Il Garibaldino Che Piegò I Negrieri Del Darfur Ci Dice Che L'occidente Non Fu L'unico Colpevole

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Garibaldino Che Piegò I Negrieri Del Darfur Ci Dice Che L'occidente Non Fu L'unico Colpevole Tiratura: 55.623 Diffusione: 40.390 Quotidiano Data 13-04-2021 IL SECOLO XIX Pagina 31 Foglio 1 / 2 Il nuovo libro di Domenico Quirico riscopre la figura di Romolo Gessi, un italiano contro i mercanti di schiavi arabi Riuscì a scardinare un sistema di alleanze e complicità e a distruggere bande più numerose del suo piccolo esercito Il garibaldino che piegò i negrieri del Darfur ci dice che l'Occidente non fu l'unico colpevole lo considerano a tutt'oggi un mo che è quel che si potrebbe posizione, che mette a con- loro personaggio storico. definire un eroe solitario, un fronto il tempo di Romolo Gessi, nato su una nave sal- combattente idealista e per- Gessi e il nostro, nello stesso pata da Ravenna alla volta di spazio geografico e politico. Mario Baudino plesso, consapevole dei limiti Istanbul dove il padre era di- della propria azione eppure Da giornalista, l'autore è u un grande esplorato- ventato appunto il console in- dotato di coraggio e forza stato, a più riprese,fra Darfur re, forse il più impor- glese, cosmopolita nell'era inarrestabili; uno dei quegli e Sud Sudan,fra i profughi ri- tante fra gli italiani dei nazionalismi (di cittadi- uomini che, ricorda Quirico parati in Ciad, fra i superstiti del secondo Ottocen- nanzabritannica,solo succes- citando Kipling, seppero di di massacri orribili, di guerre F civili che si protraggono da to, le cui spedizioni erano as- sivamente pretese e ottenne portare su di sé «il fardello sai più difficili perché non ave- quella italiana), poliglotta, dell'uomo bianco». vent'anni;fra corruzioni e tra- vano alle spalle una potenza formatasi in un'accademia Combatteva i negrieri ara- dimenti, e genocidi, davanti coloniale. Arrivò nell'Alto Ni- militare tedesca,compì la sua bi fra le paludi dell'Alto Nilo, ai quali ilmondo ha cercato di lo, in quella «infinita bolgia di impresa bellica più importan- liberava i villaggi, liberava gli volta in volta di girarsi dall'al- miserie, violenze, schiacciate te per conto dell'Egitto, for- schiavi in quel cuore di tene- tra parte. In qualche modo ha tra il sole e le acque stagnan- malmente parte dell'Impero bra, conscio che «la sua solitu- trovato gli stessi volti, la stes- ti», ma aveva già combattuto turco ma sostanzialmente au- dine poteva esser spezzata so- sa morte, la stessa fame e la in Crimea nella guerra pro- tonomo,e controllato indiret- lo dai volti sfuggenti di queste medesima, soprattutto, roc- dromica al nostro Risorgi- tamente della corona britan- vittime eterne... creature che ciosa resistenza umana che mento, da giovani ufficiale nica; dunque come ufficiale avevano l'aria di uscire dall'e- aveva davanti e intorno a sé britannico, e poi con Garibal- della Sublime Porta, e poi, tà della pietra solo per soffri- l'esploratore condottiero. Ce di nel 1859. E, soprattutto,fu per breve tempo,Pascià del re- re e si ritiravano di nuovo,ra- la racconta tra un capitolo e l'artefice di un'impresa milita- gno selvaggio conquistato pidamente». Lo faceva in ma- l'altro della storia, con inter- re impossibile, che poco ave- con le armi. niera spietata. Riuscì a scardi- mezzi di testimonianza diret- va da invidiare a quelle del Lo aveva chiamato al Cairo nare un intero sistema di al- ta, a specchio di quella tra- suo generale: con pochi uomi- un personaggio della sua stes- leanze e complicità, e a di- mandata.E resta, a fine lettu- ni, paradossalmente un mi- sa levatura avventurosa, struggere bande infinitamen- ra, la netta impressione che gliaio, sbaragliò in una duris- Charles George Gordon, che te più numerose del suo picco- Quirico,lui che ha testimonia- sima campagna di guerra i con lui aveva combattuto in lo inaffidabile esercito. Sotto- to, vissuto e cercato di capire trafficanti di schiavi che tra Crimea. Militare visionario, linea Quirico, che la tratta ara- l'impenetrabilità del male Sud Sudan e Darfur avevano aveva poi guidato truppe in ba è stata importante quanto proprio nelle situazioni dove costituito una sorta di regno Cina durante la guerra quella europea verso l'Ameri- si manifesta con la massima autonomo. dell'oppio fino a divenire, al ca, ed altrettanto se non più violenza, condivida con Joy- Le imprese