Federico Gallo - Massimo Palazzi Gianfranco Rocculi - Maurizio Maria Rossi

I VISCONTI MARCHESI DI SAN VITO Tra storia, arte e araldica nel Castello di Somma Lombardo

PRODIGI EDIZIONI

Federico Gallo - Massimo Palazzi Gianfranco Rocculi - Maurizio Maria Rossi

I VISCONTI MARCHESI DI SAN VITO Tra storia, arte e araldica nel Castello di Somma Lombardo

PRODIGI EDIZIONI Si ringraziano Sommario Per la disponibilità ed il sostegno:

di Gaetano Galeone Prefazione pag. 5

di Maurizio Maria Rossi Introduzione pag. 7

di Maurizio Maria Rossi Il Castello Visconti di San Vito pag. 9

diIl titoloMassimo nobiliare Palazzi di Marchese. Spunti storici e giuridici pag. 13 Il diploma del marchesato di Somma,

di Federico Gallo le sue forme e i suoi contenuti pag. 21

Trascrizione e traduzione di Federico De Dominicis Il testo del diploma pag. 28

di Gianfranco Rocculi Araldica e arte nel Castello di Somma pag. 38

di Gianfranco Rocculi Catalogazione degli stemmi pag. 53

Per il prezioso contributo:

Per la generosa collaborazione: RaffaellaDavide Morello Norcini per la realizzazione della campagna fotografica. Valentina Varalli Ambrogio Missaglia Daniele Grossoni

2 3 Prefazione di Gaetano Galeone (Presidente Fondazione Visconti di San Vito)

Visconti il privilegio del feudo di San Vito nella Pieve di Corbetta nel Il 31 Agosto 1619, Re Filippo III di Spagna concedeva a Francesco

Quattromilanese, secoli col titolo di distoria Marchese, scritta trasmettibile da una famiglia ai figli. protagonistaSono trascorsi delle 400 vicendeanni da quelladel Seprio data. e di Milano, estintasi con la scomparsa di Gabrio,

Le ricerche e lo studio sulla Pergamena di concessione del Titolo Nobiliare indimenticabile amico, ultimo dei Marchesi di San Vito. storia, arte e araldica nel Castello di Somma Lombardo” mirabilmente e la pubblicazione del volume : “I VISCONTI MARCHESI DI SAN VITO. Tra occasionecurati dal Dott.ideale don per Federico riscoprire Gallo, un passatoDottore dellache ci Biblioteca sprona ad Ambrosiana, impegnarsi perdall’Arch. occupare Gianfranco quei posti Rocculi di preminenza e dall’Avv. nella Massimo società Palazzi,e nella cultura, sono stati che

Sono particolarmente grato al Signor Sindaco di Somma Lombardo, ainei Presidenti secoli passati e Soci erano dei acquisitiLions Club con la nascita. Host e Somma Lombardo Castello Visconti di San Vito, al Presidente ed al Segretario Generale didella San FondazioneVito erede della Comunitaria storia di un del grande Varesotto Casato, per che i oggi loro con generosi il suo contributi espressione di amicizia e stima verso la Fondazione Visconti della parola Nobiltà operatoA Tutti coloromirato cheal bene hanno comune contribuito cerca dia coniugarescrivere queste l’attuale nuove significato pagine . di cultura che identificano l’antico Borgo di Somma elevato a Città sessant’anni fa, il grazie più sentito e riconoscente.

5 Introduzione di Maurizio Maria Rossi

Il desiderio di stampare questo volume frutto di ricerca e di studio da parte degli illustri autori a cui vanno doverosi ringraziamenti, è nato rileggendo la tesi di laurea “I Titoli Nobiliari nell’Ordinamento Costituzionale Italiano” del compianto don Gabrio data alle stampe

La realizzazione di questo lavoro, interessante e didattico perché offre lanel possibilità 1971. di conoscere pagine di storia e di arte, forse sconosciute, ma scritte indelebilmente negli annali di Somma che celebra quest’anno una data importante quale i sessanta anni di elevazione a Città, la dedico a don Gabrio Visconti marchese di San Vito il cui ricordo è monito e

La pubblicazione corona inoltre il desiderio di presentare una ”Pergamena”insegnamento rara sul sacroe preziosa, valore conservatadell’amicizia da che quattrocento ha sempre testimoniato.anni nell’ar-

che per secoli ha tessuto le vicende politiche, sociali ed economiche del chivio Visconti di San Vito, che certifica l’importanza di una famiglia Le vicende legate a personaggi e matrimoni che hanno legato i Visconti marchesinostro territorio di San finoVito a conMilano. altre illustri famiglie, vengono ricordate ai posteri con una serie di stemmi nobiliari, che oggi compongono una

significativa carrellata di “Araldica”, immagine di storia e di arte.

Don Gabrio Luigi Visconti marchese di San Vito.

6 7 Il Castello Visconti di San Vito di Maurizio Maria Rossi parte della linea difensiva medioevale lungo il corso del Ticino, tra Il Castello di Somma, edificato come fortilizio intorno al 1250, faceva

Milano e il Lago Maggiore. avevaDivenne costretti nel 1448 a lasciare residenza Milano: stabile scelsero dei fratelliSomma Francesco loro allodio e Guidoe così gradatamenteVisconti. In quell’anno trasformarono la burrascosa l’antica finerocca del di dominiodifesa in visconteo residenza li secolisignorile. il Castello, La famiglia ampliandone Visconti la protagonista struttura, arricchendola delle vicende con del preziosi nostro territorio, ricevuto il titolo di Marchesi di San Vito nel 1619, abitò nei Scrigno di arte e di storia, il Castello ancora oggi custodisce singolari eaffreschi rare collezioni ed arredi, di come ceramiche, testimoniano armi e iquadri, grandi saloniincastonate del piano tra nobile.mobili del XVI e XVII secolo, che offrono una splendida panoramica di vita

Degni di menzione il Salone d’Onore, trionfo dell’importante ciclo nobiliare lombarda. intitolata alla Madonna Assunta, abbellita da suppellettili liturgiche, di affreschi attribuiti ai fratelli Procaccini datati 1609, la Cappella vanta affreschi attribuiti ai fratelli Campi. Una galleria di preziosi quadri a soggetto religioso presenta la sala dedicata a Nicolò Sfondrati, nato casualmente in Castello l’11 febbraio 1535. Eletto Papa con il nome di Gregorio XIV nel 1590. maiolicheUna collezione francesi, curiosa tedesche, dà notorietà inglesi, al Castellospagnole, Visconti settecentesche di San Vito, di straordinariaquella dei Piatti varietà da Barba:e qualità 400 fanno splendidi una collezione bacili faentini, unica al savonesi, mondo, iniziata dal marchese Carlo Ermes Visconti di San Vito nell’ultimo letto ligneo del Seicento lombardo, diveniva camera riservata ai Re d’Italiaquarto dell’Ottocento.quando soggiornavano La Camera a Somma Reale, arredataper assistere con unalle imponente manovre militari sulle rive del Ticino o partecipare alle mondane cacce alla contevolpe Gabrionella brughiera Casati imparentato della Malpensata. con gli ultimi discendenti dei marchesi Un angolo di Risorgimento Italiano è custodito nelle sale dedicate al uomo politico e patriota è qui immortalato in un ritratto dipinto dal Visconti. L’insigne sostenitore delle famose Cinque Giornate di Milano, grande Eliseo Sala. 9 Veduta aerea del Castello Visconti di San Vito nella Città di Somma Lombardo.

10 11 Il titolo nobiliare di Marchese. compongonoVasi fittili e bronzi una collezione ritrovati inunica, terreni veramente di proprietà importante Visconti dal nel punto corso Spunti storici e giuridici dell’Ottocento e risalenti all’Età del Bronzo della Civiltà di Golasecca, di Massimo Palazzi testamentariadi vista antropologico. di don Gabrio Dal Visconti, 1998 l’antica ultimo dimoradiscendente è sede dei Marchesi e centro Il tema dei titoli nobiliari è stato oggetto di studi nel corso dei secoli e dioperativo San Vito della che Fondazioneha voluto lasciare Visconti alla di CittàSan Vito, di Somma nata per Lombardo disposizione una , pertanto il presente contributo delle dimore storiche private più importanti della Lombardia, che, pur non ha la pretesa di costituire una trattazione1 esaustiva, ma vuole semplicementeha prodotto una fornire bibliografia alcune sterminata indicazioni essenziali, utili per delineare modificata a più riprese nel corso dei secoli, ha mantenuto la sua schietta In particolare si vuole offrire un contributo alla conoscenza di una stradacaratteristica del Sempione, castellana. il Castello col tempo si è trasformato e ingrandito realtàla figura che del gli Marchese abitanti dell’agro dal punto sommese di vista storico hanno e sempre giuridico. percepito come Posto al centro della Città di Somma Lombardo, fiancheggiato dalla parte integrante e imprescindibile della loro storia: nei miei ricordi d’infanzia sovente sentivo la mia nonna materna Giuseppina Casolo di dicosi Milano, da raggiungere trasformata le complesse successivamente forme attuali. in residenza stabile dei “in alto” (in summo plano, ViscontiNel passato di San nato Vito, come il Castello caserma è apprezzata di difesa posta sede culturale,ai confini che del coniuga Ducato si direbbe) con il termine dialettale “Ul 2Marches”, pronunziato con quell’affettuosovia Briante indicare rispetto il signore che solo del un Castello membro di una comunità-famiglia ricche pagine di arte e di storia con gli intramontabili valori del sociale nell’operato della Fondazione, presieduta dall’Avv. Gaetano Galeone, Nel rapporto fra i Visconti Marchesi di San Vito e la comunità sommese può esprimere. e del bene comune. Sansembra Vito perpetuarsi come feudo la conmotivazione il titolo di con marchese la quale eFilippo cioè “ l’occasioneIII di Spagna di nel 16193 aveva concesso a Francesco Maria Visconti il borgo di Per una minima selezione delle opere più recenti si vedano , Enciclopedia araldico-cavalleresca. Prontuario nobiliare , 1 Enciclopedia storico nobiliare italiana Goffredo di Crollalanza , Saggio di bibliografia araldica italiana, Pisa 1878; Vittorio Spreti , Dizionario Araldico , Milano 1928-1935; Vittorio Spreti, Trattato – Giustiniano di diritto deglinobiliare Azzi italiano Vitelleschi , Predicati e, titoliMilano nobiliari 1937; ,Piero in Novissimo Guelfi DigestoCamaiani Italiano , Milano 1940; Carlo Mistruzzi di Frisinga , I titoli nobiliari nell’ordinamento, Milano 1961; Giorgiocostituzionale Cansacchi italiano , Ordini cavallereschi e titoli, 1966, nobiliari Vol. XIII, in ibid. Italia 1984, secondo Appendice la Legge V; Gabrio e la Giurisprudenza Luigi Visconti, Campobassodi San Vito , Voce Titoli nobiliari, in Enciclopedia, Milano del diritto 1971; Nino Bellassai , Nobiltà e diritto nobiliare oggi in Italia, in Rivista di Polizia 1972; Enrico Genta , L’idea di nobiltà in Italia (secoli XIV-XVII) , Vol. XLIV, Milano 1992; Alessandro, Nobili Gentili e Nobiltà nell’Italia unita , 1993, fasc., 3Manuale e 4; Claudio di araldica Donati (a cura di), Stemmario, Bari Trivulziano 1995; Gian, Milano Carlo Sigilli del Diploma di conferimento del titolo di Marchese di San Vito ai Visconti. Jocteau , Araldica. Storia,, Bari 1997;linguaggio, Fabrizio simboli Barbolani e significati di Montautodei blasoni e delle arme , Firenze 1999;Rivista Carlo nobiliare Maspoli dell’Accademia Araldica Nobiliare Italiana si 2000; Giovanni Santi-Mazzini , Milano 2004; pubblica dal 2006. 2 Fosse egli Gabrio Visconti o suo padre Alberto. 3 San Vito era un comune situato nella Pieve di Corbetta, attualmente è una frazione del comune Carmagnola,di Gaggiano (Mi).ove elenca In epoca alcuni medievale fondi ricevuti era conosciuto in dono dal come Duca Sandi Milano Victor “ indel possessio Bestazo, Sancto dal nome Vito etdella de Bestatio limitrofa sitam comunità super diterritorio Bestazzo. Mediolani La località è citata anche nel, Il testamento Conte di Carmagnola del Conte in di Archivio Storico Lombardo ”, cfr. Pietro Canetta , 1881, S. 1, Vol. 8, Fasc. 4, p.617. 12 13 arricchire con premi e di innalzare con onori uomini eccellenti e degni” frontiera erano dette limitanee ed erano comandate da comites o Poiché ritengo che un apprezzamento consapevole non possa4 duces limitanei prescindere dalla conoscenza, reputo utile ricostruire in termini sintetici. successivamente. chiamati Questi comandanti marchiones militari avevano giurisdizione e informazioni di immediata comprensione per conoscere meglio la Questaamministravano antica origine i territori e la dicommistione confine e perterminologica questo motivo spiega vennero anche le caratteristiche del marchesato, con la specifica finalità di fornire l’incertezza sollevata dagli autori più antichi. circa la distinzione fra duchi, Esaurita questa breve premessa metodologica, mi scuso con gli esperti conti e marchesi dititolatura araldica di e questa gli studiosi famiglia che protagonista reputeranno delle il miovicende contributo del territorio. breve ed che quei duchi e conti7 che erano preposti all’amministrazione dei territori elementare: sappiano che lo scopo non è analizzare astrattamente un , che può essere risolta, in estrema sintesi, precisando titolo nobiliare, ma avvicinare le persone ad una realtà che è parte della Il termine marchiones compare per la prima volta in età carolingia avanzatadi confine evennero si colloca indicati nel contesto con il termine della riforma di marchesi. amministrativa che ha visto la sostituzione8 dei duchi longobardi con i comites, la cui funzione Originiloro storia storiche. più intima. rispondeva alla politica accentratrice del regno carolingio, poiché “entro Ludovico Antonio Muratori evidenzia che il termine Marcha o Marchia comitatus il conte esercitava tutti i poteri, civili e militari, ma era alle dirette dipendenze del re, che ne controllava l’opera” i confini del suo 9 di origine tedesca, indicava il confine di uno stato e che “que’Marchiones, Duchi o del IX secolo, di raggruppare più contee sotto il dominio del medesimo. Questa Conti, che sotto gl’Imperadori Franchi e germanici erano deputati alla Marchenses, Marchisi” comesorganizzazione per rispondere venne menoalle concrete con la nuovaesigenze tendenza, difensive, emersa che erano alla finepiù difesa de’ confini del 5Regno, si cominciarono a chiamare Più precisamente Goffredo di Crollalanza nella Enciclopedia Araldico- marchiae Cavalleresca riporta che. il termine marca (di cui conferma l’origine march indicava pressanti proprio nelle circoscrizioni comitali di confine ( ) e ciò il cavallo, mentre in tedesco il termine marsch indica l’avanzamento determinò la trasformazione di questi conti in marchesi. (daceltica cui o sono teutonica) derivati ha avutoil francese diversi marcher significati: e l’italiano in celtico marciare), ma il Lo stravolgimento dell’assetto organizzativo avvenne con molta fluidità termine mark equivaleva a signum deisecondo semplici le differenti conti, generando realtà politiche, così un maantagonismo determinò conuna il concentrazione potere regio e di poteri nella figura del marchese, che superava le attribuzioni ordinarie e dall’VIII secolo assunse il significato affermando che “nei primi tempi del regime feudale i governatori delle di segno di confine: “perché i confini e le separazioni delle terre, dei una spinta autonomistica. Goffredo di Crollalanza riassume tale situazione estensivamentepaesi degli stati ilsi nome sogliono di marche” indicare da un segno, da un’arme, i confini di tempo salirono quelli a tal grado di potenza da usurpare con piena furono denominati marche, e i territori6 situati presso i confini presero autocraziamarche non la si giurisdizione distinguevano sui dai territori duchi chee dai a titoloconti; di ma marche poiché custodivano, in processo . Il riferimento al confine e soprattutto l’attribuzione al territorio ad più degli altri titoli” eesso governativa, limitrofo diè ununa tema autonoma che ci estensioneconsente di territoriale, risalire all’organizzazione di una specifica il titolo di marchese10 cominciò a prevalere e ad essere considerato forse identificazione e di una conseguente regolamentazione amministrativa Il potere politico e militare dei marchesi era notevole se addirittura il imperiale romana del periodo tardoantico, nella quale le truppe di . delle molestie perpetrare dai governatori delle provincie limitrofe allo cum viros praestantiores, dignoresque praemiis prosequendi augendique honoribus sese offerat Papa Giovanni VIII nell’anno 876 si lamentava con i sovrani carolingi occasio. Privilegium concessionis Feudi loci Sancti Viti, cum 4 titulo… Marchionatus Cfr. Pergamena di investitura riga 4. In (versione a, Dissertazionistampa) righe sopra 10-11. le TraduzioneAntichità italiane italiana del Dott. Federico De 7 Quali il Muratori e Goffredo di Crollalanza.de ea portione Hispaniae, quae a nostris Marchionibus in Dominicis. 8 solitudinemIl Muratori fa redacta risalire fuit la più antica memoria dei marchesi ad un editto di Lodovico il Pio Augusto 5 Ludovico Antonio Muratori, Enciclopedia araldico-cavalleresca. Prontuario, Monaco nobiliare 1765, Tomo I, dell’815 per gli Spagnoli, Voce Marcain cui si parla Vocep. 38-39. Marchese Così (op. cit. ,p. Enciclopedia 39). 6 Goffredo di Crollalanza , Pisa 1878, 9 Così Silvio Pivano , cit. p. 212. , pp. 394-395. 10 Goffredo di Crollalanza , cit. p. 395. 14 15 Stato della Chiesa , solitamente chiamati Marchesi (quos Marchiones solito nuncupatis)11 Nell’epoca del Regnum12 Italiae, in periodo carolingio, erano presenti in del primo investito Francesco Maria Visconti, il quale, benché il feudo . delleconcesso proprietà non fosse immobiliari, in una terra avendo di confine, spiegato ottenne se in opido la concessione Sancti Vitti del in della disgregazione dell’impero carolingio vennero create nuove ducatotitolo non nostro per Mediolanensimera onorificenza, existenti ma multa sulla bonabase dellastabilia reale cum consistenza iure datia Italia tre marche (del Friuli, di Spoleto e della Toscana) e solo a seguito exigendi habere et possidere17 di Ivrea e marca di Lombardia) e nord-orientale (marca di Trento, oltre fornito supporto militare alle spedizioni intraprese dalla regia corona marche a difesa del confine nord-occidentale e settentrionale (marca (multa, magnaque obsequia, , quaenonché regiae avendo coronae il padre nostrae di Francesco ac praecipue Maria eius pater in variis bellorum expeditiones trenue praestiterunt) a quella del Friuli). 18 Guarnerii,È interessante poi divenutanotare che marca la formazione di Ancona, delle la quale marche assorbì continuò poi ancheper vari la Profili giuridici. . secoli (fino al XII) (die vide tale la vicenda creazione rimane della traccia marca nell’attualedi Fermo e dellanome marca della La più antica disciplina del marchesato è contenuta nelle Consuetudines 13 o Usus o Libri feudorum, che raccolgono le norme derivanti dall’uso e Lamarca successiva di Fermo divisione delle marche originarie tra discendenti diede dalle consuetudini medievali origineregione Marche).alla parcellizzazione e alla creazione dei marchesati, con costituzione, l’investitura, la trasmissione19 e le possibili controversie che conseguente riduzione anche del potere e del valore economico dei . Questa fonte normativa disciplina la

