SKIALPER INSPIRED BY MOUNTAINS

«Il limite cambia sempre. Non fai in tempo a trovarlo che già stai pensando ad andare oltre. E se non lo SPECIALE fai tu, lo farà qualcun altro» ALPINISMO N. 130 GIUGNO 2020 / BIMESTRALE — Ueli Steck 6 € / IN EDICOLA DAL 23 GIUGNO

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l collegamento si era interrotto all’improvviso, ma Il Nanga rappresentava per Tom il grande salto, forse Alex Txikon non aveva alcun dubbio: il video che addirittura troppo grande. Nardi aveva ripetutamente stava guardando mostrava due corpi senza vita; tentato lo Sperone Mummery negli anni precedenti, I non c’era stato il tempo di scattare una foto, prima sviluppando un’autentica ossessione per quella via: la sua che il drone smettesse di trasmettere, ma l’imma- decisione di tornare in Pakistan per provare nuovamente gine di quei due corpi si era impressa nella sua mente. la salita non aveva suscitato stupore nell’ambiente «Ho riconosciuto i loro zaini, i guanti, i berretti che alpinistico, a differenza della partecipazione di Ballard. indossavano e anche la forma dei loro corpi» racconterà Affrontare per la prima volta un Ottomila, senza essersi Ripercorrendo i passi del figlio di un’icona dopo. I due corpi, legati alla stessa corda, distanti non più mai cimentati su montagne al di sopra dei 6.000 metri, di tre metri l’uno dall’altro, si trovavano a circa 5.800 per di più durante la stagione invernale, periodo in cui le metri, in un labirinto di rocce e neve. Il primo, ancora temperature diventano rigidissime e le montagne vengono appeso alla corda, penzolava all’interno e fuori dall’inqua- spazzate da venti a 160 chilometri all’ora, significava forse dratura del drone; il secondo, anch’esso attaccato alla alzare troppo l’asticella. corda, giaceva riverso su una roccia, qualche metro al di Ma per comprendere appieno il livello della sfida sotto del suo compagno. portata avanti da Nardi e Ballard occorre considerare non solo le difficoltà dell’alpinismo invernale himalayano (la Si trattava dei due alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard, maggior parte dei 14 Ottomila sono stati saliti in di 42 e 30 anni; arrivati in Pakistan alla fine di dicembre invernale una sola volta), ma anche il fatto che la via scelta del 2018 per tentare la terza salita invernale del Nanga per la salita presenta un elevatissimo rischio di valanghe. Parbat (8.126 metri) attraverso il leggendario e Lo Sperone Mummery è infatti una costola rocciosa che incompiuto Sperone Mummery. sale, come la spina dorsale di un drago, dritta verso vetta, La morte di Nardi e Ballard ha avuto un’incredibile eco dalla parte bassa fino al plateau, che si trova al di sotto su quotidiani e riviste di tutto il mondo, anche a causa della piramide sommitale; una bellissima linea, indubbia- delle nobili origini alpinistiche di Tom, figlio d’arte di mente, ma estremamente rischiosa. , definita da Reinhold Messner come la Reinhold Messner e suo fratello Günther sono gli più forte fra le alpiniste donne. unici ad averla percorsa, prima di Nardi, Ballard ed Hargreaves, dopo essere arrivata vicinissima Elisabeth Revol, la compagna di Nardi nel tentativo di all’obiettivo di salire per prima, in una singola stagione, salita del 2013. Nel 1970 i due fratelli Messner dovettero le sei grandi pareti Nord delle Alpi, morì nel 1995, tentare la discesa lungo lo Sperone Mummery, poiché insieme ai sei compagni di spedizione, durante la discesa Günther presentava i sintomi del mal di montagna e non dal , in uno degli episodi più drammatici della storia sarebbe sopravvissuto a un altro bivacco. dell’alpinismo, anch’esso protagonista sui quotidiani di Nei giorni del battage mediatico seguito alla scomparsa tutto il mondo. di Nardi e Ballard, proprio Messner parlerà con la stampa Tom, che all’epoca della morte della madre era solo un dello Sperone Mummery, definendolo la via più perico- bambino, cresciuto aveva poi ripercorso le tappe della losa sul e una scelta obbligata per lui e carriera alpinistica di Alison, prima impegnandosi sulle Günther, poi travolto e ucciso da una slavina nel corso pareti Nord delle Alpi, poi avventurandosi sulle montagne della discesa; una via che, dalle sue stesse dichiarazioni, più alte del Pianeta e, proprio come la madre, era Messner mai avrebbe tentato in salita, in particolare in conosciuto e apprezzato nell’ambiente alpinistico per le inverno, a causa dell’elevatissimo rischio costituito dalle sue imprese in solitaria. valanghe e dai blocchi di ghiaccio che cadono dai tre seracchi sovrastanti lo Sperone. Simone Moro, autore della prima salita invernale del Nanga Parbat nel 2016, e unico ad aver salito quattro Ottomila in inverno, ha definito l’impresa in maniera ancor più funesta, sottolineando come tentare lo Sperone Mummery fosse come partecipare a una roulette russa. Lo stesso Moro esprimerà in diverse interviste le sue *Michael Levy è redattore perplessità sulla scelta compiuta da Ballard, evidenziando di Rock and Ice come la decisione di affrontare per la prima volta un

Tom Ballard al rifugio Leschaux Ottomila in invernale, lungo una via nuova e con il livello prima dell'invernale sulla di pericolosità dello Sperone Mummery, non fosse Nord delle proprio la strada maestra per l’inizio di una carriera sulle Testo di Michael Levy* — Traduzione di Simona Righetti — Revisione di Leonardo Bizzaro © Rugero Arena montagne più alte della Terra.

