che comprenda insélalottamaanchevita… in cuisiriconosca ilmilitantemaanchepoeta, Si inventi così unanarchismo cangianteemultiforme orgogliosi diesserlo acquistabile inlibreria esulsitowww.eleuthera.it – antologiadiscritti AMEDEOBERTOLO per informazioniecontatti:[email protected] Anarchici e S irriducibile alleculture dominanti. deve mutarsi,restando peròunamutazione assimilarsi edessere assimilato. L’anarchismo senza perdere ciòchelofadiverso, unico,senza senza perdersi nelcorsodiquestatrasformazione, trasformazione cheiocredo necessariaeurgente, l’anarchismo passiattraverso quellaprofonda 328 pp.-€15,00

senso d’identità anarchica èpossibileche diffuso, orgoglioso olo conunforte, foto: Roberto Gimmi

Mittente: EDITRICE A • cas. post. 17120 - Mi 67 • 20128 MILANO Mi • In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.

rivista anarchica n 421 dicembre 2017 / gennaio 2018

mensile €• 4,00 • dicembre 2017 / gennaio 2018 • anno 47 • n. 9 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano rivista anarchica rivista 421 l’anar Localismi big data• di Pinelli• Svampa del libro • Pinar Selek “A” ritorna CarloCafiero• musica&idee• chismo (4) 89 • 89 • 9recensioni• tavola/E. Armand • tavola/E. Pisa/convegnosuLucianoDellaMea • ricordandoDanielViglietti • Grecia/autogestioneallaVio.Me San GiovanniValdarno/via OtelloGaggi • migranti• • storia/Umberto Vanguardia storia/Umberto • intervistaagliUaragniaun• letteradalfuturo• Livorno/alluvione• ergastolo• anouslalibertè• NewYork/un’isola-carcere • guidaApache taoismoeanarchismo Rojava/intervistaa • Francoforte/fiera posta• •

Milano/memoria dossier/leggere dossierNanni • • Barletta/ Anarchik bitcoin• • Abbonarsi A.A.A.Diffusore dovremo fare direttamente noi. A voi spetta I dieci comandamenti/5° “A” è una rivista mensile pubblicata rego- cercAsi anche il compito di verifi care nel corso dei larmente dal febbraio 1971. Siamo alla costante ricerca di nuovi diffusori. mesi che la rivista arrivi effettivamente (e con di Roberto Ambrosoli Esce nove volte l’anno (esclusi gennaio, Basta comunicarci il quantitativo di copie che quale eventuale ritardo) al punto-vendita; di agosto e settembre). si desidera ricevere e l’indirizzo a cui dobbia- comunicarci tempestivamente eventuali varia- Una copia € 4,00 / arretrato € 5,00 / ab- mo farle pervenire. L’invio avviene per posta, zioni nel quantitativo di copie da spedire; di bonamento annuo € 40,00 / sostenitore in abbonamento postale, con consegna diret- ritirare (secondo gli accordi che prenderete) da € 100,00 / ai detenuti che ne facciano tamente all’indirizzo segnalatoci. Il rapporto le copie invendute ed il ricavato del vendu- richiesta, “A” viene inviata gratis. con i diffusori è basato sulla fi ducia. Noi to, versandolo poi sul nostro conto corrente Prezzi per l’estero: una copia € 5,00 / chiediamo che ci vengano pagate (ogni due/ postale. un arretrato € 6,00 / abbonamento annuo tre mesi) solo le copie vendute, ad un prezzo € 50,00. scontato (2/3 del prezzo di copertina a noi, LeAnnaterilegate 1/3 al diffusore). Non chiediamo che ci ven- Sono disponibili tutte le annate ri- IpAgamenti gano rispedite le copie invendute e suggeria- legate della rivista. I prezzi: volume tri- I pagamenti si possono effettuare tramite: mo ai diffusori di venderle sottocosto o di re- plo 1971/72/73, € 200,00; volumi doppi galarle. Spediamo anche, dietro richiesta, dei 1974/75 e 1976/77, € 60,00 l’uno; volumi A. Pagamento con PayPal / Carta di bollettini di conto corrente già intestati per singoli dal 1978 al 2013, € 35,00 l’uno. Dal credito facilitare il pagamento delle copie vendute. 2012 in poi è stato necessario (a causa del I pagamenti a mezzo carta di credito si numero di pagine) suddividere l’annata possono effettuare esclusivamente dal in due tomi, per cui il costo è di € 70,00 nostro sito. complessivi per ciascuna annata. Sono editrice A disponibili anche i soli raccoglitori, B. Bonifi co sul conto bancario cioé le copertine delle annate rilegate Banca Popolare Etica - Filiale di Milano cas. post. 17120 - Mi 67 (cartone rigido telato nero, con incisi IBAN: 20128 Milano Mi in rosso sul dorso il titolo della rivista e IT10H0501801600000000107397 l’anno, con relativo numero progressivo) BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A 022896627 al prezzo di € 20,00 l’uno (dall’annata intestato a: Editrice A 2012 in poi il prezzo è di € 40,00 per- 0228001271 ché costituito da due tomi). I prezzi sono C. Versamento sul nostro conto cor- comprensivi delle spese di spedizione rente postale N.12552204 @ [email protected] postale per l’Italia; per l’estero aggiun- IBAN: www.arivista.org gere € 15,00 qualunque sia l’importo IT63M0760101600000012552204 della richiesta. CODICE BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX @A_rivista_anarc intestato a: Editrice A @ARivistaAnarchica Archivioonline Andando sul sito arivista.org si può D. Mediante assegno bancario o accedere all’archivio online della rivista, postale dove sono consultabili gratuitamen- intestato a: Editrice A soc. coop PiazziamolA te tutti i numeri dal n. 1 (febbraio 1971) (spedire a CAS. POST. 17120-MI 67 - Oltre che con la diffusione diretta, potete dar- all’ultimo uscito. L’archivio viene aggiornato 20128 Milano MI, Italia) ci una mano per piazzare la rivista in edicole, mensilmente. L’ultimo numero è consultabi- librerie, centri sociali, associazioni e qualsiasi le entro la fi ne del mese di copertina. Tutti i E. Contrassegno altra struttura disposta a tenere in vista “A” numeri a partire dal n. 383 (ottobre 2013) Verrà aggiunto un contributo di spese ed a pagare ogni tanto le copie vendute a sono anche scaricabili gratuitamente postali di € 5,00 qualunque sia l’importo voi direttamente oppure a noi. Come fare? in pdf. dell’acquisto. Voi contattate il punto-vendita, concordate il Per spedizioni voluminose c’è la possibilità quantitativo di copie da piazzare inizialmente, SeAnontiarriva... della spedizione con corriere senza nessu- ci segnalate tempestivamente nominativo ed Il n. 420 (novembre 2017) è stato spe- na aggiunta di spese rispetto alla spedizio- indirizzo esatto del posto (cosicché, tra l’altro, dito in data 3 novembre 2017 dal Centro ne postale. Contattate la redazione. noi lo si possa subito inserire nell’elenco che Meccanografi co Postale (CMP) di Milano compare sul sito). Lo sconto è del 50% sul Roserio. Chi entro il 20 del mese di co- CopiAomaggio prezzo di copertina. Per noi l’importante pertina non ha ancora ricevuto la copia o A chiunque ne faccia richiesta inviamo una è che la rete di vendita di A si allarghi il pacchetto di riviste, può comunicarcelo copia-saggio della rivista. sempre più. Fateci poi sapere se sarete e noi provvederemo a effettuare una nuova voi a rifornire il punto-vendita oppure se lo spedizione.

A partire da "A" 416 (maggio 2017) Roberto Ambrosoli, numero dopo numero, sta proponendo i dieci comandamenti.

Anarchik 123 421 dicembre 2017 gennaio 2018 sommario

7 * * * ALLE LETTRICI, AI LETTORI/Leggere l’Anarchia 8 Andrea Papi LOCALISMI/Dalla parte del potere

FATTI&MISFATTI 11 Franco Bertolucci Pisa/Un convegno su Luciano Della Mea 12 Roberto Viganò La memoria di Pino Pinelli/ “Una storia soltanto nostra, una storia di tutti” 13 Massimiliano Barbone Salonicco (Grecia)/ Cronache dalla Vio.Me, fabbrica autogestita (e attiva nel sociale) 14 Guido Lagomarsino Buchmesse 2017/ Segnali di decrescita ma non per la bibliodiversità 15 * * * San Giovanni Valdarno/Inaugurata via Otello Gaggi 16 Francesco Scatigno, Simona Spadaro Barletta/Ritorna Carlo Cafi ero. In busto.

17 Martina Guerrini ALLUVIONI/ L’utopia del buongoverno è annegata a Livorno

sommario 3 20 intervista a Pinar Selek di Mimmo Pucciarelli ROJAVA/Uno sguardo libertario 22 Chris den Hond La federazione democratica del Rojava 23 Pierre Bance La giustizia del consenso in Rojava

24 Renzo Sabatini MIGRANTI/Povera Italia 28 Mario Trudu, a cura di Carmelo Musumeci 9999 FINE PENA MAI/Dal carcere di Massama Quei pranzi di Ferragosto (senza carne né vino) 30 Santo Barezini LETTERA DA NEW YORK/ L’isola invisibile 34 * * * 37 ANNI FA/“A” 89

RASSEGNA LIBERTARIA 35 Mimmo Mastrangelo Mondo beat/Ma prima del ‘68 ci fu il ‘67 35 Andrea Staid Rave/Una storia pesante 36 Enrico Bonadei USA/American Psycho ieri e oggi 36 Valeria Giacomoni Berneri/Non Camillo, ma Giovanna e Maria Luisa 37 Orazio Gobbi A proposito di Iris/ Una cooperativa agricola in Pianura Padana 38 Francesca Palazzi Arduini L’inventrice del Sistema/Cronache (on-line) di fantapolitica 39 Filippo Trasatti Utopie concrete/Né servi né padroni 40 Silvestro Livolsi Identità meridionale?/ Il Sud e le sue specifi cità 41 Chiara Gazzola Un romanzo sull’Urbe/Ma a Roma c’è anche “A_”

42 Paolo Pasi LETTERE DAL FUTURO/La grande mano rossa 43 intervista a Giuseppe Aiello di Andrea Staid ANTROPOLOGIA E PENSIERO LIBERTARIO/ Rifl essioni su anarchismo e taoismo

4 sommario 47 Marco Pandin MUSICA & IDEE/Quasi incontri. Antonio Bertoni, Accordo dei Contrari 49 intervista agli Uaragniaun di Gerry Ferrara LA TERRA È DI CHI LA CANTA/Alta Murgia Canti popolari, non folklore

RICORDANDO NANNI SVAMPA 54 intervista (2005) di Renzo Sabatini a Nanni Svampa Sennò che fai? Ti spari? 62 Alessio Lega ...E COMPAGNIA CANTANTE/ intervista a Luca Maciacchini, l’ultimo collaboratore di Nanni Svampa

65 Alessio Lega Elegia per Daniel Viglietti 66 Nicoletta Vallorani LA GUIDA APACHE/Il torto 67 intervista a Ippolita di Andrea Fumagalli SENZA RETE/La falsa alternativa del bitcoin 69 Lino Rossi INTERNET/Big data e false illusioni 73 Marco Giusfredi LA BUONA STAMPA/E. Armand 74 * * * ELENCO DEI PUNTI-VENDITA 76 Felice Accame À NOUS LA LIBERTÉ/La sindrome della sincronicità

79 Massimo Ortalli LEGGERE L’ANARCHISMO 4 La storia, le storie, il pensiero (2012-2016) 80 Malatesta 80 Classici italiani 82 Classici stranieri 85 Storia generale 87 Storia locale 88 Gaetano Bresci e dintorni 89 La Settimana Rossa 90 Fascismo e antifascismo 92 Strage di stato e strategia della tensione 93 Biografi e

sommario 5 96 Storia delle donne 97 Le organizzazioni 99 La Spagna 100 Russia, Francia, Grecia e Americhe 103 Il Kurdistan 103 Pensiero contemporaneo 106 Il movimento - in movimento 107 Antropologia, situazionismo e altro 108 Ecologismo primitivismo specismo sessualità 110 Pedagogia libertaria 110 Clericalismo e anticlericalismo 111 Letteratura teatro cinema 114 Editoria bibliografi a storiografi a

116 Fabrizio Giulietti RICORDANDO UMBERTO VANGUARDIA/ Azione e propaganda di un anarchico napoletano

CAS.POST.17120 120 Mimmo Pucciarelli Botta.../Ma cosa ci fa un uomo al centro della copertina? 120 La redazione …e risposta/Una testimonianza contro il separatismo 120 Michelotti libero Torino/Selvatico (al parco Michelotti) 121 Costantino Paonessa A proposito dell’intervista a Hamid Zanaz/Occhio all’islamofobia

122 * * * I NOSTRI FONDI NERI/ Sottoscrizioni e abbonamenti sostenitori 123 Roberto Ambrosoli ANARCHIK/I dieci comandamenti/5°

Direttore responsabile Stampa e legatoria Carta ecologica PEFC In copertina: Paolo Finzi Ingraf Industria Grafi ca - Milano Grafi ca e impaginazione Confezione e spedizione Illustrazione di Pietro Spica Grafi ca Roveda - Bollate (Mi) Con.plast - Cormano (Mi) Questa rivista è Registrazione al tribunale di Milano aderente all’USPI in data 24.2.1971 al n. 72 (Unione Stampa Periodica Italiana)

6 sommario alle lettrici, ai lettori Leggere l’Anarchia

Il dossier di questo numero occupa 37 pagine ed è il allargarsi del numero delle persone che fanno in vario quarto della serie “Leggere l’anarchismo”, realizzata da modo riferimento alle nostre idee. Perchè ci sono di Massimo Ortalli. Le precedenti tre puntate sono uscite sicuro (poche) persone che tendono ad acquistare e a nel 2005, 2009 e 2013. Dal 1995 al 2016 compresi divorare tutto, ma la grande maggioranza – secondo abbiamo passato in rassegna, in questi dossier, quasi la nostra esperienza – è costituita da lettori non siste- tutte le pubblicazioni (cartacee) sull’anarchismo, pubbli- matici, occasionali, isolati. Così come vediamo per la cate da case editrici sia militanti sia “commerciali”. Nel nostra rivista che, per quel che possiamo cogliere, è più solo dossier su questo numero ci sono oltre 350 titoli. diffusa fra non-anarchici (o perlomeno non-militanti Al di là dell’opportunità di avere “sottocchio” l’intera anarchici). Il che è comunque interessante. (quasi) produzione cartacea (quella on-line no, anche Un’altra considerazione riguarda i prodotti cartacei per evidenti ragioni di reperimento), questo dossier in generale. Sembrava che sarebbero stati in gran permette di cogliere vari dati relativamente al mondo parte, e anche velocemente, messi in disparte a favore anarchico. Innanzitutto sottolineiamo la conferma dell’editoria on-line, invece è successo che – per ora della quantità e anche della varietà delle pubblicazioni almeno – non sono affatto scomparsi. Per un po’? Per sull’anarchia, idee e movimenti. Si va dalla perdurante sempre? Noi pensiamo e speriamo che si tratti di un diffusa attenzione per persone, fi loni di pensiero, mo- fenomeno di lungo periodo. Nelle coscienze, nei gusti, vimenti sparsi nella storia – lunga un secolo e mezzo nel tempo. – del movimento anarchico & dintorni, agli argomenti più recenti di sensibilità e dibattito in ambito libertario, Su Facebook dall’antispecismo alle nuove frontiere della rifl essione anarco-femminista e LGBT. e poi la newsletter In redazione siamo persone informaticamente 0.0 Consultabile gratis e 4.0, il che corrisponde a diverse età: sotto i 30 anni, sopra i 65. È grazie alla spinta delle componenti meno (e scaricabile dal n. 383) tirannosauriche che (da un paio di mesi) siamo presenti “Leggere l’anarchismo 4” dà conto della strutturale anche su Facebook e spediamo la nostra brava newslet- pluralità delle voci anarchiche, raggruppabili a volte per ter (se la vuoi ricevere, va sul nostro sito e iscriviti). È, tendenze o argomento: anarco-sindacalismo, pedagogia quella di stare su Facebook, una scelta “provvisoria”, libertaria, organizzazione specifi ca, anticlericalismo, da verifi care, perché non abbiamo dismesso la nostra autogestione, individualismo, storia locale, ecc. critica di fondo al “social” più utilizzato al mondo Contrariamente ai primi tre, questo dossier non è (spiegata anche dalle amiche e amici di Ippolita, nella stato tirato a parte e quindi non è disponibile “da solo”. loro rubrica su “A”, qualche mese fa). Questo perché nell’epoca del digitale tutta la rivista può La copertina è stata realizzata apposta per questo ormai essere consultata gratis (nel nostro Anarchivio) numero di “A” dall’artista Pietro Spica, già altre volte e in parte (a partire da “A” 383, ottobre 2013) anche presente (anche in copertina). scaricata, sempre gratis. Anche se il dossier occupa quasi un terzo del numero, Anche questa quarta puntata è stata realizzata da ci sono altri temi di attualità sociale, cultura, dibattito. Massimo Ortalli, nostro stretto collaboratore da oltre Per saperne di più, per cercare di comprendere. Per un ventennio, militante del gruppo anarchico “Errico costruire, per quanto possibile, percorsi di libertà. Malatesta” di Imola e tra i responsabili dell’Archivio “A” può e vuole favorire queste rifl essioni, numero storico della Federazione Anarchica Italiana. dopo numero. È quello che – con modestia pari alla In un movimento come quello anarchico, senza tes- convinzione – cerchiamo di fare. Modestia perché ab- sere e comunque diffuso con un fl usso ininterrotto tra biamo coscienza dei nostri limiti. Convinzione perché militanti (sempre meno), simpatizzanti e area libertaria l’anarchismo è una proposta sensata, che sarà sempre e anche “doppie appartenenze” (gente che si considera meno “utopia” più saranno le persone che riusciremo a anche anarchica, oltre che...), questi dati sulla lettu- coinvolgere. Anche con questo progetto editoriale che ra assumono un signifi cato particolare. La quantità ora chiude i primi 47 anni di vita. crescente di titoli potrebbe corrispondere anche a un ■

alle lettrici, ai lettori 7 localismi Dalla parte del potere

di Andrea Papi

Le vicende catalane, i referendum “autonomisti” in Lombardia e Veneto e altri movimenti europei sembrano porre in discussione la centralità statale. In realtà non fanno che riproporre vecchi modelli organizzativi: chi vuole il proprio staterello, chi più soldi e si accontenta.

er chi non voglia accontentarsi del bailamme da quelli tendenzialmente statici e conservatori cui mediatico di contorno, gli avvenimenti di or- ci aveva abituato la storia. Quello attuale è estrema- Pdine politico che si stanno manifestando in mente dinamico, soprattutto bisognoso di mutare gli particolare in Europa possono offrirci una lettura assetti bolsi e pesanti in cui è costretto a muoversi, non convenzionale. Al di là dell’“evidenza” indotta, perché lo rallentano e gl’impediscono di esprimersi al suscitata ad arte nel tentativo di tenerci concentrati meglio. Uno status quo che preme per imporre il su- sul nulla politicante che si trascina quotidianamen- peramento delle vecchie burocrazie istituzionali, sti- te sulle nostre teste, riescono a suggerirci che sta molato dall’avanzare prorompente di una tecnologia affi orando uno scontro che mi piace chiamare “di che per sua natura non può essere incamerata all’in- prospettiva”, i cui contorni e la cui sostanza hanno terno di percorsi rigidi e canonici, che è senza freni ed caratteristiche socio/economico/politiche. è in grado di spaziare oltre ogni regola. Per “prospettiva” intendo una proiezione in un fu- turo prossimo che si prospetta come eventualità con Aggressione cui fare i conti, o voluta o temuta. Parlo di prospetti- ve, accompagnate da proiezioni immaginarie, perché senza precedenti il presente che ci affl igge non è affatto ben voluto Il campo d’azione privilegiato sono i mercati, sia dalla grandissima quantità di coloro che vorrebbero fi nanziari sia economici, i quali, seppur in qualche vivere in pace o non essere oppressi, a differenza di modo controllati dagli stati nazionali, agiscono or- chi riesce ad avvantaggiarsi, come gli affaristi specu- mai a livelli sovrastatali e sovranazionali con un’e- latori e i troppi truffatori che costellano i luoghi dove norme potenza d’intervento, in moltissimi casi in scorre il denaro e dove si decide. Il mondo che ci sta grado di eludere eventuali controlli. Hanno regole avviluppando quotidianamente piace sempre meno proprie non dichiarate e con gran facilità agiscono perché rende la vita sempre più diffi cile e ci rende al di là di ogni etica, di ogni regola, di ogni trattato, sempre più poveri, a vantaggio della minoranza che rispettando all’uopo solo quelle e quelli che si con- diventa sempre più ricca alle nostre spalle. fanno ai loro interessi. In particolare la fi nanza, che Abbiamo così due tendenze opposte che si scontra- sempre di più spazia nell’etere col potere spericolato no. Da una parte, composta da chi è collegato con le e anonimo di algoritmi che si muovono alla velocità forze dominanti e ne trae in qualche modo vantaggio, di nanosecondi, è veramente oltre ogni confi ne fi no- c’è la propensione, ovvia perché conseguente, a con- ra conosciuto, impalpabile, spregiudicata e, per usa- servare lo status quo affi nché non venga superato. re un noto eufemismo nietzschiano, veramente “al di Attenzione però! Si tratta di uno status quo diverso là del bene e del male”.

8 localismi Di fronte a questa trasbordante aggressione in- difendersi da quel cambiamento epocale che il si- novativa di un potere senza precedenti, che riesce stema di dominio sta imponendo. Lo fa da par suo, a imporsi al di là di ogni frontiera, che supera le rispolverando personaggi, tematiche e squallide pro- pesantezze del comandare perché agisce imponen- spettive di cui, giustamente, ci eravamo illusi di es- do situazioni obbliganti spesso senza speranza e che serci liberati, mentre invece stanno incredibilmente preme per ridefi nire impostazioni e possibilità d’a- riaffi orando con forza. Per entrare più nel particolare zione incondizionata a favore delle sue scorribande, concreto, guardiamo per esempio le ultime due mo- assistiamo al sorgere di variegate forme di resistenza vimentazioni politiche con queste caratteristiche a a un tale cambiamento voluto dal potere che incom- noi vicine: ciò che sta succedendo in Catalogna e i be. Personalmente le interpreto come tentativi di ri- referendum per l’autonomia in Lombardia e Veneto. sposta reattiva a un qualcosa vissuto come ignoto e nemico che avanza e s’impone. Si sta diffondendo Da uno stato all’altro e assume forme variegate di pretesi autonomismi e richieste identitarie. In Catalogna è ancora vivo il tentativo, attraverso Di fronte a un tale enorme potere sempre più un referendum indetto dal governo regionale della esclusivo, che s’internazionalizza con la globalizza- Generalitat, di dichiarare l’indipendenza di un no- zione, che tende a uniformarci annichilendo le diffe- vello stato repubblicano separandosi dallo stato renze tradizionali e che ci vorrebbe rendere indistin- monarchico spagnolo. Nonostante non sia stato ri- tamente uguali, è come se il rifi utarlo istintivo fosse conosciuto, anzi palesemente sabotato anche con quello di tentare di riappropriarsi, rivalorizzandole, violenze, dallo stato centrale madrileno, in varie ma- delle identità tradizionali, nazionali, etniche, che niere il referendum è riuscito a svolgersi con una comportano il rigetto di chi è diverso perché fa paura partecipazione del 42%, di cui il 90% circa ha votato ed è considerato nemico. per sancire l’indipendenza. Immediatamente il pre- Abbiamo così un riemergere traboccante di nazio- mier spagnolo Rajoy ha destituito l’intero governo nalismi, istanze autonomiste, tentativi abbozzati di catalano e ha commissariato la regione. Il presiden- secessioni, affermazioni sovraniste, nostalgie di tota- te della Generalitat catalana Puigdemont, con altri litarismi in cui ci s’illudeva che esser parte di una componenti del governo deposto, da Bruxelles ha tradizione contasse. Sono tutte adesioni per trattare formato un governo in esilio, mentre dal 3 novembre le quali, è giusto comprenderlo, i vecchi obsoleti sche- le autorità spagnole hanno emesso contro di loro un matismi di destra e sinistra politica stanno invero mandato d’arresto europeo. molto stretti, anche se nei fatti sono largamente fago- Il clima che si è creato è di forte repressione da citate, dirette e stimolate dalle nuove destre radicali. parte dello stato spagnolo, che sta rendendo la vita Così una destra dinamica e attenta, emergente dei catalani molto pesante, secondo testimonianze nelle sue diverse sfaccettature, sta interpretando in loco con analogie che riportano al defunto regime culturalmente e politicamente proprio il bisogno di franchista. Indipendentemente dalla cronaca degli

localismi 9 avvenimenti, mi sembra che tutta questa vicenda catalane. Il referendum lombardo-veneto sostanzial- sia piena di ambiguità. Almeno da un punto di vista mente chiedeva se si era d’accordo nel rivendicare libertario e anarchico non offre alcuna prospettiva di una maggiore autonomia, autorizzando i rappresen- vera liberazione politica. La stessa composizione del- tanti regionali a iniziare una trattativa col governo la Generalitat, un minestrone in cui c’è più o meno per defi nire un aumento consistente di autonomia di tutto, dall’estrema destra all’estrema sinistra, già gestionale e fi nanziaria/fi scale. la dice lunga sulla confusione per cui si trovano af- Mentre la pretesa politica dei catalani si fonda fratellati dal fascino dell’indipendenza da Madrid, sulla rivendicazione di riconoscimento di un’identi- dentro un progetto politico che ha ben poco a che tà diversa da quella dello stato centrale madrileno, vedere con gli ideali di libertà che c’interessano. quella “regionalista” italiana del lombardo-veneto si Innanzitutto vogliono liberarsi da uno stato per appoggia più che altro sulla logica degli interessi. fondarne un altro. Da anarchici siamo fermamen- “Padroni a casa nostra” come rivendica un signifi ca- te convinti che non possa essere un passo verso tivo slogan leghista. Gli “schei (i soldi) vengono pro- un’autentica liberazione. Qualsiasi stato, proprio dotti qui e qui devono rimanere” è la rivendicazione per le strutture di cui si compone, esercito, polizia, fondamentale. governo, magistratura, burocrazia, ecc., è di per sé Zaia, d’altronde, lo ha scandito in modo esplici- un micidiale composto di asservimento e un potente to immediatamente dopo l’annuncio dei risultati trascinatore di corruzione, privilegi, malaffari e in- uffi ciali: “Vogliamo tenerci i nove decimi delle tas- giustizie. È sempre stato così ovunque e, per la na- se”, cioè praticamente tutto. Non si tratta quindi di tura delle cose storicamente affermatasi, non potrà una volontà d’indipendenza, che avrebbe in qual- che essere sempre così. che modo qualcosa d’ideale, ma di una voglia più o Il fatto che la Catalogna voglia diventare repub- meno dichiarata di pretesa autocratica, tipica di un blica e uscire dal residuo feudale della monarchia egoismo bigotto che, senza mettere in discussione è senz’altro un passo in avanti che non si può non lo stato come struttura, vuol diventare a tutti gli ef- riconoscere, ma del tutto insuffi ciente per riuscire fetti padrone in proprio del territorio di appartenen- a rappresentare un concreto avanzamento liberato- za gestendolo amministrativamente. Un territorio il rio nel diffi cile cammino verso un’auspicata emanci- cui profi lo, non a caso, è sostanzialmente di piccole pazione sociale. Sensibili al rispetto delle differenti aziende e piccoli imprenditori. volontà, c’interessa inoltre evidenziare che non tutti i catalani sono indipendentisti e che molti non s’i- La nostra dentifi cano nel fumoso progetto della Generalitat. Dichiarare perciò sulla testa di tutti, anche di coloro proposta federalista che non lo vogliono, un nuovo stato defi nito e appli- Tutto ciò è totalmente lontano da una prospettiva cato da quel governo è di per sé un atto di autori- che ci possa interessare. Mentre le loro visioni auto- tarismo politico, proprio come lo sono tutti gli stati nomiste e le loro voglie d’indipendenza statalista in qualunque sia la loro origine. fondo non fanno che parcellizzare la sovranità dello stato in più sovranità, sempre stataliste e struttu- A proposito del referendum ralmente centralizzate, noi propugniamo una com- pleta liberazione da logiche e imposizioni autoritarie in Lombardia e Veneto all’interno di visioni di libertà autenticamente auto- Il referendum che si è svolto in Lombardia e Vene- nome. Con gli autonomismi di vario tipo che stanno to il 22 ottobre scorso, voluto fortemente dalla com- avanzando, invece di un unico dispotismo centrale ponente leghista rappresentata da Maroni e Zaia, ne avremmo più d’uno, fra l’altro in concorrenza fra invece, per come è stato pensato e concepito, non ha loro, col serio pericolo che si potrebbero innestare invero similitudini reali che lo possano congiungere situazioni anche più dispotiche di quella precedente. alle spinte indipendentiste catalane. Unico punto di La nostra proposta federalista è ben altra cosa. somiglianza risiede nel fatto che entrambe le istanze Non ha un centro che dirama disposizioni e ordini trovano una comunanza di massima nel non voler alle periferie, né alcuna autorità centrale di coman- dipendere da uno stato centrale, su piani però com- do. Si fonda sull’insieme delle diverse comunità che pletamente diversi: secessionisti a Barcellona, auto- si rapportano tra loro attraverso organismi di , nomisti in casa nostra. decidendo concordemente il da farsi su una base so- Signifi cativa la differenza smaccata degli esiti nel- lidale di mutuo e reciproco appoggio. Non parte da la Lombardia e nel Veneto, dove il livello e la qualità un centro perché non c’è nessun centro, mentre ci della partecipazione sono state grandemente diver- sono tante singole unità che sentono il bisogno di se. In Lombardia ha votato il 38% degli elettori, una confrontarsi, di scambiarsi esperienze, di cooperare, quota minoritaria per quanto ampia, in Veneto una nella consapevolezza che la cooperazione mutuale e larga maggioranza, oltre il 57%. Tra i votanti, ov- reciproca rende più forte ed effi ciente ogni scelta ed viamente, s’è imposta una maggioranza schiacciante ogni azione. di sì. Soprattutto senso e contenuto del quesito re- ferendario, in realtà estremamente vaghi, ne fanno Andrea Papi qualcosa di qualitativamente diverso dalle istanze www.libertandreapapi.it

10 localismi Fatti & misfatti

Pisa/ Giovanni Pirelli e Raniero Panzieri. delle scomuniche del PCI o del PSI, an- La sua militanza all’interno del socia- dava fi ero pure se continuava, con vero Un convegno lismo italiano è sempre stata sofferta spirito laico e libertario, a mantenere re- su Luciano tanto che, ai primi segni della contesta- lazioni con esponenti, anche autorevoli, zione giovanile, ha preferito immergersi di entrambi i partiti. In realtà in quell’e- Della Mea nell’indefi nito magma della protesta so- sperienza politica de «Il Potere operaio», ciale piuttosto che restare nelle sicure e al di là dei proclami ideologici di stampo garantite stanze della politica “uffi ciale”. rigidamente marxista leninista, vivevano La Biblioteca F. Serantini in colla- Ha vissuto intensamente la stagione umori, atteggiamenti e analisi che, se borazione con l’Università di Pisa, la della seconda metà degli anni Sessan- anche non direttamente, si richiama- Fondazione di studi storici “F. Turati” di ta, ricoprendo un ruolo da protagonista vano a certe posizioni di quella parte Firenze e l’Istituto E. De Martino di Se- nella redazione del periodico toscano del movimento operaio e rivoluzionario sto Fiorentino ha organizzato lo scorso «Il Potere operaio» (1966-1968) con che, soprattutto in Toscana e in parti- 29 settembre un convegno di studi su Adriano Sofri, Gian Mario Cazzaniga e colare sulla costa tirrenica, erano state Luciano Della Mea (1924-2003) “un altri. Di quella esperienza porterà sem- l’espressione di un ribelle anarchismo, inquieto intellettuale nell’Italia del se- pre il segno positivo di una fi ducia verso sociale e comunista che aveva lasciato condo Novecento”. Il convegno che si è l’autorganizzazione di classe e la demo- segni profondi nella cultura delle classi tenuto nella bella sede della Gipsoteca crazia diretta. Il PCI accusò all’epoca subalterne. dell’Università ha visto la partecipazione il gruppo di esprimere posizioni “anar- Non era un caso, infatti, che il grup- di un numeroso pubblico attento e ap- chicheggianti”, una scomunica con cui po pisano de “Il Potere operaio”, come passionato e relazioni di studiosi e ricer- si intendeva punire chi rifi utava la disci- più volte ha ricordato lo stesso Della catori di buon livello che hanno messo plina e l’egemonia di un partito che si Mea, trovò ospitalità per le proprie riu- ben in evidenzia la vicenda politica e autoproclamava unico rappresentante nioni nella sede storica degli anarchici umana di Della Mea. Tra queste relazio- politico della classe operaia. Della Mea, pisani, al n. 48 di via San Martino, so- ni due riguardavano il rapporto tra Della pra la Pubblica assistenza. Un’ospita- Mea e il “caso” Serantini; in particolare lità fatta di affetto e comprensione da quella del professore Michele Battini ha parte dei vecchi militi dell’anarchismo ricostruito partendo dalle carte di polizia pisano da Cafi ero Ciuti a Italo Garinei, e della Procura di Firenze, con un’inda- da Armando Ghelardoni a Otello Belli- gine approfondita e in buona parte origi- ni, solo per ricordarne alcuni. Il gruppo nale e inedita, la giornata del 5 maggio degli anarchici pisani, pur distinguendo 1972 e quelle successive nelle quali tra la tradizione anarchica e quella dei Franco Serantini venne, durante una nuovi gruppi dell’estrema sinistra, non manifestazione antifascista, massacrato mancò all’epoca di solidarizzare con di botte da alcuni uomini del Primo rag- Della Mea e i giovani del “Potere ope- gruppamento celere di Roma e poi ritro- raio pisano”, soprattutto in occasione vato morto nel carcere del Don Bosco. delle iniziative antifasciste. Della Mea Ma chi era Della Mea? Come è risa- rispettava gli anarchici, forse per quel puto, è stato un uomo di quella genera- forte e autentico sentimento che lo por- zione che attraverso i dolori della guerra tava istintivamente a sentirsi vicino a e della Resistenza ha fatto una scelta ogni “ribelle dell’idea”, a ogni “proletario di campo antifascista e socialista. Negli senza partito” o “emarginato”, o come anni del Secondo dopoguerra è stato lui stesso amava defi nire “i senza storia”, un apprezzato scrittore e redattore di quelli emarginati dalla storia con la S vari quotidiani e riviste come l’«Avanti!», maiuscola. Quella stagione è ricordata «Mondo operaio», «Mondo nuovo», «Pae- dallo stesso Della Mea nel suo volume se», «Quaderni rossi», «Nuovo impegno», Una vita schedata (Milano, Jaca book, ecc. Ha avuto intensi rapporti di confron- 1996). to e scontro con altri intellettuali e mili- Dopo la divisione del gruppo del tanti del suo tempo come Franco Fortini, “Potere operaio”, Della Mea s’impegnò

cronache 11 nella costituzione della Lega dei comu- vita, né di riallacciare con nisti, polemizzando con i compagni che la storia quel dialogo at- intrapresero altre strade come Lotta tivo e partecipativo indi- continua e il Centro K. Marx. Della Mea spensabile a mantenere uscì presto anche dalla Lega non condi- vivo nel presente il senso videndo la scelta di un “leninismo setta- politico e umano degli rio” che la giovane organizzazione aveva eventi passati. Abbiamo inalberato come propria bandiera, avvi- intenzione di porre rime- cinandosi per un breve periodo a Lotta dio a ciò con l’avvio del continua e scegliendo una propria stra- progetto documentario da, non facile, di rifl essione personale e denominato “Una storia politica, non rinunciando alla sua amici- soltanto nostra, una sto- zia con gli anarchici, rafforzata poi dalla ria di tutti”. tragica vicenda di Franco Serantini. Questo titolo, che fa L’impegno di Della Mea nella denun- eco a quello del libro di cia dell’assassinio di Serantini è stato Licia Pinelli “Una storia immediato e costante nel tempo e sicu- quasi soltanto mia”, ci ramente si deve anche a lui se, ancora sembra infatti signifi ca- oggi, la memoria del “ragazzo sardo” tivo per riassumere l’idea è così forte nel territorio pisano. Della da cui muoviamo. In pri- Mea ha scritto articoli e saggi, ha pro- mo luogo, la rivendicazio- mosso e contribuito sostanzialmente ad ne dell’identità di Pino, alcune pubblicazioni, come quella del non solo come militante Comitato “Giustizia per Franco Seran- anarchico, ma anche tini” del 1973 e quella successiva edita come uomo; non come a cura della Amministrazione provincia- vittima, ma come parte le pisana nel 1974, ha collaborato alle agente di questo mondo. ricerche di Stajano che poi sono con- In secondo luogo, per fl uite nel volume, Il sovversivo. Vita e tratteggiare la dimensio- Milano, 1989 - Manifestazione davanti alla Questura. morte dell’anarchico Serantini, (To- ne allargata di partecipa- Sfi la anche una sagoma gigante di Pinelli, realizzata rino, Einaudi, 1975 ora nuova edizione zione che vogliamo dare da Enrico Baj. Pisa-Milano, BFS-A rivista anarchica, a questo nostro sforzo; 2008), ha sostenuto, infi ne, il progetto la storia di Pino, direttamente o meno, ne zazione degli atti processuali, effettuata e l’installazione del monumento in ricor- ha toccate tante altre e il senso di quanto alcuni anni or sono), in modo da metterli do del giovane anarchico ed è stato un accaduto dovrebbe essere patrimonio più facilmente in relazione. amico sincero della biblioteca che porta dell’intera società. Al momento attuale, il progetto può il nome del giovane anarchico. Per raggiungere questi obiettivi stia- contare sul fondo dedicato a Piazza mo affi ancando, ad un’attività di raccolta Fontana e Giuseppe Pinelli conservato Franco Bertolucci documentaria più classica, una ricogni- presso il Centro Studi e in parte digita- zione che interroghi l’impatto della vi- lizzato, articolato in diverse sezioni, tra cenda e delle mobilitazioni che ne sono cui da segnalare una libraria che racco- scaturite in ambito sociale, politico, arti- glie circa 150 volumi in gran parte do- La memoria stico, unitamente ad una campagna di nati da Claudio Crotti, una consistente di Pino Pinelli/ interviste video nel segno di una “storia raccolta di ritagli stampa comprendente popolare” che permetta di colmare quel- circa 30 faldoni, i materiali preparatori e “Una storia le lacune che sfuggono alle maglie di di ricerca utilizzati da Luciano Lanza per documenti e resoconti. Ne è un esempio la stesura del libro “Bombe e segreti” soltanto nostra, la forte presenza lasciata nell’ambiente e affi dati a noi, nonché un archivio foto- una storia di di lavoro in ferrovia, mantenuta ben viva grafi co digitale contenente circa 2000 dai colleghi e trasmessa ai più giovani, immagini provviste di didascalia tra fo- tutti” come testimoniato da Pippo Gurrieri, che tografi e e manifesti d’epoca, frutto del proprio in quell’ambiente si trovò alcuni lavoro di Roberto Gimmi e messo a di- Da tempo il Centro Studi Libertari e anni più tardi. sposizione del Centro Studi. Archivio Giuseppe Pinelli di Milano aveva Tutto il materiale che verrà in questo È in corso anche un’importante colla- l’intenzione di dare una forma più strutturata modo raccolto andrà a comporre un borazione con Licia Pinelli fi nalizzata alla e fruibile alla documentazione riguardante database digitale online liberamente ac- digitalizzazione del suo archivio perso- la persona cui l’archivio stesso è intitolato. cessibile e consultabile. Nelle intenzioni nale, costituito da fotografi e, carteggi e Tuttavia, non ci sembrava suffi ciente pro- questo database dovrà servire anche ritagli stampa. porre una semplice aggregazione ordinata a raccogliere informazioni su altri lavori Il Centro Studi Libertari è sempre di documenti: questi, da soli, non sono in esistenti riguardanti l’ambito del proget- stato una realtà fi nanziata dal basso, grado né di recare la testimonianza di una to (come l’opera di completa digitaliz- fi losofi a che abbiamo intenzione di man-

12 cronache tenere anche in questo caso sostenen- legalizzazione parziale potrebbe anche all’assistenza sanitaria. È per questo che do il progetto mediante una campagna ostacolare la stessa vendita dei terreni e il VIO.ME ha aperto nel gennaio 2016 un di crowdfunding online. sequestro dei macchinari; consentirebbe ambulatorio sociale gratuito (chiamato Per seguire gli sviluppi e per tutte le inoltre di aumentare la produzione e, in “Centro Medico dei Lavoratori”, Ergatikó informazioni vi invitiamo a seguirci sul seguito, di ampliare la gamma di prodotti, Iatreío) nei locali adibiti, prima dell’occu- nostro sito www.centrostudilibertari.it o comprendendovi anche i cosmetici. pazione, a laboratorio chimico. a scriverci all’indirizzo email centrostu- In questi mesi VIO.ME si è impegna- L’ambulatorio è gestito, in collabora- [email protected]. ta a migliorare le prime ricette: è stata zione con il “Centro Medico di Solidarietà Non solo, ma più fortemente vi invi- inaugurata una nuova linea di prodotti Sociale” (Koinonikó Iatreío Allilengýi, tiamo a dare il vostro contributo: sia nel biodegradabili al 100%. Purtroppo non KIA) di Salonicco, con un’assemblea caso di documentazione che ritenete sempre la cooperativa riesce ad acquista- generale, affi ancata da un “Health Team”. interessante segnalare, sia per lasciare re solo da piccoli produttori locali, come Gli appuntamenti possono essere presi la vostra testimonianza, non esitate a avveniva all’inizio dell’attività, sia perché tutti i giorni e le visite si effettuano tutte contattarci. la produzione di questi non è regolare e le settimane, il mercoledì e il giovedì. I non garantisce una fornitura costante, servizi erogati (medicina generale, orto- Roberto Viganò sia perché i loro prezzi sono più elevati pedia, psichiatria, infermeria e dispensario rispetto ad altri produttori. farmaceutico) sono ispirati ai principi della Attualmente l’attività riesce a garantire medicina olistica: la prima visita di “chi un salario mensile di 400 € che, consi- viene” (chiamato proprio così, “proser- derata la defl azione, corrisponde a circa chómenos”, non paziente) può durare fi no 650 € del periodo antecedente la crisi. a due ore per ricostruire la storia clinica Il salario è uguale per tutti (a parte gli complessiva: non solo lo stato di salute, extra per le trasferte in Grecia e all’estero ma lo stile di vita, le condizioni di lavoro, e per i turni notturni di vigilanza). A tutti le problematiche personali o familiari. viene anche garantito il versamento dei La presenza di una psico-terapeuta è contributi assistenziali e previdenziali. considerata indispensabile proprio in Salonicco (Grecia)/ Ma, come abbiamo a suo tempo rac- quest’ottica ed è stata utile anche per contato, VIO.ME non è solo autogestione affrontare il disagio che spesso prova chi Cronache dalla produttiva; è anche militanza politica ed resta privo di tutto, senza lavoro, senza Vio.Me, fabbrica impegno sociale. Vale la pena riportare casa, in una situazione diffi cile anche dal due esempi signifi cativi. punto di vista personale ed umano (spes- autogestita In Grecia, come conseguenza delle so con separazioni, senso di frustrazione (e attiva nel misure di austerità imposte dalla Troika, e di fallimento personale...). chi perde il lavoro è coperto dall’assicu- Sul piano internazionale, VIO.ME parte- sociale) razione sociale solo per un anno; poi si cipa al coordinamento delle fabbriche recu- deve pagare ogni cura, con costi cresciuti perate, che tiene periodicamente incontri Abbiamo già parlato della VIO.ME di esponenzialmente. In una tale situazione, sulla “Economia dei lavoratori”. L’ultimo si Salonicco, la fabbrica occupata, ricon- disoccupati e migranti si trovano spes- è tenuto a Buenos Aires (28 agosto - 2 vertita ed autogestita dai lavoratori (“A” so senza alcuna possibilità di accedere settembre 2017) e VIO.ME ha proposto 404, febbraio 2016). Un recente viaggio nella città greca ha consentito di avere qualche aggiornamento di prima mano sulla situazione. I terreni ed i macchinari sono sempre soggetti alle aste giudiziarie. Ad oggi la base d’asta resta di 30 milioni e non è stato ancora trovato nessun acquirente. C’è il timore, però, che la prossima asta possa partire da una base inferiore ai 20 milioni e si vocifera che i vecchi proprietari potrebbero ripresentarsi sotto altra veste per riacquistare la proprietà. VIO.ME punta sempre sulla mobilita- zione dei suoi sostenitori per far salta- re le aste, impedendo eventuali offerte d’acquisto (l’ultima asta, relativa ai soli macchinari, è stata fatta saltare in questo modo il 2 novembre 2017). Come risarci- mento parziale per gli arretrati non pagati, viene chiesta l’assegnazione ad affi tto agevolato del magazzino. Un’eventuale Salonicco (Grecia) - L’esterno dell’ambulatorio nella fabbrica autogestita Vio.Me.

cronache 13 due importanti iniziative all’insegna del mu- tualismo e della solidarietà internazionale: 1. la costituzione di un Fondo di Solidarie- tà Internazionale, fi nanziato dalle stes- se aziende recuperate, per sostenere le attività dei lavoratori auto-organizzati; 2. la costituzione di una Rete logistica della solidarietà internazionale per il trasporto, lo stoccaggio e la distribu- zione dei prodotti delle diverse realtà autogestite, in modo che in ognuna di esse sia possibile trovare i prodotti di tutte le altre. Si tratta di strutture considerate in- dispensabili per garantire un supporto materiale alla battaglia che viene svolta quotidianamente dalle aziende autoge- Francoforte sul Meno (Germania), ottobre 2017 - L’accogliente padiglione stite; una battaglia inquadrata in una più dell’Ungheria, alla Buchmesse (la Fiera del libro). In linea con l’atteggiamento di ampia prospettiva, come hanno affermato accoglienza per i migranti espresso dal governo ungherese. gli stessi lavoratori della VIO.ME all’incon- tro di Buenos Aires: “Crediamo ferma- importantissimo. Mentre quelle aperte ridotta la superfi cie espositiva, il fatturato mente che il nostro obiettivo sia radicale: al pubblico promuovono libri e letture, dell’editoria è leggermente cresciuto, ma impossessarsi dei mezzi di produzione. spesso le loro equivalenti professionali il numero di nuovi titoli in uscita è calato o Farli funzionare sotto l’autogestione dei permettono agli editori, agli agenti, ai è rimasto uguale. Parallelamente, la scelta lavoratori stessi. Produrre, distribuire e distributori e ai librai di incontrarsi e delle case editrici presenti è andata nel condividere prodotti e servizi - non merci concludere concretamente affari. Inoltre senso di limitare lo sfoggio di ricchezza e - per i bisogni della comunità, non per le richiamano l’attenzione dei media e del potere con stand faraonici, evidente per necessità del profi tto capitalista e della pubblico sull’industria del libro e offrono esempio negli spazi riservati agli editori borghesia. Un passo avanti verso un’ampia occasioni di incontro tra autori e lettori. Le americani, dove risultava prevalente la autogestione della società. Ciò può essere fi ere sono un momento in cui convergono presenza di case editrici indipendenti. ottenuto solo se il mirino delle nostre molte professioni creative. In un’epoca Anche nello spazio destinato all’Italia armi sia puntato sul sistema capitalista in cui le attività si svolgono spesso a era palese la scelta di tante case editrici nel suo complesso. Quindi combattiamo distanza, i professionisti del libro credono che hanno rinunciato a un proprio stand, una battaglia anticapitalista. Ecco perché ancora che le fi ere non abbiano perso la accontentandosi di esporre le proprie concepiamo la presa di possesso delle loro importanza. Al contrario, le trattative novità sugli scaffali dello spazio collettivo fabbriche e delle aziende non come una che si svolgono alle fi ere del libro garanti- dell’Associazione Italiana Editori, mentre pratica parallela al mercato capitalista, scono una migliore qualità e la dimensione i principali gruppi, Mondadori-Rizzoli, ma come un passo verso un più ampio umana di questi scambi rappresenta un GEMS, Giunti, De Agostini hanno optato movimento contro il mercato capitalista. vincolo di fi ducia.” per spazi più discreti. Una nota a parte Perché se non distruggiamo le cosiddette Mentre la fi era di Francoforte si è da merita la scelta del padiglione ungherese, “leggi di mercato” adesso, presto o tardi tempo affermata come il principale luogo che metaforicamente esprimeva con il suo le stesse “leggi” distruggeranno noi. di incontro tra editori di tutto il mondo, solo recinto di lamiera, la politica di chiusura poche altre – Londra, Bologna, Guada- all’esterno del governo di Budapest. Massimiliano Barbone lajara – hanno una dimensione davvero Il padiglione Uno ospitava il paese invi- [email protected] internazionale. tato d’onore, che quest’anno era la Fran- Se fi no a qualche anno fa vi partecipa- cia, e anche qui si notava la sorpresa di vano soprattutto editori, agenti e scout, una rinuncia alla grandeur: le “conquiste” Buchmesse 2017/ la diversifi cazione del settore editoriale, della cultura transalpina erano esposte su con l’accesso di contenuti multimediali, modesti tralicci di legno grezzo. Segnali di oggi richiama un universo variegato di In questo clima dimesso, è risultato decrescita soggetti che offrono strumenti avanzati per ancor più evidente il ruolo dell’editoria la composizione, la stampa, l’archiviazio- indipendente. Così, all’interno della fi e- ma non per la ne di dati e immagini, e cento diavolerie ra, si sono svolti incontri di partnership bibliodiversità futuribili. Così si può notare il paradosso solidale tra editori e sulla libertà di pub- di un mondo al tramonto, quello del libro, blicazione (un’iniziativa della International che coabita con numerose proposte al- Alliance of independent publishers), c’è Il rapporto annuale dell’Associazione ternative di conservazione e trasmissione stato uno spazio dedicato all’editoria in- Internazionale degli Editori è dedicato di “contenuti”. dipendente in America Latina (iniziativa quest’anno alle fi ere mondiali del libro, la A Francoforte quest’anno questo fe- della rete di lingua spagnola dell’Alliance), cui importanza viene spiegata così: “Le nomeno si rifl ette in due dati: il numero incontri tra editori delle aree francofone fi ere del libro svolgono un ruolo sociale degli espositori è aumentato mentre si è (organizzati dal Bureau International de

14 cronache l’édition Française - BIEF), e perfi no un familiari di Otello e anche delegazioni Indie Time Party, (un’iniziativa di ODEI e di compagni provenienti da altre parti IPG in collaborazione con la Fiera). Trova della regione (Firenze, Arezzo, Empoli, così sempre più spazio la bibliodiversità. Livorno, Lucca). L’evento è stato segui- tissimo dalla stampa e dalle emittenti Guido Lagomarsino locali. Sono intervenuti per l’occasione il sindaco Maurizio Viligiardi, lo storico Giorgio Sacchetti, il cantautore Alessio Lega con il suo repertorio di canti della San Giovanni tradizione popolare e libertaria. La strada, Valdarno/ collocata alla periferia sud della cittadi- na valdarnese in una zona destinata a Inaugurata via ulteriore sviluppo urbanistico, costituirà memoria perenne per un antimilitarista Otello Gaggi anarchico, per un combattente contro tutti i totalitarismi. Sabato 11 novembre 2017 si è svolta a San Giovanni Valdarno (Ar) la cerimonia ■ uffi ciale per l’inaugurazione di una via intitolata a un operaio della Ferriera, Inaugurazione, servizio tv locale: all’antifascista anarchico Otello Gaggi settanta persone, è stata promossa dal http://www.valdarno24.it/2017/11/11/ (1896-1945) morto nel gulag sovietico. Comitato “Un ricordo per Otello Gaggi” san-giovanni-dedica-strada-otello-gaggi- L’iniziativa, a cui hanno partecipato oltre insieme al Comune. Erano presenti i antifascista-morto-nel-gulag-sovietico/

San Giovanni Valdarno (Ar), 11 novembre 2017 - (Sotto) Giorgio Sacchetti durante il suo discorso e (alla sua sinistra) Alessio Lega.

cronache 15 Barletta/ contro un modello economico che inquina e ammala Bar- Ritorna Carlo letta, come Taranto ed altre Cafi ero. città, attraverso percorsi di auto-organizzazione politica In busto. e di autogestione lavorativa. Parallelamente a queste Il 28 settembre il busto di Carlo Cafi ero, iniziative, il Collettivo Liber- situato sulla facciata della sua casa natale tario “Rivoltiamo La Terra” a Barletta, è stato riesposto dopo lavori di ha svolto un lavoro di ricerca restauro completamente autofi nanziati. Il bibliografi ca sulla lapide com- progetto vuole dare continuità alla com- memorativa di Carlo Cafi ero a memorazione del 170esimo anniversario Barletta. Diverse sono state le della nascita di Cafi ero organizzata lo informazioni che ignoravamo, scorso anno da diverse realtà territoriali. a causa di un vuoto genera- Un’iniziativa che cerca di andare oltre zionale che ci ha impedito di “la rimozione di polvere dal manufatto”, acquisire di prima mano, sto- fi no a rispolverare la fi gura dell’anarchico ria e curiosità sul movimento rivoluzionario dall’oblio, restituendola alla anarchico locale. cittadinanza attraverso una percorso di Grazie alla validissima col- acquisizione collettiva di memoria storica laborazione di Giampiero Lan- e consapevolezza sociale. di della Biblioteca Libertaria Barletta - Il busto di Carlo Cafi ero Alla cerimonia erano presenti gli stu- “Armando Borghi” di Castel denti del Liceo “C. Cafi ero” di Barletta a Bolognese (RA), abbiamo scoperto che cati del gruppo anarchico per rendere cui è stata donata una copia autoprodotta la lapide era già pronta nel 1922 ma che, conto dei contributi economici arrivati dello scritto “La Rivoluzione”. La giornata probabilmente a causa della presa del a sostegno dell’iniziativa e delle spese è continuata in piazzetta “Della Sfi da” con potere fascista, rimase nascosta in una affrontate. Nomi, volti ed immagini vanno la proiezione de «La Libertà», un corto- cantina fi no al 1946 quando fu fi nalmente ad arricchire quella memoria storica ne- metraggio di Carlo Pisani e Mimmo De installata sulla facciata della casa natia gata e la consapevolezza dell’esistenza Ceglia, ospite dell’evento, su anarchici in Corso Vittorio Emanuele n. 111, dal di un grande desiderio libertario popolare e rivolte contadine nella Puglia dell’800. Gruppo Anarchico “Carlo Cafi ero” di del passato. L’iniziativa curata dal Collettivo Exit, si Barletta in una grande manifestazione, Tutto ciò oggi costituisce un punto è posta come obiettivo quello di attualiz- a cui partecipò anche Armando Borghi, fermo da cui ripartire per costruire il sogno zare il pensiero di Cafi ero, anarchico che che tenne un comizio nel Teatro Dilillo, della società anti-autoritaria per il quale ha cercato di sollevare il popolo contro l’11 settembre dello stesso anno per Carlo Cafi ero si era tanto battuto. l’autorità statale nella seconda metà del commemorare il centenario dalla nascita XIX secolo, nella certezza che oggi questo dell’anarchico barlettano. Francesco Scatigno grande uomo sarebbe impegnato contro Di quella manifestazione rimangono Simona Spadaro la diseguaglianza sociale, contro il model- ora preziosissime fonti disconosciute a Collettivo Libertario lo imperante di sfruttamento del lavoro, Barletta: foto, articoli locali e comuni- “Rivoltiamo La Terra” (Barletta)

Regala un abbonamento annuo ad “A”. La tua amica/o, parente, fi glio/a, ecc. ti penserà almeno 9 volte in un anno...

“A” esce 9 volte l’anno. E 9 volte all’anno il postino la porterà a casa sua. Non puoi immaginare la gioia che proverà, la gratitudine con la quale ti penserà, la delicatezza con cui la riporrà in verticale nella sua libreria, accanto al gruppo di riviste che a mano a mano avrà ricevuto. Si parla tanto di “regali intelligenti”, queso lo è davvero. Un periodico in cui non si loda il signor Bergoglio, in cui si leggono interviste decisamente diverse, in cui non si parla del ministro della “giustizia” Orlando e c’è una rubrica gestita dall’ergastolano Carmelo Musumeci, in cui non c’è il borsino immobiliare e si dà voce a chi le case le occupa, niente foto del salottino del Frecciarossa ma appassionati racconti delle lotte No-Tav, in cui non si ricordano Lenin, Trotsky o Stalin ma Emma Goldman e i marinai di Kronstadt, in cui i “fondi neri” sono in realtà tutti bianchi e registrati uno per uno a pag. 122.

Una rivista decisamente diversa. Anarchica. Pensaci bene. C’è un regalo più bello da fare?

16 cronache alluvioni L’utopia del buongoverno è annegata a Livorno

di Martina Guerrini

Comune, Chiesa, sindaco 5Stelle, i vecchi padroni PCI-PDS-DS-PD e chi più ne ha più ne metta. Morti, feriti, distruzione. All’improvviso, ma a ben guardare stra-preannunciati. Una livornese (volontaria presso i Vivai di Ardenza) tira le somme delle piogge di quella notte di settembre.

alluvioni 17 omenica 10 settembre Livorno si è svegliata, certo un’opinione, soprattutto davanti a nove morti. all’alba, sommersa per metà dopo un violen- Ma di questo il sindaco non sembra curarsi, restan- Dtissimo fortunale che ha scaricato al suolo do convinto (beato lui) che niente sarebbe cambiato 200 mm di pioggia in meno di tre ore. se le misure necessarie fossero state prese. Perché di Questa prevedibile tragedia ha purtroppo fatto questo stiamo parlando, non degli straordinari non contare sette persone, tra le quali un bambino di remunerati di un sacrifi cale primo cittadino, ormai appena 2 anni, annegate; un giovane morto in un privato della vita personale per amore della città. incidente stradale mentre si recava al lavoro e un Una città infangata da ben altro che l’acqua li- suicidio connesso all’alluvione, oltre a quartieri ina- macciosa delle esondazioni. gibili, persone sfollate, ponti crollati, attività distrut- È appena necessario sottolineare la supponenza te e tutto quello che si può immaginare in situazioni e l’impudenza dello stesso sindaco che, all’indomani analoghe. Ancora oggi, a pochi mesi dall’evento, la dalla strage, ha “tuonato” contro l’assenza di pre- situazione resta diffi cile in alcuni quartieri collinari, venzione e la cementifi cazione selvaggia. Ma è que- come ad esempio Montenero la cui funicolare pa- sta stessa giunta, appena ad agosto, a essersi resa noramica, di inizio Novecento, resta inagibile per lo responsabile della decisione di sgomberare l’area smottamento del terreno sotto le rotaie. verde degli Orti Urbani, occupati e autogestiti – una La devastazione del territorio con connessa spe- delle poche scampate al cemento – per consegnarla culazione edilizia è un’eredità delle precedenti am- alla speculazione edilizia e ai profi tti di una coope- ministrazioni Pci-Ds-Pd, ma la cementifi cazione pro- rativa “rossa”, in perfetta continuità con le prece- segue sotto l’attuale giunta 5Stelle. denti amministrazioni, ma anche in sintonia con le La tracotanza burocratese del sindaco è stata me- petizioni legalitarie delle destre. E indovinate un po’ morabile, trinceratosi dietro all’allarme “non ade- dove si trova questa zona? Perfettamente adiacen- guato” e alla situazione “non prevista”: ma l’allerta te ai quartieri alluvionati e ai torrenti esondati di arancione, diramata a livello regionale dalla sera questa luttuosa devastazione del territorio. Di più: precedente, non era interpretabile, dato che prefi gu- sotto gli Orti Urbani scorre un corso d’acqua che ra danni e pericoli per strutture e persone. sarà inevitabilmente deviato nel suo percorso, per D’altra parte, i 5Stelle sono abituati ad allarmarsi permettere la costruzione delle abitazioni previste per nocività spesso totalmente irragionevoli (le scie dall’accordo. Lo sciacallaggio irresponsabile in con- chimiche?) mentre un mese fa, in quella maledetta tinuità Pci-Ds-Pd-5Stelle è tutto racchiuso in questa notte, bastava dare un’occhiata al satellite intorno esemplare decisione criminosa, alla quale la parte alle 22 per capire cosa stava preparandosi. Fatto migliore della città si è opposta e si opporrà con ogni ancor più criminale, il sindaco sempre-connesso ha mezzo necessario. ammesso di non aver mai attivato la app fornitagli dalla Protezione civile regionale per essere informato Quelle ruspe in tempo reale delle criticità del territorio. devote al Signore Il sonno pesante Ma un (de)merito a parte va alla Chiesa, che an- del sindaco che a Livorno ha le sue responsabilità su quanto accaduto. Nonostante infatti il Vescovo si sia sca- E si può certo verifi care con quale rapidità Noga- gliato contro il sindaco, su tutti gli organi di stampa rin abbia imparato la burocrazia, nascondendosi da e televisivi possibili, accusandolo di irresponsabilità subito dietro al grigio adagio “si è fatto quanto pre- politica e responsabilità morale della strage, i conti visto dal protocollo”, peccando di superbia quando non tornano affatto. Il quartiere collinare di Mon- non di scarsa intelligenza, dato che nessuna delle tenero – piuttosto celebre per la presenza del San- persone abitanti nelle zone critiche aveva ricevuto tuario che richiama ogni anno un cospicuo numero alcun avviso via sms e telefono, così come avvenuto di pellegrini (oltre che di introiti nelle casse, certo in altre città vicine. E, comunque sia, non è certo misericordiose, vaticane) – è stato in passato deva- una difesa suffi ciente quando tutto intorno (cielo stato dal pio intervento di ruspe devote al Signore, compreso) faceva presagire qualcosa di diverso dal al fi ne di costruire una meravigliosa, pardon santa, “previsto dalla burocrazia dei protocolli”. colata di cemento in occasione del Giubileo 2000. Nogarin deve avere un sonno particolarmente pe- Quest’opera – denominata Terminal – destinata ad sante, essendosi presentato in Comune alle 7 del accogliere il fl usso di pullman e pellegrini diretti al mattino dell’11 settembre, a strage avvenuta, quan- Santuario di Montenero, è stata da sempre inutiliz- do l’altro suo complice del disastro, il neo-responsa- zata e ci è costata 580 milioni di vecchie lire, di cui bile della Protezione civile comunale – l’ex-coman- 380 fi nanziati dallo stato (cioè da noi) e 200 stanziati dante dei vigili urbani Pucciarelli – aveva disposto dal comune (cioè da noi). con grande “serenità” che la sala operativa dovesse In passato, la zona è stata inoltre presa d’assal- insediarsi, appunto, alle 7.30 della domenica. to dai ricchi cittadini che grazie a facili condoni e Che sia fi nito il tempo delle retoriche democrati- permessi di abitabilità, hanno qui costruito ville e che, quando neanche il minimo impegno ammini- villette. strativo di pulizia fognaria viene adempiuto, non è Oggi la Chiesa, però, ci fa la carità pelosa stan-

18 alluvioni ziando la bellezza di 1 miliardo di euro per risistema- è stato l’elemento più bello e pulito di questa lorda re il territorio e la Funicolare, formalmente per aiu- tragedia. Tuttavia, di fronte alla smisurata risposta tare la cittadinanza, informalmente per ripristinare i solidale, l’area antagonista cittadina – che si è distinta collegamenti con i luoghi di culto e commercio sacro. insieme a moltissime individualità, per l’energia e l’a- Insomma, con una mano si prende e si devasta, e iuto portato – ha scelto di non denunciare da subito con l’altra si regalano soldi degli altri. le responsabilità politiche. Come se ci fosse un tempo Decisamente, i conti non tornano. E non tornano per spalare il fango, e uno per rifl ettere, dando così neppure sul piano imprenditoriale. Le quattro casse modo ai principali responsabili – Pd e 5Stelle – di di espansione che dall’ottobre 2015 vigilano sul Rio inquinare e incanalare i torrenti di rabbia crescenti Maggiore – poi esondato – si sono rivelate troppo all’indomani dagli eventi (basti pensare agli interventi piccole. E chissà perché… visto che sono state co- dei dirigenti o burocrati dei due partiti nelle chat di struite, a ribasso, dalla società Ninfee (creata dal autogestione degli aiuti, ovviamente quelle “meno- gruppo imprenditoriale Fremura e dalle Unicoop politiche”). Non condividendo e non comprendendo Tirreno e Firenze) in cambio del via libera, da par- i motivi di questa posizione, da subito ho scelto di te del Comune, alla lottizzazione dell’area dietro il parlare e di scrivere quello che, ad oggi, è ormai il cimitero della Misericordia, sul quale sarebbe sor- segreto di Pulcinella, anche se la tensione appare to poi il “Nuovo centro”, un chilometro quadrato di già abbassata. uffi ci, residenze e commerci. Certo, ampliare le cas- Così come, alla generalità dei volontari, era ap- se – così come suggerito dal docente di Protezione parsa in modo lampante l’inutilità civile dei militari idraulica del territorio all’Università di Pisa – avreb- in una città dove ci sono ben tre caserme operative be comportato una sottrazione di terreno edifi cabile. e un’accademia navale. È degno di nota che questo racket sia stato salutato, È evidente che lo Stato, nelle sue appendici di go- dai protagonisti dell’epoca, come “un connubio vir- verno, ben lungi da costituire un aiuto, è con-causa tuoso tra pubblico e privato”. dello sfruttamento e della distruzione del territorio. È altresì evidente che occorrerebbe sempre connet- La strafottenza tere la devastazione ambientale a quella culturale, del potere ed è piuttosto diffi cile – oggi – non riconoscere a Li- vorno un collegamento profondo tra la cementifi ca- Infi ne, non poteva mancare la responsabilità dello zione del territorio e la sostituzione dei teatri citta- stabilimento Eni, già nota in città per le sue costanti dini con le catene multinazionali dell’abbigliamento nubi tossiche e per l’aumento di pazienti oncologici o dell’alimentazione scadente. Un’analogia nociva nelle zone adiacenti. A poche ore dall’evento tra- come chi la dispone. gico, è esondato anche il torrente Ugione, stavolta nella zona nord di Livorno, coinvolgendo appunto Martina Guerrini anche la raffi neria. Si è subito verifi cato uno sver- samento di idrocarburi, contaminando sia le ac- que che hanno invaso le case del vicino quartiere di Stagno, sia, successi- vamente, il mare: infatti l’acqua contaminata dallo stabilimento è stata fatta defl uire direttamente nel fi ume. En passant, l’Eni ha anche pensato bene di mettere alla porta l’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) per due giorni, impedendogli di fare i rilievi opportuni. Quando si dice la stra- fottenza del potere. Com’è ormai noto, l’incredibile quantità di persone – uomini, donne, ragazzi e perfi no bambini – che hanno autogestito gli aiuti nelle zone colpite

alluvioni 19 Rojava Uno sguardo libertario

intervista a Pinar Selek di Mimmo Pucciarelli

Non è facile comprendere gli sviluppi recenti della situazione in Rojava, tra guerra e tentativi per organizzare la regione inspirandosi al “confederalismo democratico”, tra il mito di Öcalan e l’islamismo jihadista. Il nostro corrispondente ci ha provato, cercando di non cadere in facili mitologie, discutendone con Pinar Selek, sociologa ma anche militante femminista, antimilitarista e ecologista da diversi anni esiliata in Francia dalla natia Turchia.

Mimmo Pucciarelli - Pinar, vorrei che tu mi ma in questo caso è vietato fare l’amore. parlassi un po’ del Rojava. Pinar Selek - So che negli ambienti anarchici euro- Dici che non possono fare l’amore. Che cosa pei è diventato ormai un luogo mitico. In effetti, biso- vuol dire? gna riconoscere che in Rojava accadono cose interes- Vuol dire che in guerra non è permesso. Öcalan santi, in particolare c’è un movimento progressista sostiene che l’amore va di pari passo con la libertà che cerca di dar voce alla popolazione e di realizzare e la nazione e che dobbiamo lottare per raggiunger- sistemi di organizzazione più orizzontali. È vero anche lo. Fino a che non avremo vinto la guerra, l’amore che Abdullah Öcalan ha mostrato un certo interesse rimarrà qualcosa di sporco, un comportamento ani- per i libri dell’anarchico ecologista statunitense Mur- male. Questa concezione ricorda il rapporto che ha ray Bookchin. Purtroppo però, il partito di cui è pre- il cattolicesimo con il corpo, considerato cosa divina. sidente, il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan), è Oggi in Rojava si rintracciano molti elementi pro- organizzato secondo una rigidissima gerarchia, e nei gressisti, una vera resistenza e grandi interrogazioni confronti delle donne non è per nulla libertario, né sulle libertà. Anche Stalingrado aveva opposto una tantomeno femminista. In Rojava le donne hanno ot- forte resistenza. Forse durante la rivoluzione russa tenuto una sorta di uguaglianza e una certa visibilità, c’erano dei soviet e degli spazi di partecipazione, ma ma solo all’interno di organismi di tipo patriarcale, sono passati cent’anni ormai. L’odierno movimento basati sul culto del leader, alle cui regole devono con- curdo è stato molto infl uenzato dal pensiero fem- formarsi se vogliono essere accettate. minista libertario. Purtroppo in un clima di guerra, Quello del Rojava è un movimento un po’ diverso quando ci si confronta quotidianamente con la mor- dai movimenti classici di sinistra. Ad esempio, esige te e le relazioni con gli altri stati sono diffi cili – le che le donne vivano separate dagli uomini, in spazi armi vengono dagli Stati Uniti, dalla Russia, ci sono propri, per evitare ogni promiscuità. Certo si tratta degli scambi con la Siria e l’Iran – diventa molto più di un contesto bellico, ma sono vietati i rapporti ses- diffi cile realizzare un progetto anarchico o femmini- suali tra guerriglieri e le trasgressioni sono severa- sta, anche se c’è un forte potenziale. mente punite, si va dall’esclusione fi no alla pena di Non dimentichiamo, infi ne, che le idee di Bo- morte. Infi ne, i cittadini possono sposarsi mentre le okchin, che animano il movimento curdo, sono state attiviste no. Anche io sono contraria al matrimonio, tradotte anche in turco già da tempo e hanno avuto

20 Rojava una certa risonanza. In Turchia esistono da almeno venticinque anni dei piccoli gruppi molto attivi, pur senza armi né risorse, come quello delle femministe, che si rifanno all’ecologia sociale. Sono stati proprio quei gruppi a ispirare il PKK e non il contrario. Öcalan ha iniziato a leggere i libri di Bookchin da quando è detenuto. Gli sono sembrati interessanti e ha proposto al partito di riprendere una parte delle teorie che vi erano esposte, così come è successo con gli ideali del femminismo, al quale era inizialmente contrario. Un’altra prova del potenziale progressista del Rojava. Prigioniero da ormai vent’anni su una piccola iso- la, Öcalan è una persona intelligente e condivide dei princìpi legati all’ecologia sociale. Purtroppo il suo «nuovo progetto» si costruisce in un clima bellico, e Pinar Selek la vita che si struttura in un contesto tale non può essere davvero libertaria. alimenta la militarizzazione dello stato turco. Il PKK non è attivo solamente in Turchia ma anche Il Pkk è un partito in guerra, in altri territori in cui vivono dei curdi, ed è critico nei confronti di altre organizzazioni turche di sinistra. molto gerarchico Certo è un partito in guerra, ma il PKK in fon- Sei in contatto con persone impegnate in Roja- do è un’organizzazione molto gerarchica, basata sul va o in Kurdistan? culto di un leader che decide tutto. Al suo interno Sì, ma dal lato turco del Kurdistan, mentre il Roja- si ritrovano degli aspetti tipici del totalitarismo: una va è in Siria. Non ho proprio dei contatti diretti ma sola ideologia e una sola guida. Talvolta i dirigenti conosco delle persone che ci sono state e mi hanno dell’organizzazione affermano di non comprendere raccontato quello che hanno visto o vissuto. Inoltre fi no in fondo le idee e le proposte Öcalan, perché lui leggo regolarmente tutto quello che viene pubblicato è “molto in alto” rispetto a loro. in Turchia sull’argomento. Insomma, anche se non Si tratta di un movimento che utilizza vari registi, ho dei contatti diretti, seguo da vicino tutto ciò che tra cui quello della religione, del femminismo egali- accade. tario, anche se non libertario, dell’estrema sinistra, del pensiero tradizionale dei vecchi curdi e, da una Puoi dirmi ancora qualcosa sul PKK? decina d’anni, ha fatto suo anche un piccolo reper- È un movimento che si è costruito nel clima ri- torio anarchico. voluzionario degli anni Settanta, in un’epoca in cui c’erano molte organizzazioni infl uenzate da perso- Öcalan si ispira anche al confederalismo de- naggi come Che Guevara. In seguito i militanti del mocratico. PKK si sono separati dagli altri gruppi, affermando Esatto. In passato Öcalan parlava di uno stato che in Kurdistan era necessario un altro tipo di lot- del Kurdistan indipendente, poi in prigione ha fatto ta. Per loro era il luogo più debole della regione e di una sorta di autocritica, arrivando ad affermare che conseguenza era là che doveva cominciare la rivolu- immaginava per la regione una specie di confedera- zione. Sono riusciti così a continuare a combattere, lismo democratico. Da quel momento i militanti del a differenza di altri movimenti. Negli anni Ottanta PKK cercano di metterlo in pratica. la sinistra turca è stata sconfi tta da una massiccia Spero che ci riusciranno, soprattutto quando la repressione, mentre il PKK ha continuato a implicar- guerra sarà fi nita, tanto più che molte persone or- si nella lotta armata grazie, in particolare, alle sue mai hanno letto i libri di Bookchin. relazioni oltre confi ne. All’epoca i curdi vivevano in una zona di montagna, ed erano già divisi in quattro Oggi però sono ancora in una situazione di diverse regioni. Il coinvolgimento in varie lotte, tra guerra. E quando sarà fi nita, sperando che que- le quali quelle a fi anco dei palestinesi in Libano, ha sto accada, cosa succederà? permesso loro di ricevere un aiuto considerevole per Penso che i curdi, e anche gli anarchici europei, proseguire la lotta armata. abbiano un forte potenziale grazie a tutte le espe- Infi ne, dopo il colpo di stato del 1980, che ha dato rienze, le letture e le discussioni fi n qui realizzate. l’avvio a un’orribile repressione contro la popolazione, Certo, i curdi possono impossessarsi del potere più il PKK è diventato un movimento di resistenza piut- facilmente perché sono armati, ma non bisogna di- tosto importante per i curdi. Al tempo stesso, però, menticare che esistono anche dei piccoli gruppi non questo ha legittimato e istituzionalizzato la repressio- gerarchici molto attivi. ne da parte dello stato turco. Da quel momento in poi abbiamo vissuto sempre in guerra: la guerra pro- Gli anarchici paragonano la guerra civile voca la resistenza della popolazione, e la resistenza spagnola a quello che accade in Rojava. Cosa ne

Rojava 21 pensi, ti sembra pertinente? ve e talvolta avvengono anche dei miracoli! Durante la guerra civile spagnola l’organizzazione degli anarchici non era come quella del PKK. Durruti Puoi farmi degli esempi di questi miracoli? non era Öcalan. In Rojava, e in particolare all’interno Un esempio è quello di Omar Aziz, il siriano che del PKK, la gerarchia è più importante. Personalmen- aveva conosciuto Bookchin in America. Quando è te preferisco Durruti a Öcalan! Anche se Durruti è di- tornato in Siria, Aziz è stato arrestato a causa del- ventato un personaggio simbolo del movimento anar- la sua militanza e alla fi ne è morto in prigione nel chico, non vorrei idealizzarlo, perché da quell’epoca 2013. Era vicino ai comitati locali che sono rimasti gloriosa degli anarchici spagnoli sono ormai trascorsi attivi, continuando a organizzarsi in maniera non ottant’anni e molte cose sono cambiate. Oggi ci orien- violenta e costruendo le proprie relazioni internazio- tiamo verso l’intersezionalità e il femminismo. nali intorno a idee e progetti locali. Non hanno armi Esistono comunque delle similitudini tra la guer- e quindi per proteggersi evitano di essere al centro ra civile spagnola e il Rojava, perché, in un contesto dell’attenzione mediatica. di guerra, anche se diverso, in entrambi i casi si è Anche in Turchia, dove la repressione non fa che cercato di dar vita a un nuovo tipo di governo, ma, aumentare, esistono molti gruppi autonomi, di cui ripeto, l’organizzazione dei due movimenti è diversa. anche io faccio parte, che si organizzano in reti e creano spazi di attività. Ciò dimostra che anche in “Quando si prendono le armi...” un ambiente autoritario è possibile creare ed essere attivi. Ovviamente quando si combatte una guerra è Pensi che nelle situazioni di guerra, come in diverso. Rojava, in Kurdistan, o in altre regioni del mon- Quando si prendono le armi perché c’è una lotta do, ci sia la possibilità di resistere e anche di armata, è necessario comportarsi come un esercito esistere in modo diverso? Penso soprattutto a altrimenti non serve a niente. Se si è costretti a farlo, pratiche non violente. tuttavia, non dimentichiamo che la situazione potreb- Sì, penso che sia possibile. Purtroppo, quando la be degenerare e rendere impossibile una vita libera. guerra si installa e la popolazione si organizza for- mando un esercito è quasi impossibile. In genere non Nel caso in cui tu fossi in situazione di guer- uso mai la parola «impossibile», ma in questo caso ra, saresti pronta a ricorrere alle armi “se ne- mi sembra inevitabile. Certo, anche in circostanze di cessario”, come si evince da quello che dici? guerra, in particolare in Rojava, nonostante le barrie- È davvero diffi cile condannare chi prende le armi re e gli ostacoli, possono realizzarsi esperienze positi- per resistere e non farsi sottomettere. Opporsi alla

La federazione democratica del Rojava

Il Sistema Federale Democratico della Siria del Nord è spesso chiamato Rojava («l’Occidente» in curdo). Lungo il confi ne turco, tra l’Eufrate e l’Iraq, nelle terre riprese con le armi ai jihadisti dello Stato Islamico (IS), vivono almeno due milioni di persone (di cui il 60% curdi). Il Contratto sociale del Sistema Federale Democratico della Siria del Nord è il loro testo fondatore. È stato adottato nel 2014, rifi uta il nazionalismo e sostiene una società ugualitaria, paritaria, rispettosa dei diritti delle minorità. La libertà di culto è garantita e non c’è una religione di Stato. I comuni sono organizzati in tre cantoni – Jazira, Kobane e Afrin – ciascuno dei quali dispone di un’assemblea legislativa e di un governo cantonale. L’Assemblea legislativa di Jazira si riunisce ad Amuda, a circa venti chilometri da Kamishlié. I centouno membri che la compongono, di cui metà donne, sono i rappresentanti dei partiti politici che hanno fi rmato il Contratto sociale. Vi partecipano anche i rappresentanti delle associazioni della società civile, che inviano due membri, obbligatoria- mente un uomo e una donna. La fondazione di uno stato-nazione curdo non fa parte degli obiettivi fi ssati da Abdullah Öcalan, che presenta il suo movimento come antinazionalista. Dalla prigione scrive, infatti: «L’obiettivo è mettere in pratica il diritto all’autodifesa dei popoli contribuendo al progresso della democrazia in ogni parte del Kurdistan, senza tuttavia rimettere in discussione le frontiere politiche esistenti».