Questo fenomeno ha decretato il severo giudizio del Muratori, espresso potevano sorgere. Ritengo opportuno soffermarsi, ai fini del nostro studio, sulla questione nell’territori.incipit della Trattazione Sesta (De gli antichi Marchesi d’Italia): “Da Stante l’originaria natura del Marchesato e la notevole importanza della trasmissibilità. che è venuto a sì buon mercato il titolo di Marchese, spezialmente in della funzione dallo stesso rivestita con l’attribuzione di notevoli poteri pubblici, originariamente la carica non era trasmissibile iure successionis, per cui se cambiava la persona dell’investito originario, era necessario un l’ideaItalia, Franciade gli antichie Spagna, Marchesi che lo godono d’Italia, i privatii quali Gentiluomini erano Principi per piccioligrandi, nuovo atto di infeudazione 20 efeudi Governatori di Terre e perpetuiCastella, edi talvolta qualche anche provincia” senza Feudo alcuno: s’è perduta dall’uso di trasmettere il titolo e il feudo ai discendenti, come avveniva 14 . Tuttavia tale regola venne presto sostituita . La trasformazione è riassunta dal Crollalanza, secondo il quale “il titolo di Marchese degenerò per le contee, al fine di perpetuare il feudo nella medesima famiglia. Ciò dal suo significato originario e presentò un più ampio concetto, e per risulta coerente con la previsione contenuta nell’investitura di Francesco Maria Visconti, al quale il Borgo di San Vito venne concesso, donato, siffatta improprietà fu conceduto come appellazione di alta onorificenza.15 Quindi sorsero in Italia molti marchesi in paesi non confinanti” (es. 17 Trad.: “avendoci spiegato … che egli nel borgo di San Vito, che si trova nel nostro ducato di deiMonferrato, tempi, acquistato Vasto, Saluzzo, il titolo Mantova, marchionale Ceva, un Ferrara, valore puramentePescara etc.), araldico, come Milano, ha e possiede molti beni immobiliPrivilegium con diritto concessionis di esigere dazi”. Feudi Traduzione loci Sancti Viti,di Federico cum titulo De confermato anche da Piero Guelfi Camaiani, secondo il quale col passare MarchionatusDominicis. 18 Pergamena di investitura righe 5 e 9. In 16 e grandi ossequi che offrirono, soprattutto suo padre in strenuamente in diverse spedizioni Dalla pergamena oggetto del nostro studio si ricava che tale situazione (versione a stampa) righe 13-15 e 29-31. Trad.: “premiare e ricompensare i molti hafurono solo erette parzialmente in marchesati interessato alcune terrei Visconti che non di eranoSan Vito affatto nella ai confinipersona. I Libri feudorum (detti anche Consuetudines feudorum o Usus feudorum nelmilitari, Medioevo alla nostra il diritto regia corona”. Traduzione italiana di Federico De Dominicis. 19 nel territorio fra Milano e , per opera di privati, che utilizzarono) sonodiritto il testoconsuetudinario, che codificò costituzioni imperiali comune feudale. Fu compilato tra la fine dell’XI e i primi del XIII secolo , Enciclopedia la prima, la più antica, è detta obertina perché si chiude con le lettere di Oberto dall’Orto 11 Precisamente ,i Voce duchi Marca di Toscana e di Spoleto. seconda, ardizzoniana,, sentenze fu opera di dicorti Iacopo feudali, d’Ardizzone opere di giuristi., la terza, Se nedetta distinguono Vulgata, trefu redazioni:inserita a 12 CosìGoffredo di Crollalanza , Dissertazioni, cit. p. 395. cura del glossatore ; la 13 Silvio Pivano , ,cit. Enciclopedia p. 213. 14 Ludovico Antonio, MuratoriDizionario Araldico , cit. p. 38. Constitutiones Ugolino nell’ultima parte del Corpus, Voce iuris.Marca Così http://www.treccani.it/ 15 Goffredo di Crollalanza , cit. p. 395. enciclopedia/libri-feudorum/. 16 Piero Guelfi Camaiani , Milano Hoepli, 1940, rist. 1974, p. 357. 20 VI, 1 e IX, 1. Si veda anche Silvio Pivano , cit. p. 213. 16 17 elargito e assegnato in perpetuum in feudum rectum, nobile, ac gentile … pro se, suisque filiis descendentibus et successoribus masculis per lineam si ebbe la consegna del documento della concessione feudale, detto masculinam legitime natis, vel per subsequens matrimonium legitimatis, della successione; successivamente accanto alla investitura simbolica ordine primogeniturae servato, ita ut unus tantum semper Marchio et abolita ed il privilegio sostituì l’investitura” feudatarius sit et nominetur privilegio. … Successivamente ancora la 23 cerimonia simbolica venne Occorre osservare che le21 disposizioni relative al rispetto della Il dato normativo più recente per l’ordinamento. italiano, se si esclude . laDiscussa previsione è la questionedella XIV Disposizionedella gerarchia transitoria nobiliare delladel titolo Costituzione di Marchese. della Repubblica Italiana infatti,primogenitura con il passaggio vennero introdottedel ducato propriodi Milano da sottoFilippo il dominioIII di Spagna spagnolo, negli 24 anni immediatamente precedenti l’investitura dei Visconti di San Vito; ed il nuovo Regolamento, è costituito per la daiConsulta Regi Decreti Araldica 7 giugnodel Regno, 1943 ma n. 651tali e n. 652 disciplinanti il nuovo Ordinamento dello stato nobiliare italiano successiveFilippo III neli titoli 1609 avrebbero stabilì che dovuto per leessere concessioni trasmessi dei solo titoli ai diprimogeniti marchese e di conte da lui effettuate dal 1601 nello stato di Milano e per quelle provvedimenti sono stati abrogati dall’art.25 24 del D.L. 25 giugno 2008 n. ratio di tale disposizione si trova nella svalutazione che i nobiliari112 (cosiddetto erano indicati decreto nel taglia-leggi) seguente ordine. decrescente: Principe, Duca, titolie ciò stessianche stavanoin presenza subendo di altri nello discendenti stato di Milano proprietari in conseguenza di porzioni della del Nella previsione di cui all’art. 3 del suddetto regio decreto n. 651 i titoli divisibilitàfeudo. La dei feudi che determinava, a seguito del subentro di tutti Ereditario, Patrizio e Nobile di determinate città i discendenti, che un territorio venisse ad avere molti signori aventi il Marchese, Conte, Visconte, Barone, Nobile, nonché26 Signore, Cavaliere medesimo titolo, con danno per i sudditi cominciarono ad essere chiamati marchesi taluni. feudatari i di cui Alcuni cenni merita l’investitura, oggetto22 del documento protagonista Secondo Carlo Mistruzzi di Frisinga, “dopo l’introduzione della feudalità . distinzione, nelle investiture feudali, fra marchesi e conti, pur essendo il marchesatofeudi erano airitenuto confini gerarchicamente dello stato. In prosieguo superiore di alla tempo contea, non né si giuocava fece più della nostra giornata di studi. perA tal indicare fine vorrei la cerimonia riportare solenne quanto sintetizzatonella quale il dal vassallo Consiglio piegando Araldico il anche da Goffredo di Crollalanza, secondo 27il quale in Italia il marchesato ginocchiosul termine prometteva investitura: fedeltà “esso al proprio viene Sovrano adoperato e questi in vari a sua significati: volta gli più la situazione della vicinanza al confine” . La medesima tesi è riportata concedeva protezione e gli conferiva simbolicamente il feudo, mediante la consegna in mano di un bastone, di una spada, di una coppa d’oro, di è superiore alla contea; a supporto di tale affermazioni lo studioso cita Diritto nobiliare, in per indicare il documento, le pergamene o le carte in cui venivano scritti 23 Così AA.VV., www.consiglioaraldico.com, parte II n. 73. un ramo d’albero detto festuca, e con l’anello e il bacolo per i prelati; 24 Testo: “I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicati di quelli esistenti prima del 28 i patti feudali e che avrebbero servito come titoli perpetui ai feudatari ottobre 1922 valgono come parte del nome. l’Ordine mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge. La legge regola la soppressione della titolo che il Sovrano concedente faceva ad ogni successore nel feudo o ilConsulta quale venne araldica”. introdotto nell’ordinamento giuridico italiano un istituto totalmente nuovo: e di cui copia rimaneva al Sovrano; per indicare la rinnovazione del 25 Tali provvedimenti introducono modifiche al precedente R.D. 21 gennaio 1929, n. 61, con norme generali di legislazione nobiliare, disciplina la potestà regia al riguardo, distingue i vari avveniva con la sola cerimonia simbolica, donde il sorgere di liti sulla provvedimentil’Ordinamento dellonobiliari, stato pone nobiliare le norme italiano. per la Questo concessione, si divide il riconoscimento, in tre parti: la l’uso,prima la contiene perdita, lale nuovo acquirente dopo la morte del suo autore. L’investitura da principio successione dei titoli e distinzioni nobiliari; la seconda contempla l’ordinamento della Consulta effettiva concessione del feudo ePrivilegium sulla natura concessionis del Feudifeudo loci concesso Sancti Viti, cum ai titulofini e dell’ufficio araldico; la terza, Diritto contiene nobiliare norme procedurali circa le domande, i ricorsi, e gli atti Marchionatus di opposizione relativi a provvedimenti in materia nobiliare e circa la loro spedizione. Così 21 Pergamena di investitura righe 12-13. In StatutoGherardo fondamentale Guelfi Camaiani del Regno, per il quale: “i, in titoli www.dirittonobiliare.com. di nobiltà sono mantenuti per coloro che vi o legittimati per (versione successivo a stampa) matrimonio, pag. 2 conservato righe 12-16. l’ordine Trad.: della “in perpetuo primogenitura, come feudo in modo retto che e 26 Secondo la dottrina la fonte principale del diritto nobiliare italiano è costituita dall’art.79, Trattato dello nobile e gentile per lui e i suoi figli, discendenti e successori maschi legittimi per linea maschile di diritto nobiliare , Diritto nobiliare hanno diritto; il Re può conferirne dei nuovi”. Si vedano Carlo Mistruzzi di Frisinga ci sia e sia nominatoDiritto sempre nobiliare un, in marchese e feudatario soltanto”. Traduzione italiana del Dott. , cit., Vol. III,, Trattato p. 91; Gherardodi diritto nobiliare Guelfi Camaiani , in www. Federico De Dominicis dirittonobiliare.com. 22 Si veda AA.VV., www.consiglioaraldico.com, parte I n. 18. 27 Carlo Mistruzzi di Frisinga , cit., p. 112, nota 33. 18 19 Il diploma del marchesato di Somma, lal’editto previsione del 30 delottobre Tribunale 1576 delaraldico duca di del Savoia, governo che richieseaustriaco 5000 di Milano, ducati le sue forme e i suoi contenuti di rendita per essere marchese e solo 3000 ducati per essere conte, e di Federico Gallo conti che prescrisse28 un feudo di 100 fuochi per i marchesi e di soli 50 per i Che cos’è questo antico documento sommese che prendiamo in esame? tutti gli. stati d’Europa (ricorreva in Italia e in Inghilterra, ma non Occorre però precisare che tale situazione non era uniforme in documento di altro genere? Come si chiama? Come si legge? È una “bolla”? Una “pergamena”? Un a quello di conte) e che pertanto anche il titolo di marchese subì, come quellounivocamente di conte in e Francia,di barone, ove vicende in alcuni di casi primato il titolo e di di decadenza, marchese cedeva anche a dare nomi generici o addirittura errati ad oggetti che invece sono molto Occorre evitare confusioni. Nel parlato comune si tende a generalizzare e se appare ormai consolidata la superiorità del titolo di marchese rispetto a quello di conte esserlo, sa bene quale differenza corra tra il linguaggio comune popolare diversi tra loro. Chiunque abbia parlato ad esempio con un medico senza Concludo con un’ultima notazione29 utile a riconoscere i segni distintivi del marchesato ed in particolare. la corona spettante al Marchese, che Lo stesso vale per i documenti antichi, che sono studiati da una scienza sormonta alcuni degli stemmi presenti nel Castello di Somma Lombardo: ed il linguaggio scientifico appropriato. ed alternati da dodici perle disposte tre a tre in quattro gruppi piramidali, chiamata “Diplomatica”. La Diplomatica è la scienza che studia soprattutto dila coronacui solo è due cimata visibili da quattro fioroni d’oro, tre visibili, sostenuti da punte i documenti medievali. Non ha a che vedere con la “diplomazia”, che è 30 Questal’arte della disciplina politica. nacque La Diplomatica nel secolo è XVIIla scienza ad opera dei documentidi eruditi ufficialimonaci . emessi da un’autorità riconosciuta per fini giuridici pubblici o privati.

