ormai la prima volta il 13 luglio, Palazzo Callori di Vignale, enoteca regionale mancato, responsabile del a Torino piazza Castello, Centro Stampa. nel salone al primo piano del Palazzo del Go- La legislatura si avvia con atti del tutto for- verno. Aria di grande evento, gonfaloni e ri- mali seppur di alto livello: l’approvazione del- flettori, presenti le più alte autorità politiche lo Statuto (per rispettare i tempi viene fermato sociali, rappresentanti del Governo nazionale, l’orologio nel Palazzo Madama!), le prime i 50 neo-eletti padri fondatori della nostra Re- leggi per dotarsi di uffici e personale, il recepi- gione. Tempi assai diversi da oggi, con forze mento dei primi concreti poteri delegati da politiche dal peso oggi dimenticato: 20 demo- Roma: attività che le stesse cronache dell’epo- cristiani, 13 comunisti, 5 socialisti, 4 socialde- ca definiscono “abbastanza routinarie”. mocratici e altrettanti liberali, 2 missini, 1 rap- Legislatura peraltro contrastata, talvolta po- presentante ciascuno per repubblicani e psiup- lemica; Calleri si dimette tre volte e altrettante pini. viene rieletto con maggioranze di centro; gli Al vertice dell’Assemblea, il socialista Pao- alessandrini Angelo Armella e Mario Debene- lo Vittorelli; primo capo del Governo piemon- detti siedono al governo. La quinta Giunta è tese, il democristiano Edoardo Calleri di Sala, guidata, nel dicembre ’73, dal democristiano alla guida di ben 11 Assessori effettivi e 4 sup- Gianni Oberto, simpatica figura di piemontese plenti. vecchio stampo, profondo conoscitore dei pro- In aula, alcuni nomi che faranno carriera co- blemi ed in particolare delle sue amate monta- me futuri presidenti (Vittorio Beltrami, Gianni gne (fu presidente del Parco Gran Paradiso). Oberto Tarena, Aldo Viglione) e una schiera di Ha il pallino della “lingua” piemontese e so- alessandrini: Angelo Armella (sarà assessore vente cita nei discorsi Pinin Pacot e Censin Pi- alla sanità) Adriano Bianchi, Mario Debene- ch; discorsi dettati dal cuore, scritti di pugno detti (futuro assessore alla caccia), il cerrinese su pacchetti di cartoncini formato cartolina. Armando Gerini, Domenico Marchesotti (di- Qualcuno disse: “fatta l’Italia bisogna verrà assessore al commercio), Luciano Ra- fare gli Italiani”. Parafrasando si può dire schio, Claudio Simonelli (futuro, intelligente che fatta la Regione bisognava fare i Piemon- assessore al bilancio e programmazione). Tra i tesi, vale a dire spiegare a quattro milioni di primi funzionari ad aver creduto nel nuovo en- cittadini a cosa serve la Regione, quali vantag- te, il moranese Pierdomenico Clemente (in ar- gi, quali opportunità di miglior accesso alla 109 cosa pubblica. La prima legislatura difficilmente riesce in tale compito, al di là di qualche leggina come i contributi alle cantine sociali, l’assegno di na- talità alle coltivatrici dirette, finanziamenti per asili e opere pubbliche. La conclusione è poli- ticamente molto nervosa, con la richiesta dei comunisti di contare di più nel governo pie- montese Il Casalese si sente coinvolto in prima linea, con l’istituzione del Circondario e, poco dopo, del Comprensorio. Il primo è organo anzitutto burocratico, il secondo dovrebbe permettere una maggior partecipazione delle comunità lo- cali alle scelte di Torino specie nel campo del- la programmazione economico-sociale. En- trambi lavoreranno di buona lena, non sempre con risultati di peso rispetto alla scelta finale. Fin dall’inizio vengono comunque visti con grande interesse perché danno, grazie anche all’istituzione in Casale di uffici regionali, la concreta sensazione che Casale ed il suo “hin- terland” (parola in voga in quegli anni come sinomino di zona circostante) possano contare Pier Domenico Clemente, segretario generale di più sul piano politico e non solo nei settori del freddo e del cemento! Purtroppo, l’uno e scaris a Torino (oggi sede del Consiglio regio- l’altro spariranno in tempi diversi, senza la- nale). sciare grossi rimpianti ma con amarezza per E’ tempo di programmazione, di piano di speranze perdute. sviluppo (ottimo documento, coordinato dal- Periodo di “giunte rosse” il 1975-80. La l’assessore Sinonelli, cui viene assegnato il maggioranza socialcomunista elegge presiden- prestigioso “Premio Einaudi”), di speciale at- te Aldo Viglione. Cuneese, ex partigiano, av- tenzione ai problemi del lavoro e della produ- vocato civilista, carattere forte ma bonario al zione. Tempo di lotta al terrorismo, con episo- tempo stesso. Non c’è angolo del Piemonte di nazionali (il rapimento Moro nella primave- che non conosca e dove la gente non lo cono- ra ’78) e locali che faranno alfine contare 17 sca; a quanti, inevitabilmente, chiedono questo morti e decine di feriti; ricorre sulle pagine dei o quel contributo, risponde con un proverbio giornali la fotografia di luoghi di attentati con della nonna “metà sold, metà cunsej”, ti do la presenza solidale del presidente Viglione, metà soldi e qualche buon consiglio! Ama la del collega Sanlorenzo al vertice dell’Assem- buona tavola, il buon vino, ma è anche capace blea, del sindaco torinese Novelli (forse anche di prepararsi una semplice insalata di pomodo- per quello definito “crisantemo”). ri al bar interno. Non ama la burocrazia, i tem- Nascono le leggi sui trasporti e la viabilità pi biblici delle pratiche pubbliche; raccoglie, nonchè la grande legge cardine sulla tutela e girando nei paesi, le lamentele dei cittadini uso del suolo, quella “legge Astengo” dal no- poi, in ufficio, chiama direttamente il funzio- me dell’assessore che sarà vista come peste nario responsabile e sono alti gemiti!. Schietto dai Comuni ma porterà ordine nell’urbanistica nei rapporti anche con i potenti: in tempi nei subalpina obbligando tutti all’adozione dei quali Roma lesina il denaro alle casse regiona- piani regolatori. Tra i consiglieri esperti di ur- li, ricordo un suo secco telegramma al mini- banistica e ambiente, la casalese Anna Maria stro competente “...aiuto, aiuto, tesoreria a Ariotti. secco”. Ha il pallino del patrimonio immobi- E’ viva la solidarietà anche fuori dei confini liare collegato al recupero di beni storici; a di- regionali; nel ’76 parte la mobilitazione per il verso titolo la Regione ha in gestione o pro- soccorso alle popolazioni terremotate del Friu- prietà palazzi come il Callori di Vignale, Villa li. In quelle zone troviamo persone forti, pron- S.Remigio di Verbania, il castello di Venaria, te a ricostruire senza attendere lo Stato, e tra la ex caserma Baronino di Casale, palazzo La- queste una famiglia con parenti a Morano e la 110 cui casa è per fortuna an- fedelissimo di un parla- cora in piedi: “la luna è mentare (Oscar Luigi improvvisamente tra- Scalfaro) che diverrà montata - mi dice il pa- Capo dello Stato, regge dre - e tutto ha comincia- per un quinquennio la to a ballare, ballava an- Presidenza della Giunta che il trattore nel cortile dal 1° agosto ’85, con - mi dice il padre - e io una maggioranza di non riuscivo a togliermi pentapartito. Instancabi- dal vano della porta d’in- le, puntiglioso nel vede- gresso, ero quasi incolla- re ogni giorno personal- to dalla paura; per fortu- mente la posta in arrivo, na nulla di irreparabile”. preciso nel sottolineare La terza legislatura si con matite colorate a apre nel 1980 con l’alter- seconda del rilievo della nativa tra maggioranza di pratica. Nella sua Giun- sinistra o pentapartito. ta, regge l’incarico del- Prevale la prima, a capo l’urbanistica il valenza- del governo regionale no Piero Genovese. Alla Ezio Enrietti, già respon- Presidenza del Consi- sabile della sanità nella glio, ritroviamo Viglio- compagine precedente; ne, vittima di un morta- tra gli assessori, ancora le incidente d’auto a fi- Claudio Simonelli. Con- Il casalese Paolo Ferraris, assessore regionale ne ’88 e sostituito dal fermato anche Luigi Ri- socialista Angelo Rossa valta, torinese ma con robuste radici in quel di nativo di Sale. Cinque anni non facili (che ho Casale. Nel “parlamentino” siede anche l’ales- vissuto in prima persona come suo Capo Gabi- sandrino Armando Devecchi, già presidente netto) per il susseguirsi di problemi piccoli e della Provincia. grandi, sovente estranei alla competenza re- Non è finita l’emergenza terrorismo: all’ini- gionale. Beltrami stesso ama ripetere che zio di agosto il Piemonte reca la propria testi- “tranne l’invasione delle locuste, abbiamo monianza di solidarietà ai funerali delle vitti- avuto di tutto”! E si riferisce a fatti come l’in- me per l’attentato alla stazione di Bologna. quinamento dell’acquedotto di Casale (40.000 Solidarietà anche per 81 comuni dell’Alessan- a rubinetti asciutti), le discariche abusive, il vi- drino colpiti dal maltempo e per le popolazio- no al metanolo, atrazina e bentazone con moli- ni dell’Irpinia dove il terremoto ha portato pe- nate dei diserbanti nelle falde acquifere, la fu- santi distruzioni. ga radioattiva di Chernobyl, i pompelmi avve- Si apre il confronto con la Fiat che progetta lenati sulla nave “Zanoobja”, lo scandalo dei pesanti riduzioni di personale; la vertenza laboratori privati d’analisi, il disastro ACNA chiuderà a fine anno, dopo il blocco dei can- di Cengio. Nell’insieme, tanti episodi di atten- celli e la marcia dei 40mila per Torino. tato alla pulizia dell’ambiente e alla salute Per tre anni - dicono le biografie ufficiali umana, in qualche modo controbilanciati an- dell’Ente, peraltro ricordando il cosiddetto che da massicci interventi nel campo della sa- “scandalo delle tangenti” del 2 marzo 1983 - nità (parte il servizio di eliambulanza) e dei l’attività politica si dispiega particolarmente parchi (istituito il Parco del Po nell’80, mentre nei campi delle risorse energetiche, dell’occu- dieci anni prima era stata la volta del Parco di pazione e della sanità. Tra Casale e Trino mol- Crea). Si preparano i Mondiali di calcio (un ri- to si discute e ci si preoccupa per l’ipotesi cordo: nell’elenco delle opere da realizzare Enel di costruire una seconda centrale nuclea- non c’era la superstrada dalla Torino-Milano a re; sono in ballo due aree dalle sigle divenute Verolengo, fondamentale per il rapido collega- famose: “PO 1” a Trino e “PO 2” nell’Ales- mento Casale - Torino sulla 31 bis: l’on. Botta, sandrino; prevarrà la prima, con il parere favo- presidente della commissione lavori pubblici revole del Comune, anche se l’abbandono del della Camera, lancia un segnale, Beltrami ri- nucleare porterà poi alla costruzione dell’at- spose con una letterina di richiesta e la strada tuale impianto turbogas di Leri. è fatta!). Vittorio Beltrami, ex partigiano, novarese, Il democristiano Gianpaolo Brizio e la so- 111 Il presidente regionale Viglione all’inaugurazione della Mostra di S. Giuseppe (1984) cialista Carla Spagnuolo reggono rispettiva- casalese doc: Cristiano Bussola, portavoce del mente Governo e Assemblea dal 1990. All’in- Presidente, instancabile facitore dei suoi di- terno della Giunta, brilla per capacità di politi- scorsi ed interventi; nell’ufficio di fronte, la co e amministratore il casalese Paolo Ferraris, segretaria del Presidente (nel gergo ministeria- cui vengono affidate le complesse materie del le potrebbe definirsi come Capo della Segrete- Personale-Organizzazione e del Bilancio-Fi- ria) Raffaella Tittone, da quel di Palazzolo. Per nanze; il terribile mesotelioma non gli consen- non dire del Capo Gabinetto, la tortonese tirà più alti traguardi che pure avrebbe potuto Maura Leddi, già dirigente presso la Provincia raggiungere. Sono gli anni della messa a regi- di Alessandria (una provincia, dunque, ben me del sistema sanitario fondato sulle “uesseel- rappresentata nelle stanze del potere!). le” (la cui Assemblea in Casale, che per qual- Tra i primi impegni, la forte ripresa di que- che tempo ebbi l’onore di presiedere, fu scuola stioni come l’alta velocità (divenuta alta capa- di politica anche per un vivace e brillante gio- cità) la ferrovia Milano-Torino-Lione, la con- vane trinese, Roberto Rosso, destinato più tar- clusione del raddoppio della Torino-Savona, la di ad un seggio in Parlamento e a diventare uno costruzione dell’autostrada Asti-Cuneo-Nizza degli uomini fidati del cavalier Berlusconi) poi che molto gioverebbe anche ai traffici da e per trasformate in “aziende sanitarie regionali”, il Casalese. della nascita di “Expò 2000” che organizzerà La parola d’ordine del nuovo esecutivo è “la manifestazioni internazionali come i saloni nuova cultura amministrativa”, con sburocra- dell’auto, del libro e della musica. tizzazione deglle strutture funzionali, processo E’ ricordo ancora vivo l’alluvione del no- di delega agli enti locali (anche per attuare le vembre ’94, di quella domenica mattina che leggi Bassanini). mise in ginocchio con un mare d’acqua la pia- La legislatura punta molto su temi quali tu- nura lungo il Po; la ripresa comincia rapida- rismo, cultura, sport, valorizzazione di monu- mente, Stato e Regione lavorano concordi per menti storici come la Residenze Sabaude. ricostruire con i Comuni e le popolazioni. La Ormai c’è aria di 2000, di Ostensione della fine del Millennio vede un netto cambio di co- Sindone (affidata al nuovo arcivescovo di Tori- lori politici. Il 26 giugno ’95 Enzo Ghigo ot- no, monsignor Poletto già parroco di Oltre- tiene la fiducia da una maggioranza di centro- ponte a Casale), di Olimpiadi invernali del destra e si insedia nel Palazzo della Giunta di 2006. “Millenium bug” permettendo! piazza Castello. Con lui, giunge a Torino un Aldo Timossi 112 Letteratura e dintorni Giovanni Canna L’austero professore di Gabiano