Chris den Hond

da Une utopie au coeur du chaos syrien. L’expérience libertaire du Rojava à l’épreuve de la guerre, «Le monde diplomatique», settembre 2017

traduzione di Gaia Cangioli

22 Rojava dominazione, alla barbarie è importante, ma penso mio cerco di ritagliarmi uno spazio in tutto questo, che prima di utilizzare la violenza sia necessario cer- ma per il momento mi sento vicina soprattutto al care tutte le altre vie possibili, e quindi creare siste- movimento libertario e alle idee dell’ecologia socia- mi alternativi di resistenza. In Medio Oriente, anche le, che si ritrovano nella rivista «Silence», che è an- in Turchia, c’è l’abitudine di ricorrere alle armi, è che femminista. una specie di tradizione, quindi è più facile trovare Tuttavia, la scoperta di questo ambiente non è an- delle persone pronte a morire. cora terminata. Da circa vent’anni sembra moltipli- Con questo voglio dire che è più facile che sia ac- carsi, diversifi carsi tramite i differenti gruppi locali, cettato, non che sia facile mettere a repentaglio la o ancora quelli legati all’educazione popolare svilup- propria vita. Quindi, per il momento un’altra for- pati, ad esempio, dalla cooperativa L’orage di Greno- ma di resistenza è più diffi cile ma non impossibile. ble. Sono iniziative che ho notato nelle diverse città Penso che sia necessario insistere su questo punto, in cui sono stata e dove ho incontrato persone non perché le armi e la violenza ci distruggono. Non co- per forza legate a organizzazioni, ma impegnate in nosco nessuna trasformazione libertaria fondata su diverse lotte libertarie. Ho l’impressione, insomma, un esercito. che ci sia un rinnovamento e un rinforzarsi di questo movimento. Direi anche che i movimenti alternativi “Un nuovo ‘68?” stanno creando un nuovo ’68, più «lento», più locale e meno controllabile… Ti muovi tra l’ecologia sociale, il municipali- smo libertario, il femminismo e la non-violenza o Mimmo Pucciarelli se preferisci il rifi uto della violenza. Esiste per te una priorità rispetto a questi differenti impegni? traduzione di Gaia Cangioli No, non posso pensare all’uno senza l’altro! Prima di intervistare Pinar Selek, grazie all’amico Dimi- Che cosa pensi del movimento anarchico in tri Roussopulos (di Black Rose Books, Montreal - Canada) generale e di quello europeo e francese in par- avevo avuto la possibilità di leggere un reportage apparso ticolare? il 7 ottobre 2017 sul quotidiano canadese La Presse in Ca- Non credo di conoscere ancora tutto. Sono in nada (Isabelle Hachey, “La Presse en Syrie. La révolution Francia dal 2012 e sono in relazione con il movi- du Rojava”). Mi è sembrato uno dei pochi scritti equilibrati mento da circa tre anni. Vedo che esistono molti che circolano, e lo consiglio vivamente a tutte le persone che gruppi e vengono fatte molte ricerche. Dal canto leggono il francese. (MP)

La giustizia del consenso in Rojava

Secondo il modello democratico occidentale, in Rojava la giustizia è il terzo potere a fi anco di quello legislativo ed esecutivo. Il decreto legge del 1 novembre 2014 [introduce] l’equivalenza di valore giuri- dico tra una testimonianza di un uomo e quella di una donna nonché la criminalizzazione dei delitti d’onore e dei maltrattamenti verso donne e bambini. L’idea di fondo è risolvere i confl itti in base al consenso. Nei quartieri e nei villaggi la legalità dei Comitati per la pace e il consenso è riconosciuta. Ogni comitato è composto da cinque a nove membri, eletti dal consiglio popolare con una percentuale per genere del 40%. Nella maggior parte dei casi, tali rappresentanti hanno più di quarant’anni, come in riferimento al consiglio degli anziani della società tradizionale, di cui assicurerebbero democraticamente la continuità. I comitati perseguono una missione di conciliazione per evitare i contenziosi giudiziari. Non gesti- scono, invece, i crimini, che sono di competenza del grado superiore, il Comitato di pace e consenso comunale, composto da due sezioni, una per la giustizia generale, l’altra per le questioni familiari (poligamia, matrimoni forzati, violenze coniugali). Si tratta di un processo di conciliazione che non prevede alcuna pena detentiva. Tuttavia, in assenza di un accordo, il caso è rinviato davanti a un tribunale. (…) La pena di morte è abolita.

Pierre Bance

da Un autre future pour le Kurdistan ? Municipalisme libertaire et conféderalisme démocratique, Noir et Rouge, Parigi 2017.

traduzione di Gaia Cangioli

Rojava 23 migranti Povera Italia

di Renzo Sabatini / foto di Paolo Poce

La piccola vicenda di un immigrato senegalese su di un tram romano apre una rifl essione sul razzismo nostrano. Le responsabilità dell’ideologia liberista, non delle migrazioni.

orreva l’anno 1993, si era in piena tangento- ragazzo si abbandonò sul sedile posando nel corri- poli e tutta l’Italia che conta era sotto inchie- doio vuoto il grande borsone con la mercanzia. Un Csta. Segretari di partito, parlamentari, mini- passeggero piuttosto in età, pingue e sudato, panta- stri e dirigenti dello Stato stavano collezionando il loncini e maglietta sdrucita che lasciava intravedere più alto numero di avvisi di garanzia che la storia la pancia sporgente, lo fi ssò con evidente disgusto e della Repubblica avesse mai registrato. I materas- proferì ad alta voce, a benefi cio di tutti i passeggeri: si di un alto funzionario del Ministero della Sani- “Povera Italia, come siamo ridotti male”! Sembrava tà si scoprirono pieni di banconote. Venivano alla un personaggio uscito da certi fi lm del dopoguerra; luce affari loschi e preoccupanti, come la storia di pensai che Pasolini avrebbe anche potuto scritturar- un ministro che aveva venduto la salute delle don- lo. Il ragazzo invece neanche si voltò a guardarlo. Il ne “dimenticando” di far aggiungere sull’etichetta di tizio provò ancora qualche provocazione ma fi nì per una nota bevanda che il suo consumo in gravidanza rinunciare e rimase appoggiato a un sostegno a sop- era sconsigliato. Chi c’era ricorderà il clima strano pesare lo straniero con sguardo di disapprovazione. di quei giorni, coi magistrati divenuti eroi popolari Per fortuna non era un pericoloso naziskin ma un e stelle dei notiziari, il team mani pulite come una innocuo proletario di periferia romana. posse di sceriffi a caccia di banditi, costi quel che costi. Un’ondata di processi minacciava di spazzar Pronti a chiedere via la classe politica italiana; partiti storici, che ave- vano governato l’Italia dal dopoguerra e sembravano la pena di morte destinati a ingombrare la nostra vita fi no alla fi ne dei Erano i tempi di tangentopoli ed io sono stato giorni, si dissolvevano come neve al sole o si affretta- zitto, poco propenso a cominciare una discussione vano a cambiare simboli e nomi. notturna su un tram di periferia, ma avrei voluto In quei giorni, in cui Montenero di Bisaccia di- prendere a male parole quel pancione ambulante, venne famoso quanto Courmayeur, abitavo a Roma, metterlo di fronte al suo paradosso. Come, pensai, sulla via Prenestina e ogni sera commutavo, stanco viene a galla tutto il marciume, non solo alcuni, o i e pensieroso, nei vecchi tram che dalla stazione Ter- più alti, ma proprio tutti i rappresentanti delle isti- mini sballottano gente disfatta dalla vita verso i pa- tuzioni sono sul banco degli imputati per aver com- lazzi tristi della periferia, passando tra brutti guard- messo una massa enorme di reati a danno di tutta rail e alberi eroici sopravvissuti allo smog. la comunità, accusati di essersi arricchiti con soldi Una sera, alla fermata di Porta Maggiore, dove il pubblici che magari sarebbero serviti a far funzio- tram disegna una lunga curva cigolante sotto archi nare scuole e ospedali; accusati di aver gonfi ato le millenari, prima di avviarsi verso la desolazione di casse dei partiti, le proprie tasche e quelle di oscuri cavalcavia e pilastri della tangenziale, salì un ragaz- affaristi e faccendieri; e lui lamenta la disfatta della zo senegalese, uno di quei venditori ambulanti di nazione per un ragazzo straniero che, probabilmen- cui la capitale, già allora, era discretamente piena. te, sgobba dalla mattina alla sera senza dare fasti- Alto, magro, il bel viso stravolto dalla stanchezza, il dio a nessuno? Povera Italia perché un senegalese

24 migranti occupa il corridoio vuoto del tram col suo borsone? certi avvenimenti che sfi dano il mito degli italiani Perché ha avuto la bella idea di portare la sua pel- brava gente: sgomberi di poveracci senza altro po- le nera fi no a queste latitudini, per andare a vive- sto dove andare, sindaci che governano le loro città re in un qualche affollato appartamentino sulla via scacciando lavavetri, mendicanti e senzatetto; faci- Prenestina, dove probabilmente un padrone di casa norosi che si improvvisano sceriffi organizzando spe- italianissimo incassa l’affi tto sottobanco, esentasse, dizioni punitive nei campi nomadi; politici e prelati un tanto a posto letto e brandine anche davanti alla che uniscono le forze contro la costruzione di un porta del cesso? Povera Italia perché quel ragazzo si luogo di culto per immigrati; cittadini e istituzioni sbatte sul tram dalle prime ore del mattino lascian- che alzano barricate per impedire ai rifugiati di rag- dosi alle spalle un quartiere che politici e palazzinari giungere un posto dove passare la notte. hanno fatto crescere selvaggio, squallido, senza ser- vizi e infrastrutture, per gonfi arsi le tasche di denaro La parola “razza” pubblico, infi schiandosene dei bambini che cresco- no fra traffi co e immondizia? A un dibattito ho incontrato una docente afroa- Non fu che un piccolo episodio ma a me parve un mericana che studia questioni razziali. Mi ha inte- assurdo paradosso. Nella mia personale simbologia, ressato il suo punto di vista, non solo perché come l’immagine classica dei nostri difetti nazionali: noi, nera americana ha avuto inevitabilmente a che fare sempre pronti a piegare la testa di fronte ai potenti, in prima persona col pregiudizio, ma anche perché per antico senso di sottomissione e per accurato cal- aveva appena terminato un periodo di ricerca in Ita- colo di convenienza; sempre pronti a prendercela coi lia sul tema. Era stata colpita dal nostro assoluto più deboli, per sfogare le nostre frustrazioni. rifi uto di parlare di “razze” per riferirci a persone di- Oggi, navigando fra social media, blog e stampa verse per etnia, cultura e colore della pelle. Secondo online sono testimone di attacchi ben più gravi. Re- lei gli italiani, in questo modo, negano l’evidenza del sto a volte incredulo, spaventato dalla violenza dei razzismo che si sta diffondendo nel paese, rifi utan- commenti di tanti lettori; annichilito dalla loro cat- dosi di osservare in modo obiettivo la realtà, fatta di tiveria, espressa senza vergogna dietro la protezione gruppi umani oggettivamente diversi fra loro. Si era del tastierino del telefono. Troppi, nella rete, sono resa conto che gli italiani hanno in genere il terrore diventati spavaldi giustizieri di povera gente, pronti di pronunciare quella parola, “razza”, quasi che il a chiedere la pena di morte, la tortura, il linciaggio di suo suono evocasse qualcosa di terrifi cante. migranti e rom per piccole supposte infrazioni o per Nel suo paese le cose vanno diversamente: il ter- il semplice fatto di vivere nelle nostre città. mine è usato dalla comunità scientifi ca e general- Eppure quella corsa di tram mi è rimasta impres- mente accettato. Ha valore giuridico, lo utilizzano le sa nella memoria. È un ricordo che negli ultimi anni istituzioni, la polizia, i giudici, i media, i religiosi. è tornato a visitarmi spesso, specie in occasione di Nelle scienze sociali si parla di razze umane e un

migranti 25 matrimonio fra individui con diverso colore della pel- razzisti o xenofobi, il fatto resta che l’intolleranza si le è ancora oggi defi nito “interrazziale”. è diffusa come un virus, con risvolti sconcertanti. Ho il sospetto che la differenza dipenda in primo Non è raro assistere ad attacchi violenti, anche se luogo dal diverso peso che quella parola ha nelle due solo verbali, nei confronti degli stranieri; la protervia lingue: in italiano suona forte, inaccettabile, utiliz- con cui spesso ci si rivolge ad essi fa pensare che zarla con la stessa disinvoltura degli anglofoni sa- qualcuno si senta portatore di una sorta di diritto di rebbe impossibile, signifi cherebbe sostenere l’idea superiorità; l’indifferenza con cui lasciamo che chi che davvero esistano più razze umane. Secondo può li sfrutti e li tratti come schiavi, come è accaduto quella studiosa, invece, questa reticenza ci spinge a e accade a Rosarno e in tanti altri luoghi, costringe ignorare la realtà dei rapporti fra italiani e migranti a rifl ettere. Non siamo nemmeno più maggioranza nel nostro paese, minati dal pregiudizio. silenziosa, piuttosto maggioranza vociante. Non riesco a darle ragione, penso che la situa- zione italiana sia molto diversa da quella degli Stati Valvola di sfogo Uniti, paese la cui prosperità ha radici nello schia- vismo e dove il razzismo è una realtà storicamente Qualche anno fa ho partecipato ad un progetto di incastonata nelle stesse istituzioni e non è riferita ai monitoraggio che puntava a denunciare notizie di- soli migranti ma riguarda principalmente i cittadi- scriminatorie o di incitazione all’odio razziale nella ni americani non bianchi, che scontano a milioni il stampa italiana.1 Nella cronaca di importanti giorna- prezzo di una secolare marginalità. li scovavo articoli sciatti e malati di pregiudizio, nei Quell’arguta professoressa non mi ha convinto ma quali si chiedeva a gran voce lo sgombero di campi mi ha spinto a pormi delle domande. Mi sono chie- nomadi o si reclamava il pugno duro contro la pre- sto da quando il termine razza, riferito agli esseri senza nei centri storici di zingari e venditori ambu- umani, è divenuto tabù nella nostra lingua. La mu- lanti. Fra i quotidiani da controllare mi era toccata tazione potrebbe essere più recente di quanto non in sorte la Padania, organo della Lega. Erano i tempi sembri. Mussolini parlava di razza nei suoi discorsi in cui Cécile Kyenge era ministra dell’integrazione ed deliranti e il fascismo fu apertamente, ideologica- io, che non avevo mai sfogliato quelle pagine, nem- mente razzista. Nel 1938 dieci cosiddetti scienziati meno per caso, rimasi sconvolto dalla violenza raz- pubblicarono il manifesto della razza, che divenne la zista degli attacchi contro di lei.2 La Kyenge non era base pseudoscientifi ca delle leggi razziali approvate presa di mira per le idee o il programma ma in quan- da lì a poco: norme ignobili che inventarono la razza to donna dalla pelle nera, africana, dunque straniera italiana e uffi cializzarono discriminazione e persecu- agli occhi di chi la attaccava, benché giuridicamente zione sistematica degli ebrei e di altri gruppi umani cittadina italiana. Che una donna africana fosse di- presenti sul territorio della penisola. ventata ministro della pur odiata Repubblica pareva Non è quindi poi così lontana l’epoca in cui ci sia- alla Lega inaccettabile e la campagna era quotidia- mo scritti razzisti anche nella legge: razzisti uffi ciali. na, serrata, umiliante e violenta. Quell’esperienza Il tempo in cui ci siamo defi niti ariani e abbiamo mi mostrò come fosse possibile sprofondare nel pre- mandato via dalle nostre scuole studenti e professori giudizio più becero, schernendo e umiliando l’altro ebrei, per poi condannarli a morte nei campi di ster- fi no a negarne l’umanità. Quelle letture mi davano minio, è terribilmente recente ed è durato fi no all’ul- malessere, vergogna. Mi facevano temere che stessi- timo atto della ridicola “era” fascista. Non so quanti mo scivolando lungo una china senza ritorno. italiani, all’epoca, abbiano giudicato negativamente Il germe così si è diffuso, infettando il tessuto so- quelle norme assurde, non credo che qualcuno si sia ciale. L’insulto razzista è stato sdoganato. Un’inse- dato pena di elaborare statistiche. gnante milanese, da molti anni impegnata nell’in- Oggi si parla, a volte, di cittadini eroici che ri- serimento dei ragazzi stranieri, mi racconta di come schiarono la vita per nascondere ebrei fuggitivi, mai sia diffusa l’intolleranza fra i suoi studenti italiani. dei simpatizzanti, dei delatori o della maggioranza Sempre più di frequente esprimono sentimenti raz- silenziosa che vide scomparire dalle classi i ragazzi zisti, con un repertorio di banalità e stereotipi quasi ebrei ma non disse nulla. Forse oggi ci rifi utiamo di certamente appreso in famiglia. Quei ragazzi sem- parlare di razza per non rievocare i fantasmi di un brano impermeabili a qualsiasi tentativo di ragiona- passato molto vicino, che dovrebbe farci tremare di re su questi temi, avvolti nei loro pregiudizi, indiffe- indignazione ed arrossire di vergogna; un passato renti alla sorte dei migranti, insofferenti per la loro frettolosamente seppellito, su cui troppo poco si è presenza. Nutrono convinzioni diffi cili da scalfi re: il indagato. Non parliamo apertamente di razze uma- dubbio non fa parte del loro scarso bagaglio cultura- ne, come fanno gli americani, ma c’è, oggi, chi si op- le e si infastidiscono fi no a divenire aggressivi se si pone ai bambini stranieri nelle scuole, riportando in cerca di argomentare. vita i fanatismi del trentotto. Sono convinto che ogni cultura contenga in sè i Ho letto analisi di studiosi che distinguono fra germi dell’intolleranza e del razzismo. Ogni comunità razzismo e xenofobia e sostengono, con qualche evi- ha una sua naturale tendenza alla chiusura, alla dif- dente contraddizione, che gli italiani non sono raz- fi denza nei confronti dello straniero, del diverso. An- zisti, ma in Italia il razzismo sta crescendo. È certo che nel mondo globalizzato restiamo tribali e i quar- importante evitare semplifi cazioni linguistiche ma, tieri delle grandi città hanno confi ni invisibili, fi nisco-

26 migranti no per avere qualcosa in comune con i più sperduti Così, ogni tanto, mi torna in mente quel piccolo villaggi. Quasi certamente ognuno di noi coltiva, più episodio su un tram romano, ai tempi di mani pulite. o meno consapevolmente, qualche sua intolleranza, Tangentopoli è passata, come passa una tempesta. per non parlare del campanilismo, che è un tratto di- Quando alla fi ne le acque si sono calmate i potenti si stintivo dei popoli italici. sono rimessi in piedi, riciclati, autoassolti, cambiati d’abito ma sempre al timone, sempre ricchi, dopo Circondato da facce nere aver rubato e sperperato il denaro pubblico, coi loro appartamenti, gli yacht, i loft e tutti i privilegi che Non ci dobbiamo per forza scrollare di dosso tutte né il senegalese col borsone, né il pingue romano, le antipatie e le idiosincrasie, o farci diventare sim- avranno mai. patica, ad ogni costo, ogni altra cultura umana. Non Mi chiedo che fi ne abbiano fatto quei protagoni- si chiede, ovviamente, di accettare le violazioni dei sti di una scena da fi lm neorealista. Il senegalese, diritti umani, le donne prigioniere in casa, le spose oggi non più ragazzo, forse è fi nito nei guai, attratto bambine, le schiave del sesso o le mutilazioni geni- magari dai più facili guadagni della malavita roma- tali per un malinteso senso di rispetto culturale. Si na. Oppure è tornato al suo paese e ha aperto un tratta piuttosto di riconoscere e cambiare le stortu- ristorante. Il pingue romano sudato, con la maglietta re della nostra società e cultura nel rapporto con lurida tirata sulla pancia, forse è ancora in giro su gli stranieri che arrivano da noi; di non utilizzarli quei tram, avanti e indietro fra centro e periferia, a come valvola di sfogo delle nostre frustrazioni, non vociare sugli stranieri che oggi li affollano più di al- indirizzare verso di loro la rabbia che dovremmo in- lora. Magari, esodato dalla legge Fornero o disoccu- vece dirigere verso il potere che ci condiziona la vita pato dal Jobs Act, si è ritrovato a fare la fi la assieme e produce emarginazione e povertà, alimentando la agli africani, per un pasto caldo alla mensa della Ca- follia capitalista che rende sacrifi cabili sull’altare del ritas di ponte Casilino, chissà. “Povera Italia”, avrà profi tto tutti gli esseri umani che non ce la fanno. pensato allora ancora una volta, circondato da facce Se la data del mio pensionamento si è allontanata a nere, povere come la sua. dismisura e se i miei fi gli trovano solo lavori sfruttati e sottopagati non è colpa degli stranieri ma della leg- Renzo Sabatini ge Fornero, del Jobs Act e di tutte le nefandezze che negli ultimi decenni hanno spinto il paese e il mondo 1 Iniziativa dell’associazione 21 luglio. Per approfondimenti: 21lu- verso una sola, maledetta direzione. Verso quel ba- glio.org/21luglio/manifesto/ ratro ci hanno costretto Reagan, la Thatcher e tutti 2 Il leghista Calderoli, all’epoca vice presidente del Senato, la coloro che, dopo di essi, hanno sposato l’ideologia defi nì pubblicamente “orango” durante un comizio. liberista, non gli sbarchi di migranti.

migranti 27 9999 fi ne pena mai a cura di Carmelo Musumeci

re di vino. Di rosso quel giorno c’era solo quello del Dal carcere di malsano pomì. Ora Signori, se avete la pazienza di seguirmi vi Massama/ racconto del perché in questi posti succedono spes- sissime volte cose stupide. Quando successe il fatto che sto per raccontarvi, Quei pranzi di una volta alla settimana ci veniva permesso di com- prare al sopravvitto alcune cose fra le quali la carne, Ferragosto (senza e un giorno stabilito alla settimana ci venivano con- segnate. Quell’anno quel “miserabile ferragosto”, si è carne né vino) permesso di cadere due giorni prima di quel giorno stabilito, e, qui nasce il problema… avrebbero dovu- to anticipare la consegna della spesa di due giorni. In questo numero lascio spazio nella mia rubrica al Un bel “casino”, per gli addetti a quel manicomio... compagno Mario Trudu, uno dei più vecchi ergasto- Non si poteva fare!? Mica potevano scomodarsi ad lani, con più anni di carcere fatti e con il lontano fi ne anticiparci la spesa!? Mah… Siamo matti?! pena 31 dicembre 9.999. In carcere non c’è niente di Io penso che molte persone al posto del cuore buono. Il carcere non può fare bene. Il carcere ti rende hanno un blocco di marmo, e come dissi davanti solo più cattivo. E ti prepara a esserlo sempre di più a un Tribunale di Sorveglianza, introducendo il di- per il futuro. E di solito gli ergastolani sono cadaveri scorso da affrontare: “Spero di non trovarmi davanti vivi in attesa di morire, ma Mario è diverso da tanti a delle persone che al posto del cuore hanno un altri perché lui continua a lottare e a scrivere, vivo fra blocco di marmo, o una codina”, e notando un po’ di i morti. perplessità, aggiunsi: “Forse molti di voi non sanno Carmelo Musumeci cos’è una “codina”. Spiego. Una codina è quella parte della pianta che sta Buon giorno Signori della rivista “A”, sottoterra, scura, tutta deforme, brutta, con le radici oggi pur essendo uno dei più vecchi galeotti di aggrovigliate in mille distorte forme, e la puoi bat- questo stato, eviterò di parlarvi come mia abitudine tere, la puoi colpire con un piccone quanto ti pare, di carcere, della sua gestione, diffi cile da capire, ma non la vedrai mai sanguinare, non la vedrai mai almeno per me, di condanne, di condanne ostative, lacrimare, anche se fa parte del regno dei viventi, per di ergastolo, di ergastolo ostativo, di giustizia, di in- il fatto che anche lei nasce, cresce e muore. Ma per giustizia, tutti argomenti forti, sempre dibattiti, ma sanguinare e lacrimare deve essere anche umana, e mai ascoltati. non lo è…” (e l’effetto dell’ordinanza di quella udien- Oggi ho deciso di mettere da parte questi argo- za fu che mi concessero un mese di avvicinamento menti, anche perché come dissi altre volte per par- colloquio al carcere di Nuoro). lare di queste cose in maniera chiara e completa do- Molte persone con cui ho avuto a che fare negli vrei avere a disposizione tanto, tanto tempo. Dovrei ultimi 40 anni, sono come quella “codina”, mancano essere immortale, ma non lo sono. di umanità. Eppure sono persone libere, alla sera Per questo ho deciso di parlare di cose meno com- rientrano a casa dalla loro famiglia, dai loro fi gli... plicate, diciamo pure più “allegre”. Voglio parlarvi di Dovrebbe esistere anche il fattore ‘rispetto’ per le feste, magari di uno dei 38 Natali passati qui dentro, nostre famiglie, che nei periodi di festa con tanto sa- di una delle tante Pasque, di un Ferragosto. crifi cio, e tanto amore, tramite il colloquio ci portano Voi direte: ma l’argomento è sempre la galera! quanto di più buono le loro possibilità economiche State tranquilli questo è un raccontino simpatico. permettono. E se fosse subentrato il fattore umano, Ecco, vi parlerò di un dei tanti ferragosto passati per quelle feste avrebbero potuto concederci di met- tra le ingarbugliate maglie dello stato italiano. Me tere in frigo il mangiare del giorno del colloquio (cosa ne viene in mente uno in particolare. Un ferragosto che negli altri giorni non ci permettono), e avremo anemico, anemico nel senso che a tavola mancava il potuto passare un ferragosto non anemico, ma con a rosso della carne, e perché no il rosso di un bicchie- tavola il rosso della carne portata dai nostri cari. Ma

28 carcere questo non è stato possibile, e per questo motivo di dandomi un po’ di isolamento, che bravi!! Ma questo rosso il giorno c’era rimasto soltanto quello dell’ira. episodio non cadeva di ferragosto, beh… Ve lo rac- Oggi vi ho parlato di un ferragosto particolare, dei conto anche se è un doppione dell’episodio che vi suoi colori che non c’erano, ma non pensiate che ho appena raccontato... Maledetti doppioni!! Le cose nella mia lunga carcerazione sia solo questo giorno brutte si ripetono sempre... “degno” di essere ricordato. Eh no! Almeno altri due Ne parlai a un mio caro amico, il Professor Mat- meritano di essere citati: quello del 1979 e quello del teo Guidi, che vive a Barcellona, ma frequentemen- 1987, accomunati dallo stesso lutto, perché tutti e te viene in Italia perché insegna all’Università di due li ho vissuti durante un isolamento totale dura- Urbino. L’amico mi chiese di scrivergli una relazio- to più di un anno. ne su cosa comportava l’isolamento. E così fra le al- Qui ‘totale’ vuol dire privato di tutto. Al mio fi an- tre cose gli raccontai anche questo episodio. Come co il giorno c’era soltanto l’aria ho sempre detto a me piace la che respiravo, ma pure quel- solitudine, mi nutre delle cose la arrivava a fatica visto che la più belle e inimmaginabili... mia fi nestra era quasi murata Ma quel giorno, arrivata l’o- del tutto perché era a bocca di ra di mettere mano al secondo lupo. Alle volte, avendo sentito che era una fettina, vi giuro che in televisione la gente dire ‘crepi desiderai con tutto il cuore di il lupo’, anch’io ogni tanto tra me essere in compagnia di alme- dicevo: “crepi il lupo”. Sperando no altre tre persone, per averla che esplodesse quel muro e mi vinta su quel pezzo di carne. facesse passare più aria in modo Provai in tutti i modi a tagliarla da poter respirare normalmente. ma senza riuscirci... Come dis- Ma quel bastardo di lupo non è si in quella relazione, se avessi mai crepato, e nemmeno credo avuto a portata di mano la caf- sia mai ‘esploso’ colui che ave- fettiera moka (che mi aveva- va progettato le bocche di lupo. no tolto perché ero isolato, ma Ecco che quel giorno a Buon tanto non avrei potuto farmi Cammino (carcere di Cagliari) il caffè che nemmeno quello e arriva l’ora di pranzo. Era il 15 tutto il resto potevo avere...), agosto 1979. Preparo il tavolo che avrei preso la fettina l’avrei non c’era (meno male che sono appoggiata sul termosifone abituato a vivere le cose in modo e l’avrei massacrata di colpi virtuale), al suo posto c’era una per ammorbidirla un po’. Ma mensolina ad angolo incastrata la fame era tanta, avendomi fra un muro e l’altro, la sua am- proibito di avere del mangiare in cella diverso dal piezza non permetteva di mettere due piatti insieme vitto che passava l’amministrazione... e alla fine e, per non farmi mancare niente, il cesso era situato presi la fettina e la ingoiai intera come avrebbe fatto di fi anco a me, senza nessun riparo intorno, che po- un cane, un serpente. tesse evitarmi quella “splendida” e vomitevole vista. La paura era tanta: rigida com’era pensavo che Che bello il water... bianco, tranne che all’interno. si sarebbe ribellata e da un momento all’altro si Ecco che arrivano le “portate”: pasta al sugo bella sarebbe aperto uno squarcio nella mia pancia schiz- rossa, un’insalata di pomodori e una fettina ai ferri. zando fuori andando a sbattere sul soffi tto! Finito Assaggio la pasta che per staccare un pezzo da un quel lussuoso pasto non sparecchiai nemmeno, mi altro ci voleva un piccone o il tritolo, ma ero abitua- buttai sulla branda, poggiai le mani sullo stomaco e to a questo, quindi niente paura... come sempre non lo persi di vista per un bel po’. Vi assicuro non è l’ho tagliata a pezzi e chiudendo gli occhi cercavo successo niente, meno male che a quei tempi ero di di immaginare che stessi mangiando pasta a forno stomaco sano e forte. tagliata a cubetti, veramente buona… Magari un altro giorno vi parlerò del ferragosto Arriva il momento della fettina. Dio mio! Come del 1987. avrei potuto tagliarla, se anche i coltelli di plasti- Concludo, se non vi ho parlato di cose più serie ca che mi passavano erano senza dentatura... Era (anche se per me quanto raccontato è più che serio) come se prima di darmeli li sfregassero nel muro, è perché consapevole che uno nella mia posizione forse avevano paura che mi sarei tagliato le vene può dire qualsiasi cosa, ma a causa del nostro pas- suicidandomi (e per di più di un anno di isolamento sato tutto viene annullato, abbrutito. Ogni cosa vie- è stato sempre così, si vede che si fornivano sempre ne vista come cosa detta da una persona arrogante, dalla stessa ditta). presuntuosa, ma io penso che sia il modo di vedere, Questo mi porta alla mente un altro episodio si- di certe persone carenti di civiltà e di saggezza. mile successo 24 anni dopo nel carcere di Spoleto, sempre in isolamento. Sarà che sapevano che ama- Mario Trudu vo stare da solo e ogni tanto mi venivano incontro Carcere di Massama (Or)

carcere 29 Lettera da New York testo e foto di Santo Barezini

mai depresso, la mente minata da quella terribile vi- L’isola invisibile cenda. Il 6 giugno 2015, dopo aver superato brillante- mente gli esami di maturità, Browder si è impiccato. Non si tratta di un caso isolato. Nelle celle di Ri- “Né schiavitù né servitù devono esistere negli Stati kers passano ogni anno quasi 100.000 detenuti e Uniti o nei territori soggetti alla loro giurisdizione, la popolazione media quotidiana è di circa 10.000: eccetto come forma di punzione per un reato per il l’85% di questi non ha mai avuto un regolare proces- quale si sia ricevuta una condanna”. so. Sono detenuti in attesa di giudizio senza mezzi (Costituzione degli Stati Uniti d’America, per pagare la cauzione oppure condannati che han- tredicesimo emendamento, 1864) no patteggiato una pena, colpevoli o innocenti che fossero, solo per evitare guai peggiori. Tanti fi nisco- “Non fatemi vedere i vostri palazzi, ma le vostre no nelle maglie della legge per errore, distrazione o carceri, perché è da esse che si misura il grado di malizia delle autorità. Nelle celle sovraffollate, fra i civiltà di una nazione”. sommersi e i salvati, si deve imparare in fretta l’arte (Voltaire) della sopravvivenza e per fi nire in isolamento basta il capriccio di una guardia. In un pomeriggio di fi ne estate ho pedalato nel Nel 2008 lo strano caso di una studentessa quat- traffi co nervoso del Bronx, fra capannoni industria- tordicenne della Pennsylvania, condannata a tre li e rimessaggi, lungo l’argine dell’East River. Vole- mesi di carcere per un’innoqua vicenda goliardica,1 vo avvistare l’isola di Rikers che sapevo essere là, ha portato alla luce una sordida storia di corruzio- in mezzo al fi ume, non troppo distante. Ma le alte ne, passata alle cronache come “Kids for Cash”:2 per recinzioni e l’aria sporca di bruma mi hanno fatto anni due giudici avevano ricevuto cospicue bustarel- desistere. La scena surreale, da thriller, deve avermi le dal gestore privato di due carceri minorili, in cam- suggestionato. Una sottile angoscia mi ha assalito bio di dure sentenze che assicuravano ai due istituti e ho deciso di battere in ritirata, con le ruote che di pena un fl usso continuo di giovani detenuti, gene- sembravano affondare nell’asfalto caldo. Quando ho rando enormi profi tti. I due avevano intascato oltre superato il cavalcavia, lasciandomi il fi ume alle spal- due milioni e mezzo di dollari e infl itto pene spro- le, ho tirato un sospiro di sollievo. porzionate a migliaia di giovani. Una commissione Sull’isola c’è un mostro: la prigione più affollata dovette riesaminare gli atti di oltre 6000 processi e degli Stati Uniti, il carcere minorile più controverso. organizzare assistenza psicologica per centinaia di Fino a poco tempo fa lo ignoravo. Se non hai un pa- vittime dei due loschi magistrati. rente rinchiuso la dentro puoi vivere qui tutta li vita Uno scandalo venuto alla luce quasi per caso, senza sapere del mostro, nel cui ventre vivono pre- ma non una situazione anomala: è l’intero sistema cariamente migliaia di ragazzi affastellati nelle celle giudiziario ad essere corrotto, denuncia l’ACLU, in- di una delle prigioni più pericolose del paese, proprio fl uente organizzazione di difesa dei diritti civili, cri- qui, nella grande mela. ticando il ruolo e la funzione dei Local Prosecutors, Uno di questi ragazzi si chiamava Kalief Browder, i procuratori distrettuali,3 asse portante del sistema sedicenne afroamericano del Bronx, arrestato nel giudiziario. È davanti ad essi e non nelle aule di giu- maggio 2010, accusato di un furtarello. Il ragazzo stizia che si decide la stragrande maggioranza dei protestò la sua innocenza ma Il procuratore stabilì casi. Il dato è agghiacciante: pubblica accusa, avvo- una cauzione di tremila dollari, una cifra insosteni- cati difensori, testimoni, giuria e giudici, 97 imputati bile per la famiglia, e lo fece rinchiudere, in attesa di su 100 li vedono solo nei fi lm. Niente habeas corpus4 giudizio, nel carcere sull’isola, in un’ala con seicento per loro. altri giovani detenuti. Browder rimase in quell’infer- Negli uffi ci distrettuali, assistiti da difensori d’uf- no per tre anni, due dei quali passati in cella di iso- fi cio inetti e demotivati, gli arrestati vengono minac- lamento, rifi utando il patteggiamento e continuando ciati dai procuratori di sentenze durissime e costi a protestare la sua innocenza, che venne fi nalmente insostenibili in caso di ricorso al Tribunale. Finisco- riconosciuta nel maggio 2013 da un giudice che lo no così per patteggiare la pena, anche se innocen- rimandò a casa, con tante scuse. Ma Browder era or- ti. Negli ultimi decenni il legislatore ha inasprito le

30 New York pene e conferito sempre maggiori poteri ai Local Pro- diali si trova nelle galere statunitensi: un altro re- secutors, con conseguenze spaventose: se negli anni cord della superpotenza imperiale. Neanche i regimi ’80 un furtarello poteva costare a un ragazzo l’asse- più autoritari hanno le carceri piene quanto il paese gnazione per qualche mese a lavori socialmente utili, della libertà. In maggioranza i detenuti vengono dal- nel 2017, per lo stesso reato, si rischiano fi no a sette le fasce più povere e dalle minoranze. In trent’anni anni di carcere. Ho appreso con orrore che questi le donne detenute sono aumentate dell’832%, più procuratori distrettuali non sono giudici ma politici, del 60% sono afroamericane e ispaniche. Sono in eletti a livello locale, spesso senza studi adeguati alle aumento i giovani che fi niscono nelle maglie della spalle, più attenti alla prossima scandenza elettorale giustizia e i sociologi parlano di School to prison pi- che all’interesse della giustizia. peline,6 il percorso che porta i bambini svantaggiati direttamente da scuole autoritarie e fallimentari alla Con l’autunno alle porte, strada, alla galera. Sono tornato a cercare l’isola, con l’autunno alle esitante porte, esitante. Con la mia cavalcatura da sioux di Gli abusi sono perciò all’ordine del giorno e, in città mi sono avventurato sull’isola di Randall, che mancanza del giusto processo, previsto peraltro dal- sorge nelle acque dello stesso fi ume, poco più a sud. la Costituzione,5 le vittime non hanno alcuna possi- Ho galoppato sotto l’intreccio di ponti e cavalcavia, bilità di dimostrare la propria innocenza. L’avvoca- fra il verde brillante dei campi da gioco che si sta- ta Anne Moore ha rivelato che nel corso del 1998, glia sull’acqua scura del fi ume. Palazzi e grattacieli quando era difensore d’uffi cio in un distretto della brillavano sull’altra sponda, ma di Rikers nessuna California, su 900 accusati il procuratore ammise traccia. L’isola pulsava invisibile, avvolta in un velo il ricorso al tribunale in un solo caso. Gli altri 899 impenetrabile. Ho ripreso la strada di casa avvolto furono costretti al patteggiamento, sotto minaccia di dall’inquietudine. pene più severe. Non si parla qui solo di reati minori: Lo stato spende 247.000 dollari all’anno per ogni negli anni 2000 David Protess, professore di gior- detenuto di Rikers, 22.000 per ogni studente di New nalismo investigativo alla Northwestern University York. Il rapporto fra detenuti e guardie carcerarie a dell’Ilinois, salì agli onori della cronaca, assieme a Rikers è di uno a uno, uno a quindici quello fra stu- un gruppo di studenti, per aver dimostrato l’inno- denti e professori in un’aula scolastica della grande cenza di una quindicina di detenuti, fra cui cinque mela. A New York ispanici e afroamericani rappre- condannati a morte, che furono così salvati dalla sentano il 56% della popolazione ma sono l’89% dei pena capitale. detenuti di Rikers. Dati che parlano da soli. Dagli anni ’80 la popolazione carceraria negli USA Quella dell’incarcerazione di massa negli Stati è cresciuta vertiginosamente, fi no a divenire la più Uniti è una sporca storia di politica, corruzione e af- numerosa al mondo. Un quarto dei detenuti mon- fari. Una storia del capitalismo a cui tutti i presiden-

National Black Theatre, Harlem, New York - Detenute incatenate. Da una mostra sul carcere

New York 31 ti, da Nixon a Obama, hanno dato un loro contribu- sfruttano il lavoro gratuito dei prigionieri, consenti- to, chi per entusiasmo ideologico, chi per sete di pro- to dalla vergognosa eccezione scritta nel tredicesimo fi tto, chi per omissione. Colpisce scoprire che il più emendamento della Costituzione, che nel 1864 abolì accanito di tutti sia stato un certo sassofonista, sa- la schiavitù, mantenendola però per i detenuti. Le lito agli onori delle cronache per ben altre questioni prigioni USA sono i contentori di un’enorme forza e generalmente considerato un buon presidente de- lavoro: milioni di uomini e donne senza paga e senza mocratico. Negli anni novanta Bill Clinton spinse per diritti. L’isola di Rikers ha oggi una superfi cie quat- l’approvazione di leggi draconiane e dichiarò guerra tro volte più estesa di quella originaria, soprattutto alla droga. Le squadre speciali lasciarono molte vit- grazie al lavoro schiavizzato dei detenuti. time sul terreno7 e le prigioni si riempirono di poveri. Sulle carceri speculano anche le autorità locali Negli otto anni di potere clintoniano la popolazione delle zone ove sorgono gli istituti penitenziari, gra- carceraria statunitense è letteralmente raddoppiata, zie a un trucco demografi co: le contee includono mi- da uno a due milioni. Con l’esercito americano oggi gliaia di detenuti nel censimento della popolazione stazionato in Afghanistan a proteggere le coltivazioni residente, lucrando così su maggiori fi nanziamenti di papaveri che i talebani avevano fatto distruggere, federali. Le casse comunali si gonfi ano così grazie mi sembra chiaro che di quelle leggi ha sofferto la alla presenza sul territorio di persone che, però, non povera gente, non i cartelli della droga. usufruiscono di alcun servizio e non hanno diritto Il paese della libertà riempie le patrie galere di in- di voto. nocenti, come un volgare regime e, visto dalle celle umide di Rikers, il sogno americano è un incubo. Ma Un mostro cosa ha cambiato il corso della storia nella seconda metà del novecento? a New York Per gli studiosi la risposta ha un nome: “Prison Siamo tornati al teatro africano di Harlem, mia Industrial Complex”.8 A partire dagli anni ’70 certi moglie ed io. Andava in scena: “The Peculiar Pa- gruppi di affari hanno posato gli occhi sul sistema triot”, scritto e interpretato da Liza Jessie Peterson. carcerario, diventato terreno di caccia. È iniziata al- Un lungo, appassionato, brillante monologo, am- lora la pressione sulla politica che ha portato, con bientato nella sala colloqui di un ipotetico carcere. l’approvazione di una serie di leggi ad hoc, alla mu- Lo abbiamo visto due volte. La Peterson, afroame- tazione del sistema giudiziario e alla privatizzazione ricana, attrice, poetessa, drammaturga, educatrice di quello penitenziario: tanti nuovi detenuti hanno e attivista impegnata nel movimento per i diritti dei equivalso a tante nuove carceri da costruire, arre- detenuti, ha scritto un’opera di straordinario spes- dare, gestire e sorvegliare; un business miliardario sore e l’ha portata con grande maestria sul palco- in continua crescita. L’intreccio di interessi, econo- scenico. Ci ha letteralmente stregati. Ma ancor di mici e politici, oggi defi nito “complesso penitenzia- più ci hanno colpito i dibattiti che, sempre, seguo- rio industriale” ha fatto sorgere in pochi decenni un no lo spettacolo. In entrambe le occasioni il pub- universo concentrazionario disseminato sul vasto blico, prevalentemente afroamericano, era scosso e territorio del paese. commosso e le discussioni sono state ricche, parte- Nel 2015 la regista Ava DuVernay, lavorando alla cipate, appassionate. produzione del documentario “Thirteenth”9 ha sco- Nel monologo della Peterson molti spettatori ave- perto con orrore che i testi delle leggi che hanno vano visto andare in scena la loro vita: chi aveva un cambiato il corso della giustizia penale e consegnato fratello o un genitore dietro le sbarre, chi un marito. il sistema penitenziario nelle avide mani dei privati Donne che, per passare un’ora coi propri cari, si fan- furono predisposti dai tecnici di ALEC,10 una lobby no ogni domenica sedici ore di autobus fra andata fi nanziata dagli industriali, i cui esperti lavorarono e ritorno e affrontano le umiliazioni delle ispezioni fi anco a fi anco con governo e parlamento per assi- corporali che precedono il colloquio. Uomini che da curare l’approvazione di quelle norme, disegnate per ragazzi hanno subito assurde condanne e oggi fanno garantire il profi tto dei loschi affaristi che li foraggia- volontariato fra i detenuti. In quelle serate ci siamo vano. Così i politici hanno consegnato la libertà dei resi conto di quanta gente, che vive attorno a noi, ha cittadini degli Stati Uniti nelle mani di speculatori avuto a che fare con il carcere. senza scrupoli. In pieno autunno ho inforcato ancora la bici, per Ne hanno tratto enormi guadagni i costruttori di andare a cercare l’isola. Com’è possibile vivere qui e centinaia di nuovi istituti di detenzione, le ditte cui non aver mai visto il mostro che vive sulle acque del le carceri sono state date in gestione, le polizie priva- fi ume, proprio oltre le cime dei palazzi che vedo dalle te, le industrie specializzate in tecnologie della sor- fi nestre di casa? Mi sono avventurato nel Queens, veglianza e della repressione, quelle che forniscono questa volta, ma su quella sponda ci sono le piste le carceri di prodotti alimentari scadenti, l’industria di un aeroporto, un grande depuratore, enormi po- farmaceutica che ne rifornisce gli ambulatori, per- steggi. L’isola mi è sfuggita ancora. Per vedere dav- sino le compagnie telefoniche, che hanno ottenuto vero Rikers bisognerebbe avere qualcuno da andare appalti d’oro per installare gli apparecchi da cui i a trovare la dentro, nella pancia del mostro e presto detenuti possono comunicare con i familiari al costo nemmeno quello sarà più possibile. La nuova fron- di esorbitanti tariffe. Ne guadagnano le industrie che tiera della tecnologia carceraria, la videoconferenza,

32 New York sta eliminando l’ultimo contatto umano per i dete- 7 Non solo tossicodipendenti, le cronache raccontano di estranei nuti: niente più visite dei familiari ma collegamenti uccisi per errore. Famoso il caso di John Adams afroamericano video. Un altro business, un altro diritto negato. di Lebanon, Tennessee, assassinato nella sua abitazione da C’è un mostro, qui a New York, che sorge fra le poliziotti antidroga, entrati in forze al civico 70 di Joseph Street, acque del fi ume che accarezza Manhattan a est. anziché al 1120 della stessa strada, dove era stata segnalata Nessuno lo vede. È proprio vero: si può vivere con una fabbrica clandestina di stupefacenti. Un errore clamoroso il lager nei pressi e ignorarlo. Diecimila ragazzi ogni amplifi cato dal fatto che il signor Adams era invalido, molto mattino cominciano lì la loro precaria, pericolosa amato nella comunità, disarmato, massacrato da numerose giornata, nella città scintillante, la grande mela che pallottole mentre guardava la tv nel salotto di casa. non dorme mai, coi grattacieli di cristallo ed i turisti 8 https://en.wikipedia.org/wiki/Prison%E2%80%93industrial_ a fare shopping; nel paese che si fa modello di demo- complex. L’espressione prende spunto dal “complesso militar- crazia e libertà per il mondo intero.11 industriale” di cui aveva parlato Eisenhover in un famoso in- tervento del 1961. Santo Barezini 9 Il documentario, del 2016, affronta il tema dell’incarcerazione di massa negli USA. Si veda: “Tredicesimo emendamento” su 1 Hillary Transue aveva creato su Myspace una pagina in cui A 420, pagine 73-76. prendeva in giro il vicepreside della sua scuola. 10 American Legislative Exchange Council. https://www.alecex- 2 “Ragazzi in cambio di contanti”. Vedi: https://en.wikipedia.org/ posed.org/wiki/ALEC_Exposed wiki/Kids_for_cash_scandal 11 Ho qui solo sfi orato l’argomento, ovviamente vastissimo. Per 3 ACLU: American Civil Liberties Union. illuminante il breve fi l- chi volesse approfondire, oltre alle fonti già citate nell’articolo, mato che si può visionare in questo link: https://www.youtube. segnalo i lavori sul tema di Angela Davis, Micheal Moore, Mumia com/watch?v=NkYcn8TZEUc Abu-Jamal e David Protess. Molti dati sono disponibili negli 4 Nel diritto anglosassone, il principio che tutela il diritto di co- annuari statistici uffi ciali ma è prezioso soprattutto il lavoro noscere la causa del proprio arresto e di vederla convalidata da di ricerca e di denuncia dei tanti gruppi che si occupano di un magistrato. carcere fra cui la Women’s Prison Association; Just Leadership 5 Sesto emendamento della Costituzione: l’imputato ha diritto al USA; Close Rikers Campaign; The Fortune Society; College & giusto processo, alla difesa, ad essere giudicato da una giuria Community Fellowship. Moltissimi riferimenti sul complesso indipendente, conoscere le accuse rivolte dai testimoni a carico, penitenziario industriale sono facilmente reperibili su vari siti nominare testimoni a discarico. digitando, appunto, “Prison Industrial Complex” in un qualsiasi 6 La conduttura che porta direttamente dalla scuola alla prigione. motore di ricerca.

National Black Theatre, Harlem, New York - Cella di isolamento. Un’installazione

New York 33 Trentasette anni fa a cura della redazione

Con l’uscita di “A” 89 (febbraio 1981) si apre il lizza la situazione socio-sindacale iberica, rifiutando secondo decennio di “A”. Tempo di bilanci: a tracciarlo qualsiasi ipotesi di prospettiva di rivoluzione “operaia” è Nico Berti, con un denso saggio del significativo titolo ed entrando nel dibattito “organizzativo”. Visto a di- “Dieci anni di A-pensiero”, in cui sottolinea il ruolo svolto stanza, un approccio “iper-critico” che non aiutava a dalla rivista sul doppio binario di una riaffermazione dei comprendere la realtà. E questo pone la difficoltà per valori e delle scelte politiche fondanti, un secolo prima, noi, spesso, di trovare contributi sereni ed equilibrati l’anarchismo e – al contempo – il profondo rinnovamento per cogliere la presenza anarchica e libertaria in altri del patrimonio storico-ideologico anarchico, grazie a Paesi. un’attenzione e sensibilità orientate verso il nuovo che Una stimolante intervista a Giorgio Gaber è realizzata si muove nella società. Interessante che Berti, andan- da Luciano Lanza all’indomani – in particolare – dell’u- do al di là del proprio identificarsi con i primi quattro scita della canzone “Io se fossi dio”. Titolo dell’intervi- anni di “A” - quelli della fase “iniziale”, particolarmente sta: “Io se fossi Gaber”. Una bella chiacchierata, che dedicata (anche tramite arti- conferma l’originalità del suo coli dello stesso Berti) anche approccio ma anche la sua alla riaffermazione della netta profonda sensazione di im- distinzione pratica e teorica potenza: che non è mai stata tra pensiero anarchico e pen- la nostra. siero marxista – colga positi- E poi droga, cinema, eco- vamente l’inizio di quel lungo logia e autogestione. processo di apertura di “A” In chiusura un piccolo dos- all’ecologia, al femminismo sier dedicato a Pietro Gori (e all’anarco-femminismo) e (Messina 1865 / Portoferraio in genere a tendenze e movi- – Isola d’Elba 1911) una del- menti non necessariamente le figure più note e influenti anarchici ma sicuramente del movimento anarchico di anarco-compatibili. Avremo lingua italiana. Ne viene pub- modo di ritornarci, in questa blicata un’arringa, una delle rubrica. tante nella sua professione di Numerosi i temi di attualità avvocato. E Cesare Bermani, che caratterizzano questo nu- un ricercatore (e un amico) mero. La copertina e l’articolo che spesso si è occupato di di apertura sono dedicati alla storia anarchica, scrive per campagna sulla strage di Sta- “A” un articolo (“Anarchia in to, seguendo le vicende giuri- pentagramma”) che davvero dico-politiche del processo a segna lo stato dell’arte dell’in- Valpreda ed altri, all’epoca a fluenza di Gori nella storia Catanzaro. “A” riferisce della della musica e più in generale vasta mobilitazione degli anarchici un po’ in tutta nella storia del movimento operaio e socialista, ben al Italia, mentre numerose forze che si erano mobilitate di là dei confini dell’anarchismo. in passato ora stentavano a riprendere la battaglia. Che è un po’ anche il fine della nostra rivista: una I due interni di copertina sono dedicati a foto di rivista anarchica, ma non per sole anarchiche e anar- macerie e distruzioni dopo il terremoto dell’Irpinia. chici. Una rivista che sappia parlare con “gli altri” e Francesco Codello (“Dopo il terremoto... lo Stato”) con loro dialogare. Compito che, come lo si voglia va- analizza il post-terremoto in Campania e sottolinea la lutare, anche questo n. 89 ha inteso realizzare. E, se vitalità (e la nocività) dell’intervento della Chiesa. E il proprio vogliamo dirla tutta, anche questo n. 421 che Centro redazionale della provincia di Napoli analizza la hai tra le mani. E un po’ tutta la serie dei 421 numeri realtà del capoluogo e dell’economia di vicolo, sempre finora usciti. dopo le scosse telluriche. Un anarchico spagnolo, Pep Castells i Casellas, ana- ■

34 trentasette anni fa Rassegna libertaria

Mondo beat/ Vincenzo Galante Il mondo di Papà bligo di leva, l’egemonia dei due blocchi Beat che è anche una sorta di ritratto di (Nato e Varsavia), il consumismo e i mo- Ma prima del Antonio Di Spagna, uno dei protagonisti delli della diseguaglianza; su quest’ultimo ‘68 ci fu il ‘67 del movimento, scomparso di recente tema vennero citate pure parole di Papa e che tutti chiamavano “Papà Beat”. Il Giovanni XXIII: “Gli esseri umani sono tutti lavoro di Galante nasce anche come uguali per dignità naturale: nessuno può Si avvicina il cinquantenario del ‘68, testimonianza per rimettere in ordine dei obbligare gli altri interiormente”. Intorno l’anno del riversarsi nelle piazze degli tasselli nella storia della controcultura a “Mondo Beat”, che uscì solo in sette studenti, della ribellione giovanile contro del Paese: “Papà Beat” e suoi compagni numeri, nacquero una serie di manifesta- la società dei papà. Di certo verranno - che avevano come punto di ritrovo i gra- zioni pacifi ste e culturali. Quando giunse promossi ovunque eventi ed iniziative e dini sotto la statua di Vittorio Emanuele la fi ne delle sue pubblicazioni mensili, anche gli organi di informazione non si II in piazza Duomo - vennero scambiati “Papà Beat” e tutti gli altri “fi gli dei fi ori” lasceranno sfuggire la ghiotta ricorrenza da pezzi della società meneghina e degli presero percorsi separati, ma lasciarono per riproporre analisi di ogni genere: per organi di polizia e delle istituzioni per tos- in eredità un patrimonio di idee e battaglie tessere odi al fenomeno o condannarlo. sicodipendenti e pericolosi sovvertitori avanguardiste di cui il ‘68, in parte, se ne Ma prima del ‘68 ci fu il ‘67 e gli anni dell’ordine precostituito, ma erano solo appropriò senza però farne tesoro fi no in appena dietro in cui in Italia, specie nelle dei sognatori di un mondo-altro, degli fondo, a custodia degli anni (tremendi) grandi città, sulla spinta dei movimenti idealisti non politicizzati che si ispira- che seguirono. underground sviluppatisi negli vano a Gandhi e leggevano Stati Uniti e in vari Paesi Bertrand Russell. Mimmo Mastrangelo dell’Europa, emersero Frange di intellet- gruppi (sempre gio- tuali e di giornalisti vanili) che caratte- li attaccavano, ma rizzarono gli inizi c’era pure chi pre- Rave/ della stagione del- se le loro difese la controcultura. come Giorgio Una storia Un fenome- Bocca, Camilla pesante no minimizzato e Cederna, Um- trascurato stori- berto Eco e il po- camente, che però eta Alfonso Gatto il È uscita l’opera prima (letteraria) del anticipò il vortice delle quale scrisse: “Li trovo mitico dj e musicista milanese Pablito el tensioni politiche sessan- esteti, moderati, docili. Drito dal titolo Once were ravers. Cro- tottesche. Tra i gruppi più at- Cercano un autore: ma tra nache da un vortice esistenziale per tivi che nel 1967 “scossero” la Milano loro potrebbe esserci un Messia. E noi la casa editrice AgenziaX (Milano, 2017, del tempo - culla del boom economico certamente lo metteremmo in croce”. Nel pp. 168, € 14,00). amministrata da giunte di centro-sinistra, novembre del 1966 Antonio Di Spagna- Lo ammetto subito. Quando l’autore “capitale morale” e della cultura, ma Papà Beat e i suoi compagni di avventura, me lo ha regalato ho pensato che io ho perbenista e rigida nei costumi - ci fu il Vittorio Di Russo, Gerbino Melchiorre, sempre odiato i rave e soprattutto quello “Mondo beat” dei “capelloni”, dei “fi gli dei Gennaro De Miranda, avevano dato alle che si sono portati dietro, ovvero: droghe fi ori” i quali citavano Henry Miller (“voi vi- stampe “Mondo Beat”, la prima testata pesanti e pochi contenuti, oltre ad amici vete domani e ieri, io vivo solamente oggi. dell’universo underground nazionale, che hanno perso cervello e vita; ma leg- Perciò vivo in eterno”) e sognavano di dar pubblicata in ciclostile nei locali del gendo questo romanzo che corre a 200 vita ad una società nella società, cioè ad circolo anarchico “Sacco e Vanzetti” in all’ora ho dovuto almeno in piccola parte un modello di vita comunitaria impostato viale Murillo a Milano. cambiare idea. sulla pace, l’uguaglianza, l’obiezione di Il periodico si presentò non solo da Il libro ha un protagonista, Ernesto, coscienza, la difesa dell’ambiente, la megafono dei “beatniks”, ma in una libera un quasi pischello che al tramonto dei libertà sessuale. tribuna mirante, da una parte, a svecchiare vent’anni lascia il lavoro e decide di de- A riaccendere un faro su quel mi- un certo linguaggio delle lettere e dell’in- dicarsi alla sua passione, la musica, il crouniverso della stagione del ribellismo formazione e, dall’altra, a confrontarsi con nomadismo, i rave, oltre - inutile dirlo - alle è il docu-fi lm (anno: 2012) del regista gli altri gruppi giovanili, a rigettare l’ob- droghe pesanti e al sesso. Stupisce molto

cultura 35 pensare che se l’autore del libro è il per- Un romanzo ironico, a tratti poetico sonaggio principale oggi sia ancora vivo e amaro, un punto di vista originale sul e capace di parlare e scrivere; signifi ca mondo dei rave. che probabilmente era immune a tutte le sostanze buttate giù senza troppa paura Andrea Staid in quel periodo della sua vita. Il libro è ambientato negli anni del berlusconismo, ma si focalizza soprattutto nel dopo G8, un periodo di estrema crisi USA/ per movimenti politici e controculturali. Il testo è scritto bene, molto diverten- American Psycho te, anche se in certi momenti mi sono ieri e oggi innervosito molto perché anche io ho vis- suto quegli stessi anni ed ero dalla parte opposta, quella che cercava di limitare i American Psycho di Bret Easton Ellis festoni, che spingeva le feste libere dalle (1991) è, secondo me, un brutto libro. sostanze, dal sessismo, sperando di far Delle oltre cinquecento pagine che capire che le droghe pesanti usate in lo compongono, infatti, almeno trecento modo massiccio sono un enorme arma sono superfl ue, ripetitive ben oltre l’osses- dello stato per tenere le masse giovanili sione e fi no alla noia. Di queste trecento, al loro posto senza critiche, pronte a poi, almeno la metà sono di una violenza “brasare” completamente le loro menti gratuita, compiaciuta, orripilante. appassionato di palestra, moda e ristoranti che potrebbero essere ancora non ad- Eppure il libro comincia bene. Le pri- esclusivi; il “ragazzo della porta accanto” domesticate al capitalismo. me centocinquanta pagine sono un vero che nel tempo libero tortura prostitute e Purtroppo sono convinto che in quegli gioiello di scrittura. Non vi succede prati- cameriere, sbeffeggia mendicanti e ogni anni Novanta si sia prodotta proprio una camente nulla, ma il mondo degli Yuppies tanto li uccide; Patrick Batesman, insom- specie di fabbrica del divertimento, che della New York anni ‘80 è radiografato ma, ha un solo idolo, un solo inarrivabile prevedeva regole precise e che non hanno con precisione da entomologo e tutta la modello di comportamento e riuscita: portato a nulla di buono per i movimenti crudele ironia che si merita. Il protagonista, Donald Trump, l’uomo che oggi si trova politici e per la cultura underground. poi, è indimenticabile: diffi cile trovare un a capo del più potente apparato bellico- L’autore però non è acritico e fa capire personaggio più spaventoso e comico industriale al mondo. al lettore che non tutto era positivo e (contemporaneamente!) di Patrick Ba- Ecco il lettore nuovamente scaraven- divertente e che una volta che si riesce tesman, bravo ragazzo pettinatissimo e tato nel bel mezzo del peggiore horror a uscire dall’onda profonda della droga maniaco omicida. della sua vita. Salvo che non è un ro- e del divertimento ci si rende conto che Poi la violenza prende il sopravvento. manzo. Non si possono saltar le pagine sotto l’effetto delle sostanze sintetiche Sembra chiaro che il proposito di Bret o chiudere il libro. sembrano tutti amici, ma spente le luci Easton Ellis consiste nel prendere per la psichedeliche, ammutoliti i sound system e mano il lettore, accompagnarlo fi n poco Enrico Bonadei svanita la scenografi a fi abesca, si capisce oltre l’ingresso di un bel romanzo psi- presto che intorno ci si ritrova ad avere cologico, satirico, arrabbiato, per poi lì, solamente colleghi, clienti e competitor. improvvisamente, abbandonarlo nel bel mezzo del peggiore horror della sua vita. Berneri/ Solo che, una volta realizzato l’effetto- sorpresa, tutto è tirato un po’ troppo per le Non Camillo, lunghe. Finiscono per stufarci le stralunate ma Giovanna ossessioni del caro Patrick e sentiamo sempre più forte la tentazione di saltare e Maria Luisa pagine e capitoli, tanto che va un po’ spre- cato persino l’intelligentissimo fi nale, che Il libro di Giorgio Sacchetti Eretiche. invece nella trasposizione cinematografi ca Il Novecento di Maria Luisa Berneri (Mary Harron, 2000) è esposto in tutta la e Giovanna Caleffi (Biblion, Milano sua irrisolvibile ambiguità. 2017, pp. 134, € 13,00) contiene un Ma allora perché rileggerlo oggi? necessario recupero delle due fi gure di Perché è diffi cile non sussultare di Maria Luisa Berneri e Giovanna Caleffi , meraviglia e spavento alla lettura di un spesso ricordate semplicemente come dettaglio, uno solo, e, a distanza di mesi, fi glia e moglie di Camillo Berneri. non tornare a sussultare ogni volta che ci Se è vero che portano avanti il suo torna in mente. Il protagonista di questa pensiero, possiamo dire che il ricordo del storia, infatti, il broker macinagrana diplo- loro amato si trasforma nel motore che le mato in una delle migliori [sic] università muove: come lui non si fermano davanti americane; il vicino di casa di Tom Cruise, a niente, hanno una grande capacità di

36 cultura analisi dell’attualità ed una sensibilità non punto di riferimento per il dibattito teorico religiosa che caratterizza lo stagnante comune. Le loro fi gure non vivono all’om- sull’anarchismo ma anche per altre cor- ambiente culturale italiano”. Una rubrica bra del Berneri ma sono certamente in renti di sinistra del nostro Paese. Oltre molto seguita è Conversazioni tra amici, grado di camminare da sole: fanno propria che dell’antimilitarismo la rivista si occupa che ospita personaggi anche illustri come la sua eredità culturale e politica, svilup- di temi importanti come l’emancipazio- Gaetano Salvemini o Ignazio Silone, e pano il suo pensiero e lo arricchiscono ne femminile, il controllo delle nascite e sottolinea la funzione di dialogo della della loro visione di genere. la pedagogia d’avanguardia, argomenti rivista, caratteristica delle pubblicazioni Negli ultimi anni grazie al lavoro dell’ar- spesso dimenticati a favore di un dibattito anarchiche che non aspirano a trasmet- chivio Chessa-Berneri ed ai convegni più politico. tere una verità bensì fornire strumenti organizzati, si sono analizzate con più Sacchetti studia minuziosamente i per il dibattito. profondità le personalità di queste due contributi alla rivista della Caleffi per rico- In ricordo della fi glia maggiore fonda la donne che vissero gli eventi cruciali del struire la sua fi gura e ci mette al corrente Colonia Maria Luisa Berneri per “sottrarre Novecento sulla loro pelle. La loro capaci- del suo metodo di lavoro: riusciamo a farci i fi gli dei nostri compagni bisognosi alle tà di analisi dell’attualità di quel momento, un’idea delle personalità di queste due varie interessate opere assistenziali” che il loro slancio per la condivisione delle donne non solo grazie all’analisi metodica funziona non senza diffi coltà economiche a idee, il dibattito collettivo e lo smuovere Piano di Sorrento dal 1951 al 1957, e poi coscienze, risulta davvero sorprendente a Ronchi (Massa Carrara) dal 1960. Que- per noi così immersi nel mondo capitalista sto progetto di pedagogia antiautoritaria, ed assuefatti alle sue categorie. come sognava Maria Luisa, termina due Come ben ricorda l’autore, troviamo anni dopo la morte della sua ispiratrice, nei loro scritti e nel loro lavoro “un’inna- nel 1964. turale continuità fi glia-madre” dato che L’instancabile attività di entrambe e è per prima la giovanissima Maria Luisa la loro capacità di analisi lega indissolu- dall’Inghilterra a farsi notare poichè molto bilmente le loro vite all’attualità di quegli attiva nella propaganda e nelle pubbli- anni, vicende che abbiamo la possibilità di cazioni. Già nel 1936 è segnalata dalle ripercorrere attraverso questa importante autorità italiane a Londra, e a 18 anni è monografi a. una delle più giovani donne schedate dal regime. Insieme al marito Vernon Ri- Valeria Giacomoni chards formano la redazione della rivista di Spain and the World (1936-1938), poi di War Commentary (1939-1945) e infi ne di Freedom (1939-1945). La loro A proposito di Iris/ posizione antibellicista, contraria all’idea di una “guerra giusta” contro il fascismo, Una cooperativa fa guadagnare loro la simpatia di alcuni dei loro scritti, ma anche attraverso gli agricola in settori della sinistra e addirittura dell’e- scritti minori, o semplicemente la scelta sercito; vengono infatti accusati di attività dei temi e del materiale da recensire. Le Pianura Padana sediziosa antinazionale: le loro campagne loro lettere poi costituiscono un’inedita contro i bombardamenti di massa e la mappa dell’esilio negli anni Quaranta e “Quando stai per arrivare alla cascina pubblicazione di Fight! For what? anda- dimostrano la fi tta rete di relazioni sociali, Corteregona, la casa di Iris, la strada vano certo contro il sentimento patriottico altra eredità del Berneri. diventa una sottile lingua catramata che e la costruzione di un’identità nazionale Gli stralci riportati dalle riviste ci per- scorre in alto, sopra canali che lambisco- a cui si voleva contribuire con la guerra. mettono di conoscere la loro voce in prima no dolcemente i campi, e tu che guidi Gli interessi di Maria Luisa spaziano persona e l’entusiasmo che le muoveva puoi osservare da una posizione privi- dalle condizioni dei lavoratori in Russia, nella diffusione delle loro opinioni. Per legiata, campi coltivati senza soluzione sulle quali pubblica nel 1944 una raccolta quanto riguarda Giovanna la delusione per di continuità da ogni lato… La cascina di scritti, agli studi di psicologia che si con- la riorganizzazione dell’Italia nel dopoguer- ti offre il lato che costeggia la strada, al cretizzano nell’analisi dell’opera di Reich ra è il leit motiv dei suoi interventi: critica il centro c’è un murales che rappresenta Sexuality and Freedom (articolo pubblicato crescente potere dello Stato, affermando dei campesinos sudamericani e questo nel 1945). Il suo lavoro più grande è certo che si è combattuto contro il fascismo primo colpo d’occhio colorato e caldo ti Viaggio attraverso Utopia, un’accurata ma ora ci si abbandona ad uno Stato svela che questa non è una cooperativa disamina delle utopie dal passato fi no ai democratico che non è tanto diverso. agricola come le altre.” Le impressioni suoi tempi, pubblicato dopo la sua morte Insiste sulla continuità del fascismo che descritte da Monia Andreani sono molto improvvisa a soli 31 anni nel 1949 a causa avendo forgiato menti gregarie continua simili a quelle che ho avuto io stesso un di complicazioni post-parto. ad essere presente anche nel popolo mattino di fi ne giugno varcando la soglia Dal 1946 invece la madre Giovanna della sinistra, che si proclama antifascista di questa coop. Caleffi aveva fondato la rivista Volontà a ma ancora desidera “essere comandato”. Ero là per partecipare a “Un giorno Napoli insieme a Cesare Zaccaria dove Contesta fortemente l’ingerenza della in cascina” la festa aperta a tutti che la porta avanti una serie di temi cari anche Chiesa nello stato e nelle questioni di Cooperativa Iris tiene ogni anno nella alla fi glia e diventa negli anni Cinquanta tutti i giorni, come “l’etica sessuofobica propria sede di Calvatone. C’è da dire

cultura 37 che la semplice cascina, come ce la po- vuole fare percorsi simili nell’ambito della tremmo immaginare, ha lasciato il posto cooperazione”. ad una ampia e strutturata fattoria. Monia Un libro scritto con partecipazione, Andreani, professoressa di Teorie dei che a tratti forse pecca di eccessiva en- Diritti Umani all’Università per Stranieri di fasi per l’oggetto della ricerca, che ha il Perugia, ha condotto una ricerca dove ci merito di offrire al movimento libertario e racconta la storia di Iris, i suoi esordi e il solidale degli utili strumenti di rifl essione suo presente, le incognite legate alle sue sui possibili e praticabili percorsi di uscita attuali trasformazioni. Il testo di questa dall’economia capitalista. ricerca è contenuto nel libro Biologi- co, Colletivo, Solidale. Dalla fi liera Orazio Gobbi agricola alle azioni mutualistiche pubblicato dalle Edizioni Altreconomia nel 2016 (Milano, pp. 128, € 13,00). Andreani per oltre un anno è stata L’inventrice a stretto contatto con le persone che del Sistema/ hanno visto nascere e diventare adulta “la Iris”, come viene familiarmente chia- Cronache mata, e ne ha raccolto le testimonianze. Molte testimonianze che raccontano una (on-line) storia lunga quasi 40 anni, sbocciata sul di fantapolitica fi nire degli anni ‘70, gli anni che ricor- questo scopo vengono citati i princìpi diamo come quelli della grande ondata fondativi di Iris che non solo fanno ri- Alessandra Daniele ha finalmente rivoluzionaria e creativa, politica ed esi- ferimento all’agricoltura biologica e al brevettato il modo di far pagare l’aria. stenziale. Anni che vedono protagonisti rispetto della fertilità naturale della terra, Da tanto tempo, da prima della Rivolu- un gruppo di ragazzi anarchici, libertari ma anche alla forma cooperativa come zione industriale, se ne parlava. Ma mai e comunisti della provincia cremonese proprietà collettiva a capitale non cu- nessuno aveva potuto stabilire come che insieme decidono di coltivare la terra mulativo, alla solidarietà e al mutualismo sarebbe successo. L’inventrice scrive con metodi biologici, ben prima dunque declinati all’ambito lavorativo e produttivo su Carmillaonline da quasi dodici anni, di quella che diverrà in seguito la “moda” della cooperativa e della fi liera che la ha iniziato con una serie di schede sugli industriale del biologico. Il loro intento è rifornisce e la sostiene. scrittori di fantascienza della Golden Age, chiaro: rispettare la natura intima della Iris negli anni ha avuto un ampliamento (Asimov, Sturgeon, Fredric Brown, Ro- terra, la madre che nutre tutti noi umani considerevole, la cooperativa agricola ha bert Sheckley, Philip K. Dick...) i quali, ci e non umani. assunto anche la veste di coop. industriale scrive “sono stati anche la mia principale Una scelta netta, in controtendenza alla nella produzione di pasta biologica, e re- fonte d’ispirazione, e non mi stanco di diffusione dell’agro-industria convenziona- centemente ha avviato un nuovo pastifi cio consigliare a tutti di leggerli”. le. Ma non si limitano a questo, vogliono a Casteldidone, a pochi km dalla cascina Le sue cronache di fantapolitica hanno fare gli agricoltori seguendo criteri di au- di Calvatone. Questa nuova impresa indu- raccolto un pubblico di entusiasti lettori togestione e di solidarietà, condividendo striale, fi nanziata anche con l’emissione da e di recente sono state collezionate in questi valori quando possibile con altri. parte di Iris di azioni mutualistiche, affi an- un ebook1. Ma la portata dei “brevetti” Il libro è denso delle testimonianze cata da una struttura per servizi educativi, di questa scrittrice è tale da meritare la di coloro che in qualche misura hanno culturali, ludici e la recente costituzione carta stampata, oggetto ormai feticisti- condiviso e tuttora condividono la vita della Fondazione Iris rappresentano per co, collezionato da Previti, bianchi fogli della cooperativa: i soci fondatori e quelli tutti i soci della cooperativa, e non solo profumati di inchiostro e status, sprecati lavoratori, i soci consumatori e quelli per loro, una nuova sfi da. per libri bianchi di Fabio Volo. fi nanziatori, e non mancano gli ammi- Questa recente “metamorfosi” può Lo si capisce da subito, si è di fronte nistratori e gli abitanti di questa parte indurre noi lettori a porci alcune domande, ad una visione limpida, pitagorica, dello di campagna cremonese. Attraverso le Andreani ci offre una risposta esemplifi - scenario politico italiano (ma alcune istan- testimonianze in particolare di Maurizio cativa: “La cooperativa Iris può essere tanee sono dedicate alla guerra globale). Gritta presidente di Iris, di Paolo Morelli e considerata una realtà medio-grande nel Pensiamo ad esempio alla geniale previ- Fulvia Mantovani vengono illustrati gli av- panorama dell’economia solidale italiana sione del nuovo partito post PD... il PD, venimenti che nel corso del tempo hanno che è costituita per lo più da aziende pic- cioè il Partito Demopratico. Oppure alla portato a modifi care l’organigramma della cole o piccolissime. Quello che è davvero defi nizione del Predariato, mutazione del cooperativa. La ricercatrice sottolinea più grande in Iris è il tessuto organico, perchè Precariato, il nuovo rapporto tra datore volte come Iris a suo giudizio abbia sal- pulsante e vitale, una vera e propria rete di lavoro e lavoratore: un contratto di vaguardato nel corso del tempo la forma eco-solidale che la cooperativa è riuscita lavoro a tutele crescenti che segua criteri cooperativa come autentica espressione con grande caparbietà a tessere negli evoluzionistici, per cui appena assunto dell’economia del bene comune, e invita anni: con la fi liera, con la rete economi- il lavoratore avrà gli stessi diritti di un il lettore a farne una comparazione con le ca tra le cooperative consociate, con il protozoo unicellulare. tante degenerazioni avvenute nel mondo sostegno alla sperimentazione portate L’Era del Cazzaro descritta dall’inven- cooperativo agricolo e industriale. A avanti dai GAS, con il sostegno a chi trice è un dejà vu, un “ritorno al Cazzaro”