benedettini francesi e si sviluppò nel corso dei secoli soprattutto nell’Europa continentale. Oggigiorno è insegnata nelle Facoltà di Lettere Lae Filosofia, Diplomatica presso studia la cattedra tutti gli chiamataaspetti dei “Paleografia documenti: e leDiplomatica” caratteristiche (la paleografia è la scienza delle antiche scritture).

pressointerne (lingua,cancellerie formule, o notai, stile, la ripartizioni registrazione, del testo…),copia e le trasmissione, caratteristiche i esterne (supporto scrittorio, grafia, segni speciali, sigilli…), la creazione Raffigurazione della corona di Marchese in uno stemma del Castello di Somma, (vedi fig. 72 “Catalogazione degli stemmi” a pagina 100 di questo volume). falsi, le edizioni moderne, gli usi cronologici. Esistono anche discipline Vispecifiche, sono diverse ad esempio categorie la “Diplomatica di documenti pontificia”, in base cheall’autorità si occupa che soltanto li ha dei documenti prodotti dalla cancelleria papale. sua volta queste categorie prevedono differenti tipologie di documento: ademessi: esempio pontifici, diplomi, imperiali, mandati, comunali, privilegi, notarili,lettere (di ducali vario e genere), via elencando. contratti, A , Enciclopedia anche i documenti trascritti nel saggio di , Del luogo di Zezio e sua pieve, in Periodico testamenti, bolle, suppliche, brevi, motu proprio 28 dellaGoffredo Società di StoricaCrollalanza Comense , cit. p. 396. In tema di valore dei titoli nobiliari si vedano di Somma che prendiamo in esame è un “diploma imperiale”, ossia una A. Monti eccetera. Il documento la titolatura delle mogli dei marchesi:, Vol. II, Como “faremo 1880, notare pp. 9-51. da ultimo che anticamente le mogli dei 29 In merito alla dualità conte/marchese è curioso notare quanto riportato dal Crollalanza circa Come si presenta questo diploma imperiale di precisamente quattrocen- Ermengarda moglie d’Adalberto marchese di Ivrea, Railanda moglie d’Oberto II marchese di todichiarazione anni fa? Vediamone ufficiale dell’imperatore,anzitutto le caratteristiche datata 31 agosto interne, 1619. ossia le carat- marchesi non si chiamavano marchese o marchesane, ma contesse; e contessa s’intitolavano Gli scudi, gli elmi e le corone, nella sezione L’Araldica Milano e Richelda moglie del marchese Bonifazio di Toscana” (op. cit. p. 396). 30 Si veda AA.VV., , in www.portalearaldica.it. 20 teristiche del testo che contiene. 21 Il diploma imperiale del 31 agosto 1619.

22 23 Come ogni documento, anche il nostro diploma sommese è composto - da tre parti: “protocollo”, “testo” ed “escatocollo”, ossia introduzione, lita, alla maniera dei “capilettera” di antica tradizione e sull’asta della lettera mali tra le quali la biscia viscontea; la prima lettera «P» è ingrandita e abbel testo e conclusione. Esse sono molto semplici: il protocollo è il nome è avvinghiata la biscia viscontea. Il resto del testo è vergato in un’elegante sottosezionidell’imperatore, nelle l’escatocollo quali si dividono è la le sua tre firma parti del con diploma la data, sono tutto chiamate il resto tuttacorsiva in lettere secentesca. maiuscole La seconda con alcune riga di «Rex esse ripassate Castellae in Legionis, oro, così Aragonum,come pure è testo. Ora il lettore dovrà avere molta pazienza. Infatti i nomi delle ilUtriusque nome Siciliae, Hierusalem, Portugaliae, ed Navarrae,alcune maiuscole necnon In[diarum]»nel corso del è in latino. Per fortuna il lettore italiano può intuire bene quale significato si «Franciscus Maria Vicecomes» - nasconda dietro una parola latina e dunque può intendere perfettamente testo. In fondo al documento, oltre alla firma dell’imperatore, vi sono firme Protocolloche cosa essa intenda. Procediamo dunque all’analisi, che presento in di cancelleria. La parte inferiore del diploma è piegata, secondo la consuetu Intitulatioforma schematica: è il nome per dell’autorità maggior chiarezza. emittente, in questo caso l’imperatore attraversodine della “plica”.due fori, Sul pende dorso con della cordone plica si oro leggono e rosso alcune un sigillo note diin cancelleriacera rossa e un regesto secondo l’uso, come pure sul retro del documento. Dalla plica, Testo ArengaFilippo :III di Spagna. (diametro cm 11), oggi piuttosto mal conservato e non più leggibile. C’è una particolarità che salta all’occhio. Al diploma è legato un Narratio:è una dichiarazione generale; qui l’imperatore afferma che è secentescasecondo documento, ma di mano di formatodiversa minore.rispetto Sia trattaquella diche una ha pergamena vergato il buona cosa premiare chi si è dimostrato un leale collaboratore. rettangolare di cm 55 x 45, che riporta, nella medesima corsiva è l’esposizione degli antefatti; nel nostro diploma, l’imperatore Dispositiodichiara che: è Francescol’ordine vero Maria e Visconti proprio, e suola padredisposizione Ermes sonoda parte stati Protocollodiploma, un’integrazione al diploma stesso. benemeriti nei confronti della Corona. ConsisteAnche questa nel nome integrazione e nei titoli presenta dell’imperatore protocollo, abbreviatitesto ed escatocollo. (in termine legittimi successori maschi primogeniti il feudo di San Vito ed il titolo di dell’imperatore. La dispositio Egli concede è molto a elaborata Francesco e dettagliata, Maria Visconti ed espone e a tutti quali i Testo Offretecnico anzitutto “ecceterati”). il riepilogo delle concessioni esplicitate nel diploma a marchese. Corroboratiocondizioni fiscali: e giuridiche comporti la decisione dell’imperatore nei la vera e propria aggiunta: si tratta del parere positivo dell’avvocato del ripeteconfronti con del abbondanza Visconti. di formule la propria volontà contro ogni possibile favore di Francesco Maria Visconti con tutte le clausole annesse, e poi è una forma di conferma, di rafforzamento; l’imperatore parere positivo sono peraltro annotati anche sul retro del diploma, con Sanctio: è una multa, che l’imperatore commina a chi disobbedirà alla fisco e dell’approvazione da parte del senato milanese; tali richiesta e obiezione. Vi aggiunge il comando di eseguire i propri ordini. Escatocollo Escatocollo Consistefirme di cancelleria.nell’annuncio Segue della nel presenza testo la del conferma sigillo imperialedell’imperatore. e nella data: Datatiosua decisione.: è la data topica (luogo) e cron è legato con cordone oro e rosso un sigillo, pure di cera rossa ma di ologica (tempo); nel nostro caso, Milano, 9 settembre 1620. Seguono firme di cancelleria. Al documento Subscriptioil documento è datato a Lisbona il 31 agosto 1619 e vi si aggiunge la dichiarazione della presenza della firma autografa e di un sigillo pendente. Informato conclusione, minore il rispetto documento a quello di conferimento del diploma del (diametro marchesato cm 9), di pureSan Quanto alle :caratteristiche è la firma; nel esterne nostro diploma,del documento, la firma si trattaautografa di una «Yo pergame el Rei»,- piuttosto mal conservato, recante al centro lo stemma imperiale. «Io, il Re». Vito ai Visconti è un bel diploma imperiale in pergamena del 31 agosto Deina rettangolare gratia di cm 80 x 60. I lati superiore, sinistro e destro sono marcati- 1619, con sigillo pendente e firma autografa dell’imperatore Filippo III di da una cornice in oro, lapislazzulo e rosso. La prima riga del testo «Philippus Spagna, con integrazione di conferma del 9 settembre 1620 su pergamena » è in lettere maiuscole d’oro24 su fondo lapislazzulo con figure ani semplice con sigillo pendente e firma25 autografa del medesimo imperatore. L’integrazione del 9 settembre 1620.

26 27 Il testo del diploma Offerendo se in favorem regiae verso di noi, secondo il suo Trascrizione e traduzione di Federico De Dominicis nostrae ducalis Mediolanensis desiderio, mostrandosi disponibile camerae renunciaturum, annuam a rinunciare a favore della nostra PHILIPPUS DEI GRATIA, pensionem ducentorum scutorum, camera regia ducale di Milano alla REX CASTELLAE LEGIONIS RE DI CASTIGLIA, DI LEON, quam ex gratia nostra vita sua pensione annua di duecento scudi ARAGONUM UTRIUSQUE SICILIAE, FILIPPO, PER GRAZIA DI DIO, durante, super reditibus camerae che possiede per grazia nostra vita HIERUSALEM, PORTUGALIAE, nostrae praedictae Mediolanensis natural durante sui redditi della NAVARRAE, NECNON INdiarum etc. DI ARAGONA E DELLE DUE SICILIE, possidet. Archidux Austriae, Dux Mediolani, ArciducaDI GERUSALEMME, d’Austria, DEL duca PORTOGALLO, di Milano, Nos habita super praemissis Noi, ricevuta opportuna Burgundiae et Brauantiae, comes DI NAVARRA, NON CHE DELLE INdie etc., opportuna informatione a praefati informazionenostra citata camera su tali diquestioni, Milano. Haspurg, Flandriae, et Tirolis etc. Status gubernatore nostro, cum dal nostro governatore del Recognoscimus et notum facimus Dichiariamodi Borgogna ee Brabante,rendiamo contenoto magistratu extraordinario ac citato Stato, con il magistrato tenore praesentium universis, aAsburgo, tutti quanti, delle conFiandre, questa del Tirolo etc. concilio secretiori, optantes straordinario e il consiglio segreto, etiamsi ipsummet Principum nostrae gratitudinis et desiderando offrire un segno della munus in quoscumque de se se il dovere proprio dei sovrani li recordationis praefato Francisco nostra gratitudine e memoria al benemeritos sua liberalitate et vincoladiposizione, a usare quanto la loro segue; liberalità anche Mariae Vicecomitis ob antiquae munificentia uti eos astringat, e generosità nei confronti dei familiae suae merita, quibus eos a motivo dei meriti della sua antica tunc vero arctius teneri censere benemeriti, proprio allora si invenimus cohonestatos, signum famiglia,predetto meritiFrancesco di cui Maria li abbiamo Visconti, debent, cum viros praestantiores, devono considerare vincolati praebere, ac multa, magnaque trovati onorati, e premiare e dignoresque praemiis prosequendi in modo più stretto, quando si obsequia, quae regiae coronae ricompensare i molti e grandi augendique honoribus sese offerat offra l’occasione di arricchire con nostrae ac praecipue eius pater ossequi che offrirono, soprattutto occassio. Hinc est quod cum premi e di innalzare con onori in variis bellorum expeditionibus suo padre strenuamente in magnificus fidelis nobis dilectus strenue praestiterunt, praemiis diverse spedizioni militari, alla Franciscus Maria Vicecomes è il motivo per cui avendoci il remurationeque afficere suumque nostra regia corona, e insignire nobis expossuerit, se in opido uomini eccellenti e degni. Questo tan clarum quam antiquum e decorare la sua tanto famosa Sancti Vitti in ducato nostro genus, illustremque originem, quanto antica stirpe e illustre Mediolanensi existenti multa chemagnifico, egli nel amato, borgo dia noi San fedele Vito, che si dignis honoribus (ut par est) origine con degni onori (come bona stabilia cum iure datia trovaFrancesco nel nostro Maria ducato Visconti di spiegato Milano, insignire et condecorare, illi conviene), volentieri abbiamo exigendi habere et possidere ha e possiede molti beni immobili praedictum oppidum Sancti Vitti, deciso di dare e concedere a lui in humiliterque supplicaverit ut con il diritto di esigere dazi, cum titulo marquonatus modo feudo il predetto borgo di San Vito, attentis maiorum suorum ac avendo supplicato che, considerati infra narrando in feudum dare et con titolo di marchesato, nel modo praecipue Hermetis Vicecomitis gli ossequi dei suoi antenati e concedere libenter decrevimus. patris sui obsequiis regiae coronae soprattutto di Ermes Visconti suo Tenore igitur praesentium de Dunque, con questa disposizione, nostrae exhibitis dictum oppidum padre, offerti alla nostra regia certa scientia, regiaque et ducali conche segue.certezza e con la nostra Sancti Viti, illi in feudum cum corona, ci degniamo di concedere il auctoritate nostra deliberate et autorità regia e ducale titulo Marchionatus concedere detto borgo di San Vito a lui come consulto ac ex gratia speciali, deliberatamente, con ponderata dignaremur, ut ita maiori feudo con il titolo di marchesato, maturaque sacri nostri supremi decisione e per grazia speciale, commodo splendoreque parentum in modo da poter con maggior consilii accedente deliberatione e con annessa piena delibera del suorum instar in obsequio nostro comodità e a imitazione del suo ac alias omni meliori modo, nostro supremo consiglio e in ogni pro suo desiderio pergere possit. casato proseguire nell’ossequio iure, via et causa, quibus melius migliore modo, diritto, via e causa,

