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2 DA NEXT BIG THING / 4 QUEST’UOMO HA VISTO LA LUCE / 6 CONSUMO / 8 I LIKE DUTCH DESIGN AND DUTCH DESIGN LIKES ME (?) / 12 MY SPACE / 14 DOVE SOGNANO LE FORMICHE VERDI / 18 RYOKO KUWAJIMA / 21 ED YOUNG / 27 A BLIND INTERVIEW / 29 TROPPI PENSIERI / 32 LA RICERCA DELLA SEMPLICITÀ È COSÌ DIFFICILE... / 34 ONLY OVERLORD / 36 RECENSIONI / 43 NERO TAPE / 44 NERO INDEX

NER O Neromagazine.it

BIMESTRALE A DISTRIBUZIONE GRATUITA

NUMERO 9 APRILE / MAGGIO 2006 Direttore Responsabile: Giuseppe Mohrhoff

Direzione Editoriale: Francesco de Figueiredo ([email protected]) Luca Lo Pinto ([email protected]) Valerio Mannucci ([email protected]) Lorenzo Micheli Gigotti ([email protected])

Collaboratori: Emiliano Barbieri, Carola Bonfili, Rudi Borsella, Marco Cirese, Ilaria Gianni, Andrea Proia, Francesco Tatò, Francesco Ventrella, Gianni Avella, Marco Costa, Silvia Chiodi, Francesco Farabegoli, Roberta Ferlicca, Alberto Lo Pinto, Federico Narracci, Anna Passarini, Silvia Pirolli, Leandro Pisano, Marta Pozzoli, Filipa Ramos, Francesco M. Russo, Giordano Simoncini, Stefano Tognarini

Grafica: Daniele De Santis

Invio Materiale: Via degli Scialoja,18 — 00196 ROMA

Pubblicità: [email protected] Lorenzo Micheli Gigotti 3391453359

Distribuzione: [email protected] Editore: Produzioni NERO soc. coop. a r.l. Iscrizione Albo Cooperative n° A116843 NERO Viale Trastevere, 259 – 00153 ROMA Tel. / Fax 06 97271252 [email protected] — www.neromagazine.it Registrazione al Tribunale di Roma n. 102/04 del 15 marzo 2004

Stampa: OK PRINT via Calamatta 16, ROMA Distribuzione a Milano a cura di Promos Comunicazione www.promoscomunicazione.it Copertina e Illustrazioni di ZDZISLAW BEKSINSKI (1929-2005) errata corrige: Nell’articolo “Screaming Masterpiece” , pubblicato nel numero 8, www.beksinski.pl / www.belvederegallery.com alcuni estratti provengono dalla rivista islandese “Grape Vine” (www.grapevine.is), ci scusiamo per la mancata segnalazione. Si ringrazia il Museo Sanock (Polonia) e la galleria Belvedere (Canada) Ebbene si, lo confesso, sono un girovago molto di basso molto profondi e scuri e rallentan- ground a renderla vera; come vera era l’Acid stretti tra chi — giustamente, data gavetta superficiale delle radio online e come chiunque done ulteriormente i b.p.m. Nacque una sorta di Techno nel 1990 a Detroit o il Gangsta Rap nel ed età — passa alla cassa e chi dice di essere altro attui la stessa pratica, ho notato che Two–step molto dilatato su cui i kids dell’East 1995 a Oakland. Quello che voglio dire è che rimasto underground scordandosi però di rimpin- perfino le trasmissioni Experimental di BBC 1 End iniziarono a rapparci sopra. Sospinto dalle spesso alcuni fenomeni musicali – specie nella guare i suoi case di dischi nuovi, come se non — Breezeblock sopra tutte — quest’anno si sono radio pirata, una trasmissione dietro l’altra, musica dance intesa nella più ampia delle sue ci fosse stata alcuna evoluzione nella musica votate alla consacrazione del Grime che, per chi questo suono si creò lentamente un suo pubblico accezioni, dalla Disco al Reggaton per capirsi dal lontano 1994. ne parla spesso e a sproposito, è quella musica di riferimento. Pubblico per il quale la differ- – si portano dietro interi stili di vita det- La dimostrazione del ragionamento è nel fatto suonata nelle selezioni di Marie Ann. Proverò enza tra lo starci dentro o no era il possesso tati da urgenze stradaiole e sottoculturali che che oggi in Italia, oltre ad essere assente a non trasformarmi in un nerd in crisi classi- di almeno una cassetta con sopra registrato spesso non resistono al botto mainstream o alla una spinta autonoma verso la novità, nes- ficatoria — m’accontento di quelle d’astinenza! questo incessante broadcast illegale fatto di semplice celebrazione giornalistica. Troppo suno si sogna di produrre o organizzare ser- — però un po’ di chiarezza ci vuole, e che ca- oscuri giri di basso incastonati in scintillanti contradditori e spontanei per resistere incolumi ate Grime mentre gli East End kids smaniamo zzo... breaks a 120-130 bpm. Ms Dynamite (pure lei se alle vetrine, spariscono lasciando forti impron- nell’attesa del prossimo Eskimo Dance rave non sbaglio protagonista di un paio di video per te nei modi di comporre musica elettronica. party organizzato da Wiley; fanno la fila da- Breve storia non illustrata. MTV) e So Solid Crew divennero le punte di un Oggi, nel vedere l’ennesima House Renaissance vanti Rhythm Division per comprarsi i migliori Ve lo ricordate la prima volta che avete visto o nuovo iceberg underground che stava modifican- o la solita festa Drum’&’Bass capitolina, capi- 12” del “loro” suono; sintonizzano le loro ra- sentito Craig David? Sì sì proprio quel coglione do slang, abbigliamento e modi di suonare alle sci che alle spalle non c’è (più) un cazzo (da dio su Raw Blaze e Rinse per riascoltare le che adesso fa pulsare adolescenti attratte dalla feste. Quando Rascal e Wiley – entrambi membri fare). La messa è finita e tu ti becchi la sua loro tracce preferite e più in generale si vi- sua negritudine smielata (cazzo fai nella vita, della Roll Deep Crew — uscirono con Boy in Da celebrazione postuma, mentre il mondo va avanti. vono i loro 18 anni inconsapevoli ma coscienti scopi e basta?). Nel lontano 1999 il nostro bal- Corner e Treddin’ on Thin Ice il botto era ormai Capita spesso che chi a 15 anni è uno sfigatel- di essere al posto giusto nel momento giusto. zò agli onori della cronaca (musicale) per es- fatto e la Rephlex iniziò a stampare dischi di lo che non riesce a frequentare i suoi coeta- State certi che appena quelli che si occupano sere stato il vocalist in una traccia degli Art- Digital Mystiks, Vex’d, Virus Syndacate e Mark nei, quando questi ultimi ne hanno 30 ed ormai di musica ci metteranno le mani sopra tutto ful Dodger dove una folla sudata dentro un club One. Era giunto il momento d’abbandonare il pas- lavorano avendo mutui e figli, il suddetto con- questo finirà – sentite Ms Dynamite scimmiot- — sti’ londinesi se la stanno sempre a (s)balla — sato (come coniugazione verbale intendo). sumi la sua vendetta ottenendo un nome in lis- tare Mary J. Blige per credere – e contempo- gridava al Dj: “Selecta”, cioè risuona la stessa ta al Brancaleone...questo processo porta uno raneamente uscirà fuori, anzi sotto, qualche traccia. Se ricordate quel beat fatto di cassa E’ così che va... strano provincialismo che vuole Lory D celebra- altro suono nuovo. State certi che quando ar- rullante e bassoni, avete un’idea di cos’è l’UK Grime, Sublow, Dubstep… potremmo passare ore a to oggi da tutti quelli che, negli anni in cui riverà da noi, sarà o un animale da zoo buono Garage aka Two-step. Il Grime altro non è che definirli meglio dal punto di vista stilistico stava inventando veramente qualcosa di nuovo, per le vetrine culturali, o una scimmiottatura l’evoluzione di quel suono nato nei club inglesi ma sempre e comunque musica rimane. Musica con dicevano che la sua era musica per coatti fas- adatta alla comunità di comunisti post-moderni una decina d’anni fa. un suo mood, buona per ballare o per essere as- cistelli (forse avevano paura di avventurarsi in nonchè occupanti. Perchè UK Garage? Quando ai Rave Party iniziò a coltata in cuffia, in macchina, al cesso. Come determinate lande). Non dico che bisogna per forza seguire circolare la Jungle con le sue frenesie ritmi- l’House e l’Electro negli Ottanta, la Techno, la In Italia arriviamo sempre con un lustro l’ultimo trend, si possono certamente as- che e i suoi drop di basso, nelle second room Jungle e la Drum’&’Bass nei Novanta, il Grime (forse due) di ritardo sulle novità in giro. coltare e proporre cose che nuove non sono, l’House newyorkese di Levan, detta Garage ap- è l’ennesima declinazione della musica da ballo Quand’anche abbiamo una scena vera e proiettata solo che bisognerebbe avere l’onestà mentale punto, venne prima resa zoppa di casse in sec- (musica dance se non vi scandalizza il termi- verso il futuro come quella romana degli anni di rendersene conto. Puoi avere ottenuto la onda e quarta battuta e poi funkizzata attraver- ne) in cui si fondono in un unico magma sonico, Novanta, ce ne accorgiamo solo grazie ai feed- location più bella del pianeta ed averla ac- so rullantoni Hip hop a dettare l’accento (sto sperimentazione e vita da strada, intuizioni ar- back esteri. Non fidandoci del nostro giudizio chittata con l’interior trendy che più trendy diventando pedante? Ho capito, però ogni tanto tistiche e culi sudati, perfetta, dati i suoi aspettiamo che sia la Rephlex a dirci che la non si può. Se quello che proponi lo chiami tocca pure vede’ come è fatta sta cosa che se vuoti e i suoi bassi, alle rime di un Mc. scena romana ha inventato un suono, piuttosto ultima novità, accertati che lo sia davvero, chiama musica...). Alcuni iniziarono a produrre Come ogni sottocultura urbana, è nata per dav- che Passarani è uno dei migliori Dj Electro- altrimenti rischi che la puzza di muffa non la tracce basate su questa ritmica ma con dei giri vero nei sobborghi londinesi ed è questo back- House del pianeta. In questo modo ci troviamo rimuove neanche un’installazione in odorama.

DA NEXT BIG THING

di Emiliano Barbieri [email protected]

3 presa, che all’epoca era l’effettivo addetto del reparto sul set, caricando e scaricando i magazzini. Con questo ruolo ho fatto una decina di film, prima di diventare assistente operatore a tutti gli effetti, poi …e forse non lo sapeva l’operatore di macchina fino al citato 1967 (A ciascu- Quest’uomo ha visto la luce no il suo). E sono contento che i grazie li ho dovuti dire dopo, e Incontro di Francesco Tatò con il direttore della fotografia non prima di iniziare a fare il mio lavoro. Vorrei sapere cosa ha fatto sì che tu con tanta di- sinvoltura sia saltato da un genere all’altro, e da un regista all’altro attraversando Petri e Steno, Nei due mesi trascorsi tra la prima conversazione telefonica avuta con Luigi Kuveiller e il nostro incontro ho pensato a lungo all’uomo che ha fotogra- Argento e Sergio Corbucci, Monicelli e Carlo Van- fato alcune pellicole indimenticabili che hanno segnato indelebilmente la cinematografia italiana (mi sia perdonata la terminologia petulante ma ogni zina, Ferreri e Wilder? tanto è necessaria). La filmografia scelta lascia poco spazio alle interpretazioni, e anche il contenuto della conversazione da noi intrattenuta riporta Accadde tutto grazie a “A Ciascuno il Suo”, e al suc- in fondo ai film, che probabilmente non necessitano di spiegazioni, risposte e quant’altro cerchi di cristallizzarli attraverso definizioni più o meno ve- cesso che mi fece ricevere subito dopo decine di pro- rosimili. Questo non per sminuire il mio lavoro, ma per restituire se possibile ai lettori il senso espresso dalle parole di un uomo che alla soglia degli poste di film, a quel punto cominciai a fare un gran ottant’anni si commuove parlando dei film del passato e dei registi incontrati, ma non si fa scrupolo di esprimere sdegno nei confronti del cinema di numero di film, senza pensare se fossero o no film oggi, che a suo modo di vedere “non rompe più le scatole”. d’autore. E quando penso alla distanza che c’è tra il Il titolo è stato scelto prima di fare l’intervista; poi durante la conversazione, ha preso forma il sottotitolo. sentire di tutti i cineasti che hai elencato, mi rendo conto sempre di più di quanto il mio mestiere, forse il mio compito, andasse oltre alla storia che si racconta- L’inizio della tua carriera da direttore della foto- della fotografia (“Ossessione” tra gli altri) con cui ho va. L’estremo di questo ragionamento è il rivelare che grafia è indubbiamente legato alla figura di Elio lavorato per sette anni, che ha cambiato radicalmen- molto spesso non leggevo i copioni, e certamente non Petri; non mi sembra tu abbia scelto un personag- te il modo di pensare e piazzare la luce nel cinema, perché non ero interessato, ma perchè non era decisi- gio comodo… smettendo di usare il controluce, superando un vec- vo o importante rispetto a quello che dovevo fare io. Elio aveva il vizio e la virtù della politica: Girava i chio scoglio rappresentato dal fatto che fino ad allora film essendo consapevole delle mistificazioni della in esterni se non c’era il sole non si girava. Con chi è andata meno bene, umanamente e pro- macchina-cinema, oltre che di quelle del potere, sca- fessionalmente, durante quegli anni? tenando una reazione a catena di ostilità senza mezzi Già a questo punto della conversazione, ho avuto Con Citto Maselli (Codice Privato-1988), grande mae- termini, che lo ha portato, uno dei pochi, ad attirarsi l’impressione che fosse necessario un sottotitolo, per- stro, ma forse ne sapeva troppo di luce, ed era troppo ostili detrattori tanto a destra che a sinistra. ché le parole di Kuveiller e il suo pensiero hanno can- sicuro di sé, e non mancava di farmi degli appunti cellato molte suggestioni relative al suo mestiere. sull’illuminazione, e questo non mi andava molto a Mi racconti l’incontro con Petri, che ha portato ad genio, magari aveva ragion lui però…. una collaborazione che non esito a definire deci- Anche se non dubito delle tue capacità e della tua Oltretutto nel corso degli anni è cambiato il modo di siva? fermezza nell’affermare di non aver incontrato costruire la scena variando e sono cambiati anche i Elio doveva fare un film (A Ciascuno il suo-1967), e difficoltà durante il tuo percorso professionale, compiti e i ruoli di regista e direttore della fotografia, il direttore della fotografia Guarnieri aveva altri im- sono sicuro che tu possa raccontare di uno o più sicuramente rispetto a trent’anni fa il direttore della pegni, quindi chiese di un bravo operatore di macchi- momenti difficili che hai passato su uno dei tanti fotografia ha perso una parte delle sue funzioni. na disponibile, ed io ero modestamente molto bravo, set nel corso degli anni? forse più di quanto non lo sia stato come direttore Amici miei della fotografia (risate); da lì nacque l’amicizia e il Ricordo Monicelli durante Amici Miei (1975): la ce- Leggendo la tua filmografia, e vedendo la succes- sodalizio. Ricordo le angosce patite su quel set, pri- lebre sequenza degli schiaffi al treno fu uno dei rari sione dei registi nel corso degli anni ho visto tra il ma esperienza da direttore della fotografia di un film momenti di imbarazzo che ho provato durante un 1971 e il 1972 un passaggio di consegne tra Lucio per me, che spesso non mi facevano dormire la notte, film, pur non essendone il solo responsabile; la tettoia Fulci e , che mi faceva quanto meno non perché pensavo a quello che avrei dovuto fare e il treno erano bui, e non bastava la lama di luce del sorridere… il giorno dopo, ma perché non mi liberavo di quello cielo che si stagliava sopra per avere la giusta illumi- Ti racconto come è andato l’incontro con Billy Wilder. che avevo fatto quel giorno, non ero sicuro che fosse nazione. Proposi di girare la scena, scritta per essere Arrivò a Roma e chiese di vedere filmati dei migliori buono. Poi arrivò la prima proiezione del film e fu un girata di giorno, di notte, e fortunatamente uscimmo operatori italiani, poiché il suo prossimo lungometrag- successo strepitoso. dall’imbarazzo. gio sarebbe stato girato a Roma, e ne volle incontrare Petri è stato senza dubbio uno dei registi che più Spesso le difficoltà maggiori non le ho avute con gli cinque o sei in un grande albergo. Fra quei pochi eletti hanno esplorato le possibilità espressive del regi- ambienti e la luce, ma con i visi delle attrici, mi viene c’ero anch’io, e lui mi parlò con entusiasmo del mio stro grottesco del nostro cinema, sia nella scrittura in mente per esempio, pensando a “Indagine su un materiale, facendomi i complimenti per il mio girato; sia nella messa in scena e nella composizione del- cittadino al di sopra di ogni sospetto”, alla splendida io risposi che anche a me piaceva il suo girato, e dalle l’immagine, deformando dall’interno i generi cui Florinda Bolkan, che aveva la pelle molto scura e ren- Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto sue risate, forse più che dalla qualità dei miei filmati, ha guardato nel corso della sua vita professionale. deva un po’ più laborioso il mio compito. capii di averlo conquistato. Qualche minuto dopo Wilder, andando via dall’alber- Ero curioso di conoscere il tuo approccio ai film, Vorrei che in poche parole tu ci fornisca un ritrat- go, mi indicò e disse che ero io il suo operatore. nella fase di preparazione; come nascevano le tue to di Gian Maria Volontè? idee di fotografia e come i differenziavano di volta Il maglione che indossa ne “La classe operaia va in Da quello che so, tu non conosci l’inglese, ma que- in volta? paradiso” lo aveva preso appena arrivato alla fabbrica sto mi sembra che non ti abbia impedito di fare Facevo le cose di getto: pur sforzandomi non trovo da uno degli operai locali, e non se lo levò per tutta quel film e non solo? un motivo, uno spunto che non fosse quello che era la lavorazione, rispondendo a chi gli chiedeva lumi al Non era necessario parlarsi, capire esattamente le pa- il risultato di un incontro con il regista e la produzio- riguardo che lui doveva puzzare come un operaio; e role dell’uno o dell’altro, probabilmente lui mi parla- ne. Quello che so, e non vorrei sembrare immodesto, allo stesso modo, sullo stesso set litigò ferocemente va in una lingua e io rispondevo in un’altra, e questa è che per me, sul lavoro, non ci sono state difficoltà nella realtà con l’attrice con cui lo faceva nella fin- in fondo è la poesia del cinema, perché questo non ha serie, a parte quando si giravano gli esterni, dove il zione del film, quando le mandò dei fiori spiegando- avuto alcuna ricaduta sul film. problema era che il sole non lo piazzavo io, dove e le che aveva litigato e discusso con Lulù, e non con Ci dobbiamo fermare, sono quasi le due di pome- come volevo, ma dovevo riuscire gestirlo. Gianmaria. riggio, e il pranzo a casa Kuveiller è pronto da un Con Petri forse si realizzava qualcosa di simile ad una Credo che questo basti a raccontare il personaggio pezzo… concezione specifica del film a livello di luce: abbia- unico di cui stiamo parlando. Profondo rosso mo sfogliato decine di libri prima di iniziare i film, mi illustrava le opere e il pensiero dei pittori, mi parlava Sarebbe interessante conoscere, poiché affermi di [email protected] dello stile che voleva. non aver studiato, come sei arrivato a fare quello di cui stiamo parlando? La pittura come ha influenzato la tua fotografia? L’ho voluto fin da ragazzino, amavo il cinema, e que- Adesso ho scoperto Antonello da Messina, che è sta parola allora significava Cinecittà, solo che non Filmografia scelta straordinario, anche se è tardi per sfruttare la sua ope- potevi andare dal portiere e dirgli voglio andare a ve- ra per il mio lavoro. dere come si fa il cinema; così ho messo dei sassi vi- I mitici - Colpo gobbo a Milano, Carlo Vanzina, 1994 / Scandalo segreto, Monica Vitti, 1990 / Codice privato, Citto Maselli, 1988 / Yuppies - I Se devo dirti qualcuno che ha condizionato il mio cino al muro laterale, ho scavalcato le mura e per tre o giovani di successo, Carlo Vanzina, 1986 / Il conte Tacchia, Sergio Corbucci, 1983 / Lo squartatore di New York, Lucio Fulci, 1982 / Banana Joe, lavoro, mi viene in mente Caravaggio, ma solo a quattro volte mi sono fermato a osservare da lontano Steno, 1981 / Doppio delitto, Steno, 1978 / Il comune senso del pudore, Alberto Sordi, 1976 / La Mazurka del barone, della santa e del fico fio- posteriori, in altre parole guardando alcuni lavori in come si caricavano le macchine da presa. rone, , 1975 / Amici miei, , 1975 / Profondo Rosso, Dario Argento, 1975 / Delitto d’amore, , 1974 / La proiezione sentivo dietro di me la luce di Caravaggio. Poi però mi sono fatto furbo, ho scritto una lettera Ma come ti ho già detto io non ho studiato, ho un indirizzata al signor Cavazzuti, allora Capo dei fonici, proprietà non è più un furto, , 1973 / Dracula cerca sangue di vergine e... morì di sete, Paul Morrissey, 1973 / Il mostro è in tavola barone piccolo diploma acquisito alle serali: la volontà c’era, per entrare senza scavalcare e ho continuato a “ruba- Frankenstein, Paul Morrissey, 1973 / Sbatti il mostro in prima pagina, , 1972 / Avanti!, Billy Wilder, 1972 / Una lucertola con la pelle ma non c’erano i mezzi, la fantasia; la vita è difficile, re” con gli occhi; qualche mese dopo ho conosciuto di donna, Lucio Fulci, 1971 / La classe operaia va in paradiso, Elio Petri, 1971 / Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri, te lo dice Gigi con un po’ di rimpianto. una persona che mi ha preso a lavorare facendo il con- 1970 / Un Tranquillo Posto di Campagna, Elio Petri, 1969 / Fräulein Doktor, , 1969 / Escalation, , 1968 / L’harem, Il mio grande maestro è stato , un direttore segnatario e responsabile addetto alle macchine da , 1968 / A ciascuno il suo, Elio Petri, 1967. dal set di Doppio delitto 5 Sono lì. Seduto sull’autobus, discretamente compresso. Facciamo che fuori piove. La giornata procede un po’ così; scandita da impellenze più che da godimenti. Gi- acchè di umanità non ne voglio sapere, calo il quotidiano a mo’ di sipario tra me ed il prossimo. Leggo Zucconi da Washington: “[…] forse furono il vapore […] o la mischia dei sacchetti ma in quel momento a Judith Levine venne la nausea e con la nausea, una decisione potenzialmente più catastrofica […]: la decisione di non comprare più”.