38 cultura quale fi gura ricorrente (Mussolini, Craxi, Utopie concrete/ di infl uenze nel gruppo in modo simile Berlusconi) alternata a periodi di quare- al metodo dei sociogrammi. Mostra i sima, personaggio di una sorta di Ubik Né servi né limiti e le possibilità dell’infl uenza del (dall’omonima opera di P. K. Dick) in cui padroni gruppo, la valenza (ossia la capacità si alternano episodi quali “Il parados- di infl uenzare gli altri) degli individui in so dei gemelli” (Matteo e Matteo) e si funzione delle dimensioni del gruppo e attuano fantasiosi schemi politici, quali Tutti quelli che hanno esperienza di del tempo a disposizione, i limiti nella la “Repubblica presenziale”, quella cioè militanza (più o meno calda e intensa) nei capacità di trasmissione e arriva a defi - nella quale diventa premier chi ottiene gruppi politici (ma anche nel volontariato nire alcune caratteristiche strutturali del più passaggi televisivi. sociale) ricordano sicuramente le molte gruppo egualitario. La “cazzaria” è semplicemente, dun- situazioni in cui la “struttura informale” ha Centrale è la questione delle dimen- que, l’evoluzione da un “bi-polmonarismo avuto la meglio sulla “struttura formale” del sioni: “un gruppo umano caratterizzato perfetto” a quello in cui uno dei polmoni gruppo causando piccoli e grandi guai. da una qualsiasi struttura sociale non può riciclerà smog, grazie al bonus da 80 Formalmente si assumeva che ci fosse una funzionare se non a patto che il numero euro impregnato di un virus mutage- parità tra i membri del gruppo, che ci fosse dei componenti del gruppo stesso non no, a tutto vantaggio dell’economia che insomma un’organizzazione “orizzontale”, superi un numero limite che dipende dalla così riuscirà a vendere inquinamento. Lo mentre nei fatti e nelle situazioni concrete “valenza” e dalla “capacità di trasmissio- stesso iperrealistico sistema economico emergevano relazioni gerarchiche più o ne” proprie della specie umana. Questo benefi cia di un Welfare perfetto, quello meno occulte. numero limite lo defi niremo dimensione che invia all’italiano che non ha ricevuto A volte si arrivava a considerare que- critica del gruppo” (124). dall’Inps la busta arancione, una busta sta situazione come qualcosa di naturale, Da qui segue una conseguenza all’ap- altre volte invece imputabile a singoli parenza paradossale che in un certo membri del gruppo oppure ancora alla senso fa da cerniera tra le due parti e pressione del mondo esterno sul piccolo che riguarda la comunicazione: la co- gruppo. Qualunque fossero le ragioni municazione globale è impossibile. Ma si creavano dei confl itti che alla lunga come, nella società della comunicazio- potevano condurre alla disgregazione ne, si asserisce che la comunicazione è e allo scioglimento del gruppo. In effetti impossibile? Per quanto sia sofi sticata non è diffi cile capire perché la gerarchia la tecnologia impiegata, il superamento come struttura organizzativa sembra più delle dimensioni del gruppo critico fa sì stabile: ingessa i partecipanti e limita le che non ci sia comunicazione in senso scelte in funzione di obiettivi esterni e di proprio ma solo trasmissione unidirezio- una catena di comando che diffi cilmente nale dall’esito imprevedibile. È quella che può essere modifi cata ai livelli più bassi Friedman chiama la sindrome della Torre della piramide. Ma lo fa appunto a disca- di Babele. Qui forse si dovrebbe inserire, pito dell’autonomia degli individui. La ma non era forse nelle possibilità e nelle sfi da di un’organizzazione egualitaria, intenzioni dell’autore, una rifl essione più veramente orizzontale è davvero ardua approfondita sul ruolo dei social e degli ma è ciò che, con il mai dimenticato Colin smartphone oggi che coinvolgono miliardi Ward, si può chiamare “anarchia come di persone nel mondo1. nera con la comunicazione che l’importo organizzazione”. Nella seconda parte del libro l’autore della sua pensione è un numero negativo, Il libro di Yona Friedman, Come vivere tenta una sintesi generale che tragga le e che quindi dovrà versare un mensile con gli altri senza essere né servi né conclusioni dalle premesse sulla struttu- allo Stato. padroni (Elèuthera. Milano 2017, pp. 184, ra delle organizzazioni e delinea quella Se l’insieme dello stupidario politico € 15,00), come si spiega nell’introduzione che può defi nirsi un’utopia concreta del riassunto nel Cazzarometro vi divertirà, e nella postfazione, nasce da esperienze mondo povero che, per dirla in breve e l’analisi di Alessandra Daniele vi stupirà concrete: nei kibbutz, all’università, a con- in un modo che è familiare ha il sapore (o preoccuperà) per la sua teoria basica tatto con gli organismi internazionali (ad kropotkiniano della de-centralizzazione2. che tende a defi nire una “fi ne del futuro” esempio il Consiglio europeo). “Le grandi organizzazioni sono divenute ed a semplifi care l’universo mediatico- Friedman architetto e urbanista, autore ingovernabili perché tutte le istruzioni, politico in una chiarissima tesi: “… Renzi tra l’altro di Utopie realizzabili (riedito in che provengano dall’alto o dal basso, dimostra che è ancora Berlusconi il de- italiano nel 2016) è stato protagonista vengono comunque bloccate a un certo miurgo morente del nostro inferno privato, dell’architettura utopica negli anni Ses- punto del loro percorso” (129). costruito dall’immaginario televisivo ben santa. Questo libro originale, pubblicato Ecco la necessità di una de-centra- prima che politico”. per la prima volta più di quarant’anni fa lizzazione che crei dei sistemi economici e riedito da poco in Francia, è diviso su base regionale/locale (che defi nisce Francesca Palazzi Arduini in due parti dedicate rispettivamente economia di “serbatoi specializzati”), con alla dimensione micro e alla dimensione una distribuzione di beni e energia basata 1 L’Era del Cazzaro è disponibile in ebook macro. Nella prima ci troviamo davanti sul baratto, con una progressiva riduzione con licenza Creative Commons su a un saggio a fumetti in cui l’autore uti- del lavoro parcellizzato e dei trasporti. Un carmillaonline.com lizzando grafi e vettori, visualizza la rete mondo in cui il commercio è fortemente

cultura 39 essere schiacciati né dal senso di impo- Un meridione segnato positivamente tenza né da quello di onnipotenza. dalla solidarietà che regnava sovrana nei rapporti familiari, parentali e comu- Filippo Trasatti nitari, dal senso dell’aiuto attraverso lo scambio di reciproci lavori e favori, 1 Per un’analisi critica del fenomeno si veda che è stato umiliato, frenato e costretto ad esempio Nell’acquario di Facebook del alla ‘delega’ da un ceto oligarchico di gruppo Ippolita e il più recente Tecnologie del ‘professionisti’ della politica, che, con dominio. scopi affaristici, dall’800 in avanti, si è 2 Come ci ricordano i curatori il riferimento diret- prepotentemente assunto il compito, non to dell’autore è a Martin Buber che a sua volta senza profi tto, di fare da intermediario, conosceva Kropotkin e il pensiero anarchico. parassitario e dominatore, tra Stato e Go- verni e la gran massa di popolazione del sud, imponendo un modello di sviluppo capitalistica, che ha cancellato, con la Identità meridionale?/ sua logica del profi tto e del consumo, l’autoproduzione e le diversità locali, Il Sud e le sue sostituendo al senso del limite e della specifi cità misura, al creativo ‘perder tempo’ delle comunità meridionali, il credo del primato ridotto, quasi annullato, perché è venuta economico, della crescita illimitata e ad meno l’esigenza dell’accumulo e la logica Un Sud fuori dai luoghi comuni e ogni costo, del successo e del denaro dell’equivalenza. dagli stereotipi è quello che viene fuori come fi ni della vita. E in conclusione arriva ad abbozza- da una nutrita serie di saggi, raccolti e Scopo delle pedagogie meridiane re quella che defi nisce una “economia curati da Isabella Loiodice e Giuseppe (delle quali, i contenuti, le analisi e le animale”, che per l’autore non ha nulla di Annacontini (Pedagogie meridiane, proposte scorrono convinte e convin- peggiorativo e che non va confusa con Progedit, Bari, 2017, pp. 170, € 20,00) centi negli interessanti e densi saggi il primitivismo. “Un “mondo povero” nel che, rivisitando la natura e le caratteristi- di accademici e studiosi degli Atenei quale dei valori quantitativi non che dello spirito pubblico meridionale, meridionali) sarà quello di ridare stimoli ha alcuna ragion d’essere al pari del articolano l’idea di una pedagogia “del e motivazione al popolo del Sud per commercio, dove non si mangia più di Mezzogiorno e che guarda al Mezzo- ritrovare un modello alternativo a quello ciò che è necessario, dove si prestano giorno”, volta a dare alla gente del sud liberista e fallimentare che nel Sud ha e ci si fa prestare gli oggetti di cui si la coscienza delle sue più autentiche, prodotto solo devastazione ambientale, ha bisogno, oggetti che non vengono libere e progressive modalità di vita, di precarietà occupazionale (la scarsa e più accumulati per semplici “ragioni di relazione e di lavoro: molto diverse da disorganica industrializzazione non è prestigio”, io la defi nisco un’economia come, a lungo ed erroneamente sono riuscita a dare soluzioni durature e forti animale” (134). state tratteggiate, cioè come infi de, egoi- all’economia meridionale, accelerando La tecnologia continua ad esistere ma stiche, amoralmente familiste, passive, negativamente e al contempo, il declino in una forma che potremmo defi nire con arretrate e fatalistiche. Perché questo è dell’agricoltura) e sterminio dell’ infi nito Illich “conviviale” basata sull’autodeter- quanto tanta letteratura e saggistica mal patrimonio delle culture materiali e dei minazione, sulle conoscenze e sulle ne- documentata e tendenziosa ha saputo lavori e dei mestieri popolari. cessità dei componenti dei piccoli gruppi, raccontare del meridione, etichettandolo Senza rimpianto per il mondo arcaico senza sfruttamento né lavoro salariato. come subalterno e arretrato rispetto ad Alla fi ne di questo breve e intenso una presunta modernità. percorso, si resta senza fi ato. Si alzano Da un po’ di tempo, invece si riscopre gli occhi dal libro, ci si ricorda del mondo e si rivaluta una ‘identità meridionale’ in cui viviamo. E ora? fatta di altruismo, benevolenza, capacità Qui ci aiuta nella postfazione Bun uga di donare; caratteristiche positive di cui ricordandoci che Friedman parla di utopie è depositario l’individuo nel meridione, concrete e non totalizzanti. Riferendosi al che in larga misura, nel passato, vive- mutamento signifi cativo tra le due edizioni va i suoi buoni sentimenti dentro un del 1974 e del 2016, Comment vivre congeniale ambiente cittadino, dove entre les autres sans être chef et sans l’appartenenza sociale era scandita da être esclave?, in cui entre è oggi diven- un ‘tempo locale’ fatto di riti, feste, fi ere, tato avec, scrive: “Oggi realizzare utopie diverso, più denso e sensato, dal tem- concrete vuol dire produrre modelli ed po della storia generale e dove la città esperienze in confl itto e in concorrenza era il luogo dell’appartenenza civica, un con – avec – altri opposti o alternativi reticolo architettonico in cui tutto, dalle con i quali bisogna convivere e confron- piazze ai vicoli, era memoria di antiche tarsi” (174). storie e oggetto degli sguardi incantati Un buon punto di partenza per non dei viaggiatori europei.

40 cultura e per il folklore retrivo, negli interven- tanto da stare per lo più al buio, in una particolarmente ironica) e sono proprio ti presenti nel volume si analizzano le cripta che è rifugio, alcova, caverna, covo i volatili e la loro capacità di guardare contraddizioni della realtà meridionale e dalla quale percorre il suo labirintico tutto dall’alto, a suddividere in sezioni contemporanea e si propongono, ad am- sottomondo: una città segreta, “il gran i capitoli del romanzo, a differenziare le pio raggio, idee e soluzioni che possano privilegio di attraversare Roma senza salire “claustrofobie all’aria aperta” dell’oggi ridare speranza ad un futuro di autonomia allo scoperto” e di incontrare, soltanto per e di un passato recente alla ricerca di e libertà a genti che abitano terre che necessità, alcuni - e alquanto romanesca- una comprensione meno didascalica, furono, e sono, approdi accoglienti e mente strambi – personaggi. Per Lucio a scandagliare il tempo inglobato nello rispettosi delle diversità. Lunfardi, “l’abominevole ex giornalista e spazio, a svelare le dimenticanze. É così Per esempio: come scrive, nel suo come tale titolare di informazioni riservate”, che – ad esempio - gli anni ‘90, anni di intervento, a proposito di didattica plu- che via via acquisisce ogni sorta di appel- cornacchie, sono gli anni dei simulacri, rilinguistica, Rosa Galleli: “occorre im- lativo, tutto è fastidio, rumore, interferenza: delle fi ction inesorabili, della guerra in maginare un insegnamento della lingua nella memoria del suo vissuto trova alibi e diretta televisiva che appiattisce i senti- scritta che sappia teorizzare la particolarità conferme, speranze e disillusioni, affetti e menti e li rende virtuali nell’alternanza fra espressive dei vernacoli meridiani come passioni. “Essere adeguati signifi ca solo spot pubblicitari e massacri, che pianifi ca anche dei linguaggi non verbali che qui accettare, accettare tutto”. l’abitudine: “la rarefazione delle immagini si concentrano all’incrocio tra le storie No, lui non si adegua, ha le sue utopie, di guerra (…) fi niva per creare un’immane, di guerra e di pace; di dono e di furto, di i suoi riferimenti ideali e agisce. Il Lunfa ha un’assoluta, una sorprendente carenza di amore e di tradimento provenienti dalle un piano, svelato fi n dalle prime pagine. immaginazione”. infi nite sponde del Mediterraneo”. Roma deve essere distrutta, sommersa Ecco che il romanzo sovverte i canoni dalle sue stesse acque, inciampare per Silvestro Livolsi sempre nella melma informe: tanto che differenza c’è fra i sorci e tutti gli invasori che l’hanno trasformata in un luogo di pellegrinaggio per appetiti conformisti Un romanzo sull’Urbe/ o affaristici dove la violenza peggiore si consuma nelle stratifi cazioni di una legalità Ma a Roma ad uso e consumo di un mondo iniquo, c’è anche “A_” dove ogni speculazione ha la sua aureola, dove vige “l’intrallazzo eretto a regola e sistema, metodo, dogma”? É sempre notte. A Roma è sempre Come nel suo precedente romanzo notte. A Roma e, probabilmente, ovunque. La mappa, Giacopini inserisce una co- Una sensazione, un’oggettività? Roma protagonista femminile: un’antieroina è l’ultimo romanzo di Vittorio Giacopini che assume un ruolo fondamentale, non (Il Saggiatore, Milano 2017, pp. 414, € tanto per ciò che fa, ma per ciò che 21,00): ambientato nel 2014 con rimandi comunica, per il carisma che emana, ai decenni precedenti e agganci storici perché sa suggerire un’interpretazione locali ed internazionali. differente della realtà, anche quando tutto Una prima lettura mi ha suscitato quei appare immerso in una bieca linearità. “crampi del pensiero” capaci di sviare In Roma c’è Ariela, graffi tara dalla fi rma narrativi alla ricerca di linguaggi eretici l’attenzione: che Giacopini abbia voluto “A_” (variante della A cerchiata?) che che diventano parte integrante del rac- omaggiare l’Urbe e tutto ciò che la ca- riesce a superare le inevitabili e subdoli conto, un amaro sfogo privo di retorica: ratterizza in modo da rendere impalpabile diffi coltà di chi sceglie di “vivere contro” se la percezione è continuamente di- il confronto ad elementi più complessi, grazie a quel qualcosa in più che fi nge sturbata da interpretazioni indotte e se tracciando con esilarante sarcasmo un di non cogliere ma sa regalare, grazie alla disfatta sociale si può rispondere groviglio vischioso dove la quotidianità alle sue sfi de artistiche, alla ricerca di con irriverenza, il tempo degli sconti è inciampa sempre alla presenza ingom- spazi perduti, sempre sospettosa nei fi nito, bisogna modifi care le competenze brante di politici, suore, papi, palazzinari, confronti del potere, “tutti i poteri, quelli comunicative. Giacopini non si disco- faccendieri di ogni risma? Amore e odio? uffi ciali – contro cui era schierata da una sta dai temi a lui più cari, il suo ultimo Forse sì, ma non è tutto. Roma può avere vita – quelli ribelli complottardi parolai, libro – a tratti imprevedibile, epico o diversi codici di lettura. artistico-furiosi, avanguardistici”. In Ariela autobiografi co – sembra volerci accom- In primo piano si scorgono aspetti c’è l’energia della bella Zoraide de La pagnare, in un’alternanza di fl ashback dell’esistenza del protagonista che ra- mappa, anche se il richiamo esplicito è e dissolvenze emotive, nel ritrovare le senta una condizione di claustrofobica alquanto fugace. mappe della memoria, scovando magari alienazione (stilisticamente affi dati a lunghi A_ disegna ovunque “Uccellacci e fra i dubbi che emergono quando i sensi elenchi di assurdi souvenir, gratta e vinci, uccellini” (il rimando pasoliniano è un prendono il sopravvento e, accada quel passatempi, luoghi deturpati ma santifi - motivo conduttore di questo libro ricco che accada, chiunque si merita un po’ cati, immondizie di ogni ordine e grado, di citazioni letterarie, fi losofi che, musicali di sana solitudine! realtà cadute nell’oblio ecc. quasi a voler o cinematografi che a titolo di omaggio E se il Lunfa guarda il mondo dal bas- archiviare scampoli di vita senza scampo) o di sberleffo tanto da rendere la prosa so non è però incapace di individuare,

cultura 41 fra le peculiarità urbanistiche, un sentire Nella sua contraddittorietà il protagonista Identifi cati) e PGR (Per Grazia Ricevuta) più universale: si può sempre scegliere ama “vivere la propria autobiografi a con o VFGA (Votium Feci Gratiam Accepi) su fra subire o resistere, fuggire o sparire, puntiglio cartografi co, e con grazia”: una gentile concessione del marketing bene- distruggere o neutralizzare tutto un sa- geo-defi nizione per cogliere, dai luoghi se- detto. “Devoti e paraculi i romani, come pere che sapere che non è, ma merce! gnati dal tempo, un respiro critico purché ti sbagli?” e fra turisti, pellegrini e fascisti E che il “redivivo” possieda le mappe la geografi a non coincida con la piatta è tutta una nave che merita di affondare. dell’Urbe sotterranea, che si senta l’unico descrizione di una carta. Così l’acqua, per la quale si fanno le vivente fra spaventapasseri, che la sua É così che il centro di Roma, là dove “guerre guerreggiate” e le “guerre stri- sia un’utopia indolente, che confonda sta “Giordano l’abbruciato”, cambierà co- scianti”, ridiventa “fonte di vita”: il piano l’alfa con l’omega o inverta il principio e lore dopo che ne è stato sfrattato, o che “aberrante”, “liberatorio” e “futurista” di la fi ne, che si strugga fra il Che, Baku- il colle di Monteverde rimarrà associato una pace che è morte, “senza soluzione di nin, Cagliostro o Nerone, lo ritroviamo a al “clima sereno dell’infanzia”. Ma pro- continuità dal Mega-Catto-Bingo al Mega- scontrarsi con una “verità che nasconde babilmente mi sono lasciata prendere la Fatto” in una giornata speciale e simbolica il fatto che non c’è alcuna verità”: diventa mano su rifl essioni dal tono quasi didatti- per questa città “calamita e tiranna”... ma, prioritario sapersi orientare, eliminare co, tono che in Roma è assente. L’autore nello sfacelo, rimane un enigma. l’annebbiamento dello sguardo, rendere lancia sassolini, ma poi sembra divertirsi, E, se preferite, accendete la luce ma i pensieri meno rarefatti. ad esempio elevando ad acronimo le più sappiate che qui è sempre notte; nel Quanti hanno giocato a Risiko, su quel svariate locuzioni: da GCEM (Grande Crisi credere che Il mattino ha l’oro in bocca mappamondo srotolato ad uso e consumo Economica Mondiale) con la sua “fabbrica si fi nisce male: Jack (Lunfa) Nicholson di istinti bellici? E quanto sarebbe neces- di bolle” a GF (no, non il Grande Fratello, di Shining diretto da S. Kubrick ce l’ha sario ridefi nire geografi e e topografi e, ma il Gran Finale) e poi GTR (Grandi Temi insegnato! Buona lettura, ça va sans dire! uscire dall’ombra dei signifi canti di una Ricorrenti), CPBDM (Campionato Più Bello conoscenza apparentemente oggettiva? Del Mondo), OVNI (Oggetti Volanti Non Chiara Gazzola

Lettere dal futuro di Paolo Pasi

stupiti, voltarono le spalle al cielo contro la grande mano rossa che, La grande e cominciarono a scattare selfi e. dopo aver squarciato le nubi, se ne E i trentenni abbassarono la stava placida ad allungare verso mano rossa testa e guardarono nel cielo rim- l’umanità i suoi tentacoli di ovatta. picciolito dei loro tablet il rifl esso I missili non la scalfi rono, e otten- E un giorno la grande mano di quella poderosa e stupefacente nero l’unico risultato di avvelenare rossa apparve in cielo, squarciò le manifestazione che stava sopra di il pianeta in modo irreversibile. nubi e allungò le sue dita fi lamen- loro. E anche loro inviarono i video In una stanza in penombra ai tose verso la terra. Una tinta pur- dell’apparizione per condividere, confi ni del mondo connesso, un purea trasfi gurò il paesaggio… taggare, disegnare sulla rete gli centenario si preparò all’ultimo E i bambini alzarono gli occhi intrecci virtuali di fantasie stan- giorno di vita. Dal suo letto tese la al cielo, abbagliati dallo stupore dardizzate. piccola mano scheletrica verso la per quello spettacolo più potente E i quarantenni li seguirono a porzione di cielo che s’intravedeva di un arcobaleno, e si divertirono ruota. oltre la fi nestra aperta. La grande a giocare con la mano, disegnan- E la popolazione di mezza età, mano rossa, dopo giorni di im- do nell’aria intrecci e linee della atterrita dalla grande mano ros- mobilità, allungò ancora di più loro fantasia. sa, ci vide il segno di un’invasio- le sue dita, e il vecchio percepì il E gli adolescenti reagirono stra- ne aliena. I suicidi aumentarono, morbido contatto con la mano di niti, indecisi se scambiarsi il pri- così come le spese militari per una donna che lo chiamava a sé. mo bacio sotto il tetto della grande fronteggiare il pericolo. Si sentì di nuovo giovane. E se ne mano rossa o scambiarsi messaggi E i più alti esponenti di gover- andò felice. e immagini di quella visione. no, riuniti nell’assemblea degli E i giovani, più incuriositi che anziani, decisero di sparare razzi Paolo Pasi

42 cultura Antropologia e pensiero libertario di Andrea Staid

anche solo banalmente dai nomi dei capitoli… Rifl essioni su Ma partiamo dall’inizio come ti è nata la vo- glia di scrivere questo testo e perché hai scelto anarchismo e di non considerare il taoismo come una religio- ne ma come una visione del mondo profonda- mente libertaria? taoismo Premetto che mi dichiaro non colpevole dell’aver distinto taoismo religioso e taoismo fi losofi co. Innan- Taoismo e anarchia due visioni del mondo che zitutto perché la distinzione non l’ho fatta io ma il- solo per un lettore superfi ciale possono essere consi- lustri studiosi del pensiero cinese, in secondo luogo derate distanti, soprattutto per chi è appassionato di perché non so neanche bene se Daojia e Daojiao sia- alterità culturale più che di identità rigide e monoli- no davvero nettamente distinguibili. In ogni caso se tiche. Un tema che i lettori della rubrica “Antropolo- prendiamo per buona l’idea che il taoismo fi losofi co gia e pensiero libertario” troveranno ricco di spunti preceda quello religioso di 5-800 anni è evidente che e connessioni. stiamo parlando di una cultura molto antica che ha Finalmente anche in Italia qualcuno si è deciso ad dei connotati evidentemente libertari. affrontare le possibili connessioni tra tao e anarchia; Nota bene che non mi sogno affatto di dire che Giuseppe Aiello è riuscito ad approcciarsi alla tema- l’intero pensiero taoista sia libertario, ma che ci sono tica con serietà ma senza abbandonare la sua estre- alcuni aspetti che, opponendosi ad una concezione ma simpatia (più volte sono scoppiato felicemente a rigidamente statalista e gerarchica, interpretano il ridere durate la lettura) e capacità malatestiana di mondo secondo criteri del tutto differenti, ritenendo parlarci di temi profondi ma con fantastica chiarezza necessario per il raggiungimento dell’armonia uni- (Taoismo e anarchia. Le radici di un futuro senza versale un percorso (“Tao”) metodologico che diffi di Stato, La Fiaccola-Candilita, 2017). dell’etica – che era una roccaforte ideologica confu- Ho deciso di fargli qualche domanda su questa ciana – e incontri, interpreti e assecondi invece il sua nuova pubblicazione, una conversazione tra un perpetuo movimento della natura. antropologo appassionato di taoismo e culture asia- tiche e un militante libertario, scrittore e spacciatore Spiega brevemente chi è Laozi, l’uomo dai di libri. tanti volti e nomi… Neanche se mi paghi. Non si sa neppure se sia Caro Peppe, sono sincero, quando mi è arriva- una fi gura storica o un modo per personifi care una ta la tua mail che annunciava l’uscita del libro tradizione antichissima, se vogliamo azzardare un sono stato felicissimo, prima di tutto perché ti paragone improprio mi viene in mente il caso di stimo e anche i tuoi scritti che sono usciti pri- Omero. Solo che non mi pare che Omero sia mai ma di questo mi sono piaciuti molto, ma in que- stato santifi cato invece Laozi è diventato una delle sto caso centravi proprio un mio pallino, anar- fi gure divinizzate della religione taoista, cosa che ai chia e taoismo. Si tratta di due tematiche sulle razionalisti può non piacere ma che ha comportato quali, se si vogliono approfondire le possibili la possibilità, a mio avviso, di tutelare il Daodejing connessioni, diffi cilmente si trova della buona dalla censura e dal bando durante i millenni suc- letteratura in lingua italiana e il tuo libro ini- cessivi. Io direi che se uno vuol sapere qualcosa di zia a colmare questo vuoto editoriale. Questo Laozi ha come unica possibilità quella di leggere il vuoto mi ha sempre colpito perché in realtà le suo scritto, che come sai consta di poche migliaia di assonanze sono moltissime e fuori dal nostro caratteri, e farsi confondere le idee dai suoi versi, a piccolo paese sono in molti ad averne scritto. volte limpidi e a volte oscuri. Tanto che le interpreta- Basta pensare ai nomi dei capitoli di uno dei zioni sono disparate e non credo che qualcuno potrà principali testi Taoisti, lo Zhuangzi o Chuang mai dire una parola defi nitiva sul pensiero di Lao, a Tzu, titoli come Sull’uguaglianza di tutte le meno che non lo si contatti via seduta spiritica per cose, Vagabondaggi liberi e senza meta, direi chiarimenti. che punti di incontro ne possiamo trovare tanti

antropologia 43 Una lettura ottimista anarchici gradualisti e insurrezionalisti, delle quali (e a me piace) nulla mi frega. Ecco, a questo punto potrei inoltrarmi in un pro- Puoi parlarci dei concetti chiave del Taoismo lisso distinguo tra darwinismo classico ed evoluzio- wu wei e ziran? Cosa c’entrano con l’anarchi- nismo moderno tipo teoria degli equilibri punteggia- smo? ti, ma te lo risparmio se no è la volta buona che ti Anche qui, fi or di luminari e di accademici sapien- radiano dalla rivista. Una possibile interpretazione ti hanno scritto saggi in merito e non vorrei bana- di quei versi è che anche quando ci sembra di non lizzare. Le traduzioni più frequenti dei due concetti poter fare nulla, quando pare che il nostro operare sono “non agire” e “spontaneità, naturalezza”. Sono sia irrilevante, non dobbiamo arrenderci alla rasse- i due concetti cardine della condotta taoista e danno gnazione, perché i nostri minimi contributi, se op- in qualche modo una chiara indicazione sulla giusta portunamente direzionati, potranno dare immensi relazione tra individuo e mondo, in ogni suo aspetto, risultati. Diciamo che è una lettura ottimista, non incluse società e natura. l’unica, e a me piace. Non so se sia corretto affermare che il wu wei abbia di per sé dei connotati libertari, ma se con- Nel libro ti spingi con forti assonanze tra i nesso con la ziran, che è due pensieri, addirittura una particolare declina- spesso metti a confronto zione della nostra idea di pensatori Tao ai “gran- libertà, può diventare una di” nomi dell’anarchi- pratica, quella di non en- smo, per esempio quando trare in confl itto con l’u- parli di violenza trovi un niverso in quanto ostile, parallelismo tra Errico di non voler piegare la na- Malatesta e Laozi, avevi tura alle esigenze umane, bevuto troppo come Tao ma armonizzarsi, entrare Yuanming oppure esisto- in sintonia, con il minimo no veramente connessio- sforzo possibile. ni tra le due visioni? Governare è voler co- Purtroppo vista l’età stringere umani e na- non posso bere più come tura in un ordine a loro quando avevo l’età tua e estraneo e dunque i taoi- mi devo assumere appieno sti sono tendenzialmente la responsabilità dell’ac- ostili al governo. Questo costamento tra due tizi, non è esattamente anar- Lao e Malatesta, di gran- chismo, ma molti anar- de buonsenso. Entrambi chici potranno ritrovare sostengono che è molto qui una parte delle loro meglio non operare atti di idee. Altri no. violenza, evitare l’uso delle armi, ma sanno benissimo Molti lettori potrebbe- che ci sono molti casi in ro dire che il non agire cui se non si è disposti a è un buon modo per di- reagire si soccombe. sertare la lotta, il con- Ti confesso che quan- fl itto… sempre Laozi do avevo vent’anni, a cau- in un passaggio scrive: sa della fascinazione che “Nulla al mondo è più debole e tenero dell’ac- esercitavano su di me Crass e compagnia, per circa qua, eppure nell’erodere ciò che è duro e forte un quarto d’ora quasi fui tentato di considerarmi niente la supera”. Ti va di interpretare questo nonviolento, ma mi resi presto conto che si tratta di piccolo aforisma? una posizione sostenibile solo quando hai un po’ di Diffi cile in poche righe, su questo dovremmo par- garanzie, altrimenti si tratta di vocazione al martirio. lare un’ora, anche perché mi coinvolge come pale- ontologo. Non posso non chiederti di parlarci di Tu mi hai qualifi cato come “militante”, ma hai sor- Zhuang Zhou che rinomini l’anarchico, dal mio volato sul fatto che io non sono affatto un anarchico punto di vista è anche un antropologo ante lit- militante, sono casomai un evoluzionista militante. teram perché ho trovato meravigliosa la sua La questione delle microvariazioni che se perpetuate teoria sull’impossibilità di una visione unica e nel tempo provocano enormi cambiamenti oppure la oggettiva di un universo che cambia incessan- lettura delle trasformazioni come dovute a potenti temente, un precursore della teoria della muta- scossoni a me richiama le dispute tra sostenitori di zione culturale perennemente in transito. Forse Cuvier e i tifosi di Hutton-Lyell, non le diatribe tra il primo ad accorgersi della pericolosità delle

44 antropologia idee di quest’uomo non sei stato tu ma Oscar un barlume di industrializzazione ed è palese come Wilde… nel tuo testo lo metti in connessione avessero individuato il meccanismo della formazione con Proudhon… dell’autorità e si fossero resi conto che la tecnolo- Parlare di Zhuang l’anarchico è una piccola pro- gia non era dominabile, pericolosamente direzionata vocazione che mi sono permesso nei confronti degli all’aggressione della natura, non all’ottenimento di storici ortodossi che tracciano una specie di pedi- un equilibrio naturale. Guardando alla desertifi ca- gree da Godwin a Berneri manco l’anarchismo fosse zione tecnologica messa oggi in atto a ritmi ormai un volpino di Pomerania. Wilde, che fu uno dei primi insostenibili, sembra quasi di vedere su una nuvo- recensori della traduzione inglese dello Zhuangzi, letta Lao e Zhuang che ci insolentiscono in stile Stat- capì perfettamente le implicazioni politiche del testo. ler e Waldorf del Muppet Show berciando: “Imbecilli, Mi innervosisce un po’ il fatto che ci sia arrivato pri- sono più di duemila anni che ve lo diciamo!” ma di me, ma d’altronde io ho il vantaggio di essere Il taoismo ci può aiutare ad affrontare un contesto ancora vivo mentre lui è morto e non può scrivere dove ti trovi da una parte l’ottusa ferocia di Daesh e altri libri. dall’altra gli anarchici a favore di ogni vaccinazione L’idea della non defi nibilità, dell’impossibilità di perché “se lo dice la Scienza allora deve essere vero”, conoscere la realtà ultima delle cose è una delle un’ottusità ancora più grave. A un mondo che vuo- componenti fondamentali del taoismo originario, tu le imporci di scegliere tra visioni del mondo appa- lo vedi come approccio antropologico io forse ne vedo rentemente contrapposte ma parimenti autoritarie il maggiormente la valenza epistemologica ma questo taoismo originario risponde da un paio di millenni è dovuto al fatto che io a casa ho l’altarino di Feyera- con una sonora risata o un ghigno sommesso, tesori bend e tu i lumini li accendi a Malinowski. Vicever- inestimabili. sa, la netta ostilità al governo per la quale ho tirato in ballo Proudhon è una posizione di quelli che ho Cosa succede quando il taoismo incontra lo chiamato anarcotaoisti che non può essere estesa al sciamanesimo asiatico? taoismo in generale. Non ho studiato abbastanza approfonditamente Se è vero che Zhuang scrisse solo sette capitoli l’argomento, poi tieni presente che le fonti sono scar- del libro (e anche questo è opinabile) è verosimile se e la storia della Cina lunga e complessa. Andando che le posizioni più radicali siano dovute a una o con l’accetta possiamo dire che l’arrivo del buddismo più persone che ebbero la possibilità di apportare da ovest costringe la religiosità autoctona a defi nirsi delle aggiunte e farle tramandare nel tempo come come non aveva mai fatto. parte integrante del testo. Cosa che d’altronde sem- Nessuno mette seriamente in dubbio il fatto che bra essere successa anche con capitoli di segno as- la religione che oggi chiamiamo taoismo abbia pre- sai differente, quasi di marca confuciana, per cui lo so forma contrapponendosi al buddismo, ma anche Zhuangzi a una lettura frettolosa sembra davvero imitandolo. In qualche modo i culti tradizionali, con imbordellato. Poi uno lo rilegge tre o quattro volte e una forte componente sciamanistica, adottano la co- si rende conto che effettivamente sì, è un gran casi- siddetta fi losofi a taoista per contrastare la coloniz- no. Però è bellissimo. zazione buddista che aveva già i suoi testi codifi cati e il suo clero. Il Laozi diventa un testo sacro, Lao Con una sonora risata un dio, o almeno un santo. Da notare che molti dei movimenti insurrezionali taoisti medioevali avranno o un ghigno sommesso a capo dei potenti e carismatici guaritori, cosa che Solo per motivi di spazio e anche perché su que- penso indichi quanto fosse rilevante quella forma di ste pagine ne ho parlato fi n troppo non ti chie- cultura popolare. do di approfondire un’altra tematica importan- te del tuo libro ovvero la critica al primitivismo Perché ci parli di una sorta di colonna Durru- zerziano e l’approccio dell’antropologia cultura- ti pre-medioevale? le di Harris o quella dell’ornitologo Diamond e Per fare dispetto ai miei amici che studiano con del matematico anti-civilizzatore Kaczynski. Ma rigore e metodo la rivoluzione spagnola del ‘36. Visto legato a questi signori vorrei chiederti di par- che il pirata Zhang Bolu pare non facesse altro che larci delle connessioni tra “anarchismo verde” e assaltare uffi ci governativi, ammazzare funzionari pensiero taoista ovvero la critica necessaria al devoti all’impero e svuotare carceri, sono sicuro che progresso senza fi ne e alla tecnologia, per farla Ascaso e Machno avrebbero aderito al suo progetto. fi nita con il pensiero libertario che crede anco- Qualcuno può dimostrare che non è cosi? ra nel progresso della tecnica che ci libererà da ogni male. Come ci possono aiutare i pensatori Qualche parola sull’insurrezione del Movi- taoisti? mento delle Cinque staia di riso? Tra le convergenze individuate tra testi taoisti e Questa fu la seconda delle rivolte taoiste del 184. anarchismo questo è l’aspetto più impressionante, Quella dei Turbanti gialli fu sconfi tta e ciononostan- perché si vede che pensavano praticamente le stes- te portò al crollo della dinastia Han, quella delle Cin- se cose degli ecologisti anarchici di oggi. Solo che que staia di riso riuscì a conquistarsi un territorio lo facevano in tempi in cui non esisteva neanche montuoso nel Sichuan e avere un proprio stato per

antropologia 45 tre decenni. Per alcuni storici si trattò di un norma- assecondare le gioie dei sensi, di prendere il me- le insediamento di un capo politico-militare in una glio della vita senza reprimere i propri desideri situazione di estrema debolezza del potere centrale, un elogio alla pigrizia e al non lavoro? ma questa lettura mi sembra riduttiva. Non è facile sapere cosa esattamente dicesse Yang Furono movimenti guidati, manco a dirlo, da Zhu, tutto quello che sappiamo di lui è scritto da guaritori, certamente trasversali ma con una com- altri, e non è molto. Di certo ciò che è tramandato ponente contadina molto estesa. Erano religiosi ma incarna perfettamente quella parte individualista tendenzialmente egualitaristi, difendevano le ter- dell’animo cinese che era un incubo per i pensatori ribili condizioni dei lavoratori semischiavizzati dal confuciani come Mencio. Al pari di Stirner, del quale potere centrale e da quelli locali. Forse è noioso da è il trisavolo spirituale, tiene in considerazione gli specifi care ma va detto che i rivoltosi mettevano in- altri, ma sa anche perfettamente che rinunciare a se sieme elementi diversi, erano infl uenzati da un pen- stessi, sacrifi carsi a cause più alte e a noi esterne, è siero defi nito Huang-Lao, dove era ben presente an- una strada che non porta né alla pace né all’armo- che una componente etica che possiamo chiamare nia e tantomeno alla libertà. La libertà del singolo confuciana. non può essere immolata sull’altare della società. Ti Oggi si trova tradotto in inglese il Libro della ricorda qualcosa? Grande Pace che fu il riferimento teorico dei Turban- ti gialli, ma si tratta di uno scritto piuttosto palloso Per concludere questa nostra conversazione che ho letto con grande sofferenza solo per amor di sarebbe bello se riuscissi a dirci qualcosa sulla completezza e che mi ha insegnato molte cose. In- differenza che passa tra disciplina e autodisci- nanzitutto che non diventerò uno storico delle anti- plina e sul perché in effetti questo tuo piccolo che religioni e culture cinesi. Molto meglio i fossili. libro (solo per il numero di pagine) sia una fon- damentale lettura per tutti i libertari. Abbiamo bisogno di liberarci Come ho scritto nelle ultime pagine del libro io al taoismo ci sono arrivato tramite il taijiquan, che è di una serie di miti, una pratica di kung fu interno, basato su principî falsi e superati che vengono defi niti taoisti. Io il taoismo manco sa- Come risolvevano la questione del crimine gli pevo che era, però vedevo applicata in concreto un’i- uomini dai turbanti gialli? dea che secondo me ha sempre distinto, ad esempio, L’esperienza dei Turbanti gialli durò poco, mentre le milizie anarchiche dagli eserciti. Tu operi con im- più lunga fu quella delle Cinque misure di riso, e pegno, a volte anche con abnegazione assoluta (lo so anche qui in quanto a fonti stiamo messi maluccio. che contrasta con il wu wei, ma sorvoliamo obbliga- Però da quello che si trova in inglese sembra che toriamente) al compito che ti sei scelto. Ci sono al- fosse condivisa l’idea che tanto le malattie quanto la cuni esercizi di qigong che sono davvero impegnativi, tendenza a comportamenti antisociali fossero dovuti ma non li farai mai perché qualcuno ti ordina di far- a squilibri dell’individuo e del cosmo in relazione a lo, li fai perché sai che stai facendo un percorso che questi, e quindi si diffusero pratiche di preghiera, merita quel disagio, anche intenso, che stai provan- cura, meditazione e rito. Il risarcimento-ringrazia- do. Perché quel percorso fa parte, è, la tua singola- mento per la guarigione spesso signifi cava aggiusta- rità, la tua individualità in connessione con ognuno re pezzi di strada. Erano per principio poco inclini e ogni cosa. Per me praticare e insegnare taijiquan alla punizione e alla detenzione, però se uno compi- signifi ca essenzialmente questo, oltre al fatto che mi va atti gravi o era recidivo usavano il codice Han, che aggiusta la schiena che il lavoro al microscopio e al non era simpatico nelle sanzioni. computer mi sabota. Per quanto riguarda il libro non so se sia fonda- Chi era Ruan Ji? mentale per tutti i libertari, di sicuro è informativo Uno dei principali poeti della Cina del primo su alcuni aspetti della storia delle idee di libertà che medioevo, faceva parte dei Sette saggi del bosco di ben pochi conoscono. Poi c’è una parte mia, piccola, bambù, individualisti che si erano ritirati dalla vita in fondo al libro, dove espongo alcune convinzioni pubblica oppressa dalla corruzione e da un soffo- sull’attuale strutturazione del Dominio-Proteo (ame- cante conformismo. Anticonformisti radicali che boide gerarco-frattalico l’ho chiamato in un delirio dedicandosi alla musica, alla poesia, all’alcool e al battesimale che ogni tanto mi prende) e su come ab- sesso variegato sono diventati un’icona della ribel- biamo bisogno di liberarci di una serie di miti, falsi lione al potere. Con loro più che Machno e Durruti e superati, che ci spingono a contrapposizioni sterili ci sarebbero stati bene, non so, Bukowski e Be- o, peggio, a una desolata rassegnazione. lushi. Ruan ci ha regalato la Biografi a del Maestro Quello di Zhuang e di Lao è in questo senso un Eccelso, il primo dei tre scritti anarcotaoisti che ho insegnamento per me davvero prezioso, e quanto riportato nel libro, con passi davvero acidi verso il ho scritto spero costituisca una buona introduzione potere. Che sia arrivato fi no a noi mi sembra una alla parte più libertaria delle loro idee e che sia ma- specie di miracolo. gari capace di sollevare qualche dubbio.

Yang Zhu invece è quel taoista che ci parla di Andrea Staid

46 antropologia Musica & idee di Marco Pandin

musica classica, sperimentale, jazz. Abbiamo cenato Quasi incontri tutti insieme e, poi lì al Loup mentre parlavo delle cose che mi sono ritrovato a fare nella vita, mi sono accorto di come mi stava ad ascoltare. Mi ha colpito la sua Solo qualche mese fa su queste pagine (“A” 415), nel attenzione, come seguiva i fi li e soprattutto i nodi del delirare a proposito della diversa velocità con cui oggi mio discorso. Sembrava a momenti che riconoscesse viaggiano le informazioni rispetto ai miei vent’anni - persone, situazioni, luoghi, rumori - sapete, quelle volte uno dei miei chiodi fi ssi in questi tempi, ve ne sarete in cui ci si accorge di aver fatto inconsapevolmente dei accorti - vi ho raccontato che a me la lentezza piace. pezzi di strada insieme, oppure pezzi di strada paral- Pur riconoscendo alla tecnologia odierna dei vantag- leli ognuno per conto proprio e che però arrivano da gi complessivi, trovo che la troppa velocità rischi di distante ad incrociarsi senza preavviso, senza che ci infl uenzare negativamente l’approccio alle cose del sia uno straccio di cartello, di indicazione. mondo, nel senso che possa contribuire a far perdere Prima di farmi ripartire verso la stazione e verso la concentrazione nell’attenzione all’altro ed agli altri, casa, la mattina successiva Antonio mi ha messo possa diluire la curiosità e l’impegno alla conoscenza. in mano un cd tutto suo e due cd dei Tongs, un suo Temo che la troppa velocità che ci viene messa a gruppo/progetto. Arrivato a casa fi cco nel lettore “½ disposizione possa confondere i tempi biologici di com- h(our) drama” e tempo pochi secondi mi ritrovo la casa prensione ed assimilazione dei ragionamenti (nostri invasa. Non capisco se quelli che escono dal cd sono e) degli altri, che possa in qualche modo costringere insetti o uccelli, spettri oppure presenze aliene: quello alla zona di superfi cie delle cose e possa contribuire a che so è che mi riesce impossibile fare dell’altro mentre far scordare che sotto alle cose ed ai ragionamenti ci accadono queste musiche che reclamano attenzione a sono delle radici. E che senza radici le cose ed i ragio- stridii e a graffi , così mollo tutto e mi piazzo davanti namenti fanno fatica a restare in piedi, a crescere, a alle casse per quella mezz’ora (appunto) che dura camminare, ad arrivare. il disco. Poi però lo rimetto su, e ancora, e un’altra Ho pensato di raccogliere alcuni dei miei quasi incon- volta - e occhio, questo non è un lavoro che si lascia tri di questi ultimi tempi: sono occasioni cominciate e ascoltare facilmente o che ti mette addosso la voglia di lasciate lì, incontri troppo brevi che mi hanno lasciato riascoltarlo, irto com’è di pericoli, spine, pezzi di vetro, dentro una voglia grande e ricorrente di essere ripresi di chiodi e roccia e schegge e ruggine. e migliorati e approfonditi. Anche cose tipo pacchetti Direi innanzitutto che il disco è un po’ una trappola per consegnati a mano e buste arrivate a sorpresa nella i curiosi e gli affamati di sonorità altre: è stato realizzato cassetta della posta e nella mailbox con dentro oggetti con un contrabbasso che però non sembra affatto uno e domande restate appese lì come vermi sull’amo che ma due o anche tre e che comunque non sembra affatto trovo avessero bisogno di attenzione maggiore di quella essere un contrabbasso - e questo aggiunge spiazzamento che sono riuscito a rastrellare. Siccome vedo che sono parecchi e continuano ad accumularsi, mi sa che ci ritornerò sopra il mese prossimo.

½ h(our) drama Antonio Bertoni e la sua compagna, complice un amico comune come Ignazio Lago - uno dei quei chi- tarristi-in-opposition trasversali indefi nibili imprendi- bili - hanno ospitato me e Dethector per un incontro pubblico lo scorso febbraio allo Spazio Loup a Mori, su nel Trentino vicino a Rovereto. Ci siamo presentati sì ma non abbiamo parlato poi molto, Antonio mi ha mostrato il suo contrabbasso e alcuni dei dischi che ama ascoltare, così da farmi intuire direzioni e provenienze. Lui ha una formazione solida, frequenta Antonio Bertoni

nonsolomusica 47 alla sorpresa. La musica entra senza bussare - presto ci si illude che abbia preso questa forma attraverso un qualche trucco in studio e invece no, è tutto realizzato da solo e in diretta. Un solo contrabbasso che prende come dicevo poco fa una voce non sua come di insetto e d’uccello nero, e anche restando a basso volume riesce Fran©hi Daniele & Valentina a scavare buchi in testa e fi ccarci dentro lingua artigli e saliva e semi. Roba che ascolti una volta e ti si fi cca dentro e non si schioda e resta dentro a rimbombare, roba che non ci si lava via dai ricordi neanche raschiando forte. Diffi cile metterla a fuoco questa musica, darle una collocazione storica (il cd è stato registrato nel 2013 e pubblicato poco dopo da Leo Records, ma suona come Accordo dei Contrari se venisse da un ipotetico futuro lontanissimo, oppure potrebbe verosimilmente essere stato fatto negli anni altri sessantenni - mi viene da pensare). Settanta per la carica esplosiva che nasconde) né ge- Poi gli altri arrivano, si organizzano i posti in mac- ografi ca (autoprodotto in mezzo alle nostre montagne, china e si parte per Valdapozzo, lì ci si ritrova tutti e mi potrebbe benissimo avere casa che so in Germania o a accorgo velocemente che l’unico nuovo acquisto dell’or- New York City o ovunque). chestra sono io - ma a questo spaesamento si rimedia Sono passati dei mesi, e ogni tanto quel suono ritor- altrettanto presto: so che farò fatica a ricordare tutti na a galla - e vado a riprendermi il cd e me lo ascolto i nomi ma so che non dimenticherò affatto le strette per un po’, così mi viene in mente Antonio Bertoni e i di mano, gli abbracci, i sorrisi. È un bel giro di gente quintali di cose che non ci siamo detti. Mai e poi mai che ama stare insieme a suonare (e a mangiare e bere, avrei immaginato di ritrovarmi così preso dentro a un imparo presto pure questo). Si tira tardi tardissimo e disco, e così a sorpresa: ve lo dico senza fi ltro, penso che anche oltre. Il giorno dopo si ritorna - in macchina fi no Antonio sia riuscito a spostare il confi ne delle musiche a Bologna poi prendo il treno verso casa. possibili, di quelle inventate e immaginate sino a oggi. Arrivo, sistemo la borsa e salta fuori il cd che mi È riuscito a mettere i piedi in una zona inesplorata aveva dato Stefano - lo prendo e lo fi cco nel lettore. e (e secondo me qua viene il bello) senza piantarci una Il gruppo si chiama Accordo dei Contrari (la musica qualche bandiera sopra per rivendicare appartenenze, come luogo dove le differenze si congiungono - è così ma mettendo un punto fermo più in là nella frase, ag- che la pensavano i Greci), neanche faccio in tempo a giungendo parole nuove - le sue - al discorso in libertà leggere chi e cosa in copertina ed ecco che nel giro di della musica. pochi secondi “Violato intatto” (così si chiama il cd) scatena qualche tempesta che agita le onde sotto alla Contatti: [email protected], mia barca e pure riesce a strapparle le vele. Se mi lascio www.leorecords.com portare via mi vedo con addosso quarant’anni-e-passa di meno, eccomi lì ragazzino affamato di musiche, a Violato intatto me piacevano quelle strane - quelle che non piacevano agli altri - e confondevo allegramente Henry Cow e il Giusto per tornare un attimo al discorso delle strade prog alla ricerca di suono nuovo che consumavo con che si incrociano senza premeditazione: dentro ad uno voracità spandendo briciole e macchie tutt’attorno dei due cd dei Tongs ho trovato Luca Serrapiglio - che senza mettermi problemi di etichetta e di etichette. a distanza breve ho poi incontrato di persona grazie Se facessi fi nta di dimenticare tutto quello che è a Nicola Guazzaloca e al loro progetto tutt’attorno successo dal punk in qua mi sarebbe facile raccontarvi all’orchestra degli Improvvisatori di Valdapozzo. Alla questo cd come una raccolta di outtakes degli Area dal presentazione del cd, lo scorso luglio, sono stato invitato vivo con Massimo Urbani ed un Demetrio Stratos in anch’io - si decide di partire in gruppo per Alessandria assetto di guerra, o come il disco nuovo e più bello mai dalla sede della scuola Ivan Illich a Bologna. uscito degli Arti&Mestieri, ma sarebbe sbagliato anzi Mentre ci si aspetta per fare il conto dei posti in mac- offensivo per tutti - quindi facciamo come se questa china, succede che mi metto a parlare con un ragazzo cosa non l’avessi mai pensata detta e scritta. Resta il che sta lì: ha con sé una custodia da sax, si chiama fatto che il cd suona con un piede dentro ieri e l’altro Stefano e lo incuriosisce il mio parlare abituale segnato indiscutibilmente dentro oggi: una doppia esistenza ed così pesantemente dall’accento veneto. Stefano fa Radaelli una felicità espressiva che lo rendono unico. di cognome, a occhio avrà una trentina d’anni, dopo un Voi che ci avete suonato dentro: se avete scorte di po’ che siamo lì tira fuori dalla tasca dello zaino un cd questa benzina creativa fatene presto un altro, e poi e me lo allunga - dice due parole veloci, tipo suono con altri ancora. questo gruppo, magari è roba che non ti piace, magari non ti interessa, cose che disgraziatamente mi sento dire Contatti: accordodeicontrari.wordpress.com spesso da musicisti giovani che pensano io sia chissà quale specie di giornalista esperto sessantenne (forse Marco Pandin sono abituati male con altri giornalisti, altri esperti e/o [email protected]

48 nonsolomusica La terra è di chi la canta di Gerry Ferrara

zione della musica di tradizione. La ricerca di Maria Alta Murgia/ ha evidenziato la presenza di numerosissimi canti di diversa tipologia dai canti di lavoro ai canti di que- Canti popolari, stua, dai canti a sfottò ai canti religiosi e ai canti di festa. Grazie al certosino lavoro di Maria durato anni si è costruito un mosaico di storie ricche di umani- non folklore tà, di disperazione, di lotta, popolato di personaggi spesso ai margini della storia uffi ciale e della socie- Intervista a Maria Moramarco, tà; queste storie costituiscono l’intelaiatura di quel Luigi Bolognese e Silvio Teot: grande affresco dell’Alta Murgia riproposto dagli Ua- gli Uaragniaun ragniaun in questi lunghi anni di attività. In questo contesto il Garagnone (Uaragniaun to- ponimo che indica una località della Murgia, luogo Ci sono dei territori dove puoi percepire ancora un tempo ricco di seminativi dove si poteva andare un’atmosfera permeata da presenza “indigena”, “na- a lavorare) è un luogo dove le trame della storia si tiva”, dove il circostante è in stretta relazione con la intrecciano con la leggenda. Si racconta che il pala- comunità e dove la comunità stessa ha conservato dino Orlando abbia combattuto in duello con la ma- una profi cua relazione con il circostante, in questo sciara di Gravina e abbia con la sua spada tagliato caso il Garagnone e l’Alta Murgia, verso il quale si la roccia. guarda per ricostruire il passato e sviluppare un’idea di società dove riportare il vivere a quote più umane. Fonti rigogliose, La comunità che abita questo territorio, in qualche modo ha scelto, ha riconosciuto, ha sancito, una sorta trent’anni fa di triumvirato che, a dispetto dei luoghi comuni e dei Maria Moramarco - La ricerca è iniziata verso la dizionari, non cede il passo alla frantumazione ma fi ne degli anni settanta ad Altamura, favorita dalla resta in carica da ormai 40 anni sostenuto da una frequentazione di un gruppo spontaneo che si occu- straordinaria volontà e da una desueta capacità di pava di ricerca delle tradizioni popolari, di attività camminare sulla linea di confine tra evoluzione e seminariali con esperti, di esperienze pratiche sul sedimentazione del territorio, come un albero che dà territorio, di catalogazioni. Focalizzata l’attenzio- frutti nuovi restando incistato in una terra apparente- ne sul reperimento di canti, ho iniziato a cercare mente arida e che invece aveva solo bisogno del tem- e trovare in zona di Altamura materiali sonori che po giusto, dell’acqua e della mano sapiente dell’uomo mi hanno permesso di smentire l’idea secondo cui per tornare a dare vita. la zona dell’Alta Murgia, diversamente dal Gargano Il triumvirato è composto dalla “cantora”, ricerca- e dal Salento, fosse terreno poco fertile per la pro- trice e voce rituale, Maria Moramarco, dal liutaio e duzione di canti autentici, come se non esistessero artigiano dei suoni Luigi Bolognese e dal “fi losofo” anche qui interessanti forme espressive melodico e e pensiero libero e battente (non solo grazie alle sue testuali. percussioni) Silvio Teot. A loro chiedo di condurci nel Questo mio lavoro condotto per anni in modo loro habitat territoriale e spirituale. discontinuo, non pretende di essere completo né scientifi co. Le mie procedure nella rilevazione sono Luigi Bolognese - Il nostro triumvirato sopravvive state molto empiriche, quasi lasciandomi condurre agli inevitabili momenti di crisi, tenuto insieme non dalla casualità degli eventi, ma anche dalla grande solo dalla nostra passione per la musica di tradi- pazienza, perseveranza e coinvolgimento anziché zione, ma da una speciale amicizia che ci ha visto dalla opportuna scientifi ca lucidità di rilevamenti. crescere insieme in questo nostro territorio sempre Oggi avrei fatto diversamente, ma trent’anni fa più lontano da quegli spaccati di civiltà agricolo- non avevo mezzi idonei, e, ad essere onesti, neanche pastorale presentati nei nostri canti. Un territorio abbastanza consapevolezza del lavoro che stavo fa- lacerato da mille contraddizioni. cendo. La mia fortuna è stata quella di individuare Noi crediamo ancora nella validità della riproposi- delle “fonti” da cui prendere a piene mani, ed erano

La terra è di chi la canta 49 all’epoca fonti rigogliose. Con gli “informatori”, ho lì nel 1996 si è rilevata il nostro manifesto: “una avuto una collaborazione continua e “fedele”, un chiave di lettura della memoria riproponiamo e in- procedere lento, questo, con risultati, spesso, esigui terpretiamo il canto popolare senza fare il verso ai rispetto al tempo a disposizione. E si registrava, contadini”. Questo ci riporta alla tua domanda per- quando si poteva, con mezzi poveri ed inadeguati o ché abbiamo sempre preso le distanze dal folclore in si chiacchierava o si fi niva per fare tutt’altro. Oggi quanto non abbiamo nessun interesse a riproporre molte di queste “enciclopedie della civiltà contadina” situazioni di vita della civiltà contadina e a ricreare ci hanno lasciato, ma il loro racconto non è andato dei quadri nostalgici. Il nostro interesse è mirato ai perso. Con l’esperienza accumulata, mi ritrovo spes- contenuti testuali e alle linee melodiche dei canti so a essere un’informatrice e a costituire una fonte dell’Alta Murgia lasciando alla nostra sensibilità di secondaria, testimone di un cambiamento che pone musicisti la parte relativa agli arrangiamenti musi- fortemente l’esigenza della salvaguardia e della co- cali. Queste sono state le premesse al patto stretto noscenza del proprio passato per poter costruire un dal triumvirato… futuro migliore. In una sorta Come molti musicisti e ricercatori vi avventu- rate sui sentieri della tradizione in un momento di laboratorio aperto storico di grande fermento e di grandi contrad- Per tornare all’habitat territoriale e spiritua- dizioni, quegli anni ‘70 che hanno provato a le di cui sopra è opportuno parlare del vostro dare una spinta decisiva alle libertà di scelte e ultimo lavoro “Primitivo”. Un affresco potente di pensiero… se da una parte si inneggiava al e delicato che mi ha ricordato un passaggio cambiamento e alla rivoluzione utilizzando can- dell’opera del poeta lucano Rocco Scotellaro ti della tradizione contadina, dall’altra nulla che, nel suo “Contadini del sud”, racconta del si sapeva delle istanze e soprattutto del disagio piacere e della forza che gli arrivava quando e delle condizioni di quel mondo rurale che an- si sdraiava nella vigna quasi a farsi meridiana cora oggi attende mani sapienti per riseminare per lo scorrere della luce e del tempo lento, vita qualità del vivere. stessa che radicata nel passato contemplava il Silvio Teot - Anche noi ci siamo ritrovati nel fer- presente come unicità e bellezza. Raccontateci mento musicale relativo al recupero e alla valoriz- del senso del vostro Primitivo. zazione delle radici sulla scia del grande affresco M - Primitivo è il titolo che abbiamo voluto dare al creato da alcuni artisti “faro”, su tutti la splendida nostro ultimo progetto. Lo scrigno della mia ricerca esperienza di Roberto De Simone e della Nuova Com- riservava ancora innumerevoli altre sorprese, brani pagnia di Canto Popolare, quella di Musica Nova di raccolti agli inizi degli anni ottanta e volutamente Carlo D’Angiò e Eugenio Bennato e tanti altri, negli non ancora esplorati: scampoli di ritmi, suoni, nenie, anni settanta, periodo che riteniamo unico e irripe- canzoni che ci siamo sempre riproposti di arrangiare tibile in quanto per la prima volta ideologia, culture alla nostra maniera. Abbiamo acquisito una partico- musicali diverse e la consapevolezza della proprie lare sensibilità che oggi ci permette di “manovrare radici hanno trovato una sponda comune. Maria con cura” quel repertorio antico, ostico, “primitivo” aveva già un suo gruppo musicale, il “Canzoniere che, in altri tempi, avremmo rischiato di proporre Altamurano” ma l’incontro con il sottoscritto e Luigi, in maniera banale. Primitivo esprime la volontà di che provenivamo dal prog e dal jazz rock, segnò una un ritorno all’essenziale, al racconto cantato senza svolta decisiva nel suo intento di riproposizione criti- tanti orpelli, dove gli arrangiamenti sono strumenti ca del repertorio dell’Alta Murgia. Eravamo accomu- per valorizzare l’anima del canto di tradizione, per nati dalla stessa passione politica, in un periodo in questo motivo, abbiamo usato frammenti sonori di cui si credeva nei grandi ideali e nella Politica come registrazioni sul campo, a dimostrare il “passaggio” grande spinta propulsiva verso un mondo migliore. dalla fonte primaria alla reinterpretazione. Tornia- Cantare le “canzonacce dei cafoni” era per Maria mo allora al “primitivo” per proporre a chi ci segue motivo di orgoglio, in quei canti vi era la voce della da molti anni e apprezza il nostro lavoro, un nuo- povera gente, voce di quella storia di cui nessuno si vo viaggio musicale nei canti di tradizione dell’Alta era interessato e che non si trovava nei libri, all’epo- Murgia barese. Abbiamo lavorato a questo disco con ca dicevamo che quei canti erano espressione delle i “vitigni” più antichi, attraverso il contributo dei classi subalterne. Anche usare il dialetto che era al- musicisti che da sempre hanno fatto grande il pro- lora proibito nelle scuole e negli ambienti chic era un getto Uaragniaun. È possibile coniugare un presente modo di andare controcorrente. A Maria le si diceva: remoto? Certamente sì! Noi continuiamo a provarci. “Hai una bella voce, peccato che fai questa musica!” Per raccontare le storie e i personaggi di que- Quale è stata per voi la motivazione primaria sto lavoro che tipo di “soluzione musicale” avete per stimolare la ricerca e la riproposizione sen- adottato considerando la vostra inguaribile e za che questo cadesse nella sbiadita e riciclata fertile vena innovatrice per essere fedeli alla li- cartolina seppiata del passato e dei ricordi. nea del vostro percorso e delle vostre sensibilità. L - La frase usata per chiudere il nostro CD Uai- L - Le soluzioni musicali che abbiamo adottato in

50 La terra è di chi la canta Gli Uaragniaun questo lungo lavoro sono sempre partite dal rispet- del gruppo una serie di strumenti importanti come to delle linee melodiche che Maria aveva raccolto e la zampogna, la ciaramella, la quena, il charango. registrato, su queste linee negli anni siamo riusciti Questo incontro è stato importante per la defi nizione a costruire degli arrangiamenti che ci consentivano del gruppo di lavoro in sala e nei live, insieme a Fi- di non stravolgere il racconto cantato pur sentendo- lippo Giordano violino, Pino Colonna fl auti in legno ci liberi nelle scelte delle soluzioni musicali e degli e sax. In occasione dell’uscita del nostro cd Skuar- strumenti da adottare. Una cosa non semplice da rajazz nel 2000 abbiamo iniziato a poter contare su fare e che in questi anni abbiamo imparato a fare ospiti per noi veramente speciali come Ambrogio dando al repertorio Uaragniaun un suo sound parti- Sparagna con il suo organetto diatonico e Daniele colare riconosciuto da tutti. Sepe al sax, Riccardo Tesi organetti, Balen Lopez De Munain chitarra, Joxan Goikoetchea fi sarmonica, Anche questo lavoro si avvale della collabo- Alessandro Pipino organetto e lama sonora, Rocco razione di tanti compagni di viaggio. Vale la Capri Chiumarulo, Gianni Calia sax soprano, Carlo pena di raccontare il vostro viaggio attraverso La Manna contrabbasso, Vincenzo Zitello arpe cel- le preziose e profi cue collaborazioni che avete tiche e Daniele Di Bonaventura bandoneon. E poi, condiviso in tutti questi anni e l’utilizzo dei tan- Michele Bolognese mandolino e Nanni Teot tromba. ti strumenti (non solo della tradizione).Magari partendo dal “profeta” Nico Berardi. Quella volta S - Sin dalla sua costituzione abbiamo sempre preferito lavorare in una sorta di laboratorio aperto che Ermanno Olmi... a tutti quelli che avevano la voglia di condividere la Quando penso alla vostra “consapevolezza nostra esperienza. Con gli anni e con l’inizio delle del territorio” e al vostro impegno sociale mi prime esperienze discografi che abbiamo sempre vo- vengono in mente le vostre musiche da fi lm, la luto caratterizzare la nostra proposta artistica con collaborazione con il maestro Olmi, il lavoro la presenza di musicisti ed ospiti speciali. Nel nostro con i sanniti Santo Ianne, la ricerca e i canti disco di esordio “Uaragniaun” abbiamo lavorato nel sul periodo storico dell’italiota (dis)unità e del mitico studio Offi cina condotto dal mai dimenticato brigantaggio (e il ricordo di tutti quei lupi che Pasquale Trivigno, collaborando con Rocco De Rosa non credettero mai alla ingannatrice luna piena e di Nello Giudice. Abbiamo poi conosciuto Nico del progresso…). Insomma, il vostro cammino di Berardi che con la sua grande qualità artistica ci festa e di lotta… ha letteralmente conquistato apportando al sound S - A fi ne agosto 1997 alla fi ne di un concerto in

La terra è di chi la canta 51 Piazza Duomo, ad Altamura, un signore attempato, Come un pidocchio capelli bianchi e voce rauca ma decisa, si avvicina a che tira l’aratro noi, tira dritto verso Maria e le fa: “Bravi, siete bravi, fate bene a continuare a suonare questi strumenti Ripenso anche “all’opera” letteraria di Ma- antichi... a conservare le tradizioni della vostra bella ria, Paraule, un lavoro fondamentale per coniu- terra”. gare passato e presente attraverso la memoria Era Ermanno Olmi, il regista, era ad Altamura e l’utilizzo della parola, del fonema che si fa da un mese dove aveva appena fi nito di girare un canto e storia, rituale e condizione dell’animo fi lm tra Castel Del Monte e le masserie dell’Alta umano. Ecco, alla luce della svendita della for- Murgia. Dopo una settimana ricevemmo una te- za parola e dell’annichilimento del comunicare lefonata dalla segretaria di Ermanno Olmi per un nell’era dell’informazione da 3x2 e dei linguag- invito a cena ad Altamura. Con grande naturalezza gi sottotitolati ai quali hanno assoggettato e Olmi ci chiese di realizzare le musiche per “Io non lobotomizzato le genti, Paraule è un libro che ho la testa”, fi lm da lui prodotto con la regia di Mi- andrebbe inserito non solo nelle scuole ma por- chele Lanubile. Con grande imbarazzo gli facemmo tato nelle case. Maria cosa rappresenta per te notare che non avevamo mai fatto nulla di simile e quel lavoro. non ci sentivamo all’altezza, ma lui ci tranquillizzò M - “Na me descenne li paraule”, nel nostro dia- dicendo che avremmo dovuto fare solo quello che letto, signifi ca non mi dire le parole, quelle cattive, sapevamo fare già, la musica e le melodie dell’Alta quelle che si urlano; signifi ca, insomma, non mi Murgia. Il giorno dopo un fattorino recapitò a casa rimproverare. Io, invece, con questo libro ho for- di Maria e Luigi il copione del fi lm. Il fatto di non temente voluto dire, tramandare, consegnare “li aver assistito alle riprese Olmi lo considerava un paraule” dei canti della Murgia, quelle che, per ge- vantaggio, avrebbe potuto condizionare le scelte nerazioni, sono sopravvissute sotto le ali della tra- musicali. In questa maniera potemmo operare in dizione orale, una tradizione che smarrisce sempre piena libertà. qualcosa lungo il sentiero tracciato dal tempo, poi- Con Rocco De Rosa, Nico Berardi, Pino Colonna ché non possiede il suggello della scrittura. Il mio è e la collaborazione di Giuseppe Rescigno per un stato un modestissimo contributo affi nchè le parole arrangiamento di un quartetto d’archi, si diede vita che io canto non siano cancellate, dimenticate, an- a Octofolium colonna sonora del fi lm “Io non ho la nullate, ancora una volta per andare controcorren- testa” presentato a Locarno, acquistato dalla RAI e te in un periodo storico quale il nostro in cui tutto mai andato in onda! Un altro importante capitolo è viene triturato e digerito nel giro di un tempo che si stato la realizzazione di “Malacarn”, un disco che accorcia sempre di più. non ha certo la pretesa di riscrivere la storia dell’I- talia meridionale e neppure la velleità di emettere Per dirla alla Gaber, “non c’è una sola idea giudizi o sentenze su fenomeni sociali e politici come importante di cui la stupidità umana non ab- l’impresa dei Mille, la giustizia di classe esercitata bia saputo servirsi…”. Ecco, come siete riusciti nel Regno d’Italia, il brigantaggio o - più in generale - e quale il vostro faticoso e salvifi co cammino, la “questione meridionale”. La storia uffi ciale - come per non restare contagiati dalle abluzioni dei si sa - è solitamente quella scritta dai vincitori ed è volgari e cinici imbonitori dell’identità, dell’ap- infarcita di retorica e, spesso, affollata di miti ed eroi. partenenza, dei dialetti, da coloro che hanno “Malacarn” nasce invece dalla voglia di raccontare paura che “al momento ogni uomo dovrebbe microstorie in musica, attraverso altri canti inediti avere un suo luogo del pensiero protetto e si- dell’Alta Murgia e canzoni d’autore ormai dimentica- lenzioso (...) per alimentare il sogno e l’utopia”. te. Storie piccole, marginali, disperate e soffocate dal Ecco, quale frammento di canto senza tempo peso della “storia collettiva”, la narrazione incontra e delle giaculatorie di Maria Moramarco, por- uomini e donne in fuga: antieroi, malavitosi, brigan- tatrice sana di tradizione e “voce anarchica” ti, banditi, amanti, ubriaconi, becchini e assassini, donereste ad A-Rivista per alimentare il sogno inseguiti e braccati dalla miseria, dal pregiudizio e e l’utopia… dalla malasorte… Insomma “l’altra Italia” su cui la M - La pèite du Uaragniàun so refjiutèite pe’ nu Storia è stata sempre impietosa, matrigna, crudele pedocchje ka tire n’areite.Li purecie skazzecaine li e - a volte - persino reticente. Seguendo le orme dei macise. Vulaje scì a fè na vegete a lu pajise (Mi sono “Malacarn” ci siamo allora imbattuti in una sorta rifi utata di andare al Garagnone, perché come un di Spoon River popolare, nell’umana pietà negata pidocchio che tira un aratro, hai da lavorare, come ai tanti che vivevano la loro miserabile esistenza ai pulci che sollevano maggesi, io che vorrei andar di margini della legalità e della morale comune, in una vegeta al paese). fase storica dell’Italia meridionale in cui anche la Chiesa - per un puro calcolo politico - scelse la for- Per contattare gli Uaragniaun mula del “non expedit”, abbandonando al loro desti- www.uaragniaun.com no di miseria e povertà (materiale e morale) migliaia Luigi bolognese tel +39 393 307000 di anime perse. [email protected] Gerry Ferrara

52 La terra è di chi la canta Nanni Svampa

DUE INTERVISTE (inedite) La prima con Nanni, realizzata nel 2005 dal nostro Renzo Sabatini, da una radio australiana. E fi nora mai trascritta. La seconda su Nanni, realizzata dal nostro Alessio Lega, con Luca Maciacchini, il suo ultimo collaboratore. Una dozzina di pagine di “A” per ricordare un grande cantautore, uno spirito libero, un anticlericale. A conferma dello stretto rapporto tra musica, teatro e... anarchia. Svampa Svampa 53 ricordando Nanni Svampa Sennò che fai? Ti spari?

intervista (2005) di Renzo Sabatini a Nanni Svampa

Ai microfoni di una radio australiana, rispondendo al nostro collaboratore, il milanesissimo cantautore rivendicava 12 anni fa il senso del proprio impegno social-musicale. Dopo aver ripercorso la sua lunga carriera in vari campi artistici, dal teatro alla canzone d’autore. Sempre dalla parte dei più sfortunati.

anni Svampa l’ho intervistato verso la fi ne del 2005, non ricordo la data precisa. Vivevo allo- Nra in Australia, dove il grande pubblico cono- Roberto Gimmi sceva la musica italiana solo attraverso Nino d’An- gelo, Andrea Bocelli e il festival di Sanremo. Avevo ideato allora una trasmissione radiofonica con cui presentavo invece quella particolare storia musica- le italiana che, dalle ricerche del Nuovo Canzoniere Italiano e della NCCP, è approdata alle sperimenta- zioni, con il recupero delle lingue locali (i cosiddetti dialetti) associate a musiche di confi ne. Seguendo il fi lo di un mio tortuoso ragionamento, la trasmissio- ne aveva fi nito per intitolarsi: “I raspuscìn del mag”, i “cuccioli del maggio”, secondo la traduzione dei mi- lanesi Barabàn di un verso della Canzone del maggio Nanni Svampa di De André. In quella storia, per me molto avvincente, dipa- divo, parlò di sé con tranquilla disinvoltura, quasi natasi in oltre 100 ore di trasmissione, rientrarono si trattasse di una chiacchierata fra amici seduti al a pieno titolo alcuni artisti milanesi che, a partire tavolaccio di un’osteria, con una bottiglia di rosso dagli anni cinquanta del Novecento, avevano usato il davanti. Aveva una loquacità diffi cile da arginare e dialetto per raccontare la vita dei poer crist: Svampa, quel tanto di laconicità lombarda che gli consenti- Jannacci, Fo, Della Mea e altri. va di usare con disinvoltura i punti di sospensione, Il contatto con Nanni Svampa fu molto semplice: quasi senza averne l’aria. In studio con me, l’italo- rispose a una mail con immediata disponibilità e australiano Riccardo Schirru, milanese d’adozione, concordammo senza problemi la data dell’intervista. sorrideva beatamente, restituito a un’epoca di teatro Ricordo con piacere quell’unica conversazione tele- surreale e di cabaret, rilanciato in una Milano che fonica fra Melbourne e Milano, con dieci ore di fuso aveva vissuto in prima persona da ragazzo. e sedicimila chilometri in mezzo. Svampa, sanguigno L’intervista è qui trascritta nella sua interezza. Il e spontaneo, privo di qualunque atteggiamento da lavoro editoriale è consistito esclusivamente negli

