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5 6 7 8 Mario G. Giacomarra Il piacere di far libri Percorsi di editoria in Sicilia Fondazione Ignazio Buttitta Palermo 9 10 Indice Prefazione Perché ancora un libro sui libri? P. 13 Cap. I – L’editoria fra storia e sociologia p. 19 Storia e potere della scrittura + Dal letterato (e le istituzioni) all’intellettuale (e l’industria editoriale) + L’editoria in Sicilia: produzione artigianale e distribuzione industriale? Cap. II – Secoli XV - XVI. L’arte tipografica delle origini per lodare Dio, principi e viceré p. 31 L’introduzione della stampa a caratteri mobili in Italia + Il Quattrocento a Palermo e Messina + La letteratura delle im- magini nel Cinquecento + Il Cinquecento: ancora Palermo e Messina Cap. III – Dal Sei al Settecento. Tracce di Barocco e segnali di Illuminismo p. 49 Il Seicento: Palermo e Messina centri d’eccellenza + Nuovi orientamenti e editoriali per nuovi poli tipografici + Il Sette- cento e la lenta scomparsa dello spirito barocco + Un segno dei tempi nuovi: i libri per la scuola Cap. IV – L’Ottocento. Anche in Sicilia il libro si fa prodotto culturale p. 67 Segnali del primo Ottocento + Le attività tipografiche + Edito- ri a Palermo e altrove + Un prodotto culturale di successo: la 11 letteratura popolare + Dalla letteratura delle immagini alla comunicazione per immagini + Libri illustrati: dalla grafica al- la fotografia Cap. V – L’editoria regionale fra Otto e Novecento p. 89 Il quadro nazionale e l’editoria scolastica + I Pedone Lauriel editori in Palermo + La ditta Salvatore Biondo & F. + Giannot- ta e Galàtolo editori in Catania + Dalla dimensione regionale alla nazionale: l’esemplare percorso di Sandron Cap. VI – Protagonisti dell’editoria del secondo Novecento p. 109 Ancora il quadro nazionale e l’editoria universitaria + Flacco- vio: un editore e una catena di librerie + Sciascia a Caltanis- setta città di cultura + Palumbo: un percorso a servizio della scuola + Sellerio: tra scoperte e sorprese Cap. VII – I “cento fiori”. Piccoli editori crescono! p. 133 Piccola e media editoria, nuove culture, nuove tecnologie di stampa + Trapani: la città dei Misteri + Messina: i libri dello Stretto + Caltanissetta: non solo Sciascia + Catania: l’eterna concorrente + Per finire: Palermo + E ancora Palermo, con timidi germogli sulle Madonie Cap. VIII – Distribuzione. La grande sfida p. 159 Gli editori di Sicilia e la distribuzione - Una produzione senza distribuzione? - Università e Istituti di cultura - Istituti di cre- dito, amministrazioni pubbliche e altri Riferimenti bibliografici p. 183 12 Prefazione a Emanuele, venuto a far felice il nonno che perdeva tempo a scrivere un libro sui libri! Perché ancora un libro sui libri? Il lettore che si trovi tra le mani un libro dedicato all’editoria libra- ria in Sicilia non può non porsi una domanda: che senso ha scrivere ancora su un argomento, il libro, quando molti ne danno per prossima la scom- parsa? Ed è la stessa domanda che l’autore si è posto più volte man mano che procedeva nella stesura dei capitoli. La risposta più recente l’ha data, o ribadita, Umberto Eco in un volume scritto a quattro mani (con Jean Claude Carrière) e il cui titolo è già un proclama: Non sperate di liberarvi dei libri! La storia del secolo appena trascorso (il secolo dei media, com’è opportunamente definito) ne offre diverse conferme: ogni nuovo medium inventato, progettato e diffuso, non fa sparire i precedenti, infatti, ma si accosta ad essi, scavandosi nuove nicchie in cui acquista propri valori men- tre arricchisce il sempre più complesso “sistema dei media”. È così che la radio non porta alla scomparsa dei giornali, né la televisione alla scompar- sa della radio, né i giornali on line alla scomparsa dei giornali a stampa, e non pare proprio che la multimedialità e Internet portino alla scomparsa della televisione. La situazione non cambia se guardiamo al più diretto concorrente del libro, l’e-book. Certo, non sono da sottovalutare i vantaggi dell’editoria elettronica, come la possibilità di praticare una distribuzione senza limiti 13 (e, come vedremo, questo è un problema sempre più urgente per il mon- do dell’editoria): in America sono in crescita le proposte editoriali di libri elettronici, anche se i lettori rispondono ancora con cautela, mentre in Eu- ropa e in Italia prevale la diffidenza. Allora per chissà quanto tempo anco- ra il cartaceo si terrà stretto il suo mercato! Qualcuno immagina che que- sto potrà convivere con l’elettronico e i due supporti si aiuteranno a vi- cenda, in un mercato diretto in primo luogo ai giovani o riservato ai testi di difficile reperibilità. Stefano Mauri, promotore della Scuola per librai di Venezia, ribadendo che ogni nuovo mezzo di comunicazione si aggiunge ai precedenti senza farli sparire, conclude con una frase profetica: “Sarò con- tento se in futuro potrò cominciare un libro di carta, proseguire nei mo- menti morti sul palmare, continuare in viaggio su un reader e poi ritrovarlo sul mio comodino e metterlo