JUDITH

Punto della situazione. Judith Levine è una giornalista americana che, stomacata dall’ennesimo giorno speso a spendere, ha deciso di rinunciare allo shopping per COSA SERVE ? 12 mesi. Ha boicottato cinema e ristoranti, si è negata gonne, maglioncini e scarpe e poi, di ciò, ne ha fatto un Ad es. serve Amore: l’innamorato aliena il suo desiderare libro: Not Buying It, a year without shopping. Un libro che al “sex appeal dell’organico”. Già solo per questo, Viva intona il peana per ciascun sabato inscatolato nel SUV, a Dio! Meglio desiderare l’Amore che gli occhiali da sole di passo d’ uomo sul sentiero luminoso che punta dritto al Gucci. La potenza liberatrice dell’amore appare in grande Mall del caso. Un libro che prova che sì, con pervicacia conflagrazione con l’adolescenza, a dare lo stop ai desideri si può strattonare via dal baratro la propria vita, ad Essere dei bambini – bersaglio eletto dell’imposizione pubblicita- anzichè Avere. ria. Sin tanto che appare così, bene, aiuta davvero. Poi però, con l’andare degli anni e delle contingenze amorose, Il libro, s’intende, è in vendita. Nel senso che tocca com- ci si accorge di un tetro dettaglio: che per gli innamorati, prarlo, non è liberamente diffuso. gli innamorati sono quelli che si baciano al parco, che non Contraddizione? Bah. producono e non consumano, felici, assoluti, sensi, libertà; e L’ha scritto un’ americana. per i NON innamorati, gli innamorati sono quelli dei regali per anniversari inventati e del mobilio a suon di mutui … ma IO il giudizio universale non passa per le case e gli angeli non danno appuntamenti (Gaber), e da una postazione distan- Giusto per fare l’esperimento: ed io, oggi, che ho com- ziata si vede appieno come l’amore ha cominciato anch’ prato? Niente. Cioè: non c’è ancora stato bisogno di esso a correre sui binari della logica dell’acquisizione, me- comprare nulla. Avrei potuto acquistare un biglietto Atac, diata dallo Spirito pubblicitario. L’aveva capito Barthes, per ad es., ma siccome vado portoghese per protesta… figu- poi dirlo con avvilente chiarezza in quella fatidica figura rati. Ecco, volevo prendere qualche dvd da masterizzare, dei Frammenti che è l’“induzione amorosa”. Lo capiamo prima di tornare a casa: i film che ho scaricato non li ho tutti, più prosaicamente, al cospetto del conoscente che vive pagati, però poi la Tdk i soldi li reclama! Magari prendo male il suo esser single, quando ciò che gli manca non è anche due birrette, dai… visto che ho i film. la persona speciale, che non può essere una ma soltanto Visto che mi ci trovo. quella, bensì il mero avere qualcuno: magari gli presen- tiamo gente, sperando di azzeccare l’accoppiata, e sig- Superfluo investigare sull’effettiva necessità del mio profilo nifica buttarlo al fiume della compravendita con una pietra di consumo; parco, continente… “virtuoso”. Ciò nonos- al collo. Mercato, commercio, è ogni qualvolta le persone tante, inutile. Sì; perché a) l’uomo è fatto d’ acqua, non si innamorano DOPO essersi frequentate per un po’ more ha bisogno che di bere quella, e b) se il movente dei film è uxorio, a detrimento di qualsiasi principio di consequenzial- ricreativo, ad essi è succedanea una chiacchierata con le ità logica. Liberazione è dunque solo coup de foudre; roba coinquiline. Se invece è culturale… ho bisogno di cultura, vintage, oramai. ovvero piuttosto la voglio? Ancora: serve Estetica. Sin tanto che si crea arte per vivere d’arte, ci si comporta da imprese: acquisto dei fattori produt- tivi, lavoro, plus-valore, vendita, reddito. C’è chi immette nel processo un po’ di coscienza in più e si sente già rivoluzi- onario: la gente di Adbusters, ad es. Consumatori critici e critici del consumo, ideatori dello strafamoso Buy Nothing Day (sponsorizzato, in Italia, da Terre di Mezzo), sono cre- ativi rivoluzionari sin tanto che non si tratti di prezzare la loro rivista, che è acuta, incantevole… merce. La paghi di certo quanto vale, ma resta ben radicata nel grembo del nemico di cui vuole aver ragione. Il punto sarebbe piuttosto quello di estetizzare la nomia consumista, tramutandola; dunque, fin tanto che ci si riesce, annullandola. Perché l’estetica, come l’amore, è un’altra logica. C’è una storia che racconta Per- niola nel suo “Contro la comunicazione”: una artista propone ad un acquirente 12 lavori per 50 mila euro. L’acquirente, operatore economico razionale, si rifiuta di comprare poi- ché essi sono fuori dal suo ordine di preferenze. L’artista reagisce gettando nel camino 6 quadri; l’acquirente, spi- ROUSSEAU azzato, offre 25 mila euro per i restanti 6; ma l’artista ne passa alla fiamma altri 3, dicendo che i restanti 3 valgono Rousseau, che non era scemo, ha connotato il confine tra bisogno e regnanti d’ ogni tempo: “date danaro ed avrete catene”. Per via del di Giordano Simoncini sempre 50 mila euro. L’acquirente, a tal punto, compra. C’è volontà in termini di vanità. C’è lì l’uomo non-più-propriamente-primi- dato storico, però, egli non vedeva ancora quanto incompiuti fossero stato consumo, certo, ma fuori dalle regole del consumo; se tivo che scopre che gli conviene vivere in un villaggio, così ci si aiuta gli schiavi, prima dell’avvento della pubblicità sui mezzi di comunica- si riesce a violare quelle, lo si altera, desistematizzandolo tra estranei. Passa del tempo e quell’uomo, bisognoso solo di nutrirsi zione di massa – non si dava conto di quanto più pesanti sarebbero e dunque riprendendolo in mano. In fin dei conti il prob- e di risparmiare energie, scopre l’amor di sé: negli spazi comuni tra state le catene dei cittadini delle democrazie da “fine della storia”, lema è tutto lì: riprendere in mano il consumo, sottrarlo alla i capanni, non si tratta più del rituale d’ accoppiamento, del farsi liberi solo di dar seguito ad una bramosia atavica che, forse, non è mania che ci domina al fine di controllarlo. Solo attraverso notare per prestanza come fosse il lato visibile della fertilità. Non neppure più la loro. il controllo sul consumo passa l’eventualità di porre le basi c’entra più la riproduzione, la natura, le pulsioni immediate. C’entrano teoriche per il non-consumo, a vario titolo protratto. C’è solo invece la stima ed il riconoscimento – e si tratta di una ricerca di questo: protratto quanto? stima e riconoscimento, conosciuti in paio coi loro contrari, l’affronto, Ciò che non poteva vedere Rousseau allora, lo vedono ora milioni di l’offesa, cose che vanno vendicate. Vanità, volontà, violenza, un persone, tra le quali Judith. Ripercorro la sua repulsione, che spesse unico spaventoso che comincia ad essere, semplicemente, “roba da volte è anche la mia: le buste, con dentro cose di cui non ho bisogno, uomo”. Disgraziatamente, il pattern originario è andato mantenendosi ad incastrarsi con quelle del prossimo mio, dentro un umido, male- il medesimo durante secoli di, diciamo così, “progresso”. Continuati- odorante bus, che traghetta individui dal negozio all’ipermercato allo RISOLUZIONE E COMMIATO vamente supportato dalla Tecnica, l’uomo ha imparato a desiderare; shopping center, per dar loro modo, per darci modo di far “muovere in strenua ricerca di appagamento, ha inventato cose nuove, che l’economia”, di esercitare la libertà di spendere la retribuzione di La vicenda di Judith non ha lieto fine. All’ennesima calza sfilata, la giornalista ha preso pecunia e virtude combattente e le ha gettate tra le grucce hanno mostrato il nuovo desiderio che le giustificava, a chiunque quel un lavoro – sempre affascinante, sempreverde, l’accostamento dei di una boutique. Era prevedibile, le mancava teoria. Però io non sono stato mica meglio, nei miei trascorsi aneliti di purificazione. Anzi: sarei dav- desiderio non l’avesse mai intravisto, facendosi desiderare; quando lemmi lavoro e libertà. Per aver provato ciò che anch’ io provo, vero capace di non comprare nulla per 12 mesi? Che un’ americana debba rivelarsi più cazzuta di me? la “produzione in proprio” di cose desiderabili si è rivelata inefficace, facendo seguito con una reazione, Judith ha la mia stima. Il di lei re- l’uomo ha scambiato; quando lo scambio si è fatto impari, l’uomo ha agire, però, è stato solo azione: con grande spirito pratico ha sforbi- L’uscita d’ emergenza dall’“ipercubo” del consumo è in fondo al corridoio di un immane stravolgimento della civiltà occidentale; nel suo senso più battuto moneta. Il denaro, strumento per le transazioni e “cosa nuova” ciato le carte di credito ed ha smesso di comprare. Pertanto, quando profondo, tale stravolgimento è tanto logico quanto esistenziale, non affatto economico. Il consumo critico, etico, equosolidale, ha il solo pregio di in sé, in quanto parto della Tecnica si è poi fatto, da mezzo, fine. avrò modo di parlarle, le chiederò subito: “Ma non hai concepito un imbarcare anche i naufraghi del mercato globale sulla scialuppa dell’asservimento; la sua funzionalità sistemica è certificata dalle multinazionali, Dal desiderio di denaro, dunque, la produzione, mantenuta a stento metodo? Un concetto, un’ idea a cui aggrapparti per sottrarti ancora da che la Nestlè produce il Partners’Blend, i treni Virgin servono tè Fairtrade e Starbucks vende acqua Ethos. La vera sfida per un futuro decente razionale dal desiderio del lato della domanda; industrializzazione, un giorno al giogo delle forze commerciali che ci erodono esistenzi- (“sostenibile”, va di moda dire) non è né consumare meglio né consumare diverso: è consumare il meno possibile. Per farsene un cruccio quotidiano, surplus e l’emergere della Politica per come la conosciamo oggi (par- almente?”. Perché a me, a volte, è capitato di pensarci: cos’è che servono però appigli. Io ne ho sparati un paio, che vanno bene per un tot, poi franano. titi + politica economica), una corsa sempre più veloce verso chissà potrebbe svincolarmi radicalmente dall’ansia dell’acquisto? Cosa mi cosa, sino a giungere alla pubblicità. Che è stata capace di sottrarre farebbe recuperare l’uso degli avverbi a scapito dei sostantivi, così A questo punto ogni contributo è bene accetto. all’uomo la titolarità del desiderio imponendoglielo; facendone lo come la direbbe Fromm? Difficile resistere, quando la cadenza alle schiavo definitivo. Lo stesso Rousseau elargì un sardonico consiglio ai armi è “oggi non compro perché no”. Serve di più! [email protected]

7 I LIKE DUTCH DESIGN A N D DUTCH DESIGN LIKES ME (?) A DIALOGUE WITH GERARD UNGER.

Chi è Gerard Unger, vi chiederete? Prima di tutto, una curiosità. Che tipo di font Fino a poco tempo fa non lo cono- usi di solito per scrivere le e-mails? Ti piace scevo nemmeno io, finchè...No. For- cambiare o sono cose che non ti interessano? se è meglio cominciare dall’inizio. Io solitamente usavo il Tahoma ma ora sono un Pochi anni fa vidi a Londra una mo- fan del Rockwell... stra sul disegn inglese dove, tra le altre cose, erano esposti i lavori dei Il carattere che uso per le mie e-mail è Python Dorothy Abbe, era ancora in giro. Negli stessi anni, feci un viaggio a Lexington, nel Kentucky, dove la Biblioteca dell’Università ospitava un’altra fondamentale designers che avevano creato la se- Sans, disegnato da Just van Rossum, un mio col- collezione Dwiggins. In questo modo arrivai a conoscerlo molto bene, anche se gnaletica stradale. Ne sono rimasto lega olandese del The Hague. Non lo utilizzo per- lui era scomparso. affascinato e ho cominciato a fare chè è un design olandese, ma perchè è razionale In realtà, accadde lo stesso con Jan Van Krimpen, altro personaggio influente un po’ di ricerche sui creatori delle e pratico: perfetto per la sua funzione, di grande nel type design olandese. Quando mi interessai veramente al design dei caratte- font, in inglese type designer. Ecco. chiarezza e con una comunicazione buona e diret- ri, Van Krimpen non lavorava più, ma molte persone che lo avevano conosciuto Gerard Unger (1942) è uno dei più ta. Dato che le scelte tipografiche sul web sono e molti dei suoi lavori erano ancora in giro. Essere influenzati da Van Krimpen famosi e importanti type designer rigorosamente limitate, penso che questa sia la era inevitabile. E quando cominciai a lavorare con la ditta Enschedé ad Haarlem, olandesi viventi. Nel corso della sua soluzione migliore. Ed, essendo il designer che conobbi Bram De Does, anche lui ammiratore di Van Krimpen. Tuttavia Bram carriera ha inventato diversi caratte- sono, non vado dietro a niente di “fico” tranne ed io non seguimmo Van Krimpen così fortemente. Abbiamo sviluppato i nostri ri, tra cui il Gulliver, usato in giorna- che per gioco. designs ma con un’influenza imprescindibile. Nel mio caso, lo stesso è successo li come Usa Today, e lo Swift. Negli con Dwiggins. Se mi chiedessi qual’è l’influenza di Dwiggins nel mio lavoro, ti anni ‘70 disegna la segnaletica della direi che non è diretta, come invece nel caso di Cyrus Highsmith. Su di me tali metropolitana di Amsterdam. Ma non William Addison Dwiggins era definito “un uomo di mentalità liberale con radici tradizio- influenze sono molto più indirette. Ho visto i suoi lavori, ho letto i suoi scritti, immaginatevi il designer super fan- ho parlato con persone che l’hanno conosciuto, ma poi ho fatto le mie cose con cy. Unger è una persona che non ha nali”. Una descrizione che trovo perfetta anche per te. Sei d’accordo? quanta più immaginazione possibile, con ironia e con un’ orizzonte più vasto di mai seguito i trend, ma ha sempre quello del solo type design. proseguito dritto per la sua strada sperimentando nella quotidianità Sicuramente. attraverso piccole modifiche, ag- Oltre Van Krimpen, un’altra figura molto interessante nella scena olandese giunte che necessitano di tempo per è Willem Sandberg. Formatosi inizialmente come graphic designer, è stato essere apprezzate. Inoltre ha avuto Ho letto che lo consideri uno dei più grandi de- signer mai esistiti...Perchè? direttore dello Stedelijk Museum negli anni ‘50/’60 dove disegnava anche i l’opportunità di conoscere le figure cataloghi e fu il pioniere di un nuovo modo di considerare l’idea di museo. che hanno fatto la storia del design, Hai mai avuto occasione di conoscerlo? di cui lui stesso è un protagonista Si, è uno dei designer più importanti. Dwiggins nonchè un testimone diretto dagli era molto fantasioso e aveva un grande senso del- Si, una volta gli strinsi la mano quando era già molto anziano. Sandberg era uno anni ‘60 ad oggi. Avere l’occasione l’umorismo, con il suo stile finì per influenzare della vecchia generazione e, ai tempi della mia gavetta, si trovava spesso al- di intervistarlo mi ha permesso di più altri campi che il type design stesso. Queste l’estero. Da studente alla vecchia Rietveld Academy ero molto vicino allo Stede- scoprire un mondo, quello del type qualità avevano per me un grande appeal, il suo lijk Museum e ne subivo il fascino. Ma erano gli anni ‘60, il design svizzero era la design, che conoscevo appena e che Caledonia è stato un carattere che mi ha molto moda (Wim Crouwel) e perdemmo di vista per un po’ Sandberg, anche se non del rimane ancora misconosciuto ai più ispirato. Nel 1971 ho avuto la fortuna di insegna- tutto. Ma l’ho riscoperto veramente all’inizio degli anni ‘70, quando cominciai nonostante sia pieno di spunti in- re negli Usa, a Providence, dove era presente un a collezionare i suoi cataloghi (su piccola scala). Il suo senso dello spazio era teressanti non solo da un punto di eccellente collezione Dwiggins nella Biblioteca sorprendente e difficile da superare. Dopo la sua riscoperta, ho realizzato che vista grafico ma anche linguistico. Pubblica. A quell’epoca la sua prima assistente, avevo sempre preferito il suo approccio intuitivo al design più di quello cool, super formalizzato e standardizzato, svizzero.

9 Hai menzionato Wim Crouwel. Rispetto a lui, non sembri così Se guardi al mio corpus di lavori, scoprirai che il primo vero ca- ossessionato dalla grafica, da quell’estetica che, invece, in rattere che ho disegnato, Markeur, era per la segnaletica, come Crouwel sembra quasi il punto di partenza....Il riferimento a la font usata nelle metropolitana di Amsterdam e anche come il Crouwel funge anche da spunto per cominciare a guardare al tuo design per i segnali stradali olandesi e parte del progetto Capi- modo di lavorare e alla tua idea di design. Sembri più concen- tolium. Penso quindi di potermi considerare quasi uno speciali- trato sui contenuti piuttosto che sulla forma (in un’accezione sta in questo campo. Mentre il type design per la stampa è stato metaforica). Mi puoi raccontare qualcosa sulle tue metodologie ampiamente studiato, non esistono praticamente informazioni per di lavoro? quello che definisco “long distance reading”. Abbiamo delle rego- le approssimative ed è possibile estrapolare dei dati dallo studio Certamente non parto con un layout predefinito o una griglia fissa. sulla stampa. Per alcuni progetti specifici è stata effettuata una ri- Mi piace far presa sul soggetto, sul contenuto del testo, sull’at- cerca, soprattutto su base comparativa (il Kinneir type design per mosfera e sulla natura delle illustrazioni, delle fotografie etc. E le segnaletiche stradali inglesi, il mio design per le strade olandesi quando, per esempio, mi sono trovato a disegnare un giornale o e recentemente per la font serif usata negli aereoporti inglesi), ma una rivista, a fungere da punto di partenza per il lavoro sono stati solo una piccola parte delle informazioni raccolte sono state rese l’approccio editoriale, il target di lettori, il contenuto della carta pubbliche. E quando si confrontano diversi designs per scoprire content of the paper. Questo non significa in nessun modo che per- quale sia il migliore, le informazioni che si ottengono sono sempre seguo un design de-personalizzato, nè che mi sento fautore di uno limitate, non contengono niente che si possa ritenere fondamen- stile fortemente personale come lo è David Carson. tale, su cui è possibile basare degli esperimenti validi. (In realtà, Tutto questo vale anche per quando lavoro nel type design. Con- nella stampa non cambia nulla. Anche qui, si devono intraprendere ° sidero molto la convenzione, ma la combino, quando è possibile, delle sperimentazioni empiriche per fare dei veri passi avanti). Figura N con la sperimentazione. Quello che tento di ottenere è qualcosa Quindi, per rispondere alla tua domanda, si conosce poco degli che appare decisamente convenzionale, ma che contiene elementi aspetti psicofisici dei lettori in relazione alle forme delle lettere Xing presenta F.I.S.C.o. —6° Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo abbastanza inusuali, nuovi o sperimentali da rendere e mantenere nella segnaletica. Questa è una delle aree di comunicazione di Bologna 21>29 Aprile 2009 GAM Galleria d’Arte Moderna/Fabrica Features curiosi i lettori/spettatori e forse anche ad irritarli un po’. Con- massa dove il sans serifs si è posto, nel corso del XXV secolo, come Jonathan Burrows/Matteo Fargion (UK), Stoa-Scuola di Movimento della Socìetas Raffaello Sanzio (I), Compagnie 7273 (CH), Loïc Touzé/Latifa Laâbissi (F) cordo che è un approccio molto razionale, che non porterà mai a lo stile di carattere predominante. In questo contesto l’economia Mette Edvardsen (N), Kinkaleri (I), Robin Rhode (SOUTH AFRICA), Absalon (ISRAEL), Édouard Levé (F), Alessandro Bosetti (I/D) risultati fortemente sperimentali. Non dimenticare che sono nato in è un argomento molto discusso, ma non è affatto l’unico. Ma gli [email protected] www.xing.it/fisco.html Olanda, un paese dove la democrazia non è stata inventata, ma è esperimenti di Kindersley hanno chiaramente mostrato che il serifs stata inserita presto e dove il consenso è fortemente apprezzato. gioca la sua parte.

Leggendo la tua biografia, sono rimasto particolarmente affa- Il dialogo con Unger non si sarebbe dovuto concludere qui. In real- scinato dal carattere che hai creato per la metropolitana di Am- tà avevo un’altra serie di domande da fare. Purtroppo ieri mattina sterdam. Credo sia molto interessante lavorare sulla segnaleti- ho ritrovato il mio simpatico portatile Apple morto sul tavolo con ca. In questo caso il tuo ruolo è simile a quello di un demiurgo i tutti i dati persi compreso questo articolo. L’ho dovuto ricostruire del linguaggio. Ero curioso di sapere se per questo tipo di lavori con l’aiuto di Gerard, ma, visti i tempi di stampa strettissimi, non avevi studiato gli aspetti psico-fisici delle persone come i mec- sono riuscito a concluderlo come volevo. Che dire? A parte maledi- canismi della percezione... re Steve Jobs non mi viene in mente altro. My Space di Francesco Farabegoli Metà è conoscere, metà è comunicare. ondo un form-standard ed una lista uno spazio dove la contemporaneità è Lo peschiamo a caso da un inter- di amici che non conosci quasi mai tutto, suona come un artificiere che vento in TV di Bergonzoni, e siamo direttamente. Le aberrazioni: Myspace se ne va a disinnescare la bomba alla d’accordo sull’aumento di importanza è il regno di questa sorta di es- stazione di Bologna nel 1986; per gi- del secondo rispetto e a scapito tetica fashionable a buon mercato unta con un pacco di precedenti il- del primo. La generazione del pret a per art-rockers, una delle specie lustri, ad esempio Vitaminic in Ita- porter musicale, grossomodo: mettici più diffuse tra la fauna del sito, e lia, che però non riescono a creare una banda veloce e sei a due ore di così diventa un vero piacere riuscire il senso di comunità che crea Myspace distanza da una discografia essen- a spulciare le singole pagine, una né tantomeno a raccontare la “scena”, ziale di freejazz. Non per questo il uguale all’altra, in cui un misto tra qualunque essa sia, con questo grado freejazz cambia pelle, il fatto che i dettami del momento ed una cono- di easyness. Scegliete voi se chia- ne abbia cambiate è frutto di un pro- scenza barbaricamente (barbaramente) marlo nonsense o pazzia, sta di fatto cesso molto più articolato che passa approssimativa di linguaggi HTML ti che una strategia promozionale ocu- solo in parte attraverso l’utenza. classificano self-graphicdesigner e lata ed il fatto che non faccia male Comunque si tratta di mettere in self-promoter. A che pro, non è dato a nessuno sono bastati ad imporlo. lista una serie di bands da conoscere saperlo: sta di fatto che per curio- Altra cosa molto interessante, e da sostenere e aspettare che il sare dentro Myspace è necessario es- Myspace non funziona come ramifica- nostro client preferito esaurisca le sere utenti del sito, e se sei utente zione del vero nemmeno se ci si mette code di download. Nel frattempo “pes- del sito hai una tua pagina: a quel a ragionare su fattori collaterali. care” in giro per la rete il resto punto tanto vale organizzarsi una Myspace non estende il proprio do- della scena: locali culto, etichette propria pagina. Sicuramente le bands minio sulla forma mentis di nessun culto, fanzine culto, gruppi culto, hanno profili che presentano una giovane. Si pone come criterio selet- squarci su culti a venire, monografie caratteristica in più, la possibilità tivo di base, nel senso che essere o più o meno attendibili e definizione di mettere in streaming qualche loro non essere su Myspace è come essere di un carattere elitario/elitarista a pezzo al fine di “promuovere” se st- o non essere “su internet”, determina partire dai tuoi “ascolti”. La parola esse, con la stessa impietosa veloc- insomma una scelta politica di nes- che meglio descrive questo genere ità con cui si passa da un download suna importanza (perché se si gioca di curiosità millelire è google (tra all’altro, ma con in meno anche quel una partita in un portale, chi non l’altro qualcuno dice che to google briciolo di curiosità, che era rimas- vi partecipa non viene considerato sia un’espressione gergale americana to all’utente, di mettere in lista ai fini dei risultati); ma non viene che indica questo disordinato cu- una serie di gruppi di cui ha sentito vissuto in nessuna maniera specifica. riosare a destra e a manca), ma ora parlare. I profili degli utenti Myspace rical- si sta aprendo a nuove soluzioni. È Myspace è il sogno erotico di una cano una sorta di format sbiadito facile comprendere che nel momento in casa discografica mascherato da es- dei portali tipo studenti.it, senza cui le differenze di lingua si assot- egesi della democratizzazione ul- nemmeno più la pesantezza di toni di tigliano, anche i criteri di ricerca tima della rete. In esso la musica è una generazione finto-depressa (ed diventino sovranazionali, magari tutta gratuita, nel senso che quasi ecco perché la musica pop di oggi fa frutto della rinegoziazione dell’idea ogni band della terra (dai REM a un cagare: nessuno soffre più così in- stessa di appartenenza riveduta e gruppo dance punk di ragazzi che vi- tensamente) ma rimanendo sostanzial- corretta su basi totalmente diverse vono a tre km da casa mia e che non mente ancorati ad un’idea di carat- da quelle più o meno antiquate che conoscevo) può mettere in streaming tere riassumibile nel genere musicale potevano essere, anche solo sei anni e/o download i suoi pezzi, ma la dif- prediletto, e questo per le persone fa, la tua stessa ragione di vita fusione è ufficialmente controllata, più “creative”. Gli altri fanno solo (come artista, ad esempio). Ora le censita e canalizzata secondo flussi un elenco di gruppi da sbattere nel cose sono molto diverse, a prescind- che esistono e che non danno spazio profilo, si fanno settecento foto ere dalle opinioni di ognuno di noi. a manovre da parte dei singoli. Il digitali per trovarne una in cui sono Myspace diventa a livello mondiale il gruppo decide cosa mettere a dispo- venuti abbastanza carini e si arrab- punto di aggregazione per la ricerca sizione, e via di questo passo. La attano per scoprire l’ultima novità di fastfood-music sul web, diventa capacità reale di Myspace di cambiare powernoise dal Michigan seguendo i il principale hub da cui la comunità da solo il corso di una band è as- link degli amici dei Dead Machines. musicale online parte per arrivare al solutamente nulla, e per certi versi Questo non ha a che fare con la ri- resto, diventa il punto di partenza è fantastico in un mondo in cui gli cerca, e non è una questione di vec- per un nuovo sentire della musica e equilibri tra carta e web (tanto per chiaia l’esser critici – somiglia dell’appartenenza a un contesto musi- dirne una) si stanno drasticamente più che altro a quella storia secondo cale da parte dei singoli. rovesciando. Del resto questo genere cui navigare in internet è uguale al I numeri: una sessantina di milioni di portale/sistema ci sembra davvero volteggiare delle scimmie da un ramo di utenti (in crescita), un posto non molto dissimile dal classico ap- all’altro. E va bene, ma non parliamo nella top ten dei portali più visi- proccio internettiano alla musica, di futuro della musica quando è sem- tati, soldi che arrivano da tutte le vale a dire la calata più o meno car- plicemente l’ombra del passato che parti tranne che dagli utenti (che si bon-copy di ogni logica del mondo re- oscura una parte del presente. registrano, ovviamente, gratis). Ci ale, “live” o cartaceo o fonografico Comunque nulla di nuovo. Non cam- sono due tipi di Myspace: per gruppi che dir si voglia, nei meandri delle biano i termini (files condivisi) né e per singoli. Funzionano per auto- fibre ottiche e delle grandi comunità l’entità del fenomeno, cambiano in- certificazione e si sviluppano in ma- inesistenti. Non esistono autori che vece la snellezza della ricerca, la niera abbastanza autopoietica, fermo abbiano decontestualizzato Myspace possibilità di raccapezzarsi a par- restando il rispetto di una serie di all’interno di Myspace, del resto è tire dai singoli casi, la comodità regole base (copyright eccetera). Non quasi impossibile in un sistema dalle dell’insieme e tutto il resto. Non è necessario un maggiore/minore suc- regole così rigide. Tutto il resto è però possibile pensare una “nuo- cesso di Myspace a garantire il mag- è stato rivoluzionato, o quantomeno va” dimensione del rock (si parla giore/minore successo dei gruppi che piallato e levigato, al punto da di- sostanzialmente di questo) a par- lì si promuovono, perché su Myspace ventare “un’altra cosa” dal mondo tire da uno spazio del genere, non ci stanno TUTTI e sei qualcuno solo della musica propriamente detto è ben chiaro come possa in futuro se lo eri prima. O al limite se eri – diventando la sostanziale ragione Myspace influire sulle nostre pref- arrivato in tempo. Non c’è alcun modo dell’esistenza di una guerra tra mu- erenze e sul nostro modo di con- di piegare il sistema comunicativo sica internet e musica non-internet sumare la musica. Di solito un nuo- del portale ai propri scopi, a meno in un’epoca che in linea di principio vo sistema di comunicazione creato che non lo si paghi soldi sonanti non avrebbe nemmeno desiderato l’idea ad hoc si evolve in tal maniera da per darti rilevanza oltre la tua pa- di una musica non-internet. Myspace mettere in crisi il sistema in fun- gina (il vecchio che avanza, per così non lo consente, ha canali troppo ri- zione del quale è stato generato, dire). gidi, si pone in maniera molto arro- rinnovarlo per sottrazione di con- Per chi non ne sa nulla (pochi): ti gante come canale di diffusione via- tenuti. Sicuramente l’indipendenza registri su Myspace e ottieni il web tra appassionati e musicisti in non è più quella che conoscevamo, TuoSpazio. Il TuoSpazio consiste in un momento in cui la diffusione in- sicuramente qualcuno ha qualche un blog, una serie di fotografie da controllata/incontrollabile della mu- carta da giocare anche se per ora caricare a tuo piacimento, deliri sica è tautologia: sembra decisamente non l’ha calata. Staremo a vedere, assortiti, caratteri delineati sec- un portale perfetto per il 1997, e in direbbe Romano. [email protected] Dove sognano le formiche verdi di Lorenzo Micheli Gigotti

