LA RIVISTA 6 | 2010 1

gennaio febbraio 2011 Club Alpino - Italiano Sped. - – in Lo Post. 45% abb. Scarpone” art. N. 2 2/2011 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano. esclusiva intervista al ministro maroni sciescursionismo oberdrautal, austria

Gennaio Febbraio 2011 Supplemento bimestrale a la Gennaio “Rivista Febbraio del 2011 portfolio isole svalbard, mare artico

» EDITORIALE

LO STELVIO E LE ASSOCIAZIONI

Il 22 dicembre 2010 il Consiglio di Ministri ha approvato il decreto legislativo sul riassetto amministrativo del Parco Nazionale dello Stelvio smembrandone la gestione, sino a quella data unitaria, a favore delle amministrazioni locali. Il passaggio della gestione ai singoli territori ha visto favorevoli le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia. A nulla sono valsi invece gli appelli unitari e la lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Ambiente, al Ministro degli Affari Regionali e ai presidenti di Regione Lombardia, dalle principali Associazioni ambientaliste e ambientali italiane tra cui anche il nostro Sodalizio. "Siamo estremamente preoccupati - si legge nella lettera aperta - e contrariati dall'idea di un Paese che decide di cancellare settantacinque anni di gestione unitaria di un patrimonio naturalistico montano di indiscussa eccellenza e notorietà anche internazionale qual è il Parco Nazionale dello Stelvio". Lo Stelvio è Parco Nazionale perché rappresenta - sottolinea il documento - un elemento irrinunciabile del paesaggio naturale e culturale del nostro Paese, ed è anche una tessera fondamentale del sistema sovranazionale delimitato dalla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, che il nostro Paese, come tutti gli altri Stati dell'Arco Alpino, ha ratificato con propria legge nel 1999. In oltre un secolo di storia dei parchi nel nostro continente, non è mai accaduto che un Paese cancellasse, di fatto, un Parco Nazionale. Nell'appello si chiedeva che le decisioni sul futuro dello Stelvio non venissero assunte per decreto, ma all'interno di un tavolo istituzionale e di concertazione tra i soggetti interessati. Così non è stato: ora occorrerà continuare a tenere alta la guardia ed essere sempre più 'sentinelle della montagna' affinché il Parco Nazionale dello Stelvio resti un patrimonio comune. Un elemento da sottolineare è la rinnovata volontà comune di fare lobby positiva da parte delle associazioni che, come per il federalismo demaniale, stanno ritrovando slancio e schemi d'azione condivisi.

CAI, TCI. CIPRA (Internazionale, Italia e Südtirol), FAI, Pro Natura (Italia e Svizzera), Federparchi, Italia Nostra, Legmbiente, Lipu-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Società Speleologica Italiana, WWF. 6 | 2010 2

sulle isole svalbard - a pagina 38 LA RIVISTA 6 | 2010 3

in questo numero

Il più invernale dei nostri numeri vi riserva una selezione di reportage e di itinerari di grande varietà. Su e giù per l'Italia, dalle Dolomiti all'Abruzzo, con una variazione sul tema – in Austria – ecco dove arrampicare, camminare e sciare in inverno. Su questa Rivista non vi sfuggirà l'intervista esclusiva al Ministro dell'Interno Roberto Maroni: lo abbiamo “intercettato” nel corso della cerimonia di conferimento delle Medaglie d'Oro ai soccorritori della Val Lasties. Quattro uomini del Soccorso Alpino e – fuori dalla retorica – quattro uomini di immenso valore, che non hanno esitato a sacrificare la propria vita durante un salvataggio: ci sembrava doveroso ricordarli e tributare loro il nostro grazie. Dal Viminale alla Repubblica Ceca e quindi a Torino: il grande alpinista Jiri Novak ci racconta la sua vita adulta e al contempo apre con noi il baule dei suoi ricordi; nel capoluogo piemontese lavora invece Leonardo Bizzaro, giornalista di Repubblica e appassionato di montagna. E ancora: l'amico Roberto Mantovani ci racconta il Raduno » Il monumento a Roald Amundsen che nel 1926 sorvolò il Polo Nord con il dirigibile Internazionale di Speleologia di Casola Valsenio; d'altra parte, "Norge". Foto©Jacopo Pasotti Matteo Serafin ci offre un bel reportage dall'IMS (International » Corno Grande. Vadi di Corno, inizio cente- Mountain Summit) 2010: insomma, ancora una volta, il piatto è nario. Foto©L. Pellegrini servito. Buon Anno.

la redazione della rivista

01» editorial; 06» interview: gold medal to cnsas; 8» 01» éditorial; 06» l’interview: médaille d'or civile au cnsas; points of view: inside out people; 10» ski hiking: win- 8» point de vue: casola 2010; 10» ski de randonnée: l'hiver ter on kreuzeckgruppe; 16» focus: ims 2010,the chro- sur le kreuzeckgruppe; 16» focus: ims 2010, la chronique; nicle; 18» mountaineer: interview with jiri novak; 20» 18» l'alpiniste: interview à jiri novak; 20» alpinisme: monte : monte cristallo; 24» ski hiking: a cristallo; 24» ski de randonnée: le petit tibet; 26» ski de ran- little tibet; 26» ski hiking: three ways for soglio; 28» donnée: trois voies pour le soglio; 28» refuges de monta- huts: “città di bressanone” hut; 32» equipment: braking gne: le refuge città di bressanone; 32» matériel: comment system with assisted locking ; 36» environment: brown fonctionnent les système de freinage à blocage assisté; bear; 38» portfolio: telling about the “other” science; 36» la nature: l’ours brun; 38» portfolio: dire l’autre scien- 44» the journalist: why does mountain publishing is ce; 44» le journaliste: pourquoi l’édition de montagne disappearing; 46» INSTITUTIONAL COMMUNICATION: alpen disparaît?; 46» COMmUNICAtION InSTITUtIONelLE: alpen akademie info&guides; 50» ALPINE CHRONICLE; 52» NEW akademie info&guides; 50» actualités montagne; 52» Nou- ASCENSIONS; 53 » ROCK CLIMBING; 55» amarcord; 56» spe- velles voies; 53» escalade; 55» MéMOIRES; 56» SPéLéOLOGIe: leology: piaggiabella over marguareis ; 58» MOUNTAIN piaggiabella au marguareis ; 58» Secours en montagne: RESCUE: data analysis in CNSAS rescue operations; 60» l'analyse des données du CNSAS sur les opérations de sau- caai: new bivouac lampugnani-grassi; 62» mountain vetage; 60» caai: le nouveau bivouac lampugnani-grassi; medicine: myocardial infarction; 64» SCIENce and 62» médecine et montagne: l'infarctus myocardique; 64» MOuNTAiN: we live in a botanical garden; 66» envi- Science et montagne: nous vivons dans un jardin bota- ronment: national strategy for biodiversity; 68» WEB nique; 66» environnement: la stratégie nationale pour & BLOG; 69» letters to la rivista; 70» mountain books; la biodiversité; 68» WEB Et BLOG; 69» lettres à la rivista; 70» 72» index 2010 LIvres De MONTAGNe; 72» index 2010 Solo il nome non è cambiato: nuova TIKKA XP®2

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gennaio febbraio 2011

01 » editoriale 26 » sciescursionismo // luca calzolari le tre vie per il soglio // gianpaolo castellano 06 » l'intervista medaglia d'oro al cnsas del 28 » rifugi cai il rifugio città di bressanone Club Alpino - Italiano Sped. - – in Lo Post. 45% abb. Scarpone” art. N. 2 2/2011 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano. // luca calzolari // vittorio pacati esclusiva intervista al ministro maroni sciescursionismo oberdrautal, austria 8 » punti di vista 32 » materiali

Gennaio Febbraio 2011 Supplemento bimestrale a la Gennaio “Rivista Febbraio del 2011 portfolio isole svalbard, mare artico gente montata al contrario come funzionano i // roberto mantovani bloccanti assistiti // emanuele pellizzari » xxxxxx. Foto di Francesco Carrer 10 » sciescursionismo l'inverno sul kreuzeckgruppe 36 » natura // francesco carrer orso bruno Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta // luca pellicioli Direttore Responsabile: Luca Calzolari Redazione e Impaginazione: Gianni Zecca, 16 » focus Stefano Mandelli, Annasara Geva (C.I.A. srl) Segreteria di Redazione: Gianni Zecca (C.I.A. ims 2010, la cronaca 38 » portfolio Srl) Tel. 02/2057231 e-mail: [email protected] // matteo serafin raccontare l'altra scienza CAI- Sede Sociale: 10131 Torino, Monte dei Cappuccini. Sede Legale- 20124 // jacopo pasotti Milano, Via E. Petrella, 19 - » l'alpinista Cas. post. 10001- 20110 Milano -Tel. 18 02/205723.1. (ric. Aut.) - Fax 02/205723.201 intervista a jiri novak 44 » il giornalista www.cai.it // silvia miotti perchè scompare Telegr. centralcai Milano c/c post. 15200207 intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio l'editoria di montagna Tesoreria // stefano aurighi Via E. Petrella, 19- 20124 Milano. 20 » alpinismo Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino Ita- monte cristallo liano- Lo Scarpone: 12 fascicoli del notiziario 46 » COMUNICAZIONE mensile e 6 del bimestrale illustrato: abb. Soci // fabio cammelli familiari: € 10,90; abb. Soci giovani: € 5,45; ISTITUZIONALE abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. non Soci: € 35,40; supplemento spese 24 » sciescursionismo alpen akademie info&guides per recapito all’estero: Europa- bacino del il piccolo tibet // progetto vetta Mediterraneo € 22,92 / Africa- Asia- Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20. Fascicoli sciolti, // luciano pellegrini comprese spese postali: bimestrale+ mensile (mesi pari): Soci € 5,45, non Soci € 8,20; mensile (mesi dispari): Soci € 1,90, non Soci € » Rubriche 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42- 40050 Dozza (BO)- tel. e fax 0542/679083 Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione. 50 » cronaca alpinistica 62 » ALTA SALUTE Indirizzare tutta la corrispondenza e il materia- // a. cicogna e m. manica l'infarto del miocardio le a: Club Alpino Italiano Ufficio Redazione- via // e. donegani E. Petrella, 19- 20124 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti di regola non si resti- 52 » NUOVE ASCENSIONI tuiscono. Le diapositive verranno restituite, se richieste. // r. mazzilis 64 » SCIENZA E MONTAGNA È vietata la riproduzione anche parziale di viviamo in un testi, fotografie, schizzi, figure, disegni senza esplicita autorizzazione dell’Editore. Servizio 53 » ARRAMPICATA giardino botanico Pubblicità G.N.P. s.r.l. di Nenzi G. & C. Sede: // l. iovane e h. mariacher // j. pasotti Via Udine, 21/a 31015 Conegliano, Tv Responsabile pubblicità: Susanna Gazzola Tel. 011/9961533- Fax 011/9916208 66 » ambiente Servizi turistici: Tel. 0438/31310- Fax 55 » amarcord 0438/428707 e-mail:[email protected] - gns@ la lizzatura meccanica la strategia nazionale serviziovacanze.it // f. battistini per la biodiversità Fotolito: AOG SpA- Filago (BG) Stampa: Elcograf- Beverate di Brivio (LC) // cctam Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. 56 » speleologia Service editoriale: Cervelli In Azione srl- piaggiabella nel marguareis 68 » WEB E BLOG Bologna // g. zecca Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b // u. lovera legge 662/96- Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948- Iscrizione al Registro Nazionale 58 » SOCCORSO ALPINO 69 » lettere alla rivista della Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 l'ANALISI DATI del cnsas in data 10.5.1984. Tiratura: xxxx copie in INTERVENTI DI SOCCORSO 70 » LIBRI DI MONTAGNA Numero chiuso in redazione il 27.12.2010 // v. zani 72 » indice 2010 60 » caai il nuovo bivacco lampugnani-grassi // a. azzoni » l'intervistA 1 | 2011 6

Medaglia d'Oro al CNSAS del cai Il sacrificio dei soccorritori Intervista al Ministro dell'Interno Maroni: “Le montagne non vanno chiuse, le regole in montagna ci sono, vanno rispettate. Stop alle imprudenze” Testo di luca calzolari - foto di alessio fabbricatore (cnsas)

l 26 novembre 2010 il Presidente della Repubblica Gior- Volontari e al Presidente del CNSAS Pier Giorgio Baldracco, il gio Napolitano, su iniziativa del Ministro degli Interni Ro- Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, iberto Maroni, ha insignito della massima onorificenza ci- il Presidente Generale del CAI Umberto Martini e il Commissa- vile Alessandro Dantone, Diego Perhatoner, Luca Prinoth ed rio del Governo Francesco Osvaldo Squarcina. Erwin Riz del Soccorso Alpino dell'Alta Fassa, morti sotto una valanga in Val Lasties il 26 dicembre 2009. Erano impegna- Il 2009 è stato l'annus horribilis per il soccorso alpino: di- ti in un'operazione di soccorso a due escursionisti dispersi e ai versi tecnici hanno perso la vita durante attività di soccorso. loro compagni di squadra Roberto Platter, Martin Riz e Sergio Tra questi ricordiamo i componenti dell'equipaggio del Falco Valentini. La Medaglia d'Oro, consegnata dal Ministro Maro- del SUEM di Belluno, precipitato nell'agosto 2009 e insigniti ni, durante la cerimonia che si è tenuta all'Auditorium S. Chia- anch'essi della massima onorificenza civile. Anche quella stata ra di Trento, è stata tributata anche al Corpo Nazionale Soccor- una cerimonia toccante e asciutta. Piena di commozione riser- so Alpino e Speleologico. Tra i partecipanti, oltre ai numerosi vata, pudica e orgogliosa come sa esprimere solo chi è abituato LA RIVISTA 1 | 2011 7

1» Il Presidente del CNSAS Baldracco riceve l'onorificenza dal Ministro Maroni // 2» Un momento della cerimonia di consegna delle medaglie alla squadra. Sullo sfondo immagini di operazioni di soccorso.

La differenza tra CNSAS e altre Organizzazioni di volonta- riato sta nella valenza altamente tecnica e specialistica del Soccorso alpino e speleologico. Una sua valutazione: all'in- terno del più ampio sistema di protezione civile, quale è il valore aggiunto che una organizzazione come il CNSAS por- ta al sistema dell'emergenza? «E' fondamentale, perché ci sono delle attività di soccorso che possono essere svolte da chiunque abbia braccia forti e resi- stenza fisica, e ci sono delle attività specialistiche che devono essere svolte solo da chi sa dove mettere le mani. Altrimenti si rischiano danni maggiori. La componente specialistica è quindi assolutamente determinante, perché intervenire quattro o cin- que minuti nel modo giusto, rispetto a farlo con ritardo, signi- fica spesso salvare una vita o perdere una vita. Queste com- ponenti specialistiche sono inserite nel sistema di Protezione Civile, e sono coordinate dal Dipartimento di Protezione Civile in maniera molto efficiente. La Protezione Civile è la cabina di regia che coordina l'azione e gli interventi. Abbiamo imparato, purtroppo attraverso molte tragedie, come coordinare: quindici o vent'anni fa questo non succedeva. Tutti accorrevano in mas- a fare i conti anche con il rischio di perdere la vita, che sa di- sa e c'era il problema di come gestire i volontari piuttosto che stinguere tra rischio e pericolo. Il rischio si valuta, il pericolo è di come gestire le vittime. Adesso non succede più, ciò ci con- l'imponderabile che ti piomba addosso. La squadra di volontari sente un intervento rapido e mirato». del CNSAS, che la notte del 26 dicembre uscì per portare soc- corso a due escursionisti dispersi, non era certo composta da Quando ci sono morti in montagna si dà la colpa alla mon- 'pivelli' o da improvvisati della montagna. Era una squadra di tagna “assassina”. In questi casi si leva il coro di chi invoca tecnici allenati, competenti e consapevoli. "Una fiumana di cri- una regolamentazione degli accessi in montagna, una limita- stalli di neve ha inghiottito Luca, Diego, Erwin e Alex" - sono zione della libertà di frequentazione. Qual è la sua opinione? parole dell'intervento di Pier Giorgio Baldracco, presidente del «Penso che le regole ci siano. Ci sono delle regole per evitare CNSAS - "spezzando le loro vite, le nostre certezze e ponendo- di andare in montagna quando ci sono condizioni di rischio. ci davanti a profondi quesiti". In quella giornata, si disse anche Ci sono delle regole di prudenza che sconsigliano, anche in as- allora, nessuno avrebbe dovuto andare a perdersi in quei posti. senza di allarmi, di muoversi in certi modi. L'imprudenza però Ma qualcuno l'aveva fatto e qualcun'altro sapeva che in quelle non è mai dei soccorritori: quando perdono la vita i soccorritori condizioni non si resiste. E che da soccorritore doveva andare lo fanno sempre per eccesso di altruismo, mai per imprudenza. a cercarlo per trarlo in salvo. E così è stato. L'imprudenza è di chi si mette in quelle situazioni. Poi c'è sem- pre il caso fortuito, che con tutte le precauzioni ti può capitare, “Non ci sono mai parole sufficienti per descrivere che cosa si ma normalmente sono situazioni che scaturiscono dall'impru- prova quando delle persone perdono la vita. Il minimo che la denza. I soccorritori sanno bene quanto valga la vita umana, Repubblica Italiana possa fare è tributare a queste persone il proprio perché hanno come scopo quella di salvare le vite. E lo massimo riconoscimento, cioè la Medaglia d' Oro al Valore Ci- fanno con sprezzo del pericolo». vile”. A dirlo è il ministro dell'Interno Roberto Maroni. “In que- sto modo vogliamo ricordare il sacrificio di chi mette in gio- Con sprezzo del pericolo, ma consapevoli del rischio... co la propria vita solo per un grazie, come i tre sopravvissuti di «Certo, questa è la differenza...» quella tragedia. Grazie quindi al Corpo Nazionale Soccorso Al- pino, che è una delle colonne del Sistema di Protezione Civi- Quindi non chiudiamo le montagne... le, non solo in montagna, come si è visto anche nel terremoto «Le montagna non vanno chiuse. Rispettiamo le regole di pru- d'Abruzzo: volontari, uomini e donne pronti a partire in qua- denza, rispettiamo gli avvisi e gli allarmi che vengono dati. Nel lunque momento. Questa è una cosa che ci riempie di orgoglio dubbio, il consiglio è di non avventurarsi in situazioni di ri- e che fa del sistema di Protezione Civile Italiana un sistema di schio, perché così facendo si mette in pericolo la propria vita, eccellenza invidiato da tutti i Paesi del mondo”. ma anche quella dei soccorritori».« » punti di vista 1 | 2011 8

gente montata al contrario mantovani racconta la "sua" casola2010, raduno internazionale di speleologia Testo di roberto mantovani - foto di giampaolo zaniboni

Casola Valsenio - Appennino faentino, Provincia di Ravenna anche una prepotente voglia di conoscere e di far conoscere, e fine ottobre 2010 contemporaneamente un curioso intreccio di riservatezza e di ur- genza di comunicare. Mi avevano insegnato che i “geografi del vuoto”, quelli che fru- on c’ero mai stato. Sapevo della Vena del Gesso ro- gano il sottosuolo e chiamano punta il fondo di una grotta, sono magnola, la famosa dorsale di solfato calcio, delle sue gente strana, montata al contrario. E qualcuno, in passato, mi grotte (il carsismo nei gessi della zona è un fenomeno aveva persino sibilato di inquietanti analogie tra le esplorazioni n noto anche ai non addetti ai lavori), e sapevo del parco dei cosmografi del sottosuolo e i viaggi nei tenebrosi antri dell’in- regionale omonimo. Ci sono capitato quasi per caso, nel corso di conscio e della psiche. E poi si sa come vanno le cose, perché tal- un viaggio di lavoro. Ovviamente avevo letto sulla Rivista dell’in- volta la fantasia popolare non disdegna di sovrapporre geocosmi contro speleologico, e un po’ di curiosità l’avevo. Di speleologia immaginari a rappresentazioni della “terra di sotto” inventate di non ho esperienza. Da ragazzo sono andato in grotta un paio sana pianta… di volte. Roba facile, fai-da-te. Però ne ho sentito raccontare da Invece a Casola mi sono trovato di fronte a una comunità allegra qualche amico. e vitale, fatta di speleologi di diversa provenienza, e a un intrec- A Casola Valsenio la passione del mondo ipogeo mi ha conqui- cio di dialetti e di lingue che andavano ben al di là dei confini stato. Come idea, per lo meno. Sarà stato per l’entusiasmo che del crinale alpino. A gente abituata a confrontarsi, a discutere e emanava dalla manifestazione, o per gli incontri curiosi di quei a buttarsi a capofitto in un’avventura complementare a quella giorni: per le strade del paese si respirava un’aria familiare ma che alpinisti, sciatori ed escursionisti vivono sulla superficie del LA RIVISTA 1 | 2011 9

» La partecipazione del pubblico a Casola2010 mondo epigeo, cioè in montagna. Un’anima buona di passaggio funzionato su di me come una calamita. Giuro. E così il pome- mi ha anche spiegato che il sopra e il sotto di una montagna sono riggio del 30 ottobre mi sono ritrovato sotto il tiro incrociato di solo due facce della stessa entità, in stretta relazione e capaci di relazioni di alto livello. Belle e interessanti. Quella di Jo de Waele, influenzarsi in maniera vicendevole. quella di Giovanni Badino, quella di Luigi Casati… Poi è parti- Comunque sia, nella mia rapida incursione tra gli speleologi ho to l’intervento del professor Franco Farinelli. Una chiacchierata ascoltato pareri, origliato discorsi, catturato battute, respirato di un quarto d’ora che ha messo in crisi certezze geografiche e l’esplosiva atmosfera dello speleo bar. Ho cenato pagando la con- dogmi scientifici: mi sono annotato tutto, come facevo a lezione. sumazione con gli speoli, la mitica moneta della comunità ipogea Ma la cosa che più mi ha colpito è stata l’attenzione del pubbli- (emessa ovviamente dalla Speleopolis Bank), e infine ho imparato co, un uditorio composto in buona parte da ragazzi giovani e un po’ del gergo di chi s'infila nei cunicoli per cercare “le radici giovanissimi, che non si sono persi una battuta e che non hanno del cielo”. manifestato nessun disagio nei confronti dell’appriccio culturale Per un giorno e mezzo mi è sembrato di tornare indietro nel tem- del convengno. Al contrario: ho avuto l’impressione che anche po, all’epoca della fondazione del Club Alpino. Mi sono venute loro si si sentissero attori e protagonisti. in mente certe relazioni delle assemblee del CAI di fine 800, che Peccato che a Casola si siano visti pochissimi alpinisti, perché esalavano quello spirito comunitario che sì è poi lentamente perso c’era più di un motivo su cui riflettere, considerando cos’è oggi per strada. Ma anche le vecchie monografie degli speleologi d’an- il mondo degli scalatori: una compagine numericamente impor- tan, che campeggiavano sul “Bollettino” delle origini, quando non tante ma frammentata in un’infinità di clan che spesso faticano si faceva distinzione tra montagne e grotte, e le scoperte del mon- a comunicare e si dimenticano di appartenere alla stessa tribù. do sotterraneo avevano la stessa dignità dei recits d’ascension. Peccato sul serio, perché Casola Valsenio – che accanto al classico La sorpresa più bella, per me, sono stati i convegni. Ho mancato cartello d’entrata del paese ha aggiunto quello di “Speleopolis, quello del venerdì, con Annibale Salsa e Stefano Piastra, ma non città amica degli speleogi” e oltre un sindaco ufficiale, giovane e mi sono perso quello del giorno seguente (ce n’erano anche altri, dinamico, ne conta un altro (eletto dalla comunità ipogea) – ha ma sono arrivato i ritardo). Chapeau a chi ha inventato il titolo. ospitato un’esperienza che può davvero insegnare qualcosa a chi “Geografi del vuoto”, rappresentazioni del mondo sotterraneo ha è a corto di sogni. « 1 | 2011

» sciescursionismo austria L’inverno sul Kreuzeckgruppe Valli e cime della Oberdrautal in alcuni splendidi itinerari da percorrere a piedi o con gli sci testo di FRANCESCO CARRER - Sezione di San Donà di Piave

1 LA RIVISTA 1 | 2011 11

1» La strada forestale dello Stronachkogel // 2» Le Lienzer Dolomiten dalle case di Ederhof // 3» Lienz, le torri cilindri- 2 che del Liebburg

L’Oberdrautal La valle della Drava è annoverata fra i più bei per- fondovalle tra le geometrie dei coltivi e le corti- 3 corsi di tutto il comprensorio alpino. Il fiume na- ne di ontano, scintillante di scaglie smeraldine ai sce ai piedi di Cima Nove del Gruppo dei Baranci, raggi del sole, bruna e marcata quando il cielo si nel comune di San Candido, a poca distanza della copre di nuvole. Sella di Dobbiaco. Il suo corso si snoda quasi in- Il fondo della Drautal, popolato da ridenti paesini, teramente in contesti extranazionali, unendo sva- è ampio e pianeggiante, prativo e, in alcuni pun- riati paesi e culture nel settore orientale delle Alpi ti più soleggiati, tenuto a seminativo. La quota italiane, dalla porzione austriaca della Pusteria media è piuttosto bassa, contenuta tra i 670 m alle montagne slovene fino alla Pianura panno- di Lienz e i 555 m di Sachsenburg. Il dislivello nica centroeuropea. rispetto alle cime ed ai crinali è notevole, anche Tutto il primo tratto della vallata percorsa superiore ai duemila metri e diventa pertanto ne- dall’impetuoso torrente, da San Candido fino a cessario avvalersi di punti di partenza più elevati Lienz, viene denominato Pustertal e costituisce un possibile; ideali diventano le malghe in quota, so- ben noto segmento della faglia periadriatica. Solo pra i villaggi. dopo la confluenza con le acque dell'Isel, la valle porta il nome della Drava, suddivisa in due tratti: Il Gruppo del Kreuzeck la cosiddetta parte alta (Oberdrautal) che termina, Il Kreuzeckgruppe secondo la ripartizione SOIU- una sessantina di chilometri dopo Lienz, al Möl- SA è una piccola e ben definita sottosezione dei lbrücke, dove il fiume viene arricchito dalle acque Tauri occidentali. Si colloca prevalentemente nel- del Möll; la parte bassa (Unterdrautal) nel tratto la regione della Carinzia, appena al di sotto degli da Spittal a Villach, da dove diventa fiume navi- Alti Tauri occidentali, ma un estremo lembo ap- gabile, uno dei più importi affluenti del Danubio. partiene al Tirolo orientale, come ai due diversi L’Oberdrautal è quindi racchiusa tra il Tiroler Bundesländer vanno ascritti i centri abitati più Tor, il confine tra Tirolo e Carinzia, e la chiusa di significativi collocati agli opposti vertici, Lienz ad Sachsenburg. È una meta poco conosciuta della ovest, Spittal ad est. I bordi del gruppo montuoso montagna carinziana ma presenta uno scenario sono nettamente perimetrati, a sud dalla Drava, di acque correnti, paesaggio incantato dispiegato che lo separa dalle Gailtaler Alpen, a nord dal cor- lungo il fiume. Osservato dai rilievi è una linea so del Möll che, scendendo dai ghiacciai del Gros- inconfondibile che serpeggia netta entro l’ampio sglockner, lo distingue dal Goldberggruppe; infine 6 | 2010 12

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l’Iselsbergpass, il basso valico sopra Lienz, co- e la Nigglaital sopra Sachsenburg, con la Sal- stituisce un ponte naturale col Schobergruppe. zkofelhütte, la più complessa ed articolata, con La vetta più alta del gruppo, a dispetto del possibilità di mete diversificate. Tutti itinerari nome, è il Polinick che raggiunge i 2784 m, de- molto interessanti che iniziano tra i 1000 e i centrato però nel settore settentrionale, mentre 1300 m, percorribili ma impegnativi, costitui- le due vette dell’Hochkreuz e del Kreuzeck, alla ti in genere da un primo lungo tratto in lieve radice semantica dell’oronimo perché più bari- salita o falsopiano che richiede da una a due centriche, di poco superiori ai 2700, dominano ore di paziente avvicinamento, quindi la parte il settore di ponente; quelle del Dechant e Gra- terminale con un brusco cambio di pendenza kofel, digradanti verso i 2500, quello di levante. e marcato dislivello, che immette in severi am- Questi monti, ricchi di pascoli e minuscoli vil- bienti d’alta montagna. laggi d’alpeggio in quota, offrono una notevole ricchezza di percorsi fuoripista verso cime ton- STRONACHKOGEL deggianti che, anticipando l’insieme di vette Prima di raggiungere il centro di Iselsberg, nei e dorsali rocciose del Kreuzeck, costituiscono pressi di un tornate si devia in d. per Stronach, una quinta sopra la Drava. Panorami di grande dal quale si sale alle case di Ederhof (1106 m). varietà si aprono sul fondovalle della Drautal, Passata una piccola chiesetta si prende un’am- orizzonti abbracciati dalle vette dei Tauri che pia forestale chiusa da sbarra; ad un primo bivio si proiettano verso i tremila metri, dalle cime si devia in sin. raggiungendo lo Zwischenber- delle Gailtaler Alpen, fino alle crestate Dolomi- gen, serie di radure prative e fasce di bosco con ti di Lienz, che si stagliano decise verso ovest casolari e fienili. Descritti quattro tornanti si la- nell’enrosadira del tramonto, scenari unici per scia il tracciato principale svoltando in d. per un innumerevoli escursioni. tratturo con indicazioni per Stronachkogel. La La fronte meridionale del Kreuzeck è incisa da pendenza in alcuni tratti si fa accentuata fino cinque valli laterali, assai profonde, che conflu- a sbucare sullo Stronacher Wiesen; dalla casa iscono tutte sulla Oberdrautal: la Tobelbachertal si continua per chiarie prative e macchie di la- alle spalle di Oberdrauburg con la testata alla rice raggiungendo la Stronacher Alm (1735 m) Kreuzcharte (2471 m) sopra il Rifugio Hugo- punteggiata da graziose casette. Si scavalca la Gerbers, la Drassnitztal che da Dellach sale fino Rundwanderweg e si continua a salire per pen- al Kiurschentörl (2458 m) e all’Hochkreuz di- dii e radure fino ad incrociare più in alto l’ul- videndosi in tre rami: la Gnoppnitztal, la più timo anello di strada, ormai prossimi alla cima lunga, che da Greifenburg arriva fino al Kalt- (1831 m) col suo bel Panoramblick; stupendo seetörl passando per la Feldnerhütte e il lago di l’affaccio sullo Schobergruppe e sulla Mölltal. Glanz; la Rottensteinertal a monte di Steinfeld Appagante la discesa in direzione dell’Ederplan LA RIVISTA 6 | 2010 13

per prati di neve verso la strada che, passando bosco e, con un ripido strappo sotto il versante per Groje, scende alla Zwischenberger Sattel e slavinoso del Langkofel, raggiunge il tornan- da qui, per la Rodelbahn, ritorna con facilità al te di q. 2000 con la deviazione per la Wiesen punto di partenza (lung. 10 km, disl. 725 m, gra- Kreuz. Il panorama si fa aperto, dominato dalla do blu, ore 4). cima del Turneck. Si segue sempre il tracciato che in moderata salita corre ai piedi del Lan- EDERPLAN gkofel passando per l’Obere Höferhütte, sotto Come da itin. precedente fino alla chiesetta di il ripido fianco del Damerkopf per raggiungere Ederhof (1106 m). Imboccata l’ampia forestale la piccola conca innevata del Wildseetörl (2267 ad un primo bivio si tiene la d. seguendo le in- m). La cima del Damerkopf (o Dannerkopf, 2441 dicazioni per Ederplan e Anna Hütte. Il traccia- m) è raggiungibile risalendo dal lago entro una to prende quota con gradualità e belle finestre piccola valle interna fin sotto il pendio sommi- sulla Drautal; superato un primo ponte si arriva tale. Bel panorama dalle Lienzer Dolomiten agli ad un compluvio con vecchi fienili. Dopo un Alti Tauri (lung. A-10km, B-15 km, disl. 1120 m, secondo compluvio ad un bivio si lascia la fo- grado rosso, ore 5/6). restale principale e si devia in sin. arrivando in breve alla S. Jaga Hütte e alla Zwischenberger DACHSKOFEL Sattel; dalla hütte si prende a salire un ripido Da Irschen si sale per minuscole stradine in di- traverso segnalato che riporta sul tracciato prin- rezione della Weneberger Alm; raggiunte le ul- cipale abbandonato prima, che compie lunghe time case il tratto asfaltato termina ad un bivio 5 giravolte nel bosco, fino a raggiungere la Ede- in prossimità di q. 1100, dal quale si prosegue ralm (1650 m), grazioso balcone sulla piana di per una forestale che prende quota con penden- Lienz. Dalla capanna si sale sulle tracce di un za graduata e lunghi volteggi nella folta abe- tratturo che, più in alto, si collega con un’am- taia. Sopra q. 1600 si arriva ad una prima area pia pista forestale; la si segue verso S fino a d’alpeggio, quindi un lungo traverso tra radure sbucare sull’innesto con altra carrareccia che porta alla Weneberger Alm (1806 m); la car- arriva da Görtschach; in salita fino al termine rareccia con lunghi tratti in falsopiano supera della strada, poi continuando per prati, si toc- il compluvio del Grossbach e tocca l’Unteral- ca in breve la Anna Schutzhaus (1992 m). Poco mhütte (1838 m). La salita continua seguendo sopra si trova la cima prativa (2062 m); bel pa- le indicazioni per il Lamnitzsee; si rimonta per norama dalle Lienzer Dolomiten agli Alti Tau- terreno aperto il ripido costone, in alcuni pun- ri. In discesa conviene evitare il passaggio alla ti dirupato, seguendo inizialmente le tracce del Zwischenberger Sattel e mantenere il tracciato sent. 315, piegando poi verso N in modo da en- principale con qualche breve tratto in contro- trare in una sorta di ripiano intermedio, sopra q. pendenza (lung. 16 km, disl. 956 m, grado blu- 2100, che si apre ai piedi del lago. Si risalgono rosso, ore 6). i pendii ondulati restando dentro il compluvio fino ad individuare la conca del Lamnitzsee ai DAMERKOPF piedi del Torwand (2293 m). Si sale in d. già Da Oberdrauburg si sale a Zwickenberg (1002 intravedendo la piramide dello Scharnick fino m) e, per aeree stradine, alle case di Hinterberg ad un modesto intaglio sopra il vallone del Gur- dove si prende la forestale che prosegue verso sgentörl; seguendo la cresta affilata si tocca la N; la si abbandona il prossimità della sua con- cima del Dachskofel (2373 m), con vedute aperte 6 clusione per rimontare un ripido pendio bosco- su tutta la Zwickenberger Ochsenalm, il Rifugio so sulle tracce di un vecchio tratturo che tocca Hugo Gerbers e in lontananza il Grossglockner. fienili e radure fino ad uscire sulla prateria della La discesa avviene per la via di salita (lung. 20 4» Le trine di betulla dopo una Hasslerhütte (1851 m). La pendenza va ora mi- km, disl. 1100 m, grado giallo, ore 6). nevicata // gliorando; si prosegue la salita mantenendosi 5» Verso la cima dell’Hohe in prossimità dell’evidente compluvio che porta MOKARSPITZ Grände // all’Obere Höferhütte (2150 m) piccola capanna Dal cento di Irschen si raggiungono le case di 6» Le vaste abetine dell’Eder- spersa nella solitudine della prateria alpina. In Diemling dove una stradina sale al piccolo nu- plan // alternativa (ipotesi B) si segue la forestale che cleo di Griebitsch (1120 m); la forestale prose- 7» Le radure prative dello dal bivio del Vorderberg (1280 m) sale alle ulti- Zwischenbergen gue innevata con una serie di tornanti raggiun- me case e prosegue fino alla conca prativa dei gendo in breve la Griebitschalm (1624 m) dopo Mooswiesen (1500 m). Si mantiene l’ampio trac- aver lasciato in sin. la forstweg per la Leppner ciato forestale sulle indicazioni del Wildsee e del Alm. Passando alle spalle delle case si raggiun- Turneck entro bosco con una serie di tornanti, ge un tornante dal quale si stacca prima una incrociando più volte l’elettrodotto che scende deviazione per la Glatschalm, poi la traccia del 7 dal Wildseetörl. La stradina supera il limite del sentiero che sale ripido il compluvio fino ad una » sciescursionismo austria 6 | 2010 14

capanna, su un terrazzo a q. 1900, che però si può raggiungere anche seguendo la forestale. Dalla capanna, ormai sopra il limite della ve- getazione, inizia la prateria del Mokarspitz; si abbandona la strada della Leppner Alm e si prende a risalire per terreno libero restando ad O di un primo colle; il pendio, inizialmente ripi- do, si distende nelle morbide ondulazioni della prateria alpina salendo gradatamente verso la cresta finale. Si prosegue mantenendo il costo- ne panoramico fin sopra q. 2200; l’ultimo trat- to è in genere troppo esposto per cui conviene arrestarsi al limite di sicurezza. Il Mokarspitz è raggiungibile anche da Obere Drassnitz (1219 m, ipotesi B più breve); una stradina forestale collega l’alpeggio della Suppalm (1570 m) e, più in alto, le Drei Kammern (1690 m). Un tratturo di recente realizzazione collega la Halterhütte (1837 m) e la prateria sommitale del Mokarspitz ma si può abbreviare il percorso salendo dalle Drei Kammern verso N sul pendio che, fino alla Alm per stradina forestale (n. 331) con indi- vetta, si mantiene aperto e libero dalla vege- cazioni per la Oberberger Alm e un tratto di tazione. La discesa avviene per la via di salita sentiero su compluvio franoso da attraversare (lung. A-20km, B-15 km, disl. A-1100 m, B-900 con prudenza. Ad un bivio tabellato s’imboc- m, grado rosso, ore 5/6). ca il sentiero 330 che rimonta un’ultima fascia di bosco prima di aprirsi nel lariceto ed infine nelle praterie ai piedi del Knoten. Dall’insellatu- ra dell’Ochsentörl (2076 m) si segue la dorsale dell’Hohe Grenten per facili colli, restando sul versante settentrionale che sale con gradualità al cospetto dell’Hochtristen fino alla sommità dell’Hohe Grände (2320 m). Bel panorama sulle Dolomiti di Lienz, le Alpi Carniche e le Cara- vanche Il rientro avviene per la via di salita ma per l’Emberger Alm, se le condizioni dell’inne- vamento lo consentono, si può calare lungo la dorsale orientale un tratto impegnativo fino al Nassfeldtörl (2172 m) e dal passo rientrare per le piste. (lung.18 km, disl. 1250 m, grado rosso, ore 6).

DOLZER 8» Berg, la chiesetta di S. Atanasio, 8 Dal centro di Greifenburg si sale a Kerschbaum isolata in mezzo ai prati // e Gnoppnitz. Superato il Bergbadern Museum 9» Le Lienzer Dolomiten al tra- si continua fino al Maso Reiter (1268 m); la monto // HOHE GRÄNDE stradina a fondo naturale è transitabile fino a 10» Oberdrauburg, i resti della Dal cento di Berg im Drautal si sale ai nuclei Langmoos e alla Gnoppnitzalm dove sorge l’Al- Rocca Hohenburg // sparsi di Goppelsberg e Oberberg. I prati da sfal- pengasthof Gaugen (1616 m). Uno skilift porta 11» Salita dalla Emberger Alm al cio terminano dopo le ultime case, a q. 1075, da q. 1720 fino a q. 2000 ma, in alternativa, Naßfeldriegel // in località Mooswiestrattl; la stradina forestale si può rimontare sul bordo pista o per terreno 12» Discesa lungo la dorsale prosegue in costante risalita con traversi e tor- aperto. Dalla stazione di arrivo si sale l’ultimo dell’Hohe Grenten nanti raggiungendo la Oberberg Alm dove sor- tratto del Dolzer contornandolo dapprima verso ge l’Hochtristenhaus (1697 m). Si rimontano i N, quindi rimontando il cupolotto terminale per pendii aperti dell’alpeggio con rado lariceto fino raggiungere la croce di vetta a q. 2172. Ottimo ad uscire sulle praterie ai piedi del Knoten, sem- panorama; verso E si abbassa una lieve insella- pre più distese. In alternativa (ipotesi B) si può tura da cui riparte la cresta che porta alla cima raggiungere questo punto anche dalla Emberger del Gaugen (2195 m), non sempre percorribile, LA RIVISTA 6 | 2010 15

mentre verso N il Gnoppnitztörl (2074 m) separa da Obergottesfeld per Pirkeben con la forestale da invitanti colli tondeggianti sulla dorsale che che raggiunge gli alpeggi superiori della Turg- divide la Gnoppnitztal dalla Rottensteinertal. gerhütte e della Brunnerhütte (1720 m), quindi In alternativa (ipotesi B) si può raggiungere la per praterie che con dolci ondulazioni portano cima da Steinfeld per Mitterberg e Rottenstein; sull’Ochsenboden, l’ampia distesa sommitale. Si una stradina sale con indicazioni per la cima del può infine usare la ripida stradina che sale alle Gaugen ai masi Holzman e Orter. Dopo un lun- case di Wallner; superato il maso, la strada pro- go tratto chiuso nel bosco si contorna il costone segue per la Wallneralm (1582 m) terminando del Krauzkofel, conquistando un balcone sulla su un dosso prativo; da questo punto si prende Rottensteinertal. Si prosegue lasciando alcuni a salire verso S-O aprendo una traccia nel sotto- edifici e diramazioni sui lati; una leggera per- bosco con rada vegetazione lungo una recinzio- dita di quota permette di raggiungere l’alpeggio ne che arriva alle estensioni di prateria dell’Och- della Kaserboden (1800 m), popolato da diver- senboden, con dolci rilievi che culminano nella si edifici. Per prateria si sale al Gnoppnitztörl cima dell’Hoher Stand. La discesa avviene per (2074 m) ed alla cime del Dolzer (2172 m). Il la via di salita (lung. 18 km, disl. 1030 m, grado rientro avviene comunque per la via di salita, rosso, ore 6). « anche se invitanti discese si aprono su tutti i 9 versanti (lung. 15 km da Reiter, disl. 900 m, gra- do rosso, ore 5).