79 Il tentativo di salita dello Sperone Mummery ha inizio Nei giorni seguenti, come Daniele e Tom, la squadra di per Nardi e Ballard nel mese di gennaio 2019; i due soccorso guidata da Alex Txikon deve più volte scendere alpinisti trascorrono la maggior parte dei primi giorni al campo base per l’elevatissimo rischio di valanghe, che battendo traccia in mezzo alla neve e tentando di non continuamente investono i campi più alti della via sullo congelarsi. Tom, in un post scritto per il blog dello Sperone; gli alpinisti trovano riparo rifugiandosi dentro i sponsor Montane, definisce la temperatura talmente crepacci, ma il terreno estremamente instabile rende rigida da consentirgli, all’interno della tenda, di leggere impossibile proseguire nella salita. Per questa ragione a malapena il capitolo di un libro, prima che le dita vengono utilizzati i droni per sorvolare lo Sperone e il 5 diventino troppo fredde per girare le pagine. marzo Txikon avvista i corpi senza vita di Daniele e Tom. Nell’attesa di condizioni meteo più favorevoli, i due alpinisti rimangono al campo base, dove cercano di Sui media in quei giorni una serie di domande si mantenere la forma fisica con scalate in dry-tooling su rincorrono senza sosta. Perché Ballard aveva scelto una qualche masso; l’arrivo di una finestra di alta pressione via così pericolosa e forse al di fuori della sua portata in permette a Nardi e Ballard di piazzare Campo I, termini di esperienza? Che cosa lo aveva indotto a Campo II e infine Campo III, a quota 5.700 metri; da continuare, nonostante avesse potuto sperimentare in un post di Tom sappiamo che il Campo III, anche se prima persona quanto l’impresa fosse rischiosa? Quali ricavato all’interno di un crepaccio, è spazzato da un ragioni lo avevano spinto a proseguire in un’impresa che vento incessante e molto forte. Nei giorni seguenti le sembrava così lontana dalle sue inclinazioni? Tom viene incursioni di Tom e Daniele al Campo II e III vengono descritto dai suoi compagni di cordata come un alpinista sempre ostacolate da cattive condizioni meteo: perfettamente consapevole dei rischi e sempre molto «La costante minaccia delle valanghe non ci ha attento alla sicurezza; uno di loro, Marco Berti, raccon- permesso di trascorrere la notte ai Campi II e III» scrive terà in seguito come Ballard fosse solito, sulle vie lunghe Ballard. A ogni successiva risalita ai campi le tende in Europa, piazzare chiodi anche su pareti di terzo devono essere estratte da cumuli di neve portata dalle grado. Ma pure il Ballard delle imprese in solitaria, che valanghe: «Il timore che il Campo I venisse sommerso scalava con regolarità vie di grado fino al 5.12c (N.d.T.: ha fatto sì che rientrassimo al campo base: l’enorme 7b/7b+) senza corda - una su tutte Master of Disaster a valanga che ha travolto, poco dopo, la nostra linea di San Nicolò in Trentino - si era sempre mantenuto discesa ci ha confermato la bontà della decisione». all’interno di un limite per lui accettabile di sicurezza. Il pomeriggio del 24 febbraio 2019 Daniele Nardi Per rispondere a queste domande occorre fare un passo Alison Hargreaves con Tom e Kate © Murdo MacLeod chiama con il telefono satellitare uno dei suoi sponsor in indietro, tornando non solo alle esperienze di Ballard Italia; i dati ricavati da quella chiamata GPS collocano sulle montagne, ma alla storia alpinistica di sua madre. Nardi e Ballard a 6.300 metri di quota. Durante la Comprendere le motivazioni di uno dei più prolifici telefonata Daniele comunica la loro decisione di esponenti del free solo del suo tempo e forse anche degli Con il passare degli anni Tom assomigliava sempre di più tanto amava, che possiamo trovare un collegamento con scendere al Campo IV, a quota 6.000 metri, in modo da anni precedenti, non è un compito semplice, soprattutto a sua madre: le guance rotonde, spesso arrossate dal vento, le sue imprese alpinistiche: «Quelli che di notte sognano potersi rifugiare all’interno della portaledge precedente- se consideriamo che Ballard ha sempre portato avanti le il collo solido erano indubbiamente quelli di Alison nei polverosi angoli della propria mente scoprono, di mente piazzata, per ripararsi dalla tempesta che sta sue imprese in maniera silenziosa, lontano dal clamore Hargreaves, solo gli occhi azzurro ghiaccio non erano giorno, che era solo vanità; ma quelli che sognano di investendo la montagna. Alle 18.30 l’ultima chiamata di mediatico. Da un lato alcune affermazioni di Tom quelli della madre. A vent’anni Tom portava i capelli giorno sono uomini pericolosi, perché può darsi che Daniele alla moglie e quella successiva al Campo Base possono far pensare che l’eredità alpinistica della madre lunghi fino alle spalle, dopo si fece crescere un sottile recitino il loro sogno a occhi aperti, per attuarlo». per comunicare la decisione di tentare di abbassarsi non fosse il principale motore per le sue imprese: pizzetto sul mento. Forse questa frase per Tom rappresentava la grandiosità ancora di quota, fino al Campo III a 5.700 metri. Dopo Stefania Pederiva, sua fidanzata per cinque anni, parla dei sogni che aveva concepito per se stesso sulle quest’ultimo contatto il silenzio cala su Tom e Daniele e «Penso che molte persone ritengano di Tom come di un ragazzo dotato in qualsiasi cosa montagne, sogni da custodire, senza parlarne con viene approntata una squadra per un tentativo di che scalando cerchi di avvicinarmi facesse, dall’arrampicata allo sci, ma anche nella scultura e alcuno. Nei dieci anni precedenti la sua morte, Tom soccorso in quota. maggiormente a mia madre» nella fotografia. trasformò alcuni dei suoi sogni in realtà. Per molti dei La prima settimana trascorre senza possibilità di Aveva letto e poi riletto dozzine di volte il suo libro suoi conoscenti Ballard rappresentava un talento agire a causa sia delle avverse condizioni meteo che delle aveva sottolineato durante un’intervista, preferito, I sette pilastri della saggezza di T.E. Lawrence, cristallino nel mondo dell’alpinismo, nonostante tensioni politiche al confine fra India e Pakistan; il 3 «ma non è così. Io lo faccio solo da cui era stato tratto il film Lawrence d’Arabia; il Piccolo Principe delle montagne, come lo aveva marzo Alex Txikon e alcuni compagni di spedizione per me stesso». strabordante di epica, a metà fra l’autobiografia e il ribattezzato Stefania, fosse per lo più sconosciuto nel lasciano il campo base del K2 (dove erano impegnati romanzo, con un’epigrafe infarcita di misticismo, il libro mondo dell’alpinismo di alto livello. Graham negli stessi giorni nel tentativo di prima salita invernale) di Lawrence racconta la sua esperienza di vita come Zimmerman, amico e compagno di cordata di Tom, è e vengono trasportati in elicottero al campo base del Tuttavia gli obiettivi perseguiti e raggiunti da entrambi emissario del governo inglese durante la rivolta araba convinto che la sua morte possa cambiare la situazione, Nanga Parbat nella speranza di identificare la posizione durante la loro carriera come alpinisti e il parallelo contro l’impero ottomano nella Prima Guerra rendendolo oggi famoso per le sue imprese di Nardi e Ballard sulla montagna. shakespeariano fra la vita di Tom e quella di sua madre Mondiale. Stefania racconta di aver più volte tentato di nell’alpinismo: «In America ci sono molti climber che confutano nei fatti le sue affermazioni. È proprio nel terminare la lettura del voluminoso tomo, di oltre 600 non conoscono Tom, ma penso che negli anni a venire, tentativo di seguire il percorso della madre, ma al tempo pagine, senza esserci mai riuscita: «Credo che a Tom quando le imprese di Tom verranno rese note, diventerà stesso di non esserne in toto definito, che risiede il germe piacesse perché si ritrovava in quella storia, che molto più conosciuto all’interno della comunità della tragedia consumatasi sullo Sperone Mummery. rispecchiava il suo modo di vivere lontano dalla società». alpinistica: le imprese che ha compiuto e i traguardi che Ed è forse in una frase del libro di Lawrence, che Tom ha raggiunto nella sua breve carriera sono incredibili».