Per due giorni consecutivi, a orario di chiusura, ho “Per vedere un film dovevi aspet- mava Torossi. Ma il negozio non gli andava bene... campavano con quelle. Erano brutte, la qualità era incontrato Marco Castrichella nel suo negozio Hol- comprammo questa licenza che all’epoca costava pessima, nun se sa…peggio dei dvd che vanno in lywood – Tutto sul cinema. La sua videoteca in via tare il lunedì sera che la RAI, uni- 20.000.000 di lire…’na cifra esorbitante. Per noi giro adesso...capitava che c’era il nastro più corto Monserrato, pieno centro di Roma, è aperta dall’83 co canale, lo trasmettesse. I pri- era un pacco de soldi. della durata del film e saltavi il finale. Poi costavano ed è un punto di riferimento per cinefili, collezionisti mi d’aprile facevo sega a scuola Avevate aperto il negozio per la vendita dei ma- pochissimo, meno di una copia a noleggio. Così e addetti ai lavori. In questa intervista ho riportato nifesti. Di videonoleggio non se ne parlava? andai avanti con la cineteca d’autore e facevo pa- le parti salienti di quanto ci siamo detti. Le conside- perché durante la Fiera di Roma Noooo e chi ne parlava di videonoleggio, calcola gare una tessera d’iscrizione 50.000 lire. Era una rarioni le lascio a voi. la RAI accendeva il monoscopio che il vhs aveva appena preso piede insieme al forma tutelativa per evitare che sparissero i film. Il anche di giorno...c’era ‘sta magia betamax. Allora non si sapeva neanche quale sup- videonoleggio non era ancora tutelato dalla legge. Da dove nasce la passione per il cinema? porto si sarebbe imposto. E i film che si trovavano E il pubblico?? Non ho avuto origini particolarmente cinefile. Mio che con la luce vedevi i film che erano Walt Disney taroccati; si vedevano malissi- Chi c’ha creduto dall’inizio è stato grande. I primi padre era uno spettatore di cinema come tanti ne- normalmente la tv dava la sera.” mo...parliamo dell’83. Tenemmo tutti i mobili che 1000 soci sono stati fondamentali. Ancora ricordo gli anni ’20. Come facevano tanti romani, andava c’erano nel negozio di giocattoli e cominciammo a il primo noleggio, il numero 68: “Dove sognano le a vede’ “gli spegni stracci”. Li chiamavano così i con le ragazzette e fra un pop-corn e l’altro non mettere i manifesti, ma, per fare un po’ di cassa, formiche verdi” di Herzog. Il primo film ecologista film. Spencer Tracy era Spegni Stracci, Bruce Ca- guardavo il film..capisci?? vendevamo: foto, T-shirt di James Dean, Marylin penso. Parla di una comunità aborigena che si op- bot Brucia er Cappotto, Clark Gable era Charken- E dopo? Monroe, Madonna, Duran Duran, gadget. Andava- poneva all’industrializzazione. Era un film clamoro- Breik. Era il modo di vedere i film nel popolo. Papà Nel ’78 ho preso il diploma in ragioneria emph…mai no ‘ste cose e all’epoca c’avevamo questa parete so, fuori da qualsiasi logica. Lo distribuiva la CGD. era uno dei primi rappresentanti dell’Einaudi a pensato di fa’ il ragioniere, ma era il sogno della mia piena di spille e adesivi. Era dura. Dei giorni aprivi Mi ricordo il catalogo battuto a macchina, le prime Roma quindi da ragazzino vedevo circolare libri famiglia piccolo borghese...”devia, devia”. Così ho il cassetto e c’erano 20.000 lire dentro. schede dei soci scritte a matita. I soci più bravi li e, tra questi, sceneggiature di Bergman, di Fellini. cominciato a fare dei lavoretti, e m’arrangiavo…fino Come si rimediavano le foto di scena? vedevi perché le cancellature erano tante...Socio L’Einaudi era una delle poche case che le pubblica- a che non diventai commesso in una profumeria. Mettevamo annunci “cerco, cerco…”, oppure veni- numero 9: . E’ una cosa de cui so’ va...m’affascinava vedere il cinema scritto. Conobbi la mia futura moglie, se parla del ‘81-’82. vano qui persone che pulivano le cantine, andava- contento anche se poi lui quando fece la tessera Poi crescendo? Andavo in giro con le spillette dei gruppi rock e le mo noi a pulire le cantine. Poi facevo le fiere non mi disse:”...qui ce starebbero bene i film miei!!” e io Quando giocavo a pallone il sabato pomeriggio, per giacche con le frange. La incontrai al bar e c’aveva solo a Roma, a Milano dove avevamo una risposta gli dissi fin dall’inizio “...Carlo non t’aspettà che qui non facce anda’ in giro ad affaticarci con ragazzine anche lei ‘na spilletta. Vado lì: “ma che gruppo è??” incredibile…Mi ricordo che alla Fiera Campionaria trovi i tuoi film perché io intendo fare un lavoro to- o masturbazioni varie, il presidente ci portava al ci- …e riconosco che nella spilletta c’era Robert De di Milano, c’era gente che con la pioggia la mattina talmente diverso. Io m’amammazzo dal ride coi film nema. Allora non c’era neanche la televisione. Per Niro che suonava il sax su “New York, New York”. aspettava che io aprissi per comprare i manifesti... tuoi, sei divertentissimo, sei bravo, t’auguro tante vedere un film dovevi aspettare il lunedì sera che La domenica dopo andai a Portaportese e comprai cosa che qui a Roma quando pioveva non ne ven- belle cose...” ai tempi lavorava su “Troppo Forte”... la RAI, unico canale, lo trasmettesse. I primi d’apri- una locandina del “Cacciatore” per regalargliela. devi manco mezzo: “che me dai?? la carta con la il manifesto di Rambo, che usa nel film, lo com- le facevo sega a scuola perché durante la Fiera di Lei c’aveva un negozio di famiglia che vendeva pioggia? ma se bagna”. prò qui da me, le catene borchiate, le vendevo io. Roma la RAI accendeva il monoscopio anche di super8, proiettori...e scoprii che la mia futura mo- Le foto di scena si rimediavano imbucandosi alle C’aveva lo studio qui a Sant’Egidio, c’era amicizia. giorno...c’era ‘sta magia che con la luce vedevi i glie, Barbara, vendeva manifesti cinematografici prime dei film. Ti davano il fotobook per l’articolo con Noleggiava Visconti, De Sica, i classici. film che normalmente la tv dava la sera. Noi ave- a Piazza Navona. Aveva una bancarella ereditata dentro la sinossi del film e 10 foto che erano quelle Con il dvd hai cambiato politica? vamo un transistor autovox di quelli a valvole…e dalla famiglia. Di solito ci vendevano proiettori e che vedevi poi il giorno dopo sui giornali. Noi tenta- No. Anzi, mi sono irrigidito pure troppo. Ultimamen- la mattina vedevo “La grande illusione” di Renoir o filmini, ma un anno che gli andò nerissima iniziò vamo di venderle al pubblico e questo era il settore te ho preso “Oliver Twist” perché è un film di Po- “La via lattea” di Bunuel. Era bellissima ‘sta cosa de a vendere i manifesti. Così frequentandola iniziai sul quale puntavamo. Non solo per una questione lanski. Prenderei tranquillamente dei film tipo “Lost pote’ vede’ il cinema gratis. Poi la fine degli anni ’60 questa attività. economica, ma proprio di indirizzo…i ragazzini qua in Traslation”, film bellissimi ma che sono troppo è stata l’epopea dei cineclub e lì sono diventato un Allora come funzionava? de fuori a fasse la maglietta che facevano casino ci smaccatamente commerciali…la selezione dei film grande amatore del cinema. Mi feci la tessere al Ci- La s.a.c. c’aveva ‘sti manifesti e li dava in noleg- interessavano fino a un certo punto. deve essere rigida perché chi viene qua deve an- neclub Tevere. Ti vedevi una cosa come 80 film in gio ai cinema. Finito l’utilizzo pubblicitario venivano Come partì il videonoleggio del cinema d’auto- cora cercare la chicca, devono sapere di trovare un mese…davano fino a 3 film diversi nella stessa macerati. Ci inventammo questa cosa di vendere i re? un covo, un buco, un posto dove sanno di trovare giornata e c’era chi rimaneva, tipo me, dalle 16 alle manifesti al pubblico per attaccarli in casa…Ci fu La famiglia di mia moglie vendeva proiettori, su- l’ultima spiaggia. 22,30. Poi c’era il Grauco, il Filmstudio qui a Tra- un anno che con un mese di Piazza Navona c’ab- per8…poi passarono alle videocassette. Il fratello Come ti sei orientato per la selezione del cata- stevere...io preferivo il Tevere dove potevi vedere il biamo quasi comprato casa…fu un incasso strepi- aprì un videonoleggio a Boccea dove affittavano logo? “Quando Coppola venne a girare “il Padrino III” soggiornava qui die- cinema d’autore ma anche le rassegne di horror, i toso. Così nacque l’idea di aprire un negozio del film commerciali. Noleggio tradizionale. Quando Dall’1 al 300, i titoli in catalogo sono tutti estrema- tro...a lui piaceva la provincialità di questa zona. Si comprava il gior- vari Frankenstein, quello con Boris Karloff o quello genere…alle famiglie avevamo detto che aprivamo s’è deciso di mettere anche qui i film ho detto: mente selezionati. I clienti trovavano i film di Griffi- nale a Piazza Farnese e veniva da me a guardare i film, le locandine... di Whale, il “Dracula” di Browning, e tutta la serie una profumeria perché io ero esperto nei profumi. “no, non possiamo mettere Rambo, Cicciolina e th, di Pastrone, di Ejzenstejn...cose che all’epoca, quando gli dissi che “La conversazione” era il mio film preferito lui infamante di “Gozzilla contro le tarantole giganti”... Come avete trovato il negozio? il porno”. Anche il tipo di negozio non si prestava per il pubblico comune, erano impensabili. O ci erano divertentissimi. Invece Grauco e Filmstudio Mia moglie è di via dei coronari e abbiamo cercato a sostenere un lavoro di videobank. E’ stata una studiavano all’università o erano addetti ai lavori: disse che era d’accordo.” portavano avanti il discorso dell’impegno intellet- qui in zona...c’era un negozio di giocattoli antichi in fortuna! Nell’88 iniziammo a mettere i vhs che pre- scrittori, operatori, tecnici, registi, attori. Vittorio Dogma è stata stupefacente. Hanno deciso di met- za di una vita, di un perché. Molto bravi, però nella tuale. Io sono del ’59 e ancora andavo al cinema legno di un signore abbastanza ricco che si chia- sero piede con delle case minori. I videoregistratori Mezzogiorno quando fece il film con Peter Brook tere delle regole a chi voleva fare film in una certa cultura loro questo tipo di cinema è più normale, è erano un dispositivo alla portata di molti a quel pun- venne qua e vide tutti i suoi film. Gente che ha lavo- maniera; hanno creato una scuola e ne hanno già tradizione…pensa a Kurosawa!? to e dopo cinque anni facemmo la grossa scelta rato con Bellocchio, come Maruschka Detmers che decretato la morte. Hanno lasciato una serie di film Il cinema italiano oggi, come lo vedi? In fondo di lasciare solo cinema: manifesti, foto di scena, fece ”Il Diavolo in corpo”...Simona Cavallari per “Il secondo me fondamentali che verranno capiti bene lo frequenti. Quali sono gli umori? Il pubblico noleggio e vendita di videocassette. Andavamo in sogno della Farfalla”, vennero qui perché non sa- fra vent’anni. Andai a vedere “Idioti” al cinema, il italiano come recepisce il cinema nazionale? un vicolo buio…ma a fare la profumeria, me sarei pevano chi fosse ‘sto regista così famoso negli anni secondo della serie Dogma, il primo fu “Festen” Male, senza mezzi termini…è interessato nel sen- rotto subito…non so uno che pei soldi…non sarei ’60, che sconvolse Venezia nel ’68 con “I pugni in di Vinterberg, fu sconvolgente, uno dei pochi film so che vorrebbe vedere dei bei film italiani. Me so’ stato più quel tipo di commerciante che stava qui a tasca”. Questa cosa si verifica anche oggi...tutto il che mi ha veramente preso allo stomaco...poi lui è stufato, non si possono tollerare certe stupidaggi- vendere fisicamente ma potevo lavorare con quello cast della “Meglio gioventù”, è venuto qua a vedersi provocatorio, il fine suo è quello. L’inizio di “Dancer ni che vengono passate per grande cinema, solo che conoscevo che era il cinema d’autore, il cine- i film di . Questa è una picco- in the Dark”: musica e schermo buio per due minu- per patriottismo. Muccino un esempio per tutti. ma con la C maiuscola. De vede’ il coatto che viene la soddisfazione...che giovani registi o attori abbia- ti...alcuni protestavano in sala, perché pensavano Ma ti dico anche “Romanzo Criminale”, te ne dico qua a chiedete il film de’ Moana Pozzi e Cicciolina no cominciato qui... veniva perché che la pellicola non fosse partita e invece sono due tanti, lo stesso “La meglio Gioventù” è un discreto non mi interessava…avrei preferito vende’ il cocco gli piaceva il cinema e passava le serate vedendo i minuti di buio per farti entrare nell’ottica della prota- film televisivo e così era nato, poi i francesi l’han- o le rosette. film di Pasolini, che ha riportato nei suoi film come gonista che non vede…sono cose di rottura asso- no incensato e noi di rimando abbiamo detto “oh Al tempo il grosso del business era il porno? sedimento della sua cultura cinematografica. luta. Alla fine degli anni ’90 rompere non era facile! che bello”, ma è un film fatto per la Tv, insomma, All’epoca era il porno, che che se ne dica, si, c’era Come ti tenevi aggiornato? Avevi individuato Rompere negli anni ’60 era più semplice perchè si non c’è respiro cinematografico come in tutti que- “E.T.”, c’era “Rocky” e di giorno lavoravi con quel- distributori affidabili? metteva tutto in discussione, dal ruolo dell’attore, sti film che abbiamo nominato, ci sono quei pochi li, ma non ci campavi…ma che scherzi, calcola Beh…il catalogo lo fai con i grandi autori. Se esce del regista...era un clima di rottura. Quindi tanto di emergenti che faticano e che comunque devono che il porno si vedeva solo in cassetta. Tanto che il nuovo film di Wenders, bufala o meno lo pren- cappello al Dogma! Il boom, ancora in corso, del sempre dar prova di aver nuove idee. Quindi è i primi rappresentanti di case innominabili, tipo la do. Di un autore tendo a dare tutto il percorso. E’ cinema orientale è più per noi occidentali. Il far molto precaria la situazione. Il pubblico viene e Avo film, la Domo Video, c’avevano il catalogo con come se fai una mostra di un pittore, devi fare un convivere insieme il materialismo tecnologico e la chiede...ma il cinema italiano non c’è. Vorrei met- un dito di film “normali” e tutto il resto porno. Noi percorso…non puoi mettere soltanto il quadro che spiritualità. Noi siamo respingenti verso quello che terne di più, tanto è vero che nel mio catalogo le partimmo con 200 titoli e comunque riuscimmo a conosci. Il ragionamento è questo. La scommessa è l’animo, lo spirito. Il nostro cinema va avanti a pagine del cinema storico italiano a noleggio sono fare un buon catalogo di cinema d’autore. Alla fine sta ancora sull’autore emergente. Delle volte toppo gag, a belle scene…forse Kieslowski è riuscito a tantissime, è il più ricco, anche di quello anni ’70, degli anni ’80 il mercato non offriva molto. Pochis- e delle volte azzecco. trasmettere quella stessa spiritualità, quando la ’80: Elio Petri, ho messo dentro Montaldo, Lizzani, sima gente comprava i vhs. Impazzavano le copie Negli ultimi cinque anni quali realtà cinemato- sua Europa era ancora dell’est…Park Chan-Wook, Fiorella Infascelli, Daniele Lucchetti, Mazzacura- pirata che non erano perseguite come adesso e grafiche ti sono rimaste impresse? Kim Ki-Duk, questi orientali per noi sono favolosi ti...l’ho messi tutti con tutta la buona volontà. I film molte videoteche di allora, con delle leggi balorde, Beh la scommessa di Von Trier e della scuola del perché riescono con quattro scene a darti l’essen- stanno li. Fanno museo.

