Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Allegato 1 – Linee guida di attuazione

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Comune di Comune di Cappelle Sul

Comune di Città Comune di Sant’Angelo

Comune di Comune di

Comune di Comune di

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano” ECAD Comune di Spoltore in collaborazione con EAS Comune di Città Sant’Angelo

Azienda ASL di – Area Distrettuale Metropolitana

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Piano sociale distrettuale (P.S.R. 2016/2018)

Piano Distrettuale Sociale – Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

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Sito internet dell’Ambito distrettuale sociale www.comune.spoltore.pe.it www.comune.cittasantangelo.pe.it

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Indice

Presentazione ...... 5 SEZIONE 1. ASSETTI ISTITUZIONALI E FORMAZIONE DEL PIANO DISTRETTUALE ...... 6 1.1. Gli assetti istituzionali dell’Ambito distrettuale ...... 6 1.2. L’Ufficio di Piano ...... 7 1.3. Il processo di formazione del Piano sociale distrettuale ...... 7 1.4. Il Gruppo di Piano ...... 9 1.5. La Conferenza locale socio-sanitaria e gli assetti di integrazione ...... 17 1.6. Modalità, tempi e strumenti per la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni ...... 17 SEZIONE 2. IL PROFILO SOCIALE LOCALE ...... 18 2.1. Analisi delle tendenze demografiche ...... 18 2.2. Dimensione socio-economica del territorio e delle zone ...... 37 2.3. Analisi dei fabbisogni sociali e di salute ...... 49 2.4. L’attuale sistema di offerta ...... 71 2.5. Analisi degli impatti della precedente programmazione ...... 72 2.6. Quadro dei principali fabbisogni emersi, criticità e prospettive di miglioramento ...... 79 SEZIONE 3. LE PRIORITA’ E LE STRATEGIE DEL PIANO DISTRETTUALE SOCIALE ...... 83 3.1. Priorità generali per il benessere sociale e di salute ...... 83 3.2. Obiettivi della programmazione ...... 83 3.3. Strategie di attuazione ...... 84 3.4. Strategie di sistema per l’integrazione socio-sanitaria ...... 84 SEZIONE 4. LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE E SOCIO-SANITARIA ...... 86 Asse Tematico 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di servizio sociale ...... 86 Asse Tematico 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza ...... 101 Asse Tematico 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto alle povertà ...... 112 Asse Tematico 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica ...... 118 Asse Tematico 5 - Strategia per le persone con disabilità ...... 132 Asse Tematico 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo ...... 145 Asse Tematico 7 - Strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia ...... 150 Quadro generale sinottico degli interventi e dei servizi inseriti nel Piano distrettuale ...... 155 SEZIONE 5. L’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA ...... 157 5.1. Misure di integrazione istituzionali ...... 157 5.2. Misure di integrazione fra servizi ...... 157 5.3. Misure di integrazione professionale ...... 157 SEZIONE 6. LE AZIONI PER IL MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA LOCALE E LA CO- PROGETTAZIONE ...... 158 6.1. Definizione del sistema di affidamento dei servizi e degli interventi ...... 158 6.2. Le misure per la valorizzazione del terzo settore, dell’economia e dell’impresa sociale ...... 158 6.3. Linee guida del regolamento per l’accesso dei servizi ...... 159 6.4. La composizione e il funzionamento dell’Ufficio di Piano e degli Uffici di Gestione sociale . 160 6.5. Sistema informativo di monitoraggio, valutazione, controllo dei servizi e degli interventi ...... 161 6.6. Linee di indirizzo per il bilancio sociale ...... 164 SEZIONE 7. LA POLITICA DELLA SPESA E I QUADRI DI PREVISIONE ...... 166 SEZIONE 8. ALLEGATI ...... 168

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Presentazione

Il Piano Distrettuale Sociale dell’Ambito Metropolitano è stato predisposto in ottemperanza a quanto previsto dal Piano Sociale Regionale 2016/2018.

Il Piano rappresenta lo strumento di programmazione che consentirà, nei prossimi anni, l’erogazione di servizi e di interventi per rispondere concretamente alle esigenze dei Cittadini, con particolare attenzione alla complessità delle problematiche e situazioni di fragilità, di bisogno e di disagio.

Il documento individua le priorità strategiche e gli obiettivi di servizio da realizzare nel periodo di riferimento.

Mi preme evidenziare l’attività svolta dall’Ufficio di Piano, organo che la normativa individua per la progettazione e attuazione del Piano Distrettuale Sociale, che si è concretizzata nel percorso di concertazione, condivisa e partecipata, attraverso momenti di confronto con le istituzioni, l’associazionismo, il terzo settore, i sindacati, quali risorse fondamentali per realizzare una programmazione comunitaria.

Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ai tavoli tematici, alla concertazione, agli incontri tecnici ed amministrativi, alle Conferenze dei Sindaci, perché il documento che presento è il frutto del lavoro di tutti loro.

Il Sindaco del Comune di Città Sant’Angelo

Gabriele Florindi

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SEZIONE 1. ASSETTI ISTITUZIONALI E FORMAZIONE DEL PIANO DISTRETTUALE

1.1. Gli assetti istituzionali dell’Ambito distrettuale Gli assetti istituzionali dell’Ambito distrettuale sono i seguenti: 1) l’area tecnico-sociale vede il proprio ruolo definito in funzione di due aspetti distinti ma funzionalmente correlati: - la progettazione ed il coordinamento delle attività operative; - l’attività operativa in senso stretto. Questi due aspetti sono tra loro in costante comunicazione: il primo rappresenta il collegamento tra gli obiettivi dell’Ambito e la struttura decisionale, il secondo rappresenta il collegamento diretto tra il cittadino e l’Ambito stesso; di conseguenza l’area tecnico-sociale è investita di una fondamentale attività di comunicazione bidirezionale poiché fornisce al cittadino servizi e riceve dal cittadino stesso i flussi di ritorno per una futura programmazione. Ciò consente di puntare al raggiungimento della massima efficacia delle attività con il migliore contributo (anche se indiretto) del cittadino al funzionamento ottimale dei servizi. 2) L’area gestionale è destinata alla ricerca, di concerto con le altre aree, delle opportunità di progettazione di cui il settore sociale dispone, nella forma dei contributi erogati da altri Enti (Regione, Ministeri, UE, Fondazioni, etc.). Inoltre si occupa della gestione contabile e funzionale, nonché della programmazione economica e della verifica in itinere del raggiungimento degli obiettivi prefissati. La massima collaborazione, in senso orizzontale con le altre aree dell’Ambito ed in senso verticale con gli Enti e le aziende collegate che operano direttamente sul territorio, diventa in questa area strategica la chiave di lettura per il raggiungimento della massima efficacia; se l’attività gestionale non è supportata da tutta la struttura, ed a sua volta non supporta le altre aree, si otterrà un conseguente isolamento di tutte le funzioni dell’Ambito. 3) L’area amministrativa dell’Ambito, orientata istituzionalmente al buon funzionamento delle procedure giuridiche che necessariamente un Ente Pubblico deve rispettare, costituisce la base di partenza per entrambe le atre due aree poiché dall’attività amministrativa si ricava la prima forma di archivio di dati necessario alla programmazione gestionale e di conseguenza delle attività sociali.

Il Tavolo tecnico permanente socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano A far data dal 2009 è attivo presso l’Ambito Metropolitan il Tavolo Tecnico Permanente di Supporto all’Ufficio di Piano. Esso è costituito dalle Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale), presso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari e presso l’Unità Valutativa Multidimensionale, quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso, con funzioni di: - supporto all’Ufficio di Piano nella lettura e rilevazione del bisogno, nell’analisi delle problematiche sociali del territorio, nella progettazione e gestione di servizi e progetti; - coinvolgimento e consultazione di cittadini, testimoni privilegiati, terzo settore, associazioni ed altri soggetti portatori di specifici bisogni, tutti soggetti interessati alla valutazione dei servizi erogati; - consultazione di responsabili di servizi, amministratori, referenti di altri Enti e servizi territoriali, esperti, etc.; - organo consultivo della Conferenza dei Sindaci; - tavolo di lavoro mensile sulla gestione di servizi e progetti, per la risoluzione di problematiche legate alla gestione quotidiana e particolari criticità riferite all’utenza.

Il Tavolo Amministrativo E’ costituito dai responsabili dei servizi sociali dei comuni di ambito e coordinato dal Responsabile dell’Ufficio di Piano, quale tavolo di lavoro sulla programmazione e gestione dei servizi, che può attivarsi in merito alla definizione delle modalità di utilizzo delle risorse, per risolvere problematiche di gestione dei servizi, anche coinvolgendo i soggetti gestori degli stessi.

1.2. L’Ufficio di Piano Si evidenzia l’operatività attuale dell’Ufficio di Piano, costituito dalle seguenti figure:  n.2 istruttori: di cui n.1 istruttori dei servizi sociali a tempo pieno e n.1 istruttore di ragioneria con occupazione parziale;  n.2 responsabili: di cui n.1 responsabile dei servizi sociali a tempo pieno e n.1 responsabile dei servizi economico-finanziari con occupazione parziale. Sarà assicurata dall’AziendaUSL,in particolare per la parte dei servizi socio-sanitari integrati, la presenza di un

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referente all’interno dell’Ufficio di Piano.

1.3. Il processo di formazione del Piano sociale distrettuale L’Ambito Metropolitano è costituito da 12 Comuni (Brittoli, , Catignano, Cepagatti, Città Sant’Angelo, Civitaquana, Elice, Moscufo, Nocciano, Pianella, Rosciano, Spoltore), conseguentemente la responsabilità di indirizzo politico-amministrativo appartienealla Conferenza dei Sindaci, costituita dai Sindaci di tutti i Comuni appartenenti all’Ambito, o loro delegati.

L’attività di costituzione dell’Ambito Metropolitano n.16 ha preso avvio in data 02.11.2016, con l’insediamento della Conferenza dei Sindaci, l’approvazione del Regolamento di funzionamento della stessa e l’individuazione della forma associativa per la gestione associata dei servizi sociali. L’avvio del processo di programmazione sociale e socio- sanitaria è stato dato dal Sindaco del Comune di Spoltore (Comune di maggior dimensione demografica). La costituzione della Conferenza dei Sindaci nonha previsto nuovi o maggiori oneri a caricodella finanza pubblica, al fine di assicurare l’invarianza della spesa per il bilancio della Regione e delle altreAmministrazioni pubbliche interessate. Ai componenti della Conferenza dei Sindaci non vengono attribuiti compensi,gettoni di presenza o rimborsi spesa.

La costituzione formale dell’Ambito ha richiesto un duplice adempimento (Conferenze dei Sindaci in data 2 e 24 novembre 2016): • insediamento della Conferenza dei Sindaci di Ambito, su iniziativa e convocazione a cura del Sindaco delComune di maggior dimensione demografica. Nella seduta di insediamento la Conferenza ha deliberato in merito alle norme di procedura per le sue riunioni eattività, approvando il testo del Regolamento del proprio funzionamento. L’ECAD è stato individuato nel Comune di Spoltore; il legale rappresentante del Comune di Spoltore è stato, quindi, individuato quale coordinatore della Conferenza dei Sindaci dell’Ambito distrettuale sociale e allo stessosono state attribuite le funzioni di presidenza e rappresentanza; • scelta da parte dei Comuni dell’Ambito, su proposta della Conferenza dei Sindaci, della forma associativa della Convenzione ex art. 30 del Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, prescelta per la gestione associata delle funzioni e dei servizi sociali. Tutti i Comuni hanno deliberato formalmente la scelta della forma associativa individuata (deliberazioni di Consiglio Comunale di approvazione del Regolamento della Conferenza dei Sindaci, individuazione del comune capofila, individuazione della forma associativa ed approvazione della convenzione: Comune di Cappelle sul Tavo n.34 del 03.12.2016, Comune di Catignano n.21 del 05.12.2016, Comune di Cepagatti n.59 del 06.12.2016, Comune di Città Sant’Angelo n.109 del 30.11.2016, Comune di Elice n.24 del 05.12.2016, Comune di Moscufo n.17 del 05.12.2016, Comune di Nocciano n.43 del 01.12.2016, Comune di Rosciano n.36 del 05.12.2016, Comune di Spoltore n.69 del 06.12.2016, Comune di Brittoli n.22 del 09.12.2016, Comune di Civitaquana n.29 del 09.12.2016, Comune di Pianella n.45 del 20.12.2016).

L’Ambito Metropolitano n. 16 veniva, quindi, formalmente costituito.

Non sono state costituite “Zone di gestione sociale”.

Le risorse necessarie per l’esercizio delle funzioni dell’Ambito distrettuale, sono state individuate e quantificate e saranno conferite dai Comuni all’Ente Capofila dell’Ambito Distrettuale Sociale, nel rispetto di modalità e procedure di cui alla Convenzione approvata.

E’ stato istituito l’Ufficio di Piano, appartenente allastruttura dell’ECAD, costituito dal Responsabile dei Servizi Sociali, dal dipendente addetto e dal Responsabile dei Servizi Finanziari (Conferenza dei Sindaci in data 22.12.2016).

L’Ufficio di Piano viene rafforzato per il tramite della collaborazione interistituzionale con l’Azienda USL, in particolare per la parte dei servizi socio-sanitari integrati.

Successivamente la Regione Abruzzo con L.R. n.4 del 12.01.2017, art.1, commi 14 e 15, stabiliva di prorogare fino al 30.06.2017 la gestione dei servizi sociali ad opera dei vecchi Ambiti Territoriali Sociali.

I Comuni dell’Ambito Metropolitano prendevano atto di quanto sopra con deliberazioni della Conferenza dei Sindaci, con le quali stabilivano di: 1) prendere atto di quanto stabilito dal Consiglio regionale, con particolare riferimento alla disciplina transitoria, dal 1° gennaio 2017 al 30 giugno 2017, relativamente all’obbligo di garantire in proroga i servizi in corso di

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svolgimento da parte degli ambiti territoriali sociali di cui alla deliberazione di Consiglio regionale n. 47/2 del 24/10/2006; 2) conseguentemente sospendere, nelle more della risposta della Regione al quesito rivolto dal Comune di Spoltore, ai sensi dell’articolo 21 quater, comma 2, della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e ss.mm.ii., nel periodo transitorio dal 1° gennaio 2017 al 30 giugno 2017, gli atti adottati (individuazione ECAD, convenzione, regolamento per il funzionamento della conferenza dei Sindaci e cessione del contratto di gestione dei servizi), nella parte incompatibile con il contenuto delle sopravvenute disposizioni regionali e, per l’effetto, procedere alla seguente ricognizione della disciplina applicabile: dal 1°gennaio 2017 al 30 giugno 2017, il Comune di Città Sant’Angelo continuerà a svolgere le funzioni di Ente di Ambito Sociale, mentre il Comune di Spoltore subentrerà nell’esercizio delle funzioni di Ente Capofila del Distretto Sociale a partire dal 1° luglio 2017.

Il Piano sociale prevede lo sviluppo della programmazione integrata socio-sanitaria, al fine di orientare e coordinare gli obiettivi, l’attività e le risorse di diversi livelli istituzionali coinvolti. Tutto ciò ha avuto il suo culmine nell’accordo di programma tra l’Ambito distrettuale sociale e l’Azienda USL per l’adozione del piano sociale di ambito, di cui all’articolo 19 della legge 328/2000, approvato con decreto sindacale.

L’attuazione delle scelte in materia di integrazione socio-sanitaria a livello istituzionale, è stata resa possibile attraverso l’azione di raccordo tra l’Ambito distrettuale sociale e l’Azienda USL, che operativamente si realizza attraverso la Convenzione socio-sanitaria, stipulata fra l’Ambito e l’Azienda USL sulla base delle Linee guida e schema-tipo regionale, in data 02.03.2017.

La Conferenza dei Sindaci ha attivato la concertazione preliminare con l’Azienda USL per la definizione delle scelte in materia di programmazione socio-sanitaria.

Con le note n.10/DS del 11.01.2017 e n.43/DS del 17.02.2017, l’Azienda USL di Pescara comunicava i nominativi dei facenti parte del gruppo di lavoro socio-sanitario per l’Area Distrettuale Metropolitana: Servizio Referente individuato Coordinamento Consultori Dirigente Medico Dott.ssa Maria Carmela Minna Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta Dirigente Medico Dott. Enrico Lanciotti Centro di Salute Mentale Pe Nord Dirigente Medico Dott. Francesco Londrillo SER.D.- Servizio per le Dipendenze Patologiche Dirigente Medico Dott. Moreno Di Pietrantonio Neuropsichiatria Infantile Dirigente Medico Dott. Renato Cerbo SIGAD - Servizio Inclusione Sociale di Giovani Adulti Dirigente Medico Dott.ssa Sheila Ferri con Disabilità Neuropsichica Centro Diagnosi Assistenza Alzheimer Dirigente Medico Dott. Marco Di Donato Distretto Sanitario Metropolitano Dirigente Medico Dott.ssa Rita Mazzocca Distretto Sanitario Metropolitano Dirigente Medico Dott. Enrico Lanciotti - Servizio ADI Distretto Sanitario Metropolitano Dirigente Medico Dott.ssa Margherita D’Agostino – Servizio PUA/UVM

Si è proceduto ad effettuare, in sede di Tavolo Tecnico ed Amministrativo (17.02.2017), l’esame delle problematiche emerse nella passata gestione di Ambito (emerse nell’incontro tenuto con gli attuali gestori dei servizi di Piano) nonché le priorità da discutere nella conferenza socio-sanitaria.

L’attuazione del raccordo istituzionale in materia di integrazione socio-sanitaria è avvenuta ad opera della Conferenza locale integrata socio-sanitaria (CLISS), istituita con nota n. 4655 del 23.02.2017, costituita dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ambito distrettuale sociale e dal Direttore generale dell’Azienda USL osuo delegato, che assume il ruolo di organo comune per l’esercizio associato delle funzioni disciplinate dallaConvenzione socio- sanitaria. La costituzione della Conferenza localeintegrata socio-sanitaria (CLISS) non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Ai componenti della Conferenza locale integrata socio- sanitaria (CLISS) non sono attribuiti compensi,gettoni di presenza o rimborsi spesa.

In data 02.12.2016 il Tavolo Tecnico Permanente Socio-Sanitario di supporto all’Ufficio di Piano si riuniva ed individuava gli Enti e le Associazioni che avrebbero costituito il Gruppo di Piano dell’Ambito.

Nella Conferenza dei Sindaci in data 22.12.2016 si provvedeva - ad approvare il logo di Ambito; - ad istituire il Gruppo di Piano e ad individuarne e nominarne i relativi componenti, insieme agli indirizzi generali

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per lo svolgimento delle attività; - ad approvare la composizione del Gruppo di Piano.

Il Gruppo di Piano è l’organismo cui sono attribuite responsabilità in ordine alla formazione, attuazione e verificadel Piano sociale di ambito. Esso funge da strumento operativo della Conferenza deiSindaci e la sua durata corrispondente a quella del Piano sociale di ambito. Il Gruppo di Piano ha lavorato per Tavoli Tematici (Anziani, Disabili, Minori e Famiglia, Inclusione Sociale ed Immigrazione, Terzo Settore, Servizi Sanitari) in data 02-06-07-09.03.2017, ha individuato e nominato un coordinatore con il compito di convocare le sedute, coordinare i lavori, redigere i verbali e i rapporti da inoltrare alla Conferenza dei Sindaci circa l’andamento dei lavori, ed ha provveduto all’approvazione del Regolamento del proprio funzionamento. Esso ha consentito la partecipazione ed il coinvolgimento delle diverse realtà locali e si è occupato stesura del Piano dell’Ambito. Si occuperà anche della valutazione del Piano stesso. Il Gruppo di Piano è composto da rappresentanti (politici e tecnici) degli enti locali, della comunità locale nelle suediverse espressioni (volontariato, cooperazione, associazioni, fondazioni, ecc.). La costituzione del Gruppo di Piano non comporta oneri a carico della finanza pubblica. Ai componenti del Gruppodi Piano non sono stati attribuiti compensi, gettoni di presenza o rimborsi spesa. Si è provveduto alla stesura del profilo sociale locale per far emergere ed analizzare i bisogni del territorio, nonché per individuare le priorità d’intervento e gli obiettivi che si intendono raggiungere. La stesura del profilo sociale è avvenuta in seno al Gruppo di Piano. Il profilo sociale è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci in data 10.03.2017.

Si è proceduto all’individuazione delle priorità e degli obiettividel Piano sulla base delle indicazioni del profilo socialelocale attraverso i lavori del Gruppo di Piano.

Si è proceduto, quindi, alla stipula ed adozione: - dell’accordo di programmasottoscritto da tutti i partecipanti, su iniziativa della Conferenza dei Sindaci (ciascun sottoscrittore ha provveduto all’approvazione preliminare del piano sociale di ambito da parte degli organi competenti, secondo il proprio ordinamento, senza obbligo di allegazione ed invio dell’atto alla Regione); all’accordo hanno partecipato anche l’ASP – Pescara e l’Azienda USL - Pescara; ciascun soggetto sottoscrittore dell’accordo di programma è tenuto all’approvazione preliminare del piano di zona da parte degli organi competenti, nel rispetto del proprio specifico ordinamento, senza, tuttavia, che si configuri l’obbligo di trasmissione, alla Regione Abruzzo, dell’atto di approvazione; - dello schema di regolamento per l’accesso ai servizi; - della convenzione socio-sanitaria stipulata fra Ambito distrettuale e Azienda USL; - del verbale dell’accordo formale di concertazione sindacale.

1.4. Il Gruppo di Piano In data 02.12.2016 il Tavolo Tecnico Permanente Socio-Sanitario di supporto all’Ufficio di Piano si riuniva ed individuava gli Enti e le Associazioni che avrebbero costituito il Gruppo di Piano dell’Ambito.

Nella Conferenza dei Sindaci in data 22.12.2016 si provvedeva - ad approvare il logo di Ambito; - ad istituire il Gruppo di Piano e ad individuarne e nominarne i relativi componenti, insieme agli indirizzi generali per lo svolgimento delle attività; - ad approvare la composizione del Gruppo di Piano.

Il Gruppo di Piano è l’organismo cui sono attribuite responsabilità in ordine alla formazione, attuazione e verificadel Piano sociale di ambito. Esso funge da strumento operativo della Conferenza deiSindaci e la sua durata corrispondente a quella del Piano sociale di ambito. Il Gruppo di Piano ha lavorato per Tavoli Tematici (Anziani, Disabili, Minori e Famiglia, Inclusione Sociale ed Immigrazione, Terzo Settore, Servizi Sanitari) in data 02-06-07-09.03.2017, ha individuato e nominato un coordinatore con il compito di convocare le sedute, coordinare i lavori, redigere i verbali e i rapporti da inoltrare alla Conferenza dei Sindaci circa l’andamento dei lavori, ed ha provveduto all’approvazione del Regolamento del proprio funzionamento. Esso ha consentito la partecipazione ed il coinvolgimento delle diverse realtà locali e si è occupato stesura del Piano dell’Ambito. Si occuperà anche della valutazione del Piano stesso. Il Gruppodi Piano è composto da rappresentanti (politici e tecnici) degli enti locali, della comunità locale nelle suediverse espressioni (volontariato, cooperazione, associazioni, fondazioni, ecc.). La costituzione del Gruppo di Piano non

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comporta oneri a carico della finanza pubblica. Ai componenti del Gruppodi Piano non sono stati attribuiti compensi, gettoni di presenza o rimborsi spesa.

Si è provveduto alla stesura del profilo sociale locale per far emergere ed analizzare i bisogni del territorio, nonché per individuare le priorità d’intervento e gli obiettivi che si intendono raggiungere. La stesura del profilo sociale è avvenuta in seno al Gruppo di Piano.

Il profilo sociale è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci in data 10.03.2017.

Si è proceduto all’individuazione delle priorità e degli obiettividel Piano sulla base delle indicazioni del profilo socialelocale attraverso i lavori del Gruppo di Piano.

Tavolo tematico sui Servizi Sanitari e Socio-Sanitari Servizio Referente individuato Coordinamento Consultori Dirigente Medico Dott.ssa Maria Carmela Minna Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta Dirigente Medico Dott. Enrico Lanciotti Centro di Salute Mentale Pe Nord Dirigente Medico Dott. Francesco Londrillo SER.D.- Servizio per le Dipendenze Patologiche Dirigente Medico Dott. Moreno Di Pietrantonio Neuropsichiatria Infantile Dirigente Medico Dott. Renato Cerbo SIGAD - Servizio Inclusione Sociale di Giovani Adulti Dirigente Medico Dott.ssa Sheila Ferri con Disabilità Neuropsichica Centro Diagnosi Assistenza Alzheimer Dirigente Medico Dott. Marco Di Donato Distretto Sanitario Metropolitano Dirigente Medico Dott.ssa Rita Mazzocca Distretto Sanitario Metropolitano Dirigente Medico Dott. Enrico Lanciotti - Servizio ADI Distretto Sanitario Metropolitano Dirigente Medico Dott.ssa Margherita D’Agostino – Servizio PUA/UVM

Tavolo tematico Minori e Famiglie SOGGETTI INDIRIZZO TELEFONO/F MAIL REFEREN AX TE

Ministero Grazia e Via Giovanni 085 65388 uepe.pescara@ giustizia.it direttore Giustizia UEPE Ufficio Chiarini, 126, Mariantoni Esecuzione Penale Esterna 65126 Pescara PE etta Cerbo Dipartimento Via Alento, 76 - Telefono [email protected] Amminsitrazione 65121 Pescara 085432111 [email protected] Penitenziaria (PE) Fax 0854321120

Tribunale per i Minorenni Via Acquasanta 1 086248411 tribmin.laquila@ giustizia.it Presidente di L'Aquila L'Aquila Correa

Ministero Grazie e Via Antonio Lo 085 205 8848 ussm.pescara.dgm@ giustizia.it res. Giustizia USSM Feudo, 65129 Albertanton Ufficio Servizio Sociale Pescara PE ia Arapu Minorenni Questura di Pescara Ufficio Via Pesaro, 7, 085 20571 anticrimine. quest.pe@ ref. Mara

Minori 65121 Pescara PE pecps.polizia distato.it Raffaele CARABINIERI Viale Gabriele 085 450801 [email protected] COMANDO D'Annunzio 149 [email protected] PROVINCIALE [email protected] PESCARA Ufficio Provinciale Via Fax 085 [email protected] dirigente Scolastico Pescara - Passolanciano, 75, 4246214 [email protected] Saccomand referente per disabilità 65124 Pescara PE tel. 085 42461 i Sabrina

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ASSOCIAZIONE DI Via S. Tommasi n. 389 2427508 [email protected] Resp. VOLONTARIATO 86 65126 Massimo e “STELLA DEL MARE” PESCARA Mariella Pescara Marcucci Affido Familiare CAV Via Monte 085 694038 centrodiaiuto [email protected] presidente CENTRO AIUTO ALLA Petroso, 6/8 prof. VITA Organizzazione di 65124 Pescara Patrizio De Volontariato Caris

Fondazione Focolare Piazza Don Silvio tel: +39 085 [email protected] Maria Regina De Annuntiis 9461127 64020 Scerne di fax: +39 085 Pineto (TE) 9461282

Orec Osservatorio Via Torre Costiera Cell. Carmen orec.abruzzo @yahoo.it Regionale Crimilonogia Fedele prevenzione, ricerca e 327 8398432 tutela in ambito criminologico CEIS - CENTRO DI V.le Vittoria Tel. ceis.pe@ cespe.net SOLIDARIETA' Colonna 8 PE 085.4151199 [email protected] Fax 085.4174523

CENTRO Via Tavo 248 PE Tel. 085 info@centro ananke.it ref. Rita ANTIVIOLENZA 4283851 - Pellegrini ANANKE ONLUS 0854315294 FAMIGLIE PER Via De Amicis 37, 3357306249 famiglieperaccoglienza.abruzzo@g Centorame

L'ACCOGLIENZA 65123 Pescara 085/28888 mail.com Alessndra (PE) asilo nido IL TEMPIO Via Salara 1 Città patrizia.bonaccorso@ libero.it Di DELL'INFANZIA S.A.S. S. Angelo Bonaccorso DI BONACCORSO Patrizia PATRIZIA & C.

Associazione BLU VIA ALDO 0859727172 [email protected] Maria DREAMS (gestione nido MORO 91/93 0852016725 Stefania privato) 65019 Peduzzi PIANELLA (PE) associazione di nido comunale 3920090409 Ilgrilloparlante [email protected] Saraneco promozione sociale IL C.da Fontanoli 17 Simonetta GRILLO PARLANTE Pianella - sede legale (nido comunale) legale rappresenta associazione Via nte Roma San Giovanni Teatino (CH)

Associazione "Insieme per C.da Prato S. 085847528 [email protected] pres. Elio Matteo" Lorenzo 47 La Selva Nocciano

AVIS Nocciano Via Prato S 3896910369 [email protected] pres. Giulia Lorenzo 2 Angelucci Nocciano

ASS. ABDEF BAMBINI Via D'Ortenzio Tel. abcdef.onlus@ gmail.com Gionata Di CON DIABETE Cepagatti 3476980472 Francesco Presidente 3476980472 Nido d'infanzia Il cerchio Via Tre Croci 3 3930067541 ilcerchiomagico. Roberta

magico Cepagatti [email protected] Vadini

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Associazione Sportiva Via Santa Chiara 3478826319 pallamano.csa@ gmail.com Presidente Dilettantistica Pallamano n. 6 c/o Remigio Fabrizio Fabrizio Remigio

Associazione Sportiva Via D'Annunzio n. 3388768691 volley.csa@ libero.it Presidente Dilettantistica Volley 91 c/o Remigio Enio Enio Remigio

AIMF Associazione Piazza v. 349 4639973 [email protected] Consigliere Italiana Mediatori Emanuele II n.13 Regionale Familiari 64012 Dott.ssa Campli (Te) Giulia Ricci

Tavolo tematico Inclusione Sociale ed Immigrazione TAVOLO TEMATICO INCLUSIONE SOCIALE ED IMMIGRAZIONE SOGGETTI INDIRIZZO TELEFONO/F MAIL REFEREN AX TI

Prefettura di Pescara Piazza italia 30 PE tel. maria.dicesare@ interno.it Dirigente Ufficio Immigrati 0852057507 Dell'Area: (chiedere referenti per i Dott.ssa CAS - MSNA) Maria Di Cesare Questura di Pescara Via Pesaro, 7, Tel 085 20571 immig.quest.pe@pecps. Resp.

Ufficio Immigrati 65121 Pescara PE - fax poliziadistato.it Dott.ssa (referente per i CAS - 0852057397 Carusi MSNA)

CENTRO PER via Passolanciano, Telefono: cpi.pescara@ provincia.pescara.it L'IMPIEGO - 75 65124 085.205521 pescara Fax: 085.20552277

CENTRO PER Piazza Luca da 085 8279583 cpi.penne@ provincia.pescara.it Isidoro L'IMPIEGO - Penne, 11 65017 Tabilio Sez. Distaccata di Penne Penne

ON THE ROAD ONLUS SEDE LEGALE e Tel. [email protected] MARTINSICURO OPERATIVA +39.0861.7966 Prostituzione/ tratta esseri ASSOCIAZIONE 66 - 762327 umani/violenza di genere/ Via delle Lancette Fax senza fissa dimora n. 27 – 64014 +39.0861.7651 (TE) 12 CARITAS DIOCESANA Piazza S. Cetteo 2 tel. [email protected] - PESCARA - PENNE PE 0856922386 [email protected]

CNA SERVIZI PESCARA Via Cetteo Ciglia 0854315200 [email protected] direttore 8 fax Carmine 0854314730 Salce

L.A.A.D - LEGA Viale G. Bovio, Tel: [email protected] Giovanni ABRUZZESE ANTI 293 - 65124 - 085/4710554 Cordova DROGA ONLUS Pescara Fax: responsabil 085/4710554 e FOCUS Srl percorsi Via Santina 085 4159868 / [email protected] integrati di orientamento, Campana, 24 - 4164995 - formazione ed assistenza 65125 Pescara Fax 085 all’inserimento (PE) 9112092 lavorativo/creazione d’impresa

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 12

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

A.D.I. Associazione donne c/o ARCI Via 3401066101 [email protected] Pres.: immigrate Palermo 41 Latifa (accompagnamento Pescara Belkacem all'inserimento lavorativo, ricongiungimento familiare, sanitario, mediazione culturale) PROTEZIONE CIVILE Via Londra 26 presidente@protezionecivilemodavis coordinator

MODAVI Spoltore poltore.it e abruzzese Livio D'Orazio ALBA - Ass. Albanese c/o Comune di 3477617962 informaimmigrati@ Teuta dell'Abruzzo Onlus Francavilla al comune.francavilla.ch.it Spahiu mare C.so Roma [email protected] Centro per la formazione e Trav. di Via 0871565020 [email protected] Prof.ssa M. l'Istruzione degli adulti di Teramo - 66100 pemm107001@ pec.istruzione.it Antonella Pescara-Chieti Chieti Ascani

Tavolo tematico Disabilità e Non Autosufficienza SOGGETTI INDIRIZZO TELEFONO/F MAIL REFERENTE AX

Fondazione Papa Paolo VI – Via Pesaro, n.9 - 085 421 2694 [email protected] Centro Adriatico Pescara

San.Stef.A.R.- Centro Viale Gran tel. amministrazione@sanstefarabru

Ambulatoriale Di Sasso 1 66100 0859210025 zzo.it Riabilitazione Chieti (direzione generale) Istituto Don Orione Via Aterno, fax ([email protected] D'Angelo n.174 085/4310760 – [email protected] ) Massimo - Di 65128 Pescara 085/51542 tel. fiore Renato 0854310570 CODICI – Centro per i Via C. Alberto tel. /fax codici.abruzzo@ codici.org Coord. Regione Diritti del Cittadino Dalla Chiesa, 15 08577211 codici.pescara@ codici.org Abruzzo Dott. D'Andrea Giovanni

UNIONE ITALIANA Via Palermo, tel. [email protected] CIECHI n.8 -Pescara 085.2122798 fax 085.7992354

ANMIC Via Orazio n. Tel. e Fax 085 [email protected] Gabriella 137 42 10 976 Saraullo - Marco Stornelli

UILDM Sede: Via Pietro Tel e Fax [email protected] Presidente Unione Italiana Lotta allA Nenni, 5 085/52207 Legale Distrofia Muscolare 65129 Pescara Cell. Rappresentante: 338/8225728 dr. Camillo Gelsumini

Associazione Regionale Via Maiella, 6 [email protected] Down Abruzzo ARDA Pescara, PE 085 28464

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 13

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ENS Viale Conte di Tel. 085 61793 [email protected] Galantini Ente Nazionale Sordomuti Ruvo, 30, 65127 Giuseppe Pescara Pescara PE Associazione Alba Viale D’Avalos Telefono: +39 [email protected] Vittoriano Liberi dall'Autismo 66, 65126 – 320 6270813 Lemme - Pescara (PE) Giuseppe Gasbarro

CROCE ANGOLANA strada tel 339 [email protected] Onlus provinciale snc - 7210671 65013 Città S. Fax 085 Angelo 959480 MOVIMENTO VITA 3396017929 movimento Manolo Pelusi

INDIPENDENTE [email protected] ABRUZZO ASSOCIAZIONE 3286477011 carrozzinedeterminate@hotmail. Virginia

CARROZZINE it Esposito DETERMINATE

ASSOCIAZIONE Via Lanciano 13 Tel. [email protected] Adelaide PROGETTO INCONTRO 085.4491152 – D'Amico - ONLUS fax Vittorio 085.4456335 Ravanesi

ANFFAS ONLUS Viale Bovio c/o tel./fax [email protected] Pres. Maria Pia PESCARA - Ass.famiglie di Parco Sabucchi 0854710549 Di Sabatino persone con disabilità PE intellettiva e/o relazionale - tecniche (mosaico, ceramica, decoupage, lavorazione vetro). Laboratori di scenografia in cartapesta.

ASP - AZIENDA sede legale Tel.: 085 445 [email protected] Dario Recubini PUBBLICA DI SERVIZI Contrada 1325 ALLA PERSONA Vertonica s.n., Fax: 085 445 65013 Città 1325 Sant’Angelo (Pe) ASSOCIAZIONE Pescara (Sede telefono-fax percorsiabruzzo@ libero.it referente PERCORSI PESCARA Regionale): 085/75055. Sandro Strada delle Eleuterio (333 Fornaci n.2 4238306) - Eugenio Di Carlo (Pe) e Teresa Cilli (Montesilvano)

SFERA CLUB sviluppo Sede operativa: [email protected] Maria Gizzi delle abilità di autonomia e via Antonelli, 8 di costituzione della propria montesilvano identità sociale-Management dei Tempi, Relazioni e Luoghi-Diagnosi dei Contesti di Vita

INSIEME CON VOI [email protected] Guido Fuschi Associazione Provinciale Onlus

ASSOCIAZIONE Via Del Tel-Fax: [email protected] Pres. ITALIANA SCLEROSI Santuario 253 - 085/412478 Giuseppina MULTIPLA - SEDE 65125 Pescara Cell. 393 Scogna PROVINCIALE PE 8509114

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 14

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UNIONE ITALIANA Via Pietro Tel e Fax: 085- [email protected] Pres. Camillo LOTTA ALLA DISTROFIA Nenni, 5 52207 Gelsumini MUSCOLARE - SEZ. PESCARA Mobile: PESCARA CHIETI 3894613777

Associazione Nazionale Via Marco Polo 87358448 [email protected] Alessandra Genitori Soggetti Autistici 61 - 66054 Portinari Vasto

A.F.I.A. Associazione Via Tommaso 085-9063592 [email protected] Famiglie Ipoacusici MOSCA, snc Abruzzesi 66026 ORTONA (CHIETI)

Tavolo tematico Terzo Settore SOGGETTI INDIRIZZO TELEFONO/FA MAIL REFERENTE X SOC.COOP."NEW AID" Tel/fax 085 Pres. Di Nardo Di

Vico Forno n. 4 [email protected] Servizi Sociali 969268 Maio Luciano CONFOCOOPERATIVE Via Paolucci 3 Pres. Teodora Di

tel. 0854511249 [email protected] Federsolidarietà Abruzzo PE Santo Via AGORA' COOPERATIVA tel. 0815044412 Pres. Costanzo

Dell'Archeologia [email protected] SOCIALE ONLUS fax 0818113627 Feo 54 Anversa (CE) Via Roma 295 tel. 0859353846 Annamaria

COOP. NEW LASER [email protected] Silvi Marina fax 0857992158 Ruggieri Tel: Consorzio Cooperative Via Piave, 75 0872220260 direttore Maria Sociali S.G.S. Servizi [email protected] lanciano (CH) Fax: 0872 Luigia Di Blasio Globali Sociosanitari 799978 Cooperativa “Gaia con te” via alento 101 [email protected] Maria Grazia 347/2366843

- coop. Sociale pescara om Cammarano Segreteria - tel. 085 2924249 direttore, CSV CENTRO SERVIZI Via Venezia n. 4, [email protected] - fax 085 Massimo PER IL VOLONTARIATO 65121 Pescara Direttore - direttore@ 2058177 Marcucci csvpescara.it C.da SE.RI.CO. Soc. Coop. 085847547 Pres. Marramiero Fonteschiavo 2 Sociale 3460606328 Benita Nocciano ASS. S.O.S. VOLONTARIATO Via D. Alighieri

0859749779 [email protected] (supporto a polizia Cepagatti municipale, eventi benefici)

Coop. Sociale LA FENICE Via Aurora 109 Ref. Emanuele

(casa famiglia - Centro 3804337954 [email protected] Cepagatti Porfilio Clinico e Psicodiagnostico)

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Coop. Sociale Il Cantiere dei sogni onlus servizi di accoglienza semiresiden. Doposcuola Via Nazionale [email protected] Corsi di lingua straniera Adriatica 11 340. 9987665 Ref. Irene Consulenza psicologica francavilla al 3496648968 [email protected] Sborlini Counseling mare m Trattamento di psicoterapia Laboratorio di arteterapia - Casa famiglia Coop. Sociale arl Insieme si Corso Umberto I Pierluigi

può - solidarietà, n. 94 65122 3662164609 insiemecoopsociale @pec.it D'Astolto integrazione e lavoro Pescara

Tavolo tematico Anziani SOGGETTI INDIRIZZO TELEFONO/FA MAIL REFERENTE X ANTEAS PESCARA - Ass. C.so Vittorio 3203486083 anteaspescara@ pres. Provinciale

Nazionale tutte le età attive per la Emanuele 50 gmail.com Antonio solidarietà (volontariato) - (salute, PE Mancinelli - assitenza, eventi culturali per Coord. anziani) Antonietta Spacca

AVULSS Associazione per il C/o Presidio 085 4252704 [email protected] REF. Paludi Volontariato nelle Unità Locali Ospedaliero Franco Socio Sanitarie Pescara AMAA (ASSOCIAZIONE Viale cell. 392/1354052 [email protected] Presidente: MALATI DI ALZHEIMER Abruzzo 322 segreterianazionale@ Santarelli Nicola

ABRUZZO) - Chieti Scalo alzheimer-aima.it (Chieti) Asso Onlus - Centro IGEA P.zza Caduti ASSO 085 61899 [email protected] Luciano Fattori (Consegna gratuitamente a del Mare 5 Centro Igea: centroigeapescara2015

domicilio medicinali, presidi Pescara 338 5096029 @ gmail.com sanitari e “piccola spesa”. Eroga assistenza ad anziani, FAX: 085 69 20 assistenza ai senza-tetto, aiuti 124 alimentari, GESTISCE IL CENTRO IGEA PER MALATI DI ALZHEIMER

Associazione Cultura e terza età - C.so Vittorio Tel e fax: +39 [email protected] coordiantrice Università della terza età (Spoltore) Emanuele, 50 085 380270 Univ. Spoltore 65122 Cellulare: +39 Claudia Della Pescara 392 3996774 Penna 3492242230

soc. LIDO - CASA DI RIPOSO sede legale 0854962836 [email protected] Dominquez MONTINOPE Via Piana Silvia Elena 20/21 Crecchio (Ch) CASA DI RIPOSO EX ONPI - sede legale 057523819 direzione@cooperativ Valerio Mennili

Coop. Sociale Consortile L'Agorà Via L. Struzo agora.org d'Italia Arezzo - sede operativa Via Indipendenza 57 Caprara

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CASA DI RIPOSO VILLA VIA 3207777397 paparellariccardo79@ rappresentante

ORCHIDEA SRL MILANO 5 gmail.com legale Paparella PIANELLA Riccardo

ASSOCIAZIONE AUSER FILO P.zza 0859772426 [email protected] Florinda D'ARGENTO Garibaldi 2 Ambrosini Villanova Cepagatti

1.5. La Conferenza locale socio-sanitaria e gli assetti di integrazione Il Sindaco del Comune di Città Sant’Angelo, in qualità di coordinatore della Conferenza dei Sindaci dell’Ambito Metropolitano, ha istituito, con nota n.4655 del 23.02.2017, la Conferenza locale integrata socio-sanitaria (CLISS), con ilcompito di attuare il raccordo istituzionale in materia di integrazione socio-sanitaria, costituita dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ambito distrettuale sociale e dal delegato del Direttore generale dell’Azienda USL (Dirigente Medico Responsabile del Distretto Sanitario Metropolitano. L’istituzione della CLISS ha consentito l’esercizio associato delle funzioni disciplinate dalla Convenzione socio-sanitaria. La costituzione della Conferenza locale integrata socio-sanitaria (CLISS) non prevede nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Ai componenti della Conferenza locale integrata socio- sanitaria (CLISS) non sono stati assegnati compensi, gettoni di presenza o rimborsi spesa. La CLISS ha, pertanto, provveduto: • alla definizione degli indirizzi per la programmazione socio-sanitaria a livello di Ambito; • alla individuazionedelle azioni comuni Ambito/Distretto da inserire nel Piano socialedi Ambito e nel Programma per le attività territoriali del Distretto sanitario; • al coordinamento e vigilanza sull’attuazione delle azioni individuate. La CLISS ha provveduto all’approvazione del proprio Regolamento di funzionamento.

1.6. Modalità, tempi e strumenti per la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni Modalità di coinvolgimento e partecipazione dei Cittadini e delle Associazioni di categoria 1) L’ECAD ha aderito al Tavolo disabilità (aperto ad Associazioni di Categoria, Cittadini, Enti Locali) attivato dal Comune di Montesilvano per raccordo di interambito su accesso ai servizi da parte dei cittadini e loro possibilità di rapportarsi direttamente a servizi ed enti che partecipano al Tavolo. 2) Attraverso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari, attivo presso il Distretto Sanitario Metropolitano e ricomprendente la figura professionale di Assistente Sociale fornita dall’Ambito Metropolitano, le famiglie del territorio hanno potuto segnalare bisogni assistenziali di tipo complesso socio-sanitario. 3) L’UVM territorialmente competente (ricomprendente anch’essa la figura professionale di Assistente Sociale fornita dall’Ambito) costituisce centro di decisione per la stesura di PAI partecipati, cioè predisposti con la partecipazione dell’utente e della Famiglia. La partecipazione attiva delle famiglie viene garantita, quindi, attraverso il coinvolgimento delle stesse nella predisposizione, monitoraggio periodico, ritaratura dei PAI. I bisogni complessi delle famiglie possono variare in corso di svolgimento del progetto individualizzato; i PAI, quindi, prevedono necessariamente momenti valutativi congiunti nei quali operatori (sociali e sanitari) e familiari indicano il proprio punto di vista in merito al raggiungimento degli obiettivi prefissati, alla eventuale modifica degli stessi ed alla congruità dei servizi/interventi attivati. 4) A far data dal 2009 è attivo presso l’Ambito Metropolitano il Tavolo Tecnico Permanente di Supporto all’Ufficio di Piano. Esso è costituito dalle Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale), presso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari e presso l’Unità Valutativa Multidimensionale, qualitestimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso, con funzioni di: - supporto all’Ufficio di Piano nella lettura e rilevazione del bisogno, nell’analisi delle problematiche sociali del territorio, nella progettazione e gestione di servizi e progetti; - coinvolgimento e consultazione di cittadini, testimoni privilegiati, terzo settore, associazioni ed altri soggetti portatori di specifici bisogni, tutti soggetti interessati alla valutazione dei servizi erogati; - consultazione di responsabili di servizi, amministratori, referenti di altri Enti e servizi territoriali, esperti, etc.; - organo consultivo della Conferenza dei Sindaci; - tavolo di lavoro mensile sulla gestione di servizi e progetti, per la risoluzione di problematiche legate alla gestione quotidiana e particolari criticità riferite all’utenza.

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SEZIONE 2. IL PROFILO SOCIALE LOCALE

2.1. Analisi delle tendenze demografiche La popolazione dell’Ambito, per l’anno 2016 (al 1° gennaio), presenta un saldo attivo di 38 unità. Sono presenti n.2.456 bambini (si tratta di un trend altalenante: erano n.2496 nel 2015, n.2.598 nel 2014 e n.2.536 nel 2013) nella fascia 0-3 anni e n.1.812 bambini (qui il trend è negativo: erano n.1.832 nel 2015, n.1.899 nel 2014 e n.1.947 nel 2013) nella fascia 0-2 anni. Il numero di residenti invalidi/disabili ammonta a circa 6.200 di cui l’85% è assistito dall’Ambito. Il numero degli anziani con 75+ anni è 6.179 (la tendenza è in continuo aumento: erano n.6.049 nel 2015, n.5.857 nel 2014 e n.5.584 nel 2013), le persone con 65+ anni sono n.12.313 (anche in questo caso la tendenza è in aumento: erano n.12.054 nel 2015, n.11.709 nel 2014 e n.11.065 nel 2013). Relativamente agli indici di dipendenza emerge la situazione seguente: il rapporto tra la quarta età (75+), nella quale è più probabile l’emergere della non autosufficienza, e l’età adulta lavorativa (30-59) è, infatti, del 21,06% circa (20,40% nel 2014) (indice di dipendenza senile): tale valore è in continuo aumento e raggiunge il picco più alto nel Comune di Elice (34,96%) (32,15% nel 2014). Questo dato ci dice che sono sempre di più le famiglie che assistono un anziano non autosufficiente e ne sopportano i disagi. Il rapporto tra la quarta (75+) e la terza età (60-74) è del 63,12% (62,19% nel 2014): indica quante persone con più di 75 anni ci sono per ogni persona di 60-74 anni. Questo dato serve per stimare quanto la terza età può essere una risorsa in favore della quarta età. Il rapporto tra la terza (60- 74) e la prima età (0-14) è del 97,02% (94,82% nel 2014) (valore in progressivo aumento; anche in questo caso il picco più alto è nel Comune di Elice: 152,94% - 137,88% nel 2014). L’indice di dipendenza globale è pari al 55,46% (55% nel 2014, quindi quasi immutato): indica quanti minori e persone nella quarta età vi sono per persona adulta (30-59). Questo indice consente di stimare il carico assistenziale della prima e quarta età sull’età di mezzo. Il rapporto giovani (15-29) ed età adulta è del 35,38% (35,62% nel 2014): indica quanti sono i giovani per ogni adulto nell’età centrale; in questo caso si assiste ad una diminuzione della fascia giovanile. Il rapporto tra prima età e adulti è del 34,40% (34,60% nel 2014): indica il peso dei minori di 15 anni sulla popolazione in età lavorativa; il peso della popolazione dei minori di 15 anni è in diminuzione. Questi ultimi due indici ci dicono quanto carico sociale le famiglie sopportano: lo storico aumento delle famiglie che si trovano ad assistere minori ed anziani subisce un arresto causato dalla diminuzione delle nascite. L’indice di dipendenza o carico sociale è del 51,67% (50,92% nel 2014), e ci dice quante persone con 65+ e 0-14 anni ci sono rispetto alla popolazione con 15-64 anni, su cui ricade il carico assistenziale. Aumenta il carico assistenziale delle famiglie In sintesi, quindi, diminuiscono le nascite, gli anziani ed i non autosufficienti aumentano. Dunque, con il progressivo invecchiamento della popolazione ed il ridursi delle capacità assistenziali delle famiglie, si incrementa costantemente la necessità di garantire servizi socio-riabilitativi che siano in grado di ri-attivare e stimolare le capacità residue della persona.

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Struttura e distribuzione della popolazione per grandi fasce di età A nno 2016 COMUNI / AMBITO Fonte: dati ISTAT - Popolazione residente al 1° gennaio per età, sesso e stato civile dati al 01.01.2016

FASCE DI ETA’ Distribuzione fasce d'età Brittoli Cappelle sul Tavo Catignano Cepagatti Città Sant'Angelo Civitaquana Elice M oscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Totali di fascia

Comuni v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Popolazione 0-14 anni (Bambini 21 7,2 590 14,7 139 9,9 1.670 15,3 2.389 16,0 125 10,0 182 10,6 405 12,6 248 13,7 1.293 15,0 605 15,5 3.056 15,8 10.723 15,0 e preadolescenti) Popolazione 15-29 anni 36 12,4 735 18,3 219 15,7 1.752 16,1 2.253 15,1 225 18,0 278 16,2 519 16,2 304 16,8 1.330 15,4 586 15,0 2.963 15,3 11.200 15,7 (Giovani) Popolazione 30-59 anni (Adulti) 109 37,6 1.736 43,2 578 41,3 4.765 43,8 6.622 44,2 491 39,4 718 41,9 1.372 42,8 784 43,3 3.742 43,3 1.774 45,5 8.934 46,1 31.625 44,3

Popolazione 60-74 anni (Terza 58 20,0 640 15,9 238 17,0 1.686 15,5 2.282 15,2 214 17,2 294 17,2 548 17,1 276 15,2 1.324 15,3 595 15,3 2.726 14,1 10.881 15,2 età) Popolazione 75 anni e oltre 66 22,8 315 7,8 225 16,1 1.014 9,3 1.423 9,5 192 15,4 240 14,0 358 11,2 198 10,9 944 10,9 340 8,7 1.687 8,7 7.002 9,8 (Quarta età) Popolazione 65 anni e oltre 103 35,5 707 17,6 381 27,2 2.099 19,3 2.864 19,1 124 9,9 403 23,5 671 21,0 367 20,3 1.785 20,7 707 18,1 3.417 17,6 13.628 19,1 Popolazione(Anziani) totale dell'Ambito 290 100,0 4.016 100,0 1.399 100,0 10.887 100,0 14.969 100,0 1.247 100,0 1.712 100,0 3.202 100,0 1.810 100,0 8.633 100,0 3.900 100,0 19.366 100,0 71.431 100,0 al 1° gennaio

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 19

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Bilancio demografico cittadini stranieri A nno 2015 al 31.12.2015 Fonte: ISTAT - Cittadini stranieri, popolazione residente e bilancio demografico Comuni Dati bilancio Brittoli Cappelle sul Tavo Catignano Cepagatti Città Sant'Angelo Civitaquana Elice M oscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Totale di Ambito demografico per sesso e Comune M aschi Femmi Totale M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T di residenza ne Popolazione al 1° 2 13 15 132 163 295 29 40 69 202 229 431 383 484 867 44 47 91 51 70 121 59 104 163 23 43 66 165 206 371 30 51 81 271 451 722 1.391 1.901 3.292 Gennaio nati 0 0 0 2 1 3 0 0 0 4 4 8 2 9 11 1 0 1 1 2 3 0 0 0 0 0 0 4 1 5 0 0 0 6 2 8 20 19 39 morti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 2 2 0 2 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 1 0 0 0 0 4 4 5 5 10 totale iscritti 0 0 0 19 24 43 3 5 8 22 40 62 39 59 98 4 3 7 11 9 20 5 9 14 1 1 2 23 23 46 2 5 7 49 50 99 178 228 406 totale cancellati 0 0 0 39 29 68 2 5 7 14 24 38 56 70 126 13 12 25 9 9 18 11 21 32 2 5 7 14 16 30 5 11 16 46 52 98 211 254 465 iscritti da altri Comuni 0 0 0 12 17 29 1 3 4 13 22 35 24 36 60 1 1 2 7 4 11 1 2 3 1 1 2 11 12 23 0 4 4 20 24 44 91 126 217 iscritti da estero 0 0 0 4 5 9 2 2 4 4 14 18 12 13 25 2 1 3 3 3 6 4 6 10 0 0 0 6 9 15 2 1 3 20 21 41 59 75 134 altri iscritti 0 0 0 1 1 2 0 0 0 1 0 1 1 1 2 0 1 1 0 0 0 0 1 1 0 0 0 2 1 3 0 0 0 3 3 6 8 8 16 cancellati per altri 0 0 0 14 10 24 1 3 4 10 15 25 19 24 43 2 1 3 7 7 14 4 12 16 1 3 4 10 10 20 2 7 9 15 21 36 85 113 198 Comuni cancellati per estero 0 0 0 5 3 8 1 0 1 1 2 3 2 3 5 1 0 1 2 2 4 0 1 1 0 0 0 2 3 5 0 0 0 1 7 8 15 21 36 altri cancellati 0 0 0 10 5 15 0 0 0 1 1 2 16 17 33 7 8 15 0 0 0 3 0 3 0 0 0 0 1 1 0 2 2 10 4 14 47 38 85 cancellati per 0 0 0 10 11 21 0 2 2 2 6 8 18 25 43 1 3 4 0 0 0 4 8 12 0 2 2 1 2 3 3 2 5 20 16 36 59 77 136 acquisizione di cittadinanza italiana saldo naturale 0 0 0 2 1 3 4 7 11 4 4 8 1 8 9 17 26 43 1 2 3 0 0 0 -1 0 -1 3 1 4 5 9 14 6 -2 4 15 14 29 saldo migratorio 0 0 0 -20 -5 -25 -30 -55 -85 8 16 24 -17 -11 -28 -39 -67 -106 2 0 2 -6 -12 -18 -1 -4 -5 9 7 16 23 39 62 3 -2 1 -33 -26 -59 saldo migratorio 0 0 0 -2 7 5 12 17 29 3 7 10 5 12 17 29 46 75 0 -3 -3 -3 -10 -13 0 -2 -2 1 2 3 5 8 13 5 3 8 6 13 19 interno saldo migratorio 0 0 0 -1 2 1 3 4 7 3 12 15 10 10 20 30 50 80 1 1 2 4 5 9 0 0 0 4 6 10 16 26 42 19 14 33 44 54 98 estero saldo totale 0 0 0 -18 -4 -22 -26 -48 -74 12 20 32 -16 -3 -19 -22 -41 -63 3 2 5 -6 -12 -18 -2 -4 -6 12 8 20 28 48 76 9 -4 5 -18 -12 -30 popolazione al 31 2 13 15 112 158 270 30 40 70 210 245 455 366 473 839 35 38 73 53 70 123 53 92 145 22 39 61 174 213 387 27 45 72 274 449 723 1.358 1.875 3.233 dicembre di cui mino renni 0 1 1 30 33 63 7 7 14 46 44 90 91 91 182 6 4 10 15 14 29 12 10 22 4 3 7 45 35 80 9 4 13 77 62 139 342 308 650 popolazione residente 15 283 70 443 853 82 122 154 64 379 77 723 3.263 media tasso di crescita 0,00 10,62 158,27 18,06 10,55 524,39 24,59 0,00 -15,75 10,55 183,01 5,54 8,89 naturale tasso di crescita 0,00 -77,88 -1.064,75 72,23 -22,27 -768,29 40,98 -116,88 -94,49 52,77 993,46 6,92 -9,20 totale nati in Italia 0 0 0 2 1 3 0 0 0 4 4 8 2 9 11 1 0 1 1 2 3 0 0 0 0 0 0 4 1 5 0 0 0 6 2 8 19 19 38

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 20

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Popolazione residente straniera ed extracomunitaria A nno 2015 dati al 31.12.2015 Fonte: dati ISTAT - Cittadini stranieri, popolazione residente e bilancio demografico

Comuni Comuni Brittoli Cappelle sul Tavo Catignano Cepagatti Città Sant'Angelo Civitaquana Elice M oscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Totale di Ambito

Popolazione M aschi Femmi Totale M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T residente straniera ed ne extracomunitaria Popolazione straniera 2 13 15 132 163 295 29 40 69 202 229 431 383 484 867 44 47 91 51 70 121 59 104 163 23 43 66 165 206 371 30 51 81 271 451 722 1.391 1.901 3.292 residente al 1° Gennaio

Popolazione straniera 2 13 15 112 158 270 30 40 70 210 245 455 366 473 839 35 38 73 53 70 123 53 91 144 22 39 61 174 213 387 27 45 72 274 449 723 1.358 1.874 3.232 residente al 31 Dicembre di cui mino renni 0 1 1 30 33 63 7 7 14 46 44 90 91 91 182 6 4 10 15 14 29 12 10 22 4 3 7 45 35 80 9 4 13 77 62 139 342 308 650 variazione inizio e fine 0 0 0 -20 -5 -25 1 0 1 8 16 24 -17 -11 -28 -9 -9 -18 2 0 2 -6 -13 -19 -1 -4 -5 9 7 16 -3 -6 -9 3 -2 1 -33 -27 -60 anno (v.a.) popolazione straniera 0 5 5 88 122 210 7 6 13 158 131 107 172 190 362 7 8 15 30 28 58 39 47 86 6 15 21 115 112 227 10 21 31 133 216 349 765 901 1.666 extracomunitaria (UE25) popolazione straniera - 0,0 -8,5 1,4 5,6 -3,2 -19,8 1,7 -11,7 -7,6 4,3 -11,1 0,1 -1,8 variazione inizio e fine anno (%) popolazione straniera - 5,2 6,7 5,0 4,2 5,6 5,9 7,2 4,5 3,4 4,5 1,8 3,7 4,5 incidenza % sulla popol. totale a fine anno

popolazione 1,7 5,2 0,9 1,0 2,4 1,2 3,4 2,7 1,2 2,6 0,8 1,8 2,3 extracomunitaria - incidenza % sulla popol. totale a fine anno popolazione 33,3 77,8 18,6 23,5 43,1 20,5 47,2 59,7 34,4 58,7 43,1 48,3 51,5 extracomunitaria - incidenza % sulla popol. straniera a fine anno popolazione residente 152 138 290 1.994 2.022 4.016 704 695 1.399 5.318 5.569 10.887 7.412 7.557 14.969 615 632 1.247 822 890 1.712 1.604 1.598 3.202 910 900 1.810 4.213 4.420 8.633 1.903 1.997 3.900 9.496 9.870 19.366 35.143 36.288 71.431 al 31 dicembre

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 21

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Bilancio demografico A nno 2015 COMUNI / AMBITO popolazione residente al 31 Dicembre