Trent'anni or sono, le modifiche arrecate suc- nel 1969, il concittadi- cessivamente, era pro- no prof. Olimpio Musso prietà di Giovanni Can- dava alle stampe una na. L'insigne grecista, scelta di brani tratti dai terminati gli impegni uni- diari inediti di Giovan- versitari a Pavia, amava ni Canna scomparso a trascorrere le belle estati Casale il 20 febbraio monferrine, con le sorel- 1915. le, in questa sua proprietà Qui il Canna era nato di Gabiano. Non sappia- ottantadue anni prima mo purtroppo quanti dei in piazza Rattazzi, co- suoi mirabili corsi uni- me egli annotava sotto versitari, o dei suoi scritti la data del 20 dicembre siano stati pensati o stesi 1910: «Oggi sono com- nel suo buon ritiro gabia- piuti i miei anni 78: nese: ma certo la tran- nella Chiesa della Tri- quillità del luogo, l'ame- nità attigua alla casa nità dei colli monferrini, dove io sono nato 20 di- il silenzio della campa- cembre 1832 ho innal- gna, (allora per buona zato a Dio fervida preghiera per questo sorte non c'erano tante automobili, né tanti estremo declinare della mia vita: miseri- trattori) avranno contribuito non poco alla cordia sia concessa a me e alla mia fami- nobile e fertile attività del Canna». glia». Oggi nota per aver ospitato l’insigne gre- Già titolare dell'insegnamento di latino e cista, la celebre dimora è ancora da molti ri- greco nel Liceo cittadino, fu chiamato alla cordata come casa Picco, dal nome del cele- cattedra di Letteratura Greca presso l'Uni- bre baritono Millo che l'aveva comprata dal- versità di Pavia, dove prestò servizio per le sorelle Canna dopo il 1915, anno della quasi quarant'anni (dal 1876 al 1915) senza morte di Giovanni. rinunciare ai soggiorni estivi nella casa pa- «Questo baritono, che cantò solo in Ame- terna di Gabiano. rica - osservava il Reggio - fece alquante Nei primi anni '70 il prof. Giovanni Reg- modifiche: soppresse un certo numero si gio, proprietario della casa di Canna, negli stanze per costruirvi un casto salone, nel Atti dei convegni culturali monferrini scri- quale aperse la bifora che si vede oggi dalla veva: «C'è a Gabiano Monferrato, proprio strada, modificò l'ingresso, ampliò l'origi- all'inizio della strada panoramica, una nario giardino, recingendolo con un'ampia grossa casa, dall'esterno austero, anche se cancellata. Ma i più vecchi del paese ricor- illeggiadrito da una bella bifora e da un dano ancora la vecchia casa, e soprattutto grazioso spiovente sulla porta d'ingresso. (essi erano allora bambini) ricordano l'au- Ma una cinquantina d'anni fa l'aspetto di stera figura del professore, vestito da un essa doveva essere diverso. Non c'era quel- lungo stiffelius nero, così mi narrò uno di la bifora, non c'era lo spiovente d'ingresso, essi, che bonariamente distribuiva ai bambi- perché questo non era sulla strada, come ni che lo attorniavano, alcune caramelle che ora, bensì lateralmente, dove, attualmente, estraeva da una delle profonde tasche del- un giardino all'italiana si adorna, nel cen- l'abito». tro, di un alto cedrus deodara, che si alza Ed ecco l'indimenticabile ricordo dell'in- maestoso ben oltre l'altezza del tetto». segnante di greco che senza pietà sbarrò la Ed aggiungeva: «Quella casa, prima del- strada a Salvatore Farina che dalla Sarde- 114 Casa Canna a Gabiano gna aveva raggiunto il padre magistrato a Casale: «Qui ritrovo il mio buon amico (l.a.) - La tomba d'oggi, l'avversario d'allora, l'ottimo pro- dove riposa G. fessore Canna. Egli è diventato il sommo Canna si trova nel dei grecisti italiani, e ancora insegna greco cimitero urbano di all'Università di Pavia; ha celebrato da po- Casale, sul lato co il 50° anniversario della sua scuola... esterno sinistro. Nell'anno 1860 egli era un giovinotto quasi E' una tomba imberbe, pensoso e buono assai, ma altret- perpetua affidata tanto fedele alla propria coscienza di mae- oggi alla Casa di stro, fedele tanto da non ammettere alla riposo. La lapide sua scuola uno che ne fosse indegno. E se ricorda l'insigne d'indegni ve n'era uno, certo ero io quello». Grecista e Acca- «Il bravo Canna - aggiungeva lo scrittore demico della Cru- sardo - studiava forse da un anno solo, ma sca che «visse co- spronato dal dovere già toccava le grandi me un asceta e morì come un Santo», epi- alture della grammatica, dava del tu a Se- grafe dettata dal prof. Evasio Comello, nofonte e ad Omero. Noi dal basso lo guar- come ricorda Grignolio nei suoi 'Perso- davamo con schietta ammirazione, con naggi casalesi', la scritta (lo notiamo mer- paura sincera altrettanto. Quell'esame fu coledì insieme a un cortesissimo guardia- una strage. Mi sono rimasti in mente i nomi no) è consunta, meriterebbe un 'ripasso', dei due scampati all'eccidio; non li starò a magari un'adozione da parte degli Amici ricordare perché avevano fama di sgobboni della Biblioteca, biblioteca che è intitola- né mai intesi parlare di loro in qualità di ta allo stesso Canna. grecisti né di altro». Dionigi Roggero 115 Cesarina Gualino I pittori nel castello di Cereseto

Tra le immagini pub- ria; ma d'un reame di po- blicate nel catalogo della polo, di neri operai, di mostra Cesarina Guali- operosi contadini... S'io no e i suoi amici spicca vivo tu così sarai. E no- un olio su cartoncino stro sarà il turrito castello con la scritta (sul retro) che compreremo. Là, fra «Cereseto Giugno la pace dei faggi e un po' 1930», che raffigura uno di silenzio, ogni anno tem- scorcio di paesaggio ben preremo le forze». noto, confermato dalla Profondamente innamora- seguente descrizione to di Cesarina, il venticin- nella scheda: «la collina quenne rampollo della fa- di Castellazzo e di Crea, miglia biellese pubblican- un cielo denso di tempo- do presso l'editore bolo- rale, la pianura e i prati gnese Zanichelli il volume della Guazzanza (proba- di poesie Domus Animae, bilmente si tratta della la ricordava come un'e- tenuta agricola Guaz- strosa fanciulla «dal profi- zaura, ndr)». lo greco, quale Rare fotografie del- fiordaliso». Trascorsi tre l'archivio Gualino di Roma impreziosisco- anni di fidanzamento, la diciassettenne Ce- no l'opera immortalando alcuni personaggi sarina sposava Riccardo. Era l'8 settembre famosi che furono ospitati nel castello di 1907: insieme partirono per un avventuroso Cereseto, come Felice Casorati intento a di- viaggio di nozze diretti ad Istanbul sull'O- pingere sotto lo sguardo vigile del ricco rient Express. mecenate. Nel frattempo la creazione del «Sindacato Figlia di Tancredi e di Pierina Fiorio, Ce- Italiano Calce e Cementi» aveva consolidato sarina Gurgo Salice era nata il 3 maggio la posizione economica di Gualino e la sua 1890 a Torino, benché in alcune biografie attenzione si rivolgeva al commercio di le- sia indicata come luogo di nascita Casale. Il gnami su vasta scala mediante lo sfruttamen- padre, buon pianista e violoncellista, era un to delle ricche foreste dell'Europa orientale e «borghese aristocratico», come lo definì il della Russia. futuro genero Riccardo che come lui a Casa- «Poi se i denari verranno su a palate - le si occupava di calce e cementi. scriveva in quegli anni a Cesarina - dalle La completa formazione culturale della cento fonti che ora sto per far scaturire, giovane si arricchì con lo studio della lingua quanti bei sogni da realizzare! Io te lo dico francese e della composizione musicale e subito, voglio un bel castello! Un bel castel- pittorica presso il collegio delle suore fran- lo di quelli medioevali con le cinte merlate e cesi della Sapienza, nel castello di San Gior- gli spalti turriti, con le gronde protese e gli gio Monferrato. archi acuti o penduli, con gli ombrosi parchi Un anno prima del matrimonio, nel 1906, pieni d'acque e di frescura, con le mute dei il giovane industriale, che a Casale aveva cani impazienti, coi bei puledri scalpitanti, fondato la “Riccardo Gualino e C.”, così con le sale illuminate dai vetri colorati, con scriveva alla futura sposa: «Io sento che un gli alti soffitti a cassettoni». giorno non molto lontano (dieci vent'anni Acquistata nel 1908 l'antica residenza dei forse) tu sarai la suprema regina d'un nuovo Ricci di Cereseto, l'ingegnere Vittorio Tor- reame. Non d'un reame che dagli antichi nielli su incarico di Gualino procedeva negli stemmi e dall'armi arrugginite toglie la glo- anni 1908-1913 al restauro e alla ricostru- 116 zione del vasto edificio, secondo i canoni del tempo. La «splendida, riuscitissima, indi- menticabile festa» per l'inaugurazione coin- cise, scriveva Cesarina in una lettera, con il quinto anniversario di matrimonio (1912). Tuttavia i lavori continuarono a lungo: so- lo nel 1922 era ultimata la chiesetta interna progettata dall'ing. Tornielli e due anni dopo veniva inaugurato il Monumento ai Caduti di Cereseto come atto finale di un annunciato quanto ambizioso sogno realizzato dal me- cenate biellese nel piccolo centro monferri- no. Superate tutte le difficoltà, tra polemiche, accuse e la grave condanna al confino, Cesa- rina Gualino sopravvisse di quasi trent'anni al marito, deceduto a Firenze il 7 giugno 1964. Dopo aver ordinato i carteggi, le me- morie e gli appunti autobiografici di mezzo secolo di vita, è scomparsa nel 1992 alla ve- neranda età di 102 anni. Così Riccardo Gualino ne aveva tratteg- I figli di Riccardo Gualino (Micheletti) giato il profilo nell'importante opera auto- biografica: «La giovinetta che sposai nel sare spesso al giunco che non si schianta, 1907, Cesarina Gurgo Salice, aveva allora neanche quando la bufera abbatte la quer- diciassette anni; né cinque lustri ormai qua- cia. E non è a dire che non si schianti perché si interamente trascorsi modificarono sensi- si pieghi: resiste. bilmente l'esile sua figura. Mi ha fatto pen- Dionigi Roggero

Cesarina Gurgo Salice in Gualino, pur risultando nata ufficialmente a Torino, si dichiarava casalese, città dove abitava all'inizio dell'attuale viale Bistolfi (un vasto fabbricato, proprietà Massaza, ai numeri civici 4-6 dove c'era anche la sede della ditta Gualino); allora si chiama- va Viale Regina Margherita. Il matrimonio con Riccardo Gualino, fastoso, avvenne a Casale il 7 settembre 1907, in Municipio, poi il giorno successivo all'Addolorata (parrocchia del SS. Crocefisso), abbiamo copia di quell'atto. Vediamo che lo sposo era figlio dello scomparso Giuseppe e di Luigia Colombino e la sposa di Tancredi e Pierina Fiorio, testimoni Gian Bat- tista Risso di Biella e Luigi Ottina di Quarona Sesia. Gli sposi, dopo il viaggio di nozze (sull'Orient Expres, documentato da una foto di Cesari- na), presero alloggio in via Guazzo nella casa riattata in stile gotico dall'ing. Tornielli (oggi è lo studio del notaio Armando Aceto). Dagli atti del Comune risulta il trasferimento dei co- niugi Gualino da Casale a Torino l'8 dicembre 1919. Dalla coppia nacquero i due figli Listvi- nia (nata nel 1908) e Renato (1912). Quattro i figli di Renato e il primo porta (giustamente...) il nome di Riccardo (Gualino). E proprio Riccardo Junior da Roma dove abita invita ad ap- profondire gli studi sul versante monferrino: «Abbiamo esaminato solo al sessanta per cento l'archivio, molte foto non sono classificabili, per ora». Ci cita un'immagine dove figura la non- na Cesarina, forse a Cereseto, con molte altre signore tra cui la Hutter. Tra quadri preferiti da Riccardo «Ritratto di Lilli e Renato», effigiante il padre con la sorella dipinto dal balzolese Micheletti: «era a Cereseto, poi lo ricordo a Firenze, ora è qui con me a Roma». Beatrice Marconi curatrice (con Maurizio Fagiolo dell'Arco) della mostra su Cesarina e del relativo splendido catalogo spiega: «Mi sono occupata di Cesarina Gualino perchè è sta- ta un grande personaggio che ha attraversato oltre mezzo secolo di cultura, in Monferrato, a Torino, a Roma, periodo quest'ultimo da rivalutare per il collezionismo, il mecenatismo... Si lei sosteneva di essere casalese e come tale figurava sul passaporto». Luigi Angelino

117 Una sala del castello splendidamente arredata - Sotto, nel parco del castello, Riccardo Gua- lino osserva Felice Casorati intento a dipingere, la foto è stata scattata da Cesarina.