fotografia di Stefano Tognarini 15 Medusa…sono loro che gestiscono tutto. Le “Il bancone, il contatto quotidia- grandi major hanno il mercato in mano e il ci- no che c’hai con la gente è fon- nema storico è lì ad impolverarsi…ti posso dire damentale per me, è l’unica cosa che Mondadori con la collana “il Grande Cinema” aveva pubblicato in vhs tanti titoli importanti del- che mi fa amare il cinema come l’espressionismo tedesco, del neorealismo italia- lavoro. L’unico modo di lavorare no che ancora non sono usciti in dvd. “Roma città il cinema.” aperta” arriva d’importazione americana: “ Quando Coppola venne a girare “il Padrino III” Open City”. Se ti faccio vedere la copia commis- soggiornava qui dietro...a lui piaceva la provin- sione della Medusa del prossimo mese vedrai cialità di questa zona. Si comprava il giornale a che i titoli interessanti sono uno o due. Sono abi- Piazza Farnese e veniva da me a guardare i film, tuato. Però è allucinante che abbiano certi diritti le locandine...quando gli dissi che “La conversa- su titoli che stanno lì a marcire e non vengono zione” era il mio film preferito lui disse che era prodotti, mentre all’estero si trovano normalmen- d’accordo. Era risaputo che questi kolossal, poi, te. Ci sono pure case, tipo la “Ermitage”, che non gli permettevano di girare film sperimentali...poi tratto, che ti mette il dvd a 12 euro però prendo- sono venuti Jon Jost, Vincent Cassel con Kasso- Come consideri la distribuzione in Italia? no la videocassetta e te la riversano sul disco. vitz. C’avevo il manifesto de “L’Odio” attaccato. Con i film, prima in cassetta poi in dvd, ho avuto Alla fine il prodotto è scadente...ma l’alternativa è Lo videro e si fermarono. Ero innamorato di Kas- sempre un problema di fondo, ormai fisiologico, quella. Anche io e te possiamo andare alla SIAE, sovitz e c’avevo “Metisse”. Non ci poteva credere che non potremo mai togliere. Mentre all’estero prendiamo per sei mesi i diritti dei film degli anni che io avessi quel suo film, introvabile anche a esistono delle case preparatissime tipo la Tar- ‘20 e ’30…ci costano una stupidaggine...ma non Parigi. Vengono tanti registi poco conosciuti che tan Video, l’Artificial Light, da noi, fin dall’inizio, me va di fare il produttore. A me piace il contatto stimo tantissimo: Peter del Monte, Makhmalbaf il mercato è stato in mano a dei maiali, a della con la gente, parlarci, non sono uno che vuole …per questi vedere in questo buchetto i loro film gente che poteva tranquillamente vendere le fet- arricchirsi col cinema. Mi sono voluto fare l’isolet- è un riconoscimento enorme...lo stesso Crialese tuccine e la pasta all’uovo. Gente che neanche ta, però non posso tollerare certe cose. guardando i film qui scelse la Golino per “Respi- si rendeva conto di come andava presentato un Che ne pensi della trovata commerciale di ro”. E’ bella questa cosa di poter guidare il pub- film, di quello che dovevi scrivere dietro come vendere il dvd in concomitanza con l’uscita blico, dare anche stimoli, idee…svolte. Nel mio commento, di come lo incidevano, di come lo del film nelle sale? Con l’affermazione del piccolo è una grande soddisfazione. distribuivano e ancora oggi se ne pagano le con- dvd il giro d’affari dell’homevideo tra noleg- Alcuni registi del cinema mondiale sono par- seguenze…io c’ho una storia di lettere mandate gio e vendita è molto cresciuto...un giro d’af- titi da un videonoleggio, uno fra tutti Quentin alle amministrazioni e alle direzione delle case fari che ha sfiorato i mille milioni di euro (dati Tarantino. Non ti è mai venuto in mente di fare commerciali piene di lamentele, per il modo in Simmaco, 2005) . L’home video è una vera un film? L’hai mai fatto? cui facevano i film, per le censure, per le copie alternativa al cinema… Eheeh!!! Dentro de me però!! Perché non oserei che usavano, fino al fatto ultimo che senza un Io credo ancora nella sala e quindi mi batterò mai fare un film…ne ho cominciate tante de scrit- minimo di criterio fanno uscire un film degli anni sempre perché la gente vada nelle sale, delle ture e non le ho mai portate a termine perché ’50 a 23 euro, solo per la vendita. In America o in volte mi perdo il noleggio e dico: “non lo prendere non è per me. Inghilterra questo non succede. Lì le videoteche, sto film non te lo vede’ sul piccolo schermo”. La …e l’idea di realizzare delle rassegne? comprando il film in dvd, acquistano i diritti per il “Sottile linea rossa” che è un film che ho ama- No, no, t’ho detto...l’idea di fare il cinema aperto la noleggio e per la vendita. E’ importante offrire la to non lo consiglio mai. Per esperienza ti dico mattina ce l’avevo, però poi mi rendo conto che non possibilità a chi lo desidera di vedere film poco che film così se te li vedi a casa ti ADDORMEN- mi dà quello che mi dà il bancone…cioè il rapporto, conosciuti a noleggio. Poi commercialmente gli TI!! Il bello di questi film è che tu stai col grano il contatto quotidiano che c’hai con la gente è fon- ritorna. È un accesso che devi permettere. scompigliato dal vento e senti gli spari davanti damentale per me, è l’unica cosa che mi fa amare Come reputi i dvd prodotti in Italia, l’arricchi- allo schermo grosso, non puoi farne a meno... il cinema come lavoro. L’unico modo di lavorare il mento del prodotto con gli extra può essere gli dico: “guarda, prenditi una commedia, vattene cinema. Il film dentro di me ho sempre sognato di un deterrente per la pirateria? al cinema”. Oggi puoi scegliere la sala e l’home farlo. Per quello me piace tanto parlare di cinema, Questa è una carta che le case si devono gioca- video. Non cambia la situazione perché esiste- proprio perché non so mai riuscito a farlo… re. Il mercato per come era partito lasciava spe- rà sempre il pubblico che ama andare al cinema In chiusura il tuo film preferito. rare in meglio. Quando sono nati i vhs c’erano come chi preferirà vederlo a casa. Ehm…e questa non la dovevi fa’!…no, non c’è il almeno venti, trenta case di produzione di home- Vogliamo affrontare un minimo la questione film preferito…ti posso dire che un film importante video e tutte libere nel vero senso della parola: dei dvd in edicola?? Gli editori sul dvd pa- per me è Taxi Driver...per un sacco di cose: per- andavano alla SIAE, compravano i diritti del film, gano il 4% di Iva perchè il dvd, se accompa- chè è diventato il logo del negozio, perché è la e lo distribuivano. Erano una grossa risorsa...io gnato da una pubblicazione, viene sottoposto solitudine nella metropoli, perché è il film che mi ha potevo attingere a questa e a quel altra a secon- allo stesso regime Iva del prodotto editoriale. fatto conoscere mia moglie, è la Hollywood...io ‘sto da delle mie preferenze. Le videoteche continuano a pagare il 20% negozio l’ho chiamato Hollywood perché il cinema Quali erano i tuoi punti di riferimento? d’Iva sul venduto... non deve essere solo intelletto ma anche amore La Durium, la Futurama, la Domo Video, la MER Mi scoccia perché delle volte faccio delle brutte per la sala, amore per quello che è...se c’era un che fece una collana strepitosa curata da Tullio figure…può capitare che io ho il film a 20 euro e film che racchiudeva il cinema contemporaneo, da- Kezich. Poi quando le major hanno visto che il in edicola sta a 10...ho capito andate a prenderlo gli anni ’70 a oggi, è Taxi Driver. Taxi Driver va visto business andava bene invece di dare i diritti a in edicola, m’arrendo. Non voglio fare il difensore almeno una volta l’anno. queste case, hanno cominciato a prodursi e a della categoria, odio i commercianti come cate- Abbiamo fatto un bel percorso, partendo dagli distribuirsi l’home video in proprio. Tutte que- goria, però veramente non c’aiuterà nessuno in anni ’80, passando per i ’90 siamo arrivati ad ste case minori, che facevano riferimento solo questo senso...ripeto mi salvo sempre perché oggi. Quale futuro ti aspetti per una realtà come al mercato dell’homevideo e non avevano dirit- c’ho “L’armata a Cavallo” a noleggio. la tua? ti cinematografici, sono scomparse e con loro Oggi le politiche di mercato non hanno molta Il futuro…?? io non ho mai vissuto per il futuro. Fin sono scomparsi tutti i film che il mercato consi- considerazione per il videonoleggio? dall’inizio l’attività ha avuto una dimensione fami- dera minori. L’ha seguita un’inondazione di film Purtroppo no. Vorrei mettere molti più titoli a liare, il fatto stesso che non c’ho mai avuto dipen- commerciali, film d’azione biechi e impensabili noleggio anche perché sono la fonte maggiore denti, che non ho mai aperto filiali...non c’ho grosse distribuiti da Penta Video, Cecchi Gori, Warner di guadagno. Anche se a me piace moltissimo aspettative. Però nel futuro c’è sempre quello che Home Video, Paramount…tutte le major, e i titoli vendere…il rapporto con il pubblico è lo stesso uno spera, che, purtroppo, non sempre combacia di Renoir, Germi, Rosi, tutta la storia del cinema ma economicamente il noleggio è la cosa che mi con le previsioni. La speranza è che il negozio pian piano sono andati perduti... permette di vivere. E le case di produzione e di rimanga una risorsa insostituibile nel panorama E oggi? distribuzione sono ceche: Medusa, Warner, ...la commerciale del cinema, un riferimento certo dato Il mercato si è andato sempre più stringendo. Le Paramount è l’unica casa che impone lo stesso dall’esperienza di 24 anni. Naturalmente guardan- case fuori dal coro sono pochissime ed è grosso- prezzo sul prodotto, che sia destinato alla vendi- do al futuro spero che il mercato si sbrogli un po’, lano il modo in cui sono uscite certe cose. Cecchi ta o al noleggio. che si spaludi da questa situazione. La previsione Gori c’ha un catalogo affascinante se andiamo a Personaggi noti che hanno frequentato que- è che siamo l’ultima spiaggia. Anche se per il ne- vedere…punta su Nuti, su Benigni, su “Pulp Fic- sto posto? gozio non temo, non sono ottimista, almeno che tion” ma poi distribuisce due fra le case di produ- Del cinema italiano quasi tutti. Giulietta Masina certe cose annunciate dai nuovi media, internet, il zione migliori in Italia: la Dolmen e la Fandango. veniva con la limousine e l’autista col cappello. mercato cinematografico sempre più veloce, non Però ormai il mercato è stato monopolizzato, c’è Prendeva i film del marito o i classici italiani: vengano gestite in modo logico e il sistema regola- una specie di trust di cartello...è assurdo che da Rossellini, De Sica, e li mandava alla famiglia a mentato. La videoteca come luogo di conoscenza, noi i dvd costino un’infinità e ti parlo di film degli Rimini. Sulle dediche firmava Giulietta Masina per istruirti non c’è, non esiste. Lo sciaccallaggio anni ’40 -’50, passati in tv almeno 200 volte, che Fellini. Da lei a tutti gli altri, Bellocchio, i fratelli delle edicole è la cartina di tornasole. Il futuro lo escono a 30.99 euro prezzo al pubblico. Taviani che mi hanno incoraggiato molto per que- aspettiamo. Di andargli incontro non mi va. Sono Quindi oggi chi è che gestisce la vendita o il sta attività, e poi Citto Maselli. Sono venuti anche pronto...cercherò di adeguarmi con ciò che verrà; noleggio del cinema “storico”? personaggi noti della cinematografia straniera. ma la situazione non è piacevole. di Leandro Pisano a questo progetto. Ho un album costruito completamente con il Sitar, che ancora come se fosse un semplice negozio nel quale affittare un film o un video. Tutto ciò mi diverto ad ascoltare. che devi fare lì è premere dei pulsanti e il film desiderato è sullo schermo. Quindi Ma attualmente sto scoprendo qualcosa di diverso. Il mio interesse è ora focaliz- il prezzo sarà caricato più tardi sulla tua carta di credito. Un altro esempio è il zato sugli elementi acustici naturali. Mi piace pensare che noi tutti desidererem- quadratino nero che misura un centimetro quadrato che appare ovunque, sulle FROM DIGITAL TO THE ELEMENTS mo di essere sotto acqua, nuotando. Ovviamente questa osservazione è riferita riviste, i giornali, gli annunci, o i programmi televisivi. Se hai un telefono cellulare al fatto che noi tutti siamo stati creati all’interno dell’utero materno, pieno di che è compatibile con esso, puoi leggerlo come fa un normale lettore di codice a liquido. Credo che se un uomo è spaventato dall’acqua, questo sia soprattutto barre ed il tuo telefono si collega al corrispondente sito web. Anche le macchine Nel tuo lavoro si avverte un legame molto profondo tra arte e natura. Potresti spie- conseguenza dell’esperienza che lui ha provato quando era un feto nell’utero. Io di vendita utilizzano questo tipo di marchi. Ora il mondo è moneyless. Il tuo garci meglio questo concetto? sono nata dall’utero di mia mamma ed amo l’acqua limpida. Non posso negarlo. telefono cellulare legge il quadratino nero, ti dà da bere, prende il denaro dalla Anche per la musica vale la stessa cosa. Ogni corpo umano ha un genotipo. Do- tua banca e ti fa anche accedere alle offerte stagionali. I rubinetti a sensore nelle Nel 2005, ho pregato ed ho meditato, immersa nella natura in montagna. Quando vunque siamo, amiamo la campagna verdeggiante. Ovunque andiamo, ci manca la toilette scorrono senza che vengano comandati con le mani. Alcune hanno anche i ho trascorso in campagna gli ultimi due anni del mio soggiorno nel Regno Unito, nostra famiglia. In ogni epoca in cui viviamo, amiamo la vita di vecchi villaggi che sedili del gabinetto che si aprono e si chiudono regolati da un sensore ottico. Tut- ho avuto come rivelazione dalla mia vita il fatto di essere un’ottima campagnola. ci portiamo da qualche parte dentro di noi. Noi tutti siamo soliti essere tribali to è così libero: le mani libere, il cervello libero, il lavoro libero. È ora che i nostri Gli spiriti dei boschi mi bisbigliarono che avevo bisogno di mettere in relazione la ed abbiamo la musica per unirci a dio ed alla natura. Abbiamo usato la musica per corpi degenerino. O tutto questo è quello che chiamiamo evoluzione? mia vita con acqua, vento, fuoco, terra, aria e gli altri tesori del mondo fisico, reale. ammirare, placare, evocare, portare gioia, stare insieme a Dio. Ascolto musica folk Per quanto concerne in particolare gli mp3, credo che sia un grande sviluppo. Per questo sono ritornata in Giappone e poco a poco ho cominciato ad occupar- tibetana ed una voce di donna mi fa commuovere, senza che io riesca a trovare Se l’accesso alla musica può essere libero per tutti, questo è di più di quanto mi del mio lato interiore piuttosto che della società esterna. una spiegazione a ciò. Tutto questo ha delle ragioni. L’anima dovrebbe cantare e avremmo potuto sperare. Certo, qualcuno dovrebbe garantire che l’artista possa Tempo fa, partecipai ad un talk con un un uomo che credeva che la vera arte na- creare, i suoni antichi hanno un’anima. Posso modificarli per renderli miei, ma non sostentarsi in qualche modo, quindi l’idea non è perfetta. Ma spero che un giorno scesse solamente dalla natura e che noi dovremmo creare arte associandola alla voglio mai costringere la mia spiritualità ad essere esclusa dalla creazione. Tutto l’arte possa essere gratuita, che possa essere accettata in modo più aperto dalla natura. Pensai che lui fosse come ingannato da una volpe e che si sarebbe dovuto questo rappresenta per me ora la strumentazione acustica, inclusa la mia voce. gente e che i governi possano aiutare gli artisti. O un mondo senza denaro? destare dal torpore per avere una visione più ampia e distesa. L’arte è arte. Non deve essere legata alla natura. L’arte moderna può essere elusiva, enigmatica, folle, Dopo diversi anni trascorsi in Europa, hai deciso di tornare a vivere in Giappone. Si sente spesso dibattere di arte politica, di riflessione sulle politiche dell’arte, di esorbitante. La pazzia, la novità, la sensazione vengono continuamente richieste Che rapporto hai con la cultura del tuo paese? “distacco” ma anche di “dittatura” dello spettatore. Ancora nel 2003, la Biennale di in tale contesto. Questo era ciò che percepivo e credevo. Ma non significava che Venezia focalizzava la propria attenzione su concetti come “sopravvivenza”, “urgen- non accettassi la natura. Bisognava che ogni cosa venisse provata, incluso i pensieri E’ incommensurabile la quantità di idee, concetti e pensieri sviluppati all’interno za”, “smottamenti”, “utopia”. Qual è il tuo punto di vista in merito? e le riflessioni dell’uomo. Quell’interazione tra noi e l’arte conteneva già sponta- di questa cultura. Io associo il Giappone a paesaggi di montagna e campi di riso. neamente la natura in sè. Potrei definire il mio atteggiamento di allora come una Ma non è più così. Il Giappone oggi è un insieme di impalcature di cemento per Ho sempre pensato che un distacco dello spettatore dall’arte non potesse esse- passione per la pazzia, una ricerca di novità all’interno del possesso emozionale autostrade, che hanno distrutto vedute naturali di straordinaria bellezza e hanno re evitato. Era un mio pensiero, prima del 2004. Esistevano molte forme rispetto umano. Avevo sempre delle mete da raggiungere e desiderio di sperimentare al smantellato un’intera cultura. Il Giappone ha tentato in ogni modo di imitare il alle quali non mi sarei mai potuta rapportare, o anche impossibili per me da meglio. mondo americano, per non dare l’impressione di essere un “paese dimenticato”. comprendere. Mi è capitato anche di criticare queste forme. A meno che non sia La natura silenziosamente mi ha detto ‘no’. Ha mitigato lentamente la tensione Sì, abbiamo ottenuto tutto ciò, abbiamo guadagnato ciò che sognavamo, ed eccoci un lavoro pretenzioso, un’opera non tradisce mai il creatore stesso. Bene, ora della mia spalla contratta. Ha temperato le mie idee vigorose e forti e mi ha detto qui. Le strade grigie, i grattacieli monotoni sono ovunque. Non riesco a credere riconosco che anche un lavoro pretenzioso riflette il pensiero del proprietario, di lasciarmi andare. che abbiamo ancora più del 60% di superficie boscosa nel paese. Ma dove? che è appunto pretenzioso. Tutto questo è come io ora vedo la mia arte e la mia vita. Penso che ciò influenzi la maniera in cui la scena artistica giapponese è venuta Finché tale questione dura, ci sono due maniere di fare arte. Con il cervello o Non disubbidirei mai di nuovo alla legge della natura nella mia arte. Voglio donare fuori. Credo che l’arte non dovrebbe essere imitata, ma dovrebbe essere generata con la mente. Ci sono di certo molte parti dentro il cervello o dentro quella che il mio vero spirito ad essa. dalle proprie idee. Da dove provengono le proprie idee? Dagli individui. E tuttavia, viene chiamata “mente”. L’emisfero destro differisce da quello sinistro. Quando la scena giapponese dell’arte contemporanea sembra essere come da un’altra si tratta della mente, il territorio è cosí smisurato che la nostra scienza non può Mi piacerebbe approfondire in particolare il concetto di suono legato agli elementi parte. In qualche modo, ha cercato di evitare di essere “troppo giapponese”. Sem- ancora entrarci. Se cento artisti riproducono, per esempio, un albero in un giardi- della natura. Qual è il tuo parere in proposito? bra esserci quasi una forza invisibile che spinge a dimenticare che essa viene “dal no, ci saranno 100 interpretazioni diverse. Questa è l’arte, proprio come un ogni Giappone”. Forse conta per una piccola parte anche l’imbarazzo di essere asiatici, uccello che non costruisce mai lo stesso nido. Alcuni vedranno l’albero come una Prima non avevo compreso che il silenzio è un altro suono. Tutto è yin e yang. che alcuni artisti hanno provato per un po’ di tempo. Oggi incontro delle persone figura, alcuni come una composizione di suoni, altri sotto forma di linee, altri di Un duello di forze cosmiche. Se il silenzio domina, il suono muore. Se il suono qui che sono orgogliose non solo di dove sono nate, ma anche dell’armonia unica colori, altri ancora di spiriti, divinità, numeri,... forse ognuno tra i cento ha biso- domina, il silenzio muore. Se il silenzio si deteriora, il suono si deteriora. La mia che c’è in Giappone. Spero che ciò spinga l’arte a diventare più naturale, più one- gno di spiegare cosa ha tenta di esprimere. Questa è l’arte contemporanea per vita quotidiana lo scorso anno è stata circondata dal cosiddetto silenzio. Silenzio di sta, più essenziale, esprimendo più cosa siamo realmente. noi. Richiede una grande conoscenza e un grande sforzo di pensiero. Torniamo al- montagne, silenzio di fiumi, silenzio del cielo, silenzio di fuochi. La quiete non è mai l’arte primitiva, alla scultura, alla pittura, a qualunque altro genere. Qualcuno vuo- immobile. Il silenzio non è mai silenzioso. Quando chiudi gli occhi e ti concentri, ci Pur essendo stata impegnata in diversi campi, hai concentrato la tua attenzione so- le spiegazioni? In qualche modo, esprimevano quello che esprimevano. Compresi sono elementi musicali qui e là. Henry David Thoreau ha cercato di spiegare tutto prattutto nell’ambito della produzione audio/video. In che maniera sei solita parlare gli elementi della propria esistenza, le loro idee di divinità. Dunque, qualcosa di ciò. Io avanzo sull’erba ed essa stessa mi risponde. Taglio uno stelo e di nuovo del tuo lavoro agli altri? Che tipo di reazione hai se qualcuno tenta di inquadrarlo semplice ma molto squisito e profondo. Niente di artificiale o chimico. sento il suo grido. Prendo un pezzo di legno, il quale mi racconta una storia di un in qualche modo? Non è la stessa cosa, rispetto alla differenza tra “la difficoltà di comprendere giorno. Amo specialmente il tizzone infuocato. E’ così bello da ammirare che qual- quello che sto mangiando, ma sto bene in questo ristorante raffinato” e “la cucina che volta mi spaventa. E’ musica. Ora preferisco il suono del crepitare del fuoco Conosci il significato della parola “contadino”? La parola equivalente in giappo- casalinga preferita di mamma”. RYOKO KUWAJIMA al rumore della ventola di un computer. In esso avverto un soffio divino. Un tipo nese è “hyakusho”. Ma questa parola non indica esattamente il “contadino”, ma Non è la stessa cosa, rispetto alla differenza tra “un cantante pop sexy” e “una di casa in Giappone ha un tavolo con calorifero elettrico. Di solito c’è anche una piuttosto un individuo che potrebbe fare centinaia di cose. Hyaku = “centinaia”, voce corale himalayana”. Esiste una storia della natura che tutto accoglie nel suo grembo: è una specie di braciere a pavimento. La mia vecchia casa ce l’ha e noi manteniamo il sho = “nomi”. Conosci il libro “Papalagi”? Questa parola indica le persone bian- Non è la stessa cosa, rispetto alla differenza tra “macchina” e “terra”. storia universale, dove ogni cosa nasce e muore secondo il ritmo del fuoco vivo. Non dovrebbe essere troppo forte perché può provocare ignizione, nè che. Un capo di un villaggio samoano durante il diciottesimo secolo fu invitato a Sento che è ora di risvegliarsi per gli artisti. Il divario è stato provocato dagli tempo. Il respiro dell’universo, la mutazione degli elementi, come parte troppo debole da estinguere il calore. Lo giro spesso per mantenere il fuoco e così visitare l’Europa. Ha scritto le sue impressioni sulla vita delle persone bianche. Ha artisti. Questo gap distingue tra persone che possono comprendere e persone di un tutto sfocato ed indefinibile, barlume di un flebile ricordo che ne vien fuori musica. E’ una musica che intrattiene occhi, orecchi, naso e pelle. fatto molte osservazioni, notevoli e da ricordare per noi, che possiamo ancora che non possono. Ho cominciato a capire che non è realmente giusto. Forse ciclicamente ritorna nella penombra dell’illusione. E’ cupo ed intenso il Penso a suoni che possono essere percepiti da tutti e i cinque gli elementi. Un leggerle in questo libro. Una di esse riguarda il concetto di “lavoro”. Una persona un’opera d’arte dovrebbe essere come il cielo blu, che porta sempre gioia uni- brano universale per una stanza di bimbi. fragore della terra. nell’ambito della societá può avere molti ruoli, nel corso della vita quotidiana. versale. Forse… Ogni uomo può diventare un contadino, un architetto, un pescatore, un insegnan- L’aria rarefacendosi diventa fuoco, condensandosi si fa vento e poi nu- A proposito di suoni, credo sia interessante saperne di più anche in relazione all’uso te, un padre, un letterato, un pittore e cosí via. Una donna può cucire, cucinare, Per un po’, si sono perse le tracce del tuo percorso creativo. Quali sono stati i tuoi vola, acqua ed ancora suolo, pietra. Nell’universo assente, comune nel che hai fatto del Sitar come strumento tradizionale oggetto del processing analo- pescare, cacciare, cantare, insegnare e cosí via. Ma ognuno di essi non mette in ultimi lavori e quali saranno i tuoi progetti futuri? cerchio è il principio e la fine. gico-digitale. Puoi parlarmi del tuo particolare interesse per i suoni e gli strumenti primo piano il concetto di “lavoro noioso”. Questo capo samoano evidenzia che Un sentiero conduce verso la via del ritorno, dove tutte le cose sono acustici? al Papalagi viene richiesto di fare una specifica cosa. Se chiedesse di cambiare “la- L’ultimo album, “Kise-tsu”, è dedicato a mia nonna. In questo lavoro ho voluto uno scambio del fuoco, e il fuoco è scambio di tutte le cose. In questo voro”, gli altri potrebbero non condividere. Dunque deve continuare ad occuparsi esprimere i sentimenti delle stagioni in suoni attraverso 13 poemi, da gennaio a dominio, le mutazioni del fuoco sono mare, terra, vento ardente, nell’ar- Il fascino che i suoni digitali puramente programmati esercitavano in me è finito di questa cosa per guadagnare denaro ed impegna altri ad occuparsi a loro volta dicembre ed una mietitura. Ho spedito i poemi ad Hidetoshi Yamada, un pittore monizzazione dei contrari. Esistenza/nulla, giorno/notte, ghiaccio/brace, un po’ di tempo fa. La frequenza intensiva, i ritmi granulari, sintetici e modulari, le di “una cosa” per risolvere le questioni che lo circondano (costruire case, cuci- che ho incontrato in Inghilterra. Lui ha creato dei temi grafici che poi mi ha sazietà/fame, vicinanza/lontananza, passato/futuro: tutto evolve come oscillazioni meccaniche, i grooves digitali mi hanno dato sensazioni molto simili ad nare, etc..). Viene accentuato dunque l’aspetto del “lavoro per il denaro”. Questa spedito. Quindi ho messo insieme diversi strumentisti, alcuni erano amici, alcuni un’esperienza musicale tribale, non posso negarlo. Ma c’era sempre qualche cosa il fuoco quando si mescola agli odori prendendo nome da ciascuno di critica è molto interessante e non possiamo dimenticarla. Quando le persone mi erano buskers, e ho chiesto a loro di suonare liberamente nello studio di un mio che mancava. Ritengo che il processo integrale di feedback abbia una dimensione chiedono che cosa faccio, finisco con il confonderli, sempre. Lavoro nell’agricol- amico. Infine ho editato i suoni che erano venuti fuori, componendoli in tracce. essi. tremendamente spirituale, che provoca effetti psichedelici nei corpi umani, come tura, nella costruzione, ma amo la lettura, scrivo ed adoro l’arte: i film, la musica, Da qualche tempo non avevo composto alcunché, ma penso che il 2006 sarà Sulla via liminare, sulla soglia del sentiero, è Ryoko Kuwajima. se ci si ricordasse di un urlo mentale o di una visione distorta. Ma c’era sempre e tante altre cose, anche. Amo cucinare, cucire, tingere stoffe... Quindi finisco per l’anno della mia rinascita in suoni. Spero che prenderà la forma dei fiori. Essi qualche cosa che mancava. dire: “forse sono una contadina”, che fa centinaia di cose. Questa è una risposta non mettono in mostra avidamente la loro bellezza all’esterno. Appena esisto- Ho frequentato la facoltà di ingegneria del suono, dove ho compreso le enormi Era come andare nuovamente verso la propria città, nel luogo natio per ritornare alla tua domanda? Ah…forse no :) no e non dicono niente. Se qualcuno si accorge di loro, non è importante. Essi potenzialità del mondo dei computer, che mi permetteva di dare una forma agli strumenti acustici. Se ascolti le filastrocche dei bambini, il tuo volto si distende appena esistono. Se potessi fare una composizione di questo genere, ne sarei compiuta a quello che avevo in testa. Ero fuori di testa per i computer e per e sorridi senza accorgertene. Così accadeva quando sono ritornata all’uso di suoni Che tipo di impatto pensi abbia avuto nell’immaginario contemporaneo l’applicazio- contenta... i suoni che venivano fuori da quelle macchine. Cominciando con un vecchio acustici. Le cifre non consentono al corpo di collegarsi con la mia anima quando ne delle tecnologie nell’ambito della diffusione di suoni e filmati? Il mio prossimo progetto, in ogni caso, sarà una casa di mattoni, di paglia e di fan- Atari e un MPC 2000, divenni ossessionata dai quei dispositivi elettronici, che sono impegnata in un processo creativo. Vengono usati l’emisfero sinistro del mio go. Una casa naturale nella montagna. Cerco una terra particolare per costruire cervello e la mia conoscenza. È più duro imparare il lavoro di uno strumento, ma durarono per il barlume di un attimo. Un momento di svolta è stato il progetto Il mondo contemporaneo accelera sempre di più. Ho deciso di non inseguire a la mia opera d’arte da sogno. Mi piacerebbe fare tutto da me: dal progetto al hai in qualche modo più soddisfazioni. Se io sono tesa, il suono è teso. Se io sono tutti i costi le novità. Avendo vissuto in Giappone ed avendo viaggiato attraverso lavoro di costruzione. Sarebbe un’opera d’arte, ma anche lo spazio dove vivrei. di residenza a cui ho partecipato in Florida, dopo l’11 settembre 2001, dove triste, il suono è triste. Lo strumento è una parte di te, finchè lo suoni. il globo, ciò che è virtuale ha iniziato a costituire qualcosa di “non-esistente” per Sono impegnata anche con le Lappetites. Una volta che mi sarò sistemata, ho ho potuto incontrare delle vere menti artistiche. Lì, capii che non stavamo Nel 2004 fui incuriosita dalla possibilità di inserire uno strumento come il Sitar in me. Certo, mi divertono ancora gli mp3. Ma la societá non si fermerà certo qui. un progetto per un album e due film. Ma prima avrò viaggiato ancora attraverso facendo arte. L’arte semplicemente esiste, al di fuori di noi: noi la adoperiamo un processo digitale, nell’ambito della musica elettronica. La trovavo una cosa assai In due anni, sono sicura che ci sarà altro. Lascio semplicemente che accada. Ti molti paesi. per costruire semplici ed apparenti forme da mostrare. interessante, per come si presentava. In effetti mi sono divertita molto lavorando dico che in Giappone esiste il “Satellite Rental Video Shop”, dove non devi recarti Una pianificazione nomade. [email protected]

Japanese Digital Mutation Girls GALLERIA EXTRASPAZIO AURORA REINHARD TEASER 7 aprile – 13 maggio ARTISTI DELLA GALLERIA dal 22 maggio

Via San Francesco di Sales 16/a – 00165 - tel / fax +39 06 68210655 E-mail: [email protected] - mar–sab 15.30–19.30 (dal 22 maggio) lun-ven 15.30–19.30

GALLERIA LORCAN O’NEILL ROMA

FRANCESCO CLEMENTE 11 maggio

Via Orti d’Alibert 1E – 00165 – Tel. 06 68892980 – Fax 06 6838832 – E-mail: [email protected] —mar-ven 12:00–20:00

GALLERIA PAOLO BONZANO WOLFGANG BERKOWSKI Fino al 28 aprile DeANNA MAGANIAS 4 maggio – 3 giugno

Via di Monte Giordano 36 – Palazzo Taverna – 00186 – Roma – Tel. 06 97613232 – Fax. 06 97613630 E-mail: [email protected] —mar-ven 12.00-19.30 sab 16.00-19.30

GALLERIA V.M.21 ARTE CONTEMPORANEA JULES SPINATSCH 7 aprile – 7 maggio

Via della Vetrina 21 – 00186 – Roma – Tel./Fax. 06 68891365 – E-mail: [email protected] —lun-ven 10.30-19.30

MAGAZZINO D’ARTE MODERNA JAN FABRE 28 aprile

Via dei Prefetti 17 – 00186 – Roma – Tel. 06 6875951 – Fax. 06 68135635 E-mail: [email protected] mar-ven 11.00-15.00/16.00-20.00 sab 11.00-13.00/16.00-20.00

GALLERIA EMI FONTANA

PASSERS-BY Fino al 20 maggio

Viale Bligny 42 – 20136 – Tel. 02 58322237 – Fax. 02 58306855 —E-mail: [email protected] —martedì —sabato 11.00-19.30

GALLERIA PIANISSIMO

NIN BRUDERMANN A cura di Marco Antonimi 13 aprile – 27 maggio

Via Lambrate 24 – 20131 – Milano – Tel. 02 58300162 – E-mail: [email protected] —www.pianissimo.it —martedì —sabato 15.00-19.00

GALLERIA ZERO

HANS SCHABUS Fino al 13 maggio

Via Giovanni Ventura 5 – 20134 – Tel. 02 36514283 – Fax 02 99982731 – E-mail: [email protected] —www.galleriazero.it —mar-ven 12:00–20:00

PROMETEO GALLERY

GÜLSUN KARAMUSTAFA A cura di Teresa Macrì 24 gennaio – 11 marzo

Via Giovanni Ventura 3 – 20134 – Milano – info +39 329 0564102 E-mail: [email protected]—www.prometeo-arte.it —lunedì 16-20 martedì —venerdì 10.00-13.00 e 16.00-20.00

THE FLAT – MASSIMO CARASI

THE SAME DAISY DE VILLENEUVE, ALEXANDER LEE, POLYS PESLIKAS aprile

COMES A TIME GUIDO BAGINI – CRISTIANO DE GAETANO – FILIPPO LA VACCARA maggio

Via Eugenio Vaina 2– 20122– Milano – Tel. 02 58313809 – Fax. 02 58313809 E-mail: [email protected] —mar-ven 15.30-19.30 sabato e festivi su appuntamento GALLERIA FRANCO NOERO

SIMON STARLING

di Filipa Ramos 24H. TANGENZIALE

30 marzo – 15 maggio

Via Giovanni Giolitti 52a – 10123 – Torino - Tel. 011 882208 – Fax 011 19703024 – E-mail: [email protected] - mar-sab 15:00–19:30

GALLERIA SONIA ROSSO

CHARLES AVERY

THE ISLANDERS: AN INTRODUCTION - PART 2

4 maggio – 22 luglio

Via Giulia Di Barolo 11h – 10124 – Torino – Tel./Fax. 011 8172478 – E-mail: [email protected] - mar-sab 15.00-19.00

Quando ho iniziato questa conversazione con Questi miscugli linguistici e le loro traduzioni mi mo di correre dietro ad un’ombra, che si trasfor- GALLERIA ALBERTO PEOLA l’artista portoghese João Louro, credevo si par- suggeriscono quasi che una ‘legenda’ (sottotitolo ma in un fantasma. E’ curioso riflettere sull’‘espe- lasse d’arte, invece, ci siamo trovati a metà strada, in portoghese) può essere anche una leggenda ranto’, una lingua che intendeva unificare e che, tra la filosofia, la comunicazione, il ruolo dell’im- (cioè qualcosa che aderisce ad un certo titolo) e come si è visto, non ha mai avuto successo. magine e dell’interpretazione. Ma, a pensarci che avviene un’osmosi tra l’imposizione di signi- Così come l’incrocio tra specie diverse è impos- MONICA CAROCCI meglio, altro non mi sarei dovuta aspettare: João ficati dati dalle parole e la sua fluidità nel campo sibile, lo stesso avviene nel linguaggio. Esistono ha un’intelligenza tagliente, una rara consapevo- dell’immaginario. dei codici genetici nelle parole impossibili da su- 12 aprile - 20 maggio lezza di quello che fa ed un profondo interesse Riflettendo sulle tue ‘Blind Images’, credi che perare. per il rapporto osservatore/osservato e per lo questa confusione di parole e concetti sia, in E’ ovvio che possiamo verbalizzare solo all’inter- statuto dell’immagine in sè. E questo è evidente qualche modo, analizzata e risolta tramite l’as- no dell’universo del linguaggio. Anche quando si nelle sue “Blind Images”, i lavori scelti per questo senza? parla di assenza, abbiamo bisogno di usare una dialogo via internet, che forse siete riusciti a ve- parola per produrre un’immagine. E quando Via della Rocca 29 – 10123 – Torino – Tel. 011 8124460 – Fax. 011 8396467 - E-mail: [email protected] - lun-sab 15.30-19.30 dere nel caos del Padiglione Italia della Biennale J: La questione che poni riguarda, anzitutto, abbiamo soltanto l’immagine, anche quando è di Venezia dell’anno scorso: enormi pannelli neri, l’universo della traduzione. un’assenza, necessitiamo delle parole per defi- brillanti, con una scritta che fa riferimento a ele- Ed è in questo senso che dovremo pensare. nirla… menti della nostra cultura e dove viene proiettato E’ ovvio che spesso, quando guardiamo a parole Ciò significa che siamo legati alla più grande in- il nostro riflesso. Ero soprattutto interessata a co- che hanno un’origine comune e che hanno avuto venzione dell’uomo di tutti i tempi, fonte inesau- noscere quello che stava dietro alla creazione di evoluzioni diverse in altre culture, questo ci porta ribile di sapere e di piacere, che, allo stesso tempo, FRANCOSOFFIANTINO ARTECONTEMPORANEA queste immagini occultate e sento che, anche ai a pensare a come le parole stesse siano elastiche è causa di conflitti: come afferma un filosofo ita- cechi, João è stato di enorme chiarezza… e come una piccola differenza nel loro utilizzo liano, la parola è una delle maggiori ragioni delle apporta grandi trasformazioni. Ma ciò rivela an- incomprensioni tra gli uomini. F: João, mi piacerebbe cominciare questa intervi- che il loro potenziale… se un giorno riusciremo a KATERINA SEDA sta con una riflessione che mi è venuta in mente rompere una parola, potremo avere una reazione F: A leggere la tua risposta mi sono venute in X3 in questi giorni in cui sono tornata in Italia… nucleare a catena. mente tre citazioni molto diverse tra loro, due di Ha a che vedere con quattro parole e con le loro Una parola è un materiale molto pericoloso. Wittgenstein, ovviamente, e una di Douglas Hue- rispettive traduzioni: leggenda, legenda, titolo e Per quanto concerne l’assenza, essa non ha a che bler, artista che ammiro tantissimo. ENZO UMBATA sottotitolo. vedere direttamente con i problemi di traduzione. Ho pensato che, in qualche modo, queste frasi si FLASH KICK In italiano quello che noi in portoghese chiamia- Quando affermi che l’assenza potrebbe attutire potessero ricollegare a quanto dicevi prima: da mo ‘legenda’ è definito ‘sottotitolo’ (qualcosa che la confusione prodotta dall’impatto delle parole e una parte la nostra fuga impossibile dal linguag- sta giù, sotto il titolo), mentre ‘leggenda’ corri- dei concetti, ti riferisci alla confusione che si crea gio e, dall’altra, il mio riferimento all’assenza. 27 aprile - 12 luglio sponde al portoghese ‘lenda’ ovvero racconto, quando saltiamo da una cultura all’altra. Ed, in Così, e riferendomi ancora alle tue “Blind Ima- finzione. ‘Legenda” invece si riferisce alle indica- questo senso, non mi sembra. ges”, mi piacerebbe partire da queste tre frasi, zioni usate per leggere una mappa. Questo salto linguistico non si deve fare o rischia- che hanno qualcosa in comune: Via Rossini 23 – 10124 – Torino – Tel. 011 837743 – Fax. 011 8134490– E-mail: f.soffi@tin.it mar-sab 14.00-19.00