di Romolo Ges- servizio dell'Egitto ma con la feroce; ma è poco nota, bella- ce l'idea della storia come in- si ebbero una grande risonan- supervisione della Corona bri- mente ignorata e non fa parte cubo da cui ci si vorrebbe o do- za ai suoi tempi e vennero poi tannica,pascià del Sudan. certo della storia di cui ci si vrebbe destare. esaltate postume, in chiave E considerato in patria uno vergogna, del «dogma della Resta una domanda chia- politica, dal fascismo, con- dei grandi condottieri otto- colpevolezza generale ve: la breve parabola di Gessi dannandolo incolpevole a centeschi del colonialismo in- dell'Occidente» per la «pro- (morì cinquantenne, nel una sorta di successiva dam- glese. C'è una sua statua persi- sperità fondata sul delitto co- 1881,sfiancato da un viaggio natio memoriae. no a Khartum, dove morì nel- lonialista via via arricchita di di ritorno verso il Cairo) è da Ora Domenico Quirico gli la città assediata dai ribelli du- peccati ideologici, ecologici, archiviare come uno dei tanti dedica un libro, "Il pascià" rante la cosiddetta guerra culturali: verità di stampo fi- fuochi fatui della storia, av- (Utet, 188 pagine, 17 euro) — mahdista. deistico che sono proprio gli ventura bella e inutile? No,la che non è solo una biografia Gessi è invece ricordato nei occidentali a ripetere, una conclusione del Pascià è del —, cercando il personaggio, nomi di qualche strada qui è martirologia politica che ha tutto pragmatica, guarda al l'uomo, e la sua pensosa glo- la per l'Italia, e chi ci passa preso il posto della religiosità futuro: perché Gessi, con la ria; ripulendolo dalle scorie non ha la minima idea di chi si ecclesiale ormai defunta». Il sua vita e la sua morte straor- del tempo, attingendo ai suoi possa mai trattare. Un fanta- suo non è infatti un libro di av- dinarie, e le su battaglie e le diari e soprattutto a quel che sma. E invece... invece leg- venture — anche se non man- sue contraddizioni, «pone do- scrissero di lui gli inglesi, che gendo questo libro scopria- cano. E un libro che prende po due secoli un problema moderno».— 083430 © RmRoouzIoNE RISERVATA Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. UTET Quotidiano Data 13-04-2021 IL SECOLO XIX Pagina 31 Foglio 2 / 2 A sinistra, il geografo,esploratore e militare Romolo Gessi(1831 — 1881) In alto, la tratta degli schiavi in Africa in una stampa ottocentesca Qui sopra, donne in un campo profughi dell'Unicef nel Sud Sudan KATE HOLT/AP 083430 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. UTET.
Recommended publications
  • A Study of Ethnographic Collecting and Display
    Material Cultures of Imperialism in Eastern Africa, c.1870–1920: A Study of Ethnographic Collecting and Display Alison Bennett UCL PhD History 1 This thesis is submitted for the degree of PhD. I, Alison Bennett, confirm that the work presented in this thesis is my own. Where information has been derived from other sources, I confirm that this has been indicated in the thesis. 2 Abstract This dissertation examines the entangled relationship between ethnographic collecting and early British imperial expansion in present-day Uganda and neighbouring parts of Kenya. Between 1870 and 1920, thousands of objects from this region were accessioned by British museums and their colonial counterparts in eastern Africa. However, historians and curators alike know remarkably little about the contexts of their acquisition. Histories of the colonial period in Uganda and Kenya have rarely engaged with these crucial material sources, relying instead upon methodologies that privilege the textual and oral archive. Meanwhile in museum histories and displays, objects from eastern Africa are eclipsed by material culture from western Africa and Egypt. By combining close object analysis with archival and visual material, and by drawing on theoretical approaches to material culture from anthropology, this thesis reassembles the rich and complex histories of this important material archive for the first time. In doing so, it reveals the significant material underpinnings of both imperial and counter-imperial activity in the region. Focusing on a variety of different collectors ranging from colonial officials to missionaries, local leaders and museums, it shows that collecting was a pivotal tool for mediating different encounters, relationships, identities, and power structures within colonial society.