HOHER STAND Dalla stazione di Klebach-Lind una stradina con indicazioni per Radlberg sale per 6 km fino ad uscire a q. 1050 su distese prative. La stradina continua con pendenza abbastanza modera- ta, segnalata ed evidente. Passa ai piedi degli edifici di Hanbauer, quindi continua prendendo quota con tornanti che disegnano una lunga serpentina nel fitto bosco del Kühberg arrivan- do sull’alpeggio della Radlberger Alm (1783 m). Raggiunte le case più alte si continua la salita o per stradina, o per la linea di massima pen- denza sul costone meridionale che scende dalla cima, privo di vegetazione. Risalita la prate- ria sommitale si guadagna ben presto la vetta dell’Hoher Stand (2086 m). Bel punto panorami- co sulla parte terminale dell’Oberdrautal, sulle Gailtaler Alpen fino agli impianti del Goldeck. L’Hoher Stand si può raggiungere anche salendo

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Cartografia Per una adeguata conoscenza del territorio e documentazione degli itinerari è necessario do- tarsi della cartografia disponibile nella forma più aggiornata, anche se non sempre precisa ed attendibile; si consiglia delle Edizioni Kompass il foglio 60, Gailtaler Alpen, Karnische Alpen e 11 Oberdrautal, 1:50.000. » focus 1 | 2011 16

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International Mountain Summit 2010 Cronaca della kermesse di Bressanone Testo e Foto di matteo serafin

illeduecento persone, in gran parte sotto i vent’anni, to facile. Un successo nel successo per l’International Mountain hanno assistito la sera del 5 novembre a Bressanone Summit (IMS) che per il secondo anno consecutivo ha animato, malla finale del primo campionato mondiale di slackli- nella prima settimana di novembre, la cittadina vescovile sulle ning che ha incoronato il quindicenne tedesco “Momo” Maurice rive dell'Avisio. Dove a tenere banco sono stati alcuni protagonisti Wiese, primo campione mondiale della storia di questa speciali- del mondo verticale di ieri e di oggi, fra cui , tà, dopo una sfida all’ultimo salto con l’americano Andy Lewis. Nives Meroi, Steve House, Alessandro Gogna, Hans Kammerlan- Questo sport, nato tra gli arrampicatori dello Yosemite nei primi der, Denis Urubko, Kryztof Wielicki, Mike Fowler, Jerry Moffat, anni Ottanta, sta prendendo oggi piede in Europa. Basta stendere Simone Moro e Andy Holzer, che hanno riempito l’auditorium del una fettuccia elastica per una decina di metri e provare a stare festival, e che al mattino hanno condotto il loro pubblico pagante in equilibrio... scherzi a parte, si capisce subito che non è tan- (14 € per una conferenza, 45 € per una passeggiata) sui sentieri LA RIVISTA 1 | 2011 17

1» Reinhold Messner insieme allo svizzero Bruno Jelk, presidente della Commissione Internazionale per il Soccorso in Montagna , e al soccorritore sloveno Iztok Tomazin // 2» La coreana Oh Eun Sun, cnsacrata "regina degli otto- mila", spicca sui manifesti dell'IMS a Bressanone

belvedere che circondano la cittadina. Nomi arcinoti come Mes- sner, che ha proposto un tuffo nel tempo profondo della geologia delle Dolomiti, dove «si può leggere la storia del nostro pianeta negli ultimi 300 milioni di anni, e in questo senso sono davvero monumenti del mondo». E nomi meno noti come l’alpinista tirole- se Andy Holzer, non vedente dalla nascita, protagonista di scalate straordinarie sulla parete nord della Cima Ovest di Lavaredo e su altre cime del mondo. Nomi che fanno notizia, come quello della coreana Oh Eun Sun, prima donna a salire i 14 Ottomila, incoro- nata dallo stesso Messner nonostante le polemiche sul suo stile non proprio alpino (corde fisse, ossigeno, ampio uso di portatori ed elicotteri). E alla rincorsa femminile agli Ottomila è stata dedi- cata una tavola rotonda alla quale doveva partecipare la seconda arrivata, la spagnola Edurne Pasaban. Che però ha deciso all’ul- 2 timo di declinare l’invito. Assenti anche Nives Meroi, che proprio tre giorni prima aveva raccontato al pubblico dell’IMS il “Dritto e il Rovescio” della sua storia di alpinista, e la tedesca Gerlinde Rescue Association e il presidente del Club alpino pakistano Na- Kaltenbrunner, l’altra protagonista nella sfida all’ultimo Ottomila. zir Sabir, hanno raccontato alcune difficili operazioni di soccorso Ad animare il dibattito, moderato dalla conduttrice televisiva Kay e hanno parlato dei problemi che pone l’impiego dell’elicottero. Rush e preceduto da un’intervista videoregistrata a Messner, c’era- Problemi pratici e organizzativi non da poco, come quello dell’as- no la giornalista tedesca Eva Maria Bachinger e l’americana Billi sicurazione: «Nessun alpinista nepalese, né portatori né guide, Berling, alpinista estrema e giornalista a sua volta. «Messner come hanno la possibilità di assicurarsi» ha spiegato il medico Hermann al solito fa dichiarazioni contradditorie» ha rilevato la Bachinger; Brugger, organizzatore della giornata. «Il piazzale di atterraggio «prima critica pesantemente la Kaltenbrunner per il suo stile “anni dei campi base viene sistematicamente occupato dalle tende» ha ‘50” e poi difende la Oh, che pure dispone di finanziamenti statali fatto presente Simone Moro, autore di un eroico salvataggio sul ed elicotteri». Polemiche a parte, l’incontro ha fornito l’occasione Lhotse nel 2001. Problemi che tuttavia non paiono insormontabili. per un omaggio alle alpiniste che, sempre più numerose, cercano Ci sono infatti segnali positivi per l’organizzazione di un servi- la gloria sulle vette. Come Pasang Lama, la prima donna sherpa zio di elisoccorso stanziale in Nepal. «Un’ipotesi che solo qualche ad aver intrapreso la carriera di portatore d’alta quota, morta nel anno fa si pensava impossibile», come ha detto il dottor Brugger, ’95. «Un mito per tante sherpani che oggi lavorano in Himala- oggi è possibile grazie a un progetto svizzero che si concluderà ya: sono ragazze sopra i vent’anni che vogliono arrivare in vetta nel maggio 2011, quando Bruno Jelk e altri colleghi saranno in per ambizione, forse per riscatto, o per fare soldi anche» racconta Nepal per formare un equipaggio locale composto da due piloti, l’americana Berling che dal 2004 vive a Katmandu dove, oltre a un meccanico e alcuni sherpa-soccorritori che hanno già trascor- scalare le montagne, assiste la famosa Elizabeth Hawley, «la più so un periodo di formazione a Zermatt. Più difficile la situazione autorevole cronista di ogni spedizione che abbia varcato la soglia nel Pakistan devastato dall’alluvione, «per la situazione politica dell’Himalaya fin dal lontano '53». e perché i mezzi dell’esercito, gli unici presenti, sono controllati Per tutta una giornata al Forum di Bressanone autorevoli relato- burocraticamente» spiega Jelk. Un’emergenza umanitaria, quella ri si sono alternati per fare il punto sul soccorso alpino ad alta del Pakistan, alla quale l’IMS ha dedicato una conferenza con gli quota in Himalaya e Karakorum. Sotto la regia dell’Istituto per la alpinisti Kurt Diemberger, Silvio Mondinelli, Agostino Da Polenza medicina d’emergenza di montagna dell’Eurac di Bolzano, si è e Maurizio Gallo. L'occasione è servita a presentare i progetti di discusso di come organizzare le operazioni di soccorso sulle cime cooperazione scientifica e di gestione ambientale promossi da Ev- più alte del mondo. Con o senza elicottero? Con un team inter- K2-Cnr all’ombra del K2, la “montagna degli italiani”. nazionale o allestendo servizi locali? Bruno Jelk, tra i soccorrito- La kermesse di Bressanone si è conclusa con il Boulder festival ri alpini più famosi a livello mondiale e presidente del Soccorso organizzato dall’Alpenverein (AVS), che ha visto molti giovani Terrestre dell’ICAR, ha confermato che le tecniche odierne per- cimentarsi per tutta la settimana sui blocchi di arrampicata indo- mettono di volare fin sopra i 7.000 metri. «Guidare un elicottero or, in un’atmosfera di allegra e gioiosa competizione e con “Una a quelle quote è delicato per i problemi che pone l’ipossia, ma montagna di risate”, serata organizzata dalla locale Sezione del tecnicamente è meno difficile che sul Monte Bianco o su Cervino CAI e caratterizzata dalle divertenti gag del comico trentino Lucio dove le pareti sono più impervie» ha detto Jelk. I partecipanti, tra Gardin. Finale con il racconto di una impegnativa solitaria di Ar- i quali Simone Moro, Buddha Basnyat della nepalese Himalayan mando Aste nel film “Il Tarlo”. « » l'alpinista 1 | 2011 18

Testo di Silvia Miotti - illustrazione di Marianna Marcato

Intervista a Jiri Novak L’”ingegnere” dell’alpinismo cecoslovacco è ora un tranquillo professore universitario

l signor Jiri Novak oggi è un tranquillo professore dell’Uni- versità di Praga. i Lavora alla facoltà di Ingegneria Civile, dove si apprendono, tra le altre cose, l'organizzazione e la gestione di lavori edilizi e dove per passare un esame con buoni risultati occorrono disci- plina, capacità di pianificazione e tanto studio tecnico. Non so se gli studenti del signor Novak conoscono il suo passato. Non so se immaginano che il calcolo, la precisione e la metico- losità a cui sono abituati possono diventare utilissimi strumenti di sopravvivenza anche in un mondo molto lontano dalle aule universitarie come quello dell’alpinismo. Sicuramente è stato anche grazie a queste doti che Jiri Novak ha organizzato, in particolare tra il 1976 e il 1988, da presidente e poi da membro della Commissione Nazionale di Alpinismo, molte fra le più belle spedizioni e realizzazioni dell’alpinismo cecoslovacco del tem- po. In effetti, bisogna riconoscere che per pianificare più di 20 spedizioni in Himalaya (di cui 14 volte come capo spedizione o capo cordata) e per aggirare gli interminabili ostacoli logistici che competono a operazioni di questo genere, i calcoli bisogna saperli fare. Il ruolo di Novak era in pratica quello di un ideologo della mon- tagna: studiava le guide alpinistiche del passato, gli articoli su giornali specializzati tra i quali “Alpinismus" o “La Montagne". Poi, aiutato dalle fotografie, analizzava scrupolosamente le facce delle montagne per individuare linee di salita ancora inviolate. Il suo lavoro spaziò dagli 8000 alle Alpi Retiche, passando per le inospitali regioni del Caucaso e del Pamir. Jiri Novak ci ha parlato di spedizioni vittoriose, di momenti storici importanti, di Vittorio Sella e del significato dello stile » Jiri Novak alpino, regalandoci l’esperienza e la saggezza di una figura, pur- troppo in estinzione, come quella dell’alpinista fine conoscitore Sassonia era arrivato da noi, e in seguito hanno ricambiato con della storia delle sue montagne. una lettera di invito. Così sono partito. È stato un periodo inten- so, ricco di ascensioni. Certo, non eravamo i primi Cecoslovacchi Mr Novak, partiamo dagli inizi… a salire sulle Alpi, c'è chi lo ha fatto negli anni ’50, ma abbiamo «Sono nato a Pilsen, nel 1945. Ho cominciato ad arrampicare inaugurato la consuetudine di aprire vie nuove, che da quegli verso i 16 anni, con il marito di mia sorella, che viveva a Turnov, anni in poi è stata continua e importante da parte dei nostri vicino alle torri di arenaria di Hruba Skala e Prachov. alpinisti». Durante i primi anni ho scalato soprattutto sull’arenaria, in Boe- mia. Poi ho cominciato con l’alpinismo invernale: i monti Tatra Nel frattempo si avvicinava un momento storico importante erano perfetti d’inverno, offrivano un vasto terreno di sfida su per la Cecoslovacchia… terreno misto, ghiaccio, neve…». «Si certo. Un paio di anni dopo ci trovavamo in Dolomiti e du- rante l’ascensione sulla Cima Grande di Lavaredo, siamo stati Quando è arrivata la sua prima uscita sulle Alpi? costretti a bivaccare per il tempo. Alla mattina sento un tedesco «La prima volta che sono arrivato sulle Alpi era il 1967. Allo- di un’altra cordata che ci grida: “Ehi, Cecoslovacchia... Kaputt! ra c’era la possibilità di lasciare il paese solo su invito di uno Sono arrivati i Russi!”. Era il 21 agosto del 1968, il giorno in cui i straniero che ti avrebbe ospitato. Un gruppetto di tedeschi dalla carri armati del Patto di Varsavia sono entrati in Cecoslovacchia». LA RIVISTA 1 | 2011 19

Dopo l’arrivo dei Russi è cambiato il vostro modo di viaggiare? alpinisti cecoslovacchi della storia: basti dire che è l’unico ad «Dal '69 la chiusura divenne maggiore. Prima si davano per- aver raggiunto due volte, senza ossigeno, la cima del K2. Ha fat- messi anche a singole persone, poi dopo venivano rilasciati solo to parte della cordata che ha scalato per la prima volta il pilastro a particolari gruppi: ci si organizzò allora con il sistema de- sud del Lhotse Shar (8400 m); ha raggiunto, nel 1986, sempre gli scambi. C’era anche un controllo sul passato degli alpinisti. rigorosamente in stile alpino e in soli 13 giorni, la cima del Bro- La polizia non avrebbe dato il permesso di uscire dal paese a ad Peak (8047 m) dal versante Ovest e la Cima degli Abruzzi al chi aveva un passato con problemi politici, o con problemi di K2 (8611 m). Incredibile anche la sua salita, in soli 12 giorni, alla immigrazione». parete Sud Ovest del Cho Oyu (8201 m) e la sua prima ascensione sulla parete sud dello Shisha Pangma. Con Leopold Sulovsky, È stato agevolato quando è entrato nella squadra nazionale altro grande alpinista di punta, ha aperto una via nuova sullo di alpinismo? sperone della parete Nord Est del Nanda Devi (7816 m) nel 1981. «Sì, direi di sì. Sono entrato nella squadra nel 1970, e da allora Josef ha sempre portato a termine le sue scalate in puro stile sono stato quasi ogni anno sulle Alpi. In particolare dal '76, alpino». quando divenni responsabile principale delle attività del grup- po. A volte per i viaggi verso i paesi occidentali ci rivolgevamo Qual è stata per lei la spedizione che le ha regalato maggiori ad agenzie viaggi affiliate con il Ministero dello Sport, e per soddisfazioni dal punto di vista alpinistico? quanto l’alpinismo non fosse lo sport più riconosciuto si riusci- «Quella al Dhaulagiri, nel 1984. È stata la prima spedizione che va a organizzare qualcosa». ho organizzato in Himalaya. Abbiamo tentato il primo attacco assoluto sulla parete Ovest, alta 4500 m. Eravamo i primi, perciò È stato in questo periodo che è iniziata la sua attività di siamo saliti senza avere nessuna documentazione precedente. organizzatore? È stato un grande successo per me. Ma è stato così anche nel «Nel 1974 mi hanno chiamato come direttore di una piccola 1988, quando ho realizzato insieme alla mia squadra un doppio commissione di studio: avrei dovuto analizzare lo sviluppo progetto a cui tenevo molto: la prima salita in stile alpino dello dell’alpinismo nelle Alpi e nel Caucaso, individuare vie nuove, spigolo SO del Dhaulagiri (la cordata ha completato l'impresa analizzare le cime inviolate. Mi documentavo cercando negli in 11 giorni di salita e 5 di discesa) e la prima salita della prete archivi, consultando vecchie guide alpinistiche e vecchi articoli Ovest dell’Annapurna». di giornale; studiavo le cartine dei territori, le fotografie. Ho iniziato come ideatore di salite, diciamo. Solo più tardi sono en- Se potesse scegliere adesso una nuova sfida alpinistica? trato a fare parte dell’organizzazione vera e propria e, grazie alle «Prima di tutto completerei la nostra via del 1984 sul Dhaula- mie conoscenze dei luoghi e degli alpinisti locali, ho iniziato a giri, nella parte alta. Poi salirei finalmente lo spigolo Nord del occuparmi direttamente degli scambi. Con il sistema delle agen- Talung, nel gruppo dello Kangchenjunga. Ancora lo spigolo SO zie viaggi ho organizzato belle spedizioni nelle Alpi, ad esempio dell’Annapurna IV, che ha resistito a ben due nostri tentativi di sulle Alpi Retiche: nel 1980 ho mandato un pullman carico di scalarlo». Cecoslovacchi in Valmasino, talmente lungo che in certi tratti si incastrava nelle curve. Avevo preparato per l’occasione un Come giudica l’alpinismo moderno? elenco di circa 25 vie nuove nella zona; documentandomi avevo «L’alpinismo oggi si è trasformato: buona parte di esso si è tra- scoperto che, per esempio, sul c’erano un sformato in semplice escursionismo. Alcune montagne, come sacco di possibili vie. Così sul Ligoncio, dove avevo notato una il Cho Oyu e l'Everest, sono diventati dei veri e propri percorsi bellissima linea proprio al centro». turistici, per i quali è richiesta preparazione fisica e basta. Non è stato così invece per il Makalu o per l’Annapurna, dove le corde L’alpinismo aveva fondi governativi all’epoca? fisse non sono ancora una moda. Se si vuole ricominciare a «No. Solo tre spedizioni sono state organizzate dallo stato: quelle fare alpinismo bisogna prendere in considerazione gli 8000 ma al Makalu del ’74 e del ’76, e quella al Lhotse Shar nel 1984. dimenticarsi delle vie normali: per esempio sul Kangchenjunga Noi ci arrangiavamo, autofinanziandoci. Molti alpinisti si spe- (8586m) sempre nel gruppo himalayano, la parete nord è stata cializzavano in varie professioni a loro affini, come i disgaggi o salita poche volte in tutta la storia. Oppure prendiamo il Dhau- le verniciature: tutti i guadagni servivano per le spedizioni, gli lagiri, che ha un sacco di vie non ripetute. Nelle Alpi è la stessa scambi e l’attrezzatura. Spesso ci fabbricavamo da noi il materia- cosa: rispetto alle grandi invernali degli anni ’80 molto mi sem- le: imbragature, sacchi a pelo… Josef Rakoncaj allora fabbricava bra cambiato. Stile alpino significa sempre la stessa cosa, oggi i sacchi a pelo per molti della squadra ma, come si sa, prima del come ieri, solo che oggi si preferisce fare in un altro modo. Pen- 1989 nel nostro paese era vietato aprire una propria attività. Ora so invece alle spedizioni come quella del 1988 ad esempio, che invece Josef ha una propria azienda, la Sir Joseph, che esporta richiese ben 11 giorni a salire e 5 a scendere, sullo spigolo Sud materiale tecnico. È diventato un “capitalista” diciamo…» Ovest del Dhaulagiri, a cui ha partecipato il cecoslovacco Zolo Demjàn. Secondo me alpinismo significa ancora cercare una via Josef Rakoncaj, un’altra leggenda vivente dell’alpinismo nuova, con difficoltà sconosciute e con incognite da gestire: cecoslovacco… penso a modelli storici come il Duca degli Abruzzi o Vittorio «Si, io e Josef negli anni dal ’71 al ’73 abbiamo compiuto insieme Sella. Nell’alpinismo è insita la dimensione della scoperta, ogni numerose ascensioni: il Lyskamm, la nord del Cervino, varie vie impresa deve portarti più avanti, anche per questo è importante in Bregaglia e spedizioni in Caucaso. Josef è uno dei migliori conoscere le montagne e la loro storia». « » alpinismo dolomiti 1 | 2011 20

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Monte Cristallo Vie di ghiaccio SULLE Dolomiti Testo e foto di Fabio Cammelli - Sezione di Vipiteno - CAI Alto Adige e GISM

state 1862: la diligenza, partita da Dobbiaco e diretta a Cor- intime e profonde. La carrozza procede veloce e sicura, compie tina d’Ampezzo, ha imboccato la Valle di Landro ed è carica un’ultima svolta e raggiunge i prati di Landro, là dove appare im- e di turisti, particolarmente euforici per il tempo splendido e provviso il Gruppo del Cristallo. È una visione mozzafiato, forse per la prospettiva di un comodo viaggio in carrozza. La vettura, unica nel suo genere, resa ancora più suggestiva da un velo di aperta su tutti i lati, procede nel fondo di una stretta valle boschi- nebbia che staziona leggero in fondovalle, quasi a unire la terra va, ancora in ombra, mentre la luce del primo sole già inonda al cielo, l’ombra alla luce, l’acqua al ghiaccio, il bosco alla roccia. le rocce delle creste sommitali. Tra i passeggeri della diligenza Grohmann ne rimane abbagliato e così, a tre anni di distanza da spicca un giovane dallo sguardo assorto, che sembra attento a quella “magica” visione, ricorda quell’incontro: “…Largo, mas- ogni particolare del paesaggio: è il ventiquattrenne Paul Groh- siccio, con potenti basamenti ci sta di fronte il Cristallo e sembra mann, di Vienna. Slanciato, piuttosto alto, fisico atletico, capelli che sbarri la valle. Un ghiacciaio risplende verso noi e depositi scarmigliati e viso abbronzato: non partecipa all’allegria “rumo- di neve ornano le pareti scure dove gli appicchi lo permettono: le rosa” dei suoi compagni di viaggio, anzi sembra essere assente e muraglie irradiano guglie, torri e spuntoni acutissimi, che forma- distaccato, quasi rapito in una contemplazione mistica. Ammira no taglienti pettini immensamente intricati. E il Cristallo balza in silenzio la natura circostante, i suoi occhi sono perennemente su, sopra tutte le altre vette. Impressionanti la bellezza del quadro rivolti verso l’alto e l’animo suo si lascia inondare da emozioni e la superba eleganza della cima”. « 3

LA» ITIRIVISTANERARi 1 | 2011 21

Brevi Canalone Nord considerazioni alla Cima Principale generali sulle vie Canalone Innerkofler descritte (o Innerkofler Eisrinne) »»I pericoli oggettivi che si C. Wydenbruck, con la guida Michel possono incontrare in itinerari Innerkofler, il 14 giugno 1887. alpinistici lungo dei canaloni di ghiaccio sono molto variabili, Dislivello: c. 650 metri dall’attacco. dipendendo da diversi fattori, Inclinazione: c. 45°-50°. quali la stabilità del manto di Difficoltà: D/D+. neve/ghiaccio all’interno del Tempo di salita: ore 4-5 dall’attac- canalone e la presenza o meno co; ore 7-8.30 dal fondovalle. di accumuli glacionevati che possono "slavinare" dai gradoni Avvicinamento rocciosi sommitali e dalle pareti Da Carbonín/Schluderbach 1438 m si laterali: da qui l’importanza di prende la strada asfaltata per Misuri- un attento studio preliminare na: dopo c. 1 Km, all’altezza del Pon- del terreno e la raccomanda- te de la Marógna 1476 m, s’incontra zione di percorrere queste vie a destra un ampio spiazzo dove esclusivamente nelle prime ore lasciare la macchina. Dal parcheggio del mattino (si consiglia per- si continua a piedi in direzione SW, qui forma una pronunciata ansa verso salti rocciosi), occorre guadare il corso tanto d’iniziare le ascensioni, e lungo una strada sterrata che porta destra) e proseguire lungo il fianco d’acqua e piegare a destra, puntando quindi di essere all’attacco delle pressoché in piano all’imboccatura sinistro della valle (destra orografica). al dorso di una lunga e caratteristica vie, non dopo le ore 7-7.30, ora della Val Fonda/Tiefental. Varcatane Un incerto sentiero risale brevemente cordonatura morenica che permette legale). In linea di massima i ca- la soglia, si prosegue a lato di gigan- un corto pendìo sassoso con scarsa di portarsi dapprima al centro e poi naloni qui discritti si presentano teschi landri spioventi, incuneandosi vegetazione, piega con decisione a sul fianco destro della valle (sinistra in condizioni ottimali da fine in un profondo canyon. Guadato più destra, sormonta sul retro uno dei orografica).S u questa cordonatura inverno a primavera inoltrata avanti il torrente di fondovalle, si due enormi roccioni di cui sopra e s’incontra un sentiero ben tracciato (mesi migliori: maggio, giugno continua lungo l’ampio greto sassoso continua per un buon tratto in quota, che sale con alcune serpentine e che e inizio luglio), con neve trasfor- del fiume (destra orografica) sino mantenendosi alto rispetto al fondo conduce direttamente ai piedi di uno mata e indurita. a portarsi, dopo circa 10-15 minuti del “canyon”. Giunti a un incerto bivio, scosceso e dirupato gradone di rocce »»All’interno di questi canaloni è dall’imboccatura della Val Fonda si lascia a destra la diramazione che verticali, alto circa una quarantina giocoforza salire in alcuni tratti e prima che la forra si restringa a scende verso l’àlveo del fiume e si con- di metri e posto intorno a q. 2025, lungo una rigola centrale. Vale formare una seconda strettoia, sotto tinua diritto e in piano, fino a quando profondamente inciso da un largo ma la pena ricordare a tal proposito due enormi roccioni alti c. 10-15 il sentiero s’interrompe bruscamente ripido canale roccioso. Nei mesi prima- che come tutte le rigole, anche metri (sulla sommità di uno spicca per una frana del terreno. A questo verili (nonché all’inizio della stagione queste rappresentano un perico- un solitario larice). Questi due enor- punto si segue una traccia alla propria estiva) questo canale, che rappresenta loso collettore di pietre cadute mi roccioni rappresentano un punto sinistra che sale per pochi metri in il naturale “passaggio” per accedere dall’alto. Per cui vale la regola di riferimento importante: giunti mezzo ai mughi, piega subito a destra alla conca morenica sommitale della generale: si risale solamente all’altezza degli stessi, si deve infatti e traversa alla sommità di questo Val Fonda, può presentarsi più o meno solo se non ci sono alternative. abbandonare il letto del fiume (che tratto franato, per poi riprendere il ingombro di neve, soprattutto nella sentiero poco distante. Quest’ultimo sua parte più bassa. Lo si risale con 2 s’inoltra ulteriormente nella valle sino facili passaggi di arrampicata, su a portarsi, con una breve discesa, sul rocce a tratti friabili e talora bagnate greto sassoso e accidentato del fiume, (I e II; tre tronchi di legno posizionati nella parte medio-alta della Val Fonda. orizzontalmente su piani sovrapposti; Con percorso libero e intuitivo si gua- alcuni spit su cui eventualmente far dagna ancora quota sul lato sinistro sicurezza). Usciti da questo umido della morena (destra orografica), in canale, si continua lungo le soprastanti direzione di un alto gradone di rocce facili roccette (attrezzate con alcuni verticali che sembra sbarrare la valle vecchi fittoni metallici), sormontando e da cui scaturisce una bella cascata d’acqua. Là dove il camminare lungo il 1» Lungo la cresta sommitale margine sinistro del greto incomincia della Cima Principale, dopo essere a diventare difficoltoso per via del tor- usciti dall’Innerkofler Eisrinne // rente, anziché innalzarsi sui facili e in- 2» Monte Cristallo versante Nord vitanti pendii alla propria sinistra (che // 3» Canalone Nord alla Cima porterebbero sotto alti e invalicabili Principale » itinerari dolomiti 1 | 2011 22

in questo modo il gradone roccioso di Itinerario di salita canale incide la metà superiore della sotto lo stesso, piegare con decisione sbarramento della Val Fonda. A monte Dall’attacco, lasciato da una parte parete N: su direttamente lungo lo a destra (là dove la parete appare più di questo ripido salto si dispiegano l’accesso al grande canale ghiacciato stesso per c. 125 metri, con un’incli- facilmente abbordabile) e “obliqua- le grandi morene che danno accesso che incombe sulla propria verticale tra nazione media intorno ai 45°, per poi re” in salita su ripide e sovrapposte al Ghiacciaio del Cristallo: piegando la Cima di Mezzo e la Cima Principale “obliquare” leggermente a sinistra e cengette rocciose e/o innevate a sinistra e risalendo una gigantesca del Cristallo, si obliqua leggermente a portarsi ai piedi di uno sprone roccioso (chiodo). Facendo molta attenzione al cordonatura morenica, o mantenen- sinistra e si sale in direzione dell’Inner- al centro del canale. Lo si può aggirare terreno misto e friabile, si continua a dosi al centro lungo un ampio canale koflerE isrinne. La stretta imboccatura indifferentemente a sinistra o a destra, traversare a destra sino a portarsi su innevato, oppure anche obliquando di questo canalone appare ben eviden- per poi continuare con altri due tiri gradoni di roccia più sicuri, all’esterno a destra su facili terrazzamenti so- te, delimitata a destra da una parete di corda di c. 50 metri ciascuno, coi quindi del canalone. Senza via obbliga- vrapposti, si guadagna faticosamente giallastra e a sinistra da un bel pilastro quali si arriva sotto un ripido couloir di ta si risalgono questi gradoni (II e III; dislivello, sino a portarsi a un ripiano roccioso. Una volta entrati nel canale, roccia e ghiaccio. alcuni chiodi lasciati), si superano gli terrazzato posto al centro dell’anfite- questo prosegue molto stretto verso Qui si hanno due possibilità per uscire ultimi ripidi campi di neve e si esce sul atro glaciale, intorno a q. 2400, sotto l’alto, incuneandosi tra ripide pareti dalla parete: crinale sommitale: volgendo a sinistra un enorme e turrito gradone roccioso rocciose, con un’inclinazione intorno ai a) accesso diretto alla cima: si affronta e proseguendo lungo una sinuosa che sembra dividere il soprastante 45°-50°. Superata la strettoia iniziale, il couloir di cui sopra, attaccandolo cresta innevata, si giunge direttamente Ghiacciaio del Cristallo in due distinti alta c. 100 metri, il canalone si allarga inizialmente lungo le rocce di destra in cima (ore 4-5). rami. Da questo ripiano, volgendo e l’inclinazione dello stesso si attenua, (sovente ricoperte di ghiaccio; III e IV; lo sguardo verso destra, appare ben per poi restringersi nuovamente più in scarse possibilità di protezione), per Discesa evidente in tutto il suo sviluppo il alto, a causa di uno speroncino di roc- poi entrare direttamente nel couloir Avviene seguendo a ritroso il tracciato grande canalone innevato che separa cia che biforca il canale. La via di salita e proseguire all’interno dello stesso della via normale di salita al Cristallo la Cima Principale del Cristallo dalla passa a destra di questo piccolo sprone su ripidi gradoni sovrapposti (talora (II grado, alcune corde doppie, sbia- Cima di Mezzo. Un ripido pendìo di diti bolli rossi, tracce di passaggio e neve permette di guadagnare ulteriore ometti). quota e di arrivare all’altezza di un corto e caratteristico gradino roccioso che dalle pendici basali della Cima Canalone Nord tra di Mezzo s’incunea orizzontalmente la Cima Principale e proprio sotto la verticale del canalone la Cima di Mezzo tra la Cima Principale e la Cima di Canalone Iavazzo e compagni Mezzo. Questo gradino roccioso, posto Umberto Iavazzo, Eugenio Miccoli e intorno a q. 2575, viene considerato altri due compagni, l’11 ottobre 1971. l’attacco vero e proprio sia della Via Wydenbruck-Innerkofler che dellaV ia Dislivello: c. 550 metri dall’attacco (c. Iavazzo e compagni (ore 3-3.30 da 400 metri direttamente all’interno del Carbonín). canalone e c. 150 metri lungo la cresta 5 SE della Cima di Mezzo). Inclinazione: c. 45°-50° (il tratto più 4 ripido si trova all’uscita del canalone). roccioso e supera un nuovo tratto innevati e/o ghiacciati, con il rischio Difficoltà:AD -/D. piuttosto ripido, sino a portarsi intorno di dover affrontare una vera e propria Tempo di salita: ore 3.30-4.15 dall’at- a q. 2850, circa a metà parete, poco cascata di ghiaccio vivo), sino a tacco; ore 6.30-7.45 dal fondovalle. sopra una grande cengia innevata ben portarsi sulla cresta sommitale, a breve evidente alla propria sinistra. Qui si distanza dalla cima. Questa uscita dal Avvicinamento all’attacco del abbandona il canalone finora percorso canalone appare molto logica e diretta canalone (che continua ancora verso l’alto per per cui, di primo impulso, si è portati Identico all’itinerario precedente. un centinaio di metri, interrompendosi a “forzare” il soprastante couloir. Ciò bruscamente all’altezza di una forcella: è fattibile ma può risultare oltremodo Itinerario di salita attenzione quindi a non seguire tutto pericoloso, in quanto questo “budello” Dall’attacco, lasciato a sinistra questo canale inferiore, bensì a uscirne raccoglie sia la neve “slavinata” dai l’accesso al canalone Wydenbruck- c. 100 metri sotto il suo termine). gradoni superiori (molto esposti all’ir- Innerkofler, si punta direttamente al Abbandonato il canalone, si traversa raggiamento del sole) sia la neve e/o grande canale ghiacciato che s’innalza senza indugio a destra (possibilità di il ghiaccio che possono precipitare in tra la Cima Principale del Cristallo e la trovare alcune rocce scoperte; I e II), seguito alla rottura di eventuali cornici Cima di Mezzo: con due tiri di corda di mettendo così piede su una grande sporgenti sommitali; c. 50 metri ciascuno si giunge all’im- cengia nevosa inclinata, che a sua b) via originale (uscita suggerita): boccatura vera e propria del canalone, volta dà accesso a un nuovo e ampio anziché affrontare questo couloir, è caratterizzato in genere dalla presenza, canalone innevato. Questo secondo senz’altro preferibile, una volta giunti nel tratto inferiore dello stesso, di LA RIVISTA 1 | 2011 23

Canalone Nord tra in cui s’incontrano le funi metalliche il margine roccioso sinistro di quest’ul- la Cima di Mezzo e la della Via ferrata Marino Bianchi (ore timo canalone, lo si risale lungo un Cima Nord Ovest 2-2.30). tratto inizialmente piuttosto largo, Canalone del Prete (o Canalone con inclinazione sui 40°. Oltrepassata Vallençant) Discesa una strettoia, lungo la quale ci si tiene Primi salitori ignoti. Dalla forcella posta alla sommità del sempre presso il bordo sinistro del canalone, volgendo a destra e seguen- canale (sotto alcuni tetti spioventi), si Dislivello: c. 475 metri. do il tracciato della Via ferrata Marino continua al centro dello stesso, sotto Inclinazione: c. 45°-50°, con un tratto Bianchi, si scende al Rif. Guido Lorenzi. una bella parete di roccia giallastra. di c. 55° nella parte alta del canalone. Guardando verso l’alto, il canalone Difficoltà:D -/D+. piega leggermente verso sinistra: 6 Tempo di salita: ore 2-2.30 dall’attac- Canalone Nord alla con alcuni tiri di corda si guadagna co; ore 4.45-5.45 dal fondovalle. Forcella Staunìes ulteriore dislivello lungo il suo bordo Canalone Staunìes Nord (o Canalone sinistro, lasciando al centro del canale Avvicinamento Bernardi) un’evidente rigola. Si giunge così all’al- una rigola centrale. Su per c. 50 metri Come all’itinerario a: subito al di Primi salitori ignoti. tezza di una caratteristica forcellina all’interno della rigola, per poi spostarsi sopra del ripido gradone roccioso di nevosa posta intorno a q. 2540, lungo leggermente sulla destra del canale sbarramento, si piega a destra e si Dislivello: c. 675 metri dalla biforca- il margine sinistro del canalone. Da qui e salire per altre due lunghezze di prende quota su facili terrazzamenti zione di q. 2250. ha inizio un tratto un po’ più ripido, corda. Superata un’evidente strettoia, sovrapposti (neve sino a tarda prima- Inclinazione: c. 40°, con un tratto di c. con inclinazione fino a 45°, da dove si prosegue direttamente al centro del vera), puntando direttamente alla base 45° nella parte alta del canalone. peraltro si riesce già a intravedere canalone. Man mano che si prosegue del canalone, che da qui appare ben Difficoltà:AD /D. l’uscita della Via. Superata una nuova verso l’alto, lo stesso non soltanto si evidente in tutto il suo sviluppo. Con Tempo di salita: ore 2.30-3 dalla strettoia, il canale si allarga e punta restringe ma diventa via via sempre percorso libero e intuitivo, scegliendo biforcazione di q. 2250; ore 4.30-5.30 direttamente alla cresta sommitale più ripido, finché non se ne raggiunge sul posto la via migliore da seguire, si dal fondovalle. (ben riconoscibile in alto la balaustra la sommità, all’altezza dell’alta forcella rimonta un ampio pendìo innevato e di ferro sul retro della stazione a che separa la Cima Principale dalla si sale direttamente all’imboccatura Avvicinamento monte dell’ovovia Són Fórca-Forc. Cima di Mezzo del Cristallo (ore 2.30-3 del canalone, all’altezza di un evidente Come all’itinerario a, sino a portarsi Staunìes). Quest’ultima parte del cana- dall’attacco). Da questa profonda e or- zoccolo roccioso posto intorno a sotto la ripida fascia rocciosa che sem- lone, esposta all’azione dei raggi solari, rida insellatura (neve e/o ghiaccio sino q. 2500 (attacco; ore 2.45-3.15 da bra sbarrare la Val Fonda. Senza alzarsi presenta in genere neve molto meno a stagione inoltrata), guardando verso Carbonín). troppo in direzione di questo gradone dura, con una salita che può risultare la Cima di Mezzo, si nota a destra (sul di sbarramento, si volge lungo il fianco non soltanto più faticosa ma anche versante N) un evidente canale-cami- Itinerario di salita destro del solco vallivo (sinistra oro- più esposta alla possibile caduta di no svasato: lo si raggiunge traversando Nel suo tratto iniziale il canalone del grafica) e si segue un’evidente lingua eventuali cornici nevose sporgenti. In in salita da sinistra verso destra, su Prete si presenta largo e lo si affronta nevosa che sale verso l’ampio canalone breve, scegliendo sul posto il percorso roccette molto friabili. Una volta arri- direttamente al centro, in corrispon- innevato soprastante. Non esiste un migliore da seguire e puntando diret- vati alla base di questo canale-camino, denza di una rigola. Più in alto il attacco vero e proprio, nel senso che tamente alla terrazza della stazione a non lo si affronta direttamente, bensì canale si restringe alquanto e s’innalza questo ampio canalone iniziale, diretta monte dell’ovovia, si esce dal canale si risalgono alcune paretine gradinate profondamente incassato tra ripide continuazione della sinuosa lingua all’altezza della Forc. Staunìes 2918 m, a destra dello stesso (I e II; c. 50 metri pareti rocciose: in questo tratto può innevata di cui sopra, si allunga verso poco più in basso rispetto al Rif. Guido dalla forcella). La roccia diventa ora rendersi necessario superare alcuni l’alto sino a portarsi all’altezza di una Lorenzi 2932 m (ore 2.30-3 dalla migliore, anche se rimane sempre passaggi più impegnativi, su ghiaccio netta biforcazione (non ben distingui- biforcazione di q. 2250). « sporca di detriti: si prosegue per altri vivo o in alcuni casi su rocce scoperte. bile dal fondovalle), posta intorno a q. 35 metri su facili gradoni (I e II), per Al di sopra di questa strettoia il canale 2250, sotto un caratteristico torrione Nota: foto e tracciati dei diversi poi continuare con un nuovo tiro di c. si allarga nuovamente e continua dirit- di roccia nero-giallastra (ore 2-2.30 da canaloni sono presenti in: Monte 50 metri, “obliquando” verso sinistra to senza alcuna possibilità di sbagliare, Carbonín). Cristallo di Fabio Cammelli, Beltrame su brevi salti rocciosi sovrapposti (I e transitando sotto alcune belle torri di Editore , 2010. II). Senza via obbligata, scegliendo sul roccia rossastra. Segue un secondo Itinerario di salita posto il percorso migliore da seguire, restringimento: il canalone torna a Giunti alla biforcazione del canale, si sale in diagonale verso sinistra, si diventare molto stretto, incuneandosi intorno a q. 2250, è necessario presta- superano le ultime facili roccette e tra alti torrioni di bella roccia rossa- re molta attenzione: la diramazione 4» Canalone Nord tra la Cima si giunge direttamente in vetta (ore stra, con un’inclinazione che via via di sinistra appare molto invitante e Principale e la Cima di Mezzo // 1-1.15; ore 3.30-4.15). si accentua, sino a toccare i 50°-55°. logica, ma è da scartare in quanto il 5» In salita lungo il Canalone L’uscita dal canale avviene all’altezza canalone soprastante s’interrompe Nord alla Forcella Staunìes // Discesa di un’evidente forcella innevata, posta più in alto sotto alcuni salti rocciosi. 6» Seminascosto tra alte pareti Dalla Cima di Mezzo si scende al Rif. intorno a q. 2960, lungo la cresta roc- Occorre pertanto prendere il canale di rocciose, obliquo al centro della Guido Lorenzi 2932 m lungo il traccia- ciosa tra la Cima di Mezzo e la Cima destra, che a sua volta s’incunea tra foto, il Canalone Nord alla Forcel- to della Via ferrata Marino Bianchi. Nord Ovest del Cristallo, in un punto due sproni di roccia. Tenendosi presso la Staunìes » sciescursionismo 1 | 2011 24

1 il piccolo tibet in abruzzo un percorso per tutti gli appassionati testo e foto di Luciano Pellegrini

ampo Imperatore è un vasto altopiano, di origine dell'Aquila, nel cuore del massiccio del Gran Sasso d'Italia ed glaciale e carsico-alluvionale, situato a circa 1800 all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della metri di quota in Provincia dell’Aquila. Laga, questo altopiano si estende per un massimo di 18 km cSi presta nella stagione invernale a delle belle escursioni con in lunghezza ed 8 km di larghezza sulla direttrice che va da sci da fondo e ciaspole. Il periodo migliore va da metà a fine nord-ovest a sud-est, ad una altitudine variabile tra i 1460 m marzo sia per le giornate lunghe sia perché è difficile trovare della Val Voltigno fino ai 2138 m della stazione meteorologi- la strada di accesso chiusa per neve e sia perché la neve è ca, ed è compreso nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti ancora abbondante e scivolosa. Questo giro dei laghetti è per della Laga. tutti gli escursionisti. Il noto alpinista Fosco Maraini lo paragonò, su piccola scala, Tra i territori comunali di Barisciano, Calascio, Castel del alla valle di Phari-dzong, coniando il termine di Piccolo Tibet Monte, L'Aquila e Santo Stefano di Sessanio in provincia che è ancora oggi d'uso comune. « » ITINERARIo 1 | 2011 25

1» Lago di Passaneta // 2» Verso la Fossa di Paganica // 3» Ruderi santa Maria del Monte // 4» Fossa di Paganica // 5» Lago di Barisciano

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2 il giro dei tre laghetti

Percorso escursionistico E prosegue scendendo in direzione dislivello: 400m NW verso il piccolo lago carsico durata: 5-6 ore di Passaneta. sviluppo: 15 km Questi laghetti in inverno sono 4 partenza: Rifugio Racollo completamente ghiacciati e ri- coperti di neve. Da S. Stefano di Sessanio fino a Si continua per la pianeggiante dove la strada è percorribile in valle fino al lago diB arisciano . inverno, in prossimità del Rifugio In questo periodo è facile con- Racollo (11 km), si mettono gli sci templare i crochi che cercano di e si prosegue in direzione WSW “bucare” la neve! oltrepassando il Rifugio e sva- Proseguendo si arriva sulla stra- licando i colli immediatamente da che attraversa il valico o sella dietro. di Monte Cristo. Si scende nella All’orizzonte si stagliano contro il Fossa di Paganica e si raggiunge cielo i ruderi di S. Maria del Mon- il Rifugio di Sant’Egidio. te (1616 m), “grancia cistercen- Obbligatorio la fermata per il se”, (azienda agraria ndr), unica panino e godere della cate- nel suo genere per la posizione na del Gran Sasso nella sua di assoluto predominio. Da qui completezza. l’ampio panorama sull’altipiano è Si riparte seguendo il percorso veramente unico. più innevato sino a raggiungere Dopo una dovuta sosta, si il lago Racollo. « 5 » sciescursionismo 1 | 2011 26

