Scoperte Ed Iniziative in Etruria Meridionale Anna Maria Moretti Sgubini

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Scoperte Ed Iniziative in Etruria Meridionale Anna Maria Moretti Sgubini Etruscan Studies Journal of the Etruscan Foundation Volume 9 Article 13 2002 Scoperte ed Iniziative in Etruria Meridionale Anna Maria Moretti Sgubini Follow this and additional works at: https://scholarworks.umass.edu/etruscan_studies Recommended Citation Moretti Sgubini, Anna Maria (2002) "Scoperte ed Iniziative in Etruria Meridionale," Etruscan Studies: Vol. 9 , Article 13. Available at: https://scholarworks.umass.edu/etruscan_studies/vol9/iss1/13 This Article is brought to you for free and open access by ScholarWorks@UMass Amherst. It has been accepted for inclusion in Etruscan Studies by an authorized editor of ScholarWorks@UMass Amherst. For more information, please contact [email protected]. Scoperte ed INiziative iN Etruria MeridioNaLe by Anna Maria Moretti Sgubini al 1995 la SopriNteNdeNza per i BeNi Archeologici per l’Etruria MeridioNale (fig. 1) ha avviato uN serrato prograMMa di iNiziative fiNalizzate ad uNa più DaMpia coNosceNza e valorizzazioNe delle MeMorie della cultura etrusca, pro - graMMa che si è articolato su due diverse liNee di sviluppo, rispettivaMeNte iNceNtrate sul territorio e sulle collezioNi Museali a questo collegate. Le strategie adottate soNo state frutto di scelte Meditate, che si soNo dovute coN - froNtare coN risorse uMaNe e fiNaNziarie del tutto iNadeguate alle probleMatiche da affroNtare. DoveNdo preseNtare, sia pure iN forMa siNtetica, i risultati delle attività poste iN essere, coMiNcereMo dal territorio, precisaNdo siN d’ora coMe gli iNterveNti effettuati NoN seMpre siaNo frutto di iNiziative prograMMate, Ma talora siaNo ricollegabili aNche ad esi - geNze di tutela dovute alla realizzazioNe di opere pubbliche o private, o più di frequeNte Messe a puNto per coNteNere i guasti irreparabili che l’iNcessaNte attività claNdestiNa coN - tiNua a provocare al Nostro territorio. La più forte esigeNza che Nel 1995 si avvertiva a livello di territorio era quella legata alla coNosceNza dei graNdi siti quali Veio, Caere , TarquiNia e Vulci, siti che si propoNgoNo quali caMpi di ricerca taNto ricchi quaNto stiMolaNti, Ma la cui coM- plessità e vastità richiedevaNo uN’orgaNiz - zazioNe diversa da quella tradizioNale, iMpoNeNdo uNa liNea di azioNe per la cui realizzazioNe si è ricercato l’aiuto di stu - diosi e colleghi uNiversitari. Ciò aNche iN coNsiderazioNe di uN altro NoN trascurabile figUre 1 – MUseo NaZionale EtrUsco di Villa GiUlia. – 133 – –––––––––––––––––––––– Scoperte ed Iniziative in Etruria Meridionale –––––––––––––––––––––– fattore, quello legato al riordiNaMeNto e allo studio dei Materiali proveNieNti dai vecchi scavi che, coNservati Nei depositi, costituiscoNo uNo straordiNario caMpo di iNdagiNe ove sottoposti ad aNalisi puNtuali. UNa priMa siNtesi di questo lavoro soNo state le Mostre orgaNizzate a Villa PoNiatowski e a TarquiNia, coMe pure le teMatiche relative allo svilup - po dei ceNtri soNo state affroNtate Nel CoNvegNo orgaNizzato Nel 2001 dall’Istituto NazioNale di Studi Etruschi. IN tal seNso è stato Messo a puNto il “Progetto Veio” che, proMosso d’iNtesa coN doceNti e ricercatori della