118 Rosetta Loy Le strade di polvere a Mirabello

Una tanto incerta di Mirabello, anche di co- quanto poetica tradizio- loro che vi trascorrono so- ne collegava il nome di lo poche settimane di vil- Mirabello al romantico leggiatura, come Rosetta verso «Mira il bel color Loy che nel borgo mon- di aurea luce» che un ferrino ha ambientato al- tempo si leggeva sull'ar- cuni romanzi di successo. co diroccato posto sulla Così scriveva ne La bici- provinciale per Alessan- cletta, pubblicato da Ei- dria. naudi nel lontano 1974: Un'altra popolare in- «Le campane irrompono terpretazione, forse un nella piazza dove il padre po' affrettata, faceva ri- commenta il prezzo del ferimento ad una proba- grano, l'ammasso, il valo- bile origine romana, at- re delle pertiche di terra. testata tuttavia dal poco Chi passa si toglie il cap- convincente «Mirabilis pello e il padre sorride, illum», poi diventato per con altri è più freddo per contrazione «Mirabil- trascorsi mai noti, ragioni lum»; mentre i dizionari sotterranee perse nei labi- di toponomastica sembrano indicare un rinti del tempo con madri, sorelle, concubi- «composto imperativale (mira + bellum) che ne e nipoti. Suona a distesa il sacrestano, allude probabilmente all'amenità del luogo». vecchio sordo e iracondo scuote la corda e L'abitato sorge su un dolce altipiano con gli uccelli sciamano dagli alberi, gli uomini edifici degradanti verso lentamente si avviano su il punto più basso, occu- per ciottoli tondeggianti pato dalla piazza delimi- della Via Roma dove infis- tata dai portici, dalla sa nel muro è la lapide a chiesa parrocchiale e dai ricordo dell'inondazione resti dell'antico castello, del 1839: alte esili brac- di cui un torrione pres- cia invocano aiuto fra tre- soché intatto è inglobato molanti pentagramma a nella chiesetta di San significare le onde, una Michele. Un tempo que- barchetta in tanto peri- st'area era denominata glioso cimento». «la laguna del paese», a Più dettagliato e avvin- causa della confluenza cente il racconto della delle acque dei torrenti violenta inondazione nel Garavalda e Campostri- fortunato romanzo intito- na (oggi incanalati), la lato Le strade di polvere cui pericolosità è atte- (Einaudi, 1987). stata dagli allagamenti «Quando suonò la cam- delle case ricordati negli pana a martello - scrive la anni 1785, 1797 e 1875. Loy - era ancora giorno Il ricordo di quei terri- ma sembrava già scesa la bili eventi è ancora ben notte tanto la giornata radicato nella memoria era scura, senza principio collettiva degli abitanti né fine nella monotonia 119 della pioggia. Un boato cupo, profondo, saliva dalla terra e so- vrastava il suono ininterrotto della campana, un boa- to indecifrabile che non somiglia- va a nessun altro udito prima e mentre la Luison e la Fantina at- territe si metteva- no a recitare le giaculatorie, Ga- vriel e Luìs corse- ro giù lungo il viale nella piog- gia che rendeva ciechi. Ma non fecero molta stra- da, il ponte su quello che d'esta- te era a malapena un rigagnolo era saltato e l'acqua vorticava e sbat- teva contro le mu- ra delle case. Chi era stato la matti- na a vedere sullo stradone per Gia- role al ritorno aveva sprangato la porta; ma ora non serviva sprangare più nulla perché l'ac- qua si rovesciava in un unico ster- L’imponente parrocchiale di Mirabello minato torrente. Scura, densa, trascinava tronchi d'albero, quale mano misteriosa avesse messo in moto animali, carri con le stanghe divelte e li sca- la campana a martello prima che l'acqua si raventava contro le porte fino a schiodarne scaraventasse giù dallo stradone... Quella le assi...». campana a martello salvò tutti quelli che Ed aggiungeva: «La notte dell'ottobre abitavano alla Pontisella dove un istante do- 1839 rimase memorabile per la morte di po l'onda di piena si tuffò e si rialzò in una animali e cose ma soprattutto per gli straor- colonna d'acqua che fece scoppiare porte e dinari avvenimenti che si verificarono. An- finestre e si riversò per le stanze dei piani darono perduti buoi, polli, tacchini, maiali e bassi colmandole fino al soffitto. Ma nem- cavalli e molte case furono sventrate, altre meno i vecchi c'erano più, caracollati via in ebbero porte e finestre divelte, la piena tra- groppa ai giovani e una madre vide galleg- scinò via noci e sementi, sacchi di farina, ta- giare via la culla da cui un istante prima voli, sedie, madie colme di pane e tini che aveva strappato il suo bambino». fermentavano ancora... Non si seppe mai Dionigi Roggero 120 Angelo Morbelli, grande divisionista Le radici alla Colma di Rosignano

Chi conosce la vi- raffigurano le case e le cenda umana di Ange- colline del Monferrato, lo Morbelli (1853- le mietitrici, oppure le 1919) - scriveva nel cave di tufo, o ancora 1983 il compianto Ca- le inconfondibili vedu- millo Cappellaro - sa te dalla Colma di Rosi- come, al di là del ruolo gnano, dove il pittore giocatovi dalle città di era solito trascorrere Alessandria e di Mila- lunghi soggiorni estivi. no, il suo locus ani- «Il paesaggio, del re- mae, la casa, la terra, sto, - annotava pochi le stagioni, vada ricer- anni or sono Giovanni cato in un definito lem- Anzani - costituisce il bo di terra monferrina, tema centrale dell'ulti- la frazione Colma di ma attività di Morbelli, Rosignano. Qui le ra- a partire dalla metà dici, i richiami, le sug- del primo decennio del gestioni incancellate. secolo sostituendosi Un contesto territoria- gradualmente al sogget- le che non può essere to dei vecchi: vedute la- scisso dal suo nome e gunari, avvolte preva- dalla sua opera, che lentemente nella luce gli appartiene non me- delicata del tramonto, no di quanto Volpedo e scorci del giardino della il tortonese apparten- casa del pittore alla gano all'amico frater- Colma e, soprattutto, no Giuseppe Pellizza». paesaggi di montagna, Ed egli aggiungeva: ripresi da angolazioni «Un'area comunale, Rosignano, antica e differenti ed eseguiti o direttamente sul moti- vasta come una contea, fratta in popolosi vo o, più spesso, con il supporto del mezzo fo- nuclei abitati, uniti fra loro e con l'erto ca- tografico, il quale spiega il taglio non con- poluogo dalle fitte maglie di una rete viaria venzionale delle immagini...». minore che travalica i dossi di diverse col- Luogo di svago e di riposo estivo, il giardi- line». no di Villa Maria con i suoi gradoni che asse- Una di queste frazioni, la Colma appunto, condano il dolce declivio della collina, è sta- fu scelta da Angelo come rifugio della fa- to immortalato da diverse vedute pittoriche. miglia Morbelli e sede di un cenacolo di ar- Al di là dei colori, questo incantevole luogo tisti (Segantini, Longoni, Quadrelli, Bistol- dell'anima è stato oggetto di descrizioni al- fi, Pellizza) affrescati dal Sottocornola sulla trettanto belle contenute nelle lettere inviate facciata di Villa Maria a perenne ricordo di o ricevute dalla Colma. una grande stagione dell'Arte. Ecco, ad esempio, l'indimenticabile sugge- Reso famoso dal ciclo di opere dedicato stione di una notte di luna trascorsa da Pelliz- alla tematica della vecchiaia, che prende za di Volpedo a Villa Maria, dopo la scom- forma nella cruda solitudine degli ospiti parsa del comune amico, il pittore Felice rassegnati e malinconici del Pio Albergo Truffa (1872-'95), originario di Candia Lo- Trivulzio, il Morbelli non è rimasto insensi- mellina, dove è sepolto. bile alle suggestioni del paesaggio monfer- «Carissimo Morbelli, - si legge nella lette- rino proposto in alcuni celebri dipinti che ra del 30 settembre 1895 - jersera una serata 121 bellissima, l'astro della notte splendente in cielo me ne ricordava una uguale passata da te lo scorso anno quando il povero Truffa era ancora con noi e scandagliava con lo stru- mento di Galileo il cielo misterioso, quasi presago di dover presto, lui pure, entrare nel regno dei misteri! Già da tempo egli è sceso nella tomba, ma la sua memoria vive in noi e l'anima assetata d'ideale ci aleggia attorno confortatrice ed eccitatrice». «Mentre ti scrivo - aggiungeva Pellizza - un'alba splendida rosseggia ad oriente, promettitrice di una giornata più splendida ancora ed io egoisticamente ne godo... Son pochi i momenti come questi per me ed è perciò che cerco di trattenerlo esternando- lo a te che sai comprendere, a te che dalla tua Colma avrai osservato ed osservi la magnificente natura che sta sopra e sotto il tuo sguardo!... E mi darai notizie della pre- ziosa tua salute, preziosa per la tua fami- glia, per gli amici e per l'Arte che in questi tempi di servilismo ha bisogno dei pionieri e sacerdoti i quali abbiano a renderla Don- na quale già fu nei bei secoli d'oro». «Riposo alla Colma» (1898, part.); in alto- Dionigi Roggero Villa Maria durante una manifestazione. 122 Alberto Angelino, mio padre, era nato nel febbraio del 1901 alla Colma di Rosi- gnano, proprio a casa Morbelli, suo pa- dre (e mio nonno) Luigi, curava il giardi- no e un piccolo orto di villa Maria prima di passare a condurre vigna e cave (cave Angelino, di «cantoni») che guardano Terruggia. Mio padre aveva un ricordo molto vivo del grande divisionista: «Lo accompagnai, ragazzetto, portandogli i colori, a dipingere “La stalla” (il titolo è in realtà Pax, continua a dirci Germa- na Mazza, ndr.) in un cascinale verso Terruggia... Un’altra sua passione pit- torica erano i gerani, sceglieva quelli coi fiori doppi. Una passione nata per caso quando sostituimmo un vaso di agave che si era rotto cadendo da una colonna con un geranio, grande impor- tato dalla Germania.... Lo vide: "Bello ghe fo il ritratt"... Lavorava molto e quando sbagliava si alterava e alla mo- glie persona gentilissima che cercava di calmarlo replicava: "Tas, ti, burica". Poi quando tutto tornava nor- male scherzava con la consorte: "Buri- ca vuol dire due volte ricca"». Un’al- Pax tra testimonianza: «Quando Morbelli annunciava il suo arrivo da Milano andavo ad avvertire il vetturale che partiva da San Martino e andava a prelevare il pittore alla stazione ferroviaria di San Giorgio... Alla Colma incominciaro- no a capire della sua importanza quando vennero a trovarlo degli amici con la prima macchina vista in paese, una De Dion Buton... Proprio alla Colma arrivò il telegramma dell'annuncio della Legion d'onore. Lo fece felice...». E ancora: «Un giorno Morbelli, che noi chiamavamo con rispetto ‘al cavaier’, voleva convincere mio padre a comperare un quadro, un bel quadro, in cambio di tre- cento lire, ma era un gran cifra... Allora la media per chi andava a lavorare nei campi dall’alba al tramonto era di una lira». Alla morte del pittore, avvenuta nel novembre del 1919 per un banale raffreddore tramutatosi in bronchite, la vedova, Maria, continuò a frequentare la Colma. Mio padre ricordava ancora che la sciura Maria regalò alla «Teresa» un quadro che la raffigurava, non finito. Il marito, il «Geniu», dopo molti anni e un recupero fortunoso (dicono fosse finito a fare l’anta di un pollaio) lo vendette per quattro mila lire (anteguerra). Molti di questi particolari ci vennero confermati in una intervista concessaci nel luglio del 1969 dal figlio ultimogenito del pittore «il sciur Rolando» come lo chiamavano alla Colma. «I quadri di mio padre -ci disse allora- erano tecnicamente molto difficili, ne scartava molti... Però quando aveva finito era contento, cantava, rideva, scherzava». E ancora: «Mio padre avrebbe abitato più alla Colma che a Milano, si sentiva monferrino, ma noi quattro figli si andava a scuola a Milano... Al- la villa della Colma c’era sempre molta gente. il pittore Pellizza sarà venuto un centinaio di volte, mi teneva sulle ginocchia e mi sembrava, con la sua barba, Gesù Cristo». C’e una continuità: Villa Morbelli, villa Maria, è abitata da Ada Carando vedova di Loli (Rolandito, nato a Buenos Aires) Morbelli, figlio del primogenito di Angelo, Alfredo, dal di lei figlio Roberto e dai nipotini Alessandro e Marco (unici eredi maschi del pittore). A loro si deve il grande gesto del deposi- to di quindici quadri di Morbelli al Museo di Casale che oggi è così uno dei più grandi centri del divi- sionismo mondiale. Luigi Angelino