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Le tre vie per il Soglio alcune piacevoli gite di inizio stagione testo e foto di gianpaolo castellano

l Monte Soglio, nelle Prealpi Canavesane, è l'ultimo rilievo di del manto nevoso, lo rendono meta di piacevoli gite di inizio sta- una certa importanza sulla lunga catena divisoria tra la Valle gione. A saper cogliere il momento giusto sullo stesso itinerario è idell'Orco e la Val Grande di Lanzo. La quota modesta (1970 pertanto possibile trovare la farina delle neve appena caduta e, a metri) è compensata dalla eccezionale posizione panoramica, pro- distanza di pochi giorni, scoprirla perfettamente trasformata. tesa sulla pianura canavesana e dirimpetto alle costiere del Gran Il Soglio si presta pertanto ad essere un ottimo trampolino di lan- Paradiso. Le creste del Soglio sembrano voler raccogliere e custo- cio per le prime avventure scialpinistiche e non è raro, ad inizio dire i segreti ed i paesi dell'Alto Canavese, a partire dalle pendici stagione, incrociare file di sciatori risalire per il versante di Pian boscose di Canischio per passare a Forno e Corio, ove alla fine Audi, il più indicato per le uscite di gruppo. Nel caso si ricercas- dell'Ottocento sono sorte diverse aziende di stampaggio a caldo, se un itinerario meno affollato si possono scoprire i percorsi dai eredi dell'antica tradizione dei “magnin” (stagnini, battilastra e Milani di Forno o dalla Carella di Pratiglione. Nel primo caso si calderai) ed aiutate dalla presenza dei torrenti Malone e Gallenca affronterà un percorso diretto alquanto tecnico nella parte finale, che traggono origine proprio alle pendici del Soglio. mentre, partendo dalla Carella, al primo tratto pianeggiante in un Dalla sua cima, durante le inversioni termiche delle fredde giorna- bosco di faggi seguiranno i dolci pendi dell'Alpe Bellono e del Pia- te invernali, si dominano i mari di nebbie che ricoprono la Pianura no della Pessa e, gran finale, la panoramica cresta del Calus. Starà Padana, dai quali emergono in primo piano la collina torinese e, poi all'abilità ed all'esperienza dello sciatore decidere se scendere in lontananza, i rilievi dell'Oltrepò pavese e gli Appennini. La vi- dallo Spallone o ripercorrere la traccia di salita. In ogni caso si cinanza alla pianura, la dolcezza dei pendii di accesso, la relativa avrà il piacere di poter sciare nel cuore dell'inverno ad un passo abbondanza delle nevicate invernali e la rapida trasformazione dalla pianura, quasi galleggiando sulle nebbie sottostanti. « » ITINERARIo 1 | 2011 27

Salita da Pian Audi raccordarsi con l'itinerario di salita: 1» Solitudine // 900 m scendendo troppo si corre il rischio 2» Monte Soglio visto da Forno// È la classica salita al Monte Soglio di finire ingloriosamente tra la fitta 3» Folla per l'itinerario più semplice. La boscaglia della bassa valle. prima parte segue una strada che consente di portarsi oltre il limite salita dai Milani di del bosco. In seguito una serie di Forno Canavese 894 m brevi salite alternate a ripiani La via di salita si svolge lungo il conduce sull'ampia cresta affacciata pendio a forma di conca che si sulla Valle Orco. affaccia direttamente sulla pianura In caso di neve assestata dalla punta canavesana. Nella parte bassa oc- si può affrontare un entusiasmante corre barcamenarsi tra prati e fasce pendio che evita i saliscendi della boscose, mentre, superato il bosco, i cresta. pendi si fanno decisamente sostenu- ti e remunerativi. È necessaria neve Esposizione: S sicura su tutto il percorso. Dislivello: 1070 m Tempo di salita: 3 h Esposizione: SE 2 Accesso stradale: dalla piazza Dislivello: 1077 m principale di Corio (raggiungibile da Tempo di salita: 3 h Torino seguendo la SP2 fino a Ciriè e Accesso stradale: dalla piazza di pe Bellono e la conca nascosta del letto della Pessa 1615. Dal colletto deviando poi in direzione Corio- Forno (raggiungibile da Tori- Pian della Pessa. Con neve assestata proseguire sulla sinistra seguendo Rocca) proseguire per Pian Audi. no seguendo la SP 2 fino a San la discesa lungo lo Spallone può la cresta – ripida all'inizio, poi più Oltrepassata tale frazione la strada Maurizio e proseguendo poi per San riservare grandi soddisfazioni. dolce - che conduce all'Alpe del prosegue ancora e diviene presto Francesco al Campo, Front, Busano Calus 1788 e alla punta. sterrata. Si continua fino al bivio e Rivara) seguire le indicazioni per il Esposizione: SE, NE sulla destra per case Ciochet. Lascia- santuario dei Milani. Lasciare l’auto Dislivello: 1170 m Discesa: per il percorso di salita. Con re l'auto sulla strada principale. presso la chiesetta. Tempo di salita: 3,5 h neve assolutamente sicura, arrivati Accesso stradale: da Forno all'Alpe del Calus si può scendere Percorso: oltrepassate le Case Percorso: dalla piazza della chiesa proseguire per Pratiglione. Giunti direttamente per l'accentuata dor- Ciochet la sterrata, ora più ripida seguire la strada verso monte per un al municipio, salire per una strada sale (lo “Spallone”) ai prati dell'Alpe e in cattive condizioni, prosegue breve tratto, poi continuare per il ripida a sinistra fino ad una dorsale Bellono, da dove, seguendo la strada ancora per alcuni chilometri, at- sentiero che porta alla borgata Boiri, dove c'è un quadrivio. Seguire dire- o il sentiero estivo, si perviene in traversando altri gruppi di case e mirando sempre ad uscire dal bosco zione Carella e parcheggiare presso breve al ponte del Gallenca. « portandosi fuori dal bosco. Si può (segni su paline e alberi). Il dosso un'area pic-nic. seguirla fedelmente o tagliare per i che domina le baite può essere prati, da un gruppo di baite all’altro. oltrepassato su entrambi i lati: suc- Percorso: dal parcheggio percorrere Ormai usciti dal bosco si prosegue cessivamente si percorre un piano la strada asfaltata ancora per un direttamente per pendii aperti e poi si continua la salita verso centinaio di metri, fino all'inizio puntando dapprima all'Alpe Soglia l'evidente conca disegnata dalle due della strada forestale dell'Alpe 1711 m e successivamente passando creste del Soglio. Appoggiando a Bellono (cartello). Seguire la strada a sinistra della marcata quota 1927. sinistra si oltrepassano le baite 1175 sterrata (attenzione ad una biforca- Si perviene sull'ampia cresta spar- e si perviene all'Alpe del Cunt 1559. zione dove stare sul ramo superiore) tiacque tra Valle dell'Orco e Valle del Da qui si punta a destra, raggiun- fino al ponte sul torrente Gallenca. Malone, dalla quale si dominano i gendo la marcata dorsale SE vicino Lasciare la strada e continuare rilievi del Gran Paradiso. Si appoggia all'Alpe Balmot 1669 e proseguendo per il sentiero estivo sulla sinistra decisamente a destra e, oltrepassata fino in vetta. (cartello) che attraverso un bellis- una serie di saliscendi ed una baita Altra alternativa, dall'Alpe Cont, è la simo bosco di faggi e con pendenze solitamente sepolta dalla neve, si salita diretta passando per le baite a sempre abbordabili conduce ai arriva all'ampia cima. quota 1811. ripiani dell'Alpe Bellono 1188. Girare La discesa avviene per l'itinerario dietro all'alpe e proseguire per prati, Discesa: per l'itinerario di salita. di salita. costeggiando le Alpi Eredi Curti Con condizioni di neve sicura è 1314 m. Proseguire in direzione consigliabile scendere il sostenuto salita dalla Carella Ovest fino a incrociare una stradina. pendio canale sud che si stacca di Pratiglione 800 m Seguirla a destra per l'incantevole direttamente dalla punta, fin poco Percorso poco frequentato a causa Pian della Pessa 1479. Di qui piegare oltre le Alpi Labin 1658, dalle del lungo spostamento iniziale, a semicerchio per portarsi con un quali conviene poggiare a destra e consente di scoprire i ripiani dell'al- ultimo tratto ripido all'evidente Col- 3 » rifugi 1 | 2011 28

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Il RIFUGIO CITTà DI BRESSANONE sul massiccio della PLOSE Costruito nel 1887, offre un panorama imperdibile del comprensorio testo di Vittorio Pacati

l Rifugio Città di Bressanone alla Plose (in tedesco Plose- risce nelle caratteristiche geologiche; la Plose, infatti, è compo- hütte) è ubicato a quota 2446 sull’Alpe della Plose, ad est di sta prevalentemente da filladi quarzifere. iBressanone in provincia di Bolzano. La montagna di Bressanone è ricoperta di boschi, prati e pasco- Costruito nel 1887 dalla Sezione di Bressanone del Deutscher li dove prevalgono i pendii dolci e le terrazze su cui sorgono und Österraichiscer Alpenverein, dal 1924 è di proprietà della numerose frazioni: S. Andrea, S. Leonardo, Clerant, Meluno, Sezione di Bressanone del Club Alpino Italiano. Eores e Plancios. Dislocato a pochi metri dalla sommità della montagna, costi- Nei boschi, ben curati, crescono soprattutto l’abete rosso, il tuisce un punto particolarmente panoramico che consente di pino silvestre, il pino mugo, il larice e il pino cembro. Vi sono spaziare con la vista dalle Dolomiti alle Alpi Venoste e Breonie numerose varietà di fiori, da ricercare in terreni non adibiti a dalle Dolomiti di Brenta, all’Ortles e all’Adamello. pascolo. La fauna molto ricca è composta, principalmente, di lepri, ca- prioli, stambecchi, camosci, scoiattoli, marmotte e numerose La Plose, montagna di Bressanone varietà di volatili, compresa l’aquila reale. Il massiccio della Plose culmina con cima Telegrafo, a q. 2486, La Plose è percorsa da numerosi sentieri di carattere escursio- e Forca Grande, a q. 2575, ed è circondato dalle valli Eores e nistico, ma anche di relax come ad esempio la Karlspromenade, Luson. Appartiene geograficamente alle Dolomiti, ma ne diffe- realizzata agli inizi del XX secolo in onore dell’arciduca, Karl LA RIVISTA 1 | 2011 29

1» Una vista invernale del Rifugio

Franz Josef, che sarà l’ultimo imperatore austro-ungarico, so- In un’atmosfera festosa, il 7 novembre 1887 avvenne la so- vente ospite della città. lenne inaugurazione alla presenza di autorità, delegazioni di È conosciuta anche per la rinomata stazione sciistica, che, uni- alpinisti di Innsbruck, Salisburgo e Lipsia e del segretario del tamente all’altrettanto efficiente Scuola sci Plose, ha contribu- DÖAV, Emmer. Il parroco di Eores celebrò la Messa solennizza- ito non poco allo sviluppo turistico della città e delle frazioni; ta dal coro Männergesangverein e dalla banda di Bressanone, lo stesso Rifugio Plose ne beneficia. che eseguì anche la Plose Marsch composta per l’occasione. Il piccolo Rifugio con cucina e stube, che poteva ospitare 20 persone, fu affidato in gestione a Franz Hofer di S. Leonardo. Bressanone città principe-vescovile del Sacro L’inaugurazione in pompa magna pubblicizzò l’evento, ma Romano Impero Germanico e centro culturale non bastò ad attirare i visitatori nella quantità auspicata. La L’antica città di Bressanone che lo scrittore Diego Valeri consi- realizzazione di una piccola stalla per consentire di integrare i dera la più bella città delle Alpi Orientali, occupa l’ampia conca magri proventi con l’allevamento di bestiame, non migliorò le al centro della Val d’Isarco, a quota 559, alla confluenza dei cose; così come l’inutile susseguirsi di diversi gestori. fiumi Rienza e Isarco. L’apertura nel 1898 della Schlüterhütte (ora Rifugio Genova La sua storia, molto interessante, ha inizio il 13 settembre 901 al passo Poma), che dista meno di quattro ore di marcia, ina- quando il re dei Franchi, Ludovico IV il Fanciullo, donò al ve- spettatamente aumentò considerevolmente l’afflusso. Analo- scovo Zaccaria di Sabiona (Chiusa all’Isarco) la proprietà Prih- gamente la costruzione di altre strutture ricettive, quali l’at- sna, dove verso la fine dello stesso secolo fu trasferita la sede tuale Firenze e il Puez, favorì il diffondersi dell’escursionismo del vescovado. Nel 1027 l’imperatore del Sacro Romano Impero alpino a tappe. Germanico, Corrado II il Salico, donò in feudo al vescovo le Nel 1905, durante la presidenza di Ignaz Mader, medico e sto- contee di Isarco e Inn. L’imperatore del S.R.I., Federico I Barba- rico, l’assemblea dei soci deliberò l’ampliamento della strut- rossa, nel 1179 concesse, infine, al principato la piena sovranità tura, inaugurata, poi, nel 1907. Furono modernizzati i servizi sul territorio. igienici e realizzati nuovi locali fino a raddoppiare la capacità Unitamente al vicino complesso di Novacella, Bressanone co- ricettiva. stituisce il maggior centro artistico e culturale dell’Alto Adige. Architettonicamente molto omogeneo e conservato, il centro storico ha un aspetto tipicamente tedesco con caratteristici Er- I guerra mondiale e dopoguerra ker (sporti) vetrati, portici e merlature. Di grande importanza La guerra congelò tutto e causò l’abbandono e il deperimento storica e artistica, sono il battistero di S. Giovanni con affreschi dell’immobile. del XII e XIV secolo e il chiostro con affreschi tardo-gotici. Al termine del primo conflitto mondiale le sezioni altoatesine Il Museo Diocesano con 70 sale di esposizione è nell’ex palazzo del DÖAV e, quindi anche quella di Bressanone, si resero indi- principe-vescovile (completo di torri), dove si possono anche pendenti e diventarono associazioni autonome. ammirare il tesoro del duomo e una splendida collezione di Le autorità italiane approvarono la loro costituzione ed il fun- presepi con circa 10 mila statuette.Interessanti sono anche il zionamento così come la registrazione del diritto di proprietà Museo della Farmacia e della Torre Bianca. dei rispettivi immobili. Nell’estate del 2008 Benedetto XVI ha scelto Bressanone per la Gradualmente ripresero le attività alpinistiche ed escursioni- sua breve vacanza. Il Papa è molto legato a Bressanone anche stiche ed i rifugi furono nuovamente aperti, riorganizzati e perché a Rasa, piccola frazione di Naz-Sciaves, quattro chi- frequentati. lometri ad nord della città, nacque, nel 1855, la sua nonna L’avvento del fascismo modificò radicalmente le cose. Con il materna Maria Tauber Peintner. decreto n. 13165 in data 3 settembre 1923 della Prefettura di Bressanone è una laboriosa città di 20 mila abitanti che ha Trento, fu disposto lo scioglimento di tutte le sezioni altoate- conosciuto una grande crescita turistica; sono molto sviluppati sine dell’Alpenverein. I beni di proprietà furono confiscati e anche il commercio l’industria, l’artigianato e l’agricoltura. passati alle nascenti sezioni del Club Alpino Italiano. Il sindaco di Bressanone, Roman Schwaighofer, in un accorato appello alla Regia Prefettura di Trento chiese che i tre rifugi Plosehütte: costruzione e primo ampliamento della disciolta Sezione fossero passati in proprietà al Comune. La Sezione di Bressanone del DÖAV nacque il 24 settembre 1875 Dopo 15 giorni il sotto-prefetto Gottardi comunicò che l’espo- per iniziativa di Hans Heiss e il primo presidente fu il notaio sto non poteva essere accolto. Ferdinand Hechenberger. Nel 1973 i beni incamerati furono risarciti dallo Stato con 600 L’assemblea del 24 maggio 1884 elesse il farmacista Ignaz Peer, milioni di lire. In precedenza, durante le trattative per le modi- terzo presidente in sostituzione dell’ing. Johan Merkel, approvò fiche dello Statuto del Trentino – Alto Adige, era stato chiesto la costruzione del Rifugio Plose nonché l’acquisto del terreno all’Alpenverein Südtirol se desiderava riavere i rifugi confisca- necessario. ti, oppure un indennizzo. Fu scelta la seconda soluzione. » rifugi 1 | 2011 30

2» La terrazza del Rifugio // 3» Il Rifugio d'estate

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2 Secondo ampliamento del rifugio e ristruttu- razione Con grande impegno finanziario e organizzativo, nei primi anni 1960, la Sezione deliberò un importante ampliamento Il CAI Bressanone della struttura. Numerosi erano i contrari ad una così grande Mentre la Sezione di Bolzano era stata fondata già nel 1921, le spesa, tutti però concordavano che la piccola struttura era as- sezioni di Bressanone, Merano e Brunico furono costituite nel solutamente inadeguata alle necessità legate alla futura stazio- 1923 e i rispettivi soci tesserati dal 1924, quando il Club Alpino ne sciistica. Si decise quindi la grande impresa. Italiano annoverava 71 sezioni e 33.769 soci. Il progetto fu redatto dal geom. Vittorio De Paola, vecchio socio Nella seduta del 12 gennaio 1924 il consiglio nazionale del molto attivo. CAI, deliberò di aggiungere in calce a ciascun regolamento del- Di dimensioni quasi triplicate, nella primavera del 1964, il nuo- le sezioni altoatesine una nota “ con la quale vengono categori- vo Rifugio fu ultimato. camente riservati alla sede centrale ampi poteri per il caso esse Contemporaneamente all’inaugurazione degli impianti di risa- avessero in ogni futuro tempo a deviare da un’attività o anche lita della società Funivia Plose, anche il nostro bel complesso da un indirizzo indiscutibilmente nazionali”. fu inaugurato con una solenne cerimonia. Pur con questa speciale tutela, mal digerita, ma mai utilizzata, il CAI Bressanone seppe galvanizzare i cittadini di Bressanone Dal 1994 al 2005, anche grazie ai sostanziosi contributi pubbli- con i propri ideali e la passione per la montagna e la natura e ci, il Rifugio è stato gradualmente e integralmente ristrutturato attirò numerosi iscritti anche di lingua tedesca. Il primo presi- in ogni sua parte, seguendo un elenco delle priorità. Dopo il dente fu l’avvocato Augusto Cesa Bianchi, di origine milanese, rifacimento del tetto e la coibentazione esterna a “cappotto”, alpinista amante della montagna e dell’Alto Adige che conosce- sono stati rifatti la scala interna con potenziamento dei servizi va e frequentava anche prima dell’annessione all’Italia. igienici, la cucina, compreso il mobilio di acciaio, gli impianti La Sezione ebbe in proprietà il Rifugio Plose cui fu successiva- di riscaldamento ed elettrico, la gabbia parafulmine e l’allac- mente attribuito il nome di Città di Bressanone alla Plose e due ciamento alla fognatura comunale, nel frattempo realizzata. piccoli rifugi Bressanone e Lago Pausa. Gli interni sono stati poi ristrutturati e adeguati alle norme La gestione fu affidata ad Obexer di Eores di cui non si conosce di sicurezza antinfortunistiche, antincendio e sanitarie. Sono il nome. stati, infine, rinnovati il bar, la sala pranzo, le camere, qua- Nel 1929 gli succedette la guida alpina Beniamino Vallazza, già si tutti gli arredi del complesso, ampliata la terrazza e rifatto gestore del Rifugio Chiusa e Corno al Renon e dal 1936 il figlio l’acquedotto Carlo fino al 1945. Il grande impegno finanziario e organizzativo della Sezione Dal settembre 1943 al 1945 l’immobile fu requisito dai reparti ha dato i suoi frutti e il complesso è ora bello, accogliente e nazisti. funzionale. LA RIVISTA 1 | 2011 31

4» P. De Zolt e G. Peluso, presidente e vicepresidente del CAI Bressanone premiano una giovane amante della montagna

parteciparono oltre 50 ragazzi. Durante la manifestazione il soccorso alpino della Sezione, diretto da Silvano Zucchelli, si esibì in una bella e complessa esercitazione. Al raduno, che registrò un numero particolarmente elevato di partecipanti, erano presenti alcune autorità. Tra queste è da ricordare il vi- cesindaco di Bressanone Dario Stablum e, naturalmente, Ful- vio Gramegna e Vinicio Sarti, presidenti rispettivamente, del- la commissione di alpinismo giovanile centrale e regionale. Il Rifugio è molto frequentato in ogni periodo dell’anno an- che grazie all’ottima cucina. D’inverno affluiscono gli sciatori che praticano la discesa e il fondo, gli scialpinisti, gli appas- sionati dello snowboard e dello slittino. D’estate numerosi sono gli alpinisti e gli escursionisti che, a coppie o a gruppi, percorrono le alte vie che passano dal Rifugio, per ammirare i panorami sempre belli e diversi, per osservare i fiori, gli alberi e gli animali e per bearsi al sole e all’aria ancora incontami- nata delle nostre incantevoli Dolomiti, patrimonio naturale 4 dell’umanità dal 26 giugno 2009. «

A questo punto reputo necessario rendere omaggio a tutti i » Notizie pratiche gestori i quali, oltre che svolgere un’attività imprenditoria- le difficile e impegnativa, offrono aiuto, soccorso e consigli, RECAPITI - Tel/Fax Rifugio 0472521333; Tel. Gestore controllano il territorio dal punto di vista ecologico e della 3488900919 sentieristica e rappresentano la Sezione ed il sodalizio agli www.plosehuette.com; mail to: [email protected] occhi di tutti. Ecco i nomi di quelli noti e non citati in pre- ACCESSI - Da Bressanone in 4,5 ore (segnavia 4); da Bres- cedenza: Vallazza Edith con Zorzi Bruno, Furlan Hans, Ra- sanone seguendo il sentiero n. 6, 5 ore; da S. Andrea in 3 ore moser Franz, Nardin Giuseppe, Plankesteiner Hartman, Parisi (segnavia 4); da Vacroce in 1,5 ore (segnavia 4 alta via n. 2). Marcello con Irsara Otto Schlemmer Walter, Obexer Josef, TRAVERSATE - Dal Rifugio Genova al Passo Poma in 4 ore Schlemmer Alex e Kircher Stefan. (alta via n. 2 e 8). Riporto, infine, i nomi noti degli ispettori sezionali: Cestari ASCENSIONI - Sass Putia su sentiero parzialmente attrezza- Italo, Zanesco Marco, Titton Franco, Giuseppe Alfieri e Gelio to, in 7-8 ore (andata e ritorno). Gianpietro LE ALTE VIE L’alta via di Bressanone: partenza da Valcroce, segnavia 30 fino a rif. Malga Buoi, segnavia 6 fino al rif. Plose indi discesa Frequenza e manifestazioni a Valcroce seguendo il sentiero n. 3, in 5 ore. Numerose e molto frequenti sono state le manifestazioni L’alta via dei Cirmoli: partenza da Valcroce, seguire il segna- svolte al Rifugio, anche perché si presta in modo particolare, via 30 fino a Malga Buoi e ritorno in 3 o 4 ore. tenuto conto della relativa vicinanza alla città. La struttura L’alta via delle Tre Cime: partenza da Valcroce sentiero n. 3, ricettiva, inoltre, può essere raggiunta su itinerari diversi e al rif. Plose, piccola deviazione al M. Telegrafo, e poi con il di diversa durata; un’ora e mezza da Valcroce dove c’è il par- sentiero n. 7 al M. Forca Grande q. 2575 e ritorno a Valcroce cheggio anche per gli autobus, tre ore da S. Andrea e in poco in 4 o 5 ore più di 4 ore da Bressanone. Infine è possibile e agevole salire L’alta via delle Dolomiti n. 2 (delle leggende) ha inizio a con la bicicletta da montagna. Bressanone e termine a Feltre. È suddivisa in tappe (da 13 a Ogni anno dal 1931 si celebra la sagra della Plose. Il program- 16) e comprende numerose varianti. ma spazia dalle gare di tiro alla fune a squadre, alla corsa con L’alta via n. 8 delle Dolomiti inizia a Bressanone e termina i sacchi, alla lotteria e, naturalmente, all’immancabile casta- a Salorno. È suddivisa in 10/14 tappe e comprende alcune gnata. varianti.Fino al Rifugio Genova coincide con la n. 2. Tra le maggiori manifestazioni effettuate di recente, ricordo CARTOGRAFIA - Kompass n. 56 Bressanone. il raduno regionale di alpinismo giovanile del 1990, orga- BIBLIOGRAFIA - Ed. Sez. Bressanone del CAI AA: Montagne nizzato in massima parte da Gianpietro Gelio. Era in palio il senza confini di Fausto Ruggera, 1994. trofeo Miglioranza e venne indetta una gara di disegno cui » materiali 1 | 2011 32

Emanuele Pellizzari - CAI Castelfranco Veneto - BMC (British Mountaineering Council) membro onorario come funzionano i Bloccanti Assisiti i test del centro studi materiali e tecniche (csmt)

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ono recentemente apparsi nuovi freni, erroneamen- Un cenno alla certificazione europea te definiti “semi-automatici”. A questa denominazione (marchio CE) s - semi-automatic braking devices - si è recentemente La norma europea per assisted locking braking devices esiste sostituita, a livello UIAA - CEN, l’espressione “assisted locking soltanto come bozza; dopo una discussione internazionale, la braking devices”. sua versione definitiva verrà probabilmente pubblicata all’ini- Questa espressione, che si potrebbe tradurre con “bloccante zio del 2011. assistito”, nasce dal fatto che, a detta degli stessi produttori, Dopo tale data questi freni dovranno obbligatoriamente soddi- questi assicuratori-bloccanti non sono automatici, ma necessi- sfare tale norma ed essere marchiati col logo CE, che significa tano di un intervento umano per il loro funzionamento. Conforme alle Esigenze (delle Direttive Europee). In attesa che vengano pubblicate le relative norme e gli studi Fino a tale data, esiste una possibilità di marchiare “CE” un at- effettuati dal nostro Club Alpino, ho ritenuto opportuno effet- trezzo di questo genere usando una procedura valida per il sin- tuare dei test che mettessero in evidenza alcuni aspetti impor- golo tipo: il costruttore presenta ad un “organismo certificato- tanti della funzionalità di questi freni, soprattutto per attirare re”, riconosciuto a livello europeo (notified body), un “annesso l’attenzione degli arrampicatori sulla forte dipendenza del loro tecnico” che ne descrive le caratteristiche. Se queste vengono comportamento dalle caratteristiche della corda usata. ritenute tali da rispondere alle Direttive Europee, il costruttore Poiché questo aspetto del comportamento di questi “bloccanti viene autorizzato ad apporre sul prodotto il marchio CE. assistiti”, in particolare dello scorrimento della corda durante Perché alcune ditte hanno utilizzato questo sistema? Perché il il frenamento, è caratteristico di tutti i freni, mi limito qui ad logo CE (anche se non è per il momento richiesto dalla legge) un tipo particolarmente significativo, il CINCH della TRANGO garantisce uno standard qualitativo, rende il prodotto più ap- (Fig.1), confrontandolo col capostipite di questa categoria: il petibile al consumatore finale e, in buona parte, diminuisce la GriGri della Petzl (Fig.2). responsabilità del venditore. LA RIVISTA 1 | 2011 33

Nota: Le prove qui descritte seguono con buona approssima- zione due delle procedure che sono state discusse per la norma europea. Si sono svolte a Padova, alla Torre della Commissione (ora Centro Studi) Materiali e Tecniche del CAI. Le opinioni qui espresse sono quelle dell’autore dell'articolo.

I test È stata eseguita la simulazione di più voli con Fattore di Caduta 1 e 2 (nel seguito FC), senza alcun intervento umano sul freno. Il FC 2 simula la peggiore caduta ammissibile ed il FC 1 ipotizza la 3 peggiore caduta possibile su un mono-tiro di arrampicata sportiva. È doveroso precisare che questo termine viene qui usato nel modo usuale, che però è scorretto. Il fattore di caduta (rapporto fra altez- za del volo libero e lunghezza di corda disponibile) è il parametro fisico che (oltre alle caratteristiche della coda e al valore della massa che cade) determina il valore della forza di arresto nel caso di caduta verticale senza rinvii e corda bloccata (senza scorrimen- to). Qui tale rapporto si utilizza semplicemente per descrivere la geometria dell’evento. Per questo motivo il CSMT suggerisce di usare per questo scopo il termine “fattore di caduta geometrico”. Nel caso FC1 il freno si trovava 1.30 m sotto un rinvio, al di là del quale la massa, sollevata di 1.30 m sopra il rinvio, cadeva libera- mente (per 2.60 m). Nel caso FC2 non c’era rinvio, e la caduta della massa (1.30 + 1.30 m) veniva sostenuta direttamente dal freno.

Per evitare che le diverse capacità e sensibilità degli assicurato- ri falsassero i test, abbiamo eliminato ogni forma di intervento manuale (come d’altra parte previsto dalle norme in gestazione). L’attrezzo è stato messo in posizione e fissato con un moschet- tone senza che il capo libero della corda fosse trattenuto; tra un 4 test ed un altro si è lasciato trascorrere un tempo di 3 minuti per consentire un minimo di “recupero” dell’elasticità della corda. È doveroso osservare che il manuale d’uso dei due attrezzi prevede Considerazione sui test sempre, nell’uso pratico, la trattenuta del lato libero della corda. È Nelle prove effettuate (vedere tabella p. 35) i bloccanti in esame fondamentale perciò che l’utilizzatore tenga, sempre, la mano sul hanno arrestato ogni caduta senza l’intervento umano. Addirittura ramo di corda entrante nel freno. nei test con le mezze corde di diametro 9 mm, hanno bloccato voli Il funzionamento degli attrezzi è tutto sommato semplice e para- anche a FC 2, pur se con scorrimenti fortemente crescenti al dimi- gonabile: si tratta di una camma che ruotando, stringe la corda nuire del diametro della corda. Ciò non significa che i bloccanti effettuando un’azione frenante (Fig. 3 e 4). sono perfetti; significa che senza nessun intervento, con picchi Nel GriGri la presenza di una molla fa si che la camma si sbloc- di forza elevati, sono in grado di bloccare una caduta anche con chi automaticamente se non è sollecitata; nel Cinch la molla non diametri di corda inferiori a quelli consigliati dai produttori. c’è ed è perciò necessario un intervento manuale per sbloccare Indichiamo con FM la forza massima sviluppata durante il fre- l’attrezzo. La forma delle camme è diversa, come pure il loro siste- namento. Nei diametri grossi, lo scorrimento è minimo, da cui si ma di azionamento. Il GriGri ha un eccentrico che ruota e stringe evince che la FM generata è elevata. la corda, mentre il Cinch ha una flangia più grande, anche con Si noti però che FM non è la forza di arresto, perché non si verifica mansione di carter di contenimento della corda, che esercita la alla fine della corsa. funzione frenante. Maggiore è la FM, più grande è la sollecitazione per la corda, Per dare maggiore valenza ed interesse ai test si è preso in esame la catena di assicurazione e l’arrampicatore ma, ovviamente, ne un campione vario di corde. Sono state utilizzate due mezze corde consegue una caduta minore; l’inverso accade nel caso di FM in- (usate come corda singola) e quattro diverse corde singole, con feriore. Considerando nei test realizzati l’allungamento e lo scor- diametri, tra 9 e 11 mm, che comprendono gli estremi dei prodotti rimento della corda nell’attrezzo, lo scalatore avrebbe toccato, in ora in commercio. Si noti che non sono stati rispettati i vincoli alcuni casi, il suolo con energia ancora da dissipare. Ricordiamo che il costruttore impone per il minimo diametro utilizzabile con che le cadute con FC 2 (soprattutto) e FC 1 sono, anche con i mo- lo strumento. derni materiali, prove molto gravose per la catena di assicurazio- Questo perché, ripeto, lo scopo di questo articolo è soltanto quello ne, tanto da causare nei due bloccanti, alla fine dei test, modifiche di mostrare la forte dipendenza dello scorrimento dal diametro e strutturali; gli attrezzi erano comunque ancora funzionanti ma un dal tipo di corda. lasco eccessivo nell’assemblaggio e leggere disassature ne hanno » materiali 1 | 2011 34

5 6 sconsigliato un ulteriore impiego (Fig. 5). minori, con scorrimenti maggiori. Da notare (vedere Grafico 1 e Sempre riguardo a tali attrezzi non vi sono garanzie nel caso di 2) come il picco di forza generato sulla medesima corda sia di tipo un loro scorretto impiego e soprattutto che - con fattori di caduta diverso, con il Cinch che presenta un’entrata più tarda e lenta, lad- molto bassi, su diametri sottili di corde - siano efficaci anche sen- dove il GriGri evidenzia invece un’entrata più brusca (nei grafici za l’intervento umano. Minore è il FC, maggiore paradossalmente sono rappresentate le registrazioni delle varie cadute eseguite nei deve essere l’intervento umano per iniziare l’innesco del freno. test esposti nella tabella). Inoltre, dall’esame dei segni lasciati sulla Regola: mettere sempre la mano sul lato libero della corda e te- corda, il Cinch denota una frenata omogenea, mentre il GriGri agi- nerla sempre. sce più a scatti. Ciò è presumibilmente dovuto al fatto che il GriGri Al calare di un 10% del diametro, si notano scorrimenti superiori ha una molla che stacca - attacca l’innesco della camma; questa del 100%, o più. Questo dato porta a riflettere in quanto eviden- amplifica i naturali “micro rimbalzi” che si generano con le vibra- zia che, anche con differenze apparentemente piccole nei diame- zioni dovute allo scorrimento della corda nell’attrezzo. Il Cinch, tri delle corde (ad esempio, tra 9,4 e 9,7 mm), il risultato pratico che sostanzialmente ha minori attriti della corda al suo interno, ha di scorrimento è sostanzialmente diverso. Inoltre, dati alla mano, bisogno di più scorrimento per iniziare la presa; ciò si rileva anche il trattamento superficiale delle corde (comunemente chiamato dai segni evidenti generati sulla corda nell’azione frenante (Fig. 6). “dry”, che ha una durata nel tempo limitata) cambia in manie- Come già detto prima, la differenza è più evidente con corde di ra molto significativa i risultati. All’interno della stessa casa - la diametro sottile, in quanto con quelle più “grosse” lo scorrimento Beal ad esempio - una mezza corda di diametro 9 mm, con un è minimo. In particolare il Cinch impiegato su corde di diametro trattamento di un tipo, ha generato uno scorrimento decisamente sottile genera un andamento frenante paragonabile a quello del inferiore a quello con una corda singola di diametro 9,1 mm, con mezzo barcaiolo. Ovviamente un bloccante in sosta presta, teori- un “dry” più “evoluto”: la logica ed il diametro avrebbero invece camente, sempre risultati uguali, mentre chi assicura dà prestazio- suggerito un dato diverso. Ciò significa che sia il diametro che il ni diverse a seconda delle sue capacità e attenzione. suo trattamento superficiale sono i fattori principali dello scorri- È abbastanza simile infine, tra i diversi modelli di corda utilizzati, mento della corda nell’attrezzo, ovvero della forza massima gene- la differenza percentuale, nei valori di FM e di scorrimento, tra rata. In particolare ciò è molto evidente con corde nuove, quando Cinch e GriGri. In altri termini, i due bloccanti digeriscono allo il trattamento è ancora presente. stesso modo i diversi modelli di corda ed i loro trattamenti “dry”. Pertanto, più sottili sono i diametri impiegati, minori risultano le Si evince quindi che una corda difficile da gestire con un freno forze generate e maggiori gli scorrimenti; all’atto pratico ciò pre- rimarrà difficile da gestire anche con l’altro. sume, soprattutto, la richiesta di una maggiore attenzione. A corde di marca diversa e/o a trattamenti differenti, corrispondono risul- Conclusioni e consigli per l’uso tati significativamente diversi; perciò ogni accoppiata corda-freno I moderni bloccanti rappresentano senza dubbio un efficace aiuto ha una dinamica non direttamente confrontabile con prodotti di nell’assicurazione. Con corde di diametro grosso si consiglia un diametro uguale. utilizzo (come del resto evidenziato sui relativi manuali d’uso e Se si considerasse un intervento umano con una trattenuta an- manutenzione) solo su protezioni solide, in quanto la frenata è che minima del capo libero della corda, con diametri maggiori di di tipo “statico” e genera forze di arresto elevate; con diametri 10 mm, lo scorrimento sarebbe praticamente nullo; con diametri sottili i bloccanti generano picchi di FM paragonabili ai sistemi sottili esso sarebbe comunque minore, con conseguenti notevoli di assicurazione dove si impiegano il tuber (secchiello) o il mezzo variazioni delle FM. Con diametri superiori ai 10 mm e con FC 2, barcaiolo. ed in parte anche con FC 1, la FM rimane elevata (attrezzi quin- Va inoltre sempre ricordato che, pur essendo attendibile che i bloc- di sconsigliati per l’utilizzo con protezioni di dubbia tenuta); con canti frenino in maniera semi automatica le cadute, bisogna co- diametri inferiori le FM sono relativamente basse tanto da rendere munque preventivare scorrimenti superiori ai 30-50 cm anche se gli attrezzi entrambi validi, quantomeno “sulla carta”, per l’assicu- si tiene in mano il lato libero della corda; uno scorrimento tale è razione anche con protezioni in parte “deboli”. sufficiente a provocare scottature sulla pelle per cui è opportuno Per quanto riguarda le differenze fra i bloccanti, il Cinch (che l’uso di guanti. nasce come progetto dopo il GriGri) ha generato forze massime Recenti indagini di mercato hanno evidenziato una tendenza LA RIVISTA 1 | 2011 35

Grafico Generale oramai diffusa al calo dei diametri delle corde vendute. Contra- riamente a quanto indicato sui manuali di uso e manutenzione dei bloccanti, non si può assolutamente asserire che un attrezzo di un tipo funzioni sempre bene con lo stesso diametro; infatti, come abbiamo già esposto, anche il trattamento superficiale della corda può cambiare significativamente il risultato finale. Mai, più che in questo caso, ogni accoppiata corda - attrezzo rappresenta una storia a sè. «

Ringraziamenti Forza di Arresto (FA) L’autore rivolge un cordiale ringraziamento a Giuliano Bressan (CSMT, CAI) e Sandro Bavaresco per la collaborazione tecnica. Nota alla Tabella

Per valenza statistica si sono fatte più prove sul Cinch, in quanto Tempo di freantura lo studio delle sue caratteristiche era inferiore, rispetto al GriGri. A Note al Grafico A Millet Magma 9,4 FC1 e FC2 Il grafico rappresenta le differenti FM, nonché i disuguali tempi di frenatura dei diversi diametri di corde prese in esame - i punti di partenza delle curve sono stati arbitrariamente modificati, per migliorare la “leggibilità” (in sostanza per evitare sovrapposizioni). Come si nota, minore è il diametro della corda, minore risulta la FM e maggiore il tempo di frenatura. Una minore FM abbinata a un lungo tempo di frenatura determinano il “comfort” della ca- duta; cadute con FM elevata e tempi brevi di frenatura (ovvero

caduta assicurata “secca”), sono stressanti per climber e materiale. Forza Arresto Note al Grafico B Il grafico fa risaltare in maniera più evidente le differenze - tra i picchi ed i diversi tempi di assorbimento della FM - che si gene- rano con FC diversi su una corda; nell’esempio considerato: corda Millet Magma (diametro 9,4 mm) con il Cinch. Tempo di frenatura B

CINCH CINCH CINCH CINCH GRIGRI GRIGRI Omologazione FM scorrimento FM scorrimento FM scorrimento Tipo Corda Corda FC 1 FC 1 FC2 FC 2 FC 2 FC 2 Beal Verdon - 9 mm Mezza 540 61 194 185 283 142 493 73 162 279 242 169 451 89 153 372 Mammut - 10.2 mm Singola 852 60 852 60 657 33 924 40 924 40 954 60 Mammut Universe - 9 mm Mezza 609 36 236 151 340 124 603 48 197 205 554 57 202 240 Mammut Flash - 10.5 mm Singola 889 50 490 38 595 33 913 30 499 44 938 30 Beal Joker - 9.1 mm Singola e Mezza 395 112 148 332 222 190 390 122 132 420 354 143 147 350 Millet Magma - 9.4 mm Singola 494 71 200 196 276 103 561 80 199 204 342 141 550 77 173 233 Beal - 10 mm (Petzl) Singola 400 40 Beal - 10,5 mm (Petzl) Singola 500 30 Beal - 11 mm (Petzl) Singola 550 20 » natura 1 | 2011 36

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ORSO BRUNO il ritorno del grande plantigrado sulle alpi testo DEL Dott. Luca Pellicioli - Medico Veterinario - Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. FOTO DI ERALDO MERALDI

n ambito faunistico il ritorno dei grandi predatori naturali sinergia dal Parco Naturale Adamello Brenta, Provincia Auto- sulle Alpi è un tema particolarmente attuale ed affascinante noma di Trento e Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (oggi isotto il profilo naturalistico. ISPRA), finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi Relativamente all’orso bruno (Ursus arctos), va considerato che nelle Alpi Centrali. Il progetto ha previsto il rilascio di 10 indivi- sulle Alpi agli inizi degli anni '90 la situazione demografica re- dui subadulti (7 femmine e 3 maschi) provenienti dalla Slovenia lativa a tale specie era piuttosto critica. Infatti sull’intero arco meridionale che dopo esser stati catturati mediante telesedazione alpino erano rimasti solo una piccola popolazione autoctona di farmacologica, sono stati liberati nel periodo 1999-2002. 4-5 orsi localizzata nell’area Trentina (dove l’orso storicamente Attualmente a distanza di ormai 10 anni dall’avvio del progetto non è mai del tutto scomparso) e quindi si poteva considerare la la popolazione di orso bruno nell’area Trentina si è consolidata popolazione di orsi sull’orlo dell’estinzione. e, come indicato nell’ultimo “Rapporto Orso” in Italia si stima la Questa situazione ha stimolato a pianificare e successivamente presenza di 25/30 esemplari localizzati nell’area centro-orientale avviare concretamente, un’operazione di reintroduzione dell’or- delle Alpi ai quali si deve aggiungere la popolazione di Orso so bruno al fine di evitare la perdita di un’importante specie fau- marsicano (Ursus arctos marsicanu) rappresentata da circa 50 nistica che nel corso dei secoli ha caratterizzato in modo impor- esemplari che vivono nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo tante la biodiversità delle Alpi. Nasce così nel 1999, attraverso Lazio e Molise. un finanziamento Europeo, il progetto “Life Ursus” realizzato in Questi esemplari, soprattutto quelli più giovani, tendono a LA RIVISTA 1 | 2011 37