28 29 validius et efficatius fieri potest, loci et pertinentiarum et eius omaggio, e uomini e sudditi al praedictum oppidum Sancti Vitti meglio, più validamente ed praetori et iusdicentibus in ipso suo pretore e alle autorità del de nostra plenitudine potestatis, con i quali ciò possa avvenire loco suppositis, et obedientibus luogo, obbedienti e usi e consueti a nostra civitate Mediolanensi potestà separiamo il predetto ac obedire solitis, et consuetis, ac a obbedire, e autorità di scegliere separamus et ab eius iurisdictione borgoefficacemente, di San Vito con dalla la nostra nostra piena authoritate deputandi praetorem, il pretore, l’autorità e gli altri eximimus, ac id ita separatum et città di Milano e la esimiamo dalla et iusdicentem, aliosque officiales, idem Francisco Mariae Vicecomiti sua giurisdizione ed esso così et alia exercendi et faciendi in di compiere le altre cose in tutto e concedimus, donamus, largimur et separato, lo concediamo, doniamo omnibus et per omnia sicut, prout perofficiali tutto, e ilcome diritto dispone di esercitare la natura e in perpetuum in feudum rectum, ed elargiamo al medesimo natura et proprietas dicti feudi e la proprietà del detto feudo e nobile, ac gentile assignamus pro disponit, et Camerae nostrae spetta alla nostra predetta camera se, suisque filiis descendentibus et assegniamo in perpetuo come praedictae spectat cum mero, et con integro e misto potere, potere successoribus masculis per lineam feudoFrancesco retto Maria nobile Visconti e gentile e loper mixto imperio, gladii potestate, di spada e giurisdizione completa masculinam legitime natis, vel et omni moda iurisdictionem in in tutto come spetta alla nostra per subsequens matrimonium e successori maschi legittimi omnibus prout et quemadmodum camera e abbiamo nel detto legitimatis, ordine primogeniturae perlui e linea i suoi maschile figli, discendenti o legittimati ad Cameram nostram spectat et luogo di San Vito e investiamo il servato, ita ut unus tantum per successivo matrimonio, habemus in dicto loco Sancti Vitti. semper Marchio et feudatarius conservato l’ordine della Atque praefatum Franciscum sit et nominetur cum territorio, primogenitura in modo che ci Mariam Vicecomitem, et eius filios (comepredetto sopra) Francesco del detto Maria feudo Visconti con iurisdictione, locis, cassinis, villis sia e sia nominato sempre un et descendentes ile ititolo suoi figlie l’onore e discendenti di marchesato, maschi et possessionibus, aquis et iuribus marchese e feudatario soltanto masculos (ut supra) de dicto secondo la forma dei decreti del aquarum, pasculis et nemoribus con il territorio, giurisdizione, feudo, cum marchionatus titulo et nostro stato milanese e di fedeltà ac bonis cultis et incultis, datiis, luoghi, cascine, ville e possessi, honore iuxta formam decretorum emolumentis, hominibus, vassallis, acque e diritti delle acque, Status nostri Mediolanensis et Trasferendo nel predetto vassallorumque reditibus, pedagiis, pascoli e boschi e terreni colti tam veteris quam novae fidelitatis tanto antica quanto nuova. omnibusque pertinentiis dicti feudi e incolti, dazi e monumenti, investimus. Transferentes in et eius territorii et quatenus se uomini, vassalli, redditi di vassalli, praedictum Franciscum Mariam (comeFrancesco sopra) Maria ogni Visconti diritto, per ogni extendunt et extendere possunt, pedaggi, e tutte le pertinenze Vicecomitem pro se suisque azionelui e i suoi nelle figli e sulle e discendenti cose donate tam de iure, quam de consuetudine del detto feudo e i suoi territori filiis et descendentibus (ut confinia et pertinentia et aliorum supra) omne ius, omnemque gli stessi procuratori “in rem dicti territoriis cum territoriis ei possono estendere, tanto di actionem in et super donatis et in propriam”e infeudate. e Eponendoli costituendo nel diritto annexis et cum iuribus, dictionibus, dirittosia fin dovequanto si estendonoper consuetudine, e si feudatis. Constituentesque ipsos e nel nostro stato e della nostra honorantiis, regimibus, franquitiis, procuratores in rem propriam ac camera predetta, fatto salvo dignitatibus, consuetudinibus, detto territorio, con i territori ad ponentes in ius et statum nostrum tuttavia e sempre riservato a proventibus, reditibus, utilitatibus, essii confini annessi e pertinenze e con diritti, e altro dizioni, del et camerae nostrae antedictae, noi, e nel predetto nostro stato praeminentiis, libertatibus, onoranze, regimi, franchigie, salvo tamen et reservato semper milanese per i nostri successori, il honoribus, exemptionibus, dignità, consuetudini, proventi, nobis, ac in dicto statu nostro nostro diritto di dominio diretto, privilegiis, gratiis, furnis, redditi, utilità, preminenze, Mediolanensi successoribus superiorità, omaggio e di terzo di fornatibus, venationibus, libertà, onori, esenzioni, privilegi, nostris, iure nostro directi dominii, qualunque secondo, secondo il piscationibus, successionibus, grazie, forni, fornaci, diritti di superioritatis et homagii et alterius decreto del magistrato maggiore, homagio et hominibus eiusdem caccia e di pesca, successioni, cuiuscumque tertii, decreto maioris delle trattagualde, delle biade,

30 31 magistratus, tractagualdorum, delle ferrarizie di gabella del sale, nobis et successoribus nostris in di omaggio e siano tenuti bladorum et ferraritiae sugli alloggi o alloggiamenti dei dicto statu, vel a nobis, seu ab illis a prestarlo a noi e ai nostri gabellae salis, hospitationibus, soldati e dei mercenari e con tutti facultatem habentibus debitum successori nel predetto stato o a sive allogiamentis militum et gli altri diritti e onori nei feudi fidelitatis et homagii iuramentum coloro che ne hanno avuto facoltà stipendiatorum ac omnibus aliis per il signore superiore, tanto praestent, praestareque teneantur. iuribus et honoribus in feudis di diritto, quanto in base alle Decernentes hanc nostram Ritenendo che questa nostra Domino superiori, tam de iure, costituzioni, ai decreti, agli ordini concessionem sic (ut supra) concessioneda noi o da quelli. così (come sopra) quam ex forma constitutionum e alla consuetudine del nostro factam semper, et omni tempore sempre fatta valga in ogni tempo, decretorum et ordinum ac predetto stato, soliti e consueti valere, tenere, effectumque sortiri obblighi, sortisca effetto, e debba consuetudine dicti nostri status in ad essere riservati in simili et observari debere, supplentes similibus concessionibus reservari concessioni, cose che qui vogliamo quoscumque defectus, tam iuris, qualunque difetto tanto di legge solitis et consuetis, quae hic quam facti et cuiuslibet alterius quantoessere osservata; di fatto e qualsiasi supplendo altra pro suficienter expressis haberi solemintatis intrinsecae et solennità intrinseca ed estrinseca volumus servataque natura feudi. Eespresse a condizione in modo che sufficiente prima che e extrinsecae ac formalis a iure, e formale, richiesta dal diritto o E[t] a conditione quod antequam conservata la natura del feudo. vel consuetudine requisitae, praedictus Franciscus Maria Visconti prenda possesso del si qui forsan in praemissis vel siano dovuti intervenire nelle cose Vicecomes dicti feudi capiat dettoil predetto feudo, Francesco faccia rinuncia Maria della aliquo praemissorum intervenire premessedalla consuetudine; o in una di se esse alcuni possano forse possessionem praefatae pensionis predetta pensione di duecento debuissent, dici, aut allegari essere dette o allegate, non ostanti ducentorum scutorum (quam in scudi (che ha nel predetto nostro possent, non obstantibus legibus, leggi, statuti, decreti, costituzioni, dicto nostro statu Mediolanensi stato di Milano) in favore della statutis, decretis, constitutionibus, riforme, ordini o consuetudini habet) in favorem praedictae nostra predetta camera regia e reformationibus ordinibus aut del predetto stato e soprattutto nostrae regiae et ducalis camerae consuetudinibus dicti status et disponenti che le terre e i villaggi (prout obtulit) renuntiationem parimenti, prima che gli si dia il praesertim disponentibus terras del detto stato non possano faciat. Et quod pariter antqeuam predettoducale (come attuale ha possessoofferto). E paghi che, et villas dicti status non posse essere alienati ad alcuno e ei detur praefata actualis nella nostra tesoreria milanese cuique alienari et aliis omnibus qualsiasi altra cosa che dica il possessio, solvat in regia nostra ducale per l’infeudazione della quibuscumque tam in genere quam contrario tanto nel genere quanto ducali thesauraria Mediolanensi, detta terra di San Vito la somma in specie in contrarium facientibus nella specie o danti un’altra pro infeudatione dictae terrae che il nostro magistrato ordinario aut aliam formam dantibus etiam forma, anche se fossero tali, sia Sancti Vitti, eam summam quam avrà stimato in base alla qualità si talia essent de quibus specialis da fare di essi speciali e individua magistratus noster ordinarius et individua mentio his nostris menzione con queste nostre aestimaveris perpensa dictae che nelle mani dell’illustre esset facienda, quibus omnibus disposizioni, per le quali tutte e terrae qualitate. Ac demum quod governatoredel detto territorio. del nostro E inoltre predetto et singulis eorum tenores hic pro singole, volendo ritenere i testi in manibus illustris gubernatoris stato e dominio milanese, entro insertis et specifice declaratis nostri dicti status et dominii un anno dalla data del presente habere volentes, hac tantum in dichiarati, soltanto in questa Mediolanensis infra annum a die documento e prima che prenda parte derogamus et derogatum parte,qui come deroghiamo inseriti e especificamente vogliamo e datae praesentium, ac antequam il detto possesso, egli stesso e i esse volumus et iubemus. dictam possessionem capiat Mandantes illustri gubernatori Comandando all’illustre ipse eiusque filii et descendentes (come sopra) ogni volta che sia nostro praesenti et futuris, praesidi governatoreordiniamo che nostre sia derogato. presente e ai masculi (prout supra) presentatasuoi figli e discendenti l’occasione, maschiprestino et senatui, praesidibus et magistris futuri, al presidente e al senato, quotiescumque casus postulaverit debito di fedeltà e giuramento utriusque, magistratus, thesaurario ai presidenti e ai maestri di

32 33 nostro generali, caeterisque entrambi le magistrature, al nostro alteram vero parti lesae, vel laesis e ducale o erario nostro officialibus et subditis nostris tesoriere generale e a tutti gli irremisibiliter applicandam et milanese, l’altra metà alla Mediolanensis dominiis ad quos exigendam esse censemus. Harum parte lesa o alle persone lese spectat et spectabit ut praefatum dominio milanese ai quali spetta e testimonio litterarum manu nostra irrevocabilmente, ordiniamo che Franciscum Mariam Vicecomitem spetteràaltri officiali che epongano sudditi nostrie inducano del il subscriptarum et sigilli nostri seu eius legitimum procuratorem a pensione munitarum. Datum testimonianza di questa lettera et mandatarium in memorati feudi o il suo legittimo procuratore e Olisiponis trigessima prima die sottoscrittasia da applicare dalla e nostrada esigere. mano In Sancti Vitti iurium, redituum (ut mandatariopredetto Francesco nell’attuale Maria possesso Visconti mensis Augusti anno a nativitate e munita del nostro sigillo supra) actualem possessionem dei diritti e dei redditi (come Domini millessimo sexcentessimo ponant et inducant, positumque et sopra) del ricordato feudo di decimo nono. IO EL REY inductum manuteneant, conservent San Vito, lo mantengano posto pendente, dato a Lisbona il 31 et defendant ac manuteneri, e indotto, lo conservino e lo PHILIPPUS III DEI GRATIA agosto 1619. IO IL RE conservari et defendi faciant per difendano e lo facciano mantenere, Hispaniarum utriusque Siciliae re di Spagna, delle due Sicilie quoscumque nec non et ipsum conservare, difendere da parte di etc. rex et Mediolani dux FILIPPO III PER GRAZIA DI DIO, pro marchione dicti oppidi Sancti tutti, nonché abbiano, ritengano, secundus etc. petita a senatu Vitti, suosque successores (ut reputino, onorino e trattino costui nostro annexi diplomatis alecc., nostro secondo senato, duca ho di aggiunto Milano supra) habeant, teneant, reputent, come marchese del detto borgo approbatione, quo Francisco ecc., chiesta l’approvazione honorificent atque tractent, di San Vito e i suoi successori Mariae Vicecomiti ob antiquae illosque inter ceteros marchiones (come sopra), annoverino quelli eius familiae merita, ac multa, a[un’integrazione] motivo dei meriti del della diploma, sua con dicti status numerent, suumque tra gli altri marchesi del detto praeclaraque obsequia, praecipue anticail quale famiglia a Francesco e dei Mariamolti eVisconti, famosi locum, gradum et honorem ipsis stato, diano, attribuiscano e autem ab eius patre in variis ossequi prestati strenuamente tanquam talibus marchionibus servano il proprio luogo, grado bellorum expeditionibus strenue alla nostra corona, soprattutto da dent, tribuant, et servent. Hasque e onore a loro, come a tali Coronae nostrae praestita, suo padre, in diverse spedizioni nostras inviolabiter observent et ut eius tam clarum, quam et exequantur observarique et e facciano osservare ed eseguire antiquum genus, illustremque insignissimo il suo tanto famoso, exsequi faciant per quos decet, inviolabilmentemarchesi. Osservino, queste eseguano nostre originem dignis honoribus quantomilitari, antico e affinché casato decorassimo e la sua e non obstantibus (ut supra) disposizioni per mezzo di coloro condecoraremus, et insigniremus, illustre origine di degni onori, quibuscumque in contrarium cui spetta, non ostante (come oppidum Sancti Viti cum titulo concedemmo il borgo di San facientibus. marchionatus concessimus et in Vito, con titolo di marchesato Nulli ergo omnino hominum liceat A nessun uomo dunque sia perpetuum in feudum rectum, e lo assegnammo in perpetuo hanc nostram concessionis et lecitosopra) infrangere qualsiasi cosa questo contraria. nostro nobile ac gentile assignavimus, come feudo retto, nobile e gentile investiturae feudalis et marchionatus documento di concessione, di pro se, suisque filiis, tituli paginam infringere, aut ei investitura feudale e di titolo descendentibus et successoribus e successori maschi nati quovis modo contraire vel venire marchionale o a lui, in qualsiasi masculis per lineam masculinam legittimamenteper lui, i suoi figli, per discendenti linea maschile sub gravissimae indignationis modo contraddire o rivolgersi legitime natis, vel per subsequens o legittimati per matrimonio nostrae poena, nec non mulcta sotto pena della nostra gravissima matrimonium legitimatis, ordine successivo, conservato l’ordine marcarum centum auri puri toties indignazione, nonché una multa di primogentiruae servato, et ita della primogenitura e in modo che quoties contrafactum fuerit, quarum cento marchi di oro puro tutte le ut unus tantum semper marchio soltanto uno sempre sia e venga dimidiam partem regio et ducali volte che non sarà rispettato, delle et feudatarius sit et nominetur: nominato marchese e feudatario: fisco, seu aerario nostro Mediolanensi his tamen conditionibus, ut tuttavia a queste condizioni, che,

