LIBERTÀ 22 Provincia Martedì 22 gennaio 2013

Dagli album di famiglia UN LIBRO-DOCUMENTO Rare immagini personali I PROTAGONISTI DI PIÙ DI MILLE ANNI della casata dei

A sinistra:la seconda stazione ferroviaria di Grazzano nel 1920;sopra:alunni dell’anno scolastico 1931-32;a destra:un corso di cucito nella via principale del paese (Anni Trenta) e Donna Meralda Caracciolo di Castagneto con l’attore Luciano Alberici durante un corteo storico alla fine degli Anni Cinquanta. Tutta la storia (e tutti i segreti) del borgo di Grazzano Visconti Dal periodo romano a oggi, con le vicende della famiglia che ha creato il paese. Grande raccolta di immagini di vicende, luoghi e personaggi di PIER CARLO MARCOCCIA via, a Giovanni Anguissola (e terizzare vicende salienti del- loisa, l’apertura (e la chiusu- no che negli anni ‘20-’30 vide alla congiura farnesiana del l’ultimo secolo grazzanese. ra) del museo dedicato alle protagonista anche la zona hi erano Gisla e si suoi 1547), Vetruria Anna Maria Ad iniziare dal tram a vapore auto e alle moto d’epoca, l’I- tra Grazzano e Podenzano, le figli Walando e Cunizo- Anguissola, Carlo Borbone, e dalla littorina della Valnu- stituzione Visconti di Modro- visite di membri i casa Savoia Cne? E tale Ugone figlio Filippo Borbone, Ferdinando re, che collegava il borgo a ne apprezzata scuola per ar- a Grazzano, la banda e il di Rolando? A i loro nomi so- Borbone, Ranuzio Anguisso- . E poi: il corteo sto- tigiani e artisti, l’artigianato gruppo di ballo in costume no legati i primi documenti la, Bianca Stampa di Sonci- rico e Valentina Visconti, la caratteristico del borgo, l’e- della “Montanina”. ufficiali del borgo di Grazza- no, Maria Luigia d’Austria, leggenda del fantasma di A- popea del petrolio piacenti- pcm@liberta. it no (anzi, Grazano): com- Fanny Visconti Anguissola, paiono infatti nei primi atti Filippo Anguissola, Guido Vi- di vendita in cui compare an- sconti di Modrone e Giusep- A sinistra: che il nome del paese. La si- pe Visconti di Modrone, con Guido gnora Gisla, in particolare, ampie divagazioni su altri Visconti di vendette il 15 ottobre 1021 Modrone componeti della famiglia, (il primo terre con case a un tale Ugo, con precise schede, foto trat- da destra) mentre nel 1061 Ugone di te da album privati e tante con i fratelli Rolando aveva ceduto terre curiosità e aneddoti. Luchino,Luigi al prete Giovanni, canonico Ma non solo nobili: molte e Anna: di San Pietro e Pontenure. le immagini e i riferimenti a è il 1913. Grazzano Visconti è un scolaresche, artigiani, resi- A destra: piccolo borgo ma la sua sto- denti, commercianti. A tutti la classica ria è ricca e articolata e va ol- coloro, insomma che dall’i- immagine tre gli edifici fatti costruire in del borgo nizio del Novecento a oggi con le ragazze stile neogotico all’inizio del hanno contribuito a mante- in costume ‘900 da Giuseppe Visconti di nere vivo il borgo in stile me- che per anni Modrone attorno all’antico dievale. ha illustrato castello, seguendo le indica- Dopo le persone, i monu- tutto zioni tecniche dell’architetto menti e gli edifici: dal castel- il materiale Alfredo Campanini, un pro- lo alle chiese, dai palazzi e turistico tagonista della stagione Li- dalle casei del borgo alla Cor- dedicato berty milanese. Mariano An- tevecchia e all’originale sta- a Grazzano. dreoni ha ora raccolto tutta bilimento per la lavorazione questa storia, con relativi del pomodoro. “segreti” e curiosità, in un Interessanti anche i “temi volume di 425 pagine e circa monografici” scelti per carat- 600 fotografie, la maggioran- za delle quali pubblicate per la prima volta. Con Andreoni ha collaborato un altro e- GLI STEMMI DEL BORGO sperto di quest’area del pia- centino, Renato Passerini, già collaboratore di Libertà, che ha curato in particolare «Impipatene e guarda in alto»:il mistero la sezione conclusiva dedica- ta al “Terzo millennio”. Il racconto storico, che parte dall’epoca romana e di quella scritta gotica al contrario arriva ad oggi, è arricchito da schede su particolari temi e, soprattutto, dalle vicende Le leggende sul : da Ottone e Azzone al drago mangiabambini delle famiglie che a Grazza- no si sono succedute. Ampio Ecco un passo del volume di rigine è ancora avvolta nel mi- «La prima leggenda ci narra sull’elmo una serpe che in- sette spire e in onore del valo- spazio, con anche racconti e Mariano Andreoni dedicato agli stero, pertanto questa volta ci che nel 1187 goiava un infante, con il quale roso antenato e della sua im- riferimenti personali e foto- stemmi dei Visconti e del borgo dobbiamo allontanare dalla fosse impegnato a Gerusalem- intendeva rappresentare Gesù presa fecero raffigurare tra le grafie tratte dagli album di di Grazzano: storia documentata per avven- me con le sue truppe nella Bambino per deridere i Cristia- fauci della serpe un bambino famiglia, è dedicato proprio ■ «Due stemmi sono diffusi turarci nelle leggende. Crociata indetta dal papa Cle- ni. Ottone, uscito vincitore, di in ricordo dei saraceni vinti. ai Visconti di Modrone, che in tutto il borgo e nel castello: «Lo stemma dei Visconti è il mente III. Il principe saraceno ritorno in patria volle recare «Un’altra leggenda attribui- hanno per sempre cambiato quello della famiglia Visconti e biscione dall’andamento si- Voluce, molto valoroso, lo sfidò con sé lo stendardo del nemico sce l’ideazione dello stemma il volto alla piccola frazione quello del medesimo borgo. Lo nuoso che Dante Alighieri nel a duello. Ottone portava per sconfitto, raffigurante una gi- ad Azzone Visconti, signore di del Comune di Vigolzone, fa- stemma di famiglia di caratte- Purgatorio (canto VIII, 80) defi- insegna sette corone scolpite gantesca serpe. Da quel mo- Milano dal 1329 al 1339. Du- cendola diventare famosa e re ereditario e familiare, ha a- nisce “la vipera che ‘l Melane- nello scudo, perché aveva vin- mento i discendenti della ca- rante un pomeriggio d’estate meta turistica. vuto per secoli un significato se accampa”. Tra le fauci del bi- to sette uomini fortissimi; il sa- sata Visconti portarono come del 1323 costui, al comando Capitoli sono dedicati, via politico e militare, ma la sua o- scione c’è un bambino. raceno portava come cimiero segno distintivo un biscione a delle truppe lombarde, era im- LIBERTÀ Martedì 22 gennaio 2013 Provincia 23