Cattedra di Etruscologia e ANtichità italiche, della secoNda Cattedra di Archeologia e Storia dell’Arte greca e roMaNa, della secoNda Cattedra di Topografia di RoMa e dell’Italia aNtica dell’UNiversità degli Studi La SapieNza, operaNti sul terreNo d’iNtesa e iN collaborazioNe coN la SopriNteNdeNza, ha deterMiNato la coN - teMporaNea apertura di distiNti puNti di scavo che haNNo iNteressato altrettaNti settori strategici per la coNosceNza dell’iNsediaMeNto. Si è aNzitutto operato Nell’area del SaNtuario del PortoNaccio, staNte aNche l’esigeNza da parte del gruppo di etruscologi iMpegNati Nel Progetto Veio e diretti da GiovaNNi ColoNNa di procedere a puNtuali veri - fiche di alcuNi settori già iNteressati dagli scavi coMpiuti Nel priMo ciNquaNteNNio del NoveceNto, verifiche peral - tro iNdispeNsabili sia per poter giuNgere all’edizioNe scieN - tifica di alcuNi di quegli stessi scavi 1 sia per la puNtualiz - zazioNe delle più geNerali probleMatiche affereNti la ricostruzioNe del coMplesso MoNuMeNtale (fig. 2-3) Nelle sue diverse fasi e articolazioNi, iN liNea coN gli studi che questo gruppo di archeologi porta avaNti orMai da aNNi Nell’area. 2 UN secoNdo puNto d’iNterveNto ha iNteressato Piazza d’ArMi, ove gli scavi coNdotti da Gilda BartoloNi e FraNcesca BoitaNi haNNo reso possibile acquisire uNa più puNtuale figUre 2 – Veio, santUario del coNosceNza delle viceNde edilizie che iNteressaroNo questo set - Portonaccio, grUppo VotiVo di tore dell’abitato: si soNo così da uN lato Meglio defiNite le fasi, Ercole e MinerVa (fine VI sec. a.C.). la fuNzioNe e le caratteristiche tecNiche del c.d. oiKos (fig. 4), scavato Negli aNNi treNta del NoveceNto da ENrico StefaNi, e successivaMeNte si è avviata l’esplorazioNe di Nuovi Nuclei abitativi dell’iNsediaMeNto arcaico che appaioNo caratterizzati da uN iMpiaNto di tipo regolare. 3 NoN MeNo iMportaNti i risultati acquisiti a PiaNo di CoMuNità, 4 sotto la direzioNe di GiovaNNi ColoNNa, che haNNo offerto tra l’altro uNa preziosa testiMoNiaN - za del carattere dell’iNsediaMeNto veieNte figUre 3 – Veio, santUario del Portonaccio, ricostrUZione del sistema angolare della fronte del alla fiNe del VII-iNizio VI sec. a.C. e a tempio (secondo qUarto del V sec. a.C.) Macchia GraNde , ove le ricerche dirette da – 134 – ––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Anna Maria Moretti Sgubini ––––––––––––––––––––––––––––––––––––– figUre 4 – Veio, PiaZZa d'Armi. VedUta aerea del - figUre 5 – Veio, Macchia Grande. VedUta aerea l'area di scaVo. dell'area di scaVo. ANdrea CaraNdiNi haNNo iNteressato uN quartiere di età arcaica e uN settore del foro di età roMaNa (fig. 5) a quello coNtiguo. Nuovi dati proveNgoNo aNche da CaMpetti, 6 area che ora sappiaMo iNteressa - ta da uNa frequeNtazioNe che si protrae iNiN - terrotta dal IX alla Metà del V sec. a.C. SoNo stati iNfatti iNtercettati resti di capaNNe della priMa età del Ferro e strutture di età arcaica figUre 6a – Veio, necropoli di Casale del Fosso. alle quali si sovrappose, secoli più tardi, il Tomba 1036 prima dello scaVo in laboratorio. graNdioso iMpiaNto che, realizzato iN età tardo repubblicaNa, MaNifesta Modifiche e aMpliaMeNti di età iMperiale roMaNa. I risultati delle ricerche siste- Matiche coNdotte Nell’area della città storica haNNo trovato