34 quali la metà al nostro fisco regio 35 antequam praedictus Franciscus de solutione librarum trium versamento di tremila lire che lo Maria Vicecomes dicti feudi Maria Visconti prenda possesso millium, quas arbitratus est stesso magistrato ha giudicato caperet possessionem, pensionem delprima detto che feudo, il predetto rinunciasse Francesco idem magistratus esse solvendas da versare come stima della ducentorum scutorum, quam in alla pensione di duecento scudi pro aestimatione dictae detta infeudazione e in base hoc statu habebat, in favorem che aveva nel nostro stato in infeudationis, ac alia attestatione all’altra attestazione di Giovanni camerae nostrae renunciaret, favore della nostra camera e che Ioannis Salvaterrae et Nicolai solveretque in thesauraria nostra versasse nella nostra tesoreria Bartholomaei, rationatorum ragionieri generali della nostra pro infeudatione dicti oppidi per l’infeudazione del detto borgo generalium camerae nostrae, camera,Salvaterra che e neidi Nicola libri della Bartolomei, detta Sancti Viti eam summam quam di San Vito quella somma che quod ex libris dictae camerae camera è documentata la rinuncia magistratus noster ordinarius il nostro magistrato ordinario apparet de renunciatione dictae della detta pensione, secondo le aestimasset, perpensa dictae avesse stimato in base alla qualità pensionis, iuxta conditiones in condizioni poste nel medesimo terrae qualitate, usque in manibus della detta terra, e che prestasse ipso diplomate appositas; nihil diploma, disse di non avere nulla da illustris gubernatoris hius status debito di fedeltà e omaggio di quod opponat, se dixit habere: intra annum a die datarum ipsius giuramento nelle mani dell’illustre senatus autem optime edoctus, edotto, tanto dell’antica e insigne diplomatis litterarum, antequam governatore di questo stato entro tum de antiqua et insigni dictae nobiltàopporre; e illustreil senato origine poi, ottimamente della dictam possessionem caperet, un anno dalla data dello stesso familiae nobilitate, illustrique detta famiglia, tanto dei detti debitum fidelitatis et homagii diploma, prima di prendere origine, tum de dictis servitiis servizi prestati, vedendo in questo iuramentum praestaret idemque possesso, e che lui stesso e i suoi praestitis, egregiamque in hoc giovane un’indole egregia, che dà ipse et eius filii ac descendentes adolescente indolem cernens, la massima speranza che egli sarà masculi, prout supra, ogniqualvolta si presentasse il quae spem maximam affert, degno dei suoi antenati, ritenne quotiescumque casus postulaverit, casofigli e lo discendenti, facciano a noi come e ai sopra, nostri illum fore maioribus suis dignum; nobis et successoribus nostris successori in questo stato o benefitia nostra optime locata, collocati e lo stesso diploma degno in hoc statu vel a nobis seu ab a coloro che ne hanno facoltà diplomaque ipsum approbatione i nostri benefici ottimamente illis facultatem habentibus dignum censuit. Cuius ordinis stessi la sentenza di quest’ordine facerent. Priusquam super decidesse qualcosa su questa sententiam ipsi sequentes, illud lodi approviamoapprovazione. e confermiamo,Seguendo noi ipsa approbatione quicquam approvazione,da noi o da quelli. il diploma Prima che fu dato si approbamus et confirmamus. comandando a tutti quelli ai quali decerneretur, diploma ipsum uni ad uno degli egregi avvocati del Mandantes omnes ad quos spectat spetta e spetterà che conservino ex egregiis fisci nostri advocatis et spectabit, ut ipsum diploma questo diploma e lo facciano datum fuit, ut opponeret, si fosse stato qualcosa da opporre, il servent et servari faciant. In quid haberet opponendum, qui qualenostro vista fisco, la per nostra opporre, lettera se dello ci quorum fidem praesentes sigillo ordinammo di munire la presente visis litteris nostris die 18 Maii nostro munitas fieri et registrari letteraconservare. del nostro In fede sigillo di queste e di cose proxime praeteriti terminum in cui si dice che il magistrato iussimus. Datum Mediolani die registrarla, dato a Milano anni, ut supra ad narrata per straordinarioscorso 18 maggio, deve come stimare sopra, il nono septembris MDCXX. agendum statutum ad alium valore del feudo per i beni di cui annum prorogantibus ac si è parlato, applicando lo statuto il 9 settembre 1620. mandantibus magistratum all’anno successivo per coloro che extraordinarium feudi valorem fanno richiesta e i loro mandanti, aestimare debere, nec non et nonché vista anche l’attestazione Il documento presenta usi ortografici riconducibili al latino del XVII attestatione Bazii rationatoris secolo. Si è deciso di mantenere le oscillazioni grafiche del documento apud dictum magistratum presso il detto magistrato del (es. Viti/Vitti) e di lasciare le maiuscole solo per i nomi propri. Dalle del nostro ragioniere Bazzi, forme grafiche e sintattiche si evince che si tratta di un latino giuridico 36 formulare, non di un latino classico.37 Araldica e arte nel Castello di Somma Riallacciandosi infatti all’antica tradizione della dinastia e di Gianfranco Rocculi avvalendosi del metodo comunicativo basato sul linguaggio delle imma- gini,committenti. espletarono il controllo dell’arte a scopi celebrativi, avvalendosi del Da qualche tempo il centro storico di Somma Lombardo ha trovato Attraverso lo studio di tale prezioso materiale è stato possibile desumere piazza, infatti, conclude una serie di recuperi nel borgo storico che si è comeconsapevole la necessità uso dell’iconografia di esibire i simboli araldica del a poterefini squisitamente unita al ferreo encomiastici. controllo nuova vita. La sistemazione dell’accesso al Castello e dell’antistante su ogni immagine, portasse, come primaria conseguenza, a una prolifera- zione di stemmi dove il signum visconteo del , dapprima isolato, riappropriato di scorci e spazi di grande prestigio e suggestione. - teraIl Castello, area, nacque edificato dalla in trasformazioneetà viscontea tra di unla metà nucleo del originario Trecento di e piùl’inizio antiche del Quattrocento, epoca in cui il suo imponentecastrum sviluppo edilizio riqualificò l’in veniva in vari momenti e contesti storici incrementato da altri simboli. Un - patrimonio iconografico che si ripeteva con continuità, riapparendo nelle terventi,fortificazioni, rimaneggiamenti tra cui l’importante e addizioni che detto portarono di Guilizone anche giàal suoattestato adegua fin- inpiù varie svariate opere forme, d’arte raffigurato dipinto su pareti,con fini tele spesso o su ceramica,pratici su ricamato diplomi, sumonete, stoffe dal secolo XI. Nel corso della millenaria storia fatta di un’infinita serie d’in armature, scudi, bandiere, vessilli e sigilli, o, con fini squisitamente estetici, Oggi il vasto spazio a forma di quadrilatero si presenta suddiviso in quat- tromento blocchi, a dimora articolati signorile, intorno non mutò a tre i distintecaratteri ampie austeri corti dell’aspetto contigue esterno. dotate o inciso sui più vari oggetti, fino a trasformarsi nel simbolo, universalmente d’imponenti torri e ingressi indipendenti e a un più contenuto cortiletto, disciplinaconosciuto, documentaria atto a identificare della nel storia, tempo si tutti propone i Signori di svelaredel Castello. sul passato riguardanteQuesto studio la stirpe che si dei avvale Visconti della di ricercaSan Vito iconografica una prospettiva intesa che come sia È solo diversa e complementare a quella fornita dalle fonti e dai documenti ora di servizio. In realtà tutti appartenevano a diversi rami della stessa ramificata famiglia che ne aveva voluto le singole edificazioni. glinegli androni anni cinquanta e i portici del dei secolo suoi scorsocortili cheingentiliti il Castello da colonne venne unificato e capitelli in laico”,utili alle conferito indagini dal letterarie. vescovo Ilconte cognome a chi, della scelto dinastia nel novero dei Visconti dei vassalli trae un’unica proprietà. Se visto dall’esterno, appare in tutto il suo rigore, vescovili,origine dall’ereditarietà avrebbe espletato dell’ufficio autorità di giudiziaria “vice-comites”, (iuditium cioè disanguinis “vicario), - portando la ferula laicalis araldici e da tracce di decorazioni a graffito, le sale affrescate ricche di personaggio documentato con il tale cognome è Eriprando Vicecomes apparatograndi camini ornamentale e di soffitti preservato a cassettoni nel tempononché si l’imponente esprime anche parco in seco cicli a simboleggiare la propria funzione. Il primo pittoricilare, tradiscono cortesi ei segniaraldici di cheuna invadonocommittenza soprattutto colta e raffinata.le sale di Ilrappresen suntuoso- nobiltà, inquadrato nella Milizia di Sant’Ambrogio e rappresentante di un (XI sec.), ricollegabile forse a un Ariprando da Arsago, appartenenteè assai alla arduo determinare i nessi genealogici che possano essere intercorsi tra anonimetanza, decorandone e prive di dignità gli ampi architettonica, spazi. Tali ornamenti apportandovi assolvevano, giochi cromatici infatti, iconsortile vari personaggi feudale vissuti assai ramificatonei secoli attestatoXI e XII ovvero a Milano. a far In datarealtà, dai primi all’importante funzione di unificare e razionalizzare superfici in se stesse anni nei quali il loro cognome Vicecomes o de Vicecomitibus appariva decorativi,e scenici atti trascurando a nobilitarne i messaggi l’architettura immediatamente fortificata esistente. percepibili insiti in loro,Il considerare che non solo le iconografieriguardano laaraldiche storia famigliare quali elementi e sociale prevalentemente dei proprietari Probabiledocumentato luogo con d’originecontinuità. dei Si puòdiretti comunque antenati pensare dei signori che molti di Milano, di essi succedutisi nel tempo, ma ne coinvolgono gli aspetti politici, giuridici, sembrerebbeappartenessero la allo zona stesso detta ceppo del Vergante,familiare. ampio rilievo collinare che - realizzate ineconomici, successione spirituali temporale e artistici, costituiscono finiva in valida realtà testimonianza per causarne ildi misco come domina il Lago Maggiore. Ne facevaVicecomes parte la, vassalli corte di dell’Abbazia Massino, piccolo di San ilnoscimento Castello fosse e la parte sottovalutazione. integrante del Le decorazionivasto patrimonio araldiche acquisito dai borgo che, situato lungo la sponda novarese del lago, nel 1179 aveva quali Visconti di San Vito e di quanto alto fosse il loro livello dottrinale quali Comense,signori un areaOttone nella e suo quale figlio i Visconti Guido acquisirono il titolo di Capitanei Gallo. Altro luogo d’origine potrebbe riconoscersi nella Pieve di Mariano 38 39 . Lato Sud del Castello Visconti di San Vito.

40 41 Nel corso dei secoli la famiglia si divise in vari rami secondari alcuni dei quali si estinsero, alcuni si fusero attraverso discendenza femminile con altre famiglie nobili che ne acquisirono sia cognome che blasone, Modrone,giunta fino è aituttora giorni fiorente nostri e quella dei marchesi della Motta, estinta Laagli breve inizi deldescrizione Settecento. genealogica Il ramo del della secondogenito, pur nota storia relativo della ai famiglia duchi di è qui delineata per evidenziare. come, con il conseguimento del ducato, vissutoaltri rami nella ancora prima appaiono metà del tuttora XII secolo, fiorenti. diede inizio alla storia della la raggiunta dimensione regionale e in seguito nazionale sia stata Il ramo originario della dinastia ducale discende da un Uberto che, accompagnata dalla progressiva e contemporanea elevazione dei rami secondari, elemento di distinzione e di promozione sociale, nonché nobiltà,famiglia, sostenne della cui una fortuna lunga vero lotta artefice contro fu la ilfazione figlio Ottone popolare (1207-1295), capeggiata aspetto peculiare nelle strategie familiari e politiche, non solo in fase di nominato nel 1262 arcivescovo di Milano. Costui, appoggiato dalla ascesa, ma anche quando lo status raggiunto veniva mantenuto attraverso il proseguimento delle strategie di comportamento, con ricerca continua Avvalendosidai , dell’unione sui quali delnel partitogiorno dedicatodei nobili a con S. Agnese l’autorità il 21 vescovile, gennaio di occasioni propizie al conseguimento di alleanze matrimoniali sempre 1277 prevalse a , in una battaglia decisiva per il proprio trionfo. passaggio da una forma di potere personale a un sistema a vocazione metodologia ispirata alla considerazione di quanto immediatamente cercò di legare alla propria famiglia la della città, con il più prestigiose. Nello studio dei reperti araldici viscontei si è seguita una pronipote Matteo I, il Magno tendenzialmente dinastica. Nel 1287 fece, infatti, eleggere il proprio Pocoriconoscibile usato in Italia sia sempre era inoltre stata il sistema la rappresentazione di differenziazione dell’unica degli stemmi figura (1250-1322), Capitano del Popolo nonché deiinterna rami allo cadetti scudo, rispetto stereotipata al ramo per primogenito convenzione. attraverso l’impiego delle primo Signore di Milano, cariche che avrebbe rivestito anche il figlio di brisure assolutoquesti Galeazzo della famiglia I (1277-1328). non solo La su vittoria Milano, militare ma sulla conseguita Lombardia a Desioe per estensione,segnò sostanzialmente su ogni territorio l’inizio postodella signoriasotto il suoviscontea dominio e del in controlloanni non origine. che La in considerevole proseguo di tempo, ramificazione presentassero della stirpe caratteri dei araldici Visconti, foca nei- certo tranquilli ma segnati da intricate vicende successorie che tanto lizzativari secoli unicamente in cui si dipanòsul “biscione”, la sua storia, ad eccezione ha fatto sìdel che ramo gli stemmi, primogenito sia in ducale che, al raggiungimento del titolo, assunse appunto il cosiddetto della città, durante il primo decisivo periodo dell’ancora incerta incisero sulla storia famigliare. Consolidato il potere dei nuovi Signori uso sia d’imprese, completate solitamente da motti lapidari volti alla delineazione“Ducale”. È noto, di precisi inoltre, attributi come ladi dinastiacarattere viscontea personale, abbia sia delle fatto iniziali largo dominazione, iniziò la lunga serie di rappresentanti che già dal 1287 al 1302 con il titolo di Capitani del Popolo, dal 1311 al 1395 come SanSignori Vito, e Vicariderivano Imperiali dallo e,stesso infine, ceppo dal 1395 della al famiglia1447 con ducale il titolo e ducale,hanno del nome, sigle enigmatiche spesso di difficile individuazione a causa dominarono la scena politica dell’Italia settentrionale. I Visconti di della frequenza d’omonimie. Non di tutte le sigle, pertanto, è stato tradizionalmenteidentificato l’esatto in riferimentoposizioni ben e vengonovisibili e piùprevedibili facilmente quali abbinate gli angoli al Iin il comuneMagno con questo tuttaPicco la prima parte della genealogia, fino a nome dei personaggi maggiormente famosi che le portavano. Poste Teobaldo (1251-1278) marito di Anastasia Pirovano, padre di Matteo e di Uberto il (1280/1288-1315) vero iniziatore di dell’iconografia, presentano caratteri consoni agli stilemi in voga nel questo ramo della famiglia da cui discesero Giovan Battista, marito di remoteperiodo. e L’insegnaricche di simbologie,araldica della vanta, stirpe infatti, dei Visconti origini avvoltecon «la davipera mitiche che perRegola contrasti di Guido con Galeazzi l’Aurea di Repubblica Siena, e i loro Ambrosiana, figli Francesco a Somma, e Guido antica che leggende,Melanesi accampa» intrise di storiedi dantesca fantastiche, memoria riprese è senza e sviluppate dubbio una in proseguo delle più alla morte del duca Filippo Maria, avvenuta nel 1447, si ritirarono, di tempo da storici ed antiquari Il raggiungere una completezza esaustiva sull’argomento appare arduo signoria della famiglia. Il casato si divise dapprima in due grandi linee compito, considerando l’attuale cinque-seicenteschi. supporto delle fonti che avanzano ine in due seguito altre indiramazioni, ulteriori linee cioè con quella i successivi dei marchesi eredi. Fudi Sanil primogenito, Vito che è Francesco, a dar origine al ramo della famiglia che a sua volta si distinse 42 ipotesi e certezze solo presunte. 43 Lato Nord del Castello Visconti di San Vito.