80 81 Alison Hargreaves nel 1986 sul Kangtega © Mark Twight

L’arrampicata nel sangue Il progetto di Alison rappresentava una nuova interpretazione del traguardo raggiunto da Gaston Uno dei ritornelli che si sentono più di frequente abbinati Rébuffat negli anni 50’ , il primo ad aver salito le sei al nome di Tom Ballard è quello relativo al fatto che grandi pareti Nord delle Alpi. Rébuffat, concluso il avesse salito l’ già prima di nascere, infatti nell’estate progetto, nel 1954 aveva raccolto in un libro, dal titolo del 1988, al quinto mese e mezzo di gravidanza, l’allora Étoiles et Tempêtes (pubblicato in inglese con il titolo ventiseienne Alison Hargreaves aveva scalato la parete Starlight and Storm e in italiano con Stelle e tempeste) il Nord dell’Eiger. Pochi mesi dopo, come raccontano Ed resoconto dell’impresa. Douglas e David Rose in Le ragioni del cuore. Storia di Al termine del progetto Hargreaves probabilmente Alison Hargreaves, Alison, intenta a fare sicurezza al spinta nella ricerca di notorietà dal marito manager, decise marito Jim Ballard nella falesia locale di Cromford Black a sua volta di pubblicare un libro con il resoconto Rocks, aveva avvertito le prime contrazioni, che avevano dell’impresa (A Hard Day’s Summer), ma il risultato fu portato alla nascita di Tom il giorno successivo. Due anni molto diverso dalle aspettative, forse anche a causa del più tardi, Alison e Jim – lui stesso appassionato climber e fatto che il progetto non fosse in realtà stato realizzato gestore di un negozio d’arrampicata a partire dagli anni nella sua interezza. Alison infatti non aveva salito la ’70 fino all’inizio degli anni ’90 – diedero il benvenuto alla parete Nord dell’Eiger, ma quella Nord-Est, attraverso la sorella minore di Tom, Kate, portando così il clan dei meno impegnativa via Lauper; nonostante questa Ballard a quattro membri. discrepanza, sia all’epoca che oggi, molte fonti la defini- Alison era una climber emergente fra la fine degli anni scono come la prima persona ad aver salito in solitaria le ’70 e l’inizio degli anni ’80, ma la nascita di Tom coincise sei grandi pareti Nord delle Alpi. con lo spostamento dei suoi interessi verso le grandi montagne himalayane, un terreno di gioco che si rivelò Il libro contiene anche il racconto di un macabro ritrova- essere quello più adatto alle sue qualità. Durante la sua mento avvenuto durante la discesa dalla vetta dell’Eiger; prima spedizione himalayana, nel 1986, mise a segno lungo la via infatti Alison si era imbattuta in svariati pezzi diverse ripetizioni e nuove linee sul Kangtega e sul di equipaggiamento: una vite da ghiaccio, una piccozza, Lobuche East in Nepal come parte di una squadra che un guanto e altri piccoli frammenti non perfettamente comprendeva anche gli americani , Mark Twight riconoscibili e alla fine dei detriti aveva identificato il e Tom Frost. corpo senza vita di un alpinista. Si trattava di un alpinista spagnolo che aveva tentato la salita ed era morto cadendo, Anche dopo la nascita di Tom e Kate, Hargreaves una specie di monito agli occhi di Alison sulla pericolosità continuò la sua carriera di alpinista; viveva con la famiglia e i rischi della sua vocazione. Nel corso della sua vita la nel Derbyshire, in Inghilterra: un territorio prevalente- Hargreaves venne spesso criticata ed etichettata come una mente collinare interrotto solo dalle alture del Peak madre irresponsabile per le sue imprese alpinistiche, District. Tom frequentava la scuola locale, dove «faceva le portate avanti anche dopo la nascita dei due figli: un esperienze tipiche dei bambini della sua età», racconta chiaro esempio di discriminazione femminile, dato che Jim; ma il normale scorrere della sua esistenza, fatta di raramente lo stesso tipo di accusa viene rivolta ad alpinisti giochi con i coetanei e d’inverno di scivolate con lo maschi con figli piccoli. slittino sulla neve, veniva a volte interrotto da periodi, che L’impresa, quasi riuscita, di scalare in solitaria in una potevano durare anche mesi, in cui tutta la famiglia si sola stagione le sei grandi pareti Nord delle Alpi rappre- metteva in viaggio per assistere Alison durante le sue sentò per Alison un grosso passo avanti in termini di imprese sulle Alpi. notorietà nel mondo dell’alpinismo; la famiglia si trasferì Nell’estate del 1993, quando Tom aveva quattro anni e in Scozia, stabilendosi a Fort William, vicino alla Kate due, Alison volle diventare la prima persona ad aver montagna più alta delle isole britanniche: Ben Nevis. salito in solitaria le sei grandi pareti Nord delle Alpi Sullo slancio di quell’estate, Alison decise di portare la (Eiger, Pizzo Badile, Grandes Jorasses, Petit Dru, Cima sfida a un livello più alto: avrebbe tentato la salita Grande di Lavaredo e Cervino) in una sola stagione. all’Everest senza ossigeno supplementare, impresa che era Tutta la famiglia la seguì, vivendo fra la Svizzera, la riuscita prima a una sola donna, Lydia Bradley. Francia e l’Italia. Esattamente come Tom, 24 anni dopo, Hargreaves non

