Quando Le Antiche Coste Del Lago Di Bolsena Furono Sommerse..
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Quando le antiche coste del lago- di Bolsena furono sommerse.. di Fabiano T. Fagliari Zeni Buchicchio A Bolsena il 30 maggio 1992 si è svolto un semina- strando i risultati conseguiti sui campioni lignei prelevati rio di geoarcheologia intitolato «Forma Lacus Antiqui». ad una certa profondità, ha formulato una datazione com- Nel manifesto che lo annunciava una pianta del lago di presa nel Medioevo, contraddicendo così in parte le in- Bolsena riassumeva le conoscenze che fino ad allora si ri- terpretazioni fino ad allora avanzate e con la conseguen- tenevano raggiunte con sicurezza attraverso le testirnonian- za che le antiche coste del lago di Bolsena sarebbero state ze localizzate sui fondali del lago. Così oltre all'attuale li- sommerse successivamente in un periodo molto più vici- nea, a circa 304 metri sul livello del mare, vi erano indi- no a noi che agli Etruschi. Certamente soltanto dopo la cate altre tre linee di costa: una supposta di epoca etru- pubblicazione degli atti si potranno valutare i dettagli di sca, un'altra dell'età del ferro e la terza dell'età del bron- quegli esami e il loro grado di approssimazione cronologi- zo, rispettivamente a 302,297 e 293 metri circa sul livello ca, ma già durante il seminario si sarebbe manifestata qual- del mare. Inoltre più in basso era data come accertata una che riserva sui risultati e a garanzia si sarebbe richiesto costa rocciosa l. il reperimento di inconfutabili documenti d'archivio. Si può immaginare l'interesse dei partecipanti quan- Finora nelle indagini sulla storia del lago di Bolsena do uno dei relatori, il professor Giorgio Belluomini, illu- o si è ignorata del tutto la documentazione d'archivio o, come è accaduto allo scrivente, si è impedita per ben 25 anni la consultazione di un disegno cinquecentesco nella errata e semplicistica convinzione che l'assenza in esso di 1 Per i precedenti riferimenti vedasi: A. FIORAVANTI,Trentatre indicazioni relative a un'antica strada costiera, oggi in parte anni di ricerche subacquee di geoarcheologia nel lago di Bolsena, in «Bol- lettino di Studi e Ricerche* (Biblioteca Comunale di Bolsena), 1991, sommersa sulla punta del poggio del Grancaro, fosse de- VI, pp. 13-30. terminante e perciò sufficiente proprio a definire l'innal- Fig. 1 - La costa del lago di Bolsena sotto Gradoli nel 1611 secondo il Cabreo della Commenda di S. Magno (Biblioteca di Malta, Arch. 5640, p. 59). toni, un vecchio bolsenese morto nel 1899 3, il quale de- scrisse con dovizia di particolari la estrazione, avvenuta intorno al 1825, di una fittura e fece già allora le prime osservazioni sull'uso di quei pali, escludendo l'appartenenza a catianneL su tialafitte 5. Che le testimonianze del Mon- toni siano della massima attendibilità lo conferma anche la sua descrizione sul recupero di una pretesa campana den- IV, p. 88 e p. 93 note 59-63. Un recente esame del disegno, che già potei datare al 1562 grazie a diversi riferimenti d'archivio, ha convali- dato che la data «1537», riportata sul verso, fu scritta erroneamente Fig. 2 - Nel 1611 la strada sulla costa passava a ponente e non a soltanto nel XIX secolo dalla stessa mano che pose l'indicazione di levante della chiesa di S. Magno (Ivi, p. 52). catena «numero 37». Anzi quest'ultima conferma che il disegno è sem- pre appartenuto all'archivio storico di Bolsena in quanto, seguendo lo Fig. 3 - Particolare del disegno di Pietro Tartarino del 1562. Sul- stesso riordinamento ottocentesco delle carte sciolte cinquecentesche l'aliiieamento del fosso del Maltempo è segnato il «muro Mauso- di Bolsena, è possibile precisare che il disegno era preceduto al nume- leo», già limite della diocesi di Tuscania. ro 36 (oggi doc. ad anno 631) dalle «Ricevute dello scultore Scalza per il lavoro della Lapide del Santissimo Corporale» del 1574 ed era segui- to al numero 38 (oggi doc. ad anno 267) da «Quietanze varie» relative alla strada e alla porta nuova di Sotto Sante e non anteriori al 1561. Si omette il lungo elenco di carte sciolte al cui esterno lo stesso ordi- natore ottocentesco ha indicato molte date errate. 3 A. MONTONI,in «Bullettino della Società Storica Volsiniese» 1899, nn. 24-25, pp. 228-230: «Dalla contrada Tempietto a quella Ba- rano, esiste dentro al lago una linea-di passoni confitti a colpi di maz- za, chiamati dai pescatori Fittura. E situata lungo la bocca del cupo (luogo più profondo delle acque) e la segue un miglio, dove l'altezza delle+dcquenon è minore di metri 15. Tali passoni quadrangolari sono fatti a sega, di cui sono tuttora visibili i segni prodotti dalla sega. I pescatori informati per antica tradizione conoscono della Fittura la po- sizione mediante traguardi che applicano sui punti del territorio. Sic- ché nel loro esercizio diligentemente si guardano dall'avvicinarsi per non soffrire danni. Non ostante, avviene non di rado che o per disav- vertenza o perché trasportati dal vento invadono coll'arte (ossia rete) la fittura e ne risentono gli effetti; cioè, se la rete è quella lunga che si tira da terra, non viene; ma i pescatori facilmente riparano sospen- dendo la tirata e andando colla barca ad alzare la rete ed a farla rical- care pochi palmi al disotto, e poi riassumono la tirata senza altro osta- colo*. 