La Produzione Monetaria Delle Zecche Minori Dei Visconti

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

La Produzione Monetaria Delle Zecche Minori Dei Visconti Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Antichità: letterature, storia e archeologia Tesi di Laurea in Numismatica Medievale La produzione monetaria delle zecche minori dei Visconti Relatore Ch. Prof. Tomaso Maria Lucchelli Laureando Maria Victoria Berengan Matricola 835419 Anno Accademico 2011/2012 1 Indice1 Introduzione p. 1 1. Le monete di Piacenza p. 5 1.1. Schedatura delle monete 1.2. Contestualizzazione 1.3. Confronti e conclusioni 1.4. Immagini 2. Le monete di Parma p. 21 2.1. Schedatura delle monete 2.2. Contestualizzazione 2.3. Confronti e conclusioni 2.4. Immagini 3. Le monete di Domodossola p. 33 3.1. Schedatura delle monete 3.2. Contestualizzazione 3.3. Confronti e conclusioni 3.4. Immagini 4. Le monete di Como p. 46 4.1. Schedatura delle monete 4.2. Contestualizzazione 4.3. Confronti e conclusioni 4.4. Immagini 5. Le monete di Cremona p. 102 5.1. Schedatura delle monete 5.2. Contestualizzazione 1 L’indice segue l’ordine cronologico, partendo dai Visconti che coniarono all’inizio del XIV secolo e nei primi anni della seconda metà del secolo, cioè Galeazzo I, Giovanni, Azzone, Bernabò, e quelli che fecero produrre moneta dalla fine del XIV secolo all’inizio del XV, cioè Gian Galeazzo e Filippo Maria. 2 5.3. Confronti e conclusioni 5.4. Immagini 6. Le monete di Bologna p. 123 6.1. Schedatura delle monete 6.2. Contestualizzazione 6.3. Confronti e conclusioni 6.4. Immagini 7. Le monete di Siena p. 169 7.1. Schedatura delle monete 7.2. Contestualizzazione 7.3. Confronti e conclusioni 7.4. Immagini 8. Le monete di Verona p. 197 8.1. Schedatura delle monete 8.2. Contestualizzazione 8.3. Confronti e conclusioni 8.4. Immagini 9. Le monete di Cantù p. 223 9.1. Schedatura delle monete 9.2. Contestualizzazione 9.3. Confronti e conclusioni 9.4. Immagini 10. Le monete di Monza p. 237 10.1. Schedatura delle monete 10.2. Contestualizzazione 10.3. Confronti e conclusioni 10.4. Immagini 3 11. Le monete di Genova p. 270 11.1. Schedatura delle monete 11.2. Contestualizzazione 11.3. Confronti e conclusioni 11.4. Immagini 12. Le monete delle colonie genovesi p. 315 12.1. Chio 12.1.1. Schedatura delle monete 12.1.2. Contestualizzazione 12.1.3. Confronti e conclusioni 12.1.4. Immagini 12.2. Caffa 12.2.1. Schedatura delle monete 12.2.2. Contestualizzazione 12.2.3. Confronti e conclusioni 12.2.4. Immagini 12.3. Pera 12.3.1. Schedatura delle monete 12.3.2. Contestualizzazione 12.3.3. Confronti e conclusioni 12.3.4. Immagini 13. Le monete di Savona p. 398 13.1. Schedatura delle monete 13.2. Contestualizzazione 13.3. Confronti e conclusioni 13.4. Immagini Discussione p. 419 1. Aspetti della politica finanziaria e monetaria dei Visconti 2. La teoria monetaria viscontea 3. Classificazione delle zecche 4 Conclusioni p. 484 Appendice 1 p. 491 Appendice 2 p. 492 Appendice 3 p. 496 Bibliografia p. 500 5 Ringraziamenti I miei ringraziamenti vanno al Prof. Tomaso Maria Lucchelli per la sua disponilità e per avermi seguito ed aiutato nel mio lavoro relativo alla tesi. 1 Introduzione Oggetto del presente lavoro è lo studio della produzione monetaria dei Visconti nelle zecche minori all’interno delle città italiane sottoposte al loro dominio. Il corpo centrale della tesi analizza, per ogni zecca considerata, le monete che i Visconti vi hanno prodotto, mettendole anche a confronto con le emissioni di altre zecche minori, ma soprattutto con quelle delle officine di Milano e di Pavia, i due centri del potere visconteo, che risultano spesso un punto di riferimento importante sia nei tipi che nelle legende. Basti pensare alle figure di San Siro per Pavia e di Sant’Ambrogio per Milano, confrontandole con quelle di San Zeno per Verona o di Sant’Abbondio per Como: si riscontra una quasi totale somiglianza tra le immagini dei diversi santi, i quali sono rappresentati tutti di