    [Show full text]
  • The Exploration of the Ruwenzori
    THE EXPlORATION OF THE RUWENZORl THE EXPLORATION OF THE RUWENZORI BY R. M. BERE OM earliest times, the ancient Mediterranean world was interested in the source of the Nile and there was clearly much conjecture amongst the geographers of those far off days, as frequent classical erences show. As explorers amongst the moderns, therefore, dis- covered one mountain after another in central Africa, each discovery, in its turn, was heralded as the mountainous source of the great river. When the German missionary Rebmann, and his colleague Dr. Krapf, first sighted Kilimanjaro in 1846, they thought that they had found the ~nows · to which the classics referred, as later did the discoverers of both Mount l{enya and the Bufumbiro volcanoes : these were all seen by European explorers before the Ruwenzori. Claudius Ptolemy, writing in about the year A.D. 150, was the first to make widely known to the western world that the source of the Nile lay in great lakes fed by streams from a snow mountain ; this he called the ' Mountains of the Moon.' His maps show the main features of the Nile valley with considerable accuracy and the longitude and latitude which he ascribes to his' Moun­ tains of the Moon' agree, in a remarkable degree, with the position actually occupied by the Ruwenzori : this of course, in no way, applies to the other mountain masses of central .Africa. This question is still argued by some, albeit th~re is little reason to support those who hold that it was not the Ruwenzori to which Ptolemy referred.
    [Show full text]
  • Jaroslav Valkoun the Sudanese Life of General Charles George Gordon1
    Anton Prokesch von Osten… | Miroslav Šedivý 48 | 49 He in no way gained the general esteem of his colleagues by assentation as claimed by Jaroslav Valkoun Hammer-Purgstall but, on the contrary, by raising arguments even in contradiction with the opinion prevailing at the Viennese Chancellery at the time, as happened in 1832. The validity of his opinions considerably improved his position and increased Me- tternich’s respect. Consequently, though more well-disposed towards Mohammed Ali than the Austrian chancellor himself, Prokesch continued to play the role of Metterni- ch’s adviser in the following years, and he did so either by his written comments to Laurin’s reports or through personal meetings with the chancellor in Vienna. With his two memoirs from late 1833 Prokesch also significantly influenced Metternich’s Egyp- tian policy for several years to come. Prokesch’s considerable reputation was so high that it survived Metternich’s fall in March 1848 and later brought him to the diplomatic post in Constantinople where, as mentioned above, he represented the Austrian and later the Austro-Hungarian Empire from 1855 to 1871. References BEER, Adolf (1883): Die orientalische Politik Österreichs seit 1773. Prag, Leipzig: E. Tempsky und G. Freytag. BERTSCH, Daniel (2005): Anton Prokesch von Osten (1795–1876). Ein Diplomat Österreichs in Athen und an der Hohen Pforte. Beiträge zur Wahrnehmung des Orients im Europa des 19. Jahrhunderts. München: R. Ol- The Sudanese life of General denbourg Verlag. 1 FICHTNER, Paula Sutter (2008): Terror and Toleration. The Habsburg Empire Confronts Islam, 1526–1850. Charles George Gordon London: Reaktion Books.