83 aveva alcuna esperienza al di sopra degli 8.000 metri e neppure dei 7.000, ma con l’intera famiglia appresso, nell’estate del 1994, partì per il Nepal. Tentò la vetta tre volte, arrivando nel secondo tentativo a circa 8.400 metri, ma tornò indietro per la paura di morire congelata. Tuttavia il fallimento del 1994 non la scoraggiò, anzi la indusse a tornare in Nepal l’anno seguente - da sola, senza la famiglia - con un progetto ancor più ambizioso: salire l’Everest da sola, senza ossigeno supplementare e senza alcun tipo di supporto: nessun aiuto esterno, nessuna possibilità di utilizzare corde fisse, né le tende di altri alpinisti. L’unico alpinista, fino a quel momento, in grado di compiere un’impresa del genere era stato l’ineguaglia- bile Reinhold Messner, che fu anche il primo al mondo a scalare tutte le 14 vette degli Ottomila. Ma Alison riuscì nell’impresa, arrivando al punto di rifiutare anche una tazza di tè, come scrisse Alison Osius, editor della rivista Climbing. Hargreaves voleva neutralizzare ogni possibilità di attacco alla sua impresa, per evitare il ripetersi della polemica nata dopo il progetto sulle grandi pareti Nord delle Alpi, e ci riuscì. Più tardi, durante l’estate del 1995, decise di prendere parte a una spedizione per la conquista del K2; all’arrivo della finestra per il tentativo di vetta, la situazione della montagna venne ritenuta eccessivamente pericolosa dagli A causa della difficoltà di reperire informazioni in tempo alpinisti della squadra di Alison e dalle altre spedizioni reale, Jim Ballard chiamò la redazione della rivista presenti. Alison vacillò lungamente fra il desiderio di Climbing, nella speranza di ricevere gli ultimi aggiorna- tentare e quello di abbandonare; alla fine, nel pomeriggio menti sulle condizioni della moglie. Nel lungo servizio del 13 agosto, prese la decisione di portare l’attacco alla pubblicato sulla rivista, Alison Osius racconterà quella vetta, che raggiunse alle 18.45, troppo tardi per trovarsi telefonata di Jim Ballard, descrivendola in questo modo: così in alto sulla montagna. Quello stesso giorno il «Ballard parlava a voce bassa, come se non volesse farsi neozelandese , dopo aver visto sopraggiun- sentire dai bambini, che canticchiavano in sottofondo». gere all’orizzonte nubi inquietanti, aveva rinunciato alla Kate aveva 4 anni e Tom 6. salita; le stesse nubi che avvolsero la montagna nel Cosa ricordano la maggior parte delle persone di momento in cui Alison raggiunse la vetta. Durante la quando avevano sei anni? Il momento in cui hanno discesa la Hargreaves e sei altri alpinisti persero la vita imparato ad andare in bicicletta per la prima volta? nella terribile bufera che investì la montagna; fra essi Il profumo della mamma o dell’acqua di colonia del papà? anche l’americano Rob Slater, famoso per il suo motto I giochi con gli amici nel cortile della scuola? I pilastri della saggezza entrambi gli obiettivi. Battezzò la variante di Scottish La vetta o la morte, in ogni caso vinco. A Tom rimasero solo immagini sfocate: in un’intervista Pillars, aperta in libera, Solitaire e aprì la nuova via, in al giornalista Robert Chalmers nel 2015 disse di «non Quattordici anni dopo, nell’inverno del 2009, Ballard, solitaria - con la protezione della sola corda - che chiamò Alison fu strappata dalla montagna da un ricordare quasi nulla della madre» se non che fosse una all’epoca ventenne, affrontò per la seconda volta la parete Seven Pillars of Wisdom (ED 5.12b - N.d.T: 7b/7b+). vento a oltre 160 chilometri all’ora; il corpo persona gentile e generosa, anche se fortemente Nord dell’Eiger, dopo averla salita mentre si trovava Ma più che un semplice gioco di parole, il nome scelto per identificato a 7.400 metri di quota si determinata. ancora nella pancia della madre. Aveva deciso di tentare la il battesimo della nuova via rappresentava un chiaro Sulla scia della morte di Alison infuriò, sui quotidiani ripetizione di Scottish Pillars (5.10 – A3), una via aperta rimando al libro preferito di Tom e un’autentica dichiara- presume appartenesse a lei, sebbene la britannici, lo stesso dibattito che era seguito alla sua nel 1970 nella zona sinistra della stessa parete. In Scozia zione di intenti: avrebbe realizzato i suoi sogni, ma con conferma ufficiale non sia mai arrivata. impresa sull’Eiger durante la gravidanza. La domanda Ballard aveva sviluppato una vera passione per le imprese lucidità e tenendo gli occhi ben aperti. Alison Hargreaves aveva 33 anni. ricorrente era se fosse moralmente giusto per la madre di in solo, con o senza corda, sia su roccia che su ghiaccio in Nel corso dei sette anni successivi, Jim mantenne due bambini piccoli tentare la salita al K2. Il Sunday Times inverno. Durante quella stagione, vivendo con il padre e la fede alla promessa fatta ad Alison: «Qualunque cosa pubblicò un articolo dal titolo Il K2 non è per le madri, sorella in un granaio ad Alpiglen, Grindelwald, vicino alla dovesse accadere a uno di noi, non impedirà all’altro di il Daily Express un altro: La coraggiosa Alison era una buona base della montagna, Tom riuscì a risolvere l’inizio della far condurre ai bambini una vita avventurosa»; girando madre?. Ma Tom non provò mai alcun rancore o risenti- via, ma il cattivo tempo ne limitò di molto i progressi; l’Europa, come casa un Volkswagen bianco, Jim e Tom mento verso la madre per aver scelto la via pericolosa della tuttavia i costanti avanzamenti lo portarono nella tarda andavano alla ricerca di buone condizioni sulle Alpi. montagna e non essere tornata indietro. «Perché la capisco primavera a completare la ripetizione. Con quella Conducevano una vita modesta: facendosi il tè con una - spiegò a Chalmers - comprendo perfettamente perché lo realizzazione, Tom maturò la consapevolezza di essere in tecnica appresa dagli sherpa in Nepal, giocando a carte, Sopra, Alison Hargreaves facesse. Preferisco che sia morta inseguendo la sua grado di scalare in libera Scottish Pillars, ma anche che aggiustando l’attrezzatura rotta, sonnecchiando o © Mark Twight. A destra, Tom con passione che in un altro modo». c’era il potenziale per l’apertura di una nuova via di fianco leggendo e arrampicando; arrampicando in il padre Jim © Rugero Arena a essa; prima che l’estate fosse terminata, aveva raggiunto continuazione.

84 85 Nella foto grande Tom Ballard in versione piolet traction © Gloria Ramirez. In questa pagina, con il padre all'attacco della parete Nord del Pizzo Badile © Rugero Arena

Nonostante fosse un curioso e avido lettore, in particolare di libri collegati al mondo dell’arrampicata e dell’alpi- nismo, Tom non amava frequentare la scuola; la sorella Kate lo ricorda così: «Era sempre fuori casa a esplorare. Era tranquillo, serio in ciò che faceva, ma era anche un ragazzo molto divertente, con un temperamento da bambino». Questa serietà, fin dalla più tenera età, rappresentava uno degli aspetti salienti del carattere di Tom e l’aggettivo tranquillo è una definizione che ricorre Il silenzio dell’oblio spesso nelle conversazioni che lo riguardano. «Tranquillo e solido… è stupefacente quanto fosse tranquillo Tom, Il primo approccio di Tom all’arrampicata avvenne nel anche da bambino: nessun capriccio o pianto, neppure di 1993, a cinque anni, alle Calanques in Francia su una notte» racconta Jim. semplice via di calcare; anche Gaston Rébuffat aveva Marcin Tomaszewski, compagno di Ballard nel 2017 mosso i primi passi nell’arrampicata proprio lì. Alison nell’apertura sull’Eiger della nuova via Titanic (M5 5.10c pensava che Tom fosse ancora troppo piccolo per A3 W14 – N.d.T.: 6b+), vicino a Solitaire e Seven Pillars, arrampicare, ma appena si allontanò per qualche attimo lo ricorda così: Tom chiese al padre di farlo provare e Jim acconsentì. Tom salì a piedi nudi sulla placca, una visione che lasciò «Tom era un ragazzo tranquillo; alquanto sbalordita Alison al ritorno. non parlava molto, ma le sue imprese Tom era stato un bambino molto precoce; all’età di 8 o 9 anni, durante una mattinata di arrampicata con il padre, parlavano per lui. Aveva moltissima dopo aver salito un tiro, Jim propose a Tom di farne un energia: sembrava un vulcano prima altro, indicandolo con il dito e il figlio gli rispose candida- dell’eruzione. Era paziente ma al tempo mente di averlo già scalato da solo qualche giorno prima. Studente svogliato, frequentò la scuola solo saltuaria- stesso aveva continuamente bisogno di mente a partire dai 14 anni, prediligendo l’andare a sciare tenersi in azione. Era difficile conoscerlo con buone condizioni di neve e divertendosi ad arrampi- intimamente, ciò che avvertivo in lui era care nelle giornate di arietta frizzante; amava molto anche la libertà che il bouldering gli concedeva: poteva prendere un sottofondo di tristezza». il suo materasso e andare in giro ad arrampicare, senza bisogno di cercarsi un compagno. Marco Berti, alpinista di lunga data, amico di Ballard, Fra il 2002 e il 2007 Ballard completò più di 1.000 vie attribuisce il velo di tristezza, percepito anche da lui in di boulder in Scozia, dedicandosi alla ricerca di nuove Tom, alla sua infanzia e al trauma subito per la perdita vie, alla loro pulizia e anche alla promozione delle stesse, della madre. «Era come se Tom fuggisse da qualcosa realizzando una piccola guida di quelle della zona di ricercando una solitudine, a cui si era abituato fin da Glen Nevis. piccolo, e che negli anni successivi aveva apprezzato e considerato come la miglior cordata per le sue imprese alpinistiche». Oppure possiamo pensare che Tom, come scrive per se stesso Rébuffat in Starlight and Storm, «sulle montagne si sentisse circondato dal silenzio dell’oblio».