Comuni Dati bilancio Brittoli Cappelle sul Tavo Catignano Cepagatti Città Sant'Angelo Civitaquana Elice M oscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Totale di Ambito demografico per sesso e Comune M as Fem Totale M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T di residenza chi mine Popolazione al 1° 155 147 302 2.002 2.031 4.033 702 706 1.408 5.302 5.500 10.802 7.388 7.526 14.914 634 646 1.280 833 885 1.718 1.614 1.615 3.229 915 911 1.826 4.183 4.373 8.556 1.898 1.991 3.889 9.435 9.871 19.306 35.061 36.202 71.263 Gennaio nati 0 0 0 12 16 28 5 2 7 53 73 126 62 67 129 4 4 8 8 8 16 12 8 20 4 5 9 41 51 92 16 27 43 118 83 201 335 344 679 morti 2 6 8 22 21 43 3 15 18 57 48 105 70 59 129 13 9 22 18 9 27 16 20 36 9 7 16 39 42 81 14 17 31 77 69 146 340 322 662 saldo naturale -2 -6 -8 -10 -5 -15 2 -13 -11 -4 25 21 -8 8 0 -9 -5 -14 -10 -1 -11 -4 -12 -16 -5 -2 -7 2 9 11 2 10 12 41 14 55 -5 22 17 saldo migratorio -1 -3 -4 2 -4 -2 0 2 2 20 44 64 32 23 55 -10 -9 -19 -1 6 5 -6 -5 -11 0 -9 -9 99 38 137 3 -4 -1 20 -15 5 158 64 222 saldo migratorio -1 -3 -4 10 1 11 -2 0 -2 15 34 49 45 36 81 -3 -1 -4 -1 5 4 -8 -11 -19 0 -8 -8 25 29 54 3 -2 1 16 -22 -6 99 58 157 interno saldo migratorio 0 0 0 -3 -1 -4 2 2 4 2 10 12 -3 -2 -5 0 -1 -1 0 1 1 3 5 8 0 -1 -1 1 4 5 0 1 1 10 14 24 12 32 44 estero

saldo totale -3 -9 -12 -8 -9 -17 2 -11 -9 16 69 85 24 31 55 -19 -14 -33 -11 5 -6 -10 -17 -27 -5 -11 -16 30 47 77 5 6 11 61 -1 60 82 86 168 popolazione 152 138 290 1.994 2.022 4.016 698 695 1.393 5.318 5.566 10.884 7.333 7.488 14.821 615 632 1.247 822 890 1.712 1.602 1.591 3.193 910 900 1.810 4.209 4.417 8.626 1.903 1.997 3.900 9.480 9.856 19.336 35.036 36.192 71.228 residente in famiglia popolazione 0 0 0 0 0 0 6 0 6 0 3 3 79 69 148 0 0 0 0 0 0 2 7 9 0 0 0 4 3 7 0 0 0 16 14 30 107 96 203 residente in convivenza popolazione al 31 152 138 290 1.994 2.022 4.016 704 695 1.399 5.318 5.569 10.887 7.412 7.557 14.969 615 632 1.247 822 890 1.712 1.604 1.598 3.202 910 900 1.810 4.213 4.420 8.633 1.903 1.997 3.900 9.496 9.870 19.366 35.143 36.288 71.431 dicembre popolazione 296 4.025 1.404 10.845 14.942 1.264 1.715 3.216 1.818 8.595 3.895 19.336 71.347 residente media

numero famiglie 153 1.446 566 4.064 5.540 516 643 1.187 684 3.267 1.442 7.467 26.975 numero convivenze 0 0 1 1 7 0 0 1 0 3 0 4 17 numero medio 1,90 2,78 2,46 2,68 2,68 2,42 2,66 2,69 2,65 2,64 2,70 2,59 2,64 componenti per famiglia tasso di crescita -27,03 -3,73 -7,84 1,94 0,00 -11,08 -6,41 -4,98 -3,85 1,28 3,08 2,84 0,24 naturale tasso di crescita -40,54 -4,22 -6,41 7,84 3,68 -26,12 -3,50 -8,40 -8,80 8,96 2,82 3,10 2,35 totale

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 22

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

saldo naturale 1 Brittoli

60 55 2 Cappelle 3 Catignano 50 4 Cepagatti 5 Città Sant'Angelo 40 6 Civitaquana 7 Elice 30 8 Moscufo 21 9 Nocciano

20 12 10 Pianella 11 11 Rosciano 10 12 Spoltore 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 -10 saldo migratorio-8 -7 -11 -11 -20 -14 -15 -16 1 Brittoli

2 Cappelle 3 Catignano 4 Cepagatti saldo migratorio 5 Città Sant'Angelo 160 6 Civitaquana 137 7 Elice 140 8 Moscufo

120 9 Nocciano 10 Pianella 100 11 Rosciano 12 Spoltore 80 64 55 60

40 Rappresentazione grafica degli indici statistici 20 5 5 2 0

-14 -22 3 4 5 6 7 8 9 10 11-1 12 -20 -11 -9 -19 -40

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 23

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Dipendenza senile per Comune

Cappelle sul Tavo 40,00 Spoltore 30,00 Cepagatti 20,00 10,00 Pianella 0,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice

Moscufo

indice di carico sociale per Comune

Cappelle 55,00 Spoltore Cepagatti 50,00

Pianella 45,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice

Moscufo

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 24

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Rapporto tra terza e prima età per Comune

Cappelle sul Tavo 150,00 Spoltore 100,00 Cepagatti

50,00

Pianella 0,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice

Moscufo

Rapporto tra quarta e terza età per Comune

Cappelle sul Tavo 100,00 Spoltore Cepagatti 50,00

Pianella 0,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice Moscufo

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 25

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Rapporto tra prima età e adulti per Comune

Cappelle sul Tavo 40,00 Spoltore 30,00 Cepagatti 20,00 10,00 Pianella 0,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice

Moscufo

Dipendenza globale per Comune

Cappelle sul Tavo 60,00 58,00 Spoltore Cepagatti 56,00 54,00 52,00 50,00 Pianella 48,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice

Moscufo

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 26

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Rapporto tra giovani ed età adulta per Comune

Cappelle sul Tavo 50,00

40,00 Spoltore Cepagatti 30,00 20,00 10,00 Pianella 0,00 Città Sant’Angelo

Nocciano Elice

Moscufo

Popolazione residente per tipologia tipologia / fasce d'età celibi coniugati divorziati vedovi totale nubili coniugate divorziate vedove totale totale maschi femmine generale Popolazione 0-14 anni (Bambini e preadolescenti) 5.119 0 0 0 5.119 4.758 0 0 0 4.758 9.877 Popolazione 15-29 anni (Giovani) 4.935 213 0 0 5.148 4.501 505 4 1 5.011 10.159 Popolazione 30-59 anni (Adulti) 3.743 10.028 319 57 14.147 2.588 11.246 433 302 14.569 28.716 Popolazione 60-74 anni (Terza età) 296 4.125 82 156 4.659 245 3.654 104 921 4.924 9.583 Popolazione 75 anni e oltre (Quarta età) 113 2.026 18 442 2.599 155 1.169 19 2.107 3.450 6.049 popolazione 65+ 280 4.635 64 566 5.545 299 3.331 63 2.816 6.509 12.054 totale 14.206 16.392 419 655 31.672 12.247 16.574 560 3.331 32.712 64.384

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 27

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

I dati sull’utenza dei servizi al 31.12.2015. Gli adolescenti seguiti dal Servizio Sociale Professionale nel 2015 sono 299 (da n.455 nel 2014, n.300 nel 2013), i giovani sono 242 (da n.76 nel 2014, n.60 nel 2013); sono stati seguiti per disagio socio-psico-economico, disadattamento, separazione dei genitori, affidamento familiare, inserimento in strutture protette. Le famiglie assistite nel 2015 per elevato carico assistenziale sono n.287 (da n.237 nel 2015, n.188 seguite nel 2013); a questo problema spesso si aggiunge una precaria condizione socio-economica. La popolazione straniera ammonta a n. 3.002 soggetti (n.3.036 nel 2015 e n.2.926 soggetti nel 2013), di cui n.612 minori (n.682 nel 2014, n.632 nel 2013), di cui n.38 nati in Italia (n.50 nel 2014, nel 2013 erano n.42), portatori di problematiche legate al lavoro, alla casa, all’età adolescenziale, all’integrazione sociale, scolastica, culturale. Gli utenti psichiatrici in carico ai servizi sociali e/o domiciliari sono n.14 (erano n.17 nel 2015, n.14 l’anno precedente), tutti in carico ai servizi sanitari competenti, quali Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile. I ragazzi con disabilità assistiti a scuola sono n.82 (n.82 nel 2014, n.77 nel 2013), vengono seguiti con servizi rivolti ad incentivare l’autonomia e la comunicazione per il tramite di progetti personalizzati. Rimangono 40 gli utenti disabili che vengono trasportati presso i centri di riabilitazione. I disabili adulti seguiti dai servizi di ambito: sono circa n.93 (n.55 nel 2014, n.40 nel 2013) quelli seguiti attualmente con il PLNA, mentre sono n.279 (n.267 nel 2014, n.59 nel 2013) quelli seguiti per il tramite del Piano di Zona. Gli utenti non autosufficienti presi in carico congiuntamente dall’Ambito Sociale e Sanitario sono n.511 (n.144 nel 2014). Relativamente ai minori con disabilità, la situazione attuale dell’Ambito vede un numero di utenti pari a n.82, come anche nel 2014. Nel 2015 tale utenza era così classificabile: si tratta per il 56% di ragazzi e per il 44% di ragazze che presentano: per il 48% ritardo mentale e psicomotorio; per il 33% sindromi genetiche; per l’11% distrofia muscolare; per il 8% esiti da danni neurologici. Relativamente alle fasce d’età dei ragazzi assistiti si evince quanto segue: alla fascia 3-5 anni appartiene il 42% dei ragazzi; alla fascia 6-10 il 22%; alla fascia 11-13 l’8%; alla fascia 14+ il 28%; non ci sono ragazzi assistiti nella fascia 0-2 anni. Il tasso di attività femminile (35,1% al 2001) è di molto inferiore al tasso di attività maschile (61,2% al 2001), inoltre il tasso di disoccupazione femminile (12,2% al 2001) è molto più alto di quello maschile (5,8% al 2001); il tasso di fecondità è pari al 45,6 x 1000, il tasso di natalità è pari al 10,9; è molto alto l’indice di vecchiaia pari al 110,20% (che continua ad aumentare). Rispetto al disagio socio-economico e lavorativo si può evincere quanto segue: il tasso di attività (media) è pari a meno del 48% (61% nei maschi e 35% nelle femmine); il tasso di occupazione (media) è pari al 44% circa (58% nei maschi e 31% nelle femmine); il tasso di disoccupazione giovanile (media) è pari al 22,51% (18% nei maschi e 29% nelle femmine); il tasso di disoccupazione (media) è pari all’8% (6% nei maschi e 12% nelle femmine). Da questi dati emerge come le donne risentano molto del carico assistenziale familiare, che le allontana sempre più dal mondo del lavoro (cui spesso cercano di riavvicinarsi dopo aver cresciuto i figli). Tale situazione acuisce la già difficile situazione in cui versano le famiglie, pressate da esigenze assistenziali, difficoltà di tipo socio-economico, perdita del lavoro o difficoltà dei giovani nell’accedere al mondo del lavoro. Sono ben 41.633 i genitori soli con figli, di cui ben 34.440 le madri sole con figli. Il numero di minori ricoverati presso strutture residenziali (comunità educative) è pari a 18 (nel 2014 era pari a 17, nel 2013 a n.25). I minori per i quali è stato attivato l’affido familiare sono 19 (erano 20 nel 2014, 15 nel 2013): si tratta prevalentemente di affidi intrafamiliari. I minori per i quali è stata realizzata l’adozione nazionale e/o internazionale seguiti nel 2015 sono 9 (erano 14 nel 2014 e nel 2013). Le coppie formate per l’adozione sono 30. I minori che hanno fruito dell’assistenza socio-psico-educativa 67 (erano 68 nel 2014). Si trattava di minori in situazione di disagio per i quali è stata evitata l’istituzionalizzazione. I ragazzi che hanno fruito dei Centri Diurni erano 115 (erano 177 nel 2014), mentre le famiglie in situazione di disagio socio-economico e/o a rischio di emarginazione sociale seguite con servizi di supporto al ruolo genitoriale erano 389 (409 nel 2014). Le famiglie che hanno fatto ricorso al servizio di mediazione familiare sono 28 (erano 61 nel 2014). Il Servizio Sociale Professionale ha preso in carico n.2.568 utenti/famiglie in situazione di grave emarginazione sociale/disagio, di cui n.300 minori. L’attuale situazione socio-economica ha contribuito ad aggravare il disagio delle famiglie che hanno minori, disabili, anziani da assistere. Alle famiglie vengono richieste risorse continue in termini di tempo e lavoro di cura, viene richiesto di dimostrare una forte flessibilità di adattamento, la capacità di esercitare un controllo sull’ambiente esterno, di avere nel suo interno personalità fortemente strutturate, mentre le fonti di perturbazione, carico assistenziale e stress sono in continuo aumento. Soltanto con un supporto strutturato, la Famiglia può uscire dalla situazione di emarginazione socio-economica che vive, soddisfacendo i bisogni di benessere e di cura dei singoli componenti e del nucleo nella sua interezza. Il presente progetto, quindi, intende focalizzare l’attenzione sulla famiglia, considerata nel suo duplice aspetto di istituzione esposta alle conseguenze della crisi socio-economica, ma anche di risorsa sociale.

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Stima della popolazione invalida dell'Ambito n.33 su popolazione residente al 01.01.2016

supponendo che ci possa essere una corrispondenza tra il diritto all'accompagnamento ed il riconoscimento ex art.3 co.3 L.104/92 (ovviamente il numero dei riconosciuti ex L.104/92 sarà inferiore a quello degli invalidi) Comune Popolazione numero altri numero invalidi civili senza numero invalidi civili totale invalidi per residente invalidi residenti accompagnamento e con con accompagnamento Comune Legge 104/92 e con L.104/92 art.3 co.3 Cappelle Sul Tavo 4.016 110 107 167 383 Cepagatti 10.887 299 289 452 1.039 Città Sant'Angelo 14.969 411 397 621 1.429 Elice 1.712 47 45 71 163 Moscufo 3.202 88 85 133 306 Nocciano 1.810 50 48 75 173 Pianella 8.633 237 229 358 824 Spoltore 19.366 532 514 803 1.849 Brittoli 290 8 8 12 28 Catignano 1.399 38 37 58 134 Civitaquana 1.247 34 33 52 119 Rosciano 3.900 107 103 162 372 Totale 71.431 1.961 1.894 2.963 6.819

Popolazione residente per fascia d'età e Comune

100% 90% 80% 70% 60% 75+ 50% 60 – 74 40% 30 – 59 15 – 29

Dati Dati popolazione 30% 20% 0 – 14 10% 0% Cappelle sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant’Angelo Comuni

Incidenza % invalidi su popolazione residente per fascia d'età Comune Popolazione residente 0-14 15-29 30 -59 60 -74 75+ Media Cappelle Sul Tavo 4.016 2,09% 2,45% 4,74% 14,42% 56,64% 16,07% Cepagatti 10.887 2,00% 2,78% 4,69% 14,84% 47,70% 14,40% Città Sant'Angelo 14.969 1,93% 2,97% 4,64% 15,07% 46,73% 14,27% Elice 1.712 2,89% 2,76% 4,89% 13,38% 31,69% 11,12% Moscufo 3.202 2,43% 2,76% 4,79% 13,43% 39,73% 12,63% Nocciano 1.810 2,24% 2,66% 4,73% 15,07% 40,61% 13,06% Pianella 8.633 2,05% 2,91% 4,73% 14,98% 40,63% 13,06% Spoltore 19.366 1,95% 2,93% 4,45% 16,33% 51,00% 15,33% Brittoli 290 4,24% 3,61% 5,46% 11,49% 19,52% 8,86% Catignano 1.399 3,09% 2,86% 4,96% 13,51% 27,62% 10,41% Civitaquana 1.247 3,07% 2,48% 5,21% 13,39% 28,85% 10,60% Rosciano 3.900 1,98% 2,98% 4,51% 15,06% 50,96% 15,10% Media 71.431 2,50% 2,84% 4,82% 14,25% 40,14% 12,91%

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Rapporto tra popolazione residente e popolazione invalida dell'Ambito n.33 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 Cappelle Sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant’Angelo Comuni Popolazione residente popolazione invalida

Rapporto tra popolazione residente ed invalidi per Comune e tipologia di invalidità 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 Cappelle Sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant'Angelo Comuni Popolazione residente numero altri invalidi residenti numero invalidi civili residenti senza accompagnamento numero invalidi civili residenti con accompagnamento

Incidenza percentuale degli invalidi sulla popolazione residente per fasce d'età 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% Cappelle Sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant'Angelo Comuni 0-14 15-29 30-59 60-74 75+

Comuni Servizi utenti disabili utenti invalidi totale

riconosciuti ai riconosciuti senza con sensi della ai sensi della accompagnament accompagnament Legge 104/92 Legge o o 104/92, art.3 co.3 (gravità) Ceppelle sul Tavo assistenza scolastica per l'autonomia 4 4 e la comunicazione* trasporto assistito 4 4 assistenza domiciliare** 3 2 3 8 assistenza domiciliare disabili* 1 1 2 assistenza domiciliare famiglia 1 1 assegno disabilità gravissime* 1 1 2 assegno di cura disabili gravi* 7 7 14 educativa domiciliare minori* 1 1 2 subtotale Cappelle sul 0 21 4 12 37 Tavo Cepagatti assistenza scolastica per l'autonomia 12 12 e la comunicazione*

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trasporto assistito** 11 6 17 assegno di cura disabili gravi* 7 7 14 assegno disabilità gravissima* 3 3 6 assistenza domiciliare integrata 1 1 2 gravissimi* subtotale Cepagatti 0 34 0 17 51 Città Sant'Angelo assistenza scolastica per l'autonomia 25 25 e la comunicazione trasporto assistito* 9 9 18 assistenza domiciliare** 4 4 6 14 assistenza domiciliare gravi* 4 4 8 assistenza domiciliare integrata 4 4 8 gravi* educativa domiciliare minori 3 3 assegno di cura disabili gravi* 9 9 18 assegno di cura disabili gravissimi* 9 9 18 assistenza socio-psico-educativa per 1 1 le famiglie subtotale Città 0 64 8 41 113 Sant'Angelo Elice assistenza domiciliare gravi* 4 4 8 assistenza domiciliare* 3 3 6 assistenza scolastica per l'autonomia 1 1 e la comunicazione* subtotale Elice 0 5 3 7 15 Moscufo assistenza scolastica per l'autonomia 5 5 e la comunicazione trasporto assistito* 6 6 12 assistenza domiciliare* 4 4 assistenza domiciliare gravi* 2 2 4 assegno di cura disabili gravi* 12 12 24 assegno di cura disabili gravissimi* 2 2 4 subtotale Moscufo 0 27 0 26 53 Nocciano assistenza scolastica per l'autonomia 2 2 e la comunicazione assegno di cura disabili gravi* 6 6 12 assegno di cura disabili gravissimi* 2 2 4 assistenza domiciliare** 2 1 3 subtotale Nocciano 0 12 0 9 21 Pianella assistenza scolastica per l'autonomia 4 4 e la comunicazione* trasporto assistito* 9 9 assistenza domiciliare** 9 22 31 assistenza domiciliare integrata 5 5 10 gravissimi* assistenza domiciliare integrata 3 3 6 gravi* subtotale Pianella 0 21 9 30 60 Spoltore assistenza scolastica per l'autonomia 29 29 e la comunicazione assistenza domiciliare integrata 0 gravissimi* assistenza domiciliare integrata 1 1 2 gravi* assistenza domiciliare gravi* 5 5 10 assegno di cura disabili gravi* 28 28 56 assegno di cura disabili gravissimi* 23 23 46 trasporto assistito* 9 4 13 assistenza domiciliare** 20 20 subtotale Spoltore 0 95 0 81 176 Brittoli assistenza domiciliare** 2 2 assistenza scolastica per l'autonomia 0 e la comunicazione subtotale Brittoli 0 0 0 2 2 Catignano assistenza domiciliare** 4 4

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assistenza scolastica per l'autonomia 4 4 e la comunicazione subtotale Catignano 0 4 0 4 8 Civitaquana assistenza domiciliare** 5 5 assistenza scolastica per l'autonomia 4 4 e la comunicazione subtotale Civitaquana 0 5 0 4 9 Rosciano assistenza domiciliare** 5 5 assistenza scolastica per l'autonomia 9 9 e la comunicazione subtotale Rosciano 0 9 0 5 14 Totale 0 297 24 238 559 * servizi per i quali vi è coincidenza tra utenti riconosciuti ai sensi della Legge 104/92 ed utenti invalidi ** servizi per i quali vi è coincidenza parziale tra utenti riconosciuti ai sensi della Legge 104/92 ed utenti invalidi

disabili/ invalidi assistiti su totale disabili/ invalidi residenti (%)

9% 7% 4% 6% 5% 8% 7%

9% 9%

7% 12% 17% Cappelle Sul Tavo Cepagatti Città Sant'Angelo Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Brittoli Catignano Civitaquana Rosciano

disabili/ invalidi residenti su popolazione residente (%)

8% 9% 8% 9%

8% 9%

8% 9% 8% 8% 8% 8% Cappelle Sul Tavo Cepagatti Città Sant'Angelo Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Brittoli Catignano Civitaquana Rosciano

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Rapporto tra popolazione residente e popolazione invalida/disabile dell'Ambito n.33

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

Elice Brittoli

Comuni Pianella

Spoltore

Città

Moscufo

Tavo

Nocciano Rosciano

Cepagatti

Catignano

Civitaquana Sant’Angelo

Cappelle Sul Cappelle Popolazione residente popolazione invalida

Distribuzione per Comune della popolazione residente, degli invalidi/disabili residenti, degli invalidi/disabili assistiti Comune Popolazione totale totale disabili/ invalidi residente invalidi/disabili invalidi/ assistiti su totale per Comune disabili disabili/ invalidi assistiti residenti (%) Cappelle Sul Tavo 4.016 383 37 9,65 Cepagatti 10.887 1.039 51 4,91 Città Sant'Angelo 14.969 1.429 113 7,91 Elice 1.712 163 15 9,18 Moscufo 3.202 306 53 17,34 Nocciano 1.810 173 21 12,15 Pianella 8.633 824 60 7,28 Spoltore 19.366 1.849 176 9,52 Brittoli 290 28 2 7,22 Catignano 1.399 134 8 5,99 Civitaquana 1.247 119 9 7,56 Rosciano 3.900 372 10 2,69 Totale 71.431 6.819 555 8,14

Un ruolo importante nel territorio dell’Ambito è riconosciuto alle Parrocchie, soprattutto per il supporto, in collaborazione con la Caritas, che offrono alle famiglie con disagio ed in situazione di povertà.

Titolo Descrizione ParrocchiaAnime Sante Parrocchia "Anime Sante" di Moscufo (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaAssunzione della Beata Vergine Maria Parrocchia "Assunzione della Beata Vergine Maria" di Spoltore (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaBeata Vergine Maria della Pace Parrocchia "Beata Vergine Maria della Pace" di Citta' S. Angelo (PE) della Forania di Montesilvano. ParrocchiaBeata Vergine Maria Lauretana Parrocchia "Beata Vergine Maria Lauretana" di Cappelle Sul Tavo (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaBeata Vergine Maria Lauretana Parrocchia "Beata Vergine Maria Lauretana" di Pianella (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Agata, V. e M. Parrocchia "S. Agata, V. e M." di Cepagatti (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Antonio Ab. Parrocchia "S. Antonio Ab." di Citta' S. Angelo (PE) della Forania di Montesilvano. ParrocchiaS. Antonio Ab. Parrocchia "S. Antonio Ab." di Pianella (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Camillo De Lellis, Sac. Parrocchia "S. Camillo De Lellis, Sac." di Spoltore (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Cristoforo Parrocchia "S. Cristoforo" di Moscufo (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Francesco d'Assisi Parrocchia "S. Francesco d'Assisi" di Cepagatti (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Lorenzo, D. e M. Parrocchia "S. Lorenzo, D. e M." di Nocciano (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Lucia, V. e M. Parrocchia "S. Lucia, V. e M." di Cepagatti (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Martino, V. Parrocchia "S. Martino, V." di Cepagatti (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Martino, V. Parrocchia "S. Martino, V." di Elice (PE) della Forania di Montesilvano. ParrocchiaS. Michele Arcangelo Parrocchia "S. Michele Arc." di Citta' S. Angelo (PE) della Forania di Montesilvano.

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ParrocchiaS. Nicola, V. Parrocchia "S. Nicola, V." di Cepagatti (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Nicola, V. Parrocchia "S. Nicola, V." di Pianella (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Panfilo, V. Parrocchia "S. Panfilo, V." di Spoltore (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Rocco Parrocchia "S. Rocco" di (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Sebastiano, M. Parrocchia "S. Sebastiano, M." di Cepagatti (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaS. Teresa d'Avila, V. e Dott. Parrocchia "S. Teresa d'Avila, V. e Dott." di Spoltore (PE) della Forania di Spoltore. ParrocchiaS. Cuore di Gesù Parrocchia "S. Cuore di Gesu'" di Nocciano (PE) della Forania di Cepagatti. ParrocchiaSant'Agostino Parrocchia "Sant'Agostino Vescovo.e Dottore" di Città S. Angelo (PE) della Forania di Montesilvano. ParrocchiaSanti Cosma e Damiano, Martiri Parrocchia "Santi Cosma e Damiano, Martiri" di Spoltore (PE) della Forania di Spoltore.

E’ altrettanto importante il ruolo rivestito dalle Associazioni del territorio in termini di accoglienza di minori (anche con situazione di disagio socio-economico) nelle attività culturali, artistiche, ricreative, sportive pomeridiane, in termini di beneficienza, assistenza o supporto socio-sanitario ad anziani e disabili, protezione civile.

DENOMINAZIO SIGLA CATEGORI INDIRIZZ CAP CITTA PRO TELEFON TIPO PRESTAZIONI NE A O V O Ass. Musicale Culturale via U. 65013 CITTA' PE 085-960529 Stand Together Barcaroli, 4 S.ANGELO 340- 0580379 Ass. It. Don. AIDO Socio c/o chiesa 65013 CITTA' PE 085-95135 Donazione organi Organi Città Sanitari s.Agostino S.ANGELO S.Angelo Ass. It. Don. Aido Socio via 65010 CERRATINA PE 085- Donazione organi Organi Pianella Sanitari Meriggio, 2 9772448 c/o Pro Loco Ass. It. Don. Aido Socio c/o 65010 VILLARASP PE 085-413544 Donazione organi Organi Spoltore Sanitari Parrocchia A S.Camillo Ass. Vol. Unità Avulss Pescara Socio c/o Greco 65013 CITTA' PE 085-959336 Compiti di animazione, Loc. Socio- Sanitari Anna via SANT'ANGE osp. Civile promozione, prevenzione, Sanitarie Colle delle LO 085- sensibilizzazione, More, 81 4252704 educazione sanitaria. Intento di incontrare e aiutare efficacemente l'uomo in situazioni di difficoltà e di sofferenza, di essere lievito nella realtà pubblica.Operare nel settore dei servizi sociali e sanitari a livello di territorio e di quartiere, quale strumento di promozione, difesa e turela della salute. Ass. Volontari AVIS Socio via san 65010 NOCCIANO PE 085-847175 Promozione donazione Italiani Sangue Sanitari Lorenzo,2 - sangue Sez. Nocciano c/o Puglielli Immacolata Croce Rossa CRI Socio via Attilio 65012 CEPAGATTI PE 085- Italiana sez. Sanitari Forlani 9749744 Cepagatti Aiutiamoli a Socio via Degli 65010 SPOLTORE PE 085- Insieme al movimento di Vivere (Passage Assistenziali Oleandri, 6 4470661 uomini e donne del Nord e …) - Ass. di del Sud del mondo che si volontariato battono contro ogni forma di egemonia, contro la barbarie delle guerre e di tutti i terrorismi, in difesa delle originali identità e culture di ogni popolo, delle legittime aspirazioni all’autodeterminazione ed al godimento e controllo delle proprie risorse;

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Giacche Verdi ANGIV Protezione via Dante 65010 MOSCUFO PE 085 979621 Diffusione dell'impiego Abruzzo - Civile Alighieri, 3 del cavallo come supporto Regionale nella protezione ambientale e civile;istruire i propri soci e chiunque lo richiede per cooperare con enti pubblici e privati per la protezione ambientale e civile. Controllo sulla legittimità di chiusura di sentieri e strade rurali di proprietà pubblica. Esercitazione di ogni attività connessa all'equitazione nei suoi rapporti con l'escursionismo, le attività del tempo libero all'aperto, il turismo e l'agriturismo. Amici di Edoardo Socio via Colle 65019 PIANELLA PE 085-972195 Assistenziali da Piedi, 17 Il Filo dei Ricordi Socio via Tevere, 65010 CERRATINA PE 085- Assistenziali 54 9771821 Handball Pescara Attività via Licinia, 65013 CITTA' PE 085-960123 Sportive 4 S.ANGELO Italcaccia (Sez. Ambientale via Ariosto, 65010 SPOLTORE PE 085- provinc. di 4 4962302 Pescara) Polisportiva Attività via 65010 VILLANOVA PE 085- Villanova Sportive Bologna, 5 9771549 S.S. Lucio Attività via Tevere, 65010 CERRATINA PE Chiavaroli Sportive 8 S.S. Vis Cerratina Attività via Tevere, 65010 CERRATINA PE Sportive 8 Spoltorestate Sport Attività l.go 65010 SPOLTORE PE Sportive Medaglie d'oro, 23 Nucleo Cinofilo da Protezione Strada S. 65013 CITTA' S. PE 085 Svolge prevalentemente ricerca Civile Vittorito, 8 ANGELO 9506249 attività di protezione civile in ambito regionale, con primario indirizzo nel soccorso a mezzo di unità cinofile. Budokan Centro Attività via Sangro, 65010 SPOLTORE PE Sportivo Sportive 6 - S.TERESA Cepagatti Basket Attività c/o 65012 CEPAGATTI PE 085-974138 Sportive Parrocchia S.Lucia v. De Felice, 15 Arciconfraternita Socio p.zza IV 65013 CITTA' PE 347- Beneficenza della B.V.M. del Assistenziali Novembre SANT'ANGE 6286484 conservazione del S.S. Rosario - LO 347- patrimonio artistico onlus 6366578 Telemaco Socio c/o 65013 CITTA' PE 085-959310 Lo spirito Solidarietà Assistenziali Domenico SANT'ANGE dell'associazione trova Savini via LO origine nella cultura e nel G. rispetto dei principi Crognale cristiani, si fonda sul pieno rispetto della dimensione umana culturale e spirituale della persona, si propone per la raccolta fondi da inviare ad associazioni, persone volontarie e religiosi che operano nei paesi molto disagiati, si propone di costruire idonee per l'accoglienza, la cura e

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l'assistenza di bambini siero-positivi Coro Folk "S. Culturale via G. 65010 SPOLTORE PE 085- Coro Folk Teresa di Spoltore" Fonzi, n°45 4962490 INCORSO - Altri Settori p.zza 65013 CITTA' PE 338- Culturale, valorizzazione C.R.A.A. - Ass. Garibaldi SANT'ANGE 5254504 del territorio, beneficienza n°1 LO 339- 1116660 Epta Culturale via 65010 SPOLTORE PE 085-411281 Perosina, n°29 Uscita Nord Culturale v.le 65013 CITTA PE Matrino, SANT'ANGE n°20 LO San Francesco - Culturale piazza IV 65013 CITTA' PE Ass. Culturale Novembre SANT'ANGE Onlus LO Porto - Ass. Culturale via De 65010 SPOLTORE PE 333- Teatro, danza, arti visive, Culturale Cesaris, 6538125 musica, informatica n°29 artistica , letteratura K New Art - Ass. Culturale via De 65010 SPOLTORE PE 085- Promozione ediffusione di Culturale Cesaris, 4961982 produzioni culturali n°29 335- artistiche, sostegno 6465014 all'operato di compositori musicali, interpreti, poeti, artisti visivi etc. ALUS Socio via Luigi 65013 CITTA' PE 347- Rilevare specifiche Sanitari Innamorati, SANT'ANGE 8632908 necessità di natura socio- n°18/A LO sanitaria nei paesi in via di sviluppo e di provvedervi a diversi livelli, farmaci, materiali ect. Progetti di formazione, favorire l'inserimento socio - culturale di cittadini stranieri, promozione di momenti di aggregazione Ass. Arcobaleno Ambientale via G. 65012 CEPAGATTI PE 329- Finalità sociali, Marconi, 3624576 * ambientali, culturali 13 c/o 338- Santavener 9824244 e L'Arcobaleno - Socio c/o Chiesa 65012 VILLAREIA PE 085-53072 Accoglienza minori e Ass. di volontariato Assistenziali Parrocchial DI 347- famiglie di Chernobyl e San CEPAGATTI 5423214 Sebastiano WillClown Socio via Iseo, 65010 S. TERESA PE 333- Portare serenità e fiducia Pescara Sanitari n.15 DI 5911381 alle persone che soffrono e SPOLTORE craere un link positivo tra i pazienti e la struttura sanitaria, rendendo l'esperienza vissuta come un ricordo gioioso e non solo di dolore.Sviluppare la disciplina della mimecare( mimoterapia) fondata da Francesco Calsolaro Ass. Cult. I colori Culturale via del 65020 Spoltore PE 085- Arte, architettura e del territorio Pozzo, 35 4962511 paesaggi Romsinti@politica Romsinti@politi Socio via Bindi,1 64028 SILVI TE 085- Sostegno alle minoranze -Abruzzo Opera ca Assistenziali c/o 9351334 Rom e Sinte Nomadi Guarnieri Nazzareno

Appare utile riportare i dati dell’utenza di Ambito che ha avuto accesso ai centri di Ascolto Caritas nel periodo 2014- 2016. Si sono recate ai centri 390 persone dell'Ambito Metropolitano, con una prevalenza di Spoltore, Città Sant'Angelo e Cepagatti. Nei primi tre mesi del 2017 si sono aggiunte altre 20 persone. Altre 40 persone che hanno fruito dei centri Caritas risultano essere domiciliate nel territorio dell’Ambito senza avere, però, la residenza.

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2.2.Dimensione socio-economica del territorio e delle zone Alla data dell’8° censimento generale dell’industria e dei servizi del 2001, su Pescara, il maggior numero di addetti era impiegato nel commercio e riparazioni, nelle attività immobiliari, dell’informatica, della ricerca e delle professioni, nelle costruzioni e nei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. Rispetto al 1991 alcune delle attività economiche hanno subito flessioni, altre lievi incrementi in termini di impiego di addetti.

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Con Deliberazione n.644 del 08.10.2012 (BURAT N. 81 Speciale del 09.11.2012), recante ad oggetto “Reg. (CE) n. 1698/05 - Programma di Sviluppo Rurale Abruzzo 2007/2013 - Asse 4 (Approccio Leader). Approvazione PSL rimodulato Area Leader “Provincia di Pescara” – GAL (Gruppo di Azione Locale) “Terre Pescaresi”, laGiunta Regionalesi concentrava sulle seguenti aree: Area Vestina (14 comuni), Area Maiella (14 comuni), Area Colline Pescaresi (7 comuni).Il territorio del GAL comprendeva ambientigeomorfologici e geografici assai differenti. Si evidenziava la polarizzazione esercitata dalla Val Pescara ed il rischio di ulteriore scivolamento avalle della popolazione, nonché, attirate dagli spazi pianeggianti,delle attività produttive, specie industriali, di infrastrutture e servizi che possono rappresentare unafondamentale integrazione dell’economia agricola e turistica. E’ interessante riportare anche l’analisi delcontesto socio-economico generale evidenziata nel Programma di Sviluppo Rurale. La dinamica demografica è considerata l’indicatore più espressivo delbenessere e delle potenzialità di sviluppo di un territorio. Si parte dall’assunto, secondo il quale, salvo casi particolari, la capacità disostenere ed attrarre popolazione in crescita dipende in gran parte dalla vitalità economica, oltre chedalla posizionegeografica o dalle dotazioni

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infrastrutturali. Così come, invece, la perdita di popolazionecorrisponde ad una debole capacità produttiva, all’esaurimento di risorse o ad una situazione di isolamento. “Assumendo come contesto di medio periodo l’andamento demografico della provincia diPescara nell’arco di tempo compreso fra il penultimo censimento della popolazione (1991) e i piùrecenti dati anagrafici disponibili (2008), si osserva come essa, unitamente alla provincia di Teramo,presenti la dinamica più vivace a scala regionale, discostandosi sensibilmente dalle province diChieti e L’Aquila.Mentre nel caso di Teramo la crescita della popolazione ha carattere maggiormente diffuso e policentrico, nel caso di Pescara essa si deve alla presenza di un’Area Metropolitana che, oltre al polo centrale, comprende i comuni di Montesilvano, Città Sant’Angelo, Cappelle sul Tavo e Spoltore. Al fine di rendere significativa l’analisi, appare pertanto opportuno disaggregare il territorio provinciale in quattro sub-aree (Metropolitana, Collinare, Vestina, Maiella), di cui le ultime coincidenti con le sub-aree GAL, mentre la seconda include i comuni di prima corona dell’Area Metropolitana (Elice, , , Moscufo, Pianella, Cepagatti) e la sub-area Colline Pescaresi del GAL. Un contributo rilevante alla ripresa demografica delle aree interne è atteso, tuttavia,dall’immigrazione: infatti, l’apporto migratorio – costituito da classi giovani – fornisce allo statoattuale l’unica prospettiva di ripresa di un trend demografico positivo, pur potendo generareproblemi di integrazione con le culture locali. In Italia il peso della popolazione straniera legalmente residente è salito dallo 0,6% nel 1991 al 6,5% nel 2008.L’Abruzzo, a sua volta, si pone al primo posto fra le regioni del Mezzogiorno, con il 5,2%; Pescara, viceversa, all’ultimo posto fra le province abruzzesi, con il 4%, preceduta da Teramo (6,8%), L’Aquila (6,2%) e Chieti (4,3%). Dal punto di vista occupazionale, gli immigrati trovano collocazione sia nella piccola industria di tipo distrettuale (provincia di Teramo, con unaforte componente cinese, a spiccata vocazione imprenditoriale), sia nelle attività primarie delle areeinterne (provincia di L’Aquila, dove si afferma la componente macedone, tipicamente rurale), mentrenelle aree industriali (provincia di Chieti) e urbane vengono piuttosto impiegati nelle costruzioni enei servizi banali.Si deve ritenere che esistano ampi margini di incremento per la popolazione straniera, importante fattore di manodopera per il sostegno delle tradizionali attività agricole e allevatrici, come pure delle attività manifatturiere”. La coltura dell’olivo costituisce, oltre che una risorsa economica, un elemento paesaggistico e culturale salientePiù complessa è l’analisi del quadro aziendale. I dati di censimento indicano ben 7.425aziende olivicole nel territorio del GAL (56% del totale provinciale). Le aziende viticole, a loro volta, risultavano 2.570, pari al 53,5% del totale provinciale. Relativamente all’industria vinicola, si assiste ad una concentrazione degli impianti di trasformazione, che,dal 2001 al 2007,risultano raddoppiati (da 4 a 8) nella sub-areaGAL Colline Pescaresi, mentre restano quasi assenti nelle altre sub- aree. Per il resto, si riscontra la diffusa presenza di piccole e medie aziende, che vanno a coprire unpo’ tutti i comparti del settore industriale. Molto frazionata è la struttura del comparto delle costruzioni, con 738 aziende per2.272 addetti, rispettivamente pari al 28,1% e al 25,3% dei totali provinciali. Pur scontando il peso del terziario nell’Area Metropolitana centrale della provincia, se ne deduce che il territorio del GAL presenta una base industriale rilevante, della quale non si può non tenere conto nel quadro strutturale dell’economia all’interno del quale si va a collocare il PSL.Nederiva un sottodimensionamento delle attività terziarie. Il comparto dell’industria meccanica, al censimento Istat del 2001, risultava il quarto, nella provincia di Pescara, per numero di addetti (1.409), distribuiti in 181 unità locali12 e per circa l’80% concentrati nell’Area Metropolitana. Il settore terziario rappresenta un contenitore molto eterogeneo di attività economiche esociali che vanno dal commercio ai servizi ricettivi e di ristorazione, ai trasporti, ai serviziassicurativi e finanziari, ai servizi professionali, di ricerca e sviluppo, ai servizi per la collettività(istruzione, sanità, pubblica amministrazione) fino all’ampio spettro di attività svolte dalleorganizzazioni non profit, di recente introdotte nelle rilevazioni censuarie. Il comparto più diffuso, a livello provinciale, è quello commerciale (31,2% delle unità locali e 19,1% degli addetti nelle attività extra-agricole), come anche accade nell’area del GAL (1.493 unità locali, con 2.675 addetti), dove tuttavia le percentuali scendono di poco. Questo fenomeno denominato di polverizzazione, è causato dalle elevate quote di grande distribuzione presenti nell’Area Metropolitana. Le attività artigianali (trasformazione deiprodotti agricoli, della pietra e del legno) nell’area GAL contano 1.844 unità locali con 4.494 addetti. La maggior parte delle imprese artigiane opera nel comparto delle costruzioni (32,6% delleunità locali in area GAL), del manifatturiero (26,8%) e del commerciale (11,8%). L’offerta turistica della provincia di Pescara appare indirizzata verso la ricettivitàalberghiera (85,8% dei posti-letto complessivi).

L’indagine condotta da Cresa (Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali)sui consumi delle famiglie abruzzesi (indagine 2009 – 2010) evidenziava che l’80% dei nuclei familiari studiati era caratterizzato da un reddito annuo nettoinferiore a 31.000 euro (poco meno della metà di tale 80% era costituito dafamiglie con entrate annue inferiori ai 15.500 euro). Ammontavano a poco piùdell’1% i nuclei con redditi netti dichiarati superiori a 75.000 euro.

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I comuni con famiglie mediamente piùricche erano i capoluoghi di provincia, caratterizzati da una minore incidenzadei redditi più bassi e un peso in genere superiore delle due fasce di redditopiù alto.Più di 5 famiglie su 10 potevano contare su un solo percettore di reddito, 4su due. Abbastanza trascurabile era il peso di nuclei con tre e più percettori direddito.Il numero medio di percettori di reddito a famiglia in Abruzzo era 1,55. Dall’analisi per provincia, classe di ampiezza demografica e comuni capoluogo, emergeva che valori più elevati si riscontravano nella provincia dell’Aquila, nei comuni con meno di 10.000 residenti e nei comuni dell’Aquila e di Pescara. Relativamente alla relazione tra il numero di percettori di reddito ed il numero dicomponenti della famiglia, si osservava che, ad eccezione di quelle unipersonali, in cui il percettoreera l’unico membro, e in quelle di duepersone, in cui vi era equilibrio tra 1 e 2 percettori, nei nucleicomposti da 3 a 5 persone prevalevano due percettori. Quasi sette su dieci famigliedi 6 e più persone avevano al massimo 2 percettori di reddito. Si evidenziava inoltre che più del 27% delle famiglie con sei e più componenti aveva più di tre percettoridi reddito, contro soltanto il 10% di quelle con 5 membri, il che faceva supporre, che le famiglie con il maggior numerodi componenti inglobassero un altro nucleo più o meno autonomo. In quasi il 90% dei casi il reddito familiare proveniva da lavoroe da pensione. Le province di Chieti e Pescara mostravano un’incidenza delle famiglie con redditi da solo lavoro superiore alla media regionale.Per quanto riguarda i redditi provenienti esclusivamente da pensione, L’Aquilamostrava il valore più basso, Chieti quello lievemente più alto.In tutte e quattro le province i nuclei che vivevano con redditi da lavoro e/o pensione superavano il 95%, arrivando a Chieti e a Pescara ad oltrepassare il 98%. Quindi nella Regione Abruzzo era rilevante l’incidenza dellefamiglie che vivevano con un reddito netto di sopravvivenza. Laquota di famiglie in povertà relativa aumentava all’aumentare del numero dicomponenti, passando a poco meno del 6% per i nuclei uni personali, a pocomeno del 50% per quelle composte da 6 o più persone. Si evidenziava, inoltre, che il 30,5% delle famiglie riusciva a realizzare dei risparmi:il 57% di tali famiglie metteva da parte fino a 3mila euro l’anno,il 25% riusciva ad accantonare più di 5mila euro e meno del 5% più di 10milaeuro.L’entità del risparmio dipendeva principalmente dal reddito e dal numero deicomponenti della famiglia.Il 14% delle famiglie aveva fatto ricorso nei 5 anni precedenti l’indagine a mutuio a prestiti. Quasi una su 100 ha avuto accesso ad entrambi.

Famiglie abruzzesi per tipologia di reddito (peso %)

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Le famiglie abruzzesi per reddito e numero di componenti (peso % su famiglie stesso reddito)

Famiglie abruzzesi per entità del risparmio annuo (peso % su totale famiglie che risparmiano)

Famiglie abruzzesi per ricorso a prestito o mutuo (peso %)

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Le famiglie abruzzesi per livello di benessere (peso %)

Nel 2012 i risultati di un’indagine del Cresa, condotta su 435 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione Abruzzo, evidenziavano ancora una fase di flessione attraversata dal sistema manifatturiero regionale. Precisamente si evidenziava il segno negativo della produzione (-7,7%), del fatturato (-6,6%) e degli ordinativi nazionali (-5,6%). Anche la capacità competitiva sui mercati internazionali viveva una battuta d’arresto (fatturato estero: -3,2%; commesse estere: -3,5%). A livello tendenziale gli indicatori relativi al mercato nazionale rallentavano la loro flessione, mentre gli indicatori riguardanti i mercati esteri apparivano in fase di peggioramento. Nel periodo di riferimento l’andamento dell’occupazione peggiorava sia dal punto di vista congiunturale che tendenziale (rispettivamente -1,3% e -2,7%). Tutti i settori facevano rilevare un calo dei livelli produttivi. Le previsioni rimanevano negative.L’andamento rimaneva generalmente negativo (fatta eccezione per la provincia di Pescara).Le perdite sono risultate piuttosto consistenti nelle imprese teramane penalizzate soprattutto dall’andamento della domanda interna. Anche L’Aquila e Chieti hanno fatto registrare flessioni importanti nei livelli produttivi e nel fatturato.

Sempre al 2012 risale l’indagine, svolta dal Cresa, rivolta a 610 imprese del commercio al dettaglio, della grande distribuzione e dei pubblici esercizi con almeno 3 addetti. Emergeva per l’Abruzzo una situazione di crisi del commercio, con vendite in calo (-11,5%) nonostante i prezzi non avessero subito variazioni. A fine giugno 2012 le imprese commerciali (35.046) rappresentavano il 23% delle imprese regionali e occupavano il 12% degli addetti totali. Il 29% delle imprese commerciali risultava gestito da donne ed il 12% da stranieri. A livello regionale il totale delle imprese intervistate registrava un calo delle quantità vendute, nonostante i prezzi di vendita non avessero subito variazioni di rilievo. I livelli occupazionali non facevano rilevare variazioni consistenti.Tutte le province registravano un calo delle vendite.

Nel 2012 hanno chiuso 25 imprese al giorno, come evidenziava il congresso Femca Cisl Abruzzo e Molise dal titolo “L’Italia della responsabilità. Un sindacato nuovo per un nuovo Paese”.La Femca (che rappresenta i lavoratori dell'Energia, della Moda e della Chimica) evidenziava che secondo i dati dell’ISTAT, per il 2012 l’occupazione in Abruzzo è diminuita di mille persone, passando dai 507 mila nel 2011 ai 508 nel 2012, ma dal 2008 ad oggi il mercato del lavoro abruzzese ha perso 10 mila occupati.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel Secondo Rapporto annualesul mercato del lavoro degli immigrati (2012) si sofferma sulla condizione occupazionale dei cittadini stranieri in Italia ed evidenzia come la crisi economica internazionale abbiacausato un significativo ridimensionamento dei livelli occupazionali. Elemento di novità è rappresentato dal fatto che le criticità del sistema del mercato dellavoro condizionano anche la componentestraniera, storicamente attestata su livelli occupazionali maggiori rispetto alla forza lavoro italiana. Dal 2009 gli occupati stranieri sono aumentati, tuttavia l’indagine si fermava a riflettere su come la crescita della popolazione attiva,dovuta all’aumento dei ricongiungimenti familiari e all’ingresso nel mercato del lavoro delle seconde generazioni,incidesse negativamente sui tassi di occupazione della popolazione straniera. Si evidenziava, quindi, una doppia condizione dei cittadini stranieri: “da un lato, laspinta migratoria e demografica è così rilevante da determinare una forte crescita della popolazione in età dalavoro; dall’altro, tale espansione sembra procedere più rapidamente della capacità del sistema economico-produttivodi assorbire manodopera straniera, ingenerando, così, uno sbilanciamento del delicato equilibrio sociooccupazionaledi cui i dati descrivono puntualmente la dinamica”. Dal 2009 il numerodi occupati italiani ha conosciuto un decremento costante. La variazione tendenziale del numero di occupati stranieri

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appariva, invece, molto diversa: per gli stranieri UE si registravano un +16,3% nel 2010 e un +6,1% nel 2011; nel casodegli extracomunitari l’andamento era positivo ma con dinamica crescente, passando da +6,6% del2010 a +9,2% del 2011.

Nel 2013 in Abruzzo sono state cancellate ben 762 imprese artigiane, cioè quasi il numero totale (825) dell'intero 2012. LaCna abruzzese, con uno studio su dati di Infocamere, evidenziava, sul fronte della micro-impresa, il peggior risultato tra le regioni italiane, il peggiore dal 2009: cancellazioni più che doppie rispetto alle iscrizioni.La situazione appariva negativa in tutte le province abruzzesi. La situazione era negativa per tutte le attività economiche. La CNA abruzzese evidenziava così le tre grandi emergenze abruzzesi, ovvero credito alle imprese, abbattimento della pressione fiscale e ricostruzione dell'Aquila. Tali emergenze non hanno avuto risposta e ciò ha avuto conseguenze soprattutto sul mondo delle micro-imprese, che rappresentano il punto debole del nostro sistema economico, dopo essere state per anni la spina dorsale dell'economia regionale, ma oggi davvero allo stremo, per l'effetto combinato della crisi generale e delle irrisolte emergenze del nostro territorio.

Nel 2014 il CRESAcommissionava all’istituto per le analisi demoscopiche DOXA la seconda indagine sui consumi delle famiglie abruzzesi. Scopo dell’indagine era quello di rilevare le spese sostenute dalle famiglie abruzzesi per l’acquisto di beni e servizi destinati al soddisfacimento dei propri bisogni. L’indagine prevedevainterviste su un campione di 800 famiglie rappresentative della realtà abruzzese, stratificate in base alla provincia di residenza, alla classe di ampiezza demografica dei comuni e al numero di componenti. L’indagine si è conclusa nel febbraio 2015 ed ha permesso di fotografare la situazione relativa al 2014 e di confrontarla con il 2013. La spesa media mensile di una famiglia abruzzese è risultata di 2.088 euro, il 26% dei quali è destinato ai consumi alimentari, il 39% alle spese per l’abitazione, l’11% alle spese per i trasporti e la quota rimanente alle altre tipologie di acquisti. Rispetto al 2013 un terzo delle famiglie è stato costretto a diminuirla per la necessità di risparmiare. Solo il 10% è riuscito ad aumentarla. In generale, si osservava a grandi linee che i tre quarti delle famiglie hanno acquistato prodotti in saldo, la metà prodotti a risparmio energetico, un terzo prodotti biologici, a km zero, e doc, igt, dop. Rispetto al 2013 la spesa relativa a tali tipologie di beni è risultata in aumento generalmente per circa il 40% delle famiglie. Emergeva inoltre, che, riguardo alla spesa alimentare, gli abruzzesi spendevano mensilmente principalmente per carne (114 euro), verdura (74 euro), pesce (67 euro), pane e cereali (55 euro). Quasi i due terzi delle famiglie effettuava acquisti alimentari presso supermercati (65%), il 51% nei centri commerciali, il 43% presso gli hard discount, ma sono aumentati gli acquisti effettuati direttamente al produttore, presso gli hard discount e i mercati tradizionali e l’autoconsumo. Un quinto delle famiglie riferiva di aver diminuito la spesa alimentare in gran parte per la necessità di risparmiare, sintomo della gravità della crisi economica e del suo peso sultessuto sociale regionale connessa alle forti difficoltà nel mercato del lavoro e che si riverbera sul calo dei consumi interni.Riguardo alla spesa non alimentare, gli abruzzesi compravano principalmente nei centri commerciali (58%) e meno nei negozi tradizionali (49%) e negli outlet (34%). La spesa per l’acquisto di beni durevoli (mobili e apparecchi domestici) è diminuita rispettivamente per il 40% e per il 32% delle famiglie, confermando le difficoltà che esse devono affrontare anche nell’accesso al credito.Relativamente all’abitazione, l’indagine confermava la preponderanza in Abruzzo delle abitazioni di proprietà (70%) mentre il 19% delle famiglie usufruisce di contratti di affitto. Tra le spese ordinarie legate all’uso della casa principale, quelle sostenute mensilmente per il riscaldamento sono le più consistenti, seguite da quelle per l’acqua e per l’energia elettrica. Un quarto dei proprietari ha sostenuto spese per la manutenzione ordinaria mentre il solo 7% spese per la manutenzione straordinaria. Il 7% delle famiglie possiede una seconda casa.Per quanto riguarda l’abbigliamento e le spese sanitarie, rispettivamente il 33% e il 13% delle famiglie ha diminuito la spesa, in gran parte per la necessità di risparmiare.Relativamente ai trasporti più di un quinto delle famiglie ha aumentato le spese per i carburanti mentre quasi la metà ha diminuito la spesa per l’acquisto di autovetture. Le spese per la cultura e il tempo libero sono quelle più diffusamente diminuite: l’acquisto di quotidiani e riviste per un terzo delle famiglie, i biglietti per il cinema e teatro e le vacanze per la metà.Riguardo alla spesa per le comunicazioni, il 40% delle famiglie ha diminuito l’acquisto di cellulari mentre il 24% quello di ricariche e abbonamenti telefonici.

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Il Programma di sviluppo rurale 2014 – 2020 della Regione Abruzzo evidenziava che in Abruzzo la popolazionesi concentrava nella fascia con più di 65 anni, mentre la classe 0-15 anni era quella caratterizzata da valori più bassi. Dal 2001 al 20111, infatti, si assiste alla senilizzazione della popolazione. Gli occupati in Abruzzo rappresentano il 2% degli occupati in Italia, pari a 496.800 unità, di cui il settore primario rappresenta una quota del 6,8% (33.900 unità), il secondario il 30,8% e il terziario il 62,3%. Tra il 2008 ed il 2013 l’Abruzzo perde un numero di occupati maggiore rispetto alle aree più competitive del Paese (variazione negativa più che doppia di Nord-Ovest, Nord-Est e Centro Italia). Nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca l’Abruzzo registra un -8,1%, che è la variazione più elevata ad esclusione del NordOvest. Nel settore dell’industria e delle costruzioni si evidenzia un calo dell’occupazione del 7,3% e nel terziario emerge la situazione più allarmante (-4,2%). Il tasso di occupazione regionale al 2012 nella classe di età 15-64 anni è del 56,8% e sale sino al 61,1% nella classe di età 20-64 anni. Si evidenziava, però, una disparità di genere in quanto tra uomini (73,9%) e donne (48,6%) nella fascia di età 20-64 anni si registra uno scarto di circa 25 punti percentuali. Nel 2013 l’indicatore relativo alla fascia di età 20-64 scendeva al 58,8%. L’andamento dell’occupazione regionale mostrava un trend negativo nella classe 15-64 anni e 20-64 anni. Il tasso di disoccupazione regionale nella classe di età 15-74 anni è del 10,8% (sale fino al 32,9% della forza lavoro nella categoria dei giovani tra 15 e 24 anni). Allo svantaggio per i giovani nell’accesso al mercato del lavoro, occorre aggiungere una differenza di genere: il tasso di disoccupazione femminile era pari al 12,9% per la classe di età 15-74 (nella classe di età 15-24 anni 43,2%). Negli anni 2007-2012 si registra un incremento del 25% delle presenze di stranieri in Abruzzo. Nei vari settori il lavoro sommerso era pari al 30% in agricoltura, al 14,7% nei servizi, al 5,5% nell'industria, mentre nelle costruzioni era pari 19%. Il PIL per abitante dell’Abruzzo passa, nel periodo 2000-2011, dal 102 all’87 per cento di quello medio dell’UE-27 (pari a 100). Contestualmente anche il PIL italiano diminuisce molto, tuttavia resta al di sopra della media europea. Oltre a ciò era in aumento la popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale (nel 2012 pari al 27,4% della popolazione). La produttività media in Abruzzo era pari a 52.224 euro per occupato e presentava un forte divario nei tre settori: nel

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primario era 1/3 del valore medio regionale, nel secondario il 95% e nel terziario il 110%. Differenze si delineano anche tra le 4 province, con una produttività massima a Pescara di 55.622 euro e minima a Chieti di 50.104. L’occupazione presenta un trend discendente, sia per quanto riguarda gli occupati dipendenti che gli indipendenti.

Da uno studio condotto nel 2015 dalla Fondazione Migrantes emergeva per l’Abruzzo la seguente situazione: in Abruzzo erano presenti 86.245 stranieri (dati gennaio 2015): 24.357 in provincia de L’Aquila, 23.940 nel Teramano, 20.195 in provincia di Chieti e 17.753 nella provincia di Pescara. La comunità più popolosa era quella dei rumeni (31,3%) seguita da albanesi (15,9%), marocchini (8,3%), macedoni (5,9%) e cinesi (4,7%). Il 55,7% risultava avere un lavoro, il 12,3% lo cercava, mentre il 32% risultava inattivo.Il 16,3% era impiegato in agricoltura, il 13% nell’industria, il 24,2% nelle costruzioni e l’11,1% nel commercio.

Dalla stampa in generale emergeva come durante il 2015 l’economia italiana cominciasse a mostrare una moderata ripresa, grazie ai bassi prezzi del petrolio, alla debolezza dell’euro e al recupero della domanda interna, con un incremento del Pil pari al +0,8%. Si trattava di una prima, seppur debole, inversione di tendenza rispetto ad anni di segni negativi.

Secondo l’indagine congiunturale del CRESA presso un campione di 448 imprese con almeno 10 addetti, nel III trimestre 2016 è proseguita la fase di ripresa dell’industria manifatturiera regionale. L’attività produttiva ha registrato un aumento del +2,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Si è verificato anche un aumento delle vendite e della produzione che, in analogia con i periodi precedenti, è stato più pronunciato per le imprese di maggiore dimensione (+5,5%). Relativamente alla dimensione d’impresa, le piccole industrie fanno registrare variazioni congiunturali positive nel complesso inferiori alla media regionale e una maggior tenuta su base annua del fatturato, dell’export e del portafoglio ordini. Le medie imprese evidenziano incrementi su base trimestrale e contrazioni diffuse su base annua, con la sola eccezione dell’export che sfiora il +10%. Le previsioni, buone solo per gli ordini esteri, sono meno diffusamente negative di quelle espresse dalle piccole imprese. Positivi nel complesso gli andamenti di tutti i settori, di tutte le classi di addetti e di tutte le provincie, con incrementi particolarmente consistenti del numero di occupati nella grande distribuzione e, a livello congiunturale, anche nella ristorazione, nelle imprese tra i 9 e i 49 addetti e in quelle operanti nella provincia di Pescara.

Nel III Trimestre 2016 le Camere di Commercio, relativamente alla natalità e mortalità delle imprese italiane, registravano dall’inizio dell’anno 42mila imprese in più (+0,7% rispetto al 2015). Oltre la metà (il 55%) nel turismo, commercio e servizi alle imprese. Continua la ricostruzione post-crisi del sistema imprenditoriale italiano.

In totale sono state 11.655 le procedure fallimentari aperte dalle imprese tra gennaio e novembre 2015, contro le 12.583 dell’analogo periodo dell’anno precedente (Unioncamere-InfoCamere 2016). Dal punto di vista geografico la flessione dei fallimenti rispetto al 2015 ha riguardato tutte le aree della Penisola, fatta eccezione per Sardegna (+19,3%), Basilicata (+14,3%) e Sicilia (8,8%). In termini assoluti, la regione con il maggior numero di procedure aperte è la Lombardia (2.511), seguita dal Lazio (1.373) e dal Veneto (1.031). Il commercio è ancora il settore più colpito dal fenomeno: 2.705 procedure fallimentari aperte tra gennaio e novembre 2015, pari al 23,2% del totale fallimenti. Seguono le costruzioni con 2.380 eventi aperti (20,4%) e l’industria manifatturiera con 2.187 (18,8%). Il tasso di crescita complessivo delle regioni del Mezzogiorno si attesta infatti a +0,73%, in crescita rispetto agli ultimi due anni, contro lo 0,63% della media nazionale, un valore che ricalca esattamente quello registrato nello stesso periodo del 2015.

Si assiste, inoltre, nel 2016 ad un vero e proprio boom di sarti, imprese di pulizia e giardinieri Rumeni, albanesi e cinesi. Negli ultimi 5 anni le imprese individuali dell’artigianato capitanate da immigrati stanno facendo registrare un vero e proprio boom in attività diverse dalle loro tradizionali. Gli imprenditori immigrati sono più che raddoppiati nelle sartorie (+129,7%), dove sono leader i cinesi, nelle imprese di pulizie (+108,8%), in larga parte condotte da rumeni, egiziani e albanesi, e fortemente aumentati nelle ditte di giardinaggio (+74,5%), la metà delle quali guidate da Rumeni edAlbanesi. E’ quanto emerge da un’indagine di Unioncamere e Infocamere sull’imprenditoria artigiana straniera in Italia tra giugno 2011 e giugno 2016, periodo in cui la crescita di attività artigiane di immigrati (+8,3%) ha frenato la caduta dell’intero settore (-7,8%). Inoltre, sono in rapido aumento anche panettieri (+36,9%), takeaway (+30,3%) e parrucchieri (+24,6%) di origine straniera.