» ORSO e NORMATIVA L’orso bruno (Ursus arctos) è una specie protetta ai sensi sia della normativa Internazionale (Al- legato II della Convenzione di Berna del 1979 e allegato IV della Direttiva Habitat 92/43CEE), sia dalla normativa Nazionale (Legge Nazionale 157 del 1992 e D.P.R. 357 del 1997 in attuazione della citata Direttiva Habitat). Tutte le indicazioni relative alle azioni da intra- prendere in caso di presenza di Orsi sul territorio sono contenuti all’interno del Piano di Azione In- terregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE), redatto dalla Provincia Autonoma di Trento del 2007, ed in seguito nel Maggio 2008 formalmente adot- tato anche dalla Regione Lombardia. Il PACOBA- CE contiene anche tutte le indicazioni tecniche, scientifiche ed operative per la classificazioni de- gli esemplari di orsi come “problematici”, “perico- losi” e la “situazione critica”. 3

1/2» Impronte di orso bruno nella neve // 3» Un orso viene rimesso inlibertà. Foto©Archivio Servizio Foreste e spostarsi nel tentativo di colonizzare nuove aree adiacenti. A Fauna Provincia Autonoma Trento tal proposito, a titolo esemplificativo, nel maggio 2008 uno di questi esemplari, in seguito classificato come JJ5 (ovvero quinto figlio della coppia di orsi Jurka e Joze) ha raggiunto le Alpi Oro- bie Bergamasche dalle quali mancava da oltre un secolo. Sono » CARATTERISTICHE BIOLOGICHE seguiti altri esemplari come nelle zone dell’alto Garda Bresciano DELL’ORSO BRUNO o nelle zone valtellinese. Una situazione demografica in conti- L’orso bruno è un mammifero plantigrado, carnivoro e nuo movimento indice di un dinamismo della specie. monogastrico anche se dal punto di vista alimentare è A livello generale il ritorno dell’orso in zone alpine dove man- generalmente considerato un “onnivoro opportunista”. cava da decenni rappresenta un evento di grande fascino sotto il Si nutre prevalentemente di vegetali (piante erbacee, profilo naturalistico ed anche un fenomeno che risveglia grande frutti secchi, germogli), insetti, micro mammiferi trova- curiosità e dibattiti all’interno delle comunità alpine. ti morti, ruminanti domestici (prevalentemente ovini) ed Appare comunque indiscutibile che il ritorno dei grandi predato- anche ungulati selvatici ritrovati morti sul territorio. ri sulle Alpi, se correttamente gestito dagli organi competenti, è L’orso è un animale solitario a vita crepuscolare-notturna, un elemento di grande fascino dal punto di vista conservazioni- in natura vive mediamente 25-30 anni raggiungendo la stico in relazione alla capacità di questi animali di caratterizzare maturità sessuale intorno al 4°-5° anno di vita. in modo importante la biodiversità di un’area alpina. « Il periodo degli amori avviene tra il mese di Maggio e Giugno ed il parto è contraddistinto dalla nascita di 2-3 piccoli durante i mesi di Gennaio-Febbraio quando l’orsa è ancora nella tana. Alla nascita i piccoli pesano intorno ai 500 grammi per poi raggiungere nell’età adulta pesi considerevoli di circa 180-200 Kg nei maschi e 130-150 Kg nelle femmine. L’orso in inverno possiede un comportamento caratteri- stico che è la cosiddetta “ibernazione”, una riduzione sta- gionale specializzata del metabolismo che generalmente inizia a Novembre e termina a fine Febbraio - inizio Mar- zo. Durante l’ibernazione, che avviene all’interno di cavità naturali, l’orso subisce modificazioni fisiologiche impor- tanti come la riduzione della temperatura corporea e dei ritmi circadiani (frequenza cardiaca e respiratoria) oltre ad una considerevole perdita di peso. 2 6 | 2010 38

Raccontare l'altra scienza la base artica del cnr – dirigibile italia, sulle isole svalbard TESTO E FOTO DI JACOPO PASOTTI

Superate le difficoltà organizzative, risolto il cruccio degli sponsor (fondamentali per poter raggiungere i luoghi di indagine, dopo aver faticato per comprendere il cuore tecnico delle ricerche ed essere stato all'erta per captare il risvolto umano di questi progetti, eccomi con il solito dubbio (annidato da tempo, ne sono sicuro, in qualche meandro dell'ipotalamo): ma c'è spazio per raccontare questa scienza, quella che io definisco “altra scienza"? Non è vero che la scienza di qualità non approda sui media, è un cliché. Gran parte di essa però non soddisfa i requisiti necces- sari per emergere dalla melassa ribollente delle informazioni che gareggiano per attrarre l'attenzione dei media. Tv, radio e gior- nali cercano nelle ricerche scientifiche solo risultati straordinari, in grado di capovolgere le convinzioni precedenti; chiedono alla scienza di risolvere un problema tangibile ed immediato, o meglio ancora cercano argomenti che “colpiscano” il pubblico. La maggior parte della scienza non è così, ma ha lo status di “altra scienza": quella in divenire è volta a comprendere fenome- ni complessi e che nel caso delle scienze naturali sono anche in continuo mutamento. È una ricerca che richiede investimenti impegnativi, tempi lunghi, e che di fronte a sè ha una selva di questioni aperte che a volte si chiudono, a volte no (o addirittura spalancano una selva di nuovi quesiti da affrontare). Niente scandali, niente rivelazioni shock. È il caso dell'Artico, o dell’Antartico, o dell'Himalaya, gli avamposti delle scienze naturali del CNR. Luoghi remoti, scomodi, co- stosi, dove si concentra una scienza di altissima qualità pur trovandosi spesso nello status di "altra scienza": ancora in divenire. Insomma, credo di sì: c’è spazio per raccontare l’“altra scienza”, esperimenti e studi compiuti da uomini e donne che condivi- dono lo spirito di molti dei lettori della Rivista: la premura di conoscere forze e debolezze del sistema naturale in cui viviamo, unita ad una sana, profonda, coinvolgente curiosità. Come quella che si respira nei corridoi della Base Artica del CNR-Dirigibile Italia, fotografata in queste immagini. « LA RIVISTA 6 | 2010 39

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3 1» Acque gelide e poco vento: situa- zione frequente nel mare di Barents // 2» Osservatorio di geodesia di precisio- ne a Ny-Ålesund. La stazione è parte di un network interna- zionale che misura con precisione mil- limetrica i movi- menti delle placche continentali // 3» Panoramica del golfo del Re alle Spitzbergen 1 | 2011 40

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4» Barentsburg, relitto di un paese 9 minerario in pieno stile ex-sovietico // 5» L'atmosfera autunnale avvolge una tipica abitazione tipica di Ny- Ålesund // 6» La prima neve invernale ricopre alcune vecchie abitazioni di Ny-Ålesund // 7» L'antennone climatico del CNR, 30 metri di strumenti tecnologici per comprendere come varia il clima alle alte latitudini del nostro emisfero // 8» Aria tersa ed un tramonto interminabile nel golfo del Re // 9» Panoramica serale su Ny-Ålesund, dal tetto della base scientifica tedesca dell'Alfred Wegener Institute 1 | 2011 42

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10» Escursione nella tundra artica nei pressi di Longybearn. Il fucile è d'obbligo. come difesa da un eventuale attacco di un orso polare // 11» Panoramica sulle Tre Corone (Tre Kro- ner), nel golfo del Re // 12» La Base Italiana "Dirigibile Italia" del CNR, in veste serale // 13» Jacopo Pasotti

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» JACOPO PASOTTI Ha studiato Geologia, dopo dieci anni di esperienze in ambito accademico (dissesto idrogeologico in Italia, desertificazione in Israele, geomorfologia in Romania) ha deciso di dedicarsi alla comunicazione scientifica e al giornalismo.I suoi contri- buti appaiono su diversi media italiani e stranieri. Appassionato di alpinismo, scialpinismo ed arrampicata, quando non è in montagna o con la famiglia, lo trovate all'inseguimento di ricercatori e ricercatrici, che cerca di per- suadere dell'importanza di comunicare i propri risultati. » il giornalista 1 | 2011 44

Testo di stefano aurighi - illustrazione di Remo Wolf ecco perchè scompare l'editoria di montagna leonardo bizzaro ci parla della sua idea di montagna

Partiamo con un indovinello: "Montagna assassina". Chi scrive così? «Se vuol farmi rispondere “i quotidiani", il mio compreso, lo fac- cio senza problemi. Ma non mi impicco a un aggettivo: la mon- tagna non è un killer, come si accalorava a scrivere Hervieu nel 1886 in “L’Alpe homicide", ma sono convinto che sia comunque pericolosa. Chi sostiene il contrario non la conosce o ne ha fre- quentato solo i prati di fondovalle. Salvo poi svegliarsi di fronte all’imprevedibilità del rischio, in una società dove tutto dev’essere calcolato, controllato, assicurato. Messner invita a rileggere Lam- mer: bisognerebbe farlo davvero, per capire che lassù occorre fare i conti con la morte».

Altro quesito: “Pacchetto famiglia, 200 km di piste, riduzione skipass 45%, innevamento garantito 100%". Qui, invece, chi è a parlare? «Purtroppo la maggior parte degli uffici stampa dei comprensori sciistici. E noi giornalisti che per pigrizia e talvolta convenienza ci limitiamo a rovesciarne i comunicati sul giornale. Però qual- cosa sta cambiando e molte stazioni cominciano a raccontarsi in maniera più veritiera e responsabile».

Ultimo: “Tre giorni in parete, violato l'ultimo segreto della pa- » Leonardo Bizzaro rete ovest" «Vorrei rispondere che non lo so. Però se cambiamo il titolo, ri- duciamo i tre giorni a una dozzina di ore e dalla parete ovest passiamo alla est, mi viene in mente una notizia recente che mi ato a Trento nel 1958, vive da oltre vent’anni a To- ha indignato. La salita allo Jägerhorn dello scorso ottobre, nel rino dove lavora per Repubblica. Scrive di spettacoli gruppo del Rosa, al termine della quale una guida alpina valdo- eN cultura, oltre che di montagna. Sulla sua tessera Sat ci sono stana si è fatta trasportare a valle da un elicottero perché aveva 51 bollini - "mio padre era presidente della Sezione di Pergine freddo ai piedi. In una regione dove giustamente il soccorso pre- Valsugana, quando sono nato" - e frequenta vette, pareti e grotte senta il conto all’alpinista della domenica se l’intervento non è fin da bambino. Appassionato soprattutto di neve e ghiaccio, ha giustificato». salito, scendendo spesso con gli sci, montagne di mezzo mondo, dall’America settentrionale all’Africa, da Himalaya e Karakorum I media parlano ampiamente di montagna solo in questi casi: al Tien Shan. L‘ultima spedizione, in Patagonia, lo ha portato ad quando c'è una disgrazia, quando qualcuno compie imprese attraversare lo Hielo Continental Norte. Storico collaboratore del- “eroiche" e quando si aprono le stagioni turistiche. Ci sono la Rivista della Montagna e poi di Alp, è stato per vent’anni nel speranze per una narrazione più attenta all'essenza della consiglio direttivo del Filmfestival della Montagna di Trento, per montagna? il quale ha organizzato retrospettive cinematografiche e mostre. «Temo di no, per varie ragioni che vanno dalle esigenze pubbli- Ha firmato per DeAgostini "K2. Uomini, esplorazioni, imprese" citarie a un’obiettiva incapacità della stampa generalista in Italia nel cinquantenario della prima salita al secondo Ottomila e, con di comprendere che cos’è la montagna. Si aprono spazi sui quo- il fratello Bruno, la guida escursionistica "A piedi nel Trentino". tidiani solo nei tre casi di cui lei parla, è vero, ma un giornalista Collezionista di libri di montagna, ha ceduto qualche anno fa alla curioso può approfittarne per allargare il discorso, ci sono mille Biblioteca civica di Torino duemilacinquecento titoli sullo sport maniere per raccontare una disgrazia, un’impresa o l’avvio degli dello sci, dal Cinquecento agli anni Settanta. impianti. C’è un guaio peggiore: i quotidiani parlano poco e male LA RIVISTA 1 | 2011 45

di montagna ma il disinteresse e la crisi del mondo editoriale nuovi modelli di sviluppo. Perché Trento, che ha una Provincia stanno strangolando soprattutto le testate specializzate, ne sono ricca, un’università attiva ed è il simbolo di un certo modo di fare morte un paio negli ultimi due anni e le altre arrancano, mentre sci, non lancia un grande dibattito su questi temi, non diventa Internet, almeno in Italia, non è ancora riuscito a inventarsi una l’accademia del nuovo sci? Perché è più semplice e politicamente maniera davvero indipendente per trattarla. Stanno crescendo i utile distribuire contributi e permettere la costruzione di nuovi siti per scambiarsi info su itinerari e mete, ma la montagna non impianti, piuttosto che fermarsi a ragionare. Anche con la Fiat si è solo questo. I magazine oggi esistenti, di carta e online, non è fatto così e oggi ci si dispera». hanno la forza di discutere liberamente di materiali e attrezzature, né la capacità di rileggere la storia della montagna e dello sci. Ci Un altro elemento che incide sull'economia montana è lo spo- sarà un motivo se, su questi ultimi temi, è rimasto a lavorare solo polamento. E qui come ci si può muovere? un gruppo variegato che ha per motore i due bravissimi reggenti «Con i soldi, temo non ci siano altre possibilità. È irrealizzabile la della Biblioteca della Sat a Trento, Claudio Ambrosi e Riccardo ridefinizione dei confini, come vorrebbero i Comuni di montagna Decarli». che chiedono il passaggio alle autonomie del Trentino, del Sudti- rolo, della Val d’Aosta, ma dietro c’è un discorso di disagio reale. Parliamo allora dei lati “nascosti" della montagna, quelli cioè La politica però mi sembra incapace già di articolare un pensiero fuori dai picchi di visibilità del turismo: la quotidianità di chi sulla montagna, figuriamoci se sarebbe in grado di fare ancora ci vive. C'è molto da raccontare. qualche distinguo all’interno di un eventuale ragionamento. Certo «Moltissimo, senza dubbio. La montagna poverissima del Cune- non è pensabile che a distanza di pochi chilometri ci siano paesi ese contro quella straricca delle regioni autonome. Il fenomeno quasi completamente disabitati e altri ricchi come via Montena- dell’immigrazione: i cinesi nelle cave di pietra del Canavese, i poleone a Milano. Il progetto di federalismo, che peraltro mi pare pastori romeni e marocchini nei pascoli in quota, i tibetani e i sempre più lontano, avrebbe dovuto impegnarsi anche su questo». nepalesi nei rifugi. La rinascita delle piccole stazioni di sci. Ma forse ci sarebbe da raccontare proprio dei picchi di visibilità con Per ritornare invece al lato più “agonistico" dell’alpinismo, se- occhi diversi, di come sia insostenibile la pressione turistica sulle condo lei quand’è che si può davvero parlare di “eroi" senza aree attorno ai passi dolomitici, d’estate e d’inverno». timore di inflazionare questo termine? «Dicevo all’inizio che non mi faccio terrorizzare da una parola, Ci sono naturalmente anche alcuni scenari di difficoltà. Gli ef- che “montagna assassina" è un concetto sul quale è fuorvian- fetti del riscaldamento globale, ad esempio, cominciano a farsi te stracciarsi le vesti. Così “eroe". Magari non è così corretto e sentire. Brecht aveva ragione quando invidiava “i popoli che non hanno «Chi ha messo i ramponi su un ghiacciaio anche solo vent’anni fa bisogno di eroi". Noi beati non siamo e ne abbiamo bisogno. Ci e c’è tornato di recente, lo ha visto con i suoi occhi: probabilmen- servirebbe pure una stampa specializzata che non abbia remore te i ramponi non gli sono più serviti. Però chi nega quegli effetti nel denunciare certe esagerazioni e nel demolire chi invece “eroe" i ghiacciai non li frequenta. Mi sembra che però almeno questo si autodefinisce. L’interesse recente della grande editoria per la sia dato per scontato, ormai, il clima sta cambiando e occorre montagna (l’industria del libro, mentre le riviste vengono condot- farsene carico». te alla morte) non ha fatto che aggravare la situazione. Sono arri- vate in libreria autobiografie francamente imbarazzanti sull’onda Cosa succederà quando le stazioni sciistiche rimarranno senza delle ultime tragedie mediaticamente di successo. A molti lettori neve? Lei da tempo propone un nuovo modello di fruizione che poco sanno di montagna – compresa buona parte dei capo- turistica. redattori – avrebbe invece fatto un gran bene leggere un paio di «Ecco, questo è l’effetto più semplice da vedere. Però bastano volumi di cui poco si è parlato come “Oltre la montagna" di Steve due stagioni di neve abbondante per farci di nuovo dimenticare House e "Confessioni di un serial climber" di Marc Twight: duri, che stiamo sciando sull’orlo di un crepaccio. Più che proporre un cinici e sinceri fino alla provocazione». nuovo modello di fruizione turistica, sarebbe velleitario da par- te mia, ho scritto spesso e continuerò a scrivere della necessità E un alpinista-eroe italiano esiste anche oggi? di trovarlo. E del pericolo di continuare a inseguire la formu- «Non mi sembra il caso di fare classifiche o distribuire diplomi, la del carosello infinito di impianti e delle batterie di cannoni. sono un appassionato di montagna e non il giurato di un con- In Piemonte a ridare fiato alle piccole stazioni non sono state corso. Però il nome di un alpinista ce l’ho, che purtroppo se n’è le famiglie e i bambini con la slitta, ma i freerider che hanno andato pochi mesi fa. Ho conosciuto Walter Nones al campo base approfittato della scarsità di impianti e piste per scatenarsi nei del K2, ho raccontato la sua salita verso la vita assieme a Simon fuoripista, mentre i comprensori più noti lo vietavano. E Pila, Kehrer nel luglio 2008 sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat, per dirne una, ha scelto di non battere un intero versante, limi- dopo la morte del capospedizione, Karl Unterkircher. Poteva scen- tandosi a metterlo in sicurezza, per richiamare tutto un mondo dere, ascoltare chi dall’Italia gli aveva organizzato una spedizione di sciatori stanchi di curve sui tavoli da biliardo delle piste mo- di soccorso che si era trasformata in un reality. Ha rifiutato e ha derne. Il mercato dello sci ha mille sfaccettature, ma dietro c’è aperto una via meravigliosa che i soloni del “Piolet d’or" nem- ben poco lavoro di ricerca e riflessione. I grandi comprensori e meno hanno preso in considerazione. L’ha pagata, per quasi due le amministrazioni pubbliche che ne dipendono non vogliono anni ha avuto debiti da saldare e nessuno sponsor che lo aiutasse affrontare il discorso perché temono di mostrare ai clienti che a organizzare una nuova spedizione. È rimasto lo scorso ottobre hanno paura. E invece avrebbero solo vantaggi dall’identificare sulla parete sud ovest del Cho Oyu». « » progetto vetta 6 | 2010 46

di renato boschi la qualità degli itinerari SUL CONFINE TRA ITALIA E SVIZZERA, NEL VERBANO CUSIO OSSOLA a cura di progetto vetta curaa di progetto

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Se si vuole parlare di qualità non si può fare a le vie d’acqua come sviluppo del commercio, in- meno di introdurre una prima analisi storica dei contrando gli Etruschi. Nel I secolo a.C. si ha la percorsi. Terre ricche di storia come il Verbano presenza Romana in Ossola (la via romana) I ro- Cusio Ossola e specialmente l’Ossola, attraversa- mani importano la tecnica dei ponti, ma non quel- ta da antiche mulattiere che scavalcavano le Alpi la delle gallerie, quindi il tracciamento delle vie di per introdursi nel territorio elvetico ed arrivare comunicazione prevedeva l’attraversamento delle nel cuore dell’Europa. valli la dove il torrente, alla confluenza della pia- L’ultima glaciazione ha lasciato il passo alle po- na, si stringeva. L’Ossola possedeva una notevole tenti morene che hanno depositato allo sbocco importanza perché ad essa facevano capo le vie delle valli una notevole quantità di materiale dan- di comunicazione che, attraverso i passi portava- do origine alla pianura alluvionale scavata dalla no nelle regioni transalpine, collegando Oscella Toce e dai suoi affluenti che si estende piatta ed con Milano e Novara da una parte e Sedunum uniforme fino al bacino del Lago Maggiore. Con (Sion) dall’altra. Nascono le Pievi, i monasteri lo scioglimento dei ghiacciai le quantità d’acqua che posti nei punti nodali del commercio creano che scendevano dalle valli verso il Lago Maggiore una struttura difensiva e di comunicazione. Ab- erano tali da determinare un livello dell’acqua su- biamo poi l’epoca dei Longobardi e con loro si periore a quello odierno. Il percorso della Toce ve- formarono le prime opere difensive. Si ebbe poi niva deviato dalla granitica contrapposizione del la dominazione del vescovo di Novara, poi con Montorfano in direzione di Gravellona formando Federico Barbarossa si ebbero le piccole signorie alla confluenza del lago, un ampio golfo detto alpine : i Castello, i Biandrate, gli Ornavasso ed di “Stazzema”. Il lago presentava una via molto i Rodis-Baceno; vi fu l’introduzione dei Walser veloce di comunicazione, considerando anche il nelle zone alte delle valli e nelle parti strategiche tratto del fiume Ticino, navigabile in tutto il suo delle vie di comunicazioni. Poi con la signoria percorso, quindi questo golfo rappresentava un dei Visconti il territorio assunse una valenza più ottimo punto di penetrazione nelle valli Ossolane. ampia. La via Settima denominata “Francisca”, La prima popolazione nomade (gli Aagoni nella riprese il suo ruolo mercantile, vi transitavano i parte bassa verso la pianura nell’età del bronzo), pellegrini verso Roma e la Terrasanta e i mercanti si spostava, non era stabile, erano cacciatori, ri- del Nord Europa verso Genova e Venezia. Poi si cercatori di cristalli. Nel VI secolo a.C. si stanzia susseguirono le dominazioni Francese, Spagnola, nella zona una popolazione Ligure mista ai Celti Austriaca, Casa Savoia poi con l’avvento di Na- denominata Leponzi. I Leponzi adoperavano già poleone venne rafforzato l’asse Milano/Sempione comunicazione istituzionale comunicazione 6 | 2010 47

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con l’apertura nel 1805 della strada napoleonica comprende: sul versante italiano le valli Antrona attraverso il Sempione. e Bognanco, la Valle Divedro, il Parco Naturale Da tutto questo periodo ci rimangono, nonostante Veglia Devero, Domodossola e Villadossola nella i vari cambiamenti, ancora testimonianze note- parte della Valle del Toce. Sulla parte svizzera è voli di “Vie Storiche” : la “Stra Granda” che da coinvolta la Valle del Sempione, la Valle di Saas, Piedimulera sale a Macugnaga e poi attraverso il la Binntal e il Landshaftspark Binntal. Passo del Monte Moro scende in Valle di Saas. “La Il progetto intende valorizzare anche le aree parco Strada Antronesca” che da Villadossola sale ad di questo settore di confine: Antrona e poi attraverso il Passo di Saas scende a Parco Naturale Regionale Veglia Devero, pri- Saas Almagel. “La Via del Monscera” che da Do- mo parco (Alpe Veglia) istituito dalla Regione modossola sale in alta Val Bognanco ed attraver- Piemonte (quest’anno, 2011, cade il 33° anno di so il Passo del Monscera scende a Gondo e poi al istituzione). Sempione (La Via Stockalper). “La Via per il Passo Landschaftspark Binntal (VS): si tratta di un par- d’Arbola” che entra nella conca del Devero per poi co paesaggistico regionale in progetto di istitu- scendere a Binn. “La Via del Gries” via che dalla zione nei tre comuni di Grengiols, Ernen e Binn piana del Toce attraversa tutta la Valle Antigo- promosso per conservare e valorizzare il proprio rio e Formazza per poi scendere in Val Bedretto, patrimonio culturale e naturale. Il villaggio di 3 Gottardo (è la Via dello Sbrinz). Tratti di “Strada Mühlebach è il più antico nucleo abitato di case Romana” nella piana del Toce. di legno di tutta la Svizzera. Il villaggio di Binn Se si considera che dopo il modellamento dei è la capitale mineralogica del Vallese. negli ulti- 1» Creste in Val Antrona. Foto©F. ghiacciai il territorio si è coperto di una vegeta- mi anni, sono stati instaurati intensi contatti di Farioli. Foto©R. Boschi // zione varia e rigogliosa, in un tratto compreso tra collaborazione con il confinante Parco Naturale 2» Rovesca. Strada Antronesca // i 192 m del lago Maggiore ai 4633 m del Monte Veglia Devero 3» Passo Rossa. Tour dei Minerali. Rosa si hanno tutti gli aspetti morfologici e natu- Riserva Naturale della Laggintal (CH), promossa Foto©S. Pirocchi ralistici che vanno dal fondovalle alle alte quo- da Pro Natura per la protezione di una particolare te, un connubio tra natura e storia di un fascino farfalla, l’Erebia christi, in grave declino a livello particolare ed unico. Questa unicità ha portato globale, presente in questa valle, all’Alpe Veglia e all’adesione al progetto VETTA. in Valle Antrona. Questa specie è inclusa negli Al- Il territorio di confine preso in considerazione è legati II e IV della Direttiva Habitat e negli Allega- quello che va dal Passo d’Arbola (con la sua via ti II e X della Convenzione di Berna e classificata storica) al Passo di Saas (Strada Antronesca) e nella categoria Critically Endangered dall’IUCN. 6 | 2010 48

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Parco Naturale della Valle Antrona, si tratta di Simplon Fletchhorn Trekking, un itinerario un nuovo parco approvato dalla Regione Pie- transfrontaliero ad anello che offre un circuito monte e che sarà gestito dall’Ente Parco Veglia di straordinario interesse paesaggistico e cultu- Devero. rale attorno alle grandi montagne della regione: Il Sacro Monte Calvario a Domodossola, uno il “trittico del Sempione” (Weissmies, Laggin- dei Sacri Monti riconosciuti dal 2003 dall’Unesco horn, Fletschorn) e il Pizzo Andolla. Frutto di tre a cura di progetto vetta curaa di progetto come Patrimonio mondiale dell’umanità. anni di lavoro volontario da parte delle sezioni Questo comprensorio, oltre all’interesse delle isti- di Villadossola e Domodossola del CAI e della tuzioni, è caratterizzato da un tessuto associa- Walliser Wanderwege (Association Valaisanne de zionistico locale particolarmente attivo che ha Tourisme Pedestre) il circuito escursionistico è un mantenuto percorribile buona parte dei percorsi bell’esempio di collaborazione tra associazioni di ed è buona base per uno sviluppo di un turismo Italia e Svizzera. Il collegamento tra Valle Antro- di qualità incentrato su escursionismo e turismo na e Saastal avviene tramite la “Strada Antrone- didattico e culturale tramite la “messa in rete” e sca”, il tratto tra Bognanco e Zwiscbergental se- l’organizzazione delle risorse dell’intero territo- gue lo Stockalperweg, in Saastal si cammina sui rio, dal fondovalle di Domodossola ai 4000 m del sentieri dei Walser, fra villaggi dalle case di legno gruppo del Sempione. e boschi di conifere per raggiungere Gspon e Vi- Il filo conduttore che unisce il territorio è ilSen - sperterminen: attorno a questo piccolo villaggio tiero Stockalper (Stockalperweg): si tratta di un ancora abitato e collegato al fondovalle da una 5 itinerario storico nella Valle del Sempione che funivia, si incontrano i vitigni più alti d’Europa. unisce Domodossola a Briga lungo la “via del Da Gspon, camminando al cospetto delle monta- sale” fatta costruire nel XVII secolo dal Barone gne dell’Oberland, attraverso il Gebidumpass (m 6 Stockalper di Briga detto “roi du Simplon”. L’iti- 2201), l’Obers Fulmoos (m 2429) e il Bistinepass nerario in territorio italiano percorre tutta la Val (m 2417) si torna al Passo del Sempione. Su que- Bognanco lungo l’antica mulattiera che dal passo sto itinerario si creerà una sinergia tra i rifugi di del Monscera termina idealmente al Sacro Mon- Andolla e quello di Città di Novara a Cheggio in te Calvario di Domodossola, dove lo Stockalper modo da dare spazio ai “Campi scuola” univer- visse in esilio per alcuni anni, contribuendo fi- sitari dello studio della geologia di questa zona nanziariamente alla realizzazione del patrimonio inserendo pure un Itinerario Geologico delle roc- artistico del Sacro Monte. Questo percorso storico ce verdi di Cama e un aula didattica al Rifugio è promosso dalla Svizzera come percorso cultura- Andolla. le di interesse nazionale (www.itinerari-culturali. Tour dei minerali: è un trekking di sei giorni che ch). Nel 2009 e stato celebrato il 400° anno della percorre le montagne di Devero, Veglia, Sempione nascita (14 luglio 1609) del Barone Stockalper per e Binntal, attraversando una delle zone mineralo- cui nell’ambito di questo progetto si è percorso gicamente più interessanti d’Italia e Svizzera, cul- l’itinerario promovendolo fino a Domodossola minante con il Monte Cervandone dove sono stati (Briga e Domodossola sono stazioni di confine scoperti minerali insoliti ed unici ad alto conte- internazionali e punti ideali di partenza alla visita nuto di arsenico: alcuni di questi sono risultati dei territori). completamente nuovi per la scienza al momen- Questo asse ideale costituisce l’autostrada escur- to della loro scoperta. In queste rocce è possibile sionistica che consente la interconnessione di tre anche leggere nitidamente impressi i meccani- tour escursionistici transfrontalieri: smi dell’orogenesi alpina. L’approfondito studio comunicazione istituzionale comunicazione LA RIVISTA 6 | 2010 49

geologico di questa zona (dal Monte Leone fino al nell’ambito della manifestazione di Letteraltura serpentino della Punta della Rossa), affrontato a (ww.letteraltura.it). fine ‘800 per la realizzazione del tunnel del Sem- Questi itinerari uniscono i Parchi del Veglia Deve- pione, pose le basi per la teoria scientifica della ro con quello della Valle Antrona e formano un struttura geologica delle Alpi a falde sovrapposte. interessante circuito per l’analisi della morfologia Dal 23 al 25 agosto 2011 verrà inaugurato il Tour delle Alpi, valorizzando le strutture ricettive d’alta (il programma sarà sui siti www.caivilladossola. quota. net e www.parcovegliadevero.it) Da Domodossola parte l’itinerario della “Via dei Tour dell’Andolla: giro ad anello di 3 giorni in torchi e dei mulini”, percorso molto frequentato quota che percorre anche la “Ferrata del Lago”, promosso da parecchi anni dalle sezioni del C.A.I l’unica via ferrata presente nella provincia del e dal parco del Sacro Monte Calvario (www.sa- Verbano Cusio Ossola, che dal Rifugio Andolla cromontedomodossola.it) sul quale sono stati re- alizzati progetti di educazione ambientale rivolti alle scolaresche. Alla località Boschetto, si inne- sta sul percorso della “Strada Antronesca”, una delle 6 vie storiche di eccellenza nel territorio del Verbano Cusio Ossola. Percorso molto importan- te su cui da 15 anni a fine settembre si svolge una grande manifestazione che coinvolge tutta la popolazione della Valle Antrona. Lungo questo itinerario nel 2006, grazie ad un progetto realiz- zato con risorse messe a disposizione dall’Unione Europea sono stati recuperati alcuni siti di impor- tanza storica come il mulino, il torchio, il forno, e in ogni paese è stato allestito un Centro di Con- sultazione del Territorio (CCT) con la finalità di valorizzare le peculiarità del territorio in ambito agricolo, religioso, produttivo, artigianale e natu- ralistico. I CCT sono collegati con il Centro Co- ordinatore a Villadossola dove è stato recuperato l’edificio dell’ex Cinema, attrezzata una sala di Proiezione/Conferenza/VideoConferenza ed una sala espositiva flessibile con un centro multime- diale per offrire ai visitatori un'anteprima virtuale 4» Gruppo Andolla. Tour dell'Andolla. Foto©R. sulle attrattive del territorio. Boschi // Su questi due itinerari, che dovrebbero diventare 5» Sempione. Aquila Stockalper. Foto©R. Boschi // parte di un pacchetto turistico rivolto alle scuole, 6» Rifugio Andolla. Tour dell'Andolla. Foto©F. la costruzione dell’Ostello in località Boschetto Farioli (presso la struttura sede del CCT dell’area Mega- litica di Varchignoli), ed il completamento della ristrutturazione della Casa Antica Rovesca con- tribuiranno a migliorare la ricettività di valle a servizio dell'escursionismo. La filosofia di base è un nuovo approccio alla scoperta del paesaggio culturale e naturale della sale al Passo di Bottarello. Su questo itinerario regione transfrontaliera. Camminare senza pre- nel corso del 2010 sono iniziate le ristruttura- occupazioni, mangiare e bere con piacere assa- zione del Bivacco dell’Andolla (portato al tetto porando i prodotti tipici locali, dormire in luoghi in breve tempo) ed il completamento della “Fer- selezionati e scoprire le bellezze del territorio con rata del Lago” (terminata a fine settembre ed è tutti i nostri sensi sono gli obiettivi di questo pro- previsto il collaudo a fine giugno 2011). Que- getto. Una serie di pacchetti turistici saranno pro- sto Tour sarà promosso dal CAI di Villadossola posti sugli itinerari offrendo tutti gli ingredienti (www.caivilladossola.net) dal 1 al 4 luglio 2011 in necessari per trascorrere vacanze piacevoli: allog- collaborazione con: le Guide della Valle di Saas giamento, informazioni sui percorsi, trasporto ba- (www.weissmies.ch), l’ufficio turistico di Gon- gagli, accompagnamento da parte di guide locali, do con StockalperTurm (www.stockalperturm) e trasporti pubblici e ingressi agevolati a musei. « » CRONACA ALPINISTICA 1 | 2011 50

A cura di Antonella Cicogna e Mario Manica (C.A.A.I.) [email protected]

ARGENTINA INDIA Torre Egger Himachal Pradesh 2685 m Massiccio del Kailash Nel 1999 sul Cerro Torre, con David Parbat (Kinnaur Valley) Fasel, Thomas Ulrich e Greg Crouch, aveva realizzato la prima ripetizione Informazioni sulla zona praticamente invernale della via Ferrari, fermando- nulle, solo una foto della parete Mi- si a qualche metro dalla cima, appe- stery Wall scovata sulle pagine web na sotto il fungo sommitale. Questa di John Middendorf. Una puntata di volta però è vetta per lo svizzero Ste- mouse con Google Earth per localiz- phan Siegrist che, partito il 1° agosto zare la sua esatta posizione nel mas- 2010 in cordata con i connazionali siccio del Kailash Parbat, nella remo- Dani Arnold e Thomas Senf, ha rea- ta Kinnaur Valley... e via! alla ricerca lizzato la prima invernale della Torre della splendida parete. Silvia Vidal Egger 2.685 m raggiungendone la ancora una volta non si smentisce, cima il 3 agosto 2010, in tre giorni dando prova della sua infinita grin- (e notti) di scalata. La salita - 1000 ta. Dopo un difficile avvicinamento, m, 6b/A2 W15 - è stata realizza- senza peraltro mai riuscire a vede- ta in completo stile alpino, con tre re in toto la sua montagna a causa nuovi tiri: dapprima ripercorre la via delle nebbie e delle pesanti piogge, Giongo-De Donà (Bruno De Donà e eccola da sola attaccare la big-wall Giuliano Giongo, stile alpino, parete prefissata. Per riemergere a 5250 1 est – 1980), poi continua per il pila- metri con la via Naufragi, 1050 me- stro est lungo la via Titanic (Mauri- tri con difficoltà di A4+, 6a+. «Non zio Giarolli e Elio Orlandi – 1987). Il sono arrivata sulla cima principale giorni in parete, dal decimo tiro in per la progressione. «Non avevo spit primo giorno, in perfette condizioni che era ancora distante, ma alla fine poi l’alpinista si è trovata su tratti a sufficienza e non volevo scendere meteo la cordata svizzera ha rag- della parete principale», ha precisa- che non presentavano alcune linee dalla parete solo per questo. Contro giunto un punto ideale per bivaccare to l’alpinista. «Ho usato corde fisse naturali per l'artificiale estremo. La i miei principi sono ricorsa ai bat in cima al ghiacciaio formato dall’ac- sui primi tre tiri, poi ho trascorso 25 scelta era: tornare indietro, o conti- hook per poter avanzare lungo quel cumulo di valanghe tra la Torre Eg- giorni in parete, da sola, con pioggia nuare fino in cima alla parete perfo- monolite. Ed è stata una decisione ger e il Cerro Standhardt, lungo la e nebbia tutti i giorni. Quest'anno il rando, nei tratti senza linee naturali, che mi ha rattristato, perché quello via De Donà. Altri due tiri sono stati monsone è stato atroce». Dopo 14 piccoli buchi nella roccia da sfruttare stile non aveva nulla a che fare con realizzati quella stessa sera. Il giorno lo spirito con cui avevo affrontato la successivo i tre hanno continuato spedizione fino a quel momento.N on per fessura intasata di ghiaccio. Nel li ho utilizzati per aumentare il grado distaccare un enorme blocco di neve LE PRIME INVERNALI PATAGONICHE dell’artificiale.L e sezioni di A4 e A4+ e ghiaccio Senf, in testa alla cordata, che ho scalato sono naturali, senza si è ritrovato catapultato in un volo perforare la roccia», ha precisato la di 7 metri. Fortunatamente tutto a Cerro Torre 8.7.1985 Via Maestri 1970 Paolo Caruso, Vidal. Razionate le scorte di acqua e posto, la cordata ha poi proseguito 3102 m Maurizio cibo da 18 a 25 giorni, la catalana con un lungo traverso. Peggiorate Giarolli, ha così continuato la solitaria per le condizioni meteo e con il cala- ritrovarsi in cima alla parete l’8 set- Ermanno re del buio, i tre hanno comunque tembre 2010. continuato fino a portarsi, dopo 22 Salvaterra, ore di arrampicata no stop, alla base Andrea Sarchi del grande fungo di neve e ghiac- Cima Ovest Shiva Shankar cio sommitale. Per questi ultimi tiri (Tarundi Valley) 5510 m alla cima, estremamente tecnici e Fitz Roy 27.7.1986 Supercanaleta Sebastián de la 3405 m (Canale Ovest Cruz, Gabriel pericolosi, Siegrist e compagni han- Per Massimo Marcheggiani, Bruno no preferito attendere 4 ore l’arrivo Nordovest) Ruiz (Argentina) Moretti e Lynn Iacobini De Fazio della luce. Dalla ripetizione di Titanic seconda ripetizione della cima ovest tre anni prima, Stephan ricordava un Fitz Roy 18.8.1988 Via diretta Argentina Paolo Crippa, dello Shiva Shankar 5510 m nell’in- tunnel di ghiaccio sul lato sud del 3405 m (Sperone Sud) Dario Spreafico, diana Tarundi valley, nel settore fungo. Questo passaggio avrebbe orientale della valle Pangi. Il progetto rappresentato una chiave veloce e Danilo Valsecchi era di realizzare la cima dell’inviolato sicura per la cima. E c’era ancora!, e e remoto Shiva Shankar 5900 m, ma con gli ultimi tre tiri guidati da Ar- Torre Egger 3.8.2010 Via De Donà + Titanic Dani Arnold, i monsoni particolarmente feroci di nold, la cordata svizzera si è ritrovata 2850 m con tre nuovi tiri Thomas Senf, quest’anno hanno messo i bastoni in vetta a mezzogiorno. Così ha com- tra le ruote. Con un campo base a Stephan Siegrist, mentato Siegrist: «Ci aspettavamo 3500 m, un cb avanzato a 3880 m, di dover affrontare di tutto, non di (Svizzera) due bivacchi a 4165 m, due a 4600 arrivare in cima così in fretta!». m e un ultimo al colle a 5080 m, il Torre Nord del 28.6.1987 Cima Sud Luca Leonardi, 1° settembre la cordata ha attaccato Paine 2260 m Mario Manica la parete ovest. Superati un pendio di ghiaccio (50°), una fascia di roc- 1» Lo Shiva Shankar 5900 m e la sua cia rotta di circa 200 m (IV+) e un cima Ovest 5510 m (Himachal Pra- Torre Sud del 11.7.1987 Parete e cresta Nord Luca Leonardi, altro lungo pendio (55°), si è fermata desh, India). Foto©M. Marcheggiani Paine 2500 m Mario Manica sull’anticima a 5510 metri. LA RIVISTA 1 | 2011 51

