I MINERALI DELLA CAVA del 2008 dal G.M.R. e preparata in pre- DI CAMPOMORTO IN ventivo accordo con le maestranze della cava, diversi ritrovamenti interessanti so- LOCALITÀ PIETRA no stati fatti, in particolare da uno degli MASSA, MONTALTO DI autori (L. M.). CASTRO (VT) Quest’ultimo fatto ci ha indotti a pen- sare che con una discreta dose di fortuna, Edgardo Signoretti 1, Domenico Preite 1,2,3,5, finché la cava sarà in attività, qualche ra- Enrico Bonacina 2,5, Italo Campostrini 3,4,5, rissimo campione sarà ancora possibile Luigi Mattei 1, Roberto Pucci 1,5. trovarlo e, spinti anche dalle tante richie- 1 Gruppo Mineralogico Romano ste di documentazione che ci pervengono 2 Gruppo Orobico Minerali 3 Gruppo Mineralogico Lombardo dalle nuove leve di ricercatori e collezioni- 4 Dipart. di Chimica Strutturale e Stereochimica sti, ci siamo convinti a riproporre sulle Inorganica, Univ. degli Studi di Milano pagine di questo notiziario una rassegna il 5 Associazione Micromineralogica Italiana più possibile esaustiva dei minerali sino ad ora osservati. Prima di addentrarci nella descrizione della cava e dei minerali rinvenuti, ci Prefazione sembra importante segnalare il fatto che Sono trascorsi più di 25 anni dalla alcune specie, ritenute esclusiva mondiale pubblicazione dell’articolo di E. Passaglia della cava di Campomorto come la ver- e B. Turconi “SILICATI ED ALTRI MI- tumnite o importanti quali afwillite ed et- NERALI DI MONTALTO DI CASTRO tringite, siano state rinvenute anche nella (VT)”, del 1982, su questa località dell’al- cava di leucitite di situata al to che ha dato minerali di estrema km 11 della via Laurentina, presso Roma importanza e di assoluta rarità, anche co- (Ballirano e Fiori, 2005; Fiori et al., 2002) me località tipo. e, più recentemente, anche a Bellerberg Guardando indietro nel tempo abbia- nell’Eifel (Blasss et al., 2008). mo l’impressione che, forse per le alterne Gli autori non hanno la percezione di vicende che hanno visto la cava di Cam- quanti campioni di questi rarissimi mine- pomorto spesso ferma dal punto di vista rali possano trovarsi nelle collezioni pri- estrattivo, questo sito sia stato un po’ tra- vate, ne’ di quale sia la loro qualità, per scurato. cui le descrizioni che seguiranno sono Dopo i primi ritrovamenti effettuati “dedotte” da materiale in loro possesso, tra la seconda metà degli anni ’70 e i pri- in particolar modo della collezione di D. mi anni ’80, altre segnalazioni (in verità Preite che ha acquisito materiale del com- rarissime e molto diluite nel tempo, circa pianto E. Turconi, (campioni su cui erano tre o quattro a quanto ci è dato sapere) si state effettuate le analisi di E. Passaglia sono ripetute fino alla metà degli anni ’90 che avevano permesso la stesura dell’arti- (Preite, 1997). Molto recentemente, du- colo del 1982). Tale collezione è stata in rante una ricerca organizzata nel maggio seguito incrementata con l’acquisto di

Il Cercapietre 1-2 / 2008 5 campioni rinvenuti da alcuni soci del stessa valle e legata probabilmente ad un G.M.L. (Gruppo Mineralogico Lombar- antico alveo dello stesso fiume” (Sposato do) nel 1995. et al., 1993). I prodotti oggetto di coltivazione nella cava subaffiorano fra i depositi alluvionali LA CAVA situati al fondo del vasto plateau di traver- Dal punto di vista petrografico la roc- tino che attraversa la valle del fosso del cia che costituisce la colata lavica sfrutta- Timone, dal castello di fino ad in- ta nella cava (fig. 1), pure se è conosciuta crociare la S.S. n° 312 -Montalto. localmente con il nome generico di basal- L’evento effusivo che ha generato la to ed è segnalata sulla Carta Geologica messa in posto di questi prodotti è assai d’Italia (foglio n° 136 “”) come simile, riteniamo, a fenomeni osservati “tefrite di Castellaccio dei Vulci”, è costi- anche in altre località laziali (cave di tuita da una fonolite nefelinica (Passaglia “Vallerano” presso Roma), come pure in e Galli, 1977), che risulta essere il prodot- altre località europee (Bellerberg nel- to di una manifestazione fissurale legata l’Eifel). all’attività periferica del Distretto vulca- La fuoriuscita della lava è, probabil- nico vulsino (Sposato et al., 1993). Questa mente, avvenuta attraverso fratture o colata, che è osservabile lungo la valle del bocche apertesi su più antiche formazioni Fiora, ha “riempito una forma depressa marnose. Durante la risalita del magma, molto stretta, allungata in direzione della brandelli del basamento sono stati strap-

Fig. 1. Cava di Campomorto foto panoramica degli impianti.