27 sto vedere ci può salvare dalla trappola che il “dopo tutti questi anni”, ancora chiusa: il pa- linguaggio stesso crea intorno a noi con indu- radigma romantico. Uno dei miei obbiettivi è TROPPI PENSIERI zioni, superstizioni, dicerie, e che arriva a quel- impegnarsi affinché l’opera arrivi incompleta l’impossibilità di cui parla Wittgenstein. Uscire ad ogni spettatore. Ed è un privilegio quando a fuori dal linguaggio è un’esperienza…e adesso completarla è lo spettatore. di Valerio Mannucci non posso usare alcun aggettivo (parola). Qui F: Mi piacerebbe, ancora una volta, ripartire ---- dovrei stare in silenzio: dalle tue frasi, in particolare le ultime, che mi disegni e grafica di Carola Bonfili fanno pensare a Eco con la sua “Opera aperta” Hommage a Ludwig Wittgenstein ed ai testi di Barthes. Però, oltre a queste que- stioni ormai esaurite, c’è qualcosa a cui non La terza frase che mi hai mandato sembra ap- hai accennato: lo spettatore, a contatto con le partenere ad un’altra famiglia di domande. Da tue “Blind Images”, non soltanto proietta in Prologo - Non lo so. Non lo so se si può fare il racconto una parte c’è il tema dell’entropia nel mondo. esse quello che conosce ma ci vede proiettato di un racconto. Soprattutto se io sto a Borges come la L’aumento di oggetti che (come l’aumento del- anche se stesso (nel senso che si vede riflesso e Barale sta a Madonna. Però vabbè, mi serviva un subaffitto le immagini nel mondo e la loro incontrolla- vede la sua immagine catturata dentro il cam- narrativo e quindi ho preso il racconto “Il Miracolo Segreto” bile moltiplicazione) fa aumentare il disordine po dell’opera). Attraverso la sostituzione della del suddetto Jorge Luis Borges. Che se poi di riutilizzo, di Whereof one cannot speak, thereof one must be silent. (l’entropia). Ecco perché considero sufficiente “vera” immagine (quella nascosta) con quella finzioni, di metacazzate stiamo parlando, lo dite voi. Per me (L. Wittgenstein) l’acervo di immagini che ognuno ha. dello spettatore, stai sottolineando il rapporto è un sub-racconto, un racconto finto, un remake letterario - è E questo acervo ci permette di riconoscere il tra il vedere fisico e il vedere condizionato dal- poco importante. Don’t ask for the meaning, ask for the use (L. Witt- mondo o di rapportarsi ad esso nelle sue parti- la nostra conoscenza, che determina il nostro genstein) colarità. Quando parlo di Brigitte Bardot, ogni modo di interpretare. Parte I – C’era un certo Jaromir qualcosa. Aveva un spettatore formalizza un’immagine ogni volta Non sarà che ciò che vediamo non è niente se nome ebreo-cecoslovacco impronunciabile e impossibile da The world is full of objects, more or less interesting; I diversa, anche se parliamo della stessa perso- non un riflesso di noi stessi, corpo, immagine ricordare. Lo immaginavo non molto alto, con la faccia piatta, do not wish to add any more. I prefer, simply, to state na. e mente? gli occhiali tondi e i baffi, ma non un tipo da ridere. Borges the existence of things in terms of time and/or place. Da un’altra parte, questa frase fa riferimento non lo descriveva ed io avevo quest’immagine in testa. Era (D. Huebler) allo Zietgeist, all’“essere qui e adesso”, a ciò J: La questione che stai sollevando sarebbe en- l’autore di un dramma incompiuto che si chiamava I Nemici. che ancora non ha una distanza critica, a ciò trata, prima o poi, nella discussione. In realtà, Non gli mancava molto alla conclusione, ma il testo rimaneva Non credi che, nascondendo un’immagine e che emerge ancora senza contorni. Questa uno dei temi che le “Blind Images” esplorano inserendo una frase, stai, in qualche modo, ri- sembra essere una delle caratteristiche più im- è il riflesso. In questo riflesso, che non è solo lì. conferendo all’opera un potere quasi iconico portanti di un’artista, che finisce per definirlo. umano, possiamo associare il sottotitolo all’im- Una mattina aveva sognato una partita a scacchi fra due creando un’immagine molto più potente ed Il riuscire cioè a vedere, “vedere” un’altra vol- magine che si vede riflessa; se siamo fuori dal famiglie molto importanti di cui nessuno ricordava né l’inizio efficace? ta, oltre la forma, dandogli allo stesso tempo campo visivo possiamo osservare uno spettato- né, soprattutto, la posta in gioco. Nel sogno si diceva che forse un potere di dialogare. L’arte è quell’oggetto re o uno spazio o entrambi, o anche noi come si trattava di un premio infinito ma di fatto rimaneva la sfida. J: Quando ho letto le frasi che mi hai manda- che dialoga e che parla del suo tempo tramite attori dell’azione. Come primogenito di una delle due famiglie era chiamato a to, ci sono delle correzioni che mi sono subito l’artista. Ma senza la lontananza critica di cui Questa capacità cinetica del lavoro che Paulo fare una mossa che tutti stavano aspettando e doveva quindi venute in mente e che assomigliano più a delle stavamo parlando. In questo senso l’arte anti- Herkenhoff ha definito come vortice, un buco raggiungere la torre dov’era custodita la scacchiera. Ma si era composizioni, aggiungendo complessità: cipa tutto il resto e va avanti. È questo il signi- nero che assorbe tutto ma che poi respinge perso fra le dune di un deserto piovoso e nel frattempo si “Dont ask for the meaning, ask for the abuse” ficato di avanguardia. Ed è tale capacità che indietro, provoca una strana azione, simile al- era dimenticato le regole degli scacchi. Mentre si svegliava rende un’artista migliore di un altro. l’effetto prodotto da un treno, nel quale tutto A partire da questo “abuso” siamo davanti a Per concludere, direi che quel poter iconico sembra muoversi davanti a noi ma siamo noi sudato, in quella primavera del 44, a Praga entravano le una nuova famiglia di conseguenze che, in un dell’immagine inesistente, a cui ti riferivi, è, a muoverci in un paesaggio statico. In questo prime truppe del Terzo Reich. mondo al contrario, possiamo avere l’oppor- per prima cosa, un modo di revisionare e recu- senso l’opera è disponibile. Carente di inter- Il sogno non era lì per caso. Mi piacerebbe sapere perchè, tunità di vedere soltanto con l’inverso. Que- perare immagini dal materiale visivo esistente. pretazione… ma provate a colorare un golf con dei tubetti d’acrilico e sta doppia negazione (matematica) ci insegna Condivido questo materiale visivo con lo spet- Ci sono, quindi, due testimoni: il primo dato vedete cosa succede. Già mi sento in un bosco di spine solo che la verità è uguale a una doppia-negazione tatore, che, tramite il suo acervo (sentimentale dal sottotitolo, autonomo, senza presenza ed a ricordare, quindi niente interpretare. (P=~~P). Quindi, seguendo le tue parole, qui o cognitivo), conclude l’opera presentata. il secondo dato dal riflesso, che apporta nuovi Parte II - Pochi giorni dopo, o forse il giorno stesso, il “vedere” è il guardare a ciò che è “nasco- Questa strategia fa si che il contributo del elementi ed aggiunge complessità al lavoro. La fu arrestato. Lo dovevano aver pestato per bene il poveretto sto”. spettatore sia realmente effettivo. Non con- presenza dello spettatore è una delle varianti in e poi l’avevano condannato a morte. Prima i nazisti non templa semplicemente l’opera: ne è coinvolto questo processo. Questo vortice è più potente c’erano a Praga, e si viveva dignitosamente, ora c’erano ed “Whereof one cannot speak, thereof one must be seeing” e si proietta in essa. Questo fatto apporta una di noi e ci relativizza. Non ci muoviamo più in conseguenza importante per il mio lavoro, che direzione del centro ma scivoliamo verso una evidentemente si facevano sentire. La mamma è sempre Questo vedere ci lancia nell’ubriachezza della è riuscire, in qualche modo, a rompere con qualsiasi periferia. incinta, è proprio vero, anche nel 1944. Perché per tutto c’è un contemplazione, il che significa anche che que- la circolarità semiotica in cui l’opera d’arte è, [email protected] motivo, ogni nostra sfiga la dobbiamo solo contestualizzare. Era il destino che aveva deciso, anzi la storia. La cosa non veniva proprio messa in discussione. Era semplicemente un ebreo intellettuale condannato in maniera sommaria dai nazisti. Gli atti del processo, se di processo si trattò, non mi pare proprio che Borges li descrivesse. La condanna era prevista per il 19 alle 9. Circa 10 o 15 giorni dopo la data della sua cattura. La sua cella doveva avere la porta sul lato lungo e doveva esserci un’atmosfera calda in quella stanzetta. Lo vedevo muoversi svogliatamente, avere attacchi d’ansia che finivano in pianti soffocati, guardare per terra e seguire con lo sguardo il contorno regolare delle mattonelle. Nel frattempo probabilmente pensava a come sarebbe stato bello morire sparato. Dalla piccola apertura che stava sulla parete opposta della porta riusciva a vedere uno spicchio di cielo. Forse fissava le nuvole che sembravano immobili e guardava le lente ed inarrestabili modificazioni di forma aggrappandoci i propri pensieri. Ne doveva avere troppi. Per Borges era un uomo intento ad anticipare il momento della fucilazione, per esorcizzarlo. Come se c’avessi mai creduto a questa cosa dell’esorcizzare. A guidarlo era quella logica per cui se uno fa delle previsioni, sbaglia. Passava in rassegna i particolari più allucinanti e crudeli, che se li lasciavi così come li immaginava lui, nel giro di una manciata di sinapsi

29 avrebbero fatto impazzire qualsiasi uomo libero. Mi sembrava fossi. Per i suoi carnefici – di fatto – il povero un uomo molto triste e solo. Non c’era mai stato naufrago, scrittore era già morto. Provateci voi a guardare esploratore disperso, orfano immaginario che m ’avesse negli occhi un uomo che dovete uccidere. Il fatto la stessa pena. Lo sentivo contare i pochi respiri che comandante del plotone, in attesa delle 9 in aveva a disposizione, ripercorrere infinite volte le tappe punto, gli offrì una sigaretta. Lui non fumava, che avrebbe percorso prima di arrivare al patibolo. Provi a almeno così diceva Borges, ma quella sigaretta soprassedere, ma poi, di rimando, acceleri vertiginosamente l’accettò. Con umiltà, che brutto. Come aveva verso la rassegnazione, il dolore bianco, e ti si siede accanto detto da qualche altra parte lo stesso Borges, la solitudine, senza speranza. E’ come una cosa che slitta, è indiscutibile che la persona che concede un un po’ come due calamite che si schivano se le avvicini. Però favore risulta in qualche modo superiore a quella succede in testa, non so se è chiaro. Di fatto riusciva a trovare che lo riceve. Accendendo la sigaretta si accorse sollievo solo nel buio. La notte, quando il sonno lo portava via, che gli tremavano le mani. Le mani dovevano si riposava in una specie d’epilettica morte temporanea. avergli ricordato che aveva ancora paura. Che Parte III - Intanto i giorni passavano e il 19 alle 9 si brutto. avvicinava. L’unica consolazione era quella di sapere che fino ad allora sarebbe stato immortale, inattaccabile, invulnerabile

era in versi, la storia era d’epoca regale, i personaggi erano cortigiani e signorotti. Metafore e storia. Criniere dorate e morale del labirinto. In fondo due palle. Ma da buon intellettuale anni ’40 era pur sempre convinto d’essere etico. Etico e filosofico, presuppongo. Provate ad immaginare. Comunque era stato cos ì ingegnoso da ordire una trama malata che lo aveva intrappolato. Giusto per farvi capire, la storia era quella di un Re, o di qualcosa del genere, che riceveva continuamente visite di persone che, pur facendogli molti complimenti, tramavano tutti contro di lui. Poi si scopriva che il Re ed uno dei congiurati erano la stessa persona e che tutta la vicenda era un semplice delirio. Questo, e niente più, sarebbe stato il nodo circolare della vicenda de ‘I Nemici’. Ma la storia era terribilmente incompiuta, i personaggi, le ambientazioni, i versi e la struttura erano solo tratteggiati e andavano resi definitivi. Chiss à se sarebbe piaciuto a qualcuno questo dramma anacronistico e cervellotico. Forse si, ma tanto non l’avrebbe mai saputo. Parte V - Di fatto era questa la sua maggiore e protetto come mai lo era stato prima. Non doveva temere disperazione. Molto banalmente aveva chiesto a Dio di dargli nulla e nessuno. La morte era come un ospite che sai ancora un po’ di tempo per fare ciò che doveva fare. Però esattamente quando arriva. Stacchi il telefono e sai che sei stava sempre in cella, e guardava sempre verso il basso con salvo fino a quando suonerà il citofono. Nel frattempo però gli occhi sgranati. Se di genio si può parlare non è certo per viveva centinaia di morti tutte uguali e tutte diverse. C’erano il caso di quest ’uomo. Chiedere di vivere ancora, quando dei momenti in cui desiderava la scarica mortale. Voleva si è condannati, e per di pi ù a Dio. Tanto vale mettersi le sentire subito le pallottole che gli bruciavano la pelle e il rumore mutande in testa e dire alle guardie che le formiche ti vogliono Epilogo - Le 9 del 19 scoccarono, ottuso del proiettile nella carne. Tutto gli si concentrava alle mangiare. Dopo si era di nuovo addormentato. Di nuovo buio venne messo al muro. Non troppo vicino perché tempie, il sangue una volta arrivato al cervello gli sollevava e di nuovo un altro sogno. Stavolta era in una biblioteca e altrimenti l’avrebbe schizzato di sangue. Ci si il cuoio capelluto. Erano giorni senza senso. E’ un fatto girovagando tra gli scaffali s ’imbatteva in un personaggio abitua a tutto. Cominciò a piovere. Una goccia spontaneo che potevo solo immaginare di striscio: mi sa che strano. Spontaneamente e senza un valido motivo chiedeva che gli stava scorrendo sul viso si era fermata a voleva morire per curiosità - a quei livelli dopo la curiosità c’è ad un uomo senza occhi se per caso sapeva dov’era Dio. metà della guancia. Il comandante aveva alzato la pazzia. Il personaggio gli rispondeva che era in una delle lettere di il braccio ma la sua espressione sembrava Ero contento che Borges mi stesse raccontando una storiaccia uno dei centomila libri che erano contenuti nella biblioteca. Mi immobile. I soldati non sparavano, la goccia non del genere ma non capivo perché. Le risposte potevano essere sembra di ricordare che a quel punto non si pose il problema colava. Quella sospensione psicotemporale mi di due tipi. Tipo uno e tipo due. Il tipo uno non m’interessava, in termini statistici e aprì un libro a caso. Dio era nella ‘r’ di una pare che nel racconto durasse quasi un anno. era legato al concetto di denuncia e di conservazione della delle pagine di quel libro. Poi si era risvegliato, stavolta non Non è importante se quell’anno passò veramente memoria per le crudeltà della storia. Il tipo uno insomma serve aveva sudore da sudare e dopo poco si era già dimenticato o fu solo l’illusione di un istante. Per lui fu un a non dimenticare. Quel poveretto però stava lì per un altro del sogno. anno e questo è quanto. Un anno in cui ricostruì motivo. Borges l’aveva mandato a morte per poter descrivere Parte VI - Lo vennero a prendere, era come un la sua opera maestra nei minimi particolari. la morte, non gli assassini. La denuncia è importante, ma non bambino che non sa che fare. La sua vita, la sua famiglia, Trovò i versi e definì i capitoli con il solo uso in questo caso. Se Borges l’aveva fatto anche io dovevo farlo le sue opere, i suoi desideri, era tutto perso. Era deluso della memoria. Guardò il viso dei soldati senza troppe domande. Quindi meglio il tipo due che però per il percorso così breve e così squallido rispetto a come immobili di fronte a lui e ne trasse ispirazione non sto qui a spiegarvi. se l’era immaginato centinaia di volte nei giorni precedenti. per tratteggiare il carattere dei suoi personaggi, Parte IV – Da qui in poi quella che ricordo meglio Niente anticamere, niente bandiere e plotoni in fila, solo una cominciò anche a voler bene a quell’atrio fetido. è la parte finale del racconto, i suoi ultimi attimi. Mi sfugge scala metallica ed un atrio piccolo e sporco. Tutto sarebbe Ad un certo punto il dramma ‘I Nemici’ era pronto. invece una parte, quella che dopo la condanna ripercorreva finito lì. I soldati li vedevo seduti sotto un albero, a fumare. Il tempo ripartì e i soldati fecero fuoco. Ricordo svogliatamente la storia del dramma incompiuto ‘I Nemici’, il C’erano anche delle bottiglie di vino o di qualcos ’altro. più che altro i colori. C’era una bava d’autarchia lavoro che non era mai riuscito a finire. Mi pare si trattasse di Appena s’accorsero di lui cambiarono atteggiamento. Tutto nell’immagine. Cerchi di sfuggire certi pensieri e un’opera in versi, nella quale c’era un forte senso di circolarità, puzzava d’erba, terra, muffa, fango e polvere da sparo. Tutto poi c’è qualcuno che ti ci fa pensare, ma questa di angoscia labirintica e di non-sense fineottocentesco. Sì, di era simile a quando facevo ricreazione nel cortile del mio liceo storia me la sto dimenticando; e tutto va un po’ questo sono sicuro, doveva essere un intellettuale di metà subito prima di un’interrogazione. I soldati non lo guardavano. meglio. novecento ancora dignitosamente ottocentesco. Il dramma Anche i miei compagni di classe facevano finta che non ci

3 1 di uno spirito di sopravvivenza, di sorpasserebbe il chilometro quadrato La ricerca della semplicità è così difficile… adattamento, di vita. Nei nostri film dalla nostra casa. Come dice Ensi im- il linguaggio è la base: è espressio- provvisando sul beat: “Io abito sem- Conversazione con Gianluca e Massimilano De Serio ne, denuncia, confessione, è dialogo, pre nello stesso palazzo”. è incontro. È musica, è religiosità, è una preghiera. È una parola d’ordine, di Ilaria Gianni ma è anche un canto. È veicolo di co- Identità noscenza, di scoperta, da parte nostra, Come definire il lavoro dei gemelli con pochi soldi e una piccolissima Per esempio Il giorno del santo, è Storie, Vissuti dei personaggi del film e delle persone C’è qualcosa di autobiografico nel De Serio (Torino, 1978)? Arte o cine- troupe (se non da soli) e opere d’ar- stato scritto dopo la tragedia di qual- che li interpretano. È mistero, perché ma? Documentario o film? In realtà te che richiedono la presenza e la che anno fa dove morirono molti vostro lavoro? Raccontate delle storie. Mediate è banale e essenziale, ma anche em- Nel nostro lavoro uno dei temi centra- non mi sono mai chiesta come clas- competenza di strumenti, linguaggi curdi non lontano dalle coste italia- blematico e senza risposte: “non mi sificare la loro opera. Mi sono trova- e persone, tanto, se non più, di una storie altrui, lasciando la parola al ne, durante un viaggio clandestino. li è l’identità. In quanto gemelli, al di diretto interessato. È una narra- hai più detto come sei arrivata in Ita- fuori di ogni stereotipo, è un tema che ta davanti ad un loro video qualche troupe cinematografica. Le cose più Ma è sempre l’incontro, non tanto lia…”, o “Quanti anni hai?”, domanda anno fa a Torino e casualmente li ho forti credo siano comunque quelle zione di vissuti che volete denun- con l’evento, quanto piuttosto con la ci sta molto a cuore e che ha seguito ciare, a cui volete far partecipare Yang alla sua “nuova sorella”, senza tutti i nostri percorsi di crescita e che conosciuti. Mi ricordo che fui subito slegate da schemi produttivi e alter- persona e la sua storia che ci permet- ottenere risposte. impressionata dal loro modo di af- native al sistema. Quello che conta, un pubblico, che volete affrontare. te di fare andata e ritorno dal singolo ora di più si impone. Sia nelle scelte di Che importanza ha il racconto del Nei film il linguaggio accompagna il vita che professionali. Tra di noi regna frontare realmente le urgenze da cui alla fine, è il rigore delle proprie alla collettività. Inoltre il rapporto personaggio e l’immagine e ne riflet- si sentivano circondati, la semplicità scelte artistiche e etiche. Abbiamo sé nelle vostre storie? Come utiliz- individuo collettività è molto più la confusione esistenziale. Senza scher- zate lo strumento della narrazione te, ne sottolinea il suo/nostro tentativo zi. Siamo complementari e potremmo con cui affrontavano il difficile tema avuto modo di partecipare a diversi forte quando si parla di individui e di raggiungere la dignità e la bellezza: dell’identità sociale contemporanea festival internazionale di cinema, e e del racconto e come lo collocate comunità di immigrati. chiamarci con lo stesso nome. Nel film nel sistema comunicativo odier- il montaggio frammentato, i dettagli “Zakaria” il protagonista dice all’altro dando voce a chi lo sradicamento i più importanti sono di solito i più Quando abbiamo girato Maria Je- del corpo di Maria che cuce o di Zaka- l’ha vissuto, di chi l’adattamento aperti a questa sovrapposizione tra no? sus, abbiamo coinvolto all’ultimo ragazzino più piccolo di lui: “Piacere, In realtà non lasciamo semplicemen- ria di spalle che ascolta la sua lezione sono Zakaria”, e l’altro risponde: “An- l’ha dovuto provare, dalla loro pro- cinema, documentario, video arte, momento un gruppo di ragazze pe- di arabo, il taxi che scandisce nomi e pensione all’ascolto. Una nota bio- sperimentale, ecc. (Rotterdam, Obe- te le parole al diretto interessato. Nel ruviane per una scena. Sono capitate che io sono Zakaria”. La coppia (mae- senso che tutto è il frutto di un in- strade di vie e di piazze sconosciute, stra-allievo, ragazzo-ragazzo, traffi- grafica può forse illuminare questa rhausen, Stuttgart, ecc.). due cose interessanti, significative: si compongono gradualmente nell’in- loro attitudine: sono entrambi cre- Sono interessata al Limen che voi contro e di uno scambio. Dunque la innanzitutto Maria Jesus e le altre cante-immigrata, fratello-sorella) è al sceneggiatura nasce dalla nostra sce- tegrità del primo piano tenuto a lungo, centro dei rapporti di forza dei perso- sciuti a Barriera di Milano, piena pe- toccate con i vostri lavori. Limen di ragazze non si conoscevano fra di o del campo lungo della preghiera sul riferia torinese. “Siamo di Barriera ambienti e di realtà vissute. neggiatura, lasciata il più possibile loro, dunque abbiamo chiesto loro naggi e ne permette l’esplicazione. Si tappeto della moschea. Il linguaggio può dire che i personaggi sono avvolti noi!”, dicono scherzando, lasciando NOI SIAMO INTERESSATI AL “LIMEN” TRA aperta e fragile, e quella del vissuto di presentarsi e di raccontarsi la loro gioca il ruolo realistico e visionario da solitudine ma anche forti perché tuttavia intravedere una nota di con- QUESTI CHE CHIAMI MONDI. Parados- dei personaggi. In questo processo di vita, la loro famiglia, il loro viaggio. co-scrittura il racconto è fondamen- del cinema: diventa prima suono (in appartenenti a una comunità, o ad un sapevolezza. Ed ecco dunque i loro salmente però a noi non interessa Abbiamo registrato tutto con il mi- Maria Jesus, per esempio) o canto- film che raccontano le storie di una molto giocare su differenze e simi- tale, tanto che ogni film è preceduto, crofono e parte anche con la 35mm rapporto con l’altro. Essi si relazionano nel nostro lavoro di preparazione preghiera (in Lezioni di Arabo), poi con l’altro ma restano spesso bloccati comunità pressoché invisibile. Sem- litudini, scarti o sovrapposizioni. distante e discreta. E in montaggio scritta, iscrizione, parola. È il testo del pre al lavoro, li ho dovuti recuperare Non pensiamo a generi o linguaggi, della sceneggiatura e dello story- abbiamo lasciato molti di questi nelle contraddizioni culturali. Interpre- board, dalla registrazione video del Corano che sottolinea la necessità di tano i loro drammi attualizzandone il tra Torino e Parigi tramite intervista ma alle persone filmate ed è quello pezzi. Che sono realtà, memoria, credere nell’Invisibile, oppure il car- virtuale. che esattamente ci preme. Al di là racconto del protagonista. Abbiamo racconto. riscatto. Per me e mio fratello fare film ore di materiale girato in forma di in- tello: “Maria Jesus attende di essere è anche mettere in gioco la nostra stes- dell’approccio “linguistico” utiliz- La cosa più sorprendente è invece regolarizzata. Lavora come badante zato, alla fine ciò che cerchiamo di tervista-racconto che utilizziamo per che molte delle storie che si raccon- sa personalità, è un modo di dialogare la sceneggiatura. Lo strumento del a Torino”. Il linguaggio diventa la tra noi. far emergere sono le persone, la re- tavano si assomigliavano tutte. Noi persona, e viceversa: è la catarsi, la li- lazione che abbiamo creato con loro, racconto lo usiamo come base di par- ne avevamo incontrata una, quella Le corrispondenze tra me e lui sono di tenza, su cui le immagini e il suono berazione del dramma che passa attra- più che le divergenze, certamente. La- il nostro stesso processo di avvici- di Maria. Il titolo del film appare verso una denuncia, un obiettivo rag- namento e apprendimento. Perché sono come punti di sutura, una cica- solo quando uno dei responsabili vorare insieme ci permette di non esse- trice o un ricamo: Maria Jesus cuce giunto, o semplicemente dal coraggio re mai soli nelle scelte, di confrontarci, è proprio di questo che si tratta: per dei trafficanti di immigrati chiama di re-interpretarlo. Per questo motivo noi, per la troupe, per tutte le persone all’interno dei suoi pantaloni, prima da un fuori campo “Maria Jesus!”, di non ricordarci a chi è venuta questa del suo viaggio clandestino verso forse il momento del “linguaggio” è o quella idea, di litigare molto e discu- coinvolte, per gli “attori”. È un modo scelta perché è arrivato il turno del creato a partire dal silenzio di un’at- per conoscere, per relazionarsi, per l’Europa, dei numeri di telefono che, suo viaggio. tere prima del tournage, ma di arrivare anche se non è svelato nel “racconto tesa, dai rumori che avvolgono i visi sul set pronti ad accogliere i suggeri- creare una comunità, sebbene prov- disorientandoli: un radio-taxi, la città visoria. Tra i due “mondi”, cinema e tout-court” del film, serviranno a sal- menti di tutti e a lavorare tenendo bene varla al suo arrivo in Italia. Il raccon- ovattata al di là dei vetri di una fine- a mente le cose decise tra noi. arte, c’è la vita, che oltrepassa una stra, o i clacson e il traffico urbano divisione, che attraversa contraddi- to non è svelato, ma pulsa nel tempo del film, ininterrottamente. inghiottiti dal sifone di una vasca da zioni e spesso ci pone in difficoltà: bagno. Il linguaggio è dunque anche che tipo di linguaggio usare? Perché Da dove è nata questa urgenza di Ultima comunicare il non detto e il non contraddittorio, un passaggio obbli- girare in 35 mm? Perché coinvol- gato per il cambiamento del perso- Limen gere tante persone, i diversi reparti, direttamente vissuto; di raccon- Quale è la vostra idea del mondo tare quello che solitamente viene naggio: diventa un insieme di parole della produzione artistica e cinema- gli assistenti, la macchina cinema? legate al mercato, al prezzo e al nome Il vostro lavoro non è classificabile Tutto ciò vuol dire innanzitutto per mediato da uno strumento della tografica oggi? società? delle cose, ad un’identità effimera , un come prettamente appartenente al noi vivere un’esperienza collettiva, elenco di strade sconosciute… mondo dell’arte o a quello del ci- meno solitaria e individualistica del Una delle cose che ci ha più colpito, Crediamo che il film dal formato bre- nema. Avete lavorato in entrambi video d’arte, ma soprattutto capace durante la preparazione dei film, è ve, il cortometraggio, e in generale il gli ambienti, presentando gli stessi di costringere a scelte, mediazioni, esattamente il momento del racconto cinema o il video, debba distinguersi film. In un’era in cui si parla di in- relazioni, decisioni drastiche, corse che alcuni dei personaggi ci hanno Linguaggio Urbanism dal bombardamento di immagini ve- terazione, di sovrapposizioni di di- contro il tempo, soldi, ecc. Ciò che fatto. Alcuni avvenimenti per noi loci che ci assediano ogni giorno da Mi interessava sapere quanto siate scipline, in cui vige l’indistinzione, resta alla fine è tutto questo, la vita sembrano essere comuni e diffusi: i Mi piace il vostro utilizzare il lin- ogni dove. Le scelte artistiche sono esiste a vostro parere una effettiva insomma, anche nel suo aspetto ri- viaggi clandestini, i drammi di cui stai influenzati dalla città di Torino, fatte come una richiesta di attenzione, guaggio come modo di comunicare città da sempre meta di immigra- differenza tra arte e cinema? tuale, preciso, religioso. L’inquadra- leggiamo a volte sui giornali. Ma il e veicolare dei contenuti. Il lin- di pausa, di devozione. Per questo tutto Probabilmente non cambia molto, o tura è una scelta vitale: o quella o racconto diretto, preciso e disinvol- zione nazionale e internazionale e deve essere il più possibile “perfetto”, guaggio è stato usato come testi- quanto stia cambiano questo aspet- meglio non ci interessa. In entram- niente. C’è una preparazione dietro to, mostra un coraggio, una dignità a monianza di esperienze da parti di inteso come esperienza estetica. Il bi gli ambienti si trova un’apertura molto lunga e grande, anche e so- cui ci sembra corretto dare conto. In to esterno della città al giorno d’og- montaggio ha un ruolo fon- immigrati, è stato usato come con- gi. che ci premette di “sforare”. Ma prattutto per un piccolo film di pochi realtà, non sempre l’atteggiamento fronto, come parola per accedere damentale a cui dedichia- anche chiusura e pregiudizi: «que- minuti, che domanda uno sforzo a di chi racconta è totalmente aperto. La città di Torino è lo sfondo, il mate- mo molto tempo, anche alla comunicazione e come confes- riale, il soggetto stesso dei nostri lavo- sto è cinema “indipendente”, non è tutti, collettivo e personale insieme: Ci sono sfumature, cose non rivela- sione. La parola si avvicina molto se non sembrerebbe arte, questo è cinema da esposizione, mio e di Gianluca, dell’attore che ri- te, paure, che vogliamo far entrare ri. Non solo per quanto riguarda l’im- dalla bassa quantità all’importanza dell’immagine nei migrazione. Nell’ultimo video che ab- non è facile proporlo ad un pubbli- vive nella sua memoria la sua vita, e anche nel film, per rispetto innanzi- vostri lavori, se non addirittura di tagli che hanno i co da cinema». E così via. Ma alla la fa interagire con altri, con le no- tutto. Il modo per essere discreti è biamo girato, Ensi e Shade sono due nostri lavori. Ma tende a superarla. Sono poche le ragazzi di 20 e 18 anni che fanno del fine tutto funziona dappertutto. Le stre tracce di sceneggiatura, con gli anche nella scelta di lasciare vuoti e volte in cui ci si scontra con lavori la ricerca della differenze, poi, ci sono sicuramen- sguardi e le orecchie del mondo che pause nelle immagini, nei dialoghi, rap sui marmi del , fanno semplicità è video in cui l’udito gioca un ruolo parte della new school del rap torinese te, ma bisogna sempre vedere quali in quel momento la circonda. È un nella sceneggiatura. così fondamentale. così diffici- sono gli obiettivi che ci si prefigge. continuo mettersi in gioco. Nonostante voi narriate esperien- e nel loro free-style “parlano” spesso le… Come siete arrivati a focalizzarvi di Torino e della cintura, della perife- Per noi non ha importanza esporre in ze individuali, esse possono essere sulla parola? una galleria piuttosto che in un festi- ricondotte ad una collettività. Il ria in quando condizione esistenziale Che tipo di evoluzione ha subito il oltre che urbanistica. Bene, la loro pe- val, l’importante è che il film venga tempo e lo spazio che voi comuni- modo di lavorare e intendere il lin- visto. Pensiamo che il cinema, inteso cate incidono con il nostro vivere riferia è anche la nostra, dove siamo guaggio nel vostro lavoro? vissuti e viviamo. Se dovessi- come “processo” e come “lavoro”, quotidiano e fanno riflettere sulle L’immagine può tradire, laddove abbia il fascino dell’azione colletti- singole esistenze, come fanno met- mo tracciare un raggio nello la parola no? Secondo voi la paro- spazio in cui abbiamo va che manca un po’ nell’intimismo tere in discussione la comunità. la è più veritiera dell’immagine? dell’arte, anche se ormai i confini Sono le piccole azioni quotidiane girato i nostri la- Il linguaggio è l’umano. Parte tutto vori, questo non non esistono e si possono fare film ad interessarvi o i grandi eventi? dal linguaggio, come conseguenza [email protected] Nicola Pecoraro