Non solo nobiltà Giuseppe, a passeggio nel borgo Molti i riferimenti a scolaresche «Sempre elegantissimo, d’estate artigiani, residenti e commercianti si vestiva con abiti di lino bianco» Il fascino del Duca e le donne feconde Curiosità spicciole: da un quadro con figli e nipoti all’istituzione per formare i migliori artigiani

IL FASCINO DEL CONTE-DUCA - Il mento, è un prodotto della fanta- conte Giuseppe Visconti di Mo- sia di un signore romantico, intel- drone, cioè colui che ideò e fece ligente e di grande spessore cultu- realizzare il borgo in stile medie- rale». vale che ha reso famoso Grazza- IL DIPINTO SENZA MOGLIE - Sotto no, era - come scrive Mariano An- il porticato del Palazzo dell’Istitu- dreoni nel suo libro dedicato a zione c’è un dipinto eseguito da Grazzano Visconti - «un vero gen- Giuseppe Visconti nel 1937, a 58 tiluomo». «Si muoveva con garbo anni d’età. Raffigura il conte Giu- nel suo incedere sicuro, molto bel- seppe, ormai anche duca di Graz- lo e affascinante. Spesso a Grazza- zano, nell’atto di offrire con i suoi no, d’estate vestiva di lino bianco familiari alla Madonna l’Istituzio- o con un golfino di cachemire sul- ne stessa e il borgo. Sono raffigu- le spalle: elegantissimo. Quando rate i figli Ida, Anna con in braccio girava per Grazzano, tutti si affac- la figlia Meralda, Uberta, Luchino, ciavano sulla porta, le donne lo sa- Guido, Luigi ed Edoardo e i nipoti lutavano con un inchino e gli uo- Violante, Gianmaria, Barnabò e E- mini si toglievano il cappello, il riprando. Non c’è invece la moglie conte rispondeva con cortesia e Carla, perché Giuseppe viveva se- spesso si interessava degli even- Uno dei dipinti tipici del borgo parato dal 1924. tuali problemi dei residenti del LA FABBRICA CON I MERLI - Nel suo borgo. Le signore che abitava- IL FABBRO PIÙ CELEBRE - Artigia- 1919, sul lato destro di Grazzano no a Grazzano a quell’epoca erano nato in primo piano grazie all’Isti- per chi arriva da Piacenza, fu rea- tutte infatuate di lui. Con le due tuzione Visconti: «Dal laboratorio lizzato uno stabilimento per la la- ragazze più belle del borgo il con- di Francesco savi uscì il più cele- vorazione del pomodoro, con vici- te-duca si soffermava a parlare in bre fabbro di Grazzano, mastro ne case operaie. La costruzione, modo affabile e coinvolgente». Cesare Leonardi, che agli inizi del anch’essa in stile medievale, «ri- DONNE FECONDE E DECREPITEZ- Novecento era arrivato a Grazza- produce - scriveva il progettista ZA - Una relazione napoleonica no dalla Toscana insieme ai fratel- ingegner Rognoni - la tipica casa del 1804, conservata nel Fondo li Modesto e Agostino. Tutti e tre i fortificata quattrocentesca del Moreau de Saint-Mery nella Bi- fratelli frequentarono la Scuola di Piacentino, mascherando gli sco- blioteca Palatina di Parma, descri- disegno artistico fondata dal con- pi della costruzione che sono uni- ve le donne di Grazzano come te Giuseppe Visconti e per diversi camente industriali». Tra i colla- «piuttosto feconde». «I matrimo- corsi risultarono gli allievi più me- boratori di Rognoni ci furono il ca- ni - si aggiunge - sono frequenti e ritevoli». pomastro Paolo Subachi di Graz- per lo più avvengono in età giova- UN BORGO DAL NULLA - Il borgo zano, l’ingegner Guido Bordi di- nile». Ma si viveva bene: gli abitan- di Grazzano - scrive Andreoni - rettore delle Utenze caldaie di Pia- ti, definiti dal «carattere docile», «non è “falso” né “ricostruito”». «Il cenza, e l’ingegner Bigatti della arrivavano «in età molto avanzata borgo - aggiunge - nasce dal nul- Carlo Erba di Milano. ed anche alla decrepitezza». la, non è copiato, non è un rifaci- pcm