87 Tom in allenamento indoor in Val di Fassa e, a destra, in dry- tooling sulla falesia del Bus del Quai, nei pressi del lago d'Iseo © Rugero Arena

Dopo la prima estate trascorsa sulle Dolomiti, Luisa Iovane - nel 1986 la prima donna a scalare un 5.13b (N.d.T.: 8a/8a+) - gli domandò quante grandi vie alpine avesse scalato quell’estate e Tom, candidamente, rispose sessanta. «Un’estate di arrampicate per te Tom è come una vita di scalate per tutti gli altri» fu la risposta della Iovane. Nel 2014 scalò la bellezza di 200 vie in Dolomiti, senza contare quelle portate a termine nel resto d’Europa e ne salì centinaia di altre negli anni successivi; oltre la metà delle sue imprese avvennero in free solo. Ma nonostante un curriculum alpinistico probabil- mente senza pari, Ballard non assurse mai agli onori delle cronache e rimase una figura pochissimo nota nel mondo dell’alpinismo. Heinz Mariacher, storico disegnatore delle scarpette d’arrampicata La Sportiva e in anni più recenti Scarpa, conosceva molto bene Ballard; nel confermare molte delle imprese portate a termine da Tom, Mariacher fornisce anche una spiegazione per la mancanza di attenzione mediatica sulle sue imprese: «Completò molte Alla ricerca della forza vie in solitaria nelle Dolomiti, ma si trattava spesso di vie pressoché sconosciute. Per attirare l’attenzione dei media Dopo i primi successi sull’Eiger con Solitaire e Seven servono le imprese su quelle più note. Tom aveva salito vie Pillars, Ballard elesse le Alpi a suo terreno di gioco pazzesche in zone sperdute delle Dolomiti, su pareti di preferito; rimase a Grindelwald con il padre e la sorella gran lunga meno famose delle Tre Cime, ma alcune di per tre anni, ripetendo altre classiche della zona o esse molto più dure e rischiose». portando a termine nuove linee sull’Eiger, come Mittellegi Il percorso di crescita alpinistica di Ballard comprese Route e Southwest Flank. anche il dry-tooling, una tecnica che gli era sempre Nel 2012 Tom e il padre decisero che era giunto il piaciuta molto. Nell’estate del 2012 completò la seconda momento di ripartire ed elessero nuovamente a casa il salita di quella che viene considerata la più dura via di loro furgone; Kate questa volta non andò con loro: aveva dry-tooling al mondo: Ironman, un D14+ chiuso nei mesi imparato a sufficienza il tedesco per poter lavorare come precedenti a Eptingen, in Svizzera, dal climber tedesco istruttrice di snowboard. Robert Jasper. Nel corso dei quattro anni successivi viaggiarono per Ballard era straordinariamente forte sui tetti: «Tom tutta l’Europa: Francia, Austria, Svizzera, Germania, ma il aveva spalle e core talmente potenti che durante la luogo dove trascorsero la maggior parte del tempo furono scalata tutto era perfettamente sotto controllo» ricorda il le Dolomiti. suo amico Liam Foster, noto alpinista americano. Le Dolomiti, che si elevano come minareti in mezzo a Evitava l’uso della Yaniro - una gamba incastrata sopra verdi colline punteggiate in primavera da milioni di un braccio per farla riposare - non per ragioni filosofiche, ranuncoli gialli, sembrano essere fatte apposta per offrire ma perché la sua conformazione era più adatta alla all’alpinista, affamato di imprese, l’occasione per lasciare il potenza pura. Il dry-tooling però non rappresentava un segno. Ma la roccia friabile - per i pretendenti che la traguardo per Tom: esaminino con occhio più attento - può rappresentare un buon deterrente. Non per Tom Ballard. Tom arrampicò in «Era prima di tutto un alpinista» lungo e in largo per tutta la Val di Fassa, portando a racconta Jasper «e interpretava termine un numero incredibile di vie: non tenne mai un il dry-tooling come un allenamento elenco di tutte quelle ultimate, ma se lo avesse fatto sarebbe stato indubbiamente sbalorditivo. per le imprese in montagna».

88 concentra subito sulla Cima Grande di Lavaredo e il 21 dicembre si porta sotto la via Comici-Dimai, sulla parete Nord; l’aveva salita a vista, in solitaria e senza l’uso della corda nell’estate del 2011. È una giornata di vento intenso, che fin dalla sera prima lo ha preoccupato, ma Tom decide di tentare lo stesso. Sale veloce, autoassicurandosi dove necessario e scendendo poi per recuperare il materiale; arriva in vetta quando sta calando la sera. Al sopraggiun- gere del buio si rende conto di non aver portato con sé la lampada frontale, teme di non riconoscere la via di discesa e opta per un bivacco notturno, sulla roccia sotto una piccola cengia. Durante la notte ha un principio di congelamento alle dita dei piedi; la mattina seguente trova la via di discesa e si reca subito in ospedale per verificare la gravità del congelamento, che fortunatamente non si rivela tale da impedirgli la prosecuzione del progetto.