    [Show full text]
  • RETURNING MATERIALS: MSU P1ace in Book Drop to Remove This Checkout from LIBRARIES FINES Will ;—
    RETURNING MATERIALS: MSU P1ace in book drop to LIBRARIES remove this checkout from _;—. your record. FINES will be charged if book is returned after the date stamped below. HIKIMDAR VS JELLABA: THE IMPACT OF THE TURKIYYA ON THE POLITICAL ECONOMY OF THE NINETEENTH CENTURY SUDAN: IBZI—IBBT' By David Fred Decker A THESIS Submitted to Michigan State University in partia] fquiTTment of the requirements for the degree of MASTER OF ARTS Department of History 1984 Copyright by David Fred Decker 1984 ABSTRACT HIKIMDAR VS JELLABA: THE IMPACT OF THE TURKIYYA ON THE POLITICAL ECONOMY OF THE NINETEENTH CENTURY SUDAN: 1821-1881 By David Fred Decker The object of this thesis is to examine the Turco-Egyptian invasion, occupation, and colonial administration of the Sudan from l82l-188l. The rise and subsequent success of Muhammad Ahmad ibn al-Saiyid Abd Allah al-Mahdi has long fascinated students of Sudanese history. The diverse and contradictory interpretations written to explain the career of the Mahdi have proven to be neither adequate nor convincing. The explanation for the dismal results attained thus far is the inadequate understanding of the events which led to the Mahdi's ascension to power. An understanding of the Turkiyya is an essential first step toward better understanding the Mahdist phenomenon and late nineteenth century Sudanese history. I believe, the success of the Mahdi was bound up with the rapid changes which occurred between l82l-188l. This thesis is a step toward understand- ing the changes which occurred during the Turkiyya and the subsequent rise of the Mahdi. DEDICATION For Peg ii ACKNOWLEDGMENTS I wish to thank Dr.
    [Show full text]
  • The British Empire and the Negotiation of Englishness, 1864-1914
    Borderlands: The British Empire and the Negotiation of Englishness, 1864-1914 DISSERTATION Presented in Partial Fulfillment of the Requirements for the Degree Doctor of Philosophy in the Graduate School of The Ohio State University By Laura Bender Herron Graduate Program in History The Ohio State University 2014 Dissertation Committee: Professor Alan D. Beyerchen, Co-Advisor Professor Robin E. Judd. Co-Advisor Professor Jane Hathaway Copyright by Laura Bender Herron 2014 Abstract In the late nineteenth century, Britain reigned supreme among the European powers, with an imperial reach into almost every corner of the globe. Britons living in the metropole imagined their empire as at once very distant and very close to home. It was, of course, distant physically but also in the sense that the people who lived in places such as Africa and India were viewed by Britons as very different from themselves. However, the idea of empire was also very immediate for Britons because it was intimately linked with how they saw themselves as part of an exceptional national community, defined by particularly English values such as liberty, charity, honor, and duty. In an era rife with social and geopolitical insecurities, when some feared that Britain’s military and economic power might be waning, the Empire was symbolic of national greatness. This was not simply due to its size. Most Britons believed that the extension of English culture throughout the Empire improved upon the lives of the people who inhabited it. The distant reaches of the British Empire, as imagined in Britain, were national frontiers—the limits of the extension of Englishness.
    [Show full text]
  • Gessi: Un Uomo Al Servizio Di Gordon Pascià
    Gessi: un uomo al servizio di Gordon Pascià La presenza italiana in Sudan risale al pieno ‘800, diversi personaggi si sono alternati nelle vicende di questo Paese. Tra avventurieri ed esploratori che hanno lasciato una traccia, seppur minima, nella storia sudanese il personaggio di maggior spicco è Romolo Gessi, sul quale sono stati scritti alcuni libri tra cui “Gordon, Gessi e la riconquista del Sudan’’. La vita del Gessi è stata un’intensa avventura sin dalla nascita avvenuta sulla nave che conduceva i suoi genitori esuli da Ravenna a Costantinopoli il 30 aprile 1831 e morì a Suez esattamente cinquant’anni dopo, il 30 aprile 1881. Le sue spoglie furono rimpatriate a Ravenna dove si tennero solenni funerali. Si propone un breve stralcio “storico-avventuroso”, forse scritto con un tono salgariano da realtà romanzesca, sull’operazione militare condotta da Romolo Gessi in Sudan. ‘’’’’’’’’’ II 15 luglio 1878 Romolo Gessi salpa da Khartoum a bordo dello steamer "Bordeen". Gli ordini emanati dal generale Gordon sono perentori: il suo vecchio amico e collaudato luogotenente deve mettersi alla testa di una spedizione forte di circa 10.000 uomini e riconquistare il Bahr el-Ghazal e le province annesse, cadute nelle mani dei focosi ribelli di Suleiman; sopprimere la tratta e la schiavitù; sbarazzare il paese dai trafficanti; introdurre un'amministrazione regolare. La campagna si annuncia sanguinosa e terribile, ma le circostanze appaiono propizie, le probabilità di successo sembrano elevate. Ad accompagnarlo, in qualità di medico, c'è Paolo Virginio Zucchinetti, un litigioso ex maggiore dell'esercito italiano, deputato mancato; veterinario e dottore delle missioni cattoliche dell'Africa centrale, intenzionato a esplorare le regioni dell'Alto Nilo.