54 ricordando Nanni Svampa aggiustamenti necessari per riportare sulla carta un reale, proponevano un cabaret innovativo, diver- discorso fatto al telefono, con frasi lasciate in sospe- tente e dissacrante. Da dove nasce l’idea e per- so e improvvise parentesi, nello stile di Svampa. Se ché quel nome? ho un rammarico è appunto questo: come la forza Ma, niente, nasce... Durante il servizio militare mi della canzone si spegne sulla carta, così la stampa ero imboscato e avevo tradotto tutto Brassens sul non rende giustizia a una conversazione di questo tavolo del colonello! Quando sono tornato cercava- tipo. Si perdono le sfumature di quella voce sangui- mo un locale dove fare delle cose. Tramite un mio gna; si nasconde il tono a volte ironico ma comun- compagno di studi che suonava la tromba e scriveva que sempre simpatico di Svampa; vengono meno le canzoni cattive siamo andati in un locale dove c’e- non casuali esitazioni, la passione di certi passag- ra la sua morosa e abbiamo trovato la mia soubret- gi, il calore della voce di un uomo che poteva an- te delle riviste goliardiche, che non vedevo da tre o che mostrare ritrosia a entrare in certi antri oscuri quattro anni e che era, allora, la morosa di Patruno. della memoria, attento a non mettere in piazza la Così mi presentarono anche Patruno, che suonava il vita altrui, ma era comunque incapace di raccontare jazz in un locale. Cominciammo a progettare di fare una bugia. Insomma, quella conversazione quasi da delle cose assieme e cercavamo un quarto elemento. osteria è più fredda, meno godibile sulla carta stam- Andai al Derby e vidi uno vestito di nero che faceva pata, ma è ugualmente una bella storia ed io ringra- le canzoni dei morti, e così abbiamo preso con noi zio ancora Svampa per la sua cortesia e per quella Brivio, e cominciato questo gruppo: Patruno, Bri- simpatia, rimasta tale fi no alla fi ne. vio, io e la soubrettina. Alla fi ne dell’estate è arrivato Maino, che conosceva gli altri due, anche lui appena R. S. tornato dal militare. In autunno ci siamo scremati: abbiamo eliminato, da maschilisti, l’elemento fem- Ottimista per disperazione minile, e abbiamo formato il quartetto. Un giorno in taxi Patruno ha proposto il nome Renzo Sabatini - Nella sua carriera artisti- Gufi , perché sintetico e notturno, e abbiamo preso ca ci sono alcuni fi loni: il cabaret, il teatro, la quello. Un impresario ci ha contattato e abbiamo canzone popolare e George Brassens. Il fi lo ros- trovato un night vicino alla stazione, l’abbiamo fat- so che lega tutte queste esperienze sembra sia to trasformare in cabaret e per tre mesi eravamo lì. l’elezione del milanese come lingua e Milano e Facevamo cabaret e jazz, con Valdambrini al basso la Lombardia come sfondo del suo lavoro. Come e Cupini e Settembrini al pianoforte. Uno dei rari mai questa scelta così precisa e maturata così casi in cui cabaret e jazz stavano insieme, perché di presto, così giovane? solito nei locali quelli del jazz vanno via quando c’è il Nanni Svampa - Beh, le radici si hanno da prima cabaret e viceversa. E quindi siam partiti. di nascere, no? Il fatto è che negli anni ’60 si par- lava il milanese, lo si scriveva, lo si cantava. I miei Nel 1965 avete pubblicato: “Due secoli di re- genitori provenivano dal lago Maggiore e a Milano, sistenza”, si potrebbe dire che avete anticipato in inverno, si parlava solo italiano, ma durante le anche un po’ il Nuovo Canzoniere Italiano e lo vacanze e anche in quel periodo in cui, da bambino, spettacolo “Bella ciao”? ero sfollato, in provincia di Varese, parlavo il dialetto Quello è un disco che abbiamo fatto strada facen- con gli amici. Strada facendo, quando ero studente do, ma noi abbiamo cominciato con Milano canta, e cominciavo a cercare di capire certe realtà, ho re- poi Il teatrino dei Gufi , poi siamo andati alla Bussola cuperato proprio la passione per tutto quello. Paral- d’estate e ci ha scritturato Paone, dato il grande suc- lelamente ascoltavo Brassens e scrivevo già canzoni, cesso che avevamo avuto al Bussolotto, la famosa come fanno gli studenti. Negli anni ‘60 adottare la Bussola di Bernardini che aveva anche un locale ca- lingua milanese era un po’ una bandiera, come con- baret al piano di sopra. Così abbiamo iniziato le pri- tinuare quello che i nostri antenati avevano fatto con me tournée teatrali con questi primi due spettacoli la canzone di protesta, la canzone d’amore, la nin- di cabaret, Il Teatrino dei gufi uno e due. Ad un certo na nanna o la canzone contro lo sfruttamento; come punto abbiamo avuto la collaborazione di Gigi Luna- dire: la voglia di esprimersi cantando. E allora anche ri, il commediografo, che ci ha scritto queste strane la canzone in milanese era un po’ un contraltare di- commedie musicali e per due anni abbiamo girato ciamo critico, notturno, a quella che era l’euforia del l’Italia con questi titoli che erano “Non so, non ho vi- boom economico di giorno. La lingua milanese allora sto, se c’ero dormivo” e, l’altro, “Non spingete, scap- era una bandiera perché metteva sullo stesso piano, piamo anche noi”, che in realtà era uno spettacolo seppure a livelli letterari diversi, l’espressività po- antimilitarista. E comunque noi abbiamo fatto del- polare e quella della nuova canzone. Infatti, mentre la satira molto libera, i Gufi hanno avuto successo fuori c’era il grande boom economico, Iannacci can- perché era un fuoco d’artifi cio di cose contrastanti: tava il barbone, noi gli sballati d’osteria, Walter Valdi la canzone popolare sceneggiata, il macabro ironico, i personaggi surreali. C’era questo gioco, questo pa- io che facevo la canzone di protesta sociale, i cori, rallelismo tra tradizione popolare e nuova canzone. come dire proprio un’esplosione che ha sconvolto il pubblico, abituato ai numeri tradizionali. Nel 1964 nascono i Gufi che, con un look sur-

ricordando Nanni Svampa 55 In “Povero cristo” avete anticipato gli scan- resciallo e dice: “Documenti, cedeteli alla fi ne dello dali dello Ior con una vena che tra le altre cose spettacolo”. E comincia a fare un verbale. Solo che il ricorda un po’ “Signore e signori” di Pietro Ger- divertente era che la canzone era in stretto abruzze- mi, soprattutto la questione relativa alla banca se, e il maresciallo era siciliano e allora Patruno gli del Veneto… dettava il testo in stretto abruzzese e il siciliano non Quella è una mia canzone, a cui sono molto affe- riusciva a scriverlo bene. Così è arrivato questo pro- zionato. Anche perché allora io scrivevo spesso can- cesso per vilipendo della religione, vilipendio delle zoni di satira sull’attualità. Successivamente, nel ’74 cose e turpiloquio. Una cosa tremenda: due delitti ed o ’75, con Michele Straniero, ho scritto uno spetta- un reato! Anche perché noi avevamo una specie di colo sull’anno santo, dove c’era la storia dei rappor- turibolo, dei cappucci stilizzati che ricordavano i fra- ti tra stato e chiesa in un secolo di unità d’Italia e ti. Morale, per tutta l’estate i carabinieri ci insegui- c’erano una serie di cose deliziose. Era un po’ il mio vano e volevano il saio, forse non sapevano cosa era pallino. Io sono forse uno dei più noti mangiapreti questo saio, comunque il saio era solo un cappuccio. del ventesimo secolo! Siamo arrivati al processo, dove, tra l’altro, il fratello di Paone, il nostro impresario, grande avvocato ro- Mangiapreti e laicismo mano, aveva preparato una requisitoria bellissima su tutte le tentazioni di sant’Antonio, nella pittura, A proposito di mangiapreti, visto che l’epoca nella letteratura, quindi anche quelle più carnali, non era proprio quella ideale, l’Italia era molto più piccanti, che noi non avevamo nemmeno usato, bigotta, come nasce questa vena anticlericale? perché la canzone era molto più semplice, popolare, Mi sembra che avete avuto anche dei problemi, senza speculazioni. Siamo arrivati al processo con i delle querele per oltraggio al sentimento reli- dischi di Maria Monti e degli altri cantanti folk, ci ha gioso. accompagnato anche un prete che scriveva sul gior- Beh, intanto secondo me stiamo peggio oggi. C’e- nale cattolico di Milano, che sosteneva la qualità del- ra più libertà di espressione, più laicismo allora che la canzone e non l’offesa. Allora il pubblico ministero adesso. Siamo conciati male, siamo tornati indietro! chiede l’assoluzione con formula piena ma a questo Ma la mia cultura, la mia fi losofi a, il mio modo di punto l’avvocato dice: “No io ho preparato una requi- leggere la realtà è sempre stato laico in generale, e sitoria, devo farla lo stesso”, quindi a momenti, se lo comunque anticlericale, anche per motivi storici, per lasciavamo andare avanti, ci arrestavano, perché il motivi di interessi e di scelte. Poi quell’incidente, la giudice era stufo! Ne è venuta fuori una barzelletta querela, è stata una cosa ridicola, perché non era all’italiana! una questione di oltraggio a qualcuno o di satira pesante. Noi facevamo una canzone: “Sant’Antonio Il vostro look esistenzialista, la bombetta, la a lu desertu” che è una canzone popolare abruzze- calzamaglia in un certo senso ricordava, forse se, che la gente cantava normalmente alle proces- era anzi precursore dei Monty Python, il gruppo sioni, la storia classica delle tentazioni del diavolo a di cabarettisti d’oltremanica. Avete mai avuto sant’Antonio. Uno degli stornelli diceva, dopo i vari scherzi e le varie re- azioni, che: “Sant’Anto- nio lo prese per il collo e lo mise con il culo a mol- lo”. Eravamo a Chian- ciano. Quando si canta nelle stazioni termali è una tristezza terribile, perché ci sono quelli che fanno le cure che non gliene frega niente e poi ci sono le autorità. Fra le autorità c’era anche un uffi ciale dei carabinieri, mi sembra, oltre ad altre fi gure classiche, e ad un certo punto non rideva più nessuno. Quella era una canzone di succes- so che abbiamo esegui- to normalmente, come in altri posti, ma ad un certo punto arriva il ma- da sinistra: Nanni Svampa e Georges Brassens

56 ricordando Nanni Svampa contatti con questo o con altri gruppi del ge-

nere? Roberto Gimmi No, mai. Noi siamo nati un po’ così, con riferimen- to al cabaret francese come estrazione cultu- rale. Poi c’era la compo- nente macabro-satirica di Brivio ed è questa che ha dato l’impronta del noir, della bombetta, più che degli chansonnier. Quel- lo era un po’ il marchio; dopo di che avevamo an- che cappellacci d’osteria, oggetti, era proprio una grande fantasmagoria di colori e di cose. Però il marchio, anche quello più originale, che è arrivato al pubblico e alla critica, era il macabro. Poi c’erano anche le mie canzoni di satira politica, le canzo- ni folli, tutto il repertorio popolare milanese sce- neggiato.

Come mai i Gufi si sono sciolti proprio quando il gruppo era arrivato alla popolari- tà nazionale? Su questo dovremmo fare un’intervista di otto giorni! Come ci siamo Nanni Svampa trovati, per caso, così ci siamo lasciati, quando vertimento, ma di un umorismo di un certo livello, ci siamo chiesti cosa facciamo da grandi. E poi c’era di satira, e poi il linguaggio, soprattutto. Questo mio uno di noi che aveva delle sue strane velleità, ma poi ascolto si è, come dire, involontariamente o casual- è fi nito male, poverino. mente, mischiato con l’idea che il milanese funzio- nava come bandiera e allora ho avuto l’intuizione di Tutta la sua vita artistica è stata attraver- tradurlo in milanese, cosa per altro che hanno fatto sata dalla fi gura di George Brassens. Già nel dei miei amici prima di me. Il tradurre Brassens in ’60, come ci raccontava prima, traduceva le sue milanese ha portato ad arricchire la mia voglia di canzoni. Come mai questa passione per lo chan- contribuire a farlo conoscere, reinventando, dando sonnier francese? nuova linfa, nuova vitalità. Io non facevo traduzione Intanto io ho studiato francese per anni, a scuola, letterale, non esiste la letteralità, volevo trasportare per cui è l’unica lingua che conosco, oltre all’italiano il suo mondo in quanto tale: ho trasportato i suoi e al milanese; poi perché il mio gusto si è formato concetti, i suoi contenuti, ambientandoli a Milano. Il ascoltando e conoscendo la canzone classica france- successo è stato quello. se. Quando ho ascoltato Brassens la prima volta mi sono detto: ecco, io da grande voglio essere così. È Fabrizio De Andre ha detto: “se non avessi stata una folgorazione, come si dice, il colpo di ful- conosciuto Brassens non so se avrei scritto lo mine. Perché ho capito che io, che già scrivevo cose stesso quello che ho scritto, ma sicuramente non e facevo canzoni umoristiche, o canzoni di grande avrei vissuto come ho vissuto”. Il suo interesse solidarietà umana, ho capito che lì c’era tutto il ge- per Brassens è stato soprattutto artistico oppu- nio di quello che io sentivo, in embrione, fosse una re, anche nel suo caso, ha infl uenzato il suo at- funzione importante della canzone. Cioè la canzone teggiamento nei confronti della vita, delle isti- non di evasione, la canzone intelligente, anche di di- tuzioni, ecc.?

ricordando Nanni Svampa 57 Io mi sono sentito in sintonia con un grande con i poliziotti, ecco, ma lì era già l’argomento stes- maestro rispetto alle idee che avevo da giovane, in so all’origine a prestare il fi anco. Brassens si è in- embrione, e che stavo sviluppando. De Andre non ventato una lingua partendo dalle canzoni popolari, è neanche mai andato a conoscere Brassens, lo ha dalle storie della gente, dalle bocciofi le del sud, dagli studiato da giovane e dopo ha scritto le canzoni. Le intellettuali di Parigi, dai trovatori alla tarantella na- prime canzoni sono chiaramente ispirate ad uno sti- poletana. Lui si è creato un mondo e un linguaggio le e ben venga, voglio dire, tutti devono avere dei soprattutto nei testi, che traeva da ogni fonte. Forse maestri. Io ho avuto la funzione non tanto di sentirlo io qualche volta ho dato troppo colore, se si vuole, è vicino a me, quanto di seguire il suo discorso, tanto una critica che mi è stata fatta e che ho accettato. è vero che l’ho sviluppato in tante canzoni, non sem- Qualche volta ho addolcito, con il milanese, perché plicemente con alcuni esempi. già allora il milanese tendeva alla nostalgia, per la gente che ascoltava, di conseguenza tendeva ad ad- Le canzoni di Brassens dolcire; è un rischio che ho corso, ma credo di avere fatto comunque una operazione onesta. tradotte In effetti De Andre non ha mai voluto cono- L’altro grande fi lone della sua carriera è la scere personalmente Brassens, aveva paura che canzone popolare milanese. Lei ha fatto un lavo- l’uomo potesse distruggere il mito. Lei invece ro enorme di raccolta, ha lavorato con Michele l’ha incontrato. Com’è andata? Straniero2, ha inciso molti dischi, curato raccol- Benissimo! Vabbè, soggezione, ovviamente, emo- te antologiche. Come si sposa la passione per zione. Sono andato a sentire un suo concerto, poi Brassens con quella per la canzone popolare mi- siamo stati insieme il giorno dopo e riesci a parlare lanese? quel poco o quel tanto che puoi fare in un giorno, È quello a cui accennavo prima: ho sempre amato ma veramente una persona con una profondità di la chanson d’expression, in Italia il termine non si sguardo stupenda, di grande umanità, un guru. E’ usa, lo usano in Francia; vuol dire scrivere e can- stato molto emozionante. L’ho conosciuto nel ‘73 e tare una canzone per esprimersi, non pensando di per molti anni gli mandavo i miei dischi. Lui mi ha mandarla ad un festival per vendere alcuni dischi. scritto una bellissima lettera. Gli mandavo i dischi Quindi la canzone popolare è la matrice sulla quale con la traduzione letterale del mio milanese in italia- io, da bambino e poi da adulto, quando sono andato no pensando che lui, avendo una madre napoletana, a recuperare tutto quello che la scuola e la famiglia magari l’italiano un po’ lo conoscesse. Mi ringraziava ci aveva fatto perdere, sentivo, in questo modo di sempre ma dopo un po’ mi ha detto: “guarda che io esprimersi della gente, la voglia proprio di cantare la di italiano non capisco niente”! In realtà era molto vita. Brassens in fondo è l’esempio, ad un livello poe- attento a che non venisse travisato. In quegli anni, tico più alto, di come si scrive per cantare, di come si in Italia, traducevano Bob Dylan con parole che non canta per raccontare, per esprimersi: dall’umorismo c’entravano niente, c’era questa moda. Quindi lui all’amore, dall’amicizia alla solidarietà, alla satira. era molto attento a che in tutto il mondo venisse Per me erano e sono ancora due fenomeni paralleli; rispettato il contenuto delle sue cose. E sicuramen- hanno in comune il desiderio di esprimersi, la voglia, te qualche amico deve averlo rassicurato sul mio capacità e qualità nell’esprimersi. Poi la canzone po- lavoro, amici giornalisti, critici, che poi anch’io ho conosciuto; diversi erano di origine italiana, quindi sicuramente lo hanno rassicurato ed è giusto che sia così, perché allora in Italia succedeva di tutto con le canzoni, pur di vendere.

Molti pensavano che le sue traduzioni milane- si di Brassens fossero in realtà repertorio popo- lare. La cosa le dispiace o le fa piacere? Certo, più che popolari, scritte sul Naviglio. Mi fa piacere, è un complimento al traduttore, a una tra- duzione che, come dicevo prima, dava nuova credi- bilità, nuova linfa ad un discorso che deve rimanere tale.

Non c’è mai stato il rischio di confondere la poesia di Brassens con il folklore, traducendo in milanese? No, assolutamente. Qualche piccolo rischio forse sì, quando in certe canzoni un po’ macchiettistiche, di personaggi tipo Ecatombe1, questa situazione molto sanguigna di massaie grassocce che litigano

58 ricordando Nanni Svampa polare ha le sue cose più o meno banali, ma viene fuori l’anima della gente e da Brassens viene fuori l’anima del poeta, che non è detto debba essere per forza su una torre d’avorio.

Di Michele Straniero abbiamo parlato in que- sta trasmissione anche in altre occasioni; ne ab- biamo parlato ad esempio con Giovanna Marini. Come è stato il rapporto con lui? Ci eravamo conosciuti in serate di canzone poli- tica. Quando ho cominciato a fare questa incisione, l’antologia milanese, ho pensato di affi dare a lui la parte di consulenza, nel senso di cura dei testi, di presentazione. Mi ha aiutato anche nella selezione dei brani e poi abbiamo lavorato insieme parecchio, ci siamo frequentati per molti anni. Lui era davvero un pozzo di conoscenze in questo campo.

Non si riesce a parlare di repertorio popolare milanese senza citare la canzone forse più nota, Porta Romana. Che origini ha e come mai ne esi- stono tante versioni? Questo è il bello della canzone popolare. È un caso ricorrente quello di canzoncine con la stessa musica e parole diverse o con le stesse parole e mu- sica diversa: dimostra la vitalità, il continuo rinno- vamento, specialmente quando si tratta di strofette. È “El gir del mund”3, quella scollacciata da osteria, dove ognuno ci mette le strofette che vuole perché In “A” 371 (maggio 2012) la copertina e un dossier di 62 pa- partiva dall’invenzione collettiva, con due bicchieri gine sono stati dedicati a Georges Brassens. Tra i numerosi di vino buono, prima del metanolo. Quindi Porta contributi, una tavola-rotonda gestita (nell’ottobre 2011 al Romana, come esempio, nasce come canzone dal circolo Arci “La Scighera” di Milano) da Laila Sage e Loren- carcere, tanto è vero che è in italiano e non in mi- zo Valera, protagonisti Fausto Amodei, Giangilberto Monti e lanese, perché è il prototipo della canzone milanese Nanni Svampa. ma in realtà è in italiano, anche perché il carcere è stato uno dei primi luoghi dove le varie provenienze di continuare ad inventare e questo è il bello della regionali si mischiavano. Poi però l’osteria classica canzone popolare. era il luogo dove ci andava il ragioniere per bene, ma anche la battona, piuttosto che quello uscito di Il milanese è fi nito galera e c’era questo mondo, una certa solidarietà, dove la gente non ti chiedeva il come e il perché: Quali sono secondo lei i temi ricorrenti, gli si cantava e si beveva. L’osteria era anche un luo- aspetti più affascinanti della canzone popolare go di frequentazioni goliardiche e così, a un certo milanese? punto, si sono mischiate tutte queste strofe. Alcune Quelli di tutte le canzoni popolari. La gente ha sono malinconiche: “O luna che rischiari le quattro cantato sempre l’amore; ha fatto le ninne nanne ai mura, rischiari la mia cella che è tanta scura”, ecc. bambini; ha cantato l’emigrazione, le donne e le ve- Altre sono strofette satiriche, sul sesso, e così via. dove bianche. Ha cantato contro la guerra, contro In osteria si cantava e si inventava e quindi ognuno lo sfruttamento nel lavoro; ha cantato anche la di- aggiungeva qualcosa. Difatti, l’altra sera me l’hanno visione religiosa, su tutti gli aspetti della vita, dei chiesta e io l’ho cantata, ho fatto tutte le strofette sentimenti e degli avvenimenti; ha registrato dei che mi venivano in mente ed è durata quindici mi- fatti storici, tipo quelli su Napoleone, cantando e nuti, perché mi venivano in mente così, a getto con- raccontando, perché quando la gente la sera stava tinuo. È la caratteristica tipica della canzone popo- nelle stalle, a scaldarsi col calore animale, inventava lare: inventare e cambiare. In questo caso ci sono e raccontava, annotava, e c’era quello che aveva la tre componenti: la malinconia e la rabbia del car- dote di cantore e magari quello che era stonato ma cere, l’invenzione scollacciata dei cantori d’osteria e non aveva importanza. I canti di lavoro, per esempio, un po’ di goliardia su certi temi classici del rapporto dalla risaia all’offi cina alla fi landa, sono tutti canti uomo / donna; quindi è un esempio di canzone che nati proprio come espressione di rivolta. Poi ci sono continua. Ad un certo punto si è fermata ma ancora quelli belli, dolci, poetici. La canzone popolare è can- oggi, se qualcuno vuole, può inventarci delle stro- tare la vita. fette, perché no, cambia continuamente, è un modo

ricordando Nanni Svampa 59 Però poi in tutto il mondo è più famosa: “Las- cile che il divo del cinema nasca autonomamente nel sa pur ch’el mond el disa, ma Milan l’è on gran cinema. Poi ci sono delle eccezioni ma in generale è Milan”… così, sono due modi di recitare diversi e io sono per ...quella è una canzone scritta da un autore, una le tavole del palcoscenico. canzone di Giovanni D’Anzi, non ha niente a che fare con la canzone popolare.... Ha appena accennato al potere romano che non dà spazio al milanese, ma lei, comunque, ...vero, ma è accaduto che sia divenuta famo- continua ad essere molto attivo e porta in giro sa e dopo oltre sessant’anni magari tutti pensa- per l’Italia i suoi spettacoli. Il fatto di aver sem- no che venga dal repertorio popolare... pre privilegiato il milanese ha limitato in qual- Ecco, io non sono d’accordo, rimane pop, non è che modo la diffusione dell’opera? folk, perché quella canzone è stata scritta per motivi Sì, anche perché per molti anni ho fatto solo que- turistico-promozionali e secondo me è la più brutta sto discorso. Adesso ho cominciato a sviluppare canzone milanese che sia stata scritta e tale rima- (parlo del caso Brassens), anche la parte italiana, ne! È una canzone costruita così, anche con qualche ma comunque tu hai un’immagine da quarant’anni sentimentalismo, non è la chiave con cui la gente che è di un certo tipo. C’è anche una diffi coltà di cantava. Poi, certo, ha avuto successo e la gente che promozione. Oggi i discografi ci, se sono piccole case canta alla sera, in compagnia, non è che siano dei rispetto alle major, hanno un sacco di problemi. Ma critici musicali. Però non è quello, secondo me. Il Brassens l’ho fatto anche all’università di Bari e poi milanese è fi nito, col fi nire di parlarlo. La gente non la sera ho fatto il concerto in teatro. Molto spesso il lo parla più, lo parla una minoranza ristrettissima discorso su Brassens è abbinato a convegni che si che, oltretutto, va in Val Brembana il weekend op- fanno con gli amici docenti nelle città più svariate: pure guarda la televisione e si rimbambisce, quindi Bari Trieste, Forlì… dove però c’è un pubblico spe- è fi nita. cialistico, che sono gli studenti di francese e, nel- la stessa città, alla sera, col sostegno del pubblico Il teatro che posto occupa nella sua carriera universitario, si fa il concerto. Sono andato anche al artistica? festival Ferré, a San Benedetto del Tronto, mi hanno Ho fatto in teatro quello che prima facevo in ca- invitato perché c’era la celebrazione di Brassens, mi baret. Ho sviluppato i temi a me cari in spettacoli hanno anche dato una targa. Insomma, non vado teatrali. Uno dedicato tutto alla canzone popolare, abitualmente a fare serate lontano dalla Padania, uno tutto a Brassens, uno tutto alla storia della can- questo brutto termine che si usa adesso, però gli zone milanese. Poi ho fatto altre esperienze, ho fatto anni di lavoro con il marchio milanese ti danno quel appunto il teatro dei Gufi , ho recitato anche in una tipo di attrattività. Il vero problema è che la televisio- commedia, ho fatto il protagonista della commedia: ne non ti dà spazio. “Morte di Woody Allen”, e in una commedia classica milanese tratta da Carlo Porta. Ancora oggi giro por- Nel 2004 la EMI ha riproposto l’intero cata- tando il mio cabaret-concerto, che è uno spettaco- logo dei Gufi . Era per i nostalgici o il pubblico lo antologico di tutti i generi, i racconti, le memorie giovane ne ha approfi ttato? comiche, i personaggi trovati attraverso la vita, da Non credo e comunque io non lo seguo, non m’in- bambino fi no ad oggi. Ho pubblicato recentemente teressano più, ho fatto molte altre cose più belle 25 pezzi di Brassens tradotti in italiano e quindi lo dopo. Sono più bravo adesso! spettacolo gira l’Italia in modo più ampio, perché presento Brassens in milanese e in italiano. Quindi È in uscita la terza edizione del cofanetto con in teatro ho sviluppato i discorsi che, in embrione, la sua ennesima interpretazione di Brassens, facevo in cabaret. possiamo dire che Svampa resta, in Italia, l’ulti- mo portavoce dello chansonnier anarchico? In varie occasioni è apparso in televisione, ha Mah, anarchico… secondo me anche lì c’è da di- avuto ruoli nel cinema... com’è stato il suo rap- scutere. Comunque sì, portavoce volentieri, ma il di- porto con questi mezzi di comunicazione? scorso anarchico di Brassens è stato molto discus- Io sono un animale da palcoscenico, la televisione so perché, come tutte le persone, ha avuto un suo l’ho fatta perché si faceva, ma, soprattutto il cine- sviluppo. Da giovane ha scritto canzoni di grande ma, non ne sono capace, lo dico sinceramente. La violenza contro le istituzioni, contro il potere, poi ha televisione ha prima di tutto dei problemi di lingua, scritto altre cose; andando avanti il discorso si è evo- perché il potere romano non dà spazio alla lingua luto, ha avuto polemiche con i critici a proposito di milanese. Secondo, quando dovevo cantare una cosa maschilismo, di misoginia. Ci sono state polemiche e mi facevano un segno dove dovevo mettere il piede anche quando gli hanno chiesto perché nel ’68 non io già non ne potevo più, sarei andato a casa. Ma era nei cortei con gli operai della Renault e lui ha questo è un fatto mio, ripeto, io sono un animale da risposto: “ero a casa col raffreddore”; poi ci ha scrit- palcoscenico e voglio essere libero di muovermi come to sopra una canzone che è stata molto discussa. Il voglio. Il cinema è un altro mestiere, diffi cilmente gli suo discorso è stato sempre basato sull’individuo, attori di teatro poi sono diventati di cinema, è più fa- ha sempre odiato e non condivideva l’espressione di

60 ricordando Nanni Svampa massa, però a un certo punto venivano fuori delle cose pericolose, come quando ha scritto quella fa- mosa canzone in cui diceva che quando si è in più di quattro si è una banda di stronzi.4 Sembrava una forzatura sull’individualismo, invece era una sua fi losofi a proprio sui comportamenti. Come tutti ha avuto una serie di contraddizioni, quindi il suo pe- riodo anarchico è stato quello giovanile, diciamo.

C’è da spararsi Dagli anni ’60 i suoi bersagli sono stati sem- pre il clero, la classe politica, la borghesia e, per certi aspetti deteriori, anche il popolino. Nel 2000 i suoi bersagli sono cambiati o sono sem- pre gli stessi? Sono sempre gli stessi solo che, purtroppo, man mano che passa il tempo, le cose sono sempre più ovattate, il nemico sempre più occulto. Siamo spiati da una serie di poteri, di meccanismi, soprattutto di movimenti, a parte la tecnologia, per cui nessun cittadino medio è in grado di capire la tecnologia, la farmacia, tutto quello che è in mano a chi gestisce lo, per due ore sul palco, con quattro bypass e un certi settori. L’uomo comune non ha più strumenti pacemaker. Infatti, l’ultimo tentativo che ho fatto di per capire, per seguire, abbiamo un nemico sempre dare un titolo ad uno spettacolo a Milano si chia- più subdolo, quindi è diffi cile con una strofetta indi- mava proprio: “Quattro bypass in galleria”. Bisogna viduarlo e attaccarlo. Io intanto le battute le faccio, riderci sopra! sui vari poteri, ma per l’uomo normale è molto più pesante la situazione, non ha appigli e questo è un Renzo Sabatini aspetto tragico. Questo lo esprimo con una battuta che sembra tremenda, ma io ormai sono ottimista 1 Hécatombe, George Brassens, 1956. Il testo originale e le va- per disperazione. rie traduzioni di Svampa in milanese e italiano sono reperi- Questa è la realtà dei nostri anni, pensiamo a bili a questo link: https://www.antiwarsongs.org/canzone. come siamo andati indietro: siamo cresciuti con la php?lang=it&id=1264. speranza di un mondo fuori da tutte le violenze e in- 2 Il lavoro di ricerca musicologica di Michele Straniero (1936- vece qui siamo a un livello peggiore della prima guer- 2000), fondatore del Cantacronache e collaboratore del Nuovo ra mondiale, se ti fermi a osservare c’è da spararsi! Canzoniere Italiano, è centrale nella storia della canzone italiana Poi la carica che hai dentro ti porta almeno a cercare del novecento e nel recupero della musica popolare. di far capire alla gente un po’ di anticlericalismo, un 3 Canzone milanese da osteria. Per chi volesse cimentarsi un po’ di anticonformismo, un tentativo di fargli capire testo è disponibile in questo link: http://www.canzon.milan. chi è che ti racconta delle palle per prendere il pote- it/testi/testi_osteria.htm#. re. Ma comunque è diffi cile, è sempre più dura. 4 Le Pluriel (1966). Testo originale e dibattito sulla controver- sia in questo link: https://www.antiwarsongs.org/canzone. Comunque siamo contenti di vedere che lei ci php?lang=it&id=50719. prova ancora… Be, quello si, sennò che fai? Ti spari. L’ho detto: sono ottimista per disperazione. Comunque non è che io mi ammazzi di lavoro, faccio i miei concer- ti, scrivo i miei libri. Ho pubblicato: “Scherzi della memoria” che è la mia autobiografi a umoristica, di quello che mi ha fatto ridere dai cinque ai ses- sant’anni. Dopo di che qualche ora la dedico all’orto, qualche altra la dedico magari a pescare, anche se ho mal di schiena. Poi scrivo, sto incidendo ancora dischi, sto preparando un’antologia dei grandi autori milanesi. E così si continua a far le cose che piacciono il più possibile, e poi si lavora, perché, voglio dire, non è che siamo qui a vivere di rendita! A parte che il la- voro è fondamentale per l’anima, ma comunque fa parte delle esigenze della vita. Salto come un mer-

ricordando Nanni Svampa 61 ...e compagnia cantante di Alessio Lega

Con il commediografo Luigi Lunari, misero in scena Nanni e Luca due spettacoli teatrali rimasti mitici “Non so non ho visto e se c’ero dormivo” e “Non spingete scappiamo intervista a Luca anche noi” (una satira antimilitarista). Poi Svampa incontrò il suo alter-ego “terrone” Otello Profazio, Maciacchini, l’ultimo con cui fece un programma televisivo. In teatro ci tornò con Franca Mazzola e sempre con Patruno agli collaboratore di Nanni arrangiamenti e alle chitarre, mentre cresceva la se- Svampa conda generazione del cabaret, non più solo milanese, dei Gatti di Vicolo Miracoli, Porcaro, Abatantuono, ecc. Intanto Nanni aveva affi ancato alla sempiterna In principio furono i Gufi . E quando diciamo i Gufi missione di diffondere nel nostro paese le canzoni di diciamo, oltre a Nanni Svampa ovviamente, Brivio, Georges Brassens (il più delle volte in lingua meneghi- Patruno, Magni, ovvero un grande chansonnier e na), quella di sistematizzare e tramandare un canone cantautore, un cabarettista di gusto surreale e pieno della canzone milanese. di humor noir, un provetto jazzista, un fenomenale Dunque lui, socialista e ferocemente mangiapreti, mimo. E non solo, i Gufi intrecciarono tutto il nascente incontra Michele L. Straniero, cattolico e comuni- cabaret milanese: Jannacci, Fo, Strehler, Gino Negri, sta, che gli fa da consulente per i dischi di musica Cochi e Renato. tradizionale, e insieme concepiscono lo spettacolo

Lugano (Svizzera), 25 aprile 2015 - Luca Maciacchini e Nanni Svampa alla Radio della Svizzera Italiana.

62 percorsi di vita “Pellegrin che vien da Roma”. Negli anni seguenti avvertito questo salto, per me quelle erano canzoni l’accompagnamento dei suoi “cabaret-concerto” - de- che appartenevano alla generazione dei miei genitori dicati a Brassens, alle canzoni milanesi, o a un misto quanto alla mia: classici. delle due cose - passerà dal magistero chitarristico di Per di più io sono varesotto, per cui sono cresciu- Patruno a quello del quartetto di Ettore Cenci, fi no to in un contesto in cui il dialetto - molto simile al ad arrivare al solo Antonio Mastino. milanese di Svampa - era certo più parlato che nella La vita di Nanni Svampa è stata una fi tta trama di grande città. Insomma, quelle canzoni sono state il intrecci e collaborazioni, essenziali per capire lo spi- latte materno che mi ha instradato sulle tracce delle rito di un fenomeno culturale collettivo. Inossidabile, mie radici. ormai quasi arrivato alle soglie degli ottant’anni, aveva “seppellito” gran parte dei suoi sodali - sarebbe stato Svampa poi era un milanese in fuga, tanto che a il primo a ridere di questa battuta, magari compien- un certo punto si era trasferito dalle vostre parti. do un gesto scaramantico - ma di certo pochi sono Per l’esattezza a Porto Valtravaglia. Lui credo che rimasti i testimoni che possano raccontarci in presa subisse, già prima di trasferirvisi, il fascino di queste diretta quella storia. zone, e soprattutto del lago, tanto che aveva già inserito Abbiamo allora deciso, per dedicare un saluto a Nan- la Valtravaglia nella sua versione di “Les trompettes ni, appena saputo della sua scomparsa, di intervistare de la renommée” di Brassens. E poi questi luoghi l’ultimo dei suoi collaboratori musicali, l’uomo che si hanno uno strano rapporto con l’umorismo, hanno avvicendò alla chitarra a Mastino, dopo la morte di dato i natali a molti comici come Boldi, Teocoli, persino quest’ultimo nel gennaio del 2015: Luca Maciacchini. Dario Fo è cresciuto lì. Il lago permea chi vi sta vicino, Luca è un cantautore egli stesso, un teatrante, un quest’acqua tranquilla, apparentemente malinconica, esperto di musica, un buon conoscitore di canzone ma che nasconde una sorta di follia gioviale. Fo ci ha internazionale e ovviamente un eccellente chitarrista. chiamato “Il paese dei Mezarat”, dei pipistrelli. Non Attivo con un suo repertorio in italiano e in dialetto, siamo lontani dai Gufi , in fondo, tutti animali notturni. si muove prevalentemente fra la Lombardia e il Can- ton Ticino. Parecchi sono i suoi spettacoli di teatro- La canzone d’autore canzone, uno interamente dedicato all’assassinio di Giorgio Ambrosoli, un altro recentissimo alla mania e la riscoperta del folk del gioco d’azzardo. Forse Svampa è andato a cercare sul lago quei luoghi che non trovava più a Milano - l’osteria, Spiriti casalinghi il posto di ritrovo collettivo in cui si beveva, si cantava, si raccontava - in cui era cresciuto e Alessio Lega - Si può dire che Nanni Svampa - da cui aveva attinto storie, storielle e canzoni, col quale hai collaborato come accompagnatore ambientandovi il suo Brassens milanese. per pochi intensi anni - fosse già, prima ancora Beh, guarda, anche da noi quel luogo lì è arche- che vi conosceste personalmente, all’origine di ologia… qualcosa resiste, ma come un residuo non molte delle cose che fai, anzi si potrebbe quasi troppo originale, le osterie (con o senza l’“H” davanti) dire che tu abbia saltato una generazione, per- sono ormai luoghi ricostruiti, come quelle dei Navigli, ché i nostri fratelli maggiori si erano dedicati a alla ricerca di una tradizione che non ha più le stesse tutt’altre forme musicali. funzioni, quindi che non ha più ragione di esistere. Luca Maciacchini - Io, essendo del 1973, sono nato Nanni era troppo furbo per non accorgersene al proprio nel periodo di transizione, un periodo forse primo sguardo. Lui ha portato avanti quasi di pari immerso nella nebbia, ma che io vedo ora distintamente passo e praticamente da subito la canzone d’autore come il più importante per la canzone. Ancora non si e la riscoperta del folk, prima che chiunque caval- facevano insormontabili steccati fra il popolare, il folk e casse quest’onda con fi ni politici e identitari, lui lo la canzone d’autore, si poteva saltare fra questi generi faceva con fi ni culturali. La traduzione di Brassens - come appunto ha fatto Svampa - contando di essere in milanese (iniziata come sua necessità già mentre seguiti da un pubblico curioso. Ho l’impressione che faceva il militare) mi sembra la fusione perfetta delle poi, man mano, si siano costituiti dei piccoli, asfi ttici sue anime. Gli anni del suo debutto al teatro e al drappelli di appassionati, che ascoltano solo una certa cabaret erano anche quelli in cui c’erano Strehler e cosa, con date regole, dati suoni, dati strumenti... Paolo Grassi, tutto ciò che succedeva a Milano era Per me invece quello era il periodo più fl orido, pro- al centro del mondo, una vera capitale culturale del prio perché il più fl uido. Sul mio vecchio giradischi teatro e della musica, rispetto a Roma che aveva il di famiglia - un mobile ancora perfettamente funzio- cinema e la televisione e Torino che aveva l’industria. nante - ruotavano in modo intercambiabile Giorgio Non c’era nemmeno bisogno che Svampa avesse Gaber, Nanni Svampa o Fabrizio de André, e quando rapporto diretto con loro per trovarsi al centro di mi capitava di mettere sul piatto le ballate popolari una storia già importante. Il “teatro canzone” - per del Martino e la Marianna, del Ridicul matrimoni o dire - non è un’invenzione di Gaber, che lo ha cer- del Magnano, per me queste erano voci familiari, tamente nobilitato portandolo alle più alte vette, ma spiriti casalinghi, e poi la palestra per esercitarsi sui è qualcosa che esisteva negli spettacoli dei Gufi e di primi accordi di chitarra. Non ho quindi nemmeno conseguenza di Svampa. Quel tipo di spettacolo che

percorsi di vita 63 15 settembre 2015 - Nanni Svampa in concerto, con Luca Maciacchini alla chitarra. si faceva a Milano, da Brecht al Piccolo a Jannacci “Io vorrei fare al Derby, univa istintivamente in teatro il testo alla ancora qualcosa” musica. Erano canzoni da raccontare, da testimonia- re… pensa al valore anche didascalico di quell’opera Negli ultimi anni comunque apriva sempre con enciclopedica che è la “Milanese”, un’antologia in 12 una canzone d’autore in milanese ma moderna, LP di canzoni meneghine! la stupenda “Meditazion del temp passà”. Uno dei pochi brani non suoi (né di Brassens o In quegli anni, nel campo della musica popolare, popolare) che lui apprezzasse davvero in toto, non era c’era anche l’aspetto più fi lologico-militante dei una cosa che accadeva sovente, era davvero un iper- Dischi del sole di Bosio o dell’Albatros con Leydi, critico, persino con me che poi sono diventato il suo “professoroni” che forse guardavano a personaggi chitarrista. Ne rido anche un po’, ma credo che sulle come Svampa e Profazio come a dei divulgatori canzoni si fosse davvero ripiegato sul suo repertorio, il un po’ semplicioni. Svampa certo col suo lavoro resto non gli piaceva. Certo non c’era più il senso della testimoniava un interesse davvero diffuso per quel ricerca, ormai era chiaro che Nanni diceva “io sono materiale, lui non era certo un ricercatore, ma questo e il pubblico viene per vedere questo”. C’era un personaggio anfi bio in bilico fra molti generi: però la voglia di vivere, e per lui vivere era mangiare, un cabaret che aspira già al teatro, Brassens e bere, dormire e salire sul palco a cantare. quindi la canzone d’autore nel senso più poetico, Cantare o fare una battuta era il modo di essere tanto che lui stesso provò a più riprese a fare il se stesso: esigente, burbero, avido e generoso, ma cantautore vero e proprio. con il teatro e la canzone nel sangue. Indimentica- Di tutto quello che ha fatto questo è stato l’aspetto bile la sua abilità ai fornelli, con una serie di sughi meno recepito, il suo disco da cantautore è “Rifl us- inventati da lui, la prima volta che mi trovai davanti so rifl esso” della fi ne degli anni settanta. Una volta al suo “perdré” (SIC!) di frattaglie di pollo me lo stavo incassato l’insuccesso di quel tentativo, Svampa da mangiando tutto, e me l’ha dovuto strappare dalle quel bravo pragmatico che era, non ha più di tanto mani. Possiamo anche dire che teneva parecchio ai insistito e ha ripiegato sulla più rassicurante eterna soldi, aveva cachet decisamente alti, ma a onor del dicotomia “Tradizione/Brassens”. Questo è un suo vero era anche molto generoso coi suoi collaboratori: tratto molto marcato, si è sempre vissuto come un diciamo che era un milanese ben convinto del fatto ottimo professionista che deve assecondare i gusti di che il lavoro vada fatto e pagato bene. Era anche un pubblico - sempre con un certo stile e mai sotto molto esigente, con lui non si sgarrava di una nota. certi standard - più che educarlo. Secondo me questa cosa di non essere percepito come un cantautore vero Quando tu cominci ad accompagnarlo come ti ci e proprio, un po’ gli rodeva anche a distanza di anni… rapporti? e che tipo di artista trovi: qualcuno che infatti era sempre molto critico, ai limiti dello sfottò, si era rotto le scatole o un artista ancora vitale? con gli altri cantautori. A me in effetti era capitato poche volte di fare

64 percorsi di vita l’accompagnatore: con Gianni Pettenati e con Rocco Svampa” mi riprese “ma stai zitto, chi te lo ha chie- Barbaro, grandi professionisti che però facevano sto” però gli faceva piacere. Poteva anche dare l’idea cose profondamente diverse dalle mie, insomma di essersi rotto, di non aver più voglia di cantare, puro lavoro. Con Nanni mi capita di accompagnare di salire sul palco e di continuare a farlo un po’ per un maestro. soldi, un po’ per abitudine, ma secondo me nel fondo Ci eravamo conosciuti, era venuto a vedermi can- gli era rimasta la voglia di cercare qualcosa, e a tratti tare, ed era rimasto impressionato dal mio modo di veniva fuori il vecchio leone, magari più che in una suonare - anche se non mi aveva risparmiato critiche, canzone in una battuta scambiata col pubblico. Una al suo solito - e quando ha cercato un chitarrista ha sera a Piacenza uno gli ha chiesto “Nanni, come mai trovato me. È stato anche diffi cile, perché io quando senza vino?” e lui “Pirla… ma quando mai in scena!”. vado da solo corro sul tempo, tanto poi mi riprendo, In effetti cominciava a perdere il senso dell’equilibrio, invece ricordo la prima volta assieme in scena, lui così gli ultimi tempi gli avevano persino tolto il vino, ho canta, e poi si gira e mi sibila tra i denti durante l’ap- pensato “senza il vino Nanni è un uomo fi nito”. Negli plauso “non correre, cazzo!”. In realtà è bastato poco ultimi giorni - e io l’ho visto davvero poco prima che a trovare l’alchimia, anche perché lui percepiva che morisse - l’ultima frase che ricordo è “io vorrei fare io conoscevo bene e amavo il suo repertorio. ancora qualcosa”… se pensi che era un artista che continuava a salire sul palco, con un cuore ridotto al Non per soldi, trenta per cento e reni e fegato compromessi, capisci che non si tratta di soldi o di professionismo, ma né per professionismo proprio di amore. A volte perfi no con troppa devozione, una volta che dissi a un tassista milanese “guarda che lui è Nanni Alessio Lega

Elegia per Daniel Viglietti

Primo di novembre 2017. Mentre mi trovo in Austria a can- tare “Bella Ciao”, mi sveglio incongruamente presto e vengo a sapere che Daniel Viglietti è morto il giorno prima in seguito a un intervento. Era nato nel luglio del 1939 a Montevideo. Gigante della canzone di ispirazione popolare, ma di realiz- zazione colta - Daniel era un fenomenale chitarrista classico imprestato all’urgenza della testimonianza - i suoi quasi ot- tanta anni passati per il mondo, l’ultimo concerto solo pochi giorni fa. Daniel era un bengala nel buio, una risorsa, una memoria del futuro, quando questa parola ancora suonava più come speranza che come paura. Daniel era radicalissimo nei contenuti ed estremamente complesso nei modi - i suoi accompagnamenti sono un ma- nuale di raffi natezza e sperimentazione - uno di quelli che ha sempre pensato che i proletari meritano il massimo. Urugua- Daniel Viglietti iano fi ero e rivendicativo, come solo chi ha presente le catene del colonialismo, era in realtà un patriota del mondo, che si ostinava a volere più giusto, proprio perché lui per le sue idee era stato in prigione, aveva rischiato la vita e vissuto lungamente l’esilio. Era stato un amico di Victor Jara - che aveva interpretato una sua canzone su Camilo Torres. Amico fraterno e collaboratore per una vita del poeta Mario Benedetti - con lui si era inventato una formula semplice e geniale di recital-concerto. Amico della combattente e martire rivoluzionaria paraguayana Soledad Barret. Amico di Atahualpa, di Chico Buarque, di Silvio Rodrigeuz… amba- sciatore di un’unità culturale latinoamericana, umile fi no a farsi portavoce di artisti e poeti, qualche volta meno grandi di lui. Di cosa doveva avere paura l’altro giorno Daniel, quando ha poggiato un attimo la chitarra, com- pagna di mille e mille concerti, e si è steso sul tavolo operatorio? Nella sua vita aveva visto in faccia la tortura e la morte, cantato i poeti, si era trasformato in ven- to, fatto voce del popolo. Oggi il giornale ci dice che non si è rialzato. Ma la farina ormai è impastata con l’acqua, il lievito della sua musica. Crescerà Daniel, crescerà...

A.L.

percorsi di vita 65 La guida apache di Nicoletta Vallorani

disturbare il quieto svolgersi di pratiche consolidate Il torto e legate all’interpretazione della legge. Sono prati- che supremamente attendibili, e ciò che le rende tali – soprattutto nella scuola, meno nell’università Ogni tanto mi vengono in mente cose del passa- – è l’impossibilità prescrittiva di far carriera, che è to. Forse invecchio, e divento nostalgica. Così oggi, compensata (si fa per dire) da una clamorosa illicen- mentre in un’aula di università spiegavo il rapporto ziabilità. Essa è applicata, mi pare, in Italia a ogni tra Illuminismo e Romanticismo, mi sono ricordata struttura pubblica, dal consiglio dei Ministri in giù: di quando, in un paesino della provincia marchigia- se si fa male il proprio lavoro, la penalità è la rimo- na, nella scuola media quasi spopolata che soprav- zione topografi ca, non professionale. Si viene estir- viveva un po’ a stento, un’insegnante mia amica pati da un posto per andare a far danno in un altro. stava spiegando lo stesso argomento, con parole più E si viene puniti, più spesso di quanto si pensi, se si semplici e con molti esempi. pretende di lavorare bene. E alla fi ne della lezione, soddisfatta della chiarez- za con la quale le sembrava di aver posto i concetti, e È parte della vita osservando alla lavagna il sistema di opposizioni che aveva disegnato, si è voltata e ha scelto uno studente Quando si subisce quest’ultimo sopruso, la so- a caso, il più timido, quello che forse un giorno sa- luzione possibile è solo l’intervento armato di un rebbe diventato un artista e che in quel preciso mo- leguleio, ma anche quella è pratica complicata e co- mento stava disegnando cerchi colorati su un foglio stosa. Il ricorso al TAR, del quale non ho esperienza bianco. Lo ha scelto e gli ha chiesto: «Quindi, Mario, diretta alcuna, a guardarlo da fuori è un percorso se l’Illuminismo è l’epoca della ragione, il Romantici- talmente casuale da essere superato in termini di smo, che è il suo opposto, è l’epoca …?» rigore persino dalla procedura della paglia più cor- Quello ha spalancato inermi occhi azzurrissimi e ta o dal famoso metodo scientifi co del lancio della ha esclamato soddisfatto: «L’epoca del torto!» moneta. E non faceva una grinza. Nel sistema di opposizio- In tutto questo – anche qui andando in contro- ni, il contrario della ragione è il torto, quello che oggi tendenza rispetto alla prospettiva attuale – continuo abbiamo sempre, noi insegnanti di ogni ordine e gra- a pensare che l’istruzione debba essere pubblica e do, se lavoriamo bene e con coscienza, ma magari ci accessibile a tutti (anche se mi piacerebbe che fosse immaginiamo che il nostro faticare venga premiato, anche ben fatta). Continuo a pensarlo per un motivo non necessariamente con denaro sonante, forse an- elementare: essa non è scorporabile dalla vita reale, che col semplice riconoscimento di quel che faccia- e nella vita reale, la cultura non dev’essere funziona- mo. Questo, apparentemente, è impossibile, e non è le allo stipendio, vero o fi ttizio che sia. sempre colpa solo delle istituzioni. A volte la respon- Quando racconto queste cose alle mie figlie, di sabilità cade su una serie di principi corporativi che, norma mi rispondono: «Va bene, mumis. E com’è che per difendere tutti, non proteggono nessuno. fi nisce la favola?» È preoccupante che alla mia età io Scriverò una cosa molto impopolare ora. Scriverò creda ancora in queste cose. Che si possa cioè “fare sulla questione dell’illicenziabilità di un dipendente scuola”. E che questo signifi chi insegnare la vita, la dello stato, condizione sempre fortemente voluta e memoria, quel che serve per operare delle scelte, il che si è trasformata in una ghigliottina che al tempo senso di essere liberi, alcuni elementari principi etici, stesso uccide la fantasia, azzera l’impulso verso ogni cosa comprare al supermarket senza avvelenarsi, e, forma di originalità (che tra non molto arriverà a perché no, quale erba si fuma e quale è meglio di no. essere punita per legge) e spesso innesca una strana Perché tutto questo è parte della vita, e non si gara a chi lavora di meno, perché chi lavora di più scappa. alza colpevolmente lo standard, e questo potrebbe avere conseguenze deteriori sulla pratica, ampia- Nicoletta Vallorani mente tollerata, del fancazzismo inoffensivo. Questo è un principio non scritto ma ampiamen- te rispettato: fare meno possibile, cercando di non

66 insegnamenti Senza rete a cura di Ippolita

Il bitcoin è nato come moneta alternativa in La falsa alternativa grado di prefi gurare nuovi immaginari. Ha man- tenuto tale immaginario oppure si è trasforma- del bitcoin ta in moneta semplicemente complementare? Di quale immaginario stiamo parlando? Andiamo a rivedere le pratiche discorsive usate agli albori del Andrea Fumagalli, di Effi mera* ci ha intervistati/e, fenomeno. Per riconoscerne l’origine culturale è in- sul loro sito, sullo sviluppo del bitcoin e delle teressante riprendere alcuni documenti, molto noti, blockchain come potenziale strumento decentraliz- della mailing list Cypherpunk, si tratta dello spazio zato e peer-to-peer di emissione di una nuova mone- virtuale di elaborazione più importante per quanto ta. Anche se abbiamo qui affrontato l’argomento lo riguarda la crittografi a e la nascita delle cryptocur- scorso maggio (“A” 416), ci sembra opportuno ritor- rency. Dalla documentazione si evince con molta narci. Vista anche la credibilità di cui questi aspetti chiarezza l’area semantica e politica che ha informa- godono anche in numerosi ambiti “alternativi” e di to queste tecniche. centri sociali. Ci riferiamo in particolare a testi come A Cypher- punk’s Manifesto (1993) di Eric Hughes, e ancor Il bitcoin è la cripto-moneta che senza dubbio di più a The Crypto Anarchist Manifesto (1992) e a ha avuto il maggior successo. Secondo voi, quali Cyphernomicon (1994) di Timothy C. May. In que- sono le ragioni del suo successo? sti documenti alla base del suprematismo fallo-tec- Il bitcoin (XBT), creato nella rete bitcoin, è la pri- nocratico, l’unico immaginario prefi gurato è quello ma criptovaluta decentralizzata che non è rimasta anarco-capitalista cui si aggiunge qualche vago ri- al semplice stadio di prototipo. Ha avuto un periodo chiamo contro i poteri istituiti: soprattutto appelli di incubazione durato anni, durante i quali, si pre- contro le tasse e per il mercato liquido. sume, sono stati messi a punto i particolari che la Nei testi si rintraccia già il progetto di una cripto- defi niscono: il limite assoluto di produzione della valuta. Una delle domande poste in Cyphernomicon moneta, i tempi e i mezzi per farla (l’attività di mining è appunto “cosa rende una moneta digitale più ro- – verifi ca delle transazioni), le caratteristiche di fun- busta e credibile [“what is needed to make digital zionamento della blockchain, l’utilizzo della critto- money more robust and trustable?”] Una cultura già grafi a asimmetrica per i wallets (portafogli). Inoltre elitaria, comincia ad alzare il tiro, sempre più consa- ha avuto il destino di diventare una valuta molto pevole di avere tra le proprie mani le leve del potere apprezzata sul mercato nero del cosiddetto dark futuro e impaziente di applicarle. Si assiste dunque web, sicuramente per praticità ma anche a causa di a una stratifi cazione di immaginari, alcuni di questi un fraintendimento nel pensare che la crittografi a sono anche molto lontani da altri, in alcuni casi ad- sia usata per rendere anonime, se non addirittura dirittura in contraddizione. cifrare, le transazioni; cosa assolutamente falsa: la Dal punto di vista della complementarietà nelle crittografi a serve a fi rmare e indicizzare le transa- cryptocurrency ci troviamo di fronte a un falso pro- zioni, che al contrario sono pubbliche ed inscindi- blema. bilmente legate agli utenti. Infi ne, essendo la prima Per l’ideologia anarco-capitalista, e seguendo il criptovaluta balzata agli onori della cronaca in tutto ragionamento dell’economista austriaco F. A. von il mondo, ha catalizzato gli interessi e l’attenzione di Hayek in Denationalisation of Money: The Argument un gran numero di persone, diventando una specie Refi ned (1990), anche le monete devono essere mes- di fenomeno di massa. se in concorrenza e gli individui devono essere liberi Di fatto, anche se esistono moltissime sperimen- di scegliere la moneta che ritengono la più consona tazioni in corso, la gran parte dei non addetti ai ai propri interessi. Una criptovaluta come il bitcoin lavori ignora l’esistenza e il funzionamento delle al- costituisce una “disruzione” (disruption) del sistema tre criptovalute e tende a identifi care ogni moneta delle monete monopolistiche nazionali, un’interru- digitale con i bitcoin, facendoli diventare semantica- zione nel fl usso regolare che crea disordine, ovvero mente sinonimi. un nuovo ordine. In questo senso assume l’immagi- nario e si comporta come un contropotere, ma privo

senza rete 67 di qualunque istanza socialista. È possibile la costruzione di un circuito mone- Allo stato attuale, fi ntantoché non sarà possibile tario alternativo fi nalizzato alla produzione di comprare qualunque cosa, sempre e ovunque, tutte valore d’uso? le cosiddette monete alternative sono destinate ad Privilegiare il valore d’uso rispetto al valore di essere, in un certo senso, complementari. La conver- scambio signifi ca insistere su uno degli aspetti con- sione in valuta corrente è, al momento, necessaria e creti della merce. Ma in un sistema capitalista la ineludibile. Anzi, è proprio uno dei fattori più impor- merce è sempre bifronte. Qui non si tratta di met- tanti per la diffusione e il successo di monete come tere in discussione la moneta ma l’intero sistema il bitcoin: oggi un utente medio della rete che voglia capitalista. A meno di immaginare una scissione produrre bitcoin incontrerà molte diffi coltà, per po- da parte di interi settori dell’economia, fenomeni terne avere dovrà comprarli in valuta corrente. Cioè, di autonomizzazione su larga scala, gli utilizzatori per poterli spendere. di criptomonete resteranno sottomessi alle catego- Questo è il punto cruciale della faccenda: spende- rie del capitale. In questo contesto possiamo fare re, ossia consumare. In nessun caso è prevista una scambi con la valuta che vogliamo, e sostenere che via di fuga dalla logica della produzione per il con- si tratta di “valore d’uso”, ma poco importa: continu- sumo. È la quintessenza della logica del capitalismo: iamo comunque a produrre cose che possono essere gli stati nazione o transnazionali sono inutili pachi- messe a valore, direttamente o indirettamente. In dermi del passato, nel nuovo mercato globale sono questo modo la valorizzazione e l’effi cacia economica solo un peso; per i miei traffi ci e i miei commerci è astratta dominano il processo di produzione. Il va- molto meglio farmi le monete che voglio, l’importante lore d’uso è quindi solamente l’espressione concreta è spendere, comprare, produrre. Mai interrompere dell’astrazione del valore. la catena! D’altra parte, quando nella storia dell’u- En passant, va segnalato che porre nuovamente manità l’introduzione di una nuova moneta è stato la questione dell’utilità del lavoro al centro dell’or- risolutiva per ottenere maggiore giustizia sociale e ganizzazione sociale non fa necessariamente scom- non è stata un mezzo per consolidare il potere? E parire lo sfruttamento nel lavoro, anzi. L’esempio intanto le risorse natu- migliore è forse quello rali e le materie prime si dello sfruttamento del esauriscono. L’antropo- Oggi è fondamentale lavoro femminile nel cene è adesso, tutti que- quadro dell’economia sti fenomeni non sono riuscire a guardare lontano, domestica, e il suo ruo- affatto scollegati. lavorare alle forme di lo nell’estrazione capi- talista del plusvalore: Uno dei fattori che organizzazione politica non la moneta non cambia ha caratterizzato il nulla. Possiamo anche successo del BitCoin subordinate alla tecnica. retribuire, con la mone- è l’essere una moneta ta che vogliamo, sempre del tutto decentralizzata, peer-to-peer basata di sfruttamento si tratta, se non mutano le condizio- sulle block chain. È proprio così? Quale tipo ni, i rapporti di forza, le relazioni di potere. di gerarchia è insita nelle block chain, è un Ma è così importante monetizzare il vivente? A noi sistema di proprietà privata, nella logica liber- sembra che ce la possiamo raccontare come voglia- tarian americana? mo ma sempre lì si va a parare. È il punto di incontro tra la logica fallo-tecnocra- Oggi è fondamentale riuscire a guardare lontano, tica e l’ideologia californiana. È decentralizzata nel lavorare sulle forme di organizzazione politica non senso che non dipende da banche o stati ma nulla subordinate alla tecnica. Questo ovviamente non vieta il suo accumulo o che emergano degli enti in- signifi ca escludere la tecnica, ma amarla con la con- termediari che, basandosi sulla necessità di utenti sapevolezza che non è mai neutra, che ci pone co- meno esperti di monitorare e gestire il loro gruzzolo stantemente di fronte al nostro rapporto col potere. (i cosiddetti wallet), divengano col tempo dei centri Occorre fare uno sforzo per costruire un immagi- importanti della rete. Di peer-to-peer, inteso come nario che non sia succube delle logiche “vincenti”, se rapporto tra pari basato sul mutuo appoggio e la vogliamo dare vita a un’alternativa favolosa. solidarietà, c’è davvero poco. Ci sono delle differenze insuperabili, basate sul- Andrea Fumagalli la competenza tecnica e i mezzi a disposizione, tra utenti medi e miners, ossia i produttori di nuovi * Effi mera si defi nisce “un collettivo “virtuale” com- bitcoin. Perché è un’operazione molto onerosa da posto da più di 200 persone, interconnesse tra loro, un punto di vista computazionale ed energetico. Chi che risiedono in varie parti del mondo. Una rete di può e chi ci arriva prima ha due moventi: domina la ricercatori e attivisti, accomunati da una pratica di tecnica o ha grossi fondi da investire, gli altri sono ricerca militante che origina dall’operaismo italiano a dei perdenti. La retorica della disintermediazione fa partire dai Quaderni Rossi degli anni Sessanta, fi no presa sui narcisisti ego-riferiti che pensano di poter alle più recenti teorie sul capitalismo biocognitivo- fare a meno degli altri. relazionale”.

68 senza rete Internet Big data e false illusioni

di Lino Rossi

La Rete è tutt’altro che estranea al potere. A partire dalle rifl essioni di Manuel Castells e di Byung-Chul Han, si analizzano qui alcuni meccanismi con cui si ripropone. Non ci si illuda che la rete sia il regno della libertà.

el 1996, in uno dei suoi saggi più noti, La na- può generare occasioni d’incontro o di lotta, pro- scita della società in rete, il sociologo Manuel vocate dallo scambio di contro-informazioni, libere NCastells considera le trasformazioni tecnolo- dai condizionamenti imposti dai media di massa. giche introdotte dal digitale come una vera e pro- Pensiamo ad esempio alla “rivoluzione dei tablet”, pria rivoluzione nell’ambito dei media di massa. Egli nell’ambito della cosiddetta “Primavera araba” degli percepisce infatti la diffusione della cosiddetta “p2p anni 2010-11, durante la quale l’uso dei social net- communication”, ossia la comunicazione orizzontale work (Facebook, Twitter) ha in parte contribuito a che si realizza per mezzo dei media elettronici, come sostenere la diffusione del dissenso e a generare un un punto di svolta non solo del sistema informati- movimento insurrezionale. vo, ma anche del modo di interagire a livello socia- In questo modo egli individua la possibile attiva- le, attraverso un modello di dialogo apparentemente zione di contropoteri, facilitata dalla comunicazione svincolato dai meccanismi di fi ltro e di controllo ti- digitale, la quale offre concrete opportunità affi n- pici dei mass-media tradizionali, come la radio o la ché i movimenti critici (defi niti dallo stesso Castells televisione. come insurrezionali, perciò dotati di un obiettivo ri- Da ciò avrebbe origine una vera e propria “società voluzionario) possano proporre contro-informazioni in rete”, destinata ad assumere una portata univer- e introdurre cambiamenti sociali. sale, grazie alla diffusione pressoché illimitata e illi- mitabile dei fl ussi di comunicazione globale. In par- Nella folla ogni individuo ticolare Castells si sofferma sul ruolo assunto dalla rete all’interno delle “società” che le reti digitali han- è di per sé un nessuno no determinato, ponendo in evidenza la struttura di Occorre tuttavia che la rete funzioni in modo tale una nuova forma di potere dove l’auto-organizzazio- da favorire, attraverso i suoi mezzi, una partecipa- ne dei processi comunicativi (Mass-self communica- zione critica in grado di sostenere e valorizzare opi- tion) gioca un ruolo determinante nel trasmettere nioni fondate e giudizi validi. una parvenza di libertà. Su questo punto, la posizione di Castells diviene Il sociologo catalano tuttavia evidenzia anche incerta e assume contorni problematici. come i fl ussi comunicativi globali s’intreccino con gli La rete è veramente in grado di veicolare pensieri spazi locali, dove avvengono concretamente le inte- e rifl essioni o piuttosto il suo ruolo consiste nel sol- razioni face-to-face, descrivendo le svariate formule levare gli umori collettivi mediante la trasmissione di mediante le quali il rapporto rete/territorio locale emozioni e stati d’animo, assumendo una funzione

Internet 69 pressoché di sostegno enfatico a idee che sfuggono digitalis; egli conserva infatti la sua identità privata al controllo razionale? (il profi lo), anche quando agisce in forma anonima Il suo fi ne ultimo non consiste nell’informare, e si manifesta all’interno dello sciame. In ogni caso ma nel generare un frastuono comunicativo del tut- rivolge il suo sguardo verso l’ottimizzazione di sé; è to opposto agli obiettivi apparentemente perseguiti sempre un “qualcuno” alla ricerca di attenzione e dalla politica dei social media. Ci troviamo in uno di successo per propria pseudo-identità, relegandolo “sciame”, così come lo defi nisce B.-C. Han1. in una condizione di sostanziale isolamento. La struttura verticale dei mass-media conserva una chiara defi nizione del potere, che si esprime Psicopolitica: nel suo disporsi come un sistema one-to-many, al contrario della rete, al cui interno ogni soggetto può dominio dei “like” relazionarsi con l’altro in una prospettiva orizzonta- In Psicopolitica (2016), Byung-Chul Han raccoglie le, entro la quale sembra scomparire ogni forma di e approfondisce una serie di suggestioni sparse in controllo gerarchico. Le aggregazioni casuali che si diverse opere rivolte al tema del potere nella società formano fra dialoganti digitali assumono le caratte- in rete2, trattando l’argomento in forma “organizza- ristiche della folla, ma ancora più anonima e fran- ta”, se non organica, termine che non si addice allo tumata di quella descritta da Gustave Le Bon nel stile argomentativo dell’autore. 1895; anche in questo caso infatti il “ritorno della Il percorso tracciato in questo breve, ma intenso folla” si manifesta come assedio al potere e al siste- volume, pone al centro della rifl essione la fenome- ma di dominio. Tuttavia la nuova folla, che Han nologia del potere espressa dai dispositivi di defi nisce sciame digitale, “ha caratteristiche sorveglianza post-moderni. Questi ultimi, che la differenziano radicalmente dal classico nella società della trasparenza prodotta schieramento dei molti, vale a dire dalla folla”. dalla rivoluzione digitale, danno luogo a (Nello sciame, p. 22). forme di controllo eccedenti e diverse da Essa infatti non possiede un’anima o uno quelle osservate attraverso l’approccio spirito; “La folla – scrive il fi losofo coreano – è biopolitico di M. Foucault e altri autori strutturata in modo totalmente diverso: ha ca- come G. Agamben, considerato dal fi lo- ratteristiche che non vanno attribuite sofo coreano un effi cace strumento in- ai singoli. I singoli si fondono in una terpretativo in grado nuova unità, all’interno della quale non di decostruire le dispongono più di un proprio profi lo. relazioni di po- Un assembramento tere nella realtà casuale di uomi- del capitalismo ni non costitui- moderno, anco- sce ancora una rata alla solidità folla: ciò avviene dei corpi sociali, soltanto quando culturali e po- un’anima o uno litici, ma sor- spirito li salda- prendentemen- no in una massa te infruttuoso omogenea, in sé di fronte ai cam- chiusa. Allo scia- biamenti imposti me digitale man- dalla surmodernità ca l’anima della digitale, dominata folla o lo spirito da internet. della folla: gli in- In questo modo dividui che si uni- Han rivolge una cri- scono in uno sciame tica radicale con in- non sviluppano un Noi” fl essioni talora di sa- (pp. 22-23). pore nichilista, a quella Lo sciame aggrega soggetti che interagiscono pro- tecnocrazia che non lesina a defi nire come immane prio sulla base dei loro profi li personali, anzi, sono riproposizione di una cultura dell’Uguale, resa pos- gli stessi profi li a generare la rete di contatti che – in sibile dall’invasività della trasparenza, intesa come ogni momento, ma momentaneamente – può pro- condizione essenziale della ragione comunicativa durre una molteplice sovrapposizione di espressio- mediata dalla rete. Una trasparenza ricercata e sti- ni, destinata però a non tradursi in alcun modo in molata in sostituzione di tutto ciò che si pone come una voce. discorso, posto all’ombra della rifl essione, contami- Nella folla, ogni individuo è di per sé un “nes- nato nel suo “farsi racconto” dalle insidie dell’impli- suno”, fagocitato e omologato dall’enfasi emotiva cito e da ogni spunto di presupposizione. esercitata dalla forza soverchiante della moltitudi- Secondo Han “le cose diventano trasparenti ne. Così non è per quello che Han defi nisce Homo quando si liberano da ogni negatività, quando sono

70 Internet spianate e livellate, immesse senza opporre alcuna no: invita a partecipare, a condividere, ad esprimere resistenza nei piatti fl ussi del capitale, della comu- opinioni e preferenze, gestendo le informazioni vo- nicazione e dell’informazione” (p. 9). La rete rappre- lontariamente depositate nella rete in modo silenzio- senta lo strumento più effi cace di cui il capitalismo so e anonimo. Lascia perciò agli individui l’illusione surmoderno dispone per eliminare ogni forma di di una libertà senza confi ni. Ma proprio questo se- negativo, proponendo una visione diretta della real- gna “la crisi della libertà nella società contempora- tà senza mediazioni né barriere che implichino uno nea”, poiché la nuova tecnica del potere non nega sforzo interpretativo. Le informazioni viaggiano nel- o reprime la libertà, ma la sfrutta. “Il like è il suo la trasparenza delle immagini, sostituti ideali della segno: mentre consumiamo e comunichiamo, anzi parola, la quale prelude a un discorso che funge da mentre clicchiamo like, ci sottoponiamo al rapporto una barriera rifl essiva. di dominio. Il neoliberalismo è il capitalismo del like Ciò si rifl ette innanzitutto sulle forme del potere, e si distingue nella sostanza dal capitalismo del XIX sui modi di controllo esterno, tipici del capitalismo secolo, che operava mediante obblighi e divieti disci- moderno, anche nelle sue forme avanzate o matu- plinari” (p. 25). re, destinati a perdere ogni valore, nel momento in Il rischio maggiore, rispetto al quale Han non rie- cui la “politica social” fa breccia sugli individui sol- sce a fornire una via d’uscita, consiste proprio nella lecitando dall’interno un personale posizionamento, partecipazione volontaria dei soggetti a un simile si- suggerito per via “empatica”, da un potere “intelli- stema di potere, fondato sull’auto-organizzazione e gente” e “amico” in grado d’indirizzare i singoli verso l’auto-ottimizzazione, che agisce con modalità sedut- mete considerate ottimizzanti e apparentemente fon- tive, creando dipendenze e sollecitando sentimenti date su una capacità progettuale estesa all’infi nito e gradevoli come il piacere. È una forma di dominio del tutto libera da condizionamenti. a cui si sottrae ogni forma di resistenza destinato a frantumare la socialità, lasciando gl’individui in Il potere intelligente preda al narcisismo, assunto a valore performante. La visione di Han si confi gura, in questo modo, agisce sulle menti come apocalittica, nel senso di una apocalisse cultu- La biopolitica del concreto, mediata dai dispositivi rale; la fi ne di un sistema di signifi cati in cui la pre- di controllo tradizionali, su cui si erge il panopticon senza del soggetto scompare, lasciando posto a una benthamiano orientato nei confronti dei corpi socia- individualità totalmente proiettata verso un infi nito lizzati si gretola di fronte a una ben più sottile ed desolante e a-sociale, da cui si profi la l’ombra di una effi cace psicopolitica del virtuale, che entra nell’in- sorta di psicosi narcisistica. conscio cognitivo ed affettivo di “soggetti” svuotati di ogni visibile legame col corpo (collettivo, politico) I big data nella società e proiettati verso esigenze e stimoli percepiti come propri e condotti verso l’autosfruttamento, all’inse- della trasparenza gna del narcisismo e della solitudine. I big data rappresentano uno strumento di domi- A tale proposito risulta estremamente signifi cati- nio psicopolitico capace di svelare i caratteri occul- va la rifl essione condotta dall’autore sul ruolo as- ti della società della comunicazione Si tratta di un sunto dal singolo nel momento in cui si assoggetta dispositivo in grado d’intervenire sulla psiche e di in modo autonomo e volontario al sistema di potere condizionarla ad un livello pre-rifl essivo. determinato dalla rete. In questo consiste propria- Essi consentono la realizzazione di un panottico mente la psicopolitica: la costruzione di sistema di digitale, la cui effi cacia, sul piano del controllo, su- consenso con mire autopoietiche da parte di un “po- pera in larga misura quella prospettata da Bentham, tere intelligente”, non violento e non coercitivo. Egli poiché si allarga all’intera popolazione dei soggetti scrive infatti: “Il potere basato sulla violenza non connessi in rete e si avvale della loro attiva colla- rappresenta il potere massimo: anche solo il fatto borazione nel mostrare e rendere disponibili alla che si costituisca una volontà contrapposta a chi lo sorveglianza (compresa una propria sorta di auto- detiene, è un indice di debolezza del suo potere. Pro- sorveglianza) aspetti di sé che sfuggono alla volontà prio là dove non viene tematizzato, il potere è indi- individuale, mettendo a nudo aspetti del tutto incon- scusso; più grande è il potere, più silenziosamente sapevoli della personalità. agisce. Esso accade, senza bisogno di segnalarsi in Il profi lo individuale di ciascun navigante si ali- modo clamoroso. […] Il potere intelligente, benevolo menta d’informazioni implementate da ogni click non opera frontalmente contro la volontà dei soggetti che egli effettua; anche in modo automatico, su- sottomessi, ma la guida secondo il proprio profi tto. bordinato a scelte e valutazioni inconsce, prive di Esso è più affermativo che negativo, più seduttivo una intenzione razionale. Il profi lo social determina che repressivo. Si impegna a suscitare emozioni po- l’essenza stessa del soggetto, formata dalla som- sitive e a sfruttarle. Seduce, invece che proibire. Più ma delle informazioni che egli continuamente for- che opporsi al soggetto, gli va incontro” (p. 23). nisce alla rete e questa identità digitale diviene la Il potere intelligente agisce sulle menti e non ha fonte del suo riconoscimento. Ma non solo: grazie alcuna necessità di disciplinarle con obblighi o divie- alla mancanza d’oblio, tipica della memoria digita- ti, al contrario dei biopoteri del capitalismo moder- le, questa personalità virtuale non può occultarsi

Internet 71 o sospendere la sua esposizione. Ciò permette una raccolta permanente di dati, gestiti dal mercato dei big data con grande profi tto economico, oltreché Per saperne di più psicopolitico. I big data raccolgono e registrano quanto accade M. Castells (2002), La nascita della società in sulla rete in termini di comunicazioni e d’informa- rete, Milano, Università Bocconi Editore. zioni semplici, senza discriminare o fornire spiega- M. Castells (2005), Galassia Internet, Milano, zioni, con l’idea surrettizia che la rete coincida con Feltrinelli. la realtà, anzi ipotizzando che quanto non appare M. Castells (2009), Comunicazione e potere, all’interno di essa semplicemente non esista; il da- Milano, Università Bocconi Editore. taismo, come forma di fi losofi a surmoderna, si li- B.-C. Han (2014), La società della trasparen- mita ad accumulare dati, con la pretesa di evitare za, Roma, nottetempo. qualsiasi richiesta di senso. B.-C. Han (2015), Nello sciame. Nuove visioni Annunciando sul “New York Times” la “rivoluzio- del digitale, Roma, nottetempo. ne dei dati”, David Brooks afferma: “Abbiamo ora B.-C. Han (2016), Psicopolitica, Roma, notte- la capacità di raccogliere enormi quantità di dati. tempo. Questa capacità sembra portare con sé una certa B.-C. Han (2017), L’espulsione dell’Altro, tesi culturale: tutto ciò che può essere misurato, Roma, nottetempo. dev’essere misurato; i dati sono una lente traspa- L. Rossi (2014), “Violenza e capitalismo glo- rente e affi dabile, che ci consente di fi ltrare pregiu- bale”, in A-Rivista Anarchica, 392, pp. 91-94. dizi di natura emotiva e ideologica; i dati daranno la possibilità di realizzare cose straordinarie, come predire il futuro […]. La rivoluzione dei dati ci offre uno strumento eccezionale per comprendere il pre- trasformare le cifre in discorsi narrativi. sente e il futuro”3. Si tratta di un processo di natura non additiva Secondo Han la trasparenza è la parola chiave di che presuppone la ricerca di un signifi cato; esso non questo secondo illuminismo, nel quale i dati rappre- risiede fra le cifre, ma si colloca al di sopra o oltre le sentano un medium trasparente, capace di sottrarsi stesse. Richiede uno sguardo critico, molteplice, a a qualsiasi forma di concettualizzazione. I dati “par- volte contradditorio e spesso oscuro. lano da soli” e la loro potenza dipende semplicemen- “Il Dataismo è nichilismo; rinuncia totalmente al te dalla loro quantità. Ogni modello interpretativo senso. Dati e cifre sono additivi e non narrativi; il assume una sinistra qualifi ca ideologica, da cui sca- senso, invece, si fonda sulla narrazione. I dati riem- turirebbe una deriva sconfi nante nel pregiudizio. Ma piono i vuoti di senso6”. ciò si prefi gura come una nuova forma d’ideologia: La narrazione implica operazioni complesse, di “L’imperativo del secondo illuminismo – afferma a valore logico ed etico chiamando in causa la scelta tale proposito il fi losofo coreano – è: tutto deve di- soggettiva e l’idea che il proprio sforzo interpretativo ventare dato e informazione. Questo totalitarismo sia sempre uno fra i possibili, anche nel caso estre- dei dati, o feticismo dei dati, è ciò che anima il se- mo in cui lo sguardo individuale si ponga come rap- condo illuminismo4”. porto di minoranza. La ricerca del senso conserva e valorizza il giudizio Uno sguardo critico opaco di chi si assume la responsabilità di superare la trasparenza e così nega l’apparente verità dell’u- Tutto concorre a generare dati: impressioni sog- guale. gettive immesse nella rete alla pari di resoconti scientifi ci provenienti dai centri di ricerca. Ogni in- Lino Rossi formazione vale come cifra, e le cifre vengono som- mate e distribuite; offerte a destinatari anonimi ai 1 B.-C. Han, Nello sciame. Nuove visioni del digitale, Roma, not- quali si chiede di acquisirle come descrittori asettici tetempo, 2015. della realtà, depurati da qualsiasi giudizio ed espres- 2 In particolare cfr. Nello sciame. Visioni del digitale, cit. che si si in modo sintetico, semplice, univoco. conclude con un capitolo il cui titolo “psicopolitica” sembra In questo modo ognuno si sente libero di commen- fungere da sinossi al volume del 2016. tare, prendere posizione, esprimere il proprio parere 3 New York Times, 4, 2, 2013. alimentando così una massa d’informazioni infarcite 4 B.-C. Han, Psicopolitica, cit. p. 69. di senso comune. In questo modo: “Si prende atto di 5 B.-C. Han, L’espulsione dell’Altro, Roma, nottetempo, 2017, p. tutto senza giungere a una conoscenza. Si ammas- 9. sano informazioni e dati senza mai giungere a un 6 Ivi, p. 71. sapere”5. Un commercio senza fi ne di “chiacchiere”, affermerebbe M. Heidegger. Tuttavia, la possibilità di giungere a una comprensione dei dati appare come un’illusione; in realtà essi non parlano da soli, ma occorre fornir loro una chiave interpretativa, e cioè

72 Internet la buona stampa di Marco Giusfredi

la buona stampa 73 ELENCO PUNTI VENDITA “A” si dovrebbe trovare in questi punti-vendita. Le librerie (che nell’elenco sono sottolineate) sono in parte rifornite dalla Diest di Torino. Per favore, segnalateci tempestivamente eventuali imprecisioni o mancanze, scrivendo, telefonando o faxando (recapiti in 2ª di copertina).