6 Il Cercapietre 1-2 / 2008 pati ed inglobati (fenomeno appunto ri- scontrabile anche nelle località sopra cita- te) subendo un notevole metamorfismo. Inoltre questi brandelli hanno avuto un ruolo per l’arricchimento della lava in Al, Si e Ca, elementi componenti delle argille marnose e del basamento calcareo. Gli stessi inclusi sono stati interessati anche dallo zolfo derivante da lenti di gesso presenti nel basamento (Passaglia e Turconi, 1982). Partendo da Roma, la cava è raggiun- gibile percorrendo per intero l’autostrada Fig. 3. Bollosità della lava con mineralizzazioni di cal- A12 Roma- fino a raggiun- cite. gere la S.S. Aurelia e viaggiando in dire- zione Grosseto fino alle porte di Montal- l’attività estrattiva è ferma, per cui sono to di Castro al km 107,700 ca. (fig. 2). sconsigliate tutte le forme di violazione Qui, seguendo le indicazioni stradali, delle leggi che tutelano la proprietà priva- ci si immette sulla S.S. n° 312 Castrense ta. Va però sottolineata la disponibilità in direzione Canino-. In prossi- della proprietà, la cortesia e la professio- mità del km 4,700 sarà visibile il cartello nalità delle maestranze nel permettere, a che indica l’ubicazione della cava ed il gruppi organizzati, momenti di ricerca cancello che permette l’accesso anche ad preventivamente concordati e supportati altre attività e a fondi agricoli. da adeguate forme assicurative, oltre l’ob- L’area della cava è protetta da recin- bligo di calzare scarpe antinfortunistiche, zioni, sorvegliata anche nei giorni in cui casco di protezione ecc. Una volta entrati in cava la ricerca va fatta esclusivamente nei luoghi indicati dalle maestranze lontano dalle situazioni definibili “pericolose”. Nei blocchi distaccati dal fronte di sca- vo si notano con facilità le bollosità (fig. 3) che caratterizzano questa lava e nelle qua- li spicca la calcite in aggregati sferoidali ti- pici di questa località che, se in ottimi campioni, è molto ambita dai collezionisti. Le bollosità sono quasi sempre riempi- te con acqua madre in pressione (Passa- glia e Turconi, 1982) e diminuiscono in grandezza, da decine di centimetri a pochi Fig. 2. Carta stradale e ubicazione della cava. millimetri di diametro man mano che si

Il Cercapietre 1-2 / 2008 7 Fig. 4. Fronte di scavo della cava; massi distaccati dal- Fig. 5. Nodulo termometamorfosato. la parte più alta della colata. scende verso il letto della colata fino qua- si a scomparire. I noduli termometamorfosati inglobati nella lava sono difficili da reperire, un po’ per la loro rarità, un po’ per la difficoltà con cui si riesce ad individuarli fra i tanti e grossi blocchi fonolitici, ma ci si può aiutare tentando di ridurre la zona di ri- cerca, dedicando più tempo all’osserva- zione dei blocchi staccati dalla parte alta della colata (fig. 4). La maggior parte di questi noduli, nel- Fig. 6. Vacuoli presenti negli aloni termo metamorfici; campo 10 mm; coll. e foto E. Signoretti. la zona di contatto con la lava, sono ca- ratterizzati da un alone termometamorfi- co più o meno accentuato, così come lo I MINERALI sono quelli rinvenibili nelle altre località È proprio all’interno di questi fram- sopra citate. menti argilloso-calcarei inglobati dalla la- L’alone metamorfico presenta in genere va che, per i motivi precedentemente de- una miriade di piccoli vacuoli a forma va- scritti (presenza degli elementi Si, Al, Ca gamente ovale che spesso ospitano le mi- e in minor quantità Na e K), è possibile neralizzazioni più interessanti (figg. 5 e 6). rinvenire i minerali più rari, silicati ed al- Questi vacuoli necessitano sempre di lumosilicati di Ca e solfati di Ca (Passa- una attenta osservazione da parte del ri- glia e Turconi, 1982). cercatore, perché le specie presenti si ma- I minerali che andremo a descrivere e nifestano in cristalli submillimetrici diffi- il cui elenco è in Tab. 1, sono considerati cili individuare. in ordine strettamente alfabetico.

8 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Tab. 1. Minerali rinvenuti nella cava di Campomorto, Montalto di Castro (VT).

MINERALE FORMULA CHIMICA GIACITURA

AFWILLITE Ca3Si2O4(OH)6 Nodulo termometamorfosato “APOFILLITE” Serie fluorapofillite-hydroxyapofillite KCa4Si8O20(F,OH)·8H2O Nodulo termometamorfosato

BARITE BaSO4 Vacuoli in prossimità dei noduli “CABASITE” cabasite-Ca Ca2(Al4Si8O24)·13H2O cabasite-K K Na Ca (Al Si O )·11,5H O Vacuoli in prossimità dei noduli Serie della cabasite 2 0,5 4 8 24 2 cabasite-Na Na K (Al Si O )·11,5H O 3,5 4,5 7,5 24 2 cabasite-Sr (Sr,Ca)(Al2Si4O12)·6H2O