ONLY OVERLORD di Austin che adoperano kalimba, Samuel Cochetel (chitarra) e Jiulien Fernandez Retina.it Calika theremin, sintetizzatori e stylophone, (batteria), immerge la testa dentro un oleoso im- “Immediate Action #02 – IA-Tunes” “Small Talk Kills Me” oltre ad un campionario di strumenti pasto, fatto di reminescenze ‘shellacchiane’, ma al (EP/mp3, Hefty/I-Tunes music store, 2006) (CD, Audiobulb Records, 2005) tradizionali a corda e tastiere, violon- contempo Brainiac, U.S. Maple, Jesus Lizard. Se cello, harmonium ed altri macchinari il math rock - nella sua accezione più concreta Premetto che non amo le Etichetta davvero interessante questa analogici, per creare atmosfere vibran- - andrebbe considerato come modalità composi- premesse, ma questo EP ne- RECENSIONI Audiobulb. Non fosse il fatto che ab- ti, subliminali e catartiche che celano tiva più che genere definitivo, viene da sè che certi cessita di un minimo di pre- VVAA bia sede a Sheffield, a renderla meri- dietro la corteccia di un suono abrasivo ed a tratti spi- tipi di forzature condizionano anche tutto ciò che sentazione. La prima cosa da “Big Apple Rappin’” tevole di attenzione è la qualità delle goloso risultanze armoniche ed ambientali assai suggesti- segue, e allora tutte queste linee di riferimento si dire è che i Retina.it (Lino (CD, Soul Jazz, 2006) sue produzioni in bilico tra acustico ve. Il mantra ronzante di “Eintrocinc”, l’aurora glitch di annulllano, ricomponendosi in fisici e ostili coor- Monaco e Nicola Buono) e digitale, tra voci sinuose, chitarre e “OIOI”, il malinconico piano di “8trs” spiccano in “Sol- dinamenti di esecuzione. E fondamentale è il sono un duo di Pompei che Sapere come suonava l’hip hop prima boutade digitali, a farne un interes- ve”, un insieme di parti tratte dall’autoprodotto “Consi- contributo di Jiulien - che forse qualcuno di voi fa parte di quella scena partenopea che, ormai, che diventasse la cosa più cool del pia- sante laboratorio sperimentale. Questo disco in partico- der the Opposite” e da un album in uscita per la Tell-All, ha visto alle prese con gli Chevreuil e le ‘addizio- tutti noi allegri amanti della musica elettronica neta. Probabilmente ha il senso che lare, rappresenta il manifesto perfetto dell’estetica sonora label di San Francisco da tenere sotto costante osservazio- ni’ armoniche del suo socio Tony C. (Nero Prog conosciamo e in parte amiamo. Poi c’è da dire ha, e non è fondamentale per com- qui inseguita. Lavoro difficile ed in cui è facile perdersi, ne. Otto tracce che durano lo spazio di un respiro e che, #01) - che se da una parte libera tutte le idee (o che questi stessi Retina.it producono quest’EP prendere i destini di una musica che Simon Kealoha aka Calika, non concede nulla all’ascol- lasciando senz’altro intuire sviluppi significativi per l’im- le idee di tutti) al contempo le racchiude in una su un’etichetta d’oltreoceano di tutto rispetto, c’entra con le sue declinazioni mo- tatore e questo alle volte non è sempre un bene. Forse il mediato futuro, destano molta curiosità in merito al lato ritmica secca, scomposta, grezza ma complessa. per la quale già qualche anno fa fecero uscire un derne quanto il postrock c’entra con filo è più da ricercare nell’intera lunghezza dell’album che performativo del progetto, quantomeno promettente. E allora è movimento, al limite fra casualità e disco chiamato Volcano Waves 1-8 che ci piac- gli Stones. Comunque tre cose: 1– Visto come cultura di nelle singole tracce poichè queste mancano di una qual- predeterminazione, teso e imbrigliato fra trame que molto. Contestualmente all’uscita di una strada e meltin’ pot artistico lascia un monito di evidente siasi struttura definita. Costruite senza l’ausilio di loop (leandro pisano) ritmiche e distorsioni di basso e chitarra mai esa- compilation che riguarda l’etichetta, la Hefty di influenza su una serie di discipline che ormai sono di ter- ma semplicemente maneggiando ogni possibile materiale sperate. Testa e rock’n’roll, mascherato, personale, John Hughes mette on line queste 6 tracce del za generazione, dando adito a chi si vuol riempire la bocca elettrico o acustico – pianoforti smontati, arpe, chitarre Uochi Toki Laze Boise intuitivo. duo partenopeo. Per ora sono scaricabili da I- di new age musicale (la musica di tutte le musiche, ecc) e sintetizzatori - i quattordici tasselli qui contenuti sono “S/T” tunes ma presto (a giugno) uscirà il CD vero e di trovare qualche argomento ben evidente. 2– Sempre piccoli bozzetti simili a tele non finite e lasciate lì come (CD, Burp, 2006) (francesco de figueiredo) proprio. E poi c’è da dire che questo Immediate meglio ascoltare gli originali di fine ’70 che i gruppi nuovi suggestioni per l’ascoltatore. Estrema cura formale abbi- Action #02 è un po’ tutto un gioco di reiterazioni che li clonano o peggio ancora i gruppi storici ancora in nata ad una voglia di lasciare strascichi emozionali che Non c’è più il grind, non ci sono più i Lapsed costanti e di interventi noise. Ci sono tracce pul- pista. 3– Buttate uno qualsiasi di questi pezzi in qualsiasi emerge forte in 5/4 Swansong piuttosto che nella jam pezzi di sette secondi e non c’è nemmeno “S T” santi, appoggiate a ritmiche sghembe, come Oiu, dj set e avrete scene di delirio in pista. Solita confezione Calm Laid Her Head to Have a Nightmare. Dimensioni molta carne al fuoco. L’eliminazione delle (CD, Ad Noiseam, 2005) Zilencer e Dronizio. Quest’ultima in particolare SJ supercurata con foto, materiale d’archivio e biografie oniriche e subliminali contrapposte al rigore delle strut- parti più divertenti genera quello che è Hip hop strumentale, astrat- è un intenso e romantico salendo post-digitale, approfondite. ture predefinite. Bello. probabilmente il migliore dei dischi pub- to, glitch hop, chiamatelo a metà fra l’ambient americana e le gommosità blicati finora dalla band, anche in forza di come vi pare tanto quello dell’elettronica inglese. Ci sono poi composizioni (francesco farabegoli) (emiliano barbieri) un pezzo (Le Armi) che demolisce il concetto di jam-hip che resta è quel modo di saltellanti come Tren Ri Cosei e Tetsub, che però, hop all’italiana. Comunque tra il dire e il fare non c’è comporre tracce elettroniche e forse è questo il loro problema, rimangono in Zonk’t Battles sempre di mezzo il mare: dipende soprattutto se quello basate su una battuta lenta e bilico fra il non ballabile e il ballabile. L’orizzon- “purr” “EP B / C EP” che FA un artista è DIRE. Per loro non c’è alcun’altra cadenzata e una furia cut up te più interessante si intuisce a pieno nel pezzo (CD, Warp, 2006) possibilità, e se devo scegliere un solo gruppo che raccon- a profusione. Qualcosa che nasce con Envane de- che si discosta con più chiarezza dagli altri. Per Pylone ta Gli Anni d’Oro alla 883 mi prendo Uochi Toki tutta la gli Autechre e si sviluppa attraverso artisti come un duo come i Retina, che si è sempre distinto “blak grains” Venduto doppio a prezzo di un sin- vita. Musicalmente sono irrilevanti, ma questo potremmo Funkstorung, Lusine, Cepia. Pensate a Timba- nel panorama italiano (ma non solo) per la sua (CD, Sound on Probation, 2006) golo CD, con copertina splendida dirlo anche di tutti gli altri, e almeno loro si sbattono un land ripassato al frullatore e avrete il mood delle spontanea capacità di dare forma ad un’attitudine e musica splendida. Ian Williams e po’ di meno. 12 tracce qui contenute. Alcune davvero belle che potremmo definire ‘glitchnoise’, una gotica Il problema è la noia che sorge. Ti ar- John Stainer, chitarrista e batterista come Beat to Death, autentica cavalcata granu- ballata minimal techno come Pick è una specie di rivano dei dischi e vorresti pure par- tra i cinque migliori partoriti dagli (francesco farabegoli) lare dai sapori old school. Altre superflue come il affondo laterale. In questa ossessionata ripetizio- larne bene. Almeno per riconoscenza, anni ’90, alle prese con un ibrido remix di Break Ya Neck del buon Busta Rhymes ne di cassa a quattro si sciolgono dei filamenti di anche solo senza infamia e senza lode. assolutamente poco frequentato tra Ether comunque utili a sottolineare l’estetica (e la vo- rumore che sembra trangugiato e sputato da un Ma forse è l’accumulo costante di cose postrock ed elettronica moderna. Approccio minimale e “Intimo Personelles” lontà) di questa produzione. robot depresso. Fatta quindi questa premessa... del genere che ti porta a prendere una cosciente, mai una sbavatura, pochissimi momenti con- (CD, Mousikelab, 2006) Lapsed, al secolo Jason Stevens, riesce con que- decisione. Quando ci vuole ci vuole, cessi a pulsioni distruttive: viene fuori uno spettacolo di sto secondo album su Ad Noiseam a trasformare (valerio mannucci) questo è minimalismo elettro-autistico. Un tempo ci pia- luci e colori il cui unico paragone sostenibile è quello con Di avere un debole per gli Ether devo l’estetica del glitch già presente sul suo primo la- ceva anche, ma adesso no, basta. Non ne voglio fare una i Radian di Martin Brandlmayr. La via più florida della solo ammetterlo. Chi mi conosce lo sa, voro – Twilight - con la voglia di ballare e muo- Ufomammut questione di saturazione stilistica e non voglio neanche fusione tra due generi la cui fusione è stata ormai provata e credo che anche i tre fiorentini (An- vere la testa a tempo e lo fa con una precisione “Lucifer Songs” dire che le sperimentazioni cessano di essere significati- da ogni beccamorto. Probabilmente il miglior disco Warp drea Bracali, Andrea Masi e Francesco matematica, vedi Fateless Drift o Where were you (CD/LP/DVD, Supernatural Cat, 2006) ve nel momento in cui diventano un pasticcio di stile- degli ultimi anni, anche per assenza di reali concorrenti Bigazzi) se ne siano ormai resi conto. scritta assieme a Urusai, degna del massimo ri- mi ormai assodati. E’ solo un fatto di palle secche. Non se vogliamo. Quindi è inutile cercare di mantenere spetto da chi apprezza tessiture ritmiche intricate Sostanzialmente un indige- basta certo mettere un paddone, due scricchiolìi e una un tono distaccato. Che vi devo dire, e melodie rarefatte. Forse, l’evoluzione di tecni- ribile mattone sludge-metal cassa scoppiettante per fare primavera. In realtà mi di- (francesco farabegoli) gli Ether mi piacciono. Ricordo quando qualche anno fa che come lo scratch ed il cutting è anche in questa (moooolto metal) suonato spiace immolare questi due dischi, che Zonk’t tra l’altro mi spedirono il loro primo demo, si trattava di un bellis- capacità di sminuzzare forme d’onda e campioni con un minimalismo ed una ha fatto cose anche molto interessanti e poi la Sound on ?Alos simo quattro tracce su cd-r che ancora conservo. Da lì ne e voci, rielaborando il tutto con tonnellate di sof- cognizione di causa davvero Probation è un’etichetta giovane che non va certo contra- “Ricordi Indelebili” hanno fatta di strada, hanno vinto il contest dell’Arezzo tware. Disco indubbiamente non essenziale ma lodevoli. Attraverso composi- stata con atto politico. La colpa non è certo loro e non (CD, Bar la Muerte-PRE-Vida Loca, 2006) Wave, sono usciti con un EP su Persistencebit, hanno non per questo non godibile. zioni dilatate mai psichedeli- sono casi isolati, il problema è che è proprio il contrario. partecipato ad un paio di compilation molto interessanti che (ammesso che la psichedelia sia un attributo C’è tutto un panorama artistico con rami nella penisola, Stefania Pedretti, i suoi spigoli e suoi ed infine, ormai adottati dalla sempre attenta Mousike- (emiliano barbieri) della musica piuttosto che una scelta dell’ascol- in Europa ed oltreoceano che è ben assestato su questa ricordi, che per divenire davvero in- lab di Marco Messina e Retina.it, hanno prodotto il loro tatore) e sconfinamenti nel noise industriale lunghezza d’onda. Quindi un sacrificio va fatto e pure in delebili diventano musiche, legate in- primo album vero e proprio. Mi piacciono perché le loro Yuma Nora puro (Lucifer Song, presente solo nella versione fretta. No, non è una questione di saturazione stilistica, dissolubilmente all’esperienza. Non ci tracce hanno un fare leggero. Sono dannatamente cele- “Jewels In The Snakepit” in vinile e miglior pezzo in scaletta) Ufomam- nessuna morale dietro a questa recensione, il fatto è più sono gli OVO e nemmeno le Allun, brali ma niente intellettualismo, solo intelletto. Mettia- (CD, Not Not Fun, 2005) mut incolla un altro tassello nel mosaico della semplice, solo ora l’ho capito. Stiamo proprio alla frutta, quantomeno non direttamente. L’in- mo che ci siano due modi di fare elettronica: quello serio via italiana allo Stoner che Ci Piace. Prima uscita anzi stanno proprio alla frutta. Anche i francesi. timo traspare, dalle linee elettroniche ed impegnato e quello scanzonato ed ironico. Gli Ether Davvero dentro a un disco di Supernatural Cat, artwork by Malleus (ovvia- fino alle zone eteree di violoncello obliquo. Il percorso interpreterebbero una terza via. Un elettronica semplice, si può infilare di tutto, da mente). (valerio mannucci) delle tredici tracce è inaspettatamente più lineare di quan- articolata, naturale direi. In fondo l’attitudine - e dicendo sprazzi chitarristici no wave, to non mi fossi prefigurato, scandito da ritmiche presenti questo lascio fuori ogni connotazione stilistico-sonora - è alle libere modulazioni sin- (francesco farabegoli) Aaron Lennox e volutamente visibili, su cui i gemiti, le nenie e i canti propriamente da band garage. Nel senso che ce li vedo a tetizzate, fino ai tribalismi “Sibilance” di Stefania segnano ferite leggere ma pungenti, come di fomentarsi per una catena melodica o per un intreccio rit- percussivi della batteria, e That Noise From The Cellar (CD, Magnanimous Records, 2006) una lama sottile e donna, che non ferisce per uccidere, mico che gli è uscito fuori. Li vedo lì a limare gli eccessi, non è affatto detto che cozzi. “Cani” ma per destare attenzione. Il disco è nato durante il tour ad articolare i passaggi, a dosare i rumori. Un elettronica Gli Yuma Nora sono di Portland, e per quanto (CD, 2005, [email protected]) Metodico e libero allo stesso tem- di una performance portata avanti per un paio di anni in che si richiama senza pretese alla scuola inglese e tedesca, ignoti nel vecchio continente, hanno già diviso po, materia drone ma in continuo Europa, durante un viaggio, che per sua natura rende più sapientemente miscelate, che quasi ti verrebbe da dire che il palco con band del calibro di Sightnings, Aa I That Noise From The Cel- movimento, field recordings ma con chiari e impetuosi i ricordi, palpabili e (in questo caso) è uno stile pacatamente italiano. Uno stile che in questo e Metalux. “Jewels In The Snakepit” è un disco lar agitano il sottosuolo ro- un timbro ritmico capace di mante- rappresentabili in sensazioni monolitiche. Ogni traccia ha album si condensa intorno a ritmiche iponotiche e fonda- giocoso già dal suo artwork, con serpenti in gom- mano da una decina d’anni, nere una musicalità impressionante. un titolo e ogni titolo è una data specifica, non ci è dato mentalmente lineari. L’unica elettronica pulita che a me ma infilati dentro alla custodia e finte squame di e la formazione di oggi è Aaron Lennox non è certo il primo sapere di più, perchè per quanto la forma canzone sia pre- mi piace. A me mi. serpente, estremamente curato, come poi è solita composta da basso, chitarra a sperimentare il legame fra elemen- sente, le linee di rottura proprie di questa artista rimango- fare la Not Not Fun, questa meravigliosa etichet- e batteria; “Cani” è il nuovo ti propriamente strumentali e acustici e registrazioni di no, con tutte le loro irregolarità e i confusi punti oscuri. (valerio mannucci) ta di Los Angeles, che ha a cuore le proprie pro- lavoro registrato ottimamen- suoni manipolati, ma - come al solito - il metodo e la E’ l’onestà il punto centrale di questo lavoro da solista, duzioni fino all’inverosimile. Materia musicale te da Lorenzo Monti (Milaus) in quel di Mila- capacita di montaggio è ciò che può contraddistinguere forse perché è proprio attraverso essa, che nel ricordare, passe montagne assolutamente fuori dagli schemi, ma allo stesso no. Bisognerebbe provare ad incrociare gli occhi e donare plus valore a questo tipo di materia musicale. si riesce a tenere vivi i legami con il passato, persistente e “Long Play” tempo calzante e interattiva, deliri scomposti su per osservare realmente il senso compiuto di una “Sibilance”, nasce come autoproduzione, poi editata in pulsante perché parte dell’oggi. (CD, Ruminance, Wide, 2006) cui il trio fraseggia lamenti vocali e di sax, come pasta musicale che subisce influenze trasversali serie limitata dalla Magnanimous, misconosciuta (in Ita- postmoderme e irriverenti cantilene. Ditemi voi ma affini: dalle acidità congenite dei Mudhoney, lia) quanto incredibile etichetta della Virginia. E durante (francesco de figueiredo) La prima luce è nel 2004 a Nantes quanti dischi ‘noise-indisponenti’ avete a casa che all’hardcore targato Washington D.C., fino ai ru- gli otto movimenti che compongono il disco, la presenza (Francia), come occupazione ludico/ riuscite ad ascoltare con assoluta semplicità e leg- morismi più acuti e liberi di casa Beefheart. Vie- di campionature naturalistiche associate agli arpeggi acu- One Umbrella estemporanea e parallela ad altri pro- gera attenzione. Questo secondo lavoro del trio ne da se che l’immaginario complessivo non sia stici, reiterati e soffici, crea un legame con la natura che “Solve” getti. Dopo una serie di apparizioni è ancora più incisivo del precedente “Red Train cosi improbabile, forse ora più che mai in molti sembra davvero indissolubile e onnipresente. Ovviamente (CD ep, Tell-All Records, 2005) live, si concretizza il primo full lenght Graphing the Sunset of All”, probabilmente più tengono sotto acido le proprie composizioni mu- il rischio di cadere in una melensa ed eccessiva celebrazio- dei passe montagne, edito dalla pari- leggibile, fino al punto che è diventato, nono- sicali, attentamente lontane da derivazioni di tipo ne della spiritualità è dietro l’angolo, ma in questo caso Scovato quasi per caso nei labirinti di MySpace, “Solve” gina Ruminance e intitolato “Long stante la sua natura free form, uno dei dischi più armonico e melodico. Per quanto estremamente - vuoi per mia necessità, vuoi per sua capacità - si riesce a è un lavoro sorprendente, ruvido ed ipnotico. Sarah Lip- Play” appunto, che più didascalico e manifesto non si gettonati della mia solitaria playlist di questi mesi contemporaneo (nella sua accezione piu rischio- star lontani quel palmo che basta. state (aka Novella, una sorta di Maja Ratkje texana impe- può. Questione di struttura, lavoro ragionato su battute e protoprimaverili. sa) la muscolatura di “Cani” diventa elemento di gnata con ottimi risultati anche nella produzione video interazione frà linee ritmiche e movimenti sulle corde, il forza, che sostiene i rumorismi voraci ed energici, (francesco de figueiredo) sperimentale) e Carlos Villareal sono due polistrumentisti trio composto da Gillers Montaufray (polistrumentista), (francesco de figueiredo) e così i T.N.F.T.C. tengono davvero bene per tut- ta la durata delle undici tracce. Se i loro live hanno una Cronache marxiane ma spesso non ci si sofferma a pensare alle grandi con- matrice probabilmente più libera e vicina al free jazz, in Giulietto Chiesa traddizioni culturali che inevitabilmente si sono andate studio il trio si concede con parsimonia a quest’ultimo, (Libro, Fazi Editore, Euro 13,50) ad inspessire fino al fatidico 1989. In un clima di austerità preferendo strutture piu solide e vicine al noisy rock. Non composta e sovietica i giovani di Berlino si sono trovati si puo che apprezzare la scelta, probabilmente conscia del Ci sono molti e molti motivi per farsi davanti ai segni di una cultura americana fatta di sogni fatto che per recepire in pieno le loro deliranti e fascinose piacere un giornalista come Giulietto capitalistici e dilagante rock’n’roll. Una città occupata performance è imprescindibile il duetto occhi-orecchie, Chiesa: la competenza, la curiosità, non solo militarmente, ma anche sotto il profilo cultu- Prima compratevi il disco, poi andateli a vedere... l’attenzione, l’intransigenza. Ci sono rale, colonizzata (come il resto d’occidente) da segni che anche molti e molti motivi per farsi crearono le basi di una frattura meravigliosa, il krautrock. (francesco de figueiredo) piacere ciò che Giulietto Chiesa dice E il ‘rock ai Krauti’ in questo libro è visto da dentro, con e scrive: la precisione, la scrupolosità, gli occhi di un appassionato poco incline al critichese, che Experience Memory Re-Enactment il tono perentorio. Ciò che ha fatto descrive lo stato emotivo, gli entusiasmi e le delusioni, A. Bangma, S. Rushton, F. Wüst di questo giornalista un grand’uomo pur tracciando un percorso storico e analitico affidabile (Libro, Revolver and Piet Zwart Inst., pp. 280, € 20.00, è il perfetto insieme delle qualità di e concreto. Il libro è composto da una introduzione in 2005) cui difetta l’intero sistema informa- cui si definisce la gestazione e i primi passi del genere, tivo del Belpaese. In questo senso, Chiesa non è solo le etichette che ebbero la forza di creare un nuovo con- Experience Memory Re-Enactment un uomo di un’altro tempo, ma è un uomo di un altro testo e i personaggi che anticiparono quello che poi fu raccoglie i contributi di una serie di “mondo”, di un’altra civiltà (più civile). Certo è che gente riconosciuto come uno dei tributi più significativi della seminari organizzati tra febbraio e di tanto e tale profilo la si poteva vedere situata un po’ Germania alla parola rock. Nella seconda parte del libro marzo del 2004 al Piet Zwart Institu- meglio nell’Italia della Prima Repubblica, e non affatto Faust, Tangerine Dream, Neu!, Kraftwerk, Can e molti te di Rotterdam. In questo istituto ha in questo marasma di accidiosa idiozia politica che noi altri. Indispensabile ed emotivamente coinvolgente, gra- sede uno dei migliori master in visual tutti si fronteggia mestamente oggigiorno; ma è pure vero zie alla intraprendente Lain. arts dell’Olanda, perché affronta l’arte che, se da un lato indulgere in qualsivoglia nostalgismo visiva non solo attraverso le ‘ultime tendenze’ artistiche, per quell’Italia è certamente un raschiare fortissimo il più (francesco de figueiredo) ma soprattutto attraverso la foocalizzazione di nodi cru- profondo dei barili, dall’altro lato non si tratta neppure ciali per la cultura contemporanea in senso ampio, come di disquisire in merito ad epoche o ere di informazione Il Patto di lucidità o l’intelligenza del Male il rapporto tra storia, memoria ed esperienza. A scrivere pubblica “diversa” – certe volte, solo certe volte, migliore. Jean Baudrillard su questo libro non troverete nomi famosi che possano Giulietto Chiesa, oltre che essere un giornalista quadrato (Libro, Raffaello Cortina Editore, Euro 19,00) rendere prestigiosa un’accademia di belle arti, ma ricer- ed old school, travalica infatti la contemporaneità con Come tutte quante le opere di quel genio di un istrione catori, studiosi e docenti che, con intelligenza e creatività l’essere, al contempo, anche aruspico e cittadino. Aruspi- un-pochino-paraculo che è Baudrillard, anche quest’ul- intellettuale, hanno organizzato i seminari per una classe co è oggi quel tipo di intellettuale che scruta nel futuro e tima è una lettura fiaccante. Vuoi perché l’intellettuale di 30 aspiranti artisti, e ora presentano i loro lavori attra- poi ci riferisce. Ce ne sono molti, Chiesa ne è uno. Poco francese va facendosi sempre più dotto e sempre meno verso una pubblicazione. conta che nella stessa prefazione di “Cronache Marxiane” filosoficamente saldo, vuoi perché l’andare e venire dalla Experience Memory Re-Enactment si fonda sull’intenzione si cimenti in vari modi a negarsi tale ruolo; l’immedia- contraddittorietà è una sorta di marchio di fabbrica di di affrontare una delle questioni cruciali del raccontare ta evidenza è che, nei panni di chi vaticina, Giulietto ci ogni sociologo che si ingegna di occuparsi di questioni storie: qual è il rapporto tra la storia raccontata e l’espe- sta anche particolarmente bene. Chi avrà la compiacenza ontologiche (leggasi “le cose importanti”)… vuoi per- rienza vissuta? Come poter recuperare quell’evidenza di leggere, si vedrà pertanto aperte le porte dei giorni a ché ciò che viene posto a tema è sempre più complesso passata attraverso il racconto? Anke Bangma introduce i venire, tetri a dire il meno: risorse sempre più scarse, il e “comprensivo”. Proviamo a fare il punto: la realtà, che saggi dicendo che “Negli utlimi anni, diverse pratiche ar- mondo che si fa stretto; definitiva estinzione dell’ideale non è il migliore dei luoghi, è sempre più reale. Non si tistiche e teoriche sono ricorse all’esperinza e alla memoria, di verità, delle politiche dei diritti; servizi segreti, trame tratta di un diventare della realtà sempre più se stessa: si al fine di riconsiderare le storie convenzionali e i modi di oscure, corporations; Cina alla rincorsa dell’energia, poi tratta piuttosto di un moto espansivo, si tratta del passag- scrivere la storia”. Jan Verwoert, inoltre, argomenta come, delle armi, per prepararsi ai primi contatti militari con gio al reale di tutto ciò che un tempo, dal reale, esulava. a seguito della fine della Guerra Fredda, il senso della gli USA in data 2017/2018; Stati Uniti sempre più ad- Saremmo dunque – per Baudrillard – nel tempo della Storia sia cambiato radicalmente e che una possible via dentro al business dell’import/export della democrazia, Realtà Integrale. Questo perché da un lato c’è la tecnica di fuga alla retorica della “morte della storia” (e dell’arte, bene di cui non hanno peraltro mai disposto. Partico- (di Heidegger, ancor più di Severino), che, non essendo e della letteratura, e bla bla bla) potrebbe essere rappre- larmente interessante ciò che l’autore vedeva, ai tempi più serva di nessuna umanità, ripropone se stessa come sentata dalla possibilità di appropriarsi di storie passate, della stesura, in merito alle “rivoluzioni” arancioni ed in proprio fine, realizzando tutto per il solo fatto che il farlo per rimetterle “in scena” (re-enactment). Ció che ancora particolar modo al governo di Lukashenko, ennesimo sia possibile; e dall’altro lato, invece, c’è la “solita” realtà il libro riesce a mettere in gioco è il rapporto tra arte e capo da ghigliottina tra le pagine dell’agenda yankee che, virtuale ConLeMaiuscole di Baudrillard, quella che realiz- teoria: gli interventi dei curatori non sono necessari per come che sia, è riuscito invece ad aver salva la vita politi- za il non-reale residuale, l’immaginazione, la metafora, il ‘spiegare’ gli interventi degli artisti, che dal canto loro, ca proprio poche settimane fa. Dicevo poi che Giulietto senso, la scrittura, le proiezioni individuali. Tecnica e real- riescono a dimostrare come l’arte stessa sia una forma di Chiesa è anche un cittadino; lo dicevo aggrappandomi tà virtuale stanno insieme a rendere impossibile l’evento, conoscenza altrettanto impegnata sui discorsi più urgen- al senso originario del termine, che è greco. Chiesa ha la a posporlo all’informazione dell’evento; e l’arte, che un ti. Omer Fast ha documentato il backstage del film di rara virtù della coscienza civica. Raccoglie pezzi di noti- tempo era ictu oculi trascendente, è oggi “contemporanea Spielberg Schlinder’s list: la campagna fotografica si chia- zie, margini di colonna, tutto ciò che è scritto piccolo, solo a se stessa”, stando con la realtà in equazione perfetta, ma didascalicamente Extras e raffigura comparse e attori poi lo mette insieme e prova a ricostruire il non-detto in tanto, ovviamente, nelle forme di ready-made, quanto in famosi in momenti di pausa tra una scena e l’altra. Ma una immagine verosimile: quanti sanno che pochi giorni quelle di performance – intesa come mixaggio di registri dall’altra parte nelle fotografie vediamo sorridenti ebrei or sono il senato USA ha slabbrato l’indebitamento del che è anche la multimedializzazione della materia artisti- nei campo di sterminio, abbracciati in gruppi cokme in paese a 9 miliardi di euro? Quanti sanno che la Cina sta ca. Posto che dalla Realtà Integrale sia opportuno rita- una foto ricordo. La fotografia è ancora più scioccante, comprando percentuali sempre più ampie di tale debito? gliarsi ambiti di salvezza (sul come c’è censura, dal mo- proprio perché sappiamo che sono delle comparse in abiti Tra le prime responsabilità di un buon cittadino, vi sono mento che Baudrillard riconosce l’inesistenza del tempo di scena… quelle di informarsi e di informare il prossimo, al fine di e dell’individualità e ciononostante consente agli uomini mantenere sempre allo scoperto quel tanto di verità che un margine d’ azione, fosse soltanto speculativa), viene (francesco ventrella) sta necessariamente alla base della democrazia. Chiesa è dunque individuata, mediante rari e funambolici psicolo- un buon cittadino perché di ciò ha fatto il proprio lavoro gismi, un’ arma di resistenza in-audita: la reversibilità del “The Complete Brian the brain” (vedere anche un’ invenzione come quella di Megachip). reale, la Dualità. In ogni violenza c’è quella che faccio e di Miguel Angel Martin È tra i pochi, in Italia, a fare voce grossa sul pernicioso quella che mi infliggo; in ogni conflitto una complicità, (Raccolta/fumetti, Coniglio Editore, 2006) intreccio di politica e comunicazione mediatica che ogni in ogni processo di consenso ed equilibrio un segreto an- italiano subisce, avendo per giunta l’acume apocalittico tagonismo. Il “patto di lucidità” sarebbe dunque la con- di dire apertamente che il nuovo sistema non è più adatto sapevolezza della Realtà Integrale e la determinazione a Roba per ipocondriaci metafisici. Lo ai partiti. È tra i pochi, al mondo, ad avere il coraggio di volerne erodere parti per darsi spazio, aria e vita. Il lucido leggi e ti senti tradito. Forse per i di- difendere pubblicamente la verità sull’11 settembre: che che agisce farà dunque ogni cosa in modo tale che quel segni che sono volutamente lontani le torri sono state minate, che nessun aereo è caduto sul qualcosa ciò sia: “l’allegoria di qualche cosa, una sfida a da quello che nascondono. O forse pentagono, che il WTC 7 è crollato inspiegabilmente, qualcuno, mettere in gioco il caso e procurare vertigine”. per il ritmo dei dialoghi, così legge- che al suo interno c’ erano gli archivi della CIA, che Bush Un percorso di salvezza in fin dei conti estetico, tracciato ro che sembra dare alla vita la stessa non aveva firmato un progetto di intervento armato in da uno che ci mette un istante, verso metà libro, a far bril- importanza di quella che daresti ad Afghanistan il 9 settembre poiché gli era stato consigliato lare in un solo boato ogni teoria estetica in quanto “buffo- una partita di calcio mentre sei ad un di aspettare; ed ha per giunta l’ardire di lavorare assieme nata”. Insomma: il testo, se non si è capito, è esuberante. funerale. In questo fumetto non c’è a chi su queste verità, per queste verità, tanto in America Sarà miele per tutti i dotti palati che amano scorticarsi su altro che: morte, malattia, deformità, quanto nel resto del mondo ha intenzione di dar batta- contraddizioni altrove già da tempo composte. solitudine, accanimento clinico, sperimentazione medica, glia. Attenzione, precisione, intransigenza, perentorietà. rassegnazione e senso del dolore. Però il tutto è assoluta- Comprate questo libro. (giordano simoncini) mente sommesso, sordo, ovattato. Niente clamore, niente disperazione, solo un lucido cinismo quasi-infantile. Le (giordano simoncini) A sangue freddo storie di Brian, il bambino col cervello scoperto, con po- di Richard Brooks teri speciali, telecinetici e telepatici, che tenta di vivere Julien Cope (DVD) una vita normale fra bambini normali tanto per dire, sono “Krautrocksampler” Columbia Classics un pugno sullo sterno con i guantoni da boxe. Vibrano (Libro, Lain, 2006) di paura dissimulata. Spero di non arrivare mai a tanto, Dal film: “Perchè è continuato? Quan- spero di non raggiungere mai la disillusione di queste “Il Krautrock è ciò che sarebbe stato il punk se fosse do iniziò...chi lo sa quando ha inizio meravigliose storie. Spero di non essere mai l’artefice di stato tutto nelle mani di Johnny Rotten: una specie di una cosa? Quando Dick mi parlò del qualcosa di così amaro e di non perdere del tutto il senso odissea gnostica a base di sballo pagano, Lsd e esplora-il- progetto non mi sembrava reale. Poi, dell’ironia e dell’illusione che domani c’è il sole e si va al dio-che-hai-dentro-liberando-il-mostro-che-hai-dentro”. più si avvicinava, più diventava rea- mare. Perchè se entri nel trip di Brian the Brain è capace Eccolo qui finalmente, tradotto dalla Lain, il libro-culto le. Come se il folle evento vivesse di che te ne dimentichi per qualche ora. Pensi: povero Brian. “Krautrocksampler”, di Jiulian Cope, contoverso artista vita propria e niente potesse fermarlo. Ma soprattutto pensi: povero Miguel Angel Martin. che negli anni settanta fu fondatore dei Teardrop Explo- Come se stessi leggendo una storia e des, e da lì in poi diventò sciamano metropolitano per dovessi sapere cosa sarebbe succes- (valerio mannucci) molti. La storia del novecento di Berlino è cosa risaputa, so. Come sarebbe finita”. Il dramma reale si consumò nel 1959, nel Kansas. Una ricca Brancoli tra gli espositori delle famiglia di agricoltori venne sterminata da Dick librerie e scopri che tra le putta- Hickock e Perry Smith, poi catturati e condanna- nate c’è sempre qualcosa per cui ti alla pena capitale. Fu un fatto di cronaca nera vale la pena. In questo caso, la realmente accaduto che suscitò l’interesse del già messa in pagine della ventesima famoso scrittore Truman Capote che passò sei anni Triennale di Milano – per cui, della sua vita dietro a questo caso, firmando così roba non nuovissima, ma come uno dei suoi capolavori letterari: A Sangue Freddo. esimersi dal parlarne. “La Città Nel 1967 Richard Brooks ne girò il film. E il tra- Infinita”, che più specificamente gico episodio, divenuto caso letterario, riprese vita, nomina l’area pedemontana lombarda, è l’agglome- dopo soli otto anni, nella gelida e raffinata ricostru- rato urbano senza confine netto, lo spaesamento, i zione cinematografica di Brooks. Il film, un classico palazzi all’orizzonte dei palazzi, un luogo e un non- del noir anni ‘60, è una minuziosa rivisitazione del luogo al contempo, eterotopia, lo sfaldamento dei prima e del dopo delitto. Girato negli stessi luo- legami tradizionali, i suk-ipermarket, l’integrazione ghi della vicenda reale, declinazione filmica di un impossibile, l’alienazione, una macchina enorme di fatto realmente accaduto, A Sangue Freddo sembra produzione ed un immane cassonetto dei rifiuti; l’umana rielaborazione logica di un’efferata e in- ed è anche, al contempo, una sorta di prototipo spiegabile violenza. Il secondo atto, oggi in dvd, di di libro assoluto. C’è dentro saggistica, inchiesta, un lungo processo di redenzione, cominciato con arte visiva e letteratura, in un unico perfetto per l’ostinato tentativo di Capote di trovare un epilogo un solo passaggio alla cassa: dovete farcelo passare, al romanzo e una giustificazione al peccato dell’uo- ça va sans dire. I contenuti: pletora di analisi cat- mo. Come vi sarete accorti oggi nelle sale, è uscito tedratiche di sommo interesse (Abruzzese che tenta il terzo atto: Truman Capote - A sangue Freddo. di affiancare politica mediatica, intrattenimento Questa volta il protagonista è lo scrittore-repor- infinito e Brianza; Bagnasco che parla della disso- ter e il suo fanatismo intellettuale. Sullo sfondo il luzione della comunità; Volli che definisce “schiu- misfatto. Riavvolta la bobina è come se avessimo ma” lo sfondamento dei confini interni della città; sempre avuto a che fare con una storia. Scritta, pri- Cacciari che dice che non abitiamo più città ma ma ancora di accadere ed di essere raccontata, nelle territori da… terreo, “provare terrore” - sarà), splen- menti di Hitckock e Smith. dide opere fotografiche (di Uliano Lucas, Francesco Radino, Gianni Berengo Gardin e Edward Rozzo), (lorenzo micheli gigotti) ottimo reportage sulla mostra, cartine geografiche e addirittura, per chiosa, un’ intervista a Van De Sfroos. Che pubblicazione! mio dio, totale, wagne- “Stefano Tamburini. Banana Meccanica” riana, feticcio, sollazzevole, abbila. a cura di Michele Mordente (Libro, Coniglio Editore, 2006) (giordano simoncini) Parlerei, e controvoglia, del- La Mosca l’utilità di un’antologia (sempre di David Cronenberg che così possa essere definita) (2 DVD + libro) solo dopo averne comprovato 20thfox/Castoro l’impatto sul lungo termine. Quindi niente parole al vento. La Mosca di Cronenberg Niente cose tipo “quest’antolo- dall’86 ad oggi sarà passato al- gia servirà a comprendere me- meno 100 volte in tv, tanto che glio il genio e l’opera di Stefano Tamburini” (che raccontare la vicenda di Seth tra l’altro il genio se lo vuoi capire non ti servono Brundle (Jeff Goldblum) e del certo le antologie). Invece di giudicarla da editore suo matrimonio molecolare o da critico, ne voglio parlare dalla tazza, di questa con una mosca, con conseguen- bellissima pubblicazione. O dal divano sformato te metamorfosi e morte della sul quale mi appoggio quando sono stanco. E’ sui neo creatura, mi sembra affare divani e sui cessi che si scriverà la storia – bella o superfluo in questa sede. Piut- brutta chissà - di certa editoria, quella di Stefa- tosto credo sia utile fare altri commenti su questo no Tamburini e di tanti altri imbrattatori di carta. dvd. Considerazioni di carattere economico. Credo NERO compreso. Coniglio editore e Michele Mor- che la 20th Century Fox venderà bene la sua nuo- dente compresi. Sono vent’anni esatti che Stefano è va collana in dvd “Pietre Miliari”, una raccolta sui morto e quello che ci ha lasciato sarebbe banale dire film che hanno segnato la storia del cinema. Non che è grande. Quindi dico che è troppo grande. Per sono abituato a fare i conti in tasca alle major ma poter essere sottovalutato o non celebrato. Banana se capita, ogni tanto, che queste li facciano con il Meccanica è una proprio una bella raccolta, i testi pubblico, vale la pena parlarne. Perché nel magro introduttivi si leggono con piacere, nessuna verità panorama home video italiano edizioni come que- svelata (eccetto forse l’analisi di Branzaglia sul lin- sta sono rare quanto l’acqua nel deserto. A partire guaggio grafico di S.Tamb.), ma una buona dose dal prezzo, in offerta a 19,99 euro, fino ad arrivare di carica per cominciare il viaggio, una specie di ai contenuti editati: 1° dvd contenente il film con iniezione vitaminico-celebrativa che non nuoce af- il commento opzionale di Cronenberg sottotitola- fatto. E poi si parte con la sequenza inarrivabile di to; 2° dvd di extra con due ore di documentario, tavole, fumetti, schizzi, impianti grafici, copertine scene tagliate, scritti, provini cinematografici, trai- e contributi vari di Tamburini. Un viaggio che non lers, galleria fotografica; libro de Il Castoro - David dura solo una cacata o una dose di stanchezza, ov- Cronenberg di Gianni Canova in tiratura limitata. viamente. Vedere per credere per chi ancora non Valorizzare i contenuti extra di un film dovrebbe crede. Vedere per godere per chi già ci crede. Il la- essere un’abitudine più comune nelle politiche di voro di ricerca, selezione e composizione effettuato mercato. Quale miglior strumento per conoscere i da Michele Mordente è davvero apprezzabile e per retroscena ed il lungo processo creativo di un film, questo non possiamo che ringraziare. Che vi devo se non un supporto multimediale affiancato da una dire però, il fatto è che uno come Tamburini resiste ricca pubblicazione cartacea?? La speranza è che gli per sua natura al concetto di antologia tanto è ricca altri titoli della collana siano altrettanto meritevoli e multiforme la sua attività. Seppur molto utile e e che il successo di questa edizione faccia da traino ricca, una cosa del genere, non può bastare a capire ad altrettante iniziative commerciali. a fondo il suo lavoro. Comunque chissenefrega - visto che ne vale la pena - compratelo. Stavolta lo (lorenzo micheli gigotti) dico anche se non lo dico mai - e non lo dico per fare un favore alla Coniglio Editore, che pure se AA.VV. lo meriterebbe. Ah, a questo punto già che ci sta- Looking, Encountering, Staging te cercate anche ‘Muscles’ (1984). E magari anche (Revolver and Piet Zwart Inst., pp. 331, € 22.00, Snake Agent e Rank Xerox e la mitica ed introvabi- 2005) le cassettina audio firmata Mongoly-Nazi...e i pri- mi numeri di Cannibale e le recensioni che Tambu- rini firmava con la sigla Red Vinyle su Frigidaire e Looking, Encountering, Staging la storiella coll’uomo carciofo che si fa di Cynar, e è un libro che considera le tutte le cose che in questa raccolta purtroppo non pratiche artistiche e curatoriali potete trovare o troverete solo in parte. come attività implicate, piutto- sto che dipendenti l’una dall’al- (valerio mannucci) tra. Tra i vari lavori potrei citare You’ll never work in this town La Città Infinita again di Phil Collins: una serie a cura di Aldo Bonomi e Alberto Abruzzese di ritratti fotografici di famosi (Libro, Bruno Mondadori, Euro 25,00) curatori fotografati subito dopo aver ricevuto un paio di sberle dall’artista stesso. Un lavoro “eloquente”, direi! plasticità del bianco e nero, la schiettezza delle vio, del dibattito. Ciononostante, i media nazionali paiono essersi nero tapes n.9 Sono arrivato a questa pubblicazione attraverso storie, l’erotismo e la sottile ironia di fondo, fanno spostati sull’opzione “zero copertura”: miracoli della diplomazia a cura di ED YOUNG un nome di cui ho sentito parlare da tanti giova- di Fuller uno dei più spigolosi e affascinanti regi- del Chiampa, che se tu che leggi sei torinese, ti faccio la stessa do- ni artisti che ho conosciuto durante un periodo sti americani del dopoguerra. Della silhouette di manda di Beppe Grillo, vale a dire “come cazzo hai fatto a votarlo”. passato in Olanda: Maaike Bleeker. Ed è capitato una società Fuller ha raccontato, senza strabordare Pertanto, nel frattempo che si sta qui ad aspettare un nuovo gover- che, attratto dalla grafica di un libro che puzza nel moralismo strisciante, il rovescio sgradevole, le no, il quale diverrà a breve il nuovo propugnatore dell’“importanza chimicamente di tipografia, abbia iniziato a sfo- zone d’ombra e le contraddizioni. Fuller, “il pri- assoluta” della Torino – Lione, riaccendendo in tal modo la miccia gliare le pagine di Looking, Encountering, Staging mitivo americano”, nacque strillone, poi divenne della protesta, sull’argomento Alta Velocità ci si può comunque e abbia riconosciuto nell’indice un articolo della reporter, giornalista scrittore e infine regista. Ha mantenere in caldo leggendo questo “Tav. I perché del No”. Non suddetta teorica e autrice teatrale. Maaike Bleeker sempre e semplicemente raccontato con estro si tratta del solito libercolo agitatore ed insurrezionalista, bensì di ha pubblicato diversi saggi sui “modi di vedere” a la parte nera degli Stati Uniti d’America. “Ogni un reportage tecnico redatto con scienza e coscienza da Virginio teatro, con l’intento di rendere meno ideale quello giornalista ha un pozzo degli orrori da cui trarre Bettini, docente universitario di analisi e valutazione ambientale e spettatore che, secondo la prassi postrtrutturalista, ispirazione. Ogni giornalista è potenzialmente un membro dell’International Association for Impact Assessment ( = contribuisce alla scrittura del testo teatrale stesso. cineasta. Tutto quello che egli deve fare è trasferire uno che ne sa). Alla deriva tra la marea di grafici, mappe, statistiche In Olanda dicono che la performance stia avendo le emozioni della realtà sullo schermo spruzzando- e perizie contenute, chi leggerà avrà modo di capire come stanno nuovi sviluppi, forse perché riesce ad offrire un’al- le di fantasia”. Parola di Samuel Fuller. davvero le cose con quella dannata linea, e – magari – si farà anche terntiva all’uso dilagante del video, che è ritenuto gli anticorpi per resistere all’indottrinamento dei ministeriali “pa- un mezzo sempre più facilmente costituzionale (lorenzo micheli gigotti) ladini del progresso” a venire, ovvero anche a tutti coloro i quali (perché musealizzabile). Forse per questo motivo continuano a sostenere, da sinistra, che l’Italia abbia davvero biso- SINGLES i discorsi sulla teatralità affrontati dalla Bleeker Un’ora sola ti vorrei gno di quel treno, in barba alle ottuse esigenze locali di un branco hanno riscosso tanto successo nelle academie di di Alina Marazzi di contadini invorniti. Ecco perché si deve leggere questo libro!, Christina Aguilera – Beautiful — 2002 Rotterdam e Amsterdam. Qual’è la collocazio- (DVD) perché invece l’Alta Velocità non si deve fare e sarà düra. Pink – Don’t let me get me — 2001 ne del pubblico contemporaneo? Credo che sia Dolmen Home Video su questo piano che si debba giocare il discorso (giordano simoncini) Britney Spears – I’m not a Girl, Not yet a Woman — 2001 dell’arte indipendente. Un museo, per esigen- “In tutto questo tempo nes- KoRn – Twisted Transistor ze di politica culturale, è costretto a prendere in suno ti ha mai parlato di me. Nel corso del tempo Chingy – Holidae Inn (Ft. Snoop Dogg & Ludacris) — 2004 considerazione un pubblico ideale, medio e il più Di chi ero, di come ho vissuto, di Wim Wenders Death Cab for Cutie – Lack of Colour – 2003 possibile democratizzato. Il contesto indipendente di come me ne sono andata. (2 DVD + CD) The Decemberists – Los Angeles, I’m Yours – 2003 nell’esperienza del teatro-off, invece, ha rappresen- Voglio raccontarti la mia sto- Ripley’s Home Video CAKE – Italian Leather Sofa — 1996 tato solo uno dei risvolti storici presi in questione ria adesso che è passato così Eminem – Ass Like That – 2005 dal libro, puntando sulla scelta dello spettatore e tanto tempo da quando sono Bruno ripara proiettori cinematografici. Gira la Morrissey – Why don’t you find out for yourself – 1994 sulla sua esclusione. Cosa vuol dire realizzare una morta”. Si apre con queste provincia tedesca, tra Lunenburg e Hof, lungo la performance che possa ‘comprendere’ solo un parole, le uniche a non essere frontiera tra le due Germanie ancora divise. Ro- pubblico ristretto? E’ più interessante considerare mai state scritte, “Un’ora sola bert è uno psicolinguista da poco separatosi con inaccettabile l’esclusione di un pubblico più am- ti vorrei” di Alina Marazzi, film ahimè trascurato la moglie. Uno viaggia lentamente su un grosso MOVIES pio o interessante il coinvolgimento di un pub- nelle sale, per fortuna editato oggi dalla Dolmen furgone, l’altro sfreccia su un volkswagen e finisce blico ristretto? Ma cos’è, infondo, il “pubblico più in dvd. Appena un’ora per ripercorrere, attraverso per affondare nelle acque di un fiume. Bruno lo Tom Green – Freddy Got Fingered – 2001 ampio” se non un pubblico (più) diverso? Anche i filmini di famiglia, le lettere, i diari, le cartelle soccorre e i due iniziano a viaggiare insieme. Nel Dennis Dugan – Happy Gilmore – 1996 gli altri interventi pubblicati in Looking, Encounte- cliniche, la vita di Lislei Marazzi Hoepli, nipote corso del tempo è il film che chiude la “trilogia David Lynch — Mulholland Drive – 2001 ring, Staging cercano di investigare i modi in cui le del noto editore milanese, morta suicida all’età di della strada” di Wenders. Viene girato nel 1975, Rawson Marshall Thurber – Dodgeball – 2004 pratiche culturali come mostre, documentari, fo- 33 anni dopo anni di depressione passati lontana in 6 settimane da sole nove persone. Così la vicenda si costruisce tografia, discorsi artistici e scientifici allestiscono e dalla famiglia e dall’affetto del marito e dei figli. sulla strada, lungo l’itinerario dei protagonisti e della troupe. Le Volker Schlöndorff – The Tin Drum — 1979 rappresentano (questi sono solo due dei significati La vita di Lislei, da bambina a giovane madre, si strade di provincia, abbandonate e sconosciute, diventano le righe Tom Holland – Child’s Play – 1988 del verbo to stage) i loro soggetti, contribuendo a srotola nei 55’’ di pellicola ricostruiti amorevol- del foglio su cui Wenders compone la narrazione che si delinea John Lafia – Child’s Play 2: Chucky’s Back – 1990 costruire le posizioni del loro pubblico. Se le posi- mente dalla figlia che questa madre non l’ha mai sulle curve di un cinemobile come penna. Avrei difficoltà a rac- Don Mancini – Child’s Play 3: Look Who’s Stalking – 1991 zioni nella fruizione della cultura sono considerate veramente conosciuta se non attraverso un recu- contarvi la storia del film perchè il film una storia, come comu- Ronny Yu – Bride of Chucky – 1998 come precostituite, uno dei temi da argomentare pero nostalgico di tutto ciò che ne testimonia il nemente la intendiamo, non ce l’ha. Le scene che si susseguono Don Mancini – Seed of Chucky — 2004 dovrebbe essere, allora, il modo in cui oggi ordi- suo trascorso. Non ci si può che innamorare di sono le pagine di un diario, fatto di azioni non sempre significative niamo, archiviamo le nostre conoscenze (come Lislei, della sua bellezza, della sua dolcezza e fragi- e di incontri casuali. Bruno che aggiusta i proiettori dei cinema inteso dalla conversazione tra Annie Fletcher e Sa- lità, le stesse di Alina che ricompone i pezzi di un di provincia e Robert che lo segue alla ricerca di un senso da dare rah Pierce): la posta in gioco dovrebbe essere, in- puzzle gelosamente e timidamente custoditi nelle alla sua di storia, di vita. Il corso del tempo è inenarrabile, e gli somma, nella capacità di saper performare queste memorie, nei rulli in 16 mm, nelle lettere, nelle istanti con cui crediamo di poterlo raccontare spesso sono una falsa posizioni. Il riferimento alla teatralità, quindi, non testimonianze e nel riserbo di una famiglia alto quanto inevitabile consolazione. Nulla può fermare il tempo, forse viene fatto rispetto ad un medium, ma piuttosto borghese. “Un’ora sola ti vorrei” non è semplice- neanche il cinema. Una storia, come la parte di una vita, può essere rispetto alle strategie che il palco, il piedistallo, la mente un bel film e una testimonianza, sullo sfon- semplicemente intesa come un certo tempo dietro di sè. Questo è cornice riescono ad inscenare. Lo dimostra anche do drammatica, dell’Italia tra gli anni 30 e 60. ciò che accade nel film. E’ una sensazione tranquillizzante. l’elaborazione grafica del libro, curata da Gérard Ma è soprattutto il racconto del rapporto mancato Il master digitale di questa bella edizione Ripley’s Home Video è Konings per lo studio Riche en Pulpe: tutte le tra una madre e una figlia, un delicato e miracoloso stato realizzato a partire dai negativi originali con la supervisione pagine bianche, viste di taglio, hanno un testo rinvenimento di una vita che troppo presto, e senza dello stesso regista. I sottotitoli italiani sono obbligati sulla versio- stampato con un inchiostro bianco, come a dire spiegazioni, se ne è andata. Un’ora sola perché una ne originale e sul commento, mentre sono opzionali sugli extra. che per conoscere qualcosa dobbiamo davvero figlia possa ricevere una risposta, una consolazione Il cofanetto contiene, anche, un dvd extra con l’intervista a Hans desiderlo. E i desideri mordenti, si sa, rimangono ad un’inspiegabile perdita. Il dvd contiene anche il Zischler (l’interprete di Robert), le scene tagliate, il trailer originale impressi nel ricordo. commento di Alina Marazzi prima e dopo il film, del film e un cd con le musiche del film firmate dagli Improved l’introduzione e la biografia della regista, e materia- Sound Limited. (francesco ventrella) le di repertorio. Il film è stato premiato nel 2002 come miglior documentario al Torino Film Festival (lorenzo micheli gigotti) e ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria al Il bacio nudo/Il corridoio della paura 55° Festival Internazionale del Film di Locarno. di Samuel Fuller (2 DVD) (lorenzo micheli gigotti) Noshame films Tav. I perché del No. Finalmente anche in Italia Virginio Bettini escono in un unico cofanetto (Libro, Utet Libreria, Euro 9,00) due inediti capolavori di Sa- muel Fuller: “Naked Kiss” e Pochi mesi fa ero lì a Torino che “Shock Corridor” (titoli origi- mi commuovevo per il marcia- nali). Lo sfondo sociale di en- re braccio a braccio coi valli- trambi i film è l’America oscu- giani avvinazzati in occasione ra, sconosciuta degli emar- della manifestazione nazionale ginati, dei vizi e dei risvolti contro l’Alta Velocità in Val di biechi di una realtà fasulla e Susa. Una bella manifestazio- degenerata. “Naked Kiss” racconta di Kelly, una ne, una forte partecipazione prostituta redenta che trova a fatica serenità in un collettiva. Poi sono tornato al villaggio di provincia. Purtroppo il suo infame de- di sotto della linea gotica, men- stino è già stato scritto e dall’apparente rettitudi- tre lì, nella città signora di fiumi e d’abeti si pre- ne della piccola comunità, Kelly finisce coinvolta paravano tutti quanti per le Olimpiadi invernali negli abissi più sgradevoli e nelle perversioni della – dopodichè i nostri atleti hanno portato alto il middle class. “Shock Corridor”, girato nel ‘63 in nome del paese, c’è stata la cerimonia di chiusura, soli interni, apre con la malsana architettazione hanno sbaraccato tutto, rimesso nel garage Fiat e di Peter Breck, un giornalista che con la compli- Coca Cola in eccedenza e delle vicende TAV non cità della sua fidanzata, una spogliarellista, e del s’è saputo più molto. E non che non ne siano suc- suo editore, si fa ricoverare in un manicomio. Lo cesse, sia chiaro!, basti pensare a tutta la polemica scopo è vincere il Pulizer con un reportage. Il suo in merito all’inclusione dell’“opera pubblica” nel cinico arrivismo soccombe sulle patologie dei rico- programma dell’Unione, ai battibecchi tra i dies- verati, metafore simboliche dei mali della società sini da un lato e le persone intelligenti dall’altro, vigente. E, con il passare del tempo, il confine tra al tenue ribollire sociale che pure è andato avanti, buon senso e follia finisce con l’assottigliarsi. La sotto quelle amabili forme del bivacco, del convi- per segnalare un evento: [email protected] ROMA