Nel 2016 le procedure fallimentari aperte dalle aziende abruzzesi sono state 238, registrando un calo del 37,4% rispetto alle 380 del 2015. Tale andamento pone l’Abruzzo al primo posto tra le regioni italiane (seguito da Friuli-Venezia Giulia: -19,4% e Molise: -18,2%) e risulta molto migliore rispetto alla media nazionale (-8,7%). E’ quanto emerge dalle

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

elaborazioni che il Cresa ha svolto sui dati Infocamere-Stockview. Il notevole calo regionale è legato alla diminuzione molto rilevante riscontrata nella provincia di Teramo (-65,3%) che ha recuperato il forte incremento registrato nel 2015. Le altre province hanno segnato flessioni inferiori alla media regionale. Nonostante la forte riduzione rilevata nel 2016, Teramo continua ad emergere nell’ambito della distribuzione provinciale delle aperture di procedure fallimentari: spicca, infatti, così come accade per Pescara, con il 31,5% del totale abruzzese. Inoltre, Chieti ne rappresenta il 26,1% e L’Aquila il 10,9%. Così come avviene in Italia, circa i tre quarti delle procedure fallimentari sono state aperte da società di capitali (Abruzzo: 76,5%; Italia: 76,4%). Pesano molto meno le società di persone (Abruzzo: 11,3%; Italia: 11,5%) e le imprese individuali (Abruzzo: 10,1%; Italia: 7,8%) mentre le altre forme (cooperative e consorzi) sono residuali (Abruzzo: 2,1%; Italia: 4,3%). Rispetto al 2015 in Abruzzo tutte le forme giuridiche hanno registrato diminuzioni, tutte più pesanti degli andamenti nazionali, soprattutto tra le imprese individuali (-54,7%). Relativamente ai settori di attività economica, le nuove procedure aperte in Abruzzo hanno riguardato soprattutto le imprese operanti nel commercio (26,1%; Italia: 23,2%), nelle attività manifatturiere (24,8%; Italia: 18,8%) e nelle costruzioni (18,9%; Italia: 20,5%), settori tutti in calo rispetto al 2015. Nel 2016 hanno aperto una procedura fallimentare 1,6 imprese abruzzesi su 1000, valore inferiore a quello nazionale (2,1) che vede l’Abruzzo al quindicesimo posto della classifica regionale nella quale spiccano in negativo la Lombardia (2,9) e in positivo la Basilicata (1,0). A scala provinciale tassi di fallimento più pesanti sono stati riscontrati a Teramo (2,1) e Pescara (2,0). Le forme giuridiche mediamente più coinvolte dall’apertura di procedure fallimentari sono le società di capitali, che in Abruzzo contano 5,3 nuove procedure su 1000 imprese registrate, rispetto al 6,1 registrato in Italia. Le altre tipologie giuridiche rilevano tassi di fallimento tutti inferiori alla media, in particolare per le imprese individuali (0,3). Tra i settori di attività economica la fornitura di acqua, gas e vapore ha registrato il tasso di fallimento più elevato (8,7 nuove procedure su 1000 imprese). Seguono le imprese operanti nell’istruzione (7,6), nelle attività manifatturiere (4,2), nel trasporto e magazzinaggio (3,3) e nelle costruzioni (2,3).

Relativamente all’Ambito Distrettuale Sociale n.16 – Metropolitano si evidenzia che il panorama occupazionale ed economico non presenta elementi particolarmente positivi, come si può evincere dai grafici sottostanti.

tassi di attività, occupazione e disoccupazione - 2001

60,00

50,00

40,00

30,00

20,00

10,00

0,00

(media)

tasso di

(media)

(media) (media)

tasso di tasso di

giovanile

occupazione

tasso di attività

disoccupazione disoccupazione

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

tassi di attività, occupazione e disoccupazione per genere - 2001

70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00

0,00

(media)

tasso di

(media)

(media) (media)

tasso di tasso di

giovanile

occupazione

tasso di attività

disoccupazione disoccupazione

M F

Tassi di attività, occupazione e disoccupazione per genere

70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 Valori M 10,00 F

0,00

(media) (media)

Tassi (media) giovanile

tasso di occupazione di tasso

tasso di attività (media) attività di tasso tasso di disoccupazione di tasso tasso di disoccupazione di tasso

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Tassi di attività, occupazione e disoccupazione di Ambito

tasso di attività (media) 60,00 40,00 20,00 tasso di disoccupazione (media) 0,00 tasso di occupazione (media)

tasso di disoccupazione giovanile (media)

Il numero complessivo di imprese attive aumenta significativamente a partire dal biennio 2007-2008 e tende a stabilizzarsi nel 2009-2010. Il settore che perde il maggior numero di imprese è quello agricolo.

La struttura economica dell’ambito sociale rivela una prevalenza di attività economiche quali il commercio e altri servizi (sono numerosi i centri commerciali).

Rispetto al grado di istruzione (variabile che influenza, come abbiamo visto, il grado di benessere e la situazione lavorativa) la situazione è la seguente:

Grado di istruzione della popolazione residente

13% 2% 5% 1% 25%

24%

30%

Possesso Diploma di laurea (14 anni e più) Possesso Diploma universitario (14 anni e più) Possesso Diploma di scuola secondaria sup. (14 anni e più) Possesso Licenza di scuola media inf. o di Avv. Prof. (14 anni e più) Possesso Licenza di scuola elementare (14 anni e più) Alfabeti privi di titoli di studio (14 anni e più) Analfabeti (14 anni e più)

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Rispetto al disagio socio-economico e lavorativo si può evincere quanto segue: il tasso di attività (media) è pari a meno del 48% (61% nei maschi e 35% nelle femmine); il tasso di occupazione (media) è pari al 44% circa (58% nei maschi e 31% nelle femmine); il tasso di disoccupazione giovanile (media) è pari al 22,51% (18% nei maschi e 29% nelle femmine); il tasso di disoccupazione (media) è pari all’8% (6% nei maschi e 12% nelle femmine). Da questi dati emerge come le donne risentano molto del carico assistenziale familiare, che le allontana sempre più dal mondo del lavoro (cui spesso cercano di riavvicinarsi dopo aver cresciuto i figli). Tale situazione acuisce la già difficile situazione in cui versano le famiglie, pressate da esigenze assistenziali, difficoltà di tipo socio-economico, perdita del lavoro o difficoltà dei giovani nell’accedere al mondo del lavoro. Sono ben 41.633 i genitori soli con figli, di cui ben 34.440 le madri sole con figli. L’attuale situazione socio-economica ha contribuito ad aggravare il disagio delle famiglie e, conseguentemente, dei minori. Oggi, infatti, alle famiglie viene richiesto di dimostrare una forte flessibilità di adattamento, di essere in grado di esercitare un controllo sull’ambiente esterno ed avere nel suo interno personalità fortemente strutturate, mentre le fonti di perturbazione, carico assistenziale e stress sono in continuo aumento. Quindi, unicamente se valorizzata e supportata, la Famiglia può riuscire ad orientarsi in questa complessità, e riuscire ad essere “accogliente”, sia in termini di risorse messe in campo per prendersi cura di soggetti fragili diversi, sia in termini di azioni di stimolo che l’Ambito è chiamato ad intraprendere su tali risorse. Il Piano Distrettuale dell’Ambito, conseguentemente, intende focalizzare l’attenzione sulla famiglia, considerata nel suo duplice aspetto di istituzione esposta alle conseguenze della crisi socio- economica, ma anche di risorsa sociale.

2.3. Analisi dei fabbisogni sociali e di salute

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La ricerca di Save the Children “Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo? Un’analisi regionale”,uscita nel maggio 2016, pone i bambini abruzzesi al 4° posto in Italia. La definizione di povertà educativa elaborata da Save the Children è multidimensionale, si è ispirata alla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e alla teoria delle capabilities di Amartya Sen e Martha Nussbaum. In particolare, sono state individuate quattro dimensioni della privazione educativa. Esse sono: 1. apprendere per comprendere, ovvero per acquisire le competenze necessarie per vivere nel mondo di oggi; 2. apprendere per essere, ovvero per rafforzare la motivazione, la stima in se stessi e nelle proprie capacità, coltivando aspirazioni per il futuro e maturando, allo stesso tempo, la capacità di controllare i propri sentimenti anche nelle situazioni di difficoltà e di stress; 3. apprendere per vivere assieme, o la capacità di relazione interpersonale e sociale, di cooperazione, comunicazione, empatia, negoziazione. In sintesi, tutte quelle capabilities essenziali per gli esseri umani in quanto individui sociali; 4. apprendere per condurre una vita autonoma ed attiva, rafforzare le possibilità di vita, la salute e l’integrità, la sicurezza, come condizioni funzionali all’educazione.La ricerca inserisce l'Abruzzo nella classifica delle regioni italiane con la maggiore "povertà educativa", cioè quelle in cui sono più scarse ed inadeguate l'offerta di servizi, le opportunità educative e formative. Tale situazione di partenza minerebbe le capacità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.La regione Abruzzo si colloca al quarto posto, con Sicilia e Campania che vedono una situazione peggiore, mentre Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia rappresentano le aree più ricche di offerta formativa ed extracurriculare per i minori. Restano limitati i programmi didattici per l'acquisizione di competenze digitali da parte dei minori. A risentire per primi delle mancanze formative sono i ragazzi, che ottengono risultati non sempre sufficienti nelle performance scolastiche: quasi il 22% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze in lettura e il 27% in matematica (20% e 25% le rispettive medie nazionali). Il fenomeno della dispersione scolastica in Abruzzo mostra una preoccupante percentuale di ragazzi che lascia precocemente la scuola pari al 10%. In Abruzzo la privazione culturale e ricreativa per bambini e ragazzi è pari al 70%. L’ASR Abruzzo (Agenzia Sanitaria Regionale) ha pubblicato lo studio “L’epidemiologia geografica comunale - territoriale: ambiente, qualità della vita, salute e sanità federale. Applicazione di metodi statistici avanzati ai database del 1990-2009: criticità, limiti e potenzialità delle tecniche statistiche spaziali per le analisi epidemiologiche in piccole aree (inter)regionali”. Tale studio evidenziava quanto segue: viene utilizzato un nuovo indice di deprivazione italiano (Id), al fine di confrontare condizioni disvantaggio socioeconomico comunale in analisi su scala nazionale. L’Indice di Deprivazione è stato applicato ai territori comunali abruzzesi per analizzare i profili di morbimortalità, utilida porre in relazione con fattori di rischio ambientali, occupazionali e sociali, dei contesti di vita, con carichi dimalattia e disabilità per il sistema sanitario. Sono stati individuaticinque indicatori percentuali che concorrono a misurare le dimensioni della deprivazione (culturale, sociale,materiale, di dominio/status, di relazione familiare/sociale): basso livello di istruzione,disoccupazione, mancata proprietà della casa, densità abitativa (affollamento), famigliemonogenitoriali con figli dipendenti. I risultati emersi sono i seguenti: nell’analisi nazionale l’Abruzzo si colloca in nona posizione (medio/ricca). Il medio/basso Id dell’Abruzzo (con valenza favorevole) è determinatosoprattutto dalla più alta frequenza di case in proprietà; l’unica variabile in lieve eccesso è la bassa istruzione, pari al 38,2%.Su scala nazionale, l’Id comunale medio regionale correla con la mortalità: all’aumentare dell’Id cresce il rischio di morte; tale correlazione è maggiore per le fasced’età inferiori a 65 anni e per i grandi Comuni. L’Id è stato poi applicato ai territoricomunali abruzzesi per analizzare i profili di morbi-mortalità.L’Id varia da -5,41 a +9,47. I comuni sono stati raggruppati in gruppi (quintili: 20% di popolazione): molto ricco, ricco, medio, deprivato, molto deprivato.Nel periodo 1990-2003 la mortalità fra i comuni varia fra +20% e -20% rispetto alla mediaregionale). Nelle analisi geografiche delle patologie l’Id può essere utile sia per esplorare i fattori dirischio collegati ai contesti di vita (fumo, alimentazione, alcool, stress), sia per aggiustare e correggerei rischi connessi ai fattori occupazionali e all’inquinamento ambientale nei diversi territori.In riferimento al sistema sanitario, questa analisi suggerisce che in Abruzzo l’Id necessita diintegrazione con altri indicatori territoriali, soprattutto per valutarne l’eventuale associazione con i bisogni, ifabbisogni ed i consumi sanitari (pianificazione ed allocazione di risorse).I risultati ottenuti con l’utilizzodell’Id sono comunque utilizzabili per approfondire alcune problematiche territoriali e mirare gli interventi di integrazione socio-sanitaria nelle comunità più svantaggiate d’Abruzzo.

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Indice di deprivazione (Id)

Tumori totali aggiustati per Id – 1990-2003

Tumori ematologici – 1990-2003

L’ASR Abruzzo (Agenzia Sanitaria Regionale) ha pubblicato lo studio“Psichiatria – Analisi delle dimissioni

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ospedaliere nelle U.O.C. di Psichiatria delle Strutture Ospedaliere della Regione Abruzzo”, sulla base delle schede di dimissione ospedaliera Anno 2009. Appare importante riportare, ai fini della programmazione dell’Ambito Distrettuale Sociale, la tabella sottostante.

Nel 2010 l’Osservatorio Epidemiologico dell’ASR ABRUZZO ha pubblicato un’analisi delle dimissioni ospedaliere nelle UU.OO. di Geriatria dei PP.OO. della Regione Abruzzo. Tale analisi metteva in evidenza la frequenza dei DRG (diagnosis-related group, raggruppamento omogeneo di diagnosi: è un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale, ricoverati in regime ordinario o day hospital, in gruppi omogenei per assorbimento di risorse impegnate (isorisorse); inoltre tale sistema permette di quantificare economicamente l’assorbimento di risorse e quindi di remunerare ciascun episodio di ricovero, al fine di controllare e contenere la spesa sanitaria). Relativamente ai Ricoveri Ordinari, nei primi quindici DRG per ordine di frequenza l’insufficienza cardiaca e shock (DRG 127) si colloca al primo posto con il 16% dei casi, ed una degenza media di 10 giorni (range 7-15). Il quinto DRG più frequente, “malattia polmonare cronica ostruttiva” (DRG 88) con 260 dimissioni ed 8,5 giornate di degenza media, rappresenta un DRG ad alto rischio di inappropriatezza se erogato in regime. Oltre ad esso, sempre nei primi quindici DRG per ordine di frequenza, altri due risultano ad alto rischio di inappropriatezza se erogati in regime ordinario: il settimo, “anomalie dei globuli rossi, età >17 anni” (DRG 395), ed il quindicesimo “ipertensione” (DRG 134). Tra i primi 15 DRG, quelli con peso > 1 sono sei, pari al 40% circa dell’intera casistica e tra questi sono inclusi i

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primi tre per ordine di frequenza. I tre DRG (88, 395 e 134) ad elevato rischio di inappropriatezza (LEA) corrispondono al 10% circa.

L’Osservatorio epidemiologico ASR Abruzzo ha pubblicato l’analisi “Le nascite in Abruzzo Anni 2006-2010. Andamento delle nascite nei Presidi Ospedalieri Abruzzesi. Quinquennio 2006-2010”, dalla quale si evincono dati molto eloquenti relativamente al Paese di provenienza dei genitori:

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Scendendo più nel dettaglio dell’Ambito Distrettuale Sociale Metropolitano si riportano i seguenti dati epidemiologici.

Dati sull’utenza dei Consultori familiari forniti dall’Azienda USL di Pescara

Consultorio ricadente nel Comune di Spoltore Totali prestazioni individuali 2.107 Visita ginecologica 490 Consulenze psicologiche/psicoterapie 108 Consulenze sociali 594 Consulenze ostetriche 210 Prelievi HPV 832 Prestazioni di gruppo Corsi di preparazione al parto 72 Gruppi adolescenti nelle scuole di II grado 20 Gruppi puerpere 8 Gruppi massaggio infantile 8

Consultorio ricadente nel Comune di Pianella Totali prestazioni individuali 274 Tipologia di prestazioni Visita ginecologica 156 Assistenza infermieristica 118

Consultorio ricadente nel Comune di Città Sant’Angelo Totale prestazioni individuali 1.481 Visita ginecologica 680

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Consulenze psicologiche/psicoterapie 200 Consulenze sociali 181 Consulenze ostetriche 91 Screening cervico-carcinoma 329 Totale prestazioni di gruppo 77 Corsi di preparazione al parto 33 Gruppi adolescenti nelle scuole di II grado 42 Gruppi puerpere 2

Relativamente ai minori con disabilità, la situazione attuale dell’Ambito vede un numero di utenti pari a n.82. L’utenza è così classificabile: si tratta per il 56% di ragazzi e per il 44% di ragazze che presentano: per il 48% ritardo mentale e psicomotorio; per il 33% sindromi genetiche; per l’11% distrofia muscolare; per il 8% esiti da danni neurologici. Relativamente alle fasce d’età dei ragazzi assistiti si evince quanto segue: alla fascia 3-5 anni appartiene il 42% dei ragazzi; alla fascia 6-10 il 22%; alla fascia 11-13 l’ 8%; alla fascia 14+ il 28%; non ci sono ragazzi assistiti nella fascia 0-2 anni. Le patologie maggiormente rappresentate tra i ragazzi seguiti dai Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Sociale sono quelle che seguono. Il ritardo mentale: indica un funzionamento intellettuale generale significativamente sotto la media e si manifesta in età evolutiva. Il ritardo mentale può essere meglio definito dal livello di gravità: lieve, moderato, grave e profondo. Esso comporta limitazioni in aree del comportamento adattivo, come la comunicazione, la cura di sé, la vita domestica, le abilità sociali, l’utilizzo delle risorse della comunità, l’autodeterminazione, la salute, la sicurezza personale, l’istruzione, il tempo libero, il lavoro. Il ritardo mentale può essere causato da qualsiasi condizione che impedisca lo sviluppo del cervello prima, durante, dopo la nascita o nel periodo dell’infanzia. I disturbi che emergono nella personalità del soggetto caratterizzato da disturbo mentale sono: - disturbi dell’attenzione; - ritardo del linguaggio; - mancata comprensione del compito o della situazione; - comportamento fatuo, infantile e regressivo; - ansia; - aggressività; - mancanza di autonomia; - autolesionismo. Le sindromi genetiche: si tratta di anomalie cromosomiche legate ad anomalie fenotipiche, che in alcuni casi costituiscono sindromi genetiche ben definite. Il danno genetico, attraverso meccanismi biologici e neuropsicologica, è causa di comportamenti che rientrano nel fenotipo comportamentale (un tipico quadro clinico, legato a disturbi biologici), il quale è caratterizzato da: anomalie motorie; anomalie cognitive; anomalie di linguaggio e sociali. Tra le sindromi genetiche più diffuse ricordiamo: sindrome di Down, sindrome dell’X fragile, sindrome di Cri-du-Chat, sindrome di Cornelia de Lange, sindrome di Williams, sindrome di Prader-Willi; I disturbi generalizzati dello sviluppo: essi rappresentano un’ampia classe di disturbi caratterizzati da un iniziale sviluppo nella norma e in un secondo momento da una forte regressione. Si tratta di disturbi già presenti nei primi anni di vita, che spesso si accompagnano a ritardo mentale, dovuti a varie situazioni patologiche, come anomalie genetiche, infezioni congenite anomalie del sistema nervoso centrale. Il trattamento di questo tipo di patologie è volto a migliorare e stimolare la sfera cognitiva (stimolare gli interessi, la motivazione, le capacità attentive, affrontare le difficoltà di comprensione del linguaggio, le difficoltà di comunicazione). Questi disturbi comprendono: la Sindrome di Rett, l’autismo, la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrativi della fanciullezza, il disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato. Il danno neurologico: si tratta di patologie che comportano disturbi motori e visivi che compromettono: la possibilità di sperimentare la spazialità, la relazione del proprio corpo con l’ambiente, la capacità di percepire le forme e la posizione degli oggetti. Tra queste patologie ricordiamo: l’epilessia, le paralisi cerebrali infantili, le patologie vascolari.

Rispetto ai Cittadini stranieri è opportuno riprendere qualche dato per vedere fino a che punto gli stessi siano in linea con quelli epidemiologici regionali rispetto alle nascite.

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Sono evidenziati i maggiori 12 Paesi di provenienza (in ordine alfabetico) pur riportando in fondo alla tabella i totali generali Popolazione straniera ed extracomunitaria per Paese di cittadinanza e sesso (UE 25) Anno 2015 - COMUNI / AMBITO DISTRETTUALE - Fonte: dati ISTAT - Cittadini stranieri, popolazione residente Comuni Brittoli Cappelle Sul Catignano Cepagatti Città Civitaquan Elice Moscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Totale di Ambito Tavo Sant'Angelo a Popolazione M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T straniera Albania 0 7 7 14 0 72 56 12 45 40 85 0 1 13 29 3 5 8 4 1 1 58 40 98 1 2 3 36 29 65 242 202 444 8 6 0 4 Omissis Brasile 0 1 5 6 0 3 15 18 1 10 11 0 1 1 0 0 1 1 0 1 5 6 1 0 1 8 14 22 15 51 66 Omissis Cina Rep. 0 13 18 31 0 6 5 11 36 21 57 0 6 6 12 1 2 3 0 0 0 11 9 20 73 61 134 Popolare Omissis Kosovo 0 20 25 45 0 0 0 0 0 1 19 36 0 4 7 11 0 0 1 1 41 52 93 7 Omissis Macedonia 0 4 1 5 1 1 2 9 6 15 8 12 20 0 0 4 2 6 0 10 7 17 4 3 7 4 1 5 44 33 77 Marocco 0 14 17 31 0 0 3 3 36 26 62 2 1 3 2 0 2 3 1 4 0 11 8 19 1 0 1 8 10 18 77 66 143 Omissis Regno Unito 0 0 1 0 1 1 0 1 6 9 15 1 2 3 2 3 5 0 4 4 8 1 1 2 4 3 7 5 3 8 25 25 50 Omissis Romania 0 4 4 28 46 74 1 2 4 46 84 13 11 16 28 2 2 4 1 31 50 1 38 52 1 1 2 52 70 12 1 1 2 11 18 29 457 705 1162 9 7 6 0 9 9 8 5 4 9 9 4 0 6 6 2 1 6 7 4 0 4 Russia 0 2 5 7 0 1 1 1 4 5 5 17 22 0 0 1 1 2 0 0 3 3 0 2 8 10 11 39 50 Federazione Omissis Senegal 0 8 0 8 0 13 6 19 26 7 33 0 2 0 2 4 3 7 0 19 16 35 0 8 6 14 80 38 118 Omissis Ucraina 0 4 4 0 15 15 1 2 3 4 8 12 15 33 48 1 3 4 1 4 5 1 5 6 0 1 1 3 7 10 1 5 6 8 47 55 35 134 169 Omissis Totale m/f 2 1 1 10 15 26 3 4 7 21 24 45 36 47 83 3 3 7 5 70 12 5 92 14 2 3 6 17 21 38 2 4 7 27 44 72 1.35 1.87 3.22 3 5 7 8 5 0 0 0 0 5 5 6 3 9 5 8 3 3 3 3 5 2 9 1 4 3 7 7 5 2 4 9 3 3 5 8 (m+f)/comun 1 26 7 45 83 7 12 14 6 38 7 72 3.22 e di 5 5 0 5 9 3 3 5 1 7 2 3 8 residenza

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Popolazione straniera extracomunitaria residente nell'Ambito per genere e Comune

900 800 700 600 500 400 300

Dati popolazione Dati 200 100 0 M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T Brittoli Cappelle Sul Catignano Cepagatti Città Civitaquana Elice Moscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Tavo Sant'Angelo

Genere/Comune

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Bilancio demografico cittadini stranieri A nno 2015 al 31.12.2015 Fonte: ISTAT - Cittadini stranieri, popolazione residente e bilancio demografico Comuni Dati bilancio Brittoli Cappelle sul Tavo Catignano Cepagatti Città Sant'Angelo Civitaquana Elice M oscufo Nocciano Pianella Rosciano Spoltore Totale di Ambito demografico per sesso e Comune M aschi Femmi Totale M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T di residenza ne Popolazione al 1° 2 13 15 132 163 295 29 40 69 202 229 431 383 484 867 44 47 91 51 70 121 59 104 163 23 43 66 165 206 371 30 51 81 271 451 722 1.391 1.901 3.292 Gennaio nati 0 0 0 2 1 3 0 0 0 4 4 8 2 9 11 1 0 1 1 2 3 0 0 0 0 0 0 4 1 5 0 0 0 6 2 8 20 19 39 morti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 2 2 0 2 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 1 0 0 0 0 4 4 5 5 10 totale iscritti 0 0 0 19 24 43 3 5 8 22 40 62 39 59 98 4 3 7 11 9 20 5 9 14 1 1 2 23 23 46 2 5 7 49 50 99 178 228 406 totale cancellati 0 0 0 39 29 68 2 5 7 14 24 38 56 70 126 13 12 25 9 9 18 11 21 32 2 5 7 14 16 30 5 11 16 46 52 98 211 254 465 iscritti da altri Comuni 0 0 0 12 17 29 1 3 4 13 22 35 24 36 60 1 1 2 7 4 11 1 2 3 1 1 2 11 12 23 0 4 4 20 24 44 91 126 217 iscritti da estero 0 0 0 4 5 9 2 2 4 4 14 18 12 13 25 2 1 3 3 3 6 4 6 10 0 0 0 6 9 15 2 1 3 20 21 41 59 75 134 altri iscritti 0 0 0 1 1 2 0 0 0 1 0 1 1 1 2 0 1 1 0 0 0 0 1 1 0 0 0 2 1 3 0 0 0 3 3 6 8 8 16 cancellati per altri 0 0 0 14 10 24 1 3 4 10 15 25 19 24 43 2 1 3 7 7 14 4 12 16 1 3 4 10 10 20 2 7 9 15 21 36 85 113 198 Comuni cancellati per estero 0 0 0 5 3 8 1 0 1 1 2 3 2 3 5 1 0 1 2 2 4 0 1 1 0 0 0 2 3 5 0 0 0 1 7 8 15 21 36 altri cancellati 0 0 0 10 5 15 0 0 0 1 1 2 16 17 33 7 8 15 0 0 0 3 0 3 0 0 0 0 1 1 0 2 2 10 4 14 47 38 85 cancellati per 0 0 0 10 11 21 0 2 2 2 6 8 18 25 43 1 3 4 0 0 0 4 8 12 0 2 2 1 2 3 3 2 5 20 16 36 59 77 136 acquisizione di cittadinanza italiana saldo naturale 0 0 0 2 1 3 4 7 11 4 4 8 1 8 9 17 26 43 1 2 3 0 0 0 -1 0 -1 3 1 4 5 9 14 6 -2 4 15 14 29 saldo migratorio 0 0 0 -20 -5 -25 -30 -55 -85 8 16 24 -17 -11 -28 -39 -67 -106 2 0 2 -6 -12 -18 -1 -4 -5 9 7 16 23 39 62 3 -2 1 -33 -26 -59 saldo migratorio 0 0 0 -2 7 5 12 17 29 3 7 10 5 12 17 29 46 75 0 -3 -3 -3 -10 -13 0 -2 -2 1 2 3 5 8 13 5 3 8 6 13 19 interno saldo migratorio 0 0 0 -1 2 1 3 4 7 3 12 15 10 10 20 30 50 80 1 1 2 4 5 9 0 0 0 4 6 10 16 26 42 19 14 33 44 54 98 estero saldo totale 0 0 0 -18 -4 -22 -26 -48 -74 12 20 32 -16 -3 -19 -22 -41 -63 3 2 5 -6 -12 -18 -2 -4 -6 12 8 20 28 48 76 9 -4 5 -18 -12 -30 popolazione al 31 2 13 15 112 158 270 30 40 70 210 245 455 366 473 839 35 38 73 53 70 123 53 92 145 22 39 61 174 213 387 27 45 72 274 449 723 1.358 1.875 3.233 dicembre di cui mino renni 0 1 1 30 33 63 7 7 14 46 44 90 91 91 182 6 4 10 15 14 29 12 10 22 4 3 7 45 35 80 9 4 13 77 62 139 342 308 650 popolazione residente 15 283 70 443 853 82 122 154 64 379 77 723 3.263 media tasso di crescita 0,00 10,62 158,27 18,06 10,55 524,39 24,59 0,00 -15,75 10,55 183,01 5,54 8,89 naturale tasso di crescita 0,00 -77,88 -1.064,75 72,23 -22,27 -768,29 40,98 -116,88 -94,49 52,77 993,46 6,92 -9,20 totale nati in Italia 0 0 0 2 1 3 0 0 0 4 4 8 2 9 11 1 0 1 1 2 3 0 0 0 0 0 0 4 1 5 0 0 0 6 2 8 19 19 38

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

DATI FORNITI DALLA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE – AZIENDA USL DI PESCARA SU MINORI DISABILI SEGUITI

MINORI RESIDENTI ECAD 16 SEGUITI NEL 2016

BRITTOLI CAPPELLE CATIGNANO CEPAGATTI CITTA’ CIVITAQUANA ELICE MOSCUFO NOCCIANO PIANELLA ROSCIANO SPOLTORE SANT’ ANGELO 3 80 13 147 228 19 7 35 26 91 61 301 1 GLH* 27 GLH* 7 GLH* 47 GLH* 74 GLH* 5 GLH* 5 GLH* 17 GLH* 10 GLH* 24 GLH* 14 GLH* 90 GLH* *Gruppo di Lavoro per l’Handicap

Il n° totale di minori (0 – 18 anni) seguiti nel 2016 residenti nei paesi dell’Ambito Metropolitano è di 1011*. Il n° totale di minori con handicap seguiti per l’integrazione scolastica (GLH) è di 321 e nel caso della disabilità Le patologie più ricorrenti riguardano soprattutto i Disturbi Neuro Cognitivi quale ritardo mentale lieve (F70). *Nel n° totale di prese in carico rientrano:  Ambulatorio (0 – 2 a.) per i disturbi del dello sviluppo neuro psicomotorio,della regolazione, dell’adattamento , della comunicazione ed affettivi della I° infanzia;  Ambulatorio di psichiatria infantile per i disturbi del comportamento, dell’emotività (che vengono certificati come BES) della comunicazione e della socializzazione della II° e III° infanzia;  Ambulatorio di psichiatria dell’Adolescenza quali D. d’Ansia, dell’Umore, alimentari, comportamentali, psicotici, di personalità dell’adolescenza (BES);  Ambulatorio per i Disturbi Specifici di Sviluppo (dislessia,disortografia,disgrafia,discalculia =DSA) e D. del linguaggio e della coordinazione;  Ambulatorio per i D. Neuro Cognitivi (Ritardo mentale,livello intellettivo limite,D.Aspecifici di Apprendimento,esiti di encefalopatie).

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

In termini di dipendenze i dati epidemiologici di Ambito sono i seguenti

DATI SERT AZIENDA U.S.L. PESCARA DA PRECEDENTE PROGRAMMAZIONE

TOTALE IN CARICO Comune di in maschi femmine età in terapia CT Prefettura altre prestazioni (non sostanza sostanza sostanza sostanza d'abuso residenza carico media (metadone, (Comunità noto, intervento d'abuso d'abuso d'abuso principale: altro (non suboxone, Terapeutiche) sociale, solo terapia principale: principale: principale: noto, anfetamine, MMG) psicologica, etc.) eroina cocaina cannabinoidi benzodiazepine, alcol, etc.) Cappelle 10 9 1 32 7 1 2 0 7 0 1 2 Cepagatti 19 18 1 36 10 4 4 1 17 0 0 2 Città 21 18 3 34 9 5 1 6 17 1 0 3 Sant'Angelo Elice 2 2 0 38 2 0 0 0 2 0 0 0 Moscufo 5 5 0 27 4 1 0 0 5 0 0 0 Nocciano 1 1 0 34 1 0 0 0 1 0 0 0 Pianella 8 8 0 35 5 1 1 1 6 0 1 1 Spoltore 27 18 9 36 15 6 5 1 20 2 1 4 Totale 93 79 14 34 53 18 13 9 75 3 3 12

NON PIU' IN CARICO Comune di noti al SERT maschi femmine età ultima cosa CT Prefettura altre deceduti sostanza sostanza sostanza sostanza residenza (da 1990 ad media fatta al (Comunità prestazioni d'abuso d'abuso d'abuso d'abuso oggi) non più SERT: Terapeutiche) (non noto, principale: principale: principale: principale: altro in carico terapia intervento eroina cocaina cannabinoidi (non noto, (metadone, sociale, solo anfetamine, suboxone, terapia benzodiazepine, MMG) psicologica, alcol, etc.) etc.) Cappelle 61 60 1 35 4 11 27 19 1 23 1 8 29 Cepagatti 96 88 8 35 4 14 33 45 2 31 0 18 47 Città Sant'Angelo 135 125 10 35 6 12 56 61 2 39 7 28 61 Elice 4 4 0 35 0 3 0 1 0 3 0 0 1 Moscufo 30 29 1 31 1 1 13 15 0 8 0 8 14 Nocciano 9 9 0 34 1 0 3 5 0 2 0 3 4 Pianella 57 54 3 35 1 7 23 26 0 13 2 6 36

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Spoltore 141 129 12 34 9 14 63 55 7 50 4 18 69 Totale 533 498 35 34 26 62 218 227 12 169 14 89 261

Sostanze d'abuso principale

13% 3% 3%

81%

sostanza d'abuso principale: eroina sostanza d'abuso principale: cocaina sostanza d'abuso principale: cannabinoidi sostanza d'abuso principale: altro (non noto, anfetamine, benzodiazepine, alcol, etc.)

Persone in carico al SERT per Comune di residenza

11% 29% 20%

9% 1% 5% 2% 23%

Cappelle Cepagatti Città Sant'Angelo Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Stima della popolazione invalida dell'Ambito su popolazione residente al 01.01.2016

Tramite richiesta al sito dell’INPS è stato possibile negli anni effettuare una stima delle persone invalide residenti nei Comuni appartenenti all’Ambito. Ciò è stato necessario ed utilissimo per riuscire a programmare un utilizzo di risorse il più mirato possibile alle situazioni di bisogno complesso di tipo socio-sanitario. Rispetto alla disabilità, la stima è stata effettuata supponendo che ci possa essere una corrispondenza tra il diritto all'accompagnamento ed il riconoscimento ex art.3 co.3 L.104/92 (ovviamente il numero dei riconosciuti ex L.104/92 sarà inferiore a quello degli invalidi). Appare interessante evidenziare le percentuali di incidenza degli invalidi/disabili su ciascuna fascia d’età della popolazione residente nell’Ambito Distrettuale. Il maggior numero di invalidi/disabili è presente nella fascia d’età 75+.

Comune Popolazione numero altri numero invalidi civili numero invalidi civili con totale invalidi per residente invalidi residenti senza accompagnamento accompagnamento e con Comune e con Legge 104/92 L.104/92 art.3 co.3 Cappelle Sul Tavo 4.016 110 107 167 383 Cepagatti 10.887 299 289 452 1.039 Città Sant'Angelo 14.969 411 397 621 1.429 Elice 1.712 47 45 71 163 Moscufo 3.202 88 85 133 306 Nocciano 1.810 50 48 75 173 Pianella 8.633 237 229 358 824 Spoltore 19.366 532 514 803 1.849 Brittoli 290 8 8 12 28 Catignano 1.399 38 37 58 134 Civitaquana 1.247 34 33 52 119 Rosciano 3.900 107 103 162 372 Totale 71.431 1.961 1.894 2.963 6.819

Incidenza % invalidi su popolazione residente per fascia d'età Comune Popolazione residente 0-14 15-29 30 -59 60 -74 75+ Media Cappelle Sul Tavo 4.016 2,09% 2,45% 4,74% 14,42% 56,64% 16,07% Cepagatti 10.887 2,00% 2,78% 4,69% 14,84% 47,70% 14,40% Città Sant'Angelo 14.969 1,93% 2,97% 4,64% 15,07% 46,73% 14,27% Elice 1.712 2,89% 2,76% 4,89% 13,38% 31,69% 11,12% Moscufo 3.202 2,43% 2,76% 4,79% 13,43% 39,73% 12,63% Nocciano 1.810 2,24% 2,66% 4,73% 15,07% 40,61% 13,06% Pianella 8.633 2,05% 2,91% 4,73% 14,98% 40,63% 13,06% Spoltore 19.366 1,95% 2,93% 4,45% 16,33% 51,00% 15,33%

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 62

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Brittoli 290 4,24% 3,61% 5,46% 11,49% 19,52% 8,86% Catignano 1.399 3,09% 2,86% 4,96% 13,51% 27,62% 10,41% Civitaquana 1.247 3,07% 2,48% 5,21% 13,39% 28,85% 10,60% Rosciano 3.900 1,98% 2,98% 4,51% 15,06% 50,96% 15,10% Media 71.431 2,50% 2,84% 4,82% 14,25% 40,14% 12,91%

Rapporto tra popolazione residente e popolazione invalida 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 Cappelle Sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant’Angelo Comuni Popolazione residente popolazione invalida

Rapporto tra popolazione residente ed invalidi per Comune e tipologia di invalidità

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0 Cappelle Sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant'Angelo Comuni Popolazione residente numero altri invalidi residenti numero invalidi civili residenti senza accompagnamento numero invalidi civili residenti con accompagnamento

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 63

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Incidenza percentuale degli invalidi sulla popolazione residente per fasce d'età 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% Cappelle Sul Cepagatti Città Elice Moscufo Nocciano Pianella Spoltore Tavo Sant'Angelo Comuni

0-14 15-29 30-59 60-74 75+

Appare utilissimo riportare anche il dato epidemiologico relativo all’utenza del PLNA assistita nel 2015, dal quale si evince che gli utenti in condizione di disabilità gravissima sono 46, quelli in situazione di gravità sono 107. La stragrande maggioranza dell’utenza assistita fruisce del Servizio di Trasporto Assistito, del Servizio ADI e della riabilitazione presso strutture sanitarie accreditate convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. L’utenza disabile è evidenziata in giallo rispetto a quella anziana non evidenziata.

Comune Num. Tipologia GRAVI GRAVISSIMI Spesa totale Altri servizi sanitari previsti dal PAI Tipologia di Prog. utenza disabilità residenza gravissima Comune PAI per ADI – Assistenza Trasporto Assegno di ADI – Assegno Assegno Totale spesa Altro Servizio Altro Altro Altro Altro Tipologia di Tipologia Assistenza Domiciliare cura Assistenza disabilità disabilità effettuata con previsto nel Servizio Servizio Servizio Servizio disabilità residenza di Utente Domiciliare Socioassi Domiciliare gravissime gravissime il PLNA PAI: previsto nel previsto nel previsto previsto gravissima Integrata stenziale Integrata per per persone Riabilitazione PAI: PAI: nel PAI: nel PAI: persone in condizione c/o strutture Riabilita Neuro CSM ADI affette da di sanitarie zione in psichia tria SLA dipendenza accreditate convenzione Infantile vitale convenzionate c/o domicilio con il SSN Fondi PLNA PLNA PLNA PLNA PLNA PLNA PLNA Fondi AUSL Fondi AUSL Fondi Fondi Fondi utilizzati AUSL AUSL AUSL Totale € € € € € € € 97.679,91 € 415.880,09 € spese 44.232,95 26.415,06 106.881,27 106.646,96 31.823,94 2.200,00 415.880,09 Subtotale 60 € € € € € € € 47.910,59 € 157.261,68 € anziani 37.053,64 7.512,45 - 39.521,75 25.263,25 - 157.261,68 Subtotale 93 € € € € € € € 49.769,32 € 258.618,41 € disabili 7.179,31 18.902,62 106.881,27 67.125,21 6.560,68 2.200,00 258.618,41 Totale 153 12 13 28 70 6 1 39 € 415.880,09 54 11 8 5 85 utenti

Piano Sociale Distrettuale (P.S.R. 2016/2018) 64

Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

ANZIANI 10 10 0 24 5 0 19 4 5 1 2 49 DISABILI 2 3 28 46 1 1 20 50 6 7 3 36

Distribuzione spesa tra i servizi richiesti dall'utenza

23% 11% 6% 0% 0% 26% 8% 0% 26%

ADI - Assistenza Domiciliare Integrata Assistenza Domiciliare Socioassistenziale Trasporto Assegno di cura Assegno Vita Indipendente ADI - Assistenza Domiciliare Integrata Assistenza Domiciliare Socioassistenziale Assegno disabilità gravissime per persone affette da SLA Assegno disabilità gravissime per persone in condizione di dipendenza vitale

Segue una maggiore specifica dell’utenza in condizione di disabilità gravissima, con indicazione dei servizi fruiti, oltre che della residenza e della patologia.

PATOLOGIE COMUNI SERVIZI patologie CAPPELL CEPAGAT CITTA' ELIC MOSCUF NOCCIAN PIANELL SPOLTOR TOTAL ADI - Assegno disabilità ADI AUSL Riabilitazio E SUL TI SANT'ANGEL E O O A E E Assistenza gravissime per ne TAVO O Domiciliare persone in condizione Integrata di dipendenza vitale Ictus cerebri Ictus ischemico 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

1 X X 1 X X subtotale ictus cerebri 1 0 3 0 0 2 4 3 13 Ischemia cerebrale 1 X X subtotale ischemia cerebrale 0 0 0 0 0 0 0 1 1 tetraparesi tetraplegia 1 X X X 1 X X 1 X X 1 X X 1 X X subtotale tetraparesi tetraplegia 0 2 0 0 0 0 0 3 5 K polmonare 1 X X subtotale k polmonare 0 1 0 0 0 0 0 0 1 Adenocarcinoma del sigma K del sigma 1 X X 1 X X subtotale adenocarcinoma del sigma e k del 0 0 0 0 0 0 0 2 2 sigma Oligodendroglioma mesencefalico 1 X X subtotale oligodendroglioma mesencefalico 0 0 0 0 0 0 0 1 1 K epatico 1 X X subtotale k epatico 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Sindrome Cri du chat 1 X X X subtotale sindrome cri du chat 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Disturbo pervasivo dello sviluppo Disturbo 1 X X gen.to di tipo autistico 1 X X 1 X X subtotale dist. Pervasivo 0 0 0 0 0 0 0 3 3 Sindrome di Poland 1 X X subtotale sindrome di poland 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Encefalopatia 1 X X 1 X X subtotale encefalopatia 0 0 1 0 0 0 0 1 2 Encefalite 1 X X subtotale encefalite 0 0 0 0 1 0 0 0 1 Demenza senile Demenza vascolare 1 X X 1 X X subtotale demenza senile e vascolare 0 0 1 0 0 0 0 1 2 Morbo di Alzheimer 1 X X 1 X X 1 X X subtotale morbo di alzheimer 0 0 0 0 1 0 1 1 3 Cerebropatia 1 X X subtotale cerebropatia 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Miofibrosi 1 X X

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

subtotale miofibrosi 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Sclerosi multipla 1 X X subtotale sclerosi multipla 0 0 0 0 0 0 0 1 1 SLA 1 X X subtotale SLA 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Paralisi cerebrale infantile 1 X X 1 X X subtotale paralisi cerebrale infantile 0 0 0 0 0 0 0 2 2 Infarto aorta addominale 1 X X subtotale infarto aorta addominale 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Esiti di intervento di craniostenosi 1 X X subtotale esiti di intervento di craniostenosi 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Cardiopatia congenita infantile 1 X X subtotale cardiopatia congenita infantile 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Totale 1 3 9 0 2 2 5 24 46

Ictus - distribuzione nel territorio

0% 8% 23% 23% 0% 31% 15%

0%

CAPPELLE SUL TAVO CEPAGATTI CITTA' SANT'ANGELO ELICE MOSCUFO NOCCIANO PIANELLA SPOLTORE

Il dato epidemiologico rispetto all’utenza invalida/disabile assistita può essere declinato anche per servizio fruito, indicando la popolazione invalida/disabile assistita con tutti i servizi erogati dall’Ambito Distrettuale oltre a quella assistita con il Piano Assistenziale Individualizzato per il tramite del PLNA.

Comuni Servizi utenti disabili utenti invalidi totale riconosciuti ai sensi riconosciuti ai sensi della senza con della Legge 104/92 Legge 104/92, art.3 co.3 accompagnamento accompagnamento (gravità) Ceppelle sul Tavo assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione* 4 4 trasporto assistito 4 4

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assistenza domiciliare** 3 2 3 8 assistenza domiciliare disabili* 1 1 2 assistenza domiciliare famiglia 1 1 assegno disabilità gravissime* 1 1 2 assegno di cura disabili gravi* 7 7 14 educativa domiciliare minori* 1 1 2 subtotale Cappelle sul Tavo 0 21 4 12 37 Cepagatti assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione* 12 12 trasporto assistito** 11 6 17 assegno di cura disabili gravi* 7 7 14 assegno disabilità gravissima* 3 3 6 assistenza domiciliare integrata gravissimi* 1 1 2 subtotale Cepagatti 0 34 0 17 51 Città Sant'Angelo assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 25 25 trasporto assistito* 9 9 18 assistenza domiciliare** 4 4 6 14 assistenza domiciliare gravi* 4 4 8 assistenza domiciliare integrata gravi* 4 4 8 educativa domiciliare minori 3 3 assegno di cura disabili gravi* 9 9 18 assegno di cura disabili gravissimi* 9 9 18 assistenza socio-psico-educativa per le famiglie 1 1 subtotale Città Sant'Angelo 0 64 8 41 113 Elice assistenza domiciliare gravi* 4 4 8 assistenza domiciliare* 3 3 6 assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione* 1 1 subtotale Elice 0 5 3 7 15 Moscufo assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 5 5 trasporto assistito* 6 6 12 assistenza domiciliare* 4 4 assistenza domiciliare gravi* 2 2 4 assegno di cura disabili gravi* 12 12 24 assegno di cura disabili gravissimi* 2 2 4 subtotale Moscufo 0 27 0 26 53 Nocciano assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 2 2 assegno di cura disabili gravi* 6 6 12 assegno di cura disabili gravissimi* 2 2 4 assistenza domiciliare** 2 1 3 subtotale Nocciano 0 12 0 9 21 Pianella assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione* 4 4 trasporto assistito* 9 9 assistenza domiciliare** 9 22 31

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assistenza domiciliare integrata gravissimi* 5 5 10 assistenza domiciliare integrata gravi* 3 3 6 subtotale Pianella 0 21 9 30 60 Spoltore assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 29 29 assistenza domiciliare integrata gravissimi* 0 assistenza domiciliare integrata gravi* 1 1 2 assistenza domiciliare gravi* 5 5 10 assegno di cura disabili gravi* 28 28 56 assegno di cura disabili gravissimi* 23 23 46 trasporto assistito* 9 4 13 assistenza domiciliare** 20 20 subtotale Spoltore 0 95 0 81 176 Brittoli assistenza domiciliare** 2 2 assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 0 subtotale Brittoli 0 0 0 2 2 Catignano assistenza domiciliare** 4 4 assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 4 4 subtotale Catignano 0 4 0 4 8 Civitaquana assistenza domiciliare** 5 5 assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 4 4 subtotale Civitaquana 0 5 0 4 9 Rosciano assistenza domiciliare** 5 5 assistenza scolastica per l'autonomia e la comunicazione 9 9 subtotale Rosciano 0 9 0 5 14 Totale 0 297 24 238 559 * servizi per i quali vi è coincidenza tra utenti riconosciuti ai sensi della Legge 104/92 ed utenti invalidi ** servizi per i quali vi è coincidenza parziale tra utenti riconosciuti ai sensi della Legge 104/92 ed utenti invalidi

Appare importante evidenziare anche alcuni dati sul tema della violenza e del maltrattamento, tema di fondamentale importanza, che i servizi dell’Ambito non possono trascurare. Vengono riportati i dati nazionali e successivamente quelli relativi al territorio pescarese.

La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia – indagine ISTAT 2014 La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014). Le donne separate o divorziate hanno subìto

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violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%). Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).Emergono importanti segnali di miglioramento rispetto all'indagine precedente: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all'11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.È in calo sia la violenza fisica sia la sessuale, dai partner e ex partner (dal 5,1% al 4% la fisica, dal 2,8% al 2% la sessuale) come dai non partner (dal 9% al 7,7%). Il calo è particolarmente accentuato per le studentesse, che passano dal 17,1% all'11,9% nel caso di ex partner, dal 5,3% al 2,4% da partner attuale e dal 26,5% al 22% da non partner.In forte calo anche la violenza psicologica dal partner attuale (dal 42,3% al 26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale.Alla maggiore capacità delle donne di uscire dalle relazioni violente o di prevenirle si affianca anche una maggiore consapevolezza. Più spesso considerano la violenza subìta un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell'ordine (dal 6,7% all'11,8%). Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner.Rispetto al 2006, le vittime sono più soddisfatte del lavoro delle forze dell'ordine. Per le violenze da partner o ex, le donne molto soddisfatte passano dal 9,9% al 28,5%.Si segnalano però anche elementi negativi. Non si intacca lo zoccolo duro della violenza, gli stupri e i tentati stupri (1,2% sia per il 2006 sia per il 2014). Le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Anche le violenze da parte dei non partner sono più gravi. Tre milioni 466 mila donne hanno subìto stalking nel corso della vita, il 16,1% delle donne. Di queste, 1 milione 524 mila l'ha subìto dall'ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall'ex partner.

Progetto PARES – Violenze e maltrattamento (ASL Pescara – Forze dell’Ordine – Associazioni) I dati emersi dalla sperimentazione effettuata fra ottobre 2013 e febbraio 2014 - Sono state 144 le prestazioni per violenza e maltrattamento (domestica, fisica, psicologica e sessuale, condivisa e no), fra cui 10 minori di cui uno di sette anni e nove nella fascia 11–18 anni. Le altre fasce: 66 casi fra i 19 e i 35 anni; 46 in fascia 36-50 anni e 33 di over 50. Inoltre, nell’ambito della refertazione condotta sulle madri sono stati osservati anche otto minori implicati nel maltrattamento condiviso o assistito. La violenza prevalente è quella domestica o familiare perpetrata dal partner attuale o convivente: 42 i casi (29,15%), che coinvolge anche i figli in otto casi rilevati (5,5%). Sono, invece stati 16 le violenze da ex partner (11,11%) dei casi. Le donne sono vittime di più tipi di violenza anche combinata, quella fisica è nel 57,63% dei casi, poi domestica (29,8%), maltrattamenti (17,36%), psicologica (16,6%), sessuale (2,08%). Condivisa da i figli minori è nel 5,5% delle volte. Le violenze sessuali refertate nel periodo di sperimentazione sono state tre di cui una su un bambino con meno di 10 anni. Le violenze che avvengono al di fuori della famiglia sono state 67 da conoscenti (46,52%) e 19 da sconosciuti (13,19%). Fuori della sperimentazione sono stati 29 i casi di lesioni personali perpetrate da donne. Le violenze economiche e sessuali all’interno della coppia sono meno facilmente riconosciute dalle donne e quindi vanno indagate in modo specifico. La donna tende a riconoscere direttamente solo la violenza fisica e in genere si presenta al Pronto soccorso solo quando ha sul corpo i segni visibili di una violenza fisica. Anche la violenza sessuale all’interno della coppia è difficilmente riconosciuta dalla donna. Non sono stati rilevati casi di stalking nel periodo esaminato. Della Guardia ha rivelato anche 11 casi di abbandono dei locali del triage prima della visita (7,6%). Dei 144 casi esaminati 33 sono donne straniere (22,91%), di cui un 57% dei paesi dell’Est Europa, 24% di etnia africana, 12% da altri paesi. Il problema della violenza su donne e minori è un problema che incide ormai fortemente sulla programmazione sociale e sanitaria di servizi. Dal punto di vista sanitario occorre attivare una pluralità di servizi (Consultori, Psicologi, Operatori e Medici del Pronto Soccorso, Assistenti Sociali, Pediatri, Medici Legali, Ginecologi). Dal punto di vista sociale occorre attivare servizi socio-educativi (quali centri diurni, supporto al ruolo genitoriale, assistenza educativa) in grado di prendere in carico tutto il nucleo familiare. L’integrazione tra sociale e sanitario può garantire alle vittime di violenza una presa di coscienza ed una ripresa della vita autonoma. Le Forze dell’Ordine ed i Centri Antiviolenza potranno essere di supporto nell’intervento ecnell’accoglienza, ma anche portare avanti con i servizi interventi di prevenzione ed informazione.

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2.4. L’attuale sistema di offerta Si riporta la mappa dei Servizi erogati per ambito di programmazione Ai sensi della Legge 328/2000 l’Ambito eroga i seguenti servizi: segretariato sociale: garantisce informazione e consulenza alle persone e alle famiglie per favorire la fruizione di servizi; servizio sociale professionale: garantisce la presa in carico, il monitoraggio delle situazioni di disagio, la valutazione del bisogno; pronto intervento sociale: fornisce una risposta a tutte le persone che per motivi contingenti ed urgenti si trovano nell’impossibilità di rimanere nella propria abitazione o all’interno del proprio nucleo familiare; assistenza domiciliare ed assistenza domiciliare integrata per anziani, disabili e famiglie in difficoltà: servizi che mirano a favorire la permanenza a domicilio delle persone anziane, disabili ed in situazione di disagio, anche attraverso l’erogazione di interventi ad alta integrazione sociosanitaria; teleassistenza: tale servizio è stato attivato in passato attraverso il contact center regionale per utenti non autosufficienti, ma il numero delle persone monitorate si è ridotto sempre di più a causa della mancata accettazione del servizio da parte dell’utenza, spesso assistita ancora da parentela e vicinato, e che vede più di buon occhio il monitoraggio anche telefonico da parte del gestore dei servizi di assistenza domiciliare, poiché effettuato da persone vicine e note; centri diurni per minori (mediateche, ludoteche, centri di aggregazione – anche per minori disabili): si tratta di spazi strutturati e professionali che offrono occasioni di aggregazione, socializzazione, gioco, svago, attività didattica, permanenza nel proprio contesto di vita e sollievo al nucleo familiare; centri diurni per anziani (anche disabili): spazi strutturati e professionali, oppure autogestiti, che offrono occasioni di aggregazione, socializzazione, permanenza nel proprio contesto di vita e sollievo al nucleo familiare; servizio socio-psico-pedagogico per la famiglia: supporto professionale alla genitorialità, interventi di consulenza ai genitori, anche rispetto al loro rapporto con i figli (situazione del minore e del nucleo dal punto di vista psicologico e delle dinamiche affettivo-relazionali, consulenza pedagogica e supporto al ruolo genitoriale); servizio per l’affido familiare e le adozioni: è stata attivata idonea èquipe per la realizzazione ed il monitoraggio degli affidi; relativamente alle adozioni l’Ambito n.33 si avvale dell’èquipe integrata che ha sede presso il Comune di Spoltore e si avvale della collaborazione del Consultorio Familiare di Spoltore; assistenza scolastica per alunni diversamente abili: servizio effettuato in ambiente scolastico e volto a garantire l’inclusione scolastica e la partecipazione dei ragazzi certificati ai sensi della L.104/92, art.3, co.3, alle attività educativo-didattiche; comunità di tipo familiare, comunità educativa per minori e disabili, residenza assistita per il tramite dell’integrazione di rette per l’ospitalità in strutture residenziali in convenzione: tali servizi sono effettuati dall’Ambito in convenzione con le strutture territoriali maggiormente rispondenti alle esigenze dell’utenza; assistenza educativa domiciliare per minori: interventi di tipo domiciliare volti alla presa in carico di situazioni di disagio, ad evitare l’istituzionalizzazione dei minori ed a sostenere le responsabilità familiari attraverso l’attività di educatori e la consulenza psico-pedagogica; mediazione familiare: consulenza mirata al superamento o evitamento dei disagi causati ai minori da separazioni conflittuali dei genitori (i comuni forniscono consulenza sociale, oppure legale, o psicologica); sportello per l’integrazione sociale e lavorativa: vengono erogati redditi di inserimento, assistenza domiciliare per famiglie con carichi assistenziali, contribuzioni economiche, servizi di orientamento al lavoro e valutazione delle capacità residue (in rete con il SILUS), sportello informativo; integrazione sociosanitaria e punto unico di accesso: l’Ambito n.33 fornisce la figura professionale di Assistente Sociale ad integrazione dell’Unità Valutativa Multidimensionale e del PUA operante presso i Distretti Sanitari di Base al fine di garantire la valutazione di bisogni socio-assistenziali complessi di tipo sociosanitario; trasporto assistito per disabili: servizio volto ad armonizzare il tempo di lavoro e di cura familiare, a soddisfare l’esigenza di realizzare la piena integrazione delle persone disabili e la loro permanenza a domicilio, attraverso il trasporto presso istituti riabilitativi e/o scolastici; gestione del Piano di Zona: interventi rivolti alla gestione associata dei servizi sociali, alla valutazione della qualità dei servizi e della soddisfazione dell’utenza, ad azioni di comunicazione sociale, alla predisposizione della Carta per la Cittadinanza Sociale, all’implementazione del sistema informativo sociale locale; Con la Legge Regionale n.95/95 vengono erogati servizi di supporto domiciliare educativo e socio-assistenziale alle famiglie con situazioni di disagio e carico assistenziale. Con il Fondo delle Politiche per la Famiglia l’Ambito, al fine di supportare i nuclei familiari con elevati carichi assistenziali, particolari esigenze lavorative, disagio socio-economico, eroga rimborsi ai nidi pubblici e privati accreditati al fine di ridurre il costo di questi servizi per le famiglie che ne fruiscono. Per il tramite del Piano Locale per la Non Autosufficienza l’Ambito eroga servizi di assistenza domiciliare ed assistenza domiciliare integrata, trasporto assistito, assegnazioni economiche ad anziani e disabili non autosufficienti,

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in condizione di disabilità grave o gravissima. Per il tramite del Progetto Home Care Premium, finanziato dall’INPS, l’Ambito eroga ai Non Autosufficienti servizi professionali domiciliari, servizi e strutture a carattere extradomiciliare, servizi di sollievo, servizi di aiuto personale, servizi di integrazione scolastica. Per il tramite del Progetto Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Ambito eroga ai nuclei familiari in situazione di disagio servizi di segretariato sociale, servizio sociale professionale, assistenza educativa, informazione e sensibilizzazione, sostegno educativo extrascolastico, servizi educativi e di cura per bambini in età prescolare, tirocini extracurriculari, tirocini per l’inclusione, percorsi formativi integrati, inserimento di persone in condizioni di vulnerabilità presso cooperative sociali, servizi di orientamento, accompagnamento, avviamento ad attività formative e lavorative, laboratori. Per il tramite del Progetto Abruzzo Inclusivo, finanziato dalla Regione Abruzzo, l’Ambito eroga ai nuclei familiari in situazione di disagio servizi di inclusione lavorativa e sociale, quali borse-lavoro, formazione, orientamento.

2.5. Analisi degli impatti della precedente programmazione Nel corso degli anni l’Ambito Metropolitano ha condotto indagini, implementate dal team di ricercatori di Teritoriosociale srl, finalizzate a verificare e misurare l’impatto della propria programmazione sull’utenza dei servizi. Nel 2012 è stata condotta un’indagine, tramite somministrazione di questionari, sulla valutazione della qualità del servizio erogato “borsa-lavoro”. Se ne riportano i principali risultati. Gli utenti per i quali era stata attivata la borsa-lavoro presentavano prevalentemente, per quanto concerne il livello di istruzione, il diploma di scuola media inferiore (46,4%). In realtà, la bassa scolarizzazione dei borsisti non stupisce, in quanto si tratta di strumento rivolto a fasce sociali, caratterizzate da bassa professionalità e titolo di studio debole.

Distribuzione degli utenti in base al titolo di studio valori assoluti e percentuali

Istruzione Freq. % Licenza elementare 4 15.4 Licenza media inferiore 12 46.2 Diploma di maturità 7 26.9 Laurea 2 7.7 Specializzazione post-laurea 1 3.8 Totale 26 100

Grado di istruzione

50.0 45.0 40.0 35.0 30.0 25.0 20.0 15.0 10.0 5.0 0.0 Licenza Licenza media Diploma Laurea Specializzazione elementare inferiore post-laurea

I dati raccolti hanno permesso di constatare che più della metà degli intervistati (53.8%) è attualmente occupato. Relativamente al settore economico di appartenenza dei contesti di inserimento delle borse di formazione lavoro, è emersa la varietà degli ambienti produttivi, benché prevalgano quelli afferenti al settore della Pubblica Amministrazione (34.6%).

Distribuzione degli utenti in base al settore merceologico dell’azienda ospitante -valori assoluti e percentuali

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Settore merceologico azienda Freq. % Meccanica 1 3.8 Turismo 2 7.7 Agricoltura 1 3.8 P.A. (Pubblica Amministrazione) 9 34.6 G.D.O (Grande Distribuzione Organizzata) 3 11.5 Altro 9 34.6 Mancate risposte 1 3.8 Totale 26 100

Settore merceologico di appartenza azienda ospitante

Mancate risposte Meccanica 4% 4%

Turismo Altro Agricoltura 8% 34% 4%

P.A 34%

G.D.O 12%

In particolare, circa l’80% dei borsisti era molto o moltissimo d’accordo nel ritenere che l’Ente e l’azienda ospitante si siano raccordati bene ed i tempi di attesa per l’attivazione del servizio siano stati veloci. All’incirca il 77% dei fruitori ha dichiarato di essere molto o moltissimo in accordo con quanto espresso dalle seguenti frasi: “Gli operatori sociali mi hanno fornito un servizio di qualità” e “Ho instaurato un rapporto umano positivo con gli operatori” Circa il 96% dei borsisti ha dichiarato di essere molto o moltissimo in accordo nel ritenere che Sul lavoro ha agito con motivazione ed impegno e di aver affrontato le attività quotidiane di lavoro con spirito positivo. Si può notare, infatti, che oltre il 90% dei fruitori condivide l’affermazione che riguarda i positivi rapporti con il proprio datore di lavoro; l’88% degli intervistati approva largamente l’item che esprime che il lavoro gli ha fornito una maggiore autostima mentre l’84% è d’accordo nel ritenere che il lavoro ha accresciuto le proprie competenze professionali. Infine, le frasi che indagano i buoni rapporti con i colleghi, la maggiore positività nell’affrontare le giornate ed il miglioramento nella gestione dei rapporti umani hanno trovato percentuali di consenso superiori al 75%. Le modalità “poco d’accordo” e “per nulla d’accordo” hanno registrato percentuali pressoché nulle di risposte. L’unica eccezione è rappresentata dall’item: Grazie all’esperienza fatta ho oggi maggiori possibilità di trovare un impiego”, per la quale la percentuale delle persone che hanno risposto di essere molto o moltissimo in accordo è stata del 38,4%.In questa dimensione l’affermazione “Al termine dell’esperienza il mio giudizio sul lavoro degli operatori del Comune è positivo” è stata quella per la per la quale si è registrata la più larga condivisione tra i rispondenti (80,7%). Vale la pena evidenziare che, rispetto alle altre dimensioni, in questa si osservano un maggior numero di persone che si posizionano sulla modalità “abbastanza in accordo” della scala di misurazione di riferimento. La relazione con gli operatori è l’aspetto cui i rispondenti hanno attribuito un’importanza maggiore: oltre il 96% dei rispondenti lo considera decisamente importante, scegliendo le modalità “moltissimo” e “molto” della scala di valutazione proposta. L’importanza attribuita a tale variabile dai rispondenti trova pertanto un riscontro positivo, come visto in precedenza, nell’ampia condivisione di affermazioni riguardanti il rapporto con gli operatori.Dopo l’aspetto relazionale segue, in ordine di importanza attribuita, l’accrescimento di motivazioni ed autostima (88,5%), i tempi di erogazione del servizio (84,6%), le caratteristiche della struttura convenzionata (80%) ed il piano personalizzato di sviluppo delle competenze professionali (76,9%). In generale si può constatare un buon allineamento tra l’importanza attribuita alle dimensioni del servizio in esame e le aspettative degli utenti. Rispetto alla soddisfazione complessiva del servizio offerto, è stata riscontrata una valutazione positiva da parte di oltre 88% degli utenti: il 46,2% ha dichiarato di essere molto soddisfatto del servizio di cui ha usufruito mentre il 42,3% ha espresso la massima soddisfazione. Solo un borsista (corrispondente al 3.8% dei rispondenti) si ritiene poco soddisfatto del servizio di cui usufruisce mentre nessuno degli utenti si è collocato sulla modalità più bassa della scala di valutazione (“per nulla soddisfatto”). I dati raccolti consentono di affermare che circa il 70% dei fruitori della borsa lavoro ritiene che l’esperienza sia stata

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formativa o molto formativa. Sette rispondenti su 26 (il 26.9%) la reputava abbastanza formativa mentre solo per un borsista (3,8%) l’esperienza non è stata per niente formativa.

