CAVASSO NUOVO Cjavàs Storia - Comunità - Territorio
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CAVASSO NUOVO Cjavàs Storia - Comunità - Territorio COMUNE DI CAVASSO NUOVO COMUNE DI CAVASSO NUOVO Medaglia d’oro al Merito Civile Ringraziamenti Provincia di Pordenone Comunità Montana del Friuli Occidentale Banca di credito Cooperativo San giorgio e Meduno Sir Paolo Girolami Transima S.p.A. Edison S.p.A. Renzo Ferro OMCI S.r.l. Gino Tramontin Antonio Canderan Michele Bernardon Stampa: Areagrafica S.r.l. - Meduno (Pn) Foto di copertina: Antonio Cadel Cura del volume: Pier Carlo Begotti Contributi di: Pier Carlo Begotti, Giampiero Calligaro, Andrea Comina, Silvia Corrado, Miriam Davide, Mario Di Michiel, Javier Grossutti, Fabio Metz, Tito Pasqualis Interventi di: Luigi Gaspardo, Maria Sferrazza Pasqualis © 2008 Copyright Comune di Cavasso Nuovo - Tutti i diritti riservati CAVASSO NUOVO Cjavàs Storia - Comunità - Territorio Indice Territorio e ambiente naturale 9 Tito Pasqualis Gli elementi della struttura insediativa nello sviluppo storico di Cavasso Nuovo 25 Giampiero Calligaro I nomi di luogo del territorio di Cavasso 69 Pier Carlo Begotti La storia politica, istituzionale e sociale dal Medioevo all’Età Napoleonica 91 Miriam Davide La storia contemporanea 125 Mario Di Michiel Le vicende ecclesiastiche e religiose 185 Miriam Davide L’organo della pieve 229 Fabio Metz L’emigrazione (Cjavacins pal mont) 237 Javier Grossutti Personaggi del territorio 289 Silvia Corrado La varietà linguistica di Cavasso Nuovo 325 Andrea Comina Prefazione Un paese è composto di molti elementi: territorio, strade, abitazioni private, edifici pubblici, ma soprattutto è composto di persone. Si dice che ha un’anima quando questi elementi nel tempo si fondono armoniosamente fra di loro formando un habitat dove cresce e si sviluppa un circolo di legami e di relazioni che danno vita ad una comunità. Ma una comunità si riconosce anche da come sa custodire la propria memoria, da come, pur nei cambiamenti, sa conservare la propria identità. Sentirsi parte di una comunità significa provare e condividere sentimenti ed emozioni comuni. Come quelle che hanno provato tanti nostri concittadini, ritornando dalla guerra, dalla prigionia o da un periodo di emigrazione, nel veder comparire, arrivando dalla strada di Colle, le colline su cui è adagiato l’abitato di Cavasso. Cavasso è stato probabilmente oggetto, sotto l’aspetto socioeconomico, a più cambiamenti in questi ultimi trent’anni che nei precedenti cento. Fino a qualche decennio fa gli abitanti si conoscevano più o meno tutti. Bastava pronunciare un cognome per individuare all’istante la borgata o il cortile di provenienza. Anche chi ritornava in paese dopo lunghi anni di assenza, ritrovava, quasi immutati, tutti i suoi punti di riferimento. Il terremoto del 1976 è stato l’evento che per diversi aspetti ha sconvolto questo equilibrio. La ricostruzione di gran parte del patrimonio edilizio abitativo nel decennio successivo ha cambiato volto al paese e il boom economico iniziato nello stesso periodo ha modificato, assieme alle condizioni di vita, usi, costumi e abitudini. Gli anni ‘70 sono stati anche gli anni in cui ha avuto fine il fenomeno dell’emigrazione. Da paese di emigranti siamo diventati, dalla fine degli anni ’90, paese di immigrati. La popolazione residente, per quasi tutto il secolo scorso in continua diminuzione, è dall’inizio del nuovo millennio in costante aumento. Questa Amministrazione Comunale, convinta che si apprezza maggiormente la realtà in cui si vive se la si conosce, ha deciso, circa tre anni fa, di dare corso a questa pubblicazione e poiché gli argomenti da trattare abbracciavano discipline e temi diversi ha ritenuto opportuno rivolgersi a più ricercatori privilegiando, nella scelta, studenti e laureati locali. La mancanza di archivi comunali (come noto, andati distrutti a causa degli eventi bellici nel 1944) ha costretto gli autori ad uno sforzo supplementare per la ricerca delle fonti documentarie. Durante le varie fasi di preparazione del volume, ho avuto modo di apprezzare l’entusiasmo che hanno messo nello svolgere il lavoro di ricerca, con un impegno e una passione andati oltre l’incarico professionale ricevuto. Prezioso è stato anche il contributo di tanti nostri concittadini che con il loro apporto di idee, documenti, fotografie, interviste e testimonianze orali hanno arricchito il contenuto di alcuni capitoli e sopperito in parte alla mancanza di documenti ufficiali. Doveroso quindi sottolineare che questo libro è stato portato a compimento anche con il diretto e determinante coinvolgimento di tanti cittadini di Cavasso. Per la realizzazione di questo libro è stato fondamentale anche il contributo di parecchi sponsor la cui elencazione trova spazio in altra parte del volume. Desidero porgere un personale ringraziamento ai vari enti e istituzioni che ci hanno in diversi modi sostenuto in questa iniziativa ma soprattutto sottolineare il ruolo e la sensibilità degli sponsor privati. Quando abbiamo deciso, per non gravare eccessivamente sul bilancio comunale, di prendere contatto con alcune persone che sapevamo