KIRGHIZISTAN/ via affrontata in libera con un bollo CINA rosso, Rotpunkt, a indicare che era Kyzyl Asker possibile superarla così. Furono molte le Rotpunkt realizzate, dapprima nel 5842 m Frankenjura (indimenticabile la via Kokshal-Too occidentale Magnet, IX grado, 7c nel 1982), poi in Dolomiti (prime libere della Brandler- Stiamo parlando della seconda mon- Hasse sulla Cima Grande di Lavaredo tagna del Kokshal-Too occidentale e della Via degli Svizzeri sulla Cima (Tien Shan), il Kyzyl Asker 5842 m, Ovest). Dal 1988 iniziò a importare il a cavallo tra Cina e Kirghizistan. La concetto di libera sulle big wall del parete di sudest, con il suo imponen- mondo, rivoluzionando le difficoltà te couloir, ha passaporto cinese (pro- in quota. Sua la prima libera della vincia dello Xinjiang) ed è proprio qui Nameless Tower 6239 m lungo la via (7a+). Indimenticabile che la tedesca Ines Papert si è volu- degli Sloveni 3 ta mettere alla prova. Il 19 ottobre la realizzazione sempre sulla Name- scorso, dopo dieci giorni in attesa di less di Eternal Flame (7b+) l’anno un miglioramento del tempo, l’alpi- successivo, che non riuscirà a liberare nista - in cordata con Thomas Senf solo per alcuni tratti. Wolfgang Gül- lich, Bernd Arnold, Stefan Glowacz, e Wolfgang Russegger - ha attac- A TU PER TU CON MASSIMO MARCHEGGIANI cato la parete. Dopo 17 ore, messi Helmut Gargitter, Holger Heuber, alle spalle 1000 metri con difficoltà sono solo alcuni dei suoi compagni di WI7 e M7, a 200 metri dalla cima coi quali firmerà negli anni un’infinità Esordiente nel 1977, è stato il Gran delle forti alluvioni nella zona. il trio ha deciso di bivaccare. L’indo- di vie dure in ogni angolo della Terra: Sasso il suo primo terreno di sfida. Sulla carrozzabile che da Manali mani però, il tempo inclemente e un da Moby Dick (7c+) in Groenlandia, a Poi sono arrivate le Alpi, dal Bian- conduce a Saiku, l’ultimo villaggio fornelletto fuori uso hanno fatto de- Riders on the Storm (7c) in Patagonia; co alle Dolomiti alle Giulie. Ancora lungo il fiume Chenab, io e i miei sistere la cordata dal tentare la cima. da Hart am Wind (7a+) in Antartide a il Gran Sasso con numerose prime compagni di cordata ci siamo ri- Lo Kyzyl Asker conta finora tre (forse Odyssee 2000 (7b) a Baffin fino Hoa - invernali e diverse vie nuove «nei trovati prigionieri su due mezzi in tel Cuácharo (550 m, 7a+) aperta nel quattro) salite. L’ultima nel 2007. luoghi più difficili da raggiungere un vero marasma di acqua e fango. 2009 sul Roraima Tepui in Venezuela. del paretone con difficoltà fino Siamo stati tratti in salvo da una al VII», precisa. E in mezzo, dodici pala meccanica cingolata!». Con Walter Nones spedizioni extraeuropee: «Impera- mille peripezie, arrivati dopo un Ci hanno lasciato Era partito con l’obiettivo di aprire tivo in tutte le nostre spedizioni è trekking all’entrata della splendida una nuova via sulla sudovest del Cho sempre stato lo stile alpino. Mai valle Tarundi, l’ennesima sorpresa Il concepimento era avvenuto all’Elb- Oyu 8201 m, ma un incidente al cam- una corda fissa», spiega. Nato per la cordata. «L’imbocco della sandstein nei primi anni Settanta. Fu po III lo ha tragicamente strappato all’ombra dei colli Albani, Massimo valle presenta una strettoia con lì che si accorse che le vie su quelle alla vita. Sposato con Manuela, papà Marcheggiani, di Frascati, 58 anni, una vegetazione fittissima e ripida torri di arenaria venivano affrontate di Erik e Patrik, Walter Nones 39 anni, accademico e istruttore nazionale insuperabile per i cavalli. Questo nella loro reale difficoltà, e i passaggi aveva scalato il K2 nel 2004. Con di alpinismo, si dice: «Certamente ci ha obbligato a un campo base superati senza l’utilizzo di mezzi arti- Simon Kehrer nel 2008 visse la tra- meno aggressivo di un tempo, ma molto lontano, e a realizzare di- ficiali e senza sfruttare le protezioni gica odissea sul Nanga Parbat, dove con ancora bei progetti». Tra i fiori versi bivacchi prima di attaccare la per progredire, contrariamente a ciò Karl Unterkirker perse la vita durante all’occhiello della sua attività ex- ovest dello Shiva Shankar. Gli im- che avveniva nell’alpinismo tradizio- l’apertura di una nuova via sul ver- traeuropea spiccano, nel 1992 con previsti della spedizione non hanno nale. Kurt Albert fece propria quella sante Rakhiot.« Leone Di Vincenzo e Alberto Miele, contribuito a ricaricarci le batterie. filosofia e iniziò ad affrontare le vie la prima della stupenda Neverseen Siamo arrivati fino all’anticima, poi con una scalata libera e obbligata, Per le relazioni e la personale colla- Tower 6000 m, con una via di 900 ci siamo arresi per via della stan- diventando così il padre della nostra borazione ringraziamo: metri di difficoltà massima di VII. chezza». arrampicata moderna. Nel 1975 in- Helmut Gargitter, Massimo Mar- Prima assoluta anche dell’intera Dopo otto spedizioni in India su ventò il punto rosso: marcava ogni cheggiani, Stephan Siegrist area della valle Miyar (Himachal montagne di cinque e seimila metri Pradesh, India), da lui visitata altre in zone poco esplorate, c’è voglia di due volte. E la prima assoluta al guardare altrove: «Lo Shiva Shan- Bagirathi Karak 6702 m (Garhwal kar è esteticamente spettacolare. indiano) con una via di 1700 metri, Ma la roccia non ha nulla a che difficoltà max VI/65°, con Tiziano fare con quella meravigliosa della Cantalamessa e Marcello Ceci. Miyar. Non ci tornerò. Ora vorrei «Non sono un alpinista esplorativo andare in Pakistan, nella zona del però. Amo le difficoltà tecniche K6, per tentare l’inviolata Hassin e quando sono in spedizione mi Peak 6300 m», racconta Marcheg- piace realizzare. Di solito parto giani. «Mi interessano le montagne con un obiettivo, anche se può di queste quote e difficoltà, e ce ne capitarmi di cambiarlo in corso sono davvero tante da tentare!». « d’opera, se la situazione lo impo- ne», precisa Marcheggiani. Così è 2» Kurt Albert in bivacco durante avvenuto nella sua ultima spedi- l’apertura con Gargitter, Botte, zione allo Shiva Shankar 5900 m. «È la seconda cordata a inoltrarsi Thaler e Calderon della via Hotel in quest’area dopo Diego Stefa- Cuácharo (Roraima Tepui – Vene- ni e compagni, come noi arrivati zuela). Foto©H.Gargitter // all’anticima», racconta. «La no- 3» Massimo Marcheggiani (centro) stra esperienza è stata negativa, con Bruno Moretti (sx) e Lynn Iaco- con un avvicinamento a dir poco bini De Fazio (dx). FotoArchivio©M. 2 disgraziato fin dall’inizio, per via Marcheggiani » NUOVE ASCENSIONI 1 | 2011 52

A cura di ROBERTO MAZZILIS (Caai) - VIA PER TERZO, 19 - 33028 CANEVA DI TOLMEZZO (UD) - T. +39 339 3513816 alpi OCCIDENTALI

Monte Ciarforon m 3654 Gran Paradiso Giuseppe Gazziano ci informa che nel lontano 6 maggio 1975, in oc- casione della prima salita in solitaria della Via Chiara sulla parete Nord (La Rivista CAI 1979, pag. 58) ridiscese per la parete Nord-Est fino alla quota 3493. Trovando le rocce della cresta Nord-Est ricoperte di ghiaccio, scelse l'incognita dell'inaccesso canalone Est/Nord-Est che lo condusse fino al Ghiacciaio del Ciamosseretto, dal quale poi risalì al Colle di Moncorvè 1» La parete Nord e dall'omonimo ghiacciaio al Rifugio della Peralba con il Vittorio Emanuele II. Lo stesso Gaz- tracciato della Via ziano precisa che il Canalone Est/ Mazzilis-Simonetti Nord-Est da lui disceso non risulta sul Pilastro del descritto in alcuna guida e che per- Vano Nero // tanto la sua dovrebbe essere una 2» La parete Nord “prima assoluta”. Dislivello dalla vet- del grande Nabois ta (3654 m) alla crepaccia terminale con il tracciato ( 3200 m) 450 m. Pendenze da 45° della Via "Orrenda" 1 2 a 65°. Difficoltà AD. Ore 2 circa. Per imboccare il canalone (scendendo) è necessario superare una cornice. La raggi intermedi. Tempo impiegato: che si incunea nella parete Ovest del mitale che porta sulla cima del Co- pendenza è subito di 65°, poi dimi- 7 ore. Via sconsigliata a chi non Cogliàns. Salire per rocce articolate e ston di Stella. Sviluppo oltre 900m. nuisce. Quasi sul fondo del canalone possiede buone doti di liberistica e inclinate sulla destra di un colatoio/ Difficoltà di III, IV, V, V+ e passaggi (45°) si aggirano sulla sinistra alcuni grandi capacità di chiodare, anche se canale. Dopo un centinaio di metri di VI. Usati una decina di ancoraggi massi affioranti e si costeggia la base quasi tutti i chiodi più problematici attraversare a sinistra su cornici oltre intermedi. Tempo impiegato ore 6. rocciosa della cresta N.E. (45°, 3200 da piantare sono rimasti in luogo. il canale. Continuare per una aretina Avvicinamento come per le vie del- m circa, 1h). Senza dover superare la Avvicinamento dal rif. Sorgenti del verticale e poi per fessure, colatoi e la parete Ovest del Cogliàns. Discesa crepaccia terminale, ci si dirige verso Piave in ore 1.30. Rientro allo stesso placche articolate fino alla base di dal breve versante Est per sentiero il Colle di Moncorvè (30 min). Il ca- per il Crestone Ovest in ore 1.15. una larga fascia di placche verticali fino alla via normale del Cogliàns nalone è visibile sullo schizzo n°9 a che sbarrano la prosecuzione diretta. (ore 0.10) per la quale in circa 2.30 pag.160 sulla Guida dei Monti d'Ita- Torre Ovest Lungo una rampa liscia costeggiare ore si ritorna al parcheggio. lia Gran Paradiso. del Coston di Stella verso destra le placche verticali che 2570 m circa sbarrano la prosecuzione diretta. Grande Nabois Alpi Carniche // Monte Cogliàns // Lungo una rampa liscia costeggia- 2313 m Alpi Orientali Coston di Stella re verso destra le placche verso lo Alpi Giulie // Gruppo dello Jof Fuàrt La Torre Ovest è l’anticima Ovest del spigolo che le delimita. Pochi metri L’otto agosto 2010 in ore 8 Roberto Monte Peralba – 2694 m Coston di Stella ed è costituita da prima dello spigolo imboccare una Mazzilis e Fabio Lenarduzzi, sulla Il 4 luglio 2010 Roberto Mazzilis e due colossali pilastri paralleli che dal marcata fessura strapiombante (V e parete Nord, hanno aperto una nuo- Roberto Simonetti hanno scalato il Pecol di Sopra (l’alto vallone sotto- VI) che solca il margine destro delle va via denominata “Orrenda” per la Pilastro di Destra del grande Vano stante il Passo di Volaia) si innalzano placche. In seguito il pilastro perde qualità della roccia (per dare un’idea Nero. Era l'ultimo dei pilastri an- per circa 700 m a rinserrare a Sud il verticalità e dopo una lunga fascia di peggiore di quella che si trova sullo cora inaccessi che caratterizzano profondo canalone che separa il Co- rocce a placche inclinate e un grado- zoccolo di attacco della via dei fra- questo settore di parete. È risultato ston dalla parete Ovest del Cogliàns. ne con grandi blocchi si sbuca su una telli Messner al Pilastro Centrale del molto impegnativo per la roccia che Il pilastro di sinistra è stato superato cresta pianeggiante e dentellata. Al Cjavàl - Cunturines - Dolomiti). La caratterizza questa struttura, a trat- nel 1979 da E. Dabernig, F. Unterlug- suo termine per un macereto ripido direttiva della salita è data dal lungo ti molto friabile e di difficilissima gauer, K. Kousca, F. Wiegele (it. 38 e instabile posto dietro a un gendar- sistema di colatoi, fessure e camini chiodatura per i primi 300 m. Sopra della Guida Alpi Carniche I). Il pila- me si raggiunge uno spigolo di roccia posti sulla sinistra della via di Gher- è stato oltrepassato un vasto pendio stro di destra è stato scalato per la buona e fessurata. Risalirlo sbucando baz. Lo sviluppo supera i mille metri detritico che porta al pilastro trian- prima volta il 30 giugno 2010 da Ro- sulla cresta che porta sulla cimetta (20 tiri di corda da 60m) fino alla golare di uscita sul Crestone Ovest. berto Mazzilis e Celso Craighero lun- della Torre Ovest (ometto). Da qui è Cengia dei Camosci. Per raggiungere Questo secondo pilastro invece offre go una successione di fessure e plac- necessario raggiungere la Cima del la cima bisogna superare altri 300 m un'arrampicata molto elegante su che di roccia nel complesso da buona Coston di Stella abbassandosi sull’in- con difficoltà di I e II. Le difficoltà roccia stupenda. L'intera via è stata a ottima ad eccezione di qualche sellatura sottostante e riprendendo della Via Orrenda sono di III, IV, V, VI, superata completamente in arrampi- brevissimo tratto friabile o con detri- la salita in obliquo sulla destra su VI+ e passaggi di VII-. Usati una ven- cata libera con difficoltà di IV, V, VI, ti. La via seguita è un po’ discontinua un marcato spigolo che porta ad una tina di ancoraggi intermedi. Lasciati VI+ e VII nel primo pilastro. Difficoltà ma logica e in ambiente di notevole selletta. Deviare a destra sotto uno due chiodi e qualche cordino. Roccia di IV, V e VI nel pilastro di uscita in bellezza, Si attacca direttamente dal strapiombetto con nicchia, quindi pessima, viscida e con erba in molti cresta. Sviluppo complessivo 700 m nevaio, poche decine di metri prima attraversare a destra in un diedro/ tiri di corda, specialmente sui tratti circa. Usati una quindicina di anco- dell’imbocco del grande canalone canale per il quale alla paretina som- più difficili. Via sconsigliabile e pe- LA RIVISTA » ARRAMPICATA 1 | 2011 53

A cura di LUISA IOVANE E HEINZ MARIACHER ricolosa, da evitare specialmente in cino che risalta tra due “colonne” di caso di meteo incerto in quanto l’in- mughi (ore 2.30). Per la discesa rag- tera via è estremamente esposta ad giungere per cresta verso Est la cima eventuali cascate d’acqua e scariche del Grande Nabois e imboccare la via di pietre. Avvicinamento alla parete normale. Oppure scavalcare la cresta dalla pista forestale per il Rif. Pella- e abbassarsi a Sud fino alla grande rini abbandonando la stessa una de- cengia che sempre verso Est incrocia cina di minuti prima di raggiungere la via normale (ore 2 al Rif. Pellarini). la partenza della teleferica. Guadato il rio, risalire l’alveo detritico dell’af- Grande Nabois fluente di sinistra idrografica che 2313 m rasenta la base della parete incune- Alpi Giulie // Grande Nabois // An- andosi in un profondo canalone roc- ticima Ovest // Pilastro Nord (di cioso. L’attacco è posto all’inizio del destra) nevaio che lo ingombra fino ad inizio Nuova via aperta il 16 agosto del stagione, alla base di uno speroncino 2009 in ore 6 da Daniele Picilli e posto sulla direttrice di un evidente Chiara Di Marco lungo lo spigolo del colatoio superficiale di roccia com- pilastro che delimita a destra l’evi- patta e chiara nel quale confluiscono dente camino Nord. Tale struttura le fessure/camino che danno la diret- termina con una cimetta staccata trice di salita (ore 0.20 dalla pista fo- dalla cresta sommitale. Sviluppo 1 restale e 1.30 dall’auto). La discesa è 500m suddivisi in 11 tiri di corda con stata effettuata sfruttando la Cengia difficoltà diII e III nella metà inferio- dei Camosci che porta agevolmen- re, III, Iv, V in quella superiore. Roccia te verso sinistra (Est) ad aggirare lo buona, a tratti ottima. Discreta nella spigolo Est e quindi ad allacciarsi al parte centrale fino alla Cengia dei sentiero della via normale. Ore 1.30 Camosci. Avvicinamento come per COPPA DEL 1» Noguchi per il Rif. Pellarini. Ore 3 all’auto. la via precedentemente descritta. La MONDO IFSC discesa è stata effettuata calandosi BOULDER MOSCA Grande Nabois con una corda doppia sulla sinistra 2313 m (Est) nel canale. Quindi con altre due La stagione agonistica 2010 del nessa in carica, doveva accontentarsi Alpi Giulie // Grande Nabois // An- calate alla sottostante Cengia dei Boulder era stata programmata in del 4° posto. A Mosca si svolgeva ticima Ovest // Pilastro Nord (di Camosci da percorrere verso Est fino maniera da concentrare la maggior anche la seconda tappa del circuito sinistra) alla cresta Est (ore 2.30, I, II, un trat- parte degli appuntamenti a inizio Speed, e almeno qui il podio com- Il 29 agosto 2010 in ore 7 Daniele Pi- to di III) dalla quale al sentiero della estate. In questo modo, conclusa la pleto, per entrambe le categorie, era cilli e Lorenzo Jogna Prat sulla parete via normale. Coppa del Boulder, gli atleti meno monopolio dell’Unione Sovietica, con Nord hanno aperto la Via “Le Plume”. “specializzati “ potevano scendere Stanislav Kokorin e Yuliya Levochki- Itinerario in ambiente grandioso e Torre “Siro Cisilino” di nuovo in campo nella Coppa na sul gradino più alto. Nella Veloci- solitario su roccia molto buona, di- 1779 m Lead. Dopo le tappe in Svizzera, a tà i portacolori per l’Italia erano Sara screta in pochi e brevi tratti. La di- Alpi Giulie // Gruppo dello Jof Fuàrt Vienna e in Colorado, a distanza di Morandi, che concludeva 18a su 21 rettiva della salita (visibile dalla sella // Grande Nabois un paio di settimane, gli arrampi- partecipanti e Stefano Ghisolfi, 33° sottostante) è data dallo spigolo del Questa torre, in ordine di altezza catori si ritrovavano a Mosca. No- di 42. nostante le difficoltà logistiche e pilastro che delimita sulla sinistra la seconda delle quattro che si di- burocratiche legate alla trasferta, l’evidente camino Nord. I risalti più stinguono allineate tra il Grande e un centinaio di iscritti prendeva strapiombanti di tale spigolo sono il Piccolo Nabois, è stata salita lun- parte alle prove di Boulder nell’All- COPPA DEL MONDO stati evitati con alcuni spostamenti go il versante Nord-Ovest in prima Russia Exhibition Center, con solo IFSC a EINDHOVEN ai lati. Sviluppo 650m suddivisi in ascensione da Daniele Picilli che ne tre italiani presenti. Jenny Lavar- Paesi Bassi 15 tiri di corda con difficoltà di I, propone la denominazione in omag- da passava bene le qualificazioni II, III e IV, un passaggio di IV+ e tre gio ad un musicista friulano. La via in ottava posizione, ma cedeva in La quarta prova del circuito si passaggi di V-. Lasciato un cordino aperta segue l’andamento sulla de- semifinale chiudendo 19a, stes- svolgeva in Olanda, organizzata su clessidra poco sotto la Cengia dei stra di una rampa evidente ma friabi- so piazzamento otteneva Jacopo dal NKBV per un’ottantina di con- Camosci. La via raggiunge una ci- le e pericolosa perché improteggibile. Larcher, con Stefano Ghisolfi 23°. correnti, come capo tracciatore metta posta sulla cresta sommitale Sviluppo circa 200m. Difficoltà II, III, Anna Stöhr vinceva superando di l’esperto italiano Riccardo Scarian. del Grande Nabois. Avvicinamento IV. Avvicinamento come per le altre misura la belga Chloé Graftiaux Jenny Lavarda riusciva finalmen- dalla Val Saisera lungo il sentiero due vie precedentemente descritte per una zona, terza Jain Kim; in te ad esprimere il suo potenziale 616 (pista forestale) in direzione del fino alla prima sella, poi risalire sul campo maschile era il ceco Adam e iniziava con una splendida pre- stazione e un promettente quarto Rif. Pellarini fino al termine del tratto versante opposto l’alveo di un tor- Ondra ad imporsi nettamente, con un boulder in più sia in semifina- posto in semifinale. Nella finale a ripido dove su svolta sulla destra per rente fino alla base delle rocce (1 le che in finale, sul giapponese sei doveva poi accontentarsi della una trattorabile che si segue fino ad ora). Discesa verso Ovest calandosi Tsukuru Hori e l’austriaco Kilian sesta ma sempre ottima posizio- individuare sulla sinistra (Sud-Est) per un pendio sempre più ripido tra Fischhuber. Gli atleti dell’Unione ne, la stessa ottenuta a Vienna nel un sentiero con segnavia giallo e poi mughi seguendo tracce di camosci. Sovietica, che rappresentavano 2009. Di più si aspettava la nostra giallo e nero.Raggiunta la seconda Dall’ultimo mugo calarsi con tre cor- quasi la metà dei concorrenti, non testa di serie Gabriele Moroni che selletta abbassarsi sul versante op- de doppie da 25m (cordini in luogo) riuscivano a raggiungere il podio, finiva la gara solo in 14a posizione, posto per una trentina di metri, poi fino al canale tra la prima e lase- con il Campione del Mondo 2007 36° Stefano Ghisolfi. Rivelazione in salita a sinistra per balze erbose conda torre per il quale in discesa e Sharafutdinov 4° e il Campione in Olanda era la ventenne tedesca fino alla base dei primi affioramenti in breve di nuovo all’attacco della via 2009 in carica, Alexei Rubtsov 7°. Juliane Wurm, che guidava la se- rocciosi in prossimità di uno speron- (ore 1.50).« Anche Yulia Abramchuk, Campio- mifinale addirittura con un boulder » ARRAMPICATA 1 | 2011 54

in più di Anna Stöhr. In finale però campo maschile Adam Ondra ripren- la Stöhr la superava di misura per i deva il comando, davanti al sorpren- tentativi, aggiudicandosi la vittoria. dente Frederic Lachat, al suo primo Terza sul podio la francese Melissa podio nel boulder (finora il svizzero Le Neve. In campo maschile la me- si era messo in luce soprattutto nella daglia d’oro andava al russo Shara- difficoltà, con una vittoria e parecchi futdinov, davanti al canadese Sean secondi e terzi posti). Terzo l’ucraino Macoll e a Kilian Fischhuber, quarto Mykhaylo Shalagin. Grande succes- un po’ deluso Adam Ondra. so anche per la gara di Dyno, con l’americano Skyler Weeks che per il quarto anno consecutivo riusciva COPPA DEL a migliorare il suo record di lancio, MONDO IFSC un incredibile salto di 2 metri e 85 BOULDER a cm, sotto gli occhi del Vice Primo SHEFFIELD Ministro inglese Nick Clegg e fa- miglia. Non meno impressionante il Nel Regno Unito si svolgeva la quinta lancio della locale Lily Fitzgibon, con e penultima prova del circuito, orga- 2,10 metri, detentrice da sempre del nizzata dal British Mountaineering record femminile. Council nel centro di più lunga tra- dizione arrampicatoria dell’isola, il Peak District. La manifestazione si COPPA DEL svolgeva nel Millhouses Park, uno MONDO IFSC LEAD dei parchi più grandi di Sheffield a nell’ambito del Cliffhanger, il più im- portante festival di attività outdoor Debutto della serie di difficoltà e inglese, che vantava come testimo- ormai tradizionale appuntamento 2 nial d’eccezione Joe Simpson. Com- estivo ai piedi del Monte Bianco. petizioni d’alto livello e dimostra- Come ogni anno un’enorme folla zioni di numerosi sport alternativi si raccoglieva ai piedi delle due nazionale Lead del 2010. Charlotte 2» Anna Stöhr attiravano oltre 20.000 visitatori in pareti montate nella Place du Mont Durif tornava a vincere, dopo la me- due giorni. Blanc, una per la velocità, verticale, daglia d’oro nel Campionato Europeo Particolare significativo: veniva ben e l’altra per la difficoltà, estrema- 2006 a soli sedici anni e il trofeo di arrivato alla sua quinta vittoria, e specificato all’inizio che il program- mente strapiombante, caratteristica Serre Chevalier nel 2007. Podio non Anna Stöhr alla terza, al loro primo ma della gara era stato studiato per molto utile considerata la meteo di pronosticato anche per la sedicen- trofeo invece la coreana Jain Kim e evitare interferenze con una possibile montagna spesso poco favorevole. ne francese Hélène Janicot, alla sua Cedric Lachat (per maggiori dettagli partita di calcio dell’Inghilterra nella Eccezionale successo anche di par- seconda partecipazione in una gara rimandiamo alla Rivista Mensile Sett. Coppa del Mondo FIFA. Con Jacky tecipanti, 57 ragazze e 65 ragazzi, senior dopo molte vittorie nelle ca- Ott. 2010). Il Rock Master dimostrava Godoffe capo tracciatore si avevano con una squadra italiana almeno tegorie giovanili; terza, penalizzata definitivamente di essere la competi- stranamente delle qualificazioni numericamente di tutto rispetto. da un errore in semifinale, la slovena zione d’arrampicata con la più lunga abbordabili per le 31 ragazze, con Secondo l’abitudine in terra fran- Maja Vidmar. In campo maschile me- tradizione, quest’anno infatti l’Open le prime otto che superavano tutti cese abbondavano le catene nelle ritata vittoria dello spagnolo Ramon Internazionale di Serre Chevalier, e cinque i problemi a disposizione. qualificazioni, con un totale di 82. Puigblanque, unico a raggiungere il l’unico altro evento che aveva resi- Con quattro boulder Jenny Lavarda I nostri però non ne approfittavano, top in semifinale e finale, davanti stito oltre i vent’anni, veniva sosti- si qualificava in 15a posizione. Tanto Ghisolfi mancava di poco la semifi- al connazionale Patxi Usobiaga e tuito da un Open a Briançon. Il rico- da scalare anche in campo maschile, nale al 31° posto, molto più indie- all’olandese Jorg Verhoeven. Bisogna noscimento da parte dei media per la con una quindicina di atleti che com- tro Bombardi, De Mattia e Reffo, qui sottolineare l’incredibile pre- manifestazione era notevole e gran pletavano tutti i problemi; dei nostri fuori anche Alexandra Ladurner e stazione di Usobiaga, tornato ai parte delle prove veniva trasmessa però solo Gabriele Moroni passava Manuela Valsecchi. Meglio faceva- massimi livelli solo sette mesi dopo su RAI SPORT, accompagnate da un 11° in semifinale, con Niccolò Ceria no Sara Avoscan e Jenny Lavarda, una pesante operazione alla spalla, competente presentatore d’eccezio- e Jacopo Larcher rispettivamente in che passavano il turno con due top incidente di percorso condiviso con ne, Luca Zardini “Canon”, lui stesso 37a e 42a posizione su 55 partecipan- a testa. In semifinale poi Jenny si Flavio Crespi e Angela Eiter. concorrente al Rock Master fino a ti. Purtroppo Gabriele non si ripeteva perdeva in 19aposizione e l’unica a due anni fa e Campione Italiano in poi nel turno successivo e scendeva rappresentare l’Italia restava Sara carica. Troppo divertenti i commenti in 17a posizione, mentre Jenny con- Avoscan, che entrava in finale come ROCKMASTER di del “Canon” sui vecchi amici-rivali, fermava il periodo di ottima forma: sesta. Certamente emozionata per Arco - TreNto come per un Cedric Lachat incre- solo per un insignificante tentativo l’inaspettata occasione Sara non dibilmente aggressivo che “ha solo in più si fermava in settima posizio- ripeteva la splendida prestazione, e Solo tre giorni dopo Chamonix si 26 anni, ma dopo tanti anni di dure ne e quindi non riusciva ad entrare chiudeva al nono posto. Sempre un svolgeva l’evento pre-mondiale, con- battaglie è rimasto molto provato, in finale, con un po’ di delusione per grandissimo risultato per la ventenne centrato in tre giorni, una prova ge- ha perfino perso un po’ i capelli…” Il l’occasione perduta. Molto più scon- di San Tomaso Agordino, che ha fatto­ nerale del Mondiale IFSC che si terrà grintoso Lachat, dieci giorni dopo la tenta era certo Anna Stöhr, addirit- un anno di rodaggio nella Coppa del dal 15 al 24 luglio 2011, aperto a un vittoria nel Boulder e il 6° posto nel tura nona, che per una volta scende- Mondo 2009 e mostra adesso i frutti numero di partecipanti (quasi 200) Lead del Rock Master, avrebbe vinto va dal podio: seconda vittoria della del suo allenamento sotto la guida molto maggiore del classico Rock anche l’Open di Briançon davanti a carriera per la belga Chloé Graftiaux, di Luca Zardini “Canon”. Lo stato Master, arrivato alla 24° edizione. Romain e Puigblanque, e successiva- davanti all’americana Alex Johnson di ottima forma l’ha anche portata Formula diversa, ma atleti veterani mente addirittura il titolo europeo a e alla giapponese Akiyo Noguchi. In stabilmente in testa alla classifica sul podio, come Ramon Puigblanque Innsbruck. « » amarcord 1 | 2011 55 di f. battistini

LA LIZZATURA MECCANICA come il marmo veniva trasportato dalle cave fino a valle

frequentatori delle Alpi Apuane settentrionali conoscono molto bene i sentieri che passano sulle “vie di lizza”, i ripidi piani incli- inati su cui venivano calati, su slitte frenate da funi, i blocchi di marmo estratti dalle cave più alte. Tra questi ce n’è uno che spicca per la sua inclinazione (intorno ai 45 gradi), e per la presenza di una rotaia metallica centrale e di una scalinata di centinaia di gradini che lo costeggia dall’inizio alla fine: si tratta della “lizza meccanica (o monorotaia) Denham”, dal nome del suo inventore, un ingegnere inglese che la mise a punto negli anni Venti del ‘900. Lo sviluppo tecnologico che vi era stato a fine ‘800 non poteva non interessare anche un’antica tecnica come la lizzatura. Non furono solo i rischi che i lizzatori correvano durante la calata dei blocchi a spingere alcuni proprietari di cave ad escogitare dei metodi mec- canici di discesa. Il movente principale fu infatti quello economico, legato non tanto al costo della manodopera (i salari dei lizzatori furono sempre bassi), quanto a quello delle funi usate durante il la- voro. L’usura dei “canapi” impiegati per frenare la discesa dei blocchi di marmo era altissima, dato che ogni fune non poteva essere usata più di 15-20 volte. Se si pensa che una fune costava a fine ‘800 circa 500 lire, una cifra pari a molti mesi di salario di un lizzatore, e che per una discesa ce ne volevano da tre a cinque, si capisco- no i numerosi tentativi di lizzatura meccanica introdotti nelle cave apuane, con vario successo, per circa un secolo, a partire dagli anni di cui una “compagnia di lizza” era costituita, e senza l’uso di funi. ’70 dell’800. Il metodo Denham fu applicato con successo fino alla metà degli L’unico tra essi che ebbe una riuscita duratura, funzionando per una anni ’30, quando il suo inventore abbandonò l’Italia a causa delle cinquantina d’anni, fu per l’appunto quello di Charles Denham, pro- sanzioni economiche imposte al nostro Paese dopo la guerra d’Etio- prietario delle cave di Piastreta, sul versante massese del M. Sella. pia. La crisi che aveva colpito l’industria marmifera apuana in quegli Si trattava di una nuova versione del metodo Costantini (del 1873) anni, e le vicende belliche che interessarono poi la zona (in piena e consisteva nel fissare sul piano inclinato ricavato nel fianco della Linea Gotica) fecero cadere in disuso la lizzatura meccanica, che fu montagna una rotaia metallica, che fungeva da guida per la “liz- rimessa in attività dai nuovi proprietari della cava solo alla fine degli za”, una slitta costituita, come nel sistema manuale, da pattini in anni ’50, con alcune modifiche. Fino al 1975 essa funzionò ininter- legno su cui poggiavano i blocchi di marmo. La frenatura in discesa rottamente, venendo poi soppiantata dall’arrivo a Piastreta di un’ar- della slitta era assicurata, invece che dalle funi bloccate dai lizza- dita “strada marmifera” carrozzabile, che consentiva il trasporto del tori, da due cingoli di gomma che aderivano alla rotaia, collegati ad marmo con i camion. Come era accaduto negli anni precedenti per un motore posto su un carrello attaccato alla lizza stessa. Durante la lizzatura tradizionale, anche quella meccanica sparì all’improvvi- la discesa la forza del motore era usata per rallentare la marcia, so per l’insostenibile concorrenza del trasporto su gomma. mentre in salita i cingoli, muovendosi in senso inverso, consentiva- Del sistema Denham resta soltanto, come si è detto, il lunghissi- no il ritorno del carrello e della lizza vuota fino alla cava. Il piano mo ed erto piano inclinato, che coi suoi gradini permette oggi agli inclinato Denham era lungo 3 Km e ½, scendeva per 1200 metri escursionisti bene allenati di risalire le pendici del M. Sella, dai 450 di dislivello e superava, nel canalone “Fosso del Chiasso” pendenze metri del fondovalle fino a quota 1000 circa. La parte superiore del anche superiori al 50%, col solo impiego di un uomo che affiancava piano inclinato è stata infatti distrutta dai detriti che precipitano la lizza camminando sui gradini laterali (la velocità del carrello non dalla sovrastante cava di Piastreta, circa 500 metri più in alto. Sa- era elevata), e che controllava che non vi fossero problemi durante il ranno invece l’incuria e le intemperie a far sparire, tra non molti tragitto. Il risparmio era notevole, perché il carico si spostava su un anni, ciò che ancora resta di una tra le più interessanti testimonian- veicolo semovente, con l’impiego di un solo addetto invece dei 7-8 ze di archeologia industriale presenti sulle montagne del marmo. « » SPELEOLOGIA 1 | 2011 56

DI Ube Lovera - Gruppo Speleologico Piemontese - CAI, Sezione Uget, Torino

PIAGGIA BELLA nel MARGUAREIS una grotta che non finisce mai di stupirci

chi ne ha allargato le parti strette dai torinesi del Gruppo Speleologi- per rendere agevoli i passaggi, di co Piemontese CAI Uget. Da allora chi ha attrezzato i pozzi, di chi ne l’incessante apporto, in momenti ha individuato i percorsi nascosti. diversi, di gruppi piemontesi, liguri, Più è grande la grotta e più è arti- toscani e nizzardi ha portato alla colata la sua storia, maggiori sono scoperta di un complesso carsico le schiere dei creditori: nel caso di che, al momento, conta 15 ingres- Piaggia Bella vere e proprie legioni. si, 43 chilometri di pozzi e gallerie Per questa ragione si è affermata e una profondità, tra l’ingresso più l’usanza, al termine delle esplo- elevato e il punto più basso, di 950 razioni importanti, di avvisare metri. immediatamente i protagonisti Le svariate decine di anni e le delle scoperte precedenti, per centinaia di persone che si sono coinvolgere anche chi non è più avvicendate nelle sue gallerie, speleologicamente attivo, nella lontano dall’aver esaurito le pos- continuazione di una storia alla sibilità esplorative, sono solo ri- quale in passato ha contribuito. uscite a rendere più articolata ed In grotta, al di là delle rivalità tra avvincente la sua storia, tanto che i gruppi, si gioca sempre tutti nella in molte sue regioni sono presenti stessa squadra. questioni ancora in attesa di una soluzione. Le prime esplorazioni Sinteticamente Piaggia Bella si 1 Nel caso di Piaggia Bella l’elenco presenta con un grande ingresso, dei creditori inizia da lontano. Fritz quello identificato daM ader, detto Mader, tedesco del CAI Torino e la “Carsena” o” Ingresso del Pa’”, l Marguareis è un massiccio dità delle sue grotte, siamo molto primo escursionista a percorrere nel quale si immerge un torrente calcareo, posizionato sulla car- lontani dai 2140 metri dell’abisso il Marguareis scrive nel 1892 sulla esterno, il Rio delle Capre. Di qui Ite grosso modo tra Piemonte, Krubera, nel Caucaso, ma per il fa- Rivista Mensile del CAI: in poi la discesa prevede una lunga Liguria e Francia. Piaggia Bella è scino che esercita la storia esplo- “Sul lato sud della larghissima sel- sequenza di grandi sale e ampie una grotta, o meglio un complesso rativa dei suoi abissi. Ogni anno la erbosa detta Colle del Pa v’è un gallerie, facilissimo perdersi, fino carsico, il più grande e profondo spedizioni da tutta Europa, ultimi bacino che contiene alcuni fondi all’incontro con il primo grande della regione. Chi non è speleologo i tedeschi, preceduti da ungheresi, terrosi ed un imbuto roccioso con torrente interno, i “Piedi Umidi”. la scopre quando qualcuno trova belgi e quant’altro, si alternano a una grandissima apertura, che poi Quest’ultimo raccoglie le acque il modo di fracassarsi le ossa nelle percorrere i pozzi e le gallerie di si restringe molto; vi si perde un dei due versanti del settore occi- sue gallerie. Allora la grotta riem- Piaggia Bella, col solo scopo di es- piccolo rio.” dentale di Pian Ballaur e proba- pie le serate dell’Italia intera fino sere lì e di entrare a far parte della Ecco, la storia di Piaggia Bella bilmente anche di un’ampia zona a che, recuperato il ferito, partiti sua lunga storia. ha inizio. Un inizio sonnolento, di Cima Saline. Raggiungono il giornalisti ed elicotteri, le sue gal- In speleologia ogni scoperta ha tanto che bisogna aspettare cin- torrente anche gli abissi “Gola del lerie tornano deserte e le conche molti padri. Non esiste altra attivi- quant’anni perché qualcuno se Visconte”, “Raymond Gaché”, “Es- erbose del Marguareis ridiventano tà nella quale chi scova una nuova ne occupi: quasi contemporane- sebue” e “Caracas”, tutti parte in- la casa di vacche, pastori e spele- prosecuzione si trovi immediata- amente, agli inizi degli anni ’50, tegrante del complesso di Piaggia ologi. mente ad essere debitore nei con- il torinese Capello, professore al Bella. Dalla confluenza tra i due rii Per questi ultimi il Marguareis è fronti di decine di persone. È debi- Magistero e i francesi del Club si procede seguendo la direzione uno dei templi della speleologia tore di chi ha esplorato la grotta, Martel danno il via all’esplorazione dell’acqua fino a un secondo af- europea, non tanto per la profon- di chi ne ha trovato le gallerie, di del Marguareis sotterraneo, seguiti fluente, i R“ eseaux”, che incanala LA RIVISTA 1 | 2011 57