    [Show full text]
  • Slavery, Slave Trade and Abolition Attempts in Egypt
    Lund Studies in International History Reda Mowafi Slavery, Slave Trade and Abolition Attempts in Egypt and the Sudan 1820-1882 Lunds Studies in International History Editors: Goran Rystad and Sven Tagil Lund Studies in international History 14 Reda Mowafi Slavery, Slave Trade and Abolition Attempts in Egypt and the Sudan 1820-1882 &ESSELTESTUDIUM ©'Reda Mowafi ISBN 91-24-31349-1 Printed in Sweden MRL-Offset, Maimo 1981 CONTENTS PREFACE 5 INTRODUCTION 7 CHAPTER I 11 Concubines, Domestic Servants and Eunuchs 11 Military Slaves 18 Agricultural Slaves 23 CHAPTER II 29 THE SLAVE TRADE 29 Supply Areas and Trade Routes 29 The Extent of the Trade 32 Prices 35 CHAPTER III 45 ABOLITION TALK AND INCREASING SLAVE TRADE 45 Ivory and Slaves on Bahr al- Jabal and Bahr al-Ghazal, 1835 - 63. 45 Official Measures against the Slave Trade and Slavery 54 CHAPTER IV 60 COMBATTING THE SLAVE TRADE UNDER KHEDIVE ISMA'lL 1863-1879 60 Reports and Protests against the Slave Trade 60 The Expeditions of Muhammad al-BulalawT and Sir Samuel Baker 64 Charles G. Gordon and the Suppression of the Slave Trade in the Equatorial Province 1874 -1876. 72 The Suppression of the Slave Trade in Dar Fur 75 The Suppression of the Slave Trade along the Coasts of the Horn of Africa 76 The Convention between the British and Egyptian Governments for the Suppression of the Slave Trade 80 Gordon and the Slave Trade Convention 84 CHAPTER V 98 CONCLUSION 96 NOTE ON SOURCES AND LITERATURE 99 BIBLIOGRAPHY 103 DOCUMENTS 112 MAPS 137 3 PREFACE The purpose of this thesis is to examine the slave trade and slavery in Egypt and the Sudan under the Egyptian administration (1820 -1882).
    [Show full text]
  • Translator's Note
    Notes Translator’s Note 1. The battle was between Mahmoud wad Ahmed, a Mahdiyya Amir, and the Ja`aliyyn, who were and still are the inhabitants of Matamma, in July 1987. The Mahdist Amir wanted the inhabitants to vacate the town for his troops, which they refused. They ended up murdered and enslaved by the Mahdists. See Mohammed Said Al-Gaddal, Tarikh al-Sudan al-Hadith 1820–19555 (Cairo: al-Amal for printing and Publishing. 1992), 208. 2. See chapter 5 in this book. 3. See the Encyclopedia Brittanica Online, http:// www.britannica.com /EBchecked/topic/25025/Anglo-Egyptian-Condominium, where it is stated that “the governors and inspectors were customarily British offi- cers, though technically serving in the Egyptian Army, and key figures in the government and civil service always remained graduates of British universities and military schools.” However, de jure (legally), the Sudan was never a British colony. 4. Robert S. Kramer in Junius P. Rodriguez, The Historical Encyclopedia of World Slavery, vol. 1 (Santa Barbara, CA: ABC-CLIO, 1997), 381. 5. Ibid. 6. E. A. Wallis Budge, The Egyptian Sudan, Its History and Monuments, 2 vols. (New York: AMS Press, 1976), 225. 7. See Mohammed Said Al-Gaddal, Tarikh al-Sudan al-Hadith 1820–1955 (Cairo: al-Amal for printing and Publishing, 2002), 209. 8. Flora Shaw; Khalifa ‘Abbas al-’Ubayyid, trans., al-Zubayr Pashaa (Cairo: Sudanese Studies Center, 1995). A translation of Flora Shaw’s inter- views with al-Zubayr Pasha in Gibraltar published originally in “The Contemporary Review.” 9. Izzeldin Ismail, Al-Zubair Pasha Wa Dawrihi Fi Al-Sudan Fi Asr Al-Hukm Al-Misri, Tarikh Al-Misriyyin, edited by Mahmoud al-Gazzar (Cairo: al-Hay’aa al-Misriyya al-Amma Lilkitab, 1998), 310–312.