CALCITE CaCO3 Bollosità nella lava e vacuoli in prossimità dei noduli termometamorfosati

CORDIERITE Mg2Al4Si5O18 Agglomerati immersi nella lava

EMATITE Fe2O3 Bollosità nella lava

ETTRINGITE Ca6Al2(SO4)3(OH)12·26H2O Nodulo termometamorfosato

GESSO CaSO4·H2O Nodulo termometamorfosato “GEHLENITE” Serie akermanite-gehlenite Ca2MgSi2O7 - Ca2Al(SiAl)O7 Nodulo termometamorfosato

GISMONDINA Ca4Al8Si8O32·16H2O Vacuoli in prossimità dei noduli

“GRANATO” Mg Al (SiO ) - Fe2+ Al (SiO ) Alone metamorfico Serie piropo-almandino 3 2 4 3 3 2 4 3

IDROCALUMITE Ca2Al(OH)6(Cl,OH)·3H2O Nodulo termometamorfosato

JENNITE Ca9Si6O18H2(OH)8·6H2O Alone metamorfico

KATOITE Ca3Al2(SiO4)3-x(OH)4x x=1,5-3 Alone metamorfico

OPALE IALITE SiO2·nH2O Nodulo termometamorfosato “PHILLIPSITE” phillipsite-Ca (Ca0,5Na,K)9(Al9 Si27O72)·~24H2O Bollosità nella lava e vacuoli in Serie della phillipsite-K (K,Ca ,Na,Mg ,Sr ) (Al Si O )·~24H O prossimità dei noduli phillipsite 0,5 0,5 0,5 9 9 27 72 2 phillipsite-Na (Na,Ca0,5, K)9(Al9 Si27O72)·~24H2O termometamorfosati

“PIROSSENO” CaMgSi2O6 Nodulo termometamorfosato

PORTLANDITE Ca(OH)2 Nodulo termometamorfosato

QUARZO SiO2 Nodulo nella fonolite

STRÄTLINGITE Ca8Al 4(Al 4 Si4)O8(OH)40·10H2O Nodulo termometamorfosato

TOBERMORITE Ca4-5Si6O15(O,OH)2·5H2O Nodulo termometamorfosato

VERTUMNITE Ca8Al4(Al4Si5)O12(OH)36·10H2O Nodulo termometamorfosato 2+ 3+ VONSENITE (?) Fe 2Fe BO5 Bollosità nella lava

WOLLASTONITE CaSiO3 Alone metamorfico

Il Cercapietre 1-2 / 2008 9 Figg. 7 e 8. Afwillite, foto SEM di I. Campostrini.

10 Il Cercapietre 1-2 / 2008 AFWILLITE, monoclino. Rappresenta il primo ritrovamento ita- liano di questa specie, segnalata nel 1979 da P.L. Barili (Passaglia e Turconi, 1982). È stata osservata solo nei noduli ter- mometamorfosati in cristalli prismatici appiattiti fino a 3 mm con terminazioni a scalpello ricche di faccette (figg. 7 e 8). Le facce del prisma appaiono sempre striate nel senso della lunghezza. Nella cava di Campomorto l’afwillite si osserva sia in rari minuti cristallini submillimetrici sin- goli, sia in individui più grandi fino a tre Fig. 10. Afwillite, aggregato 1,5 mm; coll. G. Caio, foto E. Bonacina. millimetri di lunghezza, di color bianca- stro e disposti più comunemente a covone o a ventaglio (figg. 9 e 10). colore con lucentezza adamantina, il pri- Nel primo caso il minerale appare in- sma esile ma sviluppato nel senso della lunghezza e si osserva da solo o in asso- ciazione con calcite romboedrica o ettrin- gite, raramente con katoite, idrocalumite e tobermorite. Nel secondo caso i cristalli appaiono di color biancastro e lucentezza cerulea, con il prisma a volte più corto, spesso completa- mente immerso nella tobermorite insieme a katoite ed ettringite (anche esse di color

Fig. 9. Afwillite, aggregato 1,7 mm; coll. D. Preite, foto Fig. 11. Afwillite, cristalli di 0,4 mm; coll. e foto L. E. Bonacina. Mattei.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 11 biancastro), tanto che spesso è possibile os- “APOFILLITE”, tetragonale. servare solo le terminazioni dei cristalli. Un minerale della serie fluorapofillite Dal tappeto di tobermorite che ricopre - hydroxyapofillite è stato rinvenuto po- spesso le pareti di alcuni vacuoli fuorie- che volte nella cava di Campomorto. Os- scono, a volte, submillimetrici cristallini servato in minutissimi cristalli biancastri trasparenti di afwillite, che difficilmente si (fino a 0,2 mm) in associazione con “phil- riesce ad individuare se non ad ingrandi- lipsite”, barite, “cabasite” ed ettringite in menti oltre il 40x (fig. 11). piccoli vacuoli nella zona dell’alone meta- Per lunghi anni la cava di Campomor- morfico a ridosso della lava. to è rimasta l’unica località italiana in cui è stato possibile rinvenire questa specie BARITE, ortorombico. mineralogica. È stata osservata nei vacuoli disposti Solo nel 2002 (Fiori et al., 2002) è sta- lungo l’alone metamorfico dei noduli ed ta identificata anche nella cava di “Valle- anche in bollosità nella lava, ma sempre in rano” presso Roma, dove l’afwillite è sta- prossimità dei noduli termometamorfosati. ta anche osservata infilzata su cristalli di Si presenta in cristallini tabulari ialini o gesso nei noduli termometamorfosati e in biancastri geminati fino a 2 mm (figg. 12, associazione con “phillipsite” in una lito- 13 e 14) generalmente singoli o in associa- clase della lava molto vicina ad un nodu- zioni di più cristalli, raramente con calcite, lo che conteneva ettringite. “phillipsite”, “cabasite” e gismondina.