Lazio Roma Akab, Anomalia; Fahrenheit, Odradek, Lo Yeti, Contaminazioni; Yelets, ed. largo Preneste, ed. v. Olevano Romano, 41 ed. via Saturnia, ed. p. Sor Capanna, ed. piazza Vittorio Emanuele di fronte al n. 85, Torre Maura Occupata (v. delle Averle 18), Forte Prenestino (v. Federico Delpino), Biblioteca L’Idea (v. Braccio da Montone 71/a), banco libri al Mercato di piazza Pigneto (ogni quarta domenica del mese), Teatro Ygramul (via N.M. Nicolai 14), gruppo C. Cafi ero, sede 19 luglio (v. Rocco da Cesinale 18 - Garbatella), Lettere Caffè (v. San Francesco a Ripa 100-10); Libreria Alegre; Vineria letteraria Shakespeare & Co. (v. dei Savorgnan 72); Albano Laziale (Rm) Baruffe (p.zza Carducci, 20); Manziana Abruzzo (Rm); Coord. Magma (p. dell’Olmo 13); Latina ed. v.le Kennedy 11; Viterbo Chieti CSL Camillo Di Sciullo (v. Porta Pescara 27); Pescara ed. v. l’Aquila; Circolo ARCI ‘’Il Cosmonauta’’ (v. dei giardini 11). Roseto (Te) Ubik. Liguria Genova emporio Via del Campo 29 rosso, San Benedetto, La Passeggiata LibroCaffè Basilicata (p. di S. Croce 21r), libreria del centro storico; ed. v. di Francia (altezza Matitone Potenza Magnetica, ed. v.le Firenze 18; Castel Lagopesole (Pz) ed. v. A. Costa. – Sampierdarena), Archivio storico e Centro di documentazione “M. Guatelli” (v. Bologna 28r – apertura sabato mattina ore 10-12); Camogli (Ge) Ultima Calabria spiaggia; San Salvatore di Cogorno (Ge) ed. v. IV Novembre; Imperia Teatro Reggio Calabria Universalia, ed. p. Camagna; Catanzaro ed. v. T. Campanella dell’Attrito (v. B. Bossi 43); Dolceacqua (Im) L’insurreale (via della Liberazione 47 (S. Antonio); Cosenza ed. degli Stadi; Infopoint Coessenza (corso Telesio 10); La Spezia Il contrappunto (v. Galilei 17, 0187 731329); Sarzana (Sp) 102); Acri (Cs) Germinal. La mia libreria (v. Landinelli 34); Albenga (Sv); ed. v. Piave (vicino uffi ci ASL).

Campania Lombardia Napoli Eva Luna (p. Bellini 72), Centro studi libertari (vico Montesanto 14 – Milano Baravaj/Osteria dell’Utopia (v. Vallazze 34), Calusca, Cuesp, Odradek, 081/5496062), Ass. Arcobaleno Fiammeggiante (vico S. Pietro a Majella 6); Ma- Gogol & Company, ed. stazione metro Lanza, ed. v. Morosini 26, ed. v. Savona, rigliano (Na) Quilombo (via G. Bruno 38); Avellino Nuova libreria Russomanno; ed. v. Lorenteggio 3, ed. v. Bergognone, ed. v. Prestinari 6, ed. v. Solari ang. Quarto Librerie Coop; San Felice a Cancello (Ce) ed. Parco Pironti; Salerno Stendhal, Centro studi libertari (via Jean Jaurès 9, 02/26143950), Circolo ARCI Bottega Equazione (v. Iannelli 20), Centro Sociale autogestito Asilo Politico (v. La Scighera; Gruppo Bruzzi-Malatesta (v. Torricelli 19, 02/8321155), Federazione Giuliani 1); ed. stazione ferroviaria FS; Osteria Il Brigante (v. Fratelli Linguiti 4). Anarchica Milanese (v.le Monza 255), Cascina autogestita Torchiera (p. Cimitero Maggiore 18), Associazione Elicriso (v. Vigevano 2/a), Lega Obiettori di Coscienza Emilia-Romagna (v. Pichi 1); libreria Antigone; Spazio Ligera (v. Padova 133); Trattoria Popolare Bologna Circolo Berneri (Cassero di Porta Santo Stefano); Centro sociale X M24 (v. Ambrogio Figino 13); Arcore (Mb) circolo ARCI Blob; ed. via Gallarate 105; (v. Fioravanti 24); Modo Infoshop; Associazione Liberi Pensatori (v. Zanolini 41), Brugherio (Mi) Samsara (v. Increa 70); Cinisello Balsamo (Mi) ed. Cartoleria ed. via Corticella 124, ed. Pianeta Rosso (via Zamboni 24 G - Università); Cesena p.zza Confalonieri 9; Inzago ed. via Padana Superiore ex SS 11; Lachiarella (Fc) Edicola della Stazione; Imola (Bo) ed. v. Emilia (portico del passeggio), (Mi) ed. La Rocca (p.zza Risorgimento, 12); Magenta (Mi) ed. via Roma 154; ed. v. Emilia (centro cittadino), Gruppi anarchici imolesi (v. fratelli Bandiera 19, Mezzago (Mi) , ed. v. Concordia 9; Novate Milanese (Mi) ed. v. 0542 25743); Monghidoro (Bo) ed. p. Ramazzotti 4; Ferrara La Carmelina (v. Repubblica 75; Segrate (Mi) Centro sociale Baraonda (v. Amendola 1); Sesto Carmelino 22); Forlì ed. Corso Garibaldi 129; Fornovo di Taro (fraz. Riccò - Pr) San Giovanni (Mi) ed. via Rovani angolo via Risorgimento; Bergamo coop. soc. Amandla; Brescia Rinascita, Gruppo anarchico Bonometti (v. Borgondio 6), ed. v. circolo ARCI A. Guatelli (v. Pio La Torre 1); Modena Libera Offi cina (v. del Tirassegno Trento 25/b; Erba (Co) ed. v. S. Bernardino; Cremona Centro sociale autogestito 7); Circolo La Scintilla (v. Attiraglio 66); Spazio Libertario Stella Nera (v. Folloni Kavarna (v. Maffi 2 - q.re Cascinetto); Lodi Sempreliberi, Sommaruga, ed. v.le 67A); Carpi (Mo) La Fenice; Ponte Motta di Cavezzo (Mo) Il tempo ritrovato Pavia; Pavia ed. stazione ferroviaria FS, circolo ARCI via d’acqua (v. Bligny 83); (v. Cavour 396); Piacenza Alphaville, Fahrenheit 451, ed. viale Dante 48; ed. p. Vigevano (Pv) ed. stazione FS; Chiavenna (So) ed. p. Bertacchi 5; Morbegno San Francesco (centro); ed. strada Gragnana 17 G (loc. Veggioletta); Ravenna (So) Nuova Libreria Albo (p.zza S. Giovanni 3); Novate Mezzola (So) ed. via ed. v. Paolo Costa; Faenza (Ra) Moby Dick; Reggio Emilia del Teatro, Circolo Roma 32; Varese ed. v. B. Luini 23; Castelseprio (Va) Mercatino dell’usato, 2ª anarchico (v. Don Minzoni 1b), Archivio/Libreria della Federazione Anarchica di domenica, banco n. 69; Saronno (Va) Be Book. Reggio Emilia (p. Magnanini Bondi); Massenzatico circolo “Cucine del Popolo”. Marche Friuli/Venezia Giulia Ancona Circolo Malatesta (v. Podesti 14/b); Fabriano (An) ed. v. Riganelli Pordenone Circolo Zapata (v. Pirandello 22, sabato 17.30/20); Gorizia 29; Jesi (An) Wobbly; San Benedetto del Tronto (Ap) Carton City; Fermo Voltapagina; Cormons (Go) Circolo ARCI EventualMente (v.le Friuli 68 - aperto il Ferlinghetti, Incontri; Pesaro Il Catalogo, Zona Ufo (v. Passeri, 150); Urbino sabato dalle 18); Ronchi (Go) Linea d’ombra (p. Berlinguer 1); Trieste Gruppo Domus Libreria; Fano (Pu) Circolo Papini (via Garibaldi 47), Alternativa Anarchico Germinal (v. del Bosco 52/a); In der Tat. Libertaria (piazza Capuana 4), Libreria del Teatro; San Lorenzo in Campo

74 Elenco PUNTI VENDITA (Pu) il Lucignolo (v. Regina Margherita); Treia (Mc) ed. c.so don Minzoni 13. Veneto Marghera (Ve) Ateneo degli Imperfetti (v. Bottenigo 209); ed. p. Municipio; Molise Mestre (Ve), Fuoriposto (v. Felisatti 14); Rovigo ed. p. Merlin 38; Treviso Campobasso Caffetteria Morelia (v. Monsignor Bologna 15); Larino (Cb) Frentana. Libreria Acquatorbida c/o CS Django (v. Monterumici, 11); Castelfranco Veneto (Tv) Biblioteca Libertaria “La Giustizia degli Erranti” (v. Circon- Piemonte vallazione ovest 23/a, tel. 0423 74 14 84); Verona, ed. v. Borgo Trento Torino Comunardi, Bancarella del Gorilla (Porta Susa ang. v. Cernaia); Alberti 35/3, ed. v. Massalongo 3-A, Biblioteca Giovanni Domaschi (Salita San Copyright (v. Fidia 26); Gelateria Popolare (v. Borgo Dora 3); Federazione Sepolcro 6b), LiberAutonomia c/o edicola (v. Carlo Cipolla 32 D); Nogara Anarchica Torinese (c.so Palermo 46); il Molo di Lilith (v. Cigliano, 7); Libreria (Vr) Osteria Il Bagatto; Padova ed. p.zza Garibaldi ; Bassano del Grappa Aut, (v. Sant’Ottavio 45/A); Bussoleno (To) La città del sole; Leiní (TO), ed. via (Vi) La Bassanese, ed. Serraglia p.le Firenze, ed. Chiminelli v. Venezia; Lombardore 8; Rivoli (To) Coop. Il Ponte (v. Santa Croce 1/A); Torre Pellice (To) Lonigo (Vi) ed. sottoportico piazza Garibaldi; San Vito di Leguzzano ed. v. Arnaud 13; Alessandria ed. v. Cavour, ed. v. Dante, ed. di fronte alla stazione (Vi) Centro Stabile di Cultura (v. Leogra); Il Librivendolo - libreria ambulante ferroviaria, ed. p. Matteotti; Biella Robin, il Libro; Castello di Annone (At) ed. ([email protected]). via Roma 71; Cossato (Bi) ed. v. Mazzini 77; Alba (Cn) Milton; Novara Circolo Zabrinsky Point (v. Milano 44/a), ed. p. delle Erbe; Vercelli ed. Supermercato Argentina Iper; Borgo d’Ale (Vc) Mercatino dell’antiquariato, 3ª domenica, banco n. 168. Buenos Aires Fora (Coronel Salvadores 1200), Biblioteca Popular “José Ingenieros” (Juan Ramirez de Velasco 958). Puglie Bari ed. Largo Ciaia (stazione bus), ed. v. Cardassi 78 ang. v. Abbrescia 56; Australia Altamura (Ba) Feltrinelli; Barletta (Ba) ed. F. D’Aragona 57; Bisceglie Sydney (440 Parramatta Rd, Petersham). (Ba) ed. corso Garibaldi (c/o bar Meeting); Molfetta (Ba) ed. Laltraedicola (v. Terlizzi), ed. v. Cardassi 78 ang. v. Brescia; Ruvo di Puglia (Ba) l’Agorà - Austria Biblioteca delle Nuvole (c. Cavour 46); Fasano (Br) Libri e Cose; Foggia Csoa Vienna Anarchistische Bibliothek und Archiv Wien (Lerchenfelder Straße 124- Scurìa (via da Zara 11); Francavilla Fontana (Br) Urupia (contrada Petrosa, 126 Tür 1a); Innsbruck Cafè DeCentral (Hallerstr. 1) 0831/890855); Lecce ed. Massimo Giancane (v.le Lo Re 27/A), Offi cine culturali Ergot; Monteroni di Lecce (Le) Laboratorio dell’Utopia; Taranto Dickens, Ass. Canada Lo Scarabeo (v. Duomo 240), ed. v. Liguria 41; Ginosa (Ta) ed. viale Martiri Montreal Alternative (2033 Blvd. St. Laurent). d’Ungheria 123; Manduria (Ta) Circolo ARCI. Francia Sardegna Besancon L’autodidacte (5 rue Marulaz); Bordeaux du Muguet (7 rue du Cagliari Libreria del Corso (c. V. Emanuele, 192-b); Sardegna Novamedia Soc. Muguet); Grenoble Antigone (22 rue des Violettes); Lyon La Gryffe (5 rue Coop. (v. Basilicata 57); Tiziano (v. Tiziano 15); Sassari Max 88; Alghero (Ss) Gripphe), La Plume Noire (rue Diderot); Marseille Cira (50 rue Consollat); ResPublica (piazza Pino Piras - ex caserma); Porto Torres (Ss) Centro Sociale Paris Publico (145 rue Amelot), Quilombo (23 rue Voltaire). Pangea (v. Falcone Borsellino 7 - ex bocciodromo comunale); Serrenti (Vs) ed. v. Nazionale ang. viale Rinascita. Germania Berlino A-Laden (Brunnen Str.7); Buchladen Schwarze Risse (Gneisenaustr. Sicilia Palermo Garibaldi (v. Paternostro ang. p. Cattolica); Catania Teatro Coppola 2A, 030/6928779); Monaco di Baviera Kafe Marat (Thalkirchner Str. (via del Vecchio Bastione 9); Nicosia (En) Agorà; Ragusa Società dei Libertari 104 - Aufgang 2). (v. Garibaldi 2/A); Comiso (Rg) Verde Vigna (c. Billona 211, vicino ex-base Nato); Avola (SR) Libreria Urso. Giappone Tokyo Centro Culturale Lo Studiolo, Hachioji Shi, (Sandamachi 3-9-15-409). Toscana Firenze Ateneo Libertario (Borgo Pinti 50 rosso, apertura: lunedì-sabato ore Grecia 16-20); Black Spring Shop; Centro Socio-Culturale D.E.A. (v. degli Alfani, 34/36r); Atene “Xwros” Tis Eleftheriakis Koultouras, (Eressoy 52), Exarchia C.P.A. Firenze Sud (v. Villamagna 27a); Feltrinelli Cerretani, bottega EquAzione (v. Lombardia 1-P); ed. p. S. Marco; CSA ex-Emerson; Marabuk (v. Maragliano Olanda 29); Parva Libraria; Empoli (Fi) Rinascita (via Ridolfi 53); Sesto Fiorentino Amsterdam Het Fort van Sjakoo (Jodenbreetstraat 24). (Fi) Associazione culturale Arzach (v. del Casato 18); Arezzo ed. v. Cavour 43, ed. v. San Jacopo; Livorno Belforte, Federazione Anarchica (v. degli Asili 33); Portogallo Lucca Centro di documentazione (v. degli Asili 10); Forte Dei Marmi (Lu) ed. Lisbona Biblioteca dos Operàrios e Empregados da Sociedade Geral (Rua das p. Garibaldi; Grosseto ed. p.zza fratelli Rosselli 1; Viareggio (Lu) ed. v. Fratti Janelas Verdes, 13 - 1° Esq) ang. v. Verdi; Carrara (Ms), Circolo culturale anarchico (v. Ulivi 8); Pisa Tra le righe (v. Corsica 8); Biblioteca F. Serantini (331/1179799); Coordinamento Repubblica ceca anarchici e libertari di Pisa e Valdera (vicolo del Tidi 20); Pistoia Centro di Praga Infocafé Salé (Orebitská 14) documentazione (v. S. Pertini, all’interno della Biblioteca San Giorgio); Volterra (Pi) Spazio libertario Pietro Gori - Kronstadt (v. don Minzoni 58). Spagna Barcellona Rosa de Foc (Joacquin Costa 34 - Baixes); Acciò Cultural (c/Martinez Trentino de la Rosa 57); El Local (c. de la Cera 1 bis); Le Nuvole libreria italiana (Carrer Trento Rivisteria. de Sant Lluis 11); Madrid Lamalatesta (c/Jesus y Maria 24).

Umbria Stati Uniti Perugia Edicola 518 (v. Sant’Ercolano 42/A); Ponte San Giovanni (Pg), Portland (OR) Black Rose Bookstore (4038 N. Mississippi Avenue) ed. stazione FS; Spello (Pg) edicola, bottega L’angolo del Macramè; Orvieto (Tr) Parole Ribelli. Svizzera Bellinzona circolo Carlo Vanza (v. Convento 4, [email protected]); Valle d’Aosta Locarno Alternativa; Losanna Cira (av. Beaumont 24); Lugano Spazio Edo - Aosta Aubert. CSOA Molino (v. Cassarate 8, area ex-Macello)

Elenco PUNTI VENDITA 75 à nous la liberté di Felice Accame

manzo di cui si scopre esistere una riduzione tea- La sindrome trale. A questo punto – ormai sicura di essere sulla strada giusta – la psicoterapeuta affi da alla pazien- della sincronicità te un’indagine nell’ambito familiare e si porta così alla luce un ricordo di una zia: è vero, il padre di Ariane aveva recitato in uno spettacolo teatrale che si intitolava Ariane, jeune fi lle russe. 1. Interrogata, una zia le risponde: tuo padre re- Dalle tante costole della psicoanalisi, fi n dai suoi citava in uno spettacolo teatrale che si intitolava primi vagiti di teoria venuta al mondo – si pensi Ariane, jeune fi lle russe (che è peraltro il titolo di alla scissione tra Freud e Jung –, hanno prolifera- un altro fi lm, ben precedente, tratto ancora da to – e continuano a proliferare – varianti, viluppi, Anet, diretto da Paul Czinner nel 1931 e interpreta- ibridi e le più svariate contaminazioni. Tra queste, to da Gaby Morlay), dove il tema rimane quello del- la psicoterapia basata sulla “psicogenealogia” di la studentessa russa che seduce un quarantenne: Anne Ancelin Schutzenberger, che già usufruisce studentessa moderna, indipendente, coraggiosa, della variante riconducibile ai “sociogrammi” di Ja- un po’ solitaria, innamorata di un uomo brillante cob Levi Moreno. Tanto per dare un’idea del tipo di e originale che viaggia molto e che l’ama. Tutto qui lavoro e dei risultati della Schutzenberger, da un ma quanto basta. Il padre è rimasto affascinato dal suo libro, La sindrome degli antenati, strappo personaggio: questa l’ipotesi risolutiva e fatto sta due racconti che lei stessa riporta a testimonianza che, fi nalmente liberata dalle catene del passato esemplare. Il primo. Si rivolge alla psicoterapeuta altrui, Ariane si identifi ca nel personaggio, comin- una cliente – Ariane – che le dice di aver due pro- cia a viaggiare intorno al mondo (presumibilmente, blemi: ha avuto tutta una serie di incidenti d’auto non guidando lei) e smette defi nitivamente i pan- e, essendo morto suo padre della sua ni della paziente, nascita, si chiede perché l’abbia Il secondo. Cendrine, un’altra chiamata come l’ha chiamata. giovane paziente, nota innanzi- Come di chi le ha dato la pa- tutto che sua madre è morta tente, della madre non si di cancro il 12 maggio di un parla. anno imprecisato. Poi nota La psicoterapeuta si che anche suo zio, il fratel- mette al lavoro e scopre lo della madre, muore in un che, nel 1957 esce il fi lm incidente d’auto il 12 mag- Love in the Afternoon gio (senza che a nessuno (Amore nel pomeriggio, venga il sospetto che abbia nella traduzione italiana) incontrato Ariane) e che il di Billy Wilder, che in 12 maggio, di vecchiaia, Francia viene distribui- è morta anche una sua to con il titolo di “Aria- nonna. La psicoterapeuta ne”. Con Gary Cooper incalza e si viene a sco- e Maurice Chevallier, prire che in un 12 maggio l’interprete femminile, di molti anni prima, in un nella parte di Ariane, incidente, era morto anche è Audrey Hepburn. La il nonno e, in guerra, il suo trama è tratta da un ro- prozio, ovvero il padrino del manzo di Claude Anet, nonno. È a questo punto o Arianna: amore nel po- durante l’indagine che ci si meriggio, pubblicato nel accorge che Cendrine non 1920 (Mursia, Milano 1957, sta bene, si fa visitare, le vie- nella traduzione italiana), ro- ne riscontrato qualcosa su cui

76 attenzione sociale dover intervenire e, conseguentemente, le viene fi s- to di armi per la resistenza… In quell’occasione ho sata la data per l’operazione chirurgica. Che, man- perso ‘tutto’” (…) “Mi ha sorpreso esser derubata co a dirlo, è il prossimo 12 maggio. La provviden- della mia borsa e aver ‘perso tutto’ nuovamente il 5 ziale psicoterapeuta le consiglia di far spostare la giugno 2000)”. Oppure ancora: Alain de Mijolla ha data e lei “si salva”. analizzato i problemi familiari di Arthur Rimbaud Per la Schutzenberger è allora chiaro che “se im- il cui padre si è arruolato quando lui compiva i sei parassimo dal nostro terzo orecchio e dal nostro anni. Ebbene, ha scoperto che, cent’anni prima, terzo occhio ad afferrare, a comprendere meglio, ad anche il suo bisnonno aveva abbandonato un fi glio ascoltare e a vedere (…) ripetizioni e coincidenze, di sei anni. In sede diagnostica, pertanto, si potrà l’esistenza di ciascuno di noi diverrebbe più chiara, parlare di “sindromi di anniversario”, più specifi - più sensibile a ciò che siamo e a ciò che dovremmo camente di “sindromi di anniversario inattese”, o, essere”. più volgarmente, di “conti non saldati nella fami- glia d’origine”. Da un lato, allora, c’è la paziente costruzione di 2. un “genosociogramma” che, sulla scia dei diagram- Lo so. Tirando in ballo il “terzo occhio” e la “terza mi relazionali di Moreno, estendendolo a dismisura orecchia” e lasciando in pace il “secondo naso” ce nel passato, rende conto dell’“atomo sociale”, ov- ne sarebbe più che a suffi cienza per di- vero delle “relazioni signifi cative nella sinteressarsi della cosa. Passano gli vita di ciascuno” o, detto altrimen- anni – anche i secoli – ma un cer- ti dell’entourage affettivo di una to armamentario esoterico uti- persona. Dall’altro, c’è l’evi- lizzato da maghi e lestofanti denziazione del detto e del rimane. Tuttavia, al di là “non detto” dei “legami” e di talune dichiarazioni in- dei “rapporti socio-affettivi cautamente sopra le righe presenti e passati”. “La- che farebbero insospettire vorando” – si noti la forza fi nanche il dr. Watson, re- retorica del verbo – “alla sta da spiegare il motivo comunicazione non ver- del potere persuasorio di bale e a quella verbale, sui una procedura che, a ‘buchi’, le ‘dimenticanze’, ben vedere, caratteriz- le fratture, le ‘spaccature’, za molte, se non tutte, le sincronicità e le coinciden- quelle alternative più e ze nelle date di nascita, morte, meno divergenti che han- matrimonio, separazione, incidenti, no preso lo spunto dalla psi- manifestarsi delle malattie, insuc- coanalisi. cessi negli esami, riavvicinamenti, Ammesso e niente affatto ricorrenze importanti del mon- concesso che ciascuno di noi do personale e familiare del debba mirare ad un’esistenza più soggetto (…) e del suo conte- “chiara” e “più sensibile a ciò che sto socio-economico, nonché siamo e a ciò che dovremmo es- sulla realtà psicologica indi- sere” – come se qualche colpa viduale” ecco che la persona ancestrale ci avesse distolto comprende meglio la “sua vita” e da un “noi stessi” paradigmato può “darle senso”. o programmato da chissachi o da In quello stato di necessità del conferire “sen- chissache –, secondo la Schutzenberger, allora, si so” alle vite altrui – in questa intrusione coloniz- tratta di saper individuare “ripetizioni” nonché quel zante nella memoria e nella consapevolezza altrui particolare tipo di ripetizioni che sono le “coinci- – si rivela dunque il carattere di fi nzione ideolo- denze” cui – a ben vedere – vanno associate anche gica ineliminabile da ogni pretesa psicoterapeuti- le “ripetizioni transgenerazionali inconsce”, veri e ca – una fi nzione ideologica che, peraltro, risulta propri “tranelli” da evitare con cura e grazie alla strettamente funzionale all’ordine sociale ed alle cura. sue gerarchie. Così, in defi nitiva, avremmo anche Per esempio: nella regione di Nancy-Epinal, la spiegazione delle capacità persuasorie e del po- nell’est della Francia, molti bambini si ammalano tere “terapeutico” di queste pratiche. Esibizionista (ripetizione) il 6 dicembre (coincidenza). È il giorno incallito, il re, come al solito, è nudo, ma nessuno di San Nicola, giorno in cui, anticamente, i bam- lo può dire – e, ormai, men che meno il bambino, bini dovevano rimanere in ginocchio sulla scala in se non vuole ritrovarsi “paziente” in quattro e quat- attesa del Santo – per i doni – e, ahiloro, del Casti- trotto. Ferma restando, allora, l’alleanza implicita gamatti – per le punizioni. Oppure: “la nostra casa tra aguzzino e vittima, ci si può permettere qualsi- a Lozière è stata bruciata dai tedeschi domenica 5 asi nefandezza sul piano scientifi co – anche quella giugno 1944 perché all’interno vi era un deposi- di sanare la differenza dal paradigma dei caratteri

attenzione sociale 77 individuali attribuiti alla persona singola ricorren- assumesse la pragmaticità a criterio della propria do agli “engrammi” che – nonostante siano defi niti correttezza. Non ponendosi rovelli di tipo politico come “traccia lasciata dagli eventi nella memoria, – non interrogandosi affatto sull’origine della soffe- attraverso il funzionamento bioelettrico del cervel- renza psichica degli esseri umani e sull’evoluzione lo” –, con un’aggiustatina ad hoc – un engramma di fi gure professionali atte a caricarsene annichi- “più psicologico che fi siologico” – passerebbero al- lendola, diminuendola o accrescendola –, Toraldo legramente dall’uno all’altro di generazione in ge- di Francia dice che “se funziona, funziona e basta” nerazione. – chiude pragmaticamente il discorso e dice di farlo Focalizzandomi soltanto sulla radice del proble- da “scienziato”, il che equivarrebbe ad una sorta di ma – di quel problema che, in diversa misura, è ratifi ca autorevole. condiviso da tante persone che si limitano a soffrir- Ora, anche trascurando il fatto che se gli si chie- ne o a gioirne nonché dai vari studiosi, da Flamma- desse di defi nire meglio cosa intenda per quella rion, Kammerer, Jung, Schutzenberger, fi no al mio “scienza” di cui si ritiene rappresentante andrebbe amico Giorgio Galli, che, invece, ci costruiscono su nei pasticci, almeno ai miei occhi – al primo e al se- teorie –, vorrei essere drastico – e chiaro. Tutte le condo, non al terzo cui va tutto bene – appare ben teorie della sincronicità si basano su una concezio- strano quello scienziato che non si interroghi sul ne fi sicalistica della “ripetizione” – ovvero si basano perché una cosa funzioni o non funzioni. Sempre e sull’idea che il risultato del confronto tra due eventi comunque si tratta di una rinuncia – un’omissione sia un’uguaglianza di per sé, indipendente dall’ope- di soccorso nei confronti dei tanti socialmente coat- rare di qualcuno. Si acquisisca consapevolezza di ti, alle prese con fi gure professionali che traggono i ciò e, poi, se scelta rimane, si scelga. propri alimenti dettando loro la vita – dalla nascita alla tomba – e, per buona pace di tutti, dandole un 3. senso. Scrive il fi sico Giuliano Toraldo di Francia che Felice Accame la psicoanalisi – Freud alla mano – “consiste di tre parti”: “il metodo d’indagine della psicologia”, “me- Nota todo di terapia di certe nevrosi” e “la teoria della La sindrome degli antenati è pubblicata da Di psiche”, ovvero una teoria che riguarda il suo modo Rienzo editore, Roma 2015. Per le mie citazioni, cfr. di funzionare. A proposito della prima e della ter- pag. 17, 30, 36, 46-47, 94-95 e 150-151. Per la ci- za, Toraldo si dichiara “perplesso” o, anzi, “molto tazione di Giuliano Toraldo di Francia, cfr. In fi n perplesso”, perché nella psicoanalisi non gli pare dei conti, Di Rienzo, Roma 1997, pagg. 77-78). Per “esista alcun modo per forzare l’intersoggettivi- un’analisi delle categorie mentali di “stesso” e “di- tà”. A proposito della seconda parte, invece, “come verso” - alla base della costituzione delle “ripetizioni” scienziato”, dice che “se funziona, funziona e ba- -, cfr. i miei Tre saggi metodologici con pretese sta”. Triste, tristissima, sarebbe allora la scienza se terapeutiche, edito da Biblion nel 2106.

Nazismo e calcio/Un calcio al nazismo

“Storie di persecuzione e di resistenza nel mondo del calcio sotto il nazismo” è il sottoti- tolo del nostro nuovo dossier La svastica allo stadio. Ne è autore Giovanni A. Cerutti, direttore scientifi co dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola “Piero Fornara”. Dopo l’introduzione (“La fragilità dei campioni”) pubblicata sul numero “A’’ 394 (dicembre 2014 - gennaio 2015), i quattro capitoli sono dedicati alle vicende di Matthias Sindelar (“I piedi di Mozart”), Arpad Weisz (“Un maestro del calcio europeo inghiottito nel nulla”), Ernest Erbstein (“L’uomo che fece grande il Torino”) e della squadra dell’Ajax (“La squadra del ghetto”). Originariamente i quattro scritti sono stati pubblicati nei numeri 374 / 377 di questa rivista, tra l’ottobre 2012 e il febbraio 2013. Trentadue pagine, stampa in bicromia, il dossier costa 2,00 euro e può essere richiesto alla nostra redazione come tutti i nostri numerosi “prodotti collaterali”. Per richieste superiori alle 10 copie, il costo scende a euro 1,50. Tutte le informazioni sul nostro sito arivista.org. Per organizzare iniziative pubbliche, conferenze, presentazioni nelle scuole, ecc., con la presenza dell’autore, contattate direttamente l’Istituto storico della Resistenza sopra citato: telefono 0321 392743 / fax 0321 399021 / sito www.isrn.it / info [email protected]

78 attenzione sociale

di Borbone in chiave di “alleanza” antisa- LEGGERE L’ANARCHISMO 4 voiarda ci furono e non troppo saltuari. La storia, le storie, il pensiero Ancora una volta si comincia con Ma- Di Malatesta, come sempre, registriamo (2012-2016) latesta. Cosa doverosa, del resto, perché numerose ristampe, a riprova del fatto che è in corso uno dei progetti editoriali più le sue parole sono ancora di attualità, non In questa quarta puntata di importanti e interessanti non solo degli solo nell’ambito del movimento anarchico Leggere l’anarchismo segnalerò i titoli apparsi fra l’ultimo trimestre ultimi anni ma dell’intera produzione sto- specifi co. Iniziamo con una raccolta di arti- del 2012 e la fi ne del 2016. An- riografi ca sull’anarchismo di lingua ita- coli apparsi fra il 1922 e il 1926 su «Umanità cora una volta risulta quanto sia liana. Sto parlando delle Opere complete Nova» e «Pensiero e Volontà», Anarchi- copiosa la produzione editoriale riguardante l’anarchismo, inteso di Errico Malatesta, con grande acribia smo e coesistenza politica, Trieste, Anar- tanto come movimento specifi - chismo, 2013, a cura di Alfredo Bonanno, co quanto come insieme di idee, instancabile editore e saggista. Le Edizioni principi, proposte. Sono infatti più Clichy di Firenze hanno ristampato nel di trecento i testi segnalati: tanti, soprattutto considerando che le 2016 il classico dei classici malatestiani ov- numerose ristampe dei classici vero L’anarchia che il curatore Tommaso dell’anarchismo non verranno Gurrieri defi nisce, a ragione, «a metà tra citate a meno che non conten- gano nuovi apparati critici. Altre saggio, manifesto e narrazione, un testo considerazioni meritano la qualità, che è stato la “bibbia” di intere generazioni spesso notevole, dei testi e la varie- di uomini affascinati dall’idea anarchica». tà degli argomenti trattati, inerenti Un’altra ristampa di L’Anarchia e Il nostro in modo organico il pensiero e la storia dell’anarchia. Sono molte le programma (Roma, Nova Delphi, 2013) tematiche prese in considerazione, presenta note biografi che di Andrea Aureli alcune particolarmente affollate e introduzione di Paolo Finzi, che scrive di titoli, rispetto alle precedenti edizioni, altre quantitativamente come Malatesta, morto 19 anni prima della meno frequentate, altre ancora sua nascita, «sia stato un compagno di vita che, nonostante il passare degli quotidiana per almeno un ventennio», a anni, vedono inalterato l’interesse partire da quando, nel 1967, lo incontrò in e conseguentemente il numero delle pubblicazioni. Inoltre, atte- alcuni articoli sulle pagine del settimanale nendomi al criterio già seguito in anarchico «Umanità Nova». Errico Malatesta Leggere l’anarchismo 3 (e a diffe- Il confronto dialettico fra Malatesta e renza di quanto fatto in Leggere l’anarchismo 1 e 2), ho scelto di e passione curate da Davide Turcato. È Saverio Merlino è un classico dell’editoria inserire anche lavori di limitata uscito, infatti, il terzo volume (quinto nel libertaria, e una nuova ristampa delle loro diffusione e dal forte carattere mi- piano cronologico dell’opera che ne preve- pagine esemplari su astensionismo e «so- litante, sia perché di particolare de dieci), “Lo sciopero armato”. Il lungo luzione anarchica e soluzione democratica interesse sia perché dedicati ad argomenti trattati soprattutto dal esilio londinese 1900-1913, Milano, Zero del problema della libertà in una società movimento specifi co. Va anche in Condotta – Ragusa, La Fiaccola, 2015, socialista» esce con il titolo Anarchismo e detto che il sempre più diffuso uti- con una lunga e bella introduzione dello democrazia (Ragusa, La Fiaccola-Candili- lizzo delle nuove tecnologie favo- risce la pubblicazione di testi au- studioso inglese Carl Levy, forse il più ta, 2015). Nella sua introduzione, Giuseppe toprodotti, fatti circolare non solo accreditato storico anglosassone dell’anar- Aiello nota come questa edizione si distin- in versione cartacea ma anche in chismo. Di grande interesse anche questo gua per un rigoroso lavoro di revisione e formato digitale, via web. volume, poiché tratta di uno dei periodi per l’aggiunta di alcuni articoli di Merlino Probabilmente questa rasse- gna non potrà essere esaustiva meno studiati e conosciuti dell’attività non comparsi in precedenza. perché è sempre più diffi cile ri- dell’anarchico campano. uscire a seguire una produzione Un altro lavoro molto interessante e af- editoriale così dinamica e vivace, agevolata anche dalla nascita di fascinante è il frutto della certosina ricerca piccole o piccolissime case editrici compiuta da Enrico Tuccinardi e Salvatore militanti, sempre più attente alla Mazzariello che, nel loro Architettura di qualità della produzione. Le even- una chimera. Rivoluzione e complotti Antonio Senta ha curato il volume tuali segnalazioni mancanti saran- no da attribuire a pubblicazioni di in una lettera dell’anarchico Malatesta W l’anarchia! (Camerano, Gwynplaine, cui non ho avuto conoscenza o reinterpretata alla luce di inediti docu- 2013) che, come recita la quarta di coper- che sono riuscito a consultare, ma menti d’archivio (Mantova, Universitas tina, «raccoglie alcuni scritti sull’anarchia mi riprometto di porvi rimedio in Studiorum, 2014), leggono sotto una luce dei più rappresentativi esponenti italiani un prossimo, auspicabile Leggere l’anarchismo 5. Per fi nire, l’ovvia completamente diversa «una misteriosa del movimento libertario tra fi ne ’800 e constatazione che la mia interpre- lettera, densa di contenuti che alludevano inizio ’900. Non verità storiche assolute, tazione può rivelarsi soggettiva o a complotti e macchinazioni rivoluzionarie ma stimoli alla critica del mondo odierno non del tutto equilibrata. Lo am- metto, ma altrimenti dove sarebbe in Italia» spedita da Malatesta nel 1901 a un e all’azione contro e oltre l’attuale socie- la libertà dell’autore? ignoto corrispondente. Già oggetto di varie tà capitalistica». Gli scritti proposti sono ipotesi e allusioni, oggi si può affermare, Rivoluzione di Carlo Cafi ero, L’anarchia Massimo Ortalli grazie a questo lavoro, che effettivamente di Errico Malatesta, Le basi morali dell’a- [email protected] i contatti tra l’anarchico e la regina Sofi a narchia di Pietro Gori e L’ideale anarchico 80 di Luigi Fabbri. In poco più di 100 pagine 2014. Si tratta del testo di una delle af- tuisce un preziosissimo tesoro bibliografi - una summa dell’anarchismo quale lo co- follatissime conferenze che l’elbano era co, che contiene una decina di titoli ormai nosciamo e cerchiamo di praticare. chiamato a tenere in tutta Italia, e nelle in copia unica, e numerose edizioni anar- Proseguendo nella rassegna delle ultime quali esprimeva, con passione e rigore, chiche pubblicate all’estero e presenti in pubblicazioni dei classici, incontriamo una l’essenza rivoluzionaria del pensiero anar- Italia solo in questo fondo. Le Edizioni delle fi gure più amate e al tempo stesso chico. Nel volume fi gurano inoltre altre Bruno Alpini di Imola hanno pubblicato drammatiche dell’anarchismo italiano, Car- due conferenze, In difesa di Sante Caserio nel 2013 in edizione bilingue (italiano e lo Cafi ero. Lo- e La donna e la famiglia, per tanti aspetti spagnolo) un altro inedito, questa volta devolmente la di grande attualità ancora oggi. della fi glia di Luigi, Luce Fabbri Cressatti, BFS ha ristam- Di Luigi Fabbri è stato pubblicato, a Machiavelli tra l’essere e il ‘dover essere’, pato la bella e cura di Massimo Ortalli e con la bella in- prologo e note a ormai introva- troduzione di Roberto Giulianelli, La pri- “Il Principe”, un bile biografia ma estate di guerra. Diario di un anarchi- esempio delle di Pier Carlo co (1 maggio – 20 settembre 1915), Pisa grandi capacità Masini, Cafi e- Biblioteca Franco Serantini, 2015, un testo intellettuali e let- ro (Pisa, Bi- inedito, scritto nei giorni tragici dell’entra- terarie di questa blioteca Fran- ta in guerra dell’Italia, nel quale sono rac- insigne rappre- co Serantini, colte le amare e purtroppo preveggenti sentante dell’a- Carlo Cafi ero 2014) pubbli- rifl essioni dell’anarchico fabrianese sulla narchismo, che è cata nel lonta- situazione italiana e internazionale. È un stata docente di no 1974. Si tratta dell’avvincente e rigorosa documento straordinario, fi nalmente di- Italiano all’Uni- ricostruzione di una vita segnata dalla pas- sponibile alla lettura, dopo essere rimasto versità di Monte- Luce Fabbri sione sociale e da uno sconfi nato amore per chiuso nell’archivio famigliare, dal quale è video: un’analisi la libertà, conclusasi tragicamente nel ma- riemerso grazie alla generosità della fi glia particolarmente acuta e spiazzante del nicomio criminale di Nocera Inferiore. Luce, che ne fece omaggio agli amici e capolavoro del grande fiorentino. Questa edizione è corredata dalla consi- compagni italiani. Sempre curata da Mas- Passando a un altro classico del pensiero stente postfazione del curatore Franco simo Ortalli, l’edizione dedicata alla biblio- anarchico italiano, di Camillo Berneri sono Bertolucci che descrive con acume e sensi- teca dell’anarchico fabrianese, La biblio- stati riproposti gli Scritti scelti (Milano, bilità come l’intreccio fra la passione civile teca perduta di Luigi Fabbri. Mille titoli Zero in Condotta, 2013), volume che ripor- e la capacità di storico di Masini abbia por- di editoria sociale (1871-1926), Bologna, ta, oltre alla originale introduzione di Gino tato a questo risultato di grande rigore Bononia University Press, 2015. Si tratta Cerrito, un utile apparato di Gianni Carroz- scientifi co. Non manca, restando a Cafi ero, del catalogo, corredato da numerose illu- za, comprendente una breve introduzione, una ristampa del suo testo più importante, strazioni, degli oltre mille fra volumi e una nota biografi ca e una bibliografi a che Anarchia e Comunismo (Cagliari e Carra- opuscoli recuperati avventurosamente rende conto della vastità della multiforme ra, Edizioni Insurrezione e Baffardello, nella biblioteca privata della famiglia Nan- produzione saggistica del nostro. Un omag- 2009). Introdotto da Pierleone Porcu, il ni di Santa Sofi a, quelli che Fabbri, all’atto gio doveroso e adeguato a questo anarchico volumetto riporta anche un’interessante della partenza per l’esilio, affi dò all’amico che seppe coniugare con rara coerenza e lettera polemica scritta nel 1872 da Cafi ero socialista Torquato Nanni, e che a lungo lucidità la presenza nel fuoco dell’attività a Federico Engels. furono creduti dispersi e distrutti in segui- militante e la speculazione intellettuale. Proseguendo in ordine cronologico, in- to alle pesanti vicende belliche che interes- Dopo una ristampa del 2011, sempre di contriamo un’altra grande fi gura dell’anar- sarono il comune dell’appennino forlivese. Berneri, l’ormai classico Il cristianesimo chismo, Pietro Gori. Le Edizioni Immanen- Rintracciato fra migliaia di altri tomi, que- e il lavoro, Napoli, Immanenza, 2014, un za di Napoli, particolarmente impegnate sto corpus librario, oggi custodito presso saggio interessantissimo che analizza come nella riproposta di classici dell’anarchismo, l’Istituto Storia del Lavoro di Imola, costi- la fortuna delle religioni e del cristianesimo hanno ristampato nel 2015 e nel 2016 due fra i suoi saggi più attuali, Sociologia Anar- chica e Sociologia Criminale, il primo con una breve biografi a e un’introduzione al testo di Giuseppe Funelli, il secondo curato e introdotto da Franco Schirone e Santo Catanuto. Si conferma l’attenzione per questo protagonista dell’anarchismo, e il rigore scientifi co d questi testi contri- buisce a restituire un’immagine d Gori più aderente alla sue effettive capacità intellettuali, a volte oscurate dal roman- ticismo che ne avvolge la fi gura. Un’altra ristampa, a conferma del costante interesse per l’autore, è Pietro Gori, Il vostro ordine Prigione di Lugano (Svizzera), 1895 - Gli anarchici Pietro Gori, Ettore Croce, Giovanni Bor- e il nostro disordine, Roma, Castelvecchi, ghetti ed Eduardo Milano prima di essere espulsi dal paese 81 in particolare si debba anche all’intenso la fi gura secondo varie e a volte inedite facciamo i conti ancora oggi… insomma, sfruttamento del lavoro e dei lavoratori. prospettive. Come ristampe segnalo due lo sguardo a volte indignato ma a volte Giuseppe Ciancabilla può essere con- edizioni, la prima Michail Bakunin, La divertito del rivoluzionario russo mette in siderato, assieme a Luigi Galleani, uno dei reazione in Germania, Trieste, Anarchi- luce un’Italia che non stentiamo affatto a massimi esponenti dell’anarchismo indi- riconoscere». Una succinta biografi a è cu- vidualista e antiorganizzatore. Spesso in rata da Davide Rossi, Michail Bakunin polemica con Fabbri e Malatesta, nella sua 1814-2014. Il bicentenario di un infati- breve vita – muore a San Francisco nel 1904 cabile rivoluzionario, Milano, Pgreco a soli 32 anni – profuse a piene mani la pas- edizioni, 2014, nella quale l’autore «trat- sione per la propaganda del fatto e per una teggia le più salienti vicende biografi che «prospettiva rivoluzionaria capace di fare senza dimenticare una rifl essione sulle idee a meno delle sirene dell’Organizzazione», socialiste, anarchiche e marxiste, confron- come scrivono gli editori di questa raccolta tatesi lungo tutto il Novecento». Le Edi- di articoli apparsi sulle riviste «La Que- zioni Immanenza di Napoli propongono stione Sociale» e «L’Aurora» di Paterson: la prima edizione italiana di un pamphlet Giuseppe Ciancabilla, Un colpo di lima, inglese uscito nel 1920, opera del militan- Barcellona, Gratis, 2012. Un’edizione che te anarchico-comunista e fondatore della fa conoscere più a fondo l’altro versante Bakunin Press, Guy Alfred Aldred, Mi- dell’anarchismo classico. Parliamo adesso chail Bakunin comunista, 2015. Nella nota della ristampa di quello che, nel panorama introduttiva di Carmine Caronte Esposito, della pubblicistica italiana di questo dopo- una breve e utile traccia biografi ca di que- guerra, forse è il più classico di tutti. Curata Michail Bakunin in un disegno di David sto autore da noi decisamente poco cono- e introdotta da Luigi Balsamini, è uscita una Levine sciuto. Anche Alessio Lega, allontanando- nuova edizione, dopo la prima del 1954, del si momentaneamente dalla produzione libro di Armando Borghi, Mezzo secolo di smo, 2009, testo giovanile in cui, secondo musicale, scrive una partecipata biografi a, anarchia, Camerano, Gwynplaine, 2015, Alfredo Bonanno, «il pensiero anarchico Bakunin, il demone della rivolta, Milano, allora come oggi con la prefazione di Gae- ancora in prospettiva viene da Bakunin Elèuthera, 2015, ricostruendone la vita e tano Salvemini, compagno di esilio in Ame- dapprima intuito in queste pagine, più col mescolando le sue intriganti considerazio- rica dell’autore. E che sia non “un” ma “il” desiderio di distruzione che con una tesi ni con abbondanti citazioni dei vari Her- classico lo afferma Enzo Santarelli, quando fi losofi ca e politica precisa, poi dettagliato zen, Cafi ero, Gnocchi Viani, Covelli, De scrive che questa è «la testimonianza più nella lotta concreta sulle barricate», la Gubernatis e altri. Un modo originale per lucida e suggestiva che ci abbia lasciato un seconda, curata da Marco Catucci, Circo- descrivere «i tumulti, le contraddizioni e anarchico» sull’anarchismo italiano e inter- lare agli amici d’Italia, Roma, Robin, l’incontenibile passione rivoluzionaria nazionale tra fi ne Ottocento e prima metà 2013, testo della completa maturità, nel dell’anarchico russo». del Novecento. Per chiudere questo capi- quale l’agitatore russo attacca l’infl uenza Una suggestiva ricerca biografi ca sul tolo, Elena Bignami riserva un bell’omag- mazziniana ancora persistente, nel 1871, Bakunin privato e meno conosciuto, è quel- gio a una delle personalità più interessanti in seno alle organizzazioni operaie italiane. la di Lorenza Foschini, Zoé. La principessa ed “esplosive” dell’anarchismo italiano. Si Il manoscritto originale, scritto in francese che incantò Bakunin. Passioni e anarchia tratta della ristampa di uno degli opuscoli con il titolo completo Circolare. Ai miei all’ombra del Vesuvio,(Milano, Monda- maggiormente rappresentativi del pensiero amici d’Italia in occasione del Congresso dori, 2016), che delinea la biografi a della e dell’animo di Leda Rafanelli, Abbasso operaio convocato a Roma il 1° novembre ricchissima principessa Zoé Obolenskaja la guerra! (Reggio Emilia, Associazione 1871 dal partito mazziniano, è andato per- che condusse una appassionata vita “rivo- Amici Archivio Famiglia Berneri – Aurelio duto e si conoscono solo le traduzioni ita- luzionaria” in Italia e Svizzera, incrociando Chessa, 2015), scritto nel 1915 in occasione liane fatte nella seconda metà dell’Otto- a più riprese il proprio destino con quello dell’entrata in guerra dell’Italia, che mostra cento. È a partire da questo testo, circola- di Michail. In Politiche della felicità. Cro- in ogni pagina il suo intenso antimilitarismo, to abbondantemente in manoscritto all’in- nistoria della fi losofi a V, Firenze, Ponte dettato non solo dalla forza delle idee, ma terno dei gruppi internazionalisti italiani, alle Grazie, 2012, Michel Onfray, dopo aver anche dal profondo senso di umanità che ne che si opera la frattura, non più ricucibile, passato in rassegna gli “utopisti” Godwin, ha sempre accompagnato pensiero e scritti. fra mazzinianesimo e internazionalismo, Bentham, Fourier, Stuart Mill e Owen, de- fra democrazia liberale e socialismo. Altri dica una quarantina di pagine a Bakunin, scritti sulla situazione italiana, tratti da inserendolo fra i pensatori che nell’Otto- Stato e Anarchia o da altri saggi, sono con- cento «hanno saputo immaginare, in ma- tenuti nell’interessante volume curato da niera così multiforme, la felicità in terra, il Lorenzo Pezzica, Michail Bakunin, Viag- benessere per il maggior numero possibile Bakunin, il bakuninismo e quanto si è gio in Italia, Milano, Elèuthera, 2013, con degli essere umani». Con lo spirito caustico mosso intorno a questa grandissima fi gura un’interessante e completa cronologia e anticonformista che lo contraddistingue, dell’Ottocento rivoluzionario continuano ragionata e illustrata. In queste pagine, «tra l’autore, affi ancando nello stesso volume il a stimolare una produzione editoriale una cospirazione e l’altra, si rivela un - pensiero di fi losofi e agitatori così “simili” quanto mai vivace: dalla riproposta di al- to osservatore dei mali di un paese appena ma anche così distanti fra loro, fornisce una cuni scritti, a nuovi studi che ne affrontano unifi cato e già affl itto da quei vizi con cui lettura della fi losofi a sociale ottocentesca 82 stimolante e appassionante. Per fi nire, la quale l’opera quasi dimenticata di Stirner Proudhon si racconta, Milano, Zero in ristampa di un testo che ebbe molto a che venne riproposta all’attenzione non solo Condotta, 2016. Si tratta di un’antologia fare con la vita di Bakunin, ora riproposto del coté fi losofi co dell’epoca, ma anche di scritti, in gran parte tratti da lettere e ampiamente commentato da Michael di quel settore del movimento anarchico inviate a vari corrispondenti, dai quali Confi no, Il catechismo del rivoluzionario, che troverà nelle parole de L’Unico nuovi emerge un’autobiografi a ragionata, che fa Milano, Adelphi, 2014. In questo volume spunti di rifl essione ed azione. Ancora di ritrovare tanto la quotidianità esistenziale, l’autore, oltre a riprodurre una sostanziosa Michel Onfray, Schopenauer, Thoreau, quanto la profondità intellettuale di questo raccolta epistolare, ricostruisce le vicende Stirner. Le radicalità essenziali, Croni- brillante teorico. Studio di grande spesso- che legarono il russo a Sergej Nečaev, il storia della fi losofi a VI, Firenze, Ponte re quello di Daniela Andreatta, Proudhon. giovane discepolo che cercò di portare alle Grazie, 2013, una lettura come sempre Dall’anarchia alla federazione, Soveria il maestro su una china autodistruttiva avvincente e penetrante, come nello sti- Mannelli, Rubbettino, 2010, testo nel qua- e senza ritorno. Un testo fondamentale le dell’autore, dell’opera e della vita del le l’autrice «esamina la fase anarchica del per comprendere appieno la complessa “giovane hegeliano”. Infi ne, dello studioso pensiero proudhoniano, contraddistinta personalità di Bakunin. Suo coetaneo e francese Albert Lévy, Stirner e Nietzsche, dall’elaborazione del concetto di anarchia fedele seguace, lo svizzero James Guil- Napoli, Immanenza, 2016, un testo che positiva (o società senza governo) e la fase laume fu un instancabile organizzatore approfondisce la vulgata di uno Stirner federalista, più aperta a una considerazio- dell’Internazionale antiautoritaria. Già precursore di Nietzsche, come affermano ne problematica del potere». autore di una imponente storia della Prima nell’introduzione Francesco e Mara Mon- Pëtr Kropotkin, il principe anarchico, Internazionale, disegnò la società futura tanaro, quando si chiedono se «sia giusto è stato una delle personalità più forti e in un prezioso libretto riproposto da La considerare le loro fi losofi e come due siste- signifi cative del movimento anarchico in- Baronata di Lugano nel 2016 e introdotto mi analoghi e animati dallo stesso spirito e ternazionale. Assertore di un anarchismo da Gianpiero Bottinelli. Si tratta di Idee se è a giusto titolo che si avvicina Nietzsche “evoluzionista”, che vedeva come inelut- sull’organizzazione sociale, un testo nel a Stirner e che si parla di una corrente tabile processo l’affermarsi di una società quale «l’autore ha l’intento principale ed individualista, anarchica o immoralista». basata su mutuo appoggio e cooperazione e esplicito di dimostrare la possibilità del Restando ai classici stranieri, eccoci al non su autorità e competizione, Kropotkin funzionamento di una società egualitaria primo pensatore che ha usato il termine ha profondamente condizionato gran parte e libera, basata su un’organizzazione de- anarchia in senso positivo. Il Circolo Anar- del pensiero libertario, indirizzandolo ver- centrata, senza gerarchie e dominazione». chico Umbro “Sana Utopia” edita Pierre- so una sponda organizzatrice e solidaristi- Un autore che continua a suscitare Joseph Proudhon, Francia e Reno, Peru ca. Ne rende conto il libro di Giancorrado interesse è Johan Kaspar Schmidt, più gia, 2013, un testo raro e poco conosciuto, Barozzi, Altruismo e cooperazione in Pëtr conosciuto come Max Stirner. Filosofo Kropotkin, Mantova, Negretto, 2013, nel della scuola hegeliana di sinistra, Stirner quale l’autore, riproponendo il fondamen- resta una delle fi gure più interessanti e tale testo kropotkiniano Il mutuo appog- contrastanti nel vasto panorama del pen- gio, dimostra, con ricchezza di argomenti, siero anarchico. Sono due le proposte, la quanto questo testo e il suo autore abbiano prima Max Stirner, Il falso principio della infl uenzato «dibattiti e ricerche di frontiera nostra educazione. Ovvero umanesimo e sia nel campo delle scienze naturali che realismo, Roma, Ortica, 2013, la seconda in quello delle scienze umane». Un altro La società degli straccioni. Critica del testo importante per una comprensione Liberalismo, del Comunismo, dello Stato approfondita dell’opera sociale e politica e di Dio, Firenze, Clinamen, 2013, un’an- di Kropotkin è quello di Selva Varengo, tologia di testi tratti da L’Unico e dagli Pagine anarchiche. Pëtr Kropotkin e il Scritti Minori, curata e introdotta da Fabio mensile “Freedom” (1886 – 1914), Mila- Bazzani, nei quali Stirner «ci insegna a non no, Biblion, 2015, che affi anca alla lettura fi darci, a esercitare una critica spietata e di numerosi articoli apparsi sul periodico radicale, a far conto soltanto sulla nostra inglese un ampio saggio sull’anarchismo intelligenza e sulle nostre capacità, senza d’oltremanica a cavallo dei due secoli, e delegare ad alcuno diritti di rappresen- un approfondita rifl essione su come le tanza». Su Stirner un altro testo di Fabio basi teoriche di Kropotkin abbiano inte-

Bazzani, Unico al mondo. Studi su Stir- Pierre-Joseph Proudhon ragito con le dinamiche dell’anarchismo ner, Firenze, Clinamen, 2013, un saggio dell’epoca. Per fi nire con “Krop”, segnalo cospicuo, che «ricostruisce, sottopone a pubblicato incompleto nel 1867, che met- la riproposta, curata da Antonio Senta, di rigorosa analisi e ridiscute criticamente te in discussione la teoria dei confi ni na- alcuni dei suoi classici più noti: L’anarchia: una delle concezioni più radicalmente dis- turali fra nazioni e, volendo, la natura la sua fi losofi a e il suo ideale, uno dei testi sonanti nella modernità». La Bibliosofi ca stessa di queste come insieme di una sola maggiormente “militanti”, Il comunismo editrice di Roma pubblica nel 2013 una nazionalità. Davvero un sorprendente anarchico, e l’opuscolo Ai giovani (forse, nuova edizione della prima e più attendi- spunto sui concetti di nazionalismo e iden- con il Fra contadini di Malatesta, il testo bile biografi a del fi losofo tedesco, quella titarismo così attuali oggi. Ottimamente anarchico più pubblicato e tradotto a li- scritta da John Henry Mackay nel 1898, curata da Massimo Cardellini, l’autobio- vello internazionale). I tre gioielli sono Max Stirner, Vita e Opere, il testo grazie al grafi a mai scritta Pierre-Joseph Proudhon, raccolti in una edizione della Gwynplaine, 83 con il titolo L’Anarchia, Camerano, 2013. male incurabile decise di togliersi la vita, con gli associati. Anche il testo di Han Leonard Schäfer è attento studioso ha interpretato in tutte le sfaccettature Ryner, pseudonimo del romanziere Hen- dell’anarchismo di lingua tedesca. Conti- il modo di intendere l’anarchismo, fatto ry Ner, Piccolo manuale dell’individua- nuando nell’impegno divulgativo di que- di pensiero e azione, di analisi teorica e lista, Milano, Endemunde, 2012, parla di sta componente poco conosciuta dell’a- impegno quotidiano, e ha pagato tragi- un individualismo che «nulla ha a che narchismo, ha curato una interessante camente questa esigenza di libertà. Nova vedere con l’egoismo o la rassegnazione: edizione di uno dei testi più importanti Delphi ha pubblicato la sua opera più Al contrario, una chiara visione di ciò che dell’anarchico tedesco Erich Mühsam, importante e signifi cativa, L’Abc dell’a- conta consente all’individualista di op- intellettuale e poeta, attivo nella Repub- narcocomunismo (Roma, 2015), un testo porsi alle ingiustizie e di aiutare con dol- blica dei Consigli bavarese nel primo fondamentale, anche per chiarezza e fa- cezza il prossimo in diffi coltà». Quindi dopoguerra, impiccato nel 1934 nel cam- coltà espositiva, defi nito da Paul Avrich nulla a che fare con quelle forme di indi- po di concentramento nazista di Ora- «un classico che gareggia con La conquista vidualismo superomistico e asociale che nienburg: si tratta di Anarchismo e co- del pane di Kropotkin», un vero e proprio si diffusero fra gli anarchici italiani e fran- munismo, San Casciano Val di Pesa, abbecedario nel quale sono presi in esame cesi nei primi decenni del secolo scorso. Schäfer, 2013, una raccolta degli ultimi tutti i topoi del pensiero libertario. Un po’ Il terzo testo è di William Charles Owen, scritti, «tentativo di unire in una edizione in ritardo parlo di un altro classico dell’a- Anarchia contro socialismo, Milano, Mi- unica, riassuntiva, i suoi pensieri politici, narchismo, poco conosciuto ma, leggendo- mesis, 2015, un autore anglosassone vis- soprattutto a partire dalla prima guerra ne le pagine, di notevole spessore teorico. suto fra Ottocento e Novecento. Partendo mondiale». Sempre di Erich Mühsam una Si tratta di un testo dei primi anni Trenta da una visione del socialismo come forma curiosità curata da Antonio Castronovo, dell’olandese Christiaan Cornelissen, Il di dominio, Owen «fonda il proprio credo Bohéme e Comunismo Libertario e il Regime di su un libertarismo totale, in cui l’uomo, anarchia. La transizione, Fano, Alternativa Libertaria, nel rispetto della propria individualità, civiltà dei va- 2008, sostenitore della tesi che solo una apra le frontiere, sproni alla disobbedien- gabondi e de- solida organizzazione di classe e sindacale za, denunci ogni forma di schiavitù». Un gli artisti, Vi- possa gestire tutte le fasi rivoluzionarie, da po’ socialista e un po’ anarchico, l’inglese terbo, Stampa quelle iniziali a quella della piena realiz- William Mor- Alternativa, zazione di una società nuova. Tesi soste- ris va ricorda- [2016], una nuta nell’introduzione da Pier Francesco to non solo sorta di invet- Zarcone, quando afferma che quest’opera per le capacità tiva contro il «presenta un carattere che a tutt’oggi ne innovative filisteismo fa un ‘modello esemplare’ di quel che formulate in come caratte- dovrebbe essere, per la sua credibilità, il pieno Otto-

Erich Mühsam ristica dello tipo di approccio anarchico ai problemi cento e ancora Stato, laddove ineliminabili dell’organizzazione sociale». attualissime «il parallelismo tra l’anarchia e la bohéme Da ricordare che l’autore fu fra i fi rma- nel campo del- di vagabondi e artisti è una folata di aria tari, assieme ai vari Kropotkin, Grave e le arti fi gurati- fresca, un melodico inno di spregio per il Faure, del famoso Manifesto dei Sedici, ve, ma anche nemico principale: lo Stato fi listeo». Ri- con il quale alcuni fra i più noti e stimati per l’impegno William Morris manendo in Germania, un ulteriore ap- anarchici europei, appoggiando lo sforzo sociale e civile profondimento è proposto da David Ber- bellico anglofrancese contro il militarismo improntato ai principi del libertarismo. nardini, Contro le ombre della notte. prussiano durante la Grande Guerra, det- Nei brevi saggi presentati in Arte e socia- Storia e pensiero dell’anarchico tedesco tero vita a una delle polemiche più acce- lismo, Milano, Mimesis, 2015, «propone Rudolf Rocker, Milano, Zero in Condot- se all’interno del movimento anarchico. un’arte per tutti, un’arte popolare, fonte ta, 2014, dedicato a uno dei maggiori sto- Venendo ora all’individualismo, sem- e indizio di vero benessere». Chiaramen- rici e teorici dell’anarchismo internazio- pre presente nella galassia anarchica, tre te un antesignano della universale aspi- nale. L’autore, oltre a rendere omaggio a testi che si richiamano esplicitamente a razione “al pane e alle rose”. Rocker, si propone di collocarne la para- questa visione del pensiero e dell’azione Per fi nire questa sezione, una raccol- bola umana e intellettuale nei differenti libertaria. Il primo è di Manuel Devaldès, ta di classici che ci riguardano, anche se contesti nei quali l’anarchico tedesco ha Rifl essioni sull’individualismo. Sapere non ci appartengono se non come testi- operato. Una piacevole sorpresa, leggen- - volere - potere, Soazza (CH), Les Mi- monianza di un dissidio insanabile e mai do queste pagine, scoprire non solo il lieux Libres, 2015, autore vissuto fra Ot- risolto. Parliamo dei saggi di Karl Marx e grande storico che già conosciamo, ma tocento e Novecento, pacifi sta e neomal- Friedrich Engels pubblicati sotto il titolo anche il protagonista di una vita avven- thusiano, assertore di un individualismo La critica dell’anarchismo, Milano, Pi- turosa e piena di umanità. solidale, che mette al primo posto la per- greco, 2016, raccolta che comprende, fra Alexander Berkman, ha rappresentato sona pur senza prefi gurare un isolamento gli altri, Le cosiddette scissioni nell’Inter- una delle anime dell’anarchismo norda- settario nei confronti dell’organizzazione nazionale e il fondamentale L’Alleanza mericano e internazionale. Protagonista sociale. Un individualismo, come scrive della Democrazia Socialista e l’Associa- di una vita avventurosa trascorsa fra Edy Zarro, che tende alla cultura e alla zione Internazionale dei Lavoratori, oltre Russia, Lituania, America, Germania e sovranità dell’individuo, non dimentico ad altri scritti, lettere e commenti al testo Francia, dove nel 1936, sfi ancato da un della solidarietà basata sulla reciprocità di Bakunin Stato e Anarchia. Un volu- 84 me pieno di contenuti, corredato da una i vari momenti storici tendono ad interse- corposa e un po’ “acida” introduzione di carsi fra loro, data la inevitabile e feconda Giorgio Backhaus, che permette di ap- continuità della vita del movimento. Nel profondire, per la ricchezza delle fonti, volume Sulla storia del socialismo, oggi, la sostanza di quella frattura all’interno in Italia. Ricerche in corso e rifl essioni dell’Internazionale e del proletariato che storiografi che, Bologna BraDyPus edito- avrebbe comportato, negli anni successivi, re, 2015, curato da Carlo de Maria, sono lo scontro a volte sanguinoso fra sociali- raccolti gli atti dell’omonimo seminario smo autoritario e socialismo libertario. tenutosi a Forlì nel 2015. Fra le relazioni, particolarmente interessanti per noi quelle Tessera della Prima Internazionale, con la di Carlo De Maria, Laura Orlandini, Ales- fi rma, tra le altre, di Marx quale rappresen- sandro Luparini, Marco Masulli, Antonio tante della Germania Senta e Luigi Balsamini, tutte vertenti, a Un testo fondamentale per la compren- vario titolo, sulla storia dell’anarchismo ita- Particolarmente nutrita la sezione sto- sione della vivacità e della vitalità dell’In- liano dalle origini al secondo dopoguerra. rica. Come si è visto nel recente convegno ternazionale nei suoi primi anni di vita. Una seconda rassegna di atti, presentati al reggiano, l’interesse degli storici, accademi- Abbiamo appena accennato alla Comu- convegno di studi storici tenutosi a Carrara ci e non, per le vicende e i personaggi dell’a- ne di Parigi, il primo movimento rivoluzio- nel 2011, è curata da Giorgio Sacchetti nel narchismo italiano e internazionale è in de- nario del proletariato, e sull’argomento volume “Nel fosco fi n del secolo moren- ciso sviluppo, tanto per quanto riguarda la segnaliamo alcune opere di grande interes- te”. L’anarchismo italiano nella crisi di storia generale e la storia locale, quanto per se. Innanzitutto il notevole lavoro di Inno- fi ne secolo, Milano, Biblion, 2013. Si tratta la ricostruzione delle biografi e di personag- cenzo Cervelli, Le origini della Comune di di una decina di saggi relativi al periodo gi più o meno conosciuti. Partiremo dalla Parigi. Una cronaca (31 ottobre 1870 - 18 storico contrassegnato dal passaggio fra storia in generale, quella del movimento marzo 1871), Roma, Viella, 2015, il cui trat- la repressione crispina di fi ne Ottocen- nel suo complesso, passando a quella delle to più originale e interessante è lo studio to e l’inizio dell’età giolittiana nei primi organizzazioni, per fi nire con quella dei attento e rigoroso delle premesse, politiche anni del Novecento, un periodo che ha personaggi. Alcuni argomenti forti, quali e sociali, che portarono allo scoppio rivo- visto il movimento anarchico protagoni- ad esempio Bresci, la Spagna, la Settimana luzionario. Corredato da un ricchissimo sta della trasformazione sociale e vittima Rossa, la Strage di Stato, i singoli paesi, apparato bibliografi co e di note, questo privilegiata della repressione statale. Sulla ecc., saranno trattati in sezioni apposite. volume si rivela uno strumento prezioso cesura non solo temporale tra la fi ne lunga Partendo dalle origini, è d’obbligo ini- per comprendere appieno gli avvenimenti dell’Ottocento e l’inizio della modernità ziare dalla Prima Internazionale. È uno della primavera parigina del 1871. Da una novecentesca, scrive Marco Rossi nel vo- studio complessivo ed esauriente sulla prospettiva altrettanto originale parte un lume Gli ammutinati delle trincee. Dalla prima organizzazione internazionale del altro studio di grande spessore, quello nel guerra di Libia al Primo confl itto mon- proletariato quello di Mathieu Léonard, La quale Enrico Zanette affronta l’aspetto diale 1911-1918, Pisa, Biblioteca Franco Prima Internazionale. L’emancipazione apparentemente secondario dell’infl uen- Serantini, 2015. Partendo da una particola- dei lavoratori sarà opera dei lavoratori za che l’esperienza comunarda ebbe per re angolatura, mostra come il profondo an- stessi, Roma, Alegre, 2013. La storia di i contemporanei. In Criminali, martiri, timilitarismo, abbondantemente coltivato quelle travagliate vicende parte dal dis- refrattari. Usi pubblici del passato dei e cresciuto non solo in campo anarchico sidio fra Proudhon e Marx, per giungere comunardi, Roma, Edizioni di Storia e ma più in generale in quello proletario, all’irrompere di Bakunin e all’inevitabile Letteratura, 2014, l’autore, partendo dall’u- ebbe modo di concretizzarsi in diserzioni contrasto fra la concezione organizzativa so pubblico delle autobiografi e di due dei e ammutinamenti nel periodo dei confl it- libertaria e quella autoritaria, che porterà più famosi partecipanti alla Comune, Ju- ti che videro impegnata l’Italia sabauda. alla scissione fra i seguaci del fi losofo di les Vallès e Louise Michel, ricorda come Molto interessante il modo in cui Gian- Treviri e gli adepti del rivoluzionario russo. queste sono «indizi per scavare nella rico- franco Ragona, nel volume Anarchismo. Nelle conseguenze della sconfi tta della Co- struzione di uno scenario in cui non conta Le idee e il movimento, Bari, Laterza, mune di Parigi nel 1871 e nello scisma del il singolo eroe, ma il brulichio di uomini e 2013, mette in relazione la storia del mo- Congresso dell’Aja del 1872 si collocano le donne che si muovono sulla scena della sto- vimento anarchico con quella del pensiero premesse del progressivo declino dell’orga- ria». Per fi nire con la Comune, da segnalare dei suoi teorici e militanti. Partendo dalle nizzazione e, al tempo stesso, della nascita la ristampa di un testo di Andrea Costa, Il origini, da Etienne de la Boétie, Godwin e dello sviluppo dell’anarchismo interna- 18 marzo e la Comune di Parigi, Gallipoli, e Proudhon, passando per tutte le fasi che zionale. Di grande interesse la riedizione Memoria generazionale, 2014, curata da hanno registrato la presenza e l’azione dell’Epistolario inedito dell’Internazio- Luca Benvenga, che ripropone uno dei degli anarchici, l’autore conclude lo studio nale (Milano, Zero in Condotta, 2013), primi studi sulla Comune parigina, pubbli- nella più piena modernità, portando le sue curato da Pier Carlo Masini e pubblicato cato nel 1896, nel quale l’autore rievocava rifl essioni all’anarchismo post classico e al dalle Edizioni del Gallo di Milano nel lon- la tragica conclusione di quella esperienza. neo anarchismo di matrice anglosassone. tano 1966 con il titolo Carte della Commis- Numerosi, e di grande interesse, gli studi Riportano in Italia, invece, gli ultimi lavori sione di Corrispondenza dall’archivio del- sull’anarchismo di lingua italiana, dalle ori- di Antonio Senta, Utopia e azione. Per una la Federazione Italiana dell’Associazione gini fi no al presente. Cercherò di segnalarli storia dell’anarchismo in Italia (1848- Internazionale dei lavoratori (1872-1874). seguendo un ordine cronologico, anche se 1984), Milano, Elèuthera, 2015, e L’altra 85 rivoluzione. Tre percorsi di storia dell’a- ormai residuale alla travolgente ripresa e soprattutto italiano. Risultano perciò narchismo, Bologna Bradypus, 2016. Il pri- degli anni della “contestazione globale”. molto utili i due saggi che partono da mo è un’ampia panoramica che, partendo Un nuovo tassello che viene ad aggiun- quell’anno per spiegare, in parte, anche dalle radici risorgimentali del libertarismo gersi a una corrente storiografi ca sempre il presente. Alberto Toninello, Anarchici italiano, ripercorre la vita del movimento più attenta alla necessità della ricerca. e ’68. Il movimento anarchico e le ri- fi no agli anni Settanta e Ottanta del Nove- Opera di grande respiro l’ultima fatica volte studentesche degli anni Sessanta, cento, quelli dell’insubordinazione sociale di Giampietro Berti, Contro la storia. Casalvelino, Galzerano, 2014, propone, e degli incontri internazionali (primo fra Cinquant’anni di anarchismo in Italia oltre a una ricostruzione sommaria degli tutti quello di Venezia 1984), testimoni (1962-2012), Milano, Biblion, 2016, vo- avvenimenti più signifi cativi, la lettura di della rinnovata vitalità del pensiero anar- lume dedicato alla ricostruzione dell’at- alcuni documenti (non sempre lungimiran- chico. Il secondo, ricco di documenti e tività di quella importante componente ti) prodotti da gruppi anarchici milanesi e bibliografi a, si suddivide in tre sezioni, dell’anarchismo italiano che si raccolse trentini attivi all’epoca; dalla trascrizione la prima dedicata alla carte dell’IISG di nei Gruppi Giovanili Anarchici Federati di una conversazione all’Asfai con Massi- Amsterdam, dove l’autore ha lavorato a (poi GAF) attivi soprattutto nel nord Italia mo Varengo è ricavato l’opuscolo Utopie lungo riordinando il ricchissimo Fondo Fe- e con il baricentro sempre posizionato a e controrivoluzione nel decennio 1968- deli, la seconda sulla repressione statale e Milano. È la storia di un insieme di ini- 1977, Imola, Bruno Alpini, 2014, nel quale l’esilio, la terza su sindacalismo e territorio. ziative, pubblicazioni, convegni, manife- l’autore, partendo opportunamente dalle Il primo dopoguerra fu uno dei mo- stazioni, attività militanti, contrassegnate premesse politiche e sociali, «racconta con menti più intensi e signifi cativi dell’attività da una intensa ricerca intellettuale volta la partecipazione e la sicurezza di chi quegli dell’anarchismo italiano e ne testimonia a “svecchiare” il panorama dell’anarchi- anni li ha conosciuti e interpretati» le ten- Fabrizio Giulietti nella monografi a Gli smo nazionale. Si parte dal rapimento del sioni sociali, i moti esistenziali, le fratture anarchici italiani dalla Grande guerra console spagnolo in Italia nel 1962 per generazionali di un decennio che ha chiuso al Fascismo, Milano, Franco Angeli, 2015, scuotere l’opinione pubblica sulla dittatura un periodo per inaugurarne uno nuovo che descrive le complesse reazioni del mo- spagnola e salvare dalla garrota tre anar- ed entusiasmante, segnato da un inarre- vimento di fronte allo scoppio della Rivo- chici, per svilupparsi in molteplici realiz- stabile processo dialettico di mutamento. luzione russa, il protagonismo dell’Uai e zazioni, quali, per citarne alcune, le riviste Due volumi, simili negli intenti e dell’Usi durante il biennio rosso, e la tenace «Materialismo e libertà», «Interrogations», nell’oggetto della ricerca, offrono nuo- resistenza contro il sorgere del Fascismo. «A-Rivista», «Libertaria» e «Volontà», vi elementi sulle intenzioni e le pratiche Si riferisce a un periodo specifi co, forse le edizioni Antistato prima ed Elèuthera “scientifi camente” repressive operate dal fra i meno indagati, lo studio di Pasquale poi, il Centro Studi Libertari e l’Archivio potere per controllare il vasto mondo della Iuso, Gli anarchici nell’età repubblicana. Pinelli, e i tanti convegni tematici di grande sovversione. Andrea Dilemmi in Schedare Dalla Resistenza agli anni della Con- interesse. Dunque una presenza centrale gli italiani. Polizia e sorveglianza del testazione 1943-1968, Pisa, Biblioteca e fondamentale nel panorama anarchi- dissenso politico. Verona 1894 –1963, Franco Serantini, 2014, un periodo che ha co italiano e internazionale, analizzata in Verona, Cierre, 2013, opera una brillante visto l’attività del movimento muoversi a profondità con competenza e con quelle ricognizione a tutto campo, partendo dai corrente alternata, dall’impegno antifasci- notazioni apodittiche e ferocemente pole- dati della città scaligera, sulla «sorveglianza sta agli entusiasmi del dopoguerra, dalle miche che Nico Berti non fa mai mancare. del dissenso politico esercitata mediante crisi organizzative al lacerante dibattito Il 1968 è stato un anno di svolta nel- la formazione di grandi archivi destinati a sindacale, dalla presenza di un movimento la storia dell’anarchismo internazionale raccogliere dossier personali sui cittadini classifi cati come sovversivi». Da parte sua, Giorgio Sacchetti nel volume Carte di gabinetto. Gli anarchici italiani nelle fonti di polizia 1921-1991, Ragusa, La Fiaccola, 2015, non pone l’attenzione sui sovversivi in generale, quanto sugli anar- chici, assidui protagonisti, loro malgrado, delle veline di questura. In questa edizione aggiornata del precedente Sovversivi agli atti, si accumulano le note su compagni e organizzazioni, dalle più effi mere e vellei- tarie a quelle più strutturate; e se spesso sono imprecise o esagerate quelle nelle quali il poliziotto di turno registra la “peri- colosità” del tal gruppo od organismo, col- pisce la precisione con la quale sono spesso riportati dibattiti, discussioni, decisioni, nominativi dei presenti, relazioni chiara- mente “dal di dentro”: un invito a pren- dere in mano questo prezioso e accurato studio e trarne le opportune deduzioni. 86 Per concludere un libro bellissimo, un libro al tempo stesso «straordinario, con- trocorrente e utile per capire l’oggi anche se parla di cento anni fa». Luigi Botta ha raccolto le centinaia di lettere indirizzate in periodo bellico alla «Cronaca Sovversiva» pubblicata a Lynn da Luigi Galleani. Si tratta di missive spedite soprattutto da ma- dri ma anche da soldati costretti in trincea, tutte intrise di un profondo spirito pacifi - sta e antimilitarista. Non a caso il titolo è «Figli non tornate!» (1915-1918), Torino, Aragno, 2016, un chiaro invito alla diser- zione, al rifi uto di partecipare al massacro, alla opposizione ai misfatti del militarismo. Il saggio introduttivo dell’autore rende l’urgenza di comprendere questo passa- to per interpretare al meglio il presente.

