Le Bacchette All'ombra Di Toscanini
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Conservatorio di musica «B. Marcello» di Venezia Diploma Accademico di 1° livello Scuola di direzione d’orchestra Le bacchette all’ombra di Toscanini Candidato: Mauro Perissinotto (matr. n. 101256) Relatore: prof. Michael Summers Anno Accademico 2013-2014 Conservatorio di musica «B. Marcello» di Venezia Diploma Accademico di 1° livello Scuola di direzione d’orchestra Le bacchette all’ombra di Toscanini Candidato: Mauro Perissinotto (matr. n. 101256) Relatore: prof. Michael Summers Anno Accademico 2013-2014 Indice Introduzione .......................................................................................... 5 Capitolo primo Il maestro tra novità e tradizione .......................................................... 9 1. Due curiose istantanee ........................................................................ 9 1.1 Parma, quartiere Oltretorrente, 25 marzo 1867 ............................... 9 1.2 New York, 16 gennaio 1957 ........................................................... 11 2. Le bacchette del Risorgimento .......................................................... 12 2.1 Direttori d’Oltralpe .......................................................................... 12 2.2 Direttori in Italia .............................................................................. 14 3. Eredità o genesi? .............................................................................. 19 Capitolo secondo La prima generazione ......................................................................... 21 1. Il sinfonismo d’Oltralpe .................................................................... 22 2. Italia, patria del belcanto ................................................................. 24 3. Conclusioni per la prima generazione .............................................. 27 Capitolo terzo La seconda generazione ...................................................................... 29 1. Longevità d’Oltralpe ......................................................................... 29 2. Il Bel Paese si pasce ancora di melodramma ................................... 35 3. Conclusioni per la seconda generazione .......................................... 40 3 Capitolo quarto La terza generazione ........................................................................... 41 1. Una nuova didattica .......................................................................... 42 2. La dittatura del direttore .................................................................. 42 3. La filologia ........................................................................................ 43 4. L’organologia ................................................................................... 44 Conclusioni ......................................................................................... 45 Bibliografia ......................................................................................... 47 4 Introduzione Se ad oggi la storiografia ha riservato timide energie nella confezione di opere organiche sulla direzione d’orchestra1, si auspica di poter presto disporre di strumenti scientifici che possano giovare in particolare agli addetti ai lavori, ma anche più generalmente alla musicologia e alle varie comunità interessate a tale dimensione culturale. Si intende rimarcare come, non appena fossero riconosciute delle plausibili ragioni per l’indifferenza anche editoriale nei confronti di una professione, il cui recondito fascino è peraltro opinione comunemente diffusa, sarebbe tempo che qualche tentativo venisse 1 Ci si riferisce al fatto che non vi sono ancora lavori nei quali venga elaborata una linea interpretativa critica in termini di periodizzazioni, categorie culturali o scuole di pensiero. Si riportano di seguito i principali testi di carattere manualistico o tecnico, consultati per la confezione del presente elaborato: E. Nicotra, Introduzione alla tecnica della direzione d’orchestra secondo la scuola di Ilya Musin + DVD, Milano, Curci, 2008. N. Lebrecht, Il mito del Maestro. I grandi direttori d’orchestra e le loro lotte per il potere, Milano, ed. Longanesi & C, 1992. D. Bertotti, Il direttore d'orchestra da Wagner a Furtwängler. L'illustre aberrazione, Palermo, L’epos, 2005. Attardi F. & Pasero G., Leadership trasparente: direzione d’orchestra e management d’azienda, Milano, Franco Angeli, 2004. M. Danon , Il direttore d’orchestra: l’arte dell’essere, Milano, Garzanti, 1993. Mehta Z. (2006), La partitura della mia vita, Excelsior 1881, Milano, 2007. I. Cavallini, Il direttore d’orchestra, Venezia, Marsilio, 1998. C. Abbado, Musica maestri! Il direttore d’orchestra tra mito e mestiere, Milano, Feltrinelli, 1985. A. Bassi, La musica e il gesto: la storia dell’orchestra e la figura del direttore, Milano, Marinotti, 2000. M. Zurletti, La direzione d'orchestra: grandi direttori di ieri e di oggi, Milano, Ricordi, 1985. 