fronte, in cattedra, nimbati e mitrati, con pastorale nelle mani. Se non fosse per la legenda, che nella maggior parte dei casi li identifica, non si sarebbe in grado di distinguerli. L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di evidenziare come fosse organizzata e gestita la produzione monetaria in tutto il suo complesso, considerando separatamente le zecche nelle quali i Visconti hanno fatto coniare monete in maggiore quantità e talvolta di più alto valore (Como, Bologna, Genova e le sue colonie, cioè Caffa, Chio e Pera), da quelle in cui sono stati prodotti nominali in numero ridotto e di valore talvolta modesto (Parma, Piacenza, Cantù, Monza, Cremona, Savona, Domodossola o Novara, Verona). I casi di Siena e di Verona non sono propriamente da annoverare nel contesto delle zecche minori per i Visconti, dal momento che queste due città avevano una posizione geografica strategica, che permetteva alla prima di mantenere stretti rapporti con la Toscana e la Liguria, e alla seconda con il Veneto, in particolare con Venezia. Un secondo obiettivo del presente lavoro è stato quello di individuare le motivazioni per le quali i milanesi, al 1 loro arrivo nelle località conquistate, talvolta vi chiudessero le zecche, e altre volte invece le mantenessero aperte, facendovi proseguire la produzione monetale. Si è potuto constatare, oltre a questo, che i Visconti hanno concentrato le loro emissioni nelle città che avevano maggiore contatto con il centro del loro potere, Milano, mentre minor peso è stato attribuito a quelle città che, seppure importanti, non avevano un ruolo cruciale per gli interessi politici e finanziari della famiglia. Inoltre i Visconti non vollero far coniare in città come Piacenza o Parma o Domodossola un quantitativo di moneta paragonabile a quello emesso a Genova o a Bologna: questo perché si trattava di luoghi che, già prima del loro arrivo, avevano ricoperto ruoli politici e commerciali sostanzialmente differenti. Sicuramente gli interessi che i Visconti avevano nei confronti di città caratterizzate da una grande vitalità economica, come per esempio Siena e Verona, non erano gli stessi che rivolgevano a località decentrate e che erano meno attive nella grande rete commerciale nazionale, come, a titolo di esempio, Parma e Cremona. L’obiettivo ultimo di questo lavoro è stato quello di individuare quali siano state le caratteristiche generali ed i limiti della politica monetaria dei Visconti nell’ambito dell’espansione del loro dominio nei territori dell’Italia centro-settentrionale, nella consapevolezza però che tale politica non è limitata all’ambito economico-finanziario, ma rispecchia una più ampia attitudine nei confronti della costruzione e dell’organizzazione di uno Stato. Nel corso della ricerca, peraltro, sono emerse alcune questioni particolari a cui si è cercato, quando possibile, di dare una risposta; in primo luogo si sono individuate le personalità della famiglia Visconti che hanno promosso le coniazioni nelle città conquistate; inoltre si è definito l’ambito cronologico per ogni caso analizzato e i nominali coniati. Altri problemi affrontati riguardano i motivi che hanno indirizzato la scelta verso particolari nominali e specifiche tipologie figurative o legende, 2 le quali variano, come abbiamo visto, dal contesto non solo storico, ma anche geografico; si è successivamente cercato di capire anche le motivazioni per cui i Visconti decidessero di chiudere, aprire o mantenere aperta la zecca nelle città conquistate, e conseguentemente sulla base di quali criteri facessero produrre abbondanti o modesti quantitativi di moneta, di alto o mediocre valore. Una questione di particolare interesse, volta alla comprensione dei rapporti intercorsi tra i Visconti e le singole città, è stata quella di analizzare la presenza o meno del nome dell’emittente sulle legende delle monete studiate. Infatti, non sempre il nome del signore è inciso sulle monete, anche se spesso sono impressi simboli, di