44 45 La via non è il solo attingere informazioni ma annoverare leggende, eventi, oggetti, impressioni ed elaborarli armonizzandoli insieme, ripercorrendo a ritroso le origini misteriose e affascinanti dell’antica serpens e al draco, la cui differenza appare spesso sfumata nel mondo medioevale tantostoria che fino le all’epoca similitudini remota nelle che loro ha connotazioni dato origine lia rendevanomiti legati alspesso non drago, nella sua essenza mitica ha rappresentato e rappresenta un distinguibili tra loro tanto che venivano confusi e sostituiti. Il serpente- codice iconografico complesso e anche per questo sempre più fascinoso. Il primo fondamentale documento risale al 1288, anno in cui Bonvesin dade laparte Riva, del maestro Comune di scuola ai Visconti appartenente del privilegio al Terz’Ordine d’innalzare degli il Umiliati, vessillo nella sua celebrazionevipera delle per Meravigliecontraddistinguere di Milano, il attestò luogo ildove conferimento l’esercito raffigurante una comunale avrebbe dovuto acquartierarsi. Circa cinquant’anni più tardi il frate domenicano Galvano Fiamma (1283-1344) che si autodefiniva riconoscendocappellano e nell’arma scriba dell’Arcivescovo una delle insegne Giovanni di guerra Visconti in uso (1290-1350) presso le avrebbe confermato e ampliato quando descritto da Bonvesin, del serpente attorcigliato divorante un uomo, precisa come fosse stata milizie cittadine del Comune. Narrando dettagliatamente dell’impresa conquistata da (†1111) al Re saraceno Voluce che la portava istoriata sullo scudo, sconfiggendolo in duello durante la Prima insegnaCrociata, bellica proprio non sotto perché le muraofferta di dal Gerusalemme Comune come assediata. antica insegna L’arma cittadinasarebbe stata, al crociato quindi, Ottone, adottata antenato ufficialmente del casato dalle e milizie per giunta milanesi omonimo quale del vescovo che al tempo era il padrone delle sorti della città, ma con condivisidecreto comunale trascorsi inlegati ragione alle più del note famosissimo vicende di trionfo Milano in dando Terra Santa.luogo Un singolo segno visivo, quindi, riplasma, in piena libertà, esaltanti e gentilizio di un potere nuovo che necessitava comunicare un’immagine infine alla trasformazione da insegna guerresca cittadina a simbolo chedi continuità.affondano la Queste loro origine ipotesi nella costituiscono notte dei tempi, il fondamento legati a tradizioni di altre numerose storie leggendarie che hanno preso corpo affiancandole, miti gli interessanti approfondimenti connessi a possibili interpretazioni sia religiosepopolari cheche netotemiche aumentano o il il riferimento fascino. Non al si simulacrum possono tralasciare, viperae proprio inoltre, Scultura decorativa sul pilastro sinistro all’ingresso del Parco secolare del Castello. della tradizione longobarda nel periodo46 prearaldico. 47 Il biscione visconteo, dal dialetto lombardo “bissa” ovvero “bestia”, si attribuiti con molta probabilità all’ambito della bottega di Carlo Antonio Procaccini, presentano grandi stemmi dal forte impatto decorativo eseguiti all’inizio del Seicento, in occasione del matrimonio tra Ermes distingue dai serpenti comunemente effigiati nell’araldica per la sua corpoimpostazione risulta, infatti,grafica crestato, stilizzata ondeggiante che mostra in una palo figura con ravvolgimentovigorosa e forte, su che con i Visconti di San Vito, hanno goduto di rapporti di parentela, di dai tratti chimerici e fantastici più vicina al drago che non al serpente. Il Visconti e Margherita Taverna. Altri stemmi si riferiscono a famiglie conse stesso bargigli dopo fornita il primo di denti risvolto aguzzi e con è spalancataspire degradanti, nell’atto sempre d’ingoiare distinte. un amicizia, di riconoscenza oppure di dipendenza. Tra le più interessanti fanciulloLa testa mostruosaignudo con ricordale braccia quella aperte, terrificante in cui altre di un interpretazioni, drago: la bocca al erappresentazioni imprese appartenenti iconografiche agli Sforza, figurano nonché sia lo l’impresastemma conesclusiva l’inquartato della pari avvolte nella leggenda, riconoscono di volta in volta un vecchio o Boemia-Visconti, sia quello relativo al Carmagnola, ma anche stemmi

sifamiglia riferiscono detta a delle famiglie Fronde appartenenti di quercia. al Anche quadro se politico non correttamente del tempo un saraceno. Nelle sue linee essenziali, la rappresentazione grafica del eseguiti secondo i rigorosi canoni araldici, gli stemmi raffigurati che biscione si mantenne sostanzialmente inalterata attraverso i secoli. Dal capo1311, delloanno scudo,in cui Matteo sempre I fu più insignito frequentemente della nomina venne di Vicario a incrementare Imperiale d’interpretazionenon presentano particolario d’esecuzione, difficoltà dovuti d’identificazione per lo più alla tramitecomplessità una con “mero et mixto imperio”, l’aquila imperiale, posta solitamente nel esecutivanormale ricerca di questi iconografica. stemmi, era In fenomenorealtà, la facilità più raro nell’incorrere in una committenza in errori la corona “regia laciniata”, ossia frastagliata, grazie al raro privilegio l’arma originale dei Visconti. Nel 1336 sulla testa dragonesca fu apposta varianti erano dovute a errate copie degli stemmi, poiché i riproduttori neireale, secoli, ma del disegnatori, tutto frequente pittori quando o scultori si trattava che fossero, di stemmi non sempre famigliari. erano Le concesso, secondo la testimonianza di Galvano Fiamma, dai duchi profondi conoscitori dell’araldica e i loro manufatti potevano, quindi, d’Austria, Alberto e Ottone, al condottiero Bruzzo Visconti, figlio naturale di Luchino il quarto signore di Milano. In occasione dell’elevazione a una certa libertà compositiva dell’esecutore che, pur nel rispetto dei di (1351-1402) a Duca di Milano, ad opera puntirisultare essenziali arbitrari, contenuti alterati o nell’arma, anche totalmente riteneva errati. di potersi Si può concedere anche pensare una dell’imperatore Venceslao di Lussemburgo il 4 gennaio 1395, nomina ilsuccessivamente cosiddetto “Ducale”, seguita apparvero dal diploma inquartati emesso nelaquila 1397 nera che estendevaimperiale ei poteribiscione a tuttivisconteo, i domini sormontati viscontei, solitamente nello stemma da ufficialeuna corona del ducato,ducale reperti,“licenza” le indescrizioni funzione degli dello stemmi spazio spessorealizzati non con sufficiente svariati materiali a contenere e su differentiun numero supporti, elevato lapidei,di raffigurazioni. mosaici, affreschi, Per facilitare legni, la ceramiche, comprensione tessuti dei e arazzi, verranno elencate con particolare attenzione all’approfondimento tempoinfilzata ne da fecero due ramiun’impresa fronzuti autonoma, di palma denominata fruttifera e piumai d’alloro, o divaricatili piumai, di aspetti di temi araldici poco conosciuti, ricercandone attribuzioni ao causatalvolta della decussati, sagoma simbolo delle fronde di vittoria cascanti e di dalla gloria. corona, Trasformazioni simili a piume nel criterio cronologico, non la sequenza della disposizione spaziale nel da quest’unione, avrebbe abbandonato la sua originale dimensione certe o almeno escludendo altre possibili interpretazioni. Si seguirà un afflosciate. Acquisendo la sua versione definitiva, lo stemma nato alle blasonature tra parentesi quadre verranno riportate le integrazioni Elementi peculiari che contribuiscono a rendere pregevole il Castello concernentiCastello, solitamente smalti e utilizzatacolori relativi nelle a illustrazionistemmi lapidei ai visitatori. privi di cromia, Quanto di“famigliare” Somma, sono per assurgere i saloni chealla sivalenza susseguono di “insegna al piano di Stato”. nobile, abbelliti Momenti salienti della preziosa storia simbolica dei Visconti di San Vito alle pareti spiccano cicli di affreschi con soggetti mitologici, simbolici o sonosecondo stati studi ripercorsi effettuati dando alla luce corpo di riscontria una sistematica con altre fonti. raccolta araldica realizzatida imponenti per autocelebrazionecamini di marmo della e da famigliasoffitti lignei in occasione a cassettoni, di particolari mentre alla luce d’indagini volte a rilevare strategie politico comunicative di uomini che hanno vissuto in prima persona il loro mondo, dando alleanze matrimoniali. Rilevante valore artistico mostrano gli affreschi che decorano sia il Salone d’onore che48 le sale adiacenti. Di autore ignoto, preziosi contributi alla sua realizzazione.49 Sala Papa Gregorio XIV Sfrondati.

50 51 Catalogazione degli stemmi

Da una ricognizione completa del Castello è emersa una grande ricchezza di elementi araldici. Ne è scaturita una galleria fotografica, che mostra la ricchezza di questo linguaggio simbolico e del suo utilizzo.

53 Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso]. 2. Visconti Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso]. 1. Visconti Marmo. Scudo a mandorla. All’interno ai lati del risvolto del biscione, due sigle «…» e «…» non identificate sono sormontate da tilde ad arco, quale segno di troncamento. Marmo. Scudo a mandorla. Prima metà del XIV secolo. Prima metà del XIV secolo. 54 55 Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante3. Visconti un fanciullo di [rosso].

Marmo. Scudo a punta. In basso ai lati dello scudo le sigle «L» e «V», probabile riferimento a «L // V[chino]». Prima metà del XIV secolo. Leone galeato con tizzone e secchi Un leone munito di elmo torneario, con cimiero a forma di cappello, cappuccio frastagliato bandato, su cui solitamente comparirebbe5. Impresa del il motto HIC HOF» (“io spero”), accovacciato. su un rogo, tiene con la branca destra un bastone noderoso, con due secchi cerchiati e colmi d’acqua pendenti da una fune. «

Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Seconda metà del XIV secolo.

Arma: Partito: nel 1°, di [argento], al biscione rivoltato (per cortesia) di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo4. e Viscontiingollante - Non un fanciullo attribuito di [rosso] nel 2°, di […], a tre ruote di 6 raggi, di […], 2 e 1, alleanza, (Visconti); matrimoniale, (Non attribuita). Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Composizione di Arma: Di [rosso], al leone di [argento], con la coda biforcata e annodata, armato, costituita da uno scudo partito che esprime le armi delle due famiglie. In realtà, il secondo stemma, lampassato6. e Boemia coronato di [oro]. alla sinistra araldica, appare con tre ruote, figura generica che innumerevoli famiglie portano nell’arma. In assenza, quindi, di riferimenti certi sulla sua provenienza e di colori sulla superficie dello scudo, non è possibile azzardare alcuna ipotesi. Seconda metà del XIV secolo. Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Seconda metà del XIV secolo. 56 57 Arma: Di […], alla torre di […], merlata alla ghibellina, aperta e finestrata di cinque pezzi del [campo], Tizzoni ardenti con secchi sostenuta da due leoni7. affrontatiNon attribuito e contro rampanti di […]. Tre bastoni noderosi, inclinati in sbarra (per cortesia), con le estremità inferiori ardenti, ciascuno con due9. Impresa secchi cerchiati dei colmi d’acqua, pendenti da una fune.

Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta, timbrato da una corona, sormontata da 8 perle (5 visibili). Seconda metà del XIV secolo. Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Fine del XIV o prima metà del XV secolo.

Arma: Di [argento], al biscione rivoltato (per cortesia) di [azzurro], coronato di [oro], Fronde di quercia intrecciate ondeggiante in palo e ingollante8. Visconti un fanciullo di [rosso]. Due rami di quercia intrecciati, con foglie e ghiande. 10. Impresa delle

Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Fine del XIV o prima metà del XV secolo. Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Fine del XIV o prima metà del XV secolo. 58 59 Emblema: Di [azzurro o nero], al sole a dodici raggi ondulati di [oro], carico della sigla YHS 11.di [nero], San Bernardino alla croce nascente(Trigramma) dalla parte iniziale dell’H

. Pietra. Capitello araldico, con scudo a punta. Fine del XIV o prima metà del XV secolo.

Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso]. 13. Visconti Cimiero: testa e collo del biscione, ingollante un fanciullo, rialzato sul dorso da un’ala di pipistrello Marmo. Scudo a tacca, timbrato da elmo torneario, con cercine e mantella d’armi di vaio. Emblema: Di [azzurro o nero], al sole a dodici raggi ondulati di [oro], carico della sigla IHS di12. [nero], San Bernardinoalla croce nascente (Trigramma) dal tratto orizzontale dell’H Il(a tutto ventaglio), posto all’interno tesa da otto di rinforziun grande a raggio scudo acuminatia tacca, in ecui, terminanti addestrata con all’elmo, foglie. All’interno dello scudo, ai lati del risvolto del biscione, due sigle «G» e «G» non identificate. . Pietra. Capitello araldico, con scudo a goccia. Fine del XIV o prima metà del XV secolo. la sigla «G» di dimensioni maggiori, ma d’identica forma. Prima metà del XV secolo. 60 61 Arma: Inquartato: nel 1° e 4°, di [rosso], al leone di [argento], con la coda biforcata e annodata, armato, lampassato e coronato di 16.[oro], Boemia - Visconti nel 2° e nel 3°, di [argento], al biscione 14. Frontale di camino. di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso], Pietra. Prima metà del XV secolo. (Boemia); (Visconti). Pietra, frontale di camino. Scudo rettangolare. Ai lati le sigle iniziali dei nomi dei fratelli «FR[ancesco]» e «GV[ido]» Visconti sormontate da tilde ad arco (tratto convenzionale di abbreviazione, ovvero troncamento dei nomi personali). Prima metà del XV secolo.

Tizzoni ardenti con secchi Fronde di quercia intrecciate Tre bastoni noderosi, inclinati in banda, con le estremità inferiori ardenti, Due rami di quercia intrecciati, con foglie e ghiande. ciascuno con due17. Impresasecchi cerchiati dei colmi d’acqua, pendenti da una fune. 15. Impresa delle

Pietra, frontale di camino. Scudo a punta. Prima metà del XV secolo. Pietra, frontale di camino. Scudo a punta. Prima metà del XV secolo. 62 63 Arma: Inquartato: nel 1° e 4°, di [rosso], al leone di [argento], con la coda biforcata, annodata Tizzoni ardenti con secchi e decussata, armato, lampassato e coronato18. Boemia di [oro], - Visconti nel 2° e nel 3°, di [argento], al biscione Tre bastoni noderosi, inclinati in banda, con le estremità inferiori ardenti, di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso], ciascuno con due20. Impresasecchi cerchiati dei colmi d’acqua, pendenti da una fune. (Boemia); (Visconti). Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo, accollato a un angelo. Prima metà del XV secolo. Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo, appeso con fiocco e chiodo. Prima metà del XV secolo.

Leone galeato con tizzone e secchi Un leone munito di elmo torneario, con cimiero a forma di cappello, cappuccio frastagliato bandato, su cui solitamente comparirebbe19. Impresa il motto del HIC HOF» (“io spero”), accovacciato. su un rogo, tiene con Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso]. la branca destra un bastone noderoso, con due secchi cerchiati e colmi d’acqua pendenti da una fune. 21. Visconti « Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo. In alto sopra lo scudo, una conchiglia. Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo, appeso con fiocco e chiodo. Prima metà del XV secolo. Prima metà del XV secolo. 64 65 Semprevivo Da una zolla cresce una pianta di semprevivo, di volta in volta identificata con un carciofo, Arma: Di [rosso], alla banda increspata di [argento], carica di tre scaglioni del [campo]. una palma o un porro, stelata,22. Impresa fogliata del e fiorita porta, attorcigliato allo stelo, 24. Elisabetta Bussone un nastro su cui solitamente comparirebbe il motto «MIT ZAIT» in tedesco antico (“col tempo”) Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo. In alto, sopra lo scudo, unaCarmagnola testa di putto. . Arma scaturita dal matrimonio tra Francesco Visconti, di Giovanni Battista, ed Elisabetta, Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo. In alto sopra lo scudo, una testa di putto. figlia del celebre condottiero, conte Francesco Bussone (c1385-1432), detto il . Prima metà del XV secolo. Prima metà del XV secolo.

Leone galeato con tizzone e secchi Un leone munito di elmo torneario, con cimiero a forma di cappello, cappuccio frastagliato bandato, Semprevivo su cui solitamente comparirebbe23. Impresa il motto del HIC HOF» (“io spero”), accovacciato. su un rogo, tiene con Da una zolla cresce una pianta di semprevivo, di volta in volta identificata con un carciofo, la branca destra un bastone noderoso, con due secchi cerchiati e colmi d’acqua pendenti da una fune. una palma o un porro, stelata,25. Impresa fogliata del e fiorita porta, attorcigliato allo stelo, « un nastro su cui solitamente comparirebbe il motto «MIT ZAIT» in tedesco antico (“col tempo”)

Pietra. Serraglia con clipeo contenente uno scudo a testa di cavallo, circondato da una ghirlanda . vegetale con foglie e ghiande, legata con un nastro attorcigliato. All’interno, ai lati dell’elmo, le sigle Pietra. Peduccio araldico, con scudo a testa di cavallo, appeso con correggia e chiodo a forma di rosa. «F» e «R», probabile riferimento a «F//R[ancesco]», di Giovanni Battista. Prima metà del XV secolo. Prima metà del XV secolo. 66 67 Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso]. 26. Visconti

Pietra. Serraglia, con scudo a testa di cavallo, accollato a un nastro svolazzante. All’esterno ai lati dello scudo, le sigle «B» e «A», probabile riferimento a «B//A[ttista]», di Francesco. Seconda metà del XV secolo.