Dopo la Cima Grande di Lavaredo, Tom decide di tentare la salita del Pizzo Badile, lungo la via Cassin. L’apertura della Cassin al Pizzo Badile risale alla fine Alcuni momenti della Starlight and Storm salita sulla Cima Grande degli anni ’30; il 14 luglio del 1937 la squadra composta di Lavaredo lungo da , Gino Esposito e Vittorio Ratti la via Comici-Dimai A partire dal 2015 Tom e Jim si stabiliscono a tempo decide di tentare la vetta del Pizzo Badile dal versante © Rugero Arena pieno in Val di Fassa; vivono in un campeggio, al cui Nord-Est, ancora inviolato. Ma non sono gli unici ad interno allestiscono il loro piccolo villaggio. Hanno una aver maturato quell’idea e sullo stesso versante durante tenda comune: un telone verde militare che ricopre una quella giornata stanno salendo anche i comaschi Mario struttura in legno e metallo, bidoni blu, cartoni di latte, Molteni e Giuseppe Valsecchi. Al termine del giorno i contenitori per il cibo e per il materiale d’arrampicata comaschi, esausti e in cattive condizioni, chiedono alla accatastati qua e là; un tavolo pieghevole e sedie da squadra di Cassin di poter unire le forze e condividere il campeggio come unica mobilia. Jim dorme nella tenda bivacco, richiesta a cui Cassin acconsente. Il 16 luglio i più grande, Tom in una tendina tre posti o direttamente cinque alpinisti raggiungono la vetta, ma appena iniziata sul furgone. Un filo di bandiere tibetane sventola sopra la discesa lungo la parete Sud «Molteni muore di a tutto. sfinimento» come racconta Rébuffat in Starlight and La pensione di Jim basta a entrambi per vivere; non Storm; gli altri quattro procedono nella discesa «in mezzo hanno bisogno di molto: cibo, gas e l’attrezzatura per le a una bufera di neve e a raffiche di vento ghiacciato». imprese di Tom sono sufficienti. Il materiale di Tom per «Valsecchi, che non aveva assistito alla morte del l’arrampicata è decisamente datato: porta a termine le sue compagno, si guarda intorno in cerca di Molteni e, imprese con eccentrici e friend di prima generazione; realizzato cosa gli fosse accaduto, scoppia in lacrime, poi mette sempre un berretto rosso di Ferrino e utilizza chiodi si accascia a terra morto anche lui». Così Rébuffat da roccia fatti a mano da Jim. Per un lungo periodo aveva descrive il tragico epilogo. Cassin, Esposito e Ratti addirittura usato le piccozze della madre. riusciranno invece a terminare la discesa, rientrando al Fino a quel momento le imprese di Tom non avevano Rifugio Sciora. suscitato grande attenzione: «Voleva mantenere un profilo Il 6 gennaio del 2015, prima dell’alba, Tom sale la basso» racconta Jim; ma a un certo punto decide che è parte inferiore della cresta Nord fino al Colle e alle otto giunto il momento di andare alla ricerca di sponsor per affronta la via Cassin; scala per 11 ore, affrontando tratti finanziare i suoi progetti più ambiziosi. Ha un’idea in su roccia ghiacciata fino all’M7: il terreno misto più mente: salire in solitaria tutte le sei grandi pareti Nord difficile che incontrerà nel corso del suo progetto sulle delle Alpi durante la stagione invernale; impresa che pareti Nord delle Alpi. rappresenterebbe non solo una reinterpretazione di Passa la notte bivaccando su una piccola cengia, dove quanto fatto da Alison, ma il suo superamento. «Pensavo Cassin e i suoi compagni avevano trascorso la seconda che sarebbe stato impossibile» ricorda Jim, ma Tom notte nel lontano 1937; il mattino del 7 gennaio, dopo decide di provarci e ribattezza il progetto Starlight and quattro tiri da 70 metri affrontati autoassicurandosi con la Storm, un chiaro tributo a Rébuffat. corda e superato un ripido pendio di neve e ghiaccio, Tom raggiunge la cresta Nord. La via Cassin al Pizzo Badile Trovato il primo sponsor, un’azienda di calze, il 21 salita da Tom in un giorno e mezzo sarà la salita che dicembre 2014 ha inizio il progetto, che rischia di richiederà più tempo fra quelle del suo progetto Starlight terminare già il giorno successivo. L’attenzione di Tom si and Storm.

90 Due bivacchi di Tom Ballard Dopo il Pizzo Badile, il 10 febbraio Tom salirà quella che ma al tempo stesso è come aver vissuto un déjà vu» durante il progetto Starlight and viene considerata come la relativamente più semplice fra commenterà. Nonostante riconoscesse le similitudini fra Storm: a sinistra quello alla Nord le pareti Nord delle Alpi: la via Schmid sul Cervino, che alcune circostanze accadute a lui e alla madre, Tom del Pizzo Badile, in basso al Cervino © Rugero Arena completerà in 2 ore e 59 minuti. smentirà sempre fermamente di avere voluto realizzare il La meta successiva è il Monte Bianco per la salita della progetto Starlight and Storm sul filone di quanto fatto da parete Nord delle Grandes Jorasses; Tom affronta la lei. «Penso che una grande motivazione nell’arrampicata Colton-Macintyre, mai provata prima. La via su cui Ueli gli derivasse dalla morte della madre» commenta Stefania Steck, nel 2008, aveva stabilito il record di velocità in salita, Pederiva, la sua fidanzata «ma, anche con me, Tom l’ha scalando a vista e completandola in 2 ore e 21 minuti. sempre negato». Il tempo di Tom non sarà come quello di Steck, ma Tuttavia emerge chiara una discrepanza fra le parole e i neppure così distante: l’8 marzo 2015 Ballard salirà la via fatti; negli anni seguenti Tom, in un’intervista al Telegraph, Colton-Macintyre impiegando 3 ore e 20 minuti. lascerà intendere qualcosa di più: «Da bambino, quando «Le condizioni della via erano abbastanza buone. Il passo andavo a scuola, dicevo sempre che da grande avrei scalato chiave di ghiaccio era oltre i 90°, uno strapiombo, ma le montagne per mia madre. Ma dopo ho capito che era breve. C’era ghiaccio fino alla headwall. La roccia sui tiri un pensiero un po’ sciocco perché lei aveva sempre scalato finali non era coperta di neve, ma c’erano alcune piccole solo per se stessa. Adesso so che quello che faccio è solo strisce di ghiaccio da utilizzare con delicatezza» raccon- per me stesso: ogni giorno quando esco per arrampicare terà intervistato da planetmountain.com. penso solo a me. Inconsciamente lei è una delle motiva- zioni per cui lo faccio, ma sicuramente non l’unica». Come penultima vetta, il 14 marzo 2015, scala la parete Marco Berti, amico intimo e compagno di scalate di Nord del Petit Dru, lungo la via Allain-Leininger, Tom, aggiunge ulteriori dettagli: impiegandoci 8 ore. Durante tutto quell’inverno, a eccezione di un po’ di equipaggiamento fornito da qualche «Ogni giorno dicevo a Tom che doveva Da principe a re sponsor, Ballard stava ancora utilizzando la sua attrezza- essere Tom Ballard e non il figlio di Alison «Penso che rappresentino una buona testimonianza della tura fatta in casa o di seconda mano. «Aveva noleggiato Hargreaves. Gli spiegavo che, diventando personalità di Tom e di quanto poco coltivasse il suo ego, una corda per la parete Nord del Petit Dru» racconta Jim. La vita di Tom cambia in molti sensi dopo Starlight and in definitiva semplicemente non gli importava molto dei «Non ne aveva una sufficientemente lunga da usare per la un grande alpinista, avrebbe potuto Storm. Lascia il campeggio e trova un posto solo per lui, risultati ottenuti in gara e continuò per la strada che aveva discesa». Al rientro dalle sue imprese Tom ritorna alla sua parlare più liberamente della madre. nelle vicinanze del luogo in cui vive la sua ragazza, figlia scelto». Ostinandosi anche nel rifiuto dell’utilizzo della tenda in Val di Fassa e stende i vestiti bagnati ad asciugare Lui era d’accordo, ma gli risultava difficile della Guida alpina Bruno Pederiva. Si erano fidanzati nel figura Yaniro. Nello stesso periodo Tom inizia anche ad nel locale caldaia del campeggio. 2014: «Era cresciuto e voleva maggiore indipendenza» attrezzare per il dry-tooling un imponente muro orizzon- non seguire il suo esempio. Non era racconta Stefania, «voleva stare un po’ di più per conto tale in Marmolada, nella falesia che lui chiamerà Manca una sola settimana alla fine dell’inverno e a Tom semplice vivere al di fuori della traccia suo, sentirsi più autonomo rispetto al padre». Tomorrow’s World. non rimane che la parete Nord dell’Eiger. Il 19 marzo battuta dalla madre». Tom e Stefania in quel periodo aprono insieme molte salirà a vista la via Heckmair, in free solo, con l’unica nuove vie, incluso un trittico sul Catinaccio: Scarlet Fever, A febbraio 2016 apre quella che viene considerata la via di eccezione della Traversata Hinterstoisser, passaggio che Baptism of Fire e, la preferita di Stefania, Beauty and the dry-tooling più dura al mondo: collegando tre difficili vie, completerà assicurandosi a corde fisse piuttosto Beast; fanno insieme anche diversi viaggi per andare ad aperte in precedenza nella falesia di Tomorrow’s World, malridotte, lasciate in loco dalle cordate avvicendatesi nel arrampicare in Grecia, in Francia e in Sardegna. completerà A Line Above the Sky, una scalata di 50 metri, corso degli anni. Le aziende del settore iniziano a fornire a Tom che deve la sua difficoltà anche alla posizione orizzontale «Mi sono tolto un enorme peso dalle spalle, senten- attrezzatura al top per l’arrampicata e, ancor prima della del tetto della falesia. A differenza di molte vie di dry-too- domi immediatamente molto meglio» commenta così comunità alpinistica, la gente comune comincia ad ling, che offrono una pletora di fori artificiali ricavati per Tom l’arrivo in vetta. Per ironia della sorte l’impresa accorgersi delle sue imprese. Un reporter del Guardian gli piccozze e piolet-traction, A Line Above the Sky è quasi concepita, ma non pienamente realizzata da Alison affibbia il soprannome di Re delle Alpi. Nonostante questo, interamente naturale. Tom, dopo averla aperta, propone il Hargreaves anni prima, viene portata a termine da suo i resoconti sulla stampa delle imprese di Tom tendono grado D15, un nuovo livello di difficoltà per il dry-tooling; figlio Tom: la prima persona al mondo a salire tutte le sei ancora a mettere in relazione i suoi successi con quelli difficoltà che verrà confermata dal climber francese Gaëtan grandi pareti Nord delle Alpi in una sola stagione. raggiunti dalla madre, sebbene, dopo Starlight and Storm, Raymond, dopo la sua ripetizione della via. Liam Foster, Scendendo lentamente e con la massima attenzione Tom avesse percorso una strada nuova e divergente che in seguito salirà A Line Above the Sky, ne parlerà in dalla vetta dell’Eiger, Tom nota dapprima frammenti di rispetto a quello di Alison. questi termini: «È la più bella via di dry-tooling che io plastica arancione sparpagliati nella neve, poi poco più in là abbia mai scalato. Ha un’estetica fantastica: quando ti siedi un guanto e più sotto ancora scorge un corpo. Uno sciatore, Nel 2015 Ballard fa anche la sua comparsa nella Coppa del nella parte posteriore della falesia e la osservi vedi questa incontrato poco prima sulla cima, è precipitato battendo la Mondo di Arrampicata su Ghiaccio, anche se non otterrà linea come disegnata nel cielo». testa su una roccia; il casco arancione si è frantumato mai grandi risultati: il suo miglior piazzamento rimarrà il Dopo aver aperto quella che è probabilmente la via più nell’urto e il ragazzo è morto. Tom non ha mai visto un quattordicesimo posto a Rabenstein, in Svizzera, nel 2018, difficile di dry-tooling al mondo, aver portato a termine cadavere e quella visione gli ricorda quanto pericolosa sia la dopo aver preso parte alla sua prima e unica semifinale. con successo il progetto Starlight and Storm e aver passione che ha scelto come compagna di vita. L’amica Anna Wells, che lo aveva conosciuto proprio maturato, in meno di 10 anni, un curriculum alpinistico La similitudine con quanto accaduto alla madre durante la prima partecipazione di Tom a una gara del per cui serve una vita intera, è arrivato per Ballard il proprio sull’Eiger, più di vent’anni prima, lo colpisce non circuito a Bozeman, in Montana, nel dicembre del 2015, momento di concentrarsi su nuovi obiettivi: le grandi poco: «Ci è successa quasi la stessa cosa. È molto triste, commenta così i suoi mediocri risultati nelle competizioni: montagne lo chiamano.