Fig. 12. Barite, cristallini di 0,5-0,7 mm; coll. e foto L. Mattei.

12 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Fig. 13. Barite, cristallini di 1,3 mm; coll. e foto L. Mattei.

Fig. 14. Barite, cristallo maggiore 1,7 mm; coll. e foto E. Bonacina.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 13 “CABASITE”, trigonale. Dal lavoro di Passaglia e Turconi (1982) ad oggi, il termine cabasite, nel “Glossary of Mineral Species” (Back e Mandarino, 2004), è stato sostituito dai termini: cabasite-Ca, cabasite-K, cabasite- Na e cabasite-Sr. Non avendo analisi di laboratorio sul minerale rinvenuto nella cava di Campomorto, è doveroso definire genericamente il minerale: “cabasite”. Il minerale, relativamente raro in que- sta cava, si osserva in cristallini romboe- Fig. 15. “Cabasite”, foto SEM. di I. Campostrini. drici compenetrati limpidi e incolori con lucentezza vitrea fino a 2 mm (figg. 15 e 16) in associazione con barite, “phillipsi- te”, “apofillite” ed ettringite.

Fig. 16. “Cabasite” cristalli di 0,7 mm; coll. e foto L. Mattei.

14 Il Cercapietre 1-2 / 2008 CALCITE, trigonale. È il minerale più e più famoso presso i collezionisti di minerali estetici. Imprigionata nelle cavità della fonolite insieme all’acqua madre in pressione si osserva in formazioni sferoidali fino a 5 cm di diametro con un colore da giallo crema a giallo intenso simile ad un tuorlo d’uovo (fig. 17). In queste cavità la calcite è spesso associata a vonsenite (fig. 18). In alcune cavità della fonolite, che tal- volta sono intercomunicanti con estensio- Fig. 18. Calcite con vonsenite, sferule di 8 mm circa; ni fino a 50-60 cm, la calcite si osserva coll. e foto E. Signoretti. sulle pareti delle geodi in gruppi di più cristalli scalenoedrici (fig. 19) o prismatici fino a 3 cm di spigolo. In questa situazio- Nelle zone di contatto con i noduli la ne i cristalli sono incolori o biancastri e calcite si associa a ettringite, afwillite, gi- ben risaltano sulla lava scura o addirittura smondina, “phillipsite” barite e strätlingite. nera per deposito di ossidi. Anche i vacuoli disposti in prossimità delle zone che circondano i noduli termo- metamorfosati (con o senza alone) posso- no ospitare cristalli di calcite, mentre po- che volte la calcite è stata osservata all’in- terno dei noduli.

Fig. 17. Calcite, sferula maggiore 30 mm; coll. e foto E. Fig. 19. Calcite cristallo di 2 mm; coll. e foto E. Bona- Signoretti. cina.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 15 CORDIERITE, ortorombico. Sassetto si presenta in cristallini prismati- ci delle dimensioni massime di 2 millime- Questo silicato, tipico degli ambienti tri (Della Ventura et al., 2006). termometamorfici, è stato rinvenuto la Si ha notizia (comunicazione persona- prima volta a Montalto di Castro “in cri- le del Prof. P. Orlandi) di analisi secondo stalli millimetrici equidimensionali, mal- le quali il minerale rinvenuto nella cava formati di colore blu-violaceo con forte di Campomorto è in realtà molto vicino pleocroismo da rosa violaceo a blu viola al termine ferrifero della serie cordierite- intenso. Questi cristalli sono immersi in sekaninaite: una massa vitrea granulare composta es- Mg Al Si O – (Fe2+,Mg) Al Si O . senzialmente da quarzo”. (Passaglia e 2 4 5 18 2 4 5 18 Turconi, 1982). In seguito lo stesso mine- rale è stato rinvenuto, alla fine degli anni EMATITE, trigonale. ’90 da P. Bosco, in noduli costituiti ancora Quest’ossido di ferro è stato rivenuto da masse granulari di quarzo di circa 10 più volte in cristalli pseudoesagonali ta- cm di diametro, associato a granuli di lu- bulari, bruni per alterazione e impiantati centezza metallica attribuibili forse a sol- sulle pareti delle bollosità della fonolite furi. Il minerale si presenta in masserelle, (pareti che assumono spesso colorazioni quasi sempre submillimetriche, informi verdine, giallastre o azzurrognole per pa- (fig. 20) che purtroppo nulla hanno a che tine di ossidazione). L’ematite, a quanto vedere con gli splendidi cristallini prisma- ci risulta, è stata osservata solo in associa- tici pseudoesagonali della stessa specie zione con vonsenite. rinvenuti in diverse località dell’Eifel. Nel Lazio la cordierite è stata recente- mente rinvenuta anche negli inclusi delle ETTRINGITE, esagonale. formazioni ignimbritiche di Monte Sasset- Pur restando un minerale raro, è una to (Allumiere). La cordierite di Monte delle specie che dal punto di vista morfo- logico si offre con una sorprendente quantità di forme e situazioni all’interno dei noduli termometamorfosati e dei va- cuoli che li circondano (figg. da 21 a 24). L’aspetto più elegante lo offrono i cristal- li lucenti e trasparenti con il prisma esa- gonale molto allungato (fino a 2 mm) ter- minato da diversi ordini di bipiramide. Gli stessi cristalli si osservano anche al- l’interno di cavità completamente riempi- te da tobermorite. Evidenti striature lungo il prisma e la bipiramide rendono spesso i cristalli can- Fig. 20. Cordierite, granulo di circa 6 mm; coll. E. Cur- ti, foto E. Signoretti. gianti per trasparenza, tanto da apparire