123 Rossana Ombres Il pastificio del Valentino

Una zona di periferia più a misurare idealmen- ancora sospesa tra cit- te la mia taglia di adole- tà e campagna, animata scente con la irresistibile dal via vai dei carri Primavera di Bistolfi che e del trenino, delimi- scende le scale dei giar- tata dai canali irrigui, dini pubblici offrendosi popolata di gelsi e «bi- con cupa frenesia a un gatti».. amante chimerico. E an- Qui Rossana Om- darci sulla mia bici ros- bres ha trascorso gli sa, assemblata dai Pric- anni felici e spensierati ca, che sapeva affrontare dell’infanzia nella vil- la salita del Priocco fino letta attigua al pastifi- al Palazzo delle Cento cio “Mossotti”, di pro- Finestre...». prietà del nonno, nel «La fabbrica - osserva quartiere periferico del con rimpianto Rossana - Valentino. era stata abbattuta e al È vissuta in un’età suo posto era sorto un che non dimentica, grande garage ordinario. tra le colline che incre- Sparito il giardino che si spano dolcemente il «suol d’Aleramo». Ha riempiva a giugno di statuari gigli di amato questa terra forte e insostituibile co- sant’Antonio, dove i miei gatti assatanati me il suono della lingua monferrina che d’amore avevano il corpetto di dedicarsi ai circola ancora nelle sue vene e riaffiora con loro sabba erotici, saltando su e giù dal nostalgia quando è lontana da qui. terrazzo della mia stanza in un tripudio di Questo il richiamo struggente alla città di gnaulate che arrivavano al cielo. (Erano Casale, simbolicamente evocata dalla dolo- gatti grigi, come quei gatti che Martinetto rosa perdita della madre ricordata in una diceva portati in Piemonte dagli egizi e al- bella pagina del romanzo Baiadera (Mon- levati - e forse anche mangiati - nel me- dadori, 1997). dioevo dai certosini). «La morte improvvisa di mia madre oc- È un errore - aggiunge la scrittrice casa- cupò i due mesi prima dell’estate. Fu per lese - tornare nei luoghi dell’infanzia desi- me una disillusione: pensavo che mia ma- derando di trovarli com’erano allora, dre, vista la lunga genealogia di novanten- quando anche noi siamo cambiati diventan- ni della famiglia, durasse fino all’inizio do adulti e sapendo benissimo che ciò che della mia vecchiaia. Era una donna che si rimpiange è la nostra anima di allora...». amava solo il duraturo... Non era giusto Assai curiosa, all’interno del pastificio, la che morisse da esule. Davo alla morte, che splendida descrizione degli svaghi infantili è un evento naturale, quell’artefatto alone tra la misteriosa dolcezza nascosta nei nomi brutale che viene dalla responsabilità di un di mille qualità di pasta e la cruda espressi- tragico disguido: la mastodontica Roma va vità gergale dei conducenti in attesa del ca- ascritta tra i colpevoli! rico. Sentii il bisogno di evocare Casale, per- «I tubi di eternit - grandi a misura di duta un’altra volta con lei. Ormai il pasti- bambino - di quel grigiorosato puntinato di ficio di mio nonno era stato distrutto e scagliette luminose, mi ricordavano quan- buttata via la targona con stemmi e meda- do, entrandoci dentro gatagnau, mi andavo glie con su scritto «Fornitore della Real a stermare, per sentire le parole che arriva- Casa». Io, a Casale, non potevo andare vano dal magazzeno del nostro pastificio a 124 La piccola Rossana davanti alla villetta del pastificio (ieri e oggi)

Casale. Quelle parole mi giungevano ovat- Raineri: saltavamo dalla gioia a quel gri- tate e magiche, e mi facevano sognare teso- do: ‘pumramì, pumramì dal Monfrà’...». ri, luoghi incantati: ‘...Fedine, occhi di per- E così anche le piccole mele color ruggi- nice, avemarie, buslini, creste di cedrone: ne dal picciolo corto assumono forma lette- trenta per forma a Rosignano, Balzola, Ser- raria e rilevanza poetica. Perché se tutti i ralunga, Morano sul Po. Conchiglie, ruote monferrini amano la loro terra, non tutti di Bologna, tirabusòn, gramigna: pronte in riescono veri scrittori. imballaggio per domani, quaranta per for- Dionigi Roggero ma. Maltagliati, maniche di frate, libiche, varie: conducenti di Borgo Revel, Cumia- MIGRANO EBREI na, Fontaneto Po...’ (Mi venne in mente che le "libiche" avevano una forma sensuale, Sul ghetto stagna alito quasi di busto femminile: le aveva inventate di margherite primaticce e salvia. mio nonno, ed erano di pasta scura...)». Migrano ebrei dal cavo antico Ed infine il ricordo, unito al rim- dei miei pensieri: pianto, delle piccole mele monferrine di co- era un tempo come questo lor ruggine (pumramì) e dal picciolo corto di piogge, a Casale. (curtpendù): una particolare varietà di frut- Scappavano ragazze ta perduta per sempre e di cui è ancora vivo - ruvide come me a guardare - il desiderio. nel mattino deserto delle strade. «Un pumramì. Te li ricordi, i pumramì Lasciavano alle spalle del giardinetto Raineri?... Ricordavo quel- terrazze di vecchi e di preghiere. le melette, quei piccoli curtpendù di infima scelta, che mettevano nei solai delle casci- (R. OMBRES, Le ciminiere di Casale, ne a macerare nell’aceto zuccherato. C’era Feltrinelli, Milano 1962) un contadino che le vendeva, al giardinetto 125 La «Babele della Liberazione»

Avvenimenti storici e «Anche quella sera Gio- personaggi degli ultimi vanni aveva sbarrato le anni della guerra fanno finestre su via Muti. A lui da sfondo, nel romanzo piaceva l’oscuramento. Ma l’amore no, del casa- Immaginava di trovarsi in lese Giampaolo Pansa, un sottomarino. Chiudete al misterioso delitto av- i boccaporti! Aerei in vi- venuto l’11 luglio 1945 sta! Pronti per l’immer- nei giardini pubblici di sione! Nel serrare l’ulti- Casale ai danni del diret- ma finestra, diede una tore dello stabilimento sbirciata alla strada». chimico Tazzetti, rag. Precisamente in piazza Mario Acquaviva, fred- Mazzini (altro luogo sim- dato con sei colpi di ri- bolico del racconto), nel voltella («La voce del cuore della città, Giovan- Monferrato», 13 luglio ni sfuggito alla mamma 1945). assiste alla brutale tonsu- Una fedele ricostruzio- ra dei capelli alle donne ne storica registrata dagli dei fascisti: «Tutte venne- occhi del piccolo Gio- ro spinte in piazza del vanni, sulla cui sensibilità si modella tutta la Cavallo. Qui, con qualche tavola e un po' di materia narrativa. Come David, il protagoni- cavalletti, era stato allestito un palco... Sotto sta di Chiamalo sonno di Henry Roth, rifu- il sole che picchiava, le donne, una per una, giandosi tra le braccia della dolcissima ma- vennero obbligate a sedersi sulla poltronac- dre per sfuggire alla presenza paterna, sco- cia. Una schiappa di barbiere, buono per fa- pre le tensioni famigliari e i pericoli della re la barba ai tacchini... le rapò. Alla carlo- New York d’inizio del secolo, così Giovanni na si capisce... Le rapate furono allineate, immergendosi nella dolce e spietata dinami- fotografate, portate in giro per la piazza e ca freudiana della famiglia coglie - all’om- poi, imprevedibilmente, lasciate in libertà. bra della «bellissima e soffice» figura mater- Fu il momento peggiore... Ciascuna ebbe il na - la cruda realtà della «babele rabbiosa suo codazzo di accompagnatori. Maschi e della liberazione» filtrata alla luce dell’in- femmine che ridevano, gridavano, insultava- genua coscienza infantile. no, sputavano, saltellavano in balletti catti- Una storia di amore famigliare dal sapore vi». autobiografico interamente ambientata in Il dolce motivo della canzone e le linee se- «una piccola città piemontese lungo il Po», vere del monumento ai caduti affiancano la facilmente individuabile in Casale Monferra- svolta narrativa dell’opera: l’uccisione del to. ragionier Galimberti, amministratore di una Un intreccio robusto, efficace sul piano piccola ditta chimica al di là della ferrovia. letterale e simbolico, qualifica le numerose «Monumento d’arte vera, quello del Bi- descrizioni urbane. stolfi. Sia pure di un'arte così cupa da rende- La casa di Giovanni, in via Ettore Muti re mirabilmente mortuaria persino la Vitto- (oggi via Corte d’Appello), a due passi dalla ria popputa prorompente in avanti con una Casa del Fascio (oggi Biblioteca Civica), ad mano tra i capelli. Ma il morto più mortua- esempio, è un rifugio sicuro e al tempo stes- rio era il Fante, detto anche Fante Crociato. so l’osservatorio privilegiato dal quale il gio- L’elmetto insopportabilmente pesante. Il pa- vane protagonista, diviso tra gioco e realtà, strano che era un autentico sudario. Gli oc- scorge i movimenti dei fascisti: chi devastati dallo spavento che ti folgora 126 quando vedi la tua fine... Piaceva poco, al ragionier Galimberti, il monumento del Bi- stolfi. E non per ragioni artistiche, ché aveva in grande stima l’autore. E neppure per ra- gioni ideologiche, di avversione alla retorica della guerra. Gli piaceva poco per via degli occhi del Fante Crociato. A lui, che pure si riteneva passabilmente coraggioso, quegli occhi facevano paura». Anche la visita al cimitero il giorno dei morti si rivela nella «storia romanzata della coscienza» di Giovanni come atto di lucida consapevolezza del dramma della guerra ci- vile: «Il due di novembre Giovanni accompa- gnò la mamma al camposanto. Pioveva. At- traversarono i giardini in un trionfo di foglie gialle. I viali erano lastricati di castagne d’India... Nel camposanto c’era una gran folla. Per niente silenziosa. Anzi, in un punto turbolenta e poi urlante. Lì stavano le tombe di Infuriato e di qualcuno dei suoi ragazzi senza scarpe. C’erano le madri di quei ra- gazzi. Poco distanti c’erano le madri di due fascisti che mettevano i fiori sulle tombe dei loro figli. Le prime si scagliarono sulle se- conde... Poi botte. Un parapiglia orribile, La madre Giovanna con i figli Giampaolo e generato da dolori selvaggi. Lumini rotti. Marisa. Crisantemi spezzati. Tombe calpestate». E sullo sfondo della piccola città, il grande fiu- me, testimone muto delle vicende liete e tri- sti della guerra, resta impavido tra i bombar- damenti del ponte, offre nella calura estiva le sue acque limpide e fresche ai bagnanti della Baia del Re e agli stormi di zanzare pronte all’assalto, assiste al passaggio silenzioso dei soldati tedeschi sconfitti, regala il riflesso della luna al gran ballo in onore degli alleati ed infine ingoia silenziosamente l’arma del delitto conservando il segreto sui nomi degli assassini. Insomma sulla superficie tranquilla del Po il romanzo di Giampaolo Pansa galleggia «lieve come una barchetta di carta che corre velocemente sull’acqua». Dionigi Roggero

