PAULLUS FABIUS MAXIMUS Tra Lealtà Ad Augusto E Vicinanza Agli Ambienti Di Fronda

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PAULLUS FABIUS MAXIMUS Tra Lealtà Ad Augusto E Vicinanza Agli Ambienti Di Fronda Corso di Laurea Magistrale (ordinamento ex D.M. 270/ 2004) in Scienze dell’Antichità: letterature, storia e archeologia – curriculum Filologia, letterature e storia dell’antichità TESI DI LAUREA MAGISTRALE PAULLUS FABIUS MAXIMUS tra lealtà ad Augusto e vicinanza agli ambienti di fronda Relatore Ch. Prof.ssa Francesca Rohr Vio Laureando Giorgia Sabbadin Matricola 842751 Anno accademico 2016/2017 Indice: Premessa Capitolo Primo: Il cursus honorum di Paolo Fabio Massimo Le origini: i Fabii Gli inizi di carriera Il matrimonio con Marcia Il proconsolato d’Asia Legato propretore in Spagna Nel collegio dei Fratres Aruales Capitolo Secondo: Paolo Fabio Massimo, Ovidio e i loro amici “Patronus atque orator” L’amicitia con Ovidio Capitolo Terzo: Il viaggio a Pianosa e la dubia mors di Paolo Fabio Massimo Il racconto nelle fonti antiche Il viaggio a Pianosa: invenzione della propaganda filogiulia? Il viaggio a Pianosa: realtà storica? Riflessioni conclusive Sigle e abbreviazioni Index locorum Referenze bibliografiche 1 Premessa Questo lavoro si propone di analizzare la figura storica di Paolo Fabio Massimo (46 a.C. – 14 d.C.), mettendo in evidenza i legami familiari, le cariche politico-militari e religiose da lui assunte, l’attività di oratore nel Foro, le sue frequentazioni, al fine di esaminare a tutto tondo un personaggio che fino ad oggi è stato preso in considerazione solo per alcuni aspetti della sua vita. Infatti la critica moderna, pur riconoscendo la centralità politica che Paolo Fabio Massimo rivestì sotto il principato augusteo, gli ha finora dedicato solo brevi approfondimenti in cui i suoi dati biografici sono stati sommariamente elencati e il focus più che su di lui in quanto figura storica è stato sui legami che egli aveva con noti personaggi del tempo, come il princeps Augusto, Agrippa Postumo, Germanico o il poeta Ovidio. Ronald Syme ha dedicato alla vita e carriera di Paolo Fabio Massimo un capitoletto di venti pagine in ben due sue opere, in “History in Ovid” (1978) in cui passa in rassegna tutti i destinatari cui il poeta Ovidio indirizzò le sue lettere dall’esilio, e in “The Augustan Aristocracy” (1986, trad. it 1993) in cui descrive il cursus honorum di tutti quei nobiles che Augusto inglobò nel progetto istituzionale del Principato. John Scheid nella sua opera di taglio prosopografico sulla composizione del collegio religioso dei Fratres Aruales (“Les Frères Arvales”, 1975) si è focalizzato su Paolo Fabio Massimo nella sua veste di appartenente a questa confraternita; mentre Mario Pani in “Tendenze politiche della successione al principato di Augusto” (1979) si è concentrato nel tentativo di mettere in luce l’idea di Principato propugnata da Fabio Massimo, supposto leader d un circolo politico-letterario. Infine Aldo Luisi, nelle numerose opere da lui scritte su Ovidio, ha analizzato la figura di Fabio Massimo, amico e parente del poeta di Sulmona, considerando in particolare le relazioni che appaiono intercorrere tra questi, Fabio Massimo ed altri personaggi del tempo come Germanico e le idee politiche cui questi personaggi sembrano aderire. Fine del presente lavoro sarà di porre per la prima volta il personaggio di Fabio Massimo al centro dell’analisi, focalizzandosi sulla sua biografia e sulle sue relazioni sia