Paolo Calcagno

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Paolo Calcagno UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA DIPARTIMENTO DI DISCIPLINE STORICHE, ARTISTICHE, ARCHEOLOGICHE E GEOGRAFICHE DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE STORICHE E ANTROPOLOGICHE CICLO XXII «La puerta a la mar» del Ducato di Milano: il Marchesato del Finale nel «sistema imperiale» spagnolo (1571-1713) S.S.D. M-STO/02 Coordinatore: Prof. Gian Maria Varanini Tutor: Prof. Alessandro Pastore Dottorando: Paolo Calcagno INDICE Premessa: le fonti IV Gli spagnoli a Finale: fra storia e leggende 8 PARTE I Per una storia del Marchesato nel corso della dominazione spagnola - Il Finale agli occhi di Milano e Madrid: la questione del porto 18 - La Camera e gli affari dell‟élite 47 - Il presidio finalese: gli alloggiamenti e i transiti della «soldatesca» 75 - Il «Real» dazio di Carcare e Calizzano 103 - Il peso del dominio spagnolo 118 - Finale nel «sistema imperiale» spagnolo: 133 Governo, giustizia e amministrazione del Marchesato PARTE II Il Marchesato fra Genova, Milano e Madrid - Il commercio a Finale durante il secolo spagnolo 156 - Genova e la «piaga del Finale» 195 - Una schermaglia di antico regime: 223 la “partita” del Finale fra Genova, Milano e Madrid - L‟«annosa controversia»: la stapola del sale del Finale 246 - 1558-1713: un secolo e mezzo di dispute per il possesso del Marchesato 265 ABBREVIAZIONI ADGG = Archivio Durazzo Giustiniani di Genova ADS = Archivio diocesano di Savona AGS = Archivo General de Simancas ASCF = Archivio Storico del Comune di Finale Ligure ASCG = Archivio Storico del Comune di Genova ASG = Archivio di Stato di Genova ASM = Archivio di Stato di Milano ASS = Archivio di Stato di Savona AST = Archivio di Stato di Torino Premessa: le fonti A differenza della Lombardia spagnola, oggetto di un ormai consolidato interesse storiografico1, il Marchesato del Finale – avamposto ligure del «sistema imperiale» asburgico e «puerta a la mar» del Ducato - resta ancora oggi poco indagato dagli studiosi. Certo, il locale Centro storico negli ultimi anni ha promosso una serie di pubblicazioni volte a riscoprire questo o quell‟aspetto della storia del Marchesato e delle sue varie comunità tra Medioevo ed età moderna2; e proprio l‟anno scorso sono apparsi, a cura della Società savonese di storia patria, gli atti di un convegno che ha finalmente inteso il Finale come uno Stato, sia pure piccolo, fra le potenze europee3. I contributi fin qui emersi sono serviti a fare il punto sulla vecchia storiografia finalese4, suggerire alcuni percorsi di ricerca, esaminare singole questioni rimaste ancora in ombra (l‟amministrazione della cosa pubblica, la logistica, la guerra di corsa, la nobiltà civica ecc.); ma – almeno per quanto riguarda il cruciale periodo della dominazione spagnola - manca ancora un lavoro complessivo che inquadri la vicenda storica di questo feudo imperiale nel contesto continentale, e ne illustri il ruolo di enclave marittima nell‟Europa mediterranea, oggetto di dibattito – quando non di scontro – tra i Principi di antico regime. Il motivo di questa lacuna, pur a fronte di un destino così singolare e di un indubbio peso politico-diplomatico, sta tutto nella peculiarità della “situazione documentaria”: le fonti sono infatti assai numerose, ma anche disperse in luoghi differenti, proprio per il carattere “internazionale” del Marchesato. Nel corso del Seicento il Finale diventa oggetto di discussione alla corte di Madrid e nelle cancellerie delle maggiori magistrature milanesi; in loco, complici le nuove esigenze del presidio militare, la produzione di documenti conosce un sensibile aumento, mentre memoriali e ambasciatori finalesi raggiungono di continuo i due centri di potere; nel frattempo Genova e gli altri protagonisti della “partita” finalese (la Francia, il Ducato di Savoia, il Monferrato) intessono una efficace rete spionistica per acquisire informazioni sul funzionamento delle istituzioni locali e sugli aspetti socio-economici di maggior rilevanza. Per questa ragione, di materiale sul Marchesato se ne trova in abbondanza in numerosi archivi d‟Italia e d‟Europa, tanto che un censimento di tutte le fonti relative al secolo spagnolo richiederebbe non poco tempo e fatica. Di fronte a una situazione di questo tipo, ci è parso che un buon punto d‟avvio fosse proprio l‟osservatorio locale, cioè l‟archivio storico del Comune di Finale Ligure, che a suo tempo Edoardo Grendi aveva già definito una sorta di «“archivio di Stato” di eccezionale interesse»5. E a ragione, dal momento che l‟abbondanza e la varietà dei documenti conservati, e la compiutezza e la regolarità delle serie rendono possibile seguire diversi filoni di ricerca in maniera continuativa. Se ne sono ricavati infatti dati preziosi sulle istituzioni locali e sul loro funzionamento, sui rapporti con il governo milanese, sugli aspetti fiscali e sulla organizzazione dei transiti e degli alloggiamenti dei soldati. Inoltre il ricco fondo camerale – con l‟elenco completo degli atti e delle lettere, più una serie infinita di inventari di beni, processi, liste, relazioni e quant‟altro sui beni di spettanza della «Regia Marchional Camera» – ha permesso di ricostruire la fitta rete di rapporti che si viene a creare fra notabilato finalese e governanti iberici per la gestione dell‟indotto fiscale e le commissioni legate al rifornimento della guarnigione. 