    [Show full text]
  • Pellegrino Matteucci
    G. B. Arnaudo Gazzetta Letteraria (supplemento alla Gazzetta Piemontese) Anno V n. 36 - 3-10.9.1881 n. 37 - 10-17.9.1881 n. 38 - 17-24.9.1881 PELLEGRINO MATTEUCCI ------- É morto troppo giovane per l'Italia e per l'avvenire delle spedizioni africane, ma non è morto troppo giovane per la gloria; ormai la sua fama era fatta. Tre importanti viaggi l'avevano segnalato all'Europa come uno dei migliori esploratori; l'ultimo segnatamente l'aveva messo al livello dei Barth, dei Rohlfa, dei Nachtigal, degli Stanley, dei Cameron, dei Serpa Pinto. Le investigazioni africane contano già numerose vittime, ed ogni nazione vi ha dato il suo contributo. L'Italia ha pagato anch'essa il suo debito a ciò che vien chiamato ancora oggidì “la scoperta dell'Africa,” cioè la rivoluzione di quel “Continente Nero” stato finora chiuso al mondo civile, e che Edmondo De Amicis ha definito con tre aggettivi: MISTERIOSA , ARCANA , AFRICA ORRENDA . Miani, Dal Verme, Chiarini, Gessi, Giulietti e compagni, Matteucci, ecco le belle intelligenze, ecco i gagliardi cuori che la nuova Italia ha sacrificato in Africa per la nobile causa della civiltà, della scienza e del commercio. Essi hanno additato alle giovani generazioni una strada che sarà battuta da molti; l'esempio è dato; il contingente dei grandi viaggiatori, degli esploratori, andrà sempre crescendo; dovremo pianger altre vittime, ma avremo almeno dimostrato che siamo degni dei tempi nuovi, e che non abbiamo rifiutato il nostro concorso ai più generosi conati dell'umanità. Pellegrino Matteucci è morto sul suolo inglese, reduce appena dalla traversata d'una regione inesplorata dell'Africa centrale.
    [Show full text]
  • Charles George Gordon: the Evolution of a British Hero
    KOZAK, BRUCE G. Charles George Gordon: The Evolution of a British Hero. (1973) Directed by: Dr. Ann P. Saab. Pp. 163 During the Second British Empire, Britons actively sup- ported the idealized conception that one lone British officer or civil administrator could accomplish strenuous and often dangerous tasks, through sheer determination and a charis- matic personality. Charles George Gordon, during his ill- fated expedition to Khartoum, was portrayed by the majority of Britons as the epitome of this highly romantic image. The purpose of this research is to examine critically the growth and development of the so-called Gordon legend. In doing so, one must attempt to discover the individuals responsible for its creation, while simultaneously examining the social, po- litical and economic environments of Great Britain and certain Oriental countries, which had a direct bearing on the legend itself. Contrary to popular and some scholastic opinion, Gordon was scarcely recognized by the British public during and after his exploits in China (1863-1864) and his early ad- ventures in the Sudan (1874-1879) . He only obtained enduring fame from an empire-minded public when he was sent to evacuate Egyptian troops during his second Sudanese mission in 1884. It was necessary to examine letters, newspapers (both Liberal and Conservative) and diaries written during Gordon's life time, in order to trace the changing attitudes toward a British Empire and the officers and civil administrators who strengthened British prestige overseas. It was also essential to examine these materials to ascertain the reasons for the fluctuation in Gordon's popularity between the 1860's and 1880's.