familiari che personali, nella convinzione che egli debba essere considerato un 2 personaggio esemplificativo del tempo in cui visse. Non ci si limiterà ad una elencazione degli eventi della sua vita ma da ciascuna di queste notizie si tenterà di ricavare informazioni sulle idee e sulle relazioni politiche di Paolo Fabio Massimo, nella prospettiva di cercare di inserire tale personaggio nel complesso quadro politico- istituzionale del tempo, caratterizzato dallo scontro tra ramo giulio e claudio della domus principis portatori di due idee di Principato diametralmente opposte. Mentre il ramo claudio sosteneva il progetto di un ‘Principato moderato’ in cui il senato ricoprisse ancora un ruolo politico importante secondo l’esperienza repubblicana; il ramo giulio, invece, patrocinava un modello di stato modulato sul precedente delle monarchie ellenistiche, in cui un princeps dotato di un potere fortemente autocratico governasse grazie al consenso di cui godeva in primo luogo presso gli eserciti e il popolo. Verranno dunque prese in considerazione tutte le testimonianze antiche che fanno menzione di Fabio Massimo: fonti numismatiche, papirologiche, epigrafiche ma soprattutto letterarie. Molti autori antichi rechino informazioni su Paolo Fabio Massimo: Orazio, Ovidio, Velleio Patercolo, Seneca il Retore, Tacito, Svetonio, Plutarco, Cassio Dione sono i principali. Sono fonti anche molto distanti tra loro che rispondono a finalità diverse e spesso riportano una versione degli eventi ideologicamente connotata. Alcune testimonianze sono contemporanee ai fatti, altre sono decisamente tarde; alcune sembrano derivare direttamente le une dalle altre, altre paiono invece essere portatrici di una tradizione differente; alcune sono in versi, altre in prosa; alcune sono opere storiche, altre filosofiche. Diventa quindi fondamentale nell’accostarsi alla testimonianza antica capire chi l’ha scritta, quando, a che scopo, e, nel caso in cui si tratta di una fonte posteriore agli eventi, tentare di compiere un lavoro di quellenforschung. Questa ricerca sarà articolata in tre capitoli di pari ampiezza, ognuno dei quali andrà a mettere in luce un preciso aspetto della vita di Paolo Fabio Massimo. Nel primo capitolo dunque si andrà a ripercorrere il suo cursus honorum e a mettere in luce i suoi legami familiari, alcuni dei quali non hanno ricevuto fino ad oggi l’evidenza che meriterebbero, nella prospettiva che, se contestualizzati, questi dati 3 possono offrire maggiori informazioni su Fabio Massimo, le sue idee politiche e le sue frequentazioni. Nel secondo capitolo ci si concentrerà sulla vita di Fabio Massimo domi, la quale si caratterizza principalmente per il suo ruolo di oratore del Foro romano che lo porterà a scontrarsi con un altro importante retore del tempo, Cassio Severo e per il tempo speso nell’otium letterario. Fabio Massimo fu patrono di importanti poeti del tempo, come Orazio ed Ovidio, e proprio il vincolo di parentela ed amicitia che lo legava a quest’ultimo sarà ampiamente analizzato nella seconda parte di questo secondo capitolo soprattutto in virtù della sua valenza politica. Infine nell’ultimo capitolo si tratterà dell’episodio principale per il quale la figura di Palo Fabio Massimo viene generalmente ricordata: il supposto viaggio all’isola di Pianosa in cui egli accompagnò il princeps Augusto a riconciliarsi con il nipote Agrippa Postumo che si trovava in esilio, episodio al quale seguì la morte di Fabio Massimo, avvenuta in circostanze misteriose. Si analizzeranno dunque nel dettaglio tutte le fonti antiche che riportano questo evento e, dopo aver elencato le ragioni che gli studiosi nell’arco dell’ultimo secolo hanno avanzato per sostenere o negare la veridicità di questo episodio, si evidenzierà l’immagine di Fabio Massimo che emerge da questo avvenimento. 