1 Per i riferimenti bibliografici in materia rinvio alle note a piè di pagina del capitolo Gli spagnoli a Finale: fra storia e leggende. 2 Mi riferisco soprattutto al buon volume miscellaneo Finale porto di Fiandra, briglia di Genova, a cura di A. Peano Cavasola, Finale Ligure, Centro Storico del Finale, 2007. Fra le altre recenti pubblicazioni edite dal Centro storico ricordiamo G. TESTA, La strada Beretta 1666. Una via per l‟imperatrice. Todo el viaje en coche muy comodamente, Finale Ligure, Centro storico del Finale, 2002; G. BERTA, La basilica e la collegiata di San Biagio. Tra storia, arte e simbolismo, Finale Ligure, Centro storico del Finale, 2003; A. PEANO CAVASOLA, Il castello di Lancillotto. La storia europea di Castel Gavone, Finale Ligure, Centro storico del Finale, 2004; 3 Finale fra le potenze di antico regime. Il ruolo del Marchesato sulla scena internazionale (secoli XVI-XVIII), a cura di Paolo Calcagno, Savona, Società savonese di storia patria, 2009. 4 Anche per questa rinvio al capitolo Gli spagnoli a Finale: fra storia e leggende. 5 E. GRENDI, Introduzione alla storia moderna della Repubblica di Genova, Genova, Bozzi, 1973, p. 7. IV Le vicende dell‟élite, nonché la tipologia e gli sviluppi dell‟economia locale – specie dei traffici commerciali, favoriti da un regime doganale particolarmente vantaggioso – sono state approfondite sulla scorta dei registri e delle filze dei notai roganti all‟interno del Marchesato, conservati presso l‟Archivio di Stato di Savona. La scelta è caduta sui maggiori professionisti del Borgo e della Marina (i “quartieri” di residenza del ceto dirigente), che oltre a stipulare atti privati occupano a rotazione le cariche di cancellieri degli uffici pubblici (Consiglio generale del Marchesato, annona, sanità), i cui documenti gettano luce sulle dinamiche interne del piccolo Stato finalese, e sui rapporti fra singole comunità e fazioni parentali. Dall‟analisi delle fonti locali e di quelle notarili emerge il ritratto di una ristretta cerchia di notabili che controlla l‟assemblea e gli organi amministrativi locali, che accumula le maggiori proprietà immobiliari, e che investe con decisione nelle manifatture e in un commercio a tutti gli effetti trans-locale. Ma al contrario delle «parentelle» delle confinanti comunità del Dominio genovese, quelle finalesi mettono da parte le rivalità di campanile e uniscono forze e capitali per trarre profitto dalla presenza dei soldati spagnoli sul suolo del Marchesato, e dal continuo via vai di truppe da e verso lo Stato di Milano. Il nostro percorso non poteva, in seconda battuta, trascurare Milano, visto il ruolo del Ducato nel governo del Marchesato e la presenza pressoché ininterrotta di messi finalesi presso la Dominante lombarda. A decidere sulle sorti del Marchesato (e quindi sulla politica tributaria, sugli acquartieramenti, sulla gestione del presidio, sull‟amministrazione degli affari camerali) sono in primis il Governatore di Milano e il Magistrato Ordinario, dai cui uffici partono in continuazione ordinanze, richieste informative, relazioni. Milano è insomma l‟osservatorio centrale, e per questo motivo il suo Archivio di Stato conserva sulla Finale spagnola un‟enorme quantità di documenti, dispersi fra la moltitudine di fondi ordinati per materia e le serie raggruppate per località. Si è pensato così di sondare con una certa completezza il fondo Feudi Imperiali e di consultare a campione quelli Militare parte antica e Commercio parte antica, senza tralasciare il Potenze Estere post 1535, che per la parte relativa a Genova conserva documenti prodotti dai residenti spagnoli in città. L‟Archivio milanese raccoglie documentazione miscellanea, concernente gli aspetti più diversi della vita comunitaria finalese (dalla conduzione degli opifici camerali alla vendita del sale sulla piazza, dalla riscossione di dazi e «donativi» alla gestione degli sbarchi e degli imbarchi dei militari), ma il suo apporto più significativo riguarda la misura dei rapporti istituzionali fra il centro e la periferia, cioè fra le magistrature preposte al governo del Marchesato, i funzionari delegati all‟esecuzione degli ordini milanesi (Governatori, avvocati fiscali, capitani di giustizia ecc.) e il tessuto sociale locale, specie alla luce delle nuove letture
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