16 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Fig. 21 e 22. Ettringite, foto SEM di I. Campostrini.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 17 Fig. 23. Ettringite, foto SEM di I. Campostrini.

Fig. 24. Ettringite, cristallo maggiore 0,37 mm; coll. D. Preite, foto E. Bonacina.

18 Il Cercapietre 1-2 / 2008 ialini alla base e biancastri verso la bipira- mide (fig. 25) (questo fenomeno è comu- ne anche nella ettringite di Vallerano). In alcuni casi il prisma diventa molto corto formando cristalli tozzi fino a tabulari che variano in trasparenza e brillantezza a se- condo delle dimensioni: ialino con lucen- tezza vitrea per i cristalli submillimetrici, biancastro con lucentezza cerosa per cri- stalli sopra il millimetro (figg. 26 e 27). L’ettringite è stata osservata anche in gruppi di individui in stretta associazione parallela a simulare un solo cristallo sulla Fig. 26. Ettringite, cristalli biancastri di circa 1 mm; bipiramide del quale sono impiantati altri coll. e foto N. Benvegnù. individui con terminazione fibrosa. Sono risultati essere cristalli di ettrin- gite anche associazioni di individui acicu- lari disposti a riempire i vacuoli o a tap- pezzare le pareti delle geodine, come an- che cristalli senza bipiramide e con termi- nazione fibrosa. L’ettringite si rinviene associata con tutti i minerali presenti nei noduli termo- metamorfosati e nei vacuoli, ma più co- munemente si osserva da sola e in asso- ciazione con afwillite su tappeto di tober- morite.

Fig. 25. Ettringite, cristallo di 1 mm; coll. D. Preite e Fig. 27. Ettringite, cristallo di 1 mm; coll. e foto E. Si- foto E. Bonacina. gnoretti.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 19 GESSO, monoclino. individui. Non è raro rinvenire nello spa- zio di pochi centimetri una straordinaria Osservato rarissime volte nei vacuoli a quantità di vacuoli tutti mineralizzati con ridosso dell’alone metamorfico in cristalli- sola gismondina i cui cristalli possono di- ni prismatici singoli da incolori a bianca- sporsi anche a tappezzare completamente stri sempre in associazione con tobermori- le pareti delle cavità. La gismondina è sta- te. Più comunemente i cristalli si dispon- ta osservata con maggior frequenza da so- gono a riempire completamente i vacuoli. la su tappeto di tobermorite (figg. 31 e Per identificarlo basta toccarlo con la pun- 32), oppure in associazione con barite, cal- ta di uno spillino per saggiarne la durezza. cite e afwillite, raramente con vertumnite.

“GEHLENITE”, tetragonale. Questo minerale della serie akermani- te-gehlenite, si osserva, sempre massivo, solo nella parte più interna dei noduli ter- mometamorfosati sotto forma di nodulet- ti e venuzze color giallastro fino ad aran- cio carico con piccole fessurazioni nelle quali è stata rinvenuta anche vertumnite. Raramente è stato osservato con l’abito tetragonale caratteristico della specie. La “gehlenite”, di recente, è stata osservata da uno degli autori (E.S.), sempre con Fig. 28. Gismondina, foto SEM di I. Campostrini. aspetto massivo, anche all’interno di un nodulo termometamorfosato con un mi- nerale del gruppo del pirosseno. “GRANATO”, cubico. Segnalato da Passaglia e Turconi GISMONDINA, monoclino. (1982) come minerale della serie piropo- almandino in cristalli malformati di colo- Fra i minerali osservabili nei vacuoli a re bruno. È stato rinvenuto anche da uno ridosso e all’interno dei noduli termome- degli autori (E.S.), ma mai analizzato per tamorfosati è forse il più comune. I cri- una attribuzione certa. stalli sono trasparenti e molto brillanti pseudo-ottaedrici quasi sempre compene- trati fino a 2 mm di spigolo (figg. 28, 29 e IDROCALUMITE, monoclino. 30). Raramente assumono colorazioni ce- Il minerale, raro nella località (Sacer- lestine o verdine ed abiti apparentemente doti e Passaglia, 1988) – anche se l’ultimo inconsueti, dovuti le prime al fondo della ritrovamento è segnalato da L.M. nel roccia su cui sono impiantati, i secondi al- maggio 2008 –, è stato osservato sempre la particolare compenetrazione dei diversi all’interno dei noduli termometamorfosa-

20 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Fig. 29. Gismondina, cristalli compenetrati di 0,9 mm; coll. e foto L. Mattei.

