Per Volere Di Maria Teresa E Dei Milanesi
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Biblioteche nella storia Per volere di Maria Teresa e dei milanesi Franca Alloatti La Biblioteca Braidense, simbolo della cultura Biblioteca nazionale Braidense Milano e della storia del capoluogo lombardo [email protected] Ripercorrere la storia della Biblio- riprese re d’Italia, alcuni prigionie- L’edificio, i poderi e le ricchezze teca Braidense significa rintrac- ri milanesi fecero voto, se fossero accumulate dagli Umiliati furono ciarne le origini medievali, anche tornati salvi in patria, di costruire in parte ereditati dai Gesuiti di se è solo nella seconda metà del una chiesa e di fondare un ordine Brera, che il Borromeo aveva con- Settecento che essa si afferma nel- al servizio dei bisognosi. vocato da Roma. Questi, dappri- la sua individualità (mantenendo Nel 1173 il luogo dove sarebbe ma stabilitisi in San Fedele, occu- tuttavia stretti legami con le altre sorto il palazzo era denominato parono nel 1572 l’ex convento de- istituzioni che formano il com- Borgo della brera1 del Guercio, in gli Umiliati e aprirono le loro plesso braidense). quanto il terreno apparteneva a scuole, come sancito da una bolla Il Palazzo di Brera, così come lo un notabile milanese, Algisio del papale di Gregorio XIII. vediamo ora, è il risultato di ri- Guercio; lì nel 1179 si stabilì il Il successo delle scuole gesuitiche strutturazioni e ampliamenti rea- monastero degli Umiliati, cui si af- è documentato da una presenza di lizzati, nell’ottica illuminista, per- fiancò nel 1229 Santa Maria, tem- allievi eccezionale per l’epoca, ol- ché diventasse il centro culturale pio romanico a tre navate, rifatto tre 2.000 iscritti; per la qualità del- della città. A questo impegno si nello stile gotico nel 1347 e poi l’insegnamento e la molteplicità dedicarono, ai tempi di Maria Te- abbattuto nella parte frontale fino delle materie insegnate furono resa d’Austria, il governo austriaco a metà corpo nel 1810; la che voleva fare di Milano la sua parte retrostante invece fu seconda capitale e ovviamente i mantenuta e incorporata milanesi, orgogliosi di arricchire nell’ampliamento del pa- culturalmente la città dotandola di lazzo. Il monastero e la un’istituzione importante, capace chiesa sorgevano nella at- di rivaleggiare con le più presti- tuale zona situata tra via giose in Europa. Da oltre duecen- Brera e via Pontaccio. to anni convivono in Brera l’Os- Gli Umiliati erano anche servatorio astronomico, la Biblio- detti “frati lanieri” perché teca nazionale, l’Accademia delle si dedicavano alla lavora- belle arti, la Pinacoteca e l’Orto zione e al commercio del- botanico: un numero minore di la lana, un’attività che su- istituzioni rispetto a quelle previ- perava i confini della Lom- ste nei piani elaborati dalla secon- bardia e che procurò loro da metà del Settecento ai primi cospicui guadagni. Ma pro- decenni dell’Ottocento, che com- prio l’eccessivo benessere prendevano il Teatro, poi costrui- fu la causa della soppres- to in piazza della Scala, il Museo sione dell’Ordine, voluta archeologico e quello della Scien- dall’arcivescovo Carlo Bor- za e della tecnica. romeo e decretata nel 1570 La storia di Brera inizia con la con la bolla di Pio V. guerra. Nell’XI secolo, durante gli scontri tra l’imperatore Enrico II di Santa Maria della Brayda in Sassonia e Arduino d’Ivrea, a più un’antica stampa Biblioteche oggi – gennaio-febbraio 2005 47 Biblioteche nella storia nobbiane, del Collegio Elvetico e del Collegio dei Nobili. Nelle scuo- le di Brera insegnò anche per più di trent’anni Giuseppe Parini. I Gesuiti furono allontanati da Mi- lano nel 1773, ma le scuole fon- date dai Padri continuarono la lo- ro opera condividendo gli spazi con le accademie, come quella degli Animosi, degli Arisofi e del- la Partenia minore. Le origini della Biblioteca Il conte Carlo Pertusati (1674-1755), presidente del Senato di Milano, fu un uomo di vasta cultura, come manifesta la sua biblioteca, ricca chiamate “universita”. Dal succes- ziati delle rendite delle Scuole Ca- di oltre 24.000 volumi. so delle scuole derivò la necessità nobbiane. Recenti studi hanno messo in luce di risanare e ingrandire l’edificio. Il Richini aveva compiuto una come nelle grandi raccolte private Nel 1583, dietro approvazione del scelta di tipo stilistico tale da evi- settecentesche siano confluite par- papa, i Gesuiti incaricarono l’ar- denziare la continuità della tradi- ti di altre collezioni: nella bibliote- chitetto Francesco Maria Richini di zione milanese, come dimostra il ca Pertusati sono stati riconosciu- trasformare Brera da un convento cortile centrale in cui progettò un ti, per le particolari legature in in un palazzo. Il Richini elaborò i alzato di due ordini di logge scan- marocchino rosso e stemma dorato, piani per ristrutturare e ampliare dito da serliane. i libri appartenuti a Jean Baptiste tutto l’impianto architettonico, ri- Il volto della città risulta modifi- Colbert, l’uomo più potente di vedendo i progetti precedenti di cato rispetto alla pianta prospetti- Francia ai tempi di Luigi