    [Show full text]
  • Editoriale in Muscolo, La Sua Voracità Si Trasformerà in Robusto Appetito
    APRILE 2006 NUMERO 20 Il facchino obeso assisterà alla miracolosa metamorfosi del suo grasso Editoriale in muscolo, la sua voracità si trasformerà in robusto appetito. Per i tribuni grassi compreso lo scrivente In certe società, alcuni individui, come i giapponesi lottatori di Sumo, Numerose inchieste condotte in diversi paesi confermano che i grassi vengono ingrassati istituzionalmente, affinché possano svolgere fun- sono in genere giudicati più simpatici, aperti e disponibili dei magri. zioni altamente considerate.. Esistono anche versioni occidentali di Basta pensare alla popolarità goduta da Giovanni XXIII, papa bene in sportivi “grassi”: dai sollevatori e lanciatori di pesi, ai lottatori e ai carne, di gran lunga superiore a quella del suo ossuto predecessore. Pare pugili. insomma che i grassi riscuotano consensi quasi unanimi... Anche loro sfuggono alla categoria degli obesi per accedere a quella dei Eppure siamo tutti d’accordo nell’affermare che una delle caratteristi- giganti di professione. che della nostra epoca è l’ossessione per la magrezza, il rigetto quasi Molti attori comici hanno sfruttato la loro grassezza per costruire un maniacale dell’obesità. personaggio tipico e quasi mitico: pensiamo a “Stanlio e Olio”. Altri Nella maggior parte dei paesi sviluppati, un’ampia fetta di popolazione hanno utilizzato la propria obesità in ruoli cinematografici più sfac- sogna la magrezza, ma si scopre grassa, e soffre di tale contraddizione. cettati, oscillando tra i due poli, maligno e benigno, a seconda delle In Italia, il 47 % delle donne ed il 42% degli uomini sentirebbero, se- occasioni, esempio: Orson Welles e il più recente Burt Spencer. Gli condo i sondaggi, la necessità di dimagrire.
    [Show full text]
  • FRAMMENTI DI MEMORIE Africa, Polo, Romolo Gessi E Gennaro Sora Per Ricordare Silvio Zavatti
    FRAMMENTI DI MEMORIE Africa, Polo, Romolo Gessi e Gennaro Sora per ricordare Silvio Zavatti. Di Gian Carlo Stella Conobbi il Prof. Silvio Zavatti1 nei primi anni ’80, per l’interesse reciproco su alcune figure di viaggiatori ed esploratori italiani in Africa, soprattutto riguardo a Romolo Gessi2, di cui aveva pubblicato la vita nel 19373 ed altri articoli negli anni seguenti. Oltretutto egli era stato amico dello stesso figlio di Gessi, Felice. Col trascorrere del tempo la nostra corrispondenza divenne sempre più intensa, al punto da scriverci anche più volte la settimana. Andai a trovarlo a Civitanova Marche dove risiedeva, e ricordo che in quell’occasione sua moglie ci informò che alla televisione, in un programma di Maurizio Costanzo, fungevano da vallette due giovanissime gemelle di nome Gessi, che affermavano essere discendenti del famoso esploratore. Zavatti mi parlò molto di Felice Gessi4 e della sua amicizia con quest’uomo molto più anziano (all’epoca aveva 71 anni, Zavatti 17), dello sfortunato suo figlio Giorgio e dei due gemelli che 1 Nato a Forlì nel 1917, giornalista professionista, dal 1934 collaboratore di quotidiani e periodici. Autore di libri, viaggiatore ed esploratore polare, fondatore dell’Istituto Geografico Polare, dal 1954 risiedeva a Civitanova Marche. Nel periodo dal 1961 al 1969 organizzò 5 spedizioni artiche, fondando, nello stesso 1969, con il materiale raccolto, l’unica struttura culturale dedicata al Polo esistente in Italia. La biblioteca della cittadina marchigiana è dedicata a lui. La figura e l’attività di Zavatti è troppo nota perchè qui si possa riassumere. Vedi anche: BONATI Manlio, Silvio Zavatti: L’uomo, l’esploratore, lo scrittore, in: http://www.ilcornodafrica.it/pca-zavatti.htm 2 Romolo Gessi nacque il 30 aprile 1831 nel tratto di mare tra Ravenna e Costantinopoli da Marco e da Elisabetta Carabett.
    [Show full text]