92 93 L’ultima montagna di Alison La cordata Nardi/Ballard aveva funzionato molto bene durante quella spedizione: Tom aveva imparato molto da Dopo la morte di Alison Hargreaves nel 1995, Tom Nardi, che aveva già scalato cinque Ottomila e tentato chiede al padre di «portarlo a vedere l’ultima montagna quattro volte la salita al Nanga Parbat in invernale. Per scalata dalla mamma»; Jim parla della richiesta del figlio questa ragione, un anno più tardi, quando Nardi chiese a durante una conferenza stampa e immediatamente Tom di unirsi a lui nel tentativo di salita dello Sperone piovono offerte a destra e a manca, da parte di storyteller Mummery, Tom acconsentì. Era affascinato da quella e filmmaker, per sponsorizzare il viaggio della famiglia linea di salita e «pensava che fosse venuto il momento di Ballard al K2. Jim ne accetta una e parte con i bambini provare l’esperienza dell’alpinismo invernale himalayano» alla volta del Pakistan. racconta il padre. Tom compie sette anni durante il viaggio verso il Come fa notare Zimmerman, Ballard non aveva Pakistan; all’arrivo all’hotel K2 a Skardu, lo staff gli fa esperienza sugli Ottomila, ma neppure su montagne da trovare una piccola sorpresa. «Negli anni seguenti, 6.000/7.000 metri; affrontare direttamente un Ottomila, parlando con Tom di quel viaggio, mi resi conto di quanto senza questi precedenti passaggi, era certamente possibile i suoi ricordi fossero vaghi» commenterà Jim. Anche Kate per un alpinista tanto dotato naturalmente, ma indubbia- ricorda pochissimo dei mesi successivi alla morte della mente un’impresa rischiosa. madre. «Non so, avevo solo 4 anni. Piangevo, piango Jim e le altre persone vicine a Tom rimasero sorpresi ancora per la sua morte. Penso che il viaggio al K2 fosse il dalla sua decisione di andare sul Nanga Parbat e non sul nostro modo per rendere omaggio alla sua ultima dimora K2. «Penso che Tom abbia resistito fin troppo a lungo al sulla Terra» racconta la sorella di Tom. desiderio di andare sul K2» commenta Jim. «Credo che l’abbia fatto dato che sapeva che tutti avrebbero pensato Nel 2017 Tom e Kate tornano per la prima volta in che volesse scalare il K2 perché era la montagna su cui era Pakistan, dopo il viaggio di commiato del 1995, ma questa morta sua madre». volta sono impegnati in una spedizione: Kate in un Ma nonostante Tom stesse resistendo alla tentazione di trekking, mentre Tom arrampicherà con un gruppo andare sul K2, già nel 2015, durante l’intervista con composto da Daniele Nardi e altri alpinisti che hanno Chalmers aveva dichiarato: «Il K2 è sempre stato il mio identificato una serie di obiettivi nella regione del sogno. Ho sempre desiderato di arrivare sulla cima di Karakoram. È durante questo viaggio che Tom conoscerà quella montagna. Non so quando, ma certamente prima o l’alpinista americano Graham Zimmerman. Zimmerman poi lo farò». Per un attimo, nel 2010, molto prima di e il suo team sperano di compiere la prima salita del Link concepire il progetto Starlight and Storm, Ballard si era Sar, esattamente come Nardi e Ballard. «Fu molto trastullato con l’idea di tentare il K2, ma la spedizione interessante vedere Tom in azione perché era la sua prima non si era poi concretizzata. L’ipotesi è che Tom coltivasse esperienza sulle grandi montagne» racconta Zimmerman. il sogno di salire da solo durante la stagione invernale il Il tentativo di Nardi e Ballard sul Link Sar fallirà, per K2 e che la spedizione sul Nanga Parbat fosse un primo fortuna senza gravi conseguenze; ma, prima di tornare a passo in quella direzione. casa, Ballard scriverà un resoconto della spedizione sul sito Durante l’ultima conversazione che Jim e Tom ebbero, UKClimbing.com: «Siamo sopravvissuti per un pelo al prima della sua partenza, Jim domandò al figlio se crollo dei seracchi». La prima salita del Link Sar sarà poi pensasse che la spedizione al Nanga potesse rappresentare Sopra, Daniele Nardi scruta la portata a termine, nell’estate del 2019, da Zimmerman, un punto di svolta per la sua carriera alpinistica. Tom parete del Nanga Parbat nel 2013 Steve Swenson, Chris Wright e Mark Richey. inizialmente non aveva compreso la domanda, ma Jim era © Elisabeth Revol. Sotto, Tom Ballard e Nardi riescono però, insieme a Michele Focchi, andato avanti a spiegare: Ballard al Nanga Parbat nel 2019 © Daniele Nardi. Entrambi sono ad aprire una nuova via di roccia (Welcome to the Jungle), scomparsi quell'anno sullo Sperone lunga più di 1.000 metri, fino a una piccola spalla segnata «Credi che facendo bene sullo Sperone Mummery da quella che la cordata ribattezzerà Scimitarra Rossa, per la Mummery, a prescindere dal fatto che tu caratteristica forma della roccia e per il colore della stessa. raggiunga o meno la vetta del Nanga, le Dalla cima della loro via vedranno un’altra vetta, di circa 5.600 metri, che chiameranno Alison Peak, in tributo alla cose per te cambieranno? Pensi che madre di Tom. Nonostante la scelta del nome non fosse questo rappresenterà un punto di rottura stata fatta da Tom, anche in questo caso si dimostra vero per la tua carriera? E che da quel quanto affermato da Berti, ovvero l’impossibilità per Tom di essere solo Tom Ballard e non il figlio di Alison momento in poi potrai concentrarti sulle Hargreaves; non importa quanto distanti da quelli materni grandi montagne himalayane anziché fossero i traguardi alpinistici da lui raggiunti: non riusciva a sull’apertura di vie tecniche in solitaria sfuggire all’orbita della carriera materna. sulle Alpi?». «Forse questo è davvero ciò che penso» rispose Tom.