XIV, am- Martino Bassi. Testimonianza dei ca “de la Gran Città di Milano” ministratore del regno e possesso- primi lavori sono, nel 1627, le au- eseguita nel 1629 da Marco Anto- re di una biblioteca più imponen- le sul lato di via Fiori, oltre al pro- nio Barattieri, la prima considera- te di quella del re.2 getto del cortile, la cucina, il refet- ta precisa e dettagliata soprattutto Alla morte del conte Pertusati, la torio, le stalle e il fienile. Paralle- per quanto riguarda gli edifici re- sua maestosa raccolta fu messa in lamente si disegnava la facciata ligiosi. vendita e venne acquistata dalla del Collegio Elvetico. Alla morte dell’architetto, avvenu- Congregazione dello Stato di Mila- La mancanza di fondi causata dal- ta nel 1658, i lavori continuarono no per essere donata a Ferdinan- la Guerra dei trent’anni e dalle nu- sotto la direzione del figlio Gian do, figlio dell’imperatrice Maria merose scorribande di eserciti al Domenico, ma anche di Gerolamo Teresa e futuro governatore della soldo dell’una o dell’altra potenza Quadrio e Giorgio Rossore, tutti Lombardia; ma l’imperatrice, so- che si contendevano il possesso architetti molto affermati che lavo- vrana illuminata e sensibile alle della Lombardia (la grande peste rarono anche per la fabbrica del esigenze della città, stabilì diversa- del 1629 e un terremoto che cau- Duomo. mente come si legge nel rescritto sò il crollo di molti edifici storici, La presenza dei Gesuiti a Milano imperiale dell’8 ottobre 1770: oltre all’avidità dei governatori segnò per oltre un secolo ancora spagnoli, furono altri tristi avveni- un periodo importante per la città, … abbiamo rivolto la Nostra atten- menti che funestarono la prima con una impronta culturale ben zione alla mancanza che ha code- metà del secolo) rallentò i lavori, definita. La conseguente ristruttu- sta città capitale di una biblioteca che solo nel 1651, nonostante la razione e l’ampliamento del palaz- aperta di uso comune di chi desi- guerra tra Francia e Spagna coin- zo fecero sì che le scuole avesse- dera maggiormente coltivare il volgesse la regione ancora per ol- ro una degna sede, vista la grande proprio ingegno. tre un decennio dopo la pace di stima di cui godevano al pari del- Wesfalia, poterono ripartire finan- le Scuole Palatine, Arcimbolde, Ca- A Milano non mancava certamente 48 Biblioteche oggi – gennaio-febbraio 2005 Biblioteche nella storia una biblioteca importante: c’era, e me viene manifestato nelle lettere compilazione di un catalogo ge- tra le più illustri, ricca di mano- inviate al bibliotecario della Brai- nerale che, in trenta volumi ma- scritti e di libri antichi, l’Ambrosia- dense dal conte Firmian, ministro noscritti organizzati per autore e na, la prima aperta al pubblico a plenipotenziario della Lombardia. per materia, sarebbe stato termi- Milano e in Italia (nel 1610), per Le discussioni tra Milano e Vienna nato solo il 30 giugno 1778. concessione del cardinale Federico furono molte e complesse e si pro- A questo punto è evidente che il Borromeo, ma la preziosa raccolta trassero oltre il 1774, riguardando complesso di Brera inteso come è non poteva soddisfare le esigenze non solo la disposizione del cata- oggi nasce dalla volontà, dalla te- di un pubblico che desiderava co- logo, ma anche la sistemazione nacia e dalla capacità di questi tre noscere ed essere aggiornato, per- planimetrica di Brera, che a sua personaggi, sebbene il principe di ché priva di libri moderni. volta rifletteva una diversa valuta- Kaunitz, il conte Firmian e l’archi- Pertanto la biblioteca Pertusati fu zione dei programmi di istruzione tetto Piermarini non ne condivi- donata alla città con la precisa di- pubblica nelle due capitali; in par- dessero sempre uniformemente il sposizione che fosse aperta a tutti ticolare Milano cercava di realiz- piano. In particolare Kaunitz, che e “collocata in un sito opportuno zare un’istituzione il più possibile mirava ad aumentare la prosperi- e per quanto sarà possibile vicino polivalente. tà e il prestigio della capitale lom- al centro della città”. Parallelamente alla acquisizione barda, si impegnò, tra tutti gli sta- Va inoltre considerato che vi era dei fondi librari procedevano i la- bilimenti del poliedrico organi- in Maria Teresa una forte consa- vori per collocarli in una degna smo, a privilegiare la biblioteca pevolezza della necessità di una sede, che l’imperatrice voleva bel- che desiderava ampia e magnifica responsabile gestione statale del- la e accogliente. al pari di quella imperiale di l’istruzione, che l’aveva spinta già L’architetto Giuseppe Piermarini Vienna. dal 1765 a rivendicare a sé la di- soddisfò tale esigenza nella pro- Anche la prima sistemazione stata- rezione degli unici due istituti pre- gettazione del grande salone tere- le e laica delle scuole braidensi fu stigiosi lombardi di educazione, le siano, con il soffitto a volta, con- il frutto di lunghe contrattazioni e Scuole Palatine e l’Università di tornato dalle eleganti scaffalature scambi di vedute tra le due can- Pavia, entrambi però carenti quan- in radica disegnate dallo stesso ar- cellerie.