particolarmente sensibili alle vicende di Cavasso è bastato un breve colloquio, senza tante formalità, perché queste dimostrassero immediatamente la loro disponibilità. Confermando in questo modo una generosità d’animo fuori del comune che può essere simbolicamente rappresentata dalla storia di Sir Paolo Girolami. L’ho incontrato la prima volta di persona nel maggio del 2007, mentre si trovava in municipio a Cavasso intento a sbrigare alcune pratiche amministrative. Conclusi gli adempimenti burocratici, il sindaco Silvano Carpenedo, conoscendo il suo passato di emigrante, l’ha invitato a visitare il museo dell’emigrazione al piano superiore. Durante la visita sono andato indietro con la mente al luglio del 2003, quando a Fanna, gli è stato consegnato il premio “Odorico da Pordenone”: un premio che la Provincia ha istituito quale riconoscimento ai cittadini del Friuli Occidentale che si sono distinti nel mondo. In quell’occasione, appresi la sua storia di emigrante. Una storia, agli inizi, molto simile a quella di tanti nostri giovani di quel periodo. Nato a Fanna nel 1926, all’età di due anni emigrò con la sua famiglia per seguire il padre mosaicista terrazziere in Gran Bretagna. Fin dalla giovane età dovette confrontarsi e lottare contro i pregiudizi e le discriminazioni cui erano soggetti gli emigranti italiani. Frequentò le scuole inglesi e con carattere e determinazione superò tutti i vari gradi di studio fino al conseguimento della laurea in economia. Entrato nel mondo del lavoro ottenne incarichi sempre più prestigiosi fino a diventare nel 1986 Presidente Esecutivo del colosso farmaceutico Glaxo. Nella sua carriera collezionò molteplici titoli ed onorificenze. Fra i più prestigiosi sicuramente quello ricevuto dalla Regina Elisabetta II nel 1987 che lo insignì, per i suoi meriti, del titolo nobiliare di Sir (baronetto). Ma, mentre osservavo il grande interesse e l’apprezzamento che dimostrava visitando il museo, non vedevo in lui il baronetto inglese, ma l’emigrante di Fanna che ritrovava e riviveva in quel luogo una parte della sua storia, a conferma che chi ha solide radici fondate su sani principi non viene mai influenzato negativamente dal successo ma, al contrario, sa apprezzare meglio di altri i valori autentici della vita. Un ringraziamento infine va al grafico Luca Bearzatto, che in stretta collaborazione con il curatore Pier Carlo Begotti ha, con competenza e maestria, curato la veste grafica e l’impaginazione del libro. In questo libro abbiamo cercato di recuperare, salvaguardare e custodire le origini, le tradizioni storiche, le conoscenze popolari, la cultura e l’evoluzione socio-economica della nostra comunità. Un lavoro che ora possiamo consegnare con soddisfazione: agli anziani del paese sicuri che rivivranno con nostalgia e orgoglio un pò del loro passato; agli emigranti che ritroveranno una parte della loro storia troppo spesso dimenticata; ai giovani che fanno fatica ad immaginare com’era il paese prima del terremoto; alle nuove famiglie che in questi anni recenti hanno scelto di venire ad abitare a Cavasso. Ma soprattutto lo mettiamo a disposizione delle future generazioni come un prezioso scrigno della memoria. Con questa pubblicazione riteniamo di aver aggiunto un’altra tessera a quel meraviglioso mosaico che è la storia del nostro paese e ci auguriamo che la lettura sia di stimolo per quanti vorranno continuare il lavoro di ricerca. Michele Bernardon Assessore alla Cultura Territorio e ambiente naturale Tito Pasqualis Il territorio di Cavasso Nuovo (Cjavàs) l’erta sponda destra e arriva sulla piana si estende nell’area pedemontana del alluvionale in corrispondenza del cippo Friuli occidentale, in destra del torren- devozionale eretto nel 1874 da una fami- te Meduna, su una superficie di 10,24 glia cavassina. km² compresa all’incirca tra le quote di 520 e 233 m sul mare. Su due lati il Attraversata la campagna Curgnele, il confine comunale è definito anche fisica- limite amministrativo tocca la strada sta- mente poiché coincide grossomodo con tale e poi ritorna a nord lungo la carrarec- l’ampio alveo del torrente, a nordest, e cia che per un tratto coincide con la Via con il crinale collinare del Monte Jouf, Tramontina, già pista di transumanza, a nordovest. Procedendo da ponente, in assai frequentata nell’antichità poiché era senso orario, il limite si sviluppa dappri- la più diretta strada di collegamento tra ma sulla dorsale del Monte Lieto, dove la pianura e la valle del Meduna. Il confi- convergono anche i confini dei Comuni ne interseca quindi la linea ferroviaria, a di Fanna e di Frisanco. Si abbassa quin- ovest della stazione di Fanna-Cavasso, e di nella piccola valle del rio Mizza, senza giunge sulle alture passando tra le borga- però raggiungerne il fondo, e arriva al te di Sottila (Fanna) e di Petrucco. Meduna a monte della stretta di Maraldi. Per circa 5 km segue verso valle il corso Dal punto di vista della morfologia il d’acqua; sotto Orgnese volge nettamente territorio comprende essenzialmente due a ponente passando sulla golena, risale diversi aspetti. Il settore superiore è ca- Le alture di Cavasso Nuovo viste dalle campagne di Orgnese.