Ducale Arma: Inquartato: nel 1° e nel 4°, di [oro], all’aquila di [nero], coronata del [campo] (Impero); nel 2° e nel 3°, di [argento], al28. biscione Il di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso],

(Visconti). Terracotta. Scudo semirotondo, incorniciato in una lastra quadrata, delimitata da una doppia cornice. Seconda metà del XV secolo.

Simbolo: Un agnello passante, la testa rivolta, tenente con la zampa anteriore destra e attraversante su una bandiera, terminante27. Agnus con Dei tre code, detta di S. Giovanni o di Cristo

. Pietra. Serraglia. Seconda metà del XV secolo. 68 69 Arma: Inquartato: nei quattro punti di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], 29.ondeggiante Francesco in Sforza, palo e duca ingollante di Bari un (Francesco fanciullo di II) [rosso], Sul tutto, di [oro], all’aquila di [nero], (Visconti). del tizzone ardente con secchi (Impero). Mensola lignea. Scudo rotondo, timbrato da corona all’antica, accollato all’impresa, una per lato, . Primi decenni del XVI secolo.

Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], Arma: Di [oro], all’aquila rivoltata (per cortesia) di [nero] ondeggiante in palo e31. ingollante Visconti un fanciullo di [rosso]. 30. Francesco Sforza, duca di Bari (Francesco II) (Impero). Mensola lignea. Scudo a punta, accostato da due biscioni, ondeggianti in palo e ingollante un putto, Pietra. Scudo sagomato accartocciato, timbrato da elmo con visiera, posto in maestà, con lambrecchini, quello posto alla sinistra, cioè a destra di chi guarda, rivoltato per cortesia. Primi decenni del XVI secolo. accostato da due arpie e chiuso in basso da una testa di leone. Seconda metà del XVI secolo. 70 71 Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso], accostato da quattro32. tizzoni Visconti ardenti di […], con secchio d’acqua pendente di […], due a destra in banda e due a sinistra in sbarra, uno sopra l’altro. Simbolo: due biscioni con i corpi ravvolti, annodati e affrontati, con lambrecchini, quello di sinistra, a destra di chi guarda, parzialmente distrutto, ondeggianti in palo e ingollanti entrambi33. Visconti un fanciullo, sormontati da una corona Marmo. Scudo ovale accartocciato, timbrato da due elmi a cancelli, posti in maestà, . accostato da due sirene alate e chiuso in basso da una testa di leone. Seconda metà del XVI secolo. Pietra, frontale di camino. Scudo ovale accartocciato. Secolo XVII. 72 73 Arma: Partito: nel 1°, di [azzurro], alla fontana zampillante di due palchi di [argento], nel 2°, di [argento], alla porta aperta34. Fontana di due -battenti Porta (o di della [rosso], Porta) scalinata di tre pezzi dello [stesso], (Fontana);

(Porta o della Porta). Marmo, frontale di camino. Scudo ovale. Secolo XVII.

Partito: nel 1° di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante35. un Visconti fanciullo - Serbelloni di [rosso] e non attribuitonel 2°, troncato: a) di [argento], ad un alberoArma [sorbo] (Dx araldica): di [verde], sostenuto da due grifi affrontati di [oro], il tutto movente da una terrazza di [verde]; b) di [argento], a tre bande di [rosso], col capo, (Visconti); di [oro], all’aquila di [nero], Arma: Partito: a), di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo36. di [rosso] Ermes Visconti - Margheritab) inquartato: Taverna nel 1° e 4°, bandato di [nero] (Serbelloni). e di [argento]; nel 2° e 3°, di [azzurro], al cane di [argento], seduto sopra un cuscino Affresco. Scudo sagomato,Non timbratoattribuito da una corona di conte. sostenuto da uno zoccolo dello (Visconti); [stesso] e movente dalla punta verso sinistra, Partito: nel 1° di […], alla torre quadrata di […], merlata alla ghibellina di sei il cane fissante una stella (8) di [oro] posta nel canton destro del capo pezzi, aperta e finestrata di cinque pezzi del [campo], sostenuta da due leoni controrampanti e Arma (Sx araldica):affrontati di […]; nel 2° troncato di […] e di […], all’aquila di […] nel primo (Taverna). Pietra, frontale di camino. Scudo ovale accartocciato, timbrato da una corona . cimata da 14 fioroni (8 visibili). Inizio XVII secolo. Affresco. Scudo sagomato, timbrato da una corona di marchese. Arma scaturita dal matrimonio tra Ermes Visconti (†1598), di Giovanni Battista, e Maria, il titolofiglia di del marchese senatore di conte S Vito Cesare nella Pieve Taverna di Corbetta, (†1569), trasmissibile da cui Francesco ai suoi Maria discendenti che ottenne maschi Tenenti: due putti alati, che tengono i due scudi affiancati e poggiati su un piedistallo. Un terzo dal re Filippo III di Spagna, con diploma del 31 agosto 1619, interinato il 9 settembre 1620, putto, sempre alato, posto al centro tra gli scudi, lega con una catena le due corone. Sul piedistallo la scritta: «STABILI / MANEANT / HAC VINCVLA / NEXV». Secolo XVII. in linea e per ordine di primogenitura. 74 75 Ducale Arma: Inquartato: nel 1° e nel 4° bandato di nero e d’argento; nel 2° e 3° d’azzurro, Arma: Inquartato: nel 1° e nel 4°, d’oro, all’aquila di nero, coronata del campo (Impero); al cane d’argento, seduto sopra37. Ferdinandoun cuscino sostenuto Taverna da uno zoccolo dello stesso nel 2° e nel 3°, d’argento, al biscione38. d’azzurro, Il coronato d’oro, ondeggiante in palo e movente dalla punta verso sinistra, il cane fissante una stella (8) d’oro e ingollante un fanciullo di rosso, posta nel canton destro del capo (Visconti). . Affresco. Scudo sagomato accartocciato, timbrato da una corona ducale. Affresco. Scudo sagomato accartocciato, timbrato da un cappello prelatizio di rosso, Inizio XVII secolo. con sei fiocchi per lato, 1, 2 e 3. Accollato a una croce astile episcopale d’oro. Inizio XVII secolo. Arma del cardinale Ferdinando Taverna (1563-1619), Governatore di e di Roma, creato cardinale nel 1604 da Papa Clemente VIII Aldobrandini con il titolo di S. Eusebio e, infine, vescovo di (1615), titolo che mantenne fino alla morte. Ermes Visconti ne aveva sposato la sorella Margherita.

76 77 Arma: Inquartato: nel I e IV, controinquartato: nel 1° e nel 4°, bandato di nero e d’argento; nel 2° e 3°, d’azzurro, al 39.cane Margherita d’argento, Tavernaseduto sopra - Ermes un cuscinoVisconti sostenuto da uno zoccolo dello stesso e movente dalla punta verso sinistra, su un ristretto di campagna di verde, il cane fissante una stella (8) d’oro posta nel canton destro del capo; nel II e III, d’argento, al biscione d’azzurro, coronato d’oro, ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di rosso.

Arma: D’argento, al biscione d’azzurro, coronato d’oro, Affresco. Scudo ovale accartocciato, timbrato da una corona cimata da 8 punte (5 visibili) ondeggiante in palo e40. ingollante Visconti un fanciullo di rosso sormontate ciascuna da una perla, alternate da altrettante perle. Inizio XVII secolo. . Arma scaturita dal matrimonio tra Ermes Visconti (†1598), di Giovanni Battista, e Maria, Cimiero: una fanciullaLegno nascente dipinto. al naturale,Scudo ovale vestita accartocciato, di rosso, con le braccia alzate figlia del senatore conte Cesare Taverna (†1569). e le mani tenentitimbrato due elmi da graticolati una corona posti di patriziodi tre quarti: milanese, quello accostato di destra da (alla due sinistra arpie. di chi guarda),

rivoltato per cortesia, con il cimiero del biscione nascente, ingollante un fanciullo di rosso (Visconti); quello di sinistra, testa e collo di drago, terminante con una testa di vecchio barbuto (Sforza). Seconda metà del XVI o inizio XVII secolo. 78 79 Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e41. ingollante Visconti un fanciullo di [rosso]. ondeggiante in palo e42. ingollante Visconti un fanciullo di [rosso]

. Pietra, frontale di camino. Scudo ovale accartocciato. Fine XVI o inizio XVII secolo. Legno. Scudo ovale, timbrato da una corona di patrizio milanese. Secolo XVII.

80 81 Arma: Inquartato: nel 1° e 4° d’argento, alla fiamma di rosso; nel 3° e 4° d’azzurro (o di verde), all’ancora d’argento,43. Visconticon tre uncini di Brignano e anello, posta in banda. Sul tutto d’argento, al biscione d’azzurro, coronato d’oro, ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di rosso

. TessutoManto ricamato. di velluto Scudo rosso a punta, foderato accollato d’ermellino, da una guarnito croce astile di frangia episcopale d’oro, d’oro annodato in alto sui lati cone, cordoni in punta, dello una stesso, croce sormontatoa 8 punte di darosso. un cappello prelatizio di rosso,

con dieci fiocchi per lato, 1, 2, 3 e 4. Prima metà del XVII. Arma scaturita dal primo matrimonio di Giovan Battista, ascritto nel 1535 Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], al Consiglio dei LX Decurioni, e Maddalena, figlia di Bernabò Visconti signore di Brignano, ondeggiante in palo e44. ingollante Visconti un fanciullo di [rosso]. da cui Ermes (†1598) capostipite della linea dei marchesi di S. Vito. Il probabile titolare dell’arma inserita in un paliotto, fu Alfonso Visconti di Brignano (1552-1618), vescovo di Pavia (1591) e cardinale (1599), Marmo. Scudo ovale accartocciato, timbrato da una corona di patrizio milanese, oppure Onorato (†1645), arcivescovo titolare di Larissa. chiuso in alto da una conchiglia e in basso da una rosa a cinque petali. Prima metà del XVIII secolo. 82 83 : Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], Arma: Inquartato: nel 1°e 4°, di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo ondeggiante46. in Carlo palo eFrancesco ingollante Visconti un fanciullo - Chiara di [rosso], Scotti e ingollante un fanciullo45. Ermesdi [rosso], Visconti (Visconti) - Isabella; nel 2°, Beccaria di [oro], - a Margherita tredici monti Archinto di [rosso], posti 3, 4, 3, 2 e 1; Arma: (DxDi [azzurro], araldica) alla banda di [argento], accompagnata da due stelle (8) di [oro], (Scotti). col capo dell’Impero, ; nel 3°, d’argento, a tre fasce ondate di verde, (Visconti). Arma (Sx araldica)in gran parte distrutta, cimata da due elmi a cancelli, posti in maestà: (Beccaria) (Archinto). Pietra.quello Due alla scudi destra sagomati, araldica, affiancati a sinistra e intrecciati,di chi guarda, timbrati con il dacimiero una corona del biscione (antica nascente, di patrizio) ArmaMarmo. che, tracciando Scudo sagomato la continuazione accartocciato, del casato chiuso durante al vertice la seconda da una testa metà di del leone, Seicento e utilizzandotimbrato da tipici una corona modelli antica araldici di patrizio.spagnoli Secondalegati alla metà genealogia del XVIII famigliare, secolo. quello alla sinistra, con l’elmo totalmente distrutto, di cui rimane il cimiero alato e coronato, ingollante un fanciullo (Visconti);

si riferisce a relazioni personali di Ermes Visconti, di Francesco Maria, interpretabili alla luce con un’aquila coronata (Scotti). Seconda metà del XVIII secolo. di una strategia encomiastica di auto legittimazione. Il secondo e terzo punto, infatti, sono stati Arma derivata dal matrimonio tra Carlo Francesco Visconti, di Ermes, e Chiara, inseriti a illustrare, l’uno la famiglia Beccaria della madre, l’altro la famiglia Archinto della moglie. figlia del marchese Odoardo Scotti di Vigoleno (†1697). 84 85 Arma: Inquartato: nel 1° e 4° d’azzurro, al giglio d’oro; nel 2° e 3° d’azzurro, a tre stelle (6) d’oro, poste 1 e 2. 48. Leopolda Isimbardi

Affresco. Scudo ovale accartocciato, timbrato da una corona di patrizio milanese. Inizio XIX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Giuseppe Visconti (†1826), cavaliere gerosolimitano, e Leopolda, figlia del marchese Alessandro Isimbardi di Pieve del Cairo.

Arma: D’argento, al biscione d’azzurro, coronato d’oro, ondeggiante in47. palo Filippo e ingollante Maria Visconti un fanciullo di rosso

. Ceramica (piatto di). Scudo ovale accartocciato, timbrato da un cappello prelatizio di nero, con tre fiocchi per lato, 1 e 2. Seconda metà del XVIII secolo. La tradizione famigliare assegna questo piatto araldico a (1721-1801), eletto arcivescovo di Milano nel 1784. L’arma dovrebbe riferirsi al periodo antecedente in cui prestò servizio quale Canonico dapprima della Basilica di San Lorenzo e poi del Capitolo del Duomo di Milano, divenendone Rettore nel 1783. In forza di tale ufficio, dopo la morte dell’arcivescovo Pozzobonelli (1696-1783) ne amministrò temporaneamente la diocesi, subentrandogli nella carica ufficiale l’anno successivo. Arma: Inquartato: nel 1° troncato: a) d’azzurro, a tre stelle (5) d’argento; b) bandato di rosso e d’argento, di 8 pezzi 49. Teresanel Vimercati2° e 3° d’argento, Sanseverino alla fascia di rosso; alla bordura d’azzurro, carica di 16 stelle (6) del campo nel 4° d’argento, allo scaglione di rosso, accompagnato da tre torri (Vimercati); dello stesso; col capo d’oro, all’aquila rivoltata di nero (Sanseverino); (Tadini). Affresco. Scudo ovale accartocciato, timbrato da corona di conte. Metà del XIX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Carlo Ermes Visconti, di Giuseppe, e Teresa Vimercati Sanseverino. 86 87 Arma: D’azzurro, a sei gigli d’oro, disposti 3, 2 e 1; col capo del secondo 50. di Porcia Arma inserita quale segno di “omaggio” per illustrare le connessioni parentali di Teresa. Vimercati Affresco. Scudo ovale, timbrato da una corona di principe. Metà del XIX secolo.

Sanseverino, moglie di Carlo Ermes Visconti. Faustino Vimercati Sanseverino Tadini (1802-1878), infatti, deputato e senatore del Regno d’Italia, nel 1834 aveva sposato Francesca (Fanny), figlia unica di Alfonso Serafino di Porcia e Brugnera (1801-1876), principe del S.R.I., al tempo Governatore di Trieste.

Arma: Partito: nel 1°, di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], ondeggiante in palo e ingollante52. Roberto un fanciulloVisconti -di Anna [rosso] Casati (Visconti); nel 2° troncato, a) di [argento], alla torre coperta di [rosso], aperta e finestrata di due del [campo], merlata di quattro pezzi alla ghibellina, entro due trecce di [rosso] piegate in cerchio, b) non attribuito (Casati); (abraso). Pietra. Scudo ovale accartocciato, sostenuto da due grifi. Fine XIX secolo. Arma scaturita dal matrimonio avvenuto nel 1891 tra , di Carlo Ermes, e Anna Casati.