Aprile 19 musica MOGWAI Qube 20 musica BERNARD FLEISCHMANN + MS JOHN SODA (MORR MUSIC) Circolo degli Artisti video ACROSS.VIDEO - KEREN CYTTER Detour 21 musica TOGETHER IN THE DARK Linux Club 22 musica BOLD + DIFFERENCE + PAYBACK + SETUP C.S. Forte Prenestino 23 musica THE DEATH OF ANNA KARINA + INFERNO + BUZZER# P Rashomon video CREPA PADRONE, VA TUTTO BENE di Godard/Gorin Detour HAPPY NOISE Strike S.P.A. 25 musica CHEVREUIL + L’OCELLE MARE + LE TON MITÈ Rashomon SADUS + DARKANE + GORY BLISTER +DISEASE + SUBLIMINAL CRUSHER Circolo degli Artisti GRACE KILLING Traffic MIGRATON Angelo Mai Occupato 26 musica ISOBEL CAMPBELL Circolo degli Artisti video LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO di Guy Debord Detour 26/28 CORTOONS FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CORTOMETRAGGI DI ANIMAZIONE Teatro Palladium 26/28 PRINTEMPS DU NOUVEAU CINEMA FRANÇAIS: «EN TOURNANT DANS LA COMPAGNIE D’ARNAUD DESPLECHIN» 27 musica BERES HAMMOND C.S. Intifada FANTÔMAS +MELVINS Palacisalfa TYING TIFFANY Classico Village INFADELS Circolo degli Artisti 28 musica STANTON WARRIORS Brancaleone 29 musica PINK FREUD - ELECTRONIC MUSIC THERAPY Linux Club 30 musica LIARS Circolo degli Artisti Maggio 4/9 video TEKFESTIVAL Cinema Augustus 5/6 musica GEMMA – ITALIAN LABELS CONTEST Rialto S. Ambrogio 6 musica DADA SWING Traffic 8 musica EDUFESTIVAL 06: Giovani autori tra underground e undersize La Sapienza 9 musica FRANZ & SHAPE Akab XIU XIU Circolo degli Artisti LARSEN Circolo degli Artisti 11 video ACROSS. VIDEO - MATHILDE ROSIER Detour 16 musica L-EKTRICA VS ELETTRONICA ROMANA Akab 18 musica MARK YOUR ENEMY Traffic 19 musica FRICTION Brancaleone 19/20 musica DISSONANZE- Festival di musica elettronica e arte digitale Palazzo Dei Congressi 20 musica MUDHONEY Circolo degli Artisti 26 video ROMADOCFEST 30 musica DINOSAUR JR. Qube MILANO