nella libreria quando è finito” (Appiotti 2010). È lecito farne conseguire la previsione che il diffondersi massivo di immagini, messaggi e testi che Internet sta immagazzinando, elaborando e offrendo ad una fruizione planetaria, gli e-book che stanno affiancando i libri di carta non portino alla scomparsa del libro tradizionale. La ricostru- zione delle vicende storiche (e sociali) dell’editoria libraria non si pone dunque al di fuori dell’attualità, ma può costituirne invece un’ennesima forma di inveramento. Se ora proviamo a guardare un po’ più da vicino le “sorti del libro” in questo ormai avanzato XXI secolo, alcune cose fanno pensare che la morte del libro non sia ancora prossima anche in un paese come il nostro. Primo, il successo che ogni anno arride alla Buchmesse di Francoforte e al Salone del libro di Torino, a Più libri più liberi [fiera romana della piccola e media editoria], oltre che ai Festival dell’editoria o agli incontri e seminari ad essa dedicati a Mantova, Sarzana e a manifestazioni consimili. Secondo, la crescente attenzione che di recente si dedica anche nel nostro paese al- la storia e alla pratica dell'editoria (pubblicazione di monografie e ricerche tematiche, riordino di archivi di case editrici, convegni e dibattiti). Terzo, l’interesse di pubblico che fanno registrare rubriche radiofoniche e televi- sive dedicate ai libri: tra le tante ci limitiamo a ricordare: Fahrenheit. I libri le idee (trasmissione quotidiana nel pomeriggio di Radiotre), Il cacciatore di libri e Un libro tira l’altro (rispettivamente sabato e domenica su Ra- dio24 del “Sole 24 Ore”), Per un pugno di libri (gara fra studenti di scuole superiori, domenica pomeriggio su Raitre). Segnali infine di una sensibilità crescente sono le numerose ricerche e i molti volumi pubblicati negli ulti- mi vent’anni sull’argomento da storici e sociologi della cultura, per non di- re dei molti contributi in merito apparsi nella grande Letteratura italiana 14 pubblicata da Einaudi. “Siamo animati – scrive al riguardo Eugenio Garin, che di quell’interesse è promotore e compartecipe – dalla convinzione dell’importanza della storia dell’editoria per la storia della cultura, e del loro indissolubile intreccio. Chiunque, infatti, abbia tentato una storia del- le idee e della loro circolazione in un periodo determinato non ha potuto evitare di porsi il problema della loro trasmissione, e quindi dei veicoli che le conservano e ne rendono partecipi gli uomini” (1991,VII). Qualche pagi- na dopo lo studioso ha modo di aggiungere e precisare: “Storia della cultu- ra non si fa senza fare storia dell’editoria, nella sua organizzazione e nella trama sottile dei legami che istituisce tra quanti concorrono alla nascita di un libro o di una rivista. I cataloghi documentano bene origini e sviluppo di un editore. Le case editrici, spesso appartenenti a una medesima famiglia nel succedersi delle generazioni, legate come sono a istituti di cultura, ac- cademie, università, biblioteche, hanno un’organizzazione tale da consen- tir loro di essere fortemente selettive per qualità e di diffondere il loro prodotto. Il catalogo storico, l’ultimo sforzo complessivo per guidare il let- tore, offre in tal senso indicazioni preziose” (ivi, 46). Tra gli storici e gli archivisti, nel delineare precisi quadri di ri- ferimento, grande importanza rivestono i secoli che vanno dal XV al XVIII, nel corso dei quali si pongono le basi di quanto si va a delineare in pieno Ottocento. Il periodo che maggiormente interessa invece chi come noi si muova in un ambito di sociologia della cultura, e non solo di storia, è quello compreso fra Ottocento, Novecento e primi anni del XXI secolo ormai inoltrato. È il tempo in cui l’editore si fa “imprenditore di cultura”, le produzioni editoriali si diversificano e si moltiplicano, mentre la lettura diviene un fatto sociale sempre più diffuso fra i diversi strati sociali: da allora risulta possibile “tracciare una storia sociale dei modelli/generi editoriali, dei passaggi ‘di si- stema’ da uno scenario all'altro, includendo necessariamente nel quadro l'intero ciclo del libro – autore/pubblico e viceversa – ovvero la dimensione storica della scrittura e della lettura” (Ragone 1999). Una ricostruzione storico-sociale del tempo si dipana attraverso l'in- dividuazione, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, di generi di consumo e modelli culturali, di cambiamenti degli interessi del pubblico in termini quantitativi e qualitativi e, naturalmente, di ri- strutturazioni editoriali. 15 Nella storia e nella sociologia dell’editoria, in quanto industria cul- turale per eccellenza, un posto particolare occupa la Sicilia, sia per essere stata la nostra Isola tra le prime a essere investita tra Quattro e Cinque- cento da quella “rivoluzione inavvertita” che è la stampa, sia per il trovarsi cinque secoli dopo stretta fra un modo di produzione eminentemente ar- tigianale e una rete di distribuzione nazionale e industriale (anche se non ovunque né sempre riuscita sino in fondo).