Irma Bandiera

A c’è il porticato più lungo d’Europa; seicentosessantasei archi su colonne per quasi quattro chilometri, che collegano il centro storico con il santuario di San Luca, posto sulla cima di un colle, dove da secoli viene custodita l’immagine sacra della Madonna protettrice dei bolognesi. La strada parte dall’arco del Meloncello, incrociando via Saragozza e un’altra strada che risale verso nord che si chiama Via Irma Bandiera.

Sotto quell’arco c’è una lapide, dedica proprio ad Irma Bandiera. Recita:

«Irma Bandiera Eroina nazionale 1915 - 1944 Il tuo ideale seppe vincere le torture e la morte La libertà e la giovinezza offristi Per la vita e il riscatto del popolo e dell'Italia Solo l'immenso orgoglio attenua il fiero dolore Dei compagni di lotta Quanti ti conobbero e amarono Nel luogo del tuo sacrificio A perenne ricordo Posero»

Irma Bandiera era una partigiana, un’operativa, non una staffetta. Il 7 Agosto 1944 aveva trasportato delle armi alla base della sua formazione a . La sera viene arrestata a casa dello zio, insieme ad altri due partigiani, e rinchiusa alle scuole di San Giorgio. Viene trasportata a Bologna, dove viene torturata per sei giorni e sei notti, i fascisti della Compagnia Autonoma Speciale, guidati dal Capitano Renato Tartarotti, arrivano anche ad accecarla con una baionetta. Irma non parla, non dice nulla.

Il 14 Agosto 1944 alla fine la portano al Meloncello di Bologna, vicino alla casa dei suoi genitori, e la giustiziano con alcuni colpi di pistola, lasciando il corpo esposto per un’intera giornata, come monito.

Viene portata all’Istituto di Medicina Legale di via Irnerio dove un custode, amico della Resistenza, scatta le foto del viso devastato dalle torture.

In suo onore, nell'estate del 1944, una formazione di partigiani operanti a Bologna prenderà il nome di Prima Brigata Garibaldi "Irma Bandiera". A lei verranno inoltre intitolate una brigata SAP (Squadra di azione patriottica) che operava nella periferia nord di Bologna ed un GDD (Gruppo di Difesa della Donna).

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----- Il primo brano di oggi è del Teatro degli Orrori, dall’album “Dell’impero delle tenebre” del 2007, e si intitola Compagna Teresa; non dedicata solo a Irma Bandiera ma a tutte le donne partigiane che hanno combattuto nella Resistenza.

Irma Bandiera nasce nel 1915 in una benestante famiglia bolognese; il padre Angelo è capomastro edile e si avvicina all'antifascismo durante la dittatura; la madre è Argentina Manferrati, e ha una sorella, Nastia.

Era una giovane donna a cui la vita poteva riservare agiatezza e tranquillità, se mai avesse fatto come la maggioranza dei suoi concittadini e dei suoi connazionali: le sarebbe bastato restare a guardare, senza un ideale. Ma non ce la fa. La sua famiglia ha ideali democratici e antifascisti, ma non si mette mai in gioco apertamente.

Irma viene descritta come una ragazza allegra, generosa, dal carattere calmo e riflessivo, mai un colpo di testa, mai un gesto avventato. Qualcuno la definisce “una signorina sofisticata”.

Quando scoppia la guerra ha venticinque anni. Potrebbe sfollare in campagna, ma decide di restare in città, e comincia a frequentare gli ambienti antifascisti bolognesi all’insaputa dei genitori.

----- Il secondo brano di oggi è di nuovo dedicato alle donne partigiane. È di Giuni Russo, cantautrice siciliana scomparsa nel 2004, e si chiama Notturno dall’Italia

Il fidanzato di Irma, militare, è fatto prigioniero dai tedeschi a Creta dopo l'8 settembre 1943 e resta disperso dopo che la nave su cui era imbarcato per il trasferimento in Germania è bombardata e affonda al porto del Pireo. Le sue ricerche restano infruttuose.

Irma Bandiera inizia allora ad aiutare i soldati sbandati dopo l'armistizio e ad interessarsi di politica, aderendo al Partito Comunista. A Funo, dove andava a trovare i parenti, conosce uno studente di medicina, Dino Cipollani di , il partigiano "Marco", che la fa entrare nella Resistenza, al tempo molto attiva nella bassa bolognese, con il nome di battaglia "Mimma" nella VII brigata GAP Gianni Garibaldi di Bologna.

Il 5 agosto 1944 i partigiani uccidono un ufficiale tedesco e un comandante delle brigate nere, il che scatena il giorno successivo la rappresaglia a Funo. Tre partigiani vengono arrestati e portati alle scuole di . Forse riescono ad estorcergli informazioni, forse si convincono che ci siano altri partigiani in zona. Ma solo due giorni dopo anche Irma Bandiera, Mimma, viene arrestata dai fascisti.

----- La Banda Popolare dell’Emilia Rossa ha composto un brano dedicato a Irma Bandiera e a Gabriella degli Esposti. Dall’album “Rivoluzione Permanente”, la canzone si chiama Mimma e Balella.

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Per i fascisti Irma Bandiera era due volte colpevole: si rifiutava di dire i nomi dei suoi compagni, e soprattutto, era una donna. Si alternano su di lei in tanti, ognuno inventando nuovi tormenti e sevizie innominabili, ma Mimma non parla. La sicurezza fascista si tramuta abbastanza presto in frustrazione e rabbia: avevano fatto parlare tanti uomini, spesso grandi e grossi, robusti come tori, cocciuti come muli, e invece questo essere umano così piccolo, esile, per di più una donna… Niente. Non parla e li fissa con occhi pieni di disprezzo. C’è tutto il disprezzo del mondo concentrato negli occhi di Irma Bandiera. Forse è proprio per questo che la accecano. Per non doverli guardare ancora.

Mimma è ancora viva quando il 14 Agosto i fascisri la gettano sul marcapiede, a pochi passi dalla casa dove è cresciuta. Ci provano un’ultima volta. “Dacci qualche nome, e potrai entrare in casa, farti curare… Dietro questa finestra ci sono tua madre e tuo padre”. Irma Bandiera non parla. Nessuno dei suoi compagni viene arrestato.

E lì che il fascismo comincia a sgretolarsi. Negli occhi di Irma Bandiera.

Ci lasciamo con l’ultimo brano, dedicato alla storia di Mimma, la ribelle spenta di oggi. È di Joe Natta, e si intitola “Per non dimenticare”. Una speranza che condividiamo appieno

Noi ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima puntata.

Se una ribelle spenta passa il testimone, siamo pronti a prenderlo?

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