Tra il 2013 ed il 2014 è stata condotta un’indagine, attraverso la conduzione di interviste face to face presso il contesto familiare degli utenti, sul livello di soddisfazione dell’utenza dei servizi di assistenza domiciliare residente nei Comuni dell’Ambito Metropolitano. Se ne riportano i principali risultati. I risultati raccolti hanno fornito all’Ambito una rappresentazione del feedback degli utenti dei servizi domiciliari oggetto dell’analisi. Essi sono stati utilizzati, nel breve termine, come raccolta organica di informazioni utile all’eventuale perfezionamento o rimodulazione del servizio e, nel medio e lungo termine, quale base per comparare informazioni raccolte nel tempo. Il target di utenti del servizio di Assistenza Domiciliare, cui l’indagine è stata indirizzata, è composto da anziani, disabili e minori che vivono nei Comuni dell’Ambito Metropolitano.La rilevazione è stata condotta attraverso l’utilizzo di un questionario organizzato secondo tre dimensioni di indagine: dati socio anagrafici; tipologia e qualità dei servizi fruiti; percezione del livello di innalzamento della qualità della vita. Lo strumento/questionario è stato somministrato all’utenza dei servizi di assistenza domiciliare in formato cartaceo. La somministrazione è avvenuta per il tramite degli operatori sociali dell’Ambito, che hanno informato gli utenti e sottoposto il questionario direttamente ai soggetti assistiti o ai loro familiari, dopo aver ricevuto in consegna lo strumento dal team di ricercatori. I questionari oggetto di analisi sono stati 45.Dei 45 utenti del campione, 5 fruiscono del servizio di assistenza domiciliare minori, 21 di quello di assistenza domiciliare disabili e 17 del servizio di assistenza agli anziani. I risultati ottenuti e qui solo sinteticamente illustrati hanno mostrato un buon livello di soddisfazione generale dell’utenza, come dimostra il grafico riassuntivo sotto riportatoRispetto alla soddisfazione complessiva del servizio offerto, è stata riscontrata una valutazione positiva da parte dell’86,7% degli intervistati. In particolare, 23 utenti hanno dichiarato di essere molto soddisfatti del servizio di assistenza mentre 16 sono abbastanza soddisfatti. Solo 1 utente si ritiene poco soddisfatto del servizio di cui usufruisce, mentre 2 utenti si collocano sulla modalità più bassa della scala di valutazione (“per nulla soddisfatto”).

Distribuzione degli utenti in base al livello di soddisfazione complessiva del servizio offerto - valori assoluti e percentuali – Annualità 2013 Anno 2013 Soddisfazione complessiva Freq. % Molto 23 51,1% Abbastanza 16 35,6% Poco 1 2,2% Per nulla 2 4,4% Mancate risposte 3 6,7% Totale 45 100

Ciascuno dei tre soggetti dichiaratisi insoddisfatti complessivamente della loro esperienza di fruizione, ha espresso insoddisfazione per almeno un aspetto del servizio connesso ad una o più delle dimensioni del servizio analizzate, intimamente legate alla tipologia di assistenza fruita. La tabella sottostante pone in evidenza tali espressioni di insoddisfazione dei tre utenti, collegandoli alla tipologia di servizio fruito, all’insoddisfazione rispetto a specifici aspetti dimensionali, ad esperienza di reclami sporti ed al consigliare ad un amico/conoscente l’esperienza di fruizione.

Esperienza Giudizio Tipologia Aspetti dimensionali Consiglio ad Richiesta di reclami complessivo Utente di insoddisfacenti (poco o amico sostituzione o di prestazione per nulla soddisfatto) dell’esperienza operatore lamentele soddisfazione  Aiuto nel rapporto SI, a patto che con medico / ASL Sostegno migliorino Molte Poco 1  Sostegno No psicologico degli aspetti del Volte soddisfatto burocratico servizio  Solitudine  Tempi di attesa per Sostegno accesso al servizio Assolutamente Molte Per nulla 2 No psicologico  Orari di erogazione NO Volte soddisfatto  Rispetto dei giorni

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di erogazione  Competenza degli operatori  Puntualità degli operatori  Tempi di attesa per accesso al servizio Igiene e  Orari di erogazione Assolutamente Per nulla 3 cura della  Riordino Molte volte SI NO soddisfatto casa biancheria  Buona cura della persona  Cura della salute  Aiuto nella deambulazione  Solitudine

Le dimensioni corrispondenti agli aspetti specifici del servizio per i quali si registra insoddisfazione corrispondono a quelle del rapporto con l’operatore, del piano di erogazione, del sostegno all’autonomia, della cura della persona e degli ambienti. Ciascuno dei tre utenti complessivamente insoddisfatti ha “molte volte” sporto reclamo presso l’operatore, anche se solo l’utente 3 ha richiesto la sostituzione dell’operatore almeno una volta. Infine, a conclusione del questionario, è stato chiesto agli utenti dei servizi domiciliari dell’Ambito, se l’esperienza di fruizione abbia o meno avuto un impatto tangibile sulla qualità della loro vita (outcome). La richiesta agli utenti di fornire informazioni sulla loro qualità della vita in rapporto all’esperienza di fruizione, dunque, va considerata come misura della capacità del servizio di assistenza domiciliare dell’Ambito di generare benessere. Si deve registrare unbuon livello di riconoscimento da parte dell’utenza alla capacità dei servizi domiciliari fruiti di generare un innalzamento nella loro qualità della vita. In tal senso, il 73,3% degli intervistati riconosceva al servizio fruito un ruolo importante se non cruciale nell’incrementare la loro percezione di benessere quotidiano. Il 15,6% degli utenti dichiara, all’opposto, di non ravvedere alcun incremento nella qualità di vita nonostante l’esperienza di fruizione.

Distribuzione dei rispondenti in base alla loro percezione di miglioramento della qualità della vita – valori assoluti e percentuali Lei pensa che la sua qualità della vita sia migliorata da quando fruisce Freq. % del servizio di assistenza domiciliare? No 7 15,6% Si, in parte grazie al servizio 22 48,9% Si, sicuramente grazie al servizio 11 24,4% Si, ma per motivi indipendenti dal servizio 3 6,7% Mancate risposte 2 4,4% Totale 45 100

Tra i 45 utenti intervistati pure esistono delle “sacche di insoddisfazione”, riconducibili principalmente a cattivi rapporti con gli operatori e a limiti intrinseci e strumentali del servizio quali, in particolar modo, l’insufficienza delle ore di assistenza erogate. Come si è visto, oltre alla registrazione di giudizi sintetici sulla soddisfazione complessiva rispetto all’esperienza di fruizione, la ricerca ha inteso approfondire 7 dimensioni della soddisfazione, corrispondenti alle diverse possibili declinazioni dei servizi sociali domiciliari, distinte a loro volta in particolari “aspetti” che sono stati posti all’attenzione degli intervistati. I risultati ottenuti e presentati nelle pagine precedenti hanno mostrato:  la sussistenza di ottimi rapporti con gli operatori del servizio domiciliare;  livelli discreti di percezione positiva da parte degli utenti rispetto al piano di erogazione (attesa per la presa in carico, orari di erogazione e rispetto dei giorni di erogazione del servizio);  buoni livelli di soddisfazione rispetto alle dimensioni “cura dell’Ambiente”, “cura della Persona” e“Pasti”;  sufficiente soddisfazione rispetto ai servizi di “sostegno all’autonomia”;

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 buon livello di soddisfazione dei familiari dell’utenza delle “attività ludiche e socializzanti per minori”, allargate anche ai soggetti non autonomi residenti con la famiglia di origine. I rispondenti che non hanno espresso completa soddisfazione in merito ai vari aspetti delle diverse dimensioni del servizio ammontano a 14 unità. Due di questi si dichiaravano per nulla soddisfatti del servizionel suo complesso, uno si dichiarava insoddisfatto, i restanti 11 si dichiaravano abbastanza o molto soddisfatti. La tabella in basso riporta informazioni sugli utenti che hanno espresso insoddisfazione per il servizio nel suo complesso o solo per alcuni aspetti, anche isolati, in correlazione con la loro percezione di innalzamento della qualità di vita grazie al servizio e con l’ipotesi di consigliare ad un amico o conoscente l’esperienza di fruizione.

Soddisfazione “la mia Consiglierei Insoddisfazione espressa per dimensione espressa per qualità di vita Utenti ad un amico del servizio servizio nel suo è il servizio complesso aumentata”…  Rapporto con gli Operatori  Piano di erogazione Per nulla Assolutamente Utente 1  Cura dell’Ambiente NO soddisfatto NO  Cura della persona  Sostegno all’autonomia Per nulla Assolutamente Utente 2 Piano di erogazione NO soddisfatto NO SI, ma solo se Utente 3 Sostegno all’autonomia Poco Soddisfatto NO migliorano delle cose  Piano di erogazione Si, in parte Abbastanza Utente 4  Attività per minori e soggetti a carico grazie al Non Saprei soddisfatto delle famiglie di origine servizio  Piano di erogazione  Cura della persona Si, in parte Abbastanza Utente 5  Sostegno all’autonomia grazie al Senz’altro SI soddisfatto  Attività per minori e soggetti a carico servizio delle famiglie di origine  Rapporto con gli operatori Si, in parte  Piano di erogazione Abbastanza Utente 6 grazie al Senz’altro si  Cura della persona soddisfatto servizio  Sostegno all’autonomia Si, in parte Si, ma solo se Abbastanza Utente 7  Piano di erogazione grazie al migliorano soddisfatto servizio delle cose Si, per motivi  Attività ludiche e socializzanti per Utente 8 Molto soddisfatto indipendenti Non Saprei minori dal servizio  Rapporto con gli operatori Si, in parte Si, ma solo se Abbastanza Utente 9  Piano di erogazione grazie al migliorano soddisfatto  Sostegno all’autonomia servizio delle cose Utente 10  Sostegno all’autonomia Molto soddisfatto No Senz’altro si Si, in parte  Rapporto con gli operatori Abbastanza Utente 11 grazie al Non Saprei  Piano di erogazione soddisfatto servizio Utente 12  Piano di erogazione Molto soddisfatto No Non Saprei Si, sicuramente Utente 13  Piano di erogazione Molto soddisfatto Senz’altro si grazie al servizio

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Si, Abbastanza sicuramente Utente 14  Sostegno all’autonomia Non Saprei soddisfatto grazie al servizio

Se finora l’attenzione si è focalizzata più sull’utenza che ha espresso non completa soddisfazione, ciò è stato fatto per sottolineare l’utilità delle informazioni raccolte nel presente documento in funzione del miglioramento dei servizi domiciliari dell’Ambito. Non di meno, tuttavia, vanno evidenziati i feedback positivi espressi dall’utenza. Sommando le singole risposte fornite dai 45 utenti intervistati in relazione a ciascun aspetto delle sette dimensioni del servizio, si contano complessivamente 499 feedback. Di questi, 304 esprimono elevato grado di soddisfazione (“molto in accordo” con l’affermazione proposta) e 138 esprimono moderata soddisfazione (“Abbastanza in accordo” con l’affermazione proposta), per un complessivo 89% di intervistati che si posizionano nell’area della soddisfazione. All’opposto, i feedback che esprimono poca o nessuna soddisfazione sono complessivamente 57 (11%).

Dimensioni del Abbastanza Poco Molto soddisfatto Per nulla soddisfatto servizio soddisfatto soddisfatto Rapporto con gli 95 28 5 0 operatori Piano di erogazione 69 31 17 1 Pulizia degli 28 14 0 2 ambienti Cura della persona 40 19 4 2 Pasti 16 17 1 0 Sostegno 33 12 11 10 all’autonomia Attività socializzanti 23 17 4 0 TOTALE 304 138 42 15 TOT feedback per area della 442 57 sodd/insodd TOT feedback ricevuti 499 A conclusione del presente report è possibile desumerei punti di forza e gli elementi di miglioramento del servizio di assistenza domiciliare, dai quali trarre spunto per fornire qualche suggerimento in forma estremamente sintetica. La sottostante tabella riassuntiva raccoglie le evidenze emerse dalle interviste agli utenti, in termini di punti di forza ed elementi di miglioramento. Inoltre, a partire da questi ultimi, contiene alcuni suggerimenti per l’evoluzione del servizio domiciliare che, di seguito, sono più ampiamente enucleati. Punti di forza registrati Elementi di miglioramento Suggerimenti Gentilezza, puntualità e Incrementare le ore di servizio pro  Sviluppare il ruolo del volontariato competenza degli operatori capite per ampliare la risposta ai vari bisogni emergenti  Promuovere lo sviluppo delle reti solidali informali e di mutuo sostegno Il servizio è in grado di Rendere le Campagne informative Individuare ulteriori canali comunicativi generare un percettibile dell’Ambito più “attrattive”per i per la diffusione dell’informazione miglioramento nella qualità portatori di bisogno. presso l’utenza reale e potenziale della vita degli utenti Limitati tempi di attesa per Prestare maggior attenzione al Monitorare più attentamente i casi accedere al servizio rapporto utenti-operatori in casi “critici” e valutare, quando opportuno, isolati e specifici. se sia o meno necessaria la turnazione o sostituzione degli operatori Capacità degli operatori di Potenziare il servizio di Formare gli operatori su sostegno a stringere forti legami umani orientamento burocratico per incombenze burocratiche per gli utenti oltre che professionali con gli particolari bisogni dell’utenza beneficiari di più servizi di differente assistiti natura (es affidi+ domiciliare minori)

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Sensibilità dell’ATS33 rispetto Creare storici di dati sulla Promuovere nel tempo ulteriori ricerche agli outcomes generati dal soddisfazione delle utenze sulla soddisfazione degli utenti servizio Rispetto alla rilevazione degli A fronte di un sostanziale aumento Indagare più approfonditamente i outcomes del 2010, i livelli di nella soddisfazione espressa rispetto segnali di malcontento relativi alle soddisfazione complessiva alla dimensione “Pasti”, occorre dimensioni “Piano di erogazione” e rispetto all’esperienza di registrare una diminuzione di 10 “Cura della persona”, anche attraverso fruizione in generale, risultano punti delle percentuali di successivi lavori di customer che immutati soddisfazione relative alla chiariscano, dal punto di vista dimensione “piano di erogazione” e qualitativo, i trend negativi registrati. di 7 punti rispetto alla dimensione “Cura della persona” 1. Sviluppare il ruolo del volontariato per ampliare la risposta ai vari bisogni emergenti Diversi utenti del servizio di assistenza domiciliare hanno lamentato la scarsità delle ore di assistenza godute. La possibilità di coinvolgere maggiormente le associazioni di volontariato operanti sul territorio nelle dinamiche del sistema dei servizi sociali, può rappresentare una buona pratica. 2. Promuovere lo sviluppo delle reti informali e di mutuo sostegno attraverso lo stimolo ad una maggiore partecipazione della cittadinanza in merito alle scelte operate dall’Ente in un contesto di scarse risorse economico-finanziarie. Come si è più volte ribadito, dall’utenza dei servizi domiciliari dell’Ambito proviene una decisa richiesta di fruire dei diversi servizi per un maggior numero di ore settimanali. La difficoltà ad accogliere e soddisfare un bisogno di tal natura scaturisce essenzialmente dalla generale carenza di risorse da investire in ambito sociale. Se il trend a livello nazionale del sistema di welfare ha segnato una diminuzione delle risorse dei Fondi ad esso destinato di circa il 75% (indagine Spi-Cgil 2013), da più parti in Italia così come in Europa giungono buone pratiche, in risposta a questa situazione di oggettiva difficoltà, che valorizzano lo sviluppo e il sostegno, da parte dei sistemi di welfare locali, alle c.d. reti solidali. Si tratta cioè di incanalare nel sistema istituzionale dei servizi sociali le attività solidaristiche e spontanee che i membri della comunità, portatori di bisogni assistenziali di diverso tipo, già sviluppano a costo zero al fine di soddisfarli, non potendo contare a pieno, per cause di varia natura, sul sostegno delle Istituzioni. Perché l’Ente possa farsi catalizzatore dell’”energia collettiva” dei portatori di bisogno è necessario prioritariamente individuare le fonti di tale energia, partendo dal necessario coinvolgimento dell’associazionismo locale, così come espresso nel punto precedente. 3. Individuare ulteriori canali comunicativi per la diffusione dell’informazione presso l’utenza reale e potenziale Oltre ai tradizionali canali di comunicazione attraverso cui informare la cittadinanza dell’esistenza e delle modalità di accesso al sistema dei servizi domiciliari, occorrerebbe pubblicizzare i servizi anche attraverso la rete internet, tramite banner pubblicitari on line su siti locali molto visitati, in particolare su siti di informazione locale. Sarebbe inoltre utile permettere agli utenti della pagina istituzionale dell’Ambito di accedere ad un numero maggiore di informazioni riguardanti accesso, soglie di reddito, contributi da versare, anche attraverso applicazioni automatizzate o un canale di comunicazione diretto con gli operatori dello sportello di segretariato sociale. 4. Monitorare più attentamente i casi “critici” e valutare, quando opportuno, la turnazione o sostituzione degli operatori Nel presente report è stato illustrato il caso di un utente che ha espresso giudizi negativi sulla condotta professionale e sui risultati del lavoro dell’operatore sociale a lui assegnato, riconducendo la sua insoddisfazione ad un rapporto con l’operatore ormai logorato, che lo ha spinto anche a richiederne la sostituzione. Un altro caso è quello della madre (tale informazione è riportata dall’intervistata tramite aggiunta a penna sul questionario) di un minore disabile che denuncia, all’opposto, la sofferenza del figlio/a ogni qual volta si procede alla sostituzione di un operatore addetto alla sua cura e che, pertanto, desidererebbe ricevere assistenza da un unico operatore e per lungo tempo. Nel complesso sono 14 gli utenti che hanno presentato reclami o lamentele rispetto al lavoro svolto dagli operatori. Anche se la maggior parte di tali reclami è riconducibile a limiti intrinseci e di contesto del servizio così come programmato dall’Ente, si può suggerire, ad evitare tensioni e insoddisfazioni di utenti ed operatori, di attuare una turnazione di questi ultimi maggiormente tarata sull’effettiva richiesta degli utenti, che può essere anche inespressa e di carattere emotivo. Ad esempio nella prima delle due fattispecie “critiche” sopra citate, sarebbe consigliabile procedere all’assegnazione del caso specifico in capo ad un diverso operatore, azzerando peraltro le possibilità di interpretare questa pratica come sanzionatoria per i lavoratori del sociale. 5. Formare gli operatori su sostegno a incombenze burocratiche per gli utenti beneficiari di più servizi di differente natura (es affidi+ domiciliare minori) Una non perfetta informazione, trasferita dagli operatori agli utenti di un servizio, può generare in essi una non completa soddisfazione. Ciò è tanto più vero quando si parla di sostegno al disbrigo di faccende burocratiche. Si può

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fare l’esempio pratico degli utenti Rossi (nome di fantasia) che sono fruitori di più servizi tra loro profondamente collegati (affido+ assistenza domiciliare minori) e che tuttavia non riescono sempre ad ottenere informazioni certe e tra esse coordinate, così come richiederebbe la loro condizione di utenti “particolari”. Per far fronte a casi come quello appena citato, può essere consigliabile seguire la strada di incentivare maggiormente la formazione agli operatori in questa materia, allo scopo di generare in essi un ampliamento delle conoscenze ed una consequenziale maggiore dimestichezza con gli spesso contorti iter burocratici, tipici di servizi di diversa natura. 6. Promuovere nel tempo ulteriori ricerche sulla soddisfazione degli utenti Una ricerca di customer può risultare di notevole utilità per il soggetto che la commissiona, tanto più quando si tratta di un Ambito Sociale. In conclusione, sarebbe auspicabile far seguire, a cadenza annuale o biennale, ulteriori indagini che possano produrre valori-obiettivo per la corretta comparazione dei dati. Ciò al solo scopo di garantire l’efficacia del lavoro degli operatori e la piena soddisfazione dell’utenza dei servizi domiciliari.

2.6. Quadro dei principali fabbisogni emersi, criticità e prospettive di miglioramento Vengono evidenziati i punti di forza, criticità e proposte evidenziati dai tavoli di lavoro Sistema di gestione dei servizi Punti di forza - Cooperazione e lavoro di rete tra servizi sociali territoriali - Presenza di un’equipe multidisciplinare per la presa in carico congiunta. - Esistenza sul territorio di strutture pubbliche/private adatte all’accoglienza di minori/giovani/adulti entrati nel circuito penale per l’attivazione percorsi di reinserimento - Lavoro di rete - Progettazione individualizzata dell’intervento - Integrazione sociosanitaria - Deistituzionalizzazione e domiciliarizzazione delle cure - Inclusione sociale - Trasporto per persone disabili - Tavolo tecnico permanente socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano Criticità - Mancanza di centri aggregativi per giovani adulti - Mancanza di risorse economiche - Comunicazione inefficace tra servizi - Carenza di centri residenziali per persone con disabilità/dopo di noi - Mancanza di collaborazione con associazioni e istituzioni no profit Proposte - Incrementare spazi aggregativi per la fascia adolescenziale - Lavorare per ridurre l’isolamento e l’emarginazione sociale (anziani disabili) - Stimolo crescita/interscambio/integrazione (immigrazione) - Progettazione mirata di servizi/strutture per problemi mentali - UVM competenti con valutazioni ICF - Coinvolgere nella programmazione Centri diurni e comunità - dopo di noi - Interpellare e consultare le associazioni/istituzioni no profit in merito alle specificità di settore - Incontri periodici tra gli operatori per verificare le attività svolte ed eventuali azioni correttive - Coinvolgimento delle associazioni/istituzioni no profit

Servizi rivolti alla popolazione anziana Punti di forza - Cooperazione e lavoro di rete tra servizi sociali territoriali - Presenza di un’equipe multidisciplinare per la presa in carico congiunta - Lavoro di rete - Progettazione individualizzata dell’intervento - Integrazione sociosanitaria - Deistituzionalizzazione e domiciliarizzazione delle cure - Inclusione sociale - Trasporto per persone disabili Criticità - Mancanza di risorse economiche

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- Mancanza di presa in carico effettiva e globale - Limitata formazione professionale - Comunicazione inefficace tra servizi - Carenza di centri residenziali per persone con disabilità/dopo di noi - Mancanza di collaborazione con associazioni e istituzioni no profit Proposte - Lavorare per ridurre l’isolamento e l’emarginazione sociale (anziani disabili) - Progettazione mirata di servizi/strutture per problemi mentali - UVM competenti con valutazioni ICF - Coinvolgere nella programmazione Centri diurni e comunità - dopo di noi - Interpellare e consultare le associazioni/istituzioni no profit in merito alle specificità di settore - Incontri periodici per verificare le attività svolte ed eventuali azioni correttive - Coinvolgimento delle associazioni/istituzioni no profit

Servizi rivolti alla popolazione disabile Punti di forza 1. Cooperazione e lavoro di rete con istituzioni del territorio (scuole, NPI, alcuni servizi ASL) 2. Equipe multidisciplinare qualificata per la presa in carico personalizzata dell’utenza 3. Integrazione sociosanitaria (es. PUA) ed équipe psico-pedagogica 4. Deistituzionalizzazione e domiciliarizzazione delle cure 5. Servizi per l’Inclusione sociale 6. Assistenza scolastica Criticità 1. Limitata formazione professionale 2. Comunicazione inefficace tra servizi 3. Carenza di centri diurni e residenziali per persone con disabilità Durante noi/Dopo di noi 4. Mancanza di collaborazione con associazioni e istituzioni no profit 5. Potenziamento del PUA e UVM per l'assistenza extraterritoriale 6. Assenza di azioni/servizi di reinserimento sociale in favore di persone con disagio mentale, con disabilità 7. Scarso supporto al care-giver di persone con disabilità Proposte 1. Stipula di convenzioni con associazioni che si occupano delle attività sociali, riabilitative, ergoterapiche 2. Progettazione mirata di servizi/strutture per persone con problemi mentali 3. UVM competenti con valutazioni ICF 4. Coinvolgere nella programmazione Centri diurni e Comunità Dopo di noi 5. Interpellare e consultare le associazioni/istituzioni no profit in merito alle specificità del settore della disabilità 6. Attivazione di un lavoro di prevenzione e promozione della salute per le persone con disabilità 7. Offrire sostegno e formazione al care-giver di persone con disabilità 8. Prevedere interventi specifici per le persone con disabilità che coinvolgano gli enti preposti senza sovrapporre, o peggio confondere, interventi rivolti alle persone anziane né alle persone con problematiche psichiatriche. 9. Prevedere interventi, per l’età evolutiva, che siano precoci, tempestivi, intensi e globalizzati 10. Organizzare incontri periodici per verificare le attività svolte ed eventuali azioni correttive. Sintesi Come evidenziato più volte, è molto gravoso il carico assistenziale che le famiglie devono sopportare pur in presenza di un unico reddito in famiglia; sono presenti sul territorio molte famiglie straniere, con specifici bisogni culturali, religiosi, abitativi, scolastici, sanitari, economici, lavorativi, ecc.., cui bisogna rispondere anche con interventi cospicui ed urgenti. Le macro aree di bisogno che emergono dalla lettura della condizione dei minori nei diversi comuni hanno come comune denominatore le situazioni di rischio cui i minori sono sottoposti dal punto di vista della salute, del benessere, della possibilità di sviluppo e crescita quando i genitori sono a lavoro o pressati da carichi assistenziali gravosi. I servizi rivolti alla Famiglia ed ai Minori, pertanto, si propongono gli obiettivi che seguono: fornire orientamento, supporto e consulenza alle famiglie nell’accesso ai servizi; fornire supporto e pronto intervento a persone o famiglie che per contingenti situazioni di bisogno non possono provvedere al proprio sostentamento o hanno esigenza di una sistemazione di urgenza (a causa di abusi o violenze familiari, condizione di emarginazione, povertà estrema, senza fissa dimora); prendere in carico il bisogno, attivazione di servizi e risorse per il soddisfacimento dello stesso, anche in rete con altri servizi territoriali; prendere in carico il bisogno complesso socio- sanitario in maniera congiunta e concordata tra Ambito e Distretto; garantire informazioni sui percorsi assistenziali sociali e sociosanitari; garantire l’invio all’Unità Valutativa Multidimensionale per la valutazione del bisogno complesso e la presa in carico; garantire la continuità assistenziale; prevenire l’abuso infantile attraverso campagne

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di sensibilizzazione ed informazione alla popolazione ed alle famiglie per favorire la presa di coscienza sul problema, ad individuare strumenti di protezione dei minori (indicatori: numero casi di bisogno complesso presi in carico; numero persone che si sono rivolte agli sportelli informativi nell’anno). L’Ambito Distrettuale ha l’esigenza di far emergere, analizzare ed affrontare, per il tramite delle sinergie interistituzionali, le problematiche inerenti la condizione degli adolescenti esposti a situazioni di disagio, emarginazione, rischio, devianza. Si tratta di indagare le possibili fonti di disagio che possono costituire una minaccia allo stato di benessere dei giovani del territorio. Essi, infatti, riflettono una perdita di efficacia dei diversi ambienti educativi - famiglia, luoghi di aggregazione sociale, scuola - ma connotano anche un complesso di fenomeni collegabili all’evasione dell’obbligo, alle bocciature, alle interruzioni, alle irregolarità nella frequenza, agli abbandoni, all’assolvimento formale dell’obbligo, alla qualità degli esiti, al disadattamento scolastico, al disagio sociale ed all’emarginazione. Il territorio, inoltre, presenta le seguenti problematiche: la popolazione straniera, anche minorile,è in aumento ed è portatrice di problematiche legate al lavoro, alla casa, all’età adolescenziale, all’integrazione sociale, scolastica, culturale e oggetto di episodi di bullismo e discriminazione; oltre alle difficoltà linguistiche (con conseguenti difficoltà di comunicazione ed apprendimento), si assiste ad un incremento di segnalazioni di fenomeni di bullismo, intolleranza e difficoltà di inserimento ed integrazione nell’ambiente scolastico ed in quello lavorativo. Cresce l’esigenza dei ragazzi di stabilire contatti con i coetanei, ma anche con il generale contesto sociale ospitante, attraverso attività sportive, ricreative, lavorative e di orientamento; In riferimento alle problematiche di cui sopra, gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare il tempo del lavoro con il tempo di cura (indicatore: numero di persone occupate che richiede interventi di conciliazione e sollievo dei carichi assistenziali); potenziare i servizi e gli interventi socio-psico- pedagogici rivolti ai minori ed alla famiglia (indicatore: numero famiglie e minori assistiti); implementare la rete esistente tra le famiglie, la scuola ed i servizi presenti sul territorio (indicatore: numero progetti integrati realizzati); evitare l’istituzionalizzazione dei minori in situazione di disagio e dei non autosufficienti/disabili attraverso servizi di supporto domiciliare e diurno (indicatore: numero minori in istituto, in adozione, in affido o inseriti in strutture di carattere familiare; numero minori a rischio di allontanamento e per i quali si è riusciti ad evitare l’istituzionalizzazione; numero anziani istituzionalizzati); creare spazi di ascolto diretti alle famiglie ed ai giovani (n. spazi di ascolto attivati). Come emerso dall’analisi del contesto sociale locale, rispetto al disagio socio-economico e lavorativo si può evincere quanto segue: il tasso di attività (media) è pari a meno del 48% (61% nei maschi e 35% nelle femmine); il tasso di occupazione (media) è pari al 44% circa (58% nei maschi e 31% nelle femmine); il tasso di disoccupazione giovanile (media) è pari al 22,51% (18% nei maschi e 29% nelle femmine); il tasso di disoccupazione (media) è pari all’8% (6% nei maschi e 12% nelle femmine). Da questi dati emerge come le donne risentano molto del carico assistenziale familiare, che le allontana sempre più dal mondo del lavoro (cui spesso cercano di riavvicinarsi dopo aver cresciuto i figli). Tale situazione acuisce la già difficile situazione in cui versano le famiglie, pressate da esigenze assistenziali, difficoltà di tipo socio-economico, perdita del lavoro o difficoltà dei giovani nell’accedere al mondo del lavoro. Nell’Ambito Metropolitano è molto gravoso il carico assistenziale che le famiglie devono sopportare pur in presenza di un unico reddito in famiglia. L’Ambito dovrà, pertanto, predisporre azioni di contrasto alla povertà, soluzioni flessibili alle difficoltà di inclusione sociale e lavorativa delle persone in situazione di disagio con specifico riferimento agli adulti che si sono allontanati dal mondo del lavoro ed alle relative famiglie (per le altre categorie svantaggiate saranno predisposte richieste di accesso a fondi dedicati), al carico assistenziale elevato sopportato dalle famiglie, alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro e di accudimento. Gli obiettivi che l’Ambito territoriale si pone sono i seguenti: contrastare l’esclusione sociale e la povertà con idonee azioni territoriali (indicatore: n. progetti personalizzati attivati); valorizzare, nei progetti e nelle azioni di inclusione, l’integrazione fra politiche sociali, politiche del lavoro, politiche per la formazione e politiche abitative, politiche della salute attraverso accordi locali e patti per l’inclusione sociale (indicatore: n. protocolli e convenzioni realizzate); riorganizzare il servizio di sostegno economico in servizio di inclusione sociale con il superamento dell’erogazione dei sussidi e contributi una tantum e a pioggia e la predisposizione di redditi di inserimento sulla base di progetti personalizzati e dell’I.S.E.E., attraverso una rete di collaborazione con i servizi alloggiativi, di inserimento lavorativo, di istruzione e formazione attivi sul territorio (indicatore: n. contributi economici concessi). Dall’analisi dei bisogni condotta dall’ambito è emerso che i bisogni degli anziani sono spesso complessi e differenziati e possono variare nell’arco del breve periodo. Essi sono: la ri/conquista dell’autonomia; il superamento della solitudine; i problemi di convivenza con la famiglia; i casi di particolare necessità (casi psichiatrici e disabilità molto gravi). La maggior parte degli anziani assistiti non è completamente autosufficiente o presenta gravi disabilità, per cui ha bisogno di assistenza anche per compiere le normali attività della vita. E’ molto frequente anche la presenza di situazioni di povertà ed emarginazione. Migliorare la qualità della vita di questi anziani è l’obiettivo fondamentale per cui bisogna lavorare. In riferimento a quanto sopra sono stati individuati i seguenti obiettivi: promuovere la partecipazione dell’anziano a momenti di vita associativa ed attivare interventi in tal senso (indicatore: numero di interventi attivati per tipologia); far emergere le esigenze sommerse di assistenza e prenderle

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in carico (indicatore: numero di esigenze sommerse rilevate e prese in carico); favorire la condivisione delle responsabilità nelle soluzioni, valorizzando l’auto-organizzazione (indicatore: numero di anziani e rispettivi nuclei familiari coinvolti nel progetto personalizzato); evitare l’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti, in situazione di disagio, garantendo il diritto di restare nella propria famiglia e/o nel proprio contesto di appartenenza per il tramite di servizi (sociali, sanitari e sociosanitari) per il sostegno della domiciliarità (indicatore: numero di anziani istituzionalizzati). Nell’ambito della nuova programmazione si intende valorizzare il ruolo attivo delle persone anziane ed il rapporto di reciprocità fra generazioni, ma anche qualificare gli interventi già attivati. Nella gestione degli stessi, infatti, gli operatori dovranno garantire priorità all’analisi multidisciplinare del bisogno, al coinvolgimento attivo dell’anziano e della famiglia nel percorso assistenziale, attraverso l’informazione e la condivisione di obiettivi e modalità d’intervento al fine di garantire maggiore efficacia ai progetti personalizzati attivati. Dall’analisi dei bisogni condotta dall’ambito è emerso che i bisogni delle persone con disabilità sono complessi e differenziati. Essi sono: la ri/conquista dell’autonomia; il superamento della solitudine; i problemi di convivenza con la famiglia; i casi di particolare necessità (casi psichiatrici e disabilità molto gravi). La maggior parte degli assistiti ha bisogno di sostegno anche per compiere le normali attività della vita. E’ molto frequente anche la presenza di situazioni di povertà ed emarginazione. Sono stati individuati i seguenti obiettivi: promuovere la partecipazione della persona con disabilità a momenti di vita associativa ed attivare interventi in tal senso (indicatore: numero di interventi attivati per tipologia); far emergere le esigenze sommerse di assistenza e prenderle in carico (indicatore: numero di esigenze sommerse rilevate e prese in carico); favorire la condivisione delle responsabilità nelle soluzioni, valorizzando l’auto-organizzazione (indicatore: numero persone con disabilità e rispettivi nuclei familiari coinvolti nel progetto personalizzato); evitare l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità grave, garantendo il diritto di restare nella propria famiglia e/o nel proprio contesto di appartenenza per il tramite di servizi (sociali, sanitari e sociosanitari) per il sostegno della domiciliarità (indicatore: numero di disabili istituzionalizzati). Nella programmazione degli interventi gli operatori dovranno garantire priorità all’analisi multidisciplinare del bisogno, al coinvolgimento attivo dell’utente e della famiglia nel percorso assistenziale, attraverso l’informazione e la condivisione di obiettivi e modalità d’intervento al fine di garantire maggiore efficacia ai progetti personalizzati attivati. Da tali rilevazioni effettuate dall’Ufficio di Piano, emerge un evidente e specifico bisogno di azioni di supporto per famiglie con minori che presentano disabilità e/o disturbi mentali. Infatti, di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione, accompagnato dal parallelo ridursi delle dimensioni e capacità assistenziali delle famiglie, si pone la necessità di garantire servizi socio-riabilitativi mirati ai minori ed all’attivazione e stimolo delle capacità residue considerate le vere potenzialità sulle quali far leva per favorire l’integrazione attiva e creativa dei ragazzi con il contesto di appartenenza. Si tratta di ragazzi ad alto rischio di perdita dell’autonomia, che esprimono bisogni non sufficientemente gestibili dalle famiglie. In relazione alle problematiche sopra individuate, sono stati individuati i seguenti obiettivi: verifica della qualità dell’integrazione scolastica dei disabili (indicatore: numero di interventi attivati per tipologia); promuovere servizi di aiuto domiciliare alla persona disabile al fine di garantirgli una vita indipendente (indicatore: numero di persone assistite); sostenere le famiglie con carichi assistenziali (indicatore: numero famiglie assistite); promuovere l’autonomia (indicatore: numero disabili assistiti); realizzare percorsi integrati di intervento ad elevata integrazione socio-sanitaria (indicatore: numero percorsi assistenziali e di cura integrati attivati); macro-finalità che si intendono perseguire: sostegno domiciliarità e permanenza nel proprio ambiente di vita; contrasto dell’istituzionalizzazione impropria, dell’isolamento e dell’emarginazione; integrazione sociale e scolastica.

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SEZIONE 3. LE PRIORITÀ E LE STRATEGIE DEL PIANO DISTRETTUALE SOCIALE

3.1.Priorità generali per il benessere sociale e di salute La situazione appare complessa: si rendono necessarie politiche interistituzionali di sollievo del carico assistenziale, quali servizi di supporto alla domiciliarità (anche nell’ottica dell’evitamento di istituzionalizzazzioni improprie che allontanano la persona dal proprio contesto di vita) ed al permanere della persona nel proprio contesto di vita. La cooperazione interistituzionale appare il fondamentale strumento per fornire sollievo e supporto alle famiglie del territorio: in tale ottica si inserisce l’integrazione socio-sanitaria per la presa in carico delle persone non autosufficienti e per l’accesso alle cure domiciliari, le dimissioni protette, la continuità assistenziale e le ADI complesse. Ulteriore supporto alle politiche interistituzionali sarà garantito dalla Provincia di Pescara con cui è già attiva una convenzione per la presa in carico congiunta dei soggetti svantaggiati attraverso servizi di inclusione sociale e lavorativa di ambito ed il Servizio SILUS. Il Comune di Città Sant’Angelo ha, inoltre, istituito un osservatorio sulle problematiche inerenti l’adolescenza, le famiglie ed il territorio, con l’Istituto Omnicomprensivo di Città Sant’Angelo: l’idea è nata dall’esigenza, sempre più pressante per la realtà locale, di far emergere, analizzare ed affrontare, per il tramite delle sinergie interistituzionali, le problematiche inerenti la condizione degli adolescenti esposti a situazioni di disagio, emarginazione, rischio, devianza. Si tratta di indagare le possibili fonti di disagio che possono costituire una minaccia allo stato di benessere dei giovani del territorio. Occorre prendere in considerazione problematiche che, se non preventivamente affrontate, possono sfociare nella dispersione scolastica e nel disagio sociale. Tali fenomeni appaiono complessi e non riconducibili soltanto a situazioni di degrado sociale e/o disagio economico. Essi, infatti, riflettono una perdita di efficacia dei diversi ambienti educativi - famiglia, luoghi di aggregazione sociale, scuola - ma connotano anche un complesso di fenomeni collegabili all’evasione dell’obbligo, alle bocciature, alle interruzioni, alle irregolarità nella frequenza, agli abbandoni, ai ritardi rispetto all’età, all’assolvimento formale dell’obbligo, alla qualità degli esiti, al disadattamento scolastico. Si intende, quindi, mettere in campo risorse integrate che consentano di prendere in carico la famiglia a 360 gradi, evitando gli sprechi e duplicazioni di interventi. L’Ambito lavora in parallelo sulla qualità dei servizi erogati: valutazione delle azioni di sistema realizzate nell’ambito del Piano di Zona (in fase di chiusura di un periodo di programmazione è fondamentale realizzare una valutazione ex post sui risultati raggiunti per verificare l’adeguatezza o meno della programmazione realizzata su diverse dimensioni, attraverso la misurazione degli indicatori di sistema individuati); valutazione delle aspettative dei portatori di interesse rispetto ai servizi erogati nel Piano di Zona; valutazione della qualità percepita (customer satisfaction) dai portatori di interesse sui servizi erogati nel Piano di Zona (l’indagine di customer satisfaction ha l’obiettivo di individuare eventuali ambiti di miglioramento di un campione di servizi sociali realizzati dall’Ambito Territoriale Sociale); implementazione di un Sistema Informativo Informatizzato per la gestione dei servizi sociali (per favorire la funzione di monitoraggio fisico dei servizi erogati e il controllo della spesa, ovvero la individuazione dei centri di costo nei quali essa si distribuisce e i volumi che questa assume durante l’anno/il triennio di gestione del Piano di Zona).

3.2. Obiettivi della programmazione Le macro aree di bisogno che emergono dalla lettura della condizione dei minori nei diversi comuni hanno come comune denominatore le situazioni di rischio cui i minori sono sottoposti dal punto di vista della salute, del benessere, della possibilità di sviluppo e crescita quando i genitori sono a lavoro o pressati da carichi assistenziali gravosi. I servizi di tale area di intervento, pertanto, si propongono gli obiettivi che seguono: fornire orientamento, supporto e consulenza alle famiglie nell’accesso ai servizi; fornire supporto e pronto intervento a persone o famiglie che per contingenti situazioni di bisogno non possono provvedere al proprio sostentamento o hanno esigenza di una sistemazione di urgenza (a causa di abusi o violenze familiari, condizione di emarginazione, povertà estrema, senza fissa dimora); prendere in carico il bisogno, attivazione di servizi e risorse per il soddisfacimento dello stesso, anche in rete con altri servizi territoriali; prendere in carico il bisogno complesso socio-sanitario in maniera congiunta e concordata tra Ambito e Distretto; garantire informazioni sui percorsi assistenziali sociali e sociosanitari; garantire l’invio all’Unità Valutativa Multidimensionale per la valutazione del bisogno complesso e la presa in carico; garantire la continuità assustenziale; prevenire l’abuso infantile attraverso campagne di sensibilizzazione ed informazione alla popolazione ed alle famiglie per favorire la presa di coscienza sul problema, ad individuare strumenti di protezione dei minori (indicatori: numero casi di bisogno complesso presi in carico; numero persone che si sono rivolte agli sportelli informativi nell’anno).

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3.3. Strategie di attuazione Come si evince dall’analisi del contesto la situazione delle famiglie dell’Ambito appare complessa: sono necessarie politiche interistituzionali di sollievo del carico assistenziale, quali servizi di supporto alla domiciliarità (anche nell’ottica dell’evitamento di istituzionalizzazzioni improprie che allontanano la persona dal proprio contesto di vita) ed al permanere della persona nel proprio contesto di vita. La cooperazione interistituzionale appare il fondamentale strumento per fornire sollievo e supporto alle famiglie del territorio: in tale ottica si inserisce l’integrazione socio- sanitaria per la presa in carico delle persone non autosufficienti e per l’accesso alle cure domiciliari, le dimissioni protette, la continuità assistenziale e le ADI complesse. Nell’Ambito Metropolitano è ormai pressante l’esigenza di far emergere, analizzare ed affrontare le problematiche inerenti la condizione degli adolescenti esposti a situazioni di disagio, emarginazione, rischio, devianza. Occorrono servizi di prevenzione a più livelli in grado di indagare le possibili fonti di disagio che possono costituire una minaccia allo stato di benessere dei giovani del territorio. Occorre prendere in considerazione problematiche che, se non preventivamente affrontate, possono sfociare nella dispersione scolastica e nel disagio sociale. Si tratta di fenomeni complessi, non riconducibili soltanto a situazioni di degrado sociale e/o disagio economico. Essi, infatti, riflettono una perdita di efficacia dei diversi ambienti educativi (famiglia, luoghi di aggregazione sociale, scuola), e possono sfociare in un complesso di fenomeni collegabili all’evasione dell’obbligo, alle bocciature, alle interruzioni, alle irregolarità nella frequenza, agli abbandoni, ai ritardi rispetto all’età, all’assolvimento formale dell’obbligo, alla qualità degli esiti, al disadattamento scolastico. Si intende, quindi, mettere in campo risorse integrate che consentano di prendere in carico la famiglia a 360 gradi, evitando gli sprechi e duplicazioni di interventi. L’Ambito, pertanto, intende investire particolarmente sui servizi ed interventi di tipo domiciliare, volti alla prevenzione, ma anche al monitoraggio delle situazioni di bisogno, all’evitamento delle istituzionalizzazioni.

3.4. Strategie di sistema per l’integrazione socio-sanitaria Presa in carico integrata socio-sanitaria - Strategie e livelli di responsabilità attivati Integrazione istituzionale Gli ambiti di intervento sui quali è stata realizzata l’integrazione sociosanitaria ai livelli istituzionale, gestionale e professionale sono i seguenti: non autosufficienza, disabilità, sostegno alla domiciliarità, gestione di sperimentazioni ministeriali e regionali sul bisogno complesso di tipo socio-sanitario. L’Ambito Metropolitano e l’Azienda USL hanno garantito: 1) l’integrazione degli interventi socio-sanitari ed assistenziali, nonché la definizione del sistema delle responsabilità locali nell’attuazione delle politiche sociali e sanitarie, per la non autosufficienza, la disabilità ed il sostegno alla domiciliarità, la gestione di sperimentazioni ministeriali e regionali sul bisogno complesso di tipo socio-sanitario; 2) l’individuazione di processi unitari per la valutazione del bisogno di cura con utilizzo dello strumento valutativo dell’ICF da parte dell’UVM della ASL integrata dalla figura dell’Assistente Sociale comunale, al fine di garantire una valutazione in rete ed interistituzionale per il tramite di una Equipe integrata di valutazione geriatrica per anziani non autosufficienti; 3) l’individuazione condivisa di un processo di presa in carico dell’utente da parte dei servizi socio-sanitari ed assistenziali attraverso il progetto individualizzato compartecipato di intervento, di sostegno e di accompagnamento dell’anziano non autosufficiente, della persona con disabilità e della sua famiglia nell’ambito degli interventi previsti dal Piano dell’Ambito, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno globale di assistenza rilevato mediante l’utilizzo di apposite scale di valutazione; 4) l’erogazione di prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero funzionale e sociale, in favore di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e/o disabili assistibili a domicilio; 5) la definizione concertata delle risorse da impiegare (professionali e finanziarie, sociali e sanitarie); 6) l’individuazione di strumenti concertati per la valutazione condivisa degli interventi attuati; 7) la formazione integrata e congiunta degli operatori impiegati nell’erogazione dei servizi sociali e sanitari. Integrazione gestionale I Servizi e le professionalità sanitarie e sociosanitarie coinvolti sono i seguenti: servizio di Assistenza Domiciliare Integrata; Responsabili dei Distretti; Medici di Medicina Generale; Unità di Valutazione Multidimensionale; Medici Specialisti; Assistente Sociale; infermieri e terapisti della riabilitazione; prestazioni dei Consultori Familiari; Punto Unico di Accesso; Medico ospedaliero all’atto della dimissione (previo assenso del Medico di Medicina Generale); RSA come alternativa o in occasione di dimissioni; Centro di Salute Mentale; Centri Alzheimer; Servizio

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Tossicodipendenze. Le azioni di presa in carico unitaria ed integrata sono state le seguenti: analisi del bisogno assistenziale e di cura; redazione del progetto assistenziale individualizzato; presa in carico definitiva. Integrazione professionale L’attività di integrazione operativa ha accompagnato, passo per passo, l’attività di erogazione dei servizi/interventi al fine di mantenere la capacità di risposta al variare del bisogno spesso mutevole anche nell’arco di breve tempo dell’utente. Strumenti di integrazione: riunioni di lavoro e relazioni scritte: - riunione mensile del Responsabile dell’UVM, o suo delegato, da tenersi comune per comune, con i Responsabili dei Servizi Sociali comunali (o loro delegati), allargata all’Assistente Sociale comunale ed agli operatori sanitari e socio-assistenziali coinvolti nella gestione del caso. Si effettua la presentazione dei nuovi casi ed il monitoraggio dei casi già in carico. - riunione mensile del Responsabile dell’UVM (o suo delegato) con il Responsabile dell’Ufficio di Piano (o suo delegato). Si tratta di una riunione di lavoro finalizzata alla verifica globale delle attività realizzate; alla valutazione dei risultati ottenuti in rapporto ai risultati attesi; alla valutazione dell’efficacia sia in termini operativi che di soddisfazione dell’utente; - relazione semestrale sull’andamento complessivo degli interventi realizzati da parte dell’Unità Valutativa Multidimensionale integrata dall’Assistente Sociale dell’Ambito, da inviare ai Responsabili dei Servizi Sociali comunali ed ai Responsabili dei Distretti. Strumenti di partecipazione attiva, comunicazione, informazione Gli utenti sono stati coinvolti dal momento dell’attivazione del servizio (la famiglia partecipa attivamente alla stesura del piano di intervento); successivamente all’attivazione del servizio il servizio sociale ha effettuato con la famiglia il monitoraggio del progetto personalizzato, nonchè la verifica dei risultati raggiunti e la relativa conferma o modifica del piano di intervento. Le attività di comunicazione interna (tra le figure professionali coinvolte) ed esterna (con i familiari e la rete dei servizi) sono state realizzate per il tramite di incontri, colloqui, riunioni di équipe, momenti di coordinamento e relazioni agli uffici, servizi ed Enti competenti. Gli strumenti utilizzati per il coinvolgimento degli utenti e degli attori coinvolti sono: l’osservazione, i colloqui, gli incontri ed i questionari/ scale di valutazione. Strumento di partecipazione è, inoltre, il PAI, compartecipato dall’utente/famiglia: il PAI viene predisposto con la persona con disabilità e/o con la sua famiglia. Non si può prescindere, per una presa in carico globale e complessiva (che tenga conto, cioè dei bisogni completi, effettivi e globali) dal punto di vista dell’utente/famiglia.

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SEZIONE 4. LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE E SOCIO-SANITARIA

Asse Tematico 1 -Attuazione degli obiettivi essenziali di servizio sociale Servizio di Segretariato Sociale Tale servizio può avere i seguenti impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: risposta al bisogno ed al diritto dei cittadini di essere informati e partecipare attivamente ai servizi presenti sul territorio,diffusione delle informazioni sulle risorse e sui servizi presenti nell’ambito territoriale, garanzia di appropriatezza dell’informazione. Servizio Sociale Professionale I cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: erogare servizi più flessibili e rispondenti alle reali esigenze degli utenti per migliorarne la qualità della vita e stimolarne l’autonomia; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: azzeramento degli sprechi di risorse; acquisizione da parte dell’utenza della consapevolezza delle proprie potenzialità, abilità, risorse e non soltanto dei problemi; stimolo all’autonomia ed alla partecipazione alla vita della comunità di appartenenza. Pronto Intervento Sociale Si tratta di un servizio che intende fornire una risposta a tutte le persone che, per motivi contingenti ed urgenti, si trovano nell’impossibilità di rimanere nella propria abitazione o all’interno del proprio nucleo familiare (soprattutto donne e/o minori, anche per maltrattamenti o abusi). L’obiettivo è quello di provvedere ad assicurare il sostegno necessario alle persone in situazione di disagio che da sole non riuscirebbero a provvedere al proprio sostentamento e/o a quello dei familiari. Il servizio sarà gestito per il tramite del Servizio Sociale Professionale, che avrà la funzione di prima presa in carico professionale dell’utenza. Punto Unico di Accesso Gli impatti e le ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro degli utenti sono: aumentare le informazioni sulle risorse e sui servizi presenti nell’ambito territoriale, migliorare le modalità e le possibilità di accesso e fruizione dei servizi; migliorare il raccordo tra la pluralità dei servizi esistenti sul territorio; garantire equità nell’accesso alle informazioni; garantire l’appropriatezza dell’informazione; personalizzare l’informazione nel rispetto e nella considerazione della particolarità del cittadino; assicurare la fruibilità e l’efficacia dell’informazione. LUnità Valutativa Multidimensionale L’UVM territorialmente competente (ricomprendente anch’essa la figura professionale di Assistente Sociale fornita dall’Ambito) costituisce centro di decisione per la stesura di PAI partecipati, cioè predisposti con la partecipazione dell’utente e della Famiglia. Assistenza Domiciliare ed Assistenza Domiciliare Integrata Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare/armonizzare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie in situazione di disagio e con carichi assistenziali; promuovere l’autonomia; favorire la permanenza delle persone a rischio di istituzionalizzazione nel proprio domicilio e nel contesto di vita di appartenenza; risultati immediati attesi: stimolare l’autonomia e la presa di coscienza delle responsabilità familiari. Servizi di prossimità La principale caratteristica di un servizio di prossimità è quella di farsi prossimo ai problemi di persone e famiglie in condizioni di difficoltà, rilevando i bisogni espressi ed inespressi, le situazioni di fragilità e disagio, promuovendo il lavoro di rete inteso come valorizzazione delle reti naturali di persone e famiglie e nel territorio con le risorse formali ed informali per attivare ulteriori risorse e sinergie.La strategia d’intervento dei servizi di prossimità, prevede azioni di sistema e obiettivi a livello trasversale con un approcio multidimensionale e non settoriale, preventivo e non solo riparativo, in relazione alle diverse problematiche di disagio sociale, economico, abitativo, occupazionale, della sicurezza, della vivibilità e della riqualificazione dei quartieri con la finalità di garantire servizi ed interventi che siano in grado di migliorare la qualità della vita delle persone, delle famiglie e della comunità. I servizi di prossimità garantiti dalla comunità, dal terzo settore e dai Comuni sono i seguenti: 1) Sportello CNA: lo Sportello Giovani e Lavoro è un luogo-risorsa di servizi, informazioni e consulenza rivolto alla popolazione disoccupata residente sul territorio. 2) Incontri pubblici su tematiche legate alla salute: il Comune di Città Sant’Angelo organizza ogni anno un ciclo di incontri rivolti a tutta la cittadinanza dell’Ambito sul tema “Prendiamoci cura di noi”. 3) Incontri pubblici con professionisti finalizzati alla conoscenza e prevenzione dei disagi psicosociali "Ben- Essere Sociale Consapevole", il Comune di Città Sant’Angelo organizza ogni anno un ciclo di incontri rivolti a tutta la cittadinanza dell’Ambito. 4) Colonie marine e vacanze per minori: si tratta di servizi volti ad offrire ai minori occasioni di svago, socializzazione e ricreazione all’interno del gruppo di pari. I comuni garantiscono il trasporto e l’assistenza dei

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minori, che sono coinvolti in giochi di gruppo con materiale strutturato ed attività ricreative. 5) Tavolo tecnico socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano: il tavolo tecnico è costituito dalle assistenti sociali dei Comuni. Il tavolo tecnico è un luogo di confronto, di monitoraggio del lavoro che viene svolto sul territorio e di “restituzione” del lavoro svolto e/o segnalazione di bisogni/problematiche emersi all’Ufficio di Piano. 7) Tavolo della Disabilità: il tavolo della disabilità nasce dall’esigenza delle associazioni territoriali che operano con le disabilità di confrontarsi su una tematica molto complessa. Il tavolo è stato attivato dal comune di Montesilvano ed è incentrato sulle tematiche relative alla disabilità.

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AT 1 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori

Asse Tematico 1

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento Oe SS Indicatore Utenti 2017 2018 1 Punto Unico di Accesso 1 X N. utenti 2.400 2.530 2.660 2 Segretariato sociale 1 N. prestazioni 7.600 7.980 8.360 3 Servizio sociale professionale 2 N. utenti in carico 2.300 2.415 2.530 4 UVM 2 X N. casi valutati in modo integrato 1.000 1.050 1.100 5 Pronto Intervento Sociale 3 N. interventi svolti 2 3 4 6 Assistenza domiciliare 4 X N. prestazioni AD sociale 3.500 3.675 3.850 N. prestazioni AD Integrata 3.800 3.975 4.150 7 Sport ed attività motoria per ragazzi immigrati, con 5 N. utenti raggiunti 7 8 9 disagio, disabilità 8 Servizi di prossimità Sportello CNA 5 N. utenti raggiunti 30 40 60 9 Servizi di prossimità incontri pubblici dal titolo 5 N. persone che hanno partecipato agli eventi 60 105 150 “Prendiamoci cura di noi” con professionisti su temi legati alla salute di fasce diverse della popolazione - incontri pubblici con professionisti finalizzati alla conoscenza e prevenzione dei disagi psicosociali "Ben-Essere Sociale Consapevole" 10 Servizi di prossimità, Colonie marine e vacanze per 5 N. utenti raggiunti 350 368 386 minori 11 Servizi di prossimità, Tavolo tecnico permanente 5 N. Enti rappresentati all’interno dei Tavoli 9 13 13 socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano - N. persone che hanno partecipato agli eventi 15 20 25 Partecipazione dell’Ambito al Tavolo della Disabilità attivato dal Comune di Montesilvano

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Id: 1 Servizio: Punto Unico di Accesso Campo di intervento: tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 1 - Accesso servizio sociale Attività: sportello, tramite lavoro di front office e di back office, fornisce informazioni sull’accesso alle cure domiciliari, ai servizi sociali, sanitari e sociosanitari, cura l’invio all’Unità Valutativa Multidimensionale dei casi che richiedono una valutazione integrata (per presenza di bisogno complesso di tipo sociosanitario accertata dal PUA). Integrazione socio-sanitaria Al Punto Unico di Accesso si accede in particolare, oltre che per ottenere tutte le informazioni sui servizi sanitari e sociosanitari del Punto Erogativo, anche per:  la Valutazione Multidimensionale (UVM)  l'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)  le prestazioni sanitarie e sociosanitarie di riabilitazione  le prestazioni infermieristiche domiciliari  le prestazioni specialistiche domiciliari  la fornitura di ausili per ventilazione assistita ed ossigeno-terapia  l'assistenza indiretta (rimborsi vaccini, rimborso visite occasionali, ecc.)  i trasporti in ambulanza L’Ambito garantisce la figura di n.1 Assistente Sociale al PUA. Le figure professionali impiegate nel servizio sono: Dirigente Medico, Infermiere Professionale, infermieri e terapisti della riabilitazione, Assistente Sociale fornito dall’Ambito. L’Assistente Sociale dell’Ambito in forze al PUA ed all’UVM fa parte del Tavolo Tecnico Permanente Socio- Sanitario di Supporto all’Ufficio di Piano, come anche le Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale), quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde all’obiettivo “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti” fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a favorire la de-istituzionalizzazione e la deospedalizzazione. Il risultato atteso è quello di offrire servizi territoriali integrati socio-sanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità. Modalità di erogazione e di accesso Presso l’Ambito Metropolitano il PUA è attivo ed integrato, garantisce appieno il bisogno di informazione ed orientamento dei Cittadini. Si tratta di un sportello itinerante, che garantisce, cioè punti e giornate di apertura presso tutti i punti di erogazione dell’Area Distrettuale Metropolitana. Concertazione delle modalità organizzative e di funzionamento del PUA tra il Distretto e l’Ambito Sociale. Si tratta di un sistema assistenziale fondato sulla centralità del bisogno assistenziale, valutato da una équipe multidimensionale e multiprofessionale, e su di un’offerta appropriata ed efficace. Lo sportello, tramite lavoro di front office e di back office, fornisce informazioni sull’accesso alle cure domiciliari, ai servizi sociali, sanitari e sociosanitari, cura l’invio all’Unità Valutativa Multidimensionale dei casi che richiedono una valutazione integrata (per presenza di bisogno complesso di tipo sociosanitario accertata dal PUA). Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di n.1 Assistente Sociale reperito per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito) Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni, Fondo Sanitario Nazionale (quest’ultimo non è stato quantificato dall’Azienda USL). 2015 2017 2018 Indicatore N. utenti 2.400 2.530 2.660

Costo € 19.427,50 € 23.480,24 € 23.480,24

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Id: 2 Servizio: Segretariato Sociale Campo di intervento: aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE:OE 1 - Accesso servizio sociale Attività: sportello con compiti di informazione, prima accoglienza, orientamento ai servizi, accettazione ed elaborazione della domanda, sia nell’accompagnamento all’accesso, quali snodi territoriali operanti in stretto raccordo con i PUA e con il Servizio sociale professionale. Integrazione socio-sanitaria Gli sportelli di segretariato sociale fungono da snodo territoriale ed operano in stretto raccordo con il PUA e con il Servizio sociale professionale. Le Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale) e l’Assistente Sociale dell’Ambito in forze al PUA ed all’UVM fanno parte del Tavolo Tecnico Permanente Socio- Sanitario di Supporto all’Ufficio di Piano, quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde all’obiettivo “Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione” fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto interventi integrati che pongano al centro la persona e la famiglia a rischio di esclusione. Il risultato atteso è quello di favorire la l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà. Modalità di erogazione e di accesso Si tratta di uno sportello attivo presso tutti i Comuni di Ambito. I Cittadini possono accedere allo sportello per ottenere informazioni sui servizi territoriali. Il Servizio svolge, inoltre, colloqui-azione di filtro per l’invio degli utenti ai i servizi competenti; visite domiciliari per i cittadini impossibilitati a raggiungere lo sportello; indicazioni sul disbrigo di pratiche burocratiche presso i vari uffici; distribuzione e diffusione della carta dei servizi e di eventuali altre pubblicazioni informative; somministrazione di questionari ai cittadini per l’analisi dei bisogni sommersi e del grado di soddisfazione sui servizi; gestione reclami; coordinamento con gli altri operatori e servizi comunali per segnalazione dei casi di disservizio ed azioni di verifica e monitoraggio degli stessi. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti Sociali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito). I Comuni di Pianella e Spoltore garantiscono il Servizio anche per il tramite di Assistenti Sociali di ruolo. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni 2015 2017 2018 Indicatore N. 7.600 7.980 8.360 prestazioni Costo € 94.989,86 € 129.788,78 € 129.788,78

Id: 3 Servizio: Servizio Sociale Professionale Campo di intervento:aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE:OE 2 - Presa in carico servizio sociale Attività Le prestazioni erogate dal Servizio Sociale Professionale sono le seguenti: - colloqui con l’utenza; - presa in carico dei casi di competenza (anche su segnalazione di altri servizi); - visite domiciliari di verifica e valutazione della situazione del bisogno, anche collegiali qualora necessario; - visite domiciliari per il monitoraggio e la verifica in materia di rispondenza dei servizi erogati ai bisogni dell’utenza; - incontri con i servizi territoriali coinvolti nella gestione del caso per: • ascolto congiunto dell’utente, dei familiari e dei care givers; • valutazione multidimensionale e multidisciplinare del bisogno; • predisposizione del progetto personalizzato; • verifica suo andamento e ri-taratura sul bisogno se modificato o non soddisfatto.