•Giampaolo (per l'anagrafe è Giovanni Paolo) Pansa è nato nel 1935. Si è laureato in scienze politiche all'Università di Torino con il prof. Galante-Garrone. E' noto scrit- tore e giornalista (1999: vicedirettore de 'L'Espresso'). E' sposato dal 1960 (con Lidia Casalone, di Mortara), ha un figlio, Alessandro e un nipotino, Giacomo, nato nel novembre Marisa Pansa, sorella di Giampaolo davanti 1993. al portone dell’abitazione della famiglia 127 «Con Giampaolo quanto giocare a calcio in questo cortile...». Intervista ‘comoda’ con Marisa Pansa sorella di Giampaolo autore di Ma l'amore no. Comoda perchè all'epoca descritta nel libro (1943-45) la famiglia Pansa abitava in via Corte d’Appello 6, proprio sopra la nostra attuale redazione, un alloggio al primo piano che ora ospita il laboratorio di un'estetista e dove Marisa gentilmente ci raggiunge per un passo indietro nel tempo. Una casa di ringhiera, per dirla alla torinese, con il terrazzo stretto e lungo dove all'in- crocio di confine era stata installata un'altalena «...fino al giorno in cui mio fratello mi ha spinto troppo, sono caduta pericolosament e mio padre l'ha tolta», ricorda per noi Marisa. Dalle finestre il piccolo Giampaolo ha visto (e memorizzato, mini cronista in brache corte) passare per due volte il triste corteo della Banda Tom, una delle pagine più forti del suo libro-romanzo, quasi autobiografia. Nel cortile di via Corte d'Appello c'era un altro ragazzo con cui i Pansa giocavano («Marco, figlio di un marmista, abitava sopra noi, che eravamo al primo piano..») ma poi ci si spostava nel primo chiostro di S. Croce «c'erano dei cunicoli che univano tutto il complesso; arrivavamo fino a palazzo Langosco, eravamo impressionati dall'aereo di Palli appeso al muro...». Un bimbo vivace «così lo ricorda ancora la sua prima governante, Jolanda, si è fatta suora...». A proposito di suore, i fratelli Pansa frequentano l'asilo e i primi due anni del- le elementari al Sacro Cuore «ci bastava entrare nel portone di fronte... io avevo una certa curiosità per le educande». Poi il Liceo, «Giampaolo perde un anno per una malattia, per fortuna il suo maestro glie lo aveva fatto guadagnare alle elementari». Quindi l'Università, la grossa ricerca sulla guerra partigiana («girava per l'Italia e i miei lo rimproveravano per tema che finisse fuori corso...»). Siamo, ricorda la sorella, nel 1956 «E in quel periodo era sempre più stanco tant'è che, quasi da congiurata, ho chiamato il nostro medico, il dottor Sanpietro - che lavorava in clinica- e insieme l'abbiamo convinto ad andare un mese a Courmayeur, li si è trovato benissimo ha conosciuto la sua futura moglie, Lidia, trascorreva i pomeriggi, invece che far passeggiate, alla libreria Giovannacci... Era un grande amico di Romeo, frequentava la sua bancarella sotto i portici corti, è arrivato al suo funerale... Per inciso alcune copiature di 'Guerra partigiana' le ho fatte io sulla sua macchina da scrivere, una Remington, la conservo an- cora...». Vediamo le donne di casa Pansa protagoniste del romanzo: la nonna Teresa, abitante in via Saletta (nel libro morirà in un bombardamento, in realtà camperà fino a 90 anni), la mamma Giovanna, titolare dal 1938 del negozio Pansa Mode in via Roma poi passato al- la figlia (oggi al suo posto troviamo Arimo) e le zie Angiolina e Maria (scomparsa que- st'anno). Aggiungiamo che Giovanna era sposata con Ernesto, guardafili telegrafico e poi addetto allo smistamento postale (deceduto nel 1977, conservava tutti gli articoli del fi- glio...) e aveva anche tre fratelli Pierino, Pinot e Nino. Uno zio paterno, Francesco, era titolare di un'osteria oltre il Po (figurerà nel libro per il primo bombardamento del ponte) mentre un altro zio d'acquisto, Silvio, era il proprietario del cascinale alla Lumella di San Germano dove i fratelli Pansa «sfolleranno» con la nonna nel periodo più crudo del- la guerra civile (e la campagna fa da sfondo a un altro tragico episodio, quello dell'ecci- dio di Villadeati guidato dal magg. Mayer). Il piccolo protagonista del libro ricorda anche un triste periodo in colonia, nel biellese :«Era S. Giovanni d'Andorno... Non gli piaceva proprio, io invece andavo alla colonia pontificia di Sanremo». Per inciso i fratelli Pansa sono nati in piazza Coppa nel 1935 e nel 1937, la sorella due anni dopo, poi la famiglia si è subito trasferita in via Corte d'Appello a casa Martinotti (all'epoca dei fatti narrati: via Ettore Muti). «Oggi non ci vediamo molto - conclude la sorella- però quando ci incontriamo Giam- paolo si fa perdonare subito. Mi avvolge in un grande abbraccio e mi dice: 'Ti penso tut- ti i giorni'. Non lo dà da vedere ma è un romantico...». Luigi Angelino

128 Piero Ravasenga Soldati alla ricerca dell’«avucat dal Burg»

Imbocchiamo la stra- pervie anche per le da per Borgo San Mar- carreggiate che le face- tino un martedì di un vano rassomigliare al insolito fine luglio, co- legno intarsiato. La sì diverso non solo per mia terra natia non co- clima da quel lontano nosceva ancora l’asfal- 1964 quando Mario to e ora era polverone Soldati vi giungeva in bianco ora fanghiglia visita estiva alla ricerca ora zolla lucida e nera di Piero Ravasenga. oppure color dell’oro. I «Lo scorso luglio,- cani e le civette, e i ricordava nel suo dia- fantasmi delle piante rio, Un prato di papa- gli facevano strada. Il veri - un pomeriggio di medico dovette faticare domenica, sotto la ca- in visite quasi inces- nicola, andai a Borgo santi durante la spa- San Martino apposta gnola del ‘17, o al di- per vedere Ravasenga, staccamento dei soldati ma senza riuscire a o a sostituire i colleghi trovarlo. Inutilmente lo dei paesi vicini. Lo stu- cercai, prima a casa della sorella e nei caffè dio ossia l’ambulatorio, serviva a medica- della cittadina: poi, via via, nelle osterie zioni, atti chirurgici improvvisi o per toglie- della campagna intorno: al Tempio, a San re i denti a chi arrivava dicendo di sentir Giovannino, di cui tanto si parla nelle “Ne- male e magari soggiungendo, alla vista delle vi”. tenaglie, che il male era passato, per poi ri- Qui tutti conoscevano Ravasenga, sebbene presentarsi di lì a poco». ne ignorassero nome e cognome e lo chia- È sbarrata la porta della chiesetta di S. massero semplicemente «l’avucat dal Burg». Maria, la piccola cappella del cimitero, e Certo l’avucat dal Burg era stato lì un mo- possiamo solo immaginare le «tavolette qua- mento prima, in bicicletta. Forse se ne era si fatiscenti dei quadri ex voto e per grazia andato, neanche da cinque minuti. Dove? Di ricevuta». Così è pure chiuso è l’ingresso di qua? Di là? Forse verso Casale? L’ostessa e casa Ravasenga al numero 19 di via S. Car- i villici sembravano molto incerti sulla dire- lo, «dove la magnolia cresciuta a dismisura zione presa dall’avucat dal Burg: come se oltrepassava il tetto e biancheggiava nel fosse sparito di colpo». candore di marmo e di cera delle sue fioritu- Ad oltre vent’anni dalla scomparsa, lo re». scrittore monferrino riposa nel piccolo cimi- Ma qualcosa di austero e dignitoso ha an- tero del paese natio in una edicola funeraria cora quell’edificio visto dall’esterno; l’ama- poco distante dall’ingresso con la semplice ta dimora (che fu poi della sorella) «per il epigrafe: «dott. Piero Ravasenga poeta». Ac- paese... poteva considerarsi signorile per canto a lui la sorella Cristina Maria e il pa- quanto non avesse nulla all’infuori dell’am- dre, cav. Francesco, il medico chirurgo di piezza, del giardino e la sala. Questa si tro- magistralmente tratteg- vava a pian terreno dirimpetto al giardino; giato in Magnolie per Siglinda: quasi teatrale, accogliente, senza nulla di «Nelle notti d’inverno mio padre andava veramente prezioso. In quella stanza ricordo su una bicicletta Dei, con un fanale ed un l’esile figura di Guido Gozzano, biondo e mantello impermeabile a squarciare le stra- vestito di nero; il matrimonio di mia sorella de in disgelo. Strade scure, fangose ed im- nel 1913 e la bicchierata dei Volontari Cicli- 129 La casa di Ravasenga e la grande magnolia sti del ‘15». È d’obbligo prima di lasciare l’importante centro monferrino una piccola Borgo S. Martino è il tipico centro di pia- sosta alla stazione ferroviaria: uno dei luo- nura: molti orti (che hanno stimolato la re- ghi più suggestivi e ricorrenti nei romanzi cente industria di trasformazione), belle vil- dello scrittore, ultima tappa del breve e in- lette, un nucleo storico contornato da due completo itinerario borghigiano. archi che sono un po' il simbolo del paese. Grande è lo stupore di fronte all’edificio Splendido il palazzo Scarampi acquistato da deserto, tradito dai viaggiatori e abbandona- don Bosco nel 1870 per 116 mila Lire (fon- to dal personale («stazione impresenziata» damentale l'aiuto di Carlotta Callori Sanbuy mi suggerisce l’amico giornalista). Non è che don Bosco chiamava «mamma»), per poca la tristezza davanti alla desolata costru- destinarlo a collegio salesiano. E’ molto bel- zione che tanto aveva fatto sognare il picco- lo: cappella, saloni, cameretta-boudoir della lo Piero come egli mirabilmente racconta in marchesa, oggi intoccata perchè vi riposò Nevi di una volta: «Il treno mi attraeva sino don Bosco, per gli stucchi si fa il nome dello da quando, bambino, lo zio Battista mi por- Scapitta. tava in braccio alla stazione ed esultavo Entriamo al S. Carlo accompagnati dal dinnanzi alla locomotiva e al fumo». preside don Dante Caprioglio. Un librone Ed anche la garitta di legno dei baci di ad- collocato nella piccola sacrestia della cappel- dio è sparita: «Era venuta Angela - leggiamo la sotto i paramenti usati da don Bosco, porta in Magnolie per Siglinda - a farci visita. il nome di tutti gli allievi e tra questi quello L’accompagnai prima che ripartisse col tre- che cerchiamo, di Piero Ravasenga, l’ultim- no, nel bosco del collegio, per una passeg- mo «Scapigliato»: ginnasio 1916 e 1917, tre giata breve, poi alla stazione. C’era allora anni in due. Un inciso, il poeta e scrittore una garitta in legno dove entrammo per ba- borghigiano in «Itinerari del Monferrato» ciarci ancora». aveva scritto un vivido capitolo dal titolo Lasciando alle spalle «il viale romantico» «Ritorno al collegio» :«.... ai miei tempi non della stazione e le agiate dimore residenziali si parlava di telefoni altoparlanti o termo- ci allontaniamo da Borgo San Martino pas- sifoni, l'illuminazone si faceva con l'acetile- sando sotto uno dei simboli del paese, e il ne e una cappella settecentesca serviva da pensiero non può che tornare allo scrittore deposito per la segatura... Nel vasto giardino che tempo fa annotava: «Il paese quasi tutto ci sono ancora le gabbie dei fagiani e degli sparso nelle cascine conservava al suo cen- uccellini... Le piante restano altissime e la tro due archi d’ingresso con sopra lo stem- magnolia è cresciuta e continua a conoscere ma: una pianta. Adesso, però, anche il più il suo autunno nel solstizio di estate con una povero era milionario e ovunque trapelava- pioggia di foglie...». no benessere, ricchezza, proprietà». Luigi Angelino Dionigi Roggero 130 Pina Rota Fo Sartirana: il paese delle rane