Fig. 30. Gismondina, cristalli compenetrati di 0,5 mm; coll. e foto L. Mattei.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 21 Fig. 31. Gismondina su tobermorite, cristalli compenetrati di 0,6 mm; coll. e foto L. Mattei.

Fig. 32. Gismondina su tobermorite, cristallo di 0,4 mm; coll. e foto L. Mattei.

22 Il Cercapietre 1-2 / 2008 ti su tappeto di tobermorite da solo o in stretta associazione con afwillite. I cristal- li sono spesso disposti a pacchetti con contorno esagonale e lucentezza vitrea (figg. 33 e 34). Quando i cristalli si osser- vano singolarmente o disposti a ventaglio, assumono un aspetto micaceo; il colore va da ialino a biancastro con lucentezza resi- nosa. Ad una attenta osservazione sulle facce basali dei cristalli “si osservano leg- gere figure triangolari a tramoggia” (Pas- saglia e Turconi, 1982).

JENNITE, triclino. Si osserva, sempre lungo l’alone meta- morfico, come un insieme di esili cristalli ad aspetto fibroso di color biancastro di- sposti spesso a riempire i vacuoli o a rico- prire altri minerali presenti nelle geodine (figg. 35 e 36). Fig. 34. Idrocalumite cristallo maggiore 2,3 mm; coll. D. Preite, foto E. Bonacina. KATOITE, cubico. Segnalata con il nome provvisorio di al gruppo degli idrogranati (Passaglia e “idrogrossularia” in quanto termine pove- Rinaldi, 1984), questo minerale, rinvenu- ro in silice e ricco in acqua appartenente to nel 1980 da O. Zambelli e C. Tabacchi

Fig. 33. Idrocalumite, foto SEM di I. Campostrini. Fig. 35. Jennite, foto SEM di I. Campostrini.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 23 OPALE IALITE, amorfo È stato osservato in piccole incrostazio- ni o noduletti incolori. Può essere identifi- cato perché alla lampada UV mostra una debole fluorescenza in verde chiaro.

“PHILLIPSITE”, monoclino La “phillipsite” è un minerale abba- stanza comune, presente in molte località e riconoscibile con relativa facilità per la Fig. 36. Jennite, geode di 2,2 mm; coll. D. Preite, foto morfologia dei suoi cristalli singoli o ag- E. Bonacina. gregati. Per i cristalli rinvenuti in questa (Passaglia e Turconi, 1982), è stato suc- cava, usiamo il termine generico “philli- cessivamente studiato in maniera più ap- psite” in quanto, come per la “cabasite”, profondita (Passaglia e Rinaldi, 1984; Sa- non siamo a conoscenza di analisi che ab- cerdoti e Passaglia, 1985) tanto da risulta- biano potuto determinare di quale dei tre re una nuova specie cui è stato attribuito termini (phillipsite-Ca, phillipsite-K, phil- il nome di katoite. lipsite-Na) si tratti; (in alcune località la- Il minerale si presenta in cristallini ot- ziali quali “Vallerano” la specie è stata taedrici fino a 0,3 mm di spigolo (figg. 37- identificata come phillipsite-K). 40) di colore ialino negli individui più pic- Dal punto di vista della qualità dei coli (0,1-0,2 mm) ed isolati, lattescente campioni la “phillipsite” di Montalto di nei campioni più grandi e nelle associa- Castro è poco rappresentativa e non so- zioni di più cristalli compenetrati in com- stiene il confronto con i cristalli rinvenibi- posizioni colonnari. Sono state osservate li in altre località laziali, anche se rimane anche strutture opalescenti e sottili incro- un minerale interessante per la località stazioni, formate esclusivamente da cri- perché piuttosto raro nelle bollosità di stallini di katoite, poggiate fra la roccia questa lava. viva e lo strato di tobermorite all’interno Si osserva in gruppi di individui spesso dell’alone metamorfico. geminati con il prisma a volte poco svi- Negli anni che si sono susseguiti all’ar- luppato (figg. 41 e 42). Sono incolori, ra- ticolo di Passaglia e Turconi (1982) la ka- ramente rosati, trasparenti a lucentezza toite è stata rinvenuta pochissime altre vitrea, associati a ettringite, “cabasite”, volte, sempre associata a cristalli di afwil- barite e “apofillite”. lite, tobermorite e strätlingite (sui quali è spesso poggiata) e idrocalumite, in una sola occasione, a quanto ci è dato sapere, “PIROSSENO”, monoclino con calcite romboedrica sempre all’inter- Si ha notizia di un solo ritrovamento re- no dei noduli termo metamorfosati. centemente fatto da uno degli autori (E.S.).