5 approcciato almeno da parte di chi ne sperimenta professionalmente la pratica. Ci si vuol riferire non tanto a lavori monografici, quanto invece a una Summa che sia in grado di delineare non solo una diacronia di personalità, ma soprattutto di comparare criticamente orientamenti, scuole, tecniche, scelte culturali ed estetiche. Quanto alle motivazioni per le quali è stato posto freno anche alle penne più prolifiche, una prima ipotesi potrebbe identificarsi nella particolare settorialità del tema e quindi nel difficile appeal editoriale, soprattutto se raffrontato con la vastità della ricerca richiesta; una seconda ragione potrebbe invece essere riconosciuta nella difficoltosa definizione temporale delle origini della figura del direttore d’orchestra; viceversa, coordinate temporali comunque strette (non più larghe di due secoli) potrebbero rendere poco attendibile un giudizio storico compiuto. Ciascuna di queste ipotesi da sola sembra essere insufficiente per giustificare la miopia nei confronti del tema, se non altro perché esistono aree storiografiche più elitarie, dai contorni epocali meno definiti o assai angusti, che tuttavia godono di una letteratura decisamente copiosa. Forse è proprio la miscela di queste ed altre più arcane motivazioni ad aver incenerito anche le ambizioni più virtuose. Si tratta quindi di cominciare a pensare ad un lavoro storiografico completo, cui certamente questo elaborato poco può contribuire; ciononostante si ritiene che in tale prospettiva l’”era toscaniniana” costituisca una periodizzazione quantomeno significativa, che in termini generali può fare da punto medio tra la scuola ottocentesca e quella del secondo dopoguerra. Secondo gli orientamenti odierni della storiografia, almeno da F. Braudel2 in poi, una periodizzazione 2 Ci si riferisce al rivoluzionario valore epistemologico per la storiografia assunto dalla monumentale opera La Méditerranée et le Monde Méditerranéen à l'Epoque de Philippe II (1949) di F. Braudel. 6 assume valore se veicola un processo di trasformazione3, ovvero se almeno una delle sue fenomenologie caratterizzanti passa da uno stato di cose ad uno differente. Ci si chiederà, quindi, nel presente lavoro quale o quali dei tratti caratterizzanti il concertatore al tramonto dell’Ottocento si siano evoluti in modo significativo un settantennio più tardi. E’ evidente che dal punto di vista epistemologico la scelta temporale in questo caso esclude altre chiavi di analisi – certamente possibili, anche se più vacue – quali la geografia culturale, la tecnica della disciplina, le forme o i generi musicali del repertorio. Tuttavia da una diacronia di fenomeni si possono comunque configurare viaggi settoriali, purché dei fatti e/o delle persone si sviluppino componenti variegate e non univoche. Compito quindi del presente lavoro non è quello di tracciare l’ennesima biografia di Toscanini, ma, invece, di chiedersi se una parabola esistenziale così lunga possa essere ascritta ad un’epoca significativa, non tanto per il linguaggio musicale e la sua evoluzione, né per le vicende socio politiche che sono occorse, quanto piuttosto per la storia della direzione d’orchestra. Fig. 1 - Arturo Toscanini. 3 Per un approfondimento sulle periodizzazioni storiche determinate da processi di trasformazione ci si è riferiti a : W. Panciera & A. Zannini, Didattica della storia. Manuale per la formazione degli insegnanti. Terza edizione aggiornata. Firenze, Mondadori Education - Le Monnier università, 2013. 7 8 Capitolo primo Il maestro tra novità e tradizione 1. Due curiose istantanee 1.1 Parma, quartiere Oltretorrente, 25 marzo 1867 Quando nel 1867 il povero quartiere Oltretorrente di Parma diede i natali ad Arturo Toscanini, si può certo sostenere che la fiaccola del Secolo dei Lumi non fosse del tutto sopita. E questo non tanto perché l’aura risorgimentale si annichilisse dinanzi ai rimpianti di dispotismi illuminati; o perché lo slancio del sinfonismo romantico si volesse piegare alle lontane glorie del classicismo viennese. Piuttosto, invece, è semplicemente curioso notare come all’epoca del parto del grande maestro operassero ancora alcuni venerandi, i cui certificati d’anagrafe s’erano sigillati al crepuscolo del Settecento. Il vecchio Rossini4, infatti, soggiornava da tempo alle rive della Senna, a Napoli imperava il genio di Mercadante5 e Lipsia era teatro degli ultimi concerti di Moscheles6. Si aggiunga pure a questa fotografia 4 Gioachino Rossini nacque a Pesaro nel 1792. Trascorse buona parte della sua vita matura a Parigi, dove morì nel 1868, un anno dopo la nascita di Toscanini 5 Saverio Mercadante (1895 – 1970) fu compositore di circa 60 opere e di varia