Affondano in terra Lo- mai... Mio padre aveva l’a- mellina, a Sartirana, le ra- bitudine di fare bisboccia al dici famigliari di Dario sabato. Il cardo con la «ba- Fo, premio Nobel per la gna cauda» era il piatto for- letteratura, dove la mam- te. Con i suoi amici discute- ma dell’attore e sceneg- va di tutto, e, insieme alza- giatore lombardo ha vis- vano la voce e il gomito. suto a lungo prima del Con cura preparava lui la trasferimento a Milano. tavola e la salsa. Mia ma- Madre di Bianca, Ful- dre, e noi figli, non si dove- vio e Dario, Pina Rota va neanche fiatare». Fo ha pubblicato presso E nel ricordo del padre Einaudi nel 1978 la sua cantastorie, sembra deli- prima opera letteraria, Il nearsi il profilo dell’auto- paese delle rane, un ro- re di «Mistero buffo». manzo nel quale ha volu- «Quando mio padre raccon- to riscoprire le proprie tava della sua famiglia face- origini attraverso la no- va la voce del cantastorie: stalgia dei ricordi fami- solenne, faceva commenti da gliari e la freschezza de- buffo. Noi si stava ad ascol- scrittiva del luogo di ori- tarlo allocchiti. Poi, accor- gine. gendosi che la nostra credulità e la fantasia pom- Così scriveva Pina Rota a proposito del pa- pava un po’ troppo i personaggi e le loro gesta, dre, la figura principale del racconto: «Mio pa- buttava tutto terra-terra aggiungendo aneddoti dre era un “perdapè”. Perdipiedi. Così nella dove il barba Marcello saltava fuori che era un bassa Lomellina si chiamano i piccoli fittavoli balengo un po’ esaltato, e l’altro, il barba Benia- che lavorano la terra tante ore al giorno, perfi- mino, era un prete spretato che credeva di essere no la domenica, con tale fatica da lasciarci i tanto furbo ma che era finito a fare il possidente piedi consumati dentro la terra. Era ancora un di un ettaro di terra da palude dove ci crescevano ragazzino, quando la sua famiglia, dalle langhe solo le stoppie e le canne... un acquitrino zeppo di piemontesi, attraversando il Po era arrivata a serpi e di rospi». Sartirana. Mio padre si vantava di essere pie- In realtà lo zio Marcello era diventato un eroe montese. Intercalava il discorso con il dialetto della seconda guerra d’indipendenza per aver alla- del Monferrato e della Lomellina, un po' ostro- gato improvvisamente una roggia asciutta in cui goto, e l’italiano. Aveva fatto sì e no la seconda dormivano una quarantina di soldati crucchi, mor- elementare. Andava a scuola solo in inverno, e ti nel sonno. Mentre Beniamino, il nonno del bi- ci raccontava che tutti i giorni doveva portare snonno, era abate al servizio dei duchi di Pomaro. una fascina di legna per scaldare l’aula e D’inverno, seduto a tavola intorno alla asciugarsi poi i piedi bagnati. Però sapeva leg- grande stufa, il padre di Pina coglieva ogni gere e scrivere. Aveva la passione e la curiosità occasione per raccontare tante storie, vere e di sapere». inventate. Ed aggiungeva: «Lavorava la campagna come «Una storia che noi spesso lo si pregava ci un dannato. Il primo a incominciare e l’ultimo a riraccontasse era quella dei preti di un’abba- smettere. In estate, dalle stelle alle stelle. Nelle zia del Monferrato. Questi preti di notte an- lunghe serate d’inverno si riposava. Invitava al davano sul campanile e piazzavano delle lan- sabato sera i suoi amici, il dottor Cammelli che terne magiche così da proiettare delle spa- era il veterinario, il signor Camillo Nigra, e il ventose ombre cinesi sui muri bianchi di cal- fattore della grande cascina chiamata Chieta- ce delle case del borgo. Facevano girare le 131 La grande torre del castello di Sartirana lanterne: le ombre si agitavano come fanta- mavera e in autunno quando ci venivano an- smi. I contadini che uscivano dall’osteria ur- che le duchesse al castello. Erano vecchie e lavano per il terrore e se la davano a gambe, legnose, le duchesse, con gli abiti tutti trine e e non si arrischiavano più a uscire la notte. I falpalà. Noi ragazzini si andava a sbirciarle preti, sul campanile, si facevano matte risate. facendo capolino fra i rami di susine selvati- Gli osti, che stavano andando in malora, - che. Con la carrozza passavano da un cancel- continua il racconto - scoprirono il trucco, lo che dava sullo stradone; mio padre, appe- riempirono la base del campanile con un car- na il terreno passò di sua affittanza, lo fece ro di fascine e gli diedero fuoco. I preti, ab- chiudere. Le duchesse arrivavano nel frutteto brustoliti lassù, suonarono le campane a con l’avvocato e sua moglie che chiamavano martello. Furono salvati per miracolo. Le la contessa. Portavano il parasole ricamato, osterie ricominciarono a funzionare come passeggiavano sul viale delle rose e poi face- prima: la gente a bere e a cantare, i preti a vano merenda sotto il pergolato di glicine. Vi- restare a cantare chiusi in abbazia». cino c’era un boschetto di nocciole. Ma que- E non manca nell’opera il ricordo delle an- sto succedeva prima della guerra, e prima ziane proprietarie del castello: «Appena appe- della guerra morì l’avvocato. Le duchesse, na mi ricordo di quando il giardino non era non vennero più nel loro castello, né più si vi- ancora nostro, ma del padrone; un avvocato, de la loro bandiera tirata sul pennone della che passava pochi mesi in paese, solo in pri- torre alta». Dionigi Roggero 132 Domenica 20 ottobre 1998 il centro Poli- Fo ha parlato anche della sua famiglia: funzionale all'ex Cinema Sociale di Sarti- «Mio nonno aveva una cultura incredibi- rana è stato inaugurato e dedicato a Pina le: faceva innesti con le piante producen- Rota Fo, madre del premio Nobel, lo scrit- do ad esempio susine di diverso colore e tore e commediografo Dario, presente alla forma. Il suo orto frutteto per me era l'E- cerimonia accompagnato dal sindaco Pao- den, anche se cadevo poi nel vicino fossa- lo Pasini. Fo è entrato nella sala accolto da to correndo dietro alle libellule... La pri- un calorosissimo applauso. Il sindaco gli ma, brevettata, macchina per caffè a ha consegnato la cittadinanza onoraria. pressione è stata realizzata da mio zio Ro- «Non sapremo mai dove vogliamo arri- ta, una lunghissima era sulla nave "An- vare - ha sentenziato il premio Nobel - se drea Doria"». non capiamo dove nasciamo. Io non sono E questo ricordo del nonno Rota ha nato sul Lago Maggiore, ma qui, perchè a messo in rilievo il legame tra Lomellina e Sartirana ho i migliori ricordi». Monferrato: il nonno del Nobel, Luigi Dario Fo ha voluto ripercorrere la sua Rocco Rota era nato a Valmacca paese infanzia: «Era dolcissimo addormentarsi dell'Oltrepo rispetto a Sartirana nel 1864. sentendo tutte quelle lingue, quei dialetti Fo domenica nel suo sentito intervento che usavano mia madre, le mie zie i miei ha ricordato anche le zie (la Bela Rusina e cugini. Quando parlavano non li distin- la bela Maria) e gli zii inventori («un mo- guevo più, tanto che sembravano un'unica tore fluviale ideato da un mio zio era trop- lingua». po potente e ha fatto inabissare la barca Una lingua che gli faceva apprezzare la di punta al suo varo in Po...»). «serenità e la tranquillità: uno dei mag- Fo con noi, mentre gli consegnavamo giori piaceri della mia vita; un dialetto una copia de «Il Monferrato» con il Viag- pulito, chiaro che mi dava una serenità gio d'autore dedicato alla mamma, (nella straordinaria». foto) ha ricordato che lei gli citava di ave- «Qui ho imparato tantissime cose: mi re parenti «a Casale Monferrato, città du- ricordo degli insetti, anzi mangiavo inset- cale e, forse, a Moncalvo, ma onestamen- ti, mi hanno anche fatto cadere dalla bici- te, non mi ricordavo Valmacca». cletta: le libellule azzurre, gialle, arancio- Giuseppina Rota è morta il 6 aprile ni; gli uccelli e gli animali selvatici che 1987 a Luino, riposa nel cimitero di Sarti- ho visto per la prima volta». rana. (l.a.-plb)

133 Augusto Segre C’era una volta il ghetto

Ricordato come «una zando, mentre nella cuc- delle personalità più lim- cuma il caffè, preparato la pide e significative dell’e- sera prima, si riscalda e braismo italiano degli ul- borbotta. Il vecchio Gia- timi decenni», Augusto cubin sta terminando il Segre nacque a Casale suo giro mattutino per av- Monferrato nel 1915. Do- visare i fedeli che l’ora po aver completato in delle preghiere è ormai città gli studi classici, si prossima». trasferì presso il Collegio Mentre la maggior parte Rabbinico Italiano di Ro- delle persone si giravano ma. Durante il periodo dall’altra parte nel tepore delle leggi razziali svolse del letto, il “sur Elia” era numerosi incarichi di assi- già pronto da un pezzo: be- stenza e dopo l’8 settem- vuto il caffè corretto con la bre ‘43 partecipò alla Re- grappa e controllato per sistenza nelle Langhe, l’ultima volta l’orologio da ospite nella cascina del taschino, uscì prontamente vecchio contadino «Pinu- di casa imboccando il lun- lin» di Castagnole. Dopo go viottolo che portava alla la Liberazione, fu docente di Storia e pensiero sinagoga. ebraico presso il Collegio Rabbinico Italiano e «Giunse all’ingresso del Tempio; dal porto- di Ebraismo moderno presso la Pontificia Uni- ne già aperto filtrava una luce sbiadita che il- versità Lateranense. Fu anche scrittore, gior- luminava un tratto del vicolo e la parete della nalista e direttore della rivista «La Rassegna casa di fronte... Il Sacro Tempio, ora che il Mensile di Israel». suo sguardo, girando intorno, si posava qua e Tra le numerose pubblicazioni, «Memorie là, era sempre quello che aveva visto fin da di vita ebraica. Casale Monferrato, Roma, ragazzo. Vi ci si trovava bene, era come esse- Gerusalemme, 1918-1960» (Bonacci, Roma re a casa propria, gli era familiare e pieno di 1979) è quella indubbiamente più importante ricordi. Ricco d’ori e di marmi, offuscati però per i casalesi. Scritto sull’onda del ricordo, il dal tempo e da macchie d’umidità, che scro- libro ripercorre attraverso la vita quotidiana stavano in più punti le pareti e formavano per della piccola comunità ebraica cittadina i pe- chi le guardava disegni ed immagini secondo riodi più drammatici della storia del nostro come suggeriva la fantasia dell’occhio e del secolo. momento. Vecchio Tempio già in decadenza, Così inizia l’opera: «Settembre avanzato, come la stessa Comunità, ma alla quale era prime lievi nebbie autunnali, tempo di seli- legata una parte importante della sua vita». chòth (preghiere penitenziali). Il fresco della Così meditava il sur Elia: «Dopo Tefillà (pre- notte ti riempie i polmoni, piacevole e gusto- ghiera), pensava, sarebbe andato subito a bot- so insieme all’aspro odor di vendemmia, che tega, che s’apriva sulla via Roma, perché i già si diffonde dalle cantine e ti pizzica il na- clienti, soprattutto quelli dei paesi vicini, es- so. È ancora buio. Le vecchie pietre che pavi- sendo, quello, giorno di mercato, non sarebbe- mentano le stradine verso il Santo Tempio ri- ro mancati fin dalle prime ore del mattino. La flettono debolmente la fioca luce dei pochi via Roma, che correva parallela, almeno in lampioni. La città dorme ancora, ma nel pic- parte, all’antico ghetto, e attraversava il centro colo quartiere ebraico, dove una volta c’era cittadino, era fiancheggiata, sulla sinistra, per il ghetto ed abitano ancora numerose fami- chi veniva dal quartiere ebraico, da un lungo e glie di correligionari, qualcuno si sta già al- stretto portico, con arcate basse sostenute da 134 Una visita guidata al vecchio cimitero ebraico irregolari pilastri. Qui s’affacciavano ancora piccola effigie della Vergine segnava il limite parecchie e vecchie botteghe di goìm (non spirituale del ghetto. ebrei), che facevano da contrasto a volte per il E naturalmente nel libro di memorie non loro provinciale stile alla moda. Queste botte- manca il ricordo delle principali festività ghe rappresentavano uno dei limiti storici del ebraiche. «Rosh ha-Shanà [capodanno] e ghetto, che si trovava alle spalle delle botteghe Kippur [festa del perdono]. Avvenimenti che stesse. Prima del 29 marzo 1848 - data glorio- trasformavano le Comunità. Fin dall’antivigi- sa e indimenticabile, per gli ebrei, dell’emanci- lia giungevano a Casale da Torino, Milano e pazione albertina - chi aveva bottega poteva Genova intere famiglie di correligionari, che così godere del non trascurabile vantaggio di da anni, per motivi di lavoro, si erano trasfe- poter accedere ad esse, passando dal retro, rite in questi grandi centri... Intanto, la vigi- senza dover uscire dal chazèr (cortile, ghetto)... lia di entrambe le solennità, dopo le seli- La sera, le botteghe venivano chiuse e spranga- chòth, che avevano inizio poco dopo le cin- te dall’interno e, dati i tempi, non era certo que del mattino, e dopo una buona colazio- neppure questo un vantaggio trascurabile». ne, si attendeva con gioia il primo avveni- Era per volere del Re Magnanimo che nel mento per noi importante: davanti alla por- lontano 1848 gli ebrei piemontesi avevano ot- ta di casa giungeva un landau, per condurre tenuto l’emancipazione che tuttavia non aveva il rabbino e figli al cimitero. Per noi era una cancellato i segni che delimitavano il luogo de- specie di festa, una delle poche occasioni stinato al popolo rinchiuso: «All’inizio di via per una gita, anche se breve, fuori città, con Alessandria, - annotava Augusto Segre - sulla carrozza e cavalli... Mentre la voce solenne destra v’era (ci sarà ancora?), infisso nel muro, del rabbino s’alzava nel grande silenzio dei a qualche metro d’altezza ancora un cardine morti, dei vivi e della circostante campagna, arrugginito dei vecchi cancelli del ghetto. Mi tutti i presenti assumevano ai miei occhi un fermo per qualche istante a guardarlo. Quanta aspetto surreale, avevo davanti agli occhi storia e quanti ricordi, ormai caduti nel più una ben strana Comunità, quasi sospesa per completo oblìo, rappresenta ancora quel pezzo atto di magìa fra terra e cielo». di ferro corroso dalla ruggine». Poco oltre, la Dionigi Roggero 135 Ricordiamo bene nel 1969 i restauri esegui ti alla Sinago- ga. Riscaldato (?) da una stufetta elettrica il buon Pietro Vignoli prima ha ripulito tutte le decorazioni e poi è passato alle dorature (dodici milioni di oro zecchino di allora… quanti librettini rossi, da cui staccare con perizia e pazienza le foglie d’oro, impalpa- bili e se non eri bravo a staccarle si riduce- vano in piccole fibre, da buttare). Lavori durati un anno e di- retti con perizia dal- l’arch. Giulio Bour- bon. Da allora la Sina- goga è tornata all’an- tico splendore. Molto bello l’Aron Hakodesch, il grande armadio mo tempo erano al secondo piano del Mu- ligneo in cui sono custoditi i rotoli della seo sono stati portati nei locali ristrutturati legge, poi il pulpito, la cancellata, gli alto- e restaurati dell’archivio. rilievi (studiati e decifrati all’Università di L’archivio è stato dedicato a Livia Pavia Gerusalemme), gli stucchi, le scritte. Wollenborg. I documenti più importanti Fiore all’occhiello del complesso israeli- sono stati microfilmati e copie sono negli tico è senz’altro il museo tenacemente vo- archivi, biblioteche e università italiane e luto dallo stesso Bourbon e dalla piccola straniere. Ricordiamo che l’Archivio è sta- ma intelligente Comunità ebraica presiedu- to riordinato dal dott. Maurizio Cassetti ta dal dottor Giorgio Ottolenghi. Nella mo- grazie a un parziale contributo della Regio- stra ecco splendide atarod (corone), rimo- ne Piemonte. Studiosi italiani e stranieri lo nim (terminali che abbelliscono i rotoli del- stanno consultando e questo ha già portato la legge) in argento sbalzato, meil (mantel- alla pubblicazione di libri, testi, articoli. li), parokket (tende). Nelle aule della scuola ebraica sono state Il museo è allestito nel matroneo della allestite una sala mostre e una sala convi- Sinagoga e grazie a donazioni e acquisizio- viale, molto accoglienti. ni continua ad arricchirsi. E’ in allestimento una sezione dedicata Al secondo piano, ad esempio, è stata all’arte moderna. Numerosi sono i turisti allestita la tavola del Sedir (cena pasquale). che giungono da tutto il mondo per ammi- Il Sedir celebra l’uscita degli Ebrei dall’E- rare la Sinagoga che gode fama di essere gitto e il passaggio dalla schiavitù alla li- tra le più belle d’Europa e per visitare il bertà. museo. I documenti storici (tra cui le pergamene Luigi Angelino dei duchi di Mantova e del Monferrato, •Il museo è aperto al pubblico dalle 10 Guglielmo e Vincenzo Gonzaga e del car- alle 12 e dalle 15 alle 17 di domenica. Può dinal Federico Sforza, corrispondenze del- essere visitato con preavviso telefonico, la Comunità casalese ad altre in Terra San- escluso il sabato e festività ebraiche. ta, Francia e Russia, sottoscrizioni a favore •La foto è stata scattata alla cerimonia di ospedali e ebrei bisognosi) che in un pri- di riapertura dopo i restauri.