I quattro fratelli Domenico,Nereo,Luigi e Pietro Anelli con il conte Gianmaria Visconti (al centro):assieme costituirono l’Agricola di Grazzano Visconti sas che ha gestito l’azienda intorno al borgo.

Alle 17.30 tare l’accaduto, decise di inse- «Lo stemma di Grazzano Vi- rire nello stemma della propria sconti è un garofano rosso al Martedì 29 famiglia sia l’animale che il cui gambo è avvolto un carti- bambino; così il biscione di- glio con una scritta bustrofedi- la presentazione ventò sui cimieri un drago ala- ca in caratteri gotici: “otla ni a- to. draug e enetapipmi”. Se letta da in Fondazione «In araldica il serpente è destra verso sinistra, la frase ri- PIACENZA - Il libro “Grazza- simbolo di perspicacia, di ri- sulta: “impipatene e guarda in no Visconti” di Mariano flessione, di prudenza; il drago alto”. Andreoni (Edizioni L. i. r. di valore militare; il bambino «Dunque sembra evidente Piacenza) sarà presentato che viene divorato rappresen- che il conte Giuseppe Visconti, martedì 29 gennaio alle pegnato nella guerra contro Fi- dossato, il serpente anziché vuole che nei pressi delle mu- ta i nemici dei Visconti che il facendolo dipingere in diverse 17.30 nell’Auditorium del- renze. In un momento di cal- morderlo, uscì da un’apertura ra della città di Milano vi fosse biscione è pronto a distrugge- parti del borgo, abbia voluto ri- la Fondazione di Piacenza ma, mentre i due eserciti ripo- superiore sibilando, ma la- all’inizio del secolo V un bosco re. spondere in modo colto e pro- e Vigevano. savano, Azzone dopo essersi sciandolo incolume. Il Viscon- abitato da un terribile drago, In qualche parte del borgo e vocatorio ai critici e detrattori Oltre a quella dell’auto- spogliato della propria arma- ti volle che lo stemma della sua divoratore di uomini e anima- in qualche interno del castello della sua operazione sul castel- re, è stata annunciata la tura, si addormentò all’ombra casata ricordasse questo parti- li. Un giorno il signore d’Ange- compaiono le lettere F. N. F. o lo e della realizzazione del bor- presenza del presidente di un albero. Svegliatosi e colare evento: un serpente a- ra, Uberto Visconti, attraver- più chiaramente compare il go neomedievale. Difatti molti della Provincia di Piacen- pronto per combattere, si rive- vrebbe tenuto tra le fauci un sando quel bosco sorprese l’a- motto latino “Frangar non flec- sono stati all’epoca i critici o za Massimo Trespidi e di stì prendendo da ultimo l’el- bambino, senza tuttavia arre- nimale in procinto di divorare tar”: “Mi spezzerò, ma non mi detrattori per un’impresa così Fausto Frontini, Carlo E- mo, senza accorgersi che una cargli alcun danno, come era un bambino ancora in fasce. piegherò”. Il motto sta ad indi- dispendiosa e molto lontana manuele Manfredi, Ippoli- serpe vi aveva trovato rifugio. accaduto anche a lui. Sguainata la spada, trafisse e care persone integre e tutte dalla mentalità superficiale to Negri e Cesare Zilocchi. Dopo che l’Azzone l’ebbe in- «Una ulteriore leggenda uccise la bestia. Poi, per esal- d’un pezzo. corrente».