24 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Figg. 37 e 38. Katoite foto SEM di I. Campostrini.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 25 Figg. 39 e 40. Katoite, foto SEM di I. Campostrini.

26 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Figg. 41 e 42. Phillipsite, foto SEM di I. Campostrini.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 27 Il minerale, identificato per la sua tipico della specie, era stato osservato in morfologia come appartenente al gruppo noduletti isolati immersi nella lava fonoli- del pirosseno, è stato osservato in cristal- tica e riconosciuto tramite analisi di labo- lini semitrasparenti color verde chiaro fit- ratorio (Passaglia e Turconi, 1982). tamente intrecciati fra loro all’interno di un nodulo termometamorfosato senza evidente alone metamorfico (fig. 43). Non STRÄTLINGITE, trigonale. erano presenti nel nodulo altri minerali fatta eccezione a piccoli noduletti com- Si tratta del secondo ritrovamento patti di color giallastro di probabile mondiale di questa rara specie mineralo- “gehelenite”. gica. Precedentemente era stata segnalata all’Eifel in Germania (Hentschel e Kuzel, 1976). Si osserva in cristalli lamellari biancastri di forma esagonale con i lati ir- regolari spesso riuniti a pacchetto. È stata osservata in associazione con ettringite, vertumnite, calcite e tobermorite (figg. 44, 45 e 46). I cristalli di strätlingite rinvenuti a Montalto di Castro in pacchetti fino a 7-8 mm di diametro possono considerarsi “gi- ganti”, rispetto a quelli rinvenuti in Ger- mania.

Fig. 43. Nodulo con “pirosseno”; altezza del campione TOBERMORITE, ortorombico 15 cm; coll. e foto E. Signoretti. È un minerale molto diffuso sia nei va- cuoli in prossimità dei noduli termometa- morfosati sia nei noduli stessi. PORTLANDITE, trigonale Abitualmente si osserva come un tap- Anche questo minerale, citato da Pas- peto di esili cristallini aciculari poggiato saglia e Turconi (1982), non è stato più direttamente sulla roccia o in agglomerati segnalato. Descritto come massarelle di sferoidali di colore da bianco latteo a aspetto terroso molto friabili di color biancastro tendente al crema, ma non è biancastro. Dato il suo aspetto potrebbe raro poterla identificare in pacchetti di essere sfuggito ad altri ricercatori. cristalli tabulari strettamente compattati fra loro (fig. 47 e 48). Si osserva associato a tutti i minerali presenti nei noduli ter- QUARZO, trigonale mometamorfosati poiché il minerale è Recentemente rinvenuto da uno degli presente in quasi tutte le situazioni de- autori (L.M.) anche in cristalli dall’abito scritte.

28 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Fig. 44. Strätlingite, foto SEM I. Campostrini.

Fig. 45. Strätlingite, campo 7,1 mm; coll. D. Preite, foto E. Bonacina.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 29 Fig. 46. Strätlingite campo 3 mm; coll. e foto E. Signoretti.

Fig. 47. Tobermorite, foto SEM di I. Campostrini.

30 Il Cercapietre 1-2 / 2008 Fig. 48. Tobermorite geode 10 25 mm coll. D. Preite, Fig. 49. Vertumnite, cristalli maggiori 0,6 mm; coll. D. foto B. Turconi. Preite foto E. Bonacina.

VERTUMNITE, monoclino. lenite” massiva. Anche gli aggregati a co- vone o rosetta sono stati osservati sia in Dedicato dagli studiosi al dio etrusco gruppi di cristalli incolori che in gruppi di Vertumno, in onore delle popolazioni che cristalli biancastri. La vertumnite è stata abitarono questi luoghi più di 2000 anni osservata anche all’interno dei vacuoli in- fa, insieme alla katoite è il minerale più sieme ad ettringite e gismondina. Solo re- raro ed ambito rinvenibile in questa cava. centemente la vertumnite è stata identifi- È stato per lunghi anni il minerale esclu- cata nella cava di Vallerano presso Roma sivo di questa località dove è stato rinve- (Ballirano e Fiori, 2005) e a Bellerberg nuto per la prima volta, nel 1974, dal so- nell’Eifel (Blass et al., 2008). cio del G.M.L. G. Pagani (Passaglia e Turconi, 1982), ritrovamento che permise l’identificazione della specie (Passaglia e Galli, 1977). In seguito fu segnalato da P.L. Barilli nel 1979 (Passaglia e Turconi, 1982) insieme al primo ritrovamento ita- liano di afwillite. Si presenta in cristalli dal prisma tozzo, quasi tabulare dalla for- ma esagonale con colore che può variare da ialino a biancastro e, di conseguenza, con brillantezza da vitrea a cerosa (figg. da 49 a 52). È stata osservata sia in cristalli isolati su tobermorite, come pure in cristalli ag- gregati a covone o a rosetta, sempre su Fig. 50. Vertumnite, cristalli maggiori 1 mm; coll. e fo- tobermorite o in venuzze aperte su “geh- to L. Mattei.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 31 Figg. 51 e 52. Vertumnite, foto SEM I. Campostrini.