136 Térésah (Teresa Ubertis Gray) Sul Po accanto a un bosco di frassini

Raccolte da una coperti- sa Ubertis non fu mai sor- na liberty disegnata da Al- da alle richieste che pro- berto Martini con una fi- venivano dal paese d'ori- gura femminile in lotta gine dei genitori, come at- contro un essere mostruo- testa l'elenco dei benefat- so, le pagine patinate del- tori insigni dell'asilo in- la rivista internazionale fantile San Giuseppe. Poesia (1905-1909) racco- E sentì forte il vincolo glievano inediti di autori affettivo con il piccolo italiani e stranieri. centro rivierasco fino alla Tra le firme di Pascoli e scomparsa avvenuta a Ro- D'Annunzio, di Holz e ma nel 1964. Claudel, di Gozzano, di Fu sepolta accanto ai Ada Negri e del direttore genitori nel casellario sor- Filippo Tommaso Mari- to sul terreno che ospitava netti, è presente anche il monumento funebre (al- quella della poetessa cune parti sono conserva- Térésah, pseudonimo usa- te nel monumento ai ca- to da Teresa Corinna duti davanti alla chiesa di Ubertis. San Giovanni) donato al A lei - scrive Claudia Salaris in una Comune dalla famiglia. splendida opera su Filippo Tommaso Mari- Questo il ricordo della vecchia residenza netti (La Nuova Italia, 1988) - il padre del dei genitori «in quel punto così nobile della Futurismo era legato sentimentalmente e pianura piemontese vicino al fiero e triste questi i delicati versi che Marinetti dedica- Po». va alla poesia di Térésah. Nel fortunato romanzo Dobbiamo vivere «La tua Arte è un sole assopito nei la nostra vita edito dalla Mondadori nel fiori, / I tuoi versi sono languidi come 1941 Térésah annotava: «Abbiamo una ca- la mantiglia spagnola / per modellare sa a Torino vecchia di almeno tre secoli, la flessibilità slanciata di un'immagine / abbastanza brutta, punto scomoda (se non e celare per metà l'armonioso volto / l'hanno aggiustata adesso) ma veneranda. in lacrime, di una ideale Verità!... / I tuoi E questa l'affittiamo perché non siamo ric- versi hanno la sensualità animale della se- chi. ta, / e l'infuocato fruscio del velluto asiati- Ma ne abbiamo un'altra bruttissima che co». abitiamo, ed è una casa unica al mondo, Nata a Firenze il 25 luglio 1877 dal co- mezza bicocca mezza villa mezza fattoria. lonnello Giuseppe e da Bianca Trolli di È in piena pianura sul Po, accanto a un Frassineto Po, vissuta in diverse città italia- bosco di frassini. Si chiama per l'appunto: ne (tra cui Milano, Genova e Venezia), Te- I Frassini. E ha un giardino! Dovreste ve- resa Corinna Ubertis sposò nel 1912 l'uomo derlo voi, che tanto vi sdilinquite per i politico novarese Ezio Maria Gray. rondò ben rapati, con quelle scuffie di lec- Scrittrice fertilissima, pubblicò presso i cio aggiustato su misura, delle vostre no- più importanti editori italiani una ventina di bili magioni. Il mio è sempre scarmiglia- romanzi, diverse raccolte di poesia e qual- to». che opera teatrale. Fu anche apprezzata tra- Cugina di Pietro Ravasenga (la cui madre duttrice di Ibsen, collaboratrice de La Gaz- Agostina Vigliani era cognata di Giuliana, zetta del Popolo di Torino e scrittrice per sorella del padre di Teresa Ubertis), la poe- l'infanzia. tessa di Frassineto Po è ricordata anche nel- Pur distante dalla terra monferrina, Tere- la Antologia di poeti veri (con prefazione 137 contro la mafia letteratoide). Si intitola «Transito» la poesia dedicata a Térésah: «Quando sarò vestita / di bel- lezza e d'ombra / affrancata dal sangue /quasi inesistita. / Sarà notte forse / e parrà infinita. / Ma resisterò. / Non vorrò morire / prima che si levi l'alba / Sai come si colora / a poco a poco l'orlo /delle cime più lontane, / come le grandi montagne / ricevono l'aurora / nate pur ora / da un profondo gaudio». Ma è il romanzo Le nevi di una volta a riservare maggiore spazio alla parente letterata che nel 1919 accompagnò il gio- vane studente Pietro in visita alla delega- zione italiana che transitava dalla stazio- ne di Genova dopo aver sdegnosamente abbandonato le trattative di Versailles. Scrive l'avucat dal Burg: «Mi accompa- gnava una parente letterata, tenendomi spesso per mano. Ero suo ospite in una villetta della rivie- ra, scossa, con mio piacere dal frequente rimbombo dei treni entro una galleria sot- tostante. Dormivo su di un letto basso, al- la moda, all'opposto degli alti lettoni nella casa dello zio Battista, al paese... Intanto che ero fanciullo, la parente letterata rap- Siamo a Frassineto sulle tracce di Téré- presentava per me una mezza divinità, col- sah, sappiamo di una lapide all'asilo e la tro- la sua ospitalità signorile, i suoi libri, il viamo subito grazie al vice sindaco Girino, suo cane. Nessuno mi toglieva dal capo che poi ci ricorda la tomba al cimitero. Tor- che a mia volta avrei fatto lo scrittore. E niamo sui nostri passi. non afferrai il significato mitico di con- Il cimitero è grande. Si materializza un danna e reiterata maledizione, di aver udi- giovane. «La tomba di Térésah Ubertis...», to con lei in un caffè suonata per tre volte chiediamo. «Vi porto io, per Teresah, la la serenata di Toselli. Infatti tutta quanta poetessa farei qualsiasi cosa....» la mia vita non fu che miseria; nobile fin Il nostro salvatore si chiama Ermes Dean- che si vuole, ma sempre o quasi sempre geli, si rivela una fonte di informazioni uti- miseria». lissima al servizio; chiede in cambio solo la Dionigi Roggero copia di alcune poesie di Simonotti-Mana- corda. A Frassineto nessuno immagina del lega- me con Marinetti e della partecipazione alla rivista internazionale fondata dal padre del Futurismo. La segnalazione ci è giunta da Alessandro Ubertis, parente della poetessa. Da Malpas- suto le notizie ravasenghine e da Olimpio Musso quelle relative alla attività di tradut- trice di Ibsen. Quanti Mercuri.... Una bella lapide per un piccolo parco let- terario sarebbe l'ideale ricordo di Teresah, magari nel 90° anniversario della nascita del Futurismo. Luigi Angelino