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Integrazione socio-sanitaria Il Servizio Sociale Professionale funge da raccordo con gli sportelli di Segretariato Sociale ed opera in stretto raccordo con il PUA per la valutazione e la presa in carico congiunta del bisogno complesso socio-sanitario, che ha il suo culmine nella predipsosizione congiunta del PAI. Le Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale) e l’Assistente Sociale dell’Ambito in forze al PUA ed all’UVM fanno parte del Tavolo Tecnico Permanente Socio- Sanitario di Supporto all’Ufficio di Piano, quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde all’obiettivo “Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione” fissato dal Piano Sociale, in quanto volto amettere inatto servizi integrati di sostegno al reddito, servizi di inclusione specifici per adulti con fragilità, servizi di sostegno per famiglie intemporanea difficoltà economica per evitare l’acuirsi delle problematicità, integrazione trasversale con i servizidi volontariato e di comunità al fine di aumentare l’efficacia dell’azione realizzando interventi ad hoc. Il risultato atteso è quello di favorire la l’inclusione socialedelle famiglie edelle persone indifficoltà. Modalità di erogazione e di accesso L’utenza può accedere direttamente al servizio. Il Servizio Sociale può ricevere segnalazioni anche da altri Enti/Servizi del territorio a conoscenza di situazioni di bisogno da prendere in carico. Il processo strategico realizzato dal Servizio è il seguente: l’Assistente Sociale predispone un progetto personalizzato per ciascun utente in rete con il servizio inviante e con i servizi AUSL competenti (in caso di bisogno complesso socio-sanitario), garantendo la presa in carico unitaria per la valutazione del bisogno di assistenza e cura. Nel caso di utenza disabile/non autosufficiente il PAI assume la veste anche di Progetto di Vita. L’utente o la famiglia partecipa in maniera diretta alla stesura del progetto personalizzato di intervento, che viene calibrato e ri- tarato sulle reali esigenze del nucleo familiare rappresentate al servizio. Il Servizio Sociale collabora con tutti i servizi (Giustizia, Sanità, Scuola, etc…) coinvolti nel caso. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti Sociali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito). I Comuni di Pianella e Spoltore garantiscono il Servizio anche per il tramite di Assistenti Sociali di ruolo. Tipologia di Fondo/Fondi:Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni 2015 2017 2018 Indicatore N. utenti 2.300 2.415 2.530 in carico Costo € 130.561,52 € 147.000,00 € 147.000,00

Id:4 Servizio: Unità Valutativa Multidimensionale Campo di intervento: scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE:OE 1 - Accesso servizio sociale Attività L’UVM territorialmente competente (ricomprendente anch’essa la figura professionale di Assistente Sociale fornita dall’Ambito) costituisce centro di decisione per la stesura di PAI partecipati, cioè predisposti con la partecipazione dell’utente e della Famiglia. La partecipazione attiva delle famiglie viene garantita, quindi, attraverso il coinvolgimento delle stesse nella predisposizione, monitoraggio periodico, ritaratura dei PAI. I bisogni complessi delle famiglie possono variare in corso di svolgimento del progetto individualizzato; i PAI, quindi, prevedono necessariamente momenti valutativi congiunti nei quali operatori (sociali e sanitari) e familiari indicano il proprio punto di vista in merito al raggiungimento degli obiettivi prefissati, alla eventuale modifica degli stessi ed alla congruità dei servizi/interventi attivati. Lo strumento fondamentale dell’UVM è la valutazione multidimensionale, che permette di esplorare i settori in cui si può verificare la non autosufficienza fisica e/o psichica. La valutazione multidimensionale si propone di ottenere un giudizio globale sullo stato funzionale della persona non autosufficiente, prendendo in considerazione, oltre che la malattia acuta e cronica, le condizioni di non autosufficienza che si ripercuotono sulle attività della vita quotidiana, la rete dei rapporti sociali del soggetto e le sue risorse economiche. La valutazione multidimensionale ha l’obiettivo di

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definire in modo complessivo lo stato di salute dell’utente. Con il termine valutazione si intende, infatti, l’analisi accurata delle capacità funzionali e dei bisogni che la persona non autosufficiente presenta a vari livelli: livello biologico e clinico (stato di salute, segni e sintomi di malattia, livelli di autonomia, ecc…); livello psicologico (tono dell’umore, ecc…); livello sociale (condizioni relazionali, di convivenza, situazione abitativa, economica, ecc…); livello funzionale (disabilità, ovvero la capacità di compiere uno o più atti quotidiani come lavarsi, vestirsi, salire le scale, ecc…). Integrazione socio-sanitaria Il Servizio Sociale Professionale funge da raccordo con gli sportelli di Segretariato Sociale ed opera in stretto raccordo con il PUA per la valutazione e la presa in carico congiunta del bisogno complesso socio-sanitario, che ha il suo culmine nella predipsosizione congiunta del PAI. Le Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale) e l’Assistente Sociale dell’Ambito in forze al PUA ed all’UVM fanno parte del Tavolo Tecnico Permanente Socio- Sanitario di Supporto all’Ufficio di Piano, quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde all’obiettivo “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti” fissato dal Piano Sociale, in quanto volto amettere inattoservizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati. Il risultato atteso è quello di favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso Su richiesta del Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera Scelta, la valutazione viene effettuata dall’UVM (della quale è parte integrante l’Assistente Sociale fornita dall’Ambito), che individua i bisogni e formula il Piano di assistenza individuale (PAI). I dati della valutazione vengono conseguentemente depositati presso: a) il Comune (in relazione ai bisogni sociali); b) il Distretto Sanitario di Base; c) il Medico di Medicina Generale. Il PAI viene conservato: in originale presso il Distretto Sanitario di Base; in copia presso il Medico di Medicina Generale e presso il Comune (Servizio Sociale).Ultimato il piano di lavoro, questo viene tradotto nel piano di assistenza che stabilisce il calendario delle prestazioni, gli operatori che le eseguiranno e il tempo presumibile di presa in carico. Le prestazioni sanitarie e socio-assistenziali necessarie per consentire la permanenza della persona non autosufficiente nel suo contesto naturale sono stabilite dal nucleo di valutazione suddetto. Sarà pertanto elaborato per ciascun utente un progetto individualizzato all’interno del quale saranno precisate le prestazioni sanitarie (di medicina generale o specialistica, infermieristiche e/o riabilitative necessarie) e gli interventi assistenziali. L’attività di integrazione operativa accompagnerà, passo per passo, l’attività di erogazione dei servizi/interventi con monitoraggi mensili ad opera del tavolo tecnico e/o trimestrali per l’esame di particolari problemi emersi nella gestione dei progetti personalizzati, al fine di mantenere la capacità di risposta al variare del bisogno spesso mutevole anche nell’arco di breve tempo. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di n.1 Assistente Sociale reperito per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni, Fondo Sanitario Nazionale (quest’ultimo non è stato quantificato dall’Azienda USL). 2015 2017 2018 Indicatore N. casi 1.000 1.050 1.100 valutati in modo integrato Costo € 19.427,50 € 23.480,24 € 23.480,24

Id: 5 Servizio: Pronto Intervento Sociale Campo di intervento:incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini; aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE:OE 3–Pronto Intervento Sociale servizio sociale Attività Si tratta di un servizio che intende fornire una risposta a tutte le persone che per motivi contingenti ed urgenti si

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trovano nell’impossibilità di rimanere nella propria abitazione o all’interno del proprio nucleo familiare (soprattutto donne e/o minori, anche per maltrattamenti o abusi). L’Ambito Distrettuale assicura il servizio di Pronto Intervento per il tramite di sostegno economico, ma anche attraverso inserimenti di emergenza in convenzione con strutture specializzate in grado di fornire posti letto, pasti e servizi di reinserimento ed in grado di ospitare sia interi nuclei familiari che minori con madri o soltanto minori. Il servizio sarà gestito per il tramite del Servizio Sociale Professionale, che avrà la funzione di prima presa in carico professionale dell’utenza. Per tamponare le situazioni di emergenza sarà portato avanti un apposito percorso di collaborazione con la Caritas che si espliciterà nell’assicurare interventi di primo e secondo livello (accoglienza temporanea ed interventi per le povertà estreme, interventi in caso di emrgenza economica, alimentare e sanitaria, affiancamento nell’ambito di progetti di presa in carico individualizzati finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa, interventi in caso di emrgenza abitativa, attraverso la collocazione di senza-tetto in centri di accoglienza o ricoveri provvisori, interventi economici di emergenza di maggiore entità) al fine di mettere in rete le risorse dell’Ambito con quelle delle Parrocchie e Caritas Parrocchiali. Rete di collaborazioni: con il Tribunale per i Minorenni, il Servizio Sociale per minori e per adulti del Ministero di Giustizia, i Centri Antiviolenza, le Associazioni del territorio, le scuole, i consultori familiari, i distretti sanitari di base, le famiglie, gli altri servizi comunali e territoriali. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie”; “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: offrire servizi territoriali integrati socio-sanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità; favorire il più possibile e fino aquando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico, favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso L’utente o la famiglia partecipa in maniera diretta alla stesura del progetto personalizzato di intervento, che viene calibrato e ri-tarato sulle reali esigenze del nucleo familiare rappresentate al servizio. L’Assistente Sociale agisce per il tramite di segnalazioni scritte agli uffici e servizi competenti Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti Sociali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito). I Comuni di Pianella e Spoltore garantiscono il Servizio anche per il tramite di Assistenti Sociali di ruolo. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni 2015 2017 2018 Indicatore N. 2 3 4 interventi svolti Costo € 2.000,00 € 3.266,64 € 3.266,64

Id: 6 Servizio: Assistenza domiciliare Campo di intervento:tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche; trend in crescita delle malattie Neurodegenerative; scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità. AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 4 Assistenza domiciliare servizio sociale Attività Sostegno alle famiglie che sopportano gravi carichi assistenziali e sostegno alla domiciliarità, servizi integrati di supporto, sostegno e mediazione familiare, promozione della socializzazione, azioni di stimolo alla partecipazione a momenti di vita associativa, disbrigo di commissioni ed istruzione di pratiche, pulizia dei locali domestici, riassetto di alcune stanze, lavaggio biancheria ed eventuale lavanderia, aiuto nell’igiene personale, preparazione e somministrazione pasti, prestazioni socio-assistenziali e sanitarie (cure mediche o specialistiche, infermieristiche,

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riabilitative). Integrazione socio-sanitaria L’integrazione socio-sanitaria si realizza attraverso: l’integrazione degli interventi socio-sanitari ed assistenziali, nonché la definizione del sistema delle responsabilità locali nell’attuazione delle politiche sociali e sanitarie, per la non autosufficienza, la disabilità ed il sostegno alla domiciliarità; l’individuazione di processi unitari per la valutazione del bisogno di cura da parte dell’UVM della ASL integrata dalla figura dell’Assistente Sociale comunale, al fine di garantire una valutazione in rete ed interistituzionale per il tramite di una Equipe integrata di valutazione geriatrica per anziani non autosufficienti; l’individuazione condivisa di un processo di presa in carico dell’utente da parte dei servizi socio-sanitari ed assistenziali attraverso il progetto individualizzato di intervento, di sostegno e di accompagnamento delle persone con disabilità e della sua famiglia nell’ambito degli interventi previsti dal Piano dell’Ambito, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante l’utilizzo di apposite scale di valutazione; l’erogazione di prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero funzionale e sociale, in favore di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e/o di persone con disabilità assistibili a domicilio; la definizione concertata delle risorse da impiegare (professionali e finanziarie, sociali e sanitarie); l’individuazione di strumenti concertati per la valutazione condivisa degli interventi attuati; la formazione integrata e congiunta degli operatori impiegati nell’erogazione dei servizi sociali e sanitari: in materia di utilizzo dell’ICF, di assistenza e cura alle diverse tipologie di handicap. Le azioni di presa in carico unitaria ed integrata saranno le seguenti: analisi del bisogno assistenziale e di cura da effettuare con la persona con disabilità e/o con la famiglia; redazione del progetto assistenziale individualizzato con il coinvolgimento dell’utente e/o della famiglia, con l’indicazione delle ore di cui l’utente ha bisogno e di quelle che effettivamente si è in grado di erogare; presa in carico definitiva. L’attività di integrazione operativa accompagnerà, passo per passo, l’attività di erogazione dei servizi/interventi al fine di mantenere la capacità di risposta al variare del bisogno spesso mutevole anche nell’arco di breve tempo dell’utente. Il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) fornisce prestazioni sanitarie e socio assistenziali, erogate a domicilio, a pazienti permanentemente o temporaneamente non autosufficienti (disabili gravi e anziani). Il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata consente al paziente di usufruire della continuità delle cure delle quali necessita, direttamente nel suo contesto di vita. Si tratta di un servizio finalizzato ad assicurare al paziente il supporto sanitario e socio assistenziale per il massimo recupero e stabilizzazione della sua autonomia, evitando ricoveri ripetuti ed impropri.Il Servizio è svolto da personale dedicato alla cura del paziente con specifici compiti: Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta, Personale infermieristico, Fisioterapista, Logopedista, Personale Medico specializzato, Assistente Sociale, Psicologo, Assistenza farmaceutica, Assistenza protesica. Tutte le attività assistenziali, sanitarie e sociali, al pari di quanto avviene nel ricovero ospedaliero, vengono registrate sullaCartella Domiciliare Integrata, che corrisponde al principale strumento di comunicazione e di lavoro comune alle varie figure professionali che accedono al domicilio e si avvicendano nell’assistenza al paziente. Nella Cartella Domiciliare sono contenuti il Piano Assistenziale Individuale (P.A.I.), relativo allo stato di salute e specifiche necessità del paziente, il Diario integrato utile per la registrazione delle prestazioni erogate dai diversi operatori ed il Progetto di Vita. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie”; “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono:favorire il più possibile e fino aquando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico, favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso L’ammissione al Servizio di Assistenza Domiciliare è prioritariamente assicurata, fino alla concorrenza delle risorse finanziarie messe a bilancio dall'Amministrazione Comunale, a favore di persone che vivono in condizioni socio- economiche precarie.L’ordine di ammissione degli aventi diritto è determinato, in via prioritaria, dalle condizioni socio-economiche dell’assistito e dei parenti tenuti agli alimenti, dal grado di disabilità (Commissione Sanitaria o stato di salute provato) e dall’età avanzata.In base alla disponibilità dei finanziamenti è possibile estendere il servizio a persone in condizionieconomicamente non precarie chiedendo alle stesse il concorso al costo del servizio medesimo rapportato alle loro possibilità economiche.In ogni caso si terrà conto dei seguenti elementi: autonomia funzionale, risorse familiari, condizioni economiche dell’interessato, condizioni economiche dei soggetti obbligati.

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Le fasce di reddito e le relative quote di contribuzione sono indicate nel Regolamento di Accesso di Ambito. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di operatori socio-assistenziali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni, Fondo Sanitario Nazionale (quest’ultimo non è stato quantificato dall’Azienda USL). 2015 2017 2018 Indicatore N. 3.500 3.675 3.850 prestazioni AD sociale N. prestazioni AD 3.800 3.975 4.150 Integrata Costo € 205.346,79 € 264.746,35 € 264.746,35

Id: 7 Servizio: Sport ed attività motoria per ragazzi immigrati, con disagio, disabilità Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 5–Servizi di prossimità servizio sociale Attività Sport ed attività motoria per ragazzi disabili ad opera delle Società Sportive del territorio: l’intervento consiste nel garantire iniziative di educazione motoria dei ragazzi immigrati, in situazione di handicap, disabilità, segnalati dal Servizio Sociale. Si propone una strategia di inclusione dei ragazzi disabili attraverso la partecipazione ad attività sportive in gruppo. Le Società sportive che si renderanno disponibili, riceveranno richiesta di inserimento dei ragazzi diversamente abili, immigrati e con disagio nelle attività sportive da parte del Servizio Sociale. Tali ragazzi, presi in carico dal servizio sociale, saranno individuati tra quelli che presentano situazioni familiari multiproblematiche, siano esse educative, di disagio economico e sociale, e a rischio di devianza, in modo da attivare misure integrative rispetto ai servizi già presenti sul territorio. Esperienze già in atto. L’Associazione Sportiva Dilettantistica Pallamano e l’Associazione Sportiva Dilettantistica Volley di Città Sant’Angelo, attive sul territorio rispettivamente dal 1978 e dal 2007, sono centro di vita associativa a carattere volontario e democratico, e svolgono attività di partecipazione, solidarietà e pluralismo. Non hanno fini di lucro ed operano a fini sportivi, ricreativi e culturali per l’esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi. La società di Pallamano, in particolare, è già impegnata in attività di promozione sociale ed attualmente collabora attivamente con la Casa del Sole (ASP Pescara) di Città Sant’Angelo, i cui ospiti svolgono settimanalmente attività motoria presso il Palacastagna di Città Sant’Angelo; la società ha svolto alcuni progetti finalizzati a reperire fondi per contribuire ad acquistare accessori per parchi gioco, ha in diverse occasioni accolto gratuitamente bambini segnalati dai pediatri per problematiche di integrazione sociale o disagio familiare, nell’ottica di ridurre il rischio di devianza, fornendo ai ragazzi un impegno strutturato. Il Servizio Sociale del Comune di Città Sant’Angelo ha riscontrato una emergente necessità da parte di molti minori, in situazione di handicap, provenienti da famiglie con disagio socio economico o immigrate, di impiegare il tempo libero extrascolastico in attività ricreative sane e di gruppo, come quelle sportive. La presenza consolidata sul territorio di società come quelle della Pallamano e della Pallavolo Città Sant’Angelo può offrire al Servizio una ottima risposta a bisogni educativi e di integrazione, rispondendo anche all’obiettivo di limitare il fenomeno della devianza giovanile. Il Servizio Sociale segnala alle Società casi di minori con esigenze particolari che possono essere inseriti nelle attività sportive descritte. L’attività sportiva potrebbe quindi in questo modo fungere da “contenitore” per il minore problematico o con famiglia problematica o con disagio socio economico, rispondendo inoltre ad una esigenza di monitoraggio sul caso da parte del Servizio Sociale (attraverso anche l’inserimento dell’attività nel previsto contratto sociale che il servizio stipula con la famiglia al momento della presa in carico). Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani

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diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso I ragazzi/e presi in carico dal servizio sociale, che presentino situazioni familiari multiproblematiche, siano esse educative, di disagio economico e sociale, disabilità, e a rischio di devianza, vengono segnalati ed inviati alle società sportive per consentire la loro partecipazione ad attività ricreative, motorie con il gruppo di pari strutturate da professionisti. Eventuali contributi da erogare alle famiglie con disagio per la frequenza delle attività sono stanziati sulla scheda del Progetto RESIL, pari ad € 1.000,00. Modalità di gestione e affidamento del servizio Le Società / Associazioni Sportive sono state coinvolte ed inserite nel gruppo di Piano ed hanno dato il oro contributo attraverso i tavoli tematici. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni 2015 2017 2018 Indicatore N. utenti 7 8 9 raggiunti Costo € 0,00 € 1.000,00 € 1.000,00

Id: 8 Servizio: Sportello lavoro gestito dal CNA presso locali del Comune di Città Sant’Angelo Campo di intervento:difficoltà di integrazione (soprattutto lavorativa) delle giovani generazioni; aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 5 Servizi di Prossimità servizio sociale Attività Sportello gestito dal CNA:lo Sportello Giovani e Lavoro è un luogo-risorsa di servizi, informazioni e consulenza rivolto alla popolazione disoccupata residente sul territorio. In un momento di grande crisi occupazionale, i giovani rappresentano ad oggi una fascia che possiamo considerare “debole”, in quanto escono dal circuito scolastico e non hanno sempre ben chiaro quale percorso intraprendere: ulteriore formazione, inserimento lavorativo. Diverse sono le misure rivolte ai giovani, come ad esempio Garanzia Giovani, borse lavoro, corsi di formazione. Buona la partecipazione dei giovani e soprattutto degli over 30. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Riduzione del numero dei giovani privi di lavoro; Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione”. I risultati attesi sono: favorire l’inclusione delle giovani generazioni; favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà” Modalità di erogazione e di accesso Lo sportello nasce per supportare: - i giovani definiti “NEET (Not in Education, Employment or Training)” ossia ragazzi e ragazze che non lavorano e non studiano con un’età compresa tra i 18 e i 29 anni che vogliono seguire un percorso formativo professionalizzante o che vogliono mettersi in proprio; - le imprese che insistono in quel territorio e che vogliono accogliere i giovani disoccupati. A seguito dell’attivazione dell’intervento 4 Garanzia Over (attivato dal Dipartimento Sviluppo Economico, Politiche del Lavoro, Istruzione, Ricerca e Università Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014-2020 Piano Operativo 2016- 2018), il target è stato esteso anche alle persone disoccupate con età superiore ai 30. Lo Sportello è stato attivato presso la sede della biblioteca ragazzi - Corso Vittorio Emanuele Città Sant’Angelo (apertura a giovedì alterni - orario 9:00 / 12:00). Modalità di gestione e affidamento del servizio L’idea di attivare lo sportello nel territorio dell’Ambito Metropolitano nasce da una proposta del CNA (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) di Pescara. La collaborazione con il CNA è stata avviata con il Progetto Abruzzo Inclusivo ed ha trovato poi il suo naturale sbocco nell’attivazione di un servizio di aiuto e supporto nel territorio dell’Ambito in un periodo particolarmente difficile per chi ha perso o cerca un lavoro. Per venire incontro alle fasce più giovani, lo sportello è stato inserito in un centro giovani/biblioteca ragazzi presso il Centro Storico di Città Sant’Angelo. Le spese sono quelle di gestione della sede. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni

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2015 2017 2018 Indicatore N. utenti 30 40 60 raggiunti Costo € 500,00 € 500,00 € 500,00

Id: 9 Servizio: Incontri pubblici dal titolo “Prendiamoci cura di noi” con professionisti su temi legati alla salute di fasce diverse della popolazione - incontri pubblici con professionisti finalizzati alla conoscenza e prevenzione dei disagi psicosociali "Ben-Essere Sociale Consapevole" Campo di intervento: trend in crescita delle malattie Neurodegenerative; aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 5 Servizi di Prossimità servizio sociale Attività 1) prendiamoci cura di noi: Il Comune di Città Sant’Angelo organizza ogni anno un ciclo di incontri rivolti a tutta la cittadinanza dell’Ambito sul tema “Prendiamoci Cura di Noi” tenuti da Medici Specialisti della zona che mettono a disposizione parte del loro tempo per in-formare i cittadini sui temi legati alla salute. L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza sull’importanza della prevenzione, porre l’attenzione sui corretti stili di vita e di far conoscere l’esistenza anche di nuovi modi per prendersi cura della propria salute. I momenti pubblici sono organizzati press oil Teatro Comunale di Città Sant’Angelo. Alcuni degli ambiti oggetto degli incontri pubblici sono i seguenti (gli argomenti variano ogni anno): gastroenterologia, fisiatria, dermatologia, pediatria, microbiologia, dermatologia, odontoiatria, fisiopatologia del metabolismo, ortopedia, infettivologia, otorinolaringoiatria, cardiologia, neurologia, medicina interna. 2) incontri pubblici con professionisti finalizzati alla conoscenza e prevenzione dei disagi psicosociali "Ben-Essere Sociale Consapevole": Il Comune di Città Sant’Angelo organizza da mesi presso i suoi locali cicli di incontri rivolti a tutta la cittadinanza dell’Ambito sugli argomenti seguenti: - mobbing: fenomeni di stalking nel lavoro; - attacco di panico:conoscerlo e gestirlo; - criminogenesi del cyberbullismo:fattori di rischio per giovani ed adolescenti; - opportunità e rischi… Social: genitori e figli nell’epoca del web; - mediazione familiare e gruppi di parola per figli di genitori separate; - affido familiare: percorsi di accoglienza. La finalità è quella di supportare e formare le famiglie in situazione di disagio, ma anche di favorire l’emersione dei bisogni sommersi, incoraggiando le segnalazioni. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie; Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione”. I risultati attesi sono: Favorire il piùpossibile e fino aquando è possibileun elevato livellodi qualità dellavita in ambientedomestico; favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà”. Modalità di erogazione e di accesso Gli incontri sono pubblicizzati sul territorio, presso le scuole, sul sito del Comune di Città Sant’Angelo. Per agevolare la partecipazione del maggior numero possibile di Cittadini, gli incontri si tengono mensilmente dalle 18.00 in poi. Modalità di gestione e affidamento del servizio I medici Specialisti ed i Professionisti (Psicoterapeuti, Psicopatologi, Psicologi Clinici, Criminologi, Pedagogisti, Sociologi, Mediatori Familiari) sono quelli resisi disponibili a condurre gli incontri a titolo gratuito. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni 2015 2017 2018 Indicatore N. 60 105 150 persone che hanno partecipato agli eventi Costo € 1.000,00 € 1.000,00 € 1.000,00

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Id: 10 Servizio: Colonie marine e vacanze per minori Campo di intervento: bassi tassi di natalità AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 5 Servizi di Prossimità servizio sociale Attività Si tratta di servizi volti ad offrire ai minori occasioni di svago, socializzazione e ricreazione all’interno del gruppo di pari. I Comuni garantiscono il trasporto e l’assistenza dei minori, che sono coinvolti in giochi di gruppo con materiale strutturato ed attività ricreative. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Incremento del tasso di natalità”. I risultati attesi sono: Promuovere servizi e interventi di supporto e accompagnamento per le famiglie con bambini, specie nella prima infanzia, e favorireil ricambio di popolazione”. Modalità di erogazione e di accesso Criteri di contribuzione: 1. spese di soggiorno (se previsto): saranno completamente a carico dell’utente; 2. spese di assistenza e trasporto: le forme di contribuzione saranno stabilite da ciascuna amministrazione autonomamente. Se l’utente ha un reddito inferiore al minimo vitale, riceverà gratuitamente il servizio (assistenza, trasporto e soggiorno); superata la soglia del minimo vitale valgono le regole di cui sopra (punti 1 e 2). Sarà richiesta la presentazione dell’ISEE soltanto a chi desiderasse usufruire di agevolazioni rispetto alla quota da integrare.Le fasce di reddito e le relative quote di contribuzione sono indicate nel Regolamento di Accesso di Ambito. Modalità di gestione e affidamento del servizio Il Servizio viene gestito dai Comuni attraverso procedure ad evidenza pubblica per l’individuazione di strutture di soggiorno/ stabilimenti balneari e ditte di autotrasporto. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni 2015 2017 2018 Indicatore N. utenti 350 368 386 raggiunti Costo € 60.000,00 € 65.304,44 € 65.304,44

Id: 11 Servizio: Tavolo tecnico permanente socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano - Partecipazione dell’Ambito al Tavolo della Disabilità attivato dal Comune di Montesilvano Campo di intervento: aumentodelle fasce dipopolazionea rischio dipovertà edesclusionescarto tradomandae offertadi servizi asostegno dellepersone condisabilità. AT: AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di OE: OE 5 Servizi di Prossimità servizio sociale Attività 1) Tavolo Tecnico Socio-sanitario di Supportoall’Ufficio di Piano: il tavolo tecnico è costituito dalle assistenti sociali dei Comuni e rappresenta il luogo stabile di confronto per consolidare la crescita di una unità operativa d’Ambito che favorisca l’incontro tra bisogni e risorse attive o attivabili. Il Tavolo Tecnico, in funzione delle problematiche si struttura in gruppi di lavoro dove vengono affrontate le diverse tematiche: - Anziani e Disabili; - Adulti; - Inclusione sociale, povertà, immigrazione, etc; - Minori e Famiglia. Il tavolo tecnico è un luogo di confronto, di monitoraggio del lavoro che viene svolto sul territorio e di “restituzione” del lavoro svolto e/o segnalazione di bisogni/problematiche emersi all’ufficio di piano. A far data dal 2009 è attivo presso l’Ambito Metropolitano il Tavolo Tecnico Permanente Socio-Sanitario di Supporto all’Ufficio di Piano. Esso è costituito dalle Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale), presso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari e presso l’Unità Valutativa Multidimensionale, quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei

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cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso, con funzioni di: - supporto all’Ufficio di Piano nella lettura e rilevazione del bisogno, nell’analisi delle problematiche sociali del territorio, nella progettazione e gestione di servizi e progetti; - coinvolgimento e consultazione di cittadini, testimoni privilegiati, terzo settore, associazioni ed altri soggetti portatori di specifici bisogni, tutti soggetti interessati alla valutazione dei servizi erogati; - consultazione di responsabili di servizi, amministratori, referenti di altri Enti e servizi territoriali, esperti, etc.; - organo consultivo della Conferenza dei Sindaci; - tavolo di lavoro mensile sulla gestione di servizi e progetti, per la risoluzione di problematiche legate alla gestione quotidiana e particolari criticità riferite all’utenza. 2) Tavolo della Disabilità: il tavolo della disabilità nasce dall’esigenza delle associazioni territoriali che operano con le disabilità di confrontarsi su una tematica molto complessa. Il tavolo è stato attivato dal comune di Montesilvano ed è incentrato sulle tematiche relative alla disabilità. L’obiettivo è quello di fornire risposte comuni ai cittadini che si necessitano di usufruire di interventi e servizi di assistenza (PLNA – Vita indipendente, etc.). La difficoltà maggiormente riscontrata è relativa alla differenza nelle modalità di gestione da parte degli enti locali. Il tavolo della disabilità vuole essere un punto di incontro / confronto nel quale definire delle strategie e procedure comuni. Il Tavolo si propone 3 priorità: - uniformare sul territorio provinciale la regolamentazione per l’accesso agli interventi, ai servizi ed alle prestazioni di natura socio-sanitaria rivolti alle persone disabili in stato di gravità; - promuovere un Accordo di Programma tra gli Ambiti della Provincia di Pescara, relativamente al Piano Locale per la Non Autosufficienza, per a. la definizione uniforme della disabilità gravissima ai sensi della normative vigente; b. uniformare sul territorio provincial le modalità di erogazione delle risorse per le disabilità gravissime; c. garantire i livelli minimi essenziali di servizi e prestazioni per la non autosufficienza e le disabilità gravissime; d. uniformare l’utilizzo delle Scale di Valutazione ai sensi della normative regionale vigente; - costituire la Conferenza Locale Integrata Socio-Sanitaria (C.L.I.S.S.) su base provincial e non di Ambito Distrettuale, al fine di attuare un’unica Convenzione Socio-Sanitaria che garantisca uniformità per la definizione delle scelte in materia di integrazione socio-sanitaria. In particolare il Tavolo ritiene che sia opportune uniformare su base provinciale: a. la definizione degli indirizzi per la programmazione socio-sanitaria a livello Provinciale, nel rispetto delle scelte regionali in materia di politiche per la salute e sulla scorta delle priorità legate alla specifica situazione territoriale; b. L’individuazione, per la parte socio-sanitaria, delle azioni comuni Ambito/Distretto da inserire nel Piano di Ambito Distrettuale e nel Programma per le Attività Territoriali del Distretto Sanitario; c. Il coordinamento e la vigilanza sull’attuazione delle azioni individuate e, più in generale, delle disposizioni normative in materia di prestazioni socio-sanitarie. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione; Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della ConvenzioneONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”. I risultati attesi sono: favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà; favorire l’empowerment delle persone con disabilità”. Modalità di erogazione e di accesso Al Tavolo Tecnico di Supporto all’Ufficio di Piano accedono i referenti di tutti Comuni di Ambito e dei Servizi ASL del territorio. Al Tavolo della Disabilità possono accedere liberamente Enti, Cittadini, Associazioni. Modalità di gestione e affidamento del servizio Non ci sono attività di gestione o affidamenti da espletare. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi dei Comuni per garantire le spese. 2015 2017 2018 Indicatore N. Enti rappresentati 9 13 13 all’interno dei Tavoli N. persone che 15 20 25

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hanno partecipato agli eventi Costo € 500,00 € 749,62 € 749,62

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Asse Tematico 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza Area 2A – Programma per la non autosufficienza Le priorità individuate dall’Ambito, alla luce di quanto emerso dal profilo sociale locale, sono le seguenti: a) attivazione o rafforzamento di modalità di presa in caricodella persona non autosufficiente attraverso un piano personalizzato di assistenza, favorendo la permanenza a domicilio e in ogni caso l’appropriatezza dell’intervento, e con la programmazione degli interventi sociali integrata con la programmazione sanitaria; b) attivazione e rafforzamento del supporto della persona non autosufficiente e alla sua famiglia attraverso l’incremento dell’assistenza domiciliare, anche in termini di assistenza tutelare e personale; c) previsione di un supporto alla persona non autosufficiente ed alla sua famiglia eventualmente anche con trasferimenti monetari nella misura in cui gli stessi siano condizionati all’acquisto dei servizi di cura ed assistenza domiciliari o alla fornitura diretta degli stessi da parte di familiari e vicinato sulla base del piano personalizzato. Gli obiettivi generali sono: - il miglioramento della qualità della vita, per il tramite di risposte globali e continuative basate sull’integrazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali; - la facilitazione dell’accesso degli utenti non autosufficienti ai servizi sanitari e socio-assistenziali; - il mantenimento, per quanto possibile, dell’utente nel proprio ambiente familiare e sociale; - la risposta professionale e personalizzata alle situazioni di non autosufficienza, coordinando tutti i servizi operanti sul territorio; - l’eliminazione o la riduzione dei rischi di isolamento o di emarginazione sociale; - il raggiungimento di un elevato livello di integrazione con i servizi già operanti sul territorio; - la riduzione dei ricoveri incongrui ed impropri; - la promozione della deospedalizzazione e della deistituzionalizzazione; - la limitazione di domande indotte e la rappresentazione dei bisogni inespressi. Gli obiettivi specifici sono: - la definizione del sistema delle responsabilità locali nell’attuazione delle politiche sociali e sanitarie per la domiciliarità; - l’individuazione di processi unitari per la valutazione del bisogno di cura da parte dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM); - l’individuazione di un processo di presa in carico attraverso il progetto individualizzato di intervento, di sostegno e di accompagnamento del non autosufficiente e della sua famiglia nell’ambito degli interventi previsti dal Piano dell’Ambito, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante utilizzazione di specifiche scale di valutazione; - la definizione degli interventi da attuare e delle risorse da impiegare (professionali e finanziarie, sociali e sanitarie, quote di cofinanziamento dell’ATS e della ASL); - l’individuazione di strumenti per la valutazione degli interventi attuati. L’Azienda USL e l’Ambito Metropolitano si propongono di realizzare un piano di prevenzione dell’istituzionalizzazione e di sostegno alla domiciliarità per la persona non autosufficiente. L’Ambito Metropolitano e l’Azienda U.S.L. intendono raggiungere gli obiettivi di cui in premessa per il tramite delle azioni, strategie e servizi che seguono: Assistenza domiciliare ed Assistenza Domiciliare Integrata, Residenze, Telesoccorso/Teleassistenza, budget di cura per utenti gravi e gravissimi. Area 2B – Interventi sanitari e socio-sanitari per la non autosufficienza Relativamente a tale area l’Ambito ha individuato, quale priorità, quella di assicurare, agli utenti che necessitano di inserimenti in strutture socio-sanitarie residenziali e semiresidenziali, la dovuta compartecipazione al pagamento della retta mensile. Le persone che accedono alle prestazioni sociosanitarie contribuiscono al costo delle prestazioni inerenti i livelli essenziali di assistenza per la parte non a carico del fondo sanitario regionale, secondo le quote stabilite dall'Allegato 1. C del D.P.C.M 29.11.2001 (Definizione dei livelli essenziali di assistenza) e dalle tariffe definite dalla disciplina regionale in materia. Nel regolamento unico di Ambito, con particolare riguardo ai servizi residenziali e semiresidenziali socio-sanitari, sono state definite le modalità attraverso le quali, prima dell'accesso al servizio, i Comuniprocedono all'istruttoria e alla valutazione della richiesta di prestazione agevolata sulla base delle soglie ISEE stabilite.

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AT 2 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori – AREA 2A - Servizi finanziati dal Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze

Asse Tematico 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza

Utenti N.A. Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE SS Indicatore Utenti N.A. disabilità 2017 2018 gravissima 1 Assistenza domiciliare 4 X N. prestazioni AD sociale 13 5 7.976 7.976 N. prestazioni AD Integrata 18 6 1.994 1.994 2 Centro diurno per persone non 6-5 X N. persone non autosufficienti in 10 5 2.000 2.000 autosufficienti carico x N. ore frequenza annua per persona non autosufficiente 3 Residenze temporanee e di sollievo 7 X N. persone non autosufficienti in 5 3 5 5 per persone non autosufficienti residenza 4 Telesoccorso/Teleassistenza 4 X N. persone non autosufficienti 10 5 10 10 seguite in telesoccorso 5 Budget di cura 8 X N. persone non autosufficienti 100 40 110 110 assistite con assegni di cura

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Area 2A - Servizi finanziati dal Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze

Id: 1 Servizio: Assistenza domiciliare Campo di intervento: invecchiamento progressivo della popolazione; tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche; trend in crescita delle malattie Neurodegenerative; scarto tra domanda e offertadi servizi a sostegno delle persone con disabilità. AT: AT 2 - Interventi e servizi per la non OE: OE 4 Assistenza domiciliare autosufficienza; Area 2A Servizi finanziati dal FNNA Attività Sostegno alle famiglie che sopportano gravi carichi assistenziali e sostegno alla domiciliarità, servizi integrati di supporto, sostegno e mediazione familiare, promozione della socializzazione, azioni di stimolo alla partecipazione a momenti di vita associativa, disbrigo di commissioni ed istruzione di pratiche, pulizia dei locali domestici, riassetto di alcune stanze, lavaggio biancheria ed eventuale lavanderia, aiuto nell’igiene personale, preparazione e somministrazione pasti, prestazioni socio-assistenziali e sanitarie (cure mediche o specialistiche, infermieristiche, riabilitative). Integrazione socio-sanitaria L’integrazione socio-sanitaria si realizza attraverso: l’integrazione degli interventi socio-sanitari ed assistenziali, nonché la definizione del sistema delle responsabilità locali nell’attuazione delle politiche sociali e sanitarie, per la non autosufficienza, la disabilità ed il sostegno alla domiciliarità; l’individuazione di processi unitari per la valutazione del bisogno di cura da parte dell’UVM della ASL integrata dalla figura dell’Assistente Sociale comunale, al fine di garantire una valutazione in rete ed interistituzionale per il tramite di una Equipe integrata di valutazione geriatrica per anziani non autosufficienti; l’individuazione condivisa di un processo di presa in carico dell’utente da parte dei servizi socio-sanitari ed assistenziali attraverso il progetto individualizzato di intervento, di sostegno e di accompagnamento delle persone con disabilità e della sua famiglia nell’ambito degli interventi previsti dal Piano dell’Ambito, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno di assistenza rilevato mediante l’utilizzo di apposite scale di valutazione; l’erogazione di prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero funzionale e sociale, in favore di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e/o di persone con disabilità assistibili a domicilio; la definizione concertata delle risorse da impiegare (professionali e finanziarie, sociali e sanitarie); l’individuazione di strumenti concertati per la valutazione condivisa degli interventi attuati; la formazione integrata e congiunta degli operatori impiegati nell’erogazione dei servizi sociali e sanitari: in materia di utilizzo dell’ICF, di assistenza e cura alle diverse tipologie di handicap. Le azioni di presa in carico unitaria ed integrata saranno le seguenti: analisi del bisogno assistenziale e di cura da effettuare con la persona con disabilità e/o con la famiglia; redazione del progetto assistenziale individualizzato con il coinvolgimento dell’utente e/o della famiglia, con l’indicazione delle ore di cui l’utente ha bisogno e di quelle che effettivamente si è in grado di erogare; presa in carico definitiva. L’attività di integrazione operativa accompagnerà, passo per passo, l’attività di erogazione dei servizi/interventi al fine di mantenere la capacità di risposta al variare del bisogno spesso mutevole anche nell’arco di breve tempo dell’utente. Il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) fornisce prestazioni sanitarie e socio assistenziali, erogate a domicilio, a pazienti permanentemente o temporaneamente non autosufficienti (disabili gravi e anziani). Il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata consente al paziente di usufruire della continuità delle cure delle quali necessita, direttamente nel suo contesto di vita. Si tratta di un servizio finalizzato ad assicurare al paziente il supporto sanitario e socio assistenziale per il massimo recupero e stabilizzazione della sua autonomia, evitando ricoveri ripetuti ed impropri. Il Servizio è svolto da personale dedicato alla cura del paziente con specifici compiti: Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta, Personale infermieristico, Fisioterapista, Logopedista, Personale Medico specializzato, Assistente Sociale, Psicologo Assistenza farmaceutica, Assistenza protesica Tutte le attività assistenziali, sanitarie e sociali, al pari di quanto avviene nel ricovero ospedaliero, vengono registrate sulla Cartella Domiciliare Integrata, che corrisponde al principale strumento di comunicazione e di lavoro comune alle varie figure professionali che accedono al domicilio e si avvicendano nell’assistenza al paziente. Nella Cartella Domiciliare sono contenuti il Piano Assistenziale Individuale (P.A.I.), relativo allo stato di salute e specifiche necessità del paziente, il Diario integrato utile per la registrazione delle prestazioni erogate dai diversi operatori ed il Progetto di Vita. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie”; “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti”; “Ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza”; “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che

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evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: offrire servizi territoriali integrati socio-sanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità; favorire il più possibile e fino aquando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico, favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso L’ammissione al Servizio di Assistenza Domiciliare è prioritariamente assicurata, fino alla concorrenza delle risorse finanziarie messe a bilancio dall'Amministrazione Comunale, a favore di persone che vivono in condizioni socio- economiche precarie. L’ordine di ammissione degli aventi diritto è determinato, in via prioritaria, dalle condizioni socio-economiche dell’assistito e dei parenti tenuti agli alimenti, dal grado di disabilità (Commissione Sanitaria o stato di salute provato) e dall’età avanzata.In base alla disponibilità dei finanziamenti è possibile estendere il servizio a persone in condizionieconomicamente non precarie chiedendo alle stesse il concorso al costo del servizio medesimo rapportato alle loro possibilità economiche. In ogni caso si terrà conto dei seguenti elementi: autonomia funzionale, risorse familiari, condizioni economiche dell’interessato, condizioni economiche dei soggetti obbligati. Le fasce di reddito e le relative quote di contribuzione sono indicate nel Regolamento di Accesso di Ambito. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di operatori socio-assistenziali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Nazionale Non Autosufficienze, Fondi dei Comuni

2015 2017 2018 Indicatore N. prestazioni AD 7.900 7.976 7.976 sociale N. prestazioni AD 1.920 1.994 1.994 Integrata Costo complessivo € 70.000,00 € 82.471,95 € 82.471,95

Quota disabilità € 28.000,00 € 41.235,97 € 41.235,97 gravissima 50% 50%

Id: 2 Servizio: Centro diurno per disabili e persone non autosufficienti Campo di intervento: invecchiamento progressivo della popolazione; tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche; trend in crescita delle malattie Neurodegenerative; scarto tra domanda e offertadi servizi a sostegno delle persone con disabilità. AT: AT 2 - Interventi e servizi per la non OE: OE 6 – Asili nido e altri servizi per la prima infanzia autosufficienza; Area 2A Servizi finanziati dal FNNA e centri di aggregazione e polivalenti OE 5 – Servizi di prossimità Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare/armonizzare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie in situazione di disagio e con carichi assistenziali; favorire la permanenza delle persone a rischio di istituzionalizzazione nel proprio domicilio e nel contesto di vita di appartenenza; risultati immediati attesi: stimolare l’autonomia; cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: favorire il mantenimento nel proprio nucleo familiare e contesto sociale di persone con disagio e a rischio di emarginazione; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: favorire il benessere della famiglia. Sono attualmente attivi presso i comuni dell’Ambito n.5 centri diurni destinati ai minori in situazione di disagio/disabilità e n.3 centri diurni destinati agli adulti/disabili, che si occupano di progetti socio-riabilitativi (realizzazione di laboratori creativi, artistici, artigianali, attività manuali, di socializzazione, aggregazione, recupero). I centri per minori sono gestiti dall’Associazione Temporanea di Imprese affidataria dei Servizi Sociali dell’Ambito Metropolitano per il tramite di un’èquipe socio-psico-pedagogica (che si occupa del coordinamento delle attività e dei progetti personalizzati in rete con il servizio sociale ed i servizi territoriali socio-sanitari e sanitari) e di educatori.

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I centri per adulti/anziani presenti nel territorio dell’Ambito sono autogestiti. Per particolari casi non trattabili presso i propri Centri Diurni saranno effettuate convenzioni con le strutture pubbliche e private del territorio, secondo quanto previsto dal progetto personalizzato. L’Ambito Metropolitano garantisce il servizio di trasporto presso i centri diurni socio-riabilitativi attraverso apposite convenzioni. Presso la“Casa del Sole Rosolino Colella” (ASP) di Città Sant’Angelo è attivo un centro diurno e residenziale per disabili gestito dalla ASP. Presso il Centro vangono realizzate attività laboratoriali, riabilitative e per l’autonomia ad opera della Neuropsichiatri Infantile dell’Azienza USL. L’Istituto Don Orione di Pescara, al fine di venire incontro alle esigenze delle famiglie dell’Ambito Metropolitano, con persone disabili, affette da patologie neurologiche, neurodegenerative, demenze, e/o malattie croniche, ha previsto la riconversione dei propri Centri Diurni. Con una minima contribuzione della famiglia l’Istituto riesce a supportare le famiglie del territorio attraverso la realizzazione di laboratori di attività per l’inclusione lavorativa e sociale, riabilitative in regime diurno. Tali servizi di sollievo per le famiglie sono garantiti dall’Istituto con personale specializzato, OSS, Medico Specialista, Infermieri per la somministrazione di farmaci, tramite PAI integrato con l’Ambito sociale ed i servizi sanitari e socio-sanitari impegnati sul caso. Priorità dell’Ambito era quella di individuare servizi di prossimità, garantiti da Enti del privato-sociale, che garantissero sollievo alle famiglie con pesante carico assistenziale e che le esonerassero dal dover raggiungere il luogo delle terapie, garantendo, così un sollievo reale e tangibile. Integrazione socio-sanitaria La presa in carico dell’utenza avviene tramite PAI integrato con l’Ambito sociale ed i servizi sanitari e socio-sanitari impegnati sul caso. Anche se in questo caso l’UVM dell’Azienda USL non viene coinvolta nelle valutazioni di inserimento. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie”; “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti”; “Ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza”; “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: offrire servizi territoriali integrati socio-sanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità; favorire il più possibile e fino aquando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico, favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso L’accesso ai centri comunali avviene dietro richiesta da effettuare al Servizio di Segretariato Sociale. L’accesso al centro della Casa del Sole (ASP) è regolamentato dall’UVM territorialmente competente. L’accesso ai centri dell’Istituto Don Orione avviene per il tramite dell’Istituto stesso o per il tramite del ServizioSociale Professionale Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce le attività dei propri centri per il tramite di Educatori reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Casa del Sole Rosolino Colella (ASP): non vi sono affidamenti da realizzare perché i servizi/interventi sono assicurati dalla Casa del Sole. Istituto Don Orione: non vi sono affidamenti da realizzare perché i servizi/interventi sono assicurati dall’Istituto Don Orione. Tipologia di Fondo/Fondi: Centri comunali gestiti dall’Ambito: Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondi comunali, unicamente per disabili gravi, non ci sono disabili gravissimi che frequentano i centri comunali. Casa del Sole Rosolino Colella (ASP): Fondi della struttura e compartecipazione utenza. Istituto Don Orione: Fondi della struttura e compartecipazione utenza (è richiesta alle famiglie una contribuzione di € 35,00 al giorno, integrata di € 5,00 se si necessita del trasporto. Tale condizione di accesso, nonché il servizio di trasporto, verranno garantiti ai residenti dei Comuni dell’Ambito Metropolitano).

2015 2017 2018

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Indicatore N. 2.000 2.000 2.000 persone non autosufficienti in carico x N. ore frequenza annua per persona non autosufficiente Costo complessivo Per i centri gestiti Per i centri gestiti dall’Ambito Per i centri gestiti dall’Ambito € 3.500,00 dall’Ambito € 3.500,00 € 3.500,00 Quota disabilità € 1.750,00 € 1.750,00 € 1.750,00 gravissima 50% 50%

Id: 3 Servizio: Residenze temporanee e di sollievo per persone non autosufficienti Campo di intervento: scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 2 - Interventi e servizi per la non OE: OE 8 - Interventi/ misure per facilitare inclusione e autosufficienza; Area 2A Servizi finanziati dal FNNA autonomia Attività Integrazione rette di ricovero di persone non autosufficienti presso strutture sanitarie e socio-sanitarie residenziali e semiresidenziali. Integrazione socio-sanitaria L’UVM effettua la valutazione del caso ed identifica la struttura (pubblica o privata, residenziale o semiresidenziale) presso la quale è opportuno inserire l’utente. Viene predisposto il PAI/Progetto di Vita con la partecipazione dell’utente e della famiglia, utilizzando la cartella integrata socio-sanitaria. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso I familiari dell’utente inoltrano al Comune di residenza richiesta di integrazione della retta.Sulla base della fascia di appartenenza ISEE, individuata sulla base di quanto disposto dal Regolamento di Accesso dell’Ambito, l’Ambito comunica alla struttura ed alla famiglia dell’utente le quote di compartecipazione dovute dall’Ente e/o dalla famiglia. La richiesta di attivazione del servizio dovrà pervenire presso lo sportello PUA o presso lo sportello di Segretariato Siociale. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’UVM, effettuata la valutazione del caso, identificata la struttura (pubblica o privata, residenziale o semiresidenziale) presso la quale inserire l’utente. Il Comune di residenza, preventivamente informato, assume l’impegno di integrare la retta. Affidamento alle strutture individuate dall’UVM. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Regionale per la spesa socio-sanitaria, Fondi dei Comuni

2015 2017 2018 Indicatore N. 5 5 5 persone non autosufficienti in residenza Costo complessivo € 3.000,00 € 3.000,00 € 3.000,00

Quota disabilità € 1.200,00 € 1.500,00 € 1.500,00 gravissima 50 % 50 %

Id: 4 Servizio: Telesoccorso/Teleassistenza Campo di intervento: tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche; trend in crescita delle malattie Neurodegenerative

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

AT: AT 2 - Interventi e servizi per la non OE: OE 4 Assistenza domiciliare autosufficienza; Area 2A Servizi finanziati dal FNNA Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: - potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie con persone non autosufficienti; - potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie con persone disabili; - evitare l’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti, in situazione di disagio, garantendo il diritto di restare nella propria famiglia e/o nel proprio contesto di appartenenza per il tramite di servizi (sociali, sanitari e sociosanitari) per il sostegno della domiciliarità; - supportare la famiglia e la persona non autosufficiente, sollevando il carico assistenziale del nucleo familiare attraverso attività che consentano la ri/conquista dell’autonomia e della possibilità di svolgere le normali attività quotidiane; - favorire la permanenza dell’utente nel proprio domicilio e nel contesto di vita di appartenenza L’Ambito Metropolitano attualmete riesce a fare fronte alle esigenze degli anziani dell’Ambito (si tratta di n.202 utenti con pluripatologie invalidanti) nei periodi più critici dell’anno per il tramite dell’Associazione Temporanea di Imprese, costituita dalle Cooperative attualmente affidatarie dei Servizi di Piano: si tratta di un servizio di assistenza telefonica continua, gratuita per i Comuni e per gli utenti, per situazioni di emergenza sociale e sanitaria, nonché per il disbrigo di commissioni urgenti per utenti privi di adeguata assistenza di familiari o vicinato. L’Ambito ha attivato questa tipologia di assistenza telefonica in considerazione della storica difficoltà di convincere gli utenti della necessità di un monitoraggio continuo delle loro patologie e condizioni generali: si tratta di servizi considerati spesso, purtroppo, come invasivi della libertà personale. Sarà pubblicato un avviso per reperire l’utenza interessata ad attivare un servizio di telesoccorso/teleassistenza. La tipologia di servizio da attivare sarà valutata in collaborazione con l’UVM ed altri servizi sanitari sulla base della tipologia di disabilità dell’utenza richiedente. Integrazione socio-sanitaria La tipologia di servizio da attivare sarà valutata in collaborazione con l’UVM ed altri servizi sanitari sulla base della tipologia di disabilità dell’utenza richiedente. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie”; “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: offrire serviziterritoriali integratisocio-sanitariper la cura e laprevenzione dellemalattie cronichee riqualificare ladomiciliarità; favorire il più possibile e fino aquando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico, favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso Sarà garantita priorità di accesso alle persone con disabilità gravissima. La richiesta di attivazione del servizio dovrà pervenire presso lo sportello PUA o presso lo sportello di Segretariato Siociale. Modalità di gestione e affidamento del servizio Procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione del servizio Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Nazionale Non Autosufficienze, Fondi dei Comuni

2015 2017 2018 Indicatore N. 10 10 10 persone non autosufficienti seguite in telesoccorso Costo complessivo € 500,00 € 500,00 € 500,00

Quota disabilità € 250,00 € 250,00 € 250,00 gravissima 50 % 50 %

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Id: 5 Servizio: Budget di cura Campo di intervento3:tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche AT: AT 2 - Interventi e servizi per la non OE: OE 4 Assistenza domiciliare autosufficienza; Area 2A Servizi finanziati dal FNNA Attività Macroarea di intervento: - sostegno alla persona non autosufficiente ed al nucleo familiare attraverso forme di supporto economico, al fine di favorire e supportare il mantenimento dell’utente nel proprio ambiente di vita; - lavoro di rete per l’integrazione; - metodologia di lavoro: piano di assistenza individualizzato (PAI) per il sostegno della domiciliarità, la prevenzione, il mantenimento, il recupero delle potenzialità residue e dell’autonomia personale;il PAI, compartecipato dall’utente/famiglia, è predisposto con la persona con disabilità e/o con la sua famiglia, al fine di consentire una presa in carico globale e complessiva (che tenga conto, cioè dei bisogni completi, effettivi e globali, del punto di vista dell’utente/famiglia, dell’indicazione delle ore di servizio necessarie e di quelle erogabili); Ttipologia degli interventi che si intendono attivare: - assegnazioni economiche per progetti ed assegni di cura; Partner impegnati nell’attivazione della rete: UVM, Neuropsichiatria Infantile, altre figure professionali e prestazioni primarie necessarie (ad es. Distretti Sanitari di Base – Medici di Medicina Generale), Servizi Sociali comunali; Sistema delle responsabilità locali nell’attuazione degli interventi sociali e socio-sanitari per la non autosufficienza: - UVM e altre figure/interventi ASL: valutazione multidimensionale del bisogno ed erogazione servizi sanitari per il sostegno alla domiciliarità; - Ambito Sociale: partecipazione alla valutazione del bisogno, alla presa in carico ed erogazione dell’assegno di cura; Risorse professionali: - sociali: assistenti sociali; - sanitarie: Medici di Medicina Generale; Pediatri; Neuropsichiatri; Geriatri; Infermieri Professionali e quant’altro necessario. Obiettivi: - favorire il mantenimento dell’utente nel proprio ambiente di vita; - favorire il mantenimento e/o il recupero delle potenzialità residue e dell’autonomia personale. Integrazione socio-sanitaria L’Azienda USL di Pescara provvederà a fornire le seguenti figure e/o prestazioni primarie, che saranno coinvolte ai fini della valutazione del bisogno, della predisposizione del progetto personalizzato e della presa in carico congiunte per tutti gli utenti: i Responsabili dei Distretti, i Medici di Medicina Generale, l’Unità di Valutazione Multidimensionale, i Medici Specialisti, l’Assistente Sociale, gli infermieri ed i terapisti della riabilitazione, le prestazioni dei Consultori Familiari, eventuali altre figure professionali che dovessero rivelarsi necessarie per la realizzazione del progetto individualizzato di assistenza. La valutazione multidimensionale ha l’obiettivo di definire in modo complessivo lo stato di salute dell’utente. Con il termine valutazione si intende, infatti, l’analisi accurata delle capacità funzionali e dei bisogni che la persona non autosufficiente presenta a vari livelli:livello biologico e clinico (stato di salute, segni e sintomi di malattia, livelli di autonomia, ecc…);livello psicologico (tono dell’umore, ecc…);livello sociale (condizioni relazionali, di convivenza, situazione abitativa, economica, ecc…);livello funzionale (disabilità, ovvero la capacità di compiere uno o più atti quotidiani come lavarsi, vestirsi, salire le scale, ecc…). Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici- assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: offrire servizi territoriali integrati socio-sanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità. Modalità di erogazione e di accesso La richiesta di budget di cura va inoltrata allo sportello PUA o allo sportello di Segretariato Sociale. I contributi

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saranno erogati a disabili gravi e gravissimi sulla base degli importi spettanti e delle patologie appositamente individuati dal Ministero delle Politiche Sociali e dall’Atto di indirizzo applicativo della Regione Abruzzo. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’utenza assegnataria del budget di cura sarà individuata per il tramite di apposita valutazione dell’UVM. I contributi saranno erogati all’utente o al care giver. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Nazionale Non Autosufficienze, Fondi dei Comuni

2015 2017 2018 Indicatore N. 100 110 110 persone non autosufficienti assistite con assegni di cura Costo complessivo € 90.000,00 € 206.526,87 € 206.526,87

Quota disabilità € 36.000,00 € 103.263,43 € 103.263,43 gravissima 50 % 50 %

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AT 2 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori – AREA 2B - Interventi sanitari e socio-sanitari per la non autosufficienza

Asse Tematico 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE SS Indicatore Utenti N.A. 2017 2018 1 Contributi a persone non autosufficienti 8 X N. persone non autosufficienti assistite in 30 35 35 per il sostegno ai costi della regime residenziale residenzialità e semiresidenziali X N. persone non autosufficienti assistite in 20 25 25 (pagamento rette quota di competenza regime semiresidenziale comunale)

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Area 2B - Interventi sanitari e socio-sanitari per la non autosufficienza

Id: 1 Servizio: Contributi a persone non autosufficienti per il sostegno ai costi della residenzialità e semiresidenziali (pagamento rette quota di competenza comunale) Campo di intervento: scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 2 - Interventi e servizi per la non OE: OE 8 - Interventi/ misure per facilitare inclusione e autosufficienza; Area 2BInterventi sanitari e socio- autonomia sanitari per la non autosufficienza Attività Integrazione rette di ricovero di persone non autosufficienti presso strutture sanitarie e socio-sanitarie residenziali e semiresidenziali. Integrazione socio-sanitaria L’UVM effettua la valutazione del caso ed identifica la struttura (pubblica o privata, residenziale o semiresidenziale) presso la quale è opportuno inserire l’utente. Viene predisposto il PAI/Progetto di Vita con la partecipazione dell’utente e della famiglia, utilizzando la cartella integrata socio-sanitaria. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazioneDella Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso I familiari dell’utente inoltrano al Comune di residenza richiesta di integrazione della retta.Sulla base della fascia di appartenenza ISEE, individuata sulla base di quanto disposto dal Regolamento di Accesso dell’Ambito, l’Ambito comunica alla struttura ed alla famiglia dell’utente le quote di compartecipazione dovute dall’Ente e/o dalla famiglia. La richiesta di attivazione del servizio dovrà pervenire presso lo sportello PUA o presso lo sportello di Segretariato Siociale. Modalità di gestione e affidamento del servizio Procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione del servizio Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Regionale per la spesa socio-sanitaria, Fondi dei Comuni

2015 2017 2018 Indicatore N. 30 35 35 persone non autosufficienti assistite in regime residenziale e semiresidenziale 20 25 25 Costo complessivo € 300.000,00 € 220.203,09 € 220.203,09 Di cui € 200.000,00 entrata Di cui € 200.000,00 entrata regionale stimata (sulla base regionale stimata (sulla dell’entrata 2016) ed € base dell’entrata 2016) ed 20.203,09 di cofinanziamento € 20.203,09 di comunale cofinanziamento comunale

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Asse Tematico 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto alle povertà

Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: contrastare la povertà; valorizzare, nei progetti e nelle azioni di inclusione, l’integrazione fra politiche sociali, politiche del lavoro, politiche per la formazione e politiche abitative, politiche della salute attraverso accordi locali e patti per l’inclusione sociale; riorganizzare il servizio di sostegno economico in servizio di inclusione sociale con il superamento dell’erogazione dei sussidi e contributi una tantum e a pioggia e la predisposizione di redditi di inserimento sulla base di progetti personalizzati e dell’I.S.E.E., attraverso una rete di collaborazione con i servizi alloggiativi, di inserimento lavorativo, di istruzione e formazione attivi sul territorio; risultati immediati attesi: contrastare l’esclusione sociale con idonee azioni territoriali che possano consentire il re-inserimento socio-lavorativo di adulti con disagio e delle relative famiglie; cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: contribuire ad accrescere l’autostima delle persone a rischio di emarginazione e fornire un sostegno alle famiglie in difficoltà; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: favorire il benessere della famiglia. Processo strategico che sarà implementato per raggiungere gli scopi formulati sulla base dei bisogni individuati, per il contrasto a fenomeni di disagio, per la rimozione di ostacoli che impediscono la piena integrazione ed inclusione, etc.: 1) il Progetto RE.S.I.L. trova il suo fondamento nella metodologia di lavoro per progetti personalizzati e nel concetto di resilienza. Il concetto innovativo e trasversale di resilienzacorrisponde alla capacità umana di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato. La resilienza è la capacità di reagire positivamente, utilizzando l’esperienza nata da situazioni difficili per costruire il futuro. L’ascolto e la valorizzazione delle peculiarità di ciascun individuo (che ogni progetto personalizzato deve far emergere) possono consentire lo sviluppo della resilienza, delle potenzialità insite nelle risorse personali e sociali, in stato di latenza, di ciascun individuo. Al fine di evitare casi di esclusione sociale si prevedono i seguenti servizi/interventi: sportello di inclusione lavorativa e sociale; redditi di inserimento per adulti che si sono allontanati dal mondo del lavoro e relative famiglie. 2) L’intervento “Abruzzo Include” è complementare alPiano sociale 2016-2018 e rientra nella Strategia per l’inclusione sociale. Obiettivi dell’intervento sono: . sperimentare la partnership e la co-progettazione pubblico-privato sociale fondata sull’integrazione tra politi-che sociali, sanitarie, formative e del lavoro; . rafforzare l’occupabilità di persone svantaggiate in carico ai Servizi sociali; . sperimentare un servizio innovativo per l’inclusione sociale multitarget, multidimensionale e basato su un approccio europeo; . elaborare e verificare modelli di progettazione personalizzata dei percorsi di inclusione sociale connessa a nuove forme di sostegno per l’inclusione attiva; . valorizzare l’apporto del sistema dei servizi sociali alle finalità del Fondo sociale e al contrasto della povertà. Abruzzo Include si articola attraverso 2 linee d’intervento : - attivazione di un servizio di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, finalizzato all’individuazione, presa in carico e redazione di un progetto individuale di inclusione socio-lavorativa dei soggetti in condizione di svantaggio o povertà; - inclusione attiva, avvio di servizi finalizzati all’attivazione di tirocini extracurricolari in favore degli utenti dei servizi di cui sopra e, per quelli gravati da carichi di cura, all’erogazione di voucher di servizio. 3) Servizi per l’Inclusione Attiva: l'Ambito intende implementare la rete dei servizi educativi, sociali, sanitari e per l'impiego attraverso la presa in carico congiunta dei casi di bisogno complesso. Il Centro per l'impiego, l'UVM territorialmente competente ed i servizi socio-educativi comunali attiveranno momenti valutativi del bisogno congiunti finalizzati alla predisposizione di progetti personalizzati. Inoltre l'Ambito intende implementare i seguenti interventi di inclusion attiva: potenziamento dei servizi di segretariato sociale, dei servizi per la presa in carico e degli interventi sociali rivolti alle famiglie beneficiarie del SIA (sostegno alle funzioni di segretariato sociale con particolare rilevanza al rafforzamento dei servizi di accesso deputati alla funzione di pre- assessment finalizzata ad orientare gli operatori nel percorso da attivare per prendere in carico efficacemente le famiglie; rafforzamento del servizio sociale professionale al fine di supportare la creazione delle equipe multidisciplinari per la resa in carico e per le funzioni di assessment, progettazione, valutazione e monitoraggio dell'intervento integrato; interventi sociali; informazione all'utenza (attività di informazione e sensibilizzazione); interventi socio educativi e di attivazione lavorativa (servizi socio-educativi ; attivazione lavorativa tirocini e work-experience; orientamento, consulenza e informazione; formazione per il lavoro; attività per l'innovazione e l'empowerment; azione di networking.