ulteriore iNtegrazioNe grazie alla scoperta, a seguito di uN iNterveNto di tutela, di uN iNsediaMeNto del BroNzo fiNale che, localizzato sulla balza sottostaNte il 7 suggestivo Castello di Isola FarNese, coN - figUre 6b – Veio, necropoli di Casale del Fosso. corre a deliNeare le diNaMiche relative al Tomba 1036: il corredo (750-730 ca. a.C.). popolaMeNto del territorio Nella fase che precede la forMazioNe della città. NoN MeNo sigNificativi soNo i dati relativi alle Necropoli 8 per lo più frutto delle ricerche coNdotte Nei depositi, fra le quali basterà citare gli straordiNari risultati acquisiti a seguito dello scavo, coNdotto iN laboratorio, della celebre ToMba 1036 di Casale del Fosso (fig. 6) che, databile tra il 750 e il 730 a.C., si coNferMa fra le più iMportaNti toMbe di guerriero fiNora Note iN Italia. Lo scavo, effettuato a oltre ceNto aNNi dal ritrovaMeNto, NoN ha solo coNferMato la ricchezza del corredo, Ma ha reso aNche possibile attribuire i ricchi e talora uNici Materiali che lo coMpoNgoNo ad uN iNsigNe persoNaggio che a buoN diritto può essere coNsiderato uN vero e proprio re di Veio: sepolto coN sfarzo iNusitato questi aNNovera, tra le iNsegNe del suo raNgo, uNa Mazza, uNo scudo bilobato e uN disco- – 135 – –––––––––––––––––––––– Scoperte ed Iniziative in Etruria Meridionale –––––––––––––––––––––– corazza che evocaNo il costuMe dei Salii roMaNi quale è Noto dalle foNti letterarie, coMe lucidaMeNte prospettato da GiovaNNi ColoNNa siN dal 1992. 9 Di NoN MiNor rilievo i risultati acquisiti a Caere iN loc. S. ANtoNio dal gruppo di lavoro che ha visto associato alla SopriNteNdeNza l’Istituto per l’Archeologia figUre 7 – CerVeteri, santUario in loc. S. Antonio. etrusco-italica del CNR diretto dappriMa VedUta aerea. da Mauro CristofaNi e successivaMeNte da AdriaNo MaggiaNi coadiuvati da altri stu - diosi di uNiversità italiaNe e straNiere. Gli scavi che, dopo sette aNNi, si avviaNo orMai a coNclusioNe, haNNo coNseNtito di riportare iN luce due iMpoNeNti teMpli di tipo tuscaNico che, alliNeati e orieNtati verso sud-ovest, risultaNo prospicieNti uNa vasta terrazza piaNeggiaNte deliMitata a sud dalla via cava che peNetrava Nell’area urbaNa 10 figUre 8 – CerVeteri, kYliX attica a figUre rosse di risaleNdo dalla Valle della Mola (fig. 7). EUphronios Vasaio, dipinta da Onesimos (fine VI CoMe testiMoNiaNo i ricchi ritrovaMeNti - decenni iniZiale del V sec. a.C.). effettuati Nel corso dello scavo, che ha fra l’altro Messo iN luce uN coMplesso sisteMa di aMbieNti sotterraNei, forse cisterNe, le strutture MoNuMeNtali, iN uso tra l’età tardo-arcaica e la pieNa età roMaNa, veN - goNo fatte oggetto di uNa radicale ristrut - turazioNe alla fiNe del IV sec. a.C. L’area peraltro appare occupata aNche iN epoca precedeNte l’iMpiaNto saNtuariale tardo- arcaico, risultaNdo frequeNtata quasi seNza soluzioNe di coNtiNuità dall’età protostori - ca. Tra le scoperte di Maggiore spicco si ricorda iN particolare quella di uN bothros che ha restituito Molte deciNe di fraMMeNti relativi a doNari databili tra la fiNe del VI sec. a.C. e l’iNizio dell’età elleNistica. IN par - ticolare lo studio di tali Materiali ha rivelato uN ruolo preMiNeNte di Ercole Nell’aMbito del saNtuario, di cui, forse
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