dimensioni variabili, chiaramente riferibili alla famiglia milanese, come il biscione, o talvolta lettere, come B E, che rimandano al nome del committente. Quest’ultima questione è stata affrontata nell’ottica di trovarvi un legame storico, tant’è vero che i Visconti vissuti nella prima metà del XIV secolo fecero imprimere sempre sulle monete il proprio nome ed il biscione, mentre i successori, vissuti tra la seconda metà del XIV secolo e l’inizio del XV, ebbero la tendenza a rappresentarsi più attraverso i simboli che non per mezzo delle legende, mantenendo elementi di uso locale, come a Siena o a Savona. Si trattò di un fenomeno che riguardò principalmente le singole città del dominio visconteo. Un problema affrontato è stato proprio quello di studiare le differenze riscontrate nei tipi e nelle legende, nonché le connotazioni storico-politiche, che caratterizzarono la monetazione dei Visconti nella prima metà del XIV secolo e poi nel periodo successivo. La produzione monetaria di Azzone, Galeazzo I e Giovanni Visconti non è certo assimilabile a quella di Bernabò, Gian Galeazzo, Filippo Maria Visconti: spesso cambiano i tipi e le legende, quindi anche le dinamiche politiche, territoriali e finanziarie. Infine, attraverso l’analisi delle monete coniate nelle diverse città dai rispettivi Visconti, nei relativi periodi storici, ci si è potuta porre 3 la questione del disegno politico portato innanzi dalla famiglia milanese. Se con i Visconti del primo XIV secolo troviamo, attraverso la produzione monetaria, un semplice tentativo di affermare la propria autorità, facendo apporre il nome ed il biscione sulle monete, nel secondo XIV secolo e nel primo XV lo scopo della moneta diventa quello di stabilire determinati tipi di rapporti con le città conquistate, con la finalità di unificare tutte le località sotto un unico potere, e dunque forse anche sotto una sola monetazione. Per rispondere a tali questioni, che permettono di giungere agli obiettiv preposti, è stato necessario procedere con un’analisi dettagliata delle emissioni monetali delle città che i Visconti hanno conquistato e, nello specifico, in cui hanno mantenuto attiva la zecca, o ne hanno aperta una, continuando a farvi coniare moneta.
Recommended publications
  • Bells and Trumpets, Jesters and Musici: Sounds and Musical Life in Milan Under the Visconti
    Lorenzo Tunesi – Bells and Trumpets, Jesters and Musici 1 Bells and Trumpets, Jesters and Musici: Sounds and Musical life in Milan under the Visconti Or questa diciaria, Now [I conclude] my speech, perché l’Ave Maria since the Ave Maria sona, is ringing, serro la staciona I shut up shop nén più dico1 and I won’t talk anymore These verses, written by the Milanese poet and wealthy member of the ducal chancellery Bartolomeo Sachella, refer to a common daily sound in late Medieval Milan. The poet is quickly concluding his poem, since the Ave Maria is already sounding. When church-bells rang the Ave Maria, every citizen knew, indeed, that the working-day was over; thus, probably after the recitation of a brief prayer in honour of the Virgin, shops closed and workers went home. Church-bells were only one of the very large variety of sounds characterising Medieval cities. Going back over six-hundred years, we could have been surrounded by city-criers accompanied by trumpet blasts, people playing music or singing through the streets, beggars ringing their bells asking for charity, mothers’ and children’s voices, horses’ hoofs and many other sounds. All these sounds created what musicology has defined as ‘urban soundscape’, which, since the pioneering study by Reinhard Strohm, Music in Late Medieval Bruges (1985), has deeply intrigued music historians. The present essay aims to inquire into the different manifestations of musical phenomena in late Medieval Milan, relating them to the diverse social, cultural and historical contexts in which they used to take place. My research will focus on a time frame over a century, ca.