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AT 3 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori

Asse Tematico 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto alle povertà

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE Az. SS Indicatore Utenti 2017 2018 1 Servizio di inclusione sociale 8 I X N. persone in situazione di povertà 20 40 40 2 Misure sostegno reddito 8 D N. contributi 135 145 145 Sportello di Inclusione lavorativa e 8 D N. persone in situazione di povertà 280 300 300 sociale, consulenza e borse-lavoro 3 Abruzzo Include 8 I N. persone prese in carico 9 9 9

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

Asse Tematico 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto alle povertà

Id: 1 Servizio/Azione: Progetto SIA Campo di intervento: aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto alle povertà OE:OE 8 – Interventi / misure per facilitare inclusione e autonomia Strategia L'Ambito intende implementare la rete dei servizi educativi, sociali, sanitari e per l'impiego attraverso la presa in carico congiunta dei casi di bisogno complesso. Il Centro per l'impiego, l'UVM territorialmente competente ed i servizi socio-educativi comunali attiveranno momenti valutativi del bisogno congiunti finalizzati alla predisposizione di progetti personalizzati. Inoltre l'Ambito intende implementare i seguenti interventi: potenziamento dei servizi di segretariato sociale, dei servizi per la presa in carico e degli interventi sociali rivolti alle famiglie beneficiarie del SIA (sostegno alle funzioni di segretariato sociale con particolare rilevanza al rafforzamento dei servizi di accesso deputati alla funzione di pre- assessment finalizzata ad orientare gli operatori nel percorso da attivare per prendere in carico efficacemente le famiglie; rafforzamento del servizio sociale professionale al fine di supportare la creazione delle equipe multidisciplinari per la resa in carico e per le funzioni di assessment, progettazione, valutazione e monitoraggio dell'intervento integrato; interventi sociali; informazione all'utenza (attività di informazione e sensibilizzazione); interventi socio educativi e di attivazione lavorativa (servizi socio- educativi; attivazione lavorativa tirocini e work-experience; orientamento, consulenza e informazione; formazione per il lavoro; attività per l'innovazione e l'empowerment; azione di networking. Attività L'Ambito intende potenziare e rafforzare la rete dei servizi educativi, sociali, sanitari e per l'impiego attraverso la presa in carico congiunta dei casi di bisogno complesso. Il Centro per l'impiego, l'UVM territorialmente competente ed i servizi socio-educativi comunali attiveranno momenti valutativi del bisogno congiunti finalizzati alla predisposizione di progetti personalizzati. Sarà garantita la presa in carico congiunta, per quegli utenti che necessitano di reinserirsi e/o inserirsi nel mercato del lavoro, di intraprendere tirocini o altri percorsi di reinserimento. Gli interventi saranno i seguenti: orientamento, consulenza ed informazione; analisi e convalida delle competenze; avviamento ad attività di formazione ai fini dell'acquisizione/rafforzamento delle competenze trasversali e/o tecnico professionali finalizzati all'inserimento lavorativo; percorsi scolastici formativi; formazione permanente e per la creazione di impresa; alta formazione; laboratori; implementazione delle competenze. Tali interventi saranno realizzati attraverso un lavoro di èquipe interistituzionale tra i n. 2 assistenti sociali, ognuno per le proprie competenze, previsti con il progetto SIA, e gli operatori del Centro per l'Impiego di Pescara. Sarà predisposto in sede congiunta il progetto personalizzato di inclusione attiva per l'utente con attivazione dell'equipe multidisciplinare allargata ad eventuali ulteriori figure professionali competenti nella gestione del caso. Si è provveduto alla stipula di partenariati con il CNA di Pescara (che già gestisce uno sportello nel territorio dell'Ambito) e con la Cooperativa di tipo B "Praticabile" per gli inserimenti lavorativi e l'autoimprenditorialità, e con il Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti di Pescara e Chieti. Integrazione socio-sanitaria L'UVM territorialmente competente partecipa ai momenti valutativi del bisogno congiunti finalizzati alla predisposizione di progetti personalizzati. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi integrati di sostegno al reddito, servizi innovativi per nuclei familiari, multiproblematici, servizi di inclusione specifici per adulti con fragilità, servizi di sostegno per famiglie in temporanea difficoltà economica per evitare l’acuirsi delle problematicità. I risultati attesi sono: favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo unione europea e fondo nazionale per l’inclusione attiva. 2016 2017 2018 Indicatore N. 20 40 40 persone in situazione di povertà prese in carico Costo € 0,00 € 86.898,67 € 87.404,55

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Id: 2 Servizio: Sportello di Inclusione lavorativa e sociale, consulenza e borse-lavoro (Progetto RE.S.I.L. – Rete di Servizi per l’Inclusione Lavorativa e sociale) Campo di intervento: aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto OE: OE 8 – Interventi / misure per facilitare inclusione e alle povertà autonomia Attività Al fine di evitare casi di esclusione sociale si prevedono i seguenti servizi/interventi: sportello di inclusione lavorativa e sociale; redditi di inserimento per adulti che si sono allontanati dal mondo del lavoro e relative famiglie; assistenza domiciliare per famiglie a rischio di esclusione sociale e con elevati carichi assistenziali; per consentire la vita indipendente possibilità di erogazione diretta della quantificazione del costo di assistenza in alternativa all’assistenza domiciliare, anche in integrazione con quanto erogato dal Piano Locale per la Non Autosufficienza e da specifica normativa di settore (in materia di disabilità, non autosufficienza, patologie specifiche). Fondamentale è, strategicamente, il PAI, compartecipato dall’utente/famiglia: è importante che il PAI venga predisposto con la persona con disabilità e/o con la sua famiglia. Non si può prescindere, per una presa incarico globale e complessiva (che tenga conto, cioè dei bisogni completi, effettivi e globali) dal punto di vista dell’utente/famiglia. E’ inoltre importante che il PAI ricomprenda anche l’indicazione delle ore di servizio necessarie, anche se quelle effettivamente erogabili sono di numero inferiore, anche al fine di far emergere a fini statistici il numero di ore di assistenza effettivamente erogato pro-capite. La strategia generale: il progetto RE.S.I.L. si fonda sull’implementazione di un servizio per l’inclusione lavorativa e sociale di ambito per il tramite della seguente strategia generale: 1) creare un collegamento stabile tra i settori produttivi del territorio ed i servizi territoriali (sociali, sanitari, formativi) creando percorsi personalizzati di inclusione sociale e lavorativa rivolti alle persone a rischio di esclusione; 2) attivare servizi/interventi di inclusione lavorativa e sociale che consentano di prendere in carico individualmente l’utente in situazione di svantaggio per il tramite delle risorse territoriali disponibili; 3) mettere a regime una sinergia formalizzata in patti e convenzioni da sottoscrivere tra enti pubblici, privati, terzo settore, associazioni etc. per l’inserimento socio-lavorativo delle categorie svantaggiate e la creazione di una comunità locale solidale; 4) incentivare la creatività, la scelta consapevole, l’autoimprenditorialità e la partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita sociale, lavorativa e produttiva della comunità, eliminando il più possibile le disuguaglianze e le cause di esclusione; 5) integrazione dei servizi/interventi previsti dal progetto RE.S.I.L. con altri piani territoriali (provinciali, regionali, etc.); 6) sfruttare lo sportello attivato con il precedente Piano di Zona quale sportello sociale per l’inclusione lavorativa e sociale, che ha sedi operative presso ciascun comune dell’Ambito ed un centro di raccordo presso l’Ufficio di Piano con funzioni di supporto al Servizio Sociale Professionale ed al Servizio di Segretariato Sociale di Ambito. Lo sportello ha funzioni formative ed informative, è gestito dalla figura professionale dell’Assistente Sociale ed ha il supporto di un’équipe specialistica con funzioni di predisposizione di progetti formativo-riabilitativi personalizzati costituita dalle seguenti professionalità: Psicologo (con funzioni di orientamento e valutazione delle competenze), Assistente Sociale che gestisce lo sportello (con funzioni di attivazione e realizzazione operativa della rete tra i servizi territoriali finalizzata alla predisposizione di patti e convenzioni operative per la realizzazione di esperienze formative/riabilitative/lavorative) e gli operatori designati dai servizi invianti.Le micro-strategie: la rete di servizi sopra richiamata è già attiva dal 2007 e si fonda sulle seguenti procedure : A) attività e strategie centrate sull’utente 1) presa in carico dell’utente in sede di sportello; 2) valutazione in sede di équipe (Assistente Sociale e Psicologo, personale referente del servizio inviante) dei punti di forza e delle risorse personali e di contesto, nonché dei punti di debolezza e delle criticità, degli ostacoli che impediscono il re-inserimento sociale e lavorativo (a titolo esemplificativo e non esaustivo: carenza alloggiativa e/o di generi di prima necessità; disagio psicologico, psichiatrico, sanitario; difficoltà socio- economiche familiari, compresa la difficoltà nell’inserimento di bambini in servizi di custodia durante le ore di lavoro dei genitori) in rete con il SILUS – stesura del progetto personalizzato con l’utente (comprendente anche altri interventi e misure di contrasto all’esclusione); 3) orientamento verso il settore produttivo/formativo più idoneo al soggetto; 4) attivazione di un tutoring flessibile e personalizzato che segua l’utente nel corso delle attività formative e nell’inserimento lavorativo; 5) attivazione di redditi di inserimento personalizzati; 6) attivazione di redditi di inserimento, dietro prestazione di attività volontaria da parte dell’utenza, finalizzati al reinserimento sociale e lavorativo, nonchè rispondenti alle esigenze dell’utente (soddisfazione personale, esigenze familiari, etc.); 7) attivazione di percorsi assistenziali flessibili per le famiglie con carichi assistenziali ed a rischio di esclusione sociale;

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8) valutazione e monitoraggio periodico dell’andamento dei percorsi di inserimento formativo/lavorativo al fine di riparametrare gli interventi – riunioni di équipe pre, in itinere e post inserimento con i referenti di centri per l’impiego, S.I.L.U.S., servizi AUSL, altri enti pubblici e privati, privato sociale, imprese ed associazioni del territorio presso i quali ciascun utente è stato inserito e/o che sono coinvolti nel trattamento del caso e/o nel progetto personalizzato – revisione del progetto personalizzato. B) Attività e strategie di sportello 1) attivazione di strategie di messa in rete delle iniziative formative, lavorative e di sviluppo locale del territorio; 2) realizzazione di strategie di integrazione operativa (non solo in sede di équipe) tra gli enti di cui al precedente punto 8) per il tramite della sottoscrizione di patti e convenzioni finalizzate all’integrazione ed all’inserimento sociale e lavorativo; 3) predisposizione di pacchetti di interventi di inclusione formativa/lavorativa/sociale per il tramite della metodologia di lavoro per progetti personalizzati calibrati e concertati con l’utente. Per tamponare le situazioni di emergenza sarà portato avanti un apposito percorso di collaborazione con la Caritas che si espliciterà nell’assicurare interventi di primo e secondo livello (accoglienza temporanea ed interventi per le povertà estreme, interventi in caso di emrgenza economica, alimentare e sanitaria, affiancamento nell’ambito di progetti di presa in carico individualizzati finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa, interventi in caso di emrgenza abitativa, attraverso la collocazione di senza-tetto in centri di accoglienza o ricoveri provvisori, interventi economici di emergenza di maggiore entità) al fine di mettere in rete le risorse dell’Ambito con quelle delle Parrocchie e Caritas Parrocchiali. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi integrati di sostegno al reddito, servizi innovativi per nuclei familiari, multiproblematici, servizi di inclusione specifici per adulti con fragilità, servizi di sostegno per famiglie in temporanea difficoltà economica per evitare l’acuirsi delle problematicità. I risultati attesi sono: favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà. Modalità di erogazione e di accesso L’utente fa richiesta di accesso ai servizi di inclusione. La richiesta viene valutata dal Servizio Sociale e dallo Psicologo (in caso di richiesta di attivazione di borsa-lavoro, per la valutazione delle attitudini ed abilità). La borsa- lavoro può essere svolta tanto presso aziende private del territorio, quanto all’interno dei Comuni. L’accesso ai servizi di inclusione RESIL è regolamentato da apposito Regolamento Unitario di accesso. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori/ Operatori socio-assistenziali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito n.33). I redditi di inserimento saranno gestiti in forma diretta. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. 135 145 145 contributi N. persone in 280 300 300 situazione di povertà Costo € 135.000,00 € 233.735,39 € 233.735,39

Id: 3 Servizio/Azione: Abruzzo Include Campo di intervento: aumento delle fasce di popolazione a rischio di povertà ed esclusione AT: 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il contrasto alle povertà OE: OE 8 – Interventi / misure per facilitare inclusione e autonomia Strategia L’intervento “Abruzzo Include” è complementare agli altri interventi e strategie di inclusione lavorativa e sociale previste nel Piano sociale 2016-2018; sarà realizzato in partecariato con il Ccomune di Pescara. Obiettivi dell’intervento sono: - sperimentare la partnership e la co-progettazione pubblico-privato sociale fondata sull’integrazione tra politiche sociali, sanitarie, formative e del lavoro; - rafforzare l’occupabilità di persone svantaggiate in carico ai Servizi sociali;

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- sperimentare un servizio innovativo per l’inclusione sociale multitarget, multidimensionale e basato su un approccio europeo; - elaborare e verificare modelli di progettazione personalizzata dei percorsi di inclusione sociale connessa a nuove forme di sostegno per l’inclusione attiva; - valorizzare l’apporto del sistema dei servizi sociali alle finalità del Fondo sociale e al contrasto della povertà. Il Piano integrato di “Abruzzo Include” si articola attraverso 2 linee di intervento: 1) servizio di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, finalizzato all’individuazione, presa in carico e redazione di un progetto individuale di inclusione socio-lavorativa dei soggetti in condizione di svantaggio o povertà; 2) inclusione attiva,servizi finalizzati all’attivazione di tirocini extracurricolari in favore degli utenti dei servizi di cui al punto 1) e, per quelli gravati da carichi di cura, all’erogazione di voucher di servizio. Attività Il Piano integrato si articola in: - sportello di contrasto alla Povertà e all’Esclusione Sociale; - identificazione dei destinatari; - elaborazione di uno specifico progetto di inclusione sociale, che preveda azioni integrate di profiling, valutazio- ne e bilancio di competenze, counseling, matching fra domanda e offerta di lavoro, stesura del curriculum, ac- compagnamento e assistenza al lavoro, tutoraggio nella fase di inserimento; - attività di promozione sulle tematiche inerenti l’inclusione sociale al fine di sviluppare percorsi di apertura dei datori di lavoro pubblici e privati del territorio al reclutamento di persone in situazione di svantaggio sociale; - attivazione di tirocini extracurriculari, in raccordo con i Centri per l’Impiego; - attività di accompagnamento, assistenza e tutoraggio nella fase di inserimento nelle organizzazioni ospitanti i tirocini; - erogazione di voucher di servizio, ai destinatari impegnati nell’attuazione del tirocinio extracurriculare, gravati da un carico di cura di familiari conviventi (minori, anziani non auto-sufficienti, disabili); - mat-ching domanda/offerta di lavoro; - tutoring in azienda; - erogazione indennità di partecipazione alla persona. I servizi saranno erogati in rete con il Centro per l’Impiego competente. Il progetto personalizzato sarà costantemente aggiornato e ne saranno monitorati gli esiti. Sarà stipulato un Accordo di cittadinanza responsabile con il Centro per l’impiego, il Servizio sociale professionale e la persona destinataria dei servizi, per esplicitare la definizione degli impegni da parte della persona, la previsione dei benefici e il costante monitoraggio delle attività poste in essere. I destinatari delle attività progettuali sono persone in carico ai servizi socio-assistenziali, sanitari e/o sociosanitari: - in condizione di disabilità e iscritte negli elenchi previsti dalla L. 68/1999, non occupate; oppure - certificate per bisogni inerenti la salute mentale in base alle normative vigenti, non occupate. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Riduzione del numero di famiglie in situazione di povertà e di persone con grave deprivazione”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi integrati di sostegno al reddito, servizi innovativi per nuclei familiari, multiproblematici, servizi di inclusione specifici per adulti con fragilità, servizi di sostegno per famiglie in temporanea difficoltà economica per evitare l’acuirsi delle problematicità. I risultati attesi sono: favorire l’inclusione sociale delle famiglie e delle persone in difficoltà. Modalità di erogazione e di accesso I voucher di servizio saranno erogati esclusivamente ai tirocinanti impegnati in attività di cura dei propri familiari conviventi (minori, anziani non autosufficienti, diversamente abili) per favorire l’accesso a servizi di assistenza alla persona. Le spese ammissibili per l’erogazione dei voucher all’utenza sono le seguenti: - servizi di assistenza, cura ed accompagnamento ai minori, diversamente abili, anziani non autosufficienti (baby sitter, badanti, assistenti); - rette e servizi a pagamento per asili nido, centri estivi, attività extrascolastiche e doposcuola, centri ludico- ricreativi; - trasporto e mensa collegati alle attività prescolastiche e scolastiche; - assistenze domiciliari, servizi di cura e assistenza, case di riposo, case di cura e ricovero, centri di accoglienza e similari. Modalità di gestione e affidamento del servizio Sarà realizzato avviso pubblico per l’individuazione dell’utenza. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo unione europea e fondo nazionale per l’inclusione attiva.

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2016 2017 2018 Indicatore N. persone 9 9 9 prese in carico

Asse Tematico 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica

L’Ambito ha l’esigenza di far emergere, analizzare ed affrontare, per il tramite delle sinergie interistituzionali, le problematiche inerenti la condizione degli adolescenti, esposti a situazioni di disagio, emarginazione, rischio, devianza. Si tratta di indagare le possibili fonti di disagio che possono costituire una minaccia allo stato di benessere dei giovani del territorio. Essi, infatti, riflettono una perdita di efficacia dei diversi ambienti educativi - famiglia, luoghi di aggregazione sociale, scuola - ma connotano anche un complesso di fenomeni collegabili all’evasione dell’obbligo, alle bocciature, alle interruzioni, alle irregolarità nella frequenza, agli abbandoni, all’assolvimento formale dell’obbligo, alla qualità degli esiti, al disadattamento scolastico, al disagio sociale ed all’emarginazione. Le famiglie con ragazzi in situazione di disagio al 31.12.2016 sono 747, molte anche quelle con carico assistenziale elevato (1.126). In riferimento alle problematiche di cui sopra, gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare i servizi e gli interventi socio-psico-pedagogici rivolti ai minori ed alla famiglia; implementare la rete esistente tra le famiglie, la scuola ed i servizi presenti sul territorio; evitare l’istituzionalizzazione dei minori in situazione di disagio e dei non autosufficienti/disabili attraverso servizi di supporto domiciliare e diurno; creare spazi di ascolto diretti alle famiglie ed ai giovani. La famiglie oggi sono pressate da esigenzeassistenziali, difficoltà di tipo socio-economico, perdita del lavoro o difficoltà dei giovani nell’accedere al mondo del lavoro. Sono ben 41.633 i genitori soli con figli, di cui ben 34.440 le madri sole con figli. L’attuale situazione socio-economica ha contribuito ad aggravare il disagio delle famiglie e, conseguentemente, dei minori. Oggi, infatti, alle famiglie viene richiesto di dimostrare una forte flessibilità di adattamento, di essere in grado di esercitare un controllo sull’ambiente esterno ed avere nel suo interno personalità fortemente strutturate, mentre le fonti di perturbazione, carico assistenziale e stress sono in continuo aumento. Quindi, unicamente se valorizzata e supportata, la famiglia può riuscire ad orientarsi in questa complessità, e riuscire ad essere “accogliente”, sia in termini di risorse messe in campo per prendersi cura di soggetti fragili diversi, sia in termini di azioni di stimolo che l’Ambito è chiamato ad intraprendere su tali risorse. Il Piano Distrettuale dell’Ambito, conseguentemente, intende focalizzare l’attenzione sulla famiglia, considerata nel suo duplice aspetto di istituzione esposta alle conseguenze della crisi socio-economica, ma anche di risorsa sociale. L’Ambito, inoltre, si è attivato per creare un raccordo operativo con il Centro Antiviolenza (finanziato dalla L.R.n.31/2006) gestito dall’Associazione Ananke, al fine di creare una rete di presa in carico della donna vittima di violenza, nonché una rete di servizi ospitanti. La strategia di fondo sarà la diffusione di informazioni sul tema dell’abuso, al fine di consentire la consapevolezza dell’esistenza del problema, dell’importanza di segnalazioni tempestive alle istituzioni e servizi competenti. Sarà stimolata anche la conoscenza dei servizi di supporto ai minori ed alla famiglia che il territorio offre. In rete con tali campagne informative l’Ambito mette in campo altri servizi che possono contribuire alla prevenzione di situazioni di disagio, emarginazione, violenza, abuso, quali il servizio di supporto alla genitorialità e la mediazione familiare con figure professionali di psicologi, esperti in mediazione familiare elegali. Altri servizi di supporto a tale azione sono l’assistenza domiciliare ai minori ed i centri diurni, che rispondono al bisogno di sostegno educativo, sempre più sentito, e garantiscono la presenza strategica di un operatore formato alla relazione di aiuto nel nucleo familiare ed il superamento del rischio di emarginazione dei minori con forte disagio. Con il Fondo Politiche Giovanili l’Ambito intende realizzare scambi di esperienze e di vissuti tra i ragazzi di tutti i Comuni dell’Ambito, presso sedi comunali o centri di aggregazione di Ambito, al fine di creare una rete di scambi e di proposte e stimolare nei ragazzi la voglia di porsi attivamente e pro positivamente all’interno della comunità di appartenenza. Per il tramite del Fondo Nazionale Politiche Famiglia l’Ambito intende realizzare azioni/percorsi di supporto per le famiglie nelle quali sono presenti minori in situazione di handicap e/o disagio da realizzare presso i centri diurni attivi nell’Ambito, con il coordinamento del Centro Polifunzionale per i Minori e la Famiglia di Città Sant’Angelo.

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AT 4 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori

Asse Tematico 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE Az. SS Indicatore Utenti 2017 2018 1 Equipe Adozioni 2 D X N. famiglie seguite 30 30 30 2 Assistenza domiciliare educativa 4 D N. prestazioni ADE 70 75 75 3 Centri diurni per minori 6 D N. minori in carico x N. ore frequenza 70 22.200 22.200 annua per minore 4 Residenza per minori 7 D N. minori in residenza 14 14 14 5 Servizio Affido 2 D X N. minori affidati 16 20 20 6 Servizio integrato socio-sanitario di 2 D X N. famiglie seguite per il sostegno alla 379 385 385 sostegno alla genitorialità e alla genitorialità nascita, di consulenza e di mediazione N. famiglie seguite per la mediazione 28 35 35 familiare, di prevenzione e contrasto familiare alla violenza di genere in rete con i N. famiglie seguite per la prevenzione/ 10 20 20 Centri Antiviolenza ex L.R. 31/2006 contrasto alla violenza ed i Consultori familiari 7 Centri per il monitoraggio delle 7 I N. famiglie prese in carico dal progetto 30 50 50 relazioni familiari e l’auto mutuo aiuto N. famiglie per le quali è stato attivato 30 50 50 (Fondo Nazionale Politiche per la il monitoraggio delle relazioni Famiglia) familiari N. famiglie inserite in gruppi di auto 5 10 10 mutuo aiuto 8 Reti per l’aggregazione giovanile 7 I N. ragazzi che hanno partecipato ad 20 30 30 (Fondo Politiche Giovanili) eventi nei centri N. eventi aggregativi organizzati 3 7 7 presso i centri 9 Legge Regionale 95/95 Progetto 4 I N. famiglie prese in carico dal progetto 25 25 25 “Tutoraggio per le famiglie” 10 Inserimento in strutture residenziali di 7 I N. minori stranieri non accompagnati 6 6 6 minori stranieri non accompagnati inseriti presso strutture residenziali

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Asse Tematico 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica

Id: 1 Servizio: Equipe adozioni Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, OE: OE 2 – Presa in carico nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica; Attività Bisogni evidenziati dagli utenti sono:  essere informati sull’adozione nazionale ed internazionale;  essere seguiti nell’espletamento delle domande di adozione;  essere supportati durante tutto il percorso adottivo e, soprattutto, nel post-adozione. I comuni di competenza dell’èquipe sono 27: Spoltore, Cappelle, Cepagatti, Città S. Angelo, , Elice, Moscufo, Nocciano, Pianella, Rosciano, , , , , , , , , , Salle, San Valentino in A.C., Sant’Eufemia a Maiella, , , , Torre De’ Passeri, . L’équipe si occupa principalmente di:  informare la coppia sull'adozione nazionale ed internazionale e, in particolare, sui requisiti necessari, sulle procedure e sui tempi;  formare la coppia attraverso corsi di formazione;  effettuare l'inchiesta psicosociale con conseguente relazione, su mandato del Tribunale per i Minorenni, al fine di fornire gli elementi che consentano di valutare l’idoneità o meno all’adozione della coppia;  sostenere il nucleo in tutte le fasi del percorso adottivo con particolare attenzione al post-adozione;  sostenere il nucleo nei momenti critici del ciclo di vita. Integrazione socio-sanitaria Il servizio adozioni è svolto dall’Assistente Sociale in servizio presso il Comune di Spoltore e da una Psicologo in servizio presso il Consultorio Familiare di Spoltore che compongono l’équipe territoriale. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a rafforzare l’equipe per le adozioni. I risultati attesi sono: rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Modalità di erogazione e di accesso Le coppie interessate accedono al servizio tramite il Consultorio Familiare di Spoltore o tramite il Servizio Sociale del Comune di Spoltore. La coppia viene informata sui requisiti necessari, sulle procedure e sui tempi necessari per l’adozione nazionale ed internazionale. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori/ Operatori socio-assistenziali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. 30 30 30 famiglie seguite Costo € 12.000,00 € 14.000,00 € 14.000,00

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Id: 2 Servizio: Assistenza domiciliare educativa Campo di intervento3: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, OE: OE 4 – Assistenza domiciliare nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica; Attività Attività: sostegno socio-psico-educativo per la famiglia (supporto al ruolo genitoriale, consulenza pedagogica e psicologica alla famiglia in situazione di disagio, marginalità, conflittualità); assistenza educativa territoriale socio- psico-pedagogica per minori (sostegno educativo domiciliare al minore). Tali attività sono da considerare in rete con il Servizio Sociale Professionale Tale azione è svolta attraverso le figure professionali di Psicologo, Pedagogista, Educatore ed in rete con il Servizio Sociale Professionale. L’invio del caso può essere effettuato al Servizio Sociale dalla scuola, da altri servizi del territorio e comunali, dalle famiglie. Tale servizio provvede a segnalare l’esigenza di intervento all’èquipe psico- pedagogica. Il Pedagogista, effettuata una prima ricognizione del bisogno, valuta se occorre un intervento dello Psicologo sul nucleo e/o sul minore e si attiva per predisporre un piano personalizzato di intervento in rete con il Servizio Sociale. Tale piano può prevedere l’intervento domiciliare di un Educatore, la frequenza del Centro Diurno, l’invio ad altro servizio territoriale e/o comunale, il supporto al ruolo genitoriale da parte del Pedagogista, i colloqui psicologici. L’èquipe psico-pedagogica si occupa, inoltre, di coordinare i servizi rivolti ai minori erogati dai Comuni dell’Ambito. Tale strategia di fondo consente di abbracciare e monitorare tutti gli aspetti della crescita del minore, osservandolo ed intervenendo su contesti diversi quali quelli della socializzazione, educativi, familiari etc. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, , rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Modalità di erogazione e di accesso La segnalazione del caso può essere effettuata al Servizio Sociale dalla scuola, da altri servizi del territorio e comunali, dalle famiglie. Il Servizio Sociale, effettuata la presa in carico, provvede a segnalare l’esigenza di intervento all’èquipe psico-pedagogica. Il Pedagogista, effettuata una prima ricognizione del bisogno, valuta se occorre un intervento dello Psicologo sul nucleo e/o sul minore e si attiva per predisporre un piano personalizzato di intervento in rete con con tutti i referenti dei Servizi coinvolti. Tale piano può prevedere l’intervento domiciliare di un Educatore, la frequenza del Centro Diurno, l’invio ad altro servizio territoriale e/o comunale, il supporto al ruolo genitoriale da parte del Pedagogista, i colloqui psicologici. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). I redditi di inserimento saranno gestiti in forma diretta. Tipologia di Fondo/Fondi11: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. prestazioni DAE 70 75 75 Costo € 99.000,00 € 153.399,01 € 153.399,01

Id: 3 Servizio: Centri diurni per minori Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, OE: OE 6 – Asili nido e altri servizi per la prima infanzia nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza e centri di aggregazione polivalenti. domestica; Attività Per contrastare i fenomeni di disagio l’equipe comunale psico-pedagogica garantirà l’inserimento del minore presso la struttura diurna più idonea, al fine di consentire la socializzazione del minore ed il suo inserimento nel gruppo dei pari; saranno effettuati colloqui per la consulenza socio-psico-pedagogica con i genitori. E’ strategico il

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coordinamento effettuato dall’èquipe socio-psico-pedagogica in rete con gli altri servizi destinati ai minori ed alle famiglie. Per contrastare i fenomeni di disagio l’equipe comunale socio-psico-pedagogica porta avanti due percorsi paralleli di intervento: uno domiciliare individuale, quando l’intervento deve essere finalizzato a sostenere la famiglia affidataria/adottiva nella quale il minore è inserito; uno di gruppo presso i centri di aggregazione/ludoteche comunali quando l’intervento deve essere rivolto alla socializzazione del minore ed al suo inserimento nel gruppo dei pari. Tale azione è svolta attraverso le figure professionali di Psicologo, Pedagogista, Educatore ed in rete con il Servizio Sociale Professionale. psico-pedagogica si occupa, inoltre, di coordinare i servizi rivolti ai minori erogati dai Comuni dell’Ambito. Tale strategia di fondo consente di abbracciare e monitorare tutti gli aspetti della crescita del minore, osservando ed intervenendo su contesti diversi quali quelli della socializzazione, educativi, familiari etc... Le attività svolte presso i centri dell’Ambito sono le seguenti:  laboratori didattici e supporto didattico quotidiano;  laboratori espressivi: produzioni grafico-pittoriche, espressione corporea, tecniche musicali;  fotografia, teatro;  laboratori ludici: giochi di movimento, giochi individuali e di squadra, role playing;  laboratori cognitivi: percorsi di apprendimento e conoscenza;  cineforum;  attività sportive in convenzione con centri sportivi;  itinerari culturali e artistici in città e fuori;  gruppi psicologici (sostegno familiare). Tali attività sono da considerare in rete con il Servizio Sociale Professionale. I servizi presso i quali tali attività vengono realizzate sono Centri diurni/Mediateche/Centri di aggregazione giovanile/Ludoteca attivi presso i Comuni dell’Ambito. Sono 5 i centri attivi nel territorio dell’Ambito. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, memettere in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano, attivare servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione, servizi integrati socio-sanitari diaccompagnamento e presa in carico delle vittime, rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Modalità di erogazione e di accesso L’invio del caso può essere effettuato al Servizio Sociale dalla scuola, da altri servizi del territorio e comunali, dalle famiglie. Tale servizio provvede a segnalare l’esigenza di intervento all’èquipe psico-pedagogica. Il Pedagogista, effettuata una prima ricognizione del bisogno, valuta se occorre un intervento dello Psicologo sul nucleo e/o sul minore e si attiva per predisporre un piano personalizzato di intervento in rete con il Servizio Sociale. Tale piano può prevedere l’intervento domiciliare di un Educatore, la frequenza del Centro Diurno, l’invio ad altro servizio territoriale e/o comunale, il supporto al ruolo genitoriale da parte del Pedagogista, i colloqui psicologici. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. minori in carico x N. ore 36.563 22.200 22.200 frequenza annua per minore Costo € 72.000,00 € 46.593,77 € 46.593,77

Id: 4 Servizio: Residenza per minori Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, OE: OE 7 - Comunità/ Residenze a favore dei minori e nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza persone con fragilità

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domestica; Attività Quando la situazione familiare non consente il permanere del minore nel proprio nucleo familiare, il Servizio Sociale Professionale effettua la segnalazione del caso al Tribunale per i Minorenni e si attiva per predisporre il progetto di intervento sul nucleo familiare e sul minore. Predispone l’inserimento di quest’ultimo presso idonea struttura residenziale. L’Ente locale si attiva per l’integrazione della retta presso la struttura individuata. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, memettere in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano, attivare servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione, servizi integrati socio-sanitari diaccompagnamento e presa in carico delle vittime, rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Modalità di erogazione e di accesso L’invio del caso può essere effettuato al Servizio Sociale dalla scuola, da altri servizi del territorio e comunali, dalle famiglie. Tale servizio provvede a segnalare l’esigenza di intervento all’èquipe psico-pedagogica. Il Pedagogista, effettuata una prima ricognizione del bisogno, valuta se occorre un intervento dello Psicologo sul nucleo e/o sul minore e si attiva per predisporre un piano personalizzato di intervento in rete con il Servizio Sociale. Tale piano può prevedere l’intervento domiciliare di un Educatore, la frequenza del Centro Diurno, l’invio ad altro servizio territoriale e/o comunale, il supporto al ruolo genitoriale da parte del Pedagogista, i colloqui psicologici. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. minori 6 14 14 in residenza Costo € 162.152,00 € 282.740,88 € 282.740,88

Id: 5 Servizio: Servizio affido Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, OE: OE 2 – Presa in carico nuove generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica; Attività I problemi riscontrati dagli operatori sui minori sono: problemi comportamentali, problemi relazionali, ritardo globale e dell’apprendimento, deprivazione/abuso, disturbi dell’adattamento sociale, disturbi neuro-motori, disturbi del linguaggio, disturbi psichici. I problemi riscontrati sui genitori sono: disturbi nei rapporti affettivi intrafamiliari, problemi socio-economici, grave devianza della condotta familiare, grave deprivazione socio-culturale e/o esperienziale, gravi problemi relazionali, tossicodipendenze-alcolismo. L’Ambito, pertanto, in rete con i Consultori Familiari, garantisce un servizio di intermediazione e supporto all’affido familiare per assicurare l’accoglienza definitiva del minore in stato di abbandono in un nucleo familiare. A supporto della famiglia accolgliente sono attivate le seguenti midure: sostegno economico alle famiglie che accolgono il minore; supporto al minore ed alle famiglie ad opera del servizio sociale professionale e dell’èquipe socio-psico-pedagogica. Definizione della struttura organizzativa e delle risorse professionali impiegate:  assistente sociale del servizio sociale professionale: primi colloqui, presa in carico del caso ed attivazione dell’équipe socio-psico-pedagogica per stesura del progetto di intervento sull’affido; l’assistente sociale del servizio sociale e l’èquipe socio-psico-pedagogica costituiscono l’èquipe affido dell’Ambito;  psicologo: consulenza psicologica al minore ed alla famiglia, sostegno psicologico per le famiglie;  pedagogista: supporto al ruolo genitoriale per il nucleo familiare di origine e per la famiglia affidataria;

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 educatore: contatto diretto con il minore ed il nucleo familiare, supporto educativo e lavoro di documentazione in merito alla situazione familiare ed alle problematiche evidenziate dal minore;  referente di altro ente territoriale inviante: segnalazione del caso all’ente locale ed eventuale partecipazione alle sedute dell’équipe;  referenti dei servizi di supporto attivati: monitoraggio della situazione familiare;  referenti di altre agenzie territoriali coinvolte (parrocchie, associazioni di famiglie, scuola, distretto sanitario, consultorio familiare, neuropsichiatria infantile, Ministero di Giustizia, ecc.): supporto alla famiglia, gestione dell’affido e monitoraggio della situazione. La rete delle collaborazioni è aperta a tutti i servizi territoriali. Per contrastare i fenomeni di disagio l’equipe comunale socio-psico-pedagogica porterà avanti due percorsi paralleli di intervento: uno domiciliare individuale, quando l’intervento deve essere finalizzato a sostenere la famiglia affidataria nella quale il minore è inserito; uno di gruppo presso i centri di aggregazione/ludoteche comunali quando l’intervento deve essere rivolto alla socializzazione del minore ed al suo inserimento nel gruppo dei pari. Le azioni che si intendono portare avanti sono: presa in carico del minore e delle famiglie (di provenienza ed accogliente), supporto al ruolo genitoriale ed educativo al minore, supporto economico, informazione, formazione, testimonianze, incontri con altre famiglie accoglienti. Integrazione socio-sanitaria La rete con il Consultorio familiare garantisce al minore, alla famiglia di origine ed alla famiglia accogliente di essere supportati, oltre che dall’equipe psico-pedagogica di Ambito, anche dalle figure consultori ali, che si attiveranno per garantire supporto alla genitorialità e percorsi di presa in carico psicoterapeutica. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, memettere in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano, attivare servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione, servizi integrati socio-sanitari diaccompagnamento e presa in carico delle vittime, rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowerment delle donne vittime o a rischio di violenza e rafforzare la protezione e la cura delle vittime di violenza. Modalità di erogazione e di accesso Quando la situazione familiare non consente il permanere del minore nel proprio nucleo familiare, il Servizio Sociale Professionale effettua la segnalazione del caso al Tribunale per i Minorenni e si attiva per predisporre il progetto di intervento sul nucleo familiare e sul minore. Predispone l’inserimento di quest’ultimo presso idonea famiglia. L’Ente locale si attiva per garantire un supporto economico alla famiglia accogliente ed attiva tutte le misure di presa in carico con i servizi di consulenza e supporto. L’invio del caso può essere effettuato al Servizio Sociale dalla scuola, da altri servizi del territorio e comunali, dalle famiglie. Tale servizio provvede a segnalare l’esigenza di intervento all’èquipe psico-pedagogica. Il Pedagogista, effettuata una prima ricognizione del bisogno, valuta se occorre un intervento dello Psicologo sul nucleo e/o sul minore e si attiva per predisporre un piano personalizzato di intervento in rete con il Servizio Sociale. Tale piano può prevedere l’intervento domiciliare di un Educatore, la frequenza del Centro Diurno, l’invio ad altro servizio territoriale e/o comunale, il supporto al ruolo genitoriale da parte del Pedagogista, i colloqui psicologici. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori/ Operatori socio-assistenziali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. 16 20 20 persone in situazione di povertà Costo € 60.662,59 € 68.580,32 € 68.580,62

Id: 6 Servizio: Servizio integrato socio-sanitario di sostegno alla genitorialità e alla nascita, di consulenza e di mediazione familiare, di prevenzione e contrasto alla violenza di genere in rete con i Centri Antiviolenza ex L.R. 31/2006 ed i Consultori familiari

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Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove OE: OE 2 – Presa in carico generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica Attività Sportelli di ascolto per minori, genitori ed insegnanti - Sono attivi, presso gli Istituti Scolastici dell’Ambito, Sportelli d’ascolto per i minori, i genitori e gli insegnanti: sono rivolti alla presa in carico di casi di inadempienza scolastica, fobia scolare, demotivazione allo studio, difficoltà di apprendimento e così via, in cui sia possibile osservare una correlazione significativa tra il comportamento sintomatico dell’alunno e l’organizzazione delle relazioni familiari. I problemi emotivi e relazionali sono molto spesso in una relazione di circolarità con specifiche difficoltà legate all’area dell’apprendimento. È molto probabile, infatti, che un alunno possa sviluppare difficoltà di apprendimento in seguito a stati di disagio psico-emotivo e, allo stesso tempo, che un alunno con difficoltà di apprendimento possa sviluppare vissuti di disagio emotivi ed affettivi particolari in conseguenza del suo stato.In questa ottica è stata intrapresa una strategia di intervento basata sia sugli aspetti psicologici relazionali, sia sugli elementi pedagogici specifici delle strategie di apprendimento. Le azioni previste sono:spazio di ascolto diretto agli studenti;spazio di ascolto diretto agli insegnanti (in gruppo o singolarmente); studio e discussione di casi particolari su richiesta degli insegnanti;spazio di ascolto diretto ai genitori. Sostegno alla genitorialità ed alla nascita - L’Unità Operativa di Coordinamento dei Consultori dell’Azienda USL di Pescara intende puntare sulla genitorialità, sulla formazione dei genitori. La proposta è quella di inserire già dalla Scuola dell’Infanzia i corsi sulla genitorialità. Inoltre il Consultorio vuole formare anche gli insegnanti. L’Ambito, pertanto, organizzerà interventi mirati con i Consultori del territorio per garantire presso le Scuole o presso altre sedi interventi di supporto alla genitorialità con personale in forze ai Consultori ed ai Servizi Sociali, nel dettaglio Psicologi, Assistenti Sociali ed Equipe psico-pedagogica di Ambito. Il Tavolo Tecnico Permanente Socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano, congiuntamente all’U.O. Coordinamento Consultori ed ai Consultori di Pianella, Spoltore e Città Sant’Angelo, individuerà le problematiche presenti sul territorio sulle quali intervenire, relativamente alla genitorialità. Saranno coinvolti, all’occorrenza, anche altri servizi sociali e sanitari in grado di intervenire o di formare le famiglie su problematiche specifiche. Consulenza e mediazione familiare - L’Ambito assicura il servizio di mediazione familiare con esperti counselor e legali. Tuttavia presso il Consultorio Familiare situato nel Distretto Sanitario di Base di Montesilvano è attivo il servizio di Mediazione Familiare. Lo stesso sarà fruito dai residenti dell’Ambito Metropolitano attivando una rete tra il Servizio Sociale Professionale dei Comuni ed il Consultorio. Prevenzione e contrasto alla violenza di genere in rete con i Centri Antiviolenza dell’Associazione Ananke di Pescara ex L.R. 31/2006 ed i Consultori familiari - Il Servizio Sociale territoriale, in quanto servizio di base, ha una collocazione capillare sul territorio e per il tipo di attività che svolge ha una conoscenza diretta ed approfondita del tessuto sociale, delle caratteristiche culturali ed economiche, nonché delle problematiche esistenti sul territorio di competenza. Nell'ambito delle sue attività ha pertanto la possibilità di conoscere ed entrare in contatto con la realtà della violenza, ancora oggi poco visibile ed alla quale viene attribuita una importanza secondaria rispetto ad altri problemi, considerati più pressanti e più gravi non solo dalle istituzioni, ma anche dalle stesse donne che subiscono violenza. Promuovere il cambiamento di questo tipo di cultura rientra tra i compiti e gli obiettivi del servizio sociale. E’ stato siglato apposito Accordo Operativo tra l’Ambito Distrettuale e l’Associazione Ananke relativo alle procedure di accoglienza delle donne nel percorso di uscita dalla violenza.L’Ambito Metropolitano e l’Associazione Ananke si impegnano a - prevedere strategie congiunte di azione, sensibilizzazione e prevenzione ed accoglienza anche ai sensi della L.R. 31/2006 (Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per le donne maltrattate BURA n° 62 dell’8 novembre 2006); - partecipare ad azioni di sensibilizzazione, formative e di prevenzione sui temi del presente Accordo, organizzati dall'Ambito o dall'Associazione al fine di portare avanti percorsi congiunti di intervento. 1. Progetto Legalità - Il progetto “ScegliAMO la Legalità”, promosso dal Comune di Città Sant’Angelo in collaborazione con la Soc. Coop. New Aid si inserisce nell’ambito delle iniziative sulla legalità e sulla sicurezza urbana che, sin dal 2010, si stanno portando avanti. Il progetto, infatti, nasce proprio dall’esigenza di fronteggiare in modo particolare: la devianza giovanile in ambito scolastico ed extrascolastico, atti di bullismo, inciviltà e conflitto tra pari, dipendenze. Dai dati raccolti, attraverso sportelli informativi, per un totale di 141 accessi, le problematiche più diffuse sono state: conflitto a scuola (33 casi), bullismo scolastico ed extra scolastico (12 casi), sostegno gestione relazione tra pari (13 casi), disagio scolastico (17 casi), sostegno psicologico (15 casi), conflitti familiari e sostegno gestione relazione adulti/insegnanti/genitori (32 casi), altro (19 casi). La strategia scelta per fronteggiare il problema prevede, pertanto, l’attivazione di azioni integrate tra Ente locale, Operatori impiegati nei servizi educativi e sociali, Scuola, Polizia Municipale, Carabinieri, Forze dell’Ordine in genere e Associazioni, volte a diffondere la Cultura della legalità e della Cittadinanza responsabile attraversol’educazione ad una corretta condotta nell’uso di internet e

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dei social network, interventi di prevenzione del bullismo e del cyber-bullismo, interventi finalizzati alla repressione e prevenzione dell’omofobia, interventi volti a stimolare il rispetto dell’ambiente e del territorio. Annualmente vengono realizzati i seguenti interventi: 1. incontri con esperti; 2. laboratori di prevenzione; 3. convegno finale con l’intervento di un “testimonial della legalità”; 4. campagna di informazione e sensibilizzazione sui temi della legalità e la prevenzione nelle scuole; 5. Interventi nelle scuole in collaborazione con i Consultori dell’Azienda USL, i servizi SER.D. ed alter Associazioni /Enti che si occupano delle dipendenze. Integrazione socio-sanitaria Quando si evidenziano problematiche che esulano dalle competenze specifiche del Centro Antiviolenza viene effettuato, sempre in accordo con la donna, un invio presso i servizi socio-sanitari territoriali (P.S., U.O. di Ginecologia, Consultori, Servizio di Alcologia, Ser.D., Dipartimento di Salute Mentale). Il Consultorio Familiare di Montesilvano garantirà, in rete con i servizi di Mediazione attivati dall’Ambito, ulteriore risposta alle famiglie che necessitano di consulenza. I Consultori di Spoltore e di Città Sant’Angelo garantiranno il supporto al ruolo genitoriale nonché interventi di educazione all’affettività ed alla sessualità ad integrazione e supporto degli interventi garantiti dall’equipe psico- pedagogica di Ambito. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, memettere in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano, attivare servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione, servizi integrati socio-sanitari diaccompagnamento e presa in carico delle vittime, rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Modalità di erogazione e di accesso Sostegno alla genitorialità ed alla nascita: saranno organizzati momenti di supporto in gruppo, ma anche percorsi psicologici individuali o familiari dai Consultori e dall’equipe di ambito. Consulenza e mediazione familiare: presso il Consultorio Familiare situato nel Distretto Sanitario di Base di Montesilvano è attivo il servizio di Mediazione Familiare. Lo stesso sarà fruito dai residenti dell’Ambito Metropolitano attivando una rete tra il Servizio Sociale Professionale dei Comuni ed il Consultorio. Prevenzione e contrasto alla violenza di genere: quando la donna è presa in carico dai Servizi sociali del Comune, questi ultimi informano la donna che può essere messa in contatto con il Centro antiviolenza, ma che poi spetterà a lei fissare un appuntamento; quando la donna è presa in carico dal Centro Antiviolenza Ananke, viene accompagnata nel suo percorso di uscita dalla violenza da un’équipe di donne costituita da: coordinatrice, operatrici di accoglienza; psicologhe-psicoterapeute; avvocate; operatrice dedicata all’inserimento lavorativo. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori/ Operatori socio-assistenziali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). L’Associazione Ananke di Pescara opera con personale proprio. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali, Fondo ex L.R. 31/2006.

2015 2017 2018 Indicatore N. famiglie seguite per il sostegno 379 385 385 alla genitorialità N. famiglie seguite per la mediazione familiare 28 35 35 N. famiglie seguite per la prevenzione/ contrasto alla 10 20 20 violenza Costo € 54.364,56 € 85.736,92 € 85.736,92

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Id: 7 Servizio/Azione: Centri per il monitoraggio delle relazioni familiari e l’auto mutuo aiuto (Fondo Nazionale Politiche per la Famiglia) - azioni/percorsi di supporto per le famiglie nelle quali sono presenti minori in situazione di handicap e/o disagio da realizzare presso i centri diurni attivi nell’Ambito, con il coordinamento del Centro Polifunzionale per i Minori e la Famiglia di Città Sant’Angelo. Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, OE: OE 7 - Comunità/ Residenze a prevenzione e contrasto alla violenza domestica; favore dei minori e persone con fragilità Strategia Tale progetto intende promuovere l’attività del Centro Polifunzionale per i Minori e la Famiglia attivo presso l’Ente di Ambito, nel territorio di Città Sant’Angelo. L’analisi del contesto sociale dell’Ambito ha fatto emergere l’esigenza delle famiglie di avere spazi a disposizione nei quali poter fruire di servizi qualificati di ascolto, assistenza e supporto al ruolo genitoriale. Di qui la necessità di portare avanti azioni di prevenzione sociale e presidio del territorio, ma anche di stimolo della cultura della partecipazione, della condivisione e dell’ascolto. Destinatarie dello spazio di ascolto e dei gruppi saranno, in via prioritaria, le famiglie dei Comuni dell’Ambito che vivono situazioni di disagio o con minori in situazione di handicap, ma, laddove possibile, anche le famiglie che hanno necessità di confrontarsi sul quotidiano e sul vissuto con i figli. Tali azioni saranno finalizzate a  promuovere il cambiamento degli stili relazionali e organizzativi della persona e della famiglia;  sostenere le famiglie nell'esercizio delle funzioni genitoriali e di cura;  facilitare l’integrazione sociale di minori e adulti;  stimolare le capacità di ascolto empatico;  prevenire il disagio, la devianza e l’esclusione sociale tramite la promozione delle comunità locali e delle risorse presenti nel tessuto sociale (rete pubblico-privato) e attraverso azioni di mediazione tra soggetto in difficoltà e contesto di riferimento, al fine di favorire la crescita personale e l’accesso alle opportunità presenti nel territorio;  garantire alle famiglie un supporto per valorizzare le risorse e competenze genitoriali, superare autonomamente le difficoltà e risolvere e/o gestire la conflittualità;  garantire alle famiglie il corretto funzionamento della rete tra i servizi sociali e quelli sanitari da mettere in campo;  attivare forme di protezione sociale e supporto delle famiglie che presentano difficoltà della gestione del vissuto quotidiano, del carico assistenziale e delle relazioni familiari (famiglie con scarsi supporti parentali, famiglie senza figli, nuclei derivanti da convivenze di fatto, famiglie ricostituite dopo un divorzio, single, famiglie mono-genitoriali, famiglie di cittadini stranieri o miste, famiglie con lavori saltuari, orari di lavoro che rendono difficile la gestione del menage familiare);  valorizzare le risorse della famiglia e della comunità mediante lo sviluppo delle reti di sostegno;  incoraggiare e sostenere forme di collaborazione operativa con soggetti organizzati del Terzo Settore, che a vario titolo sono interessati alle tematiche familiari per aver esperito azioni significative legate a questo ambito, e con gli altri servizi preposti in materia di politiche della famiglia. Il contratto stipulato fra la persona ed i servizi, per l’attuazione del progetto personalizzato, è un elemento importante della qualità di processo della presa in carico. In questo modo, infatti, si crea un sistema di documentazione sulla base del quale l’équipe multidisciplinare può lavorare insieme all’utente e ri-tarare o monitorare periodicamente gli interventi. Tale metodologia di lavoro consente una negoziazione con l’utente sulla modalità con la quale affrontare il problema. L’équipe multiprofessionale è costituita da diverse figure professionali, ciascuna con compiti ben precisi:  pedagogista: individua i bisogni educativi della persona in relazione al contesto di appartenenza, stabilisce rapporti di collaborazione con la famiglia e le altre agenzie educative e formative del territorio, effettuando consulenza pedagogica ai genitori, fornendo supporto agli insegnanti; cura inoltre la progettazione educativa e collabora alla programmazione delle attività educative in seno all’équipe;  educatore/operatore: è la figura dell’équipe che si trova maggiormente a contatto con l’utenza; raccoglie le informazioni relative alle condizioni ambientali e psico-fisiche del singolo e della sua famiglia; gestisce azioni mirate al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti attraverso progetti individuali socio- educativi e/o di assistenza, favorendo livelli più avanzati di autonomia;  psicologo: valuta la situazione dell’utente e del nucleo familiare dal punto di vista psicologico e delle dinamiche affettivo-relazionali; valuta l’opportunità di intervento psicoterapeutico; effettua attività di sostegno rivolte alle famiglie che manifestano gravi situazioni di disagio; collabora con le altre figure

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professionali dell’équipe alla elaborazione di percorsi educativi e/o assistenziali individuali;  assistente sociale: prende in carico il caso, attiva i servizi più idonei al caso, di concerto con il servizio inviante, con l’utente e con il resto dell’èquipe, partecipa al lavoro di èquipe in riferimento agli strumenti, agli obiettivi, alle strategie ed alle soluzioni da individuare e mettere in atto; collabora alla verifica degli strumenti e delle modalità di erogazione dei servizi. Attività Attività che si intende portare avanti:  spazio di ascolto per famiglie, genitori e figli: un servizio di consulenza psicologica, psico-pedagogica ed educativa, un’occasione per riflettere su dubbi, preoccupazioni e incertezze che accompagnano le relazioni con i figli o le problematiche legate al menage familiare; uno spazio nel quale segnalare tematiche da approfondire nei gruppi di discussione dedicati;  gruppi di discussione per famiglie e genitori: in risposta all'esigenza di confrontarsi e di condividere con altre famiglie e/o altri genitori i temi riguardanti le varie fasi del ciclo della vita familiare. Si tratta di incontri guidati da operatori allo scopo di favorire una maggiore conoscenza e comprensione, in un clima di scambio e di condivisione dei comuni dubbi educativi, finalizzati alla realizzazione di forme di mutuo aiuto. La funzione di coordinamento del Centro Polifunzionale per i Minori e la Famiglia di Città Sant’Angelo sarà così espletata attraverso: - spazio di ascolto: le funzioni di coordinamento iniziali, in itinere ed ex post saranno; - gruppi di discussione: le funzioni di coordinamento iniziali, in itinere ed ex post. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, memettere in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano, attivare servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione, servizi integrati socio-sanitari diaccompagnamento e presa in carico delle vittime, rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Nazionale Politiche per la Famiglia, Fondi comunali. 2016 2017 2018 Indicatore N. famiglie prese in carico 30 50 50 dal progetto N. famiglie per le quali è 30 50 50 stato attivato il monitoraggio delle relazioni familiari 10 10 N. famiglie inserite in 5 gruppi di auto mutuo aiuto

Id: 8 Servizio/Azione: Reti per l’aggregazione giovanile (Fondo Politiche Giovanili) Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, OE: OE 7– Asili nido e altri servizi prevenzione e contrasto alla violenza domestica; per la prima infanzia e centri di aggregazione polivalenti Strategia Scambi di esperienze e di vissuti tra i ragazzi di tutti i Comuni dell’Ambito, presso sedi comunali o centri di aggregazione di Ambito, al fine di creare una rete di scambi e di proposte e stimolare nei ragazzi la voglia di porsi attivamente e pro positivamente all’interno della comunità di appartenenza. Attività 1) Organizzazione di eventi ricreativi ed in-formativi su tematiche che stanno a cuore ai ragazzi ed individuate dai ragazzi stessi, presso tutti i centri di aggregazione dell’Ambito, al fine di stimolare una presa di coscienza di se stessi, del proprio vissuto, ma anche della vita con gli altri, con i genitori, con il gruppo di pari. 2) Organizzazione di eventi aggregativi, laboratori su tematiche attuali (in termini di politica locale, comunità, cultura, …) presso tutti i centri di aggregazione dell’Ambito per stimolare nei ragazzi la partecipazione alla

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vita di comunità, alla decisione, alla condivisione. 3) Organizzazione di eventi – convegno sulla legalità con la partecipazione attiva dei ragazzi dei vari ordini di scuola e degli Amministratori per stimolare nei ragazzi la conoscenza e consapevolezza delle regole e del rispetto dell’altro da sè. Operatori coinvolti: equipe psico-pedagogica (Pedagogista, Psicologo, Educatori), Ssociologo, Criminologo. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, memettere in rete dei Consultori e dei Centri antiviolenza con i servizi di piano, attivare servizi di supporto per favorire la denuncia della violenza subita e l’emersione, servizi integrati socio-sanitari diaccompagnamento e presa in carico delle vittime, rafforzare l’equipe per le adozioni e sviluppo dell’affidamento, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Politiche Giovanili, Fondi comunali. 2016 2017 2018 Indicatore N. ragazzi che hanno 20 40 40 partecipato ad eventi nei centri N. eventi aggregativi 3 7 7 organizzati presso i centri

Id: 9 Servizio/Azione: Legge Regionale 95/95 Progetto “Tutoraggio socio-educativo per le famiglie” Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove OE: OE 4 – Assistenza domiciliare generazioni, prevenzione e contrasto alla violenza domestica; Strategia Si intendono attivare interventi di tutoraggio domiciliare rivolti alle famiglie e mirati al sostegno psico-sociale ed educativo, in un contesto familiare multiproblematico. Tali interventi hanno lo scopo di attivare e potenziare le capacità della famiglia e sostenerla nel percorso di acquisizione della consapevolezza del suo ruolo educativo; si caratterizzano per la presenza all’interno della famiglia di un educatore/operatore domiciliare che sostiene il nucleo familiare, con azioni di vero e proprio tutoraggio. In particolare il servizio è destinato al sostegno di quei nuclei familiari caratterizzati da criticità, per le quali è necessario attivare percorsi individualizzati per il recupero e/o il potenziamento delle capacità genitoriali/educativo-relazionali/di cura residue al fine di evitare allontanamenti. Tipologia di utenza - L’intervento è rivolto a n.25 persone/nuclei familiari dell’ambito territoriale. Il bacino di utenze è rappresentato dai nuclei familiari in condizioni di difficoltà, con scarse e inadeguate competenze genitoriali, multiproblematici, nelle quali entrambi i coniugi, le gestanti, le madri o le persone sole presentano problemi psichiatrici, di tossicodipendenza o di grave emarginazione sociale. Equipe tecnica - Assistente Sociale, Psicologo, Pedagogista, Educatori ed Operatori Socio – Assistenziali Domiciliari. Fasi di lavoro, attività e prestazioni 1) L’Assistente Sociale del Servizio Sociale Professionale (su segnalazione propria, del PUA o di altro servizio sociale e/o sanitario territoriale) effettua l’invio del caso all’Equipe tecnica; 2) l’Equipe valuta la necessità, con il Servizio Sociale, di inserire al domicilio del nucleo un tutor, per il tramite della figuradi educatore e/o di operatore socio-assistenziale, ed effettua colloqui di conoscenza con il nucleo; 3) l’Equipe predispone, con i servizi invianti, l’educatore e/o l’operatore da inviare al domicilio, i servizi socio- sanitari coinvolti e la famiglia, il Progetto Individualizzato di Assistenza o di Vita (L.328/2000); 4) a questo punto l’Equipe avrà cura di effettuare un inserimento graduale dell’educatore/operatore nell’ambiente familiare utilizzando gli strumenti più efficaci di relazione con la famiglia, affinché lo stesso non sia percepito come intruso o controllore; 5) il tutor inizia una fase di osservazione partecipante delle dinamiche relazionali che si attivano nel contesto familiare;

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6) successivamente il tutor, se ci sono i presupposti, instaura un rapporto di fiducia con la famiglia; 7) a questo punto, sulla base del Progetto Individualizzato di Assistenza o di Vita, si strutturano al domicilio gli interventi con funzione di supporto, sostegno e mediazione con l’ambiente sociale esterno; 8) in itinere l’Equipe nella sua interezza (con il coinvolgimento dei servizi coinvolti e della famiglia) effettua il monitoraggio costante dell’andamento della situazione, per mezzo di verifiche periodiche con i referenti tecnici del caso. Gli strumenti principali di cui il tutor dispone sono il colloquio e l’ascolto attivo, utilizzando abilità di counseling e strategie comunicative (analisi della comunicazione verbale/non verbale/ para-verbale). Attività Principali attività previste - sostegno alla famiglia nella costruzione di una rete di legami con l’ambiente socio-economico circostante; - sostegno alla famiglia ed ai suoi componenti fragili, rivolto a tutti gli aspetti problematici: a) autonomia personale; b) competenze affettivo-relazionali; c) integrazione nel contesto sociale; d) capacità cognitive; - sostegno alla famiglia nel recupero di legami affettivi e parentali; - organizzazione di percorsi personalizzati di sostegno al ruolo genitoriale ed educativo; - predisposizione di progetti individualizzati per ciascuna famiglia/utente; - assistenza e sostegno psicologico, nei casi di particolare disagio; - orientamento ai servizi sociali e socio-sanitari operanti sul territorio. Si procede ad indicare le azioni di Progetto nel dettaglio. Azione Operatore Interventi Impegno orario 1) Presa in carico e Assistente Sociale Presa in carico dell’utenza/famiglia da Assistente Sociale conseguente invio del del Servizio Sociale parte del Servizio Sociale n.25 ore caso alla Professionale Professionale e conseguente invio del spesa a carico Piano di caso all'Equipe Zona 2) Equipe tecnica Psicologo, Consulenza dell’Equipe tecnica per Psicologo n.18 ore Pedagogista attivazione di servizi di tutoraggio Pedagogista n.18 ore mirati 3) conseguente attivazione del servizio/intervento di supporto: a) tutoraggio Operatori socio - Operatori socio- domiciliare sociale assistenziali assistenziali n.500 ore b) tutoraggio Educatori Educatori n.500 ore domiciliare educativo

Integrazione socio-sanitaria L’integrazione socio-sanitaria è garantita - a livello gestionale dall’Ufficio di Piano e dal Distretto Sanitario dell’Area Metropolitana; - a livello professionale dal Tavolo Tecnico Permanente di supporto all’Ufficio di Piano, istituito per consentire l’integrazione socio-sanitaria professionale, e costituito dai referenti del Servizio Sociale dei Comuni di Ambito e dall’Assistente Sociale che l’Ambito fornisce ai Distretti Sanitari di Base, inserita nell’UVM, impiegata anche presso il Punto Unico di Accesso. Le azioni del presente Progetto sono integrate dalla programmazione sociale complessiva dell’Ambito Sociale. Si riporta, quindi, il sistema di presa in carico coordinata, globale, strutturata e multiprofessionale attualmente utilizzato dagli operatori dei servizi territoriali dell’Ambito stesso. Tale sistema prevede la collaborazione e la condivisione dei piani di intervento, della definizione degli obiettivi, della scelta delle strategie e delle attività di lavoro utili per garantire un piano assistenziale funzionale e si esplica secondo le seguenti modalità, riportate in forma sintetica. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria, servizi di mediazione per la prevenzione dei conflitti familiari. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Piano Regionale Famiglia ex L.R. 95/1995, Fondi comunali. 2016 2017 2018 Indicatore N. persone 25 25 25 prese in carico dal progetto

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Costo € 20.000,00 € 20.000,00 € 20.000,00

Id: 10 Servizio/Azione: Inserimento in strutture residenziali di minori stranieri non accompagnati Campo di intervento: incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenza sulle donne e i bambini AT: AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, OE: OE 7 - Comunità/ Residense a prevenzione e contrasto alla violenza domestica; favore dei minori e persone con fragilità Strategia Il Tavolo Tecnico Socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano, visto il sempre crescente numero di ragazzi da assistere, ha individuato le strutture accreditate del territorio in grado di ospitare minori stranieri non accompagnati con i relativi costi al fine di consentire la sistemazione di tutti i ragazzi. Attività Inserimento di minori stranieri non accompagnati presso strutture residenziali accreditate e destinate a tale utenza o affidamento degli stessi a famiglie del posto, qualora l’età lo richieda. Nel primo caso i Comuni integreranno la retta di inserimento presso la struttura, nel secondo caso integreranno un contributo mensile alle famiglie affidatarie, sempre dietro rimborso di € 45,00 al giorno per ragazzo da parte della Prefettura per il tramite di fondi stanziati dallo Stato. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “incidenza doppia, rispetto alla media nazionale, dei casi di violenzasulle donne e i bambini”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare i servizi di prevenzioneprimaria, secondaria, terziaria. I risultati attesi sono: Favorire l’empowermentdelledonne vittime o arischio di violenzae rafforzare laprotezione e lacura delle vittimedi violenza. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondi comunali. 2016 2017 2018 Indicatore N. minori 6 6 6 stranieri non accompagnati inseriti presso strutture residenziali Costo € 25.000,00 € 27.736,08 € 27.736,08

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Asse Tematico 5 - Strategia per le persone con disabilità

Dall’analisi dei bisogni condotta dall’ambito è emerso che i bisogni delle persone con disabilità sono complessi e differenziati. Essi sono: la ri/conquista dell’autonomia; il superamento della solitudine; i problemi di convivenza con la famiglia; i casi di particolare necessità (casi psichiatrici e disabilità molto gravi). La maggior parte degli assistiti ha bisogno di sostegno anche per compiere le normali attività della vita. E’ molto frequente anche la presenza di situazioni di povertà ed emarginazione. Sono stati individuati i seguenti obiettivi: promuovere la partecipazione della persona con disabilità a momenti di vita associativa ed attivare interventi in tal senso; far emergere le esigenze sommerse di assistenza e prenderle in carico; favorire la condivisione delle responsabilità nelle soluzioni, valorizzando l’auto-organizzazione; evitare l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità grave, garantendo il diritto di restare nella propria famiglia e/o nel proprio contesto di appartenenza per il tramite di servizi (sociali, sanitari e sociosanitari) per il sostegno della domiciliarità. Nella programmazione degli interventi gli operatori dovranno garantire priorità all’analisi multidisciplinare del bisogno, al coinvolgimento attivo dell’utente e della famiglia nel percorso assistenziale, attraverso l’informazione e la condivisione di obiettivi e modalità d’intervento al fine di garantire maggiore efficacia ai progetti personalizzati attivati. L’Ambito intende garantire una formazione, nonché un supporto psicologico, ai familiari ed ai care givers di pazienti affetti da patologie particolarmente invalidanti (quali SLA, Sclerosi Multipla, AIDS ed altre patologie in grado di stressare il nucleo familiare).