Gli speleologi torinesi hanno an- l’ingresso della Grotta “Labassa”, che esplorato l’abisso dei “Triche- un’enorme e bellissima grotta sco- chi”, tra Pian Ballaur e Saline, che perta ed esplorata dagli speleologi dopo 550 metri di pozzi e 2 km liguri, prevalentemente imperie- di percorso ipogeo, è diventato, si, a partire dalla metà degli anni nell’estate 2010, il quindicesimo ottanta. Le due grotte, “Piaggia ingresso, congiungendosi con Bella” e” Labassa”, fanno parte 2 Piaggia Bella lungo il percorso di del medesimo sistema carsico, nel “Reseau B”, uno dei due grandi af- senso che le acque provenienti l’acqua proveniente dal settore indipendente dall’alternarsi in su- centrale e meridionale di Pian Bal- perficie di creste e valli e dall’an- laur. Si collegano a questo torrente damento delle morfologie esterne. gli abissi “Omega 3” ed “S2” e, da Negli ultimi anni le esplorazioni pochi mesi, anche l’abisso dei “Tri- speleologiche si sono concentrate chechi”. Dopo questa seconda con- essenzialmente sui bordi del “cuc- fluenza il percorso dell’acqua con- chiaio”, per diversi motivi più in- tinua alternando pozzi e gallerie teressanti: valicarne i limiti signi- fino alC anon Torino, nei pressi del ficherebbe avere accesso a nuove quale si congiunge la grotta delle regioni carsiche, oppure chiarire “Mastrelle”, per immergersi in un meglio i confini tra diversi siste- sifone e riemergere per 200 m pri- mi e le aree di assorbimento delle ma che un secondo sifone sbarri molte sorgenti che circondano il definitivamente la strada. Sappia- massiccio. mo però che a valle di questo, l’ac- È il caso delle recenti esplorazioni qua di Piaggia Bella raggiunge la ad opera degli speleologi fioren- vicina grotta “Labassa”, la percorre tini, coadiuvati da speleologi di per un lungo tratto per tornare alla diverse provenienze, che entrando 3 luce nella sorgente della “Foce”, dall’Abisso Gaché, ingresso più alto nei pressi dell’abitato di Upega, in del complesso carsico, posto sul fluenti del complesso. dalla prima attraversano la secon- Val Tanaro. Pian Ballaur, hanno iniziato una Nei pressi dell’ingresso dell’abisso da prima di ritornare alla luce nella serie di risalite dal fondo dell’abis- dei “Trichechi” si apre “Omega 8” sorgente della Foce. Rivelatisi inu- Le ricerche più recenti so in direzione di Cima Saline. I dove speleologi liguri di varia pro- tili, in tempi passati, i tentativi di Sovrapposto all’attuale percorso rami che ne sono risultati sono venienza hanno rinvenuto e per- seguire la via dell’acqua ad opera delle acque v’è un reticolo di an- ovviamente parte del complesso corso l’abisso fino alla profondità di speleo sub francesi e belgi, non tiche gallerie formatosi in epoche di Piaggia Bella ma le loro acque di -120 m. è rimasto che tentare di effettuare nelle quali clima e morfologie si dirigono invece verso la valle L’ultima novità esplorativa riguar- il collegamento attraverso lunghe esterne erano totalmente diffe- adiacente e le sorgenti dell’Ellero, da una zona remota che corrispon- arrampicate o estenuanti scavi, renti da quelli attuali. In questo lasciando sognare la possibilità di de alla regione in cui si incontrano entrambi al momento infruttuosi , alternarsi di vetuste condotte e un collegamento ipogeo tra i due le parti terminali dell’Abisso “Gola nonostante che le gallerie estreme giovani torrenti, opportunamente diversi sistemi carsici. del Visconte” e le propaggini estre- delle due grotte siano attualmente complicato dalle diverse fasi tetto- me del torrente dei “Piedi Umidi”, distanti solo poche decine di me- niche, si stanno sviluppando le più Il futuro l’altro grande affluente interno tri. « recenti esplorazioni. I torinesi invece di sono dedicati di Piaggia Bella. In queste regioni Il complesso di Piaggia Bella con- al bordo occidentale del famo- lontane, una decina di ore di cam- 1» Le gallerie della Tirolese, parte siste essenzialmente in un grande so “cucchiaio”, dove una serie di mino dall’ingresso, squadre miste del ramo principale di Piaggia “cucchiaio” di rocce impermeabili esplorazioni in ambienti anche ligur-tosco-piemontesi hanno rin- Bella // ricoperto da più livelli di rocce molto stretti nella regione di Piag- venuto un sistema di grandi galle- 2» Il Rifugio Saracco-Volante, carbonatiche di varie epoche e gia Bella detta “Kyber Pass”, ha rie, battezzate “Gallerie Popongo”, presso l’ingresso principale del di diversi spessori. Attualmente portato a una gigantesca galleria che risalgono, senza uscire, fino sistema di Piaggia Bella. Fu l’acqua, infiltrandosi nelle fessu- che però si sviluppa parallelamen- a venti metri dalla superficie, per costruito appositamente per re, dopo aver attraversato l’intera te al bordo in direzione sud. Sono arrestarsi di fronte a una grande e favorire le esplorazioni e gli studi serie delle rocce calcaree, ma an- pertanto in corso le ricerche del insuperabile frana. su questo grande sistema carsico. che immettendosi direttamente passaggio che permetta di accede- È però sul fronte meridionale che È gestito dal Gruppo Speleologico sul contatto, raggiunge la roccia re alle limitrofe aree calcaree che, si concentrano le maggiori aspet- Piemontese // impermeabile e su di essa scorre quasi totalmente prive di ingressi, tative e peraltro, finora, anche le 3» Le gallerie della Filologa, un seguendone l’inclinazione e sca- celano in profondità grandi spazi maggiori delusioni. Si apre qui, importante settore del sistema di vando un percorso totalmente inesplorati. infatti, nel piano della Chiusetta, Piaggia Bella » soccorso alpino 1 | 2011 58

testo di valerio zani - Vicepresidente Nazionale CNSAS - Delegato V Zona Bresciana www.cnsas.it - www.sicurinmontagna.it l'ANALISI DATI del cnsas in INTERVENTI DI SOCCORSO maschio, non iscritto al cai, 35-50 anni: identikit di chi ha incidenti in montagna

uando non possia- nale Soccorso Alpino e Spele- lisi oggettive e perfettamente tuendo tabelle, grafici e percen- “q mo esprimerla con i ologico del CAI, può approfon- obiettive. tuali consultabili e analizzabili. numeri, la nostra conoscenza è dirsi anche, ma non solo, dando Preziosissime e insostituibili per- Quantità inenarrabili di cifre, povera e insoddisfacente.” un’occhiata un poco più attenta sone con pazienza certosina “in- frutto d’anni d’intensa attivi- William Thomson - lord Kelvin ai dati che annualmente sono seriscono” le migliaia di schede tà, riempiono capienti archivi e tabulati. di intervento che provengono rendono difficile fare un’osser- L’attività di una struttura ope- I numeri, si sa, sono spesso fred- dall’intero territorio nazionale vazione ad ampio spettro anche rativa, articolata e complessa, di e implacabili ma diventano in un unico sistema che registra e soprattutto per l’impossibilità qual è quella del Corpo Nazio- la cartina al tornasole per ana- quantità rilevanti di cifre resti- di confrontare anni e situazioni LA RIVISTA 1 | 2011 59

molto diverse fra loro. Le ore della giornata a “maggior CNSAS, dopo infruttuose ricer- diziaria in ambiente ostile oltre Per questo, ma non solo, l’esame rischio” sembrano essere quelle che, annovera come tali senza che eventi di Protezione Civile. è inevitabilmente riferito ad un che vanno dalle 12 alle 17 (52% entrare in ambiti d’investigazio- La comparazione dei dati attuali periodo circoscritto ed in parti- del totale) del fine settimana, ni che non competono. con quelli degli anni precedenti colare riguarda l’anno 2009, po- in particolare della domenica può fornire interessanti spun- sto che i dati del 2010 da poco (26,4%). Varia la durata dei quasi 6.000 ti per apportare correttivi, per concluso sono ancora in fase Lungi da me sostenere l'idea interventi, anche secondo la quanto possibile, in termini di d’inevitabile elaborazione, ma abusata a proposito dello scon- loro gravità. Il 70% ha richiesto miglioramento del servizio da poco importa l’anno. Ciò che più tato connubio con questo giorno un periodo di tempo compreso una parte e di riduzione delle conta è esaminare senza alcun della settimana. nelle due ore a dimostrare i ri- problematiche dall’altra. pregiudizio il dato per riflettere dotti tempi d’allertamento delle e per cercare di capire le conse- Impegnati nel corso dell'anno squadre e i rapidi interventi resi I segnalati progetti volti all’au- guenze. soprattutto i Servizi Regionali possibili anche da una collauda- mento ed al consolidamento del Piemonte (17%), Lombardia ta e sinergica collaborazione con della “cultura della sicurez- Maschio, non iscritto al CAI, ita- (11.3%), Valle d’Aosta (15,3%), il Sistema 118 e con i diversi Nu- za” traggono origine finanche liano, 35-50 anni, escursionista Veneto (11,5%) e i Servizi Pro- clei d’Elisoccorso diffusi sul ter- dall’analisi di questi numeri oltre che cade nel periodo estivo, con vinciali del Trentino (10%) e ritorio nazionale. Entro le 5 ore che da un impegno prima ancora mete classiche, prevalentemente dell’Alto Adige (19,8%). si sono risolti più del 90% degli morale che istituzionale. Inne- al nord, a quote relativamente interventi. Il 5% dei casi ha visto gabile che detti numeri si con- basse. Soccorso in elicottero, Tra le cause più frequenti che un lavoro ed un’attività superiori cretano con l’impegno diuturno con un medico e una squadra, in hanno richiesto l'intervento alle 12 ore. di una collaudata struttura fat- poco meno di un’ora, ferito lie- del CNSAS vanno annoverate, ta, immancabilmente, di donne vemente. senza dubbio, quelle dovute a Quasi 200 gli interventi con e uomini (circa 7.000) che sono È questo l’identikit che scaturi- cadute, malori, scivolate e per- l’ausilio delle Unità Cinofile. In reperibili 24 ore su 24 sull’intero sce dall’analisi dei dati relativi dita d’orientamento.Complessi- particolare le Unità Cinofile per anno solare unitamente a risorse ad un anno d’attività, il 2009, del vamente queste quattro cause Ricerca in Valanga (UCV) sono materiali e a collaudate proce- Corpo Nazionale Soccorso Alpi- incidono per oltre il 70% del state chiamate 51 volte impe- dure. no e Speleologico del CAI, con totale. In particolare si è trat- gnando 88 unità. Le Unità Ci- Competenze acquisite con giorni circa 6.000 interventi di soccor- tato soprattutto d’escursionisti nofile per Ricerca in Superficie d’esercitazioni, capacità tem- so effettuati. (36,4%) e sciatori in pista (14%), (UCRS) sono state attivate 141 prate da innumerevoli simula- a fronte di molte altre attività volte impiegando 294 unità. zioni, esperienze maturate in 25.421 i soccorritori messi in che incidono in percentuale mi- Hanno fatto la loro comparsa, anni d’attività rendono possibile azione per operazioni che hanno nore ma non per questo trascu- in questo variegato scenario, quanto illustrato avvalendosi di richiesto la presenza dell'elicot- rabile. anche i “neonati” Bloodhound, i cifre che non impressionano ma tero per 2.730 volte: un totale Nell'analisi della tipologia delle cosiddetti cani molecolari di cui spronano a far meglio. complessivo di 24.304 giornate persone soccorse emerge che il il CNSAS, unitamente al suppor- Unitamente all’identikit dell’in- d’attività. Interventi effettuati in 71% è rappresentato da uomini, to del Dipartimento Nazionale di fortunato tipo andrebbe stilato sostanza in ogni mese dell'anno, il 29% da donne. Quasi tutti ita- Protezione Civile, si è dotato. quello del soccorritore tipo, ov- ma che vedono un picco consi- liani, oltre l’80%. Tra questi solo A questi numeri si aggiungono vero di colei o colui che per li- derevole nel corso della stagione il 5% è risultato essere iscritto i 10 incidenti avvenuti in am- bera scelta chiedono di far parte estiva, in particolare nei mesi di al CAI. bienti squisitamente ipogei che del CNSAS, superando una serie luglio (13%) ed agosto (19%) hanno visto impegnati, per la di verifiche iniziali e accedendo quando la montagna è presa let- Non sempre, nonostante il forte risoluzione degli stessi, numero- poi a percorsi formativi ben de- teralmente d'assalto da frequen- impegno e le diffuse competen- si soccorritori speleo che hanno finiti, normati da precise leggi tatori, a volte occasionali, troppo ze delle donne e degli uomini del portato soccorso a 21 persone dello Stato al fine di raggiungere spesso poco preparati e non ade- CNSAS, le operazioni di soccorso coinvolte (19 maschi e 2 fem- livelli di competenza appropriati guatamente allenati. sono andate a buon fine. Ben mine). Nessuna conseguenza che devono obbligatoriamente Non da meno la stagione inver- 360 (6,5%), infatti, le vittime fisica per 15 dei coinvolti, 4 essere mantenuti e verificati. nale, ora divenuta particolar- che si sono registrate nel cor- feriti gravi e, purtroppo, anche Questo sarà oggetto di futuri mente lunga per inizi precocis- so del 2009. Gli illesi sono stati 2 decessi. Tutto ciò si aggiunge approfondimenti unitamente ad simi della frequentazione della 1.273 (23,1%), i feriti lievi 1.914 all’impegno considerevole per il un’analisi dei numeri che com- montagna innevata e chiusure (34,8%), 1.385 (25,2%) invece contributo, in termini d’attività, pongono il CNSAS e dei mec- sempre più differite. Compren- quelli gravi, 460 (8,4%) i feriti fornito durante le fasi immedia- canismi che lo governano e lo sori sciistici particolarmente con compromissione delle fun- tamente successive al terremoto rendono ciò che è. « frequentati e, parimenti, voglia zioni vitali. Ammontano a 110 in Abruzzo e per l’alluvione in Si- di “nuove attività” in libertà pro- (2%) i cosiddetti dispersi, ovvero cilia. A corredo, se non bastasse, vocano la lievitazione d’alcuni persone che non hanno fatto ri- innumerevoli attività di suppor- » Soccorso su crepaccio. Foto©Juri numeri. entro ove erano attese, e che il to per operazioni di Polizia Giu- Baruffaldi » caai 1 | 2011 60 testo di Augusto Azzoni Il nuovo bivacco Lampugnani-Grassi la ricostruzione della struttura in cima al

(3.690 m) ed il Canzio (3.810 m) isolato termicamente del vecchio, al Colle delle , ma di forma, dimensioni e colore per verificarne le condizioni e per sostanzialmente simili, per rispet- definire i necessari interventi di to delle tradizioni, per garantire il manutenzione. medesimo buon inserimento am- Nell’ambito di questo progetto, bientale e, non ultima, per l’esi- in qualità di geologo, nell’ottobre genza di posizionarsi sulla mede- 2007 si fece con l’amico B. Ge- sima piccola piastra di roccia o nuessi un sopralluogo al bivacco comunque sui ridotti spazi offerti Lampugnani, struttura realiz- dal Pic Eccles. A differenza del zata nel 1957 in sostituzione di vecchio, portato in quota a pezzi un’altra crollata nel 1952, pare e montato sul posto da militari e a causa dell’esplosione di un for- guide, il nuovo bivacco sarebbe nello a benzina. Tale sopralluo- stato costruito in fondovalle e go evidenziò il precario stato di messo in posto con l’elicottero, conservazione del bivacco, che limitando così all’indispensabile presentava settori di pavimento le operazioni in quota. marci e consunti, alcuni fori nella Il bivacco fu costruito dai fratelli volta e porzioni mancanti e sol- Silveri, carpentieri in legno, che levate della lamiera di copertura, misero a disposizione compe- 1 e soprattutto permise di rilevare tenza ed entusiasmo, ed alla fine l’instabilità dalla base d’appoggio. decisero di dare al CAAI il bivacco Il bivacco infatti appariva marca- stesso a titolo gratuito. Venne l Club Alpino Accademico Ita- I bivacchi, oltre che elementi di tamente inclinato a valle, fatto realizzata una solida struttura di liano è proprietario di venti grande importanza per la pratica legato ad un cedimento delle area pari a circa 5 mq ed altezza Ibivacchi fissi distribuiti sull’in- dell’alpinismo e per la sicurezza lastre di roccia su cui poggiava, di 2 m (peso complessivo di circa tera cerchia alpina. in montagna, rappresentano per le quali presumibilmente ai tempi 1.300 kg), formata da tubolari Si tratta per lo più di piccole il CAAI un importante patrimonio della costruzione erano inglobate d’acciaio e coperta con tavole strutture in legno e lamiera d’ac- storico, per l’età (molti risalgono nel ghiaccio e stabili, mentre negli di larice, pannelli di isolante e ciaio, poste in genere in luoghi alla prima metà del Novecen- ultimi anni, per la progressiva ri- lamiera in acciaio zincato, da strategici nel cuore dei maggio- to) e per il ruolo da essi svolto duzione della copertura glaciale, collocarsi in un basamento in ri massicci alpini, ed utilizzate nell’esplorazione delle Alpi. Per erano divenute completamente a acciaio di poco più largo, anco- dagli alpinisti sia come punto di questo, il CAAI è costantemente sbalzo e in parte traballanti. rato al terreno con barre metal- partenza per impegnative ascen- impegnato nella loro manuten- Alla luce di quanto osservato, liche. sioni, sia come ricovero in caso di zione, operazione assai impegna- emerse la necessità sia di rea- Al contempo si definì un inter- maltempo. I più conosciuti, per tiva dal punto di vista sia tecnico lizzare un nuovo bivacco, in so- vento di consolidamento delle la vicinanza alle più note pareti che economico, trattandosi di stituzione del vecchio non più lastre di roccia su cui poggiava delle Alpi, sono nel Gruppo del strutture, per quanto robuste, riparabile, sia di consolidare la il vecchio bivacco che però, nel Monte Bianco il "Lampugnani" al particolarmente esposte agli ele- base d’appoggio o, in alternativa, corso di un successivo sopral- "Pic Eccles" e l’"Alberico Borgna" menti estremi. di individuare una nuova posizio- luogo eseguito con più favore- al "Col de la Fourche", nelle Alpi Nell’estate del 2007 il CAAI decise ne, più stabile e altrettanto sicura voli condizioni d’innevamento, si Centrali il "Manzi-Pirrotta" presso di effettuare un’ispezione dei bi- rispetto a possibili crolli di massi rivelò di difficile realizzazione per la Punta Ferrario, e nelle Alpi vacchi fissi più alti del Gruppo e valanghe. la scadente consistenza dell’am- Orientali il "Dal Bianco" sotto la del Monte Bianco, il Lampugnani Si progettò così il nuovo bivacco, masso roccioso. Si ricercò quindi parete sud della Marmolada. (3.865 m s.l.m.), l’Alberico Borgna ovviamente più robusto e meglio una nuova posizione, che venne LA RIVISTA 1 | 2011 61

individuata in un piccolo ripiano portò il nuovo bivacco a Courma- posto circa 25 m più in alto, yeur. poco sotto il filo della cresta, Finalmente ottenuti tutti permes- all’estremità occidentale di una si, i lavori ripresero nel 2010, con cengia detritica che attraversa la ferma decisione del CAAI di buona parte della parete. Tale completare l’opera entro l’anno. ripiano appariva solido e, data la Per non rischiare di perdere il modesta altezza della parete so- momento propizio per il trasporto prastante, non sembrava interes- del bivacco, e visto che la piazzola sato da cadute nè di massi, nèdi era ormai a buon punto, si cercò neve, ed inoltre era delimitato di anticipare i lavori a luglio, ma a monte da una bella placca di ciò non fu purtroppo possibile, per roccia compatta, su cui si sareb- un perentorio divieto dell’Ammi- bero potuti efficacemente fissare nistrazione comunale, che temeva i tiranti d’ancoraggio. che la temporanea chiusura del Può apparire un po’ strano ai non sentiero d’accesso potesse recare addetti ai lavori, ma la sostitu- danno alla stagione turistica zione di un bivacco, per quanto (venni anche consigliato di spo- con una struttura assolutamente stare i lavori, se possibile, in tardo identica, è soggetta ai locali Re- autunno-inverno!). golamenti edilizi, nè più nè meno Anche quest’anno quindi i lavori 2 di un qualsiasi altro edificio di iniziarono dopo la metà di set- fondovalle; nonostante si tratti di tembre. Si operò in due fasi. Nella un’opera ad uso pubblico e senza prima venne completato lo spia- posizione, guidata da terra con utile funzione sociale, non più alcun fine di lucro, essa neces- namento della piazzola e venne funi dalle guide trentine. Subito però come ricovero, ma come viva sita quindi di una Concessione posizionato con cura il basa- dopo venne agganciato il bivacco testimonianza della vita in alta edilizia con pagamento di tutti mento, operazione non semplice vecchio, che già era stato libe- montagna. « gli oneri e con l’assoluto rispetto per l’inevitabile irregolarità del rato dal ghiaccio e debitamente dei tempi burocratici, nel nostro terreno, nella seconda venne si- imbracato, e, dopo un attimo di A nome del CAAI, voglio infine caso del Comune di . stemato nel basamento il nuovo apprensione per il rovinoso crollo ringraziare i vari soggetti hanno Il percorso autorizzativo si attivò bivacco trasportato dall’elicot- di una delle grosse scaglie su cui reso possibile, con l’aiuto eco- nella primavera 2009 e, a causa tero, e vennero realizzate alcune lo stesso poggiava, trasportato a nomico e tecnico, la realizzazio- della sopravvenuta necessità di importanti opere accessorie. valle all’Eliporto di Courmayeur. ne del progetto: la ditta Fratelli spostare più in alto il bivacco, si Il trasporto del bivacco, dato il Le guide trentine rimasero ancora Silveri di Ono S. Pietro, specia- concluse solo nell’autunno dello notevole peso, venne realizzato due giorni in sito, completando lizzata nella costruzione di tetti stesso anno. con l’unico elicottero disponibile così l’ottimo lavoro già svolto. e carpenteria in legno, che ha I lavori, affidati alla Trento Dis- in grado eseguire tale operazione, Fissarono saldamente con funi in donato il nuovo bivacco al CAAI, gaggi, ditta che opera con guide il “Super Puma” della ditta svizze- acciaio il bivacco alla placca roc- la Protezione Civile della Valle alpine specializzate in lavori in ra Eagle Helicopter, appositamen- ciosa retrostante, e realizzarono d’Aosta, che ha generosamente quota, iniziarono nell’autunno te incaricata dal CAAI tramite la le ultime opere necessarie a ga- coperto tutte le spese per il tra- 2009, con la preparazione della ditta Helops di Aosta; quest’ulti- rantire massima sicurezza agli al- sporto in elicottero del personale piazzola; tale lavoro si rivelò al- ma invece realizzò, dimostrando pinisti e alla struttura, fra cui una impegnato nell’impresa, il geom. quanto complesso, per la presen- competenza e disponibilità, tutti i passerella davanti all’ingresso ed B. Genuessi, che con il sottoscrit- za di grossi massi e soprattutto di voli per il personale nelle fasi sia una rete fermaneve nel canale to ha steso il progetto del nuovo ghiaccio sotto allo strato detri- ricognitiva che realizzativa, voli a monte. Il nuovo bivacco prese bivacco e seguito l’iter autorizza- tico corticale, difficile da rimuo- il cui costo venne poi generosa- nome di Lampugnani-Grassi, in tivo, e le ditte Veraflex di Treviolo vere con semplici strumentazioni mente coperto dalla Protezione onore anche del grande alpinista, e Grande Grimpe di Nembro, che manuali (leve, piccone e piccoli Civile della Valle d’Aosta. guida ed ex Accademico CAI, che hanno donato rispettivamente i attrezzi meccanici alimentati Dopo le ultime impegnative ope- realizzò importanti ascensioni materassi e i sacchi letto. « da un generatore con motore a razioni, sia per la sistemazione sulla Sud del M. Bianco. scoppio). della piazzola che per il coordina- Il vecchio bivacco, previ accordi 1» Il vecchio bivacco Lampugnani, Nell’ottobre 2009, approfittan- mento dei vari soggetti coinvolti con il dott. G. Accornero, respon- chiaramente inclinato a valle, do di un’ultima finestra di bel nel lavoro, aiutati dal bel tempo, sabile del Museo delle Alpi del come si presentava nel corso del tempo, si riuscì a portare in sito il finalmente il 13 ottobre si riuscì Forte di Bard, venne donato dal sopralluogo del 2007. Foto©A. basamento in acciaio del bivacco a sostituire il bivacco. Nel primo CAAI al Museo stesso e, nel mese Azzoni // che, non essendo ancora ultima- pomeriggio la nuova struttura di novembre, trasportato presso 2» Installazione del nuovo bivacco ta la piazzola, venne ancorato venne portata in quota e nel giro quella struttura, ritenuta ideale con elicottero Super Puma. alla parete. Nello stesso tempo si di pochi minuti calata nella nuova per continuar nel tempo la sua Foto©A.Azzoni » alta salute 1 | 2011 62

A cura di Enrico Donegani - Presidente Commissione Centrale Medica CAI Full-member UIAA MedCom

L'INFARTO DEL MIOCARDIO è LA CAUSA PIù DIFFUSA DI MORTE IMPROVVISA: ECCO COME PREVENIRLO

ualche tempo fa su un di attività che si possono svolgere inevitabile che il freddo possa cardico dovuto a grave malattia giornale di provincia in ambiente montano, è naturale contribuire ad un certo numero aterosclerotica misconosciuta qcomparve un breve tra- ed è logico anche in montagna di decessi. La morte per ipotermia delle coronarie. Tra i fondisti che filetto sulla morte improvvisa ed debba capitare un certo numero può rappresentare l’evento finale partecipano a gare su lunga di- inaspettata, durante una normale di eventi mortali. di un trauma di per sé non grave stanza, uno studio eseguito in passeggiata in montagna, di un Le varie attività, le diverse con- o la conseguenza del seppelli- Svezia nel corso delle varie edi- pensionato di 60 anni, “allenato dizioni di raccolta e i differenti mento da valanga. zioni della Vasaloppet ha regi- ed in buona salute, forte come metodi di analisi dei dati rendono Anche la ridotta pressione di strato 13 vittime per MI, in sog- una roccia” come lo descrivevano difficile ottenere risultati stati- ossigeno in alta quota, quando getti compresi trai 51 ei 70 anni, gli amici e compagni di escursio- stici attendibili e confrontabili. non correttamente acclimatata, tutte per infarto del miocardio. ne, sorpresi, sbigottiti e addolo- L’aumento delle vittime della può causare processi patologici Lo sforzo aumenta l’attività rati. montagna registrato negli USA potenzialmente mortali, quali simpatica adrenergica con uno In realtà la morte improvvisa negli ultimi 50 anni non signifi- l’edema polmonare o l’edema ce- squilibrio del sistema neurove- (MI) (definita come “un evento ca necessariamente che l’andare rebrale d’altitudine. getativo, aumento delle aritmie naturale inaspettato che si ma- in montagna sia diventato più Ma, tra le varie possibili cause cardiache, aumento dell’indice nifesta entro un’ora dall’inizio dei pericoloso, significa più sem- di decesso, è la MI che la fa da del lavoro cardiaco e conseguen- sintomi in un soggetto privo di plicemente che è aumentato il padrona, essendo la responsabile te ischemia miocardica, aumento condizioni di salute tali da farlo numero dei suoi frequentatori. del 52% delle morti degli sciatori dell’aggregabilità delle piastrine, presagire”) è una drammatica In generale quindi, non deve sor- e del 30% degli alpinisti. Con- rottura di placca aterosclerotica condizione clinica ben nota e prendere più di tanto sapere che frontato con il rischio generale di e successiva trombosi coronarica. studiata, essenzialmente dovuta gli sciatori, gli snowboarders, i MI, quello in montagna è signi- Altri fattori di rischio che a cause cardiache (fibrillazione fondisti, i trekkers e gli alpinisti ficativamente più elevato, di un possono contribuire sono poi la ventricolare, asistolia, dissocia- possono morire in montagna, ed fattore 2.1 per gli sciatori e di un quota stessa (più si sale di quota, zione elettromeccanica), spesso in modi alquanto differenti. fattore 4.3 per gli alpinisti. minore è la disponibilità di ossi- espressione di una grave malattia I discesisti e i saltatori possono In generale, la frequenza di morte geno nell’aria), il freddo intenso, il silente delle coronarie, scono- essere vittime di traumi multipli tra gli sciatori, per qualunque primo giorno di attività in quota, sciuta al soggetto stesso. alla testa, al torace o all’addome causa, è compresa tra 0.11 e 2.46 un’attività fisica non abituale In generale, nei paesi occidentali dovuti alla collisione con alberi, decessi per ogni milione di giorni per il soggetto (esercizio fisico la MI ha un’incidenza media di 1 pali o tralicci o altri sciatori. I di attività, mentre quella tra gli o stress psichico eccezionale), lo caso ogni 1000 abitanti/anno, in trekkers e gli alpinisti possono alpinisti è più alta e varia enor- scarso allenamento, l’eccessivo Italia si contano 60.000 vittime morire per un trauma da caduta o memente, compresa tra 2.3 e tempo intercorso dall’ultima as- all’anno (1 ogni 9 minuti!), in perché colpiti da rocce o ghiaccio 1870 decessi per ogni milione di sunzione di cibo e bevande (disi- Europa 350.000 e negli USA precipitati dall’alto. Certamente giorni di attività. Tale differenza è dratazione). 250.000. Gli uomini sono mag- gli sciatori-alpinisti e gli alpinisti giustificata non solo dai differen- giormente colpiti con un rap- sono a maggior rischio di morte ti tipi di attività che si eseguono, La crescente popolarità delle porto di 5:1 rispetto alle donne, per caduta in un crepaccio o ma anche dalle diversità di am- attività sportive montane quali poi oltre i 65 anni tale differenza sepolti da una valanga rispetto bienti in cui esse si svolgono. Nel l’escursionismo, l’arrampicata, lo tende a ridursi fino a scompari- a quelli che preferiscono sciare corso di spedizioni in altissima sci da discesa e quello nordico, lo re. L’età media delle persone che in aree e comprensori conven- quota oltre i 6000 metri è stata snowboarding, il camminare con muoiono è di 65 anni, il 50% a zionali. registrata una elevata mortalità le ciaspole e lo sci-alpiniasmo, fa casa, il 33% sul lavoro, il 12% in Il particolare ambiente stesso media del 1.1%! si che il numero delle persone che strada e il restante 5% durante della montagna può rappresenta- frequentano la montagna a tutte attività ricreative. re la causa di morte. La tempera- Gli esami post-mortem dimostra- le quote continui ad aumentare. Considerando quindi questi tura scende di circa 5.5°C salendo no, come detto, che il 90% delle Ogni anno circa 100 milioni di numeri ed le particolari tipologie ogni 1000 metri di quota ed è MI è causato da un infarto mio- persone lo fanno per sport, diver- LA RIVISTA 1 | 2011 63 asports.it timento, vacanza o lavoro. migliore terapia disponibile per le consigli verbali su come applica- Il numero dei trekkers in Nepal è aritmie ventricolari. Ogni minuto re correttamente le ‘palette’ sul Le migliori marche aumentato del 330% dal 1982 di ritardo riduce del 10% il suc- torace ed avviare le procedure di di attrezzature al 1994, e del 450% dal 1994 cesso della defibrillazione. defibrillazione, essendo in grado per l’outdoor al 2000. Un aumento analogo si L’intervento di defibrillazione di aiutare il soccorritore anche è registrato tra le persone che può essere ancora più precoce nelle manovre di rianimazione il trekking l’alpinismo salgono oltre i 6000metri: nei 40 qualora sia attivo un sistema mediante istruzioni prima o al lo scialpinismo anni tra il 1950 e il 1990, 19.810 “PAD” (Public Access to Defibril- posto della defibrillazione. e la speleologia hanno tentato di scalare le più lation): esso consiste nella defi- Sebbene la CPR rimanga il trat- alte cime nel Nepal contro le brillazione precoce effettuata da tamento fondamentale della ria- 30.141 nel periodo 1991- 2006. personale non sanitario adde- nimazione, l’uso di un defibrilla- Attualmente poi esiste una cre- strato presente sul posto (“primi tore automatico si è dimostrato scente tendenza a consigliare e a rispondere”) che interviene essere una metodica terapeutica ad incoraggiare persone di tutte prima dell’arrivo dell’equipaggio molto efficace. le età a fare attività fisica in dell’emergenza sanitaria. Teoricamente, questi strumenti montagna, anche persone con I defibrillatori automatici o semi- dovrebbero essere disponibi- problemi medici quali l’iper- automatici esterni (AED) attual- li ovunque possa capitare un tensione arteriosa o il diabete, mente disponibili sul mercato arresto cardiaco. In pratica l’AED fattori di rischio noti per la ma- permettono a personale non dovrebbe far parte della stru- lattia coronarica. sanitario specificamente adde- mentazione a disposizione del Inoltre, molti rifugi-albergo e ri- strato di effettuare con sicurezza team di soccorso medico avanza- storanti montani sono facilmente le procedure di defibrillazione, to, poiché in grado di fornire al e velocemente raggiungibili me- esonerandolo dal compito della sanitario un livello superiore di diante funivie, trenini o strada, diagnosi che viene effettuata monitorizzazione della vittima. rendendo quindi ancora più alto dall’apparecchiatura stessa. Anche se la maggior parte dei il numero delle persone a rischio. Il sistema PAD è integrato e co- soccorsi è dovuta a traumi, Ancora, eventi di massa (gare ordinato con il sistema di allarme sempre di più è il numero di casi sportive popolari aperte a tutti, sanitario 118; in questo modo è in cui l’uso dell’AED risulta essere eventi religiosi o musicali) tra- consentito il rispetto dei principi lo strumento fondamentale. sportano persone di tutte le con- della “Catena della Sopravviven- Il sistema PAD dovrebbe essere dizioni in ambiente montano. za”, secondo i quali può essere disponibile laddove potrebbe Tutto questo porta ad un migliorata la sopravvivenza dopo essere più alta la necessità del aumento delle persone a rischio arresto cardiaco, purché siano ri- suo uso: nei comprensori sciistici di MI in montagna per arresto spettate le fasi di: popolari, nei grandi e frequenta- cardiaco, rischio che aumenta »»riconoscimento dell’evento ed ti rifugi/ristoranti di montagna, di molto oltre i 40 anni, durante attivazione dell’allarme sanita- durante gli eventi montani di sforzo fisico strenuo, con la disi- rio (118/soccorso alpino) massa. dratazione e con l’ipossia da al- »»rianimazione cardiopolmona- In Italia esiste – unica realtà – un titudine. re eseguita dai presenti (CPR progetto realizzato dalla Sezione L’80% delle MI è causato dalla precoce) del CAI di Bergamo che coinvolge fibrillazione ventricolare FV ( ) o »»defibrillazione precoce esegui- da 3 anni 10 rifugi collocati nella impreste.it da una rapida tachicardia ven- ta dai presenti (Defibrillazione regione ad un’altitudine compre- Per il professionista tricolare (TV). In questi casi un Precoce) sa tra 1400 e 2400 metri. Ancora intervento adeguato è in grado »»intervento dell’equipe di riani- troppo presto per poter fare un del soccorso e del di salvare la vita alla vittima mazione avanzata (ALS) bilancio dell’attività. lavoro su fune e ma l’esito è legato alla velocità in esposizione d’intervento. Il tempo per poter Gli AED sono strumenti medici Ma come sempre, la prevenzio- fare qualcosa è molto breve e capaci di riconoscere la presenza ne dei fattori di rischio (corretta richiede una certa competen- di una TV o FV, di decidere senza acclimatazione, attività fisica za. L’immediata rianimazione l’intervento di un operatore se adeguata, buon allenamento cardio-polmonare (CPR) resta il la defibrillazione debba o meno fisico, adeguata alimentazione e Rivenditore esclusivo cardine fondamentale del suo essere attuata e, in caso posi- idratazione), con un conseguente trattamento ed ogni minuto di tivo, sono in grado di scaricare adeguato comportamento, resta ritardo riduce la possibilità di l’impulso elettrico necessario per lo strumento basilare per aiutare Rivenditore autorizzato successo. Ma le manovre di ri- l’individuo. Essi sono realizzati a prevenire la MI, evitando così di animazione associate ad una per essere usati da qualunque trasformare in tragedia gli effetti precoce defibrillazione elettrica persona senza alcuna prepara- salutari dell’ambiente di monta- Quartier G. Carducci, 141 32010 rappresentano attualmente la zione medica specifica. Fornisce gna. « Chies d’Alpago - Belluno - ITALY tel. +39 0437.470129 fax +39 0437.470172

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A cura di jacopo pasotti Viviamo in un giardino botanico L'ITALIA E LA VARIETà DELLE SPECIE VEGETALI

ra l’Italia ha una mento di Biologia Vegetale e che l’Italia ha deciso di poco su progetti a scala carta delle aree della Università “Sapienza” di difendere: boschi e praterie nazionale per la conoscenza O importanti per la Roma mostra un paese che si di un paese che attraversa della biodiversità”. Le ricerche conservazione delle piante. prende cura del proprio patri- quasi ogni habitat da quello sulla natura vanno fatte nella Sarà uno strumento utile monio botanico. Dalla mappa desertico a quello (quasi) natura, è questo il punto (ed per fronteggiare la minaccia italiana emerge infatti che ben polare dominato dai ghiacciai il problema condiviso da altre d’estinzione per diverse l’83% delle aree critiche per alpini. Il record spetta alla branche delle scienze naturali). specie di fiori, alberi, arbusti. la conservazione delle piante Sardegna, che possiede ben La ricerca sul campo richiede Il problema è che difendere “a rischio” sono, di fatto, già 430mila ettari catalogati come investimenti di tempo e di qualcosa che non sai dove vive tutelate. E sono più del 60% le “importanti” per la conserva- fondi, che putroppo scarseg- è molto difficile. Il primo passo specie minacciate che ricadono zione delle piante. Ma anche il giano. Quindi non c’è da stupirsi per la tutela della biodiversità in aree naturali protette. Trentino non è da meno: la sua se “la maggior parte dei lavori del mondo vegetale è mappare Lo studio è pubblicato sulla superficie è minore rispetto recenti hanno rielaborato dati i luoghi dove crescono le rivista Biological Conservation alla Sardegna, ma il 42% del già esistenti senza promuovere piante più minacciate. Queste ed è il risultato di un lavoro suo territorio è “importante” la raccolta di nuove infor- mappe fino ad ora sono una d’equipe di biologi, ecologi, e per il patrimonio vegetale mazioni”, come spiega Blasi. rarità, ed è per questo che il naturalisti sparsi sul territorio. nazionale. Molto lavoro in ufficio, poco nostro paese ne ha prodotta L’intera penisola è stata divisa Questa è la prima mappa che quello sul terreno: un nonsense una: servirà per decidere dove, in 3500 “celle” di cento chilo- ci da un quadro generale delle per botanici e naturalisti. e come, proteggere le specie metri quadrati, che sono state zone prioritarie per la difesa Blasi conclude dicendo che le più minacciate. catalogate raccogliendo infor- della biodiversità vegetale. Ma, competenze all’interno delle Nel 2002 i paesi membri mazioni di esperti locali e secondo gli esperti, in Italia università e degli enti di ricerca dell’ONU hanno aderito ad nazionali, dati di terreno e dati manca uno studio completo non mancano ma “occorre una Convenzione per la Biodi- ottenuti dai satelliti. “Abbiamo ed approfondito del patri- la volontà di investire su un versità che impegnava i individuato 312 aree impor- monio verde nazionale. Il progetto sul lungo termine che firmatari a proteggere almeno tanti – spiega la ecologa problema, secondo Carlo Blasi, non ha un ritorno immediato, il 50% delle aree importanti Michela Marignani, che ha docente di ecologia vegetale ma che sarebbe neccessario per la diversità delle piante, partecipato al progetto – una alla Sapienza, è che “negli per la difesa della biodiversità ed a garantire una protezione superficie pari al 15% della ultimi trent’anni si è investito nel nostro territorio.” « sul posto ad almeno il 60% penisola italiana”. Un dato non delle specie iscritte alla lista irrilevante ma che riflette la rossa dell’IUCN. L’obiettivo era ricchezza di biodiversità del ambizioso soprattutto perchè nostro paese. » Link utili era da raggiunegersi entro Secondo Marignani e colleghi La dichiarazione di intenti della EU per la prox decade: http://www. europa-eu-un.org/articles/en/article_10202_en.htm il 2010. L’obiettivo è stato ora è fondamentale proteggere clamorosamente mancato. quei 4milioni e mezzo di Nel sito http://scienzamontagna.wordpress.com è possibile vedere Da noi però le cose sembrano ettari di territorio. Un terri- la Carta delle Aree Importanti sovraimposta alle aree protette e le andare diversamente: lo studio torio vastissimo, sparso tra aree Natura2000 in Italia condotto presso il Diparti- montagna, pianura, e costa, LA RIVISTA 1 | 2011 65

» Carta delle aree importanti per le piante (IPAs) in Italia di Carlo Blasi, Michela Marignani, Riccardo Copiz, Manuela Fipaldini, Sandro Bonacquisti, Eva Del Vico, Leonardo Rosati, Laura Zavattero.

Elaborazione grafica Giorgio Moretti - Dipartimento di Biologia Ambientale. Progetto promosso dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Responsabile scientifico prof. Carlo Blasi, Centro di Ricerca Interuniversitario "Biodiversità, Fitosociologia ed Ecologia del Paesaggio" de "La Sapienza" Università di Roma. In verde le Aree Importanti per le Piante individuate. » ambiente 1 | 2011 66

A cura di Agostino Esposito CCTAM LA STRATEGIA NAZIONALE PER LA BIODIVERSITÀ come contrastare la scomparsa degli ecosistemi

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l 2010 doveva essere l’an- »»l’utilizzazione durevole,e/o so- tà consapevolmente inserita tico, così come mettere a re- no del “countdown “ per la stenibile dei suoi elementi; nell’ambito delle future politi- pentaglio i processi economici i perdita di specie, si sarebbe »»la giusta ed equa ripartizio- che nazionali e nelle decisioni globali”. dovuta arrestare la perdita di ne dei vantaggi che derivano e attività dei vari Governi; per- »»“Giacché dalla perdita di bio- biodiversità; era stato assunto dallo sfruttamento delle risorse tanto, i ministri dell’ambiente diversità e da un suo utilizzo dal nostro Governo un impegno genetiche e dal trasferimento dei G8 nella Carta di Siracusa non sostenibile scaturiscono internazionale per il raggiun- delle tecnologie ad esse cor- dell’aprile 2009 hanno condivi- rilevanti perdite economiche, si gimento degli obiettivi della relate. so le posizioni del nostro Gover- rendono necessari appropriati Convenzione sulla Diversità no e hanno concordato che: programmi ed azioni tempesti- Biologica (CDB) - Rio de Janei- Purtroppo, nello scorso decen- »»“[…]la perdita della biodiversità ve, volti a rafforzare la resilien- ro, 1992- recepita con la legge nio tali obiettivi, compreso l’ela- e la conseguente riduzione e za degli ecosistemi” n°124 del 14 febbraio 1994. borazione di strategie, piani e danno dei servizi ecosistemici »»“Una strategia di comunica- programmi nazionali, sono stati possa mettere a rischio l’ap- zione capillare che coinvolga Gli obiettivi erano i seguenti: solo parzialmente raggiunti e gli provvigionamento alimenta- pienamente tutti i settori, tutti »»la conservazione della diversi- Stati della CDB si sono preparati re e la disponibilità di risorse i soggetti portatori di interesse, tà biologica considerata sia a per un rinnovato impegno in tal idriche, nonché di ridurre la le comunità locali ed il settore livello di gene sia a livello di senso. capacità della biodiversità per privato, tale da enfatizzarne la specie sia a quello di comunità L’Italia si è fatta promotrice di la mitigazione e per l’adatta- partecipazione e circoscriverne ecosistemica; una visione della biodiversi- mento al cambiamento clima- le responsabilità, costituisce un LA RIVISTA 1 | 2011 67

fattore cruciale per l’effettiva venti, la loro variabilità geneti- attuazione del contesto 2010 ca, i complessi ecologici di cui in materia di biodiversità.” fanno parte. I servizi ecosiste- »»“La riforma della governance mici in di cui tutti usufruiamo ambientale, a tutti i livelli, è sono correlati alla biodiversità essenziale ai fini dell’integra- in maniera univoca e devono zione della biodiversità e dei essere preservati, valutati e ri- servizi ecosistemici nei processi pristinati nel loro valore intrin- politici, così da trasformare in seco, laddove danneggiati. La opportunità quelle che oggi biodiversità è nostro capitale sono debolezze dei sistemi naturale, è deve essere conser- economici per sostenere uno vata e ripristinata per garantire sviluppo ed un’occupazione so- il mantenimento dei servizi eco- stenibili “[…] sistemici e per contribuire al be- Il 7 ottobre 2010 è stato rag- nessere umano in un mondo che giunto un nuovo importante cambia! La SNB ha prefigurato risultato , è stata approvato tre obiettivi strategici: dalla Conferenza Permanen- »»Massimizzare la salvaguardia e te per i Rapporti fra lo Stato, il recupero della biodiversità, e le Regioni e le Province Auto- dei servizi ecosistemici al fine nome, lo schema di Strategia di garantire il ruolo chiave per 2 Nazionale per la Biodiversità la vita sulla terra e il benessere (SNB) predisposta dal Ministero umano; dell'Ambiente e della tutela del »»Favorire l’adattamento delle mazione; l’Italia e la Biodiversi- particolarmente e rapidamente territorio e del mare attraverso specie e degli ecosistemi na- tà nel Mondo. esposto ai cambiamenti clima- una serie di incontri (percorso a turali semi-naturali ai cam- Il nostro Sodalizio ha parteci- tici ed alla conseguente risalita tappe) tra i soggetti interessati. biamenti climatici e adottare pato al percorso a tappe verso delle specie). Gli incontri si erano conclusi il le opportune misure di mitiga- la Conferenza Nazionale per la Purtroppo, siamo arrivati un po’ 22 maggio scorso a Roma con zione per ridurre l’impatto dei Biodiversità, in due diverse oc- in ritardo e la nostra proposta l’approvazione, da parte Confe- cambiamenti climatici sulla casioni (Napoli 13 maggio 2010 non è stata integralmente ac- renza Nazionale sulla Biodiver- biodiversità e sul benessere “Dalla Carta di Siracusa alla cettata. sità, della bozza della strategia umano; Strategia Nazionale e a Roma Qualche segnale interessante condivisa. (http//www.cnbitala. »»Integrare la conservazione il 21 Maggio 2010 - sessione tuttavia lo abbiamo avuto! Per- org), della biodiversità nelle politi- “Adattamento e Mitigazione dei tanto, se il CAI volesse perse- L’Italia che assieme alla Grecia che economiche e di settore Cambiamenti Climatici” hptt. guire questo obiettivo, dovrebbe era in grosso ritardo (era tra i rafforzando la comprensione www.gov.ited) proponendo, as- irrobustire la collaborazione con due soli stati Europei che non dei benefici derivanti dalla sieme alla CIPRA, l’allargamento i Parchi e le Aree Protette, guar- avevano ancora licenziato una biodiversità e dai servizi ecosi- delle aree di lavoro, con l’ag- dando non solo il nostro paese SNB) ora ha superato l'impasse stemici e la consapevolezza dei giunta dell’ambiente montano. ma tutte le realtà europee e degli scorsi anni e potrà arriva- costi della loro perdita. ”Un sistema complesso come mediterranee con maggiore at- re alla X Conferenza delle Parti la montagna con tutte le sue tenzione. della Convenzione Internazio- Un impegno trasversale che ri- peculiarità non poteva e non Ponendo attenzione al problema nale per la Diversità Biologica sulta strettamente interconnes- doveva essere trascurato tra le con un po’ di ottimismo e buona di Nagoya, in Giappone a fine so con la maggior parte delle aree di lavoro”! volontà, nonché utilizzando la ottobre, con lo schema definiti- politiche di settore. Pertanto L’aggiungere uno specifico set- professionalità e la specificità vamente approvato. Nessuno ci gli obiettivi strategici doveva- tore di lavoro per la montagna d’azione che ci contraddistin- avrebbe creduto: anche in Italia no essere inseriti in vari setto- avrebbe comportato l’inseri- gue, potremmo riuscire anche è stato predisposto, finalmente, ri di lavoro; così, il Ministero mento, nel prossimo Quadro noi a dare un contributo fattivo uno strumento operativo per dell’ambiente e la Conferenza Strategico Nazionale di pro- al mantenimento della biodiver- affrontare le sfide globali post Stato Regioni lo scorso 6 otto- grammazione comunitaria 2014 sità negli Ambienti Montani. « 2010. Quindi, ci si prepara a su- bre ne hanno licenziate 15: Spe- -2020, progetti specifici per le perare i ritardi accumulati nello cie, Habitat, Paesaggio; Risorse aree montane, sia Alpine che scorso decennio e rispettare gli Genetiche; Agricoltura; Foreste; Appenniniche. Ciò sarebbe stato obiettivi di tutela e di uso so- Acque Interne; Ambiente Mari- un importante traguardo per- 1» Il territorio montano è un sistema stenibile della biodiversità in no; Aree Protette; Infrastrutture sino per il nostro programma complesso, ricco di biodiversità ambientale: il bosco di alta quota ne è maniera puntuale e “misurabile”. e Trasporti, Aree Urbane; Salute; Appennino Parchi di Europa un esempio. Lagorai centrali // La biodiversità si definisce con: Energia; Turismo; Ricerca e In- (APE) (l’ Appennino per le sue 2» Un mondo in pochi cm. Fiori del “la varietà degli organismi vi- novazione; Educazione e Infor- caratteristiche altimetriche è Gran Paradiso » web e blog 1 | 2011 68