Arma: Di [argento], alla torre coperta di [rosso], aperta e finestrata di due del [campo], merlata di quattro pezzi alla ghibellina, entro due trecce51. Anna di [rosso] Casati piegate in cerchio, con le punte annodate

. Marmo. Scudo sannitico, timbrato da una corona di conte infilata da un elmo graticolato, posto in maestà, con corona tornearia e lambrecchini. Cimiero: un’aquila nascente. Fine XIX secolo. Arma scaturita dal matrimonio avvenuto nel 1891 tra Roberto Visconti, di Carlo Ermes, e Anna Casati. 88 89 Arma: Inquartato: nel 1° e 4° d’azzurro, a tre stelle (6) d’oro, poste 1 e 2; nel 2° e 3° d’argento (azzurro), al giglio d’oro. 54. Leopolda Isimbardi

Tessuto ricamato. Scudo ovale accartocciato, timbrato da una corona di marchese. Inizio XX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Giuseppe Visconti (†1826), cavaliere gerosolimitano, e Leopolda, figlia del marchese Alessandro Isimbardi di Pieve del Cairo.

D’argento, al biscione d’azzurro, coronato d’oro, ondeggiante in53. palo Roberto e ingollante Visconti un fanciullo- Anna Casati di rosso Arma (DxD’argento, araldica): alla torre coperta di rosso, aperta e finestrata di due del campo, merlata di quattro pezzi alla ghibellina, entro due trecce di rosso (Visconti). piegate in cerchio, Armacon (Sxle punte araldica): annodate; col capo di concessione d’azzurro, al FERT d’oro, in caratteri gotici, accostato da due rose d’oro, quella di destra bottonata di rosso, quella di sinistra bottonata d’argento (Casati).

Impresa delle Fronde di quercia intrecciate: Due rami di quercia intrecciati, con foglie e ghiande al naturale. Impresa della Radia Magna, o razza o radiante:

Impresa dei Tizzoni ardenti con secchi: DueFigura bastoni composta, noderosi, a somiglianza inclinati in del sbarra, sole, con da ottol’estremità raggi ondeggianti inferiore ardente, d’oro. ciascuno con due secchi cerchiati colmi d’acqua pendenti da una fune. Impresa del Nespolo: Arma: Arma: Partito: nel 1°, troncato: a) di [del cielo], al vascello all’antica di [al naturale], fornito Un ramo di nespolo, fogliato di verde e fruttifero d’oro. e velato di tre pezzi di [argento], carichi55. Giulini ciascuno - Porta della (o croce della diPorta) [rosso] e col gagliardetto [dello stesso], vogante su un mare di [azzurro] e addestrato di una torre di [rosso] fondata su un promontorio roccioso di [al naturale], movente dal fianco destro dello scudo; b) di [rosso], a tre fasce ondate di [argento]; Un ramo di rosa fogliato di verde, fiorito d’argento e bottonato d’oro colla bordura composta di [argento] e di [rosso], interrotta nel capo; col capo dell’Impero Un ramo di rosaSimbolo fogliato dell’Ordine di verde, della fiorito SS. d’oro Annunziata: e bottonato di rosso . nel 2° troncato di [rosso] e di [argento], a due porte merlate e aperte, dell’uno nell’altro (Giulini); . Ama inserita quale segno di “omaggio” per illustrare le connessioni parentali(Porta di Anna o della Casati, Porta). Tessuto ricamato. Scudo ovale accartocciato, timbrato da una corona di conte. Inizio XX secolo. Mosaico. Scudi sagomati. Inizio XX secolo. Arma scaturita dal matrimonio avvenuto nel 1891 era il marito di Anna Giulini, sorella del patriota e conte Cesare, membro del Governo Provvisorio moglie di Roberto Visconti. Camillo Casati (1803-1869), senatore del Regno d’Italia, tra Roberto Visconti, di Carlo Ermes, e Anna Casati. di Lombardia e Senatore del Regno. Camillo era, inoltre, fratello del ben più celebre conte Gabrio Casati (1798-1873), podestà di Milano, presidente del Governo Provvisorio nel 1848, nonché Presidente del Consiglio dei Ministri e del Senato del Regno, collare della SS. Annunziata. 90 91 Arma: Inquartato: nel 1° e 4° d’argento, a tre bande di nero; nel 2° e 3° d’azzurro, al cane d’argento, Arma: D’argento, a tre fasce ondate di verde seduto sopra un cuscino dello stesso, il cane56. fissante Margherita una stella Taverna (5) d’argento posta nel canton destro del capo 58. Margherita Archinto . . Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona di conte. Inizio XX secolo. Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona di conte. Inizio XX secolo. Arma derivata dal matrimonio avvenuto nel 1655 tra Ermes Visconti, di Francesco Maria, Giudice delle Arma derivata dal matrimonio tra Ermes Visconti (†1598) e Maria, figlia del conte Cesare Taverna. Strade e del Consiglio Segreto dello Stato nel 1661, e Margherita, figlia del senatore conte Carlo Archinto.

Arma: D’oro, a tredici monti di rosso, posti 3, 4, 3, 2 e 1; col capo d’oro, all’aquila di nero Arma: D’azzurro, alla banda d’argento, accompagnata da due stelle (6) d’oro. 57. Isabella Beccaria 59. Chiara Scotti . Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Francesco Maria Visconti, primo marchese di S. Vito Arma derivata dal matrimonio tra Carlo Francesco Visconti, di Ermes, e Chiara, di Pieve di Corbetta (1619) e Isabella, figlia del marchese Carlo Beccaria. figlia del marchese Odoardo Scotti di Vigoleno (†1697). 92 93 Arma: Inquartato: nel 1° e 4° fasciato di rosso e d’oro, di otto pezzi con la seconda fascia rossa61. caricata Margherita di un dal bisante Verme d’oro; alla bordura d’oro, carica di un filetto dentato di rosso; nel 2° e 3° fasciato d’azzurro e d’oro, di quattro (Ungheria), pezzi (dal Verme).

Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona di conte. Inizio XX secolo. Arma scaturita nel 1776 dal matrimonio tra Carlo Francesco Visconti (†1809), di Ermes, dei LX Decurioni, e Margherita, figlia del conte Antonio dal Verme.

Arma: Inquartato: nel 1° e 4° di rosso, alla banda scaccata di tre file d’argento e di nero; al capo d’oro, all’aquila di 60.nero; Bianca nel 2° Lampugnani e 3° d’azzurro, al quadrello d’argento, accompagnato in capo da una mano di carnagione, tenente una chiave d’argento in fascia attraversante il capo del primo. Sul tutto: d’oro, alla volpe corrente di nero Arma: Inquartato: nel 1° e 4° d’argento, al giglio d’oro; nel 2° e 3° d’azzurro, a tre stelle (8) d’oro, poste 2 e 1. 62. Leopolda Isimbardi . Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Ermes Visconti, di Carlo Francesco, e Bianca, Arma scaturita dal matrimonio tra Giuseppe Visconti (†1826), di Carlo Francesco, figlia del conte Attilio Lampugnani. cavaliere gerosolimitano, e Leopolda, figlia del marchese Alessandro Isimbardi di Pieve del Cairo. 94 95 Arma: D’argento, alla torre coperta di rosso, aperta e finestrata di due del campo, merlata di due Arma: Inquartato: nel 1° troncato: a) d’azzurro, a tre stelle (5) d’argento; b) bandato di rosso pezzi alla ghibellina, entro due trecce (o65. festoni) Anna d’oro,Casati piegate in cerchio, con le punte inferiori e d’argento, di 10 pezzi 63. nelTeresa 2° e Vimercati3° d’argento, Sanseverino alla fascia di rosso; alla bordura d’azzurro, annodate col capo di concessione d’azzurro, al FERT d’oro, in caratteri gotici, carica di 37 stelle (6) del campo nel 4° d’argento, allo scaglione di rosso, accostato da due rose d’oro, quella di destra bottonata di rosso, quella di sinistra bottonata d’argento accompagnato da (Vimercati); tre torri dello stesso, e cimato da un’aquila rivoltata di nero ; (Sanseverino); . Arma scaturita dal matrimonio (Tadini). Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona di conte. Inizio XX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Roberto Visconti, di Carlo Ermes, e Anna Casati.

tra Carlo Ermes Visconti, di Giuseppe, e Teresa Vimercati Sanseverino.

Arma: D’argento, alla torre coperta di rosso, aperta e finestrata di due del campo, merlata di due Arma: Fasciato d’oro e di rosso. pezzi alla ghibellina, entro due trecce (o 66.festoni) Anna di Casati rosso piegate in cerchio, con le punte inferiori 64. Non attribuito annodate; col capo di concessione d’azzurro, al FERT d’oro, in caratteri gotici, In realtà, il fasciato con bicromia oro e rosso, è pezza generica che innumerevoli famiglie portano accostato da due rose d’oro, quella di destra bottonata d’argento, quella di sinistra bottonata di rosso Tessuto ricamato e dipinto. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. . nell’arma. In assenza, quindi, di riferimenti certi sulla sua provenienza, Tessuto ricamato. Scudo ovale, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. non è possibile azzardare alcuna ipotesi. Inizio XX secolo. Arma scaturita dal matrimonio tra Roberto Visconti, di Carlo Ermes, e Anna Casati. 96 97 Arma: Inquartato: nel 1° e 4° d’argento, al giglio d’oro; nel 2° e 3° d’azzurro, a tre stelle (8) d’oro, poste 2 e 1. Arma: 67. Leopolda Isimbardi D’azzurro, a sei gigli d’oro, disposti 3, 2 e 1; col capo del (secondo) 69. di Porciaberrettone . Tessuto ricamato. Scudo sagomato, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. ArmaTessuto inserita ricamato. quale Scudo segno sannitico, di “omaggio” timbrato per illustrare da un le connessioni (corona parentali antica) di principeTeresa Vimercati del SRI. Arma scaturita dal matrimonio tra Giuseppe Visconti (†1826), di Carlo Francesco, Inizio XX secolo. cavaliere gerosolimitano, e Leopolda, figlia del marchese Alessandro Isimbardi di Pieve del Cairo. Sanseverino, moglie di Carlo Ermes Visconti. Faustino Vimercati Sanseverino Tadini (1802-1878), infatti, deputato e senatore del Regno d’Italia, nel 1834 aveva sposato Francesca (Fanny), figlia unica di Alfonso Serafino di Porcia e Brugnera (1801-1876), principe del S.R.I., al tempo Governatore di Trieste.

Arma: Inquartato: nel 1° troncato: a) d’azzurro, a tre stelle (5) d’argento; b) bandato di rosso e d’argento, di 10 pezzi 68. Teresanel Vimercati 2° e 3° d’argento, Sanseverino alla fascia di rosso; alla bordura d’azzurro, carica di 16 crocette del campo nel 4° d’argento, allo scaglione di rosso, accompagnato da tre (Vimercati); torri dello stesso, cimato da un’aquila rivoltata di nero (Sanseverino); Arma scaturita dal matrimonio (Tadini). Arma: D’argento, al biscione di verde, coronato d’oro, ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di rosso Tessuto ricamato. Scudo sannitico, timbrato da una corona di conte. Inizio XX secolo. 70. Visconti . tra Carlo Ermes Visconti, di Giuseppe, e Teresa Vimercati Sanseverino. Tessuto ricamato. Scudo sagomato, timbrato da una corona antica di marchese. Inizio XX secolo. 98 99 Arma: D’argento, al biscione di verde, ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di carnagione. 71. Visconti Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], coronato di [oro], Affresco.da un’ala Scudo di pipistrello sagomato, (a timbrato ventaglio), da untesa elmo da sette stilizzato rinforzi d’azzurro, a raggio bordato acuminati d’oro, e terminanti con cercine ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo73. di Visconti[rosso], accollato alla croce di (rosso) ad otto punte e lambrecchini dello stesso. Cimiero: testa e collo del biscione di verde, rialzato sul dorso . con un puntale d’oro, ingollante un fanciullo di carnagione. Racchiuso in uno scudo ovale Terracotta. Scudo sagomato accartocciato. Tenenti: due putti, un altro putto regge una corona accartocciato, timbrato da una corona di patrizio milanese. Inizio XX secolo. cimata da 8 punte (5 visibili). Inizio XX secolo.

Arma: D’argento, al biscione di verde, coronato d’oro, ondeggiante in palo e ingollante72. Visconti un fanciullo di carnagione. Arma: Di [argento], al biscione di [azzurro], ondeggiante in palo e ingollante un fanciullo di [rosso],74. accollato Visconti alla croce di (rosso) ad otto punte Affresco.da Scudo un’ala sannitico, di pipistrello timbrato (a ventaglio), da una corona tesa da di cinque marchese, rinforzi infilata a raggio da un acuminati, elmo graticolato, posto di profilo. Cimiero: testa e collo del biscione di verde, coronato d’oro, rialzato sul dorso . Legno (scatola di). Scudo a punta, timbrato da una corona stilizzata di marchese. Ai lati due draghi. ingollante un fanciullo di carnagione. Inizio XX secolo. Inizio XX secolo. 100 101 Arma: D’argento, al biscione di verde, coronato d’oro, Arma: D’argento, alla torre coperta di rosso, aperta e finestrata di due del campo, merlata di tre pezzi ondeggiante in palo e ingollante75. Visconti un fanciullo di carnagione. alla ghibellina, entro due trecce (o festoni) di rosso76. Casati piegate in cerchio, con le punte inferiori annodate; col capo di concessione d’azzurro, al FERT d’oro, in caratteri gotici, accostato da due rose d’oro, da cui fuoriesce, con funzione di mantellina ricascante sull’elmo stesso, la coda attorcigliata quella di destra bottonata d’argento, quella di sinistra bottonata di rosso Porcellana (piatto di). Scudo a tacca, timbrato da un elmo torneario cimato da corona di marchese, Motti su nastri svolazzanti accollati allo scudo: . del biscione del cimiero. Cimiero: testa e collo di un biscione di verde, con ventre d’oro, Porcellana (piatto di). Scudo sagomato, timbrato da una corona antica di marchese. rialzato sul dorso da una cresta (a ventaglio) di rosso, ingollante un fanciullo di carnagione. All’interno, ai lati del biscione, le sigle «R» e «V» si riferiscono a «R[oberto]//V[isconti]», in alto «TENEZ DROIT» e in basso «INSVETUM PER ITER». di Carlo Ermes, marito di Anna Casati. Motto: «SVFFICIT VNVS», su nastro svolazzante. Inizio XX secolo. Accostato alla composizione l’impresa delle Fronde di quercia intrecciate, Arma scaturita dal matrimonio tra Roberto Visconti, di Carlo Ermes, e Anna Casati. alla destra araldica e l’impresa dei Tizzoni ardenti con secchi, alla sinistra. Inizio XX secolo.

102 103 Federico Gallo - Massimo Palazzi Gianfranco Rocculi - Maurizio Maria Rossi

I VISCONTI MARCHESI DI SAN VITO Tra storia, arte e araldica nel Castello di Somma Lombardo

Impaginazione Debora Chiarenza per

EbbiStampa Pubblicità s.r.l. - Gallarate

Ebbi Pubblicità s.r.l. - Gallarate

© PRODIGI EDIZIONI PRODIGI s.r.l. Gallarate - Tel 0331.783.107 [email protected] www.prodigiedizioni.com Riproduzione vietata - Tutti i diritti sono riservati

E I Finito di stampare a maggio 2019 D I Z I O N ISBN: 9788899061326 € 20,00