    [Show full text]
  • Competing Sovereignties in 14Th Century Milan
    University of Nebraska at Omaha DigitalCommons@UNO Medieval/Renaissance Studies Faculty Publications Medieval/Renaissance Studies 2011 The Prince and the Prostitute: Competing Sovereignties in 14th Century Milan Martina Saltamacchia Rutgers University, [email protected] Follow this and additional works at: https://digitalcommons.unomaha.edu/medrenstudfacpub Part of the Medieval Studies Commons Recommended Citation “The Prince and the Prostitute: Competing Sovereignties in Fourteenth-Century Milan” in Law and Sovereignty in the Middle Ages and Renaissance, Robert Sturges, ed. (Turnhout: Brepols, 2011), 173-191. This Article is brought to you for free and open access by the Medieval/Renaissance Studies at DigitalCommons@UNO. It has been accepted for inclusion in Medieval/Renaissance Studies Faculty Publications by an authorized administrator of DigitalCommons@UNO. For more information, please contact [email protected]. The following is a post-print manuscript of “The Prince and the Prostitute: Competing Sovereignties in Fourteenth-Century Milan” that appeared in Law and Sovereignty in the Middle Ages and Renaissance, Robert Sturges, ed. Full citation: Martina Saltamacchia, “The Prince and the Prostitute: Competing Sovereignties in Fourteenth-Century Milan” in Law and Sovereignty in the Middle Ages and Renaissance, Robert Sturges, ed. (Turnhout: Brepols, 2011), 173-191. 2 The Prince and the Prostitute: Competing Sovereignties in 14th Century Milan Martina Saltamacchia, Rutgers University On the morning of November 27,
    [Show full text]
  • The Body Politic Metaphor in Communal and Post-Communal Italy – Some Remarks on the Case of Lombardy
    View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by AIR Universita degli studi di Milano The Body Politic Metaphor in Communal and Post-Communal Italy – Some Remarks on the Case of Lombardy Andrea Gamberini University of Milan [email protected] Abstract This paper uses the body politic metaphor to explore the dialectic of power between different political players in communal and post-communal Lombardy. On the one hand, notions of corporeal links, drawing upon an ancient and venerable tradition, were key strands of public debate on state formation in the Late Middle Ages. On the other hand, there were distinctively communal and post- communal discourses based upon the body politic metaphor. My purpose is to investigate all of these aspects through analysis of the so-called “pragmatic writings” (such as letters, decrees, notarial deeds), sources usually overlooked by historians of political thought. As is shown in this paper, the novelty of this approach makes it possible to appreciate corporeal metaphors as performative tools and instruments of political action. Keywords City communes – Lombardy – Duchy of Milan – Body politic – political discourse 1. Introduction The purpose of this paper is to trace a brief history of the use of corporeal metaphors in political discourse in the Po Valley (i.e., Lombardy) in the communal and post-communal ages. As will be shown, there are many sources in political literature that establish an analogy between the political body and the human body. This is not particularly surprising; medieval Europe inherited corporeal metaphors from diverse cultural traditions, ranging from the theological tradition (think of the famous image of the body and limbs handed down from the first of Paul’s Letters to the Corinthians 1 – “But now are they many members, but yet one body”; 12:20) to the classical tradition (going from Plato and Aristotle to Livy).1 These terminological genealogies have been extensively investigated by historians of political thought.