Aprile 1 apr/5 mag video LA VOCE DI GILLES DELEUZE Spazio Oberdan 15 musica CALIBAN + THE AGONY SCENE Transilvania 20 musica MOGWAI + The Magnificents Rolling Stone CHEVREUIL Leoncavallo 22 musica TRIPLE r (dj set) Jacaranda Studio CHUCK FENDER & The Living Fire Band Magazzini Generali 24 musica ISOBEL CAMPBELL Rainbow 25 musica THE ORGAN + INFADELS Transilvania MI AND L’AU Scimmie 27 musica GOGOGO AIRHEART Leoncavallo ARCHITECTURE IN HELSINKI Transilvania 29 musica BERES HAMMOND Leoncavallo Maggio 5 musica JOSE GONZALES Salumeria della Musica 6 musica SCRATCHY SOUND Leoncavallo 8 musica THE CHALETS LaCasa139 9 musica NEKO CASE LaCAsa139 10 musica MOTORPSYCHO Rolling Stone 11 musica TWO GALLANTS LaCasa139 CALEXICO + Iron & Wine Rolling Stone 12 musica LOUISE ATTAQUE Transilvania 13 musica ARCTIC MONKEYS + Milburn Rolling Stone 15 musica GARY NUMAN Transilvania 19 musica MUDHONEY Rainbow 20 musica ANTI-FLAG + THE UNSEEN + A WILHELM SCREAM + RED LIGHTS FLASH Transilvania 21 musica MISS KITTIN Magazzini Generali 22 musica SOUND OF THE UNDERGROUND Fest: CHIMAIRA + MADBALL + UNEARTH + TERROR + ALL THAT REMAINS + Rolling Stone MANNTIS 24 musica BELLE AND SEBASTIAN Rolling Stone 26 mag/1 giu video 19° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA GAYLESBICO E QUEER CULTURE Cinema Manzoni 31 musica YEAH YEAH YEAHS + Celebration Rolling Stone TORINO

Aprile 15 musica FEDERATION X Spazio 211 MY PRIDE + RIGHT IN SIGHT + ABSCIND VEINS Soundfactory 16 musica PICASTRO + ACUSMATIC GROUP Spazio 211 19 musica CHEVREUIL Spazio 211 20 musica RAMALLAH + THE SETUP Spazio 211 20/27 video 21° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FILM CON TEMATICHE OMOSESSUALI DI TORINO Multisala Teatro Nuovo 21 musica CARL COX Supermarket 22 musica MS JOHN SODA + Bernhard FLEISCHMANN Spazio 211 PAUL BRTSCHITSCH Fluido video CITY OF LOST SOULS di Takashi Miike Cinema Massimo 23 musica WOLF EYES + STEVEN MCKAY Spazio 211 25 musica ISOBEL CAMPBELL Hiroshima video THE ASSASSINATION OF RICHARD NIXON di Niels Mueller Cinema Massimo 26 video TONY GATLIF E IL CINEMA NOMADE Cinema Massimo 27 musica MI AND L’AU +Baby Dee, Morose, (r) Spazio 211 28 musica DOM MARIANI AND RIPPLED SOULS Spazio 211 FANTOMAS + MELVINS Teatro dela Concordia 29 musica HUGO RACE AND TRUE SPIRIT Spazio 211 CLAUDE VONSTROKE + BRUNO PRONSATO The Beach Maggio 6 musica DEUS Hiroshima mon amour 11 musica LE PETIT ORB Teatro Juvarra NINE POUND HAMMER Spazio 211 12 musica THE CHALETS Spazio 211 BLACK HEART PROCESSION Hiroshima mon amour 13 musica MICK HARVEY + LOENE CARMEN Teatro Juvarra DOLLSQUAD Spazio211 14 musica GARY NUMAN Hiroshima mon amour IN GOWAN RING Spazio 211 16 musica LATTERMAN Soundfactory 20 musica TOKYO DRAGONS + WINNEBAGO DEAL Spazio 211 24 musica ARIEL PINK El Barrio 27 musica SUBURBAN KIDS WITH BIBLICAL NAMES Spazio211 28 musica GABRIEL ANANDA Fluido 31 musica DINOSAUR JR + Dead Meadow Hiroshima mon amour NAPOLI

Aprile 22 musica DJ RUSH + Marko Nastic Disco Cube 26 musica 65 DAYS OF STATIC Duel:beat Maggio 5 musica MARISSA NADLER + Jana Hunter Tinta di Rosso 6 musica SINISTRI + Wizard trio Baraonda 10 musica XXL (Larsen + Xiu Xiu) Galleria Toledo Roma Milano Gallerie d’arte, Fondazioni, Associazioni Culturali Gallerie d’arte, Fondazioni, Associazioni Culturali C/O Careof – via luigi nono 7 tel. 023315800 Fondazione Baruchello – via santa cornelia 695 tel. 063346000 Fondazione Prada - via fogazzaro 36 tel. 0254670515 Fondazione Olivetti – via zanardelli 34 tel. 066896193 Galleria Emi Fontana - viale bligny 42 tel. 0258322237 Galleria Lorcan O’Neill Roma – cia orti d’Alibert 1e tel. 0668892980 Galleria Francesca Kaufmann - via dell’orso 16 tel. 0272094331 Galleria Monitor – via delle mure aurelie 19 tel. 0639378024 Galleria Massimo De Carlo – via ventura 5 tel. 0270003987 Galleria Romaromaroma – via dell’arco dei tolomei 2 tel. 065881761 Galleria Pack - foro bonaparte 60 tel. 0288996395 Galleria S.A.L.E.S. – via dei querceti 4 tel. 0668806212 Galleria Pianissimo - via lambrate 24 tel. 0258300162 Galleria sc02 - piazza de’ ricci, 127 tel. 066880637 Galleria The Flat, Massimo Carasi - via vaina 2 tel. 0258313809 Galleria Sogospatty - vicolo del governo vecchio 8 tel. 0668135328 Galleria Zero – via ventura 5 tel. 02365514283 Galleria Stefania Miscetti – via delle mantellate 14 tel. 0668805880 Guenzani Viamelzo5 - via melzo 5 tel. 0229409251 Galleria Volume – via san francesco di sales 86/88 tel. 0670301433 Prometeo Gallery - via giovanni ventura 3 Granma - via dei vecchiarelli 39 tel. 0668135769 Spazio Lima – via masera (di fronte al civico 10) tel. 0289697501 Lipanjepuntin Arte Contemporanea - via di montoro 10 tel. 0668307780 Spazio Oberdan - viale vittorio veneto 2 tel. 0277406300 Macro – via reggio emilia 54 tel. 0667107900 Triennale di Milano - viale alemagna 6 tel. 02724341 Magazzino d’Arte Moderna – via dei prefetti 17 tel. 066875951 Viafarini – via farini 35 tel. 0266804473 Maxxi – via guido reni 10 tel. 063202438 Mondo Bizzarro – via reggio emilia 32 c/d tel. 0644247451 Centri Sociali Paolo Bonzano Arte Contemporanea - via di monte giordano 36 tel. 0697613232 Centro Sociale Leoncavallo - via watteau 7 tel. 026705185 Unosunove - via degli specchi 20 tel. 0658333857 V.M. 21 Arte Contemporanea – via della vetrina 21 tel. 0668891365 Cinema e Videoteche Cinema gnomo - via lanzone 30/a tel. 0286451086 Locali Cinema messico - via savona 57 tel. 0248951802 Akab – via monte testaccio 68 tel. 065782390 Auditorium PdM – viale de coubertin tel. 068082058 Locali Circolo degli artisti – via casilina vecchia 42 tel. 0670305684 Blue note - via borsieri 37 tel. 0269016888 Crudo - via degli specchi 6 tel. 066838989 Goganga - via cadolini 39 tel. 0236508503 Enojazz – via bertoloni 1/b tel. 068088546 Plastic - viale umbria 120 tel. 02733996 La Palma – via giuseppe mirri 34 tel. 0643599029 Rainbow Club – via besenzanica 3 tel. 024048399 Metaverso – via di monte testaccio 38/a tel. 065744712 Rocket - via pezzotti 52 tel. 0289503509 Linuxclub – via libetta 15 tel. 0639742171 Locanda Atlantide – via dei lucani 22b tel. 0644704540 Caffè, Bar, Pub Rashomon – via degli argonauti 16 tel. 0697602477 Atm Bar - bastioni di porta volta 15 tel. 026552365 Salotto 42 – piazza di pietra 42 tel. 066785804 Bar Rattazzo – corso di porta ticinese 83 tel. 028372388 Societe Lutèce – piazza di montevecchio 17 tel. 0668301472 Caffè Roma - via ancona 4 tel. 0272000850 Le Trottoir alla Darsena - piazza XXIV maggio 1 tel. 028378166 Centri Sociali e Spazi Occupati Milano - via procaccini 37 tel. 0236536060 32 – via dei volsci 32 tel. 064381004 Roialto - via piero della francesca 55 tel. 0234936616 Brancaleone – via levanna 11 tel. 0682000959 Spazio Frida - via pollaiuolo 3 tel. 026081834 Strike – via umberto partini 21 Surfer’ den - via mantova 13 Villaggio Globale - via di monte testaccio 22 tel. 065757233 Tijuana - via massarani 5 tel. 02534742 Trattoria Toscana – corso di porta ticinese 58 tel. 0289406292 Caffè, Bar, Pub Bar della Pace – via della pace 3 tel. 066861216 Istituti Bar del Fico – piazza del fico 26/28 tel. 066865205 Istituto europeo di design - via scelsa 4 tel. 025796951 Baretto Monti P.zza – piazza madonna dei monti 6 SAE - via morimondo 19/21 tel. 0289120540 Big Star - via mameli 25 tel. 065812479 Freni e frizioni - via del politeama 4/6 Librerie Molly Malone - via dell’arco di san calisto 17 A+M Bookstore – via tadino 30 tel. 0229527729 Ombre Rosse – piazza sant’egidio 12 tel. 065884155 Art Book - via ventura 5 tel. 0221597624 Dread Lion - via scalo san lorenzo 77/c tel. 064468231 Libreria Hoepli – via Ulrico Hoepli 5 tel. 0286487264 San Calisto – piazza san calisto 3/5 tel. 065835869 Stardust – vicolo de’ renzi 4 tel. 0658320875 Teatri Vineria Campo de’ Fiori – piazza campo de’ fiori 4 tel. 0668803268 Teatro CRT - via alemagna 6 tel. 0289011644 Vino al vino – via dei serpenti 100 tel. 06485803 Teatro dal Verme - via san giovanni sul muro 2 tel. 0287905201 Teatro Out Off - via mac mahon 16 tel. 0234532140 Librerie Teatro Studio - via rivoli 6 tel. 0272333222 Al ferro di cavallo – via di ripetta 67 tel. 063227303 Bibli – via dei fienaroli 28 tel. 065884097 Negozi di dischi Doozo - via palermo 51/53 Djchoice - via vigevano 6 tel. 028373988 Fahrenheit 451 – piazza campo de’ fiori 44 tel. 066875930 Riot Store – via g.g. mora 14 47th Floor – via di santa maria maggiore 127 tel. 0697606052 Hangover Records – viale g. d’annunzio tel. 0289422046 Libreria Altroquando - via del governo vecchio 80 tel. 066879825 Ice Age – corso di porta ticinese 76 tel. 0289403947 Libreria Lungaretta – via della lungaretta 90/e 90/a tel. 065894710 Supporti Fonografici – corso di porta ticinese 106 tel. 0289422046 Libreria Tirelli - piazzale delle medaglie d’oro 36/b tel. 0635420746 Mel Bookstore – via nazionale 252 tel. 064885405 Negozi vari Odradek - via dei banchi vecchi 57 tel. 066833451 Pleasure - via fara 7 tel. 0266981719 Punto Einaudi – via giulia 81/a tel. 066875043 Rashomon – via degli argonauti 16 tel. 0697602477 Libreria Rinascita - via delle botteghe oscure 1/3 tel. 066797460 Napoli Teatri BlindArte contemporanea - via caio duilio 4d tel. 0812395261 Teatro Argentina – largo di torre argentina 52 tel. 0668804601 Demos Records - via san sebastiano 20 tel. 081459021 Teatro Furio Camillo – via camilla 44 tel. 067804476 Il pavone nero - via luca giordano 10 tel. 0815562542 Teatro India – lungotevere dei papareschi 146 tel. 0655300894 Intra moenia caffè letterario - p.zza bellini tel. 081290988 Teatro dell’Orologio – via de’ filippini 17/a tel. 066875550 Fonoteca Outlet - via cisterna dell’olio 14/19 tel. 0815422006 Teatro Palladium – piazza romano 8 tel. 0657067761 World of Music - via morghen 31/d tel. 0815560338 Teatro Valle – via del teatro valle 21 tel. 06686904 Galleria Fonti - via chiaia 229 tel. 081411409 Galleria T293 - p.zza g. amendola 4 tel. 3398034680 Cinema e Videoteche Lontano da Dove - via bellini 3 tel. 081/5494304 Azzurro Scipioni – via degli scipioni 82 tel. 0639737161 Jamm - via san giovanni maggiore pignatelli, 1/a tel. 0815526399 Detour – via urbana 47/a tel. 064872368 Perditempo (adiacente istituto universitario orientale) tel. 0815514703 Eden Film Centres– piazza cola di rienzo 34 tel. 063612449 Filmstudio – via d’orti d’alibert 1/e tel. 0668192987 Greenwich – via g. bodoni 59 tel. 0668192987 Hollywood – via monserrato 107 tel. 066869197 Torino Intrastevere – vicolo moroni 3/a tel. 065884230 Gallerie d’arte, Fondazioni, Associazioni Culturali Politecnico Fandango – via giovanni battista tiepolo 13/a tel. 0636004240 Alberto Peola - via della rocca 29 tel. 0118124460 Quattrofontane – via delle quattro fontane 23 tel. 064741515 E\Static - via parma 31 tel. 011235140 Nuovo Sacher - largo ascianghi 1 tel. 065818116 Fondazione Re Rebaudengo - via modane 16 tel. 0113797600 Tibur – via degli etruschi 36 tel. 064957762 Franco Noero - via giolitti 52/a tel. 011882208 VideoBuco – via degli equi 6 tel. 064941339 Franco Soffiantino - via rossini 23 tel. 011837743 VideoDoc – via flaminia tel. 063332592 Gam Torino - via magenta 31 tel.0114429518 Video Elite – via nomentana 166 a/b tel. 0686209826 Maze - via mazzini 40 tel. 0118154145 Museo Accorsi - via po 55 tel. 0118397046 Negozi di dischi Plazzo Bricherasio - via la grange 20 tel. 0115715806 Discoteca Laziale – via mamiani 66 tel. 064464277 Sonia Rosso - via giulia di barolo 11/h tel. 0118172478 Disfunzioni musicali – via degli etruschi 4 tel. 064461984 Goodfellas – circonvallazione casilina 44 tel. 0621700139 Cinema e Videoteche Rage Hell Nation – via nomentana 113 tel. 0644252628 Cinema Massimo - via verdi 18 tel. 0118125606 Sound Factory – via crescenzio 41/a tel. 0668804454 Remix – via del fiume 9 tel. 0636005609 Locali The Room – via dei marsi 52 tel. 06491375 Caffe Rossini - corso regina margherita 80 Drogheria - piazza vittorio veneto 18 tel. 0118122414 Istituti Giancarlo - via murazzi del po arcata 25 tel. 011817472 British School – via gramsci 61 tel. 063264939 Km5 - via san domenico 14/16 tel. 0114319932 Istituto Europeo di Design - via alcamo 11 tel. 067024025 Iroshima Mon Amour - via bossoli 83 tel. 0113176636 Università della Musica - via giuseppe libetta 1 tel. 065747885 Mago di Oz - via maria vittoria 58 tel.0118390621 Societè Lutece - piazza emanuele 2 tel. 011887644 Wipe Out - via bellezia 15 Negozi vari Xo - via po 46 François Boutique – via del boschetto 3 tel. 06485743 Gallinelle – via del boschetto tel. 064881017 Negozi di dischi Mastiff - via collalto sabino 6 tel. 0686399698 Back Door - via pinelli 45 tel. 011482855 Papa Noah’s Smart Shop – via degli equi 28 tel. 0644340463 Blast - via germanasca 12/f tel. 0114340497 Paraphernalia – via leonina 6 tel. 064745888 Boomerang - via rossini 14/e Paris – via di priscilla 97/99 tel. 0686214671 Rock’n’Folk - via bogino 4 tel. 0118394542 People – piazza teatro di pompeo 4a tel. 066874040 Pulp – via del boschetto 140 tel. 06485511 Librerie 40°gradi – via virgilio 1/0 tel. 0668134612 Agora - via santa croce 0/e tel. 011835973 Vestiti usati Cinzia - via del governo vecchio, 45 tel. 066832945 Lov Durden - via f.bonelli 3 Mood - via cesare battisti 3/e tel.0115660809 Negozi Vari Docks Dora - piazza vittorio veneto 22/a

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