Volterra (Pisa), inizio Novecento – Laboratorio per la lavorazione dell’alabastro

anarchico e, specialmente, la relazione tra 1891 battezzarono il loro Primo Maggio di Numerosi come sempre i testi sulla individualismo e anarchismo comunista». rivolta sconvolgendo il centro di Firenze, storia del movimento anarchico nelle sue Una relazione, come è noto, particolar- lasciando attoniti e spaventati benpensanti espressioni locali. Una storia altrettanto mente centrale nel dibattito ideologico e borghesi, affermando, da quel momento signifi cativa di quella nazionale, perché, in milanese, spesso confl ittuale e fucina di il loro diritto a vivere». Va da sé che la un movimento sostanzialmente acefalo e polemiche anche roventi. Due testi che, reazione non si fece attendere, mandando senza centri direzionali quale il nostro, l’im- nell’insieme, fanno comprendere meglio, alle Murate un buon numero di quei lavo- portanza del radicamento locale, regionale, partendo dal locale, la vita dell’intero mo- ratori e condannandone poi ben quaran- cittadino, addirittura paesano emerge pre- vimento italiano, nelle sue luci e ombre. tasei nell’immancabile processo-vendetta. potentemente testimoniando una vitalità Dalla Lombardia alla Toscana, una delle Da Firenze alla vicina Prato, non solo la e una potenzialità rilevanti. Lo dimostra il zone di massima diffusione del movimento città di Gaetano Bresci, ma anche centro continuo fi orire di studi “localistici”, volti anarchico fi n dalle origini. Dove, tra le altre, anarchico ricco e particolarmente dinami- a riportare la luce su personaggi, fatti e emerge sicuramente Pisa. La Biblioteca co. Esce in seconda edizione, di Alessan- realtà apparentemente periferici o di se- Franco Serantini ricorda un valente stu- dro Affortunati, Fedeli alle libere idee. condaria importanza e invece sempre più dioso prematuramente scomparso, pub- Il movimento anarchico pratese dalle necessari per una lettura generale della blicando un’antologia di suoi testi dedicati origini alla Resistenza, Milano, Zero in storia. Per descrivere questi testi, userò al movimento operaio pisano; si tratta di Condotta, 2012 e 2015, un interessante un criterio geografi co, partendo da nord Alessando Marianelli, Eppur si muove! saggio sulla vita e l’attività delle decine per scendere progressivamente verso sud. Movimento operaio a Pisa e provincia di anarchici e libertari che animarono con Sono due i libri sull’anarchismo a Mi- dall’Unità d’Italia alla dittatura, Pisa, la loro ininterrotta presenza la vita sociale lano, entrambi dedicati alla ricostruzio- 2016. Studioso militante nel senso migliore e politica della città dell’industria tessile. ne del molteplice movimento milanese del termine, Marianelli ha saputo coniuga- Si tratta di uno studio completo di dati, dalle origini all’avvento del fascismo. Il re la professionalità dello storico con la nomi, notizie che «restituisce al movimento primo, di Francesco Lisanti, Storia degli passione civile formatasi negli anni della libertario pratese i suoi reali connotati» anarchici milanesi 1892-1925 (Milano, contestazione, lasciando una serie di saggi anche nelle brevi schede biografi che che La Vita Felice, 2016), descrive la storia preziosi per una comprensione più ampia corredano il volume. Quando si parla di dell’anarchismo milanese al fi ne di cono- dei processi sociali che fecero della città Volterra si parla di alabastro e alabastrai scere più appropriatamente l’effervescente della Torre pendente e del suo territorio e un tempo, quando si parlava di loro, si ambiente politico, sociale e culturale della uno dei centri maggiori, non solo toscani, parlava di anarchici e sovversivi di tutte “capitale morale”, avvalendosi, nella sua «dell’utopia socialista e libertaria di “un le tendenze. Lo documenta un dizionario corposa ricerca, di documenti inediti sco- altro mondo è possibile”». Il Collettivo biografi co, arricchito da belle immagini e vati nell’Archivio di Stato. Il secondo, di Libertario Fiorentino ha pubblicato un stralci di giornali d’epoca, opera di Duccio Fausto Buttà, Anarchici a Milano. Storie e collage di vecchi documenti relativi a un Benvenuti, Pietro Masiello e Bruno Si- interpretazioni 1870-1926 (Milano, Zero drammatico episodio che sconvolse la città gnorini, dal titolo Sovversivi. I lavoratori in Condotta, 2016), non solo traccia gli di Firenze nel 1891, con il titolo Da Piazza dell’Alabastro nel Casellario Politico interessanti tratti biografi ci dei protagoni- Savonarola alle Murate. La verità sul Centrale, Volterra, Collettivo Distille- sti maggiori e minori del movimento, ma Primo Maggio 1891 in Firenze, Firenze, rie, 2014, e introdotto dalla interessante esamina anche «temi propri del pensiero 2012. I lavoratori fi orentini «nel lontano prefazione di Lorenzo Pezzica. Le oltre 87 cinquanta schede biografi che di anarchici, di notevole importanza. Una di queste comunisti, socialisti, antifascisti accertano fu la Casa del Popolo del Celio, un esem- che la «professione alabastrina ha da sem- pio di collaborazione fattiva ed effi cace pre volto verso l’indipendenza e il progres- fra quanti si opponevano, in una forma o sismo e che gli alabastrai si sono sempre nell’altra, alla repressione politica e allo posti al centro dello scontro politico». sfruttamento economico che colpivano Anche le Marche, come quasi tutto il con particolare durezza le classi disagiate. centro Italia, sono state terra di anarchici Ne ricostruisce la tormentata esistenza e sovversivi, antimilitaristi, antimonarchici, Giuseppe Siriana nel volume Nel cuore anticlericali e compagnia cantante. E non rosso di Roma. Il Celio e la Casa del c’è solo la Settimana Rossa a ricordarcelo. Popolo. Lotte sociali, politica e cultu- È uno studio che apre nuovi squarci su ra 1906-1926, Roma, Ediesse, 2016 che, un mondo forse non abbastanza indagato grazie a una accurata ricerca, ripercorre la quello di Stefano Orazi che in “Viva il storia dell’edifi cio «per circa vent’anni casa Re, abbasso il Re”. Vicende giudiziarie di comune di socialisti rivoluzionari e rifor- repubblicani, anarchici e socialisti nelle nisti, anarchici, repubblicani, comunisti, il Gaetano Bresci in un disegno di Fabio Marche settentrionali (Pesaro e Urbino, quartier generale di grandi agitazioni ope- Santin Istituto per la storia del Risorgimento raie e della prima resistenza al fascismo». italiano, 2012) ha ricavato da documenti Non è storia del passato, ma cronaca del Gaetano Bresci, l’anarchico che sparò inediti conservati negli Archivi marchi- presente quella narrata da Giuseppe Aiello al re, Milano, Elèuthera, 2014, un testo di giani una consistente messe di preziose in Urupia. A casa di persone che non era- piacevole lettura corredato dai bei disegni informazioni sulle frequenti vicende giu- no in cerca dell’isola felice, e infatti non di Fabio Santin. Sotto forma di romanzo diziarie e repressive che hanno coinvolto, l’hanno trovata, Napoli, Candilita, 2012. autobiografi co, completo di una lunga in- nel territorio pesarese e fanese, sovversivi Urupia è una comune agricola fondata anni troduzione, il volume di Carlo Capuano, di tutte le risme. Luigi Balsamini e Fede- orsono da un gruppo di anarchici e anar- Detenuto 515. Bresci: ideologia di un re- rico Sora hanno riprodotto in edizione chiche italiani e tedeschi, su ispirazione di gicida, Francoforte, Zambon, 2013, mentre lussuosa i Periodici e Numeri Unici del Agostino Manni, che si è venuta radicando Francesco Lisanti ricostruisce le premesse Movimento anarchico in provincia di profondamente nel territorio pugliese e e le cause che sfociarono nel regicidio Pesaro e Urbino. Dall’Internazionale al che sta portando avanti un concreto pro- nell’interessante Apologia di Gaetano fascismo 1873- 1922 (Fano, Archivio- getto di società ispirata ai principi libertari Bresci, pubblicato nel 2014 da Book Time Biblioteca Enrico Travaglini, 2013), un e al rifi uto della proprietà privata. L’autore, di Milano. Come si vede, seppur da diverse lavoro monumentale e forse unico nel suo “innamorato” di questa realtà, ne offre prospettive, lo sguardo su Bresci e Umber- genere. Accanto alle riproduzioni anastati- una descrizione quasi agiografi ca, impron- to continua a mantenersi desto e presente. che dei tanti fogli pubblicati in quelle terre tata a una sincera adesione al progetto. Quel che riuscì a Bresci non era riu- ricche di fermenti libertari, una eccellente scito al povero Giovanni Passannante, il introduzione illustra i criteri storico-biblio- sottoproletario lucano che, una ventina grafi ci alla base di questo intenso lavoro di di anni prima, armato di un minuscolo ricerca. Un altro testo di carattere locale, coltellino, aveva attentato alla vita di Um- ma che affronta anche le intense relazioni berto. Nonostante la chiara inoffensività fra anarchismo “periferico” e “centrale” La fi gura di Gaetano Bresci, il riuscito del suo gesto, la vendetta monarchica fu è quello di Mario Garofalo, Anarchici attentatore del re d’Italia Umberto I a di una ferocia inaudita, come descritto d’Irpinia, Avellino, Terebinto, 2013, uno Monza il 29 luglio 1900, continua a su- nel commosso racconto di Rita Poggioli, sguardo attento e profondo centrato so- scitare interesse fra autori ed editori. Le Passannante il prigioniero della torre (Fi- prattutto sulle fi gure di Giuseppe Sarno, Edizioni Gratis (s.l., s.a.), hanno pubblicato renze, Agemina, 2015), partecipe di questa Vincenzo Petrillo e Antonio De Marco. il volume Viva Bresci, una raccolta di scritti vicenda anche perché nata a Portoferraio, Tre esistenze differenti nelle vicissitudini, di Giuseppe Ciancabilla apparsi nei primi la località nel cui famigerato carcere il ma accomunate da una identica tensione anni del ’900 sul giornale «L’Aurora», pub- prigioniero venne a lungo torturato con ideale e dalla capacità, non sempre comu- blicato in quella Paterson da cui era partito metodi aberranti e disumani. Deciso a ne, di interagire con la propria comunità. Bresci per attuare il suo piano. Esponente vendicare i lavoratori italiani uccisi nella Non a caso, nella sua introduzione Fran- di spicco dell’anarchismo antiorganizzato- mattanza di Aigues Mortes, Sante Case- cesco Barra parla del signifi cativo contri- re, protagonista di aggressive e velenose rio uccise a Lione, nel 1894, il presidente buto «alla ricostruzione della storia non polemiche con Malatesta, Ciancabilla con- francese Sadi Carnot, ritenuto responsa- solo del movimento anarchico ma anche ferma con una prosa accesa e sferzante la bile dell’eccidio. Scrive sull’argomento, dell’Irpinia e del Mezzogiorno d’Italia». sua adesione totale, sempre e comunque, partendo da una prospettiva originale e Roma proletaria, nei primissimi decenni alla propaganda del fatto. Ha scritto un’ac- interessante, Gianluca Vagnarelli nel suo del secolo scorso, ha visto in alcuni dei suoi curata e partecipe biografi a del regicida il studio Fu il mio cuore a prendere il pu- quartieri più popolari la consistente pre- giornalista Paolo Pasi, che intitola il suo gnale. Medicina e antropologia crimi- senza di socialisti, anarchici e sindacalisti, lavoro riportando la famosa fase pronun- nale nell’Affaire Caserio (Milano, Zero molto spesso uniti nell’organizzazione di ciata da Bresci al momento dell'arresto, in Condotta, 2013), interessato non tanto una rete solidale capace di realizzazioni Ho ucciso un principio. Vita e morte di a tracciare una ricostruzione preminente- 88 mente storica del fatto, quanto a indagare raccolta di lettere, articoli e documenti centro Italia, in particolare nelle Romagne le implicazioni mediche e giuridiche dibat- che testimoniano l’alta tensione morale e nelle Marche, il movimento si trasformò tute sul caso dai luminari di medicina legale di questo sfortunato compagno. Per fi nire da protesta locale in un tentativo insur- Alexandre Lacassagne e Cesare Lombroso. ci spostiamo in Argentina, per segnalare rezionale che, per la prima volta, parve Nello stesso anno dell’impresa di Ca- un agile libretto introdotto da Bonanno, mettere in discussione la tenuta della mo- serio un giovane anarchico romagnolo, Simòn Radowitzky. Vita di un anarchico narchia. La storiografi a si è ampiamente esasperato dalla indiscriminata repressione (Buenos Aires, Irrazionale, 2013), dove si dedicata allo studio di quegli avvenimenti, con la quale il governo di Crispi colpiva narrano le vicende che videro protagonista nel quale repubblicani e anarchici, spronati ogni forma di opposizione popolare, cercò questo emigrato ucraino che, per aver giu- da Malatesta, ebbero un ruolo fondamen- di chiudere la partita attentando al primo stiziato a Buenos Aires il capo della polizia tale; e infatti sull’argomento, anche se con ministro nelle strade romane. Ricostruisce Ramon Falcon, autore della disumana re- impostazioni differenti, segnalo sette titoli. i fatti, documentandoli come sempre con pressione succedutasi ai fatti della settima- Partiremo con gli Atti del convegno una mole impressionante di materiale e na di sangue del 1909, fu condannato all’er- organizzato dall’Archivio Storico della testimonianze, Giuseppe Galzerano nel gastolo e relegato nel tristemente famoso Federazione Anarchica Italiana, tenutosi volume Paolo Lega. Vita, viaggio, pro- carcere di Ushuaia. Ne uscirà dopo 21 anni a Imola il 27 settembre 2014, La Rivo- cesso, “complotto” e morte dell’anarchico grazie alle tante campagne di solidarietà luzione scende in strada. La Settimana romagnolo che attentò alla vita del primo promosse per la sua scarcerazione. Una Rossa nella storia d’Italia 1914-2014, ministro Francesco Crispi (Casalvelino, storia da noi poco conosciuta, ma che ebbe Milano, Zero in Condotta, 2016. Il volu- Galzerano, 2014) che, oltre a descrive- vasta risonanza non solo in quello argen- me, curato da Antonio Senta, raccoglie le re la estesissima rete di solidarietà che tino ma in tutto il movimento anarchico. dieci relazioni presentate nella giornata e circondava Lega, fornisce un completo e offre uno sguardo complessivo sugli av- istruttivo resoconto del processo che lo venimenti, completando il pionieristico vide condannato a venti anni di reclusione. lavoro con il quale Luigi Lotti, negli anni Michele Gualano dedica al conterraneo ’50, dette la prima ricostruzione svincolata foggiano Michele Angiolillo una biografi a dal mito che ancora avvolgeva quel moto romanzata dal titolo Questionario per il Nel 2014 si è celebrato il centenario del- insurrezionale antimonarchico e anticle- destino. Storia di un anarchico giustiziere la Settimana Rossa, l’agitazione popolare ricale. Nel corso del Convegno è stato (Foggia, Il Castello, 2013), che tratta del antimonarchica scoppiata nel luglio del così possibile esaminare a tutto campo la riuscito attentato, nel 1897, al presiden- 1914, in seguito all’uccisione di tre giovani natura, lo spirito, lo svolgersi di quei fatti, te spagnolo Canovas del Castillo, diretto anconetani che manifestavano pacifi ca- evidenziando, a fi anco di una indubbia ispiratore della feroce repressione che a mente contro le compagnie di disciplina simpatia per i rivoltosi, una interpreta- fi ne secolo colpì con carcere e pene ca- e il militarismo. Estesosi nelle regioni del zione storica aliena da facili entusiasmi. pitali l’anarchismo spagnolo. Garrotato a solo una settimana di distanza dall’atten- tato, Angiolillo, secondo l’autore «senza prevederlo ha dato il colpo di grazia al colonialismo spagnolo. Lo ha fatto per vendicare i quattrocento anarchici arrestati e torturati a Barcellona per una strage di cui non erano responsabili». È dedicato più alla vittima che al carnefi ce il libro La vera storia della Principessa Sissi e dell’anarchico che la uccise (Pisa, ETS, 2014) nel quale Renzo Castelli tende a demistifi care l’alone romantico che av- volge la fi gura di Elisabetta di Baviera e a rivisitare con eccessiva comprensione, visto il personaggio, quella di Luigi Luccheni, ancora poco studiata nonostante l’eco in- ternazionale che ebbe il gesto compiuto sulle sponde del lago di Ginevra nel 1898. Fra quanti cercarono di attentare alla vita di Mussolini, qui parleremo del sardo Michele Schirru che, essendosi proposto nel 1931 di liberare il Paese dal capo del fascismo, per questa sua sola intenzione fu condannato alla fucilazione. Alfredo Bonanno ne ha raccolto e curato gli scritti e le testimonianze nel libro Uccidere il ti- Il socialista Arturo Labriola commemora i tre operai uccisi durante la Settimana Rossa, ranno, Trieste, Anarchismo, 2013, una ricca Napoli, 1914 89 Gli altri titoli presentano quel carattere Terminiamo con una graphic novel 1922, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, localistico che rifl ette appieno la pecu- sceneggiata da Luigi Balsamini, Pamela 2012. Già autore di altre opere sull’antifa- liarità della Settimana Rossa, ovvero il Galassi, Marco Mattioli e Vittorio Sergi e scismo anarchico non solo livornese, Mar- suo esplodere soprattutto, se non quasi disegnata dallo stesso Mattioli e da Mas- co Rossi, come scrive Giorgio Sacchetti esclusivamente, nelle due regioni prima ci- similiano Paladini, Una Settimana rossa nell’introduzione, «ci propone spunti in- tate. Naturalmente si parte da Ancona, con (Camerino-Fano, Gwynplaine e Archivio terpretativi che potranno essere utilissimi Valentina Carboni, Una storia sovversiva. Travaglini, 2014). Un modo decisamente come ulteriori punti di partenza per nuovi La Settimana Rossa ad Ancona, Milano, suggestivo e accattivante per raccontare studi», soprattutto su un argomento come Zero in Condotta, 2014, che mette in rilievo quelle giornate, reso ancora più piacevole quello degli Arditi del Popolo, una sorta di la non casualità dello scoppio dell’agi- dall’appendice che raccoglie una «selezio- anomalia lungamente oggetto di rimozione tazione nel capoluogo marchigiano, uno ne delle migliori opere presentate al con- tanto da destra quanto da sinistra. Con- dei centri principali del sovversivismo del corso grafi co La settimana rossa del 1914». ferma questo giudizio il lavoro di Enrico Paese, anche grazie alla lunga presenza in Ciancarini, Il fascio spezzato. Gli Arditi quella città di Errico Malatesta. Restando del Popolo nella “ribelle, irriducibile Ci- ad Ancona, è uscito il volume di Massimo vitavecchia”. 19 maggio 1921-18 ottobre Papini, Ancona e il mito della Settimana 1922, Roma, Redstar Press, 2016, con il Rossa, Ancona, Affi nità Elettive, 2013, quale l’autore rende omaggio alla tenace uno studio che già nel titolo lascia inten- Come sempre piuttosto corposa la se- e vincente resistenza armata opposta dal dere l’intenzione di scrivere «un libro sul zione inerente fascismo e antifascismo, popolo civitavecchiese allo squadrismo mito di quelle giornate, su come esso abbia perché la confl ittualità e la strenua oppo- fascista, resa possibile, come scrive Eros pervaso cento anni di vita politica in Italia sizione opposta dagli anarchici al regime Francescangeli nell’introduzione, dal fatto e, soprattutto, nella città d’origine». Un fascista non mancano di ispirare nuo- che «le strutture associative delle classi interessante tentativo di sottrarre i tratti ve ricerche sull’argomento. Sono ormai lavoratrici riuscirono a realizzare il fronte nostalgici e agiografi ci del ricordo, svilup- anni, del resto, che anche la storiografi a unico proletario a prescindere dall’orienta- patisi negli anni, per ricondurli a una di- “uffi ciale” ha preso nella dovuta consi- mento politico». A dimostrazione della lun- mensione storica più pertinente e obiettiva. derazione il ruolo dell’anarchismo nella ga rimozione nei confronti dell’arditismo Da Ancona alla Romagna, l’altro centro lotta contro il fascismo, dimenticando popolare operata dalla storiografi a “fedele della sollevazione. Massimo Roccati in sia antichi sensi di inferiorità rispetto alla linea”, l’illuminante affermazione di Immagini della Settimana rossa. Giu- alla dichiarata egemonia comunista sia Ciancarini, presidente della Società storica gno 1914 (Bologna, Ogni uomo è tutti le letture strumentali e parziali che han- civitavecchiese: «fi no al 1997 non sapevo gli uomini Edizioni, 2014) ha curato un no costituito una sorta di vulgata resi- nulla degli arditi del popolo e della loro opuscolo nel quale, oltre a una succinta stenziale. Gli anarchici, e ormai le fonti attiva presenza nella mia città natale». cronologia, raccoglie numerose immagini parlano chiaro, hanno avuto un ruolo Angelo Pagliaro, Marco Capecchi, Fabrizio romagnole di quei giorni. Una per tutte, la importantissimo in questa battaglia di Poggi nel volume La banda dello Zoppo. famosissima fotografi a scattata all’esterno libertà e civiltà, e ne sono testimonianza Storie di resistenza armata al fascismo del Circolo Monarchico di Alfonsine sul gli studi posti all’attenzione dei lettori. (Cosenza, Coessenza, 2016), raccontano, cui muro campeggia la scritta Viva Masetti Cominciamo con il nuovo lavoro di come fosse un avvincente romanzo, la Abbasso l’esercito. Restando ad Alfonsine, Marco Rossi, Livorno ribelle e sovversiva. storia della famiglia Scarselli, una vicen- ecco un volume ricco di fotografi e di Lu- Arditi del popolo contro il fascismo 1921- da che prende le mosse da Certaldo nel ciano Lucci, Quando Alfonsine divenne famosa. Giugno 1914 la rivolta della Settimana Rossa, Alfonsine, La Voce del Senio, 2014, dove non a caso il paesone romagnolo viene ricordato più volte, in quanto uno degli epicentri dell’insurre- zione. Uno studio a tutto tondo è quello di Alessandro Luparini e Laura Orlandini, La libertà e il sacrilegio. La Settimana rossa del giugno 1914 in provincia di Ravenna, Pozzi, 2016. Oltre alla bella introduzione di Lotti e al saggio di Luparini, centrato sull’entusiastica illusione di scardinare il mondo che animava i rivoltosi romagnoli, il volume contiene una ricca documenta- zione fotografi ca. Interessante l’originale studio di Orlandini sulla “reazione catto- lica”, un argomento poco affrontato dalla storiografi a, ma importante, anche per la sua portata, per comprendere appieno la vita quotidiana e lo spirito di quei giorni. Errico Malatesta con un gruppo di Arditi del Popolo 90 1921, con un furibondo scontro a fuoco con carabinieri e fascisti, al quale prendono parte i quattro fratelli anarchici Eusebio, Ferruccio, Tito e Oscar spalleggiati dalla sorella Ida, e che si dipanerà negli anni con esilio in Francia e Russia, carcere, evasioni, confi no, lotta di liberazione. Una storia eccezionale nelle sue dinamiche, eppure emblematica di come la lotta al fascismo sia stata spesso interpretata senza debolezze. Sono tre, fra le altre, le biografi e dedica- te ad anarchiche e anarchici da Giuseppe Aragno in Antifascismo e potere. Storia di storie (Foggia, Bastogi, 2012): quelle della torinese Clotilde Peani, del napoletano Umberto Vanguardia e della salernitana Emilia Buonacasa. Vi sono narrate otto esistenze ed esperienze diverse, ma tut- te «attraversate da un fi lo rosso: la cieca Renicci d’Anghiari (Ar), 1943 - Il lavatoio (fonte: www.cnj.it) ferocia della ragion di Stato e l’assurda razionalità dell’ordine costituito», che in all’anarchico Marcello Cardone, fra i pro- regime badogliano con quello fascista. Le questo caso altri non è se non il regime tagonisti di quegli eventi, e con una succin- Edizioni atemporali e Bruno Alpini (Bo- fascista. Quello stesso regime che si propo- ta raccolta di biografi e di personaggi dei logna e Imola) hanno pubblicato nel 2015 neva di neutralizzare molti dei suoi oppo- quali altrimenti si perderebbe la memoria. gli atti di un convegno su antifascismo e sitori più irriducibili non solo con carcere Molto sostanzioso, utilissimo per le infor- anarchia organizzato a Bologna dal Circolo o confi no, ma anche, come vedremo, con mazioni che consentono una appropria- Berneri e dal Nodo Sociale Antifascista: la detenzione nelle strutture psichiatri- ta valutazione sul ruolo dell’anarchismo “Già l’ora s’avvicina della più giusta che. Evidentemente era tale l’autostima negli anni della guerra, il libro a quattro guerra”. Quattro ricerche su antifascismo di Mussolini e dei suoi gregari che non si mani di Mauro De Agostini e Franco e anarchia (1921-2015). I contributi sono poteva defi nire altro che pazzo chi non ne Schirone, Per la Rivoluzione sociale. fi rmati da Andrea Staid, Antonio Senta, accettava la volontà. Lo dimostra Marco Gli Anarchici nella Resistenza a Milano Tomaso Marabini e Jacopo Frey, e gli ar- Rossi nel suo studio Capaci di intendere (1943-1945), Milano, Zero in Condotta, gomenti spaziano dall’arditismo popolare e di volere. La detenzione in manicomio 2015, nel quale gli autori, descrivendo, all’antifascismo militante degli anni Set- degli oppositori al fascismo (Milano, Zero con una notevole mole di documenti, tanta. Un lungo arco di tempo nel quale in Condotta, 2014) che descrive come «la le vicende delle formazioni Malatesta – non è mai mancata la tensione antifascista. detenzione manicomiale venne praticata Bruzzi, nate dalla «non facile saldatura Nel periodo compreso fra le due guerre con logica totalitaria e disumana, nel ten- tra i militanti storici e centinaia di giovani non si dovette combattere solo contro tativo di annientare le vite e le intelligenze animati da spirito spontaneamente liber- il fascismo ma anche contro il nazismo, non sottomesse, rinchiudendo e torturan- tario e rivoluzionario», pongono un freno l’altro mostro che infestò l’Europa. Con do i corpi delle persone libere nei lager all’odierno revisionismo che vorrebbe piglio romanzesco David Bernardini nel della follia». Poco da aggiungere a questa fare della lotta partigiana un fenomeno libro Il barometro segna tempesta. Le concisa descrizione della proterva ferocia interclassista, purgato dalla sua anima schiere nere contro il nazismo (Ragusa, del fascismo e di tutti i regimi totalitari. rivoluzionaria. Notevole, in questo bel La Fiaccola, 2014) racconta le vicende E passiamo alla Resistenza, un ar- libro, l’elenco degli aderenti alle forma- delle Schwarze Scharen, le schiere nere gomento che sempre più offre stimoli zioni partigiane anarchiche appena citate. che, sul fi nire degli anni Venti, sull’esem- a nuovi studi e ricerche che aprono ul- Di tutt’altro tenore, ma non per questo pio degli Arditi del Popolo, si organizza- teriori conoscenze su fatti dei quali, in meno interessante, la seconda edizione del rono come forma di difesa alla crescente effetti, sapevamo poco. Ne è esempio il libro di Giorgio Sacchetti, Renicci 1943. violenza delle camicie brune. Formate volumetto curato da Valerio Gentili, Il Internati anarchici: storie di vita dal cam- prevalentemente da sindacalisti e anarco- Memorandum dell’Armata Rossa Ro- po 97, Roma, Aracne, 2013, la storia di un sindacalisti, nonostante la loro breve vita mana e gli anarchici nella Resistenza campo di concentramento italiano nel qua- (saranno defi nitivamente debellate con Romana, s.l., Archivio Internazionale le, dopo il 25 luglio 1943, furono rinchiusi, l’avvento al potere di Hitler nel 1933) ri- Azione Antifascista, [2012], nel quale in compagnia di migliaia di prigionieri slavi, uscirono comunque a fronteggiare, spesso si parla sia del Movimento Comunista centinaia di antifascisti, in massima parte con successo, la violenza nazista, fornendo d’Italia, un’organizzazione alla sinistra del anarchici, prelevati dal confi no di Vento- una limpida testimonianza di coraggiosa Pci i cui militanti «sono rimasti per lunghi tene. Leggendo le numerose biografi e, fra coerenza rivoluzionaria. Sullo stesso ar- anni oggetto di una vera e propria dam- cui in particolare quella del comandante gomento Leonard Schäfer, Contro Hit- natio memoriae», sia della partecipazione partigiano Beppone Livi, si coglie appieno ler. Gli anarchici e la resistenza tedesca anarchica alla lotta antinazista a Roma, questa “vergogna tutta italiana”, uno fra i dimenticata, Milano, Zero in Condotta, ricostruita con un’interessante intervista tanti esempi dell’oggettiva continuità del 2015. Perché dimenticata? Perché, come 91 afferma l’autore, «si sa poco in Italia della coinvolti) e soprattutto della ormai stantia resistenza contro il nazismo», e anche nel- riproposizione, che non meriterebbe nem- le due Germanie, alla fi ne della guerra, si meno di essere smentita tanto è assurda, ricordava l’opposizione a Hitler in manie- delle due bombe e dei due attentatori. ra strumentale. Con questo scritto Schäfer Di notevole interesse il libro curato da rende omaggio agli operai, agli anarchici, Stefano Cardini, Piazza Fontana 43 anni ai giovani ribelli volutamente trascurati, se dopo. Le verità di cui abbiamo bisogno, non dimenticati, dalla storiografi a uffi ciale. Milano, Mimesis, 2012, che contiene i saggi di dieci autori tra i quali ci piace segnalare Guido Salvini, Luciano Lanza, David Bi- dussa, Maurizio Cau e Roberta De Mon- ticelli. “Pretesto” del libro è il recente fi lm di Marco Tullio Giordana Romanzo di una strage, nel quale, dopo una ricostruzione della Strage abbastanza seria ed equilibra- I cosiddetti anni della strategia della ta (bella la fi gura di Pinelli), si cade, qui tensione continuano a destare l’interes- come sopra, nell’insensata tesi delle due Giuseppe Pinelli se di storici e scrittori, dato che ancora bombe, sostenuta da Paolo Cucchiarelli non è stato detto tutto su uno dei pe- nel libro Il segreto di Piazza Fontana. Tutti neri, coperti e diretti da apparati stata- riodi più bui ed equivoci dell’Italia re- gli autori, chi in un modo chi nell’altro, li, è dedicata la ricerca di Mirco Dondi, pubblicana. Quindi, ancora una volta, vengono effi cacemente a smontare queste L’eco del boato. Storia della strategia non saranno pochi i testi da segnalare. tesi, ribadendo una verità da difendere della tensione 1965-1974, Bari Later- Non sono solo storici e saggisti a dedi- non solo come omaggio alle vittime ma za, 2015. L’autore, docente di Storia con- carsi a questi argomenti, ma anche scrit- anche come viatico per comprendere ap- temporanea all’Alma Mater Università tori, e infatti sono due i romanzi che, più pieno tanto il passato quanto il presente. di Bologna, ripercorre, con ricchezza di o meno direttamente, prendono le mosse Gabriele Fuga e Enrico Maltini, gli autori documentazione e argomenti, le imprese dalla strage di Piazza Fontana del 12 dicem- del libro «E ‘a fi nestra c’è la morti». dei fascisti di Ordine Nuovo e Avanguardia bre 1969. Il giallista Leonardo Gori, autore Pinelli: chi c’era quella notte, Milano, nazionale, illustrando il lungo e nefasto di romanzi che vedono protagonista l’ex Zero in Condotta, 2013, furono diretti fi lo nero che avvolse l’Italia nell’intreccio agente dei Servizi, Bruno Arcieri, prende testimoni dei fatti del 1969, il primo come fra gli estremisti di destra – ma non solo a pretesto una delle vittime (o presun- avvocato impegnato in numerosi processi gli “estremisti” a dire il vero – e quegli te vittime) della strage per imbastire un politici, il secondo perché aderente al apparati dello Stato che avrebbero dovuto classico giallo nel quale le implicazioni circolo Ponte della Ghisolfa, lo stesso contrastare quella programmata strate- politiche e storiche sono pressoché as- di Pinelli. Basandosi su carte riservate gia. Contrastare e non, come documenta senti. Si tratta di Non è tempo di morire. rimaste a lungo chiuse negli armadi dei Dondi, fornire una preziosa e interessata Milano 1969, Bruno Arcieri indaga tra le tribunali e degli uffi ci dei Servizi, in primis collaborazione. Un altro testo che si occupa macerie di piazza Fontana, Milano, Tea, in quello del tristemente noto Umber- di quei lunghi anni, concentrandosi su un 2016, interessante perché la trama ha preso to D’Amato, gli autori portano alla luce provocatore quasi sconosciuto ma non comunque spunto da quei fatti, anche se nomi e fatti fi no ad ora trascurati se non privo di responsabilità, è quello di Egidio non suffi cientemente spiegati. Nasce con addirittura ignorati, aggiungendo nuovi e Ceccato, L’infi ltrato. L’incredibile storia altre intenzioni l’opera di Vito Bruschini, imprevisti elementi di conoscenza. Parti- di Berardino Andreola, la spia fascista La Strage. Il romanzo di Piazza Fontana, colarmente interessante, e non scontato, dai mille volti che ha macchiato l’Italia Roma, Newton Compton, 2012, un roman- il proposito di riconsiderare il ruolo di di rosso, Milano, Ponte alle Grazie, 2013. zo avvincente nel quale gli avvenimenti di Calabresi nella morte di Pinelli, innegabile È la biografi a di un personaggio miste- quegli anni vengono ricostruiti con una ma non isolato, perché strumentalizzato rioso, coinvolto in molte delle vicende discreta aderenza alla realtà. I personaggi dalla questura milanese e dalle strutture legate all’attività sporca dei Servizi, non hanno nomi di fantasia ma sono perfetta- statali, che coprirono altri responsabili e ultime, naturalmente, Piazza Fontana, l’o- mente riconoscibili, da Valpreda a Pinelli, altre responsabilità. Ora Gabriele Fuga, micidio di Pinelli e quello di Calabresi. da Calabresi al giudice Salvini, da Delle dedicando la sua opera a Enrico Maltini Gli anni della tensione furono ricchi, Chiaie a Rauti, Freda e Ventura. E pure il scomparso recentemente, ha ripubblicato purtroppo, di drammi, di stragi, di nefan- succedersi degli eventi, gli organismi statali questo lavoro con il titolo Pinelli. La dezze. Una, fra le tante, ci colpì allora e e le organizzazioni politiche dell’epoca, di fi nestra è ancora aperta (Paderno Du- ancora oggi pesa come un macigno sul destra e di sinistra, sono facilmente indivi- gnano, Colibrì, 2016) arricchndolo con nostro passato militante. Nicoletta Or- duabili perché la narrazione aderisce co- nuove immagini e documenti, ma ripro- landi Posti nel libro Il sangue politico. erentemente alla realtà. Una docu-fi ction ponendo il testo sostanzialmente invariato Storia di cinque anarchici e di un dossier di gradevole lettura, soprattutto per chi è rispetto all’edizione precedente. Un’oc- scomparso (Roma, Editori Riuniti, 2013) in grado di interpretarla appieno, anche casione in più per mantenere viva la me- ricostruisce la morte, per un inspiegabi- se vanno segnalate alcune imperdonabili moria su Piazza Fontana e le sue vittime. le incidente stradale, di cinque anarchici pecche quando si parla di certi ambienti Non solo a Piazza Fontana, ma ai dieci calabresi (veramente una di loro era una anarchici romani (quelli più direttamente lunghi anni che videro all’opera gli stragisti compagna svedese residente in Calabria) 92 avvenuta nel 1970 nell’autostrada che li cronologico. Cominciamo quindi con il nardini, il libro raccoglie le testimonianze portava a Roma. Particolarmente attivi volume di Leonarda Crisetti Grimaldi, lasciateci da questo modesto ma grande nel lavoro di controinformazione sulle Non più caste. Carmelo Palladino e la compagno la cui vita, piena di angustie, stragi che insanguinavano l’Italia, special- Prima Internazionale, Milano, FrancoAn- non fu mai incrinata dalla disillusione per mente sui moti di Reggio, questi giovani geli, 2015. Introdotto da Giampietro Berti, l’ideale professato. Accanto alla narrazione avevano scoperto cose, come scrive Erri il testo, corredato da una ricca appendice dell’ambiente sovversivo che si raccoglie- de Luca nella prefazione, «che avrebbero documentaria, non si limita a tracciare la va intorno a Manzini, una ricostruzione fatto tremare l’Italia». Ma il dossier che biografi a di Palladino, «un personaggio biografi ca ispirata dalla sincera simpatia stavano portando nella capitale non fu chiave della nostra storia, fi nora rimasto per questo autentico “ritratto in piedi”. mai ritrovato e non c’è da meravigliar- indebitamente in ombra», ma descrive Particolarmente drammatiche furono si per questa scomparsa, una delle tante anche le parallele vicende della Interna- le vicende di cui sono stati protagonisti gli con le quali lo Stato e gli eversori neri zionale antiautoritaria, ricostruendo «il antifascisti nel ventennio nero, segnate non coprirono criminosamente le loro trame. rapporto tra il rivoluzionario garganico solo dalla persecuzione fascista, ma anche Di forte impatto, ricco di ipotesi inve- e il contesto politico e socio-economico da quella, speculare, di marca stalinista. stigative, spesso convincente ma ancora nazionale e internazionale entro il quale Due, in particolare, le biografi e di anarchi- più spesso decisamente spiazzante, il volu- si agiva». Più o meno coetaneo di Palla- ci colpiti prima dall’una e poi dall’altra, minoso saggio di Vladimiro Satta, storico dino, il protagonista di un’altra biografi a con esiti giunti alle estreme conseguenze. e documentarista del Senato, I nemici scritta da Davide Gobbo, Tra anarchismo Carlo Ghezzi, dirigente sindacale milane- della Repubblica. Storia degli anni di e socialismo. Carlo Monticelli nel movi- se, ha ricostruito con la passione del nipo- piombo, Milano, Rizzoli, 2016. L’autore mento operaio italiano, Sommacampagna, te che non ha potuto conoscere il lontano ripercorre tutti gli avvenimenti criminosi Cierre, 2013, il primo studio biografi co parente, la dolorosissima vicenda di Fran- in campo politico avvenuti nel Paese dal dedicato a questo eclettico personaggio, cesco Ghezzi, un anarchico nella nebbia, 1969 fi no alla strage della stazione di Bo- esponente di spicco dell’internazionalismo, Milano, Zero in Condotta, 2013, l’anarchi- logna, quindi dodici anni che hanno visto amico di Costa, Cafi ero e Malatesta, fra i co milanese sfuggito al fascismo nei primi una sanguinosa confl ittualità di altissimo fondatori, a soli 20 anni, dell’attiva sezione anni Venti e riparato in quella Unione livello. La tesi principale dell’autore è che dell’Internazionale di Monselice. Autore di Sovietica che avrebbe dovuto essere il gli apparati istituzionali dello Stato siano testi teatrali e componimenti poetici rivo- “paradiso dei lavoratori”, ma dove, per stati sostanzialmente estranei agli avve- luzionari, sarà fra i primi a condividere la punirlo della sua coraggiosa e indefessa nimenti di quel periodo e che, in buona svolta legalitaria di Costa, annunciata nella attività a difesa dei compagni di lavoro, fu sostanza, abbiano – magari non sempre – famosa Lettera agli amici di Romagna, e ad internato in un gulag siberiano fi no alla rispettato i dettati costituzionali. Semmai avvicinarsi gradualmente al legalitarismo morte avvenuta nel 1942. Una vicenda le responsabilità andrebbero attribuite che lo porterà, al Congresso di Genova del simile quella narrata da Giorgio Sacchet- ai famosi servizi deviati o ad interessi 1892, a schierarsi con la linea riformista internazionali che travalicavano le politi- di Turati. Una curiosità è la riproposta che interne. Anche se si tratta di una tesi degli editori Giometti & Antonello di piuttosto discutibile – pure se alcune delle Macerata della autobiografi a (l’edizione verità acclarate che più ci interessano originale è del 1892) di un personaggio non vengono messe in discussione – resta tanto eccentrico quanto interessante. Par- il fatto che la lettura di queste pagine liamo di Giovanni Antonelli, Il libro di è di grande interesse e problematicità, un pazzo, 2016, popolano marchigiano di tanto che sento di consigliarla vivamente. Sant’Elpidio a Mare, che condusse una vita travagliata, segnata da continue persecu- zioni fatte di carcere e manicomio, a causa della sua irriducibile passione libertaria. Cantastorie, propagandista, conferenziere, La vita di un movimento quale quel- poeta, in tutte le manifestazioni della sua lo anarchico non può essere ricondotta tormentata esistenza risaltano l’impegno unicamente agli elementi fattuali e alle civile e la denuncia sociale, tanto acce- organizzazioni che ne hanno costituito si e sofferti da non meravigliare se fi nì l’ossatura, ma va anche ricostruita, in modo i suoi giorni nel manicomio di Ancona. determinante, attraverso le vite di coloro Ecco un omaggio che aspettavo da Otello Gaggi che ne hanno permesso la continuità e tempo, quello tributato a un personaggio l’esistenza. Non è un caso, dunque, che divenuto famoso per il bellissimo romanzo ti, Otello Gaggi. Vittima del fascismo e siano sempre più numerosi i testi biogra- dedicatogli dalla fi glia Gianna, Ritratto in dello stalinismo, Pisa, Biblioteca Franco fi ci o autobiografi ci che descrivono, con piedi. Parliamo del protagonista del libro di Serantini, 2015, in una seconda edizione rigore storico e, insieme, con appassionata Alberto Mari, Giuseppe Manzini (Pistoia riveduta e aumentata. Anch’egli, riparato adesione, una storia che, testimoniata da 1853 – Cutigliano 1925). Storia e scritti di in Russia per sottrarsi alle persecuzioni tante individualità, diventa racconto collet- un anarchico pistoiese, Cutigliano, Gruppo fasciste e statali, «nel periodo delle purghe tivo. Per non stabilire criteri gerarchici mi di Studi Alta Val di Lima, 2016. Scritto con staliniane è arrestato a Mosca e, in quanto atterrò, per quanto possibile, a un ordine Ermanno Baldassarri e Alessandro Ber- ‘controrivoluzionario’, relegato per oltre 93 un decennio in vari gulag, fi no a trovarvi capacità di azione non comune. Claudio movimentate, spesso piene di sofferenze e la morte» nel 1945. Due vicende dramma- Strambi, in L’inquieta attitudine. Camillo privazioni, hanno visto i nostri protagonisti ticamente speculari, una sorta di paradig- Berneri e la vicenda politica dell’anar- morire serenamente nel proprio letto. Pa- ma di come la violenza del potere non si chismo in Italia, Pisa-Volterra, Edizioni olo Schicchi è stato un interprete sincero e pose alcun problema nel sopprimere chiun- Kronstadt, 2015, ricostruisce il ruolo avuto avventuroso dell’anarchismo eroico, fatto que ne mettesse in discussione la “legitti- da Berneri nell’attività del movimento in di azioni e colpi di mano al limite di una mità”. Dove non poterono fascismo e Italia fi no ai primi anni Venti, ripromet- generosa sconsideratezza. Di questo focoso stalinismo, ci pensò il nazismo a chiudere tendosi di parlare dell’esilio e della tragi- polemista, traccia un ritratto appassionato la vita avventurosa di Oreste Ristori fuci- ca conclusione in Spagna in un “secondo il pronipote Nicola Schicchi nel volume lato alle Cascine nel 1943. Lo studioso libretto”. Un’altra esistenza conclusasi Paolo Schicchi. Storia di un anarchico italo-brasiliano Carlo Romani ha concluso drammaticamente in terra spagnola è quel- siciliano, Geraci Siculo, Arianna, 2015, che un lungo lavoro di ricerca, dando alla stam- la narrata da Antonio Orlando e Angelo correda il suo lavoro con la riproduzione pe Oreste Ristori. Vita avventurosa di un Pagliaro in Chico il professore. Vita e di rari materiali e di una ricca documen- anarchico tra Toscana e Sudamerica, Pisa, morte di Francesco Barbieri, l’anarchico tazione fotografi ca. Un altro anarchico Biblioteca Franco Serantini, 2015, biogra- dei due mondi, Milano-Ragusa, Zero in siciliano lo fa riscoprire Graziano Vizzini fi a dell’anarchico che dalla natia Toscana Condotta-La Fiaccola, 2013: trecentocin- in Anarchismo e antifascismo. Gaetano portò nel continente sudamericano il suo quanta pagine ricche delle avventurose di Bartolo Milana, Milano, Selene, 2006. Il entusiasmo libertario, concretizzatosi nel vicende che videro protagonista questo protagonista, morto nel 1984 a ottantadue fuoco della rivoluzione spagnola. Espo- anarchico calabrese, uomo d’azione e spi- anni, conobbe nei lunghi anni del carcere nenti di un anarchismo sociale e solidale, rito libero che portò prima in Argentina e del confi no alcuni fra i più importan- questi tre protagonisti di vite esemplari poi nella Spagna rivoluzionaria il suo co- ti esponenti dell’antifascismo italiano e hanno contribuito, con la forza dell’esem- raggioso impegno. Compagno di lotta di nel dopoguerra continuò l’attività sociale pio, a trasmettere alle generazioni succes- Berneri, trovò con lui la morte per mano nella nativa Gela. Fra i telegrammi giunti sive il senso più profondo dell’amore per di sicari stalinisti nelle tragiche giornate alla famiglia alla sua morte, non a caso la libertà. del maggio barcellonese del 1937. Di un quello commosso di Pertini, che con lui Un’altra vita segnata da un esito dram- altro compagno morto in terra di Spagna, condivise la repressione del regime fascista. matico, dovuto all’impegno a fi anco dei caduto nella battaglia di Monte Pelato Restando nel Meridione, terra di tanti pro- lavoratori americani, viene narrata da Ste- nell’agosto 1936, scrivono Mario Gianfrate tagonisti del movimento sindacalista, ecco fano Di Berardo, La poesia dell’azione. e Kenyon Zimmer che hanno ricostruito, il libro di Domenico Cangelli, Carmine Vita e morte di Carlo Tresca, Milano, grazie a una notevole ricerca corredata Giorgio nella storia del sindacalismo Franco Angeli, 2013, una biografi a di cui dalla riproduzione di documenti d’archivio, rivoluzionario in Puglia, Foggia, Edizio- si avvertiva la mancanza. L’abruzzese Car- non solo la vita del pugliese Michele Cen- ni del Rosone, 2013, lavoro curato anche lo Tresca, sindacalista e pubblicista, uno trone, dispiegatasi in Francia, San Francisco dalla sezione USI-AIT della Puglia, nel degli esponenti più interessanti del movi- e Spagna, ma anche le succinte biografi e quale si parla delle prime eroiche e dram- mento nord americano, contribuì, con im- degli anarchici e antifascisti pugliesi ac- matiche lotte sindacali combattute nelle pegno spesso polemico ma sempre incisi- corsi in Spagna a combattere contro il Murge a cavallo fra Otto e Novecento. vo, a sostene- franchismo. Si tratta del volume Michele Dal Meridione andiamo in Sardegna re le lotte del Centrone. Tra vecchio e nuovo mondo. per incontrare uno straordinario inter- multietnico Anarchici pugliesi in difesa della libertà prete dell’ideale anarchico. Si tratta di movimento spagnola, San Michele di Bari, Suma, 2012. un compagno la cui biografi a attraversa operaio delle Come si sa, il Sindacato Ferrovieri tutto il Novecento intrecciandosi con gli grandi città nei primi anni del Novecento è stato una avvenimenti più importanti del “Secolo industriali de- roccaforte dell’anarchismo e dell’anar- breve”. Scritto da Costantino Cavalleri, che gli Stati Uniti. cosindacalismo e lo testimonia il libro di ha avuto modo di conoscerlo a fondo tanto Anche in que- Mario Fratesi, Anarchico e “muso nero”. da diventarne un affezionato discepolo, sto caso l’in- La vita, le lotte politiche e sindacali questo testo monumentale di oltre mille transigenza del fuochista Angelo Sbrana, Firenze, pagine intitolato L’anarchico di Barrali nei confronti Carlo Tresca Ancora in Marcia!, 2013. Sbrana, nato a (quasi) 100 anni di storia per l’anarchia. di tutti i pote- Pisa nel 1885, uno dei più stretti e attivi Biografi a di Tomaso Serra, detto “Il bar- ri lo mise in urto non solo con il capitalismo collaboratori di Castrucci, licenziato dal ba”, Juan Fernandez, Pinna Joseph, Tomy e la criminalità organizzata, ma anche con fascismo e costretto all’esilio, troverà la Casella…1900-1985, Guasila, Editziones il movimento comunista nordamericano, morte in un campo di concentramento de su Arkiviu-Bibrioteka “T. Serra”, 2016, e la sua drammatica fi ne nelle strade di nazista nel 1941. Introdotto da Roberto racconta con affettuosa partecipazione la New York nel 1943 attende ancora oggi Giulianelli, il volume contiene anche il vita di questo caro compagno che propu- una verità defi nitiva sui mandanti dei kil- commosso intervento che lo stesso Augusto gnò incessantemente l’ideale, combattendo ler: la mafia, lo Stato o gli stalinisti? Castrucci tenne nel corso della cerimo- in Spagna, partecipando alla Resistenza Di Camillo Berneri si è già scritto tanto, nia pisana dedicata a Sbrana nel 1947. in Francia, contribuendo a ricostruire il e sono molti gli studi su colui che, come Fortunatamente non tutte le biografi e movimento nella natia Sardegna,e dando pochi altri, ha unito la rifl essione teorica, degli anarchici si concludono drammatica- vita, nel 1962, alla Collettività anarchica spesso spiazzante e anticonformista, a una mente ma, anche quando sono state vite di solidarietà di Barrali, un esempio di 94 anarchismo realizzato che tanto ha inciso raccolta di documenti, fotografi e, poesie pubblicato il Dizionario Biografi co degli nell’immaginario della mia generazione. e articoli, corredata da una interessante anarchici piemontesi, Casalvelino Scalo, Da segnalare la riproduzione della ric- bibliografi a. Veniamo ora ad uno dei per- Galzerano, 2013, fornendo nuovi strumen- chissima corrispondenza che testimonia sonaggi più amati dall’America sovversiva ti agli studiosi del movimento anarchico. la estesa rete di relazioni di Serra con il di sempre. Si tratta di una sorta di graphic Interessante vedere come da queste circa movimento italiano e internazionale. An- novel, raccolta teatrale, sintesi cinemato- duecento biografi e, per la massima parte che nel libro di Cipriano Mele e Pina Mele, grafi ca, collazione di immagini e ricordi, di lavoratori dipendenti e artigiani, esca Pasquale Fancello Crodazzu. Contadino, tutti dedicati all’agitatore sindacale, poeta un’ulteriore smentita, ce ne fosse bisogno, minatore, giornalista, sempre anarchico, e musicista Joel Hägglund più noto come della stantia vulgata marxista sul carat- Nuoro, Il Maestrale, 2013, si narra di una Joe Hill, giustiziato innocente negli Stati tere piccolo-borghese dell’anarchismo. vita spesa nella continua lotta per la libertà Uniti in seguito a un processo farsa ispirato Parlerò delle prossime tre biografi e con in Italia e nell’esilio, nella partecipazione dagli interessi di un capitale insofferente particolare partecipazione poiché con i alla Rivoluzione spagnola, nell’impegno di ogni diritto sindacale. Rino De Michele, tre protagonisti ho condiviso amicizia, quotidiano, nel dopoguerra, nella natia Paola Brolati, Fabio Santin e altri autori stima, affetto e collaborazione. Iniziamo Dorgali. Il tutto arricchito da un apparato hanno curato questa preziosa raccolta di con Umberto Marzocchi, il compagno che documentario di articoli scritti da Fancel- testi e documenti in Never forget Joe Hill, forse più di tutti ha contribuito a formare, lo, di foto e documenti e delle succinte nel senso più pieno della parola, la nuova biografi e di altri anarchici del nuorese. generazione di anarchici che, a partire dalla Carrara è terra di anarchici, e di uno fra i fi ne degli anni Sessanta, ha ridato vita e più noti per la lunga e avventurosa attività, lustro al movimento. Vincenzo D’Amico, scrive Massimo Michelacci nel lbro Galileo Giuseppe Milazzo e Giacomo Checcucci, Palla (1865-1944), Anarchico notissi- hanno voluto far conoscere ai giovani stu- mo, audacissimo, pericolosissimo, Roma, denti savonesi questa fi gura straordinaria, L’Autore e Ist. Storico Resistenza Apuana, protagonista di una vita talmente avven- 2014, dove ricostruisce una vita fatta di turosa da rasentare l’incredibile. Si tratta coraggiose lotte sociali, di espatri clande- del volume Umberto Marzocchi, Savona, stini, continue carcerazioni, assegnazioni al Istituto della Resistenza, 2015, che dà ai domicilio coatto e al confi no, segnata da giovani lettori l’opportunità di incontrare più o meno riusciti tentativi di evasione, da uno dei loro più illustri concittadini. Non angherie quotidiane impostegli dal fasci- mi soffermerò a raccontare chi sia stato smo cittadino, fi no alla morte, nel 1944: una Umberto, cosa abbia fatto e cosa abbia vita contraddistinta dalla sentita adesione rappresentato il suo importante contributo, ai principi di libertà ed emancipazione non solo perché molti lettori hanno avuto proletaria. Di Carrara è anche Belgrado la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, ma Pedrini, anarchico d’azione che ha avuto perché vorrei che chi ne ha solo sentito Locandina del concerto tenutosi il 5 una vita travagliatissima, causata tanto da settembre 2015 a Salt Lake City, Utah in parlare si disponesse a leggerne la vita per uno sconfi nato amore per la libertà quanto occasione del centenario dall’esecuzione approfondirne la conoscenza, anche ripe- di Joe Hill dal tragico illegalismo con cui rispose ai scando la fondamentale biografi a scritta a soprusi e alle violenze del potere. Autore Venezia-Mestre, FuoriPosto e ApARTe, suo tempo da Giorgio Sacchetti. Le Edizio- di “Noi fummo i ribelli, noi fummo i 2015, restituendoci la vita, epica e dram- ni Bruno Alpini di Imola hanno ricordato, predoni…”. Schegge autobiografi che di matica, di questo instancabile agitatore, al nel 2013 e nel 2016 due compagni che, pur uomini contro, edito da El Rùsac, Rove- cui funerale parteciparono 30.000 persone. nella diversità delle esperienze, hanno con- reto, 2014, traccia una serie di istantanee di Di un anarchico particolare, poco cono- tribuito ad arricchire la storia dei Gruppi personaggi ed episodi della sua vita segnati sciuto ma meritevole di essere riproposto Anarchici Imolesi e del Movimento della da quello spirito caustico e alieno da com- alla nostra attenzione, scrive Alessandro stessa città. I volumi Vittorio. Ricordi di promessi che sempre lo contraddistinse. Angeli in Nostra patria è il mondo intero. un amico e di un compagno che sempre Da Carrara all’America, per parlare di Biografi a in libertà di Antonio Gamberi ci mancherà e Remo, raccolgono le testi- un agitatore anarcosindacalista fra i più at- poeta del popolo, pastore, minatore, anti- monianze e i pensieri dedicati a Vittorio tivi e infl uenti nella leggendaria Industrial fascista, Viterbo, Stampa Alternativa, 2016, Ricciardelli e Remo Rivola, un insieme di Workers of the World. Si tratta del moli- «storia di un poeta proletario, autodidat- scritti, foto, disegni, favole e apologhi che sano Arturo Giovannitti, fra i protagonisti ta e antifascista, che incarnò il desiderio riportano la commozione di chi ha vissuto delle durissime lotte sindacali segnate da di libertà ed emancipazione tra la fi ne la perdita di queste due profonde amicizie. scontri a fuoco e omicidi di massa ad opera dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Per fi nire parliamo di vite intense for- dei famigerati Pinkerton, attivo nel comita- fi no all’esilio in Svizzera e poi in Francia». tunatamente non ancora concluse (lunga to Sacco e Vanzetti, segretario dell’alleanza Un nuovo dizionario biografi co si è ag- vita ai compagni!!!), raccontate in due au- antifascista nord americana. Numerosi i giunto a quelli usciti ultimamente sulla scia tobiografi e tanto apparentemente diverse suoi saggi curati da Norberto Lombardi del Dizionario Biografi co degli Anarchici nella varietà delle esperienze quanto simili, e pubblicati nel volume Il bardo della Italiani edito anni orsono dalla Bibliote- se non addirittura speculari nel più genui- libertà. Arturo Giovannitti (1884-1959), ca Franco Serantini. Questa volta siamo no affl ato esistenziale. Giovanni Biagioni, Isernia, Cosmo Iannone, 2011: una preziosa in Piemonte perché Fabrizio Giulietti ha Appunti per un album familiare, Firenze, 95 L’Autore, [2015], in un volume corredato scere questa fi gura a nuovi lettori ai quali Nova Delphi, 2013, a una giovane anarchica da fotografi e e immagini, racconta, in un il nome di Leda risulterebbe sconosciuto. emigrata negli Stati Uniti di cui si sapeva sorprendente autoritratto, una vita non Meno importante, forse, ma non per que- abbastanza poco, ma la cui vicenda, leg- solo ricca di ricordi familiari, ma anche sto meno interessante, la fi gura di Maria gendo queste pagine, appare meritevole segnata da una lunga e importante mili- Rygier, quanto mai complessa per le scelte di interesse. Descrivendo il composito e tanza nel campo del sindacato autonomo fortemente contraddittorie che ne hanno frizzante ambiente dell’anarchismo italia- della scuola e nel supporto alla resistenza caratterizzato la vita. Barbara Montesi, no in America, quello di Galleani e dei suoi antifranchista del proletariato spagnolo. nel libro Un’“anarchica monarchica”. accesi seguaci, l’autore riporta alla luce la Per chi volesse approfondire la conoscenza Vita di Maria Rygier 1885-1953, Na- fi gura di questa commovente Gabriella sulla sua esperienza, vale la pena fare una poli, Edizioni Scientifi che Italiane, 2013, descritta da Emma Goldman come «una visita all’Archivio della Fai, recentemente ha scritto una corposa biografi a, direi la fi glia del proletariato che conosceva la arricchito del suo imponente archivio, con prima, di questa «giovane militante nelle povertà e il disagio, forte e socialmente libri, giornali e documenti in quantità. Nel- fi le del socialismo riformista e del fem- consapevole. Gentile e simpatica, come la seconda autobiografi a, scritta da Rino minismo pratico, poi sindacalista, in età un raggio di sole che portava allegria alle Ermini, In prima persona. Autobiografi a giolittiana icona anarchica dell’antimili- sue compagne di prigionia e grande gioia». di un anarchico, Ragusa, La Fiaccola, 2014, tarismo e dell’antipatriottismo, interven- A proposito della Goldman, sono due le l’autore racconta, con la sagace e profon- tista e repubblicana nella prima guerra biografi e che la riguardano, a testimoniare da semplicità che ne contraddistingue lo mondiale, donna d’ordine nel dopoguer- l’importanza che ha avuto questa straor- stile, molti degli episodi più importanti ra». Come si vede, una fi gura controversa, dinaria, instancabile, impavida militante della sua lunga presenza nel movimen- tanto preziosa un tempo quanto proble- dell’idea non solo per l’anarchismo norda- to anarchico e nel mondo della scuola, matica successivamente per il movimento. mericano e internazionale, ma anche per nel quale ha sempre portato il suo impe- Altre volte ci siamo occupati di Maria lo sviluppo di una chiara coscienza sociale gno libertario. Una bellissima lettura, un Luisa Berneri e della madre Giovanna delle donne. Il libro di Pamela Galassi, esempio ulteriore delle preziose capacità Caleffi , e anche in questa quarta rassegna La donna più pericolosa d’America. Il narrative che mensilmente ci affascinano bibliografi ca abbiamo l’occasione di occu- femminismo anarchico nella vita e nel sulle pagine della rivista “Cenerentola”. parci nuovamente di loro. Carlo De Maria pensiero di Emma Goldman, Ragusa, ha curato la raccolta dei contributi presen- La Fiaccola, 2014, privilegia il versante tati nel 2011 nella giornata di studi reggia- femminista e anticonvenzionale di Emma, na, nel corso della quale sono emersi gli che fu sempre al centro della sua attività intensi rapporti intessuti dalla fi glia di rivoluzionaria. Nell’introduzione di Luigi Camillo con il movimento britannico, im- Balsamini si offre uno sguardo completo e Particolarmente nutrita la sezione dedi- pegnato nel sostegno alla rivoluzione spa- complesso sulle sue «rifl essioni che ancora cata alle donne che hanno contribuito alla gnola, nella lotta contro il nazismo, nel oggi, attualizzandole, possono tornare di vita del movimento anarchico. Biografi e versante antimilitarista e pacifi sta. Si trat- grande utilità per cercare di inquadrare individuali, biografi e collettive, a signifi care ta del volume Maria Luisa Berneri e l’a- la condizione delle donne». La seconda l’unicità delle compagne e la molteplicità narchismo inglese, Reggio Emilia, Biblio- biografi a descrive l’attività della Goldman delle esperienze di lotta. Del resto, in un mo- teca Panizzi-Archivio Berneri Chessa, nella sua interezza, fornendo un quadro vimento aperto e libertario non stupisce la 2013, dal quale esce il ritratto di una don- completo dell’esperienza rivoluzionaria di presenza massiccia di donne dalla forte per- na dalla forte personalità, nonostante la questa inimitabile attivista. Max Leroy in sonalità e dall’intenso impegno militante. prematura scomparsa, segnata dal tenta- Emma la rossa. La vita, le battaglie, la D’obbligo iniziare la rassegna con Leda tivo di rivitalizzare il pensiero anarchico gioia di vivere e le disillusioni di Emma Rafanelli, forse il personaggio femminile portandolo al passo coi tempi. Di tutte le Goldman, la “donna più pericolosa d’A- più conosciuto e ammirato per la sua ori- donne Berneri, la merica”, Milano, Elèuthera, 2016, passa in ginale interpretazione dell’anarchismo e madre Adalgisa rassegna la vita della protagonista, dalla dell’impegno sociale. Esistendo già altre Fochi, la moglie giovinezza in Russia all’arrivo in Ameri- biografi e, Edda Fonda ha scelto la forma Giovanna Caleffi , ca, dal sodalizio con Alexandr Berkman della biografi a romanzata nel suo Posso le fi glie Maria Lu- al ritorno nella Russia rivoluzionaria e sempre pensare. Storia di Leda Rafanel- isa e Giliana, scrive alla presenza nella Spagna anarchica del li, Roma, L’Autore, 2014, riportando gli Fabrizio Montana- 1936. Una «furiosa passione di vivere in- aspetti salienti della vita di Leda, così pieni ri in Le donne di sofferente verso ogni forma di fedeltà e di fascino e autenticità, e raccontandoli casa Berneri, Reg- di sottomissione animata da un pensiero come fossero uno sguardo in presa diretta. gio Emilia, L’auto- Maria Luisa Berneri risolutamente anticapitalista, internazio- Una curiosità il libro in forma di novel re, 2006, compo- nalista, ateo e femminista» capace di con- story di Sara Colaone, Francesco Satta nendo in un quadro complesso il forte cretizzarsi in una pratica che pone al cen- e Luca de Santis, Leda. Che solo amore carattere di queste fi gure così importanti, tro l’individuo e la sua dimensione etica. e luce ha per confi ne, Roma, Coconino ognuna a modo suo, nella tormentata esi- È dedicato a Simone Weil, altra grande Press, 2016. Un bel volutone, dalla grafi ca stenza del fi glio, del marito, del padre. fi gura del Novecento, il libro di Monica accattivante e pieno di amore e rispetto Filippo Manganaro dedica il suo te- Cerutti Giorgi, La clown di Dio, Milano, per la protagonista, che rappresenta un sto, Dynamite girl. Gabriella Antolini e Zero in Condotta, 2013, un sentito omaggio modo decisamente originale per far cono- gli anarchici italiani in America, Roma, al profondo antimilitarismo di questa intel- 96 lettuale ebrea, vicinissima, nel pensiero e nell’azione, al libertarismo più sincero. Pre- sente in Spagna durante la guerra antifa- scista, protagonista in Inghilterra di corag- giose battaglie pacifi ste durante la seconda guerra mondiale, Simone Weil viene pre- sentata in tutte le sue sfaccettature, umane e politiche, come una delle protagoniste più spiazzanti e anticonformiste del suo tempo. Pippo Gurrieri e una ormai storica casa editrice siciliana si dedicano ancora una volta a una donna che ha affermato, anche nel diffi cile ambiente siciliano del secondo dopoguerra, la validità di quel messaggio sovversivo incitante alla ribellione che ha costantemente caratterizzato la serietà del suo impegno. È ormai la quarta edizione dell’autobiografi a di Maria Occhipinti, Una donna di Ragusa, Ragusa, Sicilia Punto L, 2016, la narrazione di una vita “eccezionale” che, dalla fi ne della guerra con la rivolta dei “non si parte”, fi no al termine della sua esistenza, non ha mai ces- Emma Goldman a Union Square, New York City, nel 1916. sato di «sovvertire l’ordine fondato sullo sfruttamento e sull’oppressione dell’uo- della bellezza come fi ne stesso della batta- diversi, paesi diversi, anche ideali diversi, mo sull’uomo e dell’uomo sulla donna». glia, anche nel fuoco delle rivendicazioni. ma la stessa straordinaria e ostinata dignità. Dalle biografi e individuali a quelle col- Due titoli identici, due biografi e col- Per terminare, un altro lavoro di Marti- lettive, oggi particolarmente numerose. lettive al femminile, ma due angoli di na Guerrini, Le cospiratrici. Rivoluziona- Lorenzo Pezzica ritrae, assieme a Emma prospettiva abbastanza dissimili. Isabella rie russe di fi ne Ottocento. Lettere e me- Goldman, altre quattordici anarchiche Lorusso (Donne contro. Intervista a dieci morie di Olimpia Kutuzova Cafi ero, Pisa, di vari paesi nel suo avvincente volume donne anarchiche, marxiste e femministe Biblioteca Franco Serantini, 2016, dedicato Anarchiche. Donne ribelli del Novecento, incontrate tra la Catalogna, la Francia e non solo alla rivoluzionaria russa che sposò Milano, Shake edizioni, 2013. Accanto a l’Italia dal marzo 1977 al febbraio 2013, Cafi ero assistendolo con dedizione anche fi gure conosciute come Luce Fabbri, Vir- Castellana Grotte, CSA Editrice, 2013) e nella drammatica fase della pazzia, ma gilia D’Andrea, Ida Mett, anche attiviste Martina Guerrini (Donne contro. Ribelli, anche a quel vasto, ora sotterraneo ora meno note, quali Etta Federn, Noe Ito o sovversive, antifasciste, Milano, Zero in esplosivo, “sottosuolo” «che vide nichi- Nancy Cunard. Una vera e propria anto- Condotta, 2013) tratteggiano le biogra- liste e populiste cospirare per abbattere logia della rilevante presenza femminile fi e di donne libere e amanti della libertà, la tirannia dello zar e per la liberazione all’interno del movimento anarchico, che che hanno speso la propria esistenza con delle classi oppresse», un sottosuolo da cui sottolinea un oggettivo grado di parità fra gesti e azioni ispirate ai loro forti ideali. emergono le fi gure di Olga Ljubatovič, So- i sessi diffi cilmente riscontrabile in altri Non sono tutte anarchiche quelle di cui si fi a Perovskaja, Vera Zasulic e Vera Figner. movimenti progressisti. Chi per un verso, parla, ma tutte meritano, ripercorrendone chi per un altro, tutte hanno dato impulso le vite, di essere ricordate. Lorusso concen- e concretezza all’ideale che le animava. tra la propria attenzione su «donne che Giovanna Frisoli e Amerigo Sallusti nel hanno vissuto la guerra civile spagnola e volme Sinfonia al femminile. Donne che appartengono a gruppi politici diversi: tra lotta e impegno civile, Piacenza, Le sono anarchiche, marxiste, antifasciste o La storia del movimento operaio è Piccole Pagine, 2016, tracciano, accanto a libertarie. Unite nella differenza e divise anche, e spesso soprattutto, quella delle quello di Emma la rossa, i profi li di Ada negli ideali. Queste donne hanno lottato sue organizzazioni, per cui anche in que- Prospero Gobetti, partigiana nelle for- per lasciare un mondo migliore di come sta rassegna presenterò lavori dedicati mazioni di Giustizia e Libertà, delle stra- l’hanno trovato». Martina Guerrini parte alle organizzazioni ispirate al socialismo ordinarie donne resistenti al nazismo nel «dalle prime sovversive che contrastarono rivoluzionario, all’anarchismo e all’anar- ghetto di Varsavia, e infi ne di una icona lo squadrismo, alle operaie ribelli al regime, cosindacalismo. Fra le prime associazioni della sinistra nordamericana, Mary Harris passando dalle militanti della cospirazione proletarie, sorte dalle costole dell’anar- Jones, universalmente conosciuta come clandestina sino alle partigiane che sep- chismo, va ricordato il Partito Socialista Mother Jones, militante e guida morale pero impugnare anche le armi […] donne Rivoluzionario da cui nascerà, nel 1892, dell’IWW. Ciò che rende interessante il che non accettarono di sottomettersi al il Partito Socialista Italiano. L’editrice volume è che di tutte loro gli autori met- ruolo sociale e alla ideologia sessista che Odoya ha pubblicato la seconda edizione, tono in risalto la capacità di coniugare le voleva soltanto prolifi che e obbedienti ampiamente illustrata, del pionieristico l’impegno politico e sociale con la ricerca giovani italiane». Come si vede, contesti lavoro di Valerio Evangelisti ed Emanuela 97 Zucchini, Storia del Partito Socialista lavoro collettaneo Almanacco di “Guerra diffi cile della sua esistenza, quello fra le Rivoluzionario 1881-1893, Bologna, 2013, di Classe”, 1912-2012, Unione Sindacale due guerre, è dedicato lo studio di Franco un’opera fondamentale per comprendere Italiana, 2012, secondo dei due volumi del Schirone, L’Unione Sindacale Italiana tra l’evoluzione (o, se si vuole, l’involuzione) progetto editoriale per il centenario dell’U- esilio e clandestinità (1923-1945), Imola, del socialismo italiano, dapprima decisa- si, testo nel quale una quindicina fra storici Bruno Alpini, 2013, già uscito nel volume mente sovversivo poi, gradualmente, sem- e militanti dell’Usi ricostruiscono la lunga citato precedentemente, e qui arricchito pre più riformista. Rimanendo nel campo storia di questo progetto organizzativo che dalla utile appendice sui giornali pubblicati socialista più affi ne all’anarchismo, quello ha visto alternarsi, nei cento anni in que- dall’Usi dalla nascita fi no al 1996. Sempre del sindacalismo rivoluzionario, segnalo il stione, vicende e protagonismi ora centrali sull’Usi, da segnalare un altro testo a più lavoro di Giorgio Volpe, La disillusione nella storia sociale del paese, ora meno mani, Unione Sindacale Italiana. I cento socialista. Storia del sindacalismo ri- infl uenti sulle dinamiche della società ita- anni dell’Usi, Roma, Ediesse, 2014, che voluzionario in Italia, Roma, Edizioni liana, comunque segnati dalla generosità raccoglie, curate da Edoardo Montale e di Storia e Letteratura, 2015, uno studio e dalla dedizione dei suoi esponenti, del introdotte da Paolo Bertoletti e Carlo rivolto soprattutto alla ricostruzione di passato e del presente. Altro interessante Ghezzi, le relazioni presentate all’omoni- alcune biografi e, fra tutte quella di Arturo lavoro sull’Usi quello di Marco Rossi, Il mo convegno tenutosi a Parma nel 2012, Labriola, e all’analisi dell’importanza che Lavoro contro la guerra. L’antimilitari- organizzato dalla Fondazione Di Vittorio. ebbe l’ambiente sovversivo meridiona- smo rivoluzionario dell’Unione Sindaca- Non più Usi, ma Gruppi Anarchici le – nello specifi co napoletano – per la le Italiana 1914-1918, Ancona, Usi-Ait, d’Azione Proletaria, i famosi Gaap che nascita di questa organizzazione sinda- 2016, una lunga rassegna dell’incessante tanto scompiglio, dibattito e discussioni cale. Un doveroso rilievo, la sostanzia- attività internazionalista e pacifi sta con- suscitarono nell’immediato secondo dopo- le sottovalutazione dell’importanza che dotta dal sindacato, spesso clandestina ma guerra. Finalmente un libro che ricostruisce ebbe, per lo sviluppo e la storia di questo sempre in grande sintonia con il vasto quella storia così dirompente restituendo movimento, la componente anarchica. mondo del lavoro: un aspetto fi nora non la centralità nel dibattito politico che l’a- Ovviamente ben altra considerazione molto studiato di questa importante realtà. narchismo “uffi ciale” aveva, più o meno per il sindacalismo anarchico è offerta dal A un periodo circoscritto, e forse il più consapevolmente, rimosso. Si tratta dell’ul-