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AT 5 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori

Asse Tematico 5 - Strategia per le persone con disabilità

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE Az. SS Indicatore Utenti 2017 2018 1 Servizio di trasporto 8 D N. prestazioni di trasporto 40 40 40 2 Servizio autonomia studenti disabili 8 D N. ore erogate 90 90 90 anche L.R.78/78 ed ex L.R. 32/97 come da L.R. 32/2015 3 Assistenza domiciliare per disabili 4 D N. ore erogate 15 15 15 4 Interventi per minori con malattie rare 8 I N. utenti raggiunti 3 3 3 e disabilità gravissime 5 Sport ed attività motoria per ragazzi 5 D N. utenti raggiunti 7 8 9 disabili 6 Progetto Home Care Premium INPS 4 I N. utenti raggiunti 50 100 100 7 Vita Indipendente di cui alla 8 I N. utenti raggiunti 3 3 3 L.R.57/2012 8 Residenza per disabili e Progetto per il 7 I X N. disabili in residenza 3 3 3 “Ddopo di Noi” 9 Centro diurno disabili 6 D X N. disabili in carico x N. ore frequenza 3.000 3.000 3.000 annua per disabile 10 FSE (PON nazionale Inclusione e 8 I N. utenti raggiunti 10 10 10 POFSE regionale) tramite partecipazione ai bandi e agli avvisi che saranno emanati a livello regionale e nazionale

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Asse Tematico 5 - Strategia per le persone con disabilità

Dalle rilevazioni effettuate dall’Ufficio di Piano, emerge un evidente e specifico bisogno di azioni di supporto per famiglie con minori che presentano disabilità e/o disturbi mentali. Infatti, di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione, accompagnato dal parallelo ridursi delle dimensioni e capacità assistenziali delle famiglie, si pone la necessità di garantire servizi socio-riabilitativi mirati ai minori ed all’attivazione e stimolo delle capacità residue considerate le vere potenzialità sulle quali far leva per favorire l’integrazione attiva e creativa dei ragazzi con il contesto di appartenenza. Si tratta di ragazzi ad alto rischio di perdita dell’autonomia, che esprimono bisogni non sufficientemente gestibili dalle famiglie. In relazione alle problematiche sopra individuate, sono stati individuati i seguenti obiettivi: verifica della qualità dell’integrazione scolastica dei disabili; promuovere servizi di aiuto domiciliare alla persona disabile al fine di garantirgli una vita indipendente; sostenere le famiglie con carichi assistenziali; promuovere l’autonomia; realizzare percorsi integrati di intervento ad elevata integrazione socio- sanitaria; macro-finalità che si intendono perseguire: sostegno domiciliarità e permanenza nel proprio ambiente di vita; contrasto dell’istituzionalizzazione impropria, dell’isolamento e dell’emarginazione; integrazione sociale e scolastica.

Id: 1 Servizio: Servizio di trasporto Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 8 - Interventi/ misure per facilitare inclusione ed autonomia Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare gli interventi rivolti a famiglie con persone disabili; implementare la rete esistente tra le famiglie, la scuola ed i servizi presenti sul territorio; evitare l’istituzionalizzazione dei disabili, garantendo il diritto di restare nella propria famiglia e/o nel proprio contesto di appartenenza per il tramite di servizi (sociali, sanitari e sociosanitari) per il sostegno della domiciliarità; creare spazi di ascolto diretti alle famiglie; favorire l’integrazione nella comunità locale e la riduzione dei fenomeni di emarginazione in collaborazione con la scuola; supportare la famiglia e la persona con disabilità, sollevando il carico assistenziale del nucleo familiare attraverso attività che consentano la ri/conquista dell’autonomia e la possibilità di svolgere le normali attività quotidiane; risultati immediati attesi: garantire alle persone con disabilità la possibilità di fruire di servizi di trasporto; cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: sollievo e rassicurazione della famiglia in merito all’integrazione nel contesto di appartenenza delle persone con disabilità abili ed alla presa in carico di situazioni di bisogno complesso di tipo socio-sanitario in rete con l’Unità Valutativa Multidimensionale ed il Punto Unico di Accesso; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: favorire il benessere della famiglia e della persona con disabilità. Le azioni che l’Ambito intende portare avanti (rivolte alle persone diversamente abili ed agli alunni in situazione di handicap, certificati in base all’art. 3, comma 3, della Legge 104/92, frequentanti le scuole gestite dallo Stato, da Enti locali paritari o convenzionati con i Comuni medesimi e da soggetti privati) sono le seguenti: 1. garantire il servizio di trasporto presso gli istituti scolastici (percorso casa-scuola e viceversa) agli studenti diversamente abili certificati ai sensi dell’art.3, comma 3, della L. 104/92, residenti nel proprio territorio; 2. garantire il servizio di trasporto presso i centri di riabilitazione (percorso casa-riabilitazione e viceversa) per tutte le persone diversamente abili certificate ai sensi dell’art.3, comma 3, della L. 104/92, residenti nel proprio territorio. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso

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La richiesta del servizio va inviata allo sportello di Segretariato Sociale. Successivamente la richiesta viene inviata all’Eente convenzionato che gestisce il trasporto. Modalità di gestione e affidamento del servizio Le figure professionali impiegate nel servizio sono: operatori socio-assistenziali per l’assistenza durante il trasporto; il servizio di trasporto assistito sarà garantito in convenzione. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. prestazioni di 40 40 40 trasporto Costo € 140.000,00 € 148.847,27 € 148.847,27

Id: 2 Servizio: Servizio autonomia studenti disabili Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 8 - Interventi/ misure per facilitare inclusione ed autonomia Attività L’Ambito garantisce un processo operativo di integrazione scolastica, formativa e sociale degli studenti con disabilità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della L.104/92, frequentanti le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° e 2° grado, attraverso il servizio di assistenza scolastica all’autonomia ed alla comunicazione, nonché attraverso l’assistenza educativo-didattica domiciliare agli alunni ipoacusici ed ipovedenti (L.R.78/78, L.R. 32/97, come da L.R. 32/2015). Si tratta di interventi finalizzati a: favorire la piena partecipazione alla vita scolastica, rafforzare ed implementare le abilità della persona diversamente abile. Si tratta di un supporto nei percorsi educativi e relazionali e non attiene alla cura materiale e/o alla custodia (a cui è tenuta l’Amministrazione scolastica). L’intervento viene attivato in presenza di certificazione ex art.3, comma 3, Legge 104/92 e adeguata documentazione (Modello RAS, diagnosi funzionale) rimessa dall’istituto scolastico. La necessità dell’intervento deve essere, inoltre, rilevata dal gruppo multidisciplinare nell’ambito della predisposizione del P.E.I. (progetto educativo individualizzato). Le professionalità coinvolte nella realizzazione dell’azione (ed i cui costi sono a carico delle specifiche azioni di servizio sociale professionale e segretariato sociale) saranno le seguenti: - assistente sociale del servizio sociale professionale: primi colloqui e presa in carico del caso con partecipazione diretta ai gruppi di lavoro sull’handicap o invio del caso alla figura professionale di Pedagogista per la partecipazione ai gruppi di lavoro sull’andicap durante i quali avviene la stesura del progetto di intervento in collaborazione con insegnanti di riferimento, famiglia, referente della Neuropsichiatria Infantile, referente di altri servizi riabilitativi coinvolti nel progetto personalizzato e di altri servizi sociali, sanitari e socio-sanitari di cui l’alunno fruisce; - neuropsichiatra infantile / psicologo /assistente sociale dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Azienda U.S.L. di Pescara: prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi che interessano il sistema nervoso centrale (da un punto di vista biologico e/o psichico) e periferico, nonchè l’apparato muscolare nell’età compresa tra la nascita e l’adolescenza (0-18 anni) con particolare riguardo anche al supporto ai genitori ed al nucleo familiare; intervento nelle situazioni di disagio del minore e della sua famiglia attraverso l’analisi della domanda, la diagnosi e il lavoro nei suoi contesti di riferimento (l’obbiettivo è quello di favorire il naturale processo di sviluppo emotivo-relazionale del minore nelle diverse fasi del ciclo vitale della sua famiglia. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso

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La richiesta del servizio viene inviata al Comune dalla scuola frequentata dall’alunno, unitamente al Modello RAS (Richiesta Assistenza Scolastica) ed alla certificazione emessa dall’Azienda USL territorialmente competente. Il monitoraggio del servizio avviene per il tramite di Gruppi di Lavoro sull’Handicap condotti annualmente dal personale scolastico, dagli operatori garantiti dall’Ambito, dagli Istituti Rriabilitativi e dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda USL di Pescara. L’individuazione dell’alunno come soggetto disabile costituisce la condizione per accedere al servizio (difficoltà di apprendimento, di relazione e di integrazione scolastica). La certificazione ha validità fino alla sua eventuale revoca o revisione; in ogni caso i genitori possono richiedere l’interruzione dei benefici previsti dalla L.104/92 in qualunque momento lo ritengano opportuno, attraverso una semplice richiesta indirizzata al dirigente scolastico. L’Istituto scolastico, inoltre, come previsto dal comma 3 dell’art. 2 del D.P.C.M. n. 185 del 23/2/2006, predispone la Diagnosi Funzionale: consiste in una descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell'alunno e in una diagnosi clinica, codificata per fini statistici secondo l’ICD 10 e redatta dal medico specialista nella patologia segnalata (neuropsichiatra infantile, otorinolaringoiatra, oculista, ecc.). Il Profilo Dinamico Funzionale è l’atto successivo alla Diagnosi Funzionale (art. 3 del D.P.C.M. n. 185 del 23/2/2006). All’inizio del percorso scolastico o nell’anno della prima segnalazione dell’alunno in situazione di handicap, l’Azienda USL trasmette alla scuola la documentazione predisposta per l’alunno (dichiarazione di Individuazione e Diagnosi Funzionale) al fine di supportare gli insegnanti con i dati tecnico-sanitari dell’equipe sociosanitaria. Il P.D.F. è atto successivo alla Diagnosi Funzionale ed è il risultato del lavoro interprofessionale del G.L.H.O. che, dopo un primo periodo di inserimento scolastico in cui osserva l’alunno, ne redige il testo utilizzando l’apposito modello. Atto successivo alla Diagnosi Funzionale e al Profilo Dinamico Funzionale, è il Piano Educativo Individualizzato, disciplinato dalla C.M. 250/85 e dalla L.104/92 art. 12, comma 5 e dall’art.3 del D.P.C.M. n. 185 del 23/2/2006. Il Piano Educativo Individualizzato, redatto collegialmente dal GLHO, costituisce un documento di sintesi dei dati conosciuti e di previsione degli interventi prospettati sotto forma di protocollo operativo. Per ogni alunno in situazione di handicap inserito nella scuola viene definito uno specifico Piano Educativo Individualizzato che, consegnato in copia alla famiglia, documenta gli interventi didattici e riabilitativi correlativi alle specifiche potenzialità, difficoltà e disabilità predisposti a favore dell'alunno, per un periodo di tempo determinato (di norma annuale). Il Piano è parte integrante della programmazione educativo - didattica di classe. Esso è definito dai docenti entro i primi due mesi di scuola (3 mesi per le Scuole Superiori), con il contributo degli operatori sanitari della ASL, delle eventuali figure professionali sociali Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti per l’autonomia e la comunicazione reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi ex L.R.78/78 e L.R. 32/97 (come da L.R. 32/2015), Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. ore erogate 77 90 90 Costo € 446.500,00 € 515.845,04 € 515.845,04

Id: 3 Servizio: Assistenza domiciliare per disabili Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 4–Assistenza domiciliare Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare/armonizzare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie in situazione di disagio e con carichi assistenziali; promuovere l’autonomia; favorire la permanenza delle persone a rischio di istituzionalizzazione nel proprio domicilio e nel contesto di vita di appartenenza; risultati immediati attesi: stimolare l’autonomia e la presa di coscienza delle responsabilità familiari; cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: favorire il mantenimento nel proprio nucleo familiare e contesto sociale di persone con disagio e a rischio di emarginazione; promuovere l’autonomia; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: favorire il benessere della famiglia. L’Ambito Metropolitano garantisce un insieme di prestazioni riguardanti la cura della persona, della casa e dei

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bisogni relazionali, attraverso il servizio di assistenza domiciliare, rivolto: a persone con disabilità per le quali sia stata accertata una grave minorazione tale da ridurre l’autonomia personale temporanea o permanente, ai sensi della legge n. 104/92, privilegiando i soggetti che vivono da soli. I Servizi di Assistenza Domiciliare ed Assistenza Domiciliare Integrata hanno lo scopo di supportare il nucleo familiare e favorire il mantenimento delle persone a rischio di istituzionalizzazione nel proprio nucleo familiare o comunque nel normale contesto sociale, assicurando interventi socio-assistenziali diretti a prevenire o rimuovere situazioni di bisogno, di emarginazione e di disagio, mediante un complesso di servizi sociali coordinati ed integrati sul territorio anche con i servizi sanitari di base. Al Servizio di Assistenza Domiciliare sono demandate le seguenti prestazioni: promozione della socializzazione; azioni di stimolo alla partecipazione a momenti di vita associativa in cui egli possa sentirsi utile e pienamente coinvolto; cura della persona e dell’abitazione; preparazione pasti; prestazioni di lavanderia; disbrigo di commissioni senza uso di mezzi di trasporto (istruzione di pratiche, etc...); quant’altro si convenga necessario fra gli operatori, il coordinatore del servizio e le richieste dell'assistito. Al Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata sono demandate le seguenti prestazioni volte a mantenere nel proprio ambiente di vita le persone non autosufficienti o di recente dimissione ospedaliera: prestazioni socio-assistenziali; prestazioni sanitarie (cure mediche o specialistiche, infermieristiche, riabilitative). Fondamentale è, strategicamente, il PAI, compartecipato dall’utente/famiglia: è importante che il PAI venga predisposto con la persona con disabilità e/o con la sua famiglia. Non si può prescindere, per una presa in carico globale e complessiva (che tenga conto, cioè dei bisogni completi, effettivi e globali) dal punto di vista dell’utente/famiglia. E’ inoltre importante che il PAI ricomprenda anche l’indicazione delle ore di servizio necessarie, anche se quelle effettivamente erogabili sono di numero inferiore, anche al fine di far emergere a fini statistici il numero di ore di assistenza effettivamente erogato pro-capite. Azioni: sostegno alle famiglie che sopportano gravi carichi assistenziali e sostegno alla domiciliarità, servizi integrati di supporto, sostegno e mediazione familiare, promozione della socializzazione, azioni di stimolo alla partecipazione a momenti di vita associativa, disbrigo di commissioni ed istruzione di pratiche, pulizia dei locali domestici, riassetto di alcune stanze, lavaggio biancheria ed eventuale lavanderia, aiuto nell’igiene personale, preparazione e somministrazione pasti, prestazioni socio-assistenziali e sanitarie (cure mediche o specialistiche, infermieristiche, riabilitative). Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso L’ammissione al Servizio di Assistenza Domiciliare è prioritariamente assicurata, fino alla concorrenza delle risorse finanziarie messe a bilancio dall'Amministrazione Comunale, a favore di persone che vivono in condizioni socio- economiche precarie.L’ordine di ammissione degli aventi diritto è determinato, in via prioritaria, dalle condizioni socio-economiche dell’assistito e dei parenti tenuti agli alimenti, dal grado di disabilità (Commissione Sanitaria o stato di salute provato) e dall’età avanzata.In base alla disponibilità dei finanziamenti è possibile estendere il servizio a persone in condizionieconomicamente non precarie chiedendo alle stesse il concorso al costo del servizio medesimo rapportato alle loro possibilità economiche.In ogni caso si terrà conto dei seguenti elementi: autonomia funzionale, risorse familiari, condizioni economiche dell’interessato, condizioni economiche dei soggetti obbligati. Le fasce di reddito e le relative quote di contribuzione sono indicate nel Regolamento di Accesso di Ambito. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti domiciliari reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. ore erogate 11 15 15 Costo € 12.820,00 € 20.000,00 € 20.000,00

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Id: 4 Servizio: Interventi per minori con malattie rare e disabilità gravissime Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 4–Assistenza domiciliare Strategia Si intende garantire il permanere dei minori con malattie rare al domicilio, supportando le famiglie nell’accesso al fondo per il tramite dello sportello PUA e dello sportello di Segretariato Sociale. Attività Il Punto Unico di Accesso ed il Segretariato Sociale cureranno la diffusione dell’Avviso regionale ed il contatto con le famiglie interessate, al fine di consentire loro di presentare richiesta di accesso al fondo, supportandole e fornendo loro la consulenza necessaria Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondi comunali. 2016 2017 2018 Indicatore N. famiglie prese in 3 3 3 carico dal progetto Costo € 20.000,00 € 20.000,00 € 20.000,00

Id: 5 Servizio: Sport ed attività motoria per ragazzi immigrati, con disagio, disabilità Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 5–Servizi di prossimità Strategia Si propone una strategia di inclusione dei ragazzi disabili attraverso la partecipazione ad attività sportive in gruppo. Le Società sportive che si renderanno disponibili, riceveranno richiesta di inserimento dei ragazzi diversamente abili, immigrati e con disagio nelle attività sportive da parte del Servizio Sociale. Tali ragazzi, presi in carico dal servizio sociale, saranno individuati tra quelli che presentano situazioni familiari multiproblematiche, siano esse educative, di disagio economico e sociale, e a rischio di devianza, in modo da attivare misure integrative rispetto ai servizi già presenti sul territorio. Attività Sport ed attività motoria per ragazzi disabili ad opera delle Società Sportive del territorio: l’intervento consiste nel garantire iniziative di educazione motoria dei ragazzi immigrati, in situazione di handicap, disabilità, segnalati dal Servizio Sociale. Esperienze già in atto. L’Associazione Sportiva Dilettantistica Pallamano e l’Associazione Sportiva Dilettantistica Volley di Città Sant’Angelo, attive sul territorio rispettivamente dal 1978 e dal 2007, sono centro di vita associativa a carattere volontario e democratico, e svolgono attività di partecipazione, solidarietà e pluralismo. Non hanno fini di lucro ed operano a fini sportivi, ricreativi e culturali per l’esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi. La società di Pallamano, in particolare, è già impegnata in attività di promozione sociale ed attualmente collabora attivamente con la Casa del Sole (ASP Pescara) di Città Sant’Angelo, i cui ospiti svolgono settimanalmente attività motoria presso il Palacastagna di Città Sant’Angelo; la società ha svolto alcuni progetti finalizzati a reperire fondi per contribuire ad acquistare accessori per parchi gioco, ha in diverse occasioni accolto gratuitamente bambini segnalati dai pediatri per problematiche di integrazione sociale o disagio familiare, nell’ottica di ridurre il rischio di devianza, fornendo ai ragazzi un impegno strutturato.

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Il Servizio Sociale del Comune di Città Sant’Angelo ha riscontrato una emergente necessità da parte di molti minori, in situazione di handicap, provenienti da famiglie con disagio socio economico o immigrate, di impiegare il tempo libero extrascolastico in attività ricreative sane e di gruppo, come quelle sportive. La presenza consolidata sul territorio di società come quelle della Pallamano e della Pallavolo Città Sant’Angelo può offrire al Servizio una ottima risposta a bisogni educativi e di integrazione, rispondendo anche all’obiettivo di limitare il fenomeno della devianza giovanile. Il Servizio Sociale segnala alle Società casi di minori con esigenze particolari che possono essere inseriti nelle attività sportive descritte. L’attività sportiva potrebbe quindi in questo modo fungere da “contenitore” per il minore problematico o con famiglia problematica o con disagio socio economico, rispondendo inoltre ad una esigenza di monitoraggio sul caso da parte del Servizio Sociale (attraverso anche l’inserimento dell’attività nel previsto contratto sociale che il servizio stipula con la famiglia al momento della presa in carico). Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso I ragazzi/e presi in carico dal servizio sociale, che presentino situazioni familiari multiproblematiche, siano esse educative, di disagio economico e sociale, disabilità, e a rischio di devianza, vengono segnalati ed inviati alle società sportive per consentire la loro partecipazione ad attività ricreative, motorie con il gruppo di pari strutturate da professionisti. Modalità di gestione e affidamento del servizio Le Società / Associazioni Sportive sono state coinvolte ed inserite nel gruppo di Piano ed hanno dato il oro contributo attraverso i tavoli tematici. Tipologia di Fondo/Fondi: tale intervento non richiede lo stanziamento di fondi 2015 2017 2018 Indicatore N. utenti raggiunti 7 8 9 Costo € 0,00 € 1.000,00 € 1.000,00

Id: 6 Servizio/Azione: Home Care Premium Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 4 – Assistenza domiciliare Strategia Ad integrazione dei servizi erogati per la disabilità e la non autosufficienza, l’Ambito si è convenzionato con l’INPS per il Progetto Home Care Premium, finanziato dall’INPS interamente, per garantire servizi finalizzati alla permanenza al domicilio delle persone con invalidità accertata dai competenti servizi dell’Azienda USL. Attività Contribuzioni economiche, servizi domiciliari socio-assistenziali, socio-sanitari, educativi, scolastici, extrascolastici, finalizzati alla permanenza al domicilio, ma anche alla socializzazione, all’inclusione sociale. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondi INPS

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2016 2017 2018 Indicatore N. utenti presi 50 100 100 in carico

Id: 7 Servizio/Azione: Contributi per la Vita Indipendente Campo di intervento3: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 4–Assistenza domiciliare Strategia Ad integrazione dei servizi rivolti alla disabilità ed alla non autosufficienza, l’Ambito Metropolitano intende procedere alla richiesta di accesso ai fondi per la Vita Indipendente, al fine di consentire alla persona con disabilità grave di poter intraprendere percorsi assistenziali e di inclusione autodeterminati. I progetti di Vita Indipendente sono valutati dall'equipe multidisciplinare del Distretto sanitario competente per territorio. Il disabile fa parte della stessa equipe e partecipa alle valutazioni e alle scelte. L'equipe multidisciplinare svolge le seguenti funzioni: a) effettua la valutazione multidimensionale delle condizioni di bisogno del richiedente; b) valuta il progetto personalizzato presentato, fornendo indicazioni quantitative e temporali relative alle prestazioni richieste; c) verifica l'indice di gravità del bisogno e la capacità di autodeterminazione relazionale del richiedente.

Attività Gli interventi di cui alla L.R.57/2012 sono rivolti alle persone con disabilità in situazione di gravità ai sensi della L. 104/1992, con età dai 18 ai 67 anni. Si tratta di un servizio di aiuto personale autogestito diretto ai cittadini con permanente grave limitazione dell'autonomia personale non derivante da patologie strettamente connesse ai processi di invecchiamento, non superabile attraverso la fornitura di sussidi tecnici, informatici, protesi o altre forme di sostegno rivolte a facilitare l'autosufficienza e le possibilità di integrazione degli stessi. Sono ammessi a finanziamento i progetti annuali di assistenza personale autogestita che migliorino la qualità della vita della persona con disabilità, riducendone la dipendenza fisica ed economica, nonché l'emarginazione sociale e che favoriscano il suo mantenimento nel proprio contesto di vita. I soggetti che fanno richiesta di accesso ai progetti per la Vita Indipendente hanno facoltà di scegliere i propri assistenti direttamente o indirettamente, mediante l'attivazione di uno o più rapporti di lavoro anche per mezzo di organismi fiduciari. Integrazione socio-sanitaria - Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondi L.R.57/2012 per la Vita Indipendente 2016 2017 2018 Indicatore N. utenti 3 3 3 presi in carico

Id: 8 Servizio/Azione: Struttura per il “Dopo di Noi” e Residenze temporanee e di sollievo per persone non autosufficienti Campo di intervento: Scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 7 - Comunità/ residenze a favore dei minori e persone con fragilità Strategia

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Si tratta di servizi che consentono di - migliorare la qualità di vita degli utenti; - consolidare le abilità possedute e lo sviluppo di quelle potenziali; - fornire al disabile/non autosufficiente non assistibile al domicilio di iniziare un percorso riabilitativo funzionale ad una vita futura nella comunità di appartenenza; - garantire sollievo alle famiglie gravate da pesanti carichi assistenziali, che hanno bisogno di recuperare la propria dimensione familiare e di vita. Attività Sono sempre di più le persone con disabilità che vivono con genitori spesso anziani e spesso soli. Non sempre questi contesti sono in grado di sostenere le esigenze quotidiane della persona disabile che, a sua volta, invecchia. Esigenze che non sono solo assistenziali ma anche educative, sociali e di relazione. È da questa consapevolezza che nasce la necessità di realizzare il progetto “Dopo di Noi”, nel territorio Abruzzese, per creare una nuova realtà come risposta alle criticità legate all’innalzamento dell’età delle persone disabili e delle loro famiglie. L’Ambito si attiverà per garantire questo servizio alle famiglie attraverso opportuni convenzionamenti con le strutture del territorio, così come individuate dall’UVM, sulla base delle esigenze assistenziali dell’utente. L’ASP di Pescara, per il tramite della sua struttura “Casa del Sole Rosolino Colella”, ubicata a Città Sant’Angelo, ha attivato un servizio residenziale del tipo “Dopo di noi”, nella quale sono previsti 8 posti letto per la residenzialità e attività di laboratorio diurno. Nella struttura sono presenti ampi spazi interni ed esterni, un grande terreno coltivabile, numerosi servizi e forme sempre più avanzate di laboratori per il potenziamento delle autonomie, dell’apprendimento e dell’eventuale avviamento al lavoro. La “Casa del Sole” è inserita nelle immediate vicinanze di un contesto urbano, ricco di servizi, impianti sportivi e presenza di associazioni che propongono numerose attività ricreative, culturali, socializzanti. Azioni previste per l’inserimento in struttura degli utenti: • valutazione iniziale; • organizzazione dei servizi e delle prestazioni offerte; • programmazione delle attività; • presa in carico, accompagnamento e supporto nella fase di ingresso all’alloggio; • definizione obiettivi generali ed elaborazione di progetti individualizzati; • servizi educativi, riabilitativi, socio-riabilitativi ed assistenziali; • monitoraggio; • valutazione in itinere ed ex-post. Il servizio è organizzato in modo da garantire accoglienza residenziale per 365 giorni annui. L’organizzazione delle attività quotidiane prevede la costruzione di relazioni personalizzate dove ogni individuo può trovare uno spazio adeguato alla propria originalità.Nel pieno rispetto del Progetto Individualizzato per la Residenzialità (PIR) quale strumento innovativo di gestione e dunque delle reali capacità e bisogni di ogni singola persona, si intendono offrire i servizi di seguito descritti:  servizi di carattere assistenziale e alberghiero;  attività volte al potenziamento e mantenimento delle autonomie personali;  attività socio-relazionali;  attività socio-riabilitative;  attività di inclusione sociale e territoriale. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Tipologia di Fondi: Fondi Dopo di Noi (legge nazionale), Fondi regionali, compartecipazione familiari, Fondi comunali 2016 2017 2018 Indicatore N. utenti 0 3 3 presi in carico

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Costo € 0,00 € 10.000,00 € 10.000,00

Id: 9 Servizio: Centro diurno per disabili e persone non autosufficienti Campo di intervento: invecchiamento progressivo della popolazione; tassi superiori alla media nazionale rispetto alla presenza di malattie croniche; trend in crescita delle malattie Neurodegenerative; scarto tra domanda e offertadi servizi a sostegno delle persone con disabilità. AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE:OE 6 – Asili nido e altri servizi per la prima infanzia e centri di aggregazione e polivalenti OE 5 – Servizi di prossimità Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare/armonizzare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie in situazione di disagio e con carichi assistenziali; favorire la permanenza delle persone a rischio di istituzionalizzazione nel proprio domicilio e nel contesto di vita di appartenenza; risultati immediati attesi: stimolare l’autonomia; cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: favorire il mantenimento nel proprio nucleo familiare e contesto sociale di persone con disagio e a rischio di emarginazione; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: favorire il benessere della famiglia. Sono attualmente attivi presso i comuni dell’Ambito n.5 centri diurni destinati ai minori in situazione di disagio/disabilità e n.3 centri diurni destinati agli adulti/disabili, che si occupano di progetti socio-riabilitativi (realizzazione di laboratori creativi, artistici, artigianali, attività manuali, di socializzazione, aggregazione, recupero). I centri per minori sono gestiti dall’Associazione Temporanea di Imprese affidataria dei Servizi Sociali dell’Ambito Metropolitano per il tramite di un’èquipe socio-psico-pedagogica (che si occupa del coordinamento delle attività e dei progetti personalizzati in rete con il servizio sociale ed i servizi territoriali socio-sanitari e sanitari) e di educatori. I centri per adulti/anziani presenti nel territorio dell’Ambito sono autogestiti. Per particolari casi non trattabili presso i propri Centri Diurni saranno effettuate convenzioni con le strutture pubbliche e private del territorio, secondo quanto previsto dal progetto personalizzato. L’Ambito Metropolitano garantisce il servizio di trasporto presso i centri diurni socio-riabilitativi attraverso apposite convenzioni. Presso la “Casa del Sole Rosolino Colella” (ASP) di Città Sant’Angelo è attivo un centro diurno e residenziale per disabili gestito dalla ASP. Presso il Centro vangono realizzate attività laboratoriali, riabilitative e per l’autonomia ad opera della Neuropsichiatri Infantile dell’Azienza USL. L’Istituto Don Orione di Pescara, al fine di venire incontro alle esigenze delle famiglie dell’Ambito Metropolitano, con persone disabili, affette da patologie neurologiche, neurodegenerative, demenze, e/o malattie croniche, ha previsto la riconversione dei propri Centri Diurni. Con una minima contribuzione della famiglia l’Istituto riesce a supportare le famiglie del territorio attraverso la realizzazione di laboratori di attività per l’inclusione lavorativa e sociale, riabilitative in regime diurno. Tali servizi di sollievo per le famiglie sono garantiti dall’Istituto con personale specializzato, OSS, Medico Specialista, Infermieri per la somministrazione di farmaci, tramite PAI integrato con l’Ambito sociale ed i servizi sanitari e socio-sanitari impegnati sul caso. Priorità dell’Ambito era quella di individuare servizi di prossimità, garantiti da Enti del privato-sociale, che garantissero sollievo alle famiglie con pesante carico assistenziale e che le esonerassero dal dover raggiungere il luogo delle terapie, garantendo, così un sollievo reale e tangibile. Integrazione socio-sanitaria La presa in carico dell’utenza avviene tramite PAI integrato con l’Ambito sociale ed i servizi sanitari e socio-sanitari impegnati sul caso. Anche se in questo caso l’UVM dell’Azienda USL non viene coinvolta nelle valutazioni di inserimento. Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Rafforzare la rete sociosanitaria di cura e ritardare la progressione delle malattie”; “Riduzione del tasso relativo all’insorgenza di malattie croniche e invalidanti”; “Ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza”; “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti” fissati dal Piano Sociale, in quanto volto a mettere in atto servizi di supporto familiare e della persona efficaci e professionali, servizi di assistenza domiciliare integrata che evitino una ospedalizzazione impropria e garantiscano, fino a quando è possibile, una vita in casa, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone affette da malattie neurodegenerative, servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati; servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità. I risultati attesi

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Ambito Distrettuale Sociale n.16 “Metropolitano”

sono: offrire servizi territoriali integrati socio-sanitari per la cura e la prevenzione delle malattie croniche e riqualificare la domiciliarità; favorire il più possibile e fino aquando è possibile un elevato livello di qualità della vita in ambiente domestico, favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Modalità di erogazione e di accesso L’accesso ai centri comunali avviene dietro richiesta da effettuare al Servizio di Segretariato Sociale. L’accesso al centro della Casa del Sole (ASP) è regolamentato dall’UVM territorialmente competente. L’accesso ai centri dell’Istituto Don Orione avviene per il tramite dell’Istituto stesso o per il tramite del ServizioSociale Professionale Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce le attività dei propri centri per il tramite di Educatori reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Casa del Sole Rosolino Colella (ASP): non vi sono affidamenti da realizzare perché i servizi/interventi sono assicurati dalla Casa del Sole. Istituto Don Orione: non vi sono affidamenti da realizzare perché i servizi/interventi sono assicurati dall’Istituto Don Orione. Tipologia di Fondo/Fondi: Centri comunali gestiti dall’Ambito: Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondi comunali, unicamente per disabili gravi, non ci sono disabili gravissimi che frequentano i centri comunali. Casa del Sole Rosolino Colella (ASP): Fondi della struttura e compartecipazione utenza. Istituto Don Orione: Fondi della struttura e compartecipazione utenza (è richiesta alle famiglie una contribuzione di € 35,00 al giorno, integrata di € 5,00 se si necessita del trasporto. Tale condizione di accesso, nonché il servizio di trasporto, verranno garantiti ai residenti dei Comuni dell’Ambito Metropolitano).

2015 2017 2018 Indicatore N. 2.000 2.000 2.000 persone non autosufficienti in carico x N. ore frequenza annua per persona non autosufficiente Costo complessivo Per i centri gestiti Per i centri gestiti dall’Ambito Per i centri gestiti dall’Ambito € 3.500,00 dall’Ambito € 3.500,00 € 3.500,00 Quota disabilità € 1.750,00 € 1.750,00 € 1.750,00 gravissima 50% 50%

Id: 10 Servizio: FSE (PON nazionale Inclusione e POFSE regionale), tramite partecipazione ai bandi e agli avvisi che saranno emanati a livello regionale e nazionale Campo di intervento: scarto tra domanda e offerta di servizi a sostegno delle persone con disabilità AT: AT 5 - Strategia per le persone con disabilità OE: OE 8 – Interventi / misure per facilitare inclusione ed autonomia Strategia Il Programma Operativo Regionale (POR) del Fondo Sociale Europeo (FSE) 2014-2020 della Regione Abruzzo, prevede servizi ed interventi finalizzati a correggere gli squilibri strutturali del mercato del lavoro ed a far fronte alle conseguenze della crisi economica. Partecipando all’Avviso regionale per il POR si intende portare avanti una programmazione, basata sulla partecipazione sociale e sul coinvolgimento attivo dei destinatari delle azioni. Il POR si pone quattro Obiettivi Tematici: - promozione dell'occupazione sostenibile e di qualità e sostegno alla mobilità professionale; - promozione dell'inclusione sociale, lotta contro la povertà e tutti i tipi di discriminazione; - investimento nell'istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e la formazione permanente. Con la partecipazione al POR l’Ambito intende creare posti di lavoro e stimolare un contesto di forte coesione sociale.

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Attività Inclusione sociale, lotta alla povertà, istruzione e formazione: risposte alla marginalità e povertà attraverso la promozione dell’inclusione attiva, la riduzione della povertà, dell’esclusione sociale delle persone maggiormente vulnerabili (molto svantaggiate e disabili), attraverso voucher di formazione e di servizio, patti con le aziende del territorio per il re-inserimento lavorativo. I principali destinatari di tali interventi sono: disoccupati con particolare riguardo a quelli di lunga durata, soggetti svantaggiati, giovani di età inferiore a 25 anni, con particolare riguardo ai NEET e ai soggetti ricadenti nelle categorie di svantaggio (disabili, migranti, minoranze etniche, etc.), donne, over 54, lavoratori in CIG e mobilità. I gruppi sociali, maggiormente esposti al rischio di povertà, sono i giovani, le famiglie monoparentali o con per-sone a carico, i migranti, le minoranze etniche e le persone disabili. Obiettibi di tali attività sono: 1) favorire l’inserimento lavorativo, l’occupazione dei disoccupati di lunga durata e dei soggetti con maggiore difficoltà di inserimento lavorativo, il sostegno delle persone a rischio di disoccupazione di lunga durata; 2) aumentare l’occupazione dei giovani; 3) aumentare l’occupazione femminile; 4) favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi; 5) migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi al lavoro; 6) riduzione della povertà, dell’esclusione sociale e promozione dell’innovazione sociale; 7) incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “Sviluppare una rete di servizi per la disabilità in grado di avviare l’applicazione della Convenzione ONU in Abruzzo in tutti i suoi aspetti”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di formazione e supporto per favorire la vita autonoma di persone con disabilità o con patologie mentali, servizi di supporto per una vera integrazione all’interno del mondo della scuola - servizi capaci di sviluppare piani diagnostico-terapeutici-assistenziali integrati, servizi per il dopo di noi e la micro residenzialità, servizi di “sollievo” per evitare eccessivi carichi di stress per i caregiver che assistono persone con disabilità, interventi per potenziare il finanziamento dei progetti di vita indipendente e piena integrazione. I risultati attesi sono: favorire l’empowerment delle persone con disabilità. Tipologia di Fondo/Fondi: POR FSE 2016 2017 2018 Indicatore N. utenti 10 10 10 raggiunti

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Asse Tematico 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo

Dall’analisi dei bisogni condotta dall’ambito è emerso che i bisogni degli anziani sono spesso complessi e differenziati e possono variare nell’arco del breve periodo. Essi sono: la ri/conquista dell’autonomia; il superamento della solitudine; i problemi di convivenza con la famiglia; i casi di particolare necessità (casi psichiatrici e disabilità molto gravi). La maggior parte degli anziani assistiti non è completamente autosufficiente o presenta gravi disabilità, per cui ha bisogno di assistenza anche per compiere le normali attività della vita. E’ molto frequente anche la presenza di situazioni di povertà ed emarginazione. Migliorare la qualità della vita di questi anziani è l’obiettivo fondamentale per cui bisogna lavorare. In riferimento a quanto sopra sono stati individuati i seguenti obiettivi: promuovere la partecipazione dell’anziano a momenti di vita associativa ed attivare interventi in tal senso; far emergere le esigenze sommerse di assistenza e prenderle in carico; favorire la condivisione delle responsabilità nelle soluzioni, valorizzando l’auto-organizzazione; evitare l’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti, in situazione di disagio, garantendo il diritto di restare nella propria famiglia e/o nel proprio contesto di appartenenza per il tramite di servizi (sociali, sanitari e sociosanitari) per il sostegno della domiciliarità. Nell’ambito della nuova programmazione si intende valorizzare il ruolo attivo della persone anziane ed il rapporto di reciprocità fra generazioni, ma anche qualificare gli interventi già attivati. Nella gestione degli stessi, infatti, gli operatori dovranno garantire priorità all’analisi multidisciplinare del bisogno, al coinvolgimento attivo dell’anziano e della famiglia nel percorso assistenziale, attraverso l’informazione e la condivisione di obiettivi e modalità d’intervento al fine di garantire maggiore efficacia ai progetti personalizzati attivati.

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AT 6 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori

Asse Tematico 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE Az. SS Indicatore Utenti 2017 2018 1 Centro diurno anziani 6 D N. anziani in carico x N. ore frequenza 1.100 1.100 1.100 annua per anziano 2 Residenza per anziani 7 D N. anziani in residenza 3 5 5 3 Colonie marine, Corsi di ginnastica 5 D N. anziani in carico 500 500 500 dolce, Gite e Cure termali per anziani

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Asse Tematico 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo

Id: 2 Servizio: Centro diurno anziani Campo di intervento: Invecchiamento progressivo della popolazione AT: AT 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo OE: OE 6 – Asili nido ed altri servizi per la prima infanzia e centri di aggregazione e polivalenti Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare/armonizzare il tempo del lavoro con il tempo di cura; potenziare gli interventi domiciliari rivolti a famiglie in situazione di disagio e con carichi assistenziali; promuovere l’autonomia; favorire la permanenza delle persone a rischio di istituzionalizzazione nel proprio domicilio e nel contesto di vita di appartenenza. I n.4 centri diurni presenti nel territorio dell’Ambito sono autogestiti. Tali centri sono accessibili e frequentati anche da anziani disabili al fine di consentire la loro migliore integrazione. Per particolari casi non trattabili presso i propri Centri Diurni i Comuni effettuano convenzioni con le strutture socio-riabilitative pubbliche e private del territorio, secondo quanto previsto dal progetto personalizzato. L’Ambito inoltre garantisce il servizio di trasporto presso tali strutture attraverso apposite convenzioni. Si intende stimolare la partecipazione dell’anziano ad attività di socializzazione, aggregazione, recupero, sostegno, finalizzate al supporto alla persona ed alla famiglia, sostegno della domiciliarità, prevenzione dei ricoveri impropri e delle istituzionalizzazioni, sollievo dei care givers, coinvolgimento dell’utente e della famiglia nel programma assistenziale e nella predisposizione del progetto personalizzato, miglioramento/mantenimento dell’autonomia residua; attività di rete con i servizi/interventi sociosanitari, sanitari, sociali del territorio; sostegno di tipo domiciliare alla persona in rete con i servizi sociosanitari e sanitari. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di terapia occupazionale per anziani, servizi di comunità e di vicinato per contrastare il decadimento psicofisico, servizi di attività motoria per la terza età. I risultati attesi sono: favorire un “invecchiamento attivo” della popolazione e prevenire la non autosufficienza. Modalità di erogazione e di accesso L’accesso ai centri dell’Ambito è libero, previa contribuzione al costo del servizio secondo quanto previsto dal Regolamento di Ambito. Modalità di gestione e affidamento del servizio I ccentri diurni dell’Ambito sono autogestiti. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. anziani in carico x N. ore 1.100 1.100 1.100 frequenza annua per anziano Costo € 6.200,00 € 6.200,00 € 6.200,00

Id: 2 Servizio: Residenze anziani Campo di intervento: Invecchiamento progressivo della popolazione AT: AT 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo OE: OE 6 – Asili nido ed altri servizi per la prima infanzia e centri di aggregazione e polivalenti Attività Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono i seguenti: favorire ed ampliare la possibilità di conciliare/armonizzare il tempo del lavoro con il tempo di cura; garantire il diritto dell’anziano non autosufficiente ad essere protetto e tutelato rispetto a casi di emarginazione, solitudine, a problematiche legate allo stato di salute; risultati immediati attesi: garantire agli anziani non autosufficienti la possibilità di fruire di cure ed assistenza appropriate e continuative; cambiamenti che si intende produrre sul benessere degli utenti: sollievo e rassicurazione dell’utente in merito alla presa in carico di situazioni di bisogno complesso di tipo socio-sanitario nelle quali rischia

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di perdere la propria autonomia e la propria dignità; impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio- economico futuro: favorire il benessere della famiglia. Obiettivi strategici dell’azione sono: 1. mettere a punto un progetto che consenta di analizzare la situazione dell’anziano in difficoltà e della sua famiglia di origine, al fine di valutare un inserimento che non sia traumatico bensì accogliente; 2. predisporre, sulla base dell’analisi di cui sopra, un programma di interventi graduati nel tempo (necessariamente tale programma deve essere flessibile per poter essere modificato nel corso dell’esperienza ed in base all’effettivo evolversi della situazione); 3. preparare la famiglia di appartenenza dell’anziano e l’anziano stesso all’inserimento; 4. attivare, qualora necessario, le procedure per l’integrazione della retta. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di terapia occupazionale per anziani, servizi di comunità e di vicinato per contrastare il decadimento psicofisico, servizi di attività motoria per la terza età. I risultati attesi sono: favorire un “invecchiamento attivo” della popolazione e prevenire la non autosufficienza. Modalità di erogazione e di accesso L’accesso alla struttura avviene sulla base della valutazione dell’UVM. Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti Sociali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. anziani 3 5 5 in residenza Costo € 7.800,00 € 13.059,00 € 13.059,00

Id: 3 Servizio: Colonie marine, Corsi di ginnastica dolce, Gite e Cure termali per anziani Campo di intervento: Invecchiamento progressivo della popolazione AT: AT 6 - Strategia per l’invecchiamento attivo OE: OE 4–Assistenza domiciliare Attività Colonia marina pensionati, corsi di ginnastica dolce per anziani, cure termali e gite sociali per anziani: sul territorio la percentuale di anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti è abbastanza elevata. L’obiettivo principale è quello di promuovere l’invecchiamento attivo, obiettivo che può essere raggiunto attraverso azioni di prevenzione, promozione e sostegno. Proprio per questo i Comuni dell’Ambito organizzano gite sociali, cure termali, corsi di ginnastica dolce, che stimolano la partecipazione della popolazione anziana alla vita di comunità. Gli obiettivi che si intendendo perseguire sono: - promuovere / valorizzare l’invecchiamento attivo; - contrastare e prevenire tutti i fenomeni di esclusione; - favorire la socializzazione; - ridurre il senso di solitudine dell’anziano aumentando la partecipazione ad attività ricreative e di socializzazione che contribuiscono al miglioramento del benessere psicofisico. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “ritardo dell’insorgenza della non autosufficienza”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare servizi di terapia occupazionale per anziani, servizi di comunità e di vicinato per contrastare il decadimento psicofisico, servizi di attività motoria per la terza età. I risultati attesi sono: favorire un “invecchiamento attivo” della popolazione e prevenire la non autosufficienza. Modalità di erogazione e di accesso Ssi tratta di iniziative erogate con la contribuzione dell’utenza Modalità di gestione e affidamento del servizio L’Ambito garantisce il Servizio per il tramite di Assistenti Sociali reperiti per il tramite di procedura ad evidenza pubblica per il reperimento delle professionalità sociali (gara comunitaria per la gestione dei servizi sociali erogati

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dall’Ambito Metropolitano). Tipologia di Fondo/Fondi: Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondi comunali

2015 2017 2018 Indicatore N. anziani 500 500 500 in carico Costo € 147.384,09 € 147.384,09 € 147.384,09

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Asse Tematico 7 - Strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia

Il sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia dell’Ambito n.33: dall’analisi del contesto sociale emerge l’esigenza per il proprio territorio di incrementare i servizi rivolti alla prima infanzia per offrire un ventaglio di soluzioni flessibili rispetto alle variegate esigenze dei nuclei familiari, che sempre più si trovano ad affrontare il disagio socio-economico, un carico assistenziale pesante (per la presenza di anziani, minori e disabili), la difficoltà nel trovare un lavoro e realizzarsi tanto a livello degli affetti quanto a livello personale e lavorativo. L’offerta di questi spazi protetti ha lo scopo di favorire in particolare attività che hanno una forte componente simbolica, di diminuire le fonti di stress, la noia ed anche alcune fonti di aggressività, di favorire la concentrazione e l’attenzione, di stimolare il gioco simbolico dei bambini, sempre tenendo presente, nella organizzazione dei servizi e dell’ambiente, l’esigenza di personalizzazione del bambino. Tali servizi costituiscono uno spazio importante per sostenere l’identità dei singoli bambini e del gruppo, favorire una crescita attiva, creativa e consapevole, nonché sollecitare i bambini ad apprendere attraverso il fare. I servizi per la prima infanzia sono risorse in grado di offrire relazioni affettive sicure, ma anche opportunità di esperienze di scoperta, curiosità, riflessione e crescita nell’ambito di un clima sociale positivo. Per il tramite delle strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia si intende: 1) supportare economicamente le famiglie che non riescono da sole a sopportare il costo della retta annuale di frequenza dei servizi per la prima infanzia, anche al fine di consentire ai genitori di poter intraprendere scelte di lavoro liberamente e senza condizionamenti; 2) incrementare il numero dei bambini che possono fruire dei servizi rivolti alla prima infanzia (rispetto alla crescente esigenza delle giovani coppie di poter fruire di uno spazio strutturato e di servizi professionali cui affidare i prorpi figli nelle ore lavorative); 3) garantire conciliabilità tra lavoro e responsabilità genitoriale per le donne e le famiglie; 4) garantire più tempo alle famiglie (tempo libero, tempo per lavorare, tempo da investire in attività diverse); 5) garantire la scelta, la conciliabilità e la qualità delle offerte tra cui la famiglia deve poter scegliere anche per garantire i diritti delle bambine e dei bambini (impegno sociale). I risultati immediati attesi: favorire il prolungamento dell’orario di apertura giornaliero o settimanale dei nidi pubblici, senza oneri aggiuntivi per le famiglie. Bisogni rilevati: necessità da parte delle famiglie residenti che sopportano il peso di una o più rette di frequenza al nido di essere sostenute; esigenze di inclusione sociale e lavorativa sentita soprattutto dalle donne; rimuovere la rigidità del sistema di offerta, attivando servizi diversi in relazione alle diverse esigenze delle famiglie; esigenza di conciliare i tempi di cura ed assistenza con quelli di lavoro, in quanto gli orari di lavoro dei genitori non sono compatibili con quelli di apertura e chiusura dei nidi; promuovere forme di collaborazione tra Comuni e servizi privati, al fine di: ampliare il sistema di offerta di tali servizi soprattutto nei Comuni che non sono titolari di nidi pubblici - l’unico nido comunale presente nel territorio dell’Ambito è situato presso il Comune di Pianella; assicurare un controllo ed una riduzione dei costi sostenuti dalle famiglie che utilizzano i servizi educativi privati autorizzati (nidi, centri giochi, centri bambini genitori); supportare la domanda e la capacità di scelta e di spesa delle famiglie; esigenza di fruire di servizi diversificati e rispondenti alle esigenze del nucleo familiare; riduzione del disagio socio- economico (per il tramite del supporto alla famiglia con minori in età 0-3 che fruiscono di nidi privati per il tramite di forme di sostegno economico); impatti e ricadute di lungo periodo sul benessere socio-economico futuro: crescita armonica e benessere psicofisico dei minori; sostegno alle famiglie che mettono al mondo dei figli al fine di sostenere il saldo attivo della popolazione dell’Ambito.