138 Poeti dialettali monferrini: Vincobrio e la Spoon River di Buronzo

Cesare Vincobrio, autore della raccolta "classica"), non come vera alternativa lingui- «Sounett mounfrinn» (1925, editore Bellator- stico-espressiva. Così, oltre ad alcuni qua- re & Bosco), nell'introduzione attribuisce ad dretti gradevoli e ad alcuni personaggi abba- Agostino Della Sala Spada (Calliano 1842 - stanza gustosi, resta soprattutto il trasferi- Moncalvo 1913), notissimo avvocato, poeta e mento nelle poesie di Vincobrio di abbon- letterato, questa frase: «E' un vero peccato dante materiale proveniente da quel vasto re- che il nostro dialetto non abbia ancora avuto, pertorio di cultura popolare costituito dalle come altri, il suo poeta». E Vincobrio - ovve- espressioni proverbiali: detti come «Ai Sant i ro Severino Braccio (1863-1937), avvocato e gran samnà, i frut a cà», «Cloumb al so nì e giurista casalese, colto ed erudito, sindaco luv a la so tanna», «Maestro d' pich a s'è mai della città tra il 1902 e il 1909, dopo essere fasi rich», espressioni come «Al diao s'è rout stato eletto in una lista di "liberali di sini- in corni», «Fier cme n'Artaban», «Fourtunà stra", nonché appassionato di musica e lette- cme i cann an Dom», «Ris cme 'n bigin», ratura - si cimenta volentieri nell'impre- «L'è tantou disgrassià ch'as ciapa i sa. Fra le pagine delle sue due rac- caouss darè fin da setà». colte (la seconda, "Quadrett e Tipi A questo gusto dell'espressione Mounfrinn", è del 1926), è tutto proverbiale contribuiscono forse un pullulare di temi e di pre- in egual misura la tentazione senze pascoliane. E "Ange- dell'intraducibile, della mac- lus", il sonetto che apre la chia dialettale e gergale - a prima raccolta, esprime be- caratterizzare in modo stret- ne le coordinate tipiche del to il linguaggio in rapporto mondo di Vincobrio: all'area linguistica - e l'a- «Ma vardé cme ch'lè bel spirazione a farsi interprete al nost Mounfrà/ E cme 'd di un generico sentimento seira l'è pien ad pouesìa/ collettivo: due atteggiamen- Quand j ultimi cansounn ai ti che Pier Paolo Pasolini, in pasou via/ 'nt l'oumbra ch'la un celebre saggio, definì ti- mounta su dal found 'd la pici del poeta dialettale. va:// Quand, primma da pià so- Sicuramente più interessante gn, ogni bourgà/ La dà a j'atri 'l l'esperienza dialettale di un altro salut 'd l'Ave Maria/ E 'ns i brich noto autore monferrino, quel Vin- tut antour quasi 's dirìa/ Che l'ultim cenzo Buronzo di Moncalvo (1884- sou l'è frem a countemplà:// Quand poc a 1976) che fu personaggio pubblico di rilie- poc sa smorsa ogni fracas / E i fioeui ai ser- vo nel ventennio fascista (deputato dal '25 al cou 'l pari ch'lè tournà/ E lu 'l serca 'l pu cit '42, senatore del Regno fino alla caduta del par piaslou 'n bras: // Tuti 'v salutou cme s'a regime, podestà di Asti, personalità di spicco fijssi 'd ca,/ Tut al respira countentessa e nel campo delle organizzazioni artigiane), il pas: / Ma vardé cme ch'lè bel al nost Moun- quale entra nella schiera dei poeti dialettali frà!». con due raccolte: "Al me paìs", del 1962, e La rappresentazione della gente monferri- "Al litanji di giobia", postuma del 1977, cu- na nasce all'insegna dell'arguzia e dell'affetto, rata da Renato Majolo. con vivacità e spesso con bonaria ironia. A Figlio di Ernesto, gran maestro carradore tenere le distanze, a impedire un'adesione più del Monferrato (mestiere esercitato già dal profonda, c'è sempre il filo sottile, ma resi- nonno), Vincenzo Buronzo si laureò in Lette- stente, dell'atteggiamento aristocratico di chi re alla scuola di Giovanni Pascoli: la sua pro- usa il dialetto come momento di evasione (la duzione poetica (in lingua italiana), saggisti- scelta dello pseudonimo in questo senso è ca, retorica e di prosatore d'arte è piuttosto 139 folta, a partire dal 1911. Partecipò alla pri- nel logoro, nel "già detto" (quanto distante ma guerra mondiale: ferito, venne insignito da certa stucchevole produzione in lingua della Medaglia d'argento al Valor militare e dello stesso Buronzo!): i timbri, i suoni iniziò poi una carriera pubblica di successo, aspri e chiusi del dialetto monferrino sono senza peraltro mai tralasciare l'attività lette- perentori come i colpi dello scalpello di uno raria, accanto a quella retorica. Collaborò scultore. fra l'altro con "Il giornalino della domeni- Ironicamente, il messaggio "morale" di ca", la rivista ideata da Vamba, fondò e di- Buronzo viene affidato ad un asino, che nel- resse "Primavera italica", rivista per i giova- la "notte meravigliosa" delle "Litaniji" tor- ni. Dopo la guerra, fondò il Centro di Studi na a vita come gli uomini. Il poeta gli into- Alfierani ad Asti e diede ancora alle stampe na un inno, un elogio. L'asino, animale da alcuni volumi fra cui "Sera d'autunno in lavoro (e simbolo della fatica anche uma- Monferrato" (1952) che preludeva già al filo- na), ha accompagnato nelle loro imprese i ne che ispirò le poesie scritte nel dialetto di grandi della storia: ma non c'è vera gran- Moncalvo. dezza (beffardamente, l'asino si chiama Im- Fra le due raccolte, semplificando un po', pero, ed il suo raglio "al vola trionfalment", si ha un Buronzo dialettale prima lirico e poi "echegianda an sla miseria dël mond, sgaia- tendente al narrativo, ma in realtà non c'è so- da pietosa"), se non quella di chi affronta luzione di continuità fra le due rac- con coraggio, senza paura del dolore, colte: lo prova la facilità con cui le fatiche della vita: quattro poesie di "Al me paìs" "Al fabrichi ji lampëgio, / atri con- entrano nell'implacatura di fin, atri spai / ji osé, al nìvoli ji "Al litanij di giòbia", per il serco, / tra la fòla d'ji mòrt muta quale Majolo nella prefazio- e la fòla / d'ji viv urlant, con ne ha felicemente parlato sorìs ëd siren-i / al strà s'an- di una "Spoon river mon- crosio semp, lontan-a / l'è la calvese": "L'azione si sorgent e pu lontan l'è l' mar, svolge a Moncalvo, sul / e la montà ingigantì ja da colle di San Francesco, semp / la sbara al car ëd la dove sorge il Monumento vita al camin. // Aso di mira- ai Caduti, e poi lungo le coj, / rësta anche incheu dël strade e le viottole della vi- nebiass / ant al gorgh, e sparìs cina campagna. E' la notte nen. // Semp l'è la man pu pa- in cui nasce la primavera, vi- tan-a ch'la salva". gilia di un giovedì, giorno di "E' sempre la mano più nuda che mercato. I Morti, lasciate le salva". tombe, si aggirano, chiamandosi, Ed è "nuda" la mano del poeta, del festosamente, coi soprannomi di una poeta dialettale, che cerca la voce del- volta, felici del loro breve ritorno alla la propria terra, la voce più incontaminata terra. (…) Quando calano le ultime luci del per esprimersi? Forse Buronzo lo pensava, crepuscolo e, alte, si accendono le prime visto quanto scrisse in una postilla per l'edi- stelle, i Morti rientrano nelle loro tombe". zione del 1972 de "I proverbi monferrini", Buronzo non si limita a quadretti di gene- ricca e preziosa raccolta curata nel 1901 da re, bensì tende a "eternare" i suoi personag- Agostino Della Sala Spada: "Le parole, dalla gi, a "fissarli" in un'epopea del mondo con- moderna civiltà industriale, sono state stra- tadino, campagnolo e provinciale. E sulle volte, alterate, rese ambigue, non costitui- sue pagine sfila un'umanità dolente, ango- scono più un mezzo di conoscenza e di deci- sciata, un'umanità che ha scoperto la pena sione (…). Non hanno più quella forza di del vivere e ora la riattraversa, sul filo della verità e di autorità che avevano nell'antico, memoria. L'abbandono della campagna, te- nei testi sacri, nelle parole di Gesù. Ora è ma centrale, è la fine di una civiltà; e nella proprio con questo ritorno alla diretta speri- città trova posto un'umanità che non è più mentata espressività dei proverbi, che l'uomo tale. E non c'è - quasi mai - indulgenza boz- può ritrovare le gioie delle sorgenti della vi- zettistica o vernacolare, bensì la tensione ad ta, nella natura e nell'anima, rifacendosi ca- un linguaggio della memoria "illustre", che pace di inventare ancora forme, favole, mi- proprio attraverso il dialetto evita la caduta steri". Marco Giorcelli 140 Indice

Prefazione...... pag. 5 Cent’anni di eventi e personaggi: realizzazioni, lutti, progetti e curiosità...... pag. 7

Leonardo Bistolfi...... pag. 26

Francesco Negri...... pag. 28

Natal Palli...... pag. 30 I Marescialli d’Italia: Cavallero & Badoglio...... pag. 32

Giovannina Mazzone...... pag. 34 don Camurati...... pag. 36

Mamma Rossi...... pag. 38

Walter Audisio...... pag. 39

Camillo Venesio...... pag. 40

Giuseppe Brusasca...... pag. 41

Giovanni Sisto...... pag. 42

I sindaci di Casale 1900-1999...... pag. 43

Cardinale Federico Callori...... pag. 46 Sei vescovi in un secolo sulla cattedra di Sant’Evasio...... pag. 48 Rinaldi, Barello e Novarese Causa di beatificazione per tre monferrini...... pag. 50 Le gerarchie urbane in Piemonte e il ruolo di Casale Monferrato...... pag. 53 Vite e vino lungo un secolo in provincia di Alessandria e nel Casalese...... pag. 57

Paolo Desana e la legge sulle Doc Casale e la stampa agricola...... pag. 61 Cento anni di industria nel Casalese: dal cemento al freddo e alle macchine grafiche...... pag. 63 Il lavoro dei minatori e la tragedia dell’Eternit...... pag. 68 I Cavalieri del lavoro: da Giovanni Sosso ai giorni nostri...... pag. 70

Arnaldo Morano...... pag. 76 Krumiri, dolci tipici di Casale La tradizione continua in via Lanza...... pag. 78 Cent’anni di architettura in città: ripensiamoci per viverla meglio in futuro...... pag. 79

I grandi restauri di Casale Il Duomo del Giubileo e il progetto castello ...... pag. 83 Cent’anni di guerre e monumenti Il più importante? Quello di Altavilla...... pag. 86 Il Novecento nel segno dello sport Non solo calcio in cent’anni di vittorie...... pag. 89

Caligaris e Monzeglio...... pag. 94 Divertimento e spettacolo un secolo rivoluzionato dalla Tv...... pag. 96

Roberto Bolle...... pag. 101 Una città brulicante di soldati Una grande tradizione finita nel 1999...... pag. 102 La grande sete del Monferrato e l’inaugurazione dell’Acquedotto nel 1932...... pag. 104 Il Santuario di Crea ha cambiato volto...... pag. 107 Il Monferrato e la Regione Piemonte Trent’anni di realizzazioni e di uomini...... pag. 109 Letteratura e dintorni Giovanni Canna...... pag. 114

Cesarina Gualino...... pag. 116

Rosetta Loy...... pag. 119

Angelo Morbelli...... pag. 121

Rossana Ombres...... pag. 124

Giampaolo Pansa...... pag. 126

Piero Ravasenga...... pag. 129

Pina Rota Fo...... pag. 131

Augusto Segre...... pag. 134

Teresah...... pag. 137

Poeti dialettali monferrini...... pag. 139 La collana de “Il Monferrato”

ANNO AUTORE TITOLO

1968 GABRIELE SERRAFERO Cronache casalesi dal Quarantotto al Novecento

1972 AGOSTINO DELLA SALA SPADA I proverbi monferrini, con una postilla di Vincenzo Buronzo, edito in collaborazione con il cenacolo d’arte di Moncalvo

1972 LUIGI ANGELINO-ALDO TIMOSSI Alla riscoperta del Monferrato

1979 Cento ricette dal Monferrato

1980 IDRO GRIGNOLIO Personaggi casalesi

1981 IDRO GRIGNOLIO Casale Monferrato e le sue vicende storiche

1982 IDRO GRIGNOLIO Mosaico casalese

1983 Cento ricette di riso

1984 LUIGI ANGELINO - AMILCARE BARBERO Il Monferrato per Crea

1985 FEDERICO MARTINOTTI Ricordo di un illustre ricercatore vitivinicolo monferrino

1985 Le cento donne di Casale cantata da Horatio Navazzotti nel 1961

1986 LUIGI ANGELINO - CARLO BELTRAME Guida del Monferrato ANNA ECCETTUATO

1987 FRANCESCO CAIRE Cucine Monferrine

1988 SUOR BERNARDINA Guarire con le erbe, coedizione con la Piemme

1989 Piccola Enciclopedia dei proverbi, coedizione con la Piemme

1990 IDRO GRIGNOLIO Il Monferrato nell’azzurro

1991 IDRO GRIGNOLIO Il Monferrato: 120 anni della nostra storia

1992 CARLO BELTRAME Andar per vini in Monferrato

1993 IDRO GRIGNOLIO - LUIGI ANGELINO I tesori delle chiese del Monferrato

1994 IDRO GRIGNOLIO - LUIGI ANGELINO I tesori delle chiese del Monferrato-2

1995 ALDO TIMOSSI La storia del Monferrato dall’Homo sapiens al Duemila

1996 CARLO BELTRAME Il Monferrato che produce

1997 MAURIZIO ROMANELLI L’estate degli inganni

1997 LUIGI ANGELINO - IDRO GRIGNOLIO I tesori delle chiese-3: Casale

1998 GIUSEPPE PROSIO - GIUSEPPE DULLA E ALTRI Il Tartufo - 10 anni di borsa

1998 MARCO AIMO Firmamento nerostellato 1999 Un secolo di Monferrato DAL 1871

BISETTIMANALE DEL COMPRENSORIO DI CASALE MONFERRATO

Editrice Monferrato s.r.l. 15033 Casale Monferrato Direzione, Redazione, Amministrazione: via Corte D’Appello 6 Tel. (0142) 456070 - Telefax (0142) 451523 Un secolo di Monferrato Un secolo di Monferrato Monferrato Monferrato Editrice Editrice