Acciaierie di Piombino, foto di gruppo degli aderenti al sindacato Unione Sindacale Italiana - USI

98 tima fatica di un compagno che ci ha pre- curato da Carlo De Maria, Le Camere del to per l’involuzione autoritaria che sof- maturamente lasciati, che alle tematiche Lavoro in Emilia Romagna, il saggio di focò lentamente ma inesorabilmente ogni sindacali e operaiste ha dedicato la propria Antonio Senta, Il sindacalismo anarchico prospettiva di vittoria contro Franco e il intensa e appassionata attività. Parliamo a Bologna 1893-1923, Bologna, Edizioni fascismo spagnolo. L’autore va a fondo di di Guido Barroero, I Figli dell’Offi cina. Atemporali, 2013, «una ricerca» sottolinea queste storie restituendoci non solo la I Gruppi Anarchici d’Azione Proletaria l’autore, «per spingere alla rifl essione e al dimensione pubblica del volontariato (1949-1957), Fano, Centro Documenta- dibattito sulla nostra storia, per dare voce a italiano, ma anche, seducente, quella pri- zione Franco Salomone, 2013, uno studio chi non ne ha, per restituire la giusta impor- vata e personale. completo, arricchito dalle biografi e degli tanza a quelle correnti libertarie e radicali Il ruolo fondamentale della Confede- esponenti più importanti dell’organizzazio- del sindacalismo che tanta parte hanno racion General del Trabajo nell’organiz- ne, tanto dal punto di vista storico quanto avuto nella battaglia sociale cittadina». zare la resistenza al golpe, nel contrastare da quello delle idee, espresse nei numerosi l’affermarsi del franchismo, nel gestire articoli qui ripubblicati, tratti dall’organo il funzionamento economico e sociale uffi ciale «L’Impulso». Utile corollario al della rivoluzione libertaria, è il soggetto volume di Barroero, l’edizione curata dai Con la Spagna nel cuore, come sempre. del libro di Augustín Guillamón, I Co- Quaderni di Alternativa Libertaria, Tesi Sono numerosi anche in questa rassegna mitati di difesa della CNT a Barcello- di Pontedecimo, Fano, Federazione dei bibliografi ca i testi dedicati all’epopea na 1933-1938, Milano, All’insegna del Comunisti Anarchici, [2013], che riproduce spagnola, alla guerra civile e alla resisten- gatto rosso, 2013, un testo prezioso che alcuni documenti fondamentali dei Gaap, za al franchismo negli anni della dittatura. conferma, al di là della vulgata un po’ redatti soprattutto da Pier Carlo Masini e Si tratta di testi non solo sulla esperienza mitizzata che circonda la materia, l’im- Arrigo Cervetto, ossia quelle tesi program- della Cnt e del movimento anarchico, portanza determinante della lunghissima matiche che «cercarono di sottoporre a una ma anche sulle varie componenti che si ginnastica rivoluzionaria con la quale si rigorosa analisi la mutata struttura dello opposero al pronunciamento dei generali erano addestrati e preparati da decenni gli sfruttamento capitalistico». Rimaniamo felloni. In tutti, comunque, è presente il operai catalani inquadrati nel sindacato sull’argomento, con un libro che apparen- poderoso movimento libertario spagnolo, anarchico. Una ginnastica quotidiana che temente non avrebbe a che fare con questa quello anarcosindacalista, quello faista, spiega non solo la spontaneità con la quale rassegna sull’anarchismo, ma che invece di quello delle organizzazioni libertarie, poi- il popolo barcellonese reagì effi cacemente attinenza ne ha parecchia: Guido La Bar- ché non è possibile trattare di quegli anni al sollevamento, ma anche il dilemma sul bera, Lotta Comunista. Il gruppo origina- e di quegli avvenimenti senza incrociare la ruolo – infl essibilmente rivoluzionario o rio 1943-1952, Milano, Lotta Comunista, narrazione con la storia più propriamente decisamente possibilista – che la CNT 2012. Infatti questa storica organizzazione nostra. I primi testi segnalati riguardano doveva avere rispetto alle esigenze poste leninista prende l’avvio dai Gaap, sulla il movimento anarchico e anarcosinda- ora dalla rivoluzione, ora dalla guerra. Un spinta e lo stimolo di esponenti dell’anar- calista, mentre gli ultimi conterranno dilemma che non si limitò alla consueta chismo soprattutto ligure e toscano, e in solo accenni più o meno sostanziosi. dialettica fra posizioni contrapposte, ma questo studio si opera una interessante Iniziamo con quello che ci riguarda più che assunse caratteri drammatici quando ricostruzione ex post delle idee, dei dibatti- da vicino. Il libro di Enrico Acciai, Anti- le scelte da prendere diventarono questio- ti, dei progetti organizzativi che portarono fascismo, volontariato e guerra civile in ne di vita o di morte. A testimonianza di non pochi militanti ad abbandonare l’anar- Spagna, Milano, Unicopli, 2016, è uno quanto lacerante fu la frattura all’interno chismo per dare vita a Lotta Comunista. studio approfondito sulla folta e genero- dell’anarchismo spagnolo e internazio- Un libro esemplare da un punto di vista sa comunità degli anarchici italiani accor- nale, una interessante raccolta di articoli metodologico nel panorama della storia si, fi n dai primi giorni e precedendo le pubblicati su uno dei nostri periodici più delle organizzazioni, quello di Luigi Bal- Brigate internazionali, a combattere a intransigenti, il newyorkese «L’Adunata samini, Fonti scritte e orali per la storia fi anco delle milizie anarcosindacaliste dei Refrattari», Barricate e Decreti. Spa- dell’Organizzazione Anarchica Marchi- spagnole. È una lettura avvincente, che fa gna 36-37 La Rivoluzione infranta, Bar- giana (1972-1979), Bologna, BraDyPus, conoscere nei cellona, Gratis, 2012. É un volume che già 2016, che ricompone la storia di una delle particolari non nel titolo chiarisce quanto insanabile fosse numerose organizzazioni territoriali nate solo le vicende la dicotomia di cui parliamo, quanto di- negli anni Settanta e che fu, in una regione degli oltre sei- vergenti fossero quelle posizioni che non dalle forti tradizioni libertarie, un momen- cento anarchici venivano discusse in un dibattito accade- to di rottura rispetto al panorama anarchi- italiani, coordi- mico ma agite sul campo della lotta per la co nazionale. Il lavoro non si limita a una nati inizialmen- realizzazione di un mondo nuovo. Credo ricostruzione cronologica ed evenemenzia- te da Camillo che tutto il buono non stesse solo nella le di questa organizzazione piattaformista, Berneri e Carlo Rivoluzione e tutto il male nei Decreti, ma riporta anche, oltre a documenti e ma- Rosselli, inqua- come sostengono con ferrea convinzione teriale fotografi co, la descrizione, curata da drati nella Co- gli articolisti dell’«Adunata», né penso Matteo Sisti, del fondo conservato presso lonna Ascaso, Camillo Berneri che le osservazioni formulate dagli anar- la Biblioteca-Archivio Travaglini di Fano. ma anche le chici dell’«Adunata» costituiscano ancora Completano il volume le interviste a molti loro motivazioni, gli entusiasmi, le delu- oggi «un antidoto al veleno della politica» militanti di allora, alcuni dei quali ancora sioni: le esperienze dell’esilio, l’entusia- come affermano gli editori, penso invece attivi nel movimento. Tratto dal volume smo per la rivoluzione in atto, lo sconfor- che un giudizio “sereno” – se mai un giu- 99 dizio su questi fatti possa essere sereno Attraverso la mitraglia. Scene vissute Etchebéhère, militante del Partido Obre- – non possa prescindere dall’analisi di tutti sui fronti e nella retroguardia, S. Maria ro Unifi cado Marxista, comandante di gli aspetti che coesistettero in quella stra- Capua Vetere, Spartaco, 2016, il resoconto una colonna di quel partito, unica donna ordinaria e mai più ripetuta esperienza. in forma di diario dell’autore, regista cine- ad avere ricoperto tale ruolo. Sono due Come si sa, la lotta contro il franchismo matografi co incaricato dalla Cnt di girare storie romanzate, una scritta in prima non cessò nelle tragiche giornate della un fi lm «che mostri e testimoni al mondo persona (Mika Etchebéhère, La mia guer- primavera del 1939, ma continuò per anni intero quella che passerà alla storia come ra di Spagna, Roma, Alegre, 2016 con nella clandestinità, nonostante l’evidente la Guerra di Spagna». Sono documen- introduzione di Goffredo Fofi ) l’altra a disparità delle forze in campo. Erano già tazioni drammatiche, ma anche epiche, lei dedicata (Elsa Osorio, La miliziana, uscite numerose opere dedicate ai valorosi piene di passione e di orgoglio, raccontate Parma, Guanda, 2012) nelle quali si parla che non si rassegnarono alla sconfi tta e con lo stesso ritmo di una cinepresa che delle vicissitudini militari della guerra, ma alla perdita della libertà, e oggi abbiamo operi sul campo. Non è una novità, ma anche di quell’insieme di sentimenti, de- altri due testi che trattano della resistenza un’interessante ristampa il testo di Felix sideri, passioni, ideali, che animarono lei armata al franchismo negli anni Quaranta. Morrow, Rivoluzione e controrivoluzione e le mille altre donne (come dimenticare Lorenzo Micheli ha voluto omaggiare il in Spagna, Milano, A.C.Editoriale, 2016, le Mujeres libres?) che manifestarono un generoso sforzo dell’anarchismo spagnolo corredata da una discutibilissima intro- fortissimo desiderio di libertà ed eman- in Il maquis dimenticato. La lunga re- duzione del marxista internazionalista cipazione. L’autobiografi a si ferma agli inglese Alan Woods, editore del sito web ultimi mesi del 1936, mentre il romanzo In Defence of Marxism. Al testo origi- di Osorio ripercorre la straordinaria esi- nario è stato aggiunto un breve lavoro stenza di questa coraggiosa compagna, di Morrow, La guerra civile in Spagna, fi no alla conclusione parigina, a pochi pubblicato originariamente nel 1936. anni dall’esplosione del maggio francese Tratta di uno dei personaggi più di- al quale Mika partecipò con tutto il cuore. scussi, e certamente da noi meno amati, Per terminare con la Spagna, uno squar- il libro di Alessandro Barile, Il fronte cio di luce, particolarmente drammatico, rosso. Storia popolare della guerra civile sul ruolo disonorevole e nefasto che ebbe spagnola, Roma, Red Start Press, 2014, l’Italia mussoliniana nei fatti spagnoli. Si una ricostruzione accurata sia del ruo- tratta di un libro fotografi co che riproduce lo che l’agente stalinista Vittorio Vidali, la mostra realizzata dal Memorial Demo- alias Carlos, ebbe nell’organizzazione del cratic della Generalitat de Catalunya e famoso V Reggimento, sia della attività promossa dal Centro Filippo Buonarroti determinante di Togliatti e del Comintern di Milano, dedicata ai feroci bombarda- Manifestazione della CNT negli anni 30 nelle vicende spagnole: attività e ruolo ben menti che l’aviazione italiana, negli ultimi poco onorevoli, se non, addirittura, crimi- mesi della guerra, operò su Barcellona e sistenza degli anarchici spagnoli, Ragu- nalmente controrivoluzionari. Merito di l’intera Catalogna: Catalogna bombar- sa, la Fiaccola, 2015, tornando a parlare questo scrupoloso lavoro, comunque, è di data – Catalunya bombardejada, Mila- di alcuni fra i più intrepidi combattenti, offrire nuovi elementi sulle gigantesche no, Centro Filippo Buonarroti, 2016. Chi quali, ad esempio, Francisco Sabaté e contraddizioni – per usare un eufemi- fosse ancora condizionato dallo stantio José Lluis Faceriás, protagonisti di «una smo – che caratterizzarono quegli anni, luogo comune “Italiani brava gente”, non lotta senza quartiere, fatta di sabotaggi, evidenziate anche nell’introduzione di ha che da scorrere le terribili immagini assalti a caserme, carceri e convogli, di Marco Puppini. Curioso e interessante il che corredano questo testo, per rendersi attentati e azioni di propaganda». Sullo ricordo del luglio 1936 di Orio Vergani, conto che il fascismo italiano, spinto da stesso registro un opuscolo del Circolo Giornate di Barcellona. Luglio 1936, un criminale spirito di emulazione, non fu Culturale Anarchico Gogliardo Fiaschi di Torino, Aragno, 2010. L’autore, grande da meno, quanto a efferatezza e crudeltà, Carrara, Il Maquis in Catalogna, 2011, giornalista e altrettanto grande fascista, di quello falangista e franchista, divenuto un testo anonimo tradotto da Gigi Di che nel giorno dell’alzamiento si trova- famoso per la sua vendicativa spietatezza. Lembo, dedicato alle fi gure più rappre- va nella capitale catalana per conto del sentative della resistenza catalana. Due «Corriere della Sera», descrive con par- testimonianze dello spirito di sacrifi cio ticolare vivacità la cronaca immediata e di ardore ideale che mossero quegli e convulsa delle barricate anarchiche e uomini incapaci di accettare la sconfi tta. dei movimenti della truppa, la risposta I testi che seguono non riguardano popolare vista non attraverso le lenti solo le vicende del movimento liberta- dell’epica rivoluzionaria, ma, al di fuori rio spagnolo, ma affrontano tematiche di ogni retorica o partecipazione, nella Ecco alcuni volumi dedicati alla presen- diverse. In tutti però, data l’importanza forma del report giornalistico. Decisamen- za anarchica e libertaria nella Russia della che ebbe l’anarchismo spagnolo in quegli te uno sguardo a cui non siamo abituati. rivoluzione e alla opposizione di sinistra anni, sono frequenti e spesso anche so- La guerra civile spagnola non fu solo al nascente regime sovietico. Uno degli stanziosi i riferimenti alla Cnt, alla Fai, alla questione di uomini ma anche, e molto, episodi più noti e dirompenti della resisten- rivoluzione libertaria. È un testo curioso di donne. Sono due i libri che riguardano za libertaria all’autoritarismo bolscevico e imprevisto quello di Armand Guerra, l’ebrea russo-argentina Mika Feldman fu quello dell’insurrezione dei marinai 100 della base navale di Kronštadt, animata dal Soviet diretto da elementi anarchici e bolscevichi dissidenti. La raccontò dall’in- terno il polacco Tomasz Parczewski nel volume Kronštadt nella rivoluzione russa, Milano, Colibrì, 2013. L’autore, che era il governatore civile della città nei giorni della rivolta spenta nel sangue per deci- sione di Trockij, ha lasciato un resoconto disincantato, a volte persino sarcastico, del tentativo di portare avanti i progetti rivolu- zionari contro l’involuzione autoritaria del regime. Se i marinai di Kronštadt dovettero rapidamente soccombere, più prolungato fu lo scontro che in quegli anni in Ucraina vide contrapporsi il potere militare e civile sovietico e l’armata contadina ispirata ai principi anarchici comandata da Nestor Machno. Registrò in presa diretta quel- le esaltanti e drammatiche vicende Pëtr Andreevič Aršinov nel suo famoso e più volte pubblicato La rivoluzione anarchica in Ucraina, Milano, Pgreco, 2013, ormai Interrogatorio di Emile Henry un classico ricchissimo di documenti di prima mano, perché l’autore fu uno dei contrario, ancora vivace e presente nella no, come scritto nell’introduzione, l’oblio diretti protagonisti e ispiratori di quella realtà ormai sovietizzata degli anni Trenta.. defi nitivo. Un piccolo inciso personale: ho epopea. Sempre su Makhno e le leggen- In Francia, sul fi nire dell’Ottocento e nei messo volutamente fra virgolette il termine darie imprese della Makhnovicina, sono primi anni del Novecento, fu molto attiva “militante” perché sono convinto che siano da segnalare i due volumi a fumetti di quella componente dell’anarchismo che militanti anche e soprattutto quei tantis- Jean Pierre Ducret, La rivoluzione rus- aveva scelto di combattere lo Stato nelle simi anarchici che non hanno fatto e non sa in Ucraina. Libertà o morte, Carrara, sue istituzioni e la borghesia nei suoi for- fanno necessariamente coincidere la loro Biblioteca Archivio Germinal e Coope- zieri, non più con le armi della dialettica e attività con la violenza. Della ricchezza rativa Tipolitografi ca, 2013 e 2015, che della propaganda, ma con quelle, ritenute dell’anarchismo francese, che non produsse ricostruiscono quella straordinaria storia più effi caci, della violenza, individuale od solo dinamitardi ed espropriatori, ma an- di libertà iniziata nelle campagne ucraine organizzata che fosse. Uno dei più noti che grandi pensatori, grandi organizzatori e e sostenuta da una popolazione contadina protagonisti di questa stagione è Emile grandi sindacalisti, scrive Claudio de Boni entusiasta, poi soffocata nel sangue dalle Henry, ghigliottinato nel 1894 per aver in un corposo volume particolarmente utile armate di Trockij, atterrito dalla possibilità gettato una bomba in un caffè parigino ed interessante: Liberi e uguali. Il pensiero che la rivoluzione imboccasse altra stra- – uccidendo ignari avventori – al fi ne di anarchico in Francia dal 1840 al 1914, da che non quella della dittatoriale guida vendicare l’esecuzione di un altro anarchi- Milano, Mimesis, 2016, nel quale viene bolscevica. Mi ha fatto piacere vedere che co, Auguste Vaillant, autore di un attentato passata in rassegna la storia del movimento questi volumi sono stati dedicati al ricordo nell’emiciclo del Parlamento francese. Le libertario d’oltralpe, dalle origini allo scop- di Alfonso, Paola e Raffaella Nicolazzi. Se Edizioni Bepress hanno pubblicato, nel li- pio della Prima guerra mondiale, sia nei sulla Makhnovicina si pensava di aver già bro Colpo su Colpo (Lecce, 2014), oltre ad suoi aspetti militanti sia in quelli più pro- letto tutto, costituisce una piacevole sor- un ritratto dell’autore, anche alcune sue te- priamente fi losofi ci e ideologici. Troviamo presa questo libro di Mila Cotlenko, Maria stimonianze quali lettere, aforismi, dichia- così pagine dedicate a Proudhon, Louise Nikiforova. La rivoluzione senza attesa. razioni processuali, fornendo un quadro Michel, Grave, Faure, Cabet, Déjacque, L’epopea di un’anarchica attraverso l’U- non solo della sua personalità, ma anche Reclus e ai tanti altri che, con la l’opera craina (1901-1919), Trento, El Rùsac, dell’ambiente sociale nel quale si sosteneva e con il pensiero, hanno contribuito in 2014, dedicata a un personaggio femminile la cosiddetta “propaganda del fatto”. Un maniera determinante allo sviluppo socia- protagonista dell’anarchismo ucraino e altro testo dedicato a questo periodo, a mio le e al progresso materiale della Francia. della grande rivoluzione contadina del parere non troppo glorioso, è Dal proces- Il movimento anarchico greco, in que- 1919. Una vita sofferta e avventurosa come so agli anarchici di Lione all’attentato sti ultimi anni, è senza dubbio uno dei tante, condotta all’insegna della libertà e di Charles Gallo alla Borsa di Parigi. più vivaci e presenti nella agitata scena nell’opposizione verso ogni forma di auto- Cronache giudiziarie dell’anarchismo mi- politica di quel paese. Al suo interno si ritarismo, fosse pure quello della “radiosa” litante, Guasila, Arkiviu-Bibrioteka “T. registrano posizioni molto diversifi cate, rivoluzione bolscevica. A complemento del Serra”, 2002, nel quale sono riportati atti dall’anarchismo sociale a quello sindacali- testo, due interessanti saggi sulle sorti del processuali e documenti riguardanti fatti sta, dall’anarchismo ambientalista a quello movimento anarchico ucraino, dato per di cronaca che videro protagonisti questi decisamente illegalista e insurrezionalista. fi nito dopo la sconfi tta di Makhno, ma, al anarchici “militanti” le cui gesta rischiava- Ad oggi le realtà federali elleniche a livel- 101 lo nazionale sono due, l’Organizzazione Politica Anarchica (APO) e la Federa- zione Anarchica. Grazie alla traduzione e alla pubblicazione del programma della prima (Anarchist Political Organisation, Ripartire dalla rivoluzione sociale, Mau- rokokkino 1936 Wordpress, 2016), pos- siamo constatare come gli obiettivi e gli strumenti rivoluzionari di gran parte del movimento ellenico coincidano sostanzial- mente con quelli del nostro anarchismo sociale – belle le citazioni di Malatesta e Bookchin – e questo rende ragione della fattiva e solidale collaborazione creatasi fra gli anarchici italiani e quelli ellenici. Un interessante volumetto delle edizio- ni Indesiderabili, I Banditi Rossi, Buenos Aires, 2014, riporta l’aspra polemica fra Giovanni Gavilli (Il galeotto, Il reprobo) ed Errico Malatesta condotta nel 1913 sulle Dall’interno della gabbia dove sono collocati, in una pausa durante processo, Bartolomeo colonne de «Gli Scamiciati» e di «Volon- Vanzetti e Nicola Sacco riescono a dialogare con la moglie di Nicola Sacco, «Rosina», ovve- tà», a proposito delle imprese della Banda ro Marianna Teresa Rosa Zambelli, nata a Lonato sul Garda (Brescia) il 13 giugno 1895. Bonnot. Intento forzatamente polemico degli editori è riesumare il dibattito in- Quando si parla di anarchismo negli dalla democrazia americana. Anche i fu- tegrale fra i due anarchici, al fi ne di con- Stati Uniti non si può non pensare alla metti si dedicano a questa vicenda in un trastare «l’amputazione interessata della vicenda di Sacco e Vanzetti e alla disumana volume delle famose edizioni Panini di storia del movimento anarchico, contro il sorte a cui furono condannati. Una bella Modena, 2014. L’autore è Rick Geary, il pensiero unico o l’assenza di pensiero di iniziativa è la traduzione di un classico non titolo Le vite di Sacco e Vanzetti. Anarchi- chi non vuole sentire discussioni». Mah! solo sui due martiri ma anche sull’ambiente ci e immigrati. Criminali o vittime? e la Che altro aggiungere a tanta sicumera!? italo-americano che sostenne la loro causa narrazione si sviluppa lungo un centinaio di Altro continente eppure, sostanzial- fi no alla fi ne. Parliamo del libro di Paul pagine, ricostruendo in modo accattivante mente, stesso ambiente si rivela quello Avrich, Ribelli in paradiso. Sacco, Van- e semplice tutti i particolari di questa storia. argentino e uruguaiano descritto in Car- zetti e il movimento anarchico negli Stati Nonostante il popolo ebraico abbia boneria “El Buen Trato”, Buenos Aires, Uniti, Roma, Nova Delphi, 2015. L’autore è dato un grande contributo alla vita del Indesiderabili, 2014, che vede un folto uno dei massimi conoscitori della materia e movimento anarchico internazionale, il gruppo di anarchici illegalisti rinchiusi nel infatti questo volume, curato da Toni Senta, suo apporto rimane ancora poco indagato, carcere di Punta Carretas e un altrettanto fornisce un quadro ricco e completo su un probabilmente perché è arduo affrontare folto gruppo di compagni che riescono, in ambiente di sovversivi che non fi nisce di questa importante realtà senza farsi con- maniera avventurosa e ingegnosa, a farli stupire per la ricchezza di ideali che seppe dizionare da quelle forme di antisemiti- evadere. Un episodio pressoché sconosciu- esprimere e per la sotterranea diffusione smo – determinate dalla infi nita questione to e di piacevole lettura, anche se poi gli in quasi tutti gli Stati americani. Dunque, israelo-palestinese – sotterranee fi nché evasi e i loro salvatori si troveranno a dover non solo lo studio sulle vicende di Sacco e si vuole, ma sempre presenti all’interno subire tragicamente le inevitabili vendette Vanzetti, ma anche l’avvincente narrazione della sinistra. Recentemente erano usciti del potere. C’è anche una storia a fumetti su un mondo che non sarà mai abbastanza alcuni lavori pregevoli, soprattutto per da segnalare parlando di Argentina, quella indagato. Non su Sacco e Vanzetti ma di merito di Furio Biagini, e ora si aggiunge disegnata e raccontata da Carlos Sampayo Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, Le un lavoro didascalico di Jean Marc Izrine, e Claudio Stassi, Rosario. L’amore e la ragioni di una congiura e altri scritti, I libertari Yiddish. Panorama di un mo- morte, Roma, Coconino Press, 2015. Il libro Roma, Nova Delphi, 2014, libro a cura di vimento dimenticato, Fano, Federazione ambienta nella città di Rosario la torbida Andrea Comincino, nel quale è riportata la dei Comunisti anarchici, 2015, nel quale e amara avventura di un anziano recluso, testimonianza del dramma vissuto durante viene descritta paese per paese la pre- un tempo giovane violinista e militante del il processo che vide i due anarchici condan- senza del movimento proletario yiddish sindacato anarchico, fi nito in carcere per un nati alla sedia elettrica. Oltre a Le ragioni che ha dato all’anarchismo alcuni dei suoi delitto apparentemente passionale, dettato di una congiura il volume, corredato di esponenti più famosi, da Erich Mühsam a invece da un profondo senso di giustizia. bibliografi a e cronologia, contiene anche Emma Goldman, da Alexandr Berkman a Una bella storia, ricca di fantasia e indicati- la dichiarazione congiunta Perché siamo in Gustav Landauer, da Martin Buber a Carl va della dura realtà con la quale hanno do- sciopero della fame e le famose Lettere sul Einstein, da Julian Beck a Judith Malina. vuto scontrarsi gli anarchici argentini orga- sindacalismo di Vanzetti. Anche se pubbli- Pietro Adamo dedica il suo studio nizzati nel sindacato, sempre sulla breccia, cate in altre occasioni, queste pagine sono L’anarchismo americano nel Novecen- sempre violentemente repressi dalle tante sempre preziose per non dimenticare una to. Da Emma Goldman ai Black Bloc, dittature che hanno impestato il Cono sud. delle più spregevoli infamie commesse Milano Franco Angeli, 2016 alla storia di 102 un movimento estremamente sfaccettato mente nei lunghi anni della prigionia. Di zione anarchica sta già dando il suo ap- ed eterogeneo come quello statunitense. Abdullah Őcalan è stato pubblicato l’o- porto, con progetti concreti di solidarietà». Si tratta di un lavoro completo e com- puscolo Confederalismo Democratico, Sono due gli opuscoli di Daniele Pepino, plesso, che parte dall’anarchismo classico, Colonia, Iniziativa Internazionale, 2013, già attivista No-Tav, che ha passato lunghi autoctono e d’importazione, per fi nire a nel quale l’autore attacca il concetto di mesi nel Kurdistan a fi anco dei combattenti fenomeni particolari quali primitivismo, stato-nazione, inteso come massimo eser- e delle combattenti di Kobane. Che l’autore Black bloc e anarcocapitalismo. Adamo cizio dell’autoritarismo opponendogli il sia uno dei più informati su quello che sta passa in rassegna i molteplici aspetti con i confederalismo democratico, una rete di accadendo in quella regione lo si capisce quali si è manifestata la presenza libertaria confederazioni sociali che vengono a co- consultando Dai monti del Kurdistan. negli Stati Uniti, disegnando il quadro stituire una sorta di autogoverno. Come si Intervista a più voci in un villaggio del “variopinto” di una realtà a volte sotto vede, non siamo all’anarchia, ma il progetto Kurdistan turco, Cuneo, Alpi Libere, 2012 traccia ma comunque sempre presente di cui parla Őcalan risulta comunque mol- e Nell’occhio del ciclone. La resistenza in un Paese nel quale il valore dell’indi- to interessante. Sul rapporto fra il leader curda tra guerra e rivoluzione, Valle di vidualismo ha rappresentato e continua del PKK e Bookchin scrive Janeth Biehl Susa, Tabor, 2014, due reportage in presa a rappresentare una costante ineludibile. nel libro Dallo stato-nazione al comu- diretta nei quali è evidenziata la profonda In questi ultimi anni il Messico è stato trasformazione del ruolo femminile in que- al centro dell’attenzione di tutti i movi- sto processo rivoluzionario con epicentro a menti di liberazione per la straordinaria Kobane, una trasformazione che comporta esperienza zapatista che ha visto la mobili- non solo un cambiamento di mentalità e tazione autogestionaria e comunalista delle di costumi, ma anche l’appropriazione di popolazioni del Chiapas. Di conseguenza un ruolo fondamentale delle donne nella sono stati molti i testi che hanno affrontato conduzione della resistenza, anche quella questo argomento e oggi si aggiunge quello armata. Per fi nire, l’opuscolo del Collettivo di una compagna trasferitasi in Ameri- Exarchia e del Circolo Anarchico Berneri, ca Latina. Parliamo di Orsetta Bellani e Ovunque Kobane. Ovunque resistenza, del suo Indios senza re. Conversazioni Bologna, [2015] contenente estratti de- con gli zapatisti su autonomia e resi- gli scritti di Őcalan e dei due opuscoli di stenza, Ragusa, La Fiaccola, 2016. Corre- Pepino, spunti da articoli apparsi su «Il dato da una intervista con l’intellettuale manifesto», «Umanità Nova» e «Nunatak», uruguayano Raúl Zibechi, questo libro a cui si aggiungono scritti del Collettivo «contiene una serie di immagini cariche Anarchico di Livorno e del Nodo Sociale di pathos che integrano una narrazione Antifascista di Bologna. Come si vede, mai retorica, dandole ulteriore forza». sono molte le occasioni per approfondire i contenuti e aderire agli sforzi del popo- lo curdo in lotta contro le nazioni-stato. Murray Bookchin Non sarà anarchismo in senso stretto ma un po’ ci siamo vicini. Nel Kurdistan nalismo. Murray Bookchin, Abdullah occidentale, noto anche come Rojava, Őcalan e le dialettiche della democrazia, infatti, si sta cercando di sperimentare Valle di Susa, Tabor, 2015, che ripercorre un’organizzazione sociale che sa molto di tutte le tappe, materiali e intellettuali, che Non a caso la sezione dedicata al pensie- libertarismo. Una forma di comunalismo hanno segnato il loro avvicinamento e la ro contemporaneo è particolarmente ricca, ispirato alle teorie di Murray Bookchin, comune rifl essione sulla ecologia sociale. perché, nonostante la cosiddetta crisi del nella cui realizzazione hanno un ruolo Il settimanale anarchico «Umanità pensiero forte e l’affermazione di quello fondamentale le libere donne di Kobane. Nova» ha pubblicato numerosi articoli debole, analisi e rifl essioni sulla modernità Naturalmente la pubblicistica anarchica, sulla questione curda e sulla resistenza ancora vengono prodotte. E, nel nostro soprattutto quella più militante, si occupa agli attacchi concentrici dei suoi numerosi campo, anche parecchie. Come sempre con interesse di questo aspetto della resi- nemici. Questi articoli sono stati raccolti la parte del leone, in questo ambito, la fa stenza curda a tutti i poteri che si oppon- in opuscolo dalla Federazione Anarchica Elèuthera, che continua a proporre ai let- gono alla sua indipendenza: i governi turco, Milanese nel volume La lotta rivoluzio- tori, certamente non solo anarchici, stimoli iracheno, siriano, le grandi potenze e, natu- naria delle popolazioni kurde a Kobane e incentivi per scoprire la complessa mo- ralmente, il Daesh, meglio conosciuto come e nella Rojava confederale, Milano, 2016. dernità di un pensiero saldamente ancorato Isis. Cercherò di renderne conto in modo Appare evidente «che questo processo alla storia e alle idee del movimento, ma sommario ma, spero, abbastanza esaustivo. rivoluzionario sta dando vita e corpo a per tanti aspetti anche svincolato da schemi Abdullah Őcalan, capo riconosciuto una delle forme odierne più innovative sul e gabbie interpretative. Un lavoro merito- del PKK (Partito dei lavoratori curdi), da terreno del cambiamento sociale radicale; rio, prezioso e rivolto al futuro, condotto decenni rinchiuso nelle prigioni turche, un processo che incontra enormi diffi coltà, non solo con professionalità ma anche si è avvicinato, nella sua elaborazione te- il tutto nell’indifferenza generale o com- con apprezzabile intento militante. Parti- orica, al pensiero di Bookchin, avendo piacenza dell’Occidente sedicente ‘demo- rò con i titoli recenti di Elèuthera, senza av uto modo di studiarlo approfondita- cratico’. In Turchia D.A.F., un’organizza- seguire un criterio preciso ma affi dandomi 103 alla casualità nell’ordine delle citazioni. senza la sua presenza. Evidente il richiamo è nella natura di questo fi losofo apparen- Siamo in piena epoca digitale, un’epoca al fondamentale teorema sulla “servitù vo- temente pop ma particolarmente eclettico che segna un mutamento profondo nel lontaria” di Etienne de la Boétie, ma l’ana- e profondo. Sempre di Michel Onfray, mondo dell’informazione, dei suoi mezzi lisi dell’autore non è pessimista, perché se inesausto scrittore e saggista, un testo a e del modo di rapportarsi con la realtà. una cosa ha inizio, e in questo caso lo Stato, metà fra la biografi a e la rifl essione fi loso- Affrontano questa sfida interpretativa niente di più probabile che debba avere fi ca. Si tratta de L’ordine libertario. Vita Manuel Castells e Tomás Ibáñez confron- anche una fi ne. Teorico della decrescita, fi losofi ca di Albert Camus, Firenze, Pon- tandosi nel Dialogo su anarchia e libertà l’economista Serge Latouche propone sti- te alle Grazie, 2013, un omaggio appassio- nell’era digitale, Milano, Elèuthera, 2014, molanti considerazioni in La fi ne del sogno nato al grande scrittore francese e al tem- per «capire come mai l’anarchismo sia occidentale. Saggio sull’americanizzazio- po stesso una critica feroce agli ambienti nuovamente in sintonia con il rapido mu- ne del mondo, Milano, Elèuthera, 2015. Un intellettuali della gauche marxista egemo- tamento che segnala l’avvento della società testo apparentemente amaro e rassegnato ne, Jean Paul Sartre in testa, nella Parigi dell’informazione». Considerando come a una deriva inarrestabile di fronte al pre- del secondo dopoguerra. Di Camus, premio la fi tta trama di reti interindividuali stia dominio del mercato, ma che invece passa Nobel per la letteratura e morto prematu- mettendo in discussione il ruolo tradizio- in rassegna «le tante modalità informali ramente in seguito ad un incidente strada- nale dei partiti, si sta aprendo un sovverti- con le quali gli esclusi del mondo riescono le, oggi ricordiamo solo i grandi capolavo- mento sociale «che rimanda direttamente a sfuggire ai criteri e ai valori del pensiero ri come La Peste, L’Uomo in rivolta e Lo all’anarchismo». Sempre Tomás Ibáñez, unico». Un prezioso glossario in calce per- Straniero, ma Onfray ricostruisce con con Anarchismo in movimento, Milano, mette di riassumere e interiorizzare ulte- ricchezza di documentazione tanto la lun- Elèuthera, 2014, propone un testo tanto riormente i tanti concetti espressi nel libro. ga collaborazione con la stampa e con il spinoso quanto piacevole alla lettura. Si Salvo Vaccaro raccoglie e introduce le movimento anarchico d’oltralpe quanto la tratta di una disanima a largo raggio sulla testimonianze e le rifl essioni di una quin- sotterranea emarginazione di cui fu vittima rinascita dell’anarchismo e delle cause che dicina di intellettuali libertari «che dise- a causa di questa sintonia ideale e intellet- ne stanno alla radice. Innanzitutto la capa- gnano la mappa immaginaria di un vasto tuale con l’eresia libertaria. Un testo pre- cità di rinnovarsi nelle numerose pratiche arcipelago resistente che sfugge alle con- zioso, una lettura sempre affascinante e di resistenza, poi l’adattabilità ai cambia- suete categorie politiche» offrendo l’op- stimolante. menti sociali e tecnologici di questa epoca, portunità di indagare le potenzialità og- Su una lunghezza d’onda vicina a quella l’aderenza dialettica alla simbiosi tra idea gettive di un anarchismo che si manifesta dei suoi precedenti volumi, in Anarchist e azione. Quindi un insieme di potenzialità attraverso movimenti e situazioni tenace- studies. Una critica degli assiomi cultura- accentuate dalla fi ne di quelle “albe radio- mente irriducibili al potere. Davvero inte- li, Milano, Elèuthera, 2016, Salvo Vaccaro se” promesse enfaticamente dai cultori di ressante questo Agire altrimenti. Anar- individua «il senso attuale dell’anarchismo un dogmatismo teleologico che ha fatto la chismo e movimenti radicali nel XXI nello spalancare un orizzonte senza domi- fi ne che meritava. Un altro testo che studia secolo, Milano, Elèuthera, 2014 perché nio capace di farsi senso concreto se non le potenzialità del neo anarchismo è quello consente di valutare quanto il post-anar- per intere popolazioni, per segmenti con- di James C. Scott, Elogio dell’anarchismo. chismo riesca a introiettare l’anarchismo sistenti di società». La critica di Vaccaro, e Saggi sulla disobbedienza, l’insubordina- classico, arricchendolo degli stimoli che dell’anarchismo, si concentra sui più comu- zione e l’autonomia, Milano, Elèuthera, una modernità non assoggettabile al po- ni postulati del nostro modo di ragionare, 2014. Professore a Yale e studioso delle tere è in grado di offrire. Fra gli autori dei sugli assiomi culturali centrali nel nostro dinamiche sociali non uffi ciali, Scott porta saggi e delle conversazioni raccolte, basti tempo, «instaurando fertili legami con altri avanti la tesi secondo la quale, nel momen- citare Graeber, Chomsky, Alberola, Kinna, segmenti del pensiero critico nell’intento di to in cui queste dinamiche escono dagli Newman, tutti orientati a descrivere e in- rilanciare una rinnovata proposta anarchi- ambiti istituzionali, «si vada defi nendo una terpretare un «insieme di pratiche che ri- ca e libertaria». Professore di politica eco- sensibilità libertaria che celebra il sapere manda alla tradizione anarchica, ma che nomica all’Università di Bologna, Guido locale, il senso comune, la creatività della si sta reinven- Candela ha pubblicato un interessante sag- gente qualunque, capace di mettere sotto tando nel calo- gio in cui si confrontano, in una dialettica scacco la prevalente visione gerarchica re delle piazze, costruttiva, teorie economiche e pensiero e istituzionalizzata della vita sociale». meticciandosi anarchico. Si tratta di Economia, stato, È un interrogativo fondamentale per gli con pratiche e anarchia. Regole, proprietà e produzione anarchici quello sulla natura dello Stato, culture diver- fra dominio e libertà, Milano, Elèuthera, e cerca di dare alcune risposte, chiare ed se». Su un’al- 2014, un lavoro piuttosto critico nei con- interessanti, Harold B. Barclay nel suo tra dimensione fronti dell’anarchismo rivoluzionario e studio Lo Stato. Breve storia del Levia- espositiva, pia- antistatale tout court, data la complessità tano, Milano, Elèuthera, 2013. Esperto cevole e accat- organizzativa della macchina statale e il

di antropologia delle religioni e studioso tivante, la sto- Michel Onfray rarefarsi delle classi rivoluzionarie, ma delle società senza governo, Barclay parte ria del post- ciò non toglie che il pensiero anarchico dai primordi della civiltà per individuare i anarchismo narrata da Michel Onfray nel trovi la sua vera forza nello sviluppo at- motivi principali per cui questa istituzione volume Il post-anarchismo spiegato a mia tento e costante della critica verso ogni “contro natura” ha potuto affermarsi al nonna, Milano, Elèuthera, 2013, un agile comportamento autoritario e nella sua ca- punto da far ritenere che non possa esiste- libretto a prima vista “superfi ciale”, ma in pacità di aprirsi a motivazioni altruistiche. re un’organizzazione sociale funzionante effetti denso di contenuti e rifl essioni come Tra i capisaldi di un pensiero capace 104 di fornire risposte adeguate alle domande diritto, sia le ben conosciute divergenze, libertari, 2013) è il titolo di un opuscolo e alle esigenze della società moderna ci affrontando parallelamente e conseguen- anonimo articolato sull’analisi di una serie sono le rifl essioni di Murray Bookchin, temente il rapporto fra “potere” e “diritto”, di passaggi nei quali individuare le tante considerato uno dei pensatori più impor- fra il potere arbitrario e coercitivo dello opportunità di trasformazione libertaria tanti del mondo libertario e al tempo stes- Stato e delle sue istituzioni e un “diritto” che vengono offerte dagli oggettivi mu- so più ascoltati all’interno dei movimenti anarchico inteso come potenza critica, po- tamenti che investono la società. Una radicali internazionali. Municipalismo e tenza costruttiva per un ordine libertario. summa del pensiero anarchico, delle sue confederalismo, fra le sue proposte più Romanziere, saggista, militante anarcosin- manifestazioni, del suo porsi nel corpo importanti per la trasformazione della dacalista nella Svezia del dopoguerra, Stig sociale per esprimere le proprie poten- società, sono espresse e condensate in uno Dagerman rappresentò una delle poche zialità, è quella simpaticamente redatta dei suoi lavori più conosciuti, Democra- voci critiche in grado di esprimersi nella da Gérard Thomas, L’anarchia è una zia diretta, Milano, Elèuthera, 2015, già socialdemocratica Svezia postbellica, quel- cosa semplice, Firenze, Clichy, 2014. Per- pubblicato oltre vent’anni orsono e oggi la defi nita con amaro sarcasmo “società sonaggio eclettico, apicoltore nelle iso- riproposto con una nuova traduzione e della pace e della democrazia”. Pensatore le Marchesi e divulgatore di progetti di con l’introduzione di Salvo Vaccaro. As- originale, spesso aspro e disincantato, par- felicità, Thomas propugna quella stessa sertore di un anarchismo originale e diffi - tendo da una prospettiva profondamente amorevole felicità che potrebbe conqui- cilmente inquadrabile negli schemi classici stare un mondo a sua volta conquistato del pensiero libertario, Noam Chomsky dal progetto anarchico, inteso anche come è considerato uno dei più importanti e «sentimento, come sogno, come utopia infl uenti intellettuali della nostra epoca, di pace, come bisogno di condivisione, non solo per i suoi fondamentali studi come una lunga storia d’amore, come sul linguaggio che hanno rivoluzionato le unica vera possibilità di costruire un teorie linguistiche classiche, ma anche per mondo senza capi, senza sfruttamento, la capacità di affrontare e indagare tutte senza frontiere e senza divisioni». Una le tematiche che investono la modernità. critica a una “vecchia” interpretazione Sono due i libri che segnaliamo, il primo dell’anarchismo viene esposta da Andrea Anarchia. Idee per l’umanità libera, Mi- Papi nel libro Il pensiero anarchico con- lano, Ponte alle Grazie, 2015 contiene, temporaneo, Imola, Bruno Alpini, 2014, come recita la quarta di copertina, «tutti nato da una conferenza tenuta presso gli scritti di Noam Chomsky sull’anarchia l’Archivio della Fai. L’anarchismo, che e il socialismo libertario» usciti dal 1969 Stig Dagerman nella sua complessità non può essere ri- ad oggi. Scopo di questa edizione, scrive condotto a unità, secondo l’autore «sta Barry Pateman nell’introduzione, non è etica e libertaria, metteva radicalmente in perseguendo spontaneamente un percor- solo far conoscere a fondo la concezione discussione tutte le ambiguità e le contrad- so di continua trasformazione, rimanendo anarchica dell’autore, ma anche l’impor- dizioni di un sistema basato sul patto “se- coerente con i principi antiautoritari si cui tanza dell’anarchismo come strumento di greto” tra democrazia e capitale. Nella si fonda», una trasformazione contrasse- cambiamento. Importanza effi cacemente raccolta di saggi, articoli e corrispondenze gnata da quella bella metafora di Colin espressa nel suo antico saggio, parliamo dal titolo La politica dell’impossibile, Ward dei “semi sotto la neve”, i semi del 1969, Obiettività e cultura liberale, Milano, Iperborea, 2016, Dagerman fa che, aprendosi dopo il disgelo, indicano le nel quale criticava l’ideologia liberale emergere la prospettiva di una società possibilità della realizzazione nel presen- per la sua oggettiva ostilità nei confronti basata su piccole comunità autonome e te. Una tesi tanto interessante e attuale dei movimenti di massa e dei mutamen- autogestite. L’olandese Rudolf De Jong quanto diffi cilmente condivisibile dall’a- ti sociali che rischiavano di sfuggire al non ha bisogno di presentazioni anche se narchismo legato a visioni palingeneti- controllo delle élite. Il secondo volume, sono pochi i suoi lavori pubblicati in ita- che forse superate dalla realtà odierna. Media e potere, Lecce, Bepress, 2014, liano. Pur se in ritardo, segnalo un suo Rientrano a pieno titolo in questa ras- si concentra principalmente sui sistemi interessante lavoro, già apparso nel 1976 segna i due numeri unici di «Libertaria», di controllo esercitati dal potere, for- nella rivista «Anarchismo», e oggi ripro- curati da Luciano Lanza e pubblicati nel nendo «un’analisi critica sulle strategie posto con il titolo Anarchismo e trasfor- 2013 e 2014 da Mimesis di Milano: L’a- di addomesticamento e massifi cazione mazione sociale, Trieste, Anarchismo, narchismo oggi. Un pensiero necessario dell’individuo», a partire dalla esempla- 2009. Si tratta di una rifl essione sulla so- e La pratica della libertà e i suoi limiti, ri «10 regole per il controllo sociale». stanziale differenza di obiettivi fra rivolu- due corpose raccolte di saggi, ad opera di Una originale e interessante rifl essione zione autoritaria e libertaria, sull’intenzio- molti fra i più accreditati interpreti (impos- sul “diritto” è quella portata avanti dall’ex ne della prima di conquistare un “centro” sibile citarli tutti) del pensiero anarchico provo e oggi professore universitario di da cui dirigere e controllare la trasforma- contemporaneo. Nel solco della migliore diritto costituzionale a Rotterdam Thom zione, sul progetto della seconda di elimi- tradizione di questa importante rivista, Holterman nel volume Le “regole” dell’a- nare questo “centro” inteso come nuovo si tratta di due volumi tematici che con- narchismo. Considerazioni anarchiche strumento di oppressione e controllo. tribuiscono ad approfondire l’analisi e la sul diritto, Soazza, Les Milieux Libres, Combattere il potere. Evoluzione delle rifl essione del pensiero libertario, inteso 2016. In questo studio l’autore valuta sia strategie di dominio e crescita delle nuo- nella sua più ampia e valida accezione. le impreviste convergenze fra anarchia e ve pratiche libertarie (Firenze, Appunti 105 lotte delle quali l’autore è stato uno degli scritto un’infi nità di saggi su un’infi nità di animatori e trascinatori. Un impegno, il argomenti, tutti impostati su una precisa e suo e dei compagni di lavoro, fi nalizzato a mio parere molto discutibile concezione a rendere più effi ciente un servizio della dell’anarchismo e dell’azione militante. Partendo dall’asserzione che «l’anar- cui qualità avrebbero diritto di usufruire Nella seconda edizione di Guerra civi- chismo è quell’idea rivoluzionaria per cui quanti, per motivi di lavoro o di studio, le, Trieste, Anarchismo, 2013, la peggiore nessuno è più qualifi cato di te per decidere devono salire tutti i santi giorni sui treni guerra immaginabile, «cerca di non fare cosa ne sarà della tua vita», il collettivo di quel territorio. Un impegno di «uomini un passo indietro di fronte al disgusto e statunitense CrimethInc ha prodotto due che hanno coniugato la parola ‘lavorare’ allo sgomento che di solito prendono alla testi ora pubblicati in italiano, il primo con quella di ‘lottare’». gola quando si considera il fondo oscuro Lottando per le nostre vite. Un’introdu- Quando si parla di repressione ed dell’animo umano, il contenuto orrendo zione all’anarchia, Grafi ca Nera, 2012 emarginazione troviamo sempre qual- della bestia assetata di sangue». In Gli e il secondo To change everything. Per che pubblicazione sul tema. Il Collettivo ebrei e il male assoluto, Trieste, Anar- cambiare ogni cosa, Modena, La Scin- Libertario Fiorentino, particolarmente chismo, 2015, affronta l’infi nito tema del tilla, 2015. Una lunga citazione di ciò che sensibile all’intensifi cazione dei casi di razzismo e dei razzisti «che non sono solo si oppone a una società libera, confi ni, discriminazione verso migranti e mino- i sostenitori imbecilli di una improbabile gerarchia, controllo, leaders, governo, pro- ranze, ha pubblicato l’opuscolo Resistere fanfaluca come la “razza ariana”, sono prietà, ecc. e una contestuale affermazione alla discriminazione, Firenze, CLF, 2010, parimenti razzisti tutti coloro che si consi- della necessità di sovvertire questa realtà un’analisi accurata di cosa voglia dire la derano superiori ad altri per la loro origine proclamando i principi anarchici della parola ‘razzismo’ al giorno d’oggi e di diversa». Ancora una ristampa, per l’esat- autodeterminazione, dell’autogestione come questa forma di esclusione irrazio- tezza la terza, del volume Distruggiamo e della più completa solidarietà sociale. nale e violenta stia permeando in maniera il lavoro, Trieste, Anarchismo, 2007, una Dal settimanale «Umanità Nova» è subdola e non sempre avvertibile l’intero sorta di manifesto compendiato in queste stato ripreso un articolo sulla lotta che corpo sociale, anche quello, purtroppo, che parole: «Distruggendo il lavoro che mi vede protagonisti gli operai di una fab- vorremmo ne restasse immune. Va da sé opprime, sabotando l’amministrazione brica di materiale edile di Salonicco, Vio- che lo stimolo dei compagni fi orentini è del mondo, mi accingo a passare oltre, a studiare il fenomeno per poterlo contra- guardare che c’è oltre la siepe che chiude stare con la necessaria effi cacia. È uno la prospettiva dell’orizzonte». Sarà una mia studio a tutto campo sulle infi nite forme lacuna, ma non riesco a capire molto bene di “espulsione” messe in atto dai poteri di quello che intende esprimere. Particolar- ieri e di oggi per neutralizzare le opposi- mente attinente al Bonanno “militante”, zioni, quello delle Edizioni Vertigine dal il quarto testo che presentiamo, Affi nità e titolo Mettere al bando. Storia ed evo- spazio, Buenos Aires, Indesiderabili, 2014, luzione di una misura infame contro le una riproposizione in chiave fi losofi ca, ma ribellioni sociali e la dissidenza politica anche operativa, della antinomia distru- (Cesena, 2013). Passando dall’ostracismo zione-creazione, centrale da sempre nella dell’antichità alla messa al bando del me- proposta anarchica. Concludo la rassegna dioevo, dal domicilio coatto al confi no e bonanniana con il testo Dialoghi Liminari, Alcuni saponi prodotti nello stabilimento Vio.Me di Salonicco (Grecia) all’esilio, si arriva ai provvedimenti di scritto a quattro mani da Alfredo M. Bo- allontanamento di oggi, rappresentati nanno e Gennaro Campana per i tipi delle Me per l’autogestione operaia, Milano, dal famigerato e arbitrario foglio di via Edizioni Studi e ricerche, Catania, 2014, Federazione Anarchica Milanese, [2016], e dall’espulsione dei migranti sprovvisti a proposito del quale gli autori scrivono: una vicenda di licenziamenti e rapine pa- di quel permesso di soggiorno che viene «Questo libro è stata un’avventura per gli dronali a cui i lavoratori hanno risposto loro altrettanto arbitrariamente negato. autori, sia nel pensarlo che nel portarlo a costituendosi in cooperativa, occupando Per tutelare quanto possibile chi si tro- compimento. Speriamo che lo sia altrettan- la fabbrica e riconvertendo la produzione va a subire le attenzioni non richieste to per il lettore», e in effetti la densità e in prodotti per l’igiene utilizzando solo dello Stato, un prezioso manuale – già l’eterogeneità dei testi giustifi cano l’auspi- materie prime ecologiche. Un esempio, presentato in numerosi incontri pubblici cato approccio avventuroso della lettura. per fortuna non il solo e crediamo nem- – prodotto dalla Associazione di Mutuo Su una chiave interpretativa affi ne si meno l’ultimo, di come la collaborazio- Soccorso per il diritto di espressione, pone il libro fi rmato da Arcipelago, Affi - ne paritaria possa rappresentare la vera Difesa legale. Note per una maggiore nità, organizzazione informale e progetti risposta alle politiche di sfruttamento di consapevolezza, Imola, L’autore, 2013. “insurrezionali”, Buenos Aires, Indeside- Stato e capitale. Restando in tema di lotte Una guida pratica che raccoglie e analizza rabili, 2014, una ulteriore rifl essione, da operaie, segnalo con piacere il libro di tutte le misure giudiziarie che potreb- sempre al centro dell’agire anarchico, sulla Pippo Gurrieri, Battaglie e sconfi tte dei bero colpire compagni e compagne, con vexata quaestio organizzativa, su come, con ferrovieri ragusani. Dalle lotte contro i le necessarie informazioni per render- chi, a che scopo associarsi o meno. E in ‘rami secchi’ a quelle per una ferrovia le meno pesanti, se non neutralizzarle. effetti «certi concetti esigono senza dubbio moderna, Ragusa, Sicilia Punto L, 2012. Alfredo Bonanno è il pubblicista anar- uno sforzo analitico e critico permanente, Il volume raccoglie il resoconto ricca- chico più prolifi co di questi ultimi decenni. se non vogliono perdere il loro signifi cato mente documentato di una stagione di Curatore delle edizioni Anarchismo, ha a furia di essere frequentemente usati e 106 ripetuti». Una volta li si sarebbe defi niti la della materia. E infatti il suo La socie- una corrente intellettuale che affrontò, in bonanniani, oggi il loro progetto operativo tà contro lo Stato, uscito in Italia nell’or- modo volutamente, ma mai gratuitamente, è quello di una insurrezione, per cui li si mai lontano 1977, può essere considerato provocatorio, molte delle tematiche legate chiama, e così si autodefi niscono, insurre- il primo approccio libertario a una disci- alla critica culturale. In Italia uno dei zionalisti. C’è chi li chiama anche in altro plina affascinante e sempre più importan- più solidi cultori della materia, al tempo modo, non molto lusinghiero, ma non mi te nel campo del pensiero e della rifl es- stesso appassionato estimatore e lucido sembra questa l’occasione per riaffermare sione sociale. Di osservatore, è Gianfranco Marelli che sacrosante prese di distanza. Tornanti, s.e., Pierre Clastres propone un nuovo studio dopo quelli degli s.l., [2013] è un opuscolo autoprodotto le edizioni Elèu- anni passati: Una bibita mescolata alla dedicato ai sabotaggi nei cantieri del Tav e thera pubblicano sete, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, soprattutto alla solidarietà incondizionata un’interessante 2015. È una storia dell’Internazionale per quanti sono in prigione in seguito al sa- raccolta di saggi, Situazionista e della sua infl uenza, forse botaggio del cantiere di Chiomonte, solida- L’anarchia sel- mai abbastanza riconosciuta, sulla nascita rietà che parte dalla condivisione di quelle vaggia. Le socie- e sullo sviluppo di quei movimenti “di pro- pratiche e di quegli obiettivi. Molte notizie tà senza stato, testa” che presero l’avvio con il Maggio ma nessuna attenzione alla lotta popolare senza fede, senza francese e che poi hanno scritto la storia e di massa che ha visto migliaia e migliaia legge, senza re, della sovversione sociale degli anni a se- di valligiani opporsi pacifi camente al pro- Milano, 2013, sul Pierre Clastres guire: obiettivo dei situazionisti era infatti getto ferroviario. Sempre in solidarietà ai rapporto fra potere e collettività nelle reinventare la rivoluzione e liberare la sabotatori di Chiomonte, un altro opuscolo società primitive. Spunti preziosi e con- vita quotidiana dalla passività alienante autoprodotto, Viva l’anarchia! Azioni in vincenti a dimostrazione della passata, dello società dello spettacolo. L’editoria parole, s.l., Cassa di solidarietà Aracnide, ma forse anche futura, possibilità di vive- libertaria propone regolarmente al lettore 2015 nel quale sono raccolte testimonian- re senza autorità e coercizione, nel segno alcuni dei testi classici del situazionismo ze, dichiarazioni e rivendicazioni, a cui si dell’uguaglianza e della solidarietà. Sullo e in questo caso di due dei suoi esponenti aggiungono quelle di Cospito e Gai, autori stesso argomento, partendo anche da altre più importanti. Di Guy Debord è uscito confessi del ferimento dell’amministratore prospettive, il libro di Andrea Staid, I Introduzione a una critica della geo- delegato di Ansaldo nucleare, Roberto senza Stato. Potere, economia e debito grafi a urbana, Torino, Nautilus, 2013, un Adinolfi : «la parola è tutta di chi, di notte o nelle società primitive, Bologna, Bebert, provocatorio pamphlet sulla possibilità- di giorno, con pochi o con molti compagni 2015. Si tratta di un’analisi «della gestio- necessità di trasformare l’assetto urbano ha deciso di agire illegalmente, di rompere ne del potere, dell’economia e del con- di una grande città, in questo caso Parigi, il muro di attesa e spezzare le catene della cetto di debito nelle società primitive, che per renderlo più accessibile e coerente con rassegnazione che immobilizzano arti e propone una visione alternativa della le esigenze dei cittadini. Un esempio: do- congelano idee». A proposito di “rivendica- società, appunto senza Stato, partendo da tare di interruttori i lampioni pubblici per zioni”, particolarmente istruttiva è l’aspra una diversa prospettiva sul meccanismo permetterne un utilizzo a completa dispo- polemica riportata nell’opuscolo anonimo di indebitamento». Decisamente spunti sizione dell’utenza. Sempre Nautilus con Anonimato e attacco. Raccolta di testi a utili per aggiornare un’analisi libertaria un altro padre del situazionismo, Raoul proposito di un dibattito abortito, ignora- e antiautoritaria, che a volte è un po’ Vaneigem, Lo Stato non è più niente, sta a to, ma quanto mai necessario, Biblioteca troppo appiattita su presupposti che sem- noi essere tutto!, Torino, 2010, una sorta di dell’ammutinamento, s.l., 2016. Oggetto brano non indagare i necessari approfon- manifesto della sovversione, una chiamata della discussione è l’opportunità o meno di dimenti. Impegnato non solo nello studio alle armi perché l’uomo possa assumere rivendicare “l’intervento distruttivo degli delle società primitive ma anche di quel- «il suo destino di pensatore e di creatore anarchici”, secondo gli editori una dan- le cosiddette evolute, Staid è osservatore diventando quel che non è mai stato: un nosa manifestazione di autoritarismo che acuto di uno dei fenomeni sociali più essere umano a parte intera» facendo verrebbe a ledere la collegialità dell’azio- “inquietanti” di questi anni, quello dei dell’autogestione la risorsa primaria per ne, secondo altri un elementare “diritto” migranti e delle insuffi cienti risposte del- raggiungere questo obiettivo. Da notare di copyright. Senza volere assolutamente le società occidentali. Ne scrive in I dan- che questo testo è stato distribuito alla entrare nel merito della discussione, mi nati della metropoli. Etnografi e dei mi- Fest of Direct Democracy, svoltasi nella preme notare l’imprevisto malanimo che granti ai confi ni della legalità, Milano, Grecia della rivolta nel 2010. Curato da si respira all’interno del cosiddetto anar- Milieu, 2014, dove, partendo «dall’analisi Andrea Babini e introdotto da Federi- chismo d’azione. di un caso specifi co, un grande palazzo di co Battistutta, un altro scritto di Raoul Milano soprannominato dalla stampa il Vaneigem, Disumanità della religione, fortino della droga», traccia il ritratto di Bolsena, Massari, 2016, un saggio che in- una umanità che, emarginata e condan- daga il rapporto tra religio e religione, tra nata a priori, cerca di ribellarsi al destino l’esperienza concreta e profonda di un le- che le consegna la nostra società perbene. game naturale con tutto ciò che vive e una O meglio, perbenista. istituzione responsabile della affermazio- La storia dell’Internazionale Situazio- ne e concretizzazione del potere costituito, Antesignano di una antropologia dal nista è quella di uno dei fenomeni culturali concludendo che solo quando ci si libererà forte segno libertario, Pierre Clastres può e fi losofi ci più interessanti, anomali e ori- da questa costrizione l’uomo «potrà pro- essere considerato una sorta di caposcuo- ginali della seconda metà del Novecento, iettarsi nel cielo degli dei e delle idee». 107

Sempre più forte è il bisogno di ar- restare l’apparentemente inarrestabile declino ambientale che tragicamente sta distruggendo ogni presente e soprattutto futura possibilità di vivere in un ambiente compatibile con le più elementari esigenze vitali. Naturalmente il pensiero anarchico, strutturalmente avverso a ogni forma di sfruttamento, e quindi anche all’incon- dizionato sfruttamento delle risorse am- bientali, pone grande attenzione a questo tema, consapevole del nesso organico tra