    [Show full text]
  • 00-PRIME PP 2:Layout 1
    L’agnazione viscontea nel Rinascimento SOTTO IL SEGNO DELLA VIPERA Edoardo Rossetti «In Milano la più degna e nobile fameglia è la Visconta» scriveva nel 1520 l’oratore veneto Gianiacopo Caroldo. Quella che rimaneva, nonostante l’estinzione del ramo ducale, la più importante agnazione di Milano non è stata sinora adeguatamente studiata, né nella geografia castel- lana delle sue numerose signorie, né nelle articolazioni delle sue iniziative politiche, né nella sua presenza culturale nello stato di Milano. È specialmente su quest’ultimo as- petto che si incentra questo volume. Attraverso un’ampia ricerca archivistica e iconografica largamente inedita ven- gono ricostruiti importanti episodi di committenza delle famiglie principali della parentela viscontea che si intrec- ciano a comporre una politica artistica di ampio respiro, tale da incidere profondamente sul territorio: da Milano a Somma Lombardo, da Pallanza a Brignano, da Vignate a Santa Maria del Monte sopra Varese. Edoardo Rossetti (Varese, 1979) si è laureato nel 2006 in Storia presso l’Università degli Studi di Milano è autore di numerosi saggi sulla storia politica, sociale, artistica e cul- turale del Rinascimento lombardo; coordina la collana Scaglie d’archivio dell’Archivio di Stato di Milano, per la quale ha curato il volume Squarci d’interni. FESR Fondo europeo di sviluppo regionale - Le opportunità non hanno confini Sotto il segno della vipera In copertina Gian Cristoforo Romano e collaboratori, Gian Galeazzo Visconti riceve la signoria di Milano, particolare del Monumento
    [Show full text]
  • Galvano Fiamma, Francesco Petrarca E I Cavalli Dei
    Immagini del Medioevo 17x24 ok_Layout 1 03/04/13 11.13 Pagina 199 GALVANO FIAMMA , F RANCESCO PETRARCA EICAVALLI DEI VISCONTI GRAZIANO ALFREDO VERGANI Banco di prova privilegiato per lo sviluppo del linguaggio rinascimentale quattrocentesco, il tema del monumento equestre ha avuto in Italia una notevole fortuna già nel Trecento, in relazione con il maturare delle istituzioni signorili e con il diffondersi di una nuova sensibilità, intrisa di contenuti cavallereschi e proto umanistici. Esemplare è il caso di Verona con il celebre complesso delle arche scaligere, su cui sfilano, in una parata cerimoniale tra cielo e terra, le statue a cavallo di Cangrande, Mastino e Cansignorio della Scala 1. Un altro caso è Milano, dove risulterebbero essere stati realizzati nel Trecento i monumenti equestri di almeno due Visconti, signori della città: Azzone e Bernabò. Il condizionale è d’obbligo, poiché mentre quello di Bernabò, sistemato sopra il suo sarcofago, fa ancora mostra di sé in una sala del Castello Sforzesco (figg. 1-2) – dove giunse nel 1898 dalla ex chiesa di Santa Maria di Brera, sede del Museo Patrio Archeologico, pro - venendo da quella di San Giovanni in Conca, per la quale era stato creato 2 –, del monumento equestre di Azzone non resta invece traccia alcuna ed è mia opinio - ne che l’unica fonte che lo ricordi non fornisca elementi sufficienti a comprovar - ne l’effettiva realizzazione. La fonte in questione è l’ Opusculum de rebus gestis ab Azone, Luchino et Johan - ne Vicecomitibus di Galvano Fiamma, amico e familiare dell’arcivescovo Giovan - ni Visconti, la cui redazione va fissata entro il 1342-43 3.
    [Show full text]
  • Andrea Gamberini, Università Di Milano the Emotions of the State. a Survey of the Visconti Chancery Language (Mid 14TH- Mid 15TH Centuries)
    Andrea Gamberini, Università di Milano The Emotions of the State. A Survey of the Visconti Chancery Language (Mid 14TH- Mid 15TH Centuries) Although emotions as a field of historical research have come to the fore since the late 1990s, the interest aroused by this subject among the scholars of the Italian Renaissance state has been limited, at least so far. Apart from an important study on Lombard factions by Marco Gentile, and the very recent insight of Isabella Lazzarini into the Florentine diplomatic records, nothing else has been published. 1 On these grounds I have decided to take up some suggestions coming from scholars of other periods of the Middle Ages, and to analyze the case-study of the duchy of Milan from the angle of the relationship between politics and emotions. 2 Unlike Isabella Lazzarini, I am not going to predominantly focus on diplomatic records, which also, of course, represent an extraordinary source for the duchy of Milan but I am more interested in probing into the relations between governors and governed; between the duke and his subjects. In order to appreciate the distinctive features of the latter, it is probably necessary to take the former as a starting point, to have a term of comparison. Therefore let us have a very quick look at the language of diplomatic practice and its emotional register. Since the beginning of their rise to power, the Visconti deployed emotionality in their diplomatic correspondences. Politics was, and still is, the art of persuading, so it is hardly surprising that foreign affairs were edged by the Visconti’s chancellors within the framework of friendship/enmity, love/hatred or happiness/sadness.