32 Il Cercapietre 1-2 / 2008 VONSENITE (?), ortorombico Un minerale, morfologicamente ricon- ducibile a vonsenite si rinviene talvolta nelle geodi della lava come unica minera- lizzazione o in associazione alla calcite. Esso si presenta in ciuffi di sottili cristalli aciculari neri (fig. 53) talvolta ricoperti (come il resto della geode) di incrostazio- ni da giallo-verdastre e verde cupo (figg. 54 e 55). Segnaliamo questa specie con il beneficio del dubbio perché siamo a co- noscenza (comunicazioni personali di F. Bellatreccia e S. Fiori) di diverse analisi, condotte sia su alcuni sottili aghetti neri, sia sulle loro incrostazioni, che hanno evi- denziato trattarsi di materiali amorfi tal- volta associati a “clorite”. Fig. 54. Vonsenite (?), cristalli di 4,5 mm; coll. G. Caio, foto E. Bonacina. WOLLASTONITE, monoclino e triclino Questa specie mineralogica è stata os- servata poche volte in cristalli bacillari di colore biancastro immersi in maniera di- sordinata nello strato di roccia compreso tra la fonolite e i noduli termomometa- morfosati.

Fig. 53. Vonsenite (?) con calcite, cristalli di 4 mm; coll. Fig. 55. Vonsenite (?), cristalli 2,4 mm coll. e foto E. e foto E. Signoretti. Bonacina.

Il Cercapietre 1-2 / 2008 33 In questa giacitura il minerale e stato Latium, ): occurrence, crystal-structure and osservato insieme a granato, “gehlenite” FTIR microspectroscopy. - Periodico di Minera- logia, 76, 113-126. e tobermorite (fig. 56). FIORI S., PUCCI R., PAPACCI M., (2002) - Nuovi ri- trovamenti nelle cave di Vallerano (Roma) - “Il Cercapietre” Notiz. del G.M.R., 1/2-2002, 39-43. HENTSCHEL, G. & KUZEL, H. J. (1976) - Strätlingi-

te, 2CaO.Al2O3.SiO2.8H2O, ein neues mineral. - Neues Jahrbuch für Mineralogie, Monatshefte, 326-330. PASSAGLIA E. & GALLI E., (1977) - Vertumnite, a new natural silicate - Tschermaks Mineralogiche und Petrografische Mitteilungen, 24, 57-66. PASSAGLIA E. & RINALDI R., (1984) - Katoite, a

new member of the Ca3Al2(SiO4)3- Ca3Al2(SiO4)3(OH)12 series and a new nomen- clature for the hydrogrossular group of minerals - Bulletin de la Société française de Minéralogie et de Cristallographie, 107, 605-618. PASSAGLIA E. & TURCONI B., (1982) - Silicati ed al- tri minerali di Montalto di Castro () - Fig. 56. Wollastonite su tobermorite, cristallini bacillari Rivista Mineralogica Italiana, 4/1982, 97-110. di 1,5-2 mm; coll. e foto E. Signoretti. PREITE D., (1997) - Montalto di Castro: Kugelcalcit und seltene Silikate aus Latium, Mittelitalien - Lapis, 22(12), 37-42. SACERDOTI M. & PASSAGLIA E., (1985) - The crystal BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE structure of katoite and implications within the hydrogrossular group of minerals - Bulletin de BACK M.E. e MANDARINO J.A., (2008) - Fleischer’s la Société française de Minéralogie et de Cristal- Glossary of Mineral Species - The Mineralogical lographie, 108, 1-8. Record Inc. Tucson, pp 346. SACERDOTI M. & PASSAGLIA E., (1988) - Hydroca- BALLIRANO P., FIORI S., (2005) - Secondo ritrova- lumite from Latium, Italy: its crystal structure mento regionale di vertumnite e tobermorite 11 and relationship with related synthetic phases - Å- “Il Cercapietre” Notiz. del G.M.R., 1/2-2005, Neues Jahrbuch für Mineralogie, Monatshefte, 38-40. 1988, 462-475. BLASS G. et al., (2008) - Eifel die mineralien der SPOSATO A., DE RITA D., BERTAGNINI A., LANDI P. , Vulkaneifel - ExtraLapis 34, pp. 98.DELLA VEN- SALVINI F., (1993) - Il Lazio settentrionale. Dal TURA G., BELLATRECCIA F., CÁMARA F., OBER- Vulcano di alla costa di Montalto di Ca- TI F., LORAND J.P., PARODI G.C., CARLIER G., stro. Itinerario N° 14 - in: Guide Geologiche Re- DI DOMENICO D., (2006) - Carbon-bearing cor- gionali, Lazio. A cura della Soc. Geol. Ital. - dierite from Allumiere (Tolfa volcanic center, BE-MA Ed., p. 340.

34 Il Cercapietre 1-2 / 2008