94 95 Tom al rifugio Leschaux, prima Tom Ballard, il sognatore della salita invernale della Nord delle Grandes Jorasses sulla via Non sapremo mai quale sia stata la vera motivazione che Colton-Macintyre © Rugero Arena ha spinto Ballard troppo oltre sul Nanga Parbat. Alex Txikon, che ha identificato i corpi di Nardi e Ballard sulla montagna, la pensa così: «Credo che fossero molto stanchi e infreddoliti. C’era un vento molto forte ed era tardi. In quelle condizioni, se non hai la possibilità di Altri hanno ipotizzato che Nardi avesse convinto un scaldarti, anche il più piccolo errore può essere fatale». riluttante Ballard al tentativo sul Mummery. Ma Berti, Ma Simone Moro non è d’accordo con la disamina di che ha conosciuto Tom in maniera molto più profonda, Txikon. Data la ridotta distanza a cui si trovano uno non è d’accordo, come d’altra parte non lo è Moro. dall’altro i corpi dei due alpinisti e per il fatto che siano «Non credo che Tom fosse un ragazzo facile da convin- entrambi attaccati alla stessa corda, sulla base della sua cere. Credo che alla fin fine desiderasse anche lui tentare conoscenza dello Sperone Mummery - per averlo quella via» afferma Moro. osservato per mesi dal campo base del Nanga - Moro Anche Reinhold Messner si domanda quale sia stata la ritiene che siano stati colpiti da uno dei blocchi di principale motivazione a spingere Ballard sul Mummery: ghiaccio che frequentemente cadono sulla via. «Il vero pericolo sul Mummery non sono le classiche valanghe «Forse stava cercando di fare qualcosa - aggiunge Moro - ma i grossi blocchi di ghiaccio che si di importante in Himalaya. Probabilmente staccano dai seracchi sovrastanti, scaricando sulla via». le imprese che poteva realizzare a casa I corpi di Nardi e Ballard sono rimasti sul Nanga Parbat. erano troppo semplici per lui. Non so». La famiglia di Nardi ha espresso il desiderio che il corpo di Daniele non venisse recuperato. Probabilmente anche Tom avrebbe preferito questa soluzione per se stesso. Due giorni prima della morte di Nardi e Ballard, Stefania Nell’intervista con il Telegraph aveva commentato così il Pederiva scrisse a Tom chiedendogli di rinunciare fatto che la madre fosse rimasta sul K2: all’impresa e di tornare a casa. Nelle settimane precedenti la spedizione, Stefania aveva detto a Tom di avere un «Preferiremmo che il suo corpo brutto presentimento e che desiderava che lui rinunciasse, non venisse ritrovato. È dove si trovava qualcosa che non gli aveva mai chiesto. Il 22 febbraio maggiormente a suo agio, quindi Stefania mandò a Tom un messaggio in cui gli diceva di non essere felice per ciò che stava facendo, un messaggio a vorremmo che rimanesse lì». cui Tom rispose così: «Se non ti piace ciò che sto facendo, puoi sempre lasciarmi». Quella fu l’ultima comunicazione fra di loro. Diversi si sono domandati se nelle scelte di Ballard possano aver avuto un ruolo le pressioni degli sponsor. L’unico libro che Tom portò con sé sul Nanga era I sette Ma per la sua famiglia, gli amici e anche per i compagni pilastri della saggezza, che leggeva per sfuggire alla noia di scalate, è evidente che Tom, anche dopo aver accettato delle giornate trascorse in tenda. Ancora una volta la sua il supporto finanziario di alcuni sponsor, scalasse solo per frase preferita è utile nell’offrire una chiave di lettura per se stesso, senza alcun condizionamento. «Tom non la sua perseveranza nell’affrontare i pericoli del Mummery. praticava l’alpinismo per diventare famoso» commenta Affogato in un linguaggio immaginifico, nella frase di Stefania, la fidanzata. Zimmerman la pensa allo stesso T.E. Lawrence si nasconde un ammonimento: «Quelli che modo: «La mia impressione è che a Tom non importasse sognano di giorno sono uomini pericolosi»; o se vogliamo davvero nulla di tutto ciò. Accettava il supporto interpretarla in un altro modo: l’ambizione nel realizzare i finanziario degli sponsor per potersi permettere l’equipag- propri sogni può rendere ciechi di fronte ai pericoli che si giamento necessario per realizzare le sue imprese, che corrono per raggiungerli. Vivere nella traccia lasciata dalla altrimenti sarebbero risultate troppo costose per lui. madre, ma cercando di superare i risultati da lei raggiunti, Ma il suo percorso come alpinista mi è sempre sembrato portandoli a un nuovo livello per eclissare la sua opprimente molto puro: lo faceva unicamente per se stesso». eredità era un’impresa estremamente pericolosa. «Sono profondamente cosciente di vivere all’ombra di mia madre» aveva detto un giorno Tom. «Le persone diranno sempre: Alison Hargreaves è morta sul K2 e bla, bla, bla e poi oh, a proposito, anche il figlio fa l’alpinista. Penso che questa percezione con il tempo potrà cambiare». Tentare lo sperone Mummery in inverno? Era solo un altro modo per alzare il tiro e renderle omaggio.

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