    [Show full text]
  • Cremona. L'archivio Dell'lstiturp Elemosiniere [Secoli XIII-XVIIH, Vol
    PIETY AND POOR RELIEF: CONFRATERNITlES IN MEDIEVAL CREMONA, C. 1334-1 499 Barbara Anna Sella Centre for Medieval Studies A Thesis submitted in conformity with the requirements for the Degree of Doctor of Philosophy in the University of Toronto 'copyright by Barbara Anna Sella, 1996 National Library Bibliotheque nationale m*m of Canada du Canada Acquisitions and Acquisitions et Bibliographic Services services bibliographiques 395 Wellington Street 395, rue Wellington OttawaON KIA ON4 OttawaON K1AON4 Canada Canada The author has granted a non- L'auteur a accorde une licence non exclusive Licence allowing the exclusive pernettant a la National Library of Canada to Bibliotheque nationale du Canada de reproduce, loan, distribute or sell reproduire, prster, distribuer ou copies of this thesis in microform, vendre des copies de cette these sous paper or electronic formats. la forme de microfiche/^, de reproduction sur papier ou sur format electronique . The author retains ownership of the L'auteur conserve la propriete du copyright in this thesis. Neither the droit d'auteur qui protege cette these. thesis nor substantial extracts fiom it Ni la these ni des extraits substantiels may be printed or otherwise de celle-ci ne doivent &re imprimes reproduced without the author's ou autrement reproduits sans son permission. autorisation. ABSTRACT This dissertation focuses on confraternal piety and poor relief in the northern Italian city of Cremona between the mid-fourteenth century and the end of the fifteenth century. It draws upon previously unedited archival documents (Latin and Italian statutes, contracts, letters, and account books) housed in Cremona's Archivio di Stato. The records of the Consortium of the Donna (f.
    [Show full text]
  • Europa E Italia. Studi in Onore Di Giorgio Chittolini
    Reti Medievali E-Book 15 Reti Medievali E-Book Comitato scientifico Pietro Corrao (Università di Palermo) Roberto Delle Donne (Università di Napoli “Federico II”) Stefano Gasparri (Università “Ca’ Foscari” di Venezia) Paola Guglielmotti (Università di Genova) Gian Maria Varanini (Università di Verona) Andrea Zorzi (Università di Firenze) Europa e Italia. Studi in onore di Giorgio Chittolini Europe and Italy. Studies in honour of Giorgio Chittolini Firenze University Press 2011 Europa e Italia : Studi in onore di Giorgio Chittolini / Europe Europa e Italia. Studi in onore di Giorgio Chittolini / Europe and Italy. Studiesand Italy in honour : Studies of Giorgio in honour Chittolini. of Giorgio – Chittolini. – Firenze : Reti Medievali E-book FirenzeFirenze : FirenzeUniversity university Press, press, 2011. 2011. – XXXI, 453 p. ; 24 cm (Reti(Reti Medievali. Medievali E-Book E-Book ; 15) ; 15) Reti Medievali E-book Accessohttp://digital.casalini.it/9788864532349 alla versione elettronica: http://www.ebook.retimedievali.ithttp://www.ebook.retimedievali.it Monografie Uno stato d’animo. Memoria del tempo e comportamenti ISBN 978-88-6453-234-9 Monografie1. Renato Bordone, ISBN 978-88-6453-234-9 (online) urbani nel mondo comunale italiano, 2002 1. Renato Bordone,“DareUno stato et habere”. d’animo. Il mondo Memoria di un del mercante tempo e comportamenti milanese del 2.urbani Marina nel Gazzini, mondo comunale italiano Quattrocento, 2002 , 2002 2. Marina Gazzini, “DareRicerche et habere”. sull’organizzazione Il mondo di un del mercante territorio milanese nella Liguria del me- 3.Quattrocento Paola Guglielmotti, dievale, 2005, 2002 3. Paola Guglielmotti, RicercheGovernare sull’organizzazione la città. Pratiche del sociali territorio e linguaggi nella Liguria politici me- a 4.dievale Giovanna Petti Balbi, Genova, in2005 età medievale, 2007 4.