4 A. MONTONI,op. cit.: «Circa il 1825 una barca raccogliendo una mattina l'affissatura; giunta in un punto la reticella non veniva ... I pescatori esauriti gli sforzi possibili senza effetto, tralasciarono ap- ponendovi il sughero, ed andarono per proseguire l'opera all'estremo opposto ... ma trovarono lo stesso ostacolo ... Coi socii di altra barca decisero prima di tagliare la rete, tirarla dai due capi, e dopo lungo sforzo ottennero che la fittura sficcasse; e cavaron fuori un passone come di staccionata ma di maggior dimensione fatto a sega. Era ap- puntato in un estremo colla testa arricciata dai colpi di mazza sofferti pel conficcamento al fondo, e di un peso assai grave, cosicché i quat- tro riuniti in due barche poterono a grave fatica imbarcarlo.. Depose- ro il passone in un prossimo terreno lasciandovelo per lungo tempo. Dovendo un giorno tingere gli attrezzi credettero servirsi del passone per uso del fuoco. I colpi della scure non valeva& a dividerlo; solo a gran fatica traevano qualche scheggietta di nero ebano, che gittato sul fuoco non ardeva, ma bensi si consumava lasciando cenere gialla- stra». 5 A. MONTONI,op. cit. : «Alcuni scienziati hanno opinato che tali zamento del livello del lago 2. passoni sieno stati piantati dai popoli primitivi a formare capanne di Ci si è cosl volutamente dimenticati che i pescatori abitazione sopra le acque per difendersi daile bestie feroci che in quel di Bolsena hanno conosciuto da sempre la presenza sot- tempo invadevano queste regioni. Noi per quanto facilmente conve- tacqua di una lunga linea di passoni chiamata Fittura in niamo nell'uso delle capanne per tal fine sopra le acque, non possiamo località Tempietto. Lo confermano le memorie che Pie- però convenire che le nostre siano quelle destinate a tale uso. loPer- ché situata la linea dei passoni a seguire la bocca del cupo: luogpri- tro Vannini &trasse da un manoscritto di Antonio Mon- coloso, non ne era prudente l'uso di abitazione. 2' Perché sopra una sola linea non si possono costruire capanne. 3O Perché per uso di ca- panne occorrono pali di maggiore altezza, specialmente ove siano pian- 2 A. FIORAVANTI,op. cit., 1991, p. 21; A. FIORAVANTI,Bolse- tate fra le acque di un lago, le cui onde nelle tempeste s'innalzavano na sparita, Bplsena, 1991, pp. 9-11 tav. 1; F.T. FAGLIARIZENI BU- anche a tre metri dalla superficie.. Sicché avuto riguardo alla insuffi- CHICCHIO, E di Bolsena il disegno del 1562 sui confini con Montefa- ciente altezza, situazione, disposizione, dobbiamo ritenere essere ap- scone, in ,&omune Aperto» (periodico della città di Bolsena), aprile- posti per uso ben diverso, e forse per indicare con quella sbarra la pros- luglio 1991, IV, n. 2, pp. 11-12; F.T. FAGLIARIZENI BUCHICCHIO, simità del cupo e come di awiso ad evitare i pericoli». Nel 1899 il Dal Duomo di Montefascone a San Giovanni in Val di Lago: architetti commentatore faceva osservare «che i passoni dovettero esser confitti rinascimentali e chiese a pianta centrale intorno al lago di Bolsena, in «Bol- quando, essendo più basse le acque, si potea manovrarvi sopra colle lettino di Studi e Ricerche* (Biblioteca Comunale di Bolsena), 1989, mazze». disegno del 1562 di Pietro Tartarino ;. ;. .-. 0 documenti ad anno documenti ad anno j I 70-71 ! 621 267 1 612 I (-1561) I (-1584) i I ! - -. - .- . - . - .- .-. -. - . - . - . e. ! :' 0, , , ! : : i :' , m i: /q<,: S' , m ; I I : ,I , . j ST"S7 I i .: ,! ,#,a Y :'8. 7736 T-d$7 _/-i; I! I4C. 2t , , P-33 I! annotazioni, datazioni e numeri di catena contestuali del XIX secolo Fig. 4 - Nel XM secolo lo stesso riordinatore che ha scritto i nu- tro il lago proprio difronte a Bolsena in località Campo6; meri progressivi di catena ha anche attribuito molte date errate. infatti la documentazione d'archivio permette di pre- Fig. 5 - Le piane presso il lago di Bolsena con la traccia di un'anti- 6 A. MONTONI,op. cit., 1990, nn. 26-27, pp. 251-252: «Fin dalla ca strada tra Castellonchio e la distrutta chiesa di Pietro. nu- S. I nostra udimmo vociferare esistema di una campana den- meri delle tavole sono riferiti al Catasto Fagiuoli del 1776. tro al lago. Con quale fondamento si possa asserire non lo sappiamo, ma immaginiamo che tale idea sia derivata dal fatto che siamo per nar- rare.