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AT 7 - Quadro sinottico dei servizi/interventi e indicatori

Asse Tematico 7 - Strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia

Valori target dell’indicatore Id Servizio/intervento OE Az. SS Indicatore Utenti 2017 2018 1 Asili nido 6 I N. bambini in carico 25 25 25 2 Servizio: Asilo nido comunale di 6-5 D N. bambini in carico 28 60 60 Pianella

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Asse Tematico 7 - Strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima infanzia

Id: 1 Servizio/Azione: Asilo nido Campo di intervento: Bassi tassi di natalità AT4: AT 7 - Strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima OE: OE 6 – Asili nido e altri servizi per la infanzia prima infanzia e centri di aggregazione e polivalenti Strategia Relativamente alle strutture, si rileva che 1) s evidenziano difficoltà connesse al funzionamento di tali strutture, a rischio di chiusura, a causa della carenza di personale e delle ingenti spese gestionali, sempre più articolate e necessarie per garantire un buon livello qualitativo dei servizi; 2) oltre a quanto evidenziato nel punto precedente, occorre rammentare anche gli effetti scaturiti dalla Disciplina dell’accreditamento delle strutture educative per la prima infanzia (ex DGR n.935/2011 e ss.mm.ii.), finalizzata al miglioramento dell’offerta, che prevede precisi requisiti qualitativi, aggiuntivi rispetto a quelli individuati dalla L.R. n.76/2000 ed al regime di autorizzazione al funzionamento; 3) per supportare tali strutture, che offrono un servizio imprescindibile alle famiglie, sono necessarie risorse finanziarie che riescano a rendere sostenibili i costi di gestione:  spese per il personale;  acquisto dotazioni, strumenti e attrezzature;  acquisto elementi di arredo;  allestimento dei locali;  acquisto di materiali ludico-didattici; acquisto di materiali di consumo;  acquisto di beni alimentari;  acquisto di elettrodomestici e domotica per i locali cucina;  spese per le utenze;  spese assicurative. Relativamente alla Cittadinanza, si rileva che - le famiglie non riescono da sole a sopportare il costo della retta annuale di frequenza dei servizi per la prima infanzia; - i genitori devono poter intraprendere scelte di lavoro liberamente e senza condizionamenti; - vi è la crescente esigenza delle giovani coppie di poter fruire di uno spazio strutturato e di servizi professionali cui affidare i propri figli nelle ore lavorative; - sono molte le famiglie con carichi assistenziali pesanti e necessità di conciliare il lavoro con le responsabilità genitoriali e familiari. Gli obiettivi che l’Ente, pertanto, si pone sono i seguenti: - supportare economicamente le famiglie che non riescono da sole a sopportare il costo della retta annuale di frequenza dei servizi per la prima infanzia, anche al fine di consentire ai genitori di poter intraprendere scelte di lavoro liberamente e senza condizionamenti; assicurare un controllo ed una riduzione dei costi sostenuti dalle famiglie che utilizzano i servizi educativi privati autorizzati; - incrementare il numero dei bambini che possono fruire dei servizi rivolti alla prima infanzia (rispetto alla crescente esigenza delle giovani coppie di poter fruire di uno spazio strutturato e di servizi professionali cui affidare i propri figli nelle ore lavorative); - sostenere le famiglie con pesanti carichi assistenziali; - garantire conciliabilità tra lavoro e responsabilità genitoriale per le donne e le famiglie; - garantire più tempo alle famiglie (tempo libero, tempo per lavorare, tempo da investire in attività diverse); - promuovere forme di collaborazione tra il Comune ed i servizi privati; - rimuovere la rigidità del sistema di offerta, attivando risposte flessibili (in termini di orari/giorni) in risposta alle diverse esigenze delle famiglie (carichi assistenziali gravosi, orari di lavoro e di vita stressanti). Attività La presente proposta progettuale intende 1. garantire il sostegno dei costi di gestione dell’unico servizio per la prima infanzia accreditato presente sul territorio comunale e denominato “Il Tempio dell’Infanzia”, con la finalità di ridurre le rette a carico di n.20 famiglie/anno. Le spese ritenute ammissibili e da rendicontare come da Determinazione n.147/DPF del 25.07.2016adottata dal Dipartimento per la Salute ed il Welfare – Servizio per la Programmazione Sociale ed il Sistema Integrato Socio-sanitario: spese per il personale; acquisto dotazioni, strumenti e attrezzature; acquisto elementi di arredo; allestimento dei locali; acquisto di materiali ludico-didattici; acquisto di

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materiali di consumo; acquisto beni alimentari; acquisto di elettrodomestici e domotica per i locali cucina; spese per le utenze; spese assicurative; 2. rilevare la tipologia di disagio vissuta dalle famiglie che fruiscono del servizio. E’ di fondamentale importanza che l’Ente possa conoscere le esigenze delle famiglie del territorio in termini di disagio socio- economico, lavorativo, di gestione dei tempi, dei carichi assistenziali e, conseguentemente, programmare servizi mirati. In questo modo la struttura restituisce utili informazioni che possono costituire un campione, un bacino di dati sulle difficoltà che le famiglie del territorio quotidianamente vivono. Il budget di progetto sarà utilizzato per rimborsare alla struttura le spese di gestione precedentemente citate, nonché per ridurre le tariffe a carico delle famiglie nei Comuni di Città Sant’Angelo e Rosciano. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “bassi tassi di natalità”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare l’offerta di servizi per la prima infanzia, servizi per favorire tempi di lavoro e cure familiari per i genitori, interventi per la riduzione delle liste di attesa negli asili nido. I risultati attesi sono: promuovere servizi e interventi di supporto e accompagnamento per le famiglie con bambini, specie nella prima infanzia, e favorire il ricambio di popolazione. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondi ex Avviso pubblico "Rilancio del piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia" per migliorare il benessere quotidiano delle famiglie ed ai fini della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (L.190/2014) 2016 2017 2018 Indicatore N. bambini 25 25 25 in carico Costo € 10.000,00 € 146.666,66 € 146.666,66

Id: 2 Servizio/Azione: Asilo nido comunale di Pianella Campo di intervento: Bassi tassi di natalità AT: AT 7 - Strategie per lo sviluppo dei servizi educativi per la prima OE: OE 6 – Asili nido e altri servizi per la infanzia prima infanzia e centri di aggregazione e polivalenti OE 5 – Servizi di prossimità Strategia L’Associazione di Promozione Sociale “Il Grillo Parlante”, dal 2007 opera nel campo dell’assistenza all’infanzia, nell’elaborazione di progetti educativi volti allo sviluppo del bambino e nella conseguente gestione di strutture ricettive ed educative rivolte ai piccoli senza limiti di età. Nel corso degli anni ha sviluppato un serie di attività educative, ludiche, ricreative e attinenti allo sviluppo dell’età evolutiva dei fanciulli, che hanno rafforzato la propria entità istituzionale e diffuso la conoscenza del proprio Ente come sicuro riferimento per adulti e minori. Dal 2008 organizza Campi Estivi e Colonie marine che hanno riscontrato le esigenze delle famiglie e la gioiosa partecipazione dei piccoli utenti, fornendo un servizio variegato, flessibile, divertente ed affidabile, senza rinunciare mai alla ricerca ed al rigoroso raggiungimento delle proprie “finalità istituzionali”, tra le quali spicca l’aggregazione sociale e lo sviluppo del bambino. Dal 1° Aprile 2014, è chiamata a gestire l’asilo nido comunale di Pianella, fornendo tutta l’esperienza professionale, le qualità etiche, morali e formative del proprio personale, rispondendo con impegno e serietà alle richieste provenienti dalla locale amministrazione e dalle famiglie del territorio. Elemento di peculiarità, oltre all’offerta formativa per i piccoli utenti dell’asilo, è costituito dalla varietà dei servizi offerti e la flessibilità degli stessi che consentono alle famiglie del territorio di affidarsi al Grillo Parlante con fiducia. Al fine di fornire ulteriori servizi alla collettività, per il Comune di Pianella, ha organizzato e gestito diverse Colonie Estive al mare e Campi Estivi in sede assicurando sempre con professionalità e serietà i servizi offerti e riscuotendo il plauso delle famiglie richiedenti gli stessi. Il Grillo Parlante A.P.S., al fine di rendere ulteriormente fruibili i propri servizi e diffondere la conoscenza degli stessi nella comunità, in riferimento ai contenuti del Piano Sociale Regionale 2016/2018, vorrebbe rendere operative alcune progettualità volte a migliorare e, soprattutto, incrementare la fruizione dei servizi assistenziali disponibili sul territorio. Attività Le progettualità ideate dall’Associazione “Il Grillo Parlante” si inquadrano nelle linee guida del Piano Sociale in quanto si prefiggono di fornire maggiori servizi assistenziali alle famiglie e, nello specifico alla prima infanzia, di tipo innovativo, senza tralasciare l’aspetto aggregativo polivalente. Sono di seguito elencate le proposte per il territorio: 1) OE4 (Assistenza domiciliare) - La proposta consiste nella possibilità di fornire a famiglie multiproblematiche con minori, un’assistenza educativa domiciliare con la presenza di educatori professionali (eventualmente supportati da

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Assistenti o Tecnici dei Servizi Sociali), a bambini con problematiche varie ed alle rispettive famiglie che, per diversi motivi e/o problemi, non hanno la possibilità di accedere ai canonici servizi istituzionali presenti. Tale servizio assistenziale, opportunamente studiato e approvato attraverso la supervisione dell’apposito Ufficio comunale, verrebbe concordato con le famiglie richiedenti, ovvero specificatamente individuate dal medesimo ufficio, al fine di rendere lo stesso assolutamente flessibile e di facile fruibilità anche, e soprattutto, quale utile strumento di prevenzione della violenza domestica e dei maltrattamenti in genere. 2) OE6 – Asili nido ed altri servizi per la prima infanzia e centri di aggregazione e polivalenti - Al fine di riqualificare l’offerta dei servizi disponibili incentivando la fruibilità dell’asilo nido anche a famiglie distanti dallo stesso, Il Grillo Parlante, nell’ambito del Piano Sociale 2016/2018, ha in progetto di - dotarsi di un apposito mezzo di trasporto che, in accordo con l’Amministrazione locale, possa raggiungere le famiglie delle contrade più distanti; - sviluppare servizi educativi innovativi, specie nelle aree montane e interne, per piccoli gruppi di bambini nella prima infanzia, in grado di fornire risposte personalizzate e flessibili con costi contenuti. In tale ambito, Il Grillo Parlante intende rendere operativi i seguenti servizi: Assistenza Educativa Domiciliare; Doposcuola pomeridiano; Campo estivo educativo. Integrazione socio-sanitaria – Non prevista Coerenza con il Piano sociale regionale Tale servizio risponde agli obiettivi “bassi tassi di natalità”; fissato dal Piano Sociale, in quanto volto a incrementare l’offerta di servizi per la prima infanzia, servizi per favorire tempi di lavoro e cure familiari per i genitori, interventi per la riduzione delle liste di attesa negli asili nido. I risultati attesi sono: promuovere servizi e interventi di supporto e accompagnamento per le famiglie con bambini, specie nella prima infanzia, e favorire il ricambio di popolazione. Tipologia di Fondo/Fondi: Fondi comunali, compartecipazione utenza 2016 2017 2018 Indicatore N. bambini in 28 60 60 carico Costo € 30.000,00 € 30.000,00 € 30.000,00

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Quadro generale sinottico degli interventi e dei servizi inseriti nel Piano distrettuale Azione Asse Id OE Servizio Diretta/ Indiretta 1 1 1 Punto Unico di Accesso D 1 2 1 Segretariato sociale D 1 3 2 Servizio sociale professionale D 1 4 2 UVM D 1 5 3 Pronto Intervento Sociale D 1 6 4 Assistenza domiciliare D 1 7 5 Servizi di prossimità, Sport ed attività motoria per ragazzi disabili D 1 8 5 Servizi di prossimità Sportello CNA D 1 9 5 Servizi di prossimità incontri pubblici dal titolo “Prendiamoci cura di noi” con D professionisti su temi legati alla salute di fasce diverse della popolazione - incontri pubblici con professionisti finalizzati alla conoscenza e prevenzione dei disagi psicosociali "Ben-Essere Sociale Consapevole" 1 10 5 Servizi di prossimità, Colonie marine e vacanze per minori D 1 11 5 Servizi di prossimità, Tavolo tecnico permanente socio-sanitario di supporto D all’Ufficio di Piano - Partecipazione dell’Ambito al Tavolo della Disabilità attivato dal Comune di Montesilvano 2 A 1 4 Assistenza domiciliare D 2 A 2 6-5 Centro diurno per persone non autosufficienti D 2 A 3 7 Residenze temporanee e di sollievo per persone non autosufficienti D 2 A 4 4 Telesoccorso/Teleassistenza D 2 A 5 8 Budget di cura D 2 B 1 8 Contributi a persone non autosufficienti per il sostegno ai costi della D residenzialità e semiresidenziali 3 1 8 Servizio di inclusione sociale I 3 2 8 Misure sostegno reddito D 3 2 8 Sportello di Inclusione lavorativa e sociale, consulenza e borse-lavoro D 3 3 8 Abruzzo Include I

4 1 2 Equipe Adozioni D 4 2 4 Assistenza domiciliare educativa D 4 3 6 Centri diurni per minori D 4 4 7 Residenza per minori D 4 5 2 Servizio Affido D 4 6 2 Servizio integrato socio-sanitario di sostegno alla genitorialità e alla nascita, di D consulenza e di mediazione familiare, di prevenzione e contrasto alla violenza di genere in rete con i Centri Antiviolenza ex L.R. 31/2006 ed i Consultori familiari 4 7 7 Centri per il monitoraggio delle relazioni familiari e l’auto mutuo aiuto (Fondo I Nazionale Politiche per la Famiglia) 4 8 7 Reti per l’aggregazione giovanile (Fondo Politiche Giovanili) I 4 9 4 Legge Regionale 95/95 Progetto “Tutoraggio per le famiglie” I 4 10 7 Inserimento in strutture residenziali di minori stranieri non accompagnati I 5 1 8 Servizio di trasporto D 5 2 8 Servizio autonomia studenti disabili (anche ex L.R.78/78 ed ex L.R. 32/97, come D da L.R. 32/2015) 5 3 4 Assistenza domiciliare per disabili D 5 4 4 Interventi per minori con malattie rare e disabilità gravissime I 5 5 5 Servizi di prossimità, Sport ed attività motoria per ragazzi disabili D 5 6 4 Progetto Home Care Premium INPS I 5 7 4 Vita Indipendente di cui alla L.R.57/2012 I 5 8 7 Residenza per disabili e Progetto per il “Ddopo di Noi” I 5 9 6 Centro diurno disabili D 5 10 8 FSE (PON nazionale Inclusione e POFSE regionale), tramite partecipazione ai I

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bandi e agli avvisi che saranno emanati a livello regionale e nazionale 6 1 6 Centro diurno anziani D 6 2 7 Residenza per anziani D 6 3 5 Colonie marine, Corsi di ginnastica dolce, Gite e Cure termali per anziani D 7 1 6 Asili nido I 7 2 6-5 Servizio: Asilo nido comunale di Pianella D

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SEZIONE 5. L’INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA

5.1. Misure di integrazione istituzionali Gli ambiti di intervento sui quali si intende realizzare l’integrazione sociosanitaria ai livelli istituzionale, gestionale e professionale sono i seguenti: non autosufficienza, disabilità, sostegno alla domiciliarità, gestione di sperimentazioni ministeriali e regionali sul bisogno complesso di tipo socio-sanitario. Gli Enti firmatari intendono assicurare: 1) l’integrazione degli interventi socio-sanitari ed assistenziali, nonché la definizione del sistema delle responsabilità locali nell’attuazione delle politiche sociali e sanitarie, per la non autosufficienza, la disabilità ed il sostegno alla domiciliarità, la gestione di sperimentazioni ministeriali e regionali sul bisogno complesso di tipo socio-sanitario; 2) l’individuazione di processi unitari per la valutazione del bisogno di cura con utilizzo dello strumento valutativo dell’ICF da parte dell’UVM della ASL integrata dalla figura dell’Assistente Sociale comunale, al fine di garantire una valutazione in rete ed interistituzionale per il tramite di una Equipe integrata di valutazione geriatrica per anziani non autosufficienti; 3) l’individuazione condivisa di un processo di presa in carico dell’utente da parte dei servizi socio-sanitari ed assistenziali attraverso il progetto individualizzato compartecipato di intervento, di sostegno e di accompagnamento dell’anziano non autosufficiente, della persona con disabilità e della sua famiglia nell’ambito degli interventi previsti dal Piano dell’Ambito Metropolitano, da valutare nella loro globalità, in rapporto alla situazione di bisogno globale di assistenza rilevato mediante l’utilizzo di apposite scale di valutazione; 4) l’erogazione di prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero funzionale e sociale, in favore di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e/o disabili assistibili a domicilio; 5) la definizione concertata delle risorse da impiegare (professionali e finanziarie, sociali e sanitarie); 6) l’individuazione di strumenti concertati per la valutazione condivisa degli interventi attuati; 7) la formazione integrata e congiunta degli operatori impiegati nell’erogazione dei servizi sociali e sanitari.

5.2. Misure di integrazione fra servizi I Servizi e le professionalità sanitarie e sociosanitarie da coinvolgere saranno le seguenti: servizio di Assistenza Domiciliare Integrata; Responsabili dei Distretti; Medici di Medicina Generale; Unità di Valutazione Multidimensionale; Medici Specialisti; Assistente Sociale; infermieri e terapisti della riabilitazione; prestazioni dei Consultori Familiari; Punto Unico di Accesso; Medico ospedaliero all’atto della dimissione (previo assenso del Medico di Medicina Generale); RSA come alternativa o in occasione di dimissioni; Centro di Salute Mentale; Centri Alzheimer; Servizio Tossicodipendenze; eventuali altre figure professionali e servizi che dovessero rivelarsi necessari per la realizzazione del progetto individualizzato di assistenza. Le azioni di presa in carico unitaria ed integrata saranno le seguenti: analisi del bisogno assistenziale e di cura; redazione del progetto assistenziale individualizzato; presa in carico definitiva. L’attività di integrazione operativa accompagnerà, passo per passo, l’attività di erogazione dei servizi/interventi al fine di mantenere la capacità di risposta al variare del bisogno spesso mutevole anche nell’arco di breve tempo dell’utente. E’ stato, inoltre, già stipulato un accordo con l’U.O.S. Assistenza Intermedia per la definizione condivisa del percorso assistenziale per la gestione del paziente con necessità di ricovero in struttura residenziale, approvato dal’Azienda USL di Pescara con deliberazione n.66 del 26.01.2017.

5.3. Misure di integrazione professionale Strumenti di integrazione: riunioni di lavoro e relazioni scritte: - riunione mensile del Responsabile dell’UVM, o suo delegato, da tenersi comune per comune, con i Responsabili dei Servizi Sociali comunali (o loro delegati), allargata all’Assistente Sociale comunale ed agli operatori sanitari e socio-assistenziali coinvolti nella gestione del caso. Si effettua la presentazione dei nuovi casi ed il monitoraggio dei casi già in carico. - riunione mensile del Responsabile dell’UVM (o suo delegato) con il Responsabile dell’Ufficio di Piano (o suo delegato). Si tratta di una riunione di lavoro finalizzata alla verifica globale delle attività realizzate; alla

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valutazione dei risultati ottenuti in rapporto ai risultati attesi; alla valutazione dell’efficacia sia in termini operativi che di soddisfazione dell’utente; - relazione semestrale sull’andamento complessivo degli interventi realizzati da parte dell’Unità Valutativa Multidimensionale integrata dall’Assistente Sociale dell’Ambito, da inviare ai Responsabili dei Servizi Sociali comunali ed ai Responsabili dei Distretti.

SEZIONE 6. LE AZIONI PER IL MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA LOCALE E LA CO- PROGETTAZIONE

6.1. Definizione del sistema di affidamento dei servizi e degli interventi Viene descritto di seguito il sistema di affidamento dei servizi sociali di ambito. Con determinazione n. 413 in data 25.09.2013, del Settore Affari Generali, veniva indetta la gara d’appalto per l’affidamento dei servizi sociali di Ambito. Con determinazione n. 208 del 29.04.2014, del Settore Affari Generali, l’appalto veniva definitivamente aggiudicato al Consorzio Soc. Coop. S.G.S., con sede in Lanciano (CH), Via per Fossacesia Variante Frentana, n. 222, partita IVA 01804670683, con cooperative ONLUS consorziate esecutrici NEW AID, con sede in Città Sant’Angelo (PE), Piazza Garibaldi, n. 3, partita IVA 01259820684 e NEW LASER, con sede in Silvi (TE), alla Via B. Croce, n. 34, partita IVA 01811840675, sulla base dell’offerta economica e del progetto rimessi e valutati dalla commissione nominata con determinazione n.213 del 6/12/2013. Con determinazione n.208 del 29.04.2014, del Settore Affari Generali, si procedeva ad approvare i verbali rimessi dalla commissione giudicatrice della gara per l’affidamento dei servizi sociali dell’ Ambito Metropolitano, unitamente alla consequenziale aggiudicazione provvisoria, per le motivazioni riportate in premessa nonchè per quelle contenute negli stessi verbali ai quali espressamente si rinvia e, per l’effetto, aggiudicare definitivamente, ai sensi dell’articolo 11, comma 5, del Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163, l’appalto di che trattasi alla Cooperativa Consorzio Coop. Soc. S.G.S., Via per Fossacesia (Variante Frentana, n. 222 – 66034 Lanciano (CH), Partita IVA 01804670683, iscritta all’Albo Regionale sez. C Det. DM 2/107 del 2006, tel. 0872 220260, fax n. 0872 799978, [email protected]. (Ditte consorziate esecutrici: Società cooperativa sociale a.r.l. Onlus NEW AID, con sede legale in Città Sant’Angelo, Piazza Garibaldi, n. 3, sede operativa Via Diaz, n. 16, 65013 Città Sant’Angelo – PE - , P.IVA 01259820684, tel. e fax. 085 969268; Cooperativa sociale Onlus NEW LASER, Via B. Croce, n. 34, 64029 Silvi – TE -, P.IVA 01811840675, tel. 0859353846, fax. 0857992158). L’affidamento aveva la seguente durata: 01.01.2015 – 31.12.2017.

6.2. Le misure per la valorizzazione del terzo settore, dell’economia e dell’impresa sociale Si riportano di seguito le modalità di partecipazione dei Cittadini e delle Associazioni di categoria 1) L’ECAD ha aderito al Tavolo disabilità (aperto ad Associazioni di Categoria, Cittadini, Enti Locali) attivato dal Comune di Montesilvano quale occasione di raccordo di interambito sull’accesso ai servizi da parte dei cittadini e la possibilità per gli stessi di rapportarsi direttamente a servizi ed enti che partecipano al Tavolo. 2) Attraverso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari, attivo presso il Distretto Sanitario Metropolitano e ricomprendente la figura professionale di Assistente Sociale fornita dall’Ambito Metropolitano, le famiglie del territorio hanno potuto segnalare bisogni assistenziali di tipo complesso socio-sanitario, anche attraverso le Associazioni di Categoria. 3) L’UVM territorialmente competente (ricomprendente anch’essa la figura professionale di Assistente Sociale fornita dall’Ambito) costituisce centro di decisione per la stesura di PAI partecipati, cioè predisposti con la partecipazione dell’utente e della Famiglia. La partecipazione attiva delle famiglie viene garantita attraverso il coinvolgimento delle stesse nella predisposizione, monitoraggio periodico, ritaratura dei PAI. I bisogni complessi delle famiglie possono variare in corso di svolgimento del progetto individualizzato; i PAI, quindi, prevedono necessariamente momenti valutativi congiunti nei quali operatori (sociali e sanitari), Associazioni di Categoria e familiari indicano il proprio punto di vista in merito al raggiungimento degli obiettivi prefissati, alla eventuale modifica degli stessi ed alla congruità dei servizi/interventi attivati. 4) A far data dal 2009 è attivo presso l’Ambito Metropolitano il Tavolo Tecnico Permanente Socio-Sanitario di Supporto all’Ufficio di Piano. Esso è costituito dalle Assistenti Sociali in servizio presso i Comuni (Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale), presso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari e presso l’Unità Valutativa Multidimensionale, quali testimoni privilegiati e portatori delle esigenze dell’utenza e dei

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cittadini che si rivolgono ai loro sportelli, per la piena realizzazione a tutti i livelli dell’integrazione sociosanitaria e la rilevazione del bisogno complesso, con funzioni di: - supporto all’Ufficio di Piano nella lettura e rilevazione del bisogno, nell’analisi delle problematiche sociali del territorio, nella progettazione e gestione di servizi e progetti; - coinvolgimento e consultazione di cittadini, testimoni privilegiati, terzo settore, associazioni ed altri soggetti portatori di specifici bisogni, tutti soggetti interessati alla valutazione dei servizi erogati; - consultazione di responsabili di servizi, amministratori, referenti di altri Enti e servizi territoriali, esperti, etc.; - organo consultivo della Conferenza dei Sindaci; - tavolo di lavoro mensile sulla gestione di servizi e progetti, per la risoluzione di problematiche legate alla gestione quotidiana e particolari criticità riferite all’utenza. Successivamente ai passi di cui sopra, l’Ambito ha ritenuto di dover attivare, nell’ambito dei tavoli tematici di lavoro per la stesura del profilo locale e del piano distrettuale, un tavolo rivolto al Terzo Settore ed ha avuto cura, anche nei Tavoli Tematici rivolti agli Assi Tematici di Piano, di rendere partecipi il maggior numero di Associazioni di Categoria, Cooperative Sociali e di tipo B operanti nei vari AT, al fine di valorizzare l’apporto ai bisogni del territorio dato ogni giorno dal terzo settore, dal mondo dell’economia e dall’impresa sociale. Scopo di tutto ciò era di creare un filo di connessione tra le iniziative portate avanti da tali categorie ed i servizi/interventi attivi presso i Comuni dell’Ambito, al fine di creare una ramificazione di interventi tali da captare e soddisfare i bisogni più pressanti della popolazione dell’Ambito, quali il sollievo del carico assistenziale, la fruizione di servizi per la prima infanzia pubblici e privati professionali, la fruizione dei servizi riabilitativi ed il loro raggiungimento, la fruizione di momenti, iniziative aggregative per le varie generazioni ed intergenerazionali, solo per citare alcune delle iniziative e servizi di prossimità assicurati da vari soggetti presenti ed attivi sul territorio dell’Ambito, che nelle schede di servizio si è inteso di valorizzare e far emergere.

6.3. Linee guida del regolamento per l’accesso dei servizi L’Ambito e l’Azienda USL hanno individuato congiuntamente le linee di indirizzo per l’adozione di un Regolamento di accesso ai servizi erogati dall’Ambito distrettuale. La regolamentazione dell’accesso al sistema dei servizi consente di avvicinare i bisogni alle risposte che il territorio può garantire. Per questo motivo la regolamentazione consente di dare risposte e prendere in carico i bisogni complessi, consentendo lavalutazione multiprofessionale e garantendo uguaglianza di risposte a parità dicondizioni di partenza. Presso l’Ambito Metropolitano il PUA è già attivo ed integrato, garantisce appieno il bisogno di informazione ed orientamento dei Cittadini. Si tratta di un sportello itinerante, che garantisce, cioè punti e giornate di apertura presso tutti i punti di erogazione dell’Area Distrettuale Metropolitana. L’Ambito garantisce la figura di n.1 Assistente Sociale al PUA. Il servizio è finalizzato alla presa in carico globale ed integrata del paziente, ha il compito di informare, decodificare la domanda dell'utente, individuare i bisogni di salute e fornire la risposta assistenziale più appropriata, che potrà essere di tipo sanitario, sociale o socio-sanitario, ma sempre personalizzata. Al Punto Unico di Accesso si accede in particolare, oltre che per ottenere tutte le informazioni sui servizi sanitari e sociosanitari, anche per:  la Valutazione Multidimensionale (UVM)  l'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)  le prestazioni sanitarie e sociosanitarie di riabilitazione  le prestazioni infermieristiche domiciliari  le prestazioni specialistiche domiciliari  la fornitura di ausili per ventilazione assistita ed ossigeno-terapia  l'assistenza indiretta (rimborsi vaccini, rimborso visite occasionali, ecc.)  i trasporti in ambulanza Viene rafforzata l’integrazione dell’accesso sociale nell’ambito del PUA, secondo quanto previsto dal Decreto del Commissario ad Acta per il Piano di rientro sanitario n. 107/2013 del 20.12.2013“Attività e procedure di competenza del punto unico di accesso e della unità di valutazione multidimensionale- linee guida regionali” (BURA Ordinario n. 1 dell’8 gennaio 2014), attribuendo al PUA le seguenti ulteriori missioni: - supporto e consulenza nella compilazione della modulistica di accesso ai servizi di Ambito destinati ai disabili, alla non autosufficienza, ai care, givers; - attivazione, in forma congiunta con il Servizio Sociale ed al Segretariato Sociale dei Comuni, di una banca

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dati sulla disabilità e la non autosufficienza; - partecipazione dell’Assistente Sociale di Ambito in forze al PUA al Tavolo Tecnico Permanente mensile di Supporto all’Ufficio di Piano. L’Ambito garantisce la figura di n.1 Assistente Sociale all’interno della Unità di Valutazione Multidimensionale, considerato che, soprattutto a partire dai servizi per la non autosufficienza, l’UVM si configura come centro di decisioni per la realizzazione del PAI (Piano Assistenziale Individualizzato integrato). L’ UVM è adeguatamente costituita in termini di professionalità rappresentate (Fisiatra, Geriatra, Neurologo, Neuropsichiatra Infantile, Assistente Sociale), a seconda dei casi trattati, prevedendo l’inserimento di figure adeguate per una corretta valutazione della disabilità in ambito pediatrico, nonché di figure di psicologi in grado di poter svolgere accurate valutazioni della dimensione psichica della persona non autosufficiente (ADI). Per quanto riguarda il Piano Distrettuale Sociale, sia il Segretariato Sociale che il Servizio Sociale Professionale sono presenti presso tutti i Comuni di Ambito e partecipano al Tavolo Tecnico di Supporto all’Ufficio di Piano, unitamente all’Assistente Sociale in forze al PUA/UVM, al fine di favorire e rafforzare l’integrazione con la componente sanitaria. Il raccordo operativo fra PUA, Segretariato Sociale e Servizio Sociale Professionale viene garantito con apposito Protocollo operativo. Tra le attività di integrazione socio-sanitaria fra Ambiti distrettuali e Distretti rientrano per il miglioramentodell’accesso ai servizi della persona con bisogni complessi: - lo stretto raccordo formalizzato fra PUA, Segretariato sociale, Servizio sociale professionale e Unità divalutazione multidimensionale; - la presenza obbligatoria nelle Unità di valutazione multidimensionali dell’assistente sociale del serviziosociale professionale dell’Ambito distrettuale; - la possibilità dell’attivazione dell’UVM anche da parte dei servizi pubblici istituzionali (ad esempio, l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni); - l’adozione di modelli comuni, sociali e sanitari, di valutazione e presa in carico di persone con bisognicomplessi (cartella integrata socio-sanitaria con aggiunta di modulistica per operatori sociali); - lo sviluppo di banche dati e sistemi informativi condivisi per la gestione dei casi; - la creazione di registri e osservatori locali per il monitoraggio delle fragilità sociali e sanitarie. A tal fine il Distretto sanitario si impegna a rendere disponibile tutta la documentazione relativa ai PAI all’operatore del Servizio sociale professionale dell’Ambito distrettuale, prevedendo anche la gestione informatizzata e condivisa del documento, con acquisizione del consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003 e successive modifiche. Nei casi di non autosufficienza di minori e di adulti, il PAI si configurara anche come Progetto di vita e non soltanto come mero strumento di erogazione dei servizi (cfr. art. 14 della L. 328/2000). Una scheda predisposta dall’Ambito Sociale sarà inserita nel PAI sanitario al fine di dare vita ad una cartella utente socio-sanitaria. La scheda sociale farà parte integrante del PAI e costituirà, per gli utenti disabili, Progetto di Vita. Le aree di integrazione dei servizi sociali e sanitari sono principalmente individuate nell’ambito dei servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali, nell’area della non autosufficienza, della disabilità, della salute mentale adulta e dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle dipendenze, dell’immigrazione edei senza fissa dimora. Altro aspetto importante è l’accertamento della situazione economica, che influisce nonsolo sull’accesso ai servizi, ma anche sulla compartecipazione alla spesa per la fruizione dei servizi stessi. L’obbligatorietà del Regolamento di accesso per gli Ambiti sociali era stata introdotta dal punto 8 dellaDeliberazione del Consiglio Regionale 30.01.2007, n. 58/6 “Approvazione linee guida regionali sull’ISEE per la verifica del diritto all’erogazione di prestazioni sociali agevolate”. L’Ambito Metropolitano ne è già dotato. Il Piano Sociale Regionale 2011-2013 aveva introdotto i servizi sociali soggetti alla compartecipazione (Assistenza domiciliare anziani e disabili; Telesoccorso eteleassistenza; Centri diurni per disabili, minori, anziani; Residenze anziani; Residenze disabili; Servizi per laprima infanzia; Servizi di trasporto), che restano confermati anche con il Piano Sociale Regionale 2017-2018. L’applicazione dell’ISEE, come previsto dalla disciplina applicata dal 2015 (DPCM n. 159 del 5/12/2013), viene coordinata attraverso l’Atto di indirizzo regionale per l’applicazione omogenea del DPCM 159/2013 (DGR 285/2016). La soglia ISEE di esenzione totale della quota di compartecipazione dell’utente non dovrà essere inferiore ad € 8.000,00. Il Regolamento di accesso ai servizi di Ambito ha già recepito la normativa sopra richiamata ed adeguato le fasce di compartecipazione, nonché la soglia del minimo vitale.

6.4. La composizione e il funzionamento dell’Ufficio di Piano e degli Uffici di Gestione sociale

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Le aree di attività dell’Ambito Distrettuale sono così organizzate: 1) l’area tecnico-sociale vede il proprio ruolo definito in funzione di due aspetti distinti ma funzionalmente correlati: - la progettazione ed il coordinamento delle attività operative; - l’attività operativa in senso stretto. Questi due aspetti sono tra loro in costante comunicazione: il primo rappresenta il collegamento tra gli obiettivi dell’Ambito e la struttura decisionale, il secondo rappresenta il collegamento diretto tra il cittadino e l’Ambito stesso; di conseguenza l’area tecnico-sociale è investita di una fondamentale attività di comunicazione bidirezionale poiché fornisce al cittadino servizi e riceve dal cittadino stesso i flussi di ritorno per una futura programmazione. Ciò consente di puntare al raggiungimento della massima efficacia delle attività con il migliore contributo (anche se indiretto) del cittadino al funzionamento ottimale dei servizi. 2) L’area gestionale è destinata alla ricerca, di concerto con le altre aree, delle opportunità di progettazione di cui il settore sociale dispone, nella forma dei contributi erogati da altri Enti (Regione, Ministeri, UE, Fondazioni, etc.). Inoltre si occupa della gestione contabile e funzionale, nonché della programmazione economica e della verifica in itinere del raggiungimento degli obiettivi prefissati. La massima collaborazione, in senso orizzontale con le altre aree dell’Ambito ed in senso verticale con gli Enti e le aziende collegate che operano direttamente sul territorio, diventa in questa area strategica la chiave di lettura per il raggiungimento della massima efficacia; se l’attività gestionale non è supportata da tutta la struttura, ed a sua volta non supporta le altre aree, si otterrà un conseguente isolamento di tutte le funzioni dell’Ambito. 3) L’area amministrativa dell’Ambito, orientata istituzionalmente al buon funzionamento delle procedure giuridiche che necessariamente un Ente Pubblico deve rispettare, costituisce la base di partenza per entrambe le atre due aree poiché dall’attività amministrativa si ricava la prima forma di archivio di dati necessario alla programmazione gestionale e di conseguenza delle attività sociali. Si evidenzia l’operatività attuale dell’Ufficio di Piano, costituito dalle seguenti figure:  n.2 istruttori: di cui n.1 istruttore dei servizi sociali a tempo pieno e n.1 istruttore di ragioneria con occupazione parziale;  n.2 responsabili: di cui n.1 responsabile dei servizi sociali a tempo pieno e n.1 responsabile dei servizi economico-finanziari con occupazione parziale. Per il presidio dell’area socio-sanitaria è stata prevista, nell’ambito della Convenzione socio-sanitaria, la collaborazione anche del personale del Distretto/ASL e del coordinatore dei servizi socio-sanitari del Distretto/ASL con specifici ordini di servizio dell’azienda ASL. Budget annuo a carico del Fondo Nazionale Politiche Sociali e del Fondo Sociale Regionale: € 24.538,00 per il 2017 ed € 24.538,00 per il 2018.

6.5. Sistema informativo di monitoraggio, valutazione, controllo dei servizi e degli interventi Presso l’Ambito Distrettuale è già attivo un Sistema Informativo Informatizzato, anche con funzioni di Osservatorio Sociale dell’Ambito per lo studio, la ricerca, la valutazione della qualità e dell'efficacia degli interventi sociali. Fonti del sistema informativo sono: Servizio di Segretariato Sociale, associazioni di categoria di volontariato (forum), terzo settore (forum), momenti di ascolto dei cittadini e degli utenti, questionari somministrati agli utenti (relativamente al grado di soddisfazione rispetto alla qualità dei servizi erogati dall’Ambito, al grado di soddisfazione dei bisogni rilevati al momento della presa in carico ed all’eventuale necessità di ritarare il servizio al variare dei bisogni dell’utenza), dati Istat, Anagrafe dei Comuni. Le informazioni vengono reperite per il tramite di: somministrazione di questionari sul gradimento, l’efficienza, l’efficacia dei servizi; elaborazione dei dati sull’utenza. Le attività di valutazione, ricerca sociale e studio sono caratterizzate da una parte qualitativa e da una parte quantitativa ed hanno la finalità di indagare le ragioni degli errori e dei successi. Sono oggetto di indagine il processo organizzativo, i risultati conseguiti e la risposta fornita ai bisogni sociali che si intendono soddisfare. Tale processo di ricerca si basa sulla raccolta e interpretazione di informazioni e deve pertanto sottostare a regole di tipo scientifico: chiarezza e riproducibilità delle procedure utilizzate per la raccolta delle informazioni; pertinenza, affidabilità e completezza delle informazioni raccolte; coerenza e plausibilità dell’interpretazione dei dati. In questo modo l’Ambito Distrettuale diventa consapevole della necessità di stimolare un apprendimento sociale critico e partecipato, valorizzando: la disponibilità di informazioni e risorse pratiche (l’utente che elabora un proprio bisogno vuole anche sapere quali risposte esistono ad esso e perché gli enti danno quelle e non altre); l’utilizzo di un metodo di osservazione, selezione, uso, finalizzazione delle risorse, trasformazione creativa delle proprie strategie; la capacità di comunicare, relazionarsi agli altri ed al contesto, tenendo bene a mente le finalità sopra esposte. L’attività di valutazione richiede anche la capacità di auto-valutarsi, confrontarsi e consente di approfondire la conoscenza della realtà sulla quale bisogna intervenire, validare le metodologie di intervento e, se necessario, inventarne di nuove. Lo strumento di rilevazione privilegiato è il questionario: viene distribuito a campioni casuali della popolazione target. I

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dati ottenuti sono elaborati ed utilizzati dagli operatori per avviare confronti, dibattiti sulla attuale situazione dei servizi (limiti e punti di forza), ma anche sulle possibili linee di sviluppo. Azioni previste e tempistica nella gestione delle azioni previste per l’implementazione del Sistema Informativo ed Osservatorio Sociale dell’Ambito: Fase n.1 - Aree di approfondimento: requisiti informativi dell’ambito di gestione dei servizi; - attività: è previsto l’aggiornamento dei requisiti di cui l’Ambito è già in possesso per il tramite dell’aggiornamento dei dati relativi ai servizi erogati; Fase n.2 - Aree di approfondimento: formato delle informazioni; - attività: produzione di informazioni in formato informatico e cartaceo (manifesti modulistica, brochure, ecc...); Fase n.3 - Aree di approfondimento: modalità di raccolta e gestione delle informazioni; - attività: 1) produzione di documentazione (attraverso la somministrazione di questionari e schede di rilevazione ai soggetti interessati) e continuo monitoraggio (annuale) per conoscere la situazione attuale dei servizi erogati e programmare quella futura; 2) invio telematico da parte dell’ECAD dei dati risultanti dall’Osservatorio Sociale ai Comuni (a ciascuno per le informazioni di propria spettanza) ed alla Regione; Fase n.4 - Aree di approfondimento: soluzioni per rendere dispopnibili le informazioni ai diversi livelli; - attività: produzione di relazioni e comunicazione = dai Comuni agli utenti (manifesti, ecc...), dall’ECAD al personale interno dello stesso (Responsabile Ufficio Ragioneria, ecc...), dall’ECAD al personale interno dei Comuni appartenenti all’Ambito (Responsabili degli Uffici dei Comuni) ed alla Regione (anche attraverso la rendicontazione dell’utilizzo dei fondi erogati), comunicati stampa/pubblicizzazione; Fase n.5 - Aree di approfondimento: requisiti funzionali per facilitare la gestione telematica delle informazioni; - attività: 1) aggiornamento del database informatico sulla base dei dati trasmessi periodicamente dagli uffici dei Comuni; 2) coordinamento ed analisi delle informazioni ottenute; Fase n.6 - Aree di approfondimento: modalità di accesso alle informazioni da parte dei soggetti interessati; - attività: invio telematico da parte dell’ECAD dei dati risultanti dall’Osservatorio Sociale ai Comuni (a ciascuno per le informazioni di propria spettanza) ed alla Regione; Fase n.7 - Aree di approfondimento: modalità e periodicità delle azioni di verifica (annuale, triennale); - attività: analisi dei dati emersi dalle precedenti fasi di lavoro (informazioni sull’erogazione dei servizi ed informazioni contabili). Fase trasversale: Implementazione del Sistema Informativo Informatizzato per la gestione dei servizi sociali già attivo presso l’Ambito. Si tratta di un Sistema Informativo Informatizzato teso a favorire la funzione di monitoraggio fisico dei servizi erogati e il controllo della spesa, ovvero la individuazione dei centri di costo nei quali essa si distribuisce e i volumi che questa assume durante l’anno/il triennio di gestione del Piano Distrettuale. Risutlati attesi: implementazione del sistema per il controllo di gestione informatizzata di tipo quantitativa che consente, rispetto al periodo di gestione: ex-ante, la programmazione dell'offerta di servizi e di interventi in relazione alle dinamiche osservate per i periodi di esercizio precedenti; in itinere, l’adeguamento dell'offerta di servizi, attraverso il potenziamento di quelli maggiormente richiesti a scapito di quelli destinatari di risorse che si evidenziano come non completamente utilizzate; ex-post, la produzione di rapporti (es. rendiconti) relativi all’utilizzo dei fondi, come richiesto dagli organismi concedenti. Il ricorso alla tecnologie e l’impatto che queste producono sull’organizzazione dei servizi, consente inoltre benefici distribuiti trasversalmente a tutti i soggetti, pubblici e privati che concorrono alla programmazione ed erogazione dei Servizi Sociali, principalmente: la disponibilità dei dati in forma digitale; la possibilità di effettuare elaborazioni statistiche sui dati; la garanzia di completezza e correttezza dei dati; la diffusione di linguaggi e pratiche comuni. La valutazione e il sistema di qualità - Nella precedente programmazione si precisava che la valutazione è un’attività di ricerca ed analisi, strumento utile per cercare di capire le ragioni degli errori così come dei successi. La valutazione si riferisce al processo organizzativo, ai risultati conseguiti ed alla risposta che gli stessi forniscono ai bisogni sociali che si volevano soddisfare. Tale processo di ricerca si basa sulla raccolta e interpretazione di informazioni e deve pertanto sottostare a regole di tipo scientifico: chiarezza e riproducibilità delle procedure utilizzate per la raccolta delle informazioni; pertinenza, affidabilità e completezza delle informazioni raccolte; coerenza e plausibilità dell’interpretazione dei dati. L’introduzione di nuovi modelli gestionali nell'ambito dei servizi alla persona chiama oggi Enti Pubblici e organizzazioni che operano nel settore dei servizi sociali e sociosanitari ad operare in termini di qualità delle prestazioni rese e di un rapporto costi/benefici giustificabile e sostenibile. Diviene quindi importante, per una crescita organizzativa in linea con le aspettative dei cittadini, sviluppare strumenti rivolti

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ad implementare la qualità nell'organizzazione, nella gestione e nei servizi erogati. L’Ambito Metropolitano con il presente Piano si propone di garantire continuità ai processi di valutazione dell’efficacia, dell’efficienza, dell’economicità e della qualità dei servizi sociali attivati con il precedente Piano. Gli obiettivi che si intendono perseguire sono i seguenti: favorire una valutazione sul Piano da parte della Dirigenza e dell’Organo Politico per verificare i risultati raggiunti soprattutto a livello di sistema; valorizzare le esperienze valutative realizzate dall’ECAD nella fase di programmazione precedente; ancorare le valutazioni alle decisioni programmatorie facendo in modo che le esperienze valutative affianchino e sostengano la programmazione; valorizzare i diversi livelli di governo del sistema come attori attivi della valutazione; introdurre modalità di valutazione della qualità esterna del settore sociale dell’Ente relativa alle attese e percezione dei “clienti” intesi come i destinatari dei servizi ma anche il volontariato, i familiari e tutte le agenzie esterne portatrici d’interessi specifici sul sistema sociale locale; introdurre modalità di valutazione della qualità interna e specificatamente sistemi per il monitoraggio dei servizi attraverso l’introduzione di un Sistema Informativo Sociale Informatizzato. Saranno realizzate le seguenti azioni: Azione 1: valutazione delle azioni di sistema realizzate nell’ambito del Piano. In fase di chiusura di un periodo di programmazione è fondamentale realizzare una valutazione ex post sui risultati raggiunti per verificare sia l’adeguatezza o meno della programmazione realizzata su diverse dimensioni quali, a titolo esemplificativo: integrazione sociosanitaria e con le altre politiche; ottica strategica, innovatività, pertinenza ai bisogni; processi di partecipazione; allocazione delle risorse. In questa fase occorre rileggere le fasi della gestione del triennio attraverso una rilettura delle attività realizzate per valutare i risultati raggiunti attraverso la misurazione degli indicatori di sistema individuati, integrando, dove opportuno nuovi indicatori e realizzando la misurazione con metodologie di tipo quantitativo. I risultati di tale analisi saranno presi a base per procedere ad ulteriori approfondimenti di natura qualitativa su gruppi portatori d’interesse per valutare la qualità esterna del sistema dei servizi erogati. Azione 2: valutazione delle aspettative dei portatori di interesse, rispetto ai servizi erogati. L’indagine intende sollecitare gli attori locali portatori d’interesse a riflettere sulle dinamiche di servizio su target specifici al fine di sollecitare riflessioni sui nodi critici dei servizi stessi e di stimolare l’esplicitazione delle aspettative specifiche e giudizi che possano arricchire da un punto di vista qualitativo l’analisi dei bisogni da utilizzare nella successiva fase di programmazione. Destinatari: gruppi rappresentativi di portatori di interesse locale sui servizi del Piano (finanziatori, gestori, beneficiari, associazioni a tutela degli interessati, eventuali contro interessati). Risultati attesi: idee/opinioni dei portatori di interesse più rilevanti in termini aspettative positive o negative sui servizi erogati. Metodologia applicata: somministrazione di un questionario auto compilato, in forma anonima; focus group. Azione 3: valutazione della qualità percepita (customer satisfaction) dai portatori di interesse, sui servizi erogati nel Piano. L’indagine di customer satisfaction che si andrà a realizzare ha l’obiettivo di individuare eventuali ambiti di miglioramento di un campione di servizi sociali realizzati dall’Ambito. Destinatari: gruppi rappresentativi di portatori di interesse locale sui servizi del Piano (finanziatori, gestori, beneficiari, associazioni a tutela degli interessati, eventuali contro interessati). Risultati attesi: i giudizi dei portatori di interesse più rilevanti maturati sui principali servizi erogati nel piano relativo al periodo di programmazione in chiusura, in termini di giudizio complessivo di soddisfazione, evidenza degli elementi maggiormente apprezzati e degli elementi che si ritiene inadeguati. Metodologia applicata: somministrazione di un questionario auto compilato, in forma anonima. I report di analisi saranno illustrati alla Dirigenza ed al personale in un momento pubblico di diffusione dei risultati delle analisi realizzate. Azione 4: Implementazione del Sistema Informativo Informatizzato per la gestione dei servizi sociali già attivo presso l’Ambito. Si tratta di un Sistema Informativo Informatizzato teso a favorire la funzione di monitoraggio fisico dei servizi erogati e il controllo della spesa, ovvero la individuazione dei centri di costo nei quali essa si distribuisce e i volumi che questa assume durante l’anno/il triennio di gestione del Piano. Risutlati attesi: implementazione del sistema per il controllo di gestione informatizzata di tipo quantitativa che consente, rispetto al periodo di gestione: ex-ante, la programmazione dell'offerta di servizi e di interventi in relazione alle dinamiche osservate per i periodi di esercizio precedenti; in itinere, l’adeguamento dell'offerta di servizi, attraverso il potenziamento di quelli maggiormente richiesti a scapito di quelli destinatari di risorse che si evidenziano come non completamente utilizzate; ex-post, la produzione di rapporti (es. rendiconti) relativi all’utilizzo dei fondi, come richiesto dagli organismi concedenti. Il ricorso alla tecnologie e l’impatto che queste producono sull’organizzazione dei servizi, consente inoltre benefici distribuiti trasversalmente a tutti i soggetti, pubblici e privati che concorrono alla programmazione ed erogazione dei Servizi Sociali, principalmente: la disponibilità dei dati in forma digitale; la possibilità di effettuare elaborazioni statistiche sui dati; la garanzia di completezza e correttezza dei dati; la diffusione di linguaggi e pratiche comuni. Il Sistema Informativo è fruibile in ambiente web, con base dati centralizzata. I requisiti tecnologici per l’accesso al Sistema saranno minimi (computer o altro dispositivo connesso a Internet): l’accesso alle diverse funzionalità è regolato da un processo di autenticazione basato sul riconoscimento del ruolo dell'utente connesso. Appare utile chiarire che l’attività di valutazione richiede anche la capacità di auto-valutarsi, confrontarsi ed approfondire la conoscenza della realtà sulla quale bisogna intervenire, validare le metodologie di intervento e, se

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necessario, inventarne di nuove. Inoltre è importante ricordare che valutare il funzionamento di un servizio alla persona vuol dire assumere una logica multidimensionale, ovvero scomporre il funzionamento dell’organizzazione in dimensioni diverse, alle quali ricondurre la qualità: - l’input: l’insieme delle risorse materiali e umane che l’organizzazione utilizza per produrre un certo risultato (grado di professionalità; organizzazione degli spazi per le esigenze degli utenti; agibilità della struttura); - il processo: l’insieme delle modalità operative ed organizzative adottate per produrre l’intervento (flessibilità dell’organizzazione; inserimento in rete della struttura; valutazione utenti; logica orientata al risultato); - l’output: le prestazioni concretamente messe in atto dall’organizzazione (attività di reinserimento familiare; attività di recupero psicologico; inserimento sociale e lavorativo); - l’outcome: i risultati raggiunti sugli utenti del servizio (autonomia e inserimento positivo; percezione del gradimento degli utenti). Nell’ambito della valutazione della qualità, diventa importante lfocalizzare l’attenzione sui seguenti concetti: 1. l’efficacia: si riferisce al livello di realizzazione degli obiettivi che l’organizzazione si è posta, costituisce lo strumento di misurazione dell’outcome; 2. l’efficienza: consente di stabilire un rapporto fra le attività erogate e le risorse utilizzate, è lo strumento di misurazione della qualità dell’output; 3. l’equità: riguarda l’accesso ai servizi (per valutare se sono evitate le discriminazioni legate ai costi di accesso ed alle modalità di erogazione); 4. la sensibilità o soddisfazione: riguarda la capacità del servizio di essere sensibile alle aspettative degli utenti e rispondere alle aspettative degli utenti stessi; 5. l’appropriatezza: è la capacità di un intervento di essere centrato sul bisogno che si intende soddisfare; 6. l’accessibilità: riguarda l’analisi del tipo di distribuzione delle risorse nello spazio (per valutare se tale distribuzione è compatibile con gli obiettivi che si intendono perseguire). Da quanto detto sopra si evince come, per misurare la qualità di un servizio alla persona, siano necessari indicatori, ovvero variabili determinate a priori che consentano di valutare, nel tempo e nello spazio, in che misura gli obiettivi prefissati siano stati raggiunti. Gli indicatori non possono essere unicamente matematici, in quanto devono tener conto della tipologia di servizio erogata (un servizio rivolto alla persona con tutto ciò che implica: interazione operatore/utente, soggettività…) e dei risultati che si vogliono raggiungere. Individuati gli indicatori in una scala ad intervalli sarà poi possibile misurare il livello raggiunto da ogni utente del servizio e il livello massimo che il servizio può fornire. Queste sono le condizioni di fattibilità della valutazione dei servizi alla persona. La riflessione dovrà avere ad oggetto la situazione attuale, evidenziando limiti e vantaggi, e le possibili linee di sviluppo per il futuro. Gli interventi previsti dalla presente azione sono realizzati direttamente dall’Ufficio di Piano.

6.6. Linee di indirizzo per il bilancio sociale Il Bilancio Sociale dell’Ambito vuole essere una prima esperienza di rendicontazione sociale. Si vuole, cioè, rendere conto dell’attività dell’Ambito a tutti i portatori di interesse, relativamente alle Politiche Sociali, Educative, Sanitarie e Sociosanitarie. Lo spunto per la predisposizione di tale rapporto è nato dall’approvazione del Piano dei Servizi Sociali 2017-2018, considerato documento di programmazione triennale delle azioni che i Comuni appartenenti all’Ambito e l’Azienda USL di Pescara intendono realizzare in campo sociale, educativo, sanitario e sociosanitario per il territorio. Il processo di rendicontazione sociale che si intende realizzare trova il suo fondamento nelle “Linee guida per la rendicontazione sociale negli Enti Locali” emanate dal Ministero per l’Interno (testo approvato dall’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli Enti Locali nella seduta del 7 giugno 2007) ed alla normativa che segue:  Legge 7 agosto 1990, n.241, concernente “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”, che ha introdotto i principi di trasparenza degli atti amministrativi;  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 gennaio 1994, recante “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”;  Legge 7 giugno 2000, n.150, recante Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni”;  Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n.267, recante ad oggetto “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”;  Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica 7 febbraio 2002, recante “Direttiva sulle attività di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni”;  Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 17 febbraio 2006, Direttiva sulla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni Pubbliche;  Finalità e postulati dei principi contabili degli Enti Locali (Testo approvato dall’Osservatorio nella seduta del 18

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ottobre 2006 e presentato al Ministro dell’Interno). Per questo primo Bilancio Sociale saranno considerati quali Gruppo di Lavoro Direzionale e Gruppo di Lavoro Operativo per la stesura del documento rispettivamente la Conferenza dei Sindaci ed il Gruppo di Piano che hanno curato la programmazione degli interventi e servizi del Piano 2016-2018. Le consultazioni dei cittadini e dei portatori di interesse effettuate durante le procedure di stesura ed approvazione del Piano Distrettuale, del Piano Locale per la Non Autosufficienza, nonché i tavoli di lavoro della Conferenza dei Sindaci e dell’Ufficio di Piano, costituiscono il fondamento del documento di Bilancio Sociale, che seguirà di pari passo la programmazione effettuata per il biennio 2016-2018 e verrà revisionato ogni anno. Le modalità di raccolta, di elaborazione e di classificazione dei dati e delle informazioni presentate - Fonti dei dati raccolti (l’elaborazione di tali dati è presentata più avanti nella descrizione delle attività di ricerca e nell’analisi del contesto sociale locale) sono: Servizio di Segretariato Sociale, associazioni di categoria di volontariato (forum), terzo settore (forum), momenti di ascolto dei cittadini e degli utenti, questionari somministrati agli utenti (relativamente al grado di soddisfazione rispetto alla qualità dei servizi erogati dall’Ambito, al grado di soddisfazione dei bisogni rilevati al momento della presa in carico ed all’eventuale necessità di ritarare il servizio al variare dei bisogni dell’utenza), dati Istat, Atlante Statistico dei Comuni (Istat), dati Azienda U.S.L., dati Centro Servizi per il Volontariato, dati Arcidiocesi di Pescara-Penne, Anagrafe dei Comuni, Sistema Informativo di Ambito, Rendicontazione, Indicatori elaborati dall’Ambito. I gruppi di lavoro che hanno curato l’elaborazione della programmazione sociale dell’Ambito, base del presente Bilancio Sociale, sono quelli attivati per la stesura del Piano Distrettuale Sociale. Le modalità di selezione e consultazione dei portatori di interesse coinvolti - I portatori di interesse saranno coinvolti per il tramite di tavoli tematici in occasione dei vari momenti di programmazione, progettazione, gestione e rendicontazione dei servizi. Sono stati selezionati tra gli Enti, le Associazioni, le Cooperative del territorio impegnate sui temi di volta in volta trattati. La visione e la missione dell’Ambito nella stesura del Bilancio Sociale Visione - Stimolare in ciascun individuo una maggiore consapevolezza di sé, dei propri diritti, doveri ed inclinazioni; - consentire al Cittadino di scegliere liberamente e creativamente il proprio percorso di vita, di sentirsi accolto e protetto, di realizzarsi pienamente come individuo parte di una comunità aperta alle sollecitazioni culturali e sociali. Missione L’Ambito intende valorizzare tutte le dimensioni di sviluppo della persona attraverso la progettazione e la gestione partecipata di servizi che rispondano il più possibile ai bisogni espressi e/o sommersi dei cittadini. A tal fine l’Ambito investe sui servizi di prevenzione, sostegno alla domiciliarità e supporto alle famiglie con pesanti carichi assistenziali e si pone i seguenti obiettivi:  obiettivi strategici (si riferiscono al programma politico, ad impegni, responsabilità politiche, di programmazione, di controllo, di mandato; in sintesi programmazione strategica = missione perseguita): - predisporre protocolli d’intesa e protocolli operativi per affrontare in maniera integrata le criticità emerse (è stata fermata la convenzione socio-sanitaria per la programmazione di risorse, gestione di servizi e presa in carico dell’utenza in forma congiunta); - potenziare i servizi di supporto alla domiciliarità ed i servizi di consulenza socio-psico-pedagogica per i minori e la famiglia (sono stati attivati servizi socio-psico-educativi per minori e famiglie con potenziamento dei servizi di prevenzione primaria e domiciliari); - mantenere le quote di cofinanziamento comunale ad un livello molto più alto del 20% minimo da garantire nonostante l’incremento del finanziamento regionale (i Comuni appartenenti all’Ambito cofinanziano I servizi in media tra il 60 ed il 70% della spesa totale); - attivare servizi integrati di sollievo alle famiglie che sopportano gravi carichi assistenziali (sono stati attivati servizi mirati e competenti di sollievo, ma anche di consulenza per i ragazzi, gli anziani e la famiglia); - attivare spazi strutturati di ascolto per minori e famiglie (sono stati attivati centri di aggregazione giovanile, strutture diurne alternative all’istituzionalizzazione dei minori, mediateche, ludoteche);  obiettivi gestionali (si riferiscono a responsabilità tecniche, di gestione, di risultato, di budget – anno; in sintesi programmazione operativa = politiche ed obiettivi): saranno individuati dal Tavolo Amministrativo e dal Tavolo Tecnico Permanente socio-sanitario di supporto all’Ufficio di Piano. I valori di riferimento (i principi fondamentali del sistema dell’Ambito) - L’erogazione dei servizi di Ambito si uniforma ai principi stabiliti dal D.P.C.M. 27 gennaio 1994 “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici” e dalla “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”. Essi sono: 1) D.P.C.M. 27 gennaio 1994 “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”: Eguaglianza; Imparzialità; Continuità; Diritto di scelta; Partecipazione; Efficienza ed efficacia. 2) “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”: Dignità; Libertà; Uguaglianza; Solidarietà; Cittadinanza;

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Giustizia. I valori di cui sopra dovranno essere i principi ispiratori delle azioni di Ambito e coniugati nella realizzazione di quanto riportato, in termini di priorità del territorio, dai tavoli tematici per la stesura del Piano Distrettuale: Attori Bisogni percepiti ed emersi dall’analisi del contesto sociale locale Bisogni espressi dagli Occorre che l’Ambito sociale si ponga le seguenti priorità: amministratori e dalle - l’integrazione sociosanitaria; organizzazioni - il sostegno della domiciliarità e la prevenzione delle istituzionalizzazioni; rappresentative territoriali - il supporto alle fasce deboli della popolazione. Bisogni emersi Emergono le seguenti segnalazioni: dall’analisi del contesto - la necessità di progetti di prevenzione del disagio giovanile, soprattutto del sociale locale e bullismo, della tossicodipendenza e dell’alcolismo; dall’andamento della - la necessità di supportare le famiglie in situazione di povertà fornendo beni di prima domanda di servizi necessità e supporto specializzato anche per il tramite di sportelli di ascolto; - l’esigenza di potenziare tutti i servizi di sostegno alla domiciliarità per minori, anziani e disabili, già attivati con la precedente programmazione, per evitare il più possibile le istituzionalizzazioni ed i ricoveri impropri ; - occorre puntare sulle attività sportive, ricreative, culturali, per offrire ai ragazzi valide alternative per un impiego strutturato del tempo libero; - occorre che i Comuni investano maggiormente nel sociale e che rivolgano maggiore attenzione alle fasce deboli della popolazione ed alle persone in situazione di povertà estrema. Bisogni segnalati dai Emergono dagli Enti le seguenti segnalazioni sulle problematiche del territorio: referenti dei Servizi - il problema dei giovani a rischio di emarginazione, consumo di sostanze, malessere, dell’Azienda USL, dai devianza; Distretti Sanitari di Base, - il problema del reinserimento delle persone uscite dal carcere, dell’inserimento ed dagli assessorati alle integrazione lavorativa e sociale delle fasce deboli della popolazione; Politiche Sociali e del - il problema del disagio giovanile, della dispersione scolastica, del bullismo, del Lavoro della Provincia di vandalismo; Pescara, dall’Ufficio - le difficoltà che una famiglia con gravi carichi assistenziali deve superare Provinciale Scolastico (soprattutto per la presenza di un anziano con demenza, di un disabile o di minori che non si riescono ad accudire); - esigenza di una maggiore ed operativa integrazione sociosanitaria. Bisogni segnalati dal Emerge l’esigenza di servizi di pronto intervento e sostegno alle famiglie di persone Terzo Settore affette da Alzheimer, disabilità ed altre patologie invalidanti. Bisogni segnalati dalle Le associazioni di volontariato segnalano l’esigenza di centri di ascolto per i ragazzi Associazioni di relativamente a problemi di dipendenza, bullismo e violenza nelle scuole. Volontariato Bisogni segnalati dai Occorre che i Comuni investano su progetti di prevenzione del disagio giovanile, dei Cittadini fenomeni di bullismo, tossicodipendenze ed alcoldipendenza, che garantiscano una migliore e più efficiente allocazione delle risorse, al fine di riuscire a rispondere ai problemi alloggiativi, di povertà ed emarginazione in maniera concreta. Occorre realizzare operativamente l’integrazione sociosanitaria ed il sistema integrato dei servizi sociali al fine di poter fornire risposte concrete anche alle famiglie multiproblematiche.

SEZIONE 7. LA POLITICA DELLA SPESA E I QUADRI DI PREVISIONE

Le priorità, in termini di spesa, individuate dal Piano sono state le seguenti:  esigenza di qualificazione dei servizi;  investimento sui servizi di prevenzione;  sostegno alla domiciliarità, al fine di evitare le istituzionalizzazioni improprie. Modalità di reperimento delle risorse: si è chiesto ai Comuni di voler investire nel Piano una quota di cofinanziamento superiore al 20% minimo da garantire, al fine di mantenere i livelli essenziali di assistenza previsti

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dal Piano nonchè tutti i servizi per l’integrazione e l’inclusione delle categorie più svantaggiate, come immigrati, disabili, persone in situazione di povertà ed estremo disagio. Il criterio utilizzato dalla Conferenza dei Sindaci per il riparto tra i Comuni dei fondi destinati al Piano è lo stesso utilizzato dalla Regione per l’attribuzione dei fondi agli Ambiti. Ciascun Comune dell’ambito ha provveduto a stanziare, secondo le sue capacità finanziarie, le somme necessarie da investire nei servizi previsti nel Piano inserendo, quale cofinanziamento comunale, una quota superiore al 20% minimo previsto. I criteri utilizzati per la ripartizione della spesa all’interno delle varie voci previste sono stati i seguenti: 1. numero utenti già seguiti per ciascun servizio; 2. stima degli utenti futuri per ciascun servizio/intervento da attivare; 3. disponibilità finanziaria dell’Ente; 4. esigenze segnalate dal Gruppo di Piano. La quota di spesa per i disabili gravissimi è stata prevista nella quota del 50% della spesa totale prevista all’Asse Tematico 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza - AREA 2A Servizi finanziati dal FNNA. La pianificazione economica del piano di zona è stata effettuata nel rispetto delle fonti di finanziamento previste dal Piano Sociale Regionale.

Quota prevista Assi Tematici 2017 2018 Costo totale previsto per disabilità gravissima* AT 1 - Attuazione degli obiettivi essenziali di 659.316,31 659.316,31 1.318.632,62 servizio sociale AT 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza - AREA 2A Servizi finanziati 295.998,82 295.998,82 591.997,64 295.998,82 dal FNNA AT 2 - Interventi e servizi per la non autosufficienza - AREA 2B Interventi sanitari 220.203,09 220.203,09 440.406,18 e socio-sanitari finanaziati dal FNNA AT 3 - Strategie per l’inclusione sociale e il 322.634,06 323.139,94 645.774,00 contrasto alle povertà AT 4 - Sostegno alla genitorialità e alle famiglie, nuove generazioni, prevenzione e 698.786,98 698.786,98 1.397.573,96 contrasto alla violenza domestica AT 5 – Strategia per le persone con disabilità 698.192,31 698.192,31 1.396.384,62 AT 6 – Strategia per l’invecchiamento attivo 166.643,09 166.643,09 333.286,18 AT 7 – Strategie per lo sviluppo dei servizi 176.666,66 176.666,66 353.333,32 educativi per la prima infanzia TOTALE in valore assoluto (A) € 3.238.441,32 € 3.238.947,20 € 6.477.388,52 295.998,82 Costi gestionali Ufficio di Piano 24538,00 24538,00 49076,00 Altro: specificare 0,00 Altro: specificare 0,00 Altro: specificare 0,00 TOTALE in valore assoluto (B) € 24.538,00 € 24.538,00 € 49.076,00 TOTALE COMPLESSIVO (A+B) € 3.262.979,32 € 3.263.485,20 € 6.526.464,52 € 295998,82

* La quota destinata alle persone con disabilità gravissima non deve essere percentualmente inferiore al 40% del costo totale previsto.

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SEZIONE 8. ALLEGATI

 Accordo di programma

 Convenzione socio-sanitaria

 Schema di regolamento unitario per l’accesso ai servizi

 Verbale di concertazione con le OO.SS.

 Accordo Operativo con Associazione Ananke

 Percorso assistenziale condiviso tra AUSL ed Ambito Metropolitano per la gestione del paziente con necessità di ricovero in Struttura Residenziale (Delibera AUSL n.66 del 26.01.2017)

 Cartella Socio-Sanitaria e Progetto di Vita

 Protocollo operativo Socio-Sanitario per il raccordo dei Servizi Punto Unico di Accesso, Segretariato sociale e Servizio ociale professionale

 Deliberazioni della Conferenza dei Sindaci: “Piano Sociale Regionale. Ricognizione della disciplina applicabile al periodo transitorio”

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