    [Show full text]
  • La Rocca Viscontea Di Monza Dal Xiv Al Xv Secolo
    LA ROCCA VISCONTEA DI MONZA DAL XIV AL XV SECOLO ELABORATO FINALE DI: DANIELE RIPAMONTI Il presente incontro in occasione della Sagra di S. Giovanni Battista di Monza ha origine dalla mia tesi di Laurea Magistrale in Scienze Storiche discussa il 26 maggio 2014. L'obiettivo dell'elaborato è stato quello di cercare, confrontare e appurare tutta la documentazione esistente sulla rocca viscontea di Monza, fondata dal Signore di Milano Galeazzo I Visconti nel 1325, per ricostruire cronologicamente le vicende che hanno interessato il borgo di Monza e tutte le sue fortificazioni dall'epoca tardo antica fino alla prima età moderna. La tesi sulla rocca di Monza prosegue il percorso di riscoperta della storia locale di Monza iniziato con la Laurea Triennale in Storia sugli scudi d'oro 'sanguinati' di S. Giovanni Battista di Monza. I fortilizi di Monza prima dell'anno 1325 Gli studi e Castellole teorie Vecchioper giungere e Castello ad una Nuovo. esatta collocazione, datazione e per individuare i vari committenti delle molte fortificazioni cittadine di Monza hanno inizio tra XVIII e XIX secolo. Questi lavori, spesso in contrasto tra loro, ebbero origine con l'erudito settecentesco Anton Francesco Frisi, canonico della basilica di S. Giovanni Battista di Monza, considerato il padre della storia monzese con la sua opera intitolata Memorie storiche di Monza e sua corte pubblicata nel 1794. Dopo l'esperienza di Frisi seguirono le ricerche condotte nella seconda metà del XIX secolo da Cesare Aguilhon e Luigi Zerbi con un saggio intitolato I fortilizi di Monza prima dell'anno 1325 per la rivista Archivio Storico Lombardo nel 1891.
    [Show full text]
  • Reading the Dream Visions and Troilus and Criseyde
    University of Tennessee, Knoxville TRACE: Tennessee Research and Creative Exchange Doctoral Dissertations Graduate School 8-2006 Chaucer's Questioning Impulse: Reading the Dream Visions and Troilus and Criseyde Anita K. Bergeson University of Tennessee, Knoxville Follow this and additional works at: https://trace.tennessee.edu/utk_graddiss Part of the English Language and Literature Commons Recommended Citation Bergeson, Anita K., "Chaucer's Questioning Impulse: Reading the Dream Visions and Troilus and Criseyde. " PhD diss., University of Tennessee, 2006. https://trace.tennessee.edu/utk_graddiss/4290 This Dissertation is brought to you for free and open access by the Graduate School at TRACE: Tennessee Research and Creative Exchange. It has been accepted for inclusion in Doctoral Dissertations by an authorized administrator of TRACE: Tennessee Research and Creative Exchange. For more information, please contact [email protected]. To the Graduate Council: I am submitting herewith a dissertation written by Anita K. Bergeson entitled "Chaucer's Questioning Impulse: Reading the Dream Visions and Troilus and Criseyde." I have examined the final electronic copy of this dissertation for form and content and recommend that it be accepted in partial fulfillment of the equirr ements for the degree of Doctor of Philosophy, with a major in English. Laura L. Howes, Major Professor We have read this dissertation and recommend its acceptance: Tom Heffernan, Tom Burman, Joe Trahern Accepted for the Council: Carolyn R. Hodges Vice Provost and Dean of the Graduate School (Original signatures are on file with official studentecor r ds.) To the Graduate Council: I am submitting herewith a dissertation written by Anita K. Bergeson entitled "Chaucer's Questioning Impulse: Reading the Dream Visions and Troi/us and Criseyde." I have examined the final paper copy of this dissertation for form and content and recommend that it be accepted in partial fulfillment of the requirements forthe degree of Doctor of Philosophy, with a major in English.