4 CAPITOLO PRIMO Il cursus honorum di Paolo Fabio Massimo Le origini : i Fabii Q. Fabius Maximus Verrucosus (cos. 233 a.C.) Fabius Q. Fabius Maximus P. Cornelius Scipio (cos.213) Africanus (cos. 205) Cn. Servilius Q. Fabius Maximus Q. Fabius Maximus Papiria = (1) L. Aemilius P. Cornelio Caepio (augur 203) (pr. 181) Paullus (cos. 182) Scipio Q. Fabius Maximus Q. Fabius Maximus P. Cornelius Scipio Servilianus (cos. 142) Aemilianus (cos. 145) Aemilianus (cos. 147) Q. Fabius Eburnus Q. Fabius Allobrogicus (cos. 116) (cos. 121) Allobrogicus Q. Fabius Maximus Ignota = Q. Fabius Maximus (suff. 45) M. Titius = Fabia Africanus Fabius Paullus Fabius = Marcia (suff. 31 a.C.) Maximus Maximus (cos. 10 a.C.) (cos. 11 a.C.) Paolo Fabio Massimo1 era un esponente di un’illustre gens aristocratica romana, i Fabii, discendenti del celeberrimo Cunctator. Paolo nacque molto probabilmente nel 46 a.C., figlio di Quinto Fabio Massimo, console del 45 a.C.2. Al tempo di Paolo i 1 Groag, RE, 1909, s.v. Fabius nr. 102, cc. 1780-1790; Groag, PIR, 1943, s.v. Fabius nr. 47, pp. 103- 105. 2 Münzer, RE, 1909, s.v. Fabius nr. 108, cc. 1791-1792. 5 Fabii da poco avevano riacquistato gli antichi splendori dopo quasi un secolo di decadenza politica in cui nessuno dei membri della gens era riuscito ad ottenere alcuna carica politico-militare. Dopo Quinto Fabio Allobrogico, console nel 121, infatti, non ritroviamo nei Fasti alcun Fabio fino a Quinto, padre di Paolo3. Quinto Fabio Massimo nel 57 venne eletto edile curule insieme a Metello Scipione; in tale occasione si prodigò per far ricostruire il Fornix Fabianus, il monumento di suo nonno Allobrogico, ma tale impresa non fu sufficiente per sostenere le sue aspettative per il consolato4. Esse si fondavano sull’appoggio di Cesare e quindi la sua mancata elezione potrebbe essere dovuta all’attività dei nemici di Cesare5 oppure, ipotizza Syme, al fatto che il futuro dittatore avesse altri nobiles candidati da appoggiare prima di Quinto: Ser. Sulpicio per il 51 e L. Emilio Paolo per il 506. Alla fine, Quinto Fabio Massimo ottenne il comando di un esercito di Cesare in Spagna e nell’ottobre del 45 guadagnò il tanto agognato consolato e un trionfo. Morì il 31 dicembre nell’ultimo giorno dell’anno del suo consolato e venne sostituito dal cesariano Gaio Caninio Rebilio, il quale rimase in carica per appena mezza giornata, scatenando così la derisione di Cicerone7. Quinto Fabio Massimo ebbe tre figli, una femmina e due maschi, Paolo il maggiore e Africano il minore, consoli rispettivamente nell’11 e nel 10 a.C.8. I loro roboanti praenomina Paullus e Africanus riflettono l’orgoglio di appartenenza ad una delle più illustri gentes romane che poteva vantare tra i propri maiores Lucio Emilio Paullo, il conquistatore della Macedonia e Publio Cornelio Scipione l’Africano, il vincitore di 3 E’ possibile che il declino di questa gens sia dovuto al fatto che il figlio di Allobrogico, ricordato dalle fonti antiche per essere stato un noto scapestrato, aveva dissipato il patrimonio familiare che doveva servire a sostenere la campagna elettorale propria e dei propri discendenti; vd.
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