A cura di gianni zecca

www.marassialp.altervista.org Le più belle fotografie delle Alpi Le montagne più belle delle Alpi fotografate nei momenti magici della gior- www. inalto.com nata, all'alba e al tramonto, di notte, nelle prospettive più inedite, in tutte le Montagna a tutto tondo stagioni. Scrive l'autore: “Fare una fotografia per me ha sempre significato È un progetto che nasce nel 2000 per coniugare passione verso la montagna, catturare un'emozione: per la bellezza del paesaggio, per l'atmosfera del mo- la natura e la cultura dei luoghi e le nuove tecnologie. Inalto.com promuove mento, per i sentimenti provati. Questo sito nasce dal desiderio di trasmettere il territorio, la cultura e le tradizioni. La montagna è un patrimonio di tutti; è queste sensazioni a chi ama la montagna, è dedicato a chi vuole rivedere le per questo che inalto.com si propone come punto di informazione libera per vette conosciute, a chi ne vuole conoscere di nuove, a chi pensa che la monta- gli escursionisti, i turisti o i semplici appassionati. Ben documentato, è un ri- gna non sia soltanto un ammasso di pietre, ma piuttosto uno scrigno prezioso trovo virtuale per condividere esperienze, conoscere nuovi luoghi, organizzare pieno di emozioni e sentimenti”. le proprie escursioni con gli amici e soprattutto raccontarle.

www. medalp.eu Dalle Alpi al Mediterraneo MedAlp è un’associazione che si occupa di sviluppare progetti sul territorio www.trekking-montagna.blogspot.com Guardare gli uomini dall'alto in basso dell’Euroregione Alpi-Mediterraneo, per far conoscere questa realtà e le op- "Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso portunità che essa offre. L’obiettivo del progetto è approfondire la conoscenza dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e dei territori che la costituiscono (Piemonte, Liguria,Valle d’Aosta, Provenza- rumoroso". Le parole di “aprono” questo blog che dichiara la sua Alpi-Costa Azzurra e Rodano-Alpi). Sito istituzionale bilingue (italiano e fran- ragion d'essere già nell'indirizzo. Classico nell'impostazione grafica, ha diverse cese) che si rivolge anzitutto ai giovani abitanti di queste regioni, ai quali vuo- sezioni che si riferiscono ognuna ad una disciplina. Vi si trovano molte notizie le fornire informazioni pratiche ed approfondimenti utili per viaggi di studio sulla montagna, alcune targate CAI. lavoro, o anche – semplicemente - per sete di conoscenza. » lettere alla rivista 1 | 2011 69

A cura della redazione

to la nostra fessura-camino centrale (che Merizzi chiama Camino Tempi di percorrenza del Flaciderma) e Il Passo del Giaguaro (Fessura dello Scudo) a cui Noi tutti che andiamo in montagna siamo abituati a vedere i car- hanno fatto una variante di VII nel primo tiro. Merizzi e Sala hanno telli indicatori con marcati i tempi di percorrenza nel formato h- aperto la variante di attacco destra di due tiri (diedro+fessura) alla min, ad esempio 1.30 equivale ad 1 ora e 30 minuti. Per chi invece nostra fessura-camino. La denominazione del monte che è compar- non frequenta abitualmente i sentieri di montagna questa sintassi sa è inoltre errata, infatti si chiama Punta di Lu Lurisincu non Monte può presentarsi equivoca. Mi è capitato di trovarmi con un amico Lisircu. La prima salita della via “Non ovoglia doviglia” non è mai su un sentiero e di vedere un cartello che indicava come tempo risultata pubblicata da nessuna parte (!) ma correttezza alpinistica 1.50. Il mio amico lo ha interpretato come 1 ora e mezza e non ci impone di credere alle parole dell'apritore, nonostante siamo saliti come 1 ora e 50 minuti. Bisogna riconoscere che, matematicamen- precedentemente oltre le difficoltà maggiori del diedro e sulla cima te parlando, aveva ragione lui. Le convenzioni internazionali sulla nello stesso anno. Delle nostre vie esiste inoltre una pubblicazione e rappresentazione delle unità misura ci dicono che dopo la virgola, documentazione fotografica.S ulla cima gemella Marrosu e Castaldi per la sola Italia, sono i decimi, i centesimi, i millesimi e così via e hanno inoltre aperto altre due vie sino al VII. I nostri complimenti non i sesti, i sessantesimi, etc. Credo che questa sintassi sia uffi- comunque a quelli che forse, sono i primi ripetitori. cialmente riconosciuta dalla Commissione escursionistica del CAI Marco Vegetti centrale. Non vorrei essere polemico ma non si potrebbe esaminare Socio CAI Milano e giornalista di montagna la possibilità di cambiarla con una meno fuorviante? Ad esempio il formato ore:minuti, normalmente adottato, fa subito comprendere il significato esatto del tempo di percorrenza. Vedendo un cartello Eolico industriale con indicato “Destinazione 2:50” a nessuno verrebbe in mente di Interessato, sia per ragioni personali che professionali, alla natura e di interpretarlo come 1h e mezza. riflesso alle fonti di energia rinnovabile, vorrei fare un breve commen- Bruno Visca to all’articolo (La Rivista 6/2010) su “L’eolico industriale: la posizio- CAI Lanzo Torinese ne del CAI”. Premetto che non intendo immettermi in considerazioni etiche e di ambiente. Ho ovviamente le mie opinioni al riguardo, ma il mio presente scopo è diverso. Vorrei mettere in luce un aspetto Una querelle tra arrampicatori tecnico non evidente nel documento ufficiale riportato. In risposta a Nuove ascensioni, su La Rivista di settembre-ottobre Condivido, è abbastanza naturale, le preoccupazioni del CAI su 2010 un’eventuale immissione incontrollata di aerogeneratori, soprattutto Sardegna-Monte Lisircu se spinta da considerazioni di guadagno personale di chi le costru- Le vie descritte, come era già stato comunicato a suo tempo sia isce e installa senza una sufficiente analisi dell’efficienza che ci si telefonicamente che via mail a Merizzi prima della sua pubblicazio- può attendere a lungo termine. Al punto 3) del documento si parla ne in questa rubrica, sono state aperte precedentemente da Marco di “…ricerca puntuale con osservazioni che per non meno di due anni Marrosu e dai suoi compagni Alessandro Gogna e Lorenzo Castaldi, monitorino il vento…”. Cosa ovvia. Non possiamo certamente, nell’in- tutte senza preventiva perlustrazione dall’alto. Giusto per fare un stallare un generatore, basarci sulle affermazioni locali e di poche riepilogo della storia alpinistica: Marrosu e Castaldi salgono nel di- persone. La realtà di ogni giorno è spesso diversa, e quindi ben venga- cembre del 1999 il diedro a sinistra della parete, arrivando con un no i due anni citati. Il punto è che due anni non bastano. Siamo tutti, tiro da sotto la sua verticale e superando la parte più difficile con ma specie quelli che vanno in montagna, testimoni della variabilità difficoltà di VII ma, a causa delle ore di luce, non arrivano in vet- da un anno all’altro. Vi è un certo ciclo di più o meno dieci anni (che ta e tornano indietro lasciando un bong con cordino oltre la parte molti affermano essere associato alle macchie solari) in cui si alterna- difficile. no situazioni generali, e locali, opposte. Venti da sud e da nord, bora Nel 2001 Davide Gaspa e compagni salgono il diedro attaccandolo o scirocco, libeccio o maestrale, neve a sud ed a nord delle Alpi, ecc. da una cengia che arriva da sinistra e arrivando in vetta per una Tutti fenomeni correlati che portano a situazioni diverse sul singolo linea non diretta e denominandolo “Non ovoglia doviglia”. Succes- posto. è chiaro che ogni anno avremo un po’ dell’uno, un po’ dell’al- sivamente nello stesso anno Marrosu e Castaldi attaccano il diedro tro, ma, specie per considerazioni energetiche, conta la dominanza, e dal secondo tiro proseguono dritti nel camino finale, con uscita la continuità. La soluzione, almeno la più evidente, sta nel connubio diretta di VI/VI. di informazioni diverse, di tutte quelle disponibili. Nel caso specifico Nel 2001, in compagnia di Alessandro Gogna, viene salita la fessu- un periodo breve di misura, anche solo un anno, associato all’infor- ra-camino centrale, a cui viene data una difficoltà di VII massimo e mazione sulla corrispondente evoluzione della situazione meteorolo- nell’uscita dell’ultimo tiro V. gica a larga scala sarebbe in grado di fornire l’informazione richiesta. Sempre nel 2001 Marrosu e Castaldi salgono per primi la fessura Ovviamente non è questa la sede per discutere in dettaglio il come, che incide lo Scudo, denominandolo Passo del Giaguaro. L’arrivo alla ma queste sono metodologie standard nel campo tecnico-scientifico. prima sosta, grosso cespuglio, è con un tiro dal profondo canale Vediamo di non cadere nell’errore che, essendo un intervento in mon- Sud Ovest. Nel passo chiave alcuni blocchi in bilico pericolosi, che tagna, il tutto debba essere fatto solo sulla base di conoscenze locali. sembra ora siano stati rimossi dai primi (Merizzi Ligari e Gaspa?) Il locale dipende dal generale, specie in meteorologia, ed entrambe le ripetitori, hanno obbligato gli apritori a un passaggio di VI+/VII per informazioni vanno usate. l’aggiramento. In conclusione: Merizzi Gaspa e Ligari hanno ripetu- Luigi Cavaleri, Venezia » libri di montagna 1 | 2011 70

» Giorgio Burzio » D. Camisasca, P. Giglio, » Enrico Camanni ritiro e la scomparsa parziale o totale O. Pecchio delle masse glaciali viene nuovamen- Gents ghiaccio vivo te vissuta come un incubo generato Valadas Occitanas monte rosa Storia e antropologia dei anche dai sensi di colpa per il cattivo L’Artistica editrice, savigliano Nel Regno delle Altezze ghiacciai alpini uso dell’ambiente da parte delle gene- (CN), 2009 // 208 pagg.; 26,5 x Lerch editore, gressoney-St- Priuli & Verlucca ed., scar- razioni del tempo di internet in questa 29 cm; foto b/n. €35,00 Jean (AO), 2010. collana ca- magno (TO), 2010 // 320 fase di deglaciazione. Come conclude hiers autour des cimes // 72 pagg.,14x21 cm; ill. b/n e col. € l’autore nella sua introduzione: “Cer- Questo volume fotografico è essen- pagg.; 30,5 x 22 cm; foto col. e 18,50 tamente negli ultimi tre secoli, che zialmente una grandiosa galleria di b/n possiamo certificare con dovizia di ritratti delle genti delle Valli Occita- Per gli alpinisti di 50 e più anni fa il cronache e documenti, l’evoluzione ne, in particolare della Val Maira, Val Forse non tutti hanno presente che ghiaccio vivo era una sostanza vitrea, dei ghiacciai alpini ha accompagnato Varaita, Val Po, e del Queyras, frutto ben otto anni prima della prima trasparente nero-verde, quanto di più i pensieri dell’uomo di montagna e di di una ricerca e raccolta di immagini ascensione al Monte Bianco ad opera duro e stabile esistesse che quando af- pianura, costringendolo a interrogarsi scattate in quei luoghi fra il 1978 e di Balmat e Paccard nel 1786, sette fiorava sotto la neve estiva obbligava a sulle proprie azioni e sul proprio desti- il 1981. giovani gressonari salirono salirono un lungo e faticoso lavoro di scalina- no. Questo è il loro (dei ghiacciai – n. La memoria corre spontaneamente sul Monte Rosa a quella che poi fu tura. Una simile concezione settoriale d. r.) fascino, e il loro insegnamento”. a un altro libro fotografico L “ assù denominata “Roccia della Scoperta” è emblematica di quanto la visione È quindi una questione di rilevan- gli ultimi” di Gianfranco Bini che nel a 4177 metri, spinti dalla curiosità della realtà sia condizionata dalla sua za globale che coinvolge quindi sia i 1974 costituì una sorta di fotofinish di esplorare “quello che c’era dall’al- funzione. Seguendo questo concet- montanari che i cittadini e tutta la sca- su un mondo che stava per scompa- tra parte”, quindi sostenuti da quel- to di base Camanni ha scritto questo la delle relative valutazioni, da quella rire, quello della vita degli alpigiani in lo spirito di ricerca che fu una delle libro fondamentale in cui traccia una estetica a quella identitaria, a quella Valle d’Aosta, ove ormai si era messo connotazioni principali dell’alpinismo. storia dei ghiacciai dal punto di vista dei danni ecologici ed economici, e in movimento l’inarrestabile mecca- Questa ascensione, sicuramente della percezione che di essi avevano e costituisce materia che così introdotta nismo di sostituzione del turismo ri- meno mediatizzata di quella del Mon- hanno quanti si sono da sempre dovuti da Camanni come nuova scienza me- spetto all’attività agro-silvo-pastorale te Bianco, in effetti retrodata l’inizio o voluti confrontare con la loro entità. rita ulteriori riflessioni e ripensamenti come economia portante. della storia dell’alpinismo al 1778, ad Libro fondamentale in quanto dà corpo sui comportamento umani. Ma la differenza è sostanziale perché opera di gente del luogo, desiderosa di e voce a quella che può essere conside- A. G. mentre là l’obiettivo era puntato sulle stabilire un rapporto nuovo di cono- rata una nuova scienza, l’antropologia attività e sui modi di vita qui lo è sui scenza fra sé e la montagna. dei ghiacciai appunto, come recita il volti che, come scrive Annibale Salsa È proprio questo concetto, il rapporto sottotitolo, esponendola organica- » Andrea Gherzi nella sua introduzione, “I loro volti as- alpinistico tra i montanari e le loro mente secondo le categorie in base alle sumono i segni fisiognomici della ras- montagne, che costituisce l’argomen- quali il fenomeno è stato storicamente Montagna in segnazione di fronte all’impossibilità to della collana Cahiers Autour des investigato. musica di scegliere tra l’abbandono dei luoghi Cimes della casa Editrice Lerch di Da- Il mutare dell’atteggiamento e del rap- Priuli & Verlucca Ed., Scarma- nativi e la voglia di restare, nonostan- vide Camisasca, di cui “Monte Rosa” è portarsi dell’uomo con questa materia gno (TO), 2010 // 287 pagg. te tutto. La forza morale che si irradia il primo volume. viva e in perenne movimento viene 22x28,5; 2 Cd allegati; €.49,50 dai volti immortalati da Giorgio Burzio L’argomento del Monte Rosa come esposto in modo scorrevole e per nulla oscilla tra la manifestazione discreta scenario delle attività alpinistiche e pedante, anche attraverso citazioni di Un magnifico omaggio di fine anno, di una gioia interiore, che nessun scientifiche è sviluppato visivamente brani di autori che si sono occupati dei certamente gradito a tutti gli amanti sconvolgimento è in grado di scalfire, da foto d’epoca d’archivio e foto at- ghiacciai, sia sotto l’aspetto scientifico della musica e della montagna, è que- e “l’urlo di pietra” di una civiltà che tuali di Davide Camisasca, un “corpus” che artistico, letterario sportivo e via sto ricco e suggestivo libro, intitolato non vuole morire ma che si sforza di iconografico commentato dai testi di dicendo. “Montagna in Musica”. Ne è autore trovare le ragioni della speranza”. Pietro Giglio e Oriana Pecchio, pro- Così come prima dell’Illuminismo il Andrea Gherzi, noto studioso torine- Il volume, che ha meritato la segna- fondi conoscitori degli aspetti natura- ghiacciaio e le sue attività, con con- se, attivo come compositore, didatta, lazione al Premio ITAS 2010, è quindi listici e antropologici del più “himala- seguenze più o meno funeste, erano scrittore di libri e articoli musicali, oltre un grandioso affresco di un mondo e yano” dei massicci alpini. vissute come una maledizione, con che appassionato alpinista. di una civiltà al crepuscolo visto nello Il libro, che è stato pubblicato in oc- un atteggiamento sostenuto dai miti, Con il libro “La musica delle monta- specchio degli occhi di coloro che ne casione della mostra “Nel Regno delle dalle superstizioni, dalle leggende e gne”, nel 2000 Gherzi ci aveva offerto sono attori e vittime, anche se, sempre Altezze” presso lo spazio espositivo dal concetto che della natura aveva il un’anticipazione di questa, che si pre- con le parole di Salsa, “La carrellata Pòtzch Hus di Gressoney-St-Jean, mondo protestante, ecco che con l’Il- senta oggi come la più completa e de- di foto (…) non può e non deve esse- sottolinea con le sue immagini, che luminismo e la scoperta delle Alpi da finitiva opera finora scritta sul binomio re letta unicamente con le categorie al fascino storico di quelle d’epoca parte di scienziati, alpinisti e artisti si musica-montagna, frutto di lunghi ed interpretative della nostalgia. Alla sua uniscono la suggestione ambientale verifica un ribaltamento in positivo approfonditi studi e ricerche. potenza evocativa si affianca la delu- di quelle a colori di Camisasca, gli della percezione dell’essenza e della La migliore presentazione di questo sione, unita all’indignazione, per una aspetti morfologici dei ghiacciai e funzione dei ghiacciai, che in tal modo libro, che costituisce un importante marginalità sociale cui i montanari delle cime, l’alpinismo storico e quello entrano a far parte dell’immaginario capitolo della storia della musica, è di questo settore delle Alpi sono stati moderno con le relative attrezzatu- collettivo sia come elemento estetico contenuta nell’ introduzione dell’au- destinati”. Al di là del significato pro- re, i rifugi e i laboratori scientifici, e del paesaggio, sia come risorsa, fino ad tore stesso: «Le pagine che seguono fondo di questa ricerca, resta la sug- gli uomini della Valle che ne hanno arrivare agli eccessi di sfruttamento, sono dedicate ai rapporti fra musica gestione di immagini che nel contra- fatto la storia. Oltre al fascino delle dallo scie estivo all’utilizzazione sel- e montagna: vi si esaminano le più sto del chiaroscuro rievoca la potenza immagini di particolare interesse è la vaggia delle acque per la produzione di significative composizioni ispirate alla dei volti pittoricamente interpretati prospettiva nuova sotto cui è consi- energia elettrica. natura alpestre, si passano in rasse- dal Caravaggio. derato il Monte Rosa e la sua storia, Ma la ritirata dei ghiacciai causata gna i musicisti che ebbero occasione Per richieste contattare diretta- che sposta il punto di vista dalla storia dai mutamenti climatici dovuti al ri- di compiere scalate e gli alpinisti che mente l’autore Giorgio Burzio – cell. ufficiale a quella locale. scaldamento globale in parte indotto coltivarono studi musicali; nonché la 3397503655. e accelerato dall’uomo, rovescia nuo- visione da parte di questi personaggi A. G. A. G. vamente il punto di vista, in quanto il dei due diversi ambiti nella loro even- titoli in libreria LA RIVISTA 1 | 2011 71 » Daniele Redaelli » Luciano Navarini cento anni in vetta sci alpinismo in lagorai e cima tuale interazione». : romanzo di Vita e d’asta La trattazione di questo tema occupa Alpinismo 38 itinerari facili diciassette densi capitoli, che vanno Alpine Studio ed., Lecco, 2010 Edizioni31, Trento, 2010 dai primi strumenti e le prime espres- 275 pagg.; 16,5 x 24,5; foto b/n e col. € 24,00 168 pagg.; 11,5 x 16,5 cm; foto col. e cartine it. sioni musicali tipicamente alpine (jodel e ranz de vaches ) fino ai giorni nostri € 16,00 con la musica leggera, le colonne so- » Stefano Ardito nore cinematografiche e la musica giorni della grande pietra » Scuola Carnica di Alpinismo e Scialpi- new age. Edizioni Versante Sud, Milano, 2010, Collana “I nismo “Cirillo Floreanini” Tolmezzo Idealmente si potrebbe suddividere la Rampicanti” scialpinismo in carnia materia, trattata in modo esauriente, in due parti: la prima dedicata alla 263 pagg.; 13,5 x 20 cm; foto col. b/n. € 18,00 Edizioni in Mont, Udine, 2090 “montagna nella musica” e la secon- 204 pagg.; 12,5 x 18,6; foto col. con tracciati e da alla “musica nella montagna”. Nella » Marco Marando cartine it. € 27,00 prima, si possono collocare tutti gli apuane in … trekking autori di musica classica che, dalla fine del Settecento ad oggi, sono stati Bandecchi&Vivaldi Editori, Pontedera (SP), 2010 » Oreste Forno ispirati dall’ambiente alpino nelle loro 300 pagg.; 17,5 x 24; foto col. e b/n, € 18,00 fiori di ciliegio composizioni per strumenti singoli, Bambini anni ’50, ciak si gira! orchestre, esecuzioni vocali, opere » aa. vv. BELLAVITE Editore in Missaglia (LC), 2010 teatrali, complessi corali. Tra questi Mountain Bike tra lecco e ber- 176 pagg.; 12,5 x 19,5; € 15,00 compositori, più o meno conosciuti dal vasto pubblico, vengono citati Liszt, gamo Franck, Raff, Brahms, Wagner, Strauss, 87 itinerari e racconti tra il Lago di » Giuliano Dal Mas Mahler, D’Indy, Messiaen, Paganini, Como e le Orobie dolomiti insolite i Doret, Honegger, Daetwyler, e poi an- Edizioni Versante Sud, Milano, 2010, Collana Itinerari per amanti della piccola com- cora Grétry, Cherubini, Lehàr, Rossini, Donizetti, Mascagni, Catalani, Grieg, “Luoghi verticali” pagnia nel silenzio dei monti Bloch, Hovhaness. 312 pagg.; 15,3 x 21 cm; foto col. e cartine it. € Casa Editrice Panorama, Trento, 2010 Nella seconda, troviamo i veri e propri 28,30 Ristampa. 156 pagg.; 17 x 24 cm; foto col. e carte alpinisti che si dedicarono (anche) alla it. € 24,00 musica e numerose personalità che M. Candolini coltivarono entrambi i campi: da Julius » Kugy («Soltanto sui monti cominciò la racchette da neve nelle monta- » Gianfranco Bracci mia vera comprensione per la musica») gne friulane il piacere di camminare a Giuseppe Corrà, da Emile-Robert Materiali, tecnica, sicurezza, itinerari Riflessioni e consigli sul muoversi a Blanchet (farà piacere agli amici del Edizioni in Mont, Udine, 2010 bassa velocità “Club 4000” apprendere che scalò tut- ti i “quattromila” elvetici) a Gabriele 128 pagg.; 12 x 17; foto col. e cartine it. € 19,00 Edizioni Il Lupo, Sulmona (AQ), 2010 Boccalatte, da Leone Sinigaglia a Etto- 160 pagg.; 14 x 19 cm; foto b/n. € 10,00 re Zapparoli, con alcune sorprese come » AA. Vv. Arturo Toscanini, Herbert von Karajan, L’altro sentiero » Augusto Cavazzani Otto Klemperer, Wilhelm Furtwängler, quaderni di escursionismo alternativo atlante cartografico E ovviamente, in questa seconda parte, molte pagine sono dedicate ai “Canti in appennino del trentino alpini tradizionali” delle varie regioni Monte Gallinola, Pizzo dell’Arco, Monte Riflessioni e consigli sul muoversi a alpine (da non confondere con i canti Coscerno, Lago di Albano, Mugello, bassa velocità degli Alpini), che costituiscono un pa- Colle Pelato, Eremo di S.Michele, Valle Edizioni 31, Trento, 2010 trimonio artistico molto ricco, il solo – per certuni – in grado di figurare come dell’Orfento, Cima Manfriana, Serra del- 240 pagg.; 23 x 36 cm; 198 carte scala 1:25000 a vero “frutto dell’Alpe”, al quale attin- le Gravare col.; indici, tavole, catasto sentieri SAT, toponimi. sero non pochi anche fra i grandi mu- Società Editrice Ricerche, Folignano(AP), 2010 € 79,00 sicisti. E poi soprattutto ai “Canti degli 62 pagg.; 16,5 x 21; foto col. e tracciati it. € 8,00 Alpini e degli alpinisti”, con ampie ed esaurienti citazioni di autori, testi dei canti più conosciuti, arrangiatori, com- plessi vocali. Tra le melodie più note role del medico, alpinista e musicista in un muto tradursi o richiamarsi fra secondo alla “Musica colta o classica”, spicca, ovviamente, La montanara di udinese Iginio Gobessi : «È di frequente loro, dal che deriva l’associazione ide- con alcune interpretazioni di Andrea Toni Ortelli, che - scrive Gherzi - è for- constatazione il fatto che l’amore per ale, che si estende all’attività pratica Gherzi. Un accenno merita l’apparato se il più celebre al mondo (tradotto in la musica e l’amore per la montagna si (alpinismo) e forse questo è uno degli iconografico, molto ricco e suggesti- centocinquanta lingue), da molti con- trovano riuniti in una stessa persona. aspetti di quel fenomeno biologico che vo, risultato anch’esso di accurate ed siderato l’inno nazionale della monta- Casualmente?. Non credo. Ho pensa- è la complementarità psicofisica, per esperte ricerche, il quale contribuisce gna. E, tra i numerosi e bravissimi com- to spesso a darmi una assai semplice cui l’attività intellettuale e quella fisica a rendere ancor più bello questo ele- plessi vocali citati, merita giustamente e in apparenza facile spiegazione di sono reciprocamente utili e necessarie, gante libro. un posto d’onore il Coro della SAT, del ciò: la montagna e la musica sono due quando si mantenga la proporzione o Completa il volume, dedicato alla me- quale Massimo Mila aveva scritto: «Se “massimi”, la montagna nelle mani- armonia fisiologica». moria di Franco Tizzani, la ricca biblio- Brahms lo avesse potuto ascoltare, lo festazioni della Natura, la musica in Preziosi sono i due CD allegati, che co- grafia e l’indice dei nomi. Insomma, avrebbe aggiunto nel numero delle quelle dell’Arte; conseguenza: i sen- stituiscono, con i due capitoli di “guida “Montagna in musica” è un’opera fon- gioie artistiche che gli dava l’Italia». timenti che l’una e l’altra suscitano all’ascolto”, un’opportuna esemplifi- damentale, che non può mancare nella Interessanti le riflessioni diG herzi sulla nell’animo sono tali che, non avendo cazione dei diversi ambiti esaminati biblioteca di ogni alpinista, ma anche correlazione tra musica e montagna, espressione adeguata nelle parole o nella trattazione: il primo dedicato musicista appassionato di montagna. che si può spiegare in sintesi con le pa- in altro mezzo umano, la trovano solo alla “Musica folklorica o popolare”, il Luciano Ratto » indice 2010 1 | 2011 72

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Non Roberto Mazzilis: Nuove Ascensioni,14 86 Alessio Liquori: Il montanaro “spiaggia- siamo pronti, 82 Luisa Iovane e Heinz Mariacher: Arram- Enrico Camanni: Valle Antrona: un parco to”, 59 Giovanna Barbieri: Rete Natura 2000, 84 picata, 16 per l’uomo, 89 Luigi Zanzi: Una lezione di storia e Gianni Zecca: Web e blog, 86 Marco Onida e Oscar Del Barba: La filosofia dell’alpinismo, 60 Redazione, Lettere alla Rivista, 87 convenzione delle Alpi, 22 Maggio - Giugno Roberto Mantovani: In Messner manca Dario Antolini: Una “portatrice” della Luca Calzolari: Piccole sezioni di mon- Annibale Salsa: Relazione morale del la storia, 63 Prima guerra mondiale, 88 tagna, 26 Presidente Generale, 1 Alessandro Giorgetta: Renato Chabod, 64 Alessandro Giorgetta: Libri di montagna, Redazione: XXvii premio Gambrinus Redazione: In questo numero, 3 Antonella Cicogna e Mario Manica: 92 “Giuseppe Mazzotti”, 32 Umberto Isman: Ski and sail in Norvegia, Cronaca Alpinistica, 70 Alessandro Superti: Alla scoperta delle 12 Roberto Mazzilis: Nuove Ascensioni, 72 Novembre - Dicembre Alpi liguri, 36 Eugenio Di Marzio: Sulle vette della Luisa Iovane e Heinz Mariacher: Arram- Luca Calzolari: CAI, turismo e politiche Redazione: Web e blog, 44 solidarietà, 16 picata, 74 comuni, 1 Luigi Gaido: Chamonix 1924, 45 Matteo Antonicelli: Valchiusella tutto Andrea Maconi, Antonio Premazzi, Luana Redazione: In questo numero, 3 Pino Brambilla: Il cinema di montagna e l’anno, 20 Aimar e Marco Corvi: Il complesso della Mauro Penasa: Tradclimbing meet il ruolo della cineteca CAI, 53 Dante Colli: Nella valle del Sarca, 26 Grigna, 76 2010, 6 Jordi Ferrando e Tommaso Ceccato: Roberto Serafin:E il CAI prese il fucile, Valerio Zani: La ricerca dispersi, 80 Davide Chiesa: Misto doc in appennino, Aletschhorn: l’Himalaya sulle Alpi, 54 30 Carlo Barbolini: Emergenza e comporta- 12 Giorgio Giua: Chamonix- Enrico e Maria Elena Bruschi: Il cammino mento, 82 Fabio Leoni: The children of Hushe, 16 Zermatt, 62 Superga-Crea, 32 Sandro Carpineta: La salute non è un Stefano Menegardi: Punta Emma sulla Francesco Tomatis: Letteratura, 67 Simone Guidetti: Capanna Regina gioco!, 84 via dei tedeschi, 22 Alessandro Giorgetta: Libri di montagna, Margherita, 36 Jacopo Pasotti: A proposito di vulcani, 86 Christian Roccati e Felice Brambilla: 68 Luca Calzolari: Piccole Sezioni di Marco Agnoli: Strategie e misure per il Finale Ligure, Val Cornei, 24 Giovanni Badino: Grotte d’Antartide, 72 montagna, 42 clima, 88 Cristiano Iurisci: Monte la Rocca sarai Giancelso Agazzi: Dove va la medicina di Stefano Aurighi: Erri De Luca, 48 Gianni Zecca: Web e blog, 90 mio, 28 montagna, 78 Luca Bridda: In cima alle isole del Franco Bo: La miniera del Miage, 91 Alessio Liquori: Turismo della neve e Jacopo Pasotti: Miniera El Tajo, 80 Quarnero, 52 Alessandro Giorgetta: Libri di montagna, sviluppo sostenibile, 32 CCTAM: Energia dell’acqua in montagna, Marcella Morandini e Marco Onida: La 92 Stefano Aurighi: No al paradiso perduto, 82 convenzione delle Alpi, 56 montagna è contaminazione, 34 Eric Švab: L’arrampicata tradizionale in Francesco Pastorelli: La borsa dei transiti Settembre - Ottobre Bruno Berti e Giuseppe Cormio: Le radici Gran Bretagna, 84 alpini, 58 Carola: Il mio bisnonno Riccardo Cassin, della vita, 36 Giulio Frangioni: Il nuovo accordo SAR, Lorenzo Bagnoli: I 75 anni del “manua- 1 Maria Grazia Filpa e Giorgio Consonni: 86 letto”, 64 Redazione: In questo numero, 3 Viaggio di nozze ad alta quota, 40 Indice del volume CXXIX 2009, 88 Antonella Cicogna e Mario Manica: Gilberto Merlante: Alpinismo italiano nel Luca Calzolari : Montagne d’Europa, 42 Cronaca Alpinistica, 68 mondo, 6 Aldo Audisio: Iconografie delle monta- Marzo - Aprile Roberto Mazzilis: Nuove Ascensioni, 70 Luca Calzolari: I rischi del federalismo gne, 45 Paola Peila: Le prospettive alternative, 1 Luisa Iovane e Heinz Mariacher: Arram- demaniale, 12 Fabiano Ventura: Sulle tracce dei Redazione: In questo numero, 3 picata, 72 Massimo Goldoni: Geografi del vuoto, 16 ghiacciai, 54 Marcella Morandini, Marco Onida e Giuseppe Priolo: Dentro il vulcano, 74 Davide Chiesa: 24a arco rock master, 20 Marcello Cominetti: Dal passo Pordoi a Oscar Del Barba: Ecco come tutelare le Valerio Zani: La prevenzione in monta- Stefano Aurighi: Adesso mi tocca esplo- Cortina d’Ampezzo, 60 Alpi, 10 gna, 78 rare il noir, 22 Antonella Cicogna e Mario Manica: Stefano Aurighi: Lo scrittore viandante, Giacomo Stefani: Farcela da soli, 80 Milena Dalla Piazza, Valerio Sani e Fran- Cronaca Alpinistica, 68 16 Adriano Rinaldi: Tempo di escursioni, cesco Bristot: Da Montecarlo a Trieste Roberto Mazzilis: Nuove Ascensioni, 70 Guido Landucci: Il cucciolo e la Dea, 22 attenzione alle zecche, 82 attraverso le Alpi, 24 Luisa Iovane e Heinz Mariacher: Arram- Antonello Sica: Piccolo mondo ferro- Jacopo Pasotti: La salute dell’Amazzo- Roberto Serafin:U na meravigliosa picata, 72 viario, 30 nia, 84 follia, 28 Marco Riccucci e Mauro Chiesi: Pipi- Anselmo Cagnati e Igor Chiambretti: Il Gianni Zecca: Web e blog, 86 Giuliano Dal Mas: Uno spicchio di para- strelli, misteriose creature, 74 rischio valanghe, 32 Redazione, Lettere alla Rivista, 87 diso tra le Dolomiti, 32 Valerio Zani: Una breve storia dell’eli- Luca CALZOLARI: Piccole sezioni di Alessandro Giorgetta: Libri di montagna, Luca Calzolari e Stefano Mandelli: soccorso, 78 montagna, 38 88 Muovono pietre, 36 Adriano Rinaldi: Attenti alla rabbia, 80 Massimo Frera: Ai confini delleA nde, 45 Roberto Bez: Da Lema a Tamaro con gli Jacopo Pasotti: Riparte il dirigibile Fabio Balocco: In viaggio tra le rovine, Luglio - Agosto sci, 40 Italia, 82 54 Umberto Martini: Continuità nel cam- Fabrizio Foschini: Le montagne dell’Af- cctam: Eolico industriale: la posizione Roberto Mantovani: Chiacchiere a meno biamento, 1 ghanistan, 45 del CAI, 84 sedici, 62 Redazione: In questo numero, 3 Michele Tomaselli: Spiti: il paese di Gianni Zecca: Web e blog, 85 Antonella Cicogna e Mario Manica: Paolo Pagni: Avventura in Alaska, 6 mezzo, 54 Redazione: Lettere alla Rivista, 86 Cronaca Alpinistica, 64 Sara Pietrangeli: Il vulcano Muhavura, 10 Sergio Zigliotto e Massimo Rabito: Giuseppe Manni: I pionieri dell’alpinismo Roberto Mazzilis: Nuove Ascensioni, 66 Alessandro Superti: Wadi Rum, profondo Slalom tra i penitentes, 58 ligure, 88 Luisa Iovane e Heinz Mariacher: Arram- rosso, 14 Julia Gelodi: Sapori a chilometro zero, 60 Alessandro Giorgetta: Libri di montagna, picata, 68 Stefano Aurighi: Marco Albino Ferrari, 20 Antonella Cicogna e Mario Manica: 90 LA RIVISTA 1 | 2011 73

AUTORI IN ORDINE 28.6 Soccorso Alpino: 86.1, 74.2, 78.3, 80.4, Il gruppo di Bosconero con l’omonimo ALFABETICO Landucci, G.: Il cucciolo e la Dea, 22.2 76.5, 78.6 Rifugio, 28 Aichino, F.: Bentornato canyoning, 34.4 Leoni, F.: The children of Hushe, 16.6 CAAI: 84.1, 76.2, 80.3, 82.4, 78.5 La Civetta, 30 Antonicelli, M.: Valchiusella tutto l’anno, Liquori, A.: Il montanaro “spiaggiato”, Alta Salute: 78.1, 78.2, 82.3, 84.4, 80.5, Il Bosconero, 31 20.3 59.4; Turismo della neve e sviluppo 80.6 Alpeggi sopra la Chiusetta, dirimpetto Audisio, A.: Iconografie delle montagne, sostenibile, 32 Scienza e Montagna: 80.1, 80.2, 84.3, al Ferà, 36 45.6 Mandelli, S.: Muovono pietre, 36.5 86.4, 82.5, 82.6 Alba sulla Cima Palù, 37 Aurighi, S.: Lo scrittore viandante, 16.2; Mantovani, R.: In Messner manca la Ambiente: 82.1, 82.2, 88.4, 84.5, 84.6 La conca di Piaggia Bella, 38 Erri De Luca, 48.3; Marco Albino Ferrari, storia, 63.4 Web e blog: 44.1, 84.2, 86.3, 90.4, 86.5, Rifugi Don Barbera sepolti dalla neve, 39 20.4; Adesso mi tocca esplorare il noir, Martini, U.: Continuità nel cambiamento, 85.6 Capanna Saracco Volante, Punta Emma e 22.5; No al paradiso perduto, montagna 1.4 Lettere alla Rivista: 53.1, 87.3, 87.5, 86.6 Cima Bozano, 40 è contaminazione, 34.6 Menegardi, S.: Punta Emma sulla via dei Amarcord: 91.4, 88.5, 88.6 Punta Emma e Cima Pian Ballaur, 41 Bagnoli, L.: I 75 anni del “manualetto”, tedeschi, 22.6 Libri di montagna: 68.1, 86.2, 88.3, 92.4, Mare di nebbia sulla Pianura Padana, 64.3 Merlante, G.: Alpinismo italiano nel 92.5, 90.6 dalla vetta del Mongioie, 42 Balocco, F.: In viaggio tra le rovine, 54.2 mondo, 6.5 Storie di Montagna: 6.1, 62.2, Cima Revelli, Bric di Conoia e Bocchino Bellomi, L.: Cento donne sul Rosa, 36.4 Morandini, M.: Ecco come tutelare le Letteratura: 67.1 del Bianco, 43 Berti, B.: Le radici della vita, 36.6 Alpi, 10.2; La convenzione delle Alpi, Chamonix-, la sfilata inaugu- Bez, R.: Da Lema a Tamaro con gli sci, 56.3 rale (1924), 46 40.5 Onida, M.: La convenzione delle Alpi, ILLUSTRAZIONI DI Gare delle diverse discipline (1924), 46 Brambilla, F.: Finale Ligure, Val Cornei, 22.1; Ecco come tutelare le Alpi, 10.2; La COPERTINA Gare di salto e hockey su ghiaccio 24.6 convenzione delle Alpi, 56.3 1. Entrata della grotta Campbell-1 (1924), 50 Brambilla, P.: Il cinema di montagna e il Padoa Schioppa, E.: Un serbatoio di (Giovanni Badino) L’autochenille di André Citröen (1923), ruolo della cineteca CAI, 53.1 biodiversità, 45.4 2. Val Gerola, salita verso il canale dei 52 Bridda, L.: In cima alle isole del Quar- Padovani, G.: Non solo cinema, 30.4 Piazzotti (Lodovico Mottarella) La discesa che dal Marjelensee porta nero, 52.3 Pagni, P.: Avventura in Alaska, 6.4 3. Nella Valle delle Meraviglie - Alpi verso il Grosser Aletschgletscher, 54 Bristot, F.: Da Montecarlo a Trieste Pastorelli, F.: La borsa dei transiti alpini, Marittime (Mario Vianelli) La discesa dall’anticima lungo i pendii attraverso le Alpi, 24.5 58.3 4. Camoscio in Val delle Messi, Brescia ghiacciati da 45°, 55 Bruschi, E.: Il cammino Superga-Crea, Peila, P.: Le prospettive alternative, 1.2 (Andrea Zampatti) Gli ultimi crepacci del Grosser Aletsch- 32.3 Penasa, M.: Tradclimbing meet 2010, 6.6 5. Aven des Pébres, Gard - Francia gletscher, con il Mönch sullo sfondo, 56 Bruschi, M.E.: Il cammino Superga-Crea, Pezzini, A.: Un libro leggero come una (Giampaolo Zaniboni) I primi raggi di sole nella discesa verso il 32.3 ragnatela, 50.3 6. Ettore Delprino alla Placconata del Grosser Aletschgletscher, 58 Cagnati, A.: Il rischio valanghe, 32.2 Pieiller, D.: l’Aroletta superiore, 42.4 settore sinistro (Felice Brambilla) l primo tratto di cresta verso Calzolari, L.: Muovono pietre, 36.5; CAI, Pieroni, P.: Alpinismo a testa in giù, 26.4 L’Aletschhorn, con il forte vento che alza turismo e politiche comuni, 1.6 Pietrangeli, S.: Il vulcano Muhavura, 10.4 la neve, 59 Camanni, E.: Valle Antrona: Un parco per Rabito, M.: Slalom tra i penitentes, 58.5 ILLUSTRAZIONI NEL TESTO Scendendo dal Mittelaletschbiwak con l’uomo, 89.2 Repetti, F.: Il CAI sale sul monte di l’Aletschhorn sullo sfondo, 60 Ceccato, T.: Aletschhorn: l’Himalaya sulle Portofino, 54.4 Gennaio - Febbraio L’accogliente Mittelaletschbiwak, 61 Alpi, 54.1 Rizzato, A.: Malghe in Val Zoldana, 22.4 Cima della Valle Leventina, 6 Risalendo il plateau che porta all’antici- Chiambretti I.: Il rischio valanghe, 32.2 Roccati, C.: Finale Ligure, Val Cornei, Creste del Castore - Gruppo del Monte ma. Sullo sfondo le vette dell’Oberland, Chiesa, D.: 24a arco rock master, 20.5; 24.6 Rosa, 9 61 Misto doc in appennino, 12 Salsa, A.: Il CAI mediatore tra micro e Il ghiacciaio della Tribolazione dalla A Ovest del Cervino, 62 Colli, D.: Nella valle del Sarca, 26.3 macro,1.1; Le Alpi, l’alpinismo e i valori vetta del Gran Paradiso, 10 Aguilles Dorée, 63 Cominetti, M.: Dal passo Pordoi a Cortina universali, 8.1; Relazione morale del Tentativo di libera sui tiri duri di The Bel- Verso il Ghiacciao di Otemma, 64 d’Ampezzo, 60.6 Presidente Generale, 1.3; garian sul Mt Asgard, Isola di Baffin, 12 Glacier du Mont Durond, 65 Consonni, G.: Viaggio di nozze ad alta Sani, V.: Da Montecarlo a Trieste attra- I quattro belgi sulle portaledge durante Seracchi sotto il Dent D’Herens, 65 quota, 40.6 verso le Alpi, 24.5 la salita della via The Belgarian, 12 Cordata sotto la morena sin del Ghiac- Cormio, G.: Le radici della vita, 36.6 Serafin,R .: E il CAI prese il fucile, 30.3; Helmut Gargitter in apertura della via ciaio di Zmutt, 66 Dalla Piazza, M.: Da Montecarlo a Trieste Una meravigliosa follia, 28.5 Hotel Cuácharo sul Roraima Tepuy, Camino di accesso ai sistemi di gallerie attraverso le Alpi, 24.5 Sica, A.: Piccolo mondo ferroviario, 30.2 Venezuela, 13 subglaciali alla sommità del vulcano Dal Mas, G.: Uno spicchio di paradiso tra Superti, A.: Alla scoperta delle Alpi liguri, La via Hotel Cuácharo,13 Melbourne, Victoria Land, 72 le Dolomiti, 32.5 36.1; Wadi Rum, profondo rosso, 14.4; Il versante settentrionale della Cima Discesa nel pozzo Brunello, di 30 m, Del Barba O.: La convenzione delle Alpi, Tomaselli, M.: Spiti: il paese di mezzo, Vernairassa con il tracciato del Canalino ghiacciaio Collins, isola King George, 22.1; Ecco come tutelare le Alpi, 10.2 54 .5 Nord, 14 Shetland Australi, 73 Di Marzio, E.: Sulle vette della solida- Tonioli, I.: La via Francigena, 38.4 La parete Nord del Monte Antoroto con Preparativi di discesa in Brunello, pozzo rietà, 16.3 Ventura, F.: Sulle tracce dei ghiacciai, il tracciato della “Goulotte Brontolina”, di 30 m nel ghiacciaio Collins, 74 Ferrando J.: Aletschhorn: l’Himalaya sulle 54.6 14 Discesa in un crepaccio alla sommità del Alpi, 54.1 Zampatti, A.: Un serbatoio di biodiver- La via Mazzilis sulla parete Est della ghiacciaio Collins, 76 Filpa, M.G.: Viaggio di nozze ad alta sità, 45.4 Cresta della Cima Val di Guerra, 15 Grotta a mare da cui escono le acque quota, 40.6 Zanzi, L.: Una lezione di storia e filosofia La parete Nord – Est del Bric Camosciera entrate nel pozzo Brunello, 76 Fontana , A.: Bentornato canyoning, 34.4 dell’alpinismo, 60.4 con il tracciato del “Couloir Coincé” al Entrata della grotta Campbell-2, 77 Foschini, F.: Le montagne dell’Afghani- Zigliotto, S.: Slalom tra i penitentes, 58.5 Colletto Est, 15 L’affollata sala dell’Hotel Salus di stan, 45.5 Il versante settentrionale della Cima Bu- Viterbo, 78 Frera, M.: Ai confini delleA nde, 45.2 reloni e il tracciato della via Leviti-Filippi Flaviano Bianchini in Tibet, 80 Gaido, L.: Chamonix 1924, 45.1 RUBRICHE al Pilastro del Cristo Pensante, 15 Ai margini della voragine di El Tajo sorge Gelodi, J.: Sapori a chilometro zero, 60.5 Articolo 1: 26.1, 38.2, 42.3, 12.5, 42.6 La via Mazzilis sulla parete Sud-Ovest una cittadina di 70000 abitanti, 81 Giorgetta, A.: Renato Chabod, 64.4 Cronaca Alpinistica: 12.1, 64.2, 68.3, della Cima Ovest dei Brentoni, 15 Erik Švab - Lake district, 84 Giua, G.: Haute Route Chamonix- 70.4, 66.5, 68.6 La via Mazzilis-Lenarduzzi sulla parete Zermatt, 62.1 Nuove ascensioni: 14.1, 66.2, 70.3, 72.4, Est del Monte Tinisa, 16 Marzo - Aprile Goldoni, M.: Geografi del vuoto, 16.5 68.5, 70.6 Il tracciato della via Mazzilis-Picilli sulla Enrico Brizzi e Marcello Fini studiano Guidetti, S.: Capanna Regina Margherita, Arrampicata:16.1, 68.2, 72.374.4, 70.5, parete Nord della Cima dei Gjai, 16 l’itinerario, 16 36.3 72.6 Adam Ondra, 17 Brizzi sulla spiaggia di Cinquale, 17 Isman, U.: Ski and sail in Norvegia,12.3 Speleologia: 72.1, 70 .2, 74.3, 76.4, 72.5, La parete di Silea, 17 In volo immaginario sulla sommità di Iurisci, C.: Monte la Rocca sarai mio, 74.6 Il Pelmo, 27 Poggio Scali, 18 » indice 2010 1 | 2011 74