    [Show full text]
  • Alfonso I D'este: Music and Identity in Ferrara
    Shephard, Tim (2010) Alfonso I d'Este: music and identity in Ferrara. PhD thesis, University of Nottingham. Access from the University of Nottingham repository: http://eprints.nottingham.ac.uk/13912/1/523577.pdf Copyright and reuse: The Nottingham ePrints service makes this work by researchers of the University of Nottingham available open access under the following conditions. · Copyright and all moral rights to the version of the paper presented here belong to the individual author(s) and/or other copyright owners. · To the extent reasonable and practicable the material made available in Nottingham ePrints has been checked for eligibility before being made available. · Copies of full items can be used for personal research or study, educational, or not- for-profit purposes without prior permission or charge provided that the authors, title and full bibliographic details are credited, a hyperlink and/or URL is given for the original metadata page and the content is not changed in any way. · Quotations or similar reproductions must be sufficiently acknowledged. Please see our full end user licence at: http://eprints.nottingham.ac.uk/end_user_agreement.pdf A note on versions: The version presented here may differ from the published version or from the version of record. If you wish to cite this item you are advised to consult the publisher’s version. Please see the repository url above for details on accessing the published version and note that access may require a subscription. For more information, please contact [email protected] ALFONSO I D'ESTE: MUSIC AND IDENTITY IN FERRARA Tim Shephard, MusB, PGDip.
    [Show full text]
  • Tutta La Storia (E Tutti I Segreti) Del Borgo Di Grazzano Visconti Dal Periodo Romano a Oggi, Con Le Vicende Della Famiglia Che Ha Creato Il Paese
    LIBERTÀ 22 Provincia Martedì 22 gennaio 2013 Dagli album di famiglia UN LIBRO-DOCUMENTO Rare immagini personali I PROTAGONISTI DI PIÙ DI MILLE ANNI della casata dei Visconti di Modrone A sinistra:la seconda stazione ferroviaria di Grazzano nel 1920;sopra:alunni dell’anno scolastico 1931-32;a destra:un corso di cucito nella via principale del paese (Anni Trenta) e Donna Meralda Caracciolo di Castagneto con l’attore Luciano Alberici durante un corteo storico alla fine degli Anni Cinquanta. Tutta la storia (e tutti i segreti) del borgo di Grazzano Visconti Dal periodo romano a oggi, con le vicende della famiglia che ha creato il paese. Grande raccolta di immagini di vicende, luoghi e personaggi di PIER CARLO MARCOCCIA via, a Giovanni Anguissola (e terizzare vicende salienti del- loisa, l’apertura (e la chiusu- no che negli anni ‘20-’30 vide alla congiura farnesiana del l’ultimo secolo grazzanese. ra) del museo dedicato alle protagonista anche la zona hi erano Gisla e si suoi 1547), Vetruria Anna Maria Ad iniziare dal tram a vapore auto e alle moto d’epoca, l’I- tra Grazzano e Podenzano, le figli Walando e Cunizo- Anguissola, Carlo Borbone, e dalla littorina della Valnu- stituzione Visconti di Modro- visite di membri i casa Savoia Cne? E tale Ugone figlio Filippo Borbone, Ferdinando re, che collegava il borgo a ne apprezzata scuola per ar- a Grazzano, la banda e il di Rolando? A i loro nomi so- Borbone, Ranuzio Anguisso- Piacenza. E poi: il corteo sto- tigiani e artisti, l’artigianato gruppo di ballo in costume no legati i primi documenti la, Bianca Stampa di Sonci- rico e Valentina Visconti, la caratteristico del borgo, l’e- della “Montanina”.
    [Show full text]