la rapina della qualità della vita in nome Berlino (Germania) - Un manifestante durante le proteste anti-nucleari contro il trasporto di del profi tto, dello sviluppo, del “progres- scorie e lo stoccaggio di rifi uti nucleari. Foto AFA - Archivi Fotografi ci Autogestiti so”, e le pratiche di coercizione e violenza usate dalle classi dominanti per mantenere industrialismo e progresso sono considerati architettura e anarchia, scrive Jean-Pierre sottomesse le popolazioni. In questi anni, la vera causa dello sfruttamento dell’uomo Garnier, Architettura e anarchia. Un bi- a fi anco di un ecologismo classico, muni- e della natura. Sempre all’interno di questa nomio impossibile. Lo spazio indifendi- cipalista e federalista, è emersa una teoria corrente di pensiero, il volume Nanotec- bile. La pianifi cazione urbana nell’epoca estremamente radicale che si defi nisce “pri- nologie. La pietra fi losofale del dominio, della sicurezza, Torino, Nautilus, 2016, mitivismo” e che sta raccogliendo sempre Pisa, Il Silvestre, 2011, un attacco senza affrontando vari problemi, quali l’autoco- più consensi all’interno del movimento. mezzi termini o mediazioni a quel ramo struzione, gli spazi pubblici, l’esercizio del Capostipite riconosciuto è l’anarchico sta- della scienza applicata e della tecnologia potere dell’architetto sui procedimenti di tunitense John Zerzan, di cui cominciamo a defi nito dalla Treccani «l’insieme delle me- costruzione, il legame tra la pianifi cazione vedere tradotti i primi titoli: Il crepuscolo todologie di manipolazione, di controllo urbana dei quartieri “diffi cili” e il controllo delle macchine, Torino, Nautilus, 2012 e e studio delle proprietà che la materia sociale. Sempre di architettura, ma intesa Pensare primitivo. Elementi di una ca- manifesta sulla scala delle lunghezze mo- come pratiche costruttive e urbanistiche tastrofe, Lecce, Bepress, 2010. Alla base, lecolari», fi nalizzato quindi a controllare la alternative, esce, di Colin Ward, Archi- l’asserzione che ogni forma di tecnologia, struttura e il comportamento fondamenta- tettura del dissenso. Forme e pratiche compresa l’agricoltura, si trasforma in stru- le della materia. Senza dubbio un argomen- alternative dello spazio urbano, Milano, mento autoritario e alienante, in grado di to inquietante per l’uso che se ne potrebbe Elèuthera, 2016, una ricca antologia di testi spogliare l’umanità della vita quotidiana, fare in termini di manipolazione, e quindi la curati da Giacomo Borella. «Instancabile essendo tutte le tecnologie fi nalizzate alla esplicita messa in guardia operata in questo osservatore della storia sociale nascosta produzione delle merci e alla costruzio- volume non è campata del tutto in aria ma dell’urbanistica e dell’abitare», Ward in ne di una architettura sociale fondata sul è un invito a prestare la dovuta attenzione. questa antologia collega tra loro le espe- potere. La risposta suggerita dal pensie- Fra gli esponenti più decisi delle teorie rienze più disparate, dimostrando ancora ro primitivista sarebbe quindi quella che primitiviste va citato Enrico Manicardi, una volta la sua riconosciuta capacità di «l’abbandono volontario della modalità autore di Liberi dalla civiltà. Spunti per collegare la fi gura dello studioso a quella di vita industriale non sia una rinuncia una critica radicale ai fondamenti della del militante libertario. Un gradito tributo, ma una regressione salutare, anche perché civilizzazione: dominio, cultura, paura, la proposta di questi inediti, a una delle non ci si può permettere di continuare ad economia, tecnologia, Milano, Mimesis, personalità più interessanti e innovative agire alle condizioni dettate dal nemico». 2010, un corposo volume introdotto da del pensiero libertario contemporaneo. Un testo che raccoglie alcuni scritti dei Zerzan: accanto all’atto di accusa contro Di Murray Bookchin abbiamo detto. maggiori teorici dell’ecologismo sociale e la “megamacchina” dello sfruttamento, Qui ci limiteremo a segnalare due testi dell’anarco-primitivismo è Civiltà della della effi cienza produttiva, della compe- fondamentali. Il primo – ristampa della distruzione. Teorie contro la civilizzazio- tizione, della manipolazione, la proposta edizione del 1989 – Per una società ecolo- ne, Lecce, Bepress, 2012. Gli autori sono di un cambio radicale del nostro modo gica. Tesi sul municipalismo libertario e Feral Faun, Murray Bookchin, Richard di pensare e di agire, di un «rimetterci in la rivoluzione sociale, Milano, Elèuthera, Heinberg, Bill Joy e John Zerzan, e la varie- contatto diretto con la natura selvatica 2016, nel quale l’autore evidenzia come tà dei brani pubblicati permette di appro- che vive dentro e fuori di noi». Insomma, la stretta correlazione fra il degrado di fondire sotto diversi punti di osservazione per andare avanti dovremmo cominciare rapporti umani basati sulla autorità e lo il concetto che «la civiltà attraverso l’idea a guardare indietro. Tesi radicali e a volte sfruttamento e il degrado della natura ra- di progresso e civilizzazione stia andando incomprensibili, comunque interessanti per pinata e devastata dai cosiddetti processi incontro alla propria distruzione», dato che la loro originalità. Sul diffi cile rapporto fra di civilizzazione possa essere contrastato 108 solo dalla creazione di spazi sociali co- L’arma perfetta per i confl itti del XXI vita animale, guerra che coinvolge l’uo- munitari in equilibrio con l’ecosistema; secolo (Ragusa, Sicilia Punto L, 2012), mo sia come carnefi ce sia come vittima, il secondo Ecologismo libertario, Lecce, descrive con precisione tutti i problemi e nei territori dell’animalismo, in parti- Bepress, 2012 – con introduzione di Salvo che nasceranno con l’installazione di que- colare in quel cantiere aperto che prende Vaccaio, che traccia un profi lo accurato sto famigerato progetto voluto non solo il nome di antispecismo». Sempre sullo della vita e del pensiero dell’autore – inte- dalla Nato ma anche dal governo e dalla stesso tema, ma con uno sguardo più ri- ressante anche per la critica di Bookchin a regione: problemi di carattere ambienta- volto alla militanza antispecista, l’opuscolo quell’aspetto del marxismo che auspica il le – il progetto dovrà essere realizzato in della Western Wildlife Unit, Memorie di completo controllo dell’uomo sulla natura. una riserva naturale – problemi di noci- libertà, Pisa, Il Silvestre, 2003, con il re- La lotta all’uso civile e militare dell’e- vità alla salute causata dalle microonde soconto della indefessa e radicale attività nergia nucleare fa ormai parte del patri- elettromagnetiche ad altissimo impatto e, svolta negli USA dall’Animal Liberation monio del movimento anarchico che, in non ultimi, problemi di carattere sociale, Front, quel «gruppo di donne e uomini sintonia con i vari movimenti ecologisti, che non potranno non verifi carsi con un che, sentendo insopportabile la violenza da anni lotta senza sconti contro que- nuovo imponente insediamento militare. con cui la nostra società tratta gli animali sta esiziale fonte energetica. Le edizioni L’antispecismo è una delle tematiche e l’ambiente, hanno deciso di combatterla Nautilus di Torino propongono il testo più interessanti prodotte dai movimenti in prima persona». E, leggendo queste pa- di un fi sico nucleare che fi n dai tempi di antagonisti e libertari di questi ultimi anni; gine, ci si rende conto che non scherzano! Chernobyl, partendo dalle conoscenze come si deve combattere l’oppressione Un altro fronte di questa nuova co- acquisite sul campo, mise in guardia sui dell’uomo sull’uomo e lo sfruttamento scienza civile sempre più diffusa, è quello pericoli del nucleare: Roger Belboech, cieco e indiscriminato delle risorse naturali, della difesa dei diritti di quei segmenti Società nucleare, 2013. Scritto a pochi così ci si deve sensibilizzare a un’altra for- della società una volta considerati devianti. anni dalla tragedia nella centrale ucrai- ma di sfruttamento, a tratti particolarmente Quello che un tempo era uno stigma da na, contiene sia un duro e credibilissimo crudele, quale è quella dell’uomo sugli ani- celare e negare, oggi è diventato motivo atto di accusa sui pericoli alla salute sia mali. L’esplosione del vegetarianismo e più di orgoglio e affermazione di identità, e considerazioni sugli strumenti coercitivi in particolare del veganismo in questi anni naturalmente anche in campo libertario utilizzati dalle lobbies nucleari per portare dimostra come nella sensibilità libertaria il diritto all’omosessualità è considerato acqua, anzi uranio, al loro mulino. Simile, e abbia trovato piena appartenenza anche come un diritto elementare, che dovrebbe altrettanto ricco di preziose informazioni, questa “fi losofi a” che nega recisamente essere riconosciuto da tutti. Anche se, lo un altro testo di Roger Belboech, Demo- il diritto della specie umana di abusare sappiamo, la strada da percorrere è ancora crazia nucleare, Torino, Istrixistrix, 2013, indiscriminatamente di quella animale. tanta. Affronta il tema Massimiliano Buc- un opuscolo particolarmente attento allo Massimo Filippi e Filippo Trasatti affron- cia in Per una sessualità libera. L’omoses- stato del movimento antinucleare, partico- tano il tema con passione e competenza in sualità, l’omofobia e la condanna sociale, larmente in Francia, contenente una sorta Crimini in tempo di pace. La questione Lugano, La Baronata, 2008, descrivendo di vademecum sulle domande più frequenti animale e l’ideologia del dominio, Milano, come, nonostante gli enormi passi in avanti – e relative risposte – su questa tematica. Elèuthera, 2013, dichiarando già nell’intro- compiuti da larghi strati sociali, «la paura A cavallo fra impegno ecologista e lotta duzione che il libro «è frutto di un lavoro del diverso – ed in particolare l’omofobia antimilitarista, la lunga battaglia che da quadrumane di ricognizione nomadica nei – rappresentino ancora oggi una malattia anni oppone le popolazioni siciliane al pro- non luoghi della violenza istituzionalizzata da eliminare». Una “malattia”, non scor- getto di installazione a Niscemi del Mobile laddove è più aspra la guerra contro la diamolo, ancora oggetto di discriminazio- User Objective System, meglio conosciuto come Muos, ossia «una rete di mega an- tenne e satelliti per telecomunicazioni che sarà l’arma perfetta per i confl itti del XXI secolo». Particolarmente attivi i compagni che fanno riferimento alla rivista «Sicilia Libertaria», da sempre impegnati nella difesa della loro terra dalle devastazioni ambientali e dalle invasioni militari della Nato e degli Stati Uniti. In un primo testo sono riuniti gli articoli dello storico anima- tore di questo foglio, Pippo Guerrieri. La raccolta, dal titolo No Muos ora e sempre. I percorsi del movimento (Ragusa, Sicilia Punto L, 2013), è una sorta di resoconto dall’interno, giorno per giorno, dell’attività del movimento in questi anni, dei suoi obiettivi, delle sue analisi; il secondo testo, scritto da uno dei compagni più impegnati in questa dura battaglia, Antonio Mazzeo, dal titolo Un Eco MUOStro a Niscemi. Milano, protesta animalista di Essere animali 109 ni, violenze e moralismi. In tutto ciò non da un interesse sempre più sentito. rienze non sempre coincidenti ma si- manca di metterci la sua manina la reli- Da anni impegnato nel mondo del- curamente indirizzate allo stesso fi ne. gione, che spesso contribuisce, con dogmi la scuola, tanto sul piano professiona- Di carattere più propriamente stori- tanto coercitivi quanto vetusti, a rendere le quanto su quello culturale e sociale, co il testo di Giovanna Serricchio, La più diffi cile la quotidianità. Ne fornisce Francesco Codello è sicuramente fra pedagogia libertaria tra ieri e oggi. ampi esempi Chiara Gazzola nel libre Fra gli studiosi più preparati ad affrontare Educatrici a confronto, Fano, Alter- diagnosi e peccato. La discriminazione le tematiche della pedagogia libertaria, nativa Libertaria, 2015, nel quale l’au- secolare nella psichiatria e nella religione, come dimostrano non solo le iniziati- trice, pedagogista in una cooperativa Milano, Mimesis, 2015, laddove descrive ve che contribuisce a promuovere, ma sociale, studia le esperienze educative come «le istituzioni religiose e quelle me- anche le numerose pubblicazioni pas- messe in pratica da Louise Michel, diche accampino diritti sulle scelte degli sate e recenti. Quanto mai program- da Giovanna Caleffi Berneri con la individui, attraverso meccanismi sempre matico il titolo di una recente ristam- fondazione della Colonia Berneri, e più equivoci e remunerativi che alimentano pa di una sua precedente opera, Né da Margherita Zœbeli, animatrice del intolleranza ed esclusione sociale». Parti- obbedire, né comandare. Lessico li- Centro Educativo Italo Svizzero di colarmente effi caci, in questo volume, le bertario, Milano, Elèuthera, 2016, che Rimini, nato nell’immediato secon- parole di Giorgio Antonucci, senza dubbio prende il titolo da una citazione del do dopoguerra, al quale dettero en- una delle personalità che più hanno com- grande storico greco Erodoto. Non si tusiastico impegno tanti anarchici e battuto gli effetti perversi del combinato tratta solo di pedagogia, ma anche del anarchiche. Come nota l’autrice, pur disposto religione- psichiatria autoritaria. proposito di «avvicinarsi all’idea anar- nella diversità delle esperienze e delle Restando nel campo dell’oppressione chica in modo assolutamente non ca- epoche storiche, comune alle tre donne di genere, ecco un gustoso anche se amaro nonico, attraverso parole chiave che fu l’interesse per una pedagogia attiva opuscolo fi rmato da Le Fate del focolare, rimandano a una prospettiva esisten- che vedesse il bambino protagonista da titolo 500 buone ragioni per farla fi nita ziale», quindi un lessico rivolto a un del suo processo di crescita. L’Archi- con il patriarcato, Lugano, La Baronata, ipotetico giovane a digiuno di dottrina vio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, 2013, una summa di tutto quello che non si politica ma già refrattario a obsolete animato dalla instancabile Fiamma, dovrebbe dire né pensare se non si vuole discussioni ideologiche. Sempre di ha organizzato nel novembre del passare per i soliti incorreggibili maschi- Francesco Codello, La campanella 2012 una giornata di studi dedicata listi mascherati dal più vieto buonismo non suona più. Fine dei sistemi sco- alle esperienze pedagogiche liberta- patriarcale. Le ragioni sono proprio 500, lastici e alter- rie del secondo dopoguerra. Gli atti, elencate una per una, con spirito e rab- native liber- raccolti nel volume Gli anarchici e bia, con ironia e sarcasmo. Una per tutte, tarie possibi- l’autoformazione. Educazione e liber- apparentemente semplice nel concetto li, Lugano, La tà in Italia nel secondo dopoguerra, ma molto pregnante nel signifi cato: «241. Baronata, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi e Perché nei fi lm gli uomini la smettano di 2015, dappri- Archivio Berneri-Chessa, 2015, costi- prendere per mano le donne quando bi- ma una rifl es- tuiscono una sorta di antologia delle sogna correre. Pensate che una donna non sione ad am- numerose realizzazioni libertarie in sappia mettere una gamba davanti all’altra pio raggio sul campo educativo, dai già citati Ceis di per fuggire senza l’aiuto di un uomo?». termine “edu- Rimini e Colonia Berneri, all’impegno care”, stravol- di Lamberto Borghi e Aldo Capitini, to dall’origi- dall’esperienza della rivista «Volon- nario signifi- tà» al Gruppo Milano 1. Uno sguardo cato di “tirar Francesco Codello a tutto campo su quanto si è mosso fuori” a quel- e fatto fi no agli anni ’60 nel nostro La necessità di creare strumenti di lo opposto di “plasmare” seguita da paese. L’impressione che si ricava da trasmissione delle conoscenze e ap- una critica ai sistemi scolastici delle queste pagine è che i temi dell’autofor- procci educativi improntati a principi società occidentali e dal resoconto di mazione e della pedagogia libertaria libertari, antigerarchici e antiautoritari, esperienze educative libertarie attua- siano sempre stati fra i più importanti è sempre stata una costante all’interno li di cui l’autore è stato testimone. e frequentati dal nostro movimento. del mondo anarchico. Ne sono testi- Scritto a quattro mani, un altro testo monianza i tanti compagni che si sono sull’argomento, di Francesco Codello cimentati in questo campo e la vasta e Irene Stella, Liberi di imparare. Le produzione intellettuale accumulatasi esperienze di scuola non autoritaria nel tempo. Un ultimo esempio, partico- in Italia e all’estero raccontate dai larmente riuscito, il ciclo di conferenze protagonisti, Firenze, Terra Nuova, Se l’infl uenza della religione sulla vita e seminari organizzato dalla Biblio- 2012, nel quale, come riporta il sotto- sociale è sempre stata una costante a cui teca Libertaria Armando Borghi sul titolo, si spazia dalla esposizione teo- non si riesce a porre rimedio, abbiamo visto fi nire del 2016. Del resto la stessa «A rica alla descrizione di effettive prati- come in questi ultimi tempi questa si sia Rivista» dedica regolarmente articoli, che realizzatesi in Italia e in Europa. manifestata in una forma particolarmente dossier e inchieste alle tante rifl essioni Uno strumento utile per comprende- violenta e dirompente. Parliamo del dram- che in questi ultimi tempi nascono re la complessità e la varietà di espe- matico affacciarsi dell’integralismo isla- 110 mico come fattore di confl ittualità sociale lo sguardo dall’interno sul funzionamento fi nire con l’avvento del fascismo, la lotta al e spirituale, non solo fra le popolazioni quotidiano dello stato islamico, il famige- regime e la Resistenza. L’autore, affermato mussulmane mediorientali, ma anche nel rato Daesh, e sul perché questo progetto scrittore di successo, è Valerio Evangelisti pieno delle società europee nelle quali “medioevale” sia così in sintonia con la e i tre volumi che compongono la trilogia, sono presenti le comunità islamiche. Essen- modernità delle comunità islamiche che raccolti sotto il titolo Il Sole dell’Avvenire, do purtroppo evidente che questo scontro vivono in Occidente. Un caldo invito a sono Vivere lavorando o morire combat- interetnico e interreligioso, visti gli avve- rifl ettere su una realtà apparentemente tendo, Milano, Mondadori, 2013; Chi ha nimenti recenti, sarà destinato a durare incomprensibile, ma che pure deve avere del ferro ha del pane, Mondadori, 2014; con conseguenze tragicamente sanguinose, delle “ragioni” se è in grado di raccogliere Nella notte ci guidano le stelle, Mon- non meraviglia che il mondo dell’editoria, esigenze oggettive di popolazioni per le dadori, 2016. Ciò che rende la lettura di anche nel campo libertario, produca ana- quali non è più suffi ciente il richiamo al questi volumi particolarmente avvincente lisi e rifl essioni puntuali sull’argomento. laicismo e alla ragione. è la felice simbiosi fra storia e narrazione, Ancora una volta parliamo di Michel Veniamo ora al nostro caro, vecchio, e l’accostamento fra lo sviluppo sociale e Onfray, che condensa le proprie rifl essioni rassicurante anticlericalismo, quello, per politico romagnolo e la contemporanea in Pensare l’Islam, Milano, Ponte alle Gra- intenderci, libero di esprimersi anche con evoluzione dei nuclei famigliari protago- zie, 2016, proponendo come al solito ra- virulenza, senza provocare violente forme nisti di un secolo di lotte e trasformazioni gionamenti «fuori dal coro dei guerrafon- di intolleranza ormai fuori dalla storia. A sociali. Infatti, dato che Evangelisti non è dai, dei populisti e degli ipocriti». È un dire il vero, ultimamente l’anticlericalismo solo uno scrittore di romanzi ma anche uno testo coraggioso che non nasconde le re- cristiano non riscuote particolare interesse studioso già autore di saggi sulla storia del sponsabilità che ha avuto un Occidente – anche perché ci si è dovuti concentrare socialismo e dell’anarchismo in Romagna, teso solo al profi tto nel far nascere e pro- su altri lidi anticlericali – e infatti sono solo gli eventi e gli avvenimenti di cui scrive sperare, come il classico apprendista stre- due, oltretutto ristampe di vecchie edizioni, sono l’attenta narrazione di una storia gone, il mostro a più teste di quell’estre- i testi da segnalare. Il primo è il volume di secolare fedelmente riprodotta tanto nei mismo fanatico che oggi minaccia l’inco- Thierry Guilabert, Le veridiche avventu- suoi aspetti particolari quanto in quelli lumità delle comunità europee e porta re di Jean Meslier (1664-1729). Curato, generali. Muovendo da un proletariato guerre fratricide all’interno del mondo ateo, rivoluzionario, Ragusa, La Fiaccola, stanco di patire la fame e determinato islamico. Va da sé che la proposta di Onfray 2013, la viva biografi a di questo prete apo- ad affrancarsi dalla miseria delle paludi parte dalla necessità di analizzare i fatti stata autore del famoso Il Testamento, nel ravennati e dalla dura realtà della mezza- senza infi ngimenti, per cercare una via di quale si attaccava «non solo la religione dria, che trova gli strumenti dell’emanci- uscita alla “catastrofe annunciata”. Sempre cristiana, ma tutte le religioni, schiacciando pazione nella vivace dialettica che investe Onfray fi rma la prefazione al volume di con rabbia le pretese di tutte le chiese del le tre anime del sovversivismo romagnolo, Hamid Zanaz, Sfi da laica all’Islam. La mondo». Ancora una volta da segnalare la l’anarchica, la socialista e la repubblicana, religione contro la vita, Milano, Elèuthe- bella introduzione di Michel Onfray che, si arriva alla Settimana rossa esplosa nei ra, 2013, un autore che, per il suo laicismo quando ci sono da affermare laicismo e paesi del ravennate, alla Grande guer- così eterodosso nel mondo mussulmano, razionalismo, non si sottrae. Il secondo ra con il suo corollario antimilitarista, al ha dovuto lasciare la patria algerina e tra- volume, di Leonardo Centonze, Il rito dei dopoguerra con le conquiste proletarie sferirsi in Francia. La sua è una disanima sacrifi ci umani come fenomeno politico, nella mitica Molinella “governata” da a tutto tondo di come una visione assolu- è un vecchio testo del 1913 riproposto nel Massarenti, al biennio rosso e al sorgere tista e inte- 2014 dalle Edizioni Immanenza di Napoli. del fascismo, connotato da uno squadri- gralista venga Il libro si divide in due parti, la prima, smo particolarmente feroce e violento, ai ad alterare la Il Cannibalismo nelle religioni, richiama lunghi anni del regime, segnati comunque natura dell’I- le mostruosità del fanatismo religioso, la da una coscienza proletaria e sovversiva slam «con la seconda, Il supplizio di Ferrer, ricostruisce mai sopita e infi ne, fi nalmente, alla lotta pretesa di le vicende che portarono all’esecuzione di liberazione e alla riconquista dei diritti islamizzare dell’educatore catalano, fucilato nel carcere civili e politici. Insomma, queste pagine, l’esistenza dei barcellonese di Montjuich nel 1913, su di- oltre ad essere una bella lezione di storia popoli mus- retta istigazione del retrivo clero spagnolo. sociale trascritta nell’invenzione narrativa, sulmani tanto Hamid Zanaz rappresentano un piacere non solo per nella sfera chi è già a conoscenza dei fatti, ma anche pubblica quanto in quella privata», accom- per chi ne fosse a digiuno, perché trama e pagnata dalla consapevolezza della neces- stile sono talmente avvincenti da rendere sità di ribadire il pensiero “forte” della più la lettura particolarmente coinvolgente. rigorosa laicità contro il pensiero “debole” Particolarmente nutrita questa sezione, Parlando ancora di storie proletarie del politicamente corretto a tutti i costi. perché l’anarchismo, nella sua molteplicità, svoltesi agli albori del socialismo, ecco la Molto esplicito sulle responsabilità occi- è continua fonte di ispirazione per scrittori, ristampa di un capolavoro della lettera- dentali in quello che sta succedendo nel poeti e autori teatrali. Sono usciti recente- tura del secondo dopoguerra, sfuggitomi mondo islamico è l’opuscolo di Tristan mente tre volumi che narrano le lotte so- nei precedenti fascicoli di Leggere l’anar- Leoni, Califfato e barbarie, Torino, Por- ciali che hanno interessato, nel corso di un chismo. Si tratta del romanzo di Vasco fi do, 2016, un testo interessante non solo secolo, le terre romagnole, a partire dagli Pratolini, Metello. Una storia italiana, per molte tesi condivisibili, ma anche per albori dell’anarchismo e del socialismo per Milano, Mondadori, 2004, un grande affre- 111 sco della popolana Firenze ottocentesca, Come nei precedenti dossier biblio- fondare una comunità fondata sui principi nella quale le vite dei protagonisti, operai grafi ci, anche questa volta ci imbattiamo antiautoritari del libero pensiero e del li- e sigaraie, si intrecciano con le lotte sociali in nomi importanti della letteratura che bero amore. Fu un esperimento sociale che combattute sotto le bandiere delle nascenti hanno tratto ispirazione per i loro romanzi visse momenti esaltanti e vicende dramma- organizzazioni proletarie. Anarchici, socia- da persone e fatti dell’anarchismo. Uno è tiche, un tentativo, comunque, di realizzare listi, sindacalisti sono i personaggi descritti lo scrittore anglo-polacco Joseph Conrad, una rete di rapporti sociali completamente con vivezza da Pratolini, interpreti di quei che nel racconto Un anarchico, Roma, svincolati da poteri e gerarchie. L’autore, sentimenti di solidarietà e rivolta destinati Kogoi, 2014, inserisce come protagonista un giornalista brasiliano vicino al nostro a diventare la costante delle future rivendi- un anarchico francese relegato in un’isola movimento, ricostruisce con fedeltà e sim- cazioni operaie. Fra la Romagna ravennate, sud americana, là costretto per sottrarsi patia l’agitarsi e la vita di questa generosa le lande dell’Argentina e la Firenze prole- alle ingiustizie e alle soperchierie soffer- utopia. Dalle foreste brasiliane alla me- taria si snoda la vita di Luigia Minguzzi e te in patria, talmente disumane da fargli tropoli parigina con Giangilberto Monti, Francesco Pezzi, la coppia di internaziona- preferire la tetra prigionia al ritorno fra L’amore che fa boum. La vera storia della listi italiani sodali di Malatesta che, fra fi ne i suoi connazionali. In un altro roman- Banda Bonnot, Milano, Vololibero, 2012, Ottocento e primo Novecento, condusse zo, molto bello, ambientato a Londra dove ancora una volta si tesse una trama una vita avventurosa fatta di repressione, alla vigilia della Prima guerra mondiale, romanzesca partendo dalle vicende vissute drammi e speranze infrante, però sempre quello di Ken Follett, L’uomo di Pietro- da alcuni dei protagonisti dell’anarchismo informata ai forti principi dell’anarchi- burgo, Milano, Mondadori, 2013, vediamo francese di inizio Novecento. La storia di smo sociale. Luigi Dadina e Laura Gambi muoversi, fra personaggi dell’aristocrazia Bonnot e dei suoi compagni, delle loro hanno scritto un testo teatrale nel quale i britannica e della politica conservatrice, spericolate imprese, della loro tragica fi ne due anarchici, a cento anni dalla morte, l’anarchico di Pietroburgo Feliks Kses- sono abbastanza note per non doverle ripercorrono e ricordano, fra le mura di sinski, «un uomo che non teme la morte, ricapitolare, basti dire che Monti riesce una scuola elementare di campagna, le vi- avendo già sofferto enormemente in vita, a ricostruire con effi cacia e fedeltà non cende del loro passato e Cristina Valenti ha che ha conosciuto e provato il dolore fi si- solo i fatti accaduti, ma anche l’atmosfera curato il volume, Amore e anarchia. Uno co, la fame e la privazione», che cercherà, e lo spirito che li caratterizzarono: dopo il spettacolo del Teatro delle Albe, Corazza- per impedire lo scoppio della guerra, di bellissimo libro di Pino Cacucci, In ogni no, Titivillus, 2014 nel quale, oltre al testo uccidere il plenipotenziario russo venuto caso nessun rimorso, un altro affresco su un teatrale, sono raccolti il suo saggio Teatro e a trattare con il governo britannico. Una mondo ormai lontano, ma ancora capace di anarchia e altri contributi, tanto di studiosi, fi gura a tutto tondo, che affascina il lettore conquistare il lettore. Restando a Parigi, da critici teatrali, attori e registi, quanto di per l’idealismo e la consapevolezza che lo segnalare il romanzo di Roberto Gastaldo, spettatori particolarmente coinvolti sia animano, e che mostrerà in queste pagi- Rossa come una ciliegia. Parigi si ripopo- dalle tematiche del testo sia dalla scelta ne non solo una grande determinazione la, Parigi si ribella, Genova, Erga, 2016, registica di Dadina. Un volume importante, ma anche un’altrettanto grande umanità. nel quale «la guerra Franco Prussiana e la che dimostra come pratiche apparente- Tutt’altra ambientazione quella della Comune di Parigi sono raccontate seguen- mente lontane, scrittura teatrale e scrit- ristampa di un’edizione del 1958 di Afonso do quattro percorsi di vita che scorrono, tura storica, possano produrre, quando si Schmidt, Colonia Cecilia. Una comune di alcuni legati ad ambienti rivoluzionari, altri incontrano, risultati decisamente pregevoli. giovani anarchici italiani nel Brasile di che vi si affacciano per la prima volta». La L’irrompere sulla scena sociale, negli ul- fi ne Ottocento, Roma, Edizioni dell’asino, grande epopea della Comune, che infi am- timi decenni dell’Ottocento, del nichilismo 2015. Vi sono raccontate le vicende delle mò i cuori di tutto il proletariato europeo, russo e dei suoi tenebrosi protagonisti fu famiglie di anarchici italiani guidate dall’a- non cessa di essere fonte di ispirazione. spesso fonte di ispirazione per i romanzieri gronomo Giovanni Rossi che, sul fi nire Di Leda Rafanelli pensavamo di avere più attenti alle novità. Uno di questi, a dell’Ottocento, sbarcarono in Brasile per già visto tutto ma ora, fortunatamente, mio parere fra i maggiori scrittori italiani troviamo un suo inedito particolarmente dell’epoca, si è direttamente ispirato al interessante. Milva Maria Cappellini, in- personaggio di Bakunin per scrivere una fatti, ha curato l’edizione di Memorie di sorta di romanzo poliziesco, ambientato una chiromante, Cuneo, Nerosubianco, in Svizzera, che vede come protagonisti 2010, un sorta di romanzo autobiografi co il nostro Michail e i suoi sodali. Parlia- fi rmato Djali – tanto per non tradire l’af- mo del romanzo di Federico De Roberto, fl ato esotico di Leda – nel quale l’autrice Spasimo, Roma, Donzelli, 2010, nel quale ritrae una galleria di personaggi al femmi- il principe rivoluzionario Zakunine dopo nile che si rivolgono alla chiromante per una vita disordinata sempre sulla soglia del aiuto e consigli: «consigli di saggezza ed delitto, farà ammenda dei propri peccati esortazioni che regolarmente sono quelli rinnegando, una volta rientrato in patria di essere libere e dignitose così come Leda e consegnatosi alle autorità, il suo credo era stata per tutta la sua esistenza». Deci- rivoluzionario. Tutto è bene quel che fi - samente Gamalier, un altro dei suoi tanti nisce bene, dunque, come doveva essere pseudonimi, non fi nisce di conquistarci. in un mondo borghese, incuriosito sì ma In Spagna i conti con la dittatura franchi- ancora incapace di afferrare compiutamen- Maria Carta in una scena tratta dal fi lm sta non sono fi niti, perché le tragedie cau- te la grandezza del nuovo che avanzava. “La Cecilia”. foto Giovanni Rosso sate dal franchismo sono tali da non essere 112 ancora rimosse. Lo testimonia la costante e la consapevolezza di essere state sem- Susa. Uno spaccato di vita quotidiana di presenza, nella letteratura iberica, delle pre e comunque dalla parte della ragione. giovani poco più che adolescenti che vi- tematiche legate alla guerra civile, alla rivo- Non solo gli spagnoli hanno come tema vono una vita diffi cile fra contraddizioni luzione libertaria, agli anni della dittatura, anarchismo iberico e guerra civile ma anche ed entusiasmi, fra lotte e disperazione. quasi si cercasse di dare un senso a quanto autori italiani. Daniele Repetto nel romanzo Dino Taddei, Baby Block, Milano, Zero accaduto e restituire piena dignità agli scon- La Amapola di Alberto. Spagna 1957 l’ul- in Condotta, 2015, riporta le tenere ri- fi tti anche attraverso le pagine dei romanzi. timo viaggio di un bandolero anarchico, fl essioni di un neo papà alle prese con gli Un primo esempio di questo impegno civile Roma, Memori, 2009 scrive una «cronaca interrogativi posti dalla propria identità e letterario ci viene dal romanzo di Antón romanzata, realizzata sulla base di docu- anarchica in probabile contraddizione, in Riveiro Coello, I fi gli di Bakunin, Perugia, menti e testimonianze in gran parte inediti quanto fonte di “autorità”, nei confronti Edizioni dell’Urogallo, 2009, la storia di un della vita e della morte di Facerias», forse il della piccola Anita. E come possono co- “reduce” della guerra civile, passato per le più noto, assieme a Sabater, dei coraggiosi esistere in lui il grande amore per l’anar- carceri franchiste, poi emigrato in Uruguay militanti della Cnt che negli anni Cinquanta, chia e il grande amore per la fi glioletta? È dove, pur continuando nell’impegno mili- in piena dittatura franchista, cercarono di un giallo classico quello dell’autore della tante, non riesce a sopprimere la nostalgia abbattere il regime con una pericolosissima serie dei vecchietti del Bar Lume, Marco della terra natia e delle persone amate che attività clandestina, spesso supportata dal Malvaldi, Buchi nella sabbia, Palermo, ha dovuto abbandonare. Un romanzo a solidale impegno di un gruppo di generosi Sellerio, 2015, ambientato in un teatro tratti struggente, a tratti epico, paradigma anarchici italiani. Restiamo in Spagna con pisano del 1901, popolato da cavatori car- delle traversie politiche e umane che han- una avvincente e corposa storia a fumetti, rarini, cantanti lirici sovversivi in odor di no segnato la vita degli anarchici sconfi tti scritta e disegnata da Vittorio Giardino, anarchia e tecnici sospettati di interna- dal franchismo e dall’alleanza nazifascista. No pasarán. Una storia di Max Fridman, zionalismo, dove il protagonista, il gior- Decisamente un libro complesso, e anche Milano, Rizzoli Lizard, 2011, anche questa nalista Ragazzoni, vero deus ex machina discutibile, quello di Sebastià Alzamora, ambientata negli anni della guerra civile, dai del racconto, si rivelerà alla fi ne pure lui Fatto di sangue, Milano, Marcos y Marcos, giorni della sollevazione militare fi no agli anarchico. Un giallo intrigante e divertente 2013, un giallo ricco di elementi horror, ultimi mesi del 1938, quando la fi ne della dove, fra le pieghe del plot, l’anarchia la fa ambientato in un convento di clausura della repubblica è alle porte. Il protagonista, Max da padrona con simpatia e condivisione. Barcellona 1936. I personaggi non sono Fridman, combattente delle Brigate inter- solo religiose, vescovi e cappuccini, ma an- nazionali, diviene testimone suo malgrado che anarchici e fascisti che intrecciano la dei laceranti contrasti fratricidi che avreb- guerra civile con le sanguinolente vicende bero defi nitivamente indebolito lo spirito che si succedono all’interno di conventi e di resistenza e di lotta che aveva animato monasteri, dove sembra aggirarsi, discutibile il popolo spagnolo e i volontari accorsi da metafora della situazione sociale del tempo, tutta Europa. Da rilevare la bellezza e la un misterioso vampiro. Come si può intuire, precisione delle tavole, ispirate, come si un libro strano, comunque indicativo delle vede in appendice, da documenti fotografi ci notazioni fatte sopra. Una vera sorpresa il dell’epoca. libro di Javier Cercas, L’impostore, Milano, Veniamo ora ad alcuni testi nostrani, Guanda, 2015, un lavoro a metà strada fra differenti sotto molti punti di vista, ma tutti romanzo e cronaca che vede come protago- attinenti a questa bibliografi a. Marco Som- nista il novantenne Enric Marco, combat- mariva, già autore di fortunati romanzi, si tente antifranchista già segretario della Cnt cimenta con una sorta di tracciato auto- catalana negli anni Settanta e presidente biografi co in Lottavo romanzo, Ragusa, dell’associazione dei sopravvissuti ai lager Sicilia Punto L, 2013, dove «pagina dopo nazisti. Un gran compagno, dunque, se non pagina, legate le une alle altre come nella Luis Buñuel fosse che Marco non combatté il franchi- vita, si intrecciano, si accompagnano, si smo né fu mai internato, ma costruì questa aggrovigliano le esperienze dell’autore a Dalla letteratura al cinema, con il bel li- leggenda sulla sua fi gura. Cercas, grande quelle vissute dagli amici, dalla famiglia» bro di un intellettuale “militante” sempre scrittore, ricostruisce le vicende di questo rimarcando la differenza fra un ieri fatto più vicino al pensiero e al sentire liber- “impostore” «con la passione di un sov- di grandezze e un oggi che lascia poche tario. Parlo di Goffredo Fofi e del suo Il versivo della letteratura e un’ammirevole speranze a una generazione contro la quale cinema del no. Visioni anarchiche della onestà dissacratoria». Un romanzo strug- sono state dichiarate innumerevoli guerre. vita e della società, Milano, Elèuthera, gente quello di Dulce Chacón, Le ragazze Come scrive con cognizione di causa Haidi 2015, una lunga carrellata nel mondo del di Ventas, Vicenza, Neri Pozza, 2005, la Gaggio Giuliani nella sua bella e sofferta cinema per scoprirvi, grazie alla maestria storia di un gruppo di ex miliziane rinchiuse, prefazione. Le giovanissime generazioni e alla sapienza dell’autore, segni e segnali nel 1939, nelle carceri franchiste in attesa protagoniste di storie di emarginazione di spirito libertario più o meno nascosti, della sorte che le attende, la morte o una e rivolta animano il racconto di Juri Di più o meno trasparenti nelle opere, per ci- lunga dolorosa carcerazione. Un’esistenza Molfetta, Oggi tocca a me. Una guerra tarne alcuni, di autori quali Vigo, Buñuel, disperata, raccontata con partecipazione, per bande, Torino, Eris, 2013, che ambien- Chaplin, Bresson, Glauber Rocha, Ciprì disperata ma non sottomessa, perché in ta la propria narrazione nelle periferie e Maresco. Una lettura istruttiva, ricca di loro persiste l’orgoglio delle scelte fatte torinesi e nelle lotte No Tav della Val di stimoli e sorprendente per la capacità di 113 evidenziare la ricchezza dell’ispirazione anarchica in tanti registi di nome. Non ho avuto occasione di assistervi, ma pare che sia stato molto coinvolgente lo spet- tacolo teatrale dedicato a Pietro Gori dal Teatroffi cina Refugio con la collaborazio- ne di Patrizia Nesti e della Federazione Anarchica livornese, collaborazione nata «dall’esigenza, nel centocinquantesimo della nascita, di dare vita ad una iniziativa culturale che uscisse dagli schemi delle commemorazioni uffi ciali in cui viene presentata un’immagine di Pietro Gori compatibile con l’ordine sociale». Ne è stata tratta una bella pubblicazione, Idea d’amor. Libere visioni dell’anarchico Pietro Gori, Livorno, 2016, con i testi del- Fotogramma di una scena del cortometraggio “I Senza Stato” una produzione PerlaNera e lo spettacolo e le fonti per l’adattamento Mordere Impact Makers, diretto da Gianluca Ferrari. teatrale. Un’occasione in più questa per conoscere meglio la fi gura di Gori. romanzo e fede, Napoli, Ad est dell’equa- o da fonti d’archivio. Un incontro, come Di teatro e anarchia scrive con pas- tore, 2014, partendo dal romanzo Spasimo scrive Paolo Finzi nell’introduzione, «che sione Santo Catanuto nel monumentale di Federico De Roberto, di cui abbiamo se data da oltre un secolo e mezzo e dura L’anarchismo a teatro. Drammi e bozzetti detto in precedenza, spazia nel vasto mon- tuttora è perché l’anarchia non è “solo” in lingua italiana (1871-2011), Mila- do della letteratura tardo ottocentesca un ideale politico-sociale o un movimen- no, Zero in Condotta, 2013, una preziosa mostrando come De Amicis, Zola, Victor to che ad essa si richiama, ma è tante e summa della nutrita produzione teatra- Hugo, Tolstoj, Dostoevskij, ecc. abbiano tante cose in più». E sfogliando queste le anarchica che, soprattutto a cavallo saputo creare personaggi avvincenti e ve- pagine non si possono non condividere dei due secoli precedenti, rappresentò rosimili ispirati al mondo dell’anarchismo. tali considerazioni. un’importante forma di propaganda e Sono saggi molto interessanti, che offrono socializzazione. L’autore ha censito pres- spunti di rifl essione sulle connessioni, non soché tutto quanto inerente al tema, sco- sempre individuabili o gradite, fra la fede vando vere e proprie rarità e testi ormai nell’anarchia e – almeno in campo lette- irreperibili e fornendo nuovi elementi rario – la fede religiosa. Nella letteratura di conoscenza su questo modo tanto anglosassone compaiono spesso prota- originale quanto effi cace di diffusione gonisti misteriosi e inquietanti descritti del pensiero libertario. Se ancora oggi come anarchici. Ne scrive con compe- Si è svolto recentemente a Reggio si affi da al testo e alla rappresentazione tenza Emanuele Monegato in Anarchici Emilia un importante convegno di studi, teatrale la diffusione e la valorizzazione (su carta). Narrazioni anarchiche dalla organizzato dall’Archivio Aurelio Chessa- della nostra storia e del nostro pensie- cultura inglese tardo-vittoriana alla con- Famiglia Berneri e dalla Biblioteca Panizzi, ro, è senz’altro perché questi strumenti temporaneità, Milano, Libraccio, 2012, sullo stato della storiografi a sull’anarchi- continuano a rivelare una loro effi cacia. sorprendendo, anche in questo caso, per smo ai giorni d’oggi, stimolato dal fatto Nel 2014, nei locali del Laboratorio Perla la varietà e la qualità degli autori citati, che «da oltre quarant’anni mancava una Nera di Alessandria, l’associazione “Gli da Conrad a James, da Wells a Stevenson, messa a punto e una rifl essione compiuta scamiciati” ha tenuto un meeting multi- da Chesterton a Moore. Attraverso le voci intorno agli studi sul socialismo anarchico mediale di creatività a tema dal titolo I di questi autori, Monegato «approfondi- e sul pensiero libertario in Italia, un set- Senza Stato, con esibizioni teatrali, poesie, sce le dinamiche della rappresentazione tore storiografi co che ha conosciuto negli cortometraggi, performance, esposizioni libertaria nell’Inghilterra tardo-vittoriana ultimi decenni uno sviluppo di notevole di quadri, opere grafi che, sculture e foto- e considera come queste narrazioni han- rilievo». Raccoglie gi atti del convegno grafi e. Il resoconto del meeting è raccolto no articolato la pluralità dell’esperienza il volume curato da Giampietro Berti e in Stagioni inquiete. Immagini e poesie, anarchica tanto nella cultura popolare Carlo De Maria, L’anarchismo italiano. Milano, Zero in Condotta, 2015, nella cui quanto in quella alta». E, per fi nire, un’au- Storia e storiografi a, Milano, Biblion, 2016, prefazione Salvatore Corvaio e Roberto tocitazione: Massimo Ortalli, Ritratti in suddiviso in sette sezioni tematiche che ri- Pestarino illustrano il senso e lo spirito piedi. Dialoghi fra storia e letterature, specchiano le modalità e i tempi con i quali dell’iniziativa. Imola, La Mandragora, 2013. Si tratta si sono succedute le relazioni. Impossibile Non di narrativa, ma sulla narrativa della raccolta delle quaranta puntate della elencare tutti i partecipanti, ma si può tre volumi che trattano della diffusa pre- rubrica omonima apparsa su «A Rivista dire che siano stati presenti molti dei più senza delle tematiche libertarie in campo anarchica» fra il 2001 e il 2009, in ognuna accreditati storici e studiosi dei movimen- letterario, non solo nella letteratura mili- delle quali veniva scelto e commentato un ti anarchici e libertari. Sono state infatti tante ma anche in quella cosiddetta “alta”. testo letterario a cui erano accostati do- affrontate tutte le tematiche inerenti la Antonio Di Grado in Anarchia come cumenti d’epoca tratti dalla pubblicistica ricerca sull’anarchismo e le sue espressioni, 114 organizzative, artistiche, territoriali, cultu- lavoro di catalogazione del quale l’autrice to cordialmente, Milano, Milieu edizioni, rali, biografi che, e il quadro che ne esce è rende conto illustrando i criteri scientifi ci 2015 frutto di un decennio di conversa- quello di un «movimento che si scompone di schedatura, l’individuazione e l’appro- zioni con questo originale artista ricor- secondo tempi diversi, segnati dal susse- fondimento delle tematiche più ricorrenti, dato per le opere dedicate a Ferrer, alla guirsi delle generazioni dei suoi militanti, la riproduzione di alcune schede catalogra- Banda Bonnot, a Malatesta e Angiolillo, che si diversifi ca nello spazio per la partico- fi che selezionate. Non solo una eccellente a Bakunin, ecc. Come scritto in antipor- larità del territorio dove si è insediato, che testimonianza della nostra presenza, ma ta, «questo volume ripercorre attraverso si trasforma culturalmente a causa della anche pagine che si sfogliano con un po’ dialoghi e memorie la vita e le opere del modernizzazione che investe». Insomma di nostalgia, ritrovando non pochi di quei pittore che negli anni Sessanta e Settanta è un quadro completo di una realtà che manifesti attaccati regolarmente di not- stato una bandiera della cultura libertaria trova sempre motivi per essere indagata. te in spazi ovviamente “non concessi”. e i cui quadri sono icone inconfondibili Da tempo vengono organizzate un po’ Si è tenuta a Mendrisio, nel Canton entrate nell’immaginario». Per esserne ovunque fi ere dell’editoria anarchica, vere Ticino, fra marzo e luglio 2015, una bel- stato testimone, voglio ricordare i doni e proprie rassegne di una produzione edi- lissima mostra dedicata all’anarchia cu- al movimento, da parte di Costantini, di toriale internazionale sempre più ricca ed rata da Simone Soldini e da altri studiosi opere originali la cui vendita andava a estesa. In occasione della decima edizio- quali Maurizio Antonioli, Gianluigi Bellei, frutto delle iniziative antirepressione di ne di Brutti Caratteri. Editoria e culture Maurizio Binaghi, Chiara Gatti e Renato quegli anni, così come ricordo l’autoriz- indipendenti, Andrea Dilemmi, grafi co Simoni. Nelle molte sale del palazzo che zazione a riprodurre gratuitamente in ma- provetto, ha curato un gustoso libretto, ospitava la manifestazione, erano esposte nifesto quattro dei suoi quadri più belli Anarchy Books. Un viaggio attraverso numerosissime opere di alcuni fra i mag- come preziosa forma di fi nanziamento. la grafi ca delle fi ere dell’editoria anar- giori pittori ed illustratori dell’Ottocento Concludiamo questa quarto dossier di chica nel mondo, Verona, Biblioteca G. e del primo Novecento. Un vero e proprio Leggere l’anarchismo con un testo appa- Domaschi, 2014 che riproduce un centi- tuffo in una dimensione artistica che ha rentemente anomalo, ma che al contrario naio di manifesti prodotti in occasione permesso di saldare all’ammirazione per si inserisce perfettamente nel vasto mondo di queste fi ere. Dalla Svizzera al Regno la qualità delle opere esposte la scoperta delle tante forme con le quali si esprime la Unito, dalla Germania alla Spagna, dagli del forte e organico nesso intellettuale e sensibilità libertaria. La grafi ca ha ormai Stati Uniti al Canada, dal Sud America sociale che ha unito il movimento anarchi- raggiunto una piena dignità artistica, of- ai Balcani e ad altri paesi sparsi per il co a molte delle principali correnti artisti- frendo prodotti di grande qualità estetica. mondo, è un succedersi di bellissime im- che nate e operanti a cavallo dei due secoli Ne è valida dimostrazione l’interessante magini, che ritraggono nei segni la passio- scorsi. Di questa mostra è stato fatto un volume ricco di immagini, che raccoglie ne degli anarchici per la parola scritta e catalogo curato da Simone Soldini, Addio signifi cativi esempi della creatività e della per una cultura che sia di tutti e per tutti. Lugano bella. Anarchia tra storia e arte. produzione grafi ca di un compagno recen- Da anni i compagni fi orentini organiz- Da Bakunin al Monte Verità, da Cou- temente scomparso. Si tratta di Ferro Pilu- zano la riuscitissima Vetrina dell’editoria rbet ai dada, Mendrisio, Museo d’arte, du e il gruppo artigiano ricerche visive segno anarchica e libertaria, un appuntamento 2015, nel quale, oltre ad essere riprodotte libero, Milano, Elèuthera, 2016, la terza imperdibile per chi voglia aggiornarsi e tutte le opere esposte, sono contenuti edizione di una pubblicazione uscita per la informarsi sulla pubblicistica attuale del saggi di carattere storico e artistico, che prima volta nel 1981. Come riportato in movimento anarchico. Nel 2015, in occasio- integrano e accompagnano la visita. Non quarta di co- ne della settima edizione, è stato pubblicato vorrei sembrare enfatico, ma sono anche pertina, que- un resoconto, apparso su «Umanità Nova», progetti come questo che fanno com- sto volume «è di Antonio Senta e Claudio Venza, 7a ve- prendere meglio la complessità e il valore un manuale trina dell’editoria anarchica e libertaria, del movimento di cui facciamo parte. Un storico che of- Bologna e Imola, Edizioni Atemporali testo molto simile a questo, anche se su fre gli stru- e Bruno Alpini, 2015, con un’intervista scala più ridotta, è quello curato da Guido menti necessa- ad Alberto Ciampi e ad altri partecipanti Candela, L’Arte nell’Anarchia. L’ideale ri per analizza- alla manifestazione. Restando nel campo libertario nella pittura e nella grafi ca, re, scomporre dei cataloghi, è interessante – per molti Bologna, I quaderni dell’Ali. Associazione e rielaborare i di noi anche un piccolo viaggio nel passa- liberi incisori, 2016, interessante anche messaggi da to – il lavoro di Roberta Conforti, che si per il capitolo I compagni di strada nella cui siamo è dedicata a un’altra delle “occupazioni” denuncia del potere, di Candela e Roberta bombardati Ferro Piludu principali degli anarchici, vale a dire la De Grandis, nel quale si parla di artisti tutti i giorni, produzione di manifesti di propaganda. contemporanei capaci di intingere di un ma anche una guida pratica alle tecniche di Nel volume Comunicare l’utopia. Ma- forte pensiero libertario le loro opere. stampa low-cost per l’autoproduzione di nifesti anarchici conservati presso l’Ar- Parlando di arte e anarchia, non si può manifesti e pubblicazioni». In questi tempi chivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, non pensare a Flavio Costantini, l’artista nei quali gli strumenti di comunicazione di Reggio Emilia, Milano, Mimesis, 2015 che, nella seconda metà del Novecento, hanno assunto un’importanza sempre più sono infatti riprodotti e schedati oltre 750 ha creato decine di bellissime opere ispi- grande, questo testo viene ad avere una manifesti in gran parte italiani, stampati rate a fatti e personaggi del movimento senso di grandissima attualità. principalmente negli ultimi quarant’anni. anarchico. Lo ricorda Roberto Farina, nel Si tratta della conclusione di un lungo libro Flavio Costantini. L’anarchia, mol- Massimo Ortalli 115 ricordando Umberto Vanguardia Azione e propaganda di un anarchico napoletano

di Fabrizio Giulietti

Da sempre la nostra rivista ama ricordare donne e uomini, noti e meno noti, che hanno fatto parte della storia del movimento anarchico. Questa è la volta di Umberto Vanguardia (1879 – 1931), con la sua storia personale di arresti, confi no, impegno politico e sindacale, misure di sicurezza: come tante e tanti della sua generazione. Un secolo fa.

mberto Vanguardia è senza dubbio da anno- e prerogative inequivocabilmente insurrezionali. In- verarsi tra le fi gure più prestigiose dell’anar- dicato dalla questura tra i «sovversivi responsabili di Uchismo napoletano di inizio Novecento1. aver promosso e alimentato il malcontento popola- Nato a Napoli, il 19 maggio 1879, sin dalla pri- re», è condannato alla pena di un anno di domicilio ma adolescenza comincia ad aggirarsi negli ambienti coatto, da scontarsi sull’isola di Ischia. sovversivi locali, stringendo importanti relazioni con Dopo la svolta liberale del 1901, Vanguardia si alcuni dei più noti esponenti socialisti e anarchici contraddistingue come uno degli indiscussi prota- attivi in città. Rapito dal fascino delle idee di egua- gonisti del processo di ricomposizione e ricompatta- glianza, libertà e giustizia sociale, si dedica assidua- mento dell’anarchismo napoletano, emergendo qua- mente alla lettura delle opere dei maggiori teorici le principale rappresentante di una corrente orga- rivoluzionari, maturando una spiccata predilezione nizzatrice fautrice di posizioni unitarie non soltanto per le elaborazioni ideologico-dottrinarie del pen- in seno al movimento, ma anche con repubblicani siero comunista-libertario. Studente ginnasiale, nel e socialisti all’interno delle nascenti Leghe di Resi- 1893 si iscrive, in qualità di impiegato, alla sezione stenza. Ben presto, tuttavia, gli orientamenti pro- socialista del Fascio dei Lavoratori, facendosi subito nunciatamente riformisti degli organismi operai, lo apprezzare per foga oratoria e impeto ribellistico. Nel spingono ad esprimere severe critiche alle dirigenze maggio 1898, partecipa in prima linea ai moti contro camerali e ad operare costantemente ai fi ni dell’e- il caroviveri, che a Napoli si connotano di contenuti stensione e del consolidamento di un sindacalismo

116 ricordando Umberto Vanguardia di base e di matrice irriducibilmente classista e rivo- luzionaria.

Al fi anco delle “vittime del potere regio” Durante questi anni, il percorso politico di Van- guardia si snoda attraverso le tappe tipiche di un’in- tera generazione di anarchici. A costituire l’ambito privilegiato della sua attività sono in particolare le lotte nel mondo del lavoro - soprattutto tra le ca- tegorie meno tutelate a livello sindacale - e le tu- multuose agitazioni degli abitanti dei rioni popolari contro il perenne rincaro delle pigioni e le incessan- ti ingiunzioni di sfratto perpetrate dalla Società del Risanamento. Sotto questo profi lo, non si sussegue sciopero, comizio o dimostrazione proletaria dove non si getti con immediatezza e determinazione, ri- mediando, di conseguenza, una lunga serie di fermi, arresti e condanne a pene detentive di diversa natu- ra ed entità. Molto intensa è anche la sua attività nell’ambito più specifi co della propaganda a mezzo stampa. In quest’ultimo campo edita svariati numeri unici, che assumono questa forma non per progetto ma per la repressione preventiva delle autorità che, semplice- mente, ne impediscono una regolare prosecuzione. Dopo la pubblicazione, nel 1906, de “La Voce dei Manifesto di alcune realtà anarchiche napoletane in occa- Ribelli”, seguono, nello stesso anno, “I Ribelli”, poi sione della campagna a favore del militante e pedagogista anarchico spagnolo Francisco Ferrer y Guardia, assassinato costretto a cambiare nome in “I Picconieri”, e, so- a Barcellona nell’ottobre 1909. prattutto, nel 1909, il periodico “Sorgete” che, subi- to soppresso, rinasce emblematicamente col nome di “Sorgiamo!”, segnalandosi, insieme a “La Plebe”, zioni attive in questi anni nel capoluogo campano. come la più signifi cativa testata napoletana pubbli- Nell’ottobre 1909, si rivela invece uno dei princi- cata in età giolittiana. pali animatori delle manifestazioni popolari contro la Di particolare consistenza si confi gura anche il condanna e la fucilazione del pedagogista libertario suo contributo alle iniziative di sostegno e di soli- spagnolo Francisco Ferrer y Guardia. Il pomeriggio darietà in favore delle cosiddette «vittime del potere del giorno 12 compie anche un attentato dimostra- regio». Lo si ritrova, infatti, oratore in vari comizi sul- tivo, facendo esplodere in una Chiesa una rudimen- la tematica della repressione antianarchica indetti tale bomba carta. Rincorso e catturato mentre si dà non solo a Napoli e nelle zone limitrofe, ma anche a alla fuga, è denunciato all’autorità giudiziaria e rin- Milano, Vigevano, Pavia, Genova, La Spezia, Santhià chiuso nel carcere di sant’Efraimo. Dopo oltre cin- e Lugano. Agli inizi del 1908, poi, è nominato tra i que mesi di segregazione in una cella di isolamento, redattori provvisori del settimanale milanese “Agitia- il 29 marzo 1910 è riconosciuto colpevole del reato moci”, sorto, appunto, per incrementare la propa- di «pubblica intimidazione» e condannato a quattro ganda pro-vittime politiche. anni di reclusione e due di vigilanza speciale. Delegato in rappresentanza dei gruppi napoletani al I Congresso anarchico italiano, tenutosi a Roma Segretario sindacale dal 16 al 20 giugno 1907, nel marzo 1909 Vanguardia procede alla fondazione del gruppo comunista-liber- dei lavoranti panettieri tario “Sorgete” che, nonostante la breve durata, è da In attesa di scontare il periodo di detenzione, considerarsi, tra le più numerose e agguerrite forma- continua ad impegnarsi tenacemente nella lotta di classe, promuovendo alcune profi cue iniziative tra la categoria dei lavoranti portieri che, l’8 aprile 1912, gli valgono la nomina a segretario dell’omonima Lega di Resistenza. Il 17 agosto, quindi, è tratto in arresto e imprigionato nelle casa circondariale di Avellino. Ottenute varie riduzioni di pena in seguito a ricor- si giudiziari e ad un decreto di indulto, l’11 marzo 1913 riacquisisce la libertà dopo sette mesi comples- Testata del giornale anarchico “Sorgiamo!” sivi di reclusione.

ricordando Umberto Vanguardia 117 Rientrato in città, riprende con ancora maggiore in ordine alle imputazioni ascritte». intensità l’attività di agitazione e propaganda tra le Tradotto a Ponza per scontare il rimanente pe- masse, inserendosi nella grande ondata di scioperi e riodo di assegnazione, nelle settimane successive si dimostrazioni proletarie che, nel biennio 1913-1914, ammala ripetutamente, indebolendosi al punto da si succedono anche a Napoli senza quasi soluzione persuadere le autorità confi narie a proscioglierlo di continuità. Nominato segretario della Lega dei nove mesi prima della decorrenza dei termini. Lavoratori dell’Arte Bianca, conduce vittoriosamen- Nonostante le precarie condizioni di salute e la te un’aspra vertenza contrattuale che consente alle ormai sostanziale inoffensività politica, nel 1931 la maestranze di conseguire una riduzione dell’orario questura di Napoli dispone di includerlo nella cate- di lavoro e un sostenuto incremento delle retribu- goria degli «individui pericolosi per precedenti poli- zioni salariali tici da arrestarsi in determinate contingenze». Dopo Nel gennaio 1917, è chiamato alle armi e assegnato un ulteriore fermo avvenuto in occasione della ri- al XXI Reggimento Fanteria, di stanza a Massa Car- correnza dell’ottavo anniversario della marcia su rara. Inviato in zona di guerra, sperimenta il carnaio Roma, e alcune perquisizioni domiciliari effettuate delle trincee e l’orrore dei massacri di massa, derivan- «allo scopo di rinvenire armi non denunziate e cor- do un odio ancor più viscerale per il militarismo, gli eserciti e i governi guerrafondai «borghesi». Agli inizi del 1918, peraltro, viene anche denunciato al Tribu- nale Militare di Livorno per incitamento alla diserzio- ne e fabbricazione di fogli di licenza contraffatti; an- che se poi è assolto «per amnistia dal reato di falso in foglio di licenza» e «per insuffi cienza di indizi in ordine all’imputazione di concorso per diserzione». Tornato a Napoli nel marzo 1919, negli anni dell’im- mediato dopoguerra si dedica quasi interamente alle lotte nel mondo del lavoro. Nominato segretario del- la Lega dei Lavoranti Panettieri, durante il biennio rosso guida diverse offensive della categoria, come, ad esempio, uno sciopero di ampia risonanza sociale che, dopo un duro e protratto scontro sindacale, si conclude vittoriosamente non soltanto sotto il profi lo normativo-salariale ma anche, e soprattutto, esau- dendo l’istanza dei fornai di aprire spacci annonari a prezzi calmierati. Agli inizi del 1921 tenta quindi di rinfocolare le lotte degli abitanti dei rioni popola- ri, fondando un Circolo Popolare e un Segretariato del Popolo; ma entrambe le iniziative sono destinate a fallire a causa del clima di brutale repressione anti- proletaria che domina ormai in città. Con l’ascesa al potere del fascismo, Vanguardia è costretto alla immediata cessazione di ogni forma di attività militante. Come, tuttavia, segnala il prefetto di Napoli, «egli non dà alcun segno di ravvedimento [...] perseverando invece a professare principi sov- versivi». Sottoposto a sorveglianza speciale, agli inizi Il fascicolo di Umberto Vanguardia presso il Casellario del 1925 è arrestato per i suoi precedenti politici e Politico Centrale. assegnato al confi no di polizia, all’isola di Pantelle- ria, per la durata di quattro anni. rispondenze di carattere sovversivo», il 10 novembre “Da arrestarsi è sottoposto ad un’ultima incarcerazione in seguito alla detonazione sospetta di un ordigno esplosivo. in determinate contingenze” Sofferente e circondato dall’affetto della sorella, Trasferito dopo alcuni mesi all’isola di Ustica, il 28 dicembre 1931 Umberto Vanguardia si spegne nell’ottobre 1927 è incriminato, con altri cinquanta- all’età di cinquantadue anni. sette confi nati, di aver cospirato per «costruire clan- destinamente organizzazioni singole di partito» ed un Fabrizio Giulietti «fronte unico in rapporto con i sovversivi del Regno e dell’estero, aventi lo scopo di evasione e di ribellione 1 Per tutti i riferimenti archivistici e documentari contenuti nel violenta contro i poteri dello Stato». Denunciato al testo, si consulti: F. Giulietti, Umberto Vanguardia. Azione e Tribunale Speciale per «attentato alla sicurezza dello propaganda di un anarchico napoletano (1879 - 1931), Galzerano Stato», è assolto «per insuffi cienza di indizi e di reità Editore, Caslvelino Scalo, 2009.

118 ricordando Umberto Vanguardia Libri dal 1975 «Atti e memorie del popolo»: novità e successi

Giuseppe Galzerano Marina Marini PAOLO LEGA GINO LUCETTI Vita, viaggio, “complotto” e morte Lettere dal carcere dell’attentatore dell’anarchico romagnolo che attentò alla di Mussolini (1930-1943). vita del primo ministro, Francesco Crispi. 2010, pag. 416 con foto, 2014, pag. 1248, con foto a colori, € 25,00 € 50,00

Giuseppe Galzerano Giuseppe Galzerano MICHELE SCHIRRU ANGELO SBARDELLOTTO PREMIO LETTERARIO «GRAZIA DELEDDA» Vita, processo e morte dell’emigrante Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e anarchico fucilato per l’«intenzione» morte dell’anarchico italo-americano fucilato di uccidere Mussolini. per l’«intenzione» di uccidere Mussolini. 2003, pag. 560 con foto, 2006, pag. 1136 con foto, € 25,00 € 35,00 Giuseppe Galzerano Giuseppe Galzerano GAETANO BRESCI GIOVANNI PASSANNANTE Vita, attentato, processo, carcere e morte La vita, l’attentato, il processo, la condanna dell’anarchico che «giustiziò» Umberto I. a morte, la grazia regale e gli anni in galera del cuoco lucano che nel 1878 ruppe 2001, pag. 1152 con foto, l’incantesimo monarchico. € 36,15 2004, 2ª ed., pag. 864 con foto, € 30,00 Bruno Tomasiello Giuseppe Galzerano LA BANDA DEL MATESE ENRICO ZAMBONINI 1876-1878 Vita e lotte, esilio e morte dell’anarchico emiliano fucilato dalla Repubblica I documenti, le testimonianze, Sociale Italiana. la stampa dell’epoca. 2009, pag. 368, con foto 2009, pag. 640 con foto, € 23,00 € 25,00

Carlo Pisacane Fabrizio Giulietti LA RIVOLUZIONE DIZIONARIO BIOGRAFICO Introduzione di Giuseppe Galzerano DEGLI ANARCHICI PIEMONTESI Il pensiero e l'azione rivoluzionaria 2013, pag. 304 con foto, 2a ed., 2011, pag. 432, con foto, € 20,00 € 20,00

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occhiello 119 Casella Postale 17120

Botta.../ na, che non alza le mani, come quelle che preciso: rivendicare la possibile presen- forse sono le «sue amiche» femministe, za degli uomini in una manifestazione e Ma cosa ci fa ma neanche un pugno indice di rivolta. in un movimento di donne. In linea con un uomo al centro Eccolo là, con gli occhiali, che sembra quanto praticato dal movimento “Non della copertina? guardare calmo, tranquillo e fi ero verso il una di meno”, a una cui manifestazione futuro delle lotte di… queste donne che (quella dell’8 marzo 2017, a Milano) la Carissima redazione sono tornate. Voilà, in quest’immagine io foto è stata scattata dalla fotografa Alice quando mi arriva la rivista non la leggo ho visto soprattutto questo, la centralità Redaelli, di NUDM. E in linea con la no- con devozione, ma sempre con interesse del maschio che sembra di sapere di es- stra concezione dei movimenti, dei pen- e tanta curiosità. Dopo essermi chiesto sere al centro dell’obiettivo. sieri, delle lotte, dei cortei, dei dibattiti: cosa c’è di nuovo, la sfoglio tutta e poi Carissima redazione, lo so che non è a nostro avviso aperte e aperti a tutti gli la leggo con calma di tanto in tanto, non facile scegliere un’immagine per la co- individui, senza alcuna pregiudiziale (di tutta, ma abbastanza per sapere quello pertina. Lo so per esperienza. Per questa genere, provenienza, colore della pelle, che c’è. Le copertine le guardo, ma non copertina direi che c’è un’ambiguità che classe sociale, ecc.). sempre mi lasciano un segno, o sempli- purtroppo toglie molto a quel messaggio cemente mi parlano. A volte mi sembrano femminista che poi è raccontato dai tre La redazione belle, o banali, o «tradizionali» nel voler testi presentati all’interno della rivista. Io trasmettere un messaggio anarchico. li ho letti con attenzione. E mi permet- Devo dire che l’ultima, quella del nu- to, tanto che ci sono, di rilevare anche Torino/Selvatico mero 420, mi ha fatto quasi arrabbiare. per essi qualche contraddizione. Da (al parco Michelotti) Ora io dico arrabbiare, ma a una certa una parte si parla dei diritti conquistati, età bisogna stare attenti ai salti mortali delle leggi che dovrebbero essere fatti che potrebbe fare il cuore. Quindi ripe- rispettare dal nemico Stato, e dall’altra Parlare di selvatico in un mondo tiamo, appena vista la copertina, in un la necessità autogestire il nostro quoti- addomesticato equivale a fare un pas- primo tempo mi sono detto, ma guarda diano, coscienti di non avere sempre le so avanti rispetto alle abitudini e agli un po’, questi anarchici (ricordiamoci che energie necessarie. E poi naturalmente schemi di pensiero in cui siamo soliti la stragrande maggioranza di loro sono si parla della violenza del patriarcato che accomodarci, assuefatti a vivere in un maschietti) perdono il pelo ma non il vi- ci circonda, della violenza che esercita mondo composto da contenitori quasi zio. Ma poi, conoscendo la redazione di contro le donne, ma non sarebbe il caso completamente non comunicanti. Tra «A» e lo spirito di «apertura mentale» che di ricordare che essa è presente anche un contenitore stagno e l’altro: asfalto, l’accompagna da quasi mezzo secolo, mi nel «movimento», il nostro, quello che parchi gestiti, assenza di pensiero, movi- sono detto, in un secondo momento di abbraccia largamente gli antagonisti e menti automatici e mancanza di capacità rifl essione amichevole, che forse la reda- poeti dell’utopia? di vedere cosa accade. zione non si era resa conto del messag- Insomma cara redazione, avete ragio- Non c’è selvatico, in una città, ma gio che la foto poteva trasmettere. Che ne ce n’est qu’un début continuons le spesso non c’è selvatico neppure nelle cosa mi ha trasmesso? débat… (“non è che un inizio, continuia- campagne, divenute ormai ambiti ad- Il titolo recita: le donne sono tornate, mo il dibattito”) domesticati sui quali la specie umana, quindi si pensa subito che sono tornate intervenendo continuamente su ciò che per lottare, cosa farebbero altrimenti in Mimmo Pucciarelli la circonda, ha imposto schemi ripetuti copertina di una rivista anarchica? Più Lione (Francia) di dominio e contraffazione. sotto si vede quella che sembra una Per trovare una parvenza di naturalità manifestazione dove si distinguono be- bisogna spostarsi dall’ambiente antropo- nissimo tre donne giovani che, felici e …e risposta/ centrico in cui viviamo, andare lontano sorridenti, alzano le mani al cielo unite in Una testimonianza dai luoghi abitati, anche dai più piccoli, quel simbolo femminista che conosciamo contro il separatismo spingersi a latitudini diverse; oppure esi- da tanto temo. Eccole, sono giovani e ste un’altra alternativa, più remota, ma riprendono la fi accola del femminismo… importante: riuscire a spiare tra le fessu- benissimo. Ma al centro dell’immagine Quell’uomo in copertina è voluto. re, negli interstizi del mondo moderno, c’è un uomo, un giovane uomo, un ma- Non è il frutto di una nostra disattenzio- nei quali si insinua quella naturalità che schio con la sua barbetta di una settima- ne, è proprio voluto e ha un signifi cato l’essere umano tende a escludere, domi-

120 lettere nare, trasformare a suo piacimento; una quando diventa possibile riguadagnare di scoprire e incuriosirci, appagati e ras- naturalità prepotente, che approfi tta di uno spazio di libertà. sicurati dall’idea di mondo che ci hanno ogni singolo momento di distrazione per Il Parco Michelotti è perciò simbolo insegnato come reale e immutabile, con- riappropriarsi di spazi abbandonati o di- di questo processo di rinselvatichimen- fortevolmente sistemati tra le abitudini menticati, anche soltanto per tempi brevi. to, proprio perché qui questa libertà è interiorizzate: la casa, la famiglia e tutte Proprio questo è successo al par- esplosa e si è accresciuta, le differenze si le relazioni, il lavoro, il nostro modo di de- co pubblico Michelotti, un tempo zoo sono moltiplicate: l’area verde ha iniziato terminarci e di defi nirci all’interno di una di Torino e oggi area verde recintata e a vivere, da sola, senza l’ausilio di nes- realtà che crediamo di aver scelto e che abbandonata, ma nuovamente a rischio suno e persino le gabbie sono diventate pensiamo di stare creando, ma fagocitati di privatizzazione per il progetto di un spazi da rioccupare, che la natura, poco da essa, ingranaggi di un meccanismo su nuovo zoo. a poco, sta includendo, per distruggerle cui non agiamo, incapaci anche solo di Lasciato a se stesso per un po’, il o destinarle a usi molto diversi da quello vederlo nel suo insieme Parco ha ripreso a respirare autonoma- per cui erano state pensate: imprigionare La rifl essione sul selvatico, la sua mente. Gli animali autoctoni e migranti esseri senzienti. osservazione e salvaguardia crediamo hanno ricominciato a guadagnarsi spazi Il selvatico è una categoria autosuf- siano una possibilità che, con spunti di di vita: gli alberi – che l’amministrazione fi ciente e come tale è vissuta da tutti originalità e molteplicità di collegamenti comunale ha smesso di gestire – sono gli esseri viventi, tranne che dall’essere alla vita quotidiana, si aggiunge alle lotte cresciuti spontaneamente, ingranden- umano, che ha invece l’abitudine di mi- di liberazione dosi e sviluppando man mano la forma surare ogni cosa in termini di categorie Contro ogni gabbia naturale che li caratterizza, senza gli che lo comprendono o che passano at- liberi tutti di entrare e di uscire schemi imposti dalla gestione del verde traverso i suoi occhi. cittadino. Essenze erbacee e arbustive, Il riconoscimento del selvatico scar- Michelotti libero conosciute e comuni, hanno ricominciato dina questo punto di vista. michelottilibero.noblogs.org a proliferare, crescendo e moltiplicandosi Per riacquisire una posizione paritaria con la forza dei semi nascosti nel sotto- rispetto a quella degli altri esseri viventi, suolo, che possono è necessario abbattere le nostre gab- A proposito restare dormienti bie mentali, esercitarci a rivoluzionare dell’intervista per anni, fi no a usanze e pensieri, cambiare il punto di a Hamid Zanaz/ vista rispetto alle convenzioni alle quali Occhio all’islamofobia siamo stati abituati, quelle che pongono la specie umana al centro di tutto, come il fulcro della vita e della realtà; addomesti- Sebbene trovi origini in epoca molto cati noi stessi dalla società, dal sistema, meno recente (si pensi per esempio a incapaci di vedere e di essere liberi e sel- quanto avviene in Palestina), una delle vatici. Ogni giorno, volutamente – anche caratteristiche della cosiddetta guerra al se forse non consapevolmente – rinun- terrorismo è il rifi uto netto di riconosce- ciamo alla nostra libertà re alle e ai musulmani un’umanità pari a quella di tutte le altre persone. Non si tratta solo di casi come ad esempio Guantanamo, quanto della vita di tutti i giorni. Le e i musulmani che vi- vono in Europa (ammesso che riescano ad arrivarci) sono continuamente discri- minati, sorvegliati, biasimati, colpevoliz- zati, nonché spogliati di alcuni dei diritti (come la libertà di vestirsi, la libertà di pregare) che permettono loro di godere pienamente del principio di cittadinanza (quando questa gli viene concessa). Secondo la vulgata comune che as- socia tutti i/le credenti nell’Islam come degli avversari politici (da qui l’appello a “dissociarsi”) allo stesso livello degli islamisti violenti, la minoranza musulmana nel cosiddetto Occidente è soggetta a misure d’eccezione esattamente come in tutte le società razziste (si guardi Israe- le). Il tutto coadiuvato da una campagna ideologica martellante volta a legittimare la discriminazione. Fondamentalismo, fa- natismo, tribalismo, misogenia sono di

lettere 121 solito gli attribuiti con i quali è dipinta, La cosa che mi ha più sconcertato è ebrei (in Libano ci sono circa 18 con- anche a sinistra e nella cerchia libertaria, come Zanaz argomenti le sue risposte fessioni differenti per esempio) e/o atei. tutta la comunità islamica. con nozioni del tutto imprecise, quan- Leggendo l’intervista, dunque, si ha Per indicare questa avversione, da do non completamente false. Così, per l’impressione che l’obbiettivo di Zanaz sia tempo viene usato il termine islamofo- esempio, sulle origini e utilizzo del termi- quello di persuadere chi legge attraverso bia. Certo, poiché troppo legato al con- ne islamofobia (che è termine coloniale l’uso di pregiudizi, senza mai provare ad cetto di “paura” e soprattutto per l’uso francese e di inizio XX secolo). approfondire quanto detto. Che senso strumentale che realmente ne hanno Lo stesso quando parla di Arabia ha, per esempio, parlare di misogenia fatto alcune organizzazioni islamiche, Saudita che, contrariamente a quanto delle religioni, trattandole da fenomeni forse sarebbe più opportuno usare raz- detto dall’autore, nel 1911 fu protetto- astorici (da ateo per altro) e senza mai zismo anti-musulmano(a). Anche perché rato britannico e da quest’ultimo venne nemmeno citare la parola patriarcato? spostando l’accento dalla religione alle riconosciuto Regno. Altro esempio il Che senso ha generalizzare? Non è forse persone è più appropriato a indicare i celebre cliché: “la loro civilizzazione si la base di ogni razzismo quello di negare molteplici aspetti della discriminazione è fermata nel XII secolo” in cui Zazaz le varie specifi cità e individualità? e dell’oppressione subita dalle e dai sembra far sue le idee promulgate già Quanto al dato più politico, a chi credenti (o presunti tali). Non si tratta, a partire dall’Ottocento dai vari movi- sostiene – giustamente - che in quan- dunque, di sostenere una religione, né menti di rinnovamento e/o. Per il libero to persone anarchiche si ha il diritto di tanto meno di lasciar parola alla sua parte pensatore Zanaz i grandi imperi quali criticare tutte le religioni, mi verrebbe da più conservatrice e contro-rivoluzionaria quello Ottomano (XIV - XX secolo), quel- chiedere se sia veramente necessario, (dal 2011), quanto di sostenere che una lo Safavide (XVI – XVIII secolo), quello oggi, unirsi al coro del razzismo di Stato persona non può essere violata o privata Moghul (XVI - XIX secolo), il sultanato e delle destre che hanno fatto del raz- dei diritti solo perché musulmana. Mamelucco (XIII – XVI secolo) ed altri zismo anti-musulmano(a) e del razzismo Proprio per questo provoca grosso ancora fanno parte della “decadenza” anti-migrante (di cui una buona parte è sgomento il fatto che in ambito libertario del mondo islamico (sic!). Il che porte- musulmana) la loro ideologia dominante. circolino delle opinioni come quelle che rebbe comunque a chiedersi se davve- C’è da chiedersi, infi ne, se questo tipo Hamid Zanaz ha espresso nell’intervista ro l’autore sia convinto che prima del di generalizzazioni servano davvero alle sul penultimo numero (“Femminismo e XII secolo nella civilizzazione islamica donne e uomini che lottano nei paesi religione. Relazione impossibile”, “A” (dall’Atlantico al Pacifi co, dal Caucaso a maggioranza musulmana. O se piutto- 419, ottobre 2017). Non solo per l’im- all’Indonesia) la religione non fosse ele- sto legittimano chi mira a imporsi come postazione data al tema della sua nuova mento dominante. voce unica dell’Islam (Arabia Saudita in pubblicazione - di cui non mi occupe- Infi ne la confusione classica tra arabo primis). rò - quanto per gli argomenti usati nella e islamico che non tiene conto del fatto seconda parte delle risposte inerenti, che tante e tanti intellettuali egiziani, liba- Costantino Paonessa appunto, l’islamofobia. nesi, siriani sono per esempio cristiani, [email protected]

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni. Katia Cazzola (Milano) 10,00; Claudia Pinelli (Milano) 10,00; Rolando Frediani (Livorno) 20,00 Alberto Cacopardo (Firenze) 40,00; Cristina Lo Giudice (Valverde di Catania – Ct) 10,00; “ricordando P.I., la sua compagna”, 800,00; Luca Pelorosso (Sesto San Giovanni) 10,00; Monica Cerutti Giorgi (Bellinzona – Svizzera) 80,00; Santi Rosa (Novara) 10,00; Aurora e Paolo (Mila- no) ricordando Amelia Pastorello e Alfonso Failla, 500,00; Silvia Cortesi (Bresso – Mi) 10,00; Massimo Tor- sello (Milano) 50,00; Antonio Ciano (Gaeta – Lt) 20,00; Giuseppe Vincenti (Brescia) 10,00; Roberto Palladini (Nettuno – Rm) 10,00; Giorgio Chiarati (Roma) 5,00. Totale € 1.595,00. Ricordiamo che tra le sottoscrizioni registriamo anche le quote eccedenti il normale costo dell’abbonamento. Per esempio, chi ci manda € 50,00 per un abbonamento normale in Italia (che costa € 40,00) vede registrati tra le sottoscrizioni € 10,00. Abbonamenti sostenitori (quando non altrimenti specifi cato, si tratta dell’importo di cento euro). Massimo Pier Giuseppe Guerra (Verona); Tommaso Bressan (Forlì); Massimo Merlo (Lodi); Marcella Caravaglios (Messina); Renato Girometta (Vicobarone – Pc); Umberto Seletto (Torino); Antonella Fornoni (Bilbao – Spagna) 200,00; Giorgio Sacchet- ti (Arezzo); Angelo Carlucci (Taranto). Totale € 1.000,00.

122 lettere Abbonarsi A.A.A.Diffusore dovremo fare direttamente noi. A voi spetta I dieci comandamenti/5° “A” è una rivista mensile pubblicata rego- cercAsi anche il compito di verifi care nel corso dei larmente dal febbraio 1971. Siamo alla costante ricerca di nuovi diffusori. mesi che la rivista arrivi effettivamente (e con di Roberto Ambrosoli Esce nove volte l’anno (esclusi gennaio, Basta comunicarci il quantitativo di copie che quale eventuale ritardo) al punto-vendita; di agosto e settembre). si desidera ricevere e l’indirizzo a cui dobbia- comunicarci tempestivamente eventuali varia- Una copia € 4,00 / arretrato € 5,00 / ab- mo farle pervenire. L’invio avviene per posta, zioni nel quantitativo di copie da spedire; di bonamento annuo € 40,00 / sostenitore in abbonamento postale, con consegna diret- ritirare (secondo gli accordi che prenderete) da € 100,00 / ai detenuti che ne facciano tamente all’indirizzo segnalatoci. Il rapporto le copie invendute ed il ricavato del vendu- richiesta, “A” viene inviata gratis. con i diffusori è basato sulla fi ducia. Noi to, versandolo poi sul nostro conto corrente Prezzi per l’estero: una copia € 5,00 / chiediamo che ci vengano pagate (ogni due/ postale. un arretrato € 6,00 / abbonamento annuo tre mesi) solo le copie vendute, ad un prezzo € 50,00. scontato (2/3 del prezzo di copertina a noi, LeAnnaterilegate 1/3 al diffusore). Non chiediamo che ci ven- Sono disponibili tutte le annate ri- IpAgamenti gano rispedite le copie invendute e suggeria- legate della rivista. I prezzi: volume tri- I pagamenti si possono effettuare tramite: mo ai diffusori di venderle sottocosto o di re- plo 1971/72/73, € 200,00; volumi doppi galarle. Spediamo anche, dietro richiesta, dei 1974/75 e 1976/77, € 60,00 l’uno; volumi A. Pagamento con PayPal / Carta di bollettini di conto corrente già intestati per singoli dal 1978 al 2013, € 35,00 l’uno. Dal credito facilitare il pagamento delle copie vendute. 2012 in poi è stato necessario (a causa del I pagamenti a mezzo carta di credito si numero di pagine) suddividere l’annata possono effettuare esclusivamente dal in due tomi, per cui il costo è di € 70,00 nostro sito. complessivi per ciascuna annata. Sono editrice A disponibili anche i soli raccoglitori, B. Bonifi co sul conto bancario cioé le copertine delle annate rilegate Banca Popolare Etica - Filiale di Milano cas. post. 17120 - Mi 67 (cartone rigido telato nero, con incisi IBAN: 20128 Milano Mi in rosso sul dorso il titolo della rivista e IT10H0501801600000000107397 l’anno, con relativo numero progressivo) BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A 022896627 al prezzo di € 20,00 l’uno (dall’annata intestato a: Editrice A 2012 in poi il prezzo è di € 40,00 per- 0228001271 ché costituito da due tomi). I prezzi sono C. Versamento sul nostro conto cor- comprensivi delle spese di spedizione rente postale N.12552204 @ [email protected] postale per l’Italia; per l’estero aggiun- IBAN: www.arivista.org gere € 15,00 qualunque sia l’importo IT63M0760101600000012552204 della richiesta. CODICE BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX @A_rivista_anarc intestato a: Editrice A @ARivistaAnarchica Archivioonline Andando sul sito arivista.org si può D. Mediante assegno bancario o accedere all’archivio online della rivista, postale dove sono consultabili gratuitamen- intestato a: Editrice A soc. coop PiazziamolA te tutti i numeri dal n. 1 (febbraio 1971) (spedire a CAS. POST. 17120-MI 67 - Oltre che con la diffusione diretta, potete dar- all’ultimo uscito. L’archivio viene aggiornato 20128 Milano MI, Italia) ci una mano per piazzare la rivista in edicole, mensilmente. L’ultimo numero è consultabi- librerie, centri sociali, associazioni e qualsiasi le entro la fi ne del mese di copertina. Tutti i E. Contrassegno altra struttura disposta a tenere in vista “A” numeri a partire dal n. 383 (ottobre 2013) Verrà aggiunto un contributo di spese ed a pagare ogni tanto le copie vendute a sono anche scaricabili gratuitamente postali di € 5,00 qualunque sia l’importo voi direttamente oppure a noi. Come fare? in pdf. dell’acquisto. Voi contattate il punto-vendita, concordate il Per spedizioni voluminose c’è la possibilità quantitativo di copie da piazzare inizialmente, SeAnontiarriva... della spedizione con corriere senza nessu- ci segnalate tempestivamente nominativo ed Il n. 420 (novembre 2017) è stato spe- na aggiunta di spese rispetto alla spedizio- indirizzo esatto del posto (cosicché, tra l’altro, dito in data 3 novembre 2017 dal Centro ne postale. Contattate la redazione. noi lo si possa subito inserire nell’elenco che Meccanografi co Postale (CMP) di Milano compare sul sito). Lo sconto è del 50% sul Roserio. Chi entro il 20 del mese di co- CopiAomaggio prezzo di copertina. Per noi l’importante pertina non ha ancora ricevuto la copia o A chiunque ne faccia richiesta inviamo una è che la rete di vendita di A si allarghi il pacchetto di riviste, può comunicarcelo copia-saggio della rivista. sempre più. Fateci poi sapere se sarete e noi provvederemo a effettuare una nuova voi a rifornire il punto-vendita oppure se lo spedizione.

A partire da "A" 416 (maggio 2017) Roberto Ambrosoli, numero dopo numero, sta proponendo i dieci comandamenti.

Anarchik 123 che comprenda insélalottamaanchevita… in cuisiriconosca ilmilitantemaanchepoeta, Si inventi così unanarchismo cangianteemultiforme orgogliosi diesserlo acquistabile inlibreria esulsitowww.eleuthera.it – antologiadiscritti AMEDEOBERTOLO per informazioniecontatti:[email protected] Anarchici e S irriducibile alleculture dominanti. deve mutarsi,restando peròunamutazione assimilarsi edessere assimilato. L’anarchismo senza perdere ciòchelofadiverso, unico,senza senza perdersi nelcorsodiquestatrasformazione, trasformazione cheiocredo necessariaeurgente, l’anarchismo passiattraverso quellaprofonda 328 pp.-€15,00

senso d’identità anarchica èpossibileche diffuso, orgoglioso olo conunforte, foto: Roberto Gimmi

Mittente: EDITRICE A • cas. post. 17120 - Mi 67 • 20128 MILANO Mi • In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.

rivista anarchica n 421 dicembre 2017 / gennaio 2018

mensile €• 4,00 • dicembre 2017 / gennaio 2018 • anno 47 • n. 9 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano rivista anarchica rivista 421 l’anar Localismi big data• di Pinelli• Svampa del libro • Pinar Selek “A” ritorna CarloCafiero• musica&idee• chismo (4) 89 • 89 • 9recensioni• tavola/E. Armand • tavola/E. Pisa/convegnosuLucianoDellaMea • ricordandoDanielViglietti • Grecia/autogestioneallaVio.Me San GiovanniValdarno/via OtelloGaggi • migranti• • storia/Umberto Vanguardia storia/Umberto • intervistaagliUaragniaun• letteradalfuturo• Livorno/alluvione• ergastolo• anouslalibertè• NewYork/un’isola-carcere • guidaApache taoismoeanarchismo Rojava/intervistaa • Francoforte/fiera posta• •

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