Brizzi e Fini ai Balzi del Fabbuino (Corno Punta Juri Coradazzi, 67 gherita, 36 Amazzoni, 84 alle Scale), 19 Il tracciato della via “Occhio Magico” Punta Gnifetti e Punta Parrot viste dal Parte orientale del bacino del Rio delle Cima Tauffi C( orno alle Scale), 19 sulla parete Est della Punta Juri Coradaz- Lyskamm orientale, 37 Amazzoni in Brasile, 85 Brizzi e Fini lungo il sentiero per il Libro zi, 67 La Capanna così come si presenta oggi, Aperto (Cimone/Corno alle Scale), 21 Il tracciato della via Mazzilis-Lenarduzzi 37 Luglio - Agosto Riposo sotto i Balzi dell’Ora, verso la al “Pilastro del Fungo” sulla Cima Nevi- Pianta del piano terra e prospetto del Il Presidente Generale Umberto Martini, cima del Corno alle Scale, 21 schio, 67 lato sud-est dell’edificio, 38 1 Atterraggio al campo 2 - 2600 m, 22 Il Torrione Boris Coradazzi con il trac- L’utilizzo di un apparecchio ultraleggero, Punta Chiappa, 2 La seconda cordata in vetta: Innamorati, ciato della via Mazzilis-Lenarduzzi sulla 38 Salendo al passo Katmai, 3 Epis e De Benedetti, 23 parete Est, 68 Produzione di acqua tramite fusione Panorama su un’angolo della “Valley of Paolo Landucci: sullo sportello sono Maja Vidmar, vince a Barcellona, 69 della neve raccolta all’esterno del rifugio, Ten Thousand Smokes”, 6 visibili le quote di atterraggio, 24 Le pareti del King Rock (VR), 69 bollitore e collettori solari, 39 Risalendo l’alveo di un fiume ancora Italia 1 dopo lo schianto, 25 Un residuato bellico rinvenuto nei pressi Vista dei canaloni innevati dal versante ostruito dalla neve invernale, 6 Un componente della Prima Cordata di una postazione di tiro fortificata, 70 nord dell’Etna, 43 Il vulcano Novarupta oggi, 7 sulle Fasce Gialle, 26 Una bocca di fuoco per artiglieria Timpa di San Lorenzo e Timpa di Orsa con i suoi “cuccioli”, 7 La prima cordata in ascesa, 28 italiana, 71 Cassano, 44 Il Mount Mageik (m 2.165), un vulcano Il Capitano Landucci in volo, 28 Gli alloggi sul Freikofel, fedelmente La Montea, 46 ”dormiente”, 8 Trekking ferroviario Polla-Pertosa, 30 ricostruiti così come apparivano durante La cittadina di Arbe/Rab dalla strada del Impronte di orso nella cenere vulcanica, Stazione di Pertosa, 31 la guerra, 72 Monte Kamenjak, 52 8 Cima Bausetti, sullo sfondo il Mondolè, Il team del G.S.P. che ha operato sul Panorama dal Monte Sis, 52 Il profondo canyon del fiumeL ethe, 8 39 Freikofel nell’agosto 2008, 73 Laghetto per abbeverare gli animali sotto Le imponenti stratificazioni di ceneri, Il paese di Castelli e sullo sfondo la La famosa parete nord dell’Eiger, 76 l’Obzova, 53 parzialmente erose dal fiumeL ethe, 9 Parete Nord del Monte Camicia, 41 Assemblea UIAA - ottobre 2009, Porto Lussino dalla cima dello Sv. Nikola, 54 Il Vulcano Muhavura dal valico, 10 Vista del sito di Los Morrillos, ai piedi (Portogallo), 78 Perimetro della Convenzione delle Alpi, La foresta vergine e i suoi muschi, 11 della Cordigliera di Ansilta, 46 Immagine del ghiacciaio Caresèr, nel 56 Fiori fluorescenti, 12 Sito di cacciatori di vigogne nella zona di 2007, 80 Sulle Alpi gli effetti dei cambiamenti Il laghetto nel cratere, 13 San Guillermo (4.000 m), 46 Trasporto di persone e strumentazione climatici sono marcati, 57 Lobelie, 13 Laguna Blanca, verso il Cerro Mercedario, scientifica sul ghiacciaio delC aresèr, 81 Viadotto sul Monte Bianco, 58 Traverso finale su theH adj, 14 46 Camosciara, Parco Nazionale Abruzzo, Le copertine delle quattro edizioni del L’ambiente del Wadi Rum, 15 Rovine incaiche lungo la salita verso Por- Lazio e Molise, 82 “Manualetto di istruzioni scientifiche per Ultimo tiro di Wisdom Pillar, 16 tezuelo de Conconta (4.540m), 46 Impianti Arapietra, Gran Sasso d’Italia, alpinisti” edite nel 1967, 1934, 1971 e L’offwidth di The Beauty, 17 La strada per sito incaico del passo di Las 83 1982, 64, 66 Su Runner Up, 18 Tórtolas (4.720 m), 47 Enrico Rosso in cima al Cerro Solo, 68 Rosso ovunque attorno a The Hadj, 18 Sito di cacciatori-raccoglitori della alta Maggio - Giugno Simon Gietl in cima al Fitz Roy (Patago- Tiri alti di Black Magic, 18 cordigliera di Iglesia, 47 Gita al Kvitfjellet, 2 nia, Argentina), 68 Uscita dal Wisdom Pillar, 19 Statuina femminile in argento (3,5 I Piani di Cappia al termine del Sentiero Christoph Höbenreich durante la spedi- La Casera di Cornia con lo cm): offerta incaica in altura, rinvenuta delle Anime, 3 zione al Queen Maud Land, Antartide, 69 Spigol del Palon, nel Gruppo del presso il Cerro Mercedario, 48 Eresfjord, 12, 13, 15 Hansjörg Auer in apertura di Waiting for Pramper, 22 Pittura rupestre nella grotta del Río Gita al Kvitfjellet, 14, 15 Godot – Parete Est, Torre Centrale del La Casera di Cornia e lo Spigol Fiero, 48 Kenya – Vetta Nelion all’alba, 16 Paine (Patagonia, Cile), 69 de Palon, 23 Pittura rupestre della grotta 3 di Los Gruppo Kilimangiaro, 17 La Sud del Tatewari (Messico), 69 La cima del Nono de Megna con il Morrillos (cultura Ansilta), 49, 50 Salita Island Peak, 17 La parete Nord del Teston di Monte Monte Pelmo sullo sfondo, 23 Cesto della cultura di Ansilta proveniente Il gruppo in vetta al Cerro Solo, 18 Rudo con il tracciato della via aperta da Sulla cima del Nono de Megna verso la da Los Morrillos (2.500 anni), 50 L’ospedale di Tosamaganga, 18 Babudri e Sain, 70 lunga cresta tra il Monte Dolada e il Col Corpo conservato dal gelo, la cosiddetta Trivellazione di un pozzo per l’ospedale Il versante Est del Corno Birone con il Nudo, 24 “mummia del Cerro El Toro”, 50 di Usocami, 19 tracciato della via “Matilde”, 70 La conca di pascoli di Cornia, con l’omo- Mummia di un uomo Ansilta, provenien- Inaugurazione del progetto Acqua La parete Est della Guglia Nascosta con nima casera e le cime del Pramper, 24 te da Los Morrillos (3.000 anni fa), 51 potabile per Tosamaganga, 19 il tracciato della via Mazzilis, 71 La Casera de Megna, 25 Corpo conservato di donna della cultura Risultato del progetto Acqua potabile Il versante N/E della Piccola Croda dei Sui pendii erbosi del Nono de Megna con di Ansilta, databile a 2.000 anni fa, 51 per la missione di Tosamaganga, 19 Baranci con il tracciato della via “Sole Schiara e Pelf, visti salendo dalla Casera Cammino per le rovine incaiche di San Il principale Lago della Buffa inferiore. Rosso” al Pilastro dei Camosci, 71 de Megna, 25 Guillermo (4.000), 52 Sul versante opposto le cime Tre Denti- Il settore centrale della colossale parete Il monte Tasman in salita verso Mount La Dott.ssa Michieli, alle sue spalle Prel e Dondog, 20 Nord della Peralba con i tracciati delle Cook, 26 laCordigliera di Ansilita, 52 Il ponte di Chiara, 22 vie nuove aperte nell’estate 2009, 71 Sui pendii del Linda Shelf, 27 “L’ecomostro” dei Tornetti di Viù, 54 Brosso. I binari per il trasporto del mate- La Cima D’Arcanzo con il percorso In lontananza la Plateau Hut quasi Impianti di risalita abbandonati, 55, 56 riale estratto, 22 effettuato con gli sci da G. Casiraghi inghiottita dalle nebbie, 27 Alex Huber durante la libera di Eternal Il sito 8 del Sentiero delle Anime. Sullo e Mario Vannuccini lungo il versante Sulla cresta dei Remarqueble sopra Flame, 64 sfondo il villaggio di Cappia, 24 meridionale, 72 Queenstown, 28 Fabio Leoni in apertura di The Children Sul lago Liamau, 24 David Lama, secondo al Rock Master, 72 Aoraky Mount Cook 3745 m da ovest, la of Hushe sul pilastro Ovest del K7, 65 Il Monte Marzo autunnale osservato dal Ramon Puigblanque, vince per la quarta traversata della cresta nord/sud, 29 La parete Est della Punta Abe con il Castel d’Vailet, 25 volta il Rock Master, 73 Un fotogramma di Lake Eyre Campsite, tracciato della via Babudri-Sain, 66 Arrampicata su Le Nereidi, 26 L’Etna, 74 30 La parete Nord della Torre d’l Capeziner Uscita con volteggio dalla via Helena, 27 La Valle del Bove, 74 Un fotogramma di Nanga Parbat, 31 con il tracciato della via Babudri-Sain, Marco Furlani, Heinz Grill, una collabo- La grotta degli Archi, 76 Una scena di Alone on the wall, 32 66 ratrice, Germano Matteotti a Dro, 28 La grotta del Gelo, 76 Premio del Club Alpino Italiano. Il presi- Il Pilastro del Rifugio alla Cima della Oliveti in Valle del Sarca, 28 Attività eruttive, 76 dente Annibale Salsa e la rappresentante Tempesta con il tracciato della via Sulla falce dell’ultimo quarto di Luna Colate laviche, 77 del Festival di Banff che ritira il premio Mazzilis-Lenarduzzi, 67 Argentea, 29 La grotta delle Palombe, 77 per Alone on the wall, 32 Il tracciato della via Mazzilis-Lenarduzzi Sentiero Vezzolano, 32, 33 Momento di prevenzione con i bambini, Gran Premio Città di Trento a Himalaya al “Pilastro Orgia di Roccia” sulla Cima Crea in invernom, 34 78 le chemin du ciel di Marianne Chaud, il della Tempesta, 67 Crea - la cappella del paradiso, 34 K2, montagna di grandi imprese e grandi sindaco di Trento Alessandro Andreatta Roberto Mazzilis in apertura sugli Vista di Cocconato, 34 polemiche, dal campo base, 80 consegna il premio alla montagista del strapiombi della via “Occhio Magico” alla La Capanna Osservatorio Regina Mar- I principali fiumi nel bacino delR io delle filmF rancoise Berger Garnavault, 33 LA RIVISTA 1 | 2011 75

Un’immagine tratta da Himalaya, le Cristalli di aragonite a -530m nell’Abisso Luisa in Val Formazza, 27 del Ritacuba Blanco 5350 m, Colombia, Chemin du Ciel, 33 W Le Donne, 77 Dopo il Colle Scatta Minoia verso il lago 67 Portiacha. La partenza sul 45, 34 L’entrata dell’Abisso W Le Donne in Vannino, 27 Le vie aperte dalla spedizione Cordillera La partenza del 30 nel Barranco del inverno, 78 Aste giovane, in arrampicata, in una 2010 sul Nevado Shaqsha, Punta Giam- Mascun, 35 La cresta di Piancaformia, 78 famosa foto di Armando Biancardi, 28 piero Capoccia 5040 m, 67 Irene Affentranger in Nepal nel 1970, 36 Il passaggio allagato Puciowskj a -1050 Mazeaud sulla via dei Francesi, 29 Helmut Gargitter in apertura della via Lungo gli argini nella piana dell’Arno, 38 m, 78 Armando Aste nella sua casa di Rove- Tierra de Condores, Ritacuba Blanco Grancia di Cuna, 39 Il punto della giunzione tra il P30 con reto, 31 5350 m, Colombia, 67 Valdelsa, 40 Tre Ingressi e Kinder Brioschi, 79 Verso il Cimonega, 32 La parete granitica della Torre del Monte I ponti a schiena d’asino, 41 Sulle Alpi Apuane, 80 Verso l’altopiano Erera-Brendòl e il Lisircu con i tracciati delle vie aperte da Daniele Pieiller in meditazione sull’Aro- La vita ritorna. Oggi il territorio del gruppo del Cimonega, 33 Merizzi e compagni, 68 letta, 42 Monte St. Helens è un parco naturale Altopiano Erera-Brendòl, 33 Davide Gaspa sul difficile camino del Vie Aroletta superiore, 43 protetto, 86 Verso Casera Erera, 34 secondo tiro della via “Flaciderma” alle Rifornimenti, 43 La densa nube di vapore e ceneri che Due operai forestali scendono a valle Torri di San Pantaleo, 68 Pettirosso (Erithacus rubecola), 45 accompagnava l’eruzione del 1980, 87 verso Crest, 36 Ill Torrione Ursella con i tracciati delle Airone rosso (Ardea purpurea), 46 Pizzo Cucchiaio, 88 Verso l’Alta Via numero due, 37 due nuove vie aperte da Mazzilis e Le- Falco di Palude (Circus aeruginosus), 46 Un cratere del Kilimangiaro, 89 La vallata di Brenve verso il Colle della narduzzi, 68 Garzetta (Egretta garzetta), 47, 48 Il terrazzo a quota 3000m con la vecchia Fricolla, 38 La parete Ovest del M. Coglians con il Airone Cenerino (Ardea cinerea), 47 capanna, 91 Presso Brenve un ponte prima e dopo tracciato della via Mazzilis-Picilli, 69 Cavalieri d’Italia (Himantopus himan- l’intervento delle squadre, 38 Daniele Picilli sulla parete Ovest del M. topus), 48 Settembre - Ottobre La vista dal villaggio di Brenve, 39 Coglians, 69 Nitticora (Nycticorax nycticorax), 48 Carola e il suo bisnonno Riccardo Ampio panorama sul lago Maggiore Il versante settentrionale dello Jôf Fuart Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), 49 Cassin, 1 scendendo dal Monte Lema verso sud e della Cima de Lis Codis dalla guida di Scricciolo (Troglodytes troglodytes), 49 Montagne Afghane, 2 alla Forcola, 40 Buscaini sulle Alpi Giulie, 70 Gufo di palude (Asius flammeus), 50 Monte Mauro, 3 Sulla lunga dorsale che porta al Monte Christian Core a Hampi, India, 71 Gruccione (Merops apiaster), 50 In discesa dal Campo VI. Spedizione Gradiccioli, 42 Christian Core su Mandala 8a+ (Boul- Fistione turco (Netta ruffina), 50 italiana al G IV del 1958, 6 Cartelli sul versante italiano, appena, der), California USA, 71 Cincia dal ciuffo (Parus cristatus), 51 Spedizione del Duca degli Abruzzi al sotto la cima del Monte Lema, 42 L’ampia galleria battezzata Frenesia, 72 Cigno (Cygnus olor), 51 Ruwenzori del 1906, 7 La stazione metereologica in cima al Ramo dei Lastroni: una notevole piega, Cinciarella (Parus caeruleus), 52 Spedizione del 1954 al K2, 7 Monte Lema, 43 73 Andrea Zampatti, 52 Spedizione al Monte Api del 1954 guida- Il lato tagico della valle del Panj visto da Frenesia: gli ambienti che precedono il Portofino mare penisola, 54 ta da Piero Ghiglione, 7 Sarchashma, Shughnan, 45 salone Cricchia, 73 San Fruttuoso torretta, 55 Spedizione al Monte Sarmiento di Carlo La riva del Panj nei pressi di Robat, il Frenesia: notevoli depositi di ghiaia e ar- Portofino mare, 56 Mauri e Maffei del 1956, 8 primo villaggio di Roshan, 46 gilla caratterizzano questo ambiente, 73 Monte da Punta Chiappa, 57 Momenti di scalata sullo sperone sud L’ombra delle montagne sulla valle, 46 Frenesia: gli ambienti verso il ramo San Fruttuoso, 58 del McKinley. Spedizione al McKinley Un cavallo brado nei dintorni di ascendente battezzato Belgioioso, 74 Carta di Portofino, 58 del 1961, 8 Ishkashim, 47 Il Pian del Tivano in veste invernale, 74 Il Dente del Gigante, da sud, 64 Spedizione italiana del 1958 al Gasher- Rish safed, “barba bianca” del villaggio Gli ampi ambienti di Taurus, 74 Punta Des Hirondelles, da est, 64 brum IV, 8 di Robat, 48 Pian del Tivano: Dosso al Valente, 75 Grandes Yorasses, da nord, 65 Zucchi e Cassin sulle placche di granito Bambine in una casa di Andowj, Una slavina in Himalaya, 78 Simone Moro sulla cima del Makalu mentre riforniscono il campo I. Spedizio- Ishkashim, 48 Isole di Francesco Giuseppe, 82, 83 8463 m, 70 ne italiana al McKinley del 1961, 8 Il malang (custode) dello ziarat di Dewa- Nave rompighiaccio nucleare russa Il Chang Himal 6750 m (Nepal), 71 Campo I con tutti i componenti della na Baba a Khalkhan, Zibak, 48 diretta verso il Polo Nord, 83 Reinhold Messner con il Piolet d’Or alla spedizione, 10 In casa dello Shah a Qalah-e Panja, Nardeto (habitat prioritario) nel Parco carriera. Accanto a lui Walter Bonatti, 71 Franco Iseppi, 14 Wakhan, 48 del Frignano (MO), 84 La giuria internazionale coi vincitori del Vittorio Cogliati Dezza, 14 Torneo di buzkashi per il Nawruz, il Faggeta con abete bianco (habitat Piolet d’Or: al centro Urubko-Dedechko, Alessandra Mottola Molfino, 14 capodanno che ricorre il 21 Marzo, 49 prioritario) al M.Nero (PC), 85 sulla destra Normand-Dempster-Brown, Ilaria Borletti Buitoni, 15 Le montagne di Shughnan nel tardo Resti di terrazzamenti con veduta del 71 Stefano Leoni, 15 pomeriggio, 50 Carè alto dalla Bocchetta dei cacciatori, La parete Ovest del Summamunt con il La grotta di Rio Basino, 16 La valle di Zibak e il Dasht-e Khan, 50 89 tracciato della “Via del Giardino Pensile”, Il buco cattivo, traverso sul Lago della Uno degli agglomerati che compongono 72 Gaggia, 17 Ishkashim, sullo sfondo del Noushak, 51 Novembre - Dicembre La parete Nord – Ovest del Bric Ca- Panorama da Monte Mauro, 17 L’inizio del Corridoio del Wakhan, 51 Luca Calzolari, 1 mosciera con il tracciato della via “Un La Vena del gesso, 18 I pahlawan, “campioni” di Ishkashim si Nevado Ishinca, 2 Pensiero per Mate”, 72 Aven des Neuf Gorges - Francia, 18 preparano per il torneo regionale, 52 Gruppi Fanis-Vallon Bianco e Scotoni, La via della “Grande Luna” aperta da Naturale ed artificiale, un contrasto che Veduta di Demul, 54 l’ultimo è il Monte Cavallo, 3 Marino Babudri e Ariella Sain sulla ad Arco ha fatto storia, 20 Dhankar, 55 Zoe Hart (USA) si avvicina al passo diffi- parete Nord della Torre Bulla, 73 Adam Ondra in azione, 21 Alcuni bambini del posto, 55 cile di Elisir d’Incastro, Sergent, 6 La parete Nord della Cima Lastrons del Alfredo Colitto, 22 Monastero Thanghyud, 56 Stephane van Lierde (Belgio) attacca la Lago (Seewarte) con i tracciati delle 3 Pernottamento a quota 2000 tra la Valle Piccoli yak a Demul, 56 Fessura della Disperazione, Sergent, 7 vie nuove, 73 di Lanzo e la val dell’Orco, 24 Lalung, 56 Liv Sansoz su una delle belle linee sui La parete Sud della Cima Lastrons del Al Colle del Thures tra Navache e Bardo- Condoriri e laguna Chiar-Kota, 58 massi del Caporal, 7 Lago (Seewarte) con i tracciati delle vie necchia, 25 Discesa dal Parinacota, 59 Ian Mecl (Cechia) sulla Fessura della aperte sui pilastri, 73 Milena, Valerio e Iuk lungo la salita al Vetta Parinacota, 59 Disperazione, Sergent, 8 Christian Core su Temujin, boulder 8b in Colle Scatta Minoia, 25 Il Gruppo del Cornera, 60 Tom Randall apre a pochi metri dalla India, 74 Notre Dame du Charmaix (anno 1401) Una caratteristica locanda, 60 Disperazione, Sergent, 8 Luca Zardini Canon, Campione Italiano nei pressi di Modane, 25 La vista della vallata dal Rifugio Casti- Emma Asplind (Svezia) in alto sul Diedro Difficoltà 2009, 75 Dopo il Rifugio Città di Carpi verso la glioni, 61 Nanchez, Caporal, 10 La calata in parete per raggiungere Forcella della Neve (Cadini di Misurina), La via Arctic Monkeys, Stewart Valley, I partecipanti al meeting di arrampicata l’ingresso del P30 con Tre Ingressi, 76 26 Isola di Baffin, 66 trad., 10 Uno dei numerosi pozzi dell’Abisso W Le Dal Passo del Maroccaro (m 3034) verso Mike Twid Turner in apertura della via Christina Fleisch (USA) in tenuta da off- Donne, 77 il ghiacciaio dell’Adamello, 26 Arctic Monkeys, 66 width, Sergent, 10 L’entrata dell’Abisso W Le Donne, 77 Laghetti nei pressi del Rifugio Maria La via Tierra de Condores aperta sulla est Paul Sass (Germania) sul difficile primo » indice 2010 1 | 2011 76

tiro della Cannabis, Sergent, 11 Lamette da barba, 47 Mario Prinoth su Basic Instinct 8b, Val Cornei (Val), 24.6 Parete Nord-Est Pennino, 12 Autocars Alpestres Postes Suisses, San Nicolò (Val di Fassa), 73 Cortina d’Ampezzo, 60.6 Diego Gobbi sull’uscita verticale dalla Herbert Berthold Libiszewski, Svizzera, Myotis daubentonii - Vespertilio di Crea, 32.3 nord est del Pennino, 13 manifesto, 48 Daubentòn Emilia Romagna, 74 Crest, 36.5 Dalla vetta del Penna il Mar Ligure Hollywood Girls and Gags! Movie Humor. Myotis bechsteinii - Vespertilio di Bech- Crête Sèche (Valle di), 42.4 all’orizzonte, 13 «Some Skid», George Quintana, USA, stein - Emilia Romagna, 75 Danta di Cadore, 36.6 M5 su "Ansiolitica", 13 rivista, 48 Antiche strutture per l’estrazione del Dolent (Mont), 63.1 Stefano Righetti su Psyco, 14 Ricqles. Les Proverbes. Un Peu d’Aide guano in grotta - Cuatro Cienegas, Dolomiti bellunesi (Parco Nazionale Stefano Righetti ed il misto Appeninico, Fait Grand Bien, H. Gerbault, Francia, Messico, 75 delle), 32.5 15 figurina, 49 Rhinolophus mehelyi - Rinolofo di Don Barbera (Rifugio), 38.1 R. Larcher 17° tiro, 16, 18 Rolling Stones Tour of Europe ’76, Chri- Méhely - Sardegna. Foto di G. Dondini, Donzelle (Rocca delle), 40.1 F. Leoni 16° tiro, 17 stian Piper, Gran Bretagna, manifesto, 49 76 Emma (Punta), 39.1, 22.6 E. Orlandi, 17 Intrepido. «In nome dell’Italia!», Alvaro Myotis sp. - Vespertilio, specie indeter- Erera-Brendòl (Piani di), 32.5 M. Cagol, 17 Mairani, Italia, rivista, 49 minata - Emilia Romagna, 76 Etna, 74.3 Tramonto sul Masherbrum, 20 The Dolomites, R. S., Italia, pieghevole, Rhinolophus euryale - Rinolofo Eurìale - Faudery (Valle di), 42.4 Vetta - The Children of Hushe, 20 50 Emilia Romagna, 77 Ferlette (Cima), 43.1 Ettore Delprino alla Placconata del Engadine, Maloja Palace, Svizzera, Esercitazioni CNSAS, 78, 79 Fiames, 63.6 settore sinistro, 24 etichetta per valigia, 50 Il fiordo diN y Alesund nelle prime notti Finale Ligure, 24.6 Christian Roccati on sight sui “duri” Caffè al Rhum […], Italia, etichetta per artiche, 82 Fobello, 25.5 centrali del Guru, 25 bottiglia, 51 La base Dirigibile Italia del CNR, 83 Fontane (Val de la), 62.6 Targhetta d’ingresso alla falesia: …l’at- Reserve Bank of New Zealand, Five Dol- Ha superato l’inverno artico e violente Fricolla (Colle della), 36.5 tenzione alle piccole cose, 26 lars, Nuova Zelanda, banconota, 51 tormente di neve […], 73 Garba (Rocca), 43.1 Christian Roccati alla falesia della Erinnofili, 51 Gnifetti (Punta), 36.3 Tranquillità, 26 Le Petit Journal, Un Million d’Exem- Gradiccioli (Monte), 41.5 Christian Roccati alla falesia del Guru, plaires par Jour!, L. Chapuis, Francia, INDICE DEI LUOGHI IN Gran Combin, 62.1 26 calendario, 52 ORDINE ALFABETICO Grand Jorasses, 64.1 Panorama del Monte La Rocca dalla Scatola di cerini, 52 Alagna Valsesia, 25.5 Gran Sasso, 38.2 radura, 28 Gasherbrum IV, sperone meridionale Albugnano, 35.3 Lanzo (Val di), 25.5 La parete Monte La Rocca con i tracciati ghiacciaio Mundu, 54 Alburni (Monti), 30.2 La Varella, 60.6 della vie, 30 Vista del ghiacciaio Baltoro verso il Alpe Devero, 25.5, 60.5 La Rocca (Monte), 28.6 R1° tiro Rinaldino way, 31 Gasherbrum IV da sopra il campo di Alpe di Fanes, 62.6 Lavaredo (Cima Ovest), 28.5 Panoramica sulla Parete Ovest M. La Urdukas […], 54 Alpi Liguri, 36.1 Lema (Monte), 40.5 Rocca dal Monte di Mezzo, 31 Vista del Circo Concordia, 56 Angelo (Grotte dell’), 30.2 Litres (Val), 62.6 Cartina del Monte La Rocca, 31 Panoramica a 200° del Circo Concordia Antrona (Valle), 89.2 Locana (Val di), 25.5 Rinaldo sul 3° tiro di Indiana Jones, 31 dal costone del Mitre Peak […], 56 Aquila (Punta dell’), 56.2 Marguareis, 36.1 Enrico Camanni, 34 Ghiacciaio Baltoro da sopra Campo Aramengo, 33.3 Marzo (Monte), 21.3 Scorpione di mare Eurypterus del siluria- Concordia, 57 Arco, 20.5 Masche (Colle delle), 40.1 no, paleozoico, 36 Panoramica a 270° dell’intero ghiacciaio Argentario (Monte), 16.2 Mastrelle (Passo delle), 37.1 Impronta di una medusa, 37 Baltoro, rieffettuata per la prima volta Aroletta Superiore, 42.4 Moncenisio, 25.5 Ursus Speleus, 37 dopo 80 anni […], 57 Aseo (Bocchino dell’), 41.1 Monfandì, 21.3 Oviraptor, 37 Bocche Ghiacciaio Baltoro, 58 Auletta, 30.2 Mongioie (Monte), 37.1 Impronta di bivalve, triassico delle Fronte del ghiacciaio Biafo […], 58 Bardassano, 35.3 Murisengo, 35.3 Dolomiti, 37 Ghiacciaio Liligo dal Baltoro, 59 Bianco (Colle del), 43.1 Odalengo, 35.3 Bivalve delle Dolomiti, 37 Ghiacciaio Liligo […], 59 Bianco (Monte), 62.1 Orco (Valle dell’), 7.6 Idoletto femminile, 38 Val Travenanzes, 60 Bozano (Cima), 39.1 Ormea (Pizzo di), 36.1 Venere di Willendorf, 38 La Tofana di Rosez dai pendii est della Brenve, 37.5 Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro, Psittacosaurus, 38 Forc. Casale, 61 Bric di Conoia, 42.1 37.1 Ultimi passaggi prima di arrivare in vetta Da Forc. Casale, 62 Briga Alta, 36.1 Pareto (Cima), 39.1 al Nevado Ishinca, 40 Il Piz Boè riflesso negli occhiali, 62 Brignola (Cima della), 43.1 Palù (Cima), 39.1 Maria Grazia e Giorgio in vetta al Pisco, Torre Travenanzes da Forc. M. Casale, 63 Canavese (Valle), 25.5 Pas (Colle del), 40.1 40 Edurne Pasaban in vetta allo Shisha Capanna Regina Margherita, 36.3 Pelati (Monti), 20.3 In discesa dal ghiacciaio del Nevado Pangma 8027m (Cina), suo 14° Ottomila, Capanna Saracco Volante, 39.1 Pennino (Monte), 12.6 Pisco, 41 68 Capo Passero, 16.2 Pertegà (Cima di), 38.1 Una foto di gruppo dell’Assemblea Hervé Barmasse durante l’avvicinamento Casale Monferrato, 33.3 Pertosa, 30.2 UIAA, 43 al GI 8068m (Cina). Alle sue spalle i Castiglioni (Rifugio), 60.5 Piaggia Bella (Conca di), 37.1 Silvio Calvi con il riconoscimento confe- Gasherbrum, 69 Carnino Inferiore, 40.1 Pian Ballaur (Cima), 40.1 ritogli all’UIAA, 44 La Nord del Gasherbrum I 8068m (Cina), Carnino Superiore, 38.1 Pian Comune (Cima di), 40.1 Klondike Chess, Anonimo, Canada, gioco 69 Carso (Altopiano del), 25.5 Pian Gelassa, 55.2 di scacchi, 45 La via realizzata da Barmasse, Panzeri Castelnuovo Don Bosco, 35.3 Pian Rossetto, 41.1 Milka Le Delicieux Chocolat au lait. Su- e Bernasconi sull’inviolata Venere Peak Catinaccio (Gruppo del), 23.6 Piazza (Rifugio), 20.3 chard, Seul Fabricant, Svizzera, ventaglio 6300m (Cina), 69 Cavallo (Monte) (Dolomiti Orientali), Pintas (Monte), 56.2 pieghevole, 45 La parete Nord-Ovest del Monte Messer 60.6 Piz Boè, 61.6 The Mont Blanc Polca composed and de- con il tracciato della “Via Dario De Felip” Cavarero (Bivacco), 43.1 Polla, 30.2 dicated to Albert Smith, Esq. by Jullien, (it. A) e la “Via Benito Saviane” (it. B), 70 Cerrina (Val), 35.3 Ponte di Nava, 36.1 USA Canada, spartito musicale, 46 Il Monte Matto con il tracciato della Cervino (Monte), 62.1 Pordoi (Passo), 60.6 Vedetta alpina e museo al Monte dei “Goulotte alla Brèche del Vej del Matt”, Champorcher, 36.5 Portofino P( arco del Monte di), 54.4 Cappuccini. Club Alpino Italiano. Sez. 71 Chiusetta (Gola della), 37.1 Quarzina, 42.1 Torino, Bonfiglioli,I talia, manifesto, 46 La Quota 2021 del Monte Antoroto con Ciarlo Bossi (Rifugio), 40.1 Raschera (Lago), 43.1 Sestrieres. Grande Albergo “Principi il tracciato della “Goulotte Inshallah”, 71 Ciarm (Monte), 56.2 Revelli (Cima), 41.1 di Piemonte”, Gino Boccasile, Italia, Il Pilastro della “Via dei Tetti” alla Torre Cinzano, 35.3 Rima, 25.5 manifesto, 46 del Vento, 71 Cocconato d’Asti, 33.3 Rimasco, 25.5 Ferrania, Giuseppe Mingozzi, Italia, Luisa Iovane su Kurz&Bissig 7c+, Val Colme (Cima delle), 41.1 Roa dai Pigolerz, 62.6 manifesto, 46 San Nicolò (Val di Fassa), 72 Conero (Monte), 16.2 Roccate (Cima delle), 42.1 LA RIVISTA 1 | 2011 77

Rocchette (Colle), 43.1 ALTRI LUOGHI Cordon Mariano Moreno (Argentina), Minaret (Monte) (Nuova Zelanda), Rosa (Monte), 36.3, 36.4 Aconcagua (Argentina), 46.2, 7.5 68.3 28.4 Rotondo (Monte), 41.1 Aguja Poincenot (Argentina), 68.3 Cujo (Argentina), 46.2 Muhavura (Vulcano) (Uganda), 10.4 Roya (Val), 36.1 Aletschgletscher (Ghiacciaio) (CH), Durant (Ghiacciao del Mont), 64.1 Nanga Parbat (Pakistan), 10.5 Saline (Cima delle), 37.1 58.1 Eiger (Monte) (CH), 7.5 Novarupta (Vulcano) (Alaska), 7.4 Saline (Vallone delle), 40.1 Aletschjoch (CH), 59.1 Eikesdalsvatnet (Lago) (Norvegia), 13.3 Oberland (CH), 59.1 Sangone (Val), 55.2 Aletschorn (CH), 54.1 Elbrus (Monte) (Russia), 17.3 Panj (Fiume) (Afghanistan), 46.5 San Grato (Viola San Grée), 54.2 Aoraky Mount Cook (Nuova Zelanda), Erebus (Vulcano) (Antartide), 72.1 Pucahirca (Perù), 10.5 San Martino di Castrozza, 25.5 27.4 Eresfjord (Norvegia), 12.3 Quarnero (Isole del) (Croazia), 52.3 Sappada, 25.5 Argentière (Ghiacciaio dell’) (Francia), Everest (Nepal), 22.2, 7.5 Ratece (Slovenia), 25.5 Sarca (Valle del), 26.3 63.1 Fitz Roy (Argentina), 10.5 Robiei (CH), 25.5 Scaglie (Bocchino delle), 41.1 (Francia), 62.1 Gasherbrum I (Pakistan), 10.5 Ruwenzori (Uganda), 7.5 Sciolze, 35.3 Aiguilles Dorées (Francia), 63.1 Gasherbrum II (Pakistan), 11.5 Sarmiento (Cile), 67.5 Seneca (Cime de), 38.1 Api (Monte) (Nepal), 8.5 Gasherbrum IV (Pakistan), 8.5 San Juan (Argentina), 46.2 Signori (Colle dei), 38.1 Arpette (Val d’) (Francia), 63.1 Gran Montet, 63.1 Sant’Elia (Monte) (Canada), 7.5 Superga, 32.3 Badakhshan (Afghanistan), 45.5 Huascaran (Perù), 10.5 Saraghrar Peak (Afghanistan), 10.5 Susa (Val di), 54.2, 25.5 Broad Peak (Pakistan), 10.5 Hushe (Pakistan), 16.5 Sarmiento (Monte) (Argentina), 8.5 Tamaro (Monte), 40.5 Campbell (Ghiacciaio) (Antartide), 76.1 Illimani (Massiccio) (Bolivia), 58.5 Seleina (Ghiacciaio) (Francia), 63.1 Tanaro (Val), 37.1 Cerro del Toro (Argentina), 49.2 Ishkashim (Afghanistan), 46.5 Shisha Pangma (Cina/Tibet), 10.5 Tarvisio, 25.5 Cerro Janchallani (Bolivia), 58.5 Island Peak (Nepal), 17.3 Spiti (Valle dello) (India), 54.5 Tenda (Colle di), 36.1 Cerro Parinacota (Bolivia), 59.5 K2 (Pakistan), 7.5 Ten Thousand Smokes Valley (Alaska), Torinesi (Colle dei), 43.1 Cerro Solo (Argentina), 18.3 K7 (Pakistan), 16.6 6.4 Travenanzes (Val), 63.6 Chamonix Mont Blanc, 45.1, 62.1 Kanjut Sar (Pakistan), 8.5 Titicaca (Lago) (Bolivia), 58.5 Tuffo, 35.3 (Francia), 63.1 Katmai (Alaska), 6.4 Tosamaganga (Tanzania), 18.3 Upega (Valle d’), 38.1 Chanrion (Cabane de), 64.1 Kenya (Monte), 19.3, 7.5 Trient (Cabane du) (Francia), 63.1 Valchiusella, 20.3 Charakusa Valley (Pakistan), 17.6 King George Island (Antartide), 73.1 Triglav (Parco del) (Slovenia), 25.5 Vetta d’Italia, 16.2 Chardonnet (Ghiacciaio) (Francia), Kvitfjellet (Norvegia), 13.3 Uebi-Scebeli (Etiopia), 7.5 Vezzolano (Abbazia di), 33.3 63.1 La Paz (Bolivia), 58.5 Valsorey (Cabane de), 64.1 Via Francigena, 16.2, 33.3, 38.4 Chogolisa (Pakistan), 7.5 Makalu (Nepal), 10.5 Vignettes (Cabane de), 64.1 Villadeati, 35.3 Collins (Ghiacciaio) (Antartide), 73.1 Manali (India), 54.5 Wadi Rum (Giordania), 14.4 Viozene, 40.1 Cordillera Blanca (Perù), 40.6 McKinley Mount (Alaska), 10.5 Wakhan (Corridoio del) (Afghanistan), Viù, 54.2 Cordillera di Ansilta (Argentina), 48.2 Mercedario (Monte) (Argentina), 46.2 46.5 Zoldana (Val), 22.4 Cordillera Real (Bolivia), 58.5 Mittelaletschbiwak (Rifugio), 54.1 Zermatt (CH), 62.1 Isola d’Elba | Costa del Sole: Fetovaia